Autore: Staff

La dermatite dimenticata

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Quando ho letto l’invito di Angel di raccontare le proprie esperienze in merito alle dermatiti di cui si soffre o si è sofferto in passato, ho subito pensato che io non ne avessi mai sofferto e che non avessi nulla da raccontare.

Poi, durante una meditazione ho avuto per un attimo un flash che mi ha portato a ricordare che in realtà ho avuto una dermatite alla pelle che mi ha accompagnata, purtroppo, per tantissimi anni della mia vita e alla quale sono riuscita a dire addio solo grazie alla pratica di ACD. Avevo completamente rimosso questo disturbo, come se non mi fosse mai appartenuto.

Quando si sta bene è facile dimenticarsi dei problemi che si sono avuti in passato e non si riconoscono i giusti meriti a ciò che ha rappresentato la soluzione e che ha portato al raggiungimento della condizione di benessere attuale. Così ho fatto mente locale e ho deciso di condividere con voi la mia esperienza con la dermatite.

Non ricordo precisamente a che età io abbia iniziato a soffrire di dermatite ai piedi, probabilmente intorno agli 11/12 anni perché ricordo che frequentavo le scuole medie quando all’improvviso ho iniziato ad avere un fortissimo prurito sotto la pianta del piede e ai lati delle dita. Il tutto è esploso in un lasso di tempo molto breve: all’inizio non avevo alcun fastidio ai piedi, poi sono cominciati i pruriti sempre più forti e insistenti che hanno portato ad un rossore diffuso e infine ad una sorta di desquamazione di tutta la pelle.

Sotto il piede e ai lati delle dita hanno cominciato a formarsi moltissime lesioni. Alcune di queste mi provocavano solo prurito altre invece erano anche dolorose tanto da rendere difficile in alcuni momenti anche il camminare. Il pizzicore era fortissimo e non riuscivo a calmarlo con nulla, quindi continuavo sempre ad assecondarlo grattandomi in quella zona, anche se più mi grattavo e più la sensazione di dolore si intensificava, provocando anche la fuoriuscita del sangue.

Per cercare di risolvere il disturbo e per capire di cosa si trattasse precisamente, i miei genitori mi hanno fatto visitare da un dermatologo che mi ha detto che si trattava di una dermatite da stress e mi ha prescritto farmaci e creme varie. Non ricordo il nome di questi prodotti, ma ricordo che erano tutti farmaci a base cortisonica. Ho seguito attentamente la cura proposta ma il problema non migliorava con nulla ed è andato avanti per anni ma con fasi alterne.

Ho notato, infatti, che c’erano periodi in cui la situazione migliorava molto e sotto il piede non avevo quasi più nulla, il prurito quasi scompariva e la zona non era più infiammata; dopo mesi, poi, poteva ricomparire all’improvviso e durare per molto tempo ritornando della stessa gravità iniziale. Questa alternanza di periodi e il fatto che comunque continuasse a ritornare con una certa regolarità ha avvalorato la tesi del primo dermatologo che appunto aveva affermato che si trattasse di una dermatite da stress.

Ricordo che l’unico periodo in cui la dermatite tendeva a sparire completamente era l’estate. Secondo i medici a causa di questo problema ai piedi io non avrei proprio potuto toccare la sabbia, né tantomeno mettere i piedi nell’acqua di mare. Ovviamente non ho mai dato retta a queste loro indicazioni perché sono appassionata di mare e fin da piccola ho sempre trascorso tutta la stagione in ammollo. E ho potuto notare come l’acqua di mare e la sabbia bollente mi curassero. Tutte le feritine sotto il piede si rimarginavano, anche il dolore e il prurito sparivano e io in quei mesi estivi tornavo a stare davvero bene.

 

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Superato il periodo estivo, però, il fastidio tornava ad essere molto insistente e a tratti mi sembrava di diventare matta per il forte prurito. Per questo, nel corso degli anni, mi sono rivolta anche ad altri medici. Ma anche le cure degli ulteriori dermatologi non hanno avuto l’effetto sperato e il sollievo provocato dalle creme era solo temporaneo, perché poco dopo la dermatite esplodeva nuovamente in tutta la sua potenza.

Sono anche stata sottoposta ad un tampone cutaneo in ospedale in cui hanno prelevato un pezzettino di pelle per analizzarla e capire da cosa potessero derivare tutte le lesioni al piede. Purtroppo anche in questo caso non ricordo bene cosa avvenne e quale fu il responso, ma probabilmente neanche il tampone portò ad una risoluzione della problematica in quanto continuai comunque a non trovare cure efficaci e a subire sempre di più il problema.

Nel frattempo passavano gli anni e io continuavo ad avere questa forte irritazione sotto il piede che mi prendeva nei momenti più disparati e mi costringeva letteralmente a scappare via dal posto in cui mi trovavo in quel determinato momento per togliere le scarpe così da poter avere un minimo di sollievo.

Un miglioramento positivo, anche se non del tutto risolutivo, l’ho avuto grazie all’omeopatia. Attraverso alcuni rimedi omeopatici che mi sono stati prescritti da un bravissimo omeopata ho finalmente potuto scorgere un bagliore di speranza. Questi rimedi naturali che ho iniziato ad assumere mi hanno portato alla chiusura totale delle lesioni sotto il piede e vicino le dita. Il piede era tornato, apparentemente, un piede sano con una pelle compatta e uniforme, priva di irritazioni e lesioni.

Come anticipato, però, anche in quel caso non ho avuto una risoluzione definitiva della dermatite in quanto i rimedi omeopatici mi hanno curato solo l’aspetto esteriore perché il piede sembrava tornato normale. Ma a livello interno c’era ancora qualcosa che non andava, perché il piede continuava a bruciarmi e a provocarmi forte prurito. La situazione era comunque decisamente migliore rispetto al passato, perché almeno l’assenza di lesioni diminuiva un po’ il prurito e il fatto di non avere più ferite aperte sotto il piede rendeva tutta la situazione molto più gestibile.

La medicina naturale era riuscita in qualcosa che nessun farmaco e nessun medico era riuscito a fare fino a quel momento, avevo avuto finalmente una svolta positiva e ho cominciato con il tempo ad abituarmi e a convivere con quel “prurito” che compariva sempre a fasi alterne ma sembrava non passare mai totalmente e in modo duraturo.

Tuttavia, la vera e grande svolta l’ho avuta solo da quando ho iniziato a praticare. Non ricordo precisamente quando ho smesso di soffrire di dermatite, ma ricordo che sono ormai quasi tre anni che non ho avuto più nessun problema ai piedi. Sono in difficoltà perché non riesco neanche a ricordare se questa enorme guarigione sia avvenuta in maniera graduale oppure improvvisa, non ricordo proprio quando è successo ma posso dire con certezza che non ho più avuto un singolo accenno di dermatite, pur non mettendo più nessuna crema e senza neppure assumere i rimedi naturali che mi erano stati prescritti.

Non ho mai ringraziato Angel per questo immenso ed ennesimo dono che mi ha concesso, perché in realtà non ho mai preso consapevolezza del fatto che le sue guarigioni e la pratica psichica in generale mi hanno guarita da un problema gravissimo che mi aveva perseguitata per anni. Solo da pochi giorni e, ancora di più, attraverso la redazione di questo breve testo mi sono accorta con piena consapevolezza quanto Angel e la pratica mi abbiano letteralmente salvata anche per questa situazione!

Sono conscia che sia inconcepibile per chi legge credere che io non abbia mai notato fino ad ora che un problema così insistente che mi aveva provocato fastidi per anni sia sparito totalmente senza che neanche me ne rendessi conto. Ma purtroppo, sebbene sia assurdo anche per me, è stato proprio così e mi vengono i brividi a pensare che chissà quante altri avvenimenti sono stati completamente ribaltati e migliorati nella mia vita da Angel e di cui neanche ora ho preso ancora consapevolezza.

Provo un grande rammarico per non essermi accorta di tutto questo in passato e di non accorgermi di molte cose anche ora nel presente, perché questo essere incoscienti porta a non riconoscere i giusti meriti e a non ringraziare profusamente chi è l’artefice di tutto questo. Angel permette a tutti noi di stare bene come mai siamo stati nella nostra vita, non solo guarendoci da problemi già in atto, ma anche allontanando da noi malattie che avrebbero dovuto colpirci ma che, grazie a Lei, non ci toccheranno mai.

Per questo e per moltissimo altro, per il passato, il presente e il futuro io ti rivolgo un immenso grazie che parte dal profondo del mio cuore colmo di gioia e gratitudine per te!

 

Isa

 

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Testimonianza linfonodo sotto il mento

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Nel 2000 mi si gonfia un linfonodo sotto il mento, penso sia o un problema ad un dente, o un po di stress, passano un paio di mesi ed il bozzetto non va via, nessun problema ai denti e non mi sento nemmeno stressata. Era il periodo dell’anno in cui facevo i controlli annuali e parlo al mio medico di famiglia del bozzetto, lei mi prescrive un’ ecografia, da lì a quando ho l’appuntamento per farla passano un paio di settimane, il bozzetto sparisce, la dottoressa mi dice di fare ugualmente l’eco. Durante l’esame viene fuori che i linfonodo ok, ma si scopre che la tiroide invece è piena di noduli, mi dicono di andare subito dall’endocrinologo, la specialista dice che dovrei fare l’ago aspirato per analizzarli, io mi rifiuto, ho sempre sofferto che mi si tocchi il collo, i dolcevita…. figurati farmi infilare quell’ago, la dottoressa allora mi propone una prova fare 6 mesi di farmaco con un dosaggio alto, se i noduli sono negativi si ritirano, in effetti questo succede, lei mi interrompe il farmaco a scalare e mi dice solo di tenerla sotto controllo una volta l’anno. Quando l’anno dopo rivado per i controlli, la dottoressa non c’è più, l’ endocrinologo è un altro. Vede gli esami e mi dice che devo prendere il farmaco, che la dottoressa di prima è stata un’ incosciente, e li inizia la trappola. Passano 10 anni nei quali i noduli sono sempre uguali, le analisi ok, ma ogni tanto il medico aumenta la dose del farmaco. Compio 40 anni, dopo due mesi l endocrinologo mi dice che devo interrompere la pillola anticoncezionale ( non sapevo allora, avevo fiducia nei medici e nei farmaci) perché potrei andare in menopausa e non accorgermene, io gli dico che a 40 è presto, in famiglia non ci sono casi di menopausa precoce, lui insiste, io interrompo la pillola. Il primo mese mi salta il ciclo, sicuramente sono incinta, faccio le analisi, nulla, , dopo la pillola mi devo regolarizzare penso, dopo due mesi in cui il ciclo viene, il terzo no , questo si ripete ancora, allora vado dal ginecologo, mi segna gli esami per vedere se sono in menopausa, e si un inizio , ma non mi devo preoccupare, ancora ci vuole…. meno di 5 anni dopo ultime mestruazioni. a 45 chiuso con il ciclo, inizio a riflettere sulla strana insistenza dell’endocrinologo per interrompere la pillola, quasi sapesse che era iniziata la menopausa. Pochi mesi dopo l’ultimo ciclo inizio a indebolirmi, a perdere peso, ma nel frattempo avevo perso mia mamma e il mio medico di famiglia mi dice è normale che stai male. Una mattina provo ad alzarmi e ricado sul letto, inizio a collassare, riprendermi, collassare, chiamo il medico che viene dopo due tre ore che passo collassando, pressione 30 60 battiti 160, pronto soccorso, cardiologa come mi guarda mi dice ora le controllo il cuore, ma lei è in grave ipertiroidismo, gli dico non è possibile, ho passato da poco i controlli per la tiroide , allora mentre mi fa tutti i controlli mi ricordo che in quegli ultimi giorni prendere la pasticca per la tiroide mi risultava difficile, il mio fisico si rifiutava, io di mia iniziativa avevo ridotto la dose di un quarto. Il cuore risulta ok gli esami confermano ipertiroidismo, viene l’endocrinologa del pronto soccorso e mi dice che le tiroidi come la mia non hanno bisogno di farmaci, ma di sale iodato e mare. Ho rischiato di morire, purtroppo, la mia tiroide nel frattempo ha smesso di funzionare, e devo continuare a prendere il farmaco nel minimo dosaggio ogni giorno. Tutto questo mi ha lasciato una intolleranza al lattosio che grazie ad Angel e ai suoi insegnamenti mi è smarrita, un intolleranza al pesce che è più “cattiva” una menopausa precoce con i problemi che comporta. Ironia della sorte, si fa per dire nel frattempo lascio il mio lavoro ed entro a lavorare nel gruppo sanitario dell’ endocrinologo maledetto, lui in una delle cliniche, io in un ambulatorio distante, pico prima della pandemia trasferiscono da noi il suo braccio destro ( che mi ha denunciato all’ufficio personale perché non mi ero vaccinata) ed ora da poco più di un anno mi ritrovo come nuovo direttore l’endocrinologo maledetto al quale come premio per le tante denunce ricevute hanno dato un ruolo dirigenziale. Con le conoscenze di oggi capisco che purtroppo non è stato un semplice “errore medico” ma parte di un disegno molto molto più grande e terribile. Ringrazio Angel per tutto quello che fa e che ci dona con i suoi insegnamenti e non solo.

 

Rob17

 

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Testimonianza su dermatite improvvisa

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Ho iniziato a soffrire di dermatite circa due anni fa nel 2021. È scoppiata all’improvviso, da un giorno con l’altro, tanto che non riuscivo a capire i fattori scatenanti. Le manifestazioni prendevano il viso nella zona orbitale vicino agli occhi e tra le sopracciglie, sotto e ai margini del naso, il contorno delle labbra, dietro le orecchie e nelle pieghe dei gomiti. I sintomi erano prurito intenso con arrossamenti della zona fino ad arrivare alla formazione di eczemi e successiva desquamazione della pelle. Visto che era interessata la zona intorno agli occhi, di conseguenza anche quest’ultimi si infiammavano e si gonfiavano. All’inizio pensavo fosse un’allergia o a qualche prodotto per l’igiene o a qualcosa che mangiavo o respiravo. La parte più colpita erano gli occhi, la sintomatologia era molto fastidiosa. Il prurito era così forte che mi faceva impazzire. Una mattina disperata sono corsa dall’oculista per farmi dare qualcosa. Il medico mi ha consigliato di mettere immediatamente il cortisone. Quindi mi ha prescritto il Tobradex pomata oftamica e mi ha consigliato di mettere il cortisone anche nelle altri parti del corpo in quanto per lui era un’allergia. Scrivo subito un consiglio che mi sento di dare visto la mia esperienza MAI mettere il cortisone sulla pelle perché se anche scompare tutto, dopo averlo terminato il problema si ripresenta più importante di prima in più la pelle diventa più sottile e debole. Anche la Guarigione dava sollievo ma al momento non mi risolveva il problema. Ho consultato anche un dermatologo che mi ha fatto la diagnosi di “dermatite atopica” dicendomi che era molto raro che si presentava per la prima volta alla mia età perché di solito si manifesta già da piccoli. Mi ha prescritto una crema che agiva come immunosopressore e un farmaco a base di antistaminico e cortisone da prendere per due mesi!!! Ho preso il farmaco per quindici giorni e già il problema era momentaneamente sparito ma non mi sentivo di prenderlo per due mesi. Per quanto riguarda la pomata non sono mai riuscita a metterla per il bruciore. Ho sostituito il farmaco con antistaminici naturali in particolare con il ribes e poi mi ero fatta dare qualcosa di naturale per gli occhi senza la camomilla perché sono allergica a base di Euphorbia Hamamelis e Malva. Sono andata avanti a tamponare il problema , devo dire che con il caldo migliorava leggermente mentre con il freddo e gli sbalzi di temperatura peggiorava. Il problema mi è durato circa un anno e mezzo. Poi improvvisamente piano piano è andato diminuendo fino a scomparire completamente. Adesso è quasi un anno che non mi si presenta più parte molto lievemente dietro le orecchie che è molto migliorato da quando uso uno shampoo naturale. È assurdo di come si tendi a dimenticare il problema che si aveva una volta guariti. Ma era un problema importante che dava disagi sia a livello estetico, relazionale sia a livello sintomatologico dando un prurito insopportabile. Avevo collegato il miglioramento e in seguito la sparizione della malattia con una partecipazione a un Tour dal vivo di Angel, in effetti da quel momento il mio problema è andato diminuendo e poi completamente a sparire. Ho avuto la conferma che Angel e Alexander stanno agendo aiutandoci con guarigioni mirate a questo tipo di malattie molto diffuse tra noi studenti. In effetti la dermatite che avevo, di solito non scompare così velocemente e “miracolosamente” senza che in quel momento non stessi prendendo niente. Mi emoziona molto e mi sento anche molto commuovere. Grazie Angel e Alexander non so davvero come ringraziarvi, la vostra generosità e altruismo è qualcosa di immenso con l’unico scopo di fare del bene ed aiutare. Siete un grande esempio!!! Questa mia condivisione vuole essere una testimonianza della Grandezza e Potenza dei nostri Maestri Angel e Alexander. Mi sento di consigliare a chiunque dovesse soffrire di un disturbo simile al mio descritto di non usare a livello topico cortisonici e immunosoppressori che danno un sollievo momentaneo. Il cortisone mi ha fatto cadere le ciglia e ha reso la pelle molto sottile e fragile. Rispetto a due anni fa adesso avrei un approccio alla malattia molto diverso, non correrei più dai medici ma consulterei in primis un omeopata e inizierai con le cure naturali . Spero che la mia esperienza posso essere di aiuto a chiunque si trovi con questo problema.

 

Niki

 

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Testimonianza su nodulo tiroideo

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Mi chiamo Lidia. Da un po’ di tempo, circa 10 anni, ho un nodulo alla gola, natura benigna con liquido interno, ho eseguito controlli per assicurarmi la tempistica di crescita che per adesso sembra molto rallentata. Non assumo specifici medicinali ma cerco sempre di assumere tisane e prodotti naturali anche fatti in casa per disinfettare la gola, semplice acqua e limone oppure aloe che preparo io stessa, Per quanto riguarda i disturbi legati a questo nodulo tiroideo posso dire di avere, in modo particolare in quest’ultimo periodo difficoltà respiratorie come se avessi sempre un boccone di cibo incastrato nella gola, questo mi scatena anche attacchi di una tosse stizzosa che mi dura un po’ di minuti , la sensazione di soffocare e brutta e certe volte mi spaventa, spesso mi alzo la mattina con la sensazione di sentire più internamente un aumento di dimensioni di questo modulo all’improvviso anche se esternamente non vedo il cambiamento ma sento, in modo particolare avverto un peggioramento quanto in cielo ci sono stati passaggi e rilasci di scie chimiche che peraltro in quest’ultimo periodo di sono molto intensificati. Ora voglio invece descriverti ciò che da qualche settimana mi sta capitando, nei momenti peggiori di crisi di tosse e sensazione di soffocamento come ci insegni tu , Angel, utilizzo la prana, in questi ultimi giorni però ho percepito una più profonda e potente forza guaritrice e ho percepito anche e soprattutto che non poteva essere solo opera mia perché non sono per niente capace di arrivare tanto in profondità e sentire proprio fisicamente tanto benessere, ho percepito che c’era qualcuno altro molto molto più potente nell’eseguire la pratica e non potevi essere che tu, poi vado ad aprire il sito e leggo del tuo messaggio in community Angel, ed mi è stato subito chiaro il tutto, non so come ringraziarti se non imparando ciò che ci trasmetti anche da lontano ma che puoi stare più che tranquilla che chi sente si accorge di certi cambiamenti che da soli ancora non si ottengono, e comunque vada imparare la guarigione sarebbe davvero meraviglioso perché molte anzi troppe persone hanno bisogno di aiuto. Grazie infinite.

 

lidiag

 

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Testimonianza sulla dermatite

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Ciao Angel e ciao a tutti,
Come ho visto che c’era questo gioco in cui bisognava raccontare esperienze con la dermatite ho
pensato chi meglio di me?
Soffro di dermatite da quando sono davvero molto molto piccola, anzi il primo ricordo che ho di
una visita dermatologica è di quando avevo 3 anni, ma mia mamma mi dice che ho avuto le prime
eruzioni dopo una settimana di vita, mi sono sempre ritenuta molto fortunata poiché pensavo che
almeno non era psoriasi oppure dermatite seborroica che sono moto più fastidiose della mia
dermatite atopica!
La mia dermatite si presenta come delle macchie “screpolate”, che si spellano e prudono molto che
possono essere grandi o piccole.
Quando ero più piccola intaccava principalmente braccia e il retro delle ginocchia, e non si
spostava mai da lì, sono arrivata al punto in cui alle medie, i miei professori pensavano che i miei
genitori abusassero di me poiché quelle che avevo sulle braccia erano molto rosse, quasi vuola e
sembravano delle botte.
Alle medie, pur di sistemare la situazione, i miei genitori arrivavano a spendere anche 80 euro al
mese in creme che dovevo spalmare due volte al giorno, erano creme davvero grasse e appiccicose,
le odiavo tantissimo, anche perché puzzavano pure!
Il prurito dipendeva molto, spesso prudevano tantissimo e spesso non prudevano proprio ma erano
solo brutte da vedere.
Ho sempre avuto questo problema che per un breve periodo alle superiori si è attenuato per poi
tornare durante la farsa, questo avrebbe dovuto già essere sospetto ma avevo pensato che fosse per
via del cambiamento di abitudini e per lo stress che la farsa aveva provocato.
Durante una delle milioni quarantene, infatti, ho avuto tantissima dermatite sulla parte superiore
della gamba (la parte vicino alla pancia) e un po’ anche sulla pancia e sui fianchi, non avevo mai
avuto dermatite in quelle zone, di solito sono sempre state solo quelle descritte sopra e qualche
sporadica comparsa sul collo quando ero molto stressata.
Mi sarei dovuta rendere conto, anche se mi ero resa conto solo che non volevo accettarlo, che quella
dermatite peggio di prima arrivata proprio durante la farsa, era giusto un po’ sospetta.
A differenza della dermatite che mi veniva quando ero più piccola, la dermatite da farsa era estesa e
molto più grande, più rossa e sanguinava spesso, a volte mi teneva sveglia durante la notte per via
del prurito. La situazione dopo la farsa non migliorò mai più, avevo una crema a base di steroidi
che non andrebbe usata molto spesso ma era miracolosa, dopo due utilizzi riusciva a guarire tutta
la dermatite che però purtroppo tornava qualche settimana dopo peggio di prima.
La dermatite è peggiorata sempre di più fino ad arrivare all’anno scorso ad avere TUTTA la schiena
coperta, e non sto esagerando TUTTA la schiena. Nemmeno un millimetro della mia schiena è stato
risparmiato, è stata la dermatite più fastidiosa e irritante della mia vita, bruciava e prudeva su tutta
la schiena.

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Anche l’area delle gambe è stata intaccata nella stessa area di cui avevo sofferto durante la farsa e
più perché si era aggiunta un’altra area ossia la metà della coscia più la parte subito sopra alle
ginocchia, era davvero una situazione orribile che aveva davvero molto intaccato la mia autostima.
Avevo usato quella crema agli steroidi e una crema idratante a base di ceramidi anti prurito, tutto
spariva e poi tornava qualche settimana dopo.
Quando poi ho dato un taglio alle bevande gassate la situazione è migliorata tantissimo pure se non
era guarito del tutto, ma ora che ho letto il post di Angel ho capito benissimo perché due mesi fa la
mia dermatite è quasi praticamente del tutto sparita, mi è rimasto solo qualche segno ma ora ho la
pelle morbidissima, e ti ringrazio tantissimo perché non so cosa avrei fatto se fossi andata avanti
così, anche perché mi rifiutavo di prendere cortisone o altri farmaci del genere, mi dava già fastidio
dover usare tutte quelle creme.
La mia pelle rimane comunque molto indebolita e molto sensibile e a questo proposito volevo
raccontare un’esperienza che ho avuto di recente, avevo appena letto i documenti sulle scie
chimiche, in cui Angel spiegava di non camminare sotto alla pioggia per nessuna ragione al mondo
e di andare subito al riparo.
Qualche giorno fa, mentre pioveva, mi sono trovata a ricevere un messaggio da una mia amica, ero
convinta che fosse un messaggio in cui mi diceva “Sono qui, scendi” quindi sono scesa, mi sono
resa conto che piovesse ma ormai ero fuori per cui avevo deciso di andare comunque al parcheggio
velocemente che tanto lei era lì sotto, come arrivo al parcheggio la sua auto non c’era, leggo il
messaggio e mi aveva scritto “sono in ritardo”, per cui corro subito verso la mia auto per ripararmi
ma ormai mi ero già molto bagnata. Subito mi inizia un prurito alle braccia e al petto, ovviamente
siccome stavo uscendo non ho avuto tempo di andare subito a fare la doccia, mi sono svegliata il
giorno dopo con la dermatite sul petto.
Avevo ascoltato il mio regolatore che mi diceva che qualche minuto sotto alla pioggia non sarebbe
successo nulla ma invece era successo, per cui fate attenzione alle piogge schifosissime, è un
peccato perché quando ero piccola mi divertivo molto a giocare sotto alla pioggia ma in questo
momento non si può più.
Cosa mi ha aiutato di non chimico?
Una cosa che mi ha aiutato molto, oltre ovviamente a non bere più bevande gassate e cercare di
mangiare il più sano possibile (l’alimentazione è un grosso fattore per quanto riguarda la dermatite)
ha aiutato anche la meditazione ovviamente, perché anche la sanità mentale, se così vogliamo
chiamarla, è super importante per contrastare la dermatite, lo stress e l’ansia la aumentano, e la
meditazione aiuta molto contro lo stress e ansia.
In genere anche solo iniziando a mangiare meglio e “stressandosi di meno” la situazione migliora
drasticamente.

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Altro consiglio super banale è di non grattarvi, so che la sensazione di sollievo è fantastica ma si
peggiora solo la cosa perché la pelle continuerà ad infiammarsi andando sempre in profondità e
creando lesioni che potrebbero infettarsi che poi lasceranno un segno scuro (ne so qualcosa, sono
piena).
Dette queste due cose essenziali ciò che vi salverà sono le creme a base di grassi naturali, evitate gli
steroidi perché miglioreranno la situazione momentaneamente ma la peggioreranno dopo qualche
settimana, è come quando si digiuna per un tot invece di prediligere una dieta sana ed equilibrata,
dopo qualche settimana si riprenderanno tutti i Kili persi.
Hanno aiutato molto le docce fredde invece che calde, le docce calde seccano tantissimo la pelle, e
la dermatite è in parte dovuta alla secchezza della pelle, fare docce fredde invece che calde ha
aiutato tantissimo a diminuire la sensazione di pelle che tira e di conseguenza anche il prurito.
Aloe vera al 100% naturale e olio di cocco, sono degli idratanti naturali e sono davvero miracolosi
(farei attenzione all’olio di cocco che a volte può creare funghi) idratano tantissimo la pelle e l’aloe
vera da’ anche una sensazione di freschezza diminuendo così il prurito.
In genere l’olio di cocco serve anche come antinfiammatorio naturale, quindi diminuirà il rossore.
In più, ciò che fa davvero la differenza sono le creme a base di ceramidi e grassi naturali che potete
trovare in erboristeria, hanno lo scopo di rigenerare la barriera della pelle e ricostruire,
considerando che bisogna tenere in considerazione che la vostra pelle con la dermatite è “rotta”.

 

Klaren

 

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Tiroide e malattie della pelle

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Salve a tutti, vi racconto la mia esperienza che ho avuto con la tiroide e con malattie della pelle come la dermatite seborroica e la rosacea. Nello stesso periodo, a distanza di pochi mesi, all’improvviso mi sono arrivate diverse patologie che ora vi racconto, ma mi limiterò a raccontare solo le malattie della pelle e la tiroide, non scrivo le date precise perché non trovo i referti passati quindi non ricordo i mesi precisi, però ricordo il periodo quando ho iniziato a soffrirne. Avevo all’incirca 31 anni quindi nel 2012 quando mi hanno diagnosticato l’ipertiroidismo causandomi il gozzo tiroideo, quindi da li sono iniziati i sintomi, sentivo che qualcosa non andava in me, improvvisamente si presentavano tachicardia durante il giorno specie se mi svegliavo da un riposo pomeridiano, le gambe le sentivo deboli tanto che se facevo una corsetta anche breve dopo un paio di secondi le gambe le sentivo molto deboli e senza forze come se stessi perdendo l’equilibrio e se non mi fermavo rischiavo veramente di cadere, poi sudavo troppo eccessivamente, di più sotto ascelle mani e piedi, poi le mani mi tremavano specie se tenevo qualcosa, avevo cambi d’umore continui e mi sentivo molto confuso, oltre a questo quello che mi ha fatto preoccupare è che ho iniziato a perdere peso in modo eccessivo anche se mangiavo sempre nella stessa maniera, anzi forse di più perché ad allora mangiavo in maniera disordinato e quando avevo fame cucinavo la pasta anche di notte, una sera mi sono sentito male che mi mancava il respiro sentendomi chiudere la gola e avevo le braccia piene di macchie rosse come una reazione allergica e al pronto soccorso mi hanno fatto una bentelan e mi hanno dato delle gocce ansiolitiche, dopo dal pronto soccorso mi portano dal dermatologo che mi diagnostica un’orticaria e per 3 mesi mi hanno fatto mangiare solo riso e patate bollite, oltre antistaminici e cortisoni che ho dovuto assumere, dopo sono passato dall’otorino per visitarmi se avevo qualcosa che mi ostruisse la respirazione effettuandomi la laringoscopia non trovando niente però mi ha detto di avere notato che avevo il collo gonfio e andarmi a fare una ecografia al collo per vedere se avevo la tiroide perché era sicuro che l’avessi, e così ho scoperto dopo l’ecografia che avevo problemi alla tiroide. Io avevo notato il collo gonfio però non ho pensato che potesse trattarsi della tiroide, io quando ero più giovane ho sempre avuto timore a controllarmi perché avevo la fissazione che mi sarebbe uscito qualcosa e quindi mi controllavo quando non potevo farne a meno. Quindi ho fatto la visita endocrinologa, gli esami ft3 ft4 e tsh che in effetti erano sballati e l’ecografia che evidenziava il gozzo, quindi il quadro clinico confermava i problemi alla tiroide, quindi il medico mi prescrive tapazole per un periodo lungo non ricordo quanto tempo per frenare la tiroide che funzionava troppo, ho ripetuto gli esami e dall’ipertiroidismo sono andato in ipertiroidismo quindi che la tiroide funzionava meno quindi stacco le tapazole dopo un po’ ripeto gli esami ed erano a norma, dopo 6 mesi ripeto gli esami e di nuovo tsh basso quindi una eccessiva attività della tiroide che produceva ormoni in eccesso e di nuovo tapazole e in più il medico voleva che ricorrevo all’asportazione chirurgica della tiroide in quanto non aveva senso a parere suo tenerla una volta malata e dopo l’asportazione dovevo prendere il farmaco a vita per sostituire l’ormone tiroideo, ma io non ero convinto di operarmi e l’endocrinologo faceva abili con me perché io gli dicevo che poi si vede e per ora non voglio operarmi, dopo anche altri medici mi dissero di operarmi e poteva diventare pericoloso se non lo facessi e mi rassicuravano che era una cosa di routine una giocata ma io ero sempre diffidente, Comunque ritornando alla cura con il tapazole che ho ripetuto nuovamente alla fine la tiroide si ristabilizza e ogni anno ripeto il follup esami visita ed ecografia, più volte durante gli anni ho avuto un calo e poi si ristabilizza, senza prendere farmaci, adesso è tutto a posto e sono sicuro che questa stabilità è da attribuire alla pratica e grazie ai nostri maestri che praticano guarigione per noi, sono contento che non l’ho tolta poiché il protocollo della medicina ufficiale vuole l’asportazione chirurgica così poi si rimane a vita attaccati ai farmaci cosi assumiamo precise sostanze e che ci abbassano di coscienza per tutta la vita, io ad allora ignoravo tutto ciò e nemmeno conoscevo A.C.D. quindi non conoscevo le tecniche e nemmeno la medicina alternativa altrimenti avrei cercato un’alternativa per curarmi dove non sarei riuscito con la pratica, Quest’ anno quando ho fatto la visita gli ho detto: meno male che non ho sentito a lei altrimenti sarei operato da tempo e lui ride e non risponde. Come siamo stati avvisati nella community stanno attaccando alla tiroide con le tecnologie, scie chimiche, 5g e provocano anche malattie della pelle e anche altre malattie autoimmune per legarci a vita con i farmaci cosi come il governo vuole e quindi se avete un sospetto controllatevi cosi da prenderli in tempo e anche se non ci soffrite praticate in anticipo per prevenire queste malattie che male non fa.

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Per quanto riguarda le malattie della pelle sempre nel periodo 2012 /2013 ho iniziato a soffrire di dermatite seborroica nel viso allargandosi sempre di più nel petto e nel cuoio capelluto e in più mi è venuto anche la rosacea e quindi continuano gli abusi di farmaci e tanti soldi per prodotti farmaceutiche che alla fine non curano niente, ma che fanno solo passare per un periodo di tempo il rossore nel viso e poi ritorna di nuovo, anche le pomate con il tempo funzionano sempre di meno, sono un paio di anni che non spendo più tanti soldi in prodotti inutili tranne il nizoral crema per il viso che ho continuato ad assumere perché crea molto disagio uscire con il viso che fa squame e crea un forte prurito e chi ci soffre lo può capire, ora non uso più il nizoral e cerco di mantenermi con prodotti naturali, purtroppo farmaci ne ho preso molti anche nello stesso periodo che soffrivo di tiroide perché mi hanno diagnosticato anche una prostatite cronica abatterica quindi peggio di quella batterica e da li cure lunghe di antibiotici e cortisone, mentre scrivo rifletto quanti farmaci ho assunto durante la mia vita perché ho avuto oltre a queste altre problematiche che non scrivo per non dilungarmi e perché il racconto si riferisce a problemi di pelle e di tiroide, purtroppo ad allora non conoscevo alternative, per fortuna 4 anni fa ho conosciuto A.C.D e gli insegnamenti di Angel e da li sono cambiate davvero tantissime cose per me, non bevo più, non fumo più e ci sarebbe davvero tanto da raccontare tutto in meglio, questa è la mia esperienza con queste malattie e non credo che siano coincidenze che arrivano così dal nulla molti sono esperimenti alieni ed umani e credo con fermezza che se noi pratichiamo con impegno la tecnica della guarigione contro queste malattie li debelliamo con la prana guaritrice, spero di essere stato utile a qualcuno dei miei compagni di cammino spirituale e concludo ringraziando infinitamente i nostri maestri immensi potenti psichici Angel ed Alexander per il tempo che spendono per noi e per l’umanità e grazie ancora per la grande umiltà e bontà che dimostrano verso noi studenti praticandoci anche grandi guarigioni, fiero di essere vostro studente grazie mille!

 

gianny0481

 

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Dermatite al palmo della mano

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Ciao Angel e ciao a tutti gli studenti ACD. Ringrazio Angel per le guarigioni che sta facendo su di noi ! Vi parlerò di una dermatite che è iniziata una ventina di anni fa quando avevo una trentina di anni. È localizzata al palmo della mano destra e va e viene a intervalli di 5 o 6 mesi e adesso dura solo 4 o 5 giorni perché ho imparato a fermarla appena inizia. Il mio medico di base ha detto che non è sicuramente né psoriasi né un fungo ma non ha saputo dare un nome certo, ha solo detto che probabilmente è una dermatite da contatto, reattiva, dovuta a detersivi della cucina e per i panni da lavare a mano. E in effetti se tocco i detersivi la dermatite si fa subito vedere ma non è necessariamente collegata a questo, a volte viene da sola. Una cosa che va detta è che una volta che è iniziata peggiora enormemente se tengo la mano nell’acqua per cui finché non sparisce non devo bagnare la mano e devo tenerla assolutamente asciutta perché sembra che l’acqua la aiuti a peggiorare. Questo solo se la dermatite è in corso. Quando la dermatite non c’è posso toccare l ‘cqua tranquillamente. Ora descrivo la dermatite: comincia quasi sempre dal dito pollice della mano destra (mai la sinistra) e scende verso il basso solo sul palmo poi si allarga sotto il dito indice e medio e se non viene fermata da una cura sale sull’indice e medio e si spande su tutto il palmo della mano. Inizia in modo indolore, me ne accorgo solo perché il pollice comincia a squamarsi, in pratica è come se lo strato superiore della pelle iniziasse a sollevarsi e ritirarsi in piccolissimi punti della mano, senza fare vesciche, lasciando scoperto lo strato sottostante di pelle che appare rosa chiaro. Se non viene curata oltre ad allargarsi a tutto il palmo della mano, comincia a staccarsi lo strato successivo di pelle lasciando apparire quello ancora sottostante che stavolta è rosa scuro e se si va avanti comincia quasi a vedersi il sangue e la pelle squamata diventa più rigida e dura al tatto. A questo punto però comincio a sentire bruciore e prurito. La cura efficace in questo momento è spalmare localmente una pomata cioè ECOVAL che fa regredire immediatamente la dermatite e tenere la mano lontana dall’acqua finché non guarisce del tutto. Posso dire che la crema LOCOIDON addirittura fa peggiorare e ADVANTAN e GENTALIN sono assolutamente inefficaci. Questo ultimo serve solo a evitare sovrainfezioni batteriche. Cito questi farmaci perché mi sono stati prescritti dal medico all’inizio, facendo dei tentativi x curare una cosa che non era riuscito a inquadrare con certezza. Nelle pause in cui la dermatite non c’è uso i guanti sia x lavare i panni che lavare i piatti.. per fortuna la dermatite appare solo a intervalli di molti mesi.

 

flowers

 

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DERMATITE AL GINOCCHIO

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Verso i primi mesi dell’anno 2023, non ricordo se era Marzo più o meno, comincio ad avvertire un prurito farsi sempre più insistente al ginocchio destro. Notando che capitava ogni giorno gli do un’occhiata e vedo che è arrossato. All’inizio pensavo che potesse essere infiammato o un morso di un insetto, ma non stava passando anche da solo, come normalmente dovrebbe fare in quei casi. Così osservandolo meglio noto che è anche screpolato e più lo gratto più mi veniva di non smettere sino a sentire come una sorta di bruciore. Cerco di non toccarlo, ma a volte il prurito si fa sentire e non posso fare a meno di grattarmi. Tra l’altro noto anche la stessa cosa che mi sta venendo anche al ginocchio sinistro, ma è molto più piccolo. Decido di applicargli una crema all’arnica omeopatica e sento un senso di freschezza sembrando placarsi quella sensazione di prurito. Quando facevo palestra e dovevo mettermi in ginocchio sentivo indolenzita proprio quella parte in cui era arrossata e pensavo stesse peggiorando. In alcuni momenti della sera mi dava così fastidio che pensavo potesse provocarmi qualche danno al ginocchio se continuava ad aggravarsi e l’unica cosa che ci mettevo era la crema all’arnica cercando di mantenere più idratata possibile la parte e praticandoci un po’ di guarigione.

Poi c’è stato un periodo che sono stata ferma, forse per Pasqua, e sembrava essere migliorato a livello di prurito perché si faceva sentire sempre meno ma ancora era arrossato. Adesso che siamo a fine Maggio senza neanche accorgermene non è più arrossato e non mi prude più, ma ha ancora l’aspetto un po’ screpolato, ma almeno la parte sembra essersi sfiammata. Invece nel ginocchio sinistro non c’è più nulla, ma è stato solo all’inizio. Pensavo fosse qualche forma di dermatite che avevo preso e il ginocchio era come se fossi caduta in cui rimane la cicatrice arrossata, che tra l’altro aveva preso proprio la forma della cicatrice che mi ero fatta quando da piccola cadevo spesso e mi sbucciavo sempre il ginocchio destro, infatti era arrossata proprio la cicatrice. Spero non sia solo un periodo di riposo e non torni magari con la stagione fredda o in un altro momento, ma ciò che ha scritto Angel sulle pratiche svolte in quel periodo insieme ad Alexander potrebbe non essere una coincidenza, ed è stata una sorpresa apprendere quanto si è impegnata per noi studenti per evitare di avere dei disagi a causa di malattie invalidanti nonostante i molti impegni che deve affrontare. Si è sempre dimostrata generosa con noi e non la ringrazierò mai abbastanza per la sua premura!

 

Evan

 

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Eritema solare

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Da sempre ho avuto problemi con dermatiti alla pelle a causa del sole, con eruzioni cutanee di eritemi molto fastidiosi soprattutto sul torace sia davanti che sulla schiena. Ora dicono che se ti proteggi benissimo con creme solari con altissime protezioni e prendi il sole in modo moderato poco per volte il problema non sussiste. Ma negli anni ’80 quando andavo al mare con mia madre, che si abbronzava al sole senza nessun problema e disturbo, anche grazie alla sua pelle olivastra a differenza della mia molto bianca. Inoltre non c’era una così forte pubblicità delle creme solari perciò ogni anno dopo pochi giorni, se non già il secondo dovevo mettere una maglietta bianca per coprirmi e cercare di restare all’ombra nelle ore più calde. E così sia io che mia sorella, con carnagione chiara, che volevamo giocare con gli altri bambini dovevamo restare coperte con magliette o restare all’ombra, ma visto che eravamo bambine di 10 anni o poco più non era facile, volevamo giocare insieme agli altri, sotto il sole con il risultato che ci ricoprivamo di bolle fastidiose che prudevano molto. Infatti con il nostro tipo di eritema solare spuntavano tante piccole bolle sulla pelle, e soprattutto sul busto parte più esposta al sole, ed erano molto fastidiose perché prudevano, e non dovevo grattarci per non irritare ulteriormente la pelle. Poi negli anni avevo trovato soluzioni impegnative utilizzando integratori in più facevo alcune lampade solari o prendevo il sole per pochi minuti e poi aumentavo piano piano il tempo e utilizzavo creme solari con elevate protezioni e ovviamente restavo all’ombra nelle ore centrali della mattina o evitavo di stare in spiaggia, perché i raggi del sole erano troppo forti per me, ma non sempre bastava. Premetto che mi era venuto addirittura l’eritema dopo aver fatto una lampada di pochissimi minuti. E adesso?? Ora certo non mi devo mettere al sole alle 11 di mattina fino a sera, ma da quando medito e uso l’olio di mandorle come idratante per la pelle, praticamente non ho più avuto eritemi solari. La pelle è molto più robusta. Io sono convinta che le meditazioni mi abbiano aiutato anche con l’eritema, come mi hanno aiutata ad avere minori fastidi da ciclo, mi hanno tolto completamente il problema di raffreddore che avevo tutto l’anno forse dovuto a lieve allergia alla polvere e ai pollini e sono riuscite a farmi passare diversi altri piccoli disturbi. C’è chi si imbottisce di farmaci per guarire o per evitare disturbi, e poi ci sono io che …. Medito e resto convinta che sia la mia migliore scelta perché mi fa stare bene non solo fisicamente ma anche psichicamente, mi rilassa e mi allevia lo stress. Premetto che mia sorella, che non medita, e non utilizza l’olio di mandorle continua ad avere problemi di eritemi solari se resta al sole, perciò non mi è passato o perlomeno diminuito il rischio di eritema solo perché sono passati circa 40 anni. Nessun medico che consigli di utilizzare l’olio di mandorle come idratante, solo quintali di creme ricche di ingredienti vari, tantissimi ingredienti… credo troppi!! Ho scoperto che l’olio di mandorle è un ottimo rimedio anche in caso di ustioni da sole, cosa che spesso succedeva con i miei figli, non volevano mettere le creme e gli piaceva stare sotto il sole… 😀 perciò quando si rientrava alla sera subito dopo la doccia li cospargevo di olio di mandorle (ma credo possa andare bene anche l’olio di oliva extravergine, ma il suo odore è più intenso) e li lasciavo in slip fino a quando la pelle arrossata assorbiva bene l’olio e il giorno dopo era passato tutto, e riuscivano a dormire senza problemi, e nemmeno si spellavano!! Chissà forse può servire anche ad altri sapere che con l’olio di mandorle possono idratare la pelle irritata a causa troppo sole. Con questa testimonianza vorrei assicurare che sono almeno 6 anni o più che non ho grandi problemi di eritemi o di altre irritazioni alla pelle, fino a poco più di un mesetto fa, che mi sono spuntate piccole bolle poco sotto al pollice della mano destra, l’unione delle piccole bolle è circa della dimensione di una moneta da 2 cent, che sembra una dermatite. Idratandola riesco a far si che non sia troppo fastidiosa, ma non sono riuscita a farla sparire. Ma per fortuna non si è estesa è rimasta circa della dimensione iniziale. E leggere Angel scrive che ultimamente le dermatiti sono aumentate, mi fa pensare che anche la mia sia a causa della nuova antenna 5G che hanno piantato a pochi metri da casa mia, e credo abbiano anche potenziato le altre 2 che c’erano a poche centinaia di metri da casa mia. Sono praticamente circondata da antenne G5!! Non oso pensare quanto la mia salute sarebbe danneggiata se non praticassi la meditazione di Angel, le sue tecniche e se lei ed Alexander non ci aiutassero con protezioni e guarigioni!!!

 

Diamante

 

 

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Testimonianza tiroide

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Ho scoperto di avere un problema alla Tiroide a Dicembre 2018 all’età di 25 anni. Avevo però avuto dei sintomi già un paio di anni prima, ma non avevo idea che si trattasse di quella. Mi ricordo che nel mese di Giugno del 2016 mi ero svegliata una mattina con la gola gonfia, senza che io avessi dolore o placche. Chiamai la dottoressa che mi prescrisse l’antibiotico inutilmente. Questo gonfiore alla gola risuccesse, tant’è che andai a farmi vedere due/tre volte anche dall’otorino pensando a qualche problema alle orecchie, dato che è tutto collegato, ma non risolsi nulla. Nel mentre ero gonfiata parecchio più che ingrassata, e avevo preso all’incirca 7-8kg, nonostante facessi anche palestra, non mangiassi male e mi sentivo spesso stanca. Andai anche da una nutrizionista che mi diede una dieta inutile, mi tolse parecchi alimenti, mangiavo poco e facendo palestra avevo sempre fame, ma non perdevo praticamente nulla di peso. Per cui, non vedendo miglioramenti e non sapendo più che fare, la mia mamma che soffre anche lei di tiroide (le è venuta in tarda età) mi disse di andare dalla sua endocrinologa, e facendo le analisi ho scoperto di avere l’ipotiroidismo, ho dovuto fare anche un’ecografia abbastanza urgente perché avevo dei noduli alla gola infiammati, che però adesso sono sotto controllo. Purtroppo, sempre più ragazze giovani soffrono di questi disturbi senza che ci sia una logica, non si tratta di genetica. In quel periodo non sapevo nulla sulla spiritualità, tecnologia militare e aliena, antenne e tutto ciò che ci circonda, e adesso ho capito da cosa derivano questi disturbi. La gola gonfia così improvvisamente senza sintomi e questo disturbo in giovane età sono dovuti agli esperimenti alieni, scie chimiche e antenne che rilasciano sostanze dannose e che stanno aumentando questo tipo di disturbo nelle persone. Tra l’altro, ho scoperto grazie al percorso Mangiare Sano che lo iodio fa bene a chi soffre di tiroide o tonsille, per cui il sale e il pesce che contengono lo iodio fanno molto bene. Per quanto riguarda il sale mi hanno sempre detto di non mangiare il sale iodato, ma se fa bene perché non posso mangiarlo? (anche se in piccole quantità, dato che comunque non è salutare). Lo iodio che è presente nel sale è lo stesso del pesce che però posso mangiare, quindi c’è qualcosa che non torna. Da quando ho scoperto questo disturbo mi sono sempre curata con le medicine chimiche che mi hanno dato. Adesso miro ad eliminare tutto, dato che non fanno bene, sostituendo con medicine naturali, dato che nessuno sa dire per quanto tempo una persona che soffre di questi disturbi dovrà prendere le medicine chimiche, probabilmente a vita e che poi hanno ripercussioni su altri fattori.

Ma grazie a questo percorso vorrei smettere di prendere le medicine chimiche, e migliorare grazie alle pratiche, alimenti sani e cure naturali. Questi disturbi si possono quindi curare con il tempo, e non solo con le medicine chimiche come vogliono farci credere, e conviene sempre sentire più campane e non fermarsi al primo medico che si incontra. C’è stato un periodo in cui dormivo male, a volte avevo tachicardia e tremore alle mani, sintomi sempre legati a questo disturbo, oppure controindicazioni del farmaco, nessuno me lo ha mai confermato con precisione, ma per fortuna nell’ultimo periodo sto molto meglio. Ho notato dei cambiamenti positivi, mi sento più tranquilla, sono dimagrita senza seguire nessuna dieta, ma mangiando tutto regolarmente grazie agli insegnamenti e alle ricette di Mangiare Sano, e grazie alle pratiche. Ora dormo molto meglio, cosa da non sottovalutare affatto. A breve rifarò i controlli. Ringrazio moltissimo Angel, non ci sono parole per ringraziarla per tutto quello che fa costantemente per aiutare tutti noi, e ci rivela tante informazioni e verità importanti e utili per migliorare la propria salute e la propria vita.

 

Aras

 

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TESTIMONIANZA INDIRETTA DERMATITE

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Questa è la testimonianza che riguarda mia mamma.

Tra il 1999/2000 ha iniziato ad avere delle manifestazione cutanee molto forti.

Lei lo mette in relazione con l’iniziare della perimenopausa avvenuta in età giovane (43/44 anni).

La localizzazione inizialmente era sulle braccia, su cui comparivano pomfi molto pruriginosi, tanto da non poter appoggiare alcun tessuto sulle braccia, era inverno e l’unico sollievo era la temperatura fredda che, in qualche modo, mitigava la sensazione di prurito/bruciore.

In seguito la stessa manifestazione ha assunto come delle zone “fisse” in cui manifestarsi, pertanto sempre sulle braccia, sugli stinchi e all’altezza delle anche.

Sono comparse dopo qualche tempo anche difficoltà respiratorie.

Anche per lei, visite ed esami, che sono serviti a confermare una componente di tipo asmatico-allergica, ma la causa scatenante è impossibile individuarla.

Il tutto è stato trattato con diversi prodotti ad utilizzo topico alcuni dei quali contenenti cortisone, accompagnati in alcuni periodi in cui le manifestazioni erano particolarmente intense, da antistaminici assunti per via orale.

Per le manifestazione respiratorie ha un “puff” al bisogno.

Lei nota correlazione con il sudore e, alcune volte, con l’utilizzo dell’acqua per farsi la doccia, per quanto riguarda le manifestazioni cutanee, mentre per quelle respiratorie ha notato che ci sono luoghi con piante particolari che scatenano la reazione.

Passa dei periodi in cui non ha alcun tipo di manifestazione, alternati ad altri in cui invece tutti i giorni ha di queste manifestazioni e, inoltre, anche lei presenta una reazione alla pressione e allo sfregamento che si manifesta con pomfi rossi e fortemente pruriginosi.

 

tammy

 

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TESTIMONIANZA INDIRETTA DERMATITE

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Questa è la testimonianza che riguarda il papà di mio figlio.

Circa 13 anni fa, perciò parliamo degli anni 2009/2010, ha iniziato ad avere delle reazioni piuttosto forti, si manifestavano con un prurito intenso e la comparsa di pomfi molto spessi che si arrossavano, alcuni misuravano anche diversi cm di conferenza. Gli comparivano in varie parti del corpo, sul viso, e con maggior frequenza sul tronco, in particolare sulla schiena, ma anche sulle gambe dove, oltretutto, provocavano anche dolore a causa del gonfiore che si presentava molto compatto.

Anche per lui giro dal dermatologo, e anche per lui inutile.

Nel tempo ha notato lui una correlazione con l’assunzione di alcool, anche in modeste quantità, che ha dunque smesso di assumere totalmente e, per diversi anni (circa una decina) non ha più avuto episodi di questo tipo, tanto che dopo circa 5/6 anni di totale non assunzione di alcun tipo di bevanda alcolica, ha ripreso occasionalmente a bere qualcosa.

Alla fine dell’estate scorsa ha iniziato ad avere sulla pelle delle gambe dei piccoli pomfi, come fossero morsicature di zanzare, che però sono piene di siero, estremamente pruriginose che, a differenza di prima, sanguinano molto se vengono grattate, per poi lasciare una crosticina spessa sulla pelle che dura qualche giorno e poi cade.

Ha provato nuovamente a sospendere completamente l’assunzione di alcool e pare esserci nuovamente una correlazione poiché, di fatto, al momento non ha avuto più alcuna manifestazione del genere.

 

tammy

 

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TESTIMONIANZA DIRETTA SU DERMATITE

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Quando ho letto il messaggio di Angel sull’argomento dermatiti e disturbi della tiroide, ho subito pensato ad alcuni episodi che mi sono accaduti negli anni a partire dal 2016.

Durante quell’anno infatti ho avuto degli episodi molto forti localizzati sul viso, intorno alla bocca in particolare, ma che in ogni caso si estendevano poi anche fino agli occhi.

I sintomi erano chiaramente un gran rossore accompagnato da gonfiore inizialmente localizzato intorno alla bocca dove hanno cominciato a comparire delle bollicine che mi hanno fatto pensare subito all’herpes, di cui raramente avevo avuto manifestazioni prima di allora.

Seguendo i principi dell’igienismo, ho reputato che si trattasse di una bella crisi eliminativa e ho lasciato il corpo libero di espellere tossine. Essendosi creato un certo allarmismo in casa, dovuto alla componente erpetica, ho poi deciso di farmi vedere da un dermatologo che, come purtroppo è noto, non può risolvere un bel niente e tuttavia mi ha detto che di certo non era herpes, e mi ha dato da mettere creme e assumere integratori e ho saputo in seguito di aver assunto inconsapevolmente un antivirale che ha fatto scomparire tutto nel giro di un giorno.

Ho fatto poi varie prove allergiche, sia alimentari che da contatto, ho fatto l’esame per verificare di non essere celiaca, e tutto ha dato esito negativo, tranne una reazione all’acaro della polvere che, mi hanno riferito, è l’elemento a cui tutti di solito reagiscono.

Nel corso dell’anno 2016 ho avuto altre manifestazioni, mai così importanti tuttavia, e ogni tanto mi capita di sentire sempre nella zona intorno alla bocca e subito sotto al naso, un prurito sottopelle e avere un lieve gonfiore, come se stesse per sfogare, ma poi non sfoga.

Nel frattempo, da un paio d’anni a questa parte e solo quando fa caldo, almeno questo è ciò che ho notato, ho delle manifestazioni a seguito di pressione, tipo quando si porta una borsa un po’ più pesante, ed anche da sfregamento, che mi danno come conseguenza rossore e pomfi che danno un prurito assurdo, quasi impossibile resistere, che permangono anche un’ora e poi pian piano, se resisto e non gratto la zona, scompaiono.

E sapete una cosa? Quando ho letto il messaggio di Angel ho pensato subito che era un bel po’ che non mi succedevano questi episodi. Beh, esattamente due giorni dopo si sono ripresentati questi pomfi da pressione e sfregamento, di fatto negli ultimi due giorni ho avuto un episodio al giorno. Sarà la temperatura in rialzo, nonostante la pioggia e la forte umidità? Non saprei, ma di fatto questo è ciò che sta accadendo.

 

tammy

 

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PSORIASI

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Quando ero piccola (circa 15 anni o più, non ricordo l’età esatta) ho avuto i primi sintomi di una dermatite al cuoio capelluto e per un periodo sono andata in farmacia a fare il controllo attraverso una micro camera che analizzava il mio cuoio capelluto e lo stato dei capelli, risultando che avevo una dermatite seborroica. Così per curarmi mi hanno dato degli shampoo che avevano un odore molto forte tipo catrame e poco schiumogeni che a me non piacevano molto, soprattutto per l’odore che un po’ restava dopo lo shampoo. Ma avevano solo l’effetto di affievolirla ma poi tornava di nuovo. Sono andata da diversi dermatologi visto che il problema persisteva e poi mi hanno detto che era una forma di eczema, fino a dirmi che era psoriasi ma che non era contagiosa. Credo che comunque all’inizio era una dermatite e poi si sia aggravata in psoriasi.

Questa cosa l’ho vissuta un po’ come se avessi qualcosa di contagioso invece, perché se la nominavo le persone si spaventavano credendo fosse contagiosa e magari per la poca conoscenza, e anche le persone attorno a me, come mia madre, all’inizio mi facevano credere questo, e così cercavo di nasconderla dicendo che era solo forfora, vergognandomi di parlarne.

La psoriasi è un’infiammazione cronica della pelle che si presenta sotto forma di squame bianco/giallastre e che può comprendere diverse zone del corpo, ma fortunatamente io le avevo sparse in piccole quantità sul cuoio capelluto, portandomi spesso anche prurito. All’inizio vi è un arrossamento della parte e poi spuntano queste placche/squame che possono anche prudere ma non sempre. Per curarla mi hanno dato oltre a shampoo anche una lozione schiumogena a base di betametasone valerato a uso topico che facilitava la rimozione delle squame, ma ero costretta ad applicarla spesso perché si riformavano dopo pochi giorni e non guariva definitivamente visto che non esisteva una cura contro questo problema. Informandomi meglio ho scoperto che lo sviluppo della psoriasi dipende dallo stato di salute del sistema immunitario, in particolare delle cellule T, un tipo di cellule che difendono il nostro corpo da infezioni e malattie. Quando si ha la psoriasi queste cellule è come se non funzionassero più a dovere e si attivano per errore facendo sì che si crei una risposta immunitaria anomala provocando un rinnovo cellulare della pelle più rapido del normale. Più avanti si è scoperto che anche una predisposizione genetica può influenzare l’insorgere della psoriasi, come ad esempio se c’è un genitore affetto da tale patologia c’è la probabilità del 10% di tramandarla. Infatti una forma simile ma molto lieve ce l’ha anche mio padre, ma un po’ nelle mani e gomiti per cui gli avevo consigliato una crema all’aloe per aiutare con la secchezza e sembra essere migliorato decisamente.

Inoltre in alcuni studi effettuati si è scoperto come ci sono 25 varianti genetiche che possono essere come potenziali cause della psoriasi, oltre alle altre cause che possono scatenare l’insorgere di questo disturbo. Nel 2012 alcuni ricercatori hanno scoperto che il primo gene direttamente collegato alla psoriasi è il CARD14. Ci sono diverse forme di psoriasi tra cui quella più grave è la artrite psoriatica che può provocare dolore, gonfiore e rigidità degli arti. Quindi la psoriasi può avere molte varianti e degenerare in altri problemi tra cui anche sclerosi multipla, celiachia, malattie renali, condizioni riguardanti gli occhi e tante altre. Atri fattori a rischio che possono scatenare l’insorgere della psoriasi possono essere: fumo, alcool, sistema immunitario debole, regime dietetico povero, carenza di vitamina D e alcuni tipi di farmaci.

 

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Il mio caso è solo quella più comune di alcune placche circoscritte al cuoio capelluto e zone circostanti, fortunatamente. Dopo un periodo in cui usavo solo le lozioni, ho provato anche un olio a base di Calcipotriolo e betametasone che ancora oggi uso quando vedo che è più persistente aiutandomi nella rimozione più facilmente senza che possa provocarmi irritazione. Oggi grazie anche alla conoscenza che ho acquisito attraverso i libri di Angel Jeanne di “Apatìa”, in cui descrive come i vaccini sono la causa di molte malattie autoimmuni e non, sempre nuove cui veniamo a conoscenza nate apparentemente dal nulla, mi sono ricordata che l’ultimo vaccino che ho fatto era quello dell’antitetanica verso i 12-13 anni a causa di un dito del piede che avevo sbattuto contro un ferro di un garage e che ne aveva provocato il distaccamento dell’unghia con la fuoriuscita di sangue. Così per timore di qualche infezione mi hanno portato al pronto soccorso e fatto una puntura velocissima al sedere, ed ero stata pure contenta che fosse stata rapida e indolore, ma solo dopo ho appreso fosse un vaccino contro il tetano, mentre io pensavo a una semplice cura. E quindi questa forma di psoriasi mi si è presentata pochi anni dopo. Può essere solo una coincidenza? Sicuramente ha influito insieme ad altri fattori, ma da 30 a questa parte i vaccini sono stati aggiornati e sempre più persone soffrono di disturbi dovuti a dermatiti, tra cui anche bambini molto piccoli. Nei periodi di cambio stagione come l’autunno e la primavera aumenta un po’ portandomi anche prurito in testa, a volte un po’ fastidioso, e anche dopo che mi faccio lo shampoo resta sempre quel lieve prurito.

Ad oggi cerco di conviverci, perché una cura che la fa passare del tutto non c’è o non ne sono venuta mai a conoscenza e provando a cercare sul web per altri motivi un giorno ho visto che alcune erbe ayurvediche potevano avere qualche effetto contro la psoriasi. Tra quelle che ho provato c’era il Neem, lo Shikakai e il Sidr che in alcuni siti dicono che sono utili contro eczemi, dermatiti e psoriasi, ma non lo riportano ovunque e questo mi fa pensare o per nascondere le vere proprietà curative o perché sono false o blande, ma intanto ho voluto provare per vedere se magari diminuisce la produzione di squame rispetto ad altre cure svolte. Al momento ho provato solo il Neem e lo Shikakai facendo degli impacchi post shampoo e lasciandolo agire da 30 minuti a 45 minuti, poi risciacquo, aiutandomi anche con del balsamo e poi asciugo. Lo Shikakai può essere usato anche come shampoo perché ha delle erbe saponine che effettivamente puliscono bene la testa donando leggerezza e volume alla chioma. Anche il Sidr può essere usato come uno shampoo. La prima volta di applicazione del Neem ho notato che seccava le squame e avevano un aspetto meno compatto tanto che forse si staccavano più facilmente, ma devo ancora sperimentare meglio con queste erbe se effettivamente hanno qualche effetto. Sto usando anche un mix di oli per massaggiare il cuoio capelluto prima dello shampoo proprio per mantenere la cute più morbida ed evitare eccessiva secchezza oltre ad effettuare dei massaggi che aiutano la stimolazione sanguigna.

Durante gli anni le squame sono spuntate anche dietro l’orecchio sinistro e qualche accenno sull’orecchio destro e anche se metto quell’olio al betametasone aiuta solo a rimuoverle, quindi a rendere la zona pulita da quelle squame ma poi il giorno dopo o massimo 2 si cominciano a riformare di nuovo, creandomi a volte un po’ di disagio se la zona è scoperta e le squame sono più abbondanti, ma portando i capelli lunghi un po’ si nasconde ma devo starci sempre addosso.

Recentemente ho scoperto un articolo sulla Medicina Cinese riguardo la psoriasi, per cui dice che la pelle è lo specchio del nostro equilibrio mostrando subito i segni di tossine e carenze interne. La pelle essendo in stretta connessione con i polmoni, risente di tutti gli squilibri del fegato e dell’intestino, quindi quando il fegato non riesce a disintossicare il nostro organismo e l’intestino è in difficoltà, la pelle reagisce a questo eliminando tutte le tossine in eccesso attraverso i suoi pori. Quindi è come se la psoriasi rappresenta quel bisogno che ha il corpo di purificarsi.

 

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E spiega come anche attraverso un’alimentazione ben equilibrata e privata di quegli elementi che infiammano possiamo aiutare a ridurre questo stato. Infatti è necessario eliminare gli zuccheri raffinati tra cui il fruttosio, i grassi dannosi e ingredienti artificiali, come conservanti e aromi artificiali. L’acqua calda aiuta a purificare dalle tossine aiutando anche dall’effetto che i carboidrati e l’assunzione di grano possono darci come una sorta di astinenza. Ma leggendo tutto ciò mi sono resa conto come questo l’ho potuto già riscontrare nel libro “Mangiare Sano” sempre di Angel Jeanne, che ringrazio tanto per questa iniziativa davvero rivoluzionaria, per cui mira proprio a eliminare quei cibi dannosi e infiammatori che sono alla base di molti dei nostri problemi interni, oltre a insegnarci i giusti abbinamenti tra diverse tipologie di alimenti che possono fare bene al nostro organismo e renderlo sempre più forte. Oltretutto ho già provato alcune ricette che consiglia e già si può notare la differenza sia a livello fisico che emotivo. Quindi ho già una guida più che valida per poter migliorare anche questo disturbo e che vedrò come integrarlo al meglio.

 

Anonimo

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Quando ricevi un grosso inaspettato regalo – Seconda Parte

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Avete presente una donna che va in menopausa, che inizia a prendere peso a gonfiarsi di liquidi, a perdere elasticità, ad avere vampate e mal di testa, a perdere energie e a diventare pigra e svogliata…questa ero io. Tutto questo mi sembrava normale, perché tutti dicono che succede così è quindi avevo con malincuore accettato la situazione. È un circolo vizioso, più accetti e più ti lasci andare. Ogni tanto provavo a cambiare, con una dieta, ma senza risultato. Mettendoci impegno e facendo movimento, ma mi uscivano dolori che mi dissuadevano dal farlo. Anche meditare era difficile, perché le vampate mi disturbavano parecchio e iniziavo letteralmente a bollire e colare sudore, tutto questo abbassava di brutto il mio tonale.

Inoltre stare nella posizione di mezzo loto mi causava dolori alle ginocchia e non riuscivo più a starci. Stavo accettando di invecchiare e andavo avanti con rassegnazione. Poi un giorno, mi becco un’influenza intestinale, sto male ma non troppo, in tre giorni perdo 5 chili. Mi sgonfio. Ok, è normale se butti fuori tutto e non mangi nulla, e pensavo che tanto li avrei ripresi. Nel contempo, visto che i dolori articolari stavano diventando rognosi, combinazione vicino a casa mia apre un nuovo studio un massaggiatore sportivo. Ci vado. Si rivela bravo e mi risolve al 90 % i problemi in quattro sedute. Ecco, mentre succede tutto questo, la mia tiroide si sgonfia, ne ho parlato nel dettaglio nell’articolo precedente. Insomma nell’insieme stavano succedendo cose molto positive. E qui in apparenza c’è scritto anche il motivo per cui succedevano. Tuttavia, mi stupiva un po’ questo miglioramento così radicale e miracoloso. Poi ho letto il post di Angel. Non ci è voluto molto per mettere insieme le cose. Anzi, mentre leggevo il post, mi commuovevo e ringraziavo in cuor mio la nostra Maestra per il dono che mi ha fatto. Lei scrive che stanno praticando per i problemi alla tiroide che sono causati da 5g, inquinamento alieno, e artificialità oscura. Io avevo la tiroide gonfia, con noduli di vecchia data e altri recenti. Ad oggi, i noduli vecchi, quelli calcificati, sono ancora lì ma molto ridotti, mentre quelli recenti, vascolarizzati sembrano essere spariti.

Scrivo queste riflessioni a una settimana di distanza dal primo articolo, perché mi sembrava di non essere stata abbastanza chiara ed esaustiva. In effetti i benefici che ho ricevuto dalla Nostra Maestra Angel sono notevoli e non li avevo elencati con chiarezza, quindi ho voluto integrare. Pur avendo i valori tiroidei nella norma, essa non funzionava bene. Io posso pensare che funzionasse poco, insomma un ipotiroidismo. Leggendo internet, molti disturbi che ho elencato sopra associandoli alla menopausa, possono tranquillamente essere associati ad un mal funzionamento della tiroide. Ebbene, se così fosse, non basta un’influenza intestinale e qualche massaggio per rimettere a posto la situazione.

A poco più di un mese di distanza, da quando tutto è iniziato, continuo a stare sempre meglio fisicamente, non ho più preso peso, sta scomparendo la cellulite, passati i mal di testa, migliorata la concentrazione e sono più rilassata in generale. Angel su di me ha fatto un miracolo. Lei e Alexander. Un Dono che io non avevo chiesto e Loro non sapevano di questi miei problemi, o forse sì ma non perché io glielo avessi detto. La qualità della mia vita è notevolmente migliorata. Riesco di nuovo a fare attività a cui avevo rinunciato. Rimane solo un problema al ginocchio ma sta migliorando lentamente. Mi sento 10 anni più giovane. E mi sento di dire a questo punto, che non c’è nulla di normale nei disturbi cosiddetti della menopausa, perché altrimenti non scomparirebbero così nel giro di un mese. I nostri Maestri praticano per noi studenti e non chiedono nulla in cambio. Ora io mi sento di dover fare la mia parte, e se già mi impegnavo prima ora sono 100 volte più motivata perché ho toccato con mano i risultati che si possono raggiungere sviluppando le capacità psichiche. Quindi il mio ringraziamento si trasforma in un aumento nell’impegno e a mia volta farò del mio meglio per aiutare chi ne ha bisogno. Senza più pensare che io non sono abbastanza brava. Lo faccio e basta. Lo devo ad Angel e Alexander. E mi inchino alla loro immensa bontà!

 

Stella d’Oriente

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Quando ricevi un grosso inaspettato regalo

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Parto dall’inizio. Nel 2012 se ricordo bene, un giorno guardandomi allo specchio ho notato un lieve rigonfiamento al collo, sul lato destro. Li per li non ho dato importanza alla cosa e siccome non avevo alcun sintomo ho pensato che fosse un muscolo che per qualche strano motivo si era ingrossato. Fatto sta che pensa che ti ripensa, non mi toglievo dalla testa che potesse essere invece interessata la tiroide. Così un bel giorno parto e vado a fare un’ecografia. L’esito è stato noduli alla tiroide, molti, alcuni vecchi di anni e calcificati, altri di recente formazione e vascolarizzati. Il medico mi disse che quelli vascolarizzati a volte si infiammano e si gonfiano, mentre gli altri stanno lì silenti. Non so da quanti anni siano li. Ma non è importante. Ho fatto gli esami ormonali e anche quelli per ricercare eventuali marcatori tumorali. Per mia enorme fortuna tutto negativo.  Poi ricordo che era probabilmente ottobre, perché c’erano i melograni maturi. Ed era una bellissima giornata di sole, calda. Io sono stata al sole qualche ora in giardino, poi, verso le 18 mi ha colpita un violento e improvviso mal di testa. E di botto la mia tiroide si è gonfiata come un palloncino. Io ero scossa, agitata, piangevo e non riuscivo a spiegare le cose, ero in uno stato fortemente ansioso. Era domenica, quindi mi faccio accompagnare dalla guardia medica. Mi faceva domande e io rispondevo in modo confuso. Si è arrabbiato con me e mi ha spedita al pronto soccorso. Ero un codice giallo. Dopo 3 o 4 ore di attesa, erano ormai le 11 di sera, nessuno si degnava di venire a guardarmi. Intanto il mal di testa era passato e il collo si stava sgonfiando. Così ho firmato e me ne sono tornata a casa. È stato un episodio isolato che si è risolto da solo e non si è più ripresentato. Prima ho accennato al fatto che c’erano i melograni maturi, perché io quel giorno mi feci una abbondante spremuta. Poi leggendo qua e là in internet, trovai un articolo che diceva che i melograni possono interferire con la tiroide e quindi collegai la cosa è non ci pensai più. Negli anni la mia tiroide ogni tanto si gonfiava un po’ poi tornava a ridursi senza motivo apparente e senza darmi altri disturbi.

Ma da alcune settimane, non saprei dire quante, ho cominciato a notare che il mio collo si sgonfiava sempre di più, in modo lieve, ma toccando con le dita non sentivo più quelle palline dure e fastidiose. Ovviamente ho pensato a tutto quello che potesse aver causato questo miglioramento, ma una risposta esauriente non l’ho trovata. Ero semplicemente felice di questo inaspettato miglioramento. Poi oggi, trovo il post in community della nostra Immensa Maestra Angel, e leggo che lei e Alexander da mesi praticano guarigioni su noi studenti con il preciso scopo di guarire problemi alla tiroide e dermatiti. Sono rimasta commossa di questa generosità gratuita, mi sono sentita piccola e anche irriconoscente, perché ho ricevuto un Dono immenso. Ecco, ho cominciato a pensare a tutte le volte che invece di fermarmi a praticare e a meditare, secondo gli insegnamenti, ho perso tempo in cose futili e inutili. Mentre Loro invece dedicavano tempo e fatica per me. Questa è la mia umile testimonianza, anche se non ci siamo mai incontrati personalmente ho ugualmente ricevuto questo regalo. La mia salute generale è migliorata negli ultimi tempi. Avevo anche scritto un post in bacheca a proposito, dove attribuivo questi miglioramenti alle mie pratiche di guarigione, che ho di recente imparato in ACD. Ma il pensiero che ci siano Loro a prendersi cura di noi studenti, è qualcosa di incredibilmente rassicurante. E l’enorme fortuna che ho avuto a incontrare ACD e specialmente a non mollare, a continuare, pur con alti e bassi a imparare cose e pratiche, tutto questo mi dà un nuovo entusiasmo ad applicarmi di più e con più altruismo. Grazie non basta per quello che ho ricevuto. Voglio fare la mia parte.

 

Stella d’Oriente

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TIROIDITE DI HASHIMOTO

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Grazie a questo nuovo gioco di Angel, ho avuto modo di riflettere su un mio problema di salute abbastanza recente alla tiroide, per la precisione tiroidite autoimmune cronica chiamata anche tiroidite di Hashimoto. Non sono ancora conosciute le cause di questa patologia, ma in pratica il sistema immunitario a causa di un’alterazione di cui non si conosce la causa, attacca la stessa tiroide riconoscendola come “nemica” e danneggiandola, tanto che non riesce più a produrre gli ormoni tiroidei che sono molto importanti per numerose funzioni del corpo e di tutto il suo metabolismo. Infatti influenzano la frequenza cardiaca, la velocità con cui sono bruciate le calorie, l’integrità della pelle, la crescita, la produzione di calore, la fertilità e la digestione. Per quanto mi riguarda ho scoperto di avere un malfunzionamento della ghiandola ,chiamato ipotiroidismo, durante degli accertamenti prescritti a seguito di una gravidanza che tardava ad arrivare esattamente nel 2018, all’età di 34 anni. Da li la scoperta che questa ghiandola non produceva abbastanza ormoni, e questo può influire sull’instaurazione della gravidanza stessa provocando aborti spontanei. Non avevo alcun tipo di sintomo o di disturbo per fortuna, ma l’ipotiroidismo ne può causare davvero molti tra cui stanchezza e sonnolenza eccessive, indebolimento muscolare, aumento di peso, perdita di memoria e difficoltà di concentrazione, secchezza e pallore cutaneo, indebolimento o perdita eccessiva di capelli, irregolarità mestruali, ingrossamento del collo, stati ansioso-depressivi, stitichezza. La cura per questa patologia è assumere gli ormoni che non si riescono a produrre in modo naturale per via farmaceutica, con un dosaggio che va ben calibrato ad personam, assumendo ogni mattina una pastiglia di questi ormoni prodotti in laboratorio per riportare i valori nella norma. Ed esattamente il mese successivo all’inizio di questa cura la gravidanza per me è iniziata. Ma da allora ogni mattina assumo l’ormone tiroxina prodotto in laboratorio con il nome di Eutirox. Mi fu presentato allora dalla medicina ufficiale come unica soluzione, priva di controindicazioni, in quanto era semplicemente lo stesso ormone di cui sono carente prodotto in maniera sintetica. Da allora tengo sotto controllo i valori circa tre volte l’anno con esami gratuiti nel sistema sanitario nazionale avendo ottenuto esenzione ed eseguo ecografia una volta ogni due anni per verificare che non ci siano cambiamenti in quanto possono crearsi anche dei noduli nella ghiandola stessa. Da quando seguo ACD, non ho più assunto medicinali, mai, se non 1 o 2 volte ,ma stupidamente ed erroneamente non avevo mai considerato questa pastiglia un medicinale, mentre lo è a tutti gli effetti. Questa presa di coscienza è stata davvero una doccia fredda e un grandissimo aiuto nel farmi riflettere su questo mio problema di salute che avevo sottovalutato senza cercare mai soluzioni alternative naturali, che mi pare aver capito che ci siano e delle quali ricercherò al più presto informazioni . E soprattutto senza riflettere sulla causa, che è autoimmune, e che la scienza dice di non conoscere, ma che ho potuto capire solo ora grazie ad Angel.

 

Anonimo

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Guarigione improvvisa

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Ciao a tutti, scrivo la mia esperienza con un disturbo veramente molto fastidioso che è iniziato l’anno scorso a luglio in seguito a quell’influenza con febbre persistente di cui già parlai a lezione in Accademia di Coscienza Dimensionale e che mi ha lasciato questo problema. All’inizio sembrava un afta sul palato molto vicina ai denti incisivi superiori, di solito mi capita quando le mie difese immunitarie si abbassano e mi durano circa una decina di giorni. È molto dolorosa e mangio molto meno poiché il cibo quando ci passa sopra brucia. Solitamente le curo con un gel all’aloe ma in questo caso non funzionava. Decido di osservarla con lo specchio, cioè 2 specchi perché per la posizione con uno non riesco e mi accorgo che non è un’afta ma un gonfiore alla gengiva che si presenta anche con un colore violaceo. Proprio in quel periodo il mio dentista è in ferie e sarebbe rientrato a fine agosto. La mia amica mi dà il numero di telefono del suo anch’egli in ferie ma molto gentile mi fa diverse consulenze telefoniche dove mi consiglia man mano prodotti differenti poiché il problema persiste. Malgrado i vari prodotti consigliati, le gengive accanto si gonfiano e iniziano a sanguinare abbondantemente in diversi momenti della giornata ma del tutto spontaneamente e anche se non sto mangiando nulla mi ritrovo la bocca piena di sangue e inoltre mi altera tutti i sapori. Quando mangio ogni cibo non ha più sapore. Quando cucinavo, dovevo stare attenta perché assaggiare il cibo per correggere il sapore facevo disastri. A fine agosto ritorna il mio dentista e dopo la visita e una lastra mi prescrive l’ennesimo collutorio e una pulizia approfondita con l’igienista che eseguo da li a circa 2 settimane. Io nel frattempo avevo fatto diverse auto-guarigioni e provato anche risciacqui con aloe pura, acqua e sale, acqua e bicarbonato più tutto quello che mi aveva prescritto l’altro dentista con scarsissimi risultati. La pulizia con l’igienista è molto dolorosa e le gengive solo a sfiorarle sanguinano abbondantemente. Al termine mi prescrive dei probiotici, l’uso dello spazzolino elettrico, filo interdentale, altri collutori. Sono sempre stata scrupolosa nell’igiene del cavo orale e l’igienista lo conferma e non si spiega questo problema. L’influenza che ha preceduto questo problema, non era una “normale ” influenza come mi spiegasti e neppure questa “gengivite” lo era. Passano i mesi dove il problema sembra migliorare per circa 2/3 gg e poi di nuovo ricomincia. Addirittura avevo la sensazione che i denti si muovessero/dondolassero e avevo dolore a masticare anche cose morbide. Di addentare cibi un po’ più duri come ad esempio una mela non se ne parlava proprio perché avevo la sensazione che i denti si staccassero e in ogni caso anche farla a piccoli pezzi, e masticarla le gengive sanguinavano. Nei mesi successivi ho alternato continuamente questi sintomi a 2/3 gg in cui sembravano regredire per poi ripresentarsi continuamente. Ad aprile all’ennesimo sanguinamento senza fare nulla, praticamente da ferma, riprenoto un’altra pulizia con l’igienista che faccio dopo la metà di maggio. Circa 2/3gg prima della pulizia, mi sembra che la situazione inizia a migliorare spontaneamente. Faccio la pulizia e vedo che sto decisamente meglio. Tempo 4-5 gg non ho più nulla. Finalmente sento le gengive forti e mi “avventuro” con timore ad addentare una mela e vedo che va bene. Sul subito “credo” che la pulizia con l’igienista sia stata finalmente efficace, ma no. Riflettendo mi sembra più una guarigione psichica perché dopo mesi assurdi, non può il problema sparire di colpo e non può essere stata la pulizia perché già qualche giorno prima andava molto meglio. Angel proprio quei giorni aveva scritto un post nel quale raccontava di aver praticato forti guarigioni energetiche sugli studenti, su tutti, per curare differenti problemi di salute; lei non sapeva quale fosse il mio eppure è sparito in concomitanza al suo post pubblicato. Quando ho letto il post delle guarigioni che Angel e Alexander avevano fatto a tappeto su tutti noi, capisco che è solo merito loro se finalmente ho risolto il problema. La loro guarigione ha agito sul mio disturbo che per mesi mi ha tormentata e gli sono profondamente grata. Grazie, grazie Angel e Alexander per tutto quanto fate per tutti noi e per il mondo intero.

 

Anonimo

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Tiroide: il paradosso del farmaco “salva-vita”

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Da quando sono piccola soffro di disturbi legati alla tiroide e, leggendo i documenti di Angel Jeanne e parlando con diverse persone, mi sono resa conto di quanto questo sia un fenomeno molto più diffuso di quanto si pensi. Per questa ragione ho deciso di condividere la mia esperienza, perché magari potrà essere utile anche ad altri che si stanno trovando proprio ora ad affrontare il problema e anche per avere ulteriori pareri e condivisioni su un tema molto più esteso di quanto ci aspettiamo.

Sia mia mamma che mia zia hanno sviluppato intorno ai vent’anni di età problemi relativi alla tiroide e in tempi più recenti anche mia nonna. Seppur io non avessi apparenti disturbi a questo organo, vista la probabile “ereditarietà” della malattia, all’età di 10 anni mi è stato consigliato dal pediatra di fare la mia prima visita dall’endocrinologo.

All’epoca non sapevo neanche cosa significasse endocrinologia e non sapevo che esistessero medici specifici per un organo che non conoscevo e tantomeno avevo mai preso in considerazione, invece da quella prima volta ho poi dovuto continuare a fare ciclicamente visite da quello specialista. La visita era stata preceduta da un esame del sangue specifico per rilevare il valore del TSH, che serviva a verificare se la mia tiroide funzionava bene. I valori erano risultati lievemente alterati, ma comunque sempre all’interno dei massimali previsti. Da lì a poco è seguita la visita vera e propria con relativa ecografia dalla quale è emersa la presenza di piccoli noduli alla tiroide.

È stato diagnosticato anche a me quello che in precedenza era stato individuato su mia madre e mia zia, continuando così questa brutta tradizione di famiglia. Il medico mi ha spiegato in parole semplici che ogni volta che la mia tiroide produceva ormoni tiroidei, andava anche a sviluppare piccoli noduli che, se non si poneva rimedio, con il tempo sarebbero ingranditi e aumentati provocando gravi danni. Per ovviare a questa problematica, mi ha prescritto un farmaco che aveva lo scopo di lavorare al posto della mia tiroide. In pratica, attraverso questo farmaco la tiroide era lasciata a “riposo” perché sarebbe stato il farmaco stesso che avrebbe effettuato la riproduzione sintetica dell’ormone, senza far lavorare l’organo.

Mentre scrivevo questo breve testo per curiosità sono andata a cercare online il farmaco in questione, l’Eutirox. Sebbene l’abbia assunto a partire dall’età di 10 anni e per i successivi 5-6 anni circa non mi ero mai informata ed è stato interessante notare come io abbia subito praticamente tutti gli effetti indesiderati e collaterali riportati nel bugiardino. Durante il periodo di assunzione ho riscontrato sin da subito, infatti, tachicardia, tremori, mal di testa, alterazioni del ciclo, crampi e insonnia. Poiché non avevo mai sofferto dei primi due disturbi, è stato chiaro per me sin da subito che fossero associati al farmaco che stavo prendendo, mentre di tutti gli altri effetti indesiderati prendo consapevolezza solo adesso del fatto che effettivamente non dipendevano da me o da altri fattori esterni, ma che quasi certamente potevano derivare proprio dal farmaco.

Ricordo che la tachicardia e i tremori erano molto evidenti soprattutto in alcune giornate, creandomi malesseri e disagio. Quindi alle successive visite ne ho parlato anche con l’endocrinologo che ha deciso di abbassare il dosaggio e mi ha dato un giorno libero: la domenica ero esentata dal prendere il farmaco. Ricordo che i fastidi diminuirono, ma comunque erano sempre presenti seppur in minor misura.

Le mie vicissitudini con l’Eutirox sono terminate quando mia madre si è avvicinata alla medicina naturale e mi ha fatto visitare da un bravo omeopata che ha curato tanti miei disturbi con i rimedi omeopatici e che sin dalla prima visita mi ha detto di smettere di prendere il farmaco per la tiroide.

 

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Lui si basava sulla considerazione che seppur i valori del TSH uscissero lievemente alterati, erano comunque nei limiti, e diceva che avrei potuto tenere sotto controllo la situazione con un’adeguata alimentazione (nello specifico lui mi aveva consigliato di mangiare molte uova, cozze e fagioli) e con dei rimedi omeopatici.

Da quel momento smisi di assumere l’Eutirox e grazie a tutte le indicazioni che mi aveva fornito sono riuscita a non prendere quel farmaco mai più e a tenere comunque i valori sotto controllo, anche i noduli non sono aumentati di numero e non sono ingranditi in maniera considerevole. Ad oggi ho ancora gli stessi noduli che mi sono stati trovati per la prima volta a dieci anni e, seppur senza farmaco, continuano a rimanere abbastanza stabili e con alterazioni minime.

La vicenda di mia madre ha invece avuto un corso e un epilogo molto diversi. Come detto all’inizio, lei ha scoperto questi noduli intorno ai 20 anni, quando in corrispondenza del collo le è spuntato un gozzo. Il medico di base le ha consigliato tutti gli esami da fare e l’ha indirizzata verso uno specialista, che ha immediatamente confermato che il gozzo era dovuto ad un ingrossamento della tiroide causato dai molteplici noduli che erano stati prodotti. Come nel mio caso, anche a lei è stato subito prescritto l’Eutirox in modo da lasciare l’organo a riposo e far produrre ormoni sintetici al farmaco. La sua situazione era stata sin dall’inizio ben più grave, l’endocrinologo le aveva parlato della presenza di una vera e propria collana di noduli che le si era formata intorno al collo e le ha consigliato anche un’operazione di urgenza per asportare la tiroide.

Mia mamma in un primo momento non se la sentiva di fare l’intervento e ha iniziato ad assumere il farmaco, che ha evitato la produzione di ulteriori noduli. Nel 2001, però, la situazione aveva subito un grave peggioramento che stava portando ad uno spostamento della trachea e in quel momento ha dovuto effettuare l’operazione per forza, per non rischiare di incappare in un danno ben peggiore. Ha quindi subito l’intervento che ha portato all’esportazione di tutta la tiroide, con eccezione delle paratiroidi. Purtroppo stiamo parlando di altri tempi nei quali le cure naturali erano più difficili da reperire e poter studiare, perciò non sembrava ci fosse altra scelta se non quella di seguire le indicazioni mediche.

Poiché senza la tiroide non si può vivere, da quel momento e per tutta la vita deve effettuare una terapia sostitutiva a base di ormoni tiroidei sintetici. In poche parole lei deve prendere a vita l’ormone tiroideo levotiroxina contenuto in farmaci come l’Eutirox, ma anche molti altri. Una grave conseguenza del farmaco riscontrato su mia madre, oltre ai precedenti effetti collaterali che ho descritto in precedenza, è l’osteoporosi precoce. Questa malattia è sorta su di lei già all’età di 40 anni e prosegue peggiorando sempre di più, in quanto la principale causa è proprio il farmaco che assume dall’età di 20 anni e che però non può sospendere non avendo più la toroide.

Appare evidente il paradosso in cui questa situazione versa: è palese a tutti noi, e anche ai medici, che la principale causa dell’osteoporosi risiede proprio nel farmaco che sta assumendo. Ma paradossalmente è proprio quel farmaco che le sta “salvando la vita” e che deve necessariamente continuare a prendere per sempre. Per cercare di arginare l’osteoporosi sempre più dilagante a mia madre è stato prescritto un altro farmaco che servirebbe ad arginare e limitare un minimo la malattia. Ovviamente non lo sta assumendo e sta cercando invece di curarsi con una sana alimentazione, sport e in primo luogo con la pratica psichica.

 

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Angel ci ha messo in guarda da anni sulla pericolosità dei farmaci e su come fingano di curarti un male per poi far insorgere malattie ben peggiori. Ci obbligano ad assumere farmaci per curarci, addirittura farmaci da prendere per tutta la vita, ma che si rivelano poi essere i principali fattori di malattie future molto più invasive e drammatiche. Spero con questo breve testo di essere riuscita a mettere in luce con la mia esperienza quanto tutto questo non solo sia assolutamente vero, ma anche molto più reale e vicino a noi di quanto si potrebbe immaginare ad una prima lettura.

Ringrazio Angel che ci sprona ogni giorno a non credere alle menzogne con cui ci bombardano, ma ci invita a riflettere con la nostra testa, ad aprire gli occhi e soprattutto ci offre lei stessa aiuto e soluzioni alternative e concrete per stare bene.

 

Isa

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Guarigione dalla dermatite

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Riguardo al tema “guarigioni miracolose” vorrei condividere con voi un avvenimento che per me ha dell’incredibile. Sappiamo bene come Angel si prodighi senza risparmiarsi per il mondo in cui viviamo e nello specifico per i suoi studenti. Quello di cui sono stata testimone diretta e che, è il caso di dirlo, ho proprio vissuto sulla mia pelle nel senso letterale del termine è stata una guarigione da parte sua su di me. Vorrei specificare un po’ la mia storia con questi problemi di pelle: nel corso degli anni ho sempre avuto qualche problema di pelle, iniziato in adolescenza dapprima con i classici brufoli dell’adolescenza, sino ad allergie varie che comparivano con eczemi, rossori, pruriti sulla pelle e anche, nei casi più gravi, dermatiti (nello specifico dermatite atopica, desquamazione e psoriasi, che vengono descritte come malattie infiammatorie degli strati superficiali della pelle che causano prurito, vescicole, rossore, gonfiore e spesso essudazione, croste e desquamazione, per la precisione). Ricordo bene un periodo, circa 18 anni fa, in cui una dermatite mi aveva preso le gambe, a seguito dei fanghi d’alga che avevo spalmato sulla pelle delle gambe, e infatti a seguito di quello compresi che ero allergica a dei particolari tipi di alghe sia venendone a contatto ma anche ingerendole nella preparazione di alcuni cibi. Quella dermatite mi venne diagnosticata come dermatite atopica e in pratica mi prendeva tutta la zona in cui avevo spalmato il fango, mi durò diverse settimane con prurito insopportabile e la pelle che sembrava un fuoco: era come se uno strato di pelle si fosse indurito e avesse cerato delle croste pruriginose molto dolorose e, se grattate rilasciavano siero. Così curai quella dermatite da allergia attraverso una crema e un medicinale a base di cortisone che mi prescrisse il dermatologo. Solo ora mi rendo conto di esser stata superficiale anche nella scelta di curarmi perchè avrei potuto evitare tutto ciò (nonostante feci la “cura base” mi rendo conto che oggi con le informazioni che ci sono, non era affatto base e che comunque era inutile e non fu quella a farmi realmente guarire, in quanto l’allergia doveva comunque sfogarsi e io da parte mia dovevo fare in modo di non dare man forte all’allergia), informandomi prima e anche dopo. Invece “bevetti” tutto ciò che la scienza ufficiale mi disse, non conoscendo ancora ACD (ancora non era stata creata) e avendo a disposizione poche fonti e poca o nulla voglia di apprendere in merito. Dopo quell’episodio non toccai più un’alga e iniziai ad informarmi meglio, anche in termini di alimentazione (dato che, si, i problemi di pelle sono anche dovuti all’alimentazione e allo stile di vita) e scoprii diverse cose interessanti; dal fatto che non solo l’alimentazione e lo stile di vita, ma anche lo stress incide sulla comparsa di alcuni problemi di pelle. Me ne sono capitate diverse altre dermatiti nel corso della vita, che ho “risolto” momentaneamente come potevo informandomi sul web ma soprattutto cercando di ascoltare me stessa e ho imparato che ascoltarsi e riflettere su come si vive la propria vita e su come si affronta la vita stessa è la base.

Questa dermatite atopica è stato un punto di partenza davvero tosto per questi problemi, ma poi ne seguì un altro analogo una decina di anni fa e si trattò di una dermatite ad una mano, nello specifico da metà inferiore del dito medio si estendeva a metà del palmo della mano. I sintomi erano gli stessi della dermatite precedente, ma stavolta, memore dell’esperienza precedente, mi affidai ad un’esperta di erboristeria e fisioterapista che mi diede una crema naturale a base di colostro che riuscì a farmi passare il problema nel giro di qualche settimana, dopo un mese circa che me lo portavo dietro. Questo problema era altrettanto fastidioso del precedente e cioè non potevo quasi aprire la mano in quanto mi dolorava tutta e in più sanguinava in alcuni punti anche perché c’era principalmente la desquamazione sul palmo (pelle secca) che creava poi tagli e ferite ogni volta che muovevo la mano o la aprivo, con in più all’apparenza il rossore e il prurito insopportabile.

 

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Non potevo scrivere, anche bagnarmi le mani era fastidioso, sembrava proprio, come nel problema precedente di avere un fuoco addosso che mi sarei voluta strappare ma che non mi dava tregua. Grazie all’esperta e al rimedio che mi diede riuscii momentaneamente a risolvere quel problema, e nel mentre indagai da cosa potesse essere causato. Stavolta la causa era diversa dalla precedente, dato che si trattava di una dermatite sbucata all’improvviso e dovuta probabilmente ad aver maneggiato delle sostanze per l’azienda di cosmetici per la quale lavoravo da diversi anni (non lo so con esattezza perché non ho potuto verificare tutte le sostanze con cui sono entrata in contatto perché coperte da segreto aziendale. Infatti in un giorno maneggiavo più e più sostanze e sono dovuta andare per esclusione ma solo grazie al mio intuito perché gli esatti ingredienti a cui ero allergica. Così per evitare di maneggiare le sostanze sono ricorsa infine ai guanti), però ho anche pensato ad una origine psicosomatica del problema. Infatti, non dobbiamo pensare che tutto abbia per forza un’origine solo materiale e fisica. Il nostro corpo è anche psiche, estremamente connessa al fisico, e ritengo che quel problema fosse anche stato aggravato dal mio particolare stato emotivo (in quel periodo avevo praticamente perso ciò che ritenevo esserci di più importante nella mia vita). Ad ogni modo ritengo che la causa principale abbia avuto anche una concausa che insieme hanno scatenato il problema. Ripeto che quella dermatite, anch’essa atopica, si risolse momentaneamente grazie ad una crema naturale a base di colostro. Dopo altri mesi ricomparve, la trattai con quella crema e scomparve. Per poi ricomparire dopo anni. E qui la cosa si fa interessante…

Mi è ricomparsa infatti proprio l’anno scorso seppur in modo lieve, e specifico che è da tre anni che sono iscritta in ACD e la cosa mi ha incuriosito e mi ha fatto drizzare le antenne perché con la pratica insegnata in ACD sappiamo bene che certe cose si possono risolvere. Siccome questa dermatite resta piuttosto nascosta in quanto prende una parte del palmo, ho ritenuto opportuno non dirlo a nessuno per non suscitare inutili preoccupazioni e nemmeno lagnarmi, quindi nessuno sapeva di questa cosa, né fuori ACD né in ACD. Siccome ero stata invitata ad un Tour dal vivo con Angel e avrei incontrato sia lei che alcuni compagni di percorso mi sono accertata che si trattasse proprio di dermatite e non di un fungo contagioso (dato che si sa mai, le dermatiti possono anche essere causate da funghi e stavolta non ho consultato nè medici nè altro perchè volevo provare a fare da sola). Così ho provato a trattarla disinfettando la zona come si fa con i funghi della pelle, quindi utilizzando un olio specifico anch’esso naturale con antibatterico e antifungino, ma non essendo un fungo sparì solo un po’ la desquamazione e la dermatite non andò via del tutto. E qui viene il bello, che dimostra l’onniscienza divina di Angel: durante e dopo il suddetto Tour (durante il quale non ho usato creme né olii, lo specifico) e nel quale spesso mi trovavo a sedere a tavola proprio vicino ad Angel mi sono accorta che la dermatite stava scomparendo e da quel giorno ad oggi non ne ho più traccia, nemmeno lontanamente e specifico sempre che non ho più utilizzato nemmeno la crema che avevo utilizzato le volte precedenti a base di colostro. Ho voluto dirlo esplicitamente in privato ad Angel per ringraziarla perché la guarigione è iniziata proprio da quel momento e mi ha dato conferma della sua Azione. Incredibile come la sua sola presenza guarisca, curi, riporti alla vita ogni cellula del nostro corpo, ma soprattutto come vivifichi la nostra Anima! Angel, io ti ringrazio dal profondo e mi viene in mente che in effetti tu ci sei sempre, silenziosamente, per noi. Che ce ne accorgiamo o no, tu ci sei, tu conosci, tu sai e tu agisci con la tua generosità anche se non ti chiediamo nulla ma abbiamo bisogno di te. Perché sei immensa e divina. E questo mi spinge a seguire il tuo esempio, di come ogni praticante dovrebbe essere, o perlomeno avvicinarsi ad esserlo. Grazie infinite!

 

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Questa testimonianza per me è doverosa perché voglio rendere omaggio non solo all’immensa Angel Jeanne, le cui guarigioni fanno tacere ogni scienza che voglia ergersi a tale, ma soprattutto perché grazie ai vari percorsi, ad esempio sulla Guarigione o il fantastico progetto di Mangiare Sano, questa grande Donna e Divinità ci spiega molto chiaramente come funzioniamo, cosa funziona su di noi e cosa invece si danneggia in maniera invisibile e irreversibile, senza che ce ne accorgiamo perché ne ignoriamo l’esistenza e le correlazioni. Grazie a questi percorsi sto imparando ad ascoltarmi, a riflettere meglio, ad informarmi, e a voler prendere in mano la situazione senza bisogno di dottori-truffatori, o dottori prostituiti al potere che di fatto nella loro voluta ignoranza travestita da scienza ufficiale, ci porteranno solo alla tomba quanto prima. Imparare ad entrare meglio in contatto con se stessi e sviluppando meglio il sesto senso ci porta anche intuizioni, una maggiore forza di volontà che solo la pratica sia psichica che nella vita di tutti i giorni (ad esempio impegnandosi nell’alimentazione e nello sport, nello stile di vita) può darci. Attingere a queste conoscenze è un dono di vita eterna per davvero che voglio tenermi ben stretto e utilizzare a piene mani. Queste Opere fanno veramente aprire la mente al Sapere Universale che è l’unica vera Scienza e Conoscenza che merita di essere diffusa. Grazie per tutto!

 

L’Aura

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Disturbi Tiroide

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L’anno scorso ero incinta e con la gravidanza per vedere se tutto procedeva bene ho dovuto fare alcune analisi del sangue. Durante la prima analisi ho scoperto che avevo problemi alla tiroide in quanto alcuni valori degli ormoni erano molto sballati, come l’ormone TSH poi successivamente ho dovuto verificare anche gli ormoni t4 e t3. Non avevo mai fatto controlli specifici prima quindi non saprei esattamente da quando avevo questi problemi. In famiglia c’è stata mia nonna che ne soffriva e ricordo che da quando avevo sui 15 anni dentro di me sapevo che ne avrei avuto problemi anche io quando sarei diventata adulta perché sentivo come se fosse un fastidio permanente nella zona della gola, non era un fastidio fisico, poi questo pensiero poi l’avevo dimenticato e non avevo mai fatto alcun controllo, mi è tornato in mente solo poco tempo fa. Praticamente avevo scoperto che la mia tiroide funzionasse troppo, quindi avevo l’ipertiroidismo. Quello che posso ricordare dei sintomi che negli anni il mio battito cardiaco era sempre più veloce della normalità e non prendevo facilmente peso, siccome stavo bene, non pensavo fosse un problema e non mi ero mai preoccupata più di tanto. L’endocrinologo mi aveva consigliato di evitare prodotti che contengono lo iodio e mi aveva prescritto alcune pastiglie nel caso peggiorasse. Quello che ho fatto è stato prendere integratori al magnesio e mangiare solo cose sane, non ero sicura che potessero aiutarmi, ma dopo averli presi mi sentivo bene e subito dopo qualche giorno da quando avevo iniziato a prenderli le analisi erano leggermente migliorate, ho continuato a prenderli e a distanza di qualche mese i risultati erano migliorati ancora. Poi all’ultima visita fatta a novembre la dottoressa mi ha detto che il mio problema si è risolto da se e di fare fra qualche anno qualche controllo per tenere monitorata la situazione. La guarigione è avvenuta praticamente da un mese all’altro. A settembre c’era ancora e a novembre era sparito, incredibile!!! Mi dispiace solo di non aver compreso subito che si trattava di una delle numerose guarigioni che i nostri Maestri fanno a noi e avevo quasi dato per normale invece è un VERO MIRACOLO e ringrazio di cuore ANGEL e ALEXANDER per le guarigioni che fanno a noi studenti di ACD e di quali molto spesso non ci accorgiamo. Soprattutto in questo periodo la guarigione non è per nulla una normalità, anzi sono veramente rarissime e sono un vero e proprio miracolo!!

 

Universe

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Malattia alla pelle

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Nel maggio del 2022 ho iniziato a starnutire molto spesso per un paio di giorni. Mi succedeva quando uscivo oppure quando stavo alla finestra. Ho pensato fosse qualche piccola allergia ma niente di che perché non ne ho mai sofferto. Invece è stato l’inizio di un incubo. Ma inizio dal principio. Dal 2016 dopo la morte di mia mamma ho iniziato ad avere questi problemi alle mani e ai piedi. Delle bollicine pruriginose che diventavano delle ferite. La cosa era lieve ma in certi momenti diventava più importante. L’estate era il momento peggiore. Qualunque tipo di umidità mi portava ad avere un aumento di bollicine e ovviamente non potevo toccare detersivi. Ho collegato il fatto alla morte di mia mamma perché spesso questi tipi di problemi sono collegati a traumi psicologici. Poi io ho sempre avuto diversi problemi alla pelle e in realtà non mi ricordo neanche bene cosa vuol dire avere una pelle pulita. Nel tempo ho perso anche moltissimi capelli così dopo i 25 anni mi sono ritrovata con la metà. Ovviamente ho considerato tutto nella norma perché avevo perso il lavoro e per qualche mese ho vissuto molto male non essendo io abituata ad essere senza la mia indipendenza economica. Nel luglio del 2019 ho subito un intervento alla colecisti che era messa molto male, un problema simile aveva portato mia mamma al decesso. Ad agosto, a parte le bollicine sulle mani e sui piedi mi sono ritrovata pure il viso pieno di bolle. Era tutto fastidioso e per un po’ di tempo ho usato una crema al cortisone raccomandata da un’amica che aveva avuto problemi simili. I medici mi davano diversi tipi di creme ma anche diversi diagnosi. Ma niente sembrava avere effetto tranne la crema dell’amica che non me li faceva passare del tutto ma mi aiutava comunque. A marzo del 2020 è successo quello che tutti sappiamo e io ho avuto la fortuna di conoscere ACD. Ho iniziato a meditare e a leggere tutti i libri. La mia salute è migliorata tantissimo e le bollicine c’erano ma lieve. Per la prima volta ho passato un agosto più tranquillo. E anche l’anno dopo anche se ho dovuto combattere con due pustole molto dolorose e che mi hanno lasciato una bella cicatrice sulla gamba. Arrivata al maggio di 2022 non ho capito quello che si stava preparando per me. Ovviamente io non mi sono vaccinata e ho evitato di fare tamponi se non all’inizio della farsa quando purtroppo mi sono fatta convincere. Ma intorno a me tutte le persone lo sono. Dal mio compagno alla sua famiglia e a tutti gli amici e conoscenti. Chi per convinzione, chi per viaggiare o chi perché voleva essere tra i “giusti” lo hanno fatto tutti. Tra maggio e giugno le mie bollicine stavano diventando qualcos’altro. E la solita crema era diventata inutile. Il prurito era qualcosa di assurdo e le bollicine sempre più grandi e sempre più profonde. Le ferite che risultavano non passavano mai e non riuscivo più ne a camminare né a toccare niente con le mani. Persino la doccia era un’impresa. Mi sono munita di tanta pazienza capendo che io di casa non sarei uscita molto spesso. Di notte mi svegliava sia per il prurito che per il dolore forte che durava per un bel po’.  Avevo perso appetito e stavo andando in depressione ma presi la decisione di non buttarmi giù. Verso fine luglio acconsentì di andare dall’ennesimo dermatologo. La cosa stava peggiorando ad una velocità incredibile e io non riuscivo in nessun modo a contrastare. Sono andata “dal migliore “della zona. Ricordo bene l’incontro. Mi ha guardata da dove stava seduto. Un secondo. Mi ha detto “psoriasi”. È una malattia genetica. Ma io sinceramente gli ho detto che nessuno nella mia famiglia ha mai avuto problemi del genere. Veramente nessuno nella mia famiglia ha mai avuto problemi di pelle. E lui ha fatto finta di niente e mi ha prescritto una crema che questa volta non era al cortisone ma anche questa molto importante. In effetti una volta messa non si poteva smettere subito perché pericoloso. Ho iniziato ad usarla e niente. Non vedevo il minimo cambiamento.

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Andava sempre peggiorando. Il 13 agosto l’ho chiamo al telefono e mi dice di non smettere assolutamente di usare la crema ma di aggiungere una pillola. Anche questa è molto forte, un cortisone.

Ricordo che il 15 agosto avevo detto di si ad un pranzo con amici in un locale vicino a casa. IL 14 Inizio a prendere questa pillola e già il 15 mattina non riesco ad alzarmi dal letto. Mi alzo alle 10 e vado a dormire di nuovo alle 11. Io non amo dormire molto. Sono sveglia presto anche se non ho da fare perché detesto stare al letto per molto ma quel giorno non ero in me. Mi trascino a questo pranzo che ormai a parte le mani e i piedi avevo dolori ai reni e stanchezza eccessiva. Poi l’indomani ho tutto il bacino infiammato, sono gonfia e non riesco a stare neanche seduta per i dolori . Capisco che è la pillola ma il prurito e le bollicine vedevo che stavano rallentando. Finisco la settimana di cortisone ma non posso smettere di prenderla perché va solo diminuita. Perché a smettere subito c’è pericolo di morte. Bene.

Per curare la pelle devo rischiare la morte o il collasso dei reni. Solo a settembre ho iniziato a riprendermi e l’inverno sono migliorata tantissimo. Non ho più preso nessuna medicina e non ne prenderò più. Non posso dire o dare raccomandazioni perché ancora non conosco una cura naturale. Io me le sono studiate tutte e ho provato tantissime cose. L’aloe è tanto vantato come miracoloso per questo tipo di problema ma io non ho trovato sollievo. Ho provato anche altre medicine più naturali ma ho finito per farmi sempre più male. Le parole sono limitate quando si tratta di raccontare un problema fisico perché ognuno di noi ha un’interpretazione sua. Ma ho fatto delle foto. Sono raccapriccianti e non amo mostrare parti di me ma so che è importante.

Sento molto rabbia contro quello che ho ignorato o ho voluto ignorare. Da bambina ero molto incuriosita di questi aerei che vedevo nel cielo e mio papà mi spiegava che è tutto nella norma. È la condensa. E io ho vissuto convinta che fosse tutto naturale e forse quando sentivo qualcuno parlare della negatività di queste sostanze liberate sopra di noi lo davo per matto. Mi rammarico. Nel 2020 ho avuto la possibilità di conoscere ACD, ho iniziato a meditare e a riflettere. Ho superato le vaccinazioni senza farmi fregare e questo solo grazie ad Angel. Quando la mia malattia di pelle è peggiorata ho capito subito che sarebbe stata tutta un altra cosa. Da quando medito ho curato moltissime problematiche che portavo avanti da anni e sono molto emozionata e grata a parlare. Ma non ho avuto la forza di contrastare quello. Quando mi mettevo a praticare per i miei problemi dopo neanche un minuto mi prendeva una fitta tra il plesso e il cuore tanto forte da non riuscire a respirare. E io trovavo sollievo solo costringendomi a rimettere che durava ore prima di riprendermi e ormai cadevo stanca e distrutta. Volevo farcela e mi sono impegnata ma sono stata anche debole e non sono riuscita a superare i miei limiti. Poi ho ceduto alla medicina con consapevolezza ma non avevo più forza. E ho visto quello che dentro di me sapevo già.

Che non mi avrebbe di sicuro aiutata ma mi avrebbe creato danni peggiori. A raccontare è difficile capire il mio stato mentale di allora anche perché ci sono tanti dettagli nella vita di ciascuno che non diciamo. Io sono sicura che la forza che ho avuto e ho adesso per affrontare tutto lo devo ad Angel alle meditazioni e alla pratica; 4 mesi con dolori, chiusa in una casa quanto una stanza a 40 gradi e ne sono uscita sempre piena di gioia e ottimista. So che sono io a dover cambiare e migliorare per contrastare quello che mi succede, quello che succede nel mondo. Devo imparare dai miei sbagli e diventare sempre più cosciente. Queste malattie di pelle come la mia e come quelle che ne vedo in giro non sono normali.

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Pochi giorni fa ho visto un ragazzino che si è ritrovato con una dermatite che gli ha reso il corpo una ferita. Mai che i medici beccano una cura. Raramente senti qualcuno che è stato curato dal medico perlopiù a chi gli è passato e successo da sé. Poi i medici possono dire la qualunque. “E genetica”. Buttata lì senza senso come sé io la dovessi accettare senza fare domande. Quando non hanno una spiegazione “è genetica”. È tutto un “prova questo”,”metti questo”, “prendi questo farmaco” e in giro di 7 anni posso dire che ho provato centinaia di cose. Che hanno un costo anche elevato. Ti cambiano completamente la vita e persino le cose banali di tutti i giorni diventano faticose sennò impossibili. Come le pulizie di casa, lavarsi. Non parlare di fare una semplice passeggiata. Vivo accanto al mare ma per fare un bagno dovevo superare diversi ostacoli. Come pochi metri di sabbia che diventavano una tortura . L’entrata nel mare che prima di sentire il sollievo erano minuti di dolori atroci al tocco con l’acqua salata. E tanti altri dettagli che non mi soffermo a descrivere ma sono a centinaia.

 

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Dora

 

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Esperienza Personale

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Ciao a tutti, vi racconto la mia esperienza per quanto riguarda i disturbi alla tiroide.

Fin da quando avevo 25 anni, anche se non avevo disturbi, il mio medico mi consigliò di prendere un farmaco per la tiroide (eutirox) che è un ormone che il nostro organismo produce naturalmente per regolare i processi metabolici in quanto il mio fisico non era esile e tendevo ad ingrassare facilmente. Sono andata avanti mantenendo la dose giornaliera aumentandone o diminuendo a seconda dei valori delle analisi T3, T4, TSH. Dopo la seconda gravidanza a 40 anni, tutto è cambiato. Per entrambe le gravidanze mi aumentarono le dosi del farmaco fino a 150mg giornaliera in quanto il feto si nutriva dei miei ormoni portandoli via a me, poi con l’allattamento continuavano a prenderseli attraverso il latte materno per circa altri 10/12mesi. Appena finito di allattare iniziai a perdere peso circa 25/28 kg di peso che ho smaltito in 7/8 mesi ero molto contenta, ero super attiva facevo moltissimo sport, non stavo mai ferma, consumavo moltissima energia senza essere mai stanca però sentivo il fiatone con forte batticuore. Così feci una visita dall’endocrinologo che mi seguiva da anni. Scoprii di avere 3 noduli freddi alla tiroide di cui il più grande era 1,3 cm. il mio organismo era diventato da ipo- a iper- tiroideo . L’endocrinologo mi tolse l’eutirox e lo sostituì con il Tapazole. Dopo l’ultima gravidanza non so cosa sia successo, ma da quel momento in poi tutto peggiorò, dalla vita privata, lavorativa, alla salute, alla vita familiare. “Mi sentivo inidonea a fare la mamma” con forti sensi di colpa, lasciai il lavoro per seguire i figli, ma non faceva per me, così feci dei corsi e diventai una professionista olistica. Uno dei miei insegnanti di Medicina Tradizionale Cinese (medico in pensione) mi disse che i miei noduli erano da collegare al mio nucleo familiare (marito+prole un nodulo a testa). Rimasi colpita da questa affermazione! Facendo un ritiro in mezzo al verde con un gruppo, seguii le indicazioni della mia insegnante. Dovevamo trovare un albero che ci piacesse, dovevamo abbracciarlo e parlare con lui. Subito mi sembrava di essere completamente folle! Scelsi inconsciamente un albero con tre ramificazioni che mi sembrava molto stabile di cui ancora oggi non conosco il nome. Mi lasciai andare ed ebbi come una visione che mi toccò nel profondo. Tant’è vero che non riuscii a descriverla a parole al gruppo perchè mi provocò un “attacco di panico”(il primo della mia vita). “Mi vidi in alto, avevo una montagna alle mie spalle che tenevo su con la mia forza, la mia famiglia era più in basso, se mi fossi spostata tutto sarebbe franato addosso ai miei cari!!!”. Anche se per me era mio marito la colonna portante della famiglia, mi resi conto di essere io in prima persona quella che sorreggeva tutto il peso. Ritornando il giorno dopo a rivedere l’albero, vidi a mente lucida che quell’albero che avevo scelto, apparentemente era grosso e stabile, ma all’interno il tronco più grosso era vuoto, si sfaldava ed era fragile (rappresentava mio marito) non capii subito il significato del perchè scelsi proprio quell’albero e solo dopo 6 mesi da questa vicenda feci un’ecografia alla tiroide per controllo. Quando parlai col tecnico di laboratorio, rimasi sbigottita poichè chiesi se i miei noduli fossero aumentati di grandezza, mi disse che non c’erano noduli e che era un terreno dove i noduli non avrebbero più attaccato. L’endocrinologo che mi seguiva alla mia domanda sul come mai non c’erano più, mi disse che ero fortunata!!! Io so di aver lavorato molto in quegli anni a livello emotivo, psichico, fisico (con riflessologia plantare, agopuntura, tuina, MTC), ma non avrei immaginato che il nostro corpo potesse fare così tanto da solo!!!!!!  Da allora non prendo più farmaci!!! Grazie Angel per tutto.

 

Per quanto riguarda la dermatite… Qualche anno fa, riuscivo a stare al sole molto più tempo anche se non sono mai stata una lucertola. Al mare rimanevo al sole solo nelle ore del mattino e vi rimanevo lo stretto necessario per asciugarmi il costume senza mai utilizzare creme solari con forti filtri. Adesso riesco a prendere il sole gradualmente nelle prime ore del mattino o verso sera quando l’inclinazione del sole è più bassa sull’orizzonte. Se lo prendo in orario in cui è più diretto, mi procura forti pruriti e irritazioni alla pelle che riesco a tenere sotto controllo con olio d’oliva. In caso di scottature utilizzo la pianta dell’aloe strofinandola direttamente sulla pelle.

 

Anonimo

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Anni_60-70

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Cosa dire di quando ero piccola… Negli anni 60/70 vivevo in città e tutto il periodo delle elementari l’ho trascorso in periferia fino a metà della 5a elementare. In città c’era un via vai continuo di giovani supplenti e la scuola era abbastanza rigorosa in quanto non si poteva entrare dopo il suono della campanella. Appena entrati in classe 1a elementare per circa due mesi ci insegnavano a scrivere pagine di aste dritte, oblique, punti, virgole, trattini, vocali, consonanti e numeri perfetti che dovevano toccare le righe stampate sulla pagina senza mai uscire dai bordi.

Mia nonna mi diceva che ai suoi tempi c’era la materia calligrafia, con due quaderni uno per la brutta copia e uno per la bella copia. Posso dire che vedendo come scriveva lei, si leggeva perfettamente con bella calligrafia, l’ortografia era perfetta anche se il modo di scrivere era ridondante. Le classi erano formate da circa una trentina di alunne solo femmine o solo maschi. Durante la ricreazione si poteva giocare al pampano, agli elastici, al salto della corda, al cerchio, nascondino per quanto riguarda le femmine in un cortile separato da quello dei maschi che giocavano a pallone, a pallacanestro o tutti quei giochi che li facevano scaricare fisicamente in maniera da rimanere calmi più a lungo in classe. Quando mi trasferii a vivere in un paesino di provincia ero già in quinta elementare e la maestra era solo una che oltre ad insegnarci sia le materie letterarie che quelle matematiche ci insegnava anche religione, non solo come materia scolastica, ma anche una volta a settimana a catechismo nel pomeriggio. Siccome era una bigotta, non solo decideva sui voti scolastici, ma se non mi/ci vedeva alla messa della domenica la media dei miei voti scolastici casualmente si abbassava. Figuriamoci se ci vedeva in compagnia dei ragazzini della nostra età. Nel periodo estivo ci si trovava in gruppo per trascorrere le giornate in compagnia suonando la chitarra, cantando le canzoni di Battisti, facendo giochi di società per stare tutti in compagnia a condividere le proprie idee. C’erano i pattini a rotelle con le 4 ruote non in linea e verso gli anni 80 c’era lo skateboard. Chi poteva aveva il motorino il Ciao o il Boxer della Piaggio, o la Vespa, o la Due Cavalli della Renault o la 500 Fiat per potersi muovere poiché i treni tenevano troppo legati agli orari, le stazioni non erano dappertutto. ed alla sera bisognava essere tutti a casa per cenare tutti assieme e condividere gli avvenimenti della giornata appena passata. Durante l’estate, in spiaggia oltre al gioco delle biglie, del calcetto, c’erano le “Clic-Clack”, due palline collegate da un cordoncino che bisognava far rimbalzare tra loro senza farci colpire riempendoci di lividi (gioco singolo), il “Boing” una specie di palla ovale di plastica attraversata da due cavi che con la forza delle braccia dovevamo far arrivare da un giocatore all’altro (si giocava in due), i racchettoni, e molti altri. Al momento non mi vengono in mente altri episodi che potrebbero interessare. Forse sentire questa mia testimonianza può dare un’idea di come poteva essere il tempo in quegli anni, forse i più belli e fiorenti di quel periodo. Grazie per avermi dato la possibilità di esporveli.

 

02nico10202

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Raccolta testimonianze danni da vaccino

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In questo testo riporto alcune testimonianze sui danni da vaccino sentite di persona o che mi hanno raccontato persone che conosco.

“Ho 30 anni e sono uno sportivo fin da bambino, sono sempre stato in ottima salute. Poco dopo aver fatto il vaccino mi è venuto un tumore benigno. Da un giorno all’altro mi sono accorto di avere una specie di brufolo proprio sul braccio dove mi avevano fatto l’iniezione.  Con il passare dei giorni non andava più via e mi è sembrato molto strano, così sono andato a fare tutte le visite del caso e alla fine mi hanno dovuto operare per asportare il nodulo che avevo e che poi si è rivelato essere un tumore benigno. Ho speso circa 400 euro che non mi sono mai stati rimborsati e quando ho chiesto le possibili cause della formazione di quel tumore benigno i medici non mi hanno saputo dare alcuna spiegazione. Io però sono convinto che sia stato per colpa del vaccino.”

“Mia madre dopo il vaccino continua ad ammalarsi. Ha iniziato dalla semplice influenza, che ha più o meno ogni due settimane, fino ad arrivare a sviluppare anche problemi al cuore.”

“Il mio ex ragazzo dopo il vaccino ha iniziato ad avere fortissimi problemi di depressione. Ha 24 anni e dopo la prima dose si è sentito debolissimo, non aveva più energie, era perennemente stanco con l’umore sempre a terra. Inoltre, non riusciva nemmeno a fare un paio di metri a piedi perché il cuore gli batteva subito fortissimo. Il suo stesso medico gli aveva detto di non fare le dosi successive. Dopo la seconda dose è stato a casa in malattia per più di una settimana, non riusciva neanche ad alzarsi dal letto e aveva dolori praticamente in tutto il corpo.”

“Due miei colleghi hanno avuto problemi ed hanno iniziato ad ammalarsi poco dopo il vaccino. Un mio collega, xx anni, non si era praticamente mai ammalato prima di fare il vaccino e questo nonostante avesse sempre almeno una persona ammalata vicina. Dopo le tre dosi ha iniziato ad ammalarsi e ha prendersi l’influenza frequentemente. Un altro mio collega, 22 anni, dopo il vaccino ha iniziato ad avere almeno un paio di volte al mese delle fortissime fitte al cuore.”

“Una mia amica di 36 anni, vaccinata con terza dose, non ha fatto altro che ammalarsi successivamente alla terza dose. È stata in ospedale tantissime volte, almeno una decina, e non le hanno mai spiegato quale fosse il vero problema. A lei i medici hanno detto che aveva preso il pippavirus la scorsa estate e che stava facendo fatica a riprendersi per questo motivo. Ma tutt’ora ha il fiato cortissimo, fa fatica a respirare e sente sempre un peso sopra il petto. È perennemente stanca. I medici le hanno detto che potrebbe essere qualcosa legato ai polmoni. Le hanno fatto tutte le visite e l’esito è stato che non ha nessun problema polmonare. Farà tutti gli esami di controllo al cuore visto il peso che sente proprio in quel punto.”

“Il padre della titolare della mia amica poco dopo il vaccino è finito in ospedale per un embolo alla testa.”

“La mia estetista, 37 anni, dopo aver fatto il vaccino è diventata stranissima. Ora sembra un robot nel vero senso della parola, mi ha fatto molta impressione. Le ho chiesto se stava bene e mi ha raccontato che è stata molto male successivamente al vaccino. Ha avuto l’emicrania per quattro settimane e il primo giorno dopo la terza dose si è spaventata moltissimo perchè aveva i nervi delle mani bloccati.”

“Dopo la terza dose ho iniziato ad avere momenti di forte malessere. Da quel momento ho attacchi d’asma molto intesti e problemi legati al ciclo. Per mesi il ciclo mi è proprio saltato ed ora, a distanza di più di un anno, lo ho molto ravvicinato, circa ogni due settimane, e provo moltissimo dolore.”

“Dopo il vaccino sono finito due volte in ospedale e a distanza di un anno dall’ultima dose ho il sangue molto denso. Mi sono accorto di questo problema solamente nel momento della donazione del sangue in cui praticamente era come bloccato.”

“Il marito di una mia conoscente, poco più di 40 anni, è morto per un malore improvviso alla guida della sua auto. Erano in auto assieme e lui stava guidando. Ad un tratto lui è svenuto. La moglie, in quel tragico momento, è riuscita a prendere il controllo e fermare l’auto, evitando così altri eventi negativi.”

 

Claudia

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Sulle tracce di Ercole nel Sud Pontino

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Nell’ultimo periodo ho visitato diversi luoghi di interesse storico e cultuale ubicati nel territorio laziale e desidero condividere con voi un sito archeologico particolarmente antico dedicato alla Divinità Ercole.

 

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La costruzione che ha destato il mio interesse sorge in un piccolo paese del Sud Pontino ed è stata riportata alla luce solo di recente grazie ad alcuni scavi iniziati nel 2010 e proseguiti fino al 2018, che hanno fatto emergere diversi elementi architettonici e scultorei che ipotizzano la presenza di un Santuario dedicato divinità Ercole. I resti del Santuario si trovano a 350 metri di altezza sul rilievo di Monte Grande, in una posizione molto panoramica e suggestiva che sovrasta l’intera cittadina sottostante. Si tratta di ritrovamenti che sono quasi totalmente sconosciuti al pubblico e vengono visitati solamente dai pochi abitanti del luogo e dei paesi limitrofi che ne sono a conoscenza.

 

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I primi lavori hanno condotto al ritrovamento di due lunghi muri composti da grossi blocchi di calcare di forma poligonale di sostegno ad una grande area rettangolare e a due cisterne attualmente funzionanti. Queste scoperte hanno fatto ipotizzare alla presenza sul sito di un Santuario dotato di un porticato e di locali di servizio. Trai ritrovamenti più interessanti troviamo una scalinata con una pietra calcarea che riporta la seguente iscrizione:

M(arcus) ALLIVS L(uci) F(ilius) L(ucius) ALLIVS P(ubli) F(ilius)

CVRAT(ores) PEQ(uniae) COLV(mnas) GRADUS ET PAVIMENTVM FACIVNDVM

Gli studiosi locali hanno interpretato questa incisione come indicativa della presenza di due personaggi della gens Allia, Marco e Lucio, che in qualità di magistrati di questo luogo di culto e amministratori delle finanze del Tempio si erano occupati di gestire la costruzione del pavimento, delle colonne e dei gradini.

Inoltre, è stato interessante anche il rinvenimento di alcuni oggetti, tra cui una moneta d’argento di Neapolis del 300 a.C., che ha portato ad ipotizzare che il sito sia stato frequentato dal IV al I sec. a.C.

 

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Il collegamento tra il Santuario e la Divinità Ercole è rafforzata dalla presenza, a soli 250 metri di distanza dal sito, della chiesa edificata nel XIV secolo e dedicata a San Cristoforo, santo che si ritiene spesso associato in sovrapposizione al culto di Ercole.

Il culto di Ercole è particolarmente diffuso in questi luoghi, in quanto secondo un’antica leggenda l’origine di Itri deriva dalla presenza nelle paludi del territorio dall’Idra di Lerna, un mostro mitologico dotato di nove teste ucciso proprio da Ercole nella sua “seconda fatica”.

Inoltre, è interessante anche evidenziare che il sito archeologico appena descritto è ubicato ai piedi di Monte Grande, un territorio che in età romana apparteneva alla citta di Fondi la cui fondazione è attribuita proprio a Ercole.

 

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Secondo il mito, che colloca temporalmente la vicenda a cinquant’anni prima dalla guerra di Troia, sarebbe stato Ercole a sconfiggere il gigante Caco e a costruire nel luogo in cui avvenne l’uccisione la città di Fondi, in memoria dell’accaduto.

A Vienna è conservata un’antica statua denominata “Ercole Fondano” che raffigura un giovane senza barba che brandisce una clava e che richiama alla mente proprio l’accadimento appena descritto chiamato con il nome di “decima fatica”.

Pur conoscendo bene questi territori, ho scoperto solo di recente questo luogo e ne sono rimasta piacevolmente affascinata e incuriosita da tutti i miti e le leggende che collegano non solo queste zone, ma l’intero Lazio, al figlio di Giove. Continuerò ad esplorare e a fare ulteriori ricerche ampliando l’area e spero con questo breve articolo di aver destato anche la vostra curiosità!

 

Isa

 

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Un racconto degli anni passati

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Quando ero piccola la televisione era una vera rarità. Era uno scatolotto grigio con due antenne che i miei genitori allungavano o direzionavano per vedere meglio le immagini.

Le immagini erano per lo più puntini grigi e bianchi, era in bianco nero. Per accenderla e cambiare i canali c’erano 5 bottoni alti circa 5 cm da premere con forza.

Col passare degli anni la TV è diventata a colori. Nel mio parentato eravamo gli unici ad avere la TV e quindi mio papà invitava a volte i suoi fratelli a vedere i film colossi che trasmettevano di solito a Pasqua o a Natale.

Per noi bambini la TV era una tortura perché quando era accesa dovevamo stare in silenzio, quindi durante il telegiornale delle 19 e al sabato sera quando in TV c’erano le ballerine o comunque qualche spettacolo che non ricordo perché non mi interessava.

Noi bambini abbiamo iniziato a guardare la TV circa verso i 6-7 anni. (1980 circa). Alle 16 in punto e solo in quell’orario c’erano i cartoni animati e non tutti i giorni, solo da lunedì a venerdì. C’era bim bum bam con Bonolis, guardavamo Candy Candy, oppure Chobin, ma se non ci piaceva il cartone trasmesso l’unica alternativa era spegnere.

Crescendo l’ offerta è aumentata e anche alla sera c’era GiG robot o Daytan che a me non piacevano, ma li guardava mio fratello, oppure le serie TV come Hazzard.

Fra parentesi tutti i cartoni avevano delle sigle bellissime con delle cariche emotive molto forti, alcune le conservo ancora e mi emozionano moltissimo anche oggi.

Questa è una delle mie preferite, porta con sé molti ricordi di giochi con i miei coscritti di supereroi invincibili.

Chi mai spezzerà le nostre catene? Chi mai fermerà la follia sopra la città? https://m.youtube.com/watch?v=xKbtq9kvoKg

Comunque alcuni cartoni erano dei capolavori e ti portavano a emozioni incredibilmente alte, altro che Peppa pig!!!

Io sono nata e cresciuta in un piccolo paese montano di 500 persone. Dagli ultimi anni di asilo ( oggi si chiama scuola materna) alle elementari, fatte nel paese, eravamo in 8 bambini che vivevano nella parte di paese dove abitavo io.

Questi ricordi che narro risalgono alle elementari.

La mattina io e mio fratello indossavamo il grembiule nero e alle 7.30 correvamo a scuola veloci perché il primo ad arrivare, di tutta la scuola – 5 classi – aveva il premio di sbattere i cancellini della lavagna, la bidella ci lasciava tirarli sui muri e questi lasciavano i segni del gesso rotondi.

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La scuola aveva un profumo speciale, alle 10 ci davano la merenda che era un cartoncino di latte da bere mentre le maestre mettevano su la moka e tutto profumava.

Dopo i pranzi fatti dalla mamma ( le mamme erano tutte casalinghe) e un pochino di compiti si andava a giocare. Scendevamo liberi in strada come gli uccelli a correre e urlare fino a quando calava la sera. Alle 16 in punto mia mamma, ma anche le altre mamme, ci buttavano dalla finestra un panino imbottito per merenda.

In caso di pioggia qualche volta rientravamo a casa per vedere i cartoni delle 16, ma non ci fermava certo la pioggia.

A volte andavo con mia zia, una maestra, a portare o a riprendere il nonno al bar nel paese principale dove giocava a carte con altri uomini. Era un evento importante per me perché le macchine erano pochissime in circolazione e mia zia l’aveva perché appunto era una persona importante : una maestra. Era una 127 o 126 non ricordo, verde. Mi piaceva moltissimo e mi sentivo importante anche perché il nonno era il più anziano del paese.

Il sabato pomeriggio le suore ci aprivano i cancelli e potevamo giocare liberamente nei campi da tennis, oppure con il calcetto oppure avevano moltissimi giochi da tavolo e anche il pianoforte.

Il sabato era anche il giorno del bagno. Rigorosamente alle ore 16. Mia mamma accendeva lo scaldabagno e noi avevamo il compito di mettere la legna e dovevamo stare attenti alla lancetta rossa perché poteva scoppiare tutto. Poi potevamo fare un bagno caldo e giocare nell’acqua e ovviamente lavarsi.

La prima doccia è arrivata in quegli anni e mia zia è stata la prima del paese ad installarla in casa! Mi ricordo che in pompa magna siamo andati a provarla.

In casa mia è arrivata moltissimi anni dopo, ero già alle superiori!

La domenica pomeriggio spesso la passavamo dai nonni e le prozie in un altro paese ed era sempre una festa perché noi eravamo gli unici bambini e la nonna mi preparava sempre una ( UNA!) caramella e la prozia mia adorata spesso preparava lo strudel con la pasta matta.

Invece le domeniche estive erano completamente dedicate alle escursioni in montagna, non certo a prendere il sole, ma a fare lunghe camminate anche molto complesse per dei bambini. Mia mamma raccoglieva l’arnica per fare l’unguento per i dolori muscolari oppure delle erbe da cucinare a cena. Poi i pastori hanno iniziato a portare su in alta quota anche le mucche quindi non li abbiamo più raccolti. Altro che centro commerciale!

Mio papà e mio fratello costruivano sempre attrezzi “tecnologici” io ero spesso esclusa e rimanevo a guardare. Un giorno avevano costruito questa radio ed erano stati intercettati da qualche forza dell’ordine. Io mi ricordo che i miei erano spaventati da questo, infatti poi mio papà mi ha detto, proprio settimana scorsa, che era il periodo in cui cercavano Moro.

Tutti i bambini, ma in generale in tutta la valle, crescevano con i nonni e con i papà a lavorare già da piccoli ed erano subito instradati ad essere autonomi in piccole riparazioni, conoscenze elettriche, manutenzioni varie e a gestire le coltivazioni, anche guidando i trattori, da piccoli. Al giorno d’oggi i giovani invece per me sono proprio delle talpe che non sanno fare nulla di tutto ciò, ovviamente la colpa non è loro ma anche della mentalità dei genitori che porta e spera sempre che i figli abbiano una vita migliore e quindi spesso rovinandogliela.

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Una figura molto importante era quella della maestra. La maestra era unica per tutte le materie e per tutti i 5 anni di elementari. C’era chi era fortunato e trovava una maestra severa ma corretta, altri invece trovavano il maestro che bacchettava le dita o ti faceva inginocchiare in un angolo per ore.

Ovviamente non esistevano tablet o telefonini.

Invece esistevano i computer e mio papà ne aveva comperato uno perché aveva deciso che era importante saperlo usare.

Avevamo dei giochi su un supporto tipo cassettina, ancora prima dei floppy disk. Caricavano in circa 20 minuti.

Il telefono era a fili, appeso al muro.

In casa non esisteva il riscaldamento . L’ unica fonte di calore era il focolare a legna e avevamo anche una piccola stufa a cherosene. Io sinceramente non ricordo di aver mai patito il freddo, ma i primi di gennaio tutti ci riunivano a festeggiare il nonno al suo compleanno e mio papà doveva continuare a correre a casa per fare scorrere l’acqua nelle tubature per evitare che si ghiacciasse e rompesse tutto.

La luce elettrica era molto ballerina, è diventata stabile verso la fine delle scuole medie. Moltissime sere le passavamo al buio oppure alla luce di candela.

Durante la settimana non avevamo la macchina perché mio papà lavorava nel capoluogo di provincia e portava la macchina alla stazione del tram perché non c’erano collegamenti per arrivare al nostro paese. Quindi noi andavamo al paese vicino, il capoluogo di valle, sempre a piedi. Questo è continuato per moltissimi anni, anche con gli amici dovevamo scendere al paese per andare al bar oppure in discoteca spesso di notte, anche con molti gradi sottozero. Erano circa 3 km ma in dislivello molto forte.

Al giorno d’oggi non è molto cambiato perché la “ vita mondana” è ancora nel capoluogo di valle e i mezzi pubblici non ci sono, invece per fortuna, visto l’incremento di auto, ci sono i trasporti fatti dai genitori.

Ho sempre avuto moltissimi animali, i conigli, le galline, anche una capretta. Mia mamma mi dice sempre che lei ci ha insegnato come nascono i bambini osservando le mamme gatte partorire!

 

fiamma

 

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L’avanzamento della tecnologia

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Proprio qualche giorno prima che uscisse questo gioco sul nostro vissuto degli anni passati, stavo proprio raccontando ai miei figli nati agli inizi del 2000 come alcune normali comodità di oggi ormai date per scontate, non lo erano affatto negli anni 80. A quell’epoca avevo circa 10 anni e a settimane alterne passavo l’intero week end con mio papà, mio fratello a casa della nonna paterna con la quale mio papà era tornato a vivere dopo la separazione da mia madre. Vivevano in una “casa” di ringhiera di sole 2 stanze. Una era la camera da letto con 3 lettini singoli dove dormivamo io, mio fratello e la nonna, rigorosamente senza riscaldamento perché nell’altra stanza c’era una stufa a gas sulla quale si cucinava e che doveva scaldare anche la camera da letto ma ricordo era sempre freddissima. Mia nonna ci preparava la bull dell’acqua calda per scaldare il letto anch’esso sempre ghiacciato, quelle lenzuola gelide… non posso scordarle. La stufa aveva 3 sportelli, tipo forni piccoli che tenevano aperti e ci appoggiavano sopra i piedi per scaldarli. Ricordo ancora il profumo di agrumi che sprigionano le bucce dei mandarini sopra la stufa bollente. Il lavandino era con un solo rubinetto e ovviamente non vi era l’acqua calda ma solo fredda, gelida per l’esattezza. Al nord gli inverni erano belli tosti. Al mattino dovevo lavarmi la faccia con l’acqua di quel rubinetto perché non ci si lavava la faccia con l’acqua calda se no non ci si svegliava bene. Per lavarsi il corpo si faceva scaldare l’acqua sulla stufa e ci si lavava a pezzi, con un catino. Il bagno era esterno, 1 metro quadrato scarso, cioè una turca comune condivisa con gli inquilini delle altre “case” di ringhiera. La porta della turca era di legno grezzo, era corta, cioè rimanevano circa 10 centimetri di spazio in basso e circa 20 in alto, richiudibile con un gancio a chiusura 180 gradi e senza luce, si andava con la candela di sera quando era buio, poi per fortuna mia nonna si munì di una pila a batteria perché la candela si spegneva e si rimaneva nel buio completo. Che paura che avevo a percorrere il corridoio buio per andare alla turca….poi quando mi si spegneva la candela ero completamente terrorizzata. Se di notte ti scappava pipì, la nonna ti prestava il suo vasino che teneva sotto il suo letto, perché andare fuori fino alla turca, di notte soprattutto in inverno almeno ce lo risparmiava. Nella stanza della stufa c’era anche un piccolo fornello a gas , il lavandino (con quell’acqua gelida indimenticabile), un paio di mobiletti, una credenza, il tavolo con le sedie e un letto singolo dove dormiva la sera mio papà mentre di giorno fungeva da divano. La televisione era in bianco e nero con un’antenna regolabile per cercare gli unici 3 canali rai del momento dove al sabato sera si guardava Pippo Baudo in “Fantastico”. Qualche volta al pomeriggio, quando pioveva, riuscivano a beccare un canale che trasmetteva Heidi, il cartone animato, ma ovviamente tutti i canali erano disturbatissimi. Se non pioveva si giocava in cortile insieme agli altri bambini a nascondino o con la palla o con qualsiasi cosa ci ispirasse, come scavare per esempio, facevamo un buco nella terra per vedere se ci fosse qualche verme o ci inventavamo di trovare oro. La tecnologia era realmente limitata. Mia nonna non aveva neppure il telefono di casa i primi anni che uscì in commercio. Poi più avanti riuscì ad averlo. Era con la rotella per comporre il numero e si poteva chiamare in città senza comporre il prefisso. Le interurbane, nelle quali dovevi digitare il prefisso erano molto costose. Il telefono era considerato un lusso all’inizio degli anni 80. Raccontare questi aneddoti mi fa sorridere e i miei figli sono increduli. In effetti sono cose d’altri tempi. La tecnologia ha fatto in troppo poco tempo passi da gigante pazzeschi e ora so che questa velocizzazione di “scoperte ultratecnologiche” hanno lo scopo di manipolarci e controllarci per poterci sottomettere sempre più.

 

Faby

 

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Ragazzi senza cellulare

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La mia generazione, quella nata negli anni ’80 è stata una generazione di passaggio che ha vissuto il cambiamento dell’era digitale all’età di 20 anni.

Sono felice di aver vissuto l’infanzia, l’adolescenza fino a raggiungere la maggiore età senza tutti questi dispositivi a cui siamo legati nel presente.

Da bambina mi inventavo un sacco di avventure, mi piaceva creare cose e mi piaceva sempre tanto conoscere nuove persone. Quando ero in vacanza con i miei genitori facevo molte nuove amicizie (anche con chi non parlava la mia lingua!) e con molti di questi bambini continuavo a mantenere i rapporti scrivendo delle lettere. Com’era bello sia scriverle che… aspettarle! I tempi non erano sicuramente rapidi, ma quanta emozione provavo ad andare a prendere la posta nella speranza di ricevere una lettera e quando arrivava quanta gioia: aprire la busta e leggere con calma ogni parola. Poi prendere carta e penna e rispondere, andare dal tabacchino a prendere il francobollo e imbucarla nella cassetta della posta. Quel gesto aveva un qualcosa di definitivo. Mi piaceva davvero tanto questa cosa delle lettere, mi piaceva vedere la scrittura delle persone e come scrivevano, cosa raccontavano.

Questa passione mi è poi rimasta negli anni: avevo tantissimi rapporti epistolari anche con amici che vedevo ogni giorno! E mi emozionavo così tanto, certo, nei casi in cui ci scambiavamo le lettere a mano era un’altra cosa, ma aprire i fogli piegati e leggerne il contenuto era sempre bellissimo. Ho continuato a scrivere anche dopo l’avvento di internet, poi la cosa è andata piano scemando.

Oggi con le mail non si vede più la scrittura (che a mio avviso racconta anche molto di una persona), non c’è più nulla di fisico e tangibile, qualcosa che rimanga negli anni e che non venga sepolto tra i brevi messaggi virtuali. C’è della distanza. Manca completamente quella dolce attesa e quella grande emozione ad aprire la busta, a leggerne il contenuto.

Un’altra cosa da non trascurare era la mancanza del cellulare: forse adesso uno non ci pensa ma allora era molto più facile contattare qualcuno di adesso! Oggi ognuno ha un numero di cellulare anonimo ma un tempo… c’erano gli elenchi telefonici! Quindi se tu sapevi come si chiamava e dove abitava una persona facevi molto presto a cercare in quei libroni che ti venivano recapitati a casa dall’unica compagnia telefonica che esisteva. C’era di solito il nome del padre di famiglia (che magari non conoscevi) ma andavi per tentativi, mal che andava facevi due chiacchiere con qualcuno e magari scoprivi che la persona che cercavi era un nipote o il cugino!

Poi quando eri adolescente e volevi parlare con qualche ragazzo c’erano un sacco di ostacoli. Innanzitutto chiamavi a casa sua e non sapevi mai chi ti rispondeva, la madre, la sorella… chi lo sa! Poi se volevi un momento di privacy era un disastro perchè di sicuro non potevi andartene in giro con il telefono fisso. Però ripenso con nostalgia a quei momenti e alle emozioni vissute, perchè sentirsi al telefono non era poi così scontato o comune come lo è oggi.

 

Tara

 

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Aggiornamento testimonianza vax

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Ha avuto un tracollo quasi di botto e dopo poco più di due settimane questa mattina è arrivato al capolinea di questa vita. Aveva quasi 89 anni, è vero, ma aveva una resistenza davvero fuori dal comune, senza quella merda sarebbe ancora qui, ne sono certa. L’azione criminale è stata fatta col terrore, solo per mezzo di questo tante persone anziane hanno accettato la sperimentazione, come ben sappiamo. Proprio poco fa, proprio oggi, ho letto che qualcuno, anche nel mondo della medicina, comincia a sollevare la questione e, pare, le recidive delle persone che hanno fatto la terza dose del siero sono particolarmente numerose proprio per i melanomi, dando origine a diverse metastasi, esattamente cosa è accaduto a mio suocero. Qui il link all’articolo https://lanuovabq.it/it/vaccino-e-tumori-lallarme-delloncologo-pentito#.Y9O9AyP7hHs.whatsapp Grazie a voi tutti per darci la possibilità di raccontare, è l’unica cosa che può servire a chi è disponibile ad ascoltare.

 

tammy

 

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La libertà prima della tecnologia

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È con immensa gioia che mi dispongo a scrivere le mie “memorie” d’infanzia e di gioventù. Sono felice che ai giovani interessi sapere come si viveva 40 o 50 anni fa. Partirò dicendo che noi ultra50enni, siamo stati meno colpiti dal lokdown perché nella nostra memoria esistono vissuti che ci hanno permesso di affrontare la situazione grazie alle esperienze di gioventù. Per noi ritrovarsi stile carbonaro, facendo il passaparola invece che usando i social, stare in posti senza luce ne riscaldamento, ripartire con coltivazioni di terreni e recuperando vecchie competenze ormai abbandonate, è stato emozionante e stimolante. Intanto, noi che non avevamo YouTube che ha un tutorial per tutto, per imparare dovevamo fare esperienza diretta, sporcarci le mani, sbattere la testa, provare, sbagliare e riprovare. Oppure avere la fortuna di conoscere qualcuno che già sapeva, e che ci poteva insegnare. Noi ragazzine, praticamente tutte, sapevamo lavorare all’uncinetto, io mi facevo i maglioni ai ferri, ricamavo e cucivo vestiti. Si, perchè adesso cucirsi un vestito non conviene più con tutte le cineserie a basso costo che si trovano in giro. Ma negli anni 70 un buon vestito costava, e noi copiavamo i modelli e ce li cucivamo da sole. Quei vestiti avevano la nostra anima, ne andavamo orgogliose, li apprezzavamo. E il risparmio era notevole. Le persone anziane erano fonte di saggezza e informazioni, non come ora che vengono depositate al ricovero. Le famiglie erano molto più unite, ci si aiutava e tutti avevano una mansione in famiglia. Io giovane mamma, ho potuto tenere con me le mie figlie e le nonne mi hanno molto aiutata a crescerle. Comunque, la mancanza dei tutorial, faceva sì che noi avessimo una grande capacità di risolvere i problemi, perché ti dovevi ingegnare per tirarti fuori dai casini o anche solo per realizzare una qualsiasi idea. Eravamo creativi, ci sporcavamo, giocavamo nel fango e nella polvere. D’inverno mi divertivo tantissimo quando nevicava, uscivo fuori e stavo con l’abbigliamento di lana che si bagnava a giocare fino al tramonto, quando rientravo avevo un inizio di assideramento ai piedi e alle mani ma tanta gioia nel cuore. Ci era permesso anche farci male nel senso che non eravamo iperprotetti, ma lasciati un po’ allo sbando, e i rischi che si correvano erano di sbucciarsi un ginocchio cadendo dalla bici, o di farsi un occhio nero con una pallonata! Avevamo sempre qualche crosta sulle gambe e sulle braccia. Ci trovavamo in strada e in piazza e c’erano i gruppetti rionali, perché eravamo territoriali si stava ad una certa distanza da casa e poi ci si trovava tutti a scuola insieme. Con il grembiulini tutti uguali e la maestra che ti cazziava di brutto se non studiavi o se ti comportavi male. E poi i genitori a casa mica tenevano le nostre parti, la maestra aveva sempre ragione, quindi si rigava dritto perché le punizioni arrivavano da tutte le parti. Ma questo non faceva di noi dei repressi, semplicemente avevamo rispetto. Poi eravamo trasgressivi a modo nostro e di marachelle se ne facevano a gogo.

A 17 anni conobbi il ragazzo che diventò mio marito. E lui partì militare. Il telefono era nel salotto e le telefonate costavano care, un tanto a scatto, quindi dovevano essere brevi se no poi arrivavano bollette salate, inoltre tutta la famiglia sentiva cosa ti dicevi. Allora ci scrivevamo. Mi chiudevo in camera mia e carta e penna mettevo giù i miei sentimenti sul foglio. Con emozione. Poi il giorno dopo andavo in tabaccheria compravo il francobollo e spedivo. E stavo lì nei giorni seguenti ad aspettare la risposta. Passava una settimana, anche due. E nel frattempo si viveva di fantasie e farfalle nello stomaco. Ho ancora nel cassetto quelle lettere, anche ora che ormai sono divorziata da anni. Ma l’innocenza e l’emozione che sono impresse li, non le troverai mai nei messaggini in tempo reale di oggi. La cosa che mi manca di più è la libertà assoluta di quando non c’era il cellulare. Uscivi di casa e nessuno più ti poteva cercare, nessuno ti disturbava o ti controllava, non era possibile. Era libertà, quella libertà a cui abbiamo rinunciato tenendo il telefonino sempre in tasca. E i genitori non andavano in paranoia per 10 minuti di ritardo. Però ti mettevano in punizione.

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E vogliamo parlare della tv? Ce n’era solo una in bianco e nero ed era nella casa dei nonni. Comunque i programmi iniziavano alle 16 con la tv dei ragazzi. Prima non c’era nulla, non c’erano trasmissioni. E un solo

canale che trasmetteva. E il pulsante di accensione e la manopola del volume niente telecomando. Ora non ricordo se i programmi per ragazzi duravano un’ora o due. Ma non di più. Ma ci pensate quanto tempo libero da utilizzare con fantasia e creatività…dovevamo per forza trovarci tra amici per passare il tempo, oppure rimanere in solitudine con un libro da leggere. Niente tv, niente internet, niente telefonino, niente di niente! Secondo me ogni bambino di oggi dovrebbe avere il diritto di fare quella esperienza.

Avevo un vicino di casa, un signore che viveva con la sorella, che adorava i bambini. E io andavo sempre da lui a farmi gonfiare la bicicletta. E lui era sempre molto gentile con noi bimbi e ci invitava ad andarlo a trovare. Avevo forse 8 o 9 anni, all’epoca di questo ricordo. Un giorno mi disse di scendere con lui in cantina, e io lo seguii. E mi ritrovai schiacciata contro la parete con lui che si strusciava su di me. Ero piccola non capivo, ebbi molto fastidio e la voglia di scappare via. Mi sentivo intrappolata. Non andò oltre, non so se io mi misi a urlare o se qualcuno da fuori lo chiamò, comunque, con lui in cantina non scesi mai più anche se con quel suo atteggiamento viscido e gentile me lo continuava a chiedere. Solo anni dopo capii il significato di quell’atteggiamento. Ritorno sul concetto di libertà perché noi eravamo molto più liberi dei ragazzini di oggi. Non c’era modo di controllarci, e i grandi erano molto meno apprensivi. Dovevamo obbedire alle regole, e lo facevamo nei limiti in cui non potevamo farne a meno, ma come giravi l’angolo era libertà allo stato puro. E voglio raccontare anche questo, che se lo fai oggi ti arrestano. A 17 anni, mio cugino mi insegnava a guidare la sua macchina che non era per neo patentati ma era un macchinone. E si andava per le provinciali in totale incoscienza. Eravamo pazzi. Dei mei amici una sera rubarono la macchina del padre per andare in discoteca, e al rientro si trovarono davanti una pattuglia dei carabinieri. Non si fermarono perché erano senza patente e scapparono via. I carabinieri gli spararono contro. Erano i tempi delle brigate rosse, gli anni di piombo, dell’uccisione di Aldo Moro, dei Ragazzi dello Zoo di Berlino. La cosa non ebbe conseguenze, le famiglie erano facoltose e tutto finì con una ramanzina. L’eroina era molto diffusa, come il CRAK e l’LSD. Avevo più di un amico dipendente, alcuni sono morti, altri ne sono usciti, altri si sono bruciati il cervello e sono tutt’ora in centri protetti. Ah e il fumo delle sigarette? Nei locali si poteva fumare e c’era una cortina di nebbia densa di fumo. Al cinema stesso discorso, c’era il proiettore e davanti al fascio di luce vedevi passare queste nubi di fumo quasi fossero delle aurore boreali. Si respirava fumo ovunque. I professori in aula fumavano, i genitori in casa, i ragazzini di 10 anni di nascosto. Anche viaggiare era un’avventura. Costava caro, mica cr’erano i voli low cost..solo il treno. Ricordo una vacanza avevo 18 anni, con un’amica ci facemmo una settimana di vacanza in autostop. Attraversammo tutto il nord Italia. Ai caselli dell’autostrada, guardavamo i conducenti e poi chiedevamo un passaggio a chi ci ispirava fiducia. L’auto-stop era molto diffuso all’epoca. Eravamo ingenui e un po’ imbranati perché non potevamo confrontarci con gli influencer o con gli attori della tv. Ma eravamo molto più veri, con le nostre paure, le nostre inesperienze, la nostra goffaggine. Ogni cosa la imparavi attraverso un rapporto diretto con altre persone, attraverso i racconti e le esperienze dei più grandi oppure sbattendoci il naso. Ma sempre e comunque attraverso un contatto umano, nel bene e nel male. Voglio però anche scrivere questo: io ero molto affascinata dal paranormale, ma non c’era alcun modo per me di trovare informazioni o contatti o guide . Tutto quello che sentivo, arrivava dal mio cuore, dalla mia anima, avevo un contatto diretto con lei. Purtroppo, la abbandonai, perché non fui in grado di capire, mi spaventai e non ebbi modo di trovare alcuna guida o insegnamento valido. Solo le bugie della chiesa. E concludo con un immenso ringraziamento ad Angel Jeanne e ACD perché Lei invece è stata molto brava a seguire le sue intuizioni, fino ad insegnarle a noi. E se anagraficamente io sono più vecchia, devo rendere atto che Angel è molto più matura e saggia di me. E se la vita per noi era più libera con meno controlli, era anche molto limitata riguardo ad idee e informazioni che era impossibile reperire. Per cui ci indottrinavano e noi credevamo, perché non potevamo provare il contrario anche se quello che ci insegnavano non ci piaceva. Al massimo diventavamo ribelli e facevamo il contrario per partito preso. Ho vissuto nel tormento per questo, perché in me sentivo la falsità degli insegnamenti tradizionali della chiesa e dei miei genitori, ma siccome tutti dicevano le stesse cose, finii per sentirmi stupida e disadattata. E solo anni dopo ho cominciato ad allargare i miei orizzonti seguendo le mie vere aspirazioni. Rimpiango quegli anni perché erano veri nel bene e nel male non c’era tutta questa maledetta artificialità, anche se a partire dal dopoguerra già il progetto era in atto. Hanno fatto si che la gente guadagnasse soldi e pensasse al denaro e al benessere così che fosse molto distratta e non vedesse i loro piani.

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Ma c’era un ospedale in ogni paese, con pronto soccorso e sala operatoria. Non erano così specializzati, ma l’assistenza medica era capillare e i medici di famiglia c’erano sempre. Li chiamavi e venivano a casa. Non facevi mesi di coda per un esame specialistico. Ma ci vaccinavano a scuola, tutti in fila in aula. E ricordo anche le visite per valutare la buona salute, veniva a scuola il medico e ci controllava la schiena e la postura l’altezza e il peso. Negli ospedali c’erano le suore che dirigevano le infermiere. E l’anno dell’Austerity, quando il governo disse che eravamo senza benzina e quindi si viaggiava a targhe alterne e le domeniche erano assolutamente vietate a qualsiasi mezzo a motore. A noi ragazzini piaceva un sacco perché si andava in strada in bici e pattini a rotelle in piena libertà. Comunque il numero di macchine in circolazione era un decimo di quelle di oggi. Ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia, ma per ora mi fermo qui. Ho bellissimi ricordi di quegli anni.

 

Stella d’Oriente

 

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La mia infanzia

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Sono nata negli anni sessanta perciò dico subito di avere superato abbondantemente i cinquant’anni da qualche anno. L’infanzia ai miei tempi era totalmente diversa rispetto ad oggi. Tante cose non esistevano e soprattutto non era nemmeno pensabile che la tecnologia facesse così tanti progressi in pochi anni ( progressi che come tutti sappiamo molto spesso servono solo a controllarci e danneggiarci). Sono nata in Germania dove ho vissuto per nove anni e dove ho studiato fino alla terza elementare. Ad un certo punto mia madre nel 1975 muore per una malattia acuta provocata da un virus contratto con una trasfusione. Mio padre a quel punto ci porta tutti e tre in Sicilia dove lui era nato. Per me è stato un salto indietro nel tempo. In Germania esistevano grandi centri commerciali dove si entrava con la macchina e in Sicilia c’erano ancora i carretti trainati dai muli. Ho dovuto imparare l’italiano e ricominciare la scuola dalla materna per imparare l’italiano. Intanto vivevo con i miei fratelli a casa di mia nonna materna che abitativa in una zona un po’ fuori città. Mi ricordo che ho iniziato ad avere delle amiche con le quali giocavo. Intanto mio padre si è fidanzato con una donna che è diventata la mia seconda mamma. La sera spesso dormivo a casa sua che aveva il letto in una nicchia nel sottoscala. Intanto iniziavo a conoscere altri bambini con i quali giocavamo per strada a nascondino, palla avvelenata, e ogni tanto andavamo a casa di qualcuno a giocare con le barbie che mi piacevano tantissimo. Amavo cucire i vestiti con dei pezzi di stoffa. Ma la cosa che più di tutto mi piaceva era la campagna e scoprire animali che in Germania non esistevano. Mi piaceva costruirmi capanne dove con le mie amiche giocavano fingendo che le bambole fossero i nostri bambini. La domenica naturalmente si andava a messa e i genitori ci davano la mancia (500 lire) con cui mi compravo o il profitteroll o le patatine. Il pomeriggio soprattutto d’estate per fare merenda la mia seconda mamma mi faceva degli sfilatini con il salame che prendeva nella piccola bottega vicino casa perché ancora non c’erano i supermercati. C’è da dire che i rapporti tra le persone esistevano e non erano virtuali come adesso. C’era il tempo di frequentarsi fare due chiacchiere. Da bambina a volte mangiavo a casa delle amiche o loro mangiavano da me e a casa giocavamo di solito con le bambole oppure al parrucchiere e ci facevamo le acconciature, ci truccavamo. Un altro gioco era suonare i campanelli e scappare. D’altronde qualche monelleria la facevamo. Con i miei fratelli mi divertivo a giocare a indiani contro cowboy o fingevamo che il mio letto era una nave pirata. Comunque noi da bambini giocavamo per strada e giravamo da soli la città cosa adesso impensabile. Andavamo in giro per la campagna e mi ricordo che a maggio c’erano delle bellissime margherite gialle che usavano per addobbare i carri per la festa del primo maggio. Per le varie festività di solito si andava in campagna o al mare e noi bambini ci divertivamo a correre come dei matti e scoprire da soli la natura. Una volta i genitori erano meno apprensivi e ci lasciavano più liberi di muoverci . Avevamo tanto tempo per giocare perché non facevamo mille attività extra scolastiche e non avevamo la marea di compiti che oggi le maestre assegnano ai bambini. Avevamo più fantasia nei giochi perché non avevamo granché aldilà della bambole e delle macchinine per i bambini. Un elastico poteva diventare un gioco fantastico e lo era davvero. Per incontrarci dovevamo andare a casa degli amici perché quasi nessuno aveva il telefono. C’erano le bande di bambini e ci si divertiva molto. L’infanzia era più avventurosa. Oggi purtroppo i bimbi, non fanno una bella vita. Passano i loro giorni davanti la tv in casa o a fare video giochi anche se per chi non viene mandato nelle scuole di regime e frequenta le scuole parentali va un po’ meglio. Ma penso che la libertà che avevamo noi da bambini non ce l’avranno mai. Sin dalla nascita vengono indottrinati dalla scuola per diventare dei bravi soldatini.

 

saray

 

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l’Italia tra gli anni ’50 e ’80

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Mi sono accorta che do per scontato che le persone conoscano come era la vita in Italia dagli anni’50 agli anni’ 80 presuppongo che chi è molto giovane abbia avuto un parente un amico che glielo abbia raccontato. Ma in effetti non è sempre così e anche trovare persone a cui piace raccontare e condividere la propria vita non è sempre facile. Mia mamma ha vissuto l’infanzia negli anni ’50 e io negli anni’ 80 e già in trenta anni le cose sono molto cambiate.

Mia madre abitava in una cascina sperduta in mezzo alla campagna. Suo padre era invalido e non poteva lavorare e mia nonna lavorava in campagna facendo la mondina. Abitavano in una casa data a loro dal suo padrone che era un proprietario terriero. Il “padrone” aveva molti dipendenti ed ad ognuno di essi aveva assegnato una casa. Non c’era il bagno, utilizzavano un vaso e poi buttavano tutto in una specie di discarica. Prendevano l’acqua dal pozzo e si lavavano nei catini. Si riscaldavano con il cammino a legna e cucinavano sulla stufa. Non si comprava niente ma mangiavano le verdure dell’orto, le galline e i polli che allevavano, tante uova e il latte si prendeva dalla mucca della stalla. Non si chiudeva mai la porta d’ingresso e tutti dividevano con gli altri .

Mia mamma è sempre molto felice quando mi racconta di quei tempi: anche se le persone erano povere e non possedevano niente erano più contente e nessuno soffriva di depressione. Questo da piccola mi aveva colpito molto.

Negli anni ’80 ormai avevamo tutti i confort quindi luce, riscaldamento, acqua e bagno in casa. Per capire bene quegli anni bisogna che si provi a immaginare di vivere senza tecnologia senza cellulari, computer, iPad, videogiochi, solo la televisione a colori che però veniva molto razionata: i cartoni animati dalle 16 alle 18 e la sera decidevano i miei cosa vedere il telefono, c’era solo quello in casa con la rotella per comporre il numero ma si poteva usare molto poco e la radio che aveva il mangia cassette dove si registravano le canzoni per riascoltarle all’infinito. Iniziavano alimenti industriali come brioche e merendine e si comprava nelle botteghe di paese solo successivamente nelle città hanno cominciato a nascere i primi supermercati, mio papà faceva l’orto e produceva tantissime verdure. Sono cresciuta in un paese molto piccolo dove la mentalità era molto chiusa e influenzata dalla chiesa. Tutti dovevano andare in chiesa non c’era nessuno che non andava e tutti facevano catechismo e i sacramenti. Nessuno andava a convivere e tutti si sposavano in chiesa, rimanere incinta prima del matrimonio era uno scandalo!!! L’economia era in ascesa, si trovava lavoro dappertutto e questo aveva fatto in modo che la gente vivesse discretamente. Mi ricordo che la ditta dove lavorava mio papà era andata in fallimento e quando chiuse mio padre trovò subito lavoro nella ditta di fronte. Nel paese dove abitavo vi erano le scuole elementari che poi hanno chiuso perché i bambini erano davvero pochi e per le sue condizioni igieniche e strutturali pessime. Però sono riuscita a fare tutti i cinque anni. La scuola che frequentavo aveva dei punti in cui la struttura presentava crepe e non era molto stabile, per non parlare dei bagni: al suo interno erano sempre malfunzionanti per le condutture molto vecchie e dal vaso a turca uscivano i serpenti milord. Dietro la scuola c’era un grande spazio verde per giocare che si affacciava sulla campagna dove si usciva nell’intervallo, peccato che l’erba era molto alta e anche quì vi erano tantissimi milord che mi facevano molto paura. Quando raccontavo a mia mamma tutto questo mi diceva che eravamo in compagna ed era normale trovare serpenti.

Ma fortunatamente nessuno di noi è mai stato morso dai milord. Adesso una scuola così verrebbe chiusa all’istante. Crepe e milord a parte ho un bellissimo ricordo della mia infanzia, ero sempre fuori a giocare all’aria aperta e a contatto con la natura e molto libera insieme con gli altri bambini, difficilmente un adulto ci controllava mentre si giocava. Ho visto, poi, negli anni il cambiamento e l’avvento della tecnologia a cui ho assistito passo a passo che mi è stata molto utile nello studio; mi ricordo che quando da piccola mi veniva qualche curiosità non avevo modo di riuscire a trovare risposta e qualche informazione, nel mio paese non c’era neanche la biblioteca. Adesso basta digitare una parola e si ha qualsiasi informazione e conoscenza.

Ma non avrei mai pensato che progredendo sarebbe aumentato anche il controllo e la manipolazione di massa, sicuramente ai miei tempi era molto difficile tutto questo. Ma non è la tecnologia il problema ma come viene usata. È utile conoscere il passato per avere un paragone e capire cosa sia meglio riprendere per iniziare a costruire un mondo migliore.

 

Niki

 

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Anni ’80

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Cara Angel quello che vorrei raccontarti degli anni 80 è soprattutto della sensazione di libertà che provavo in ogni momento. Quindi un’Italia vista dai miei occhi di bambina o ragazza. Compirò cinquant’anni tra un mese e ricordo che negli anni 80 facevo le elementari e poi ho iniziato le scuole medie. Stavo tutte le sere fuori a giocare con mio fratello e i miei amici d’estate. Davanti e dietro casa mia c’era un enorme campo di grano e il nostro gioco preferito era correre in mezzo al campo tagliato, (con i rami secchi che ci tagliavano le caviglie…) nasconderci dietro le balle di fieno, raccogliere per terra le pannocchie cadute dalla trebbiatrice, per riempirci la bocca di chicchi di grano per poi sputarli fuori dalla cerbottana. Lo so sembra uno schifo raccontato così, ma era un divertimento grandissimo riempirsi la bocca e centrare i miei avversari e poi correre ovunque senza pericoli. Passavo le giornate a giocare, durante l’intervallo alle scuole elementari ricordo che quando aprivano le porte cominciavo a correre come una disperata e facevo due giochi in particolare: o andavo dalle bambine e saltavo con l’elastico (quello usato per tenere su le mutande..) e quindi l’elastico si spostava a tutte le diverse altezze dalle caviglie alle ginocchia, alla vita fino ad arrivare alle ascelle al collo e si saltava in maniera diversa. Oppure i maschi facevano una palla di carta con uno scotch molto grosso per tenerlo insieme e semplicemente mi mettevo in mezzo e giocavo con loro. La sera si giocava a nascondino e quando calava il tramonto e tutto diventava più scuro… tutto diventava più divertente anche se era molto facile finire il gioco con le gambe a macchie rosse in rilievo a causa delle ortiche ovunque! Che male!!!! Ma poi si tornava dentro! Ad una certa ora poi si sentivano le urla delle mamme a tarda sera che ci richiamavano, ognuno nelle proprie case quando tutto era diventato buio e non ci si vedeva più… Mi commuovo a raccontarti di questa situazione perché dove abito io non può più esistere purtroppo, ora non capita più di vedere bambini che giocano insieme e fanno gruppone e urlano… ma sono tutti attaccati ai telefonini o alla televisione nel tempo libero. Davanti a casa mia già quando ero circa ventenne sono state costruite un sacco di villette a schiera. Mentre prima guardando fuori casa potevo vedere i campi sia davanti che di dietro, da allora da entrambi i lati si vedevano soltanto case. Prima potevo aprire la finestra e girare nuda per casa perché non c’era nessuno intorno, mentre poi, con le nuove costruzioni, le persone appena arrivate guardavano direttamente dentro casa mia. É come se tutto negli anni si fosse rimpicciolito. La sera andavo ad atletica con la bicicletta e comunque questo era il mio unico mezzo di locomozione e arrivavo dappertutto. Sentivo l’odore fresco dell’erba tagliata quando uscivo a correre con i miei compagni, il divertimento più bello era mettere le magliette bucate e i fuseau (i leggings di oggi..) magari tagliati a mano con la forbice, eri più figo se ti vestivi un po’ più sbadatamente…

Ti racconto queste cose perché esattamente come tutti gli spazi si sono rimpiccioliti, ora non è più ideale girare da soli la sera! Vedo mia figlia che ha una paura incredibile a spostarsi da sola appena cala il buio. E per quanto riguarda l’abbigliamento, è inutile che ti dica che l’immagine e ciò che si indossa ultimamente conta più per i ragazzi molto giovani di quello che in realtà si è dentro…Il possedere cose è diventata un bisogno primario. Per quanto riguarda la chiesa non ho mai fatto parte del gruppo dell’oratorio, non mi è mai piaciuto andare in chiesa e per quanto riguarda la mia esperienza personale da molto giovane, ricordo soltanto di un prete molto carino fisicamente, che è stato allontanato perché sembra avesse avuto una storia con una ragazza che frequentava l’oratorio. (Ovviamente allontanato non scomunicato… e poi non si poteva più toccare l’argomento). Ricordo la chiesa come un’istituzione che dava degli ordini, che bisognava seguire per essere ammessi all’interno di un gruppo. Le suore (altra meravigliosa categoria) molto rigide, sempre arrabbiate… quando sono stata obbligata a fare catechismo ai tempi dell’elementari, ricordo un episodio in cui la suora che ci faceva lezione, appena entrati in classe, aveva sentito qualcuno parlare di un film molto famoso ai tempi dal titolo “Uccelli di rovo” e lei come prima cosa (prima di salutarci) addirittura aveva cominciato a parlare male di questo film, perché chi l’aveva pensato era un eretico!

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Aveva fatto sentire in colpa tutti quelli che lo stavano guardando (tutti!). La trama del film era più o meno che il prete aveva avuto una storia con una donna e quindi lei era indignata per quello che raccontava il film, e per noi che ne stavamo parlando. Infatti aveva voluto sapere il nome di chi ne stava parlando e questa persona era stata messa in punizione e poi allontanata dall’aula. Come volesse essere una punizione esemplare. Poi ha voluto parlare con i genitori dicendo che fosse disdicevole che ragazzine della nostra età guardassero quel genere di film perché non poteva esistere questo atteggiamento…. E tutti a sentirsi in colpa…. E tutti a guardare il film!!! Chissà perché prendersela così tanto pensavo… “era solo un film!” Invece ora so che magari tentava in qualche modo do coprire lo schifo che la chiesa copriva e copre. Vorrei raccontare un evento di cui sono appena venuta a conoscenza. Si tratta di una donna di quarant’anni che mi ha raccontato con tante difficoltà, di essere stata molestata e violentata da un prete. Siccome era sempre silenziosa, e molto timida alle medie, il prete della sua parrocchia aveva consigliato a sua madre di portarla da lui tutti i pomeriggi perché aveva bisogno di essere esorcizzata, a suo dire. La mamma, molto intelligentemente la obbligava ad andare da lui tutti giorni… Non è mai entrata nei particolari ma ancora oggi fa fatica a lasciare andare le molestie di quell’uomo schifoso. Ha provato a dire qualcosa alla madre che però era depressa e non le ha creduto. Quella ragazzina, tanto ha fatto finché a 15 anni è riuscita a trasferirsi in un’altra città a vivere con una ragazza che faceva l’Università, per frequentare una scuola superiore lontanissima da casa. Penso che sia stata molto coraggiosa e so che sta lottando ogni giorno contro quell’esperienza che le ha lasciato dei segni molto forti. Mi sono talmente arrabbiata che ho provato ad andare in CTM con quel prete per “martellarlo” come potevo… Spero in qualche modo che sia servito a qualcosa. Ovviamente a lei non ho detto niente. Non mi è mai piaciuta la chiesa, e quel finto buonismo che accompagnava tutti coloro che la frequentavano lo odiavo ancora di più. Come fossero tutti già santi perché andavano in chiesa e soprattutto giudicanti verso il resto del mondo. D’altro canto la chiesa racconta falsità e giudizi che sono oltremodo lontani dalla realtà!!!! Tutti si sentono quindi di poter giudicare gli altri. A distanza di metri si sente la puzza della menzogna.

 

monicsme

 

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Infanzia anni ’80

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Voglio raccontarvi la mia bellissima infanzia vissuta negli anni 80, nulla a che vedere con l’infanzia che vivono i bambini di oggi. Conservo dei ricordi meravigliosi e sono felice di poterli condividere con voi. Provengo da una famiglia composta da 5 persone, mio padre mia madre e i miei due fratelli, abbiamo sempre vissuto nella mia città natale, Catanzaro. In casa lavorava solo mio padre, mamma faceva la casalinga e la mamma a tempo pieno. Mio padre è stato un ispettore di polizia, ma all’epoca era un poliziotto semplice, vivevamo solo con il suo stipendio mensile e nel suo piccolo non ci ha mai fatto mancare nulla. La moneta di quei tempi era la cara e vecchia lira e con essa si viveva benissimo, la maggior parte delle persone conduceva una vita tranquilla e benestante. Molti si potevano concedere il lusso di viaggiare, possedere due macchine a famiglia, andare spesso al ristorante e comprarsi, o costruirsi case con i propri risparmi senza chiedere mutui da capogiro. A miei tempi la scuola era molto diversa, si aveva una sola maestra dove ci insegnava tutte le materie, non come oggi che ogni materia si ha una maestra diversa e i bambini vengono mandati solo in confusione, non solo non riescono ad instaurare un legame affettivo, cosa che ai miei tempi era una cosa importante, ma vengo oberati di materie da studiare. Mi reputo fortunata ad avere avuto una sola maestra alle scuole elementari, dove ancora oggi la porto nel mio cuore e nei miei pensieri, la mia cara maetsra Lidia. Ricordo ancora il suo metodo di insegnamento, ci faceva svolgere moltissimi dettati, poesie e tantissimi temi. Adoravo fare I temi, ero molto fantasiosa, e lei ci lasciava liberi di spaziare con gli argomenti, senza porci limiti, era molto curiosa di sapere fin dove potevamo arrivare con la nostra mente. Con i compagni si andava tutti d’accordo, non esisteva il bullismo, anzi, ci aiutavamo gli uni con gli altri. Anche se il ceto sociale era diverso, per noi non c’era differenza… non guardavamo le marche dei vestiti o delle scarpe, a differenza di come avviene oggi dove già alle scuole elementari se non sei vestito alla moda vieni tagliato fuori dal gruppo, facendo soffrire e sentire a disagio sia il bambino, e di conseguenza anche il genitore, facendolo sentire in difetto per non avere la possibilità economica di permettersi un certo abbigliamento per i suoi figli. Anche se un compagnello arrivava a scuola mal vestito, facevamo di tutto per non farglielo pesare. Spesso invitavo i compagni a casa mia, qualcuno veniva a pranzo altri nel pomeriggio. Mi piaceva trascorrere i pomeriggi con loro. Non abitavo vicino nel quartiere, ero un pò distante, e per arrivare alla mia abitazione era necessario un mezzo di trasporto, ma molti di loro anche se piccoli di età si univano a gruppi e venivano a piedi. Non si aveva paura delle macchine, o di gente poco raccomandabile, perché si respirava aria serena. In quegli anni i genitori non accompagnavano i figli ovunque con la macchina, nemmeno a scuola,, si camminava a piedi, oggi invece anche per fare 500 metri si prende la macchina creando file e ingorghi allucinanti. Il Natale a scuola era sempre un grande divertimento, le maestre ci organizzavano le recite, e sceglievamo i vestiti da mettere, non c’era bisogno di spendere grande cifre, si utilizzava qualcosa che avevamo già, oppure li realizzavamo con la carta pesta, lo stesso valeva per le decorazioni. Anche nelle famiglie il Natale era diverso, molto più armonioso di oggi. Ricordo che mia madre ci faceva scendere sotto casa con una cassettina di legno per andare a raccogliere il muschio, e tutti insieme facevamo il presepe. L’albero all’epoca non era ecologico, si acquistava con le radici dentro il vaso per poi ripiantarlo. Gli addobbi non erano importanti, ma allo stesso tempo erano belli, si sentiva l’amore, per quella festa. Eravamo famiglie numerose, quindi grandissime e lunghe tavolate, tutti felici. A noi bambini non interessava molto il regalo, non avevamo richieste o pretese, ogni dono era un gesto d’amore, anche fosse stato solo un paio di calze, la nostra felicità era stare tutti insieme. Anche il cibo era molto diverso, sulla tavola non mancavano mai legumi, verdure carne e frutta e la pasta fatta in casa. Non esistevano capricci, si mangiava quello che c’era. Spesso capitava che scendevo sotto casa con mia madre alla ricerca del finocchio selvatico, dove lei ci cucinava la minestrina per la sera, era così buona! Le verdure e gli ortaggi li raccoglievamo dal terreno di mia nonna paterna. Ogni tanto mio padre ci portava con loro in quel terreno , si trovava in un paesino grazioso, distante un ora dalla mia città, dove le donne anziane si vestivano da pacchiana, mantenendo le loro usanze.

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Affianco a questo terreno passava un fiume e grazie a questo gli ortaggi crescevano enormi e saporiti. Inoltre c’era anche una distesa di pannocchie dove io e mio fratello ci ingozzavamo, li mangiavamo raccolti al momento, c’erano anche molti alberi di ciliegio e arance, era così tutto meraviglioso. La carne bianca invece era tutta allevata da mio nonno materno, conigli , polli e maiali e quando era il periodo dell’uccisione di quest’ultimo si viveva come una grande festa, sia grandi che piccoli venivano commissionati a svolgere delle mansioni, c’era chi riempiva le salsicce chi puliva la pelle del maiale e chi cucinava. Questo lo si faceva per mantenere e tramandare la tradizione, la stessa cosa succedeva nel periodo dei pomodori quando si faceva la salsa in casa o nel periodo della raccolta delle olive dove si produceva l’olio.In quegli anni la gran maggioranza delle persone nel mio quartiere viveva così, si alimentavano di quello che producevano loro stessi, purtroppo in questi ultimi anni queste tradizioni sono quasi scomparse. Negli anni 80 anche i giochi che facevamo da bambini erano diversi, non c’erano cellulari o playstation, le uniche cose di tecnologico che avevamo e che ogni tanto mio padre ci faceva usare, era la macchina da scrivere e il baracchino. Vivevamo in una tenuta in campagna e in estate con i miei fratelli stavamo sempre fuori a giocare, rigorosamente scalzi, amavamo stare a piedi nudi e non avevamo paura di ammalarci, anzi,era pure difficile che ci veniva una febbre. Passavamo le giornate in bicicletta, tant’è che a 4 anni la guidavo già senza rotelle, a 9 anni papà mi regalò il mio primo motorino, era un bravo e mi era concesso di guidarlo solo nella tenuta. Quando capitava che ci facevamo male cadendo, ci medicavamo con un pò di acqua buttata sulla ferita, giusto per togliere il terriccio e si era di nuovo pronti a giocare, guai se la mamma ci vedeva piangere, preferivamo nascondere il tutto e tenerci il dolore. Delle volte andavamo a caccia di gerini, e spesso incontravamo bisce e serpenti. Ci costruivamo le fionde da soli, oppure essendo figli di uno sportivo e cresciuti con i film di Bruce Lee ci costruivamo i Nunchaku, erano dei bastoni con delle catene, e imitavamo Bruce nelle sue mosse. In inverno nelle giornate piovose giocavamo in casa, raramente giocavamo con bambole e soldatini, preferivamo costruire delle capanne fatte di lenzuola e coperte, oppure giocavamo a nomi cose e città, o facevamo dei lavoretti con il das o magari aiutavamo mamma a fare dei dolci. Ci piaceva anche interagire molto con i nostri genitori, delle volte ci univamo davanti la stufa a legna e ci facevamo raccontare episodi del loro passato, e non mancavano mai i racconti paranormali vissuti da qualche familiare. Le domeniche le passavamo quasi sempre fuori casa, non al ristorante, ma all’aperto, facevamo delle scampagnate in montagna o nelle pinete al mare, e mentre i grandi grigliavano la carne noi piccoli giocavamo a pallone o a nascondino.

Ad oggi mi dispiace molto che sia le mie figlie e ancora di più i miei nipoti non possano vivere ciò che ho vissuto io ai miei tempi. Ho modo di osservarli, li vedo quasi come fossero addormentati, sempre con gli occhi fissi sui telefonini o davanti alla tv a guardare video su youtube o giocare alla play station. Le domeniche i genitori preferiscono portarli nei centri commerciali o in ludoteche, notando anche che interagiscono poco con i loro figli, quasi come volessero sbarazzarsi di loro, anche perché, sono i primi a voler stare e ubriacarsi di social. Ho potuto costatare che, anche se viviamo nel 2023, questa nuova generazione è meno sveglia di come eravamo noi alla loro età.

 

Maryall80

 

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Quando io ero ragazza… il racconto di mia madre (circa cinquanta anni fa)

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Quando io ero ragazza in Estate ci preparavamo per realizzare le conserve dei pomodori. Mia madre tornava la sera da lavoro e tutti noi della famiglia cioè io, il nonno, la nonna e le tue zie ci preparavamo per la conserva dei pomodori. Il nonno prendeva una sorta di grande setaccio in legno, perché all’epoca non esisteva il macchinario per farlo, e ci metteva sopra i pomodori. Poi prendeva una sorta di pressa e la passava sopra al setaccio e premeva, premeva finchè i pomodori non erano ben pressati e il succo veniva raccolto in un recipiente.

Poi si preparavano le “bottiglie”. Si prendeva una specie di bidone molto grande e lo si riempiva con le bottiglie e l’acqua. Il bidone veniva poi messo su un fornellino che in realtà era solo un piede dove sotto si preparava il fuoco con della legna. Noi tornavamo a casa dopo un po’ mentre il nonno non si muoveva da lì finchè le bottiglie non fossero pronte. Nel mentre noi donne pulivamo tutto. Alla fine andavamo tutti a dormire intorno alle 4/5 del mattino. Generalmente lo facevamo di sabato così non dovevamo preoccuparci troppo dell’ora che si faceva perché l’indomani era domenica e nessuno doveva andare a lavorare o a scuola.

Una volta all’anno invece, nel periodo invernale ci preparavamo per andare con i nonni a lavorare il maiale e creare i salami. Lo zio veniva a prendere me e la nonna, generalmente eravamo solo io e la nonna e ci portava col suo “tre ruote”(sarebbe quella che comunemente viene chiamata apecar) “abbasc a starz”. Così si chiamava il posto :”la starza”. Qui c’era la terra di mio zio che aveva già ucciso il maiale e quest’ultimo era pronto per essere lavorato e tutti insieme facevamo i salami. Questo capitava una volta all’anno.

Poi facevamo anche la vendemmia. Sempre fuori casa, c’era una zona in cui non era facile arrivare e spostarsi con il mezzo che trasportava l’uva e infatti era sempre un’impresa! Perché era una sorta di cortiletto molto stretto. In questo cortiletto ci mettevamo a fare la vendemmia. Il nonno con i piedi, perché prima si faceva con i piedi, schiacciava l’uva e il succo finiva in questa sorta di tinozza di legno molto grande. Si raccoglieva il succo e si metteva nelle botti a fermentare. L’uva pestata però non si buttava perché conteneva ancora succo al suo interno. Quindi si prendeva l’uva e la si metteva su questo macchinario di legno e con delle mazze di legno si premeva quest’uva e così usciva altro succo. E alla fine si metteva il succo a fermentare.

Un’altra cosa che ricordo di quando io ero ragazza erano i giochi. Si facevano molti giochi di squadra, si facevano nei cortili, nei giardini ed era bello perché era tutto molto più “naturale”. Tutta l’epoca in cui sono vissuta è molto lontana da quella attuale. Noi ci siamo “adattati” a questa società così complicata, così tecnologica ma non è la nostra realtà, quella in cui siamo cresciuti. Quella era molto diversa. Tra i giochi che facevamo nei cortili c’è: “a mazz e pivz”. In italiano si potrebbe tradurre in “la mazza e il pezzo”. Il pezzo era un oggetto di legno. In questo gioco si creavano delle piccole buche nel terreno come quelle che si creano nel golf. Poi si prendevano due mazze e questo pezzetto di legno che rappresenta “o pivz”. Eravamo due giocatori, uno da una parte vicino ad una buca ed uno dall’altra parte. Con la mazza ci passavamo il “pivz” lanciandolo così che scivolasse sul suolo e dovevamo stare attenti a che non entrasse nella buca dell’avversario. Quindi l’avversario doveva riuscire a bloccarlo con la propria mazza e a rispedirlo all’altro giocatore. E così si andava avanti finchè uno dei due giocatori sbagliava, non riuscendo a parare con la mazza “o pivz” e all’altro giocatore veniva quindi assegnato un punto.

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Un altro gioco era “il gioco dei sassolini”. In questo gioco che si poteva fare sia individualmente che con i compagni, si prendeva un sasso o una moneta e la si lanciava in aria e poi se ne prendeva subito un altro, lo si lanciava e nel mentre che questo cadeva giù si doveva raccogliere il precedente e metterlo da parte e così via. Ovviamente quando non si riusciva e il sassolino o la moneta cadevano a terra si perdeva. Vinceva chi faceva durare il gioco per più tempo senza sbagliare, nel caso in cui il gioco fosse in coppia e non individuale.

Anche la musica la vivevamo in modo diverso,ascoltavamo il giradischi, la vivevamo molto di più. Ascoltavamo di più le canzoni e ci rimanevano molto più impresse, le cantavamo sempre, le cantavamo per strada mentre passeggiavamo con gli amici ed erano molto diverse da quelle di ora. Se potessi sintetizzare la mia epoca con poche parole direi che fosse un’epoca più vera, con più concretezza mentre ora è molto più passiva e meno “reale”, molto più frenetica!

 

Ti ricordi invece nonna, la mamma di papà cosa faceva quando avevate mal di testa? Noi lo chiamavamo “l’uocchj”(gli occhi). Passava col dito vicino alla testa di papà o di chi si voleva far fare “l’uocchj” da lei. Faceva dei movimenti rotatori col dito in un senso e poi nell’altro. Alla nonna iniziava a venire voglia di sbadigliare. Più sbadigli faceva e più significava che quella persona avesse “molti occhi addosso” e cioè le invidie delle persone. Nel mentre lei aveva gli occhi chiusi e se non sbaglio recitava anche qualcosa. A volte faceva l’uocchj anche con la posa del caffè oppure con l’uovo, lo apriva e lo faceva colare in un piatto e a seconda del disegno che si veniva a creare poteva capire quanti occhi avesse addosso. Contemporaneamente continuava a passare il suo dito sulla fronte del’interessato e svolgere lo stesso rituale che ti ho raccontato prima. Ovviamente questo rito serviva anche a” togliergli gli occhi di dosso”, per questo veniva fatto e più la nonna sbadigliava più significava che le invidie della gente fossero tante.

Una delle cose più belle che la mamma di tuo padre faceva e che hai vissuto anche tu da bambina era l’utilizzo dell’incubatrice. Esisteva un macchinario che era una vera e propria incubatrice elettrica . Si mettevano le uova delle galline in questo macchinario in cui le uova aiutate dal calore e dalla luce della lampada, si riuscivano a schiudere più velocemente e tu grazie ad una sorta di oblò potevi vedere come procedeva l’incubazione elettrica. Da un lato la si usava per aiutare le galline a covare le uova quando faceva freddo e le uova erano tante mentre dall’altro lato lo si faceva anche solo per il divertimento di vederle schiudersi prima. Non appena le uova si schiudevano la nonna prendeva i pulcini, li metteva in un grande scatolo di cartone e facevano davvero un gran baccano! Per evitare che saltassero dal cartone e scappassero chiudeva lo scatolo con un coperchio e realizzava dei forellini per il passaggio dell’aria. Tu e i tuoi fratelli andavate lì e li accarezzavate sempre. Poi quando iniziavano a diventare più grandicelli e gli spuntava la cresta la nonna li metteva nel recinto con tutte le altre galline, papere, pavoni, insomma con tutta l’armata brancaleone che c’era.

 

Questi sono alcuni dei ricordi più belli di usanze dell’epoca che ora non esistono quasi più o comunque potrebbero rischiare di venire dimenticate…

 

Lince

 

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Un viaggio nella Scuola italiana attraverso gli anni

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Ciao a tutti! Sono andata a curiosare trai miei parenti e colleghi riguardo la realtà della Scuola italiana nei loro anni. È stato molto bello e interessante scoprire questo spaccato di vita così differente rispetto a quello a cui sono abituata io. Alcuni aneddoti mi hanno fatto ridere, altri quasi piangere, ma sia per loro che per me è stata una piacevolissima conversazione. Vedevo nei loro occhi la gioia di rievocare quegli anni, duri sotto tanti punti di vista, ma raccontati da loro anche con estrema nostalgia, soprattutto in considerazione della grande spensieratezza e libertà mentale che vivevano all’epoca e che non rivedono adesso nei loro nipoti. Vi riporto di seguito le testimonianze raccolte e suddivise per anni.

Scuola anni ‘50

Il parente che mi ha descritto la Scuola da lui frequentata negli anni ’50, dinanzi alle mie domande curiose, è andato direttamente a prendere un vecchissimo album delle foto. Mentre me lo mostrava era molto emozionato e, oltre alle foto di famiglia, ci siamo soffermati sulle due uniche foto di classe presenti. Erano foto in bianco e nero, in cui erano raffigurati circa una ventina di bambini tutti piccolissimi, di massimo 3-4 anni, e al centro una suora.

Mi ha raccontato che quelle foto risalivano ai primi anni di asilo. All’epoca, mi ha detto, gli asili erano gestiti esclusivamente dalle suore, perché non esisteva ancora la Scuola dell’infanzia statale. Riportando alla memoria quei giorni mi ha raccontato che ha ricordi di Suore molto rigide e severe e questo lo confermava anche la foto stessa. Infatti, già da una prima occhiata, avevo notato il volto duro e dall’espressione arcigna con cui posava la Suora al centro della foto.

Allo stesso modo, anche i bambini non erano raffigurati in maniera più felice e guardando le espressioni di ciascuno di loro notavo in ognuno un broncio, un’espressione sofferente oppure infastidita. Ho fatto questa osservazione a voce alta e la persona con cui stavo parlando, molto religiosa e giornalmente frequentante della chiesa, mi ha risposto che alcuni di loro erano parecchio birichini ed era normale e più che giusto che le Suore fossero severe e riportassero l’ordine.

E come lo facevano? Mettendo in castigo il bambino che si era macchiato di qualche “grave colpa” e lasciandolo da solo, anche per mezz’ora, in una stanza completamente buia e chiusa, dalla quale poteva uscire solo quando la Suora tornava ad aprire la porta.

Un’altra cosa che mi ha raccontato è stata la diversità di comportamento attuata nei confronti dei bambini in base alla loro condizione economica e sociale. I bambini ricchi venivano trattati con maggiore accortezza, lasciati più liberi di fare quello che volevano e senza ricevere ovviamente castighi e sgridate. Questo differente atteggiamento, poi, si notava anche nel momento del pasto, perché i privilegiati ricevevano porzioni più abbondanti rispetto ai bambini poveri.

Per quanto riguarda la scuola elementare, mi ha raccontato invece che le classi non erano miste come oggi, ma erano suddivise tra maschi e femmine. Sia i maschi che le femmine indossavano un grembiule nero con il fiocco azzurro e riponevano i libri in cartelle fatte di cartone, molto malandate e usurate che spesso non arrivavano neanche alla fine dell’anno.

In classe era presente un unico maestro che insegnava tutte le materie e che seguiva la classe per tutti e cinque gli anni. La scuola si raggiungeva rigorosamente a piedi e chi veniva dalla campagna doveva camminare tantissimo anche per un’ora prima di raggiungere la scuola. Mi ha raccontato che l’abbigliamento spesso e volentieri non era adatto a queste lunghe camminate, perché si trovavano quasi tutti in condizioni di estrema povertà e i vestiti, così come le scarpe, erano tutti bucati, rattoppati o comunque di una misura/numero diversi rispetto a quella del bambino.

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Mi ha raccontato anche che ogni anno veniva stilata e affissa alle porte comunali la lista dei poveri. Un elenco contenente i nomi dei bambini appartenenti alle famiglie più povere e ai quali veniva comprato un pantalone, una giacca o un paio di scarpe a seconda della necessità più urgente.

Scuola anni ‘60

Alcuni miei colleghi mi hanno raccontato come hanno vissuto i loro anni scolastici negli anni ‘60, rivelandomi aneddoti ed episodi che ancora oggi ricordano.

Anche loro, come nella testimonianza precedente, mi hanno riferito che le classi erano suddivise tra maschi e femmine. Solo in un caso, una collega che aveva frequentato la scuola di campagna, mi ha raccontato che frequentava una classe mista non solo per genere, ma anche per età. Infatti, fino alla terza elementare i bambini che frequentavano quella scuola erano tutti in classe insieme.

Mi hanno raccontato anche che, contrariamente a quanto avviene oggi, i maestri erano molto severi e anche violenti. Ad inizio anno il maestro era solito chiedere chi fosse figlio del falegname e a questo bambino veniva affidato il compito di portare in classe una bacchetta di legno, ad uso esclusivo del maestro, che lo utilizzava per rimettere in riga tutti gli alunni.

Tutti loro si ricordavano ancora le bacchettate ricevute, ma erano concordi nell’affermare che non era quella la fase peggiore. Bensì il momento dell’arrivo a casa, perché era proprio quando il padre di famiglia si rendeva conto che il figlio era stato picchiato che arrivava la punizione vera e propria: quella delle botte e del castigo da parte dei genitori!

In particolare, un collega mi ha raccontato un aneddoto riguardante un suo amico delle elementari. Mi ha riferito che una volta i genitori scoprendo che a scuola il figlio era stato bacchettato molto (con segni ben visibili sulle mani e sui polsi), hanno deciso di punirlo in un modo ancora peggiore: lo hanno legato alla sedia con la corda e lo hanno slegato e lasciato libero di muoversi solo al loro rientro a casa, nel pomeriggio inoltrato.

Un altro metodo di castigo scolastico utilizzato all’epoca era la stanza del granturco. In pratica c’era uno spazio cosparso di granturco e l’alunno malcapitato veniva mandato in questa area e doveva restare in ginocchio su quei semi di cui il pavimento era ricoperto fino a quando non veniva chiamato per rialzarsi e tornare in classe. In quel lasso di tempo, che poteva durare dai 10 minuti alla mezz’ora, l’alunno non era lasciato da solo, ma era sottoposto al controllo del bidello di turno che non lo faceva alzare per nessuna ragione.

Un altro aneddoto che mi hanno riportato riguarda una gita scolastica a cui hanno partecipato in quinta elementare. All’epoca le gite erano di un solo giorno e in quella specifica che mi hanno raccontato si sarebbe svolta a Roma. Tutti loro avrebbero dovuto prendere un autobus chiamato appositamente per l’occasione ed erano emozionati sia per la gita in sé, che per il mezzo di trasporto utilizzato. Infatti, quasi nessun genitore possedeva auto o altri mezzi di trasporto, pertanto questa rappresentava una bella ed emozionante novità. Tuttavia, il viaggio non è andato come sperato e proprio perché non erano abituati, molti di loro si sono sentiti male e il mio collega mi ha detto che, tra risate e lamenti, hanno passato buona parte del viaggio a vomitare per il mal d’auto.

Scuola anni ‘90 e Scuola 4.0

La scuola degli anni ‘90 è la scuola che ho frequentato io, ben lontana dai modelli appena descritti ma senza dubbio molto diversa anche da quella attuale. Ho avuto la fortuna di frequentare la scuola materna statale, anziché andare dalle suore, e non ho particolari ricordi di maestre severe o inumane. Ai miei tempi i castighi non esistevano già più ed eravamo lasciati liberi di disegnare, giocare ed esprimerci con molta libertà.

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Un’ altra differenza che ho potuto notare rispetto ai racconti precedenti è relativa al modo di spostarsi, infatti tutti noi, o quasi, eravamo accompagnati in macchina dai nostri genitori, sebbene la scuola fosse anche centrale e vicina. Andavamo tutti con il nostro grembiulino blu pulito e perfettamente su misura e ogni giorno mostravamo i nuovi giochi che ci eravamo portati da casa. I tempi erano molto diversi rispetto agli anni ‘50, si respirava prosperità e c’era sicuramente molta più felicità nell’aria.

Nonostante non ci fossero più le bacchette di legno e le punizioni sul granturco, comunque la severità di alcuni Maestri mi toccava, anche se in maniera non fisica. Ricordo per esempio che a 9 anni ho dovuto trascorre più di un mese in un Ospedale a causa dei forti dolori e della febbre alta che i calcoli renali mi stavano portando.

Superato con fatica quel periodo e uscita dall’ospedale non vedevo l’ora di tornare a scuola insieme a tutti i miei compagni. I medici si erano raccomandati, però, di bere il più possibile, oltre due litri di acqua al giorno per evitare altri problemi con i calcoli. Per cui mia mamma ogni mattina mi preparava delle bottigliette d’acqua che avrei dovuto bere a scuola e se fossi tornata a scuola con l’acqua ancora nello zaino si sarebbe arrabbiata molto!

Tutti e tre i maestri erano stati informati di questo mio problema e della necessità di bere, ma c’era l’insegnante di matematica che ogni volta che mi vedeva bere iniziava a sbraitare, togliendomi l’acqua di forza dalle mani e facendomi piangere. Quando c’era lei non riuscivo mai a finire l’acqua e appena tornavo a casa andavo a svuotare le bottiglie in una pianta che avevo a casa, così da non essere sgridata da mia madre.

Questa storia è andata avanti per tutto l’anno fino a quando, per fortuna, è stata trasferita. Ci ripenso comunque ancora con molta rabbia e questo episodio, legati ad altri accaduti in passato e altri anche più recenti di altre persone, mi fa rendere conto che un ruolo così importante e delicato come quello dell’Insegnate viene spesso e volentieri affidato a persone frustrate, bigotte e completamente incapaci di svolgere degnamente il compito per il quale sono pagati.

Anche rispetto alla scuola attuale noto molta poca premura ed empatia dei maestri nei confronti dei bambini, a cui spesso viene urlato contro o risposto in malo modo anche se molto piccoli e incapaci di comprendere ciò che sta accadendo: ossia che la rabbia repressa di maestre incapaci si riversa su di loro!

Lavorando a scuola ho modo di assistere a molti episodi del genere e a comportamenti intolleranti e inadeguati e posso assicurare che sono davvero rari i casi di insegnanti preparati, educati e amanti del proprio lavoro. Molti di loro spesso sono troppo anziani e ormai stanchi di compiere quel ruolo che svolgono chissà da quanti anni; altri invece, seppur giovani e freschi di laurea, è palese che siano lì solo per prendere lo stipendio, completamente incuranti delle necessità dei bambini che si trovano davanti.

Per esempio una cosa che ho notato è la totale incapacità di lavorare di molti insegnanti di sostegno che non riescono ad utilizzare la loro creatività e pazienza per far sì che i bambini disabili che gli vengono affidati apprendano in maniera stimolante e divertente. Molti di loro non si impegnano minimamente nel cercare le soluzioni più idonee, ma si affidando direttamente alla tecnologia trovando molto più comodo (per loro) prendere un tablet e lasciare il bambino ad “imparare” davanti ad uno schermo.

Assisto a questi episodi purtroppo molto di frequente, sia perché sono tantissime le persone non motivate che anziché impegnarsi si affidano a soluzioni facili, sia perché, a fronte di un numero sempre crescente di bambini con disabilità, gli insegnanti di sostegno sono ormai tantissimi e spesso senza un’adeguata preparazione.

La grande presenza di bambini con disabilità è sicuramente un enorme differenza che ho riscontrato rispetto a quando frequentavo io la scuola, ma anche rispetto ai racconti che mi sono stati illustrati in merito agli anni 50 e 60.

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Nel mio caso, per esempio, ricordo alle scuole medie di un unico bambino sulla sedia a rotelle. Mentre non ne ho ricordi alle elementari, per cui sono certa che il numero fosse nettamente inferiore a quello di oggi, dove in ogni classe ci sono come minimo tre alunni disabili.

Un’altra grande differenza rispetto alle Scuole del passato è la presenza ormai dirompente del digitale. Attualmente è in corso un nuovo progetto denominato “Piano Scuola 4.0” che mira entro giugno 2024 a rendere completamente innovativi e digitali gli ambienti di ciascuna istituzione scolastica italiana. Questo piano di investimento non lascia indietro nessuna scuola e sono coinvolte anche le scuole più piccole, quelle di montagna o ubicate in piccoli centri.

Nello specifico, lo scopo primario di questo piano di chiara matrice europea è quello di completare la modernizzazione degli ambienti scolastici italiani per accompagnare la transizione digitale della scuola italiana, trasformando le classiche aule scolastiche che tutti noi conosciamo, in ambienti che si basano su spazi virtuali di apprendimento. Il fine ultimo è quello di ideare nuove metodologie di apprendimento e di insegnamento, che si basano sul metaverso, sull’eduverso e sull’intelligenza artificiale.

Questo progetto è ancora nella sua fase iniziale, ma già ci stiamo avvicinando sempre di più a quello che Angel Jeanne ha egregiamente descritto nei suoi Volumi “Apatìa”. Sarà mia cura testimoniarvi, passo dopo passo e man mano che si andrà avanti nelle attività, l’impatto che la Scuola 4.0 avrà su tutta la comunità scolastica ed in particolar modo sulla nuova generazione di studenti.

 

Isa

 

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Racconto sugli anni passati

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Ultimamente mi capitava proprio di pensare alle immagini e le situazioni della mia infanzia, rendendomi conto che pare un mondo a parte. Anche se io ho vissuto in un posto piccolo , un appartamento, e un paese in cui conoscevo sempre le stesse persone.

La differenza tra questi anni e quelli della mia infanzia non è determinata da una qualità migliore delle persone. I problemi che ci sono oggi nella popolazione si differenziano dal passato, a causa di un degrado incredibile nei costumi e nelle scelte sociali . Sono aumentati probabilmente perchè c’è maggiore povertà in certi contesti, soprattutto nei grandi centri urbani, ma le persone si differenziano oggi come allora, in buoni e pessimi individui. La differenza era nell’aria che si respirava, in tutti i sensi. C’era un maggior spirito di unione tra persone, entusiasmo e spontaneità , certamente per merito del periodo stesso , che non aveva raggiunto apici di nevrosi e deperimento nei diversi settori , soprattutto politico ed economico. Il low frequency era ancora accettabile, e la differenza principale stava nel maggiore movimento fisico. Oggi guardando i ragazzi delle scuole superiori , rimango letteralmente allibita, sembrano adulti che entrano in ufficio, davanti allo schermo del cellulare in uscita ed entrata. Quello che mi dispiace è che gettano via la loro gioventu’ perchè non riescono a fare diversamente, sono cresciuti senza il loro reciproco supporto, in balia di genitori troppo impegnati, e chiusi tra le mura di casa, di scuola, palestra o altri luoghi di attività. Nella mia famiglia c’erano grossi problemi, mio padre e’ mancato presto, ma le cose sono peggiorate a metà anni novanta , con grandi difficoltà da parte mia iniziate in quel periodo. Nonostante tutto però ancora non c’era quell’energia soffocante che c’è stata a partire dall’avvento dei cellulari e campi elettrici , oltre che scie chimiche. A metà anni 70, le famiglie che stavano nel mio palazzo si frequentavano tutte, o perlomeno entravamo ogni tanto a casa d’altri ospitati per prendere un te o altro. Vuoi mettere la differenza di uscire e salutare molte persone per la strada , al trovarsi in silenzio e da soli in ogni luogo dove ci rechiamo. Io ho vissuto sempre in un paese piccolo nel nordest, mia madre la ricordo un pò opprimente, metteva in piazza tutti i fatti nostri,come del resto molti altri genitori. Mi caricava sul sellino della bici faceva il giro del paese per gli acquisti e si fermava a parlare ore, io iniziavo a gridare e mi arrivava la botta sulla nuca. Mi ha messo all’asilo dalle suore , in cui sono scappata dal primo giorno e pareva di stare in caserma. Ah , da notare che gia’ da quando imparai a camminare , cominciai a correre e da li’ non mi fermai piu’. Correvamo a piedi, scappavamo dai genitori che vedevamo solo ai pasti per andare in strada e correre, in gruppo, in bici , intorno a una fontana, bastava muoversi. I giochi usuali erano l’elastico ( https://youtu.be/XN8qO0EhpNw ), le statuine, strega comanda color e campana. Poi ce n’erano molti altri. Nella mia zona non eravamo obbligati dalla scuola, a frequentare la chiesa , però ci mandavano quasi tutti a messa, e spesso a giocare all’oratorio. Pertanto la chiesa era onnipresente. La maestra ci faceva dire la preghiera al mattino e ogni tanto cantare inni . Il vicepreside ci raggruppò in aula magna per fare un concerto corale in latino. La messa era noiosa e non facevamo altro che ridere. Sul posto davanti, ricordo sempre una donna sui cinquanta vestita di camoscio marrone, tipo squaw, con i capelli platinati, la guardavo perchè mi pareva un pò strana. Fuori per fortuna c’era una gelateria artigianale e un cinema. Naturalmente c’era il boom della plastica, i prodotti industriali, la tv, i caroselli ( https://youtu.be/669O1tsJBGU https://youtu.be/Y_1Z6aHy24A ), ma non c’erano i supermercati e si mangiava di tutto senza porsi i problemi e le paturnie attuali. Se una volta ci avessero detto che dovevamo mangiare insetti , sarebbe scoppiato un moto rivoluzionario. Neanche in tempo di guerra i bisnonni mangiavano insetti. Mia madre si conciava come la classica casalinga , girava in bicicletta prima di imparare a guidare, ci portava a casa dei nonni a qualche km. Li’ gli zii avevano un negozio di alimentari , con i sacchi di alimenti , i vasi di vetro tipo in drogheria. Facevamo pure il giro dei parenti quando c’era la vendemmia a dare un aiuto, sempre gratis comunque. La domenica avevamo un vicino con una minuscola auto, mi pare la cinquecento, bianca, che ci portava al mare, e ci stavamo tutti , il picnic d’obbligo ovunque. Non è mai esistito un’agenzia viaggi.

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Al massimo la gita più lunga , al lago di Garda, centro Italia , e varie zone, per non parlare dei santuari, con tutti gli oggetti lasciati da gente ammalata che aveva ottenuto la grazia, chi lo sa se era davvero così . Ma l’abitudine era picnic, campagna o montagna, con quante più persone possibili. Io non stavo bene con gli adulti, piuttosto da sola. Quindi per me le uscite domenicali erano un po’ un peso. A scuola il bullismo , parola mai usata, non aveva la stessa connotazione violenta , c’erano sicuramente le botte, il diverbio però terminava presto e poi si giocava come prima. Ho conosciuto dei casi attuali, di bambini di prima elementare, che si mettevano in gruppo e estorcevano le merende sempre ai soliti , e se non obbedivano venivano gettati a terra e presi a calci. Oltre a questo i pugni e calci oggi sono mirati alla pancia o ai genitali. Queste caratteristiche le hanno assorbite dall’uso prolungato della tivu’ , dove hanno iniziato a permettere ai più piccoli di guardare qualsiasi programma , per non parlare di tutte le implicazioni dei cellulari, ma sono cose già note.

Ero già nella generazione successiva a quelli più fortunati , che oltre che stare sempre insieme, formavano gruppi musicali e facevano feste private con motorini e musica, e i loro ritrovi. Si sedevano in luoghi vicino a sale giochi o bar. E in provincia c’erano i diversi gruppi , del genere mod e rockabilly. Incluso un vero movimento musicale punk che poi viaggiò fino a Londra, di cui conosco solo la storia. ( https://youtu.be/FjaiyM0UBFU http://www.distorsioni.net/rubriche/speciali/the-great-complotto-la-storia-della-scena-punk-di-pordenone ).

L’impulso delle persone di ritrovarsi fuori casa, fare gruppi ed esprimersi esiste e avrebbe creato una società piu’ forte, se avessero riconosciuto e cercato istintivamente da sè anche la dimensione spirituale . Però purtroppo la societa’ in tanti dei suoi aspetti e quelli principali ,è stata governata dalla chiesa, che ha stabilito e incanalato questa dimensione , nel suo mondo marcio. Del resto già le famiglie sono composte da due genitori che si sposano in chiesa. Basti pensare alla vergogna e il disonore di chi non poteva farlo, o magari aveva un figlio fuori del matrimonio, ancora negli anni 60. Da lì in poi le altre cerimonie sanciscono la vita dei nuovi nati, con il battesimo, comunione e cresima. E se non bastasse i preti andavano pure dalle persone a benedire la casa, Naturalmente in tutto questo vengono pagati profumatamente. Questo è stato secondo me il principale ostacolo che ha tolto la possibilità di avere una comunità libera, creando una generazione di bigotti che credono a superstizioni, dove al posto poteva esserci un mondo di uomini e donne liberi. Ha gettato un velo pesante sopra la vita della gente, con il moralismo derivato da quello che loro ritenevano bene e male, con il peccato. Oltre a tutte le implicazioni del rifiuto verso chi non si adegua. Ha creato la base del sospetto tra individui e del materialismo eccessivo, che ha portato alla vita attuale. Ad esempio l’immagine delle donne negli anni ’60 era certamente di eleganza e femminilità , ma anche di riduzione a donna subordinata al marito e perbenismo eccessivo. E al tempo stesso si formò il movimento femminista, all’esatto opposto. Un movimento di ribellione innaturale nella sua origine. Per non parlare del fatto che l’istruzione è stata fondata e strutturata dai gruppi religiosi sin dalla sua origine. Oggi la gente è ferma , al massimo esce per l’aperitivo , seduti al bar dediti al consumo di alcool a parlare del nulla, o incanalati verso sport in palestre e campi sportivi. Manca esattamente una forma di creatività individuale. Questo di certo non per fare paragoni verso le persone che sono venute dopo, ma per vedere con chiarezza cosa ha determinato il percorso. Una serie di valori falsi basati sul fatto che l’uomo è peccatore. Per tornare a riprendersi la propria libertà , si dovrebbe comprendere chi sia il vero nemico dell’umanità ed eliminarlo. Naturalmente nemmeno i cosiddetti ribelli hanno fatto la differenza sostanziale. Quasi tutti si sono poi adeguati al sistema , finita l’epoca della gioventu’, lo stesso dicasi per il movimento femminista , che è stato strumentalizzato dai centri di potere ( https://comitatoveritaevita.it/paradossi-storici-del-femminismo/ ) In quanto le elites finanziarie hanno finanziato questi movimenti di pensiero per dare l’idea di vivere in una società democratica. Tra le due versioni femminili, sicuramente preferisco quella di oggi , che non deve rendere conto di ogni cosa che fa, e può scegliere una versione di sè che preferisce. Di certo non è esente da problemi , come l’antagonismo con il genere maschile.

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Riguardo alle manipolazioni dei governi nella vita delle persone , il riferimento sono certe tesi sulla società democratica e le manipolazioni di massa nate negli anni ’20 di Edward Bernays ed altri, in cui ritenevano che le masse fossero pericolose ed era dovere creare governi democratici che stavano nell’ombra.

Non è mia intenzione indagare sul pensiero bipolare delle persone, ritengo che l’origine di questo sia spiegata nei minimi dettagli nei libri Alieni di Angel Jeanne. Io rilevo quegli atteggiamenti più naturali che in linea di massima permettono un’aggregazione e un confronto utile a informarsi e a crescere come esseri umani. Ringrazio per questa opportunità di fare questa riflessione, ogni tanto ci penso con un pizzico di nostalgia a quando giocavo a fare spettacoli con le tende che fungevano da palcoscenico, e il filo con cui le aprivo con il suo pomello, che era il microfono. Ogni oggetto veniva utilizzato in modo da poter fungere da cose più divertenti , anzichè comprarne a scatoloni e perdere il senso della misura. Sono immagini nitide che mi si sono fermate nella memoria, in cui sentivo entusiasmo per tutte le attività della vita di cui osservavo qualsiasi dettaglio, scena e paesaggio con interesse, anzichè guardare uno schermo.

Negli anni ottanta ci fu già un cambiamento non saprei dire in cosa , pure con un maggior utilizzo della tivu’ e della moda. Comparvero i video nel canale musicale, e le persone erano più ispirate dalla musica inglese. Comunque, essendo più grandi, come svago, eravamo gia’ alle discoteche e avevamo molte uscite serali facendo le ore piccole. Da lì secondo me iniziai a non essere più così serena, decisamente per l’uso , che con i nostri coetanei avevamo iniziato, di alcool e sigarette. Basti chiedersi per quale motivo , una società industriale e tecnologica debba sentirsi tale , usando alcool e sigarette, come sostanze approvate e innocue. Eppure fin da piccoli ce le hanno fatte sembrare naturali, con pubblicità ingannevoli, tipo quella del fumo che fa bene anche in gravidanza, o lo zucchero che fa bene al cervello. Cosi’ come oggi ti fanno credere che per rilassarti puoi consumare cbd. Mi ricordo pure le continue notizie delle guerre tra paesi stranieri, che davano l’idea di rischio nucleare, come nelle Falkland. Gli anni 70 erano gli anni del terrorismo e mentre noi vivevamo tranquilli, in Argentina si consumava uno dei peggiori episodi di dittatura con genocidi e torture degne del nazismo. Queste notizie non ci arrivavano, come se fossero qualcosa di un altro pianeta, eppure nel mondo questo è accaduto di continuo, quindi la nostra epoca del benessere era circoscritta al nostro paesino. Mentre il rischio di guerra negli anni 80 metteva una certa inquietudine e iniziava a produrre delle riflessioni . Nei temi scolastici non facevano altro che chiedere gli argomenti sulla violenza e l’inquinamento.

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A tale proposito , riguardo alle condizioni climatiche , in un annuario del 1978/79, ho trovato questo articolo sulle scie chimiche.

 

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Francis

 

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Il veloce progresso della Tecnologia

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Io non mi sento così vecchia, eppure se penso alla velocità dei cambiamenti che la tecnologia ha fatto nelle persone, ecco se penso a com’ero io da bambina, a come giocavo, che giochi avevo, oppure a quali tecnologie c’erano, mi domando se sono trascorsi così tanti anni o se la tecnologia è esplosa fin troppo velocemente a mio parere.

Premesso che io abito in un paesino nel nord Italia, e più precisamente nella pianura Padana, facendo un passo indietro, ai racconti dei miei nonni, dove non solo non c’era la tecnologia, non c’erano nemmeno le comodità che tutti noi siamo abituati a vedere. Ricordo quando mi dicevano che per scaldarsi spesso le famiglie contadine si riunivano nella stalla, oppure che in un’unica casa vivevano in 20 o 30 persone tra adulti e bambini, o ancora che anche per mangiare c’era un ordine preciso. Prima i bambini così poi venivano mandati a letto, poi gli uomini mangiavano in una stanza e spesso le donne in cucina. Che spesso con un pollo si sfamava un intera famiglia, e avercelo il pollo!! La luce, il riscaldamento, il telefono, la televisione, ecc… non c’erano 90-100 anni fa. Già perché mia nonna ha 100 anni, e gli altri nonni pure se fossero ancora in vita. A volte mio nonno mi ha raccontato episodi del suo passato come ad esempio quando era fuggito da un campo di prigionia e per diversi mesi ha continuato a nascondersi insieme ad un altro fuggitivo mangiando ciò che riusciva a racimolare in giro non sapendo che la guerra era finita da mesi. O quando mia nonna mi ha raccontato del suo matrimonio, in cui si era recata in chiesa in bicicletta, e appena usciti lei era andata a casa e suo marito a festeggiare al bar. Nulla di ciò che c’è adesso con pranzi, tanti invitati, vestiti eleganti, foto, viaggi, ecc.. Semplicemente il tempo della cerimonia e fine. Ma spesso c’era più unione e voglia di aiutarsi tra di loro. E sapevano divertirsi, comunicare e vivere senza tutte le apparecchiature moderne. Non sono contro a certe comodità, sia chiaro, ma credo che negli ultimi anni si stia esagerando con la tecnologia. Quando io ero piccola nelle case entravano le prime televisioni in bianco e nero un po’ in tutte le famiglie, allora sembrava bellissimo. Chi abitava vicino alla piazza spesso si trovava nel bar per vedere la Tv, alcuni perché non l’avevano a casa, e altri per vedere programmi con gli amici. Ma tornando a me, e a tantissimi bambini della mia età, dopo l’arrivo della televisione in casa inizio un rito, quello del guardare il carosello e poi andare a letto. Il carosello erano un insieme di pubblicità fatte in maniera molto diversa da quella attuale, spesso con filmati simili a cartoni animati, o con canzoncine molto carine. Ecco il link per vedere ad esempio la sigla iniziale (https://www.google.com/search?q=carosello&rlz=1C1VDKB_itIT958IT958&sxsrf=AJOqlzVpHBn2VmSfG-A40qN7xSMRvHfpDA:1674858372945&source=lnms&tbm=vid&sa=X&ve) o ecco un esempio di pubblicità famosa (https://www.google.com/search?q=carosello&rlz=1C1VDKB_itIT958IT958&sxsrf=AJOqlzVpHBn2VmSfG-A40qN7xSMRvHfpDA:1674858372945&source=lnms&tbm=vid&sa=X&ved=2ahUKEwirg_nS5ej8AhUxQvEDHQFtDG4Q_AUoAXoECAEQAw&biw=1366&bih=625&dpr=1#fpstate=ive&vld=cid:862f7c7f,vid:A6iPaRVlS0M).

Non come adesso che i bambini vengono abituati a guardare la televisione praticamente da quando sono in fasce, e alcuni per talmente tante ore che ne diventano schiavi, per non dire succubi, anche i programmi televisivi finivano molto prima, e i canali televisivi erano pochi. Adesso si può guardare la televisione 24 ore su 24, ci sono un numero infinito di canali e di programmi di ogni tipo e genere.

Parliamo di un altro oggetto molto attuale, il telefono. Il telefono c’era già quando io ero piccola, ma era uno solo, fisso in casa. Io mi ricordo che era grigio, con i numeri da far utilizzando un disco a rotella, e in alcune famiglie veniva messo il lucchetto perché solo in pochi lo potessero utilizzare. Immagino ora che alcuni ragazzi ventenni o pure più giovani non riescano ad immaginarsi senza il cellulare, eppure, io sono vissuta benissimo per tanti anni. Riuscivamo ad organizzarci per vederci o appena usciti da scuola o in altri momenti, e invece di mandarci mille messaggini, ci si incontrava e si giocava o si stava insieme. Io abitavo in campagna, un po’ distante dal centro, ma so che chi abitava in centro spesso si incontrava e passava insieme il pomeriggio, io andavo in piazza al sabato pomeriggio o mi incontravo con amiche vicine di casa durante la settimana. E quando uscivo con le amiche fino a pochi anni fa, nemmeno si pensava di utilizzare il cellulare mentre si era insieme, ora anche se con chi frequento succede poco, spesso o per fare foto, o per vedere foto, o per altri motivi spesso si utilizza. Ma sicuramente mai e poi mai, vorrei passare una serata come ho visto passare a

quattro ragazzi in una birreria diversi anni fa, dove tutto il tempo tutti e 4 si mandavano messaggi, e hanno guardato il cellulare senza guardarsi negli occhi o parlare per più di 2 secondi!!

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Quando ero ragazza io, se volevi comunicare senza usare il telefono si spedivano lettere, oppure ci si passava bigliettini, non c’erano le mail, e nemmeno le varie applicazioni dei cellulari!

Senza parlare che negli ultimi anni, anche grazie ai vari Decreti emessi nel periodo che chiamerò “Farsavirus” dal 2020 per essere chiara, hanno obbligato tante famiglie ad acquistare computer o tablet per poter lavorare da casa o per la didattica a distanza della scuola ai figli. Con il risultato che grazie anche ad esso sono riusciti a isolare ancora di più le persone.

Perché io credo che la televisione, il cellulare, il computer, il tablet, ecc… spesso siano mezzi che ci isolano, convincendoci invece che siano solo positivi.

Basta guardare i bambini che se non sono ipnotizzati dalla televisione lo sono dal cellulare o dal tablet.

I bambini che spesso non sanno più come fare a giocare con gli altri bambini. Dove ragazzi che si incontrano per stare insieme si ritrovano a passare la maggior parte del tempo ognuno a guardare il proprio cellulare.

Senza parlare poi, delle antenne che ci continuano a installare ovunque con la scusa che sono necessarie per i nostri cellulari, televisori e per internet.

Più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto siano cambiate le abitudini, i modi di comportarsi della gente con l’avvento di tutta questa tecnologia e per me non sempre in senso positivo.

La tecnologia è utile, ma non dobbiamo diventare i suoi schiavi, ma non è così semplice.

Sono convinta che se io domandassi alla gente se si sente schiava o succube della tecnologia mi direbbe di no, e nello stesso tempo se gli chiedessi di togliere tutta la tecnologia per solo qualche giorno, mi risponderebbe che non può, nemmeno se si trovasse in vacanza in ottima compagnia, e gli venissero forniti oggetti meno tecnologici, come ad esempio il telefono fisso, la vecchia macchina fotografica, ecc..

Ecco una differenza che ho visto tra i bambini di 40 anni fa e quelli di adesso, allora bastava poter incontrarsi con altri bambini e qualche gioco insieme da fare lo trovavano, adesso in tanti bambini ti diranno che si annoiano e non sanno cosa fare anche se ci sono bambini con cui giocare, e cercano il cellulare o altre apparecchiature elettroniche.

 

Diamante

 

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Piccoli cambiamenti negli anni

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Se non ci pensi e non presti attenzione, quasi non ti rendi conto di quante cose sono cambiate in pochi anni.

Ad esempio io quando andavo a scuola avevo una sola maestra, e ai professori si dava del Voi o del Lei, nessuno avrebbe mai provato a dare del Tu!!

Non ricordo di aver mai visto bambini che non facevano le lezioni di religione, era un obbligo per tutti, o forse alcuni genitori anche se non credenti preferivano far fare le lezioni al figlio piuttosto che farlo sentire diverso.

Anche la comunione e la cresima era fatta dall’intera classe, mentre adesso tra le varie religioni e chi è atteo il numero è diminuito.

Non c’erano a scuola da me stranieri, già sembrava straniero se uno veniva da un paese italiano distante chilometri perché si era trasferita la sua famiglia.

Nel paese dove vivevo io, c’era l’oratorio. Era un luogo di ritrovo dei ragazzi, ma si vedevano subito le differenze, chi andava sempre in chiesa, o aveva familiari più benestanti era in gruppi diversi, ed era impossibile entrare in quel gruppo. Le differenze anche se ero piccola le percepivo, ecco forse perché un po’ grazie al fatto che abitavo distante dalla piazza e dalla chiesa, un po’ perché i miei genitori non erano fanatici religiosi, appena sono riuscita ho smesso di frequentare la chiesa, e l’oratorio.

Ricordo ancora verso i 16-18 anni circa di una mia amica che si era trovata un ragazzo che frequentava l’oratorio e la chiesa molto assiduamente, e aveva avuto molta difficoltà ad inserirsi nel gruppo, veniva a suo dire, tenuta in disparte, e esclusa da molte cose, e lei ci aveva sofferto parecchio, e per fortuna che i ragazzi dell’oratorio venivano considerati solo positivamente.

Per le femmine era impossibile quando ero bambina io fare il chirichetto, era un compito che potevano fare solo i maschi, poi probabilmente visto che i maschi erano sempre meno, con la scusa di dare la pari opportunità adesso anche le femmine possono farlo.

 

Diamante

 

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Stile di vita negli anni ’60 e ’40: spesa e alimentazione

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Stile di vita tra spesa e alimentazione negli anni ’60 e ’40

Chiacchierando con mia madre in un giorno qualunque, mi sono trovata a chiederle della sua infanzia. Lei è nata all’inizio degli anni ’60 e mi racconta sempre volentieri dei suoi ricordi, facendomi rendere conto che nonostante siano passati solo pochi decenni da allora il mondo è cambiato parecchio per quanto riguarda la società e il modo di vivere quotidiano. Qualche giorno fa la stavo aiutando a organizzare un pranzo con amici, quindi l’ho accompagnata al supermercato per aiutarla a prendere il necessario. Per un caso fortuito abbiamo scelto di andare in un supermercato un bel po’ più lontano del solito, che era quello dove faceva la spesa quando ero molto piccola, alla fine degli anni ’90.

Io: “Mamma mia sono distrutta, non mi ricordavo che questo supermercato fosse così grande! Mi sembra di aver camminato per chilometri!”

M: “Meno male che c’eri tu a darmi una mano! Pensa a quando eravate piccole tu e tua sorella, che dovevo fare la spesa da sola e portarmi pure dietro le due marmocchie! Per fortuna regalavano i palloncini, così almeno riuscivo a tenervi buone anche in macchina al ritorno ahah”

Io: “Ahah sì posso immaginare, quanta pazienza che avevi! E anche coraggio a fare da sola 15km in macchina all’andata e altrettanti al ritorno con due bambine piccole. Come mai non andavi in altri supermercati?”

M: “Beh, in quel periodo non ce n’erano altri. Questo è il primo supermercato che ha aperto nella zona, ormai quasi 30 anni fa, agli inizi degli anni ’90. Gli altri hanno iniziato ad aprire tempo dopo. Ti ricordi che quello a *** ha aperto agli inizi degli anni 2000, e quello di *** eri addirittura già alle medie”

Io: “Faccio quasi fatica a ricordarlo, oggi ce ne sono così tanti che tra centri commerciali e supermercati siamo praticamente circondati!”

Mentre guido e sto attenta alla strada, noto che lei sta osservando il paesaggio che scorre fuori dal finestrino, il suo viso si rilassa e le spunta un delicato sorriso, come se stesse pensando a qualcosa. Sospetto che stesse ricordando quel periodo in cui era più giovane e viveva ogni esperienza in modo totalmente diverso da oggi. Ne ho voluto approfittare per chiederle una cosa che mi incuriosiva da molto.

Io: “Mamma, ma quando eri piccola tu, se i supermercati non c’erano ancora, come facevi la spesa?”

Lei ci mette un attimo a rispondere e il suo sorriso diventa così ampio che sembra sorridere anche con gli occhi.

M: “Ma che supermercato e supermercato! Ti ho fatto vedere dove abitavamo quando i nonni si sono sposati, da quando sono nata fino all’adolescenza. Eravamo quasi in centro al paese e avevamo letteralmente tutto sotto casa! Il macellaio era di fronte al nostro condominio, il panettiere sulla stessa via ma poco più in là, il fruttivendolo nella traversa a fianco. E poi il giovedì c’era il mercato, proprio dove lo fanno ancora oggi. La maggior parte degli acquisti li facevamo lì! Le compere prendevano molto meno tempo perché era tutto vicino e anche se i tuoi nonni lavoravano a tempo pieno si fidavano a mandare noi ragazzi a fare qualche commissione. E ogni volta era sempre una buona occasione per fare qualche chiacchiera, in paese si conoscono tutti e lo rendeva molto più piacevole. Questo lato umano un po’ mi manca, al supermercato si fa tutto in modo così meccanico e distaccato, non puoi mica fermare il ragazzo che rifornisce gli scaffali e chiedergli da dove viene la carne, quale è la più fresca e cosa ti consiglia di prendere!”

Io: “Ahah sì, sarebbe surreale! Come lo descrivi sembra bellissimo, ma trovavate veramente tutto ciò che vi serviva? Come mai hai iniziato ad andare al supermercato appena ha aperto?”

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M: “Innanzitutto per praticità, per trovare tutto nello stesso posto e fare prima. Con due bambine piccole, il lavoro, e senza il supporto di vostro padre che lavorava troppe ore, non era facile. Il supermercato era una bella comodità. Ma in realtà anche prima si trovava tutto! Sempre nei negozi in paese. Ovviamente non c’era la scelta ampia che c’è oggi con mille marche diverse, ma erano molto più riforniti di quel che credi!”

Io: “Uhm… Si trovavano anche le patatine? Ti sfiderei oggi a far vivere tuo marito senza!”

M: “Macché, quando eravamo piccoli non c’erano mica quelle cose. Non ne sentivamo la mancanza perché non sapevamo cosa fossero, non c’erano nemmeno! Figurati tuo padre che da piccolo viveva in cascina ed è stato tirato su con le verdure dell’orto del nonno e il burro fatto in casa con la zangola. Le patatine e gli snack in busta li ha iniziati a mangiare nel periodo dell’adolescenza, prima non sapeva neanche che ci fossero. E tua nonna paterna non li ha mai comprati neanche quando hanno iniziato a diffondersi, non li considerava neanche cibo vero”

Io: “Faccio quasi fatica a immaginare papà senza snack salati! Ma effettivamente hai ragione, viveva in modo completamente diverso”

M: “Sicuramente per come cucinava sua madre non gli sono mai mancati!!”

Io: “Hai ragione, la nonna era una grande!”

M: “…né gli snack salati, né i dolcetti. Non credere che ci fossero le briochine e merendine confezionate quando eravamo piccoli. Neanche le creme spalmabili tanto in voga oggi”

Rimango in silenzio per un attimo. È una realtà facilissima da immaginare, eppure semplicemente non ci avevo mai pensato. Noi non ne usciamo tantissime, ma il pacchetto di biscotti confezionati in casa c’è sempre, e conosco parecchi amici che fanno colazione con i dolci confezionati, ci fanno merenda, ormai sono così abituati che per loro sarebbe difficile sostituirli.

M: “…e nemmeno i cereali”.

Effettivamente più lei rincarava l’elenco, più sbriciolava le alternative di colazione sulle quali mi stavo scervellando. Finché non sono esplosa: “E cosa accidenti mangiavate?”

M: “Tante cose diverse! Pane col burro, marmellate, lo zabaione -che buono con le uova fresche del vicino!!-, il latte col pane avanzato dal giorno prima. Ogni tanto la vicina faceva i biscotti fatti in casa e ce ne regalava qualcuno. Ma davvero pochi e un paio di volte all’anno, lo zucchero non sapevamo nemmeno cosa fosse. Oggi ne siamo dipendenti ma allora non ne sentivamo neanche la mancanza, perché non c’era proprio!! Per tutta l’infanzia. Quando avevo circa 12 anni abbiamo iniziato a comprare i biscotti per colazione, forse è da lì che qualcosa è iniziato a cambiare”

Io: “Neanche le torte fatte in casa?”

M: “Tua nonna lavorava tantissime ore in città come sarta e spesso portava anche il lavoro a casa. Doveva cucinare pranzo e cena per tutta la famiglia, non aveva veramente il tempo di preparare anche delle torte. Se non proprio rarissime volte, magari durante le feste.”

Si è azzittita perdendosi nei pensieri, aveva un viso pensoso e nostalgico. A un certo punto rompe il silenzio con una risata.

M: “Anzi no, ora che mi ci fai pensare l’eccezione c’era! La cotognata!”

Io: “Che è??”

M: “Ma sì, la gelatina di mele cotogne. È un dolce che si prepara nel periodo in cui matura questo frutto, cuocendolo e facendo una gelatina di mele cotogne e zucchero. Lo preparava lei in casa oppure lo

comprava, lo vendevano al negozio preparato artigianalmente confezionato in fogli di carta forno.

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Ma una sola volta all’anno! E spesso a noi ragazzi non ne toccava nemmeno un pezzetto, perché mia mamma ne va matta e a volte lo nascondeva per mangiarselo tutto lei! Ahahah”

In quel momento le è suonato il telefono che ha interrotto la conversazione. Io ripensavo a quel che mi aveva raccontato mia madre, e soprattutto cercavo di immaginarmi mia nonna da giovane adulta, circa 50 anni prima, talmente golosa da nascondersi l’ultimo dolce e quasi non farlo assaggiare nemmeno ai suoi figli, ridacchiando tra me e me. Mia madre chiude la telefonata: era mia nonna che aveva bisogno di uova e non mi ricordo quale altro prodotto che avevamo appena acquistato, quindi decidiamo di fare una deviazione e fermarci da lei prima di tornare a casa. Un quarto d’ora dopo siamo già da lei, le abbiamo messo i prodotti in frigo e ci siamo sedute tutte e tre davanti a una tisana prima di tornare a casa. Ciò che mi aveva raccontato prima mia madre mi frullava ancora in testa. Quindi per saziare la mia curiosità porto anche mia nonna sul discorso di prima, chiedendole come faceva lei la spesa quando era piccola, come funzionava.

N: “Ti ho mai raccontato che il tuo bisnonno Enrico aveva un negozio?”

Io: “Il nonno Enrico! È sempre così spassoso quando mi racconti di lui. Sì, mi raccontavi che vendeva alimentari tra cui i formaggi. Lui detestava praticamente qualsiasi formaggio, ma per venderlo alle signore del paese raccontava sempre di essersi appena mangiato un panino al gorgonzola giurando che fosse delizioso ahah!”

N: “Sì, era un furbacchione ma in paese gli volevano bene tutti! Nel negozio non vendeva solo formaggi e alimentari, ma veramente di tutto. Anche la carta da cucina, le pile per gli oggetti elettronici…”

Mi piace il modo i cui le si illuminano gli occhi quando si perde nei ricordi del passato, le memorie riguardanti la sua famiglia e come era il paese quando lei era piccola. Sono curiosa e incalzo con le domande.

Io: “Sapevo che il negozio era dove negli anni scorsi c’era quel fiorista, che ora ha chiuso. È piccolissimo, sono solo due stanzine”

N: “Ma in qualche modo riusciva a starci tutto, c’era persino la cella frigorifera sul retro!”

M: “Gli scaffali erano fino al soffitto, me lo ricordo!!”

N: “Con quella piccola attività tirava avanti tutta la famiglia. Inoltre avevamo un piccolo pezzetto di terreno con verdure, alberi da frutta, tre mucche e una decina di oche, così avevamo sempre verdure, latte fresco, uova e nei periodi giusti anche carne per la famiglia. Qui in campagna riuscivamo ad arrangiarci e nessuno ha sofferto la fame persino durante le guerre, in città hanno sofferto molto più di noi.” Prende un attimo di pausa per soffiare sulla tazza bollente e bere un piccolo sorso di tè, poi continua a raccontarci. “Quando ero ragazza il paese era molto diverso da come è oggi. C’erano tanti negozi oltre quello della mia famiglia, c’era il macellaio, il fruttivendolo, il panettiere, la cartoleria, facendo un giro a piedi potevi comprare tutto ciò di cui c’era bisogno! Purtroppo, ora la gente prende la macchina e va ai supermercati più grandi, i piccoli negozi hanno chiuso tutti uno dopo l’altro. Solo il panettiere ha resistito fino all’inizio degli anni 2000. Ora molta gente si è trasferita qui perché è comodo per andare a lavorare in città ma prendono casa qui solo per dormirci, il paese non lo vivono per niente. Quando ero ragazza io era diverso, c’era molta più vita e movimento, tutti conoscevano tutti e c’era sempre qualcuno con cui chiacchierare, ci si aiutava l’un l’altro quando c’era bisogno, c’era fiducia. Oltre i bar e i negozi c’erano bar e osterie. In settimana si lavorava sodo, ma la domenica erano tutti al bar a giocare a carte. Giovani e anziani, tutti insieme, giocavano a carte tutto il giorno. E suonavano, cantavano. Qualcuno iniziava a intonare qualche nota, a strimpellare una fisarmonica o quel che c’era, e cominciavano tutti a cantare. Tutti insieme, sia i giovani che i vecchi! Si sentivano su fino a casa, davano vita a un’atmosfera così spensierata!”

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Grazie ai loro racconti sono riuscita a immergermi prima in un’infanzia vissuta negli anni ’60-’70, facendo poi un salto nella vita di paese degli anni ’30-’40. Le mie domande erano volte a risolvere una semplice curiosità sulla loro alimentazione e stile di vita, ma dai racconti di entrambe le donne sono riuscita a sentire i profumi, i sapori, i rumori, le sensazioni e le atmosfere vissute da entrambe in anni così diversi, che rimarranno per sempre nella loro memoria. Spero di essere riuscita a trasmettere anche a chi di voi era curioso sull’argomento almeno un assaggio delle emozioni che mi hanno voluto trasmettere con le loro risposte!

 

BlueRose

 

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Discriminazione

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L’esperienza di discriminazione che vorrei raccontare oggi riguarda un mio familiare e si è tenuta sul posto di lavoro. Da quando era iniziata la farsa non ha mai voluto fare nemmeno un tampone, anche grazie alla mia influenza probabilmente e alle diverse pratiche che ho fatto per far prendere coscienza alle persone e ai miei familiari. Solo una volta cedette a causa delle insistenze sul luogo di lavoro. Del resto sapevo che non sarebbe stata una battaglia facile ma io che allora ero molto legata al mio ruolo low e quindi vedevo nella mia famiglia una delle principali ragioni di vita e motivi per cui combattere, spendevo molto tempo nel volerli difendere da tutto lo schifo. Ora lo faccio ugualmente ma con una consapevolezza diversa e forse se mi è concesso una coscienza maggiore di quello che sia il mio reale compito qui. Arriviamo nell’autunno 2021 , periodo in cui partì il green-pass raziale anche sul luogo di lavoro e qui panico. Non sapevamo come fare ed io volevo difendere a tutti i costi questa persona. In realtà mi preparai già da Agosto perché le minacce di ciò che si sarebbe potuto palesare da lì a breve erano toste ed io iniziai a praticare più intensamente su questa persona grazie anche alla spinta energetica di qualcuno di molto speciale. Mi arrivarono man mano varie intuizioni su cosa avrei potuto spingere che accadesse, su cosa sarebbe potuto servire per evitare che si facesse l’iniezione fatale e così cercai di praticare con fiducia talvolta su obbiettivi specifici e talvolta più semplicemente cercavo di lasciare alla prana il compito di decidere con fiducia quale sarebbe potuta essere la soluzione migliore. Mi lasciai andare a lei. Sebbene avrei preferito che non si facesse nemmeno tamponare essendo che lei non era proprio tipo da sospensione ed essendo che probabilmente se avesse optato per questa l’avrei avuta attorno troppo spesso e ciò non avrebbe giovato alla mia pratica, partimmo dal tampone. Non ero felice di questo ma capii che probabilmente nel suo caso fosse la soluzione migliore. La mia pratica aveva spinto che le mettessero dei turni in cui praticamente anziché doverne fare tre a settimana perché questi maledetti tampax dovevano essere effettuati ogni 48 ore, doveva farne due poiché si alternava con i colleghi e già questo fu un piccolo risultato. Talvolta poi prendeva qualche giorno di permesso per saltare il tampone. Così siamo andati avanti per mesi e poi a Dicembre è scattato l’obbligo. Proprio poco prima delle vacanze natalizie, così giusto per divertirsi ancor di più alla faccia dei sentimenti della gente. Gli ultimi giorni dall’inizio dell’obbligo continuò a lavorare perché si fece dare un modulo in cui dichiarava firmandolo che se da lì a 20 giorni si fosse fatta il vacci avrebbe potuto continuare ad esercitare la professione. Così potè proseguire qualche altro giorno senza vaccinarsi. E qui arriva l’episodio discriminatorio principale. Fino ad allora non subì nessuna particolare pressione per non essersi fatta inoculare poiché anche se aveva colleghi molto impauriti dal virus e che credevano fermamente alla farsa un po’ forse per le mie pratiche, un po’ perché rassicurati dai tamponi, l’hanno sempre trattata normalmente e anzi sbucarono più volte colleghi temporanei e anche uno permanente anch’essi contrari al vaccino che in qualche modo la incoraggiavano in ciò che stava facendo e la supportavano. Le davano forza e so che il merito di tutto questo fu della prana e della pratica alla quale devo davvero tanto! Mai dimenticare il potere delle tecniche e la fortuna che abbiamo ad averle e poterle utilizzare ! Comunque dicevo che in quei famosi 20 giorni del contratto lei iniziò a subìre le prime pressioni da parte del suo superiore.

 

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Nonostante fosse “in regola” sebbene sappiamo che le regole più importanti e cioè quelle che sanciscono i nostri diritti e quelle custodite nella nostra Costituzione fossero state violate ampiamente e quindi che le vere regole le avessero calpestate loro, dai “piani alti”il suo superiore le fece pressioni inventando che in giro ci fossero i controlli e che non sarebbe potuta andare più a lavoro se non si fosse fatta vaccinare. Ovviamente la persona in questione andò su tutte le furie e se la prese a morte col suo capo. Prese qualche giorno di permesso ma poi tornò a lavoro e scoprì in realtà che la storia dei controlli non fosse vera ma che fosse solo un metodo per spingerla a fare il vaccino perché qualcuno aveva spinto il capo a fare pressioni sul personale non vaccinato. Qualcuno dall’”alto” quindi di un “rango” superiore al suo le aveva ordinato di spingere il proprio personale a vaccinarsi “non si sa per quale ragione”, anche a costo di inventarsi palle per spaventarli e quindi indurli a cedere e ovviamente il capo di merda, da buon nazista ha “eseguito gli ordini”. Ovviamente anche lui era stato minacciato a sua volta. Non capitò solo a questo mio familiare una situazione simile ma in diversi luoghi di lavoro nonostante i dipendenti fossero “in regola”, li spingevano con la paura a farsi l’iniezione fatale. Perché giustamente c’è bisogno di spaventare le persone per farle cedere visto che vogliono il loro “bene”. Se vuoi il loro bene perché mentire? Perché usare questi mezzucci viscidi? Perché praticamente costringerli? Se vuoi il bene di qualcuno lascialo libero … Ovviamente non è il caso del nostro governo. Queste cose mi fanno solo vomitare e vederle accadere alle persone che conosci o a cui vuoi bene ti fa rendere conto di quanto questo sistema sia profondamente malato e ti fa capire che realmente ci siamo tutti dentro e può toccare a chiunque. Discriminazioni, minacce, illegalità, forzature dittatoriali ecc toccano tutti prima o poi, la farsa non è altro che il palesarsi di tutto questo sistema marcio che c’è anche quando tutto sembra “calmo” e non ce ne accorgiamo e poi “puff” succedono queste vicende che ti danno una svegliata e ti fanno capire a che gioco stiamo partecipando tutti più o meno consapevolmente. Comunque questa persona tornò a lavoro perché chiamò il sindacato che la “difese” perché era in regola, sebbene ripeto che ad essere non in regola fossero proprio loro ma comunque … Poi vennero le vacanze e dopo le vacanze si prese un giorno di malattia e subito venne il medico della mutua a controllarla . In genere è difficile che vengano ma in quel periodo doveva vigere il clima del terrore per spaventare la gente e indurla a cedere e quindi i controlli furono intensificati notevolmente. Dopo di che si fece sospendere per un po’. Alla fine decise di farlo perché non si sentiva se stessa a stare a casa senza lavorare e percepire lo stipendio e perché non avrebbe avuto la forza di reinventarsi come tante altre persone molto coraggiose hanno provato a fare. Chiamò vari centri vaccinali e le dissero che non c’erano più vacci e ad un certo punto rispose una dottoressa maledetta con la quale avemmo già a che fare in passato e che era una grandissima… Infatti già in passato ci ruppe non poco perchè aveva messo in discussione la qualità genitoriale del mio parente essendo che non ricordava se suo figlio avesse eseguito tutti i vaccini obbligatori. E quello fu un campanello che avrebbe dovuto farmi comprendere che razza di persone siano in realtà la maggior parte dei medici, fu già un campanello d’allarme che mi doveva far drizzare le antenne sul profondo legame che c’è tra gli angeli in corsia e le aziende farmaceutiche ma all’epoca ero solo una bambina. In questo caso questa dottoressa sbeffeggiò nuovamente il mio parente dicendo “E voi mo vi siete svegliata? Adesso vacci non ne abbiamo”. Ecco quello che più mi disturba in questa storia è lo sfottò e quel fare da gradassi che hanno la maggior parte dei dottori.

 

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Questa tizia che si è permessa di sbeffeggiare in qualche modo il mio parente è e sarà soggetta alle mie attenzioni. L’umiliazione che le persone come in questo caso hanno subìto è una cosa che proprio non posso tollerare tra le tante che ho visto e che mi sprona a dare addosso a certi soggetti. Dopo questa ci fu il medico curante che ha vinto la laurea ad un torneo di boccette che doveva prescrivere le analisi al mio parente e che invece alla sua richiesta ha detto: “Non servono a niente le analisi, ve lo dovete fare e basta, non esistono esenzioni”. Il mio parente le ha fatte lo stesso e qui ottenni dopo tanto tempo un risultato dovuto alla pratica. In effetti mi chiesi in tutto questo tempo come mai con tutte le pratiche svolte avessi ottenuto solamente un rallentamento dei tempi prima del vacci. E qui arrivò la sorpresa perché le pratiche funzionano sempre solo che a volte ci vuole del tempo e/o non sempre comprendi gli obiettivi della prana. Infatti dalle analisi uscì che aveva un valore troppo alto di una molecola che le aumentava di molto il rischio di trombosi. Non ci potevo credere quando me lo disse perché era proprio quello per cui avevo praticato molto tempo prima e cioè che per un motivo simile lei potesse beneficiare di un’esenzione. In quel momento ero più felice perché le mie pratiche avevano funzionato che per se avesse effettivamente fatto o meno il vacci alla luce di tutto ciò. Così iniziai a fare i collegamenti e capii che in realtà le pratiche per tutto quel tempo avevano funzionato solo che ero io a non vedere e questo fu la prova lampante ma non era finita qui. Infatti io sapevo benissimo che nonostante tutto ciò alla fine lo avrebbe fatto e che sarebbe bastata qualche “parola rassicurante” di qualche angelo in corsia investito dalla falsa luce che alla fine lo avrebbe fatto. Ne ero consapevole ma ero felice comunque dei risultati ottenuti e in più compresi un’altra cosa. Se vuoi bene a qualcuno lascialo libero. Mi stavo “struggendo” troppo dietro questa situazione e questa persona non era felice. Ero stata anche troppo dura probabilmente con lei e anche in questo ho sbagliato perché ho buttato le mie ansie e paure su di lei. Alla fine dopo che ha ceduto l’abbracciai perché in qualche modo sapevo che anche io avevo le mie colpe. Non le resi quel periodo facile e non la rassicurai abbastanza. Quell’abbraccio per me significò molto perché sciolse un po’ il gelo e la tensione di quei tempi e sapevo che anche lei ne era felice. Ovviamente noi dobbiamo sempre allontanare gli altri dai vacci, dobbiamo continuare a darci dentro con la pratica però in quella situazione credo fosse giusto così com’è andata.

 

Lince

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Fidelity Card & co.: quanto conosci questi strumenti? 

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Un tema sempre molto attuale, vasto e delicato è quello relativo al trattamento dei dati personali effettuato dalle aziende nell’ambito delle attività di marketing e profilazione nei confronti dei clienti che aderiscono ai programmi di fidelizzazione.

Lo strumento più conosciuto e utilizzato ormai da ogni esercizio commerciale è quello della Fidelity Card, comunemente conosciuta da tutti come la carta che serve semplicemente per ottenere maggiori sconti, punti e premi. Questo meccanismo è in continua crescita e negli ultimi anni si sta assistendo sempre più spesso ad un maggiore utilizzo di questo strumento che attualmente viene proposto anche in farmacia, dal parrucchiere, dal benzinaio e in altri vari e differenti settori merceologici.

Parlando con diverse persone mi sono resa conto di quanto davvero poco la gente conosca il reale funzionamento delle attività di marketing e profilazione poste in essere dalle aziende. Si tratta di attività molto importanti, talmente tanto che spinge tutte le aziende ad utilizzare ingenti somme di denaro per avvalersi di team e consulenti assoldati appositamente per rendere questi strumenti sempre più incisivi e per attivare meccanismi che di facciata appaiono come mere attività pubblicitarie per incentivare all’acquisto e per premiare la “fedeltà” del cliente, ma che in realtà sono mezzi celati attraverso cui loro raccolgono ciò che di più prezioso esiste in questo periodo: il dato personale.

All’ignaro cliente possessore della carta fedeltà vengono promessi vantaggi esclusivi, ma, mentre si gode tutto ciò, viene violato in una delle sue sfere più private, perché sarà profilato e analizzato nelle sue abitudini, comportamenti e scelte di acquisto. L’interessato spesso non è pienamente consapevole di questo meccanismo, perché, sebbene tali attività siano sempre precedute a monte da un’informativa e anche da una previa richiesta di consenso allo svolgimento di tali attività, in realtà si tratta di informazioni fornite in modo generico o comunque alle quali il soggetto non presta l’attenzione dovuta, non rendendosi conto del macchinoso sistema che c’è dietro e dell’importanza che il dato personale riveste per ogni realtà societaria.

Difatti, le aziende contano proprio su questa mancanza di consapevolezza da parte della clientela e giocando sulla gratuità della Carta, spingono quante più persone possibili alla sua sottoscrizione. Tuttavia, proprio il fatto che sia concessa gratuitamente deve condurre l’interessato ad una riflessione, in quanto in questo caso il bene negoziato è proprio il dato personale.

Per cinque anni ho lavorato come consulente legale, occupandomi specificatamente del settore privacy dal lato delle aziende e aiutandole, in concreto, a trovare soluzioni per raccogliere i dati personali degli utenti e consumatori finali senza violare la normativa sulla tutela dei dati personali. Pertanto, oggi ho deciso di scrivere questo breve testo per fornire una panoramica, quanto più chiara e comprensibile possibile, per aiutare il lettore e permettere a chiunque di comprendere in quale modo i nostri dati personali vengono utilizzati dalle aziende che effettuano attività di marketing diretto e profilazione.

Per i meno avvezzi alla materia propongo una brevissima digressione normativa per inquadrare al meglio la materia e far comprendere di cosa stiamo parlando.

 

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Qualche definizione utile per inquadrare la materia

A decorrere dal 25 maggio 2018, la materia relativa alla protezione dei dati personali è disciplinata dal Regolamento UE 2016/679 che è stato redatto con l’obiettivo di garantire una normativa uniforme in tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Tale Regolamento disciplina il “trattamento” dei dati personali. Ossia, la modalità attraverso la quale i dati vengono raccolti, elaborati, confrontati, conservati, eventualmente comunicati a terzi, eliminati e qualsiasi altra operazione che li riguardi e porti ad una loro lavorazione.

Per “dato personale”, invece, si intende qualsiasi informazione che conduca all’identificazione, diretta o indiretta, di una persona fisica. Tali dati possono essere, per esempio, il nome e cognome, l’indirizzo di residenza, l’indirizzo e-mail, il numero di cellulare e così via.

Esistono poi anche categorie di dati personali definite “particolari” in quanto il loro trattamento comporta una maggiore invasione nella sfera privata di una persona. Si qualificano in questo modo tutti i dati sanitari e i dati idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, la vita sessuale, lo stato di salute, fisico e mentale e i dati genetici; nonché i dati relativi a condanne penali e reati.

Proprio per la loro maggiore delicatezza, il trattamento di questi dati è subordinato ad un previo e specifico consenso da parte dell’interessato. Per cui la raccolta ed il relativo trattamento potrà avvenire solo dopo che la persona fisica a cui il dato si riferisce abbia espressamente acconsentito al trattamento in maniera libera, specifica ed inequivocabile oppure qualora ricorrano altri presupposti indicati dalla norma, quale per esempio la tutela di un interesse pubblico, di un interesse vitale o per adempiere ad obblighi di legge.

Un altro aspetto rilevante e che assume importanza in materia è la “finalità” per cui il dato viene trattato. Per esempio, se il nome, il cognome e altri dati personali di un soggetto vengono trattati per emettere una fattura, il conferimento dei dati da parte dell’interessato è obbligatorio, perché in assenza di questi ultimi il venditore non potrà corrispondere alla prestazione/vendita.

Se, invece, questi stessi dati vengono raccolti per l’esecuzione di attività di marketing, l’interessato può rifiutarsi di conferirli, perché siamo di fronte ad un trattamento che si caratterizza per la sua facoltatività e a cui l’interessato deve preventivamente prestare il proprio consenso come accade appunto per le categorie particolari di dati, però in questo caso il consenso non deriva dalla delicatezza del dato, bensì dalla delicatezza della finalità trattamento.

Infatti, come sappiamo bene essendo stati bombardati sicuramente tutti noi da email promozionali, call center e quant’altro, il marketing può assumere connotati molto invasivi e configurarsi come un vero e proprio stalking commerciale.

Per questo motivo, teoricamente, tale attività nei nostri confronti potrebbe essere svolta solo dopo che noi abbiamo acconsentito a questo specifico trattamento e dopo che siamo stati adeguatamente informati su tutte le modalità di utilizzo, conservazione, comunicazione e diffusione dei nostri dati.

Un altro aspetto saliente e poco conosciuto è quello relativo alla comunicazione e diffusione dei dati personali. Queste due parole sembrano simili, ma nel linguaggio privacy hanno due definizioni e significati ben diversi: la “comunicazione” avviene quando i dati personali vengono trasferiti a soggetti terzi, che sono diversi rispetto a chi ha raccolto il dato ma sono comunque determinati. La “diffusione”, invece, avviene quando quel dato viene portato a conoscenza di soggetti indeterminati. Ed è il caso, per esempio, della pubblicazione di foto online, attività per la quale è sempre necessario richiedere un preventivo consenso al soggetto ripreso.

 

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Fidelity Card & co.: come funzionano?

Alzi la mano chi non è mai stato fermato da una cassiera che ci chiedeva se volessimo compilare i moduli per ricevere la carta per i punti! A me è capitato tantissime volte e l’ultima risale proprio a pochi giorni fa, quando ad un distributore di benzina mi è stata fatta questa domanda e al mio rifiuto l’addetto ha cercato di persuadermi dicendomi che la procedura era molto veloce e sarebbero bastati giusto un paio di minuti. Ovviamente la mia risposta non è cambiata perché, avendo lavorato nel settore, conosco le implicazioni e l’ingerenza che la compilazione di quei “semplici” moduli comporta nella vita delle persone a loro insaputa.

Questi moduli di raccolta dei dati personali permettono all’acquirente di ricevere una carta che offre offerte dedicate, servizi esclusivi e altri premi di vario genere.

Ma a quale costo? Quali dati forniamo all’azienda per ricevere questi sconti?

Guardando qualsiasi modulo di adesione ai programmi fedeltà, se ne trovano diversi anche online, è possibile subito notare quale grado di dettaglio venga richiesto nella compilazione. Sono richiesti dati assolutamente non necessari e ulteriori rispetto all’attività che ci apprestiamo a compiere: che è appunto quella di voler fare la spesa e voler usufruire degli sconti.

Infatti, oltre alle generalità, tra cui gli estremi di un documento di riconoscimento, data di nascita, cellulare, e-mail e così via, viene richiesto anche il titolo di studio, la professione e addirittura la composizione del nucleo familiare, compresa la data di nascita di eventuali figli!!

Questi ultimi dati non vengono richiesti come obbligatori, ma sono indicati solo come facoltativi. Tuttavia, avendo lavorato nel settore posso testimoniare di aver avuto evidenza di tantissime segnalazioni e reclami di clienti che lamentavano di essere stati obbligati dall’addetto a compilare anche le parti facoltative e, in assenza, non avrebbero ottenuta la carta. Per cui molte volte la clientela, pur non essendo obbligata, è stata comunque costretta alla compilazione anche di quei campi previsti come facoltativi, pena la mancata ricezione della carta.

La domanda che sorge subito spontanea è: a cosa servono queste informazioni così dettagliate per fare la spesa? Chiedono addirittura il livello di studio, neanche fossimo ad un colloquio di lavoro. Per non parlare poi del nucleo familiare. Ma ciò che possono raccogliere non si ferma a questo, ma andiamo con ordine.

Intanto, in base a questa prima carrellata di informazioni, possiamo evidenziare che tali dati vengono raccolte per due finalità:

I dati generici e i vari indirizzi di posta e residenza, nonché il cellulare, servono per effettuare attività di marketing diretto. Per cui ogniqualvolta ci saranno sconti, eventi e promozioni di vario genere la persona sarà informata attraverso i canali di comunicazione che ha fornito al momento dell’adesione. Solitamente i più comuni sono la posta elettronica, i messaggi del tipo sms e messaggistica istantanea, la posta cartacea e le chiamate telefoniche.

 

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Le altre informazioni ancora più dettagliate e private servono, invece, per svolgere attività di “profilazione”.

Con questo termine si sta ad indicare lo svolgimento di un’attività di analisi che ha come fine quello di valutare determinati ambiti di una persona, nello specifico per esaminare o prevedere aspetti riguardanti le preferenze personali, l’affidabilità finanziaria e lo stato economico, il comportamento, il rendimento professionale, lo stato di salute e gli spostamenti.

Pertanto, si raccolgono tutta una serie di dati che permettono all’azienda di analizzare questi aspetti al fine di poter classificare e valutare ogni individuo, così da catalogarlo e inserirlo all’interno di gruppi o categorie per poter quindi fare delle valutazioni e previsioni.

Nel caso in esame delle carte fedeltà utilizzate nella grande distribuzione organizzata, viene effettuata un’analisi sulle abitudini di acquisto e consumo dei clienti e, sulla base di queste valutazione, viene individuato cosa una persona preferisce comprare, i gusti, cosa piace e cosa no e così via.

Questa attività di profilazione garantisce alle aziende la realizzazione di servizi e promozioni personalizzate in base al cliente, perché si tratta di offerte mirate che vengono costruite proprio a seguito dell’accurata analisi e valutazione del cliente stesso, poiché perfettamente coerenti e in linea con le caratteristiche specifiche degli individui analizzati.

Ovviamente questa analisi diventa sempre più specifica e dettagliata man mano che il cliente procede con gli acquisti e man mano che aumentano i servizi e le funzionalità della Card. L’esempio illustrato fin qui, infatti, è relativo ad una carta fedeltà dalle funzioni basiche. Ma ci sono tante differenti tipologie e un altro nuovo strumento utilizzato molto di recente, soprattutto nell’ambito dei Centri Commerciali, è quello della realizzazione di programma fedeltà attraverso Applicazioni dedicate.

Ogni Centro Commerciale, non proprio tutti ma comunque aumentano sempre di più i Centri e in generale i negozi che si avvalgono di questi strumenti, ha creato una propria Applicazione che è facilmente e gratuitamente scaricabile dal cliente e promette a quest’ultimo grandi vantaggi!

Uno dei primi punti su cui si basa la pubblicità persuasiva volta ad aumentare il numero dei clienti che scaricano l’App e che aderiscono di conseguenza la programma fedeltà è la possibilità di poter effettuare lo shopping senza dover incappare in code all’ingresso. Infatti, grazie a questo strumento il cliente potrà pianificare il proprio ingresso non solo al Centro Commerciale, ma proprio nei negozi preferiti che intende visitare, indicando anche l’orario di arrivo in ciascuno di essi, così da “avvisare” tramite App i negozianti e quindi evitare qualsiasi tempo di attesa.

Ci tengo ad evidenziare quanto questo meccanismo sia invasivo, in quanto permette di conoscere in anticipo tutti i nostri spostamenti. L’informazione, tra l’altro, non andrà solo all’azienda stessa, ai vari punti vendita e ai dipendenti di quell’azienda. Bensì si tratta di dati che giungono anche ad altre società collegate e che svolgono attività strettamente connesse a quella dell’azienda titolare dell’applicazione.

 

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Continuando con l’analisi degli altri innumerevoli vantaggi che questo sistema offre, troviamo la possibilità di raccogliere dei punti (che si trasformeranno in sconti e bonus di vario genere) per ogni singolo ingresso al centro commerciale. In pratica, l’applicazione consente la geolocalizzazione dell’utente, per cui ogni volta che il cliente accede in quel preciso Centro Commerciale o negozio, l’informazione verrà registrata all’Interno del sistema e questo permetterà al cliente di ricevere sul suo conto virtuale un punto.

I punti, poi, raddoppiano se il cliente decide di accedere al Centro Commerciale proprio in quella specifica giornata indicata dall’applicazione oppure in una determinata fascia oraria che fa guadagnare più punti. Risulta lampante anche per i non addetti alla materia quanto questo sistema sia altamente invasivo della sfera privata dell’aderente al programma fedeltà. Quest’ultimo, infatti, sarà sempre geolocalizzato, in quanto i suoi accessi, compreso orario e tempo di permanenza, saranno ben visibili e registrati!

Inoltre, il cliente, proprio alla stregua di un burattino, tenderà a privilegiare l’ingresso al Centro Commerciale negli orari e nei giorni che prevedono un raddoppio dei punti. In pratica gli accessi effettuati in determinate giornate e in precisi orari permette al cliente di raccogliere più o meno punti.

Questo sistema mi ricorda tanto un videogioco, solo che in questo caso il cliente non è il giocatore ma è la vera e propria pedina.

Un altro speciale vantaggio riservato ai possessori dell’App è la possibilità di ottenere ulteriori punti attraverso gli acquisti effettuati. Questo meccanismo prevede che per ogni spesa il cliente debba fotografare e caricare sul sistema lo scontrino, così da poter effettivamente dimostrare di aver fatto acquisti e, in base a ciò che ha comprato e quanto ha speso, otterrà un tot di punti. Anche in questo caso appare subito evidente la mole di dati personali che il cliente sta lasciando alla mercé dell’Applicazione, dell’Azienda e di altri, in quanto lo scontrino, oltre a riportare il contenuto completo della spesa effettuata, riporta anche l’orario e il giorno.

Altro strabiliante vantaggio riservato al cliente è la possibilità di ottenere promozioni esclusive e in linea con le caratteristiche individuali del possessore dell’App. Si tratta dell’attività di profilazione già anticipata in precedenza. In pratica dall’interconnessione ed elaborazione di tutti i dati raccolti (genere, sesso, dettaglio acquisti, nucleo familiare, ecc..) la persona riceve messaggi promozionali “su misura” e mirati proprio al suo preciso target (per esempio se ha indicato di avere un figlio di 6 anni potrebbe ricevere promozioni relative a giochi per bambini di quella fascia d’età e così via).

Quindi qui non stiamo più parlando solo del classico marketing diretto, comunque estremamente fastidioso, ma di un’attività ancora più incisiva e invasiva.

A questa si aggiunge poi l’ulteriore attività di marketing profilato e geolocalizzato che sta prendendo sempre più piede in questi ultimi anni. Si tratta di un meccanismo che è identico al precedente, ma con un’aggiunta: i messaggi promozionali mirati non giungono solo attraverso posta elettronica, sms e messaggistica istantanea, ma anche attraverso notifiche direttamente visibili sul cellulare in tempo reale.

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Pertanto, nel momento in cui una persona si trova in un determinato negozio riceverà una notifica che lo avviserà immediatamente della presenza di promozioni esistenti su uno o più prodotti in linea con i suoi gusti, così da invogliarlo subito all’acquisto.

In base poi ad una pausa maggiore o minore in determinate aree del negozio, il cliente riceverà notifiche anche successivamente alla sua permanenza nel Centro Commerciale, che lo informeranno di sconti sui prodotti che sono sembrati di suo maggiore gradimento. Questa tecnologia si basa sulla presenza dei così detti Beacon, ossia di apparecchi installati all’interno dei negozi che trasmettono un segnale Bluetooth al dispositivo su cui è installata l’applicazione e che pertanto indicano che il dispositivo si trova in quel preciso raggio o area.

Fidelity Card & co.: sai davvero dove finiscono i tuoi dati?

Un altro aspetto al quale è importante prestare attenzione è quello relativo alla comunicazione a terzi dei propri dati personali. Ho notato infatti molte volte che le persone credono ingenuamente che il modulo che compilano al supermercato sotto casa per ottenere la carta fedeltà “resti” solo in quel supermercato.

Posso assicurare che non è affatto così. La cassiera a cui restituite il modulo compilato è semplicemente un intermediario che trasferirà quel modulo ad altre aziende strettamente connesse alla prima che analizzeranno e archivieranno i dati a livello centrale. Oltre alle altre società del Gruppo e a società che svolgono sui dati attività strettamente connesse e correlate alla finalità principale, ci sono poi altri soggetti terzi a cui questi dati vengono venduti per svolgere a loro volte ulteriore attività di marketing e profilazione.

Infine, non per ordine di importanza, i dati personali vengono trattati anche di chi si occupa della manutenzione dei sistemi informatici citati e anche, e soprattutto, dai grandi colossi che detengono l’hosting dei server nei quali i dati risiedono. Spesso tra l’altro questi ultimi sono ubicati anche al di fuori dell’Unione europea, dove la normativa è ancora più blanda e permissiva (in favore delle aziende) rispetto a quella italiana.

Appare evidente, pertanto, che il programma fedeltà fa il suo ingresso proprio come un Cavallo di Troia. Entra nella nostra vita come un regalo, promettendoci sconti e vantaggi, ma è semplicemente uno stratagemma macchinoso e ben studiato per entrare nelle nostre vite, per analizzarci, studiarci ed etichettarci come fossimo dei veri e propri prodotti.

Il dato personale è un bene troppo prezioso e che, almeno per quanto ci è possibile, merita di essere salvaguardato con le unghie e con i denti. Inoltre, dopo questa analisi spero che risulti chiaro come il trattamento dei dati non si limiti al momento della raccolta, ma questo rappresenta solo l’inizio. Difatti, le attività, sia automatizzate che non, effettuate sui nostri dati personali comportano un dispiegamento di risorse finanziarie, umane e strumenti tecnologici non indifferenti che proseguono con attività di elaborazione, interconnessione, registrazione e tanto altro di cui non siamo neanche a conoscenza.

Con questa breve panoramica sul trattamento dei dati personali spero di aver portato il lettore a riflettere sull’importanza di compiere scelte quotidiane consapevoli che non lo conducano a svendere i propri dati personali.

 

Isa

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Nuovo Test

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Vorrei lasciare un’altra testimonianza riguardante le reazioni avverse ai vaccini.

Mia mamma mi dice che improvvisamente hanno trovato un tumore ai polmoni ad una sua cara amica. Ovviamente tutto dopo essersi vaccinata. Ma pensate che qualcuno abbia fatto 2+2? Ovviamente no.

Comunque questa ragazza inizia le chemio, ovviamente sta male ed è debole.

Mia mamma decide di andarla a trovare, dice che non sembra neanche lei, per un momento l’ha guardata in viso e sembrava che non fosse più la stessa persona, è debole, è triste.

Le dosi continuano e la malattia peggiora sempre di più, si è estesa fino ai bronchi, tutto questo in un breve lasso di tempo.

Un giorno sua sorella chiama mia mamma, la ragazza è stata ricoverata, non è più cosciente, è in coma.

La preoccupazione di questi medici era farle i tamponi. Si, perché gliene hanno fatti ben 8! Tutti negativi, tranne l’ultimo.

L’amica di mia mamma è morta. E sapete di cosa? “Di tumore” direte voi, i più astuti diranno “dai vaccini che le hanno causato i vari tumori”. No, dal referto è stata data “morta per Covid”.

Oltre al danno, la beffa.

Una vita persa, una ragazza solare, forte e in forma morta nel giro di pochissimi mesi.

Si è vaccinata per proteggersi, le ultime dosi le ha fatte perché “i fragili devono vaccinarsi per primi”. E la sua morte è Covid. Che vergogna.

Dopo la morte mia mamma ormai tridosata e con tutti i problemi e conseguenze che questi vaccini le hanno causato in lacrime mi dice: “Ti prego vaccinati, fallo per *il nome della ragazza”.

Io le ho risposto: “è anche per lei che non lo farò mai”.

Ora ragionando un attimo e mettendo da parte i sentimenti.

La ragazza si è vaccinata, caso vuole che si è ammalata di tumore.

Nel mentre che fa la chemio continua con le dosi “perché se si prende il Covid sicuramente muore”. Ok, diamola per buona.

La malattia degenera, viene ricoverata. La morte è Covid. Se fosse davvero la causa della sua morte, cosa che è più che evidente che non è (ed è assurdo che i parenti non abbiano fatto denuncia per questo), cosa cavolo si sarebbe vaccinata a fare?

Stiamo comunque ipotizzando su falsità, però mi chiedo e mi domando, come puoi (mia mamma) venirmi a dire: “vaccinati, fallo per lei!”

Dove è finito il ragionamento? Che ragionamento hai fatto per arrivare a dirmi questa frase?

Ormai non mi stupisco più di nulla dato tutto quello che è successo, le persone mi rendevo conto che non erano più in grado di ragionare.

 

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Altre brevi testimonianze.

Chi non dorme si sarà accorto di quante morti giovani vi sono state da quando sono usciti questi “vaccini miracolosi”.

Un giorno il mio ex ragazzo mi dice che è morto il cugino del suo migliore amico, un ragazzo giovane, l’età era tra i 25/30anni.

Era fuori per lavoro, lo trovano in stanza d’albergo morto. Una famiglia rovinata e una vita spezzata.

Un altro giorno vado a lavoro, vedo il mio capo triste. Mi dice che stanotte lo hanno chiamato dicendogli che suo zio è morto.

Aveva da poco fatto la terza dose, era un uomo che si teneva sempre sotto controllo con esami e tutto era regolare. Stava bene.

Quella sera esce in motorino, seguito dietro in macchina se non ricordo male dalla moglie. Ad un certo punto perde il controllo del vettore, un infarto, cade e muore. Diagnosi? Morto perché ha picchiato la testa.

Credo non sia da tralasciare neanche ciò che i vaccini hanno causato a livello emotivo nelle persone.

Ho sempre raccontato di mia mamma e parlandone con il mio capo mi dice che suo fratello da quando si è vaccinato è cambiato.

È sempre nervoso, mi dice che con la compagna del mio capo ha sempre avuto un rapporto scherzoso. Mi dice che adesso nelle risposte che le da nota molta cattiveria, non è più uno scherzare giocoso e solare ma è uno schernire per ferire l’altra persona.

Parlando con un’amica mi dice che un’altra sua amica è andata in depressione e subito dopo anche la madre della stessa.

 

Miry_miry

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TAMPONI E GREENPASS

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Ho detto a me stessa che non avrei mai fatto un tampone, difatti, non ho quasi più lavorato perchè il mio lavoro autonomo mi faceva andare in luoghi in cui era richiesto Green pass o tampone. Io ovviamente il tampone non lo facevo, non solo per una questione sanitaria o per il fatto delle tecnologie e schifezze che essi contengono, quanto più di principio, perchè farlo significava accettare il sistema che lo imponeva. Un sistema schifoso che vuole solo trasformarci in schiavi senza avere il coraggio di ammetterlo, ma raggirandoci. Ad ogni modo accade che a marzo 2022 scopro, di tutta fretta da un giorno all’altro, che ho necessità di essere operata d’urgenza per un problema molto grave su cui era necessario intervenire subito. L’operazione sarebbe avvenuta in un momento per me molto delicato perchè stavo affrontando un cambio vita piuttosto impegnativo. Sono andata nel panico, non tanto per l’operazione, quanto più per i tamponi che avrei dovuto subire nel lager-ospedale. Ero molto demoralizzata per questo, perchè non volevo proprio farlo ma… che avrei potuto fare? Questi schifosi che dovrebbero curare la gente non mi avrebbero nemmeno fatta entrare in reparto così, il giorno prima del ricovero faccio il mio primo tampone.

Non so bene descrivere quello che ho provato. Ancora ora che scrivo mi viene da piangere…. Mi son sentita violata, umiliata, proprio io che pur di non sottostare al ricatto ho perso lavori, ho venduto casa, ho trasformato la mia vita… qualche giorno dopo il trasloco mi son trovata costretta a farmi infilare quel coso su per il naso e in fondo alla gola per poter accedere alle cure di cui avevo bisogno. Ero molto arrabbiata e lo sono ancora ora, l’ho vissuta come una violenza, un sopruso, ero anche delusa da me stessa perchè avevo ceduto. Questo non me lo son mai davvero perdonata. Nonostante i giorni prima dell’operazione fossi in pieno trasloco con un problema dopo l’altro (dico solo che ho rischiato di perdere anche la nuova casa in cui mi ero trasferita e di restare per strada…) son riuscita a proteggere in anticipo su quel tampone e, appena rientrata a casa, ho fatto subito guarigione dai chip. Poi entro in ospedale e mi operano, altro tampone e intervento in anestesia totale con un anestetico infilato per 3 giorni sulla schiena, quindi ero completamente stordita dai farmaci e la mia prima preoccupazione non è stata farmi una guarigione ma proteggere l’indomani perchè avrei dovuto subire un altro tampone. Sono stata fortunata perchè una studentessa mi ha aiutata con le protezioni e almeno non mi son sentita sola. Altro tampone, che va un po’ meglio dei precedenti visto che l’infermiera me lo fa quasi per finta, anche perchè se me l’avesse fatto sarei morta di dolore solo facendo un colpo di tosse o soffiandomi il naso. Nel frattempo continuavo a meditare ma era molto difficile, non riuscivo a concentrarmi ma dovevo fare guarigione ogni volta che mi infilavano quel maledetto bastoncino e le energie erano poche, ero distratta, debole, assonnata. Inoltre mi pizzicava sempre il naso e mi veniva da starnutire, il naso colava ma non riuscivo a soffiarlo, perchè anche quel piccolo e semplice gesto mi provocava un dolore indescrivibile. Nel frattempo succede che l’auricolare, nuovo, non funziona più e anche il telefono inizia ad avere problemi funzionando solo in vivavoce, lo usavo per meditare con le tecniche guidate e per comunicare con mio marito e la mia famiglia: avevo proibito a tutti di venirmi a trovare dato che, non avendo nessuno il Green pass, sarebbero stati obbligati a tamponarsi per farlo, perciò tutti a casa! Praticamente non riuscivo nemmeno più a comunicare con loro con un minimo di privacy visto che non ero nemmeno in grado di scendere dal letto. E’ stato tutto molto strano perchè poi uscita da quel posto il telefono andava benissimo. Poi arriva un altro tampone ancora, quell’infermiera non è stata per nulla pietosa, ho tossito e il dolore è stato talmente grande da bloccarmi il respiro. Io ero in quel posto per farmi curare e loro mi stavano torturando. Maledetti. Avevo talmente tanta rabbia addosso che mi è venuto da piangere dal nervoso per almeno un’ora, mi sentivo sempre più umiliata, mi dicevo di aver sbagliato tutto ad essere in quel posto, mi dicevo che forse non dovevo curarmi… io che sprizzo gioia da tutti i pori ero ridotta così, a pezzi per quell’ingiustizia reiterata. Era l’ingiustizia, il sopruso che ancora oggi sento dentro ad avermi colpita.

 

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Questa è solo la parte più emotiva, veniamo ora alle conseguenze pratiche.

Sono entrata in ospedale che facevo EL a tutta la struttura e una settimana dopo non riuscivo nemmeno più a proteggermi, il non pensiero non lo vedevo neanche con il binoccolo, avevo sempre sonno, ero come stordita, fuori fuoco. La mente lenta, poco lucida. Tanta, troppa apatia.

Le settimane successive sono rientrata nella mia nuova casa, che tra l’altro non era ben protetta e piena di energia di altri, quindi anche la pratica è stata più difficile perchè quell’ambiente non era ancora energicamente mio. La situazione però si è fatta molto più complicata perchè non riuscivo proprio a concentrarmi e avevo dei vuoti, avevo anche tanti pensieri negativi, ma anche un po’ strani perchè sembravano troppo ossessivi per essere normali, sentivo che proprio mi lasciavano addosso uno stato d’ansia perenne quasi a dire “non ce la puoi fare!”: questo era molto strano perchè normalmente non mi ossessiono o piango addosso. Altra cosa, mi addormentavo durante le meditazioni per poi svegliarmi di colpo (ma addormentarsi non è il termine giusto, perchè non dormivo, “solo” non ero cosciente, chissà dov’ero)… tutto molto demoralizzante, mi sembrava di non essere più in grado di fare nulla. Non che prima fossi una cima, avevo molto da migliorare, ma così era proprio uno schifo totale perchè sembrava di “perdere tempo” in qualcosa che non riuscivi a fare, invece era proprio perchè non riuscivo a farlo che ho capito che così potevo cadere, sarebbe stato un attimo, un soffio, invece ho insistito anche quando tutto sembrava dire: “fermati, tanto vedi, non sei in grado! Non ci riesci! E’ inutile!”. Un po’ alla volta le cose sono andate via via migliorando ma ancora oggi alle volte fatico a concentrarmi e mi accadono degli avvenimenti strani.

Innanzitutto quando sto in mezzo a tanti vaccinati è come se mi arrivasse qualcosa di forte alla testa che mi disturba la vista, la concentrazione e la capacità di parlare (per intenderci uso i termini con superficialità e a volte li confondo, cosa che non mi accade ad esempio quando non sono in luoghi affollati o in presenza di sierati) ma non riesco a capire se questo sia un effetto dei vaccinati o se sia la tecnologia che mi hanno inserito coi tamponi ad agganciarsi meglio a quelle frequenze e quindi fare più effetto. E’ un disturbo molto forte, una specie d’interferenza.

L’altra cosa che mi ha lasciato di stucco è stata che stavo PENSANDO ad una cosa poco importante chiedendomi se fuori casa ci starebbe meglio un portico o una pergola. Il giorno successivo mi arriva una mail da un mittente che non conosco con in oggetto: “pergola o porticato?”. Son rimasta lì allibita…

In questi mesi ho fatto e sto continuando a fare guarigioni dai chip, pulizia della mia energia ma non mi sono ancora ripresa del tutto da quella botta che tamponi, anestetici prolungati, morfina hanno dato alla mia pratica: è una zavorra che, per fortuna, si alleggerisce ogni giorno di più.

 

GREEN PASS

 

Non so bene da dove partire per parlare di questo argomento.

Innanzitutto mi ha lasciato sgomenta la leggerezza con cui troppe persone hanno legittimato questo certificato nazista. C’è chi l’ha legittimato credendoci, chi accettandolo, chi facendo i tamponi perchè non lo aveva. A inizio farsa dissi a mio marito: “ guarda che ci stresseranno con i vaccini, tu sappi che io non lo farò mai, anche se dovrò subire delle conseguenze, sii preparato a questo, la vita è molto più importante di tutto il resto”. Non serviva chissà quale capacità per capire che era lì che miravano e non solo per vaccinare, quindi uccidere, sterilizzare o invalidare il maggior numero di persone, ma creando, attraverso la vaccinazione e i certificati, un popolo di schiavi obbedienti. Perchè anche chi si piegava a farsi il tampone per andare a lavorare stava accettando quel sistema, così come stava accettando di essere discriminato. L’hanno studiata bene i maledetti. Cerco di andare con ordine perchè gli episodi son tanti.

Questo è uno dei più assurdi: per lavoro dovevo andare ad un film festival, partecipando a dei meeting professionali, tutto bene, era ancora luglio, giusto prima del 6 agosto quando il Green pass sarebbe diventato obbligatorio anche per gli eventi all’aperto.

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Qualche giorno prima mi arriva una mail dove è specificato che per accedervi è richiesto Green pass o Tampone. Io resto basita. In quel caso un privato si è messo a legiferare per conto suo creando una regola obbligatoria prima ancora che lo fosse… i precursori del nazismo! Alzo il telefono e chiamo uno degli organizzatori, dicendo loro che stanno mettendo un obbligo che ancora non è in vigore e la risposta che mi ha dato mi ha lasciata senza parole: “ma cosa vuoi che sia un tampone, è una specie di dress code!”. Ma cristo, come si fa solo a pensare una cosa del genere, bisogna essere proprio ammollati dalla propaganda. Un dress code, ma ci rendiamo conto? La cosa che poi mi dava fastidio era espormi in queste situazioni, perchè era sempre una discussione per qualsiasi cosa, io le mie idee voglio condividerle solo con chi reputo giusto, non con tutti per forza! Ma questo stato schifoso ha creato una grande discriminazione e, prima di lui, lo hanno fatto anche i cittadini malsani come questi del Festival.

Altro festival, altro obbligo. Per la prima volta avevo un film proiettato alla mostra del cinema di Venezia, una bella soddisfazione. Ecco quello che succede: in barba alla privacy che tanto ci propinano di voler tutelare. Mi arriva una mail dalla produzione del film che mi gira un allegato che la Biennale chiede di rendergli compilato. E cosa chiede questo fantomatico allegato? Se sei vaccinato, se sì quante dosi ha fatto e con che vaccino, oppure ti chiede di portare il Green pass da tampone. Quindi, questi delinquenti trattavano i dati sanitari di tutti i partecipanti, della produzione, degli attori, senza alcun ritegno. Ora io non è che mi devo giustificare con i miei clienti o esporre le mie idee, però che potevo fare? Ho inventato una bugia. Ho detto che avevo fatto dei tamponi e che mi avevano fatta stare troppo male e che non volevo farne per essere presente: gli ho mandato il free pass – un’autocertificazione che affermava che, sotto la mia responsabilità dichiaravo di aver tutti i requisiti per entrare alla Mostra – la produzione l’ha girata al festival per capire se l’accettavano ma l’hanno respinta. Perciò ho dovuto restarmene a casa e seguire tutto da remoto, la cosa più assurda è che ero il distributore del film, di un film che non ho nemmeno potuto mai vedere al cinema perchè in sala non ci potevo nemmeno entrare, visto che chi non aveva quella maledetta carta verde non poteva fare niente. E’ successo spesso che dei cinema mi chiedessero se sarei stata presente: io rispondevo loro che se mi facevano entrare senza assurde richieste sarei andata volentieri. Ma tutti avevano paura. La paura ha fregato tutti indistintamente.

Arriva poi un altro momento “interessante”. Mi chiama l’assessore e mi dice che io e mio marito dovremo andare a ritirare un premio per un documentario che avevamo realizzato, mi dice però che per entrare a questa manifestazione all’aperto è richiesto il Green pass o tampone. Le dico che non avrò nessuno dei due e che se vogliono mi possono far entrare con il Free Pass di cui accennavo sopra, le segnalo comunque che per eventi all’aperto che non siano grandi concerti o altro di artistico non è richiesto il GP (perchè solo la cultura fa trasmettere il falsovirus, la religione no, in chiesa ci si può andare sempre, mica è come entrare al cinema o in un teatro). Qui accadono due cose. La prima è che l’assessore fa presente il tutto alla confederazione dei comuni ma le rispondono che essendoci un tizio che fa degli intermezzi musicali sono obbligati a richiederlo. Falso. (Che fossero andati almeno a leggersi i DL era scritto che era solo per i grandi concerti non certo per un tizio che fa un’intermezzo musicale!). Ma la cosa che mi ha fatto piacere è stata che altre 4 persone avevano mandato il free pass! Alla fine ovviamente non siamo andati e il premio l’ha ritirato il comune al posto nostro.

E’ stata un’assurdità dietro l’altra.

 

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Arriva poi il 15 ottobre, data in cui diventa obbligatorio il certificato per lavorare. Io che sono autonoma ovviamente me ne son fregata alla grande il problema era che non potevo entrare nei posti in cui dovevo lavorare, oppure che le persone con cui dovevo organizzare dei lavori pretendevano che io mettessi in atto quelle assurde norme sanitarie ( i protocolli covid per il cinema avevano del ridicolo!) e rischiavo problemi seri nel caso in cui qualcuno di loro si fosse impuntato che voleva tamponi, Green Pass o altro. Ah, perchè son stati furbi a chiamarlo già da allora Green Pass, così erano già pronti all’emergenza climatica senza dover cambiare il nome del certificato. Poi magari dovevo incontrarmi con qualcuno per

lavoro ma non potevo nemmeno dargli più appuntamento al bar (se non conoscevo il bar e sapevo che non mi avrebbe fatto storie). L’unica cosa che potevo fare era lavorare da remoto con i cinema, perciò organizzo l’uscita di due film ma…. Chiudono i cinema di nuovo. La situazione aveva dell’assurdo.

Nel frattempo i miei genitori vanno nel panico, hanno una piccola azienda e il CNA li terrorizza con app da scaricare, GP da controllare, obblighi, multe… sono davvero storditi e spaesati perchè non sanno come fare visto che loro non sono vaccinati ma tutti i dipendenti sì (ovviamente di loro spontanea volontà e convinti serva a qualcosa). Il sistema è organizzato bene perchè è chi gestisce le buste paga a mandare la comunicazione alle aziende su cosa si deve o non deve fare. Io dico loro di fregarsene, di non farsi i tamponi, di controllare al limite il GP solo ai vaccinati così li tengono tranquilli e di non scaricare assolutamente la app: dopo un primo momento in cui regnava la paura di multe, chiusure e sanzioni si rasserenano, comprendendo che è tutto un ricatto (comprese le multe che hanno inviato loro mesi dopo per la mancata vaccinazione essendo over 50).

Nel frattempo avevo iniziato un cambiamento da alcuni mesi, perchè con mio marito, vedendo che il nostro settore stava letteralmente andando a scatafascio, avevamo deciso di trasferirci in un’altra regione e cambiare totalmente vita, aprendoci ad una nuova attività, sempre tenendo in piedi la vecchia. Tutto sembra andare per il meglio, nonostante le difficoltà, ma a gennaio arriva la bomba: dopo che abbiamo venduto casa, un familiare si mette di traverso e non possiamo più andare nell’abitazione in cui dovevamo trasferirci. Parte così un’odissea – perchè noi a marzo dovevamo lasciare la nostra vecchia casa – alla ricerca di un’abitazione in un’altra regione con il budget limitato che avevamo (budget che dovevamo destinare all’attività non alla casa!!!!) e con un solo mese di tempo. Era inverno, era freddo, facevamo 600 km al giorno tre volte alla settimana partendo alle 5 di mattino e rientrando alla sera: non potevamo entrare in un bar per mangiare o andare in bagno, chi guidava non poteva bere un caffè per restare sveglio, non si poteva nemmeno entrare da qualche parte per scaldarsi un momento o fermarsi in albergo (anche se noi ci siamo riusciti lo stesso..)… Così ci siamo fatti dei panini, ci portavamo via dei termos con il tè caldo, andavamo in bagno all’aria aperta, mangiavamo nei campi a bordo strada. Però i cani sì che potevano entrare in autogrill o al ristorante, loro sì che erano ben accetti, non come le persone pensanti. Se non è nazismo questo. Anzi… è molto peggio perchè cercano – miseramente – di farlo passare per qualcos’altro. Non aggiungo molti dettagli ma in tutto il caos che è successo avevo necessità di entrare in banca per fare una firma, ma senza il Green pass non mi facevano entrare: anche al loro “addetto alla sicurezza” (ma alla sicurezza di chi?!?!?!?!) ho mandato il free pass dicendo che non volevo mostrare proprio niente a nessuno, perchè non volevo che la mia privacy fosse violata – lui mi ha candidamente risposto che con un terminale “controllava solo i Green pass” sì vabbè…. c’è gente che non ci arriva proprio!

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La banca rifiuta il free pass così io… rifiuto la banca! La cosa davvero assurda è che dovevo solo firmare dei documenti ma attenzione: una firma vera su un pezzo di carta adesso non è più valida, non conta nulla, sei obbligato ad entrare e firmare elettronicamente sulle loro tavolette. Altra assurdità, io possiedo una firma elettronica certificata, che uso per il mio lavoro ed è riconosciuta anche dalla pubblica amministrazione, ma per loro non vale un accidente. Se fossero veramente interessati a digitalizzare, e non fosse palesemente una scusa per controllarci, incentiverebbero la firma da casa. Quindi è un ricatto bello e buono perchè se uno vuole il metodo per fare le cose lo trova. Invece la società, dietro la spinta del governo, sta creando tutte queste situazioni che vanno contro il buonsenso e legano sempre di più le persone privandole della libertà.

Sono convinta che molti non si siano nemmeno accorti di averla persa, la libertà, e che non abbiano compreso veramente cos’abbia significato l’obbligo di Green pass per i non vaccinati: a molti sembrava una cosa normale, ad altri giusta, ma l’unica cosa reale è che hanno accettato di buon cuore che altri esseri umani fossero discriminati e privati dei loro diritti, come il diritto a lavorare, a muoversi liberamente. E questo è diventato normale. Una normalità che spaventa. I cittadini non erano più uguali

e sullo stesso piano, ma c’erano cittadini di serie A quelli che avevano un QR code da mostrare e i cittadini di serie B, che erano quelli veramente liberi, ma che erano ostacolati in tutto dal governo, che voleva zittire la loro voce. E’ stato un vero apartheid.

 

dolores

 

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Testimonianza

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Mio marito, persona fragile, dopo la prima dose, era contento, io torno la sera dal lavoro e lui mi dice che stava bene. Dopo un poco, inizia ad accusare brividi di freddo, inizia a tremare in maniera incontrollata, gli dico di mettersi a letto e che la reazione era normale, non aveva febbre. Dopo poco che era a letti ed io ero lì vicino inizia a parlarmi, quasi urlando, chiamandomi mamma, mi diceva “aiutami toglimi da sopra quel lenzuolo bianco”, chiaramente non aveva nessun lenzuolo bianco sopra, questo è andato avanti per una mezz’ora, continuava a chiamarmi mamma e vedeva questo lenzuolo addosso che in realtà non aveva, poi all’improvviso inizia ad avere grandi problemi di respiro, aveva difficoltà, io ero spaventata, senonché mi dice che il cuore gli si stava fermando, che stava morendo e di fargli la respirazione artificiale, io non sono capace, gli dico chiamo l’ambulanza anche se non volevo, avevo paura di farlo andare in ospedale, sapendo cosa succedeva in quei lager, lui gridava aiutami sto morendo, allora inizio a spingete sul cuore, provo a fargli la respirazione, e miracolosamente si calma, tremava tutto, piano piano a ripreso conoscenza, mi ha detto che aveva visto la mamma ( morta) e che aveva visto di aver speso sopra di lui un lenzuolo bianco, e poi non ricordava altro. Quando il giorno dopo si è ripreso mi ha detto “non farò la seconda dose”, ma il giorno dell’appuntamento mentre ero a lavoro è andato, e cosi poi ha fatto anche la terza.

Nelle cliniche del nostro gruppo, che avevano tutte i reparti lunga degenza, sono iniziati, da subito a morire tutti questi poveri pazienti malati, nel giro di pochi giorni, guarda caso segnavano che tutti erano morti di covid, e non per le malattie terminali che avevano. Le cliniche hanno così potuto trasformare questi reparti in reparti covid , per i quali la regione dava più del doppio dei soldi rispetto ai malati terminali. Hanno aperto centri per i tamponi e hub vaccinali, ho visto medici sfregarsi le mani quando gli veniva chiesto di fare i turni per le vaccinazioni e commentare con i colleghi “dai andiamo a prendere un bel po’ di soldi.”

Aggiungo inoltre che mentre in tv si parlava di pronti soccorsi al collasso, non era assolutamente vero, erano vuoti, io lavoro vicino a due policlinico a Roma e passandoci davanti potevo vedere con i miei occhi che non era vero, non c’era nessuno.

Spero riusciate a dare un senso a quello che vi ho scritto in maniera confusionaria. Vi ringrazio per l’aiuto e la spinta che tutta ACD mi ha dato per riuscire a raccontare.

 

rob17

 

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Ulteriori danni da Siero sperimentale

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In questo articolo riporterò altre testimonianze di danni da siero sperimentale dal mainstream volgarmente chiamato vaccino per Covid19. Non essendo testimonianze molto dettagliate le riporterò in un unico documento. I primi di cui sono venuto a conoscenza sono alcuni vecchi compagni delle scuole superiori di un amico di famiglia, non vaccinato come noi. Questi ultimi avevano deciso, qualche mese fa, in cui ancora vigeva l’obbligo di tessera verde (Green Pass) per accedere ai ristoranti (ricordo che la tessera verde serviva a ‘certificare’ che il possessore era vaccinato, o aveva fatto il tampone, oppure aveva avuto il fantomatico virus entro i 6 mesi precedenti. Serviva quindi a distinguere i sierati e tamponati da chi non lo era), di fare una di quelle classiche rimpatriate tra vecchi compagni di scuola. A quel punto, il nostro amico, che chiameremo G., rispose che gli avrebbe fatto molto piacere, avvertendoli però che non era in possesso del Green Pass. Uno di questi vecchi compagni, in particolare, si scagliò con veemenza contro di lui, tacciandolo di essere un irresponsabile, finanche un criminale. Qualche mese dopo, G. venne a sapere che proprio questo vecchio compagno di scuola, dell’età di 45 anni circa, era morto nel sonno. Anche altri compagni che dovevano essere a quella rimpatriata, morirono. G., il ‘criminale’, è ancora in ottima salute.

Altre due testimonianze mi sono pervenute sempre da G. e riguardano suo padre e sua zia, entrambi di 70 anni. Il padre doveva già da tempo spesso andare in ospedale per svolgere una costante dialisi, e non aveva intenzione di vaccinarsi. A mettersi in mezzo fu però, come spesso accaduto in questi due anni e mezzo, il medico che lo seguiva. Il lavaggio del cervello che ha fatto sull’anziano lo definirei senza mezzi termini infame e schifoso, poiché sosteneva, in maniera razzista e nazista, che suo figlio non potesse abbracciarlo in quanto non vaccinato, mentre lui (il medico) che invece lo era poteva eccome, e quindi lo abbracciava in continuazione, con quel finto allegro buonismo che mi fa letteralmente accapponare la pelle. Con questa continua e violenta manipolazione mentale il padre di G. ha quindi deciso di vaccinarsi, e già dopo la prima dose non stette bene, fin quando, pochi giorni dopo la seconda, finì nuovamente ricoverato, e morì. Per i medici, ovviamente, nessuna correlazione… La zia di G., invece del padre, è arrivata alla quarta dose. Già aveva avuto dei problemi in precedenza, ma nonostante ciò non ha desistito. Poche settimane fa, mentre si trovava in bagno, si ritrovò improvvisamente paralizzata, incapace di compiere il minimo passo. Di colpo, stramazzò al suolo. Rimase lì, agonizzante per varie ore. Si salvò solamente perché la compagna di G. (anch’essa non vaccinata) si trovò a passare da quella casa, e la trasse in salvo. Per alcune persone è davvero dura, se non impossibile, accettare il fatto di essersi iniettate un autentico veleno dentro il corpo.

Le ultime due testimonianze riguardano due persone che, seppur in maniera diversa, conosciamo di persona. La prima la conosciamo solamente di vista, essendo un vicino dell’appartamento di fronte al nostro, ma col quale comunque ci davamo del tu. Qualche giorno fa scoprimmo che ebbe un ictus. Fu lui stesso a dircelo, mentre camminava reggendosi tremante su una stampella. E ce lo disse rivolgendosi a noi in terza persona, come se non ricordasse più esattamente chi fossimo… L’altra persona è invece una vera e propria amica di famiglia, che chiameremo M. Questa signora (60 anni) è stata fin dal principio una delle più ferventi difenditrici della Farsa. Era una di quelle che si affacciava al balcone, durante la quarantena, a dire alla gente di stare a casa, incurante se quella persona che camminava per strada (posto che chiunque avrebbe legittimamente potuto farlo, in quanto legge illegale, nel nome della propria e altrui libertà) era una di quelle persone che invece poteva andare a lavoro in quel periodo. Una strenua seguace di Conte e della scienza che prometteva ogni giorno nuove cose in tv. Una che, dopo aver fatto la quarta dose, rimproverò un amico che si era voluto fermare alla terza. Non aggiungo altro. Per questi motivi, e per il suo atteggiamento, in famiglia la allontanammo e non la frequentammo più come prima (io proprio l’ho vista una sola volta in questi due anni e mezzo, e non ci tengo a rivederla). M. fino ad ora non aveva ancora dato segnali di malessere, finché un giorno veniamo a scoprire che tanto bene non sta. E’ tormentata da un dolore alla spalla che le impedisce di riposare bene, ma soprattutto, in seguito ad un esame delle feci, le hanno trovato qualcosa di sospetto, e prescritto una colonscopia. Ancora non abbiamo notizie precise, ma i legami ci sembrano evidenti, e dimostrano che, purtroppo (o in alcuni casi per fortuna), ciò che è stato iniettato nel proprio corpo spesso con molta leggerezza, prima o poi farà il suo corso. Che i mandanti di questa strage mondiale vengano perseguitati e perseguiti. Rendo ancora un immenso grazie alla nostra Maestra Angel Jeanne per questa grande opportunità di testimonianza e quindi memoria.

 

Riccardob

 

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Testimonianza sugli effetti avversi

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Oggi 28/10/2022 a distanza di due anni dove tutti intorno a me sono plurivaccinati, posso testimoniare di aver visto e sentito persone lamentare effetti avversi al vaccino, alcuni consapevoli altri del tutto ignari.

Solo negli ultimi dieci giorni non so quante persone accusino un mal di schiena tremendo non capendone la causa. L’altro ieri una mia amica è rimasta bloccata con dolori acuti alla schiena e alle gambe, di corsa hanno chiamato il 118, è stata sottoposta ad alcune visite tra cui una risonanza da ripetere l’indomani, nessuna cura o antidolorifico le è stato dato, dopodiché l’hanno rimandata a casa (per fortuna).

Ieri ha ripetuto l’esame e le hanno detto di recarsi immediatamente da un neurochirurgo poiché¨ il disco tra le vertebre si è completamente sgretolato, sono fuoriuscite due ernie e attualmente non sente più la gamba sinistra. Allucinante, potrebbe essere solo una coincidenza ma non svolge nessun tipo di lavoro pesante poiché è una casalinga da sempre e molto probabilmente ora dovrà  operarsi. Ieri sono stata dal mio dentista, non ci andavo da un po’ cosa ho fato due chiacchiere con la sua assistente la quale anche lei lamentava dei dolori alla schiena e ne era sorpresa perché  non ne aveva mai sofferto. A quel punto non ce l’ho fatta più a trattenermi e le ho detto che in questo periodo tutti intorno a me soffrono di mal di schiena (lei intanto annuiva perché si è resa conto della stessa cosa) e le ho fatto ben notare che secondo me è stato il vaccino a compromettere la salute di tutti.

Lei però si è dovuta fermare alla prima puntura. Subito dopo aver ricevuto la prima dose, mentre ancora era nell’hub vaccinale, ha iniziato a non sentirsi più la parte sinistra del corpo, come se fosse anestetizzata e udite udite… cosa le hanno risposto i medici? che forse era stressata. Conosceva bene quella sensazione, ha fatto presente a tutti i medici presenti che le lavora presso uno studio dentistico e riconosce bene la sensazione che può dare un’anestesia, fatto sta che le viene una paralisi al volto e se non erro a tutta la parte sinistra del corpo. Rimane così per circa una settimana e quando pensava di esserne uscita, le si ricopre il corpo di petecchie, una gamba le diventa completamente rossa e piena di macchie con dolori acuti simili a degli spilli che si estendeva lungo tutto l’arto. Iniziano le varie visite specialistiche tra cui l’immunologo che fortunatamente riconosce il danno da vaccino e le compila il modulo di esenzione, nonostante ciò volevano comunque farla proseguire con le altre dosi ma si è ribellata grazie a dio e si è fermata là.

 

Prendiluna

 

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Tornato a casa in una bara

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Questa storia risale a circa un anno e mezzo fa quando mio marito per lavoro tentava di contattare un collega della Puglia il quale da un po’ non rispondeva più al telefono. Trascorso diverso tempo a cercarlo decide di contattare sua moglie la quale in preda alla disperazione gli racconta la loro triste storia.

Quest’uomo (sessantenne) era partito per la Romania, spesso viaggiava per lavoro e a tal proposito dovette vaccinarsi per poter prendere l’aereo e continuare la propria attività, ma purtroppo un brutto giorno proprio in uno di questi viaggi inizio’ a sentirsi male, (i cosiddetti malori improvvisi di cui ormai sentiamo parlare ogni santo giorno), e scrisse alla moglie dicendole che l’Hotel aveva provveduto a chiamare il 118.

Quella fu l’ultima volta che lei ebbe sue notize. Povera donna!! All’inizio non sapeva chi contattare, per giorni è rimasta senza sapere più nulla del marito fino a che le diedero la notizia che non ce l’aveva fatta ed era morto!!

In seguito, ma dopo diversi mesi, le rispedirono la bara chiusa ermeticamente, ma per averla dovette stare dietro ad una burocrazia infinita poiché¨ volevano cremare il corpo li in Romania ma lei oviamente lo rivoleva indietro. Ora dettagli più precisi non ne ho perché per discrezione lui non le ha fatto troppe domande. Io mi chiedo dopo aver visto tutti questi video, in quella bara ci sarà  veramente suo marito?

 

Prendiluna

 

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Discriminazioni in famiglia

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Le discriminazioni da parte dei miei familiari sono iniziate poco prima dell’inizio ufficiale della farsa, circa febbraio 2020. Si stava spargendo voce di questo terribile virus mortale, e i miei genitori (che stranamente avevano iniziato a comprare mascherine già da dicembre 2019), hanno iniziato a tartassarmi, dicendo che ero stupida a non crederci, che sarei morta, che avrei fatto morire loro. Mi spedivano mascherine e un giorno di febbraio venne di persona mia madre per darmi un bustone di mascherine e tantissime bottigliette di amuchina (se solo le avessi rivendute.. sarei ricca adesso, per quante ne erano). Ma non voglio uscire troppo fuori tema, il tempo è passato molto in fretta, e il bellissimo 7 marzo, mio padre partì la notte, mentre dormivo, nonostante gli avessi detto che non sarei scesa a casa, per arrivare al mio risveglio nella mia città, a 4 ore di distanza, e portarmi in carcer…casa. Visto che secondo loro io ero una di quelle che non credeva al virus, ero sicuramente infetta, quindi durante le quattro ore di viaggio mi obbligò ad indossare la fp3 (ebbene si, quella cosa costosa con il filtro, che a distanza di due anni che non avevo più asma, riuscì a farmela tornare in sole 4 ore di viaggio) e se la abbassavo mi diceva di rialzarla. Sono stata stupida, una persona con le rotelle a posto l’avrebbe mandato a cagare, sarebbe scesa dalla macchina, ma non sapevo nulla… “tanto tra due giorni risali” diceva lui, e poi hanno chiuso l’Italia ed è iniziato l’inferno. Arrivata a “casa” la porta si è aperta da sola, come nei film horror, solo dopo vedo che nascosta dietro la porta c’era mia madre con una mascherina, che mi ha detto di andare subito in camera, per non passarle il virus. Vado in camera, vedo un foglio con scritto il mio nome su un bagno. Quello sarebbe stato il mio bagno, loro non ci entravano perché sennò si infettavano (stesso foglio anche sulla porta di camera mia) . Non entravano in camera mia se non per disinfettare e non potevo uscire da camera mia fuori dagli orari previsti e potevo uscire solo con mascherina e visiera, “non vuoi che ci ammaliamo per te” dicevano i miei genitori “sentiti in colpa” dicevano i “miei” pensieri. Non potevo mangiare con loro. Il cibo me lo lasciava mio padre su un vassoio a terra fuori da camera mia o quando si sentiva coraggioso lo portava in camera (ricordo che una volta mia madre scoppiò a piangere, perché avevo lasciato sul vassoio un fazzoletto per il naso e lei l’aveva sfiorato, si sarebbe ammalata gravemente per colpa mia, mi diceva, magari fosse così facile dico io adesso) . Io non le vedevo come discriminazioni, ho anche paura di utilizzare questo termine profondo, perché c’è chi ha vissuto molto peggio. In quel periodo pensavo: “sono i miei genitori, lo fanno per il mio bene, lo dicono loro” , ma quando anche alla riapertura dell’Italia non mi facevano tornare a casa perché “conoscendoti non metteresti la mascherina” e “tu non ti vaccini” oppure “tu non rispetti le regole” minacciando di togliermi tutti i soldi e di lasciarmi in mezzo alla strada (ridendo anche dell’idea che senza loro sarei stata sotto a un ponte) ho iniziato a rendermi conto che qualcosa non andava. Quando hanno messo il green pass e mia madre invece di prenotare all’aperto dicendo che volevamo stare lì ha chiamato il ristorante per avvisare che c’era una non vaccinata in arrivo (alla cassa mi hanno guardata e detto “ah tu sei la figlia non vaccinata”) , ho iniziato a rendermi conto che forse non erano davvero bravi, erano dei luridi nazisti che invece di voler bene alla figlia godevano nel vederla soffrire finché non avrebbe ceduto alle loro minacce. Penso che potrei andare avanti a scrivere per ore, ma queste per me sono le cose più gravi successe con loro e che mi sento di poter condividere al momento. Non sono discriminazioni del tipo “non puoi entrare”, “non puoi lavorare”, “non puoi avere cure” o le altre tantissime terribili discriminazioni che hanno subito tantissime persone (alcune me inclusa, ma sono stata anche tanto fortunata a livello di lavoro e salute, risparmiandomi alcune batoste) ma volevo condividere questa parte che paradossalmente mi ha dato più batoste di tutte le altre. Devo ringraziare solo Angel se ho avuto la forza di superare quel periodo, perché anche se a leggerlo non sembra nulla di che, a ricordarlo ora non è stato per niente facile. Ero chiusa in casa con due mostri che ogni singolo giorno, per mesi interi, mi torturavano psicologicamente senza sosta, e dopo pochi giorni ho realizzato che non potevo fidarmi nemmeno di mia sorella (stranamente non obbligata a tornare a casa al contrario mio), che mandava in giro la polizia dove vedeva le persone passeggiare dalla finestra o anche nelle altre città, da video o racconti. Ad esempio quando ancora pensavo di poterle parlare, le dissi che ero felice che avevo visto persone passeggiare mentre ero andata a fare la spesa, ecco lei chiamò la polizia, da un’altra città, un’altra regione, chiamò la polizia per avvisare di quelle persone che nella mia città stavano passeggiando. Vorrei scrivere tutto quello che meriterebbe questa persona, ma mi trattengo, spero però che chi legge stia pensando più o meno le stesse cose che sto pensando io al riguardo. Nemmeno sapevo che quel periodo pesasse così tanto su di me e a rifletterci ora, scrivendo le cose successe, ha riportato a galla tutto e mi ha fatto realizzare molte cose. Spero che questa testimonianza possa essere utile a qualcuno, magari su come molte persone durante la farsa hanno perso totalmente il loro lato umano, se mai l’hanno avuto, e perché no, far riflettere su cosa non fare ai propri figli…

 

Anonimo

 

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Testimonianza sulla farsa

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A metà marzo 2021 un mio parente, che abitava in una città distante dalla mia, è stato ricoverato (a detta dei dottori) per covid, ma va considerato che era una persona diabetica con diverse problematiche e sono più certa che il malessere che aveva accusato fosse dovuto a problemi di altra natura, visto che era un periodo che non stava molto bene a causa della sua malattia. Noi lo abbiamo sentito telefonicamente qualche giorno dopo, lui diceva di non stare così male, insomma era tranquillo e contava di tornare a casa a giorni, in quella circostanza “dice” che risultava positivo al covid. Così non è andata, ad aprile 2021 è morto in ospedale e lui, è uno dei tanti che è stato conteggiato come “morto da covid”, ma ora spiego i retroscena che mi hanno fatto rabbrividire, rimanere scioccata e che hanno rinforzato ancora di più l’idea che gli ospedali non sono luoghi dove avere cure, e dove i dottori, infermieri, operatori ecc, non stanno lavorando per il bene dei cittadini, ma stanno facendo il gioco dello sterminio dei mal capitati, per arrivare a numeri da raggiungere imposti dal Governo. Dunque, tornando alla situazione, un giorno riceviamo una telefonata dalla sua compagna la quale ci stava informando che era stato intubato e a giorni l’avrebbero trasferito in un altro ospedale.
Ma come era possibile! L’avevamo sentito ed era tutto sotto controllo, ma sta il fatto che da lì a pochi giorni è morto. Ma non è finita qui, ci è stato riferito che lui non voleva assolutamente farsi intubare e che siccome faceva resistenza lo hanno addormentato e lo hanno di seguito intubato per la respirazione meccanica.
Da quando se una persona rifiuta una cura viene obbligato a farlo, addirittura rendendolo
incosciente con sedativi? Io ero rimasta al fatto che una persona avesse diritto di rifiutare le
cure e invece così non è stato, e poi che senso aveva trasferirlo in un altro ospedale, dove
poi è morto?
Non è proprio possibile vedere quanto successo con normalità, non sono state date
spiegazioni ed è stata data comunicazione a cose fatte e soprattutto sono andati contro al
volere di un paziente. Non dovrà mai essere dimenticato che in questi anni ci hanno tolto molti diritti tra cui uno dei fondamentali, il diritto di vivere

 

Maya

 

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ALTRE TESTIMONIANZE SUGLI EFFETTI DANNOSI DEL SIERO SPERIMENATALE.

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Leggendo tutte le testimonianze sui danni causati dal cosiddetto “vaccino”, mi sono venuti in mente altri casi di persone conosciute che ho associato alla somministrazione del siero sperimentale.

Il primo di questi casi è una persona intorno ai 60 anni, una persona molto attiva nel mondo del teatro, soprattutto nell’insegnamento, e che conosco da molti anni per lavoro. Ricordo di averlo incontrato a maggio 2022, appena rientrata al lavoro dopo essere stata bandita, periodo in cui ancora tutti si sentivano in dovere di raccontare i loro fatti sanitari… mi raccontò (senza che glielo avessi chiesto) di essersi vaccinato con tutte le dosi possibili per non interrompere i suoi corsi e che, a dirla tutta, non era né favorevole, né contrario al “vaccino”, e soprattutto non credeva alla sua potenziale pericolosità… Finita l’estate l’ho incontrato nuovamente e alla mia domanda “come stai?” ha subito risposto “sono stato operato al cuore”(!) In pratica nell’estate aveva scoperto per caso di avere un problema al cuore e facendo degli esami approfonditi gli era stata riscontrata una grave disfunzione cardiaca,  che, a detta del cardiologo, lo avrebbe portato alla MORTE in due anni. Quindi, oltre al fatto di aver dovuto subire un’operazione salvavita, da quel momento ha dovuto rinunciare a molti progetti lavorativi e ridimensionare la sua vita a uno standard molto più tranquillo e sedentario. Naturalmente non ha collegato questa sventura alla puntura malefica, mentre io ho subito pensato alla morte programmata e a questi danni fisici che sono stati studiati appositamente per non esplodere immediatamente, in modo da non dare troppo nell’occhio: agghiacciante!

Il secondo caso riguarda una ragazza di appena 16 anni. Non la conosco personalmente, ma conosco il fratello maggiore, preciso anche che tutta la famiglia è “vaccinata” convinta. Eravamo nel periodo delle terze dosi, quando mi raccontò che sua sorella aveva avuto una violenta emorragia, tale da dover essere ricoverata d’urgenza.  In ospedale gli sono stati fatti molti esami per scoprire la causa, ma siccome non ne trovarono una evidente, le dissero che si era trattato di uno squilibrio ormonale…. Mi ha fatto subito pensare che questo tipo di problema è abbastanza comune nelle donne in menopausa, che appunto, a causa del cambio ormonale, possono avere dei flussi molto consistenti, ma questa ragazza ha solo 16 anni!! Il risultato è che hanno iniziato a caricare una ragazzina di medicinali molto pesanti, senza avere la certezza che servissero a qualcosa, ma di certo non era colpa del vaxx.  Inoltre, il fratello ha notato che ha degli sbalzi di umore incredibili (con esplosioni di rabbia) e piange spessissimo. Ormai sappiamo che questi scompensi del ciclo mestruale, fino ad arrivare al ricovero ospedaliero, sono molto comuni tra le ragazze sottoposte al siero sperimentale, ma anche in questo caso nessuno della famiglia ha pensato che tre dosi di quella sostanza potessero aver causato uno scompenso, “altrimenti il medico l’avrebbe detto”.

Il terzo caso di cui voglio raccontare è quello di una donna di 78 anni che nella sua vita è sempre stata molto attiva; infatti, continua tutt’ora a fare le pulizie in una sala biliardo, ma non per necessità economica, ma perché non riesce a stare ferma, tanto per far comprendere la tipologia di persona. Questa donna, che per il resto della giornata vive di tv, aveva molta paura del virus; perciò, era più che favorevole al “vaccino”. Dopo la prima dose però ha iniziato immediatamente a sentirsi male, un malessere generale e soprattutto un forte mal di testa la costrinsero a chiudersi in casa per tre settimane. Dopo la seconda dose gli capitò la stessa sorte, tant’è che iniziò ad avere seri dubbi sull’inoculazione e smise di tentare di convincere gli altri a vaccinarsi. In più, oltre a queste settimane di forte malessere ha iniziato anche ad avere terribili dolori all’anca e conseguenti problemi nella deambulazione. Forse questo è stato anche peggio, perché l’ha limitata tantissimo. Sua nipote mi ha raccontato che quando cammina deve sorreggersi e comunque dopo tre passi si deve fermare. Stranamente fino a pochi mesi fa puliva un’intera sala come se niente fosse, nonostante l’età! Un giorno l’ho incontrata e mi ha fatto capire di avere il sospetto che il vaccino sia stato la causa di tutto… Purtroppo per lei è troppo tardi perché per non sentire tanto dolore deve sottoporsi a continue punture e la sua vita è fortemente limitata.

 

LauraF

 

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TESTIMONIANZE EPISODI DI DISCRIMINAZIONE SENZA IL GREEN PASS

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Voglio ancora testimoniare la mia esperienza diretta di discriminazione nell’anno 2021/22 raccontando altri due episodi carichi di significato, almeno per me. Riguardano entrambi la scuola di mia figlia, che frequentava la quarta elementare. Ogni anno, all’inizio dell’anno scolastico, la scuola organizza le elezioni dei rappresentanti di classe; perciò, ci si reca nella classe del proprio figlio, in una data prestabilita, per esprimere il voto su un fogliettino da inserire poi in una scatola. Nel 2021, però, senza il lasciapassare verde definito Green Pass, non si poteva entrare materialmente nelle scuole. Era vietato rigorosamente! Quindi cos’hanno ideato per evitare di discriminare i genitori? Niente… La circolare scolastica precisava che senza Green Pass non si poteva entrare, nessuna eccezione per le elezioni; pertanto, i genitori che ne erano sprovvisti dovevano stare fuori dalla scuola e votare da lì, attendendo che qualcuno li vedesse e portasse loro la scheda da compilare. Era un bon modo per individuare i dissidenti… So di una scuola in cui la Dirigente ha deciso di svolgere le elezioni dei rappresentanti nel cortile della scuola PER TUTTI, dando un grande esempio di civiltà; purtroppo si è trattato di un caso più unico che raro…

Un altro episodio che riguarda la scuola è il seguente. Ogni anno sotto Natale nella scuola di mia figlia fanno dei lavoretti che poi mettono in vendita per beneficienza in un mercatino di Natale (molto, molto piccolo). Anche nel 2021 hanno prodotto questi lavoretti in classe, però al mercatino di Natale potevano accedervi solo i possessori della magica carta verde, anche se era all’aperto!! Per mia sfortuna, mia figlia desiderava proprio comprare uno di quei lavoretti per partecipare alla vendita per beneficienza e anche per mostrarmi la sua creazione. Dato che la mia filosofia di quell’epoca era quella di non privare mia figlia di ciò che aveva sempre fatto, decisi di partecipare a quell’evento. In pratica questi 7-8 banchetti di Natale erano stati allestiti all’interno di un parco giochi recintato, affinché per entrare si dovesse passare da un cancello piantonato da vigilanti; nei pressi c’era anche un cartello dove si puntualizzava a chiare lettere che era vietato entrare senza il G.P. Quando siamo arrivate era piuttosto tardi e i vigilanti si erano dispersi tra le bancarelle, così siamo entrate, mia figlia ha fatto ciò che desiderava e abbiamo guardato con calma anche le altre bancarelle. Non nego di essermi sentita molto a disagio. Dovevo continuamente tenere sotto controllo i vigilanti e l’uscita, l’uscita e i vigilanti. Devo però sottolineare che l’atmosfera in quel mercatino di Natale era veramente triste e cupa, tant’è che non vedevo l’ora di andarmene e non per il disagio di esser fuori legge, ma per l’angoscia che emanava quel posto, pieno di gente sottomessa e avvilita.

 

LauraF

 

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Correlazione vaccini-autismo

Riportiamo di seguito un articolo trovato in internet in cui sono stati raccolti una serie di documenti che dimostrano la correlazione tra vaccini e autismo.

 

Ogni giorno sento ripetere la storiella che non esiste alcun lavoro scientifico né documenti ufficiali, governativi che mostrino e riconoscano la causalità (relazione causa-effetto) fra vaccini e autismo. Allora, se vi va di approfondire un po’, ho pensato di condividervi qualcosa, ovviamente a proposito di autismo, ma non solo…

Articoli tratti dalla “National Library of Medicine”, la più grande biblioteca medica al mondo:

INOLTRE:

I vaccini causano anche autismo, ad esempio in questo caso trattato dalla Corte degli Stati Uniti: http://www.uscfc.uscourts.gov/sites/default/files/opinions/ABELL.ZELLER073008.pdf

Segue qui: http://www.uscfc.uscourts.gov/sites/default/files/opinions/CAMPBELL-SMITH.MOJABI-PROFFER.12.13.2012.pdf

e qui: https://ecf.cofc.uscourts.gov/cgi-bin/show_public_doc?2012vv0423-91-0

 

Qui ci sono 83 casi esaminati dagli avvocati http://digitalcommons.pace.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1681&context=pelr

Uno dei risarcimenti per morte causata da vaccino Human Papillomavirus (HPV) – Gardasil.

https://ecf.cofc.uscourts.gov/cgi-bin/show_public_doc?2010vv0103-145-0

“Client Compensation for Vaccine Injuries” – Un elenco delle cause legali per danni da vaccini denunciati e risarciti: http://www.mctlawyers.com/vaccine-injury/cases/

Qui ci sono 137 diversi studi che collegano i vaccini e l’autismo. https://www.scribd.com/mobile/doc/220807175/124-Research-Papers-Supporting-the-Vaccine-Autism-Link

Dopo che la figlia ha manifestato danni in seguito a vaccino DTP, la Corte d’appello degli Stati Uniti ha dato loro ragione contro l’azienda produttrice del vaccino. La piccola di 6 mesi è stata effettivamente danneggiata dal vaccino difterite-tetano-pertosse (“DTP”):

https://www.law.cornell.edu/supct/cert/09-152

Relazione dose-risposta tra l’esposizione al Mercurio organico da vaccini contenenti il thimerosal e disturbi dello sviluppo neurologico: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25198681

Relazioni fra ricoveri/mortalità di bambini e numero di dosi di vaccino/età, secondo il sistema di segnalazione degli eventi avversi (VAERS), 1990-2010.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22531966

L’immunizzazione infantile è un fattore di rischio per l’asma e l’allergia nei bambini?

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9345669

Relazione tra incremento nel numero di dosi di vaccino e incremento del tasso di mortalità infantile:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3170075/

Infezione, vaccini e altre cause ambientali di autoimmunità:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16126512

Vaccinazione DTP durante o dopo la vaccinazione contro il morbillo è associata ad un aumento della mortalità infantile:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17092614#

Epidemia di morbillo in una popolazione scolastica vaccinata:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1646939/

Correlazione positiva tra autismo e vaccinazione infantile nella popolazione americana.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/216235

Discriminazione in stazione

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Nel bel mezzo di questa situazione ricca di assurde e restrizioni senza senso e da vero regime Nazista vorrei portare alla luce un’esperienza che ho vissuto in pieno 2020. In quel periodo c’erano le scellerate regioni colorate e per viaggiare bisognava avere con sé uno stupidissimo foglio che giustificasse il motivo del proprio spostamento, cosa che poi con il tempo è cambiata limitando la cosa solo per gli spostamenti fuori regione. In quel periodo viaggiavo comunque senza firmare assolutamente niente e nessuno mi ha mai chiesto nulla, tantomeno durante il coprifuoco quando tornavo a casa ben oltre le 10 di sera come stabilito da quegli assurdi dpcm. In quel periodo c’era l’obbligo di indossare la mascheraccia anche all’aperto, quindi non si poteva neanche respirare dell’aria fresca che subito venivi richiamato dall’agente SS di turno che sbucava con la volante. Un giorno, dopo essere scesa dal treno per dirigermi verso il binario dove mi aspettava il treno successivo, mi tolgo la mascheraccia rigorosamente di stoffa che portavo sotto al naso per poter respirare visto che già faceva caldo essendo estate e in vagone senza aria condizionata ancora di più. Mentre scendevo gli scalini vengo richiamata dalla polfer che stava controllando se tutte le persone avessero la mascherina. Io faccio finta di nulla e comincio a camminare velocemente approfittando della folla che c’era in quel momento. Uno di quelli della polizia ferroviaria mi ferma mettendomi letteralmente la mano sulla spalla per fermarmi. Io subito mi sono innervosita dicendogli che non doveva permettersi di mettermi le mani addosso, e lui come un cane ringhioso e telecomandato ha saputo solamente dirmi “devi metterti la mascherina”. A quel punto ho fatto finta di metterla e me ne sono andata via spedita verso il binario dove dovevo dirigermi, mentre un’altra gentile signorina in divisa mi invitava a salire nella parte opposta (per un lungo periodo c’era una scalinata dei binari destinata solo a chi doveva salire, mentre l’altra scalinata solo per chi doveva scendere, il tutto con appositi simboli rossi o verdi) . In tutto questo, alla faccia del tanto osannato divieto di assembramento per evitare contagi da fantasmavirus, nella parte contrassegnato dal simbolo verde dove le persone potevano solo salire verso il binario ma non scendere, c’era una quantità assurda di persone che a momenti si spingevano l’un l’altro, mentre invece nella parte opposta contrassegnato dal simbolo rosso dove le persone potevano solo scendere in stazione non c’era assolutamente nessuno. Ho continuato per la mia strada salendo verso la scalinata libera mentre questa signorina che stavo ignorando continuava ad insistere per farmi andare nella parte opposta in mezzo alla folla fino a quando si è stufata e non mi ha detto più niente. Questo è solo un esempio delle tante e assurde regole a cui siamo stati sottoposti e su cui siamo stati trattati peggio delle bestie da macello. In tutto questo non è finita qui perché con quella SS della polfer che mi ha messo le mani addosso e che ho già visto in precedenza in altre occasioni ho utilizzato gli insegnamenti che ci dona Angel nell’Accademia di Coscienza Dimensionale in più momenti diversi del viaggio. E’ passato ormai diverso tempo e questo signore, anche piuttosto giovane, non l’ho mai più rivisto. Voglio ringraziare con tutto il cuore Angel e gli insegnamenti che ci sta donando perché solo grazie a lei ho trovato la forza di contrastare queste assurde regole e trovare la forza di reagire di fronte a situazioni da regime come queste!

 

Chiara C.

 

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Testimonianza sul vaccino

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31/10/2022

Data questa importante opportunità che ci viene offerta da Angel, che ringrazio molto, vorrei aggiungere la testimonianza delle terribili malattie, conseguite all’ inoculazione del siero killer riguardanti due persone che conosco.

Una mia conoscente cinquantenne (che chiamerò solo S. per rispetto della privacy) circa 10 anni fa aveva subito un tumore, che oltre al calvario delle chemio, gli era costato l’ asportazione di uno dei suoi due occhi e alcuni anni dopo aveva subito un tipo di tumore diverso che l’ aveva costretta ad un altro intervento chirurgico molto invasivo ad altri organi interni con asportazioni di parte di essi. Comunque in entrambi i casi, in seguito alle asportazioni subite negli interventi chirurgici, era sopravvissuta, eliminando i tumori e riuscendo a condurre una vita di salute più o meno normale, ormai da diversi anni. All’ inizio di quest’estate 2022, in seguito ad una visita di controllo che faceva con cadenza annuale, visti i pregressi, le hanno riscontrato una recidiva del tipo di tumore che aveva avuto 10 anni prima all’ occhio. Questa volta purtroppo con metastasi sparse un po’ ovunque in organi differenti, tra cui fegato, peritoneo e anche nel cervello, alcune di queste metastasi hanno la dimensione di più di un centimetro. La visita in questione è avvenuta circa 3 mesi dopo la sua terza inoculazione di siero killer. Oltre che a cercare di consolarla e sostenerla , non ho potuto fare a meno di chiederle se fosse consapevole che le recidive di tumore si stavano verificando, ormai notoriamente in ambito medico, come conseguenza dell’ inoculazione del siero anti farsacovid 19. Con mia sorpresa, mi ha confidato di esserne consapevole e di aver chiesto delucidazioni in merito all’ oncologa che la tiene in cura, la quale “dottoressa” (parole di S.) si è limitata a tacere senza rispondere nulla e senza alzare lo sguardo, dimostrando viltà ed evidente imbarazzo, di fronte a questa richiesta di spiegazioni. Quando S. mi ha raccontato tutto ciò, era ovviamente disperata e pentita e lo era ancora di più, perché aveva avuto anche l’ incoscienza di aver fatto fare tre dosi di maledetto siero killer anti farsacovid 19, anche alla figlia, appena adolescente. Non scrivo del mio stato d’ animo travagliato e della mia reazione, perché in queste testimonianze credo che contino i fatti e la verità dei fatti oggettivi, più di ogni considerazione in merito. I fatti dicono che, tre mesi dopo la terza dose di siero killer, S. ha scoperto di avere una recidiva di un tumore avuto 10 anni prima ( mai risultata nelle visite annuali precedenti, pre-vaccino) e in una forma pressoché incurabile, con metastasi sparse in tutto il corpo. I fatti dicono che ora S. sta affrontando un primo ciclo ad altissimo dosaggio velenoso di chemioterapia, che la fa stare talmente male, che la devono tenere ricoverata e sotto sedativi. La morfina la prende già tutti i giorni, ormai da mesi, altrimenti non potrebbe sopportare i dolori fisici. Le probabilità che riesca a scampare alla morte, sono ridotte ai minimi termini. I fatti dicono che il vaccino killer la sta uccidendo.

Qualche giorno fa, un mio conoscente di vecchia data, mi ha raccontato che a Sua madre settantenne, la quale era perfettamente sana prima delle tre dosi di siero killer, hanno riscontrato un tumore. Lui, per lavorare è stato “costretto” a farsi inoculare il siero killer, ma, era ed è rimasto contrario all’ inoculazione e mi ha confidato che, il medico che sta tenendo in cura la madre, ha molto candidamente affermato che è un tipo di tumore che molto probabilmente è stato causato dal famoso siero killer anti farsavirus 19 e che se ne stanno verificando molti casi, come se fosse la cosa più normale del mondo. Ha anche naturalmente affermato che, udite, udite… non se ne può comunque stabilire con certezza una correlazione con il siero killer, che sia ritenuta valida dalla scienzahh “ufficiale”. Vale a dire, che si, certo, senza il vaccino killer non ci sarebbe il tumore, ma non possiamo provarlo, perché la scienzahh corrotta “ufficiale”, non vuole che venga provato. La signora malcapitata malata di tumore in questione, ha iniziato in questi giorni un ciclo di chemioterapie che durerà tutti i giorni per 30 giorni, facendo avanti ed indietro dall’ “ospedale”. Nessuno sa ancora se morirà o sopravvivrà. I fatti dicono che se morirà, sarà stata uccisa dal vaccino killer.

Anche in questo caso credo che sia inutile ogni mio commento, ma posso dire di non risparmiarmi mai, su nessun accidente, parolaccia e maledizione, che indirizzo ad ogni “medico” complice di questo genocidio nazista.

 

Bix

 

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Altre testimonianze sul vaccino: persona anziana e due ragazze

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Vorrei portare alla luce ulteriori testimonianze riguardo gli effetti collaterali e danni a lungo termine causati dai vaccini effettuati in questi anni. Più il tempo passa, e più vengo a sapere di persone che purtroppo hanno riscontrato differenti problematiche causate da questi sieri ed è lampante che siano proprio essi la causa dei malesseri che stanno vivendo. La prima testimonianza di cui vorrei poter parlare, riguarda una mia amica che si è sentita costretta causa lavoro a doversi vaccinare. Non sono sicura che abbia fatto tutte e tre le dosi, ma di certo il vaccino lo ha fatto assieme a sua sorella, entrambe hanno poi riportato gli effetti nel tempo. La mia amica, ha avuto tanti anni fa un paio di episodi isolati dove ebbe un giramento di testa, le si annebbiò la vista e svenne. Dopodiché non ebbe più problematiche particolari di questo tipo per tutti gli anni a seguire.

Giorni fa ci accordammo per vederci e ci organizzammo per passare la mattinata insieme dandoci appuntamento ed ovviamente l’orario per l’incontro. L’indomani, mi scrisse dicendomi che purtroppo non sarebbe potuta esser presente all’appuntamento, in quanto non si sentiva bene. Le chiesi come mai per interessarmi della sua salute e sostanzialmente mi ha raccontato che negli ultimi giorni ha avuto più volte episodi dove dal nulla iniziava a stare male e percepire sensazione di malessere, con forte debolezza. Mi ha raccontato che era già svenuta diverse volte, in più occasioni ha perso momentaneamente la vista spaventandosi tantissimo, il tutto seguito da mal di testa forti e continui. Mi ha raccontato che più volte, sentendosi in questo modo è ovviamente caduta a terra facendosi male e, proprio quel giorno mentre era a casa della sorella, ha avuto l’ennesimo episodio di giramento di testa, perdita della vista con conseguente svenimento. Ha successivamente fatto le analisi del sangue, sono risultate pulite eppure da quel che so le capita ancora di avere attimi in cui non si sente benissimo. Sua sorella invece, ha avuto problemi legati alla pressione. Mi sono trovata a parlare con questa mia amica di cui ho appena raccontato, la quale mi ha chiesto se in casa alla fine qualcuno fece il vaccino. Le ho risposto negativamente, in quanto in casa tranne mio padre nessuno è stato vaccinato. Si è raccomandata caldamente di non fare nessunissima dose, dicendomi esplicitamente che sua sorella da quando ha fatto le dosi, ha avuto differenti scompensi parlando di pressione, non essendo stabile è stata male, non so di preciso quali sintomi ha riportato ma mi ha spiegato che ormai, lei seppur giovanissima è ormai costretta ad assumere dei farmaci prescritti dal suo medico, pertanto attualmente è vincolata a delle pasticche per tenere la pressione sotto controllo.

Un’altra testimonianza che vorrei riportare sempre parlando di vaccini, riguarda una signora di 90 anni, si tratta di una nostra parente che, seppur l’età sia avanzata, non ha mai avuto particolari malattie o problemi gravissimi di salute, sia fisicamente parlando che a livello mentale. A distanza di tempo dalle dosi, abbiamo notato tutti quanti, parlando al telefono con lei, come sia cambiata. E’ come se fosse invecchiata tutta insieme nell’ultimo anno. Perché prima parlava di tutto, si ricordava ben o male tranquillamente le cose, mentre ora quando ci si parla al telefono ripete le medesime cose mille volte, domanda sempre le stesse cose. Fa sempre le stesse domande e non sempre capisce le risposte, come se fosse costantemente confusa e disconnessa con la mente. Ricorda molto le signore affette da demenza senile o alzheimer. Le hanno tolto la macchina, seppur sino a pochissimo tempo fa, guidava e faceva le proprie commissioni (ripeto, ha 90 anni, quasi 91… ha fatto un cambiamento impressionante da un momento all’altro!) ed ora i parenti hanno deciso di toglierle la macchina perché¨ non è più in grado di guidare in quanto potrebbe essere un pericolo sia per se stessa che per gli altri, non avendo più la totale lucidità.

 

arya

 

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Gli effetti del vaccino sul mio ragazzo

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Un’altra testimonianza di cui vorrei parlare, inerente sempre ai danni da vaccino, è proprio riguardo il mio compagno. All’epoca insistetti tanto affinché¨ non si vaccinasse ma decise di farsi tutte e tre le dosi, seppur io abbia provato a spiegargli quanto potesse essere rischioso. Difatti nel tempo anche lui presentò diversi problemi, sia a causa dei vaccini stessi che a causa dei tamponi. Anche lui, come tanta altra gente che sempre di più sento, ha avuto malesseri con la pressione e col cuore. Non era mai stato male con la pressione, tantomeno con il cuore, eppure ebbe per diverso tempo nel periodo estivo, problemi di sensazione di svenimento, cali di pressione avendola sempre davvero bassissima, debolezza.. di cui non aveva mai sofferto prima d’allora neppure gli anni precedenti. Per un lungo periodo ha dovuto assumere le vitamine, stare spesso al riposo, tant’è che per quanto non si reggeva dritto dovevamo molto spesso tornare a casa e dovevo guidare io perché¨ proprio non ce la faceva. Nell’ultimo periodo fortunatamente questi malesseri sono drasticamente calati ed è rarissimo che si senta così, ma ad esempio è subentrato un nuovo problema per il quale lo sto seguendo da vicino e accompagnando alle varie visite. Nei mesi precedenti, ci sono stati più momenti dove ha accusato dolori alle braccia ma non gli abbiamo dato particolarmente peso perché¨ si è pensato fossero normali doloretti da stanchezza dovuti al lavoro.

Per alcuni mesi ci sono state giornate dove questo fastidio si faceva sentire più o meno, sempre al braccio sinistro che, oltretutto, subì anche un grosso colpo avendo avuto un incidente di lavoro abbastanza importante, motivo per il quale abbiamo dato per scontato fosse appunto un normale indolenzimento, in quanto lo usa per lavorare. Pian piano, ha iniziato a percepire doloretti anche al braccio destro, braccio sanissimo che non ha mai avuto infortuni né nient’altro di questo genere. Questi fastidi si sono portati avanti nel tempo per poi sparire. Finché¨ qualche mese fa, abbiamo passato dei giorni fuori città essendo periodo estivo, siamo andati in vacanza ed era gia in ferie da una settimana/10 giorni circa, quindi il braccio non ha subito in alcun modo stress per via del lavoro in quanto era al riposo già da qualche giorno. Dal nulla ha avvertito una forte fitta al braccio destro, mentre faceva un movimento normalissimo, è stata così forte che si è ritrovato ad avere il braccio dolorante per 5/6 giorni, dolore che partiva dalla spalla sino al gomito che oltre ovviamente a fare male, tirava molto nei movimenti. Abbiamo provato a fare dei massaggi e al di là del sollievo momentaneo non passava in nessun modo, nemmeno con medicinali. Il dolore col passare dei giorni, si è man mano alleviato per poi finalmente passare, seppur spesso nei mesi successivi si faceva comunque sentire. Sino a che due settimane fa, nei giorni di riposo dal lavoro in un momento di totale serenità in quanto era normalmente seduto sulla sedia, inizia ad avvertire una fitta fortissima al medesimo braccio, partendo dalla spalla, arrivando a toccare il gomito e coinvolgendo i nervi della mano. Ho notato quanto soffrisse, perché¨ era molto peggio della volta precedente, il dolore talmente era forte, ed è tutt’ora, che si può benissimo dire che il braccio è quasi paralizzato nell’utilizzo. Questo dolore va avanti ormai intensamente da due settimane, tutt’ora prova questo forte dolore e grande difficoltà nell’utilizzo del braccio, nel prendere oggetti o fare anche le cose più sciocche, come ad esempio guidare o aprire le bottiglie dell’acqua, cose che gli faccio sempre io perché¨ non ce la fa a sforzarlo. E’ andato così dal medico, facendosi segnare una risonanza. Nel frattempo, mentre si attendeva la risposta della stessa, gli sono stati prescritti antidolorifici ed antinfiammatori per 10 giorni, e tutt’ora continua a prenderli perché¨ non gli stanno facendo effetto quanto dovrebbero, bensì continua a sentire forti dolori e difficoltà nel movimento e compimento di qualsiasi azione. La risonanza ha dato come diagnosi, una forte sofferenza cronica ed un’importante degenerazione del tendine. Dovrà fare sicuramente altri controlli ma, c’è il rischio che dovrà lasciare il lavoro in quanto non adatto alle problematiche che sta avendo in questo momento. Una cosa importante che c’è da considerare, è che ricordo che il braccio in questione, è lo stesso dove ha ricevuto le dosi di vaccino.

 

Arya

 

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Testimonianza vaccini e ospedali

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Mia mamma lavora in ospedale, ha sempre lavorato nel periodo di farsa e nonostante non sia vaccinata non è mai stata sospesa perchè ha trovato dell’escamotage per non esserlo, ma non mi dilungherò su questo, piuttosto da non vaccinata presente su un posto di lavoro pieno di nazisti, ha visto il marcio e l’odio che le persone che dovrebbero curarci hanno invece dentro.

La prima volta che aprirono il reparto covid anche nel loro ospedale ci furono grida di gioia non da parte di tutti, ma più che altro da parte di alcuni dottori e direttori, lei e una sua collega aprirono di nascosto sul tablet che usano i medici, una chat di tutti questi operatori della provincia e inorridì davanti a messaggi di MEDICI che esultavano ”evviva finalmente siamo reparto covid anche noi !” oppure ”che fortunati che siete, noi ancora no !” eh già solo da questo si capisce benissimo in che razza di situazione ci trovavamo tutti , ma com’era possibile che i medici fossero felici di avere persone appestate e morenti nel loro ospedale ? Forse ho sbagliato a porre la domanda, forse dovrei chiedere ”Ma quanti soldi prendevano a ogni paziente covid che avevano in cura in ospedale una volta che fossero diventati reparto covid ? ” Tutto questo non ha nulla a che fare con la salvaguardia della salute delle persone, ma loro lo sapevano bene ! Aggiungo anche che i soldi li ricevevano solo i medici e alcuni infermieri e non Tutti gli operatori sanitari. Alcuni di essi erano chiamati a ”prostituirsi” negli hub vaccinali e quindi provavano a convincerli, con cosa ? Con soldi Extra naturalmente. Intanto tutti i suoi colleghi sputavano veleno sui no vax, augurandosi che alle manifestazioni una bomba cadesse su di noi così da farla finita una volta per tutte e ridevano e si compiacevano nell’immaginare la scena. Ricordo quando mi raccontò di questo ragazzo in cura da loro con un tumore fulmineo che probabilmente l’avrebbe spento da un momento all’altro ,era plurivaccinato, ma siccome non era abbastanza gli hanno fatto la terza all’interno dell’ospedale e oltre questo qualche giorno dopo al ragazzo viene il covid ! Incredibile, questo da solo in una stanza, completamente Solo, con Nessuno che era andato a fargli visita visto che non era concesso, solo il personale completamente bardato da astronauta si muoveva per l’ospedale eppure a questo ragazzo e a tutti i pazienti, venivano fatti Numerosi tamponi al giorno e guarda caso questo ragazzo si è positivizzato dal nulla eppure tutti ciechi a far finta di niente. Apro una parentesi raccontando che all’ospedale accanto al mio paese, una signora andata lì per diabete , sono stati fatti 3 tamponi in una sola ora, fino a che l’ultimo è diventato positivo ! Assurdo ! Volevano spostarla subito nel reparto covid, ma la figlia sapeva che non l’avrebbe più rivista se glielo avesse lasciato fare , così ha fatto di tutto per portarla via e ci è riuscita.

Tornando al ragazzo con il tumore tri dosato e pure positivo, lui come molti altri pazienti sono rimasti soli in balia a degli esseri spregevoli e lasciati morire soli, ricordo come mia madre mi disse che questa regola non valeva per tutti, infatti la moglie di un Rettore poteva entrare ed uscire a far visita alla madre e non c’era bisogno che firmasse l’entrata e l’uscita, mia madre un giorno non la voleva far entrare perchè non riteneva giusto che molte altre persone venivano lasciate sole, eppure è dovuta intervenire la sua caposala, che aveva parlato con il suo superiore che aveva parlato con il direttore, che gli aveva telefonato il rettore , (che al mercato mio padre comprò), che aveva detto di lasciarla entrare Tutte le Volte che Voleva e a quel punto ha abbassato la testa e l’ha fatta entrare per non aver ripercussioni sul lavoro, diceva anche che era maleducata e parlava al telefono ridendo con voce molto alta aggirandosi per i corridoi senza avere rispetto dei pazienti malati, lì prese il coraggio di sgridarla, almeno quello..

Poi mi raccontò di come i pazienti anche quelli nuovi che arrivavano erano tutti completamente pazzi e tutt’ora lo sono, lei ha visto una Grandissima differenza tra prima delle vaccinazioni e dopo, mi dice che ora soprattutto gli anziani non sono affatto lucidi mentalmente, non ce n’è neppure uno che si salva, mi racconta di fatti come una signora anziana fosse completamente Sana e Autosufficiente Prima di prendere le Medicine Contro il Covid, che le hanno dato in Ospedale, dopo di che iniziò a impazzire a gridare alle 3 di notte che dovevano aiutarla perchè stava partorendo, e iniziò a non essere più autosufficiente.

 

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Mi raccontò anche di questo anziano che si è preso le sue stesse feci e se l’è spalmate in tutto il corpo, anche nel viso, come a farsi i fanghi, poi ancora , di una signora che si lamentava e urlava sbattendosi nel letto con gli occhi chiusi, molto

sofferente, gridando ”lasciami stare”e quando mia madre si avvicinò chiedendole se stesse bene, e chi è che le facesse del male, lei subito si metteva composta, facendosi seria improvvisamente e guardandola con occhi spenti e impassibili le rispondeva semplicemente ”niente, nessuno” mia mamma disse come le sembrava un film horror la situazione e come fosse realmente stanca di sentire e di vedere tutto il marcio e l’odio che stava accadendo, che Sta Accadendo, lei provava a parlare con i medici quando i pazienti si lamentavano più e più volte e cercava di dare sollievo il più possibile a chiunque perchè ha sempre amato il suo lavoro e tutti lo vedevano, teneva anche in mano il telefono del paziente mentre lui faceva le videochiamate con i parenti e tutti i pazienti le volevano bene, non controllava i green pass di nessuno, e nonostante avesse realmete un disperato bisogno di soldi non ha mai ceduto al ricatto di andare a lavorare negli hub per soldi extra. A volte penso che quelle persone siano state fortunate ad avere lei vicino a loro che li sosteneva come poteva, non posso giustificarla perchè lavorando lì dentro, da dove è partito tutto, la resa comunque complice. E quelle persone probabilmente ora sono morte. Ora, oggi, tutti i suoi colleghi confrontandosi anche tra i vari ospedali, non fanno altro che parlare di tutti questi giovani con infarti, e Nessuno di loro si domanda se il vaccino c’entri qualcosa, lo difendono a spada tratta, sta già iniziando a spargersi la voce del ”è normale che accada” , beh lasciatemi dire che non è affatto normale che un giovane abbia un infarto soprattutto bambini, questo non accadeva mai ! Soprattutto in così tanti sportivi ,che ricordo, sono Morti più quest’anno, che in 48 anni ! Rendiamoci conto della gravità della situazione e di cosa comporta affidarsi ai medici di oggi accettando tutto quello che ti iniettano o ti danno pensando che lo stanno facendo per il tuo bene, lo fanno per il bene delle loro tasche, alcuni non sanno neppure ciò che fanno e preferiscono chiedere aiuto alle infermiere sulle terapie da somministrare ! Mi rammarica dire che la prima persona che mi consiglia di non finire in ospedale per nulla al mondo oggi, è proprio quella che ci lavora.

 

Wolfmoon

 

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Paralisi facciale e tanto altro

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Questa testimonianza riguarda una ragazza di nome Federica, di 22 anni, e di alcune persone della sua vita (di cui mi ha raccontato e scriverò in questa testimonianza stessa) che hanno cominciato a subire effetti collaterali gravi dopo la vaccinazione. Quando ho conosciuto questa ragazza (che mi dirà di aver fatto tre dosi Pfizer) ho subito intravisto nei suoi occhi e nelle sue parole un fortissimo pentimento per la scelta di essersi inoculata il Siero, anche se ho notato in lei una sorta di timore reverenziale nell’esprimere tale pentimento visto il suo evidente trattenersi nell’esprimere le sue opinioni. Infatti quado qualcuno in quella conversazione esaltava in modo scellerato il “vaccino” (asserendo dati completamente fasulli ed evidenze completamente smentite dalla realtà) si percepiva in modo nitido la perplessità di Federica, che sussurrava “non è vero…” ma poi stranamente si zittiva ed abbassava lo sguardo. Avendo colto questo suo stato d’animo le chiesi (successivamente in privato, lontani da quelle persone che la condizionavano) come mai avesse paura di esprimere con tranquillità la sua personale opinione; lei mi rispose molto sinceramente di avere molta paura (nonostante le tre dosi fatte) di essere additata come una possibile “no vax” (qualora avesse parlato male del vaccino), e mi svelò di aver assistito con i suoi occhi in molteplici occasioni a veri e propri atti di bullismo e di violenza verso i contrari alla vaccinazione (che, ricordiamo, era permesso della Legge: rifiutare di vaccinarsi era ed è un diritto costituzionale, e chi lo esercita agisce nel rispetto della Costituzione stessa). Federica mi raccontò infatti di aver visto delle persone allontanate malamente mentre erano a bordo di un mezzo di trasporto pubblico, altre derise con cattiveria dagli amici, altre ancora cacciate via dai negozi come se fossero degli appestati e di aver anche assistito a delle percosse subite dai pacifici manifestanti mentre protestavano contro il Green Pass nella piazza della sua città. Mi confidò quindi che il terrorismo psicologico e a volte anche fisico subito da chi fosse contrario alla vaccinazione l’avesse così spaventata da temere che tutto ciò potesse capitare anche a lei qualora si “sapesse in giro” che la sua posizione sulla “bontà” del Siero fosse cambiata drasticamente. Ciò pone quindi l’attenzione su quanto sia diventato “difficile” per molti cambiare idea ed esporsi quando per mesi hanno assistito alle criminali ed illegittime violenze discriminatore subite dai non vaccinati; la folle e fobica paura di viverle sulla propria pelle porta chissà quante persone a stare in silenzio anche quando avrebbe tanto da dire. A quel punto chiesi a Federica da cosa derivasse il suo “ripensamento” sul vaccino (pensando ad un possibile effetto collaterale) e così mi parlò della sua storia. Iniziò con il raccontarmi di aver vissuto la quarantena in maniera molto pesante e noiosa, mi confidò di aver trascorso forti momenti di depressione e solitudine: viveva sola con la madre (con cui il rapporto non è evidentemente idilliaco) ed entrambe si sono pressoché ignorate nel corso del lockdown visto che stavano prevalentemente al cellulare a fare videochiamate con le amiche piuttosto che a trascorrere del tempo costruttivo insieme; ciò ha fatto sentire Federica molto sola ed infatti mi disse che già da metà di Marzo del 2020 era esausta degli arresti domiciliari a cui il Governo aveva costretto la popolazione intera (visto che ogni giornata veniva trascorsa stando 24 ore su 24 sui social network e a guardare serie tv). Di conseguenza aveva dunque cominciato a “bramare” il vaccino sin da quelle fasi per poter andare via da quella casa e per poter tornare finalmente alla sua vita precedente (che mi aveva descritto come “molto mondana” dato che preferiva stare in giro fino a tardi piuttosto che rientrare); così arrivò ad inocularsi con “sollievo” le dosi Pfizer, cullata dalla finta promessa del Governo che tutto sarebbe ritornato come prima. Dopo la seconda inoculazione infatti cominciarono i suoi problemi: iniziò per esempio a sentire un fortissimo stato di tristezza perenne qualsiasi cosa facesse (descritto come “mi sento come se fossi morta dentro”) ed ha cominciato a soffrire di ansia sociale e di una fortissima claustrofobia (che mai aveva avuto prima dell’inoculazione).

 

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Come se non bastasse intorno a lei alcune persone avevano cominciato a riscontrare gravi effetti collaterali post vaccinazione che ancora oggi stanno condizionando pesantemente la loro vita. Mi accennò per esempio alla cognata di un suo amico (una donna di 40 anni) che aveva subito esattamente il giorno dopo la seconda dose Pfizer una paralisi totale della parte destra del corpo: non riusciva più a muovere il braccio e la gamba destra, rimaste completamente paralizzate. Dopo molti mesi di terapie (molto costose e pagate di tasca sua) sembra che la situazione sia in leggerissima fase di miglioramento, ma ancora oggi non può camminare e non può nemmeno pensare di correre. Sua zia di secondo grado invece (una donna di 43 anni) ha cominciato (dopo la terza dose Moderna) inspiegabilmente a soffrire di epilessia, venendo colpita da attacchi epilettici improvvisi molto molto forti e che la stanno tuttora spaventando a morte visto che teme che questi attacchi possano giungere in prossimità di una situazione di pericolo (per esempio alla guida o salendo le scale). Questa donna ha dunque rinunciato a vivere ed ancora oggi passa praticamente ogni giornata reclusa nella sua abitazione (relegando persino il cibo da comprare alle applicazioni sul cellulare, siccome è possibile prenotare ormai qualunque cosa tramite il telefono in specifici negozi che ti portano a casa quanto ordinato). Infine mi aveva anche parlato di un suo amico (di 29 anni) che dopo la terza dose Pfizer aveva visto comparire innumerevoli macchie molto visibili su tutto il suo corpo (macchine paragonabili a segni di bruciatura, ancora oggi presenti senza apparente soluzione). Federica mi confidò quindi che tutto ciò l’avesse incredibilmente spaventata e, dopo la terza dose, avesse iniziato a sentire quella sensazione di “morte dentro” diventare ancora più forte (e mi confidò di avere molta paura di andare a dormire per timore di “spegnersi” e di non risvegliarsi più). Per assurdo, alla fine, mi spiegò che se la quarta dose diventasse “obbligatoria” come le altre (visto che le precedenti tre lo erano per qualunque cosa, anche salire su un autobus o semplicemente andare a lavorare) probabilmente procederebbe all’inoculazione nonostante ad oggi non abbia più dubbi sulla correlazione del vaccino con la distruzione di tante vite (compresa la sua perché, seppur non soffra ad oggi di problematiche fisiche, vive in una condizione così probante mentalmente da esserne già profondamente disturbata e condizionata). A quel punto le feci notare che questa sua possibile decisione andasse molto in contrasto con tutto ciò che stesse attraversando, eppure il “timore” di essere considerata “no vax” (e di subire quel folle e dispotico odio) sembravano prendere il sopravvento. In lei comunque ho notato che avessero attecchito in modo totale alcuni meccanismi della propaganda oscura: il primo, molto evidente, è la paura di essere discriminata che porta a subire passivamente ogni decisione del Governo per il timore di subire illegittime ripercussioni fisiche e mentali (visto che chi dovrebbe tutelare da esse, il Governo stesso, è proprio colui che le veicola). Il secondo, molto preoccupante, è la convinzione di essere la “sola” nell’aver avuto dei sintomi psicologici avversi dopo l’inoculazione, e che i suoi conoscenti fossero i “soli” ad aver avuto sintomi fisici avversi post Siero; ciò pone attenzione su come l’informazione completamente gestita (in ogni fonte mainstream) dal potere renda impossibile per tanti rendersi conto di quanto il fenomeno degli eventi avversi sia invece estremamente dilagante e devastante. Chi non sa reperire una valida contro informazione è possibile si senta quindi l’unico essere vivente a stare male e di conseguenza a zittire tutte le sue problematiche (come nel caso di Federica che si dichiarava sorpresa e stupida quando le accennavo in quanti stessero morendo e soffrendo a causa degli eventi avversi). Raccogliere quante più testimonianze possibili è anche un modo per far sapere alle suddette persone di non essere affatto sole e che il loro grido può essere unito a quello di tanti altri che soffrono le medesime condizioni critiche.

 

vittorio10

 

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Vaccini

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Una mia cara amica ha fatto le tre dosi del “vaccino”, non perché avesse paura del fantomatico virus, ma perché voleva e “doveva” viaggiare molto, infatti per lavoro avrebbe dovuto spostarsi spesso fuori dall’Europa. Avevo provato ad avvertirla e farla riflettere sulla pericolosità di quell’intruglio, le avevo detto che era sperimentale e non c’era da fidarsi, le avevo inoltrato anche un file dove avevo raccolto centinaia e centinaia di testimonianze sugli effetti avversi e sulle morti avvenute, ma a quanto pare non è servito. I viaggi erano più importanti. Quindi, quando l’anno scorso mi ha detto che si era fatta la prima dose, ammetto di essermi sentita a pezzi, avrei dovuto insistere di più per salvarla; certo è che non potevo costringerla a fare qualcosa che non voleva, ma per mesi mi sono sentita in colpa. Fino alla sua seconda dose almeno, poi il buonismo ha avuto fine: se le persone dopo più di due anni non si rendono conto della farsa e del genocidio in atto purtroppo non è colpa nostra. Nonostante ciò, però, sono comunque preoccupata per gli effetti che nei prossimi mesi o anni andrà a manifestare.

Questa amica la conosco da 20 anni e ci sentiamo spessissimo durante la settimana, per cui posso vedere quasi in diretta eventuali cambiamenti; la tengo d’occhio ogni volta che ci vediamo, ma finora non avevo notato niente di diverso in lei, né a livello fisico né mentale.

La settimana scorsa però mi ha raccontato un episodio che mi ha fatto capire che i sieri, piano piano e a volte anche in maniera abbastanza nascosta, stanno iniziando a fare il loro distruttivo effetto.

Lei da un paio di anni ha ricominciato a giocare a pallavolo quindi per 3 volte a settimana ha allenamento e in più ogni weekend la partita. All’ultima partita mi ha detto che, durante un set, è rimasta imbambolata per almeno mezzo minuto perché non si ricordava minimamente come si chiamava la ragazza che giocava a fianco a lei. Una svista ogni tanto capita, ci può stare, a volte succede che a causa di stress o stanchezza ci si dimentichino le cose, ma stavolta la mia amica ha detto che era una sensazione ben diversa. Questa ragazza con cui gioca la vede 4 volte a settimana da due anni, e in più è anche una sua vicina di casa quindi si conoscono davvero da tantissimo; eppure in quel momento la mia amica si è resa conto di non sapere più come si chiamava, vuoto totale, è come se non l’avesse mai saputo: sapeva di conoscere benissimo questa ragazza ma non sapeva più come si chiamava, ha provato a pensare a vari nomi ma niente, non riusciva a capire quale era quello giusto. Alla fine ha “scoperto” come si chiamava solo quando l’allenatore ha fatto il nome di quella persona.

Onestamente la mia amica si è spaventata per questo fatto, non le era mai capitato un vuoto così assoluto di memoria su una informazione basilare come il nome di una persona che vede praticamente sempre, ma non ha collegato questa défaillance al vaccino. Mi ha detto inoltre che sempre più spesso negli ultimi mesi fa fatica a spiegarsi in quanto si dimentica le parole giuste che dovrebbe usare.

Potrebbe sembrare un effetto dello stress, ma conoscendola so benissimo che non è normale: ha avuto in passato periodi di stress ben più devastanti e non ha avuto nessun problema a livello di memoria. Ora, invece, inizia a dimenticare le cose senza motivo apparente. Senza motivo per lei. Per me invece purtroppo è molto chiaro. Forse è una speranza vana, ma spero davvero che non peggiori; anche perché lei ha avuto alcune esperienze di sogni premonitori e visioni di entità, quindi spero che nella sfera del “paranormale” i suoi ricordi restino intatti il più possibile.

 

ilary

 

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Di madre in Figlia

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L’esperienza che voglio raccontare riguarda una donna di poco più di 70 anni ed è la mamma della panettiera da cui vado ogni tanto.

Prima dell’inizio del “manicomio” ha fatto un suo percorso di cure poiché aveva scoperto un cancro all’intestino. Ha affiancato, alla medicina allopatica, un percorso con un medico antroposofico che le ha dato sollievo. Lei è una persona molto positiva e ha affrontato tutto con molta forza ed equilibrio.

Durante la psicosi di massa lei doveva sottoporsi ai controlli e non avrebbe voluto vaccinarsi. Purtroppo, dovendo recarsi più volte negli ospedali, ha subito una forte pressione da parte di chi l’ha presa in cura in quanto soggetto “fragile” e, alla fine, ha deciso di fare la sperimentazione.

Dopo poco tempo, durante un controllo, dagli esami è risultata essere in atto una recidiva che, a detta del medico, solitamente si ripresenta dopo un tempo più lungo, pertanto il ripresentarsi dopo così breve tempo è da considerarsi anomalo.

Questo me lo ha raccontato la figlia, che almeno ideologicamente è “con” chi non si è sottoposto alla sperimentazione e non ha contribuito all’utilizzo della tessera della dicrimin-schiavitù.

Dopo qualche tempo mi ha confidato che non sapeva che molte delle persone che sono state inoculate con il siero sperimentale avessero vissuto ciò che era accaduto a sua mamma, e ho capito che era molto scossa.

Pochi giorni fa sono passata dal suo negozio, era un po’ che non ci andavo e l’ho trovata molto dimagrita e gliel’ho detto. Lei mi ha detto che ha sempre avuto qualche problema al cuore e che “ultimamente” aveva un po’ esagerato e preso sotto gamba la cosa.

Lì per lì non ho collegato, ma adesso non posso fare a meno di pensare che, nonostante la sensibilità verso la cosa, lei, dopo aver “fatto il covid”, ha deciso di fare la sperimentazione perché altrimenti avrebbe avuto problemi a proseguire con la sua attività e, non l’ho scritto prima, lei non ha ancora 50 anni.

Prima sua mamma ed ora lei, hanno subito entrambe le conseguenze di questa folle sperimentazione.

 

tammy

 

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Testimonianze avversioni vaccini

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In ospedale dopo ogni dose:

Mio nonno sin dall’inizio della farsa è stato un grande sostenitore dei vaccini, prendendosela con chi non lo avesse. Ha sempre ascoltato il medico per filo e per segno, anche quando gli ha prescritto la cocacola per curare l’ipoglicemia. Ovviamente appena sono arrivati i vaccini questo medico si è fiondato a casa sua ogni volta, facendogli tutte le dosi. È finito in ospedale tutte e tre le volte, ma sono sicura che presto farà anche la quarta, se non l’abbia anche già fatta. Dopo la prima dose ha chiamato mia zia dicendole che non riusciva a respirare, l’ambulanza si stava anche rifiutando di andarlo a prendere, ma poi hanno cambiato idea e sono andati. È stato ricoverato qualche giorno e lo hanno rimandato a casa spiegando che doveva cambiare la bombola dell’ossigeno perché aveva poca potenza rispetto a quella che serviva. Strano. Dopo la seconda dose ci è finito per una bronco-polmonite, gli hanno spiegato sia stata causata ovviamente dal covid avuto addirittura mesi prima, da cos altro altrimenti? Eppure non si era mai ammalato prima. Ti fa male un braccio? È a causa del covid di mesi fa. Non ti torna il ciclo da tempo? È il covid, ovvio. Hai la schiena spezzata? Rimasugli del covid, succede. Inizialmente dare la colpa di ogni malattia al covid mi sembrava un modo molto sciocco per coprire le avversioni da vaccino, ma la gente ci ha creduto davvero, ha funzionato. Ho sentito anche dire da una signora:” ho un esaurimento nervoso, il medico mi ha detto che sono gli effetti a lungo termine del covid” Volevo scoppiarle a ridere in faccia. Tornando a mio nonno, dopo la terza dose è finito di nuovo in ospedale perché non riusciva a respirare, eppure la bombola è stata cambiata. Questa volta gli hanno trovato tutto il corpo e anche i polmoni pieni di liquidi, uno scompenso cardiaco e una grave anemia che tutti ritengono normale “perché è anziano”, ma non ricordano che prima era stato sempre bene. Ovviamente a cosa hanno dato la colpa dei liquidi nel corpo? Sì, al covid che avrebbe avuto ormai un anno prima, che noia. Successivamente gli è stata fatta una gastroscopia per capire da cosa fosse causata l’anemia, ma si sono dimenticati di metterlo a digiuno, e hanno dovuto interromperla dicendo: ” Mi dispiace, ma c’è il cibo e non riusciamo a vedere”. Così ne ha anche dovuta fare un’altra, ma il bello è che non sono riusciti a risalire alla causa dell’anemia e non sanno che cosa dire.

 

Strana avversione del vaccino

Ogni tanto la mia famiglia si sente con una signora, carissima amica dei miei nonni, che viene da lontano e che si viene a prendere dei vestiti vecchi da dare alla sua famiglia. È stata sempre povera, ma ha goduto sempre di un’ottima salute. Infatti ci siamo rimasti quando la settimana scorsa che è tornata in Italia, ci ha raccontato che da un po’ si sente come un corpo estraneo, un “groppo”, all’interno della gola che le fa tanto male e le da tanto fastidio quando mangia o parla. Ha fatto delle visite, ma nella sua gola non risulta nulla e i medici non sanno cosa dirle. Questi vaccini stanno facendo nascere anche nuove malattie e problemi che prima non avevamo mai visto.

 

Danni al ciclo a causa del vaccino

La mia collega di lavoro, dopo che è capitato di parlare con lei di vaccini, mi ha confidato a bassa voce che da quando ha fatto la prima dose, il suo ciclo è impazzito ed è diventato talmente abbondante da perdere “mari” rendendo quel periodo invivibile, quando prima aveva un flusso normalissimo e durava anche solo 3 giorni senza nessun problema. Ora, da due mesi non le torna il ciclo. Inizialmente aveva il dubbio di essere rimasta incinta, ma quando ha controllato che non lo fosse, ha compreso che sia stato un danno della seconda dose. Ora ha paura che non le torna più e che non può fare un secondo figlio visto che era in programma, ma che ha rimandato a causa della quarantena. Infatti in quel periodo moltissime persone hanno smesso di avere figli, sia perché molte famiglie erano separate fisicamente, altre perché non avevano il lavoro e quindi i soldi per poter

sfamare un figlio, altri ancora per paura visto che la nascita avviene in ospedale o anche chi per una questione psicologica non se la sentiva di farlo in quel periodo con quelle condizioni.

 

Gravi problemi ai giovani

Un’amica di mia sorella di 20 anni, ragazza tri-dosata e molto delicata ,dato che da piccola ha subito un intervento per un problema grave alla gola che le ha lasciato problemi alle corde vocali, si è svegliata una mattina con un fortissimo dolore alla pianta del piede, che poi si è diramato su tutta la gamba, ma soprattutto al ginocchio. È andata a farsi visitare e le hanno trovato un sacco di liquido nel ginocchio. Ora è costretta a zoppicare, e le fa malissimo anche la schiena a causa della cattiva postura a causa della differente camminata. Dove mai si erano sentiti prima sintomi del genere ad una ragazza giovanissima, dal nulla dalla sera alla mattina?

 

Tali

 

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Violenza psicologica

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Quello di cui vorrei parlare è la violenza psicologica subita in questi due anni che mi ha portato a dei forti stress. Non c’era la possibilità di uscire di casa perché continuavano anche nel 2021 restrizioni e zone colorate, quindi se ti trovavi nella fascia rossa e cioè dove i contagi aumentavano, non potevi uscire di casa se non per recarti al lavoro munito di Greenpass o a fare la spesa con l’autocertificazione. Nella prima parte pandemica, ovvero da marzo 2020 in poi fino circa a maggio, non ho praticamente lavorato e ho rispettato quasi per intero le restrizioni. Nel senso che sono stata chiusa in casa e ho più o meno seguito tutto quello che veniva detto di fare, quindi andare a fare la spesa con la mascherina e appunto non lavorare. Quello che ho sentito forte dentro di me sin da subito è stata una privazione totale della mia libertà. Non poter lavorare è stato non solo una privazione di un diritto fondamentale della persona, ma anche l’impossibilità di guadagnare dei soldi per poter vivere una vita normale e dignitosa per me e per mia figlia. Sentivo le persone tranquille che continuavano a lavorare in smart working da casa, mentre io che faccio un lavoro di contatto col pubblico, non riuscivo a farmene una ragione. In quel periodo ho dovuto chiudere lo studio dove lavoravo, in quanto non mi avevano permesso di non pagare l’affitto, e anche volendo… avevano chiuso il centro dove lavoravo. Sono arrivata poi attraverso l’avvocato a pattuire di sistemare la situazione economica in un secondo momento quando avrei ripreso l’attività lavorativa. .. come se tutto ciò che stava accadendo fosse colpa mia. Umiliazione su umiliazione. Lo stato mi impediva di lavorare ma in qualche modo dovevo sopravvivere. In quel mentre avrebbero sospeso, così dicevano almeno al telegiornale, le bollette da pagare o i finanziamenti in corso e così in effetti è stato (in parte). Peccato che poi è arrivato tutto in un botto. Sono arrivate da pagare un sacco di bollette e tasse tutte insieme, e per me il lavoro non era ancora ricominciato a pieno ritmo, anzi…. ho dovuto arrabattarmi fino al mese di ottobre 2020 dove finalmente sono riuscita ad aprire un nuovo studio. Non so dove ho trovato il coraggio (anzi lo so: è stata la pratica e la forza dell’Accademia), ma ho investito dei soldi attraverso un finanziamento appena ottenuto, per sistemare il nuovo posto, e appena ho ricominciato a lavorare sono ricominciate tutte le restrizioni proprio nel mese di ottobre 2020. Non si poteva uscire di casa, e le persone non potevano venire presso il mio nuovo studio. Lì è cominciata una battaglia personale di autoinformazione per riuscire ad evadere ogni tipo di norma, uscire comunque di casa, essere nel mio nuovo studio ad accogliere i clienti che avevano il coraggio di venire da me, e cominciare una campagna contro il vaccino con tutti quelli che conoscevo senza limiti e senza esclusione di colpi. Dovevo far fronte alle spese di tutti i giorni per me e mia figlia, alle spese pregresse e al nuovo affitto che avevo lì da pagare da adesso in poi… e lo Stato stava impedendo che potessi fare questa cosa in libertà e con dignità. Sono diventata enorme, imbattibile, forte, e malgrado dentro di me la frustrazione e lo stress ci fossero, le combattevo ogni giorno con la pratica, senza la quale sono certa, non ce l’avrei fatta. Facevo l’opposto di tutto quello che ci imponevano di fare. Racconto questo perché la mia parte di frustrazione e violenza subita l’ho sentita molto forte, ogni giorno, anche solo uscendo al mattino di casa, perché in ogni momento potevano entrare le forze del disordine e chiedermi questo benedetto lasciapassare verde che non avevo, ma che ero obbligata secondo la legge falsamente messa in atto, ad avere perché a contatto col pubblico. In alternativa c’era da fare un tampone ogni due giorni, ho contattato nuovamente un avvocato per cercare di capire come sopperire a questa situazione e la risposta che mi è stata data è stata che non c’era una soluzione, dovevo fare il tampone ogni due giorni, in modo che se qualcuno fosse entrato per fare un controllo avrei potuto esibire il coso verde rilasciato “in cambio” del tampax. La mia soluzione è stata di fare delle protezioni sempre più grandi, e sempre più intense affinché mai nessuno potesse venire a dirmi qualcosa, fermarmi, o chiedermi niente e…: mai nessuno è entrato da me a chiedere niente.

 

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Mesi dopo c’è stato un momento molto forte che vorrei raccontare: il primo anno di lavoro tutte le persone che riuscivano a venire sapevano che non ero vaccinata e che non avevo intenzione di fare

la dose, anzi discutevo con tutti dell’assurdità della cosa. Quando arrivava una persona nuova quindi, per prima cosa dicevo proprio: “ti avviso che io non sono vaccinata, a te la scelta di lavorare o meno con me”, e dall’altra parte, all’inizio, non ho trovato nessuna resistenza. Poi ho scelto di non dire più la mia condizione sanitaria e quindi di non dire più i cavoli miei a nessuno dei miei clienti. Ma i primi tempi questa era la prassi che avevo deciso e quindi una mattina mi sono ritrovata a parlare con una cliente, che fino a quel momento avevo sempre visto senza mascherina, (perché un’altra condizione era non tenere la mascherina), di quanto fossero assurde queste restrizioni, aggiungendo con naturalezza che ritenevo assurdo fare il vaccino. Questa donna aveva ricevuto da me non solo la prestazione lavorativa richiesto ma 10.000 consigli, piaceri che mi aveva chiesto per sé e per sua mamma, per sua zia …che io le avevo dato in maniera assolutamente gratuita e con tranquillità. Lei era sempre stata gentile nei miei confronti fino a che non si è accorta non ero vaccinata….. Ha cambiato subito atteggiamento nei miei confronti, perché ha immediatamente espresso un disappunto molto forte in quanto, a suo parere, io non le avevo mai detto all’inizio che non ero vaxxata. (In un secondo momento ha ammesso che forse l’avevo detto, ma non aveva voluto sentirlo perché ci teneva troppo a venire). Si è scurita, è diventata cattivissima e ha cominciato a dirmi delle cose terribili. Non me lo aspettavo, è stato come una doccia fredda da una persona che fino a quel momento era stata gentile, e che non vedeva l’ora di venire da me durante la settimana. Da quel momento in poi mi ha trattata come se fossi una persona stupida, e non attenta alla comunità.… Dopo qualche momento di stordimento, perché veramente ha avuto un cambio totale di atteggiamento nei miei confronti che non mi sarei mai aspettata, l’ho invitata ad uscire perché quella era casa mia. Nessuno poteva permettersi di venire nel mio studio (che io ritenevo essere come casa mia) ad insultarmi. Ero stata assolutamente sincera nei suoi confronti. Fuori dalla porta se avessi potuto l’avrei spinta giù per le scale da quanto mi si era rivoltata contro. Quello è stato il primo momento in cui mi sono accorta di quanta cattiveria potesse venire fuori a causa di questo veleno iniettato che camminava fino al cervello….

Un altro momento in cui mi sono resa conto di come le persone potessero cambiare atteggiamento da un momento all’altro, è stata quando mia cugina mi ha fatto una telefonata assurda. Praticamente l’anno prima della pandemia mi aveva chiesto di essere aiutata perché aveva un fibroma all’utero che a detta del ginecologo, diventava sempre più grande ad ogni controllo e se non si fosse fermato avrebbero dovuto intervenire chirurgicamente. Quindi l’ho aiutata e sostenuta come sapevo cioè con le tecniche riflessologiche e con la medicina naturale. Il risultato è stato in effetti positivo perché ad ogni controllo c’erano sempre miglioramenti fino ad arrivare al punto che il fibroma si era praticamente ridotto fino quasi a sparire. Quando si cominciò a parlare in televisione dell’obbligo vaccinale e di chi si rifiutava di farlo, e cominciarono di conseguenza ad insultare tutte le persone che non seguivano come pecore questo iter… se ne parlava sempre di più anche in famiglia e iniziarono a farmi delle pressioni che ovviamente io non ho minimamente ascoltato. Un giorno mi arrivò questa telefonata appunto da questa cugina, attraverso la quale fui investita di accuse in seguito alla domanda: “tu lo fai il vaccino?” Alla mia risposta ovviamente negativa è cominciata tutta una serie di parole poco carine nei miei confronti senza motivo, senza neanche che abbia cercato di far valere le mie motivazioni. Semplicemente ero una pazza scellerata nei confronti della comunità. Non gli risposi in quel momento, ne mai più nelle volte successive, che tentò di contattarmi (anche qualche settimana fa). La scelta che avevo fatto era che da quel momento in poi tutte le persone che si prendevano la briga di insultarmi senza usare il cervello, e senza un minimo di tatto nei miei confronti con me avevano chiuso per sempre. Cosi è accaduto per mia cugina, per quella mia cliente, ma anche con una serie di persone che ho scoperto essere falsi amici.

 

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Così sta accadendo probabilmente con mio fratello che durante la pandemia mi faceva sempre la ramanzina come se lui fosse perfetto ed io ovviamente sbagliata, che quando parlava con me faceva due passi

indietro per paura di contagiarsi in mia presenza perché non vaccinata. Comunque sono venuta a sapere da mia zia qualche mese fa che il fibroma di mia cugina è diventato enorme dopo essersi fatta le tre dosi e doveva quindi subire un intervento chirurgico per asportarlo. Non so com’è andata a finire e non mi interessa, ma non è per cattiveria è perché ognuno ha ciò che cerca. Se cerchi la verità vai in una direzione, se ti piace nuotare nella melma vai in direzione opposta.

Un altro evento: questa mattina è entrata da me una cliente in lacrime perché ha scoperto che suo figlio tridosato di 20’anni ha un tumore maligno al testicolo: un linfoadenoma.

E poi ancora vorrei raccontare: una mia cliente a me carissima, un medico, una persona splendida piena di risorse intelligente con cui era un piacere parlare, aveva un problema importante in una parte del corpo in seguito ad una malattia avuta da piccola. Lei vicino alla pensione, e conosciuta a causa di questa problematica su cui abbiamo lavorato per diversi anni, un giorno mi chiede di accompagnarla dal fisioterapista, era primavera 2021, in pieno di quello che secondo la televisione era una moria continua di persone negli ospedali, andiamo lì per un controllo in seguito ad un trauma. Questo ospedale appariva spesso nei telegiornali perché a quanto raccontavano aveva le terapie intensive piene e morivano persone ogni giorno. Ricordo che la mia cliente ha espressamente chiesto com’era la situazione in terapia intensiva perché sembrava estremamente preoccupante. Lui rispose che c’era una sola persona in terapia intensiva e che lei era la prima paziente della giornata ( erano pomeriggio se non erro), ha anche confessato che erano in diversi medici che non sapevano cosa fare già dal mattino perché senza appuntamenti…. Per quanto riguarda lei, purtroppo dopo le tre dosi non esce più di casa: è depressa, ha perso l’equilibrio da sola in casa e a fratturato l’anca per cui ha dovuto subire un intervento con un decorso molto pesante, ha fatto tre volte il COVID, ha la pressione alta e tutti i valori del sangue sballati, ha avuto un’infezione all’intestino e un altro ricovero, e una problematica erpetica sulle labbra durata credo tutta l’estate.

Un’altra presa di coscienza: ora siamo a ottobre 2022, e sono iscritta ad una scuola di formazione per prendere una specializzazione, sono circondata da vaccinati ovviamente, tutti molto più giovani. Quello di cui mi sono accorta, rimanendo con loro tante ore, è innanzitutto una stanchezza infinita e un mal di testa che mi dura almeno fino al giorno dopo che sto con loro. A parte questo, ho notato che sembrano tutti dei piccoli robot , a volte si bloccano nel mezzo del discorso e fissano il vuoto per diversi secondi. Hanno sempre lo stesso sguardo vuoto e parlano solo di cose superficiali. Passano le serate a riempirsi di alcol, mandano continuamente foto e video nella chat di gruppo, foto dove sono ubriachi, brindano e parlano solo di cose superficiali. Quello che noto in questo contesto, fatto di circa 30 ragazzi e ragazze, è una superficialità molto alta, e una assuefazione al sistema, per quello che sento loro dire, completo. Non c’è nessuno di loro che parli con parole che siano proprie, o diverse. Sono tutti conformati ad un’ideologia. Parlano ancora oggi di come sia stato meglio fare una marca di vaccino rispetto ad un’altra, o di come abbiano fatto la scelta migliore a vaccinarsi per non ammalarsi di Covid. Peccato che nella chat di oggi metà erano positivi perché ancora corrono a farsi il tampone per i sintomi influenzali più banali. Sono sempre a contatto con ragazzi e ragazze più giovani, la sensazione è che post-vax la superficialità sia decisamente maggiore. Mi ha molto colpito il senso di vuoto che sento in loro presenza, e il loro modo di bloccarsi e fissare il vuoto magari quando passo o rivolgo loro una domanda, a volte anche in gruppo con lo sguardo perso nel vuoto…

 

monicsme

 

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Aggiornamenti su mia madre

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Ciao, vorrei aggiornare ulteriormente lo stato di salute riguardante mia mamma, dopo aver fatto 3 dosi di vaccino.

I problemi continuano, uno dopo l’altro. Non c’è un giorno in cui mia mamma sta bene. Ora tra le altre cose si è aggiunta una tendinite, avrà la visita a breve. Lamenta forti dolori al braccio destro che le impediscono di poter fare troppi movimenti o sforzi. L’umore è il medesimo, perennemente in ansia e depressione tanto che si vede costretta a prendere ogni tanto degli ansiogeni. Le giornate le passa tra il lavoro e la televisione. Per quanto riguarda la risonanza magnetica siamo allo stesso punto di partenza. È ancora da fare, sotto Asl non vi è posto per prenotarsi, tutto occupato, dicono. Il bollettino con l’Asl ha un costo pari a 36€, ma ovviamente posto non c’è. Si è informata sul costo della visita in maniera privata, la cifra inferiore è di 880€, le cifre standard invece si aggirano intorno alle 1500€. Quindi o paghi (se ne hai la possibilità) o ti ammali e muori. Così funziona in Italia. Lei possiede anche un fondo Sanitario per lavorati che dovrebbe coprire in parte le spese degli esami.

Procede con la richiesta, deve svolgere due risonanze, una del massiccio facciale ed una del collo entrambe con e senza liquido di contrasto. Nel momento in cui inoltra la richiesta, per qualche strana ragione, le segna delle risonanze sbagliate. Sono due settimane che prova a chiamare per mettersi in contatto con un operatore e risolvere il problema, la risposta della voce automatica è che non possono garantire i normali standard di risposta degli operatori in quanto vi sono troppe chiamate. Consigliano di chiamare tra le 12 e le 15. Ti chiedono di eseguire tutti dei passaggi (per farti perdere tempo e pazienza), come ad esempio premere tasti 1,5,6 ecc, il nome e la data di nascita e poi non rispondono.

Inutile dire che è perfettamente inutile. Provo io ma comprendo che è davvero inutile e spreco solo energie. Cerco di informarmi, mi ritrovo su un gruppo di facebook dove in teoria dovrebbero essere presenti questi operatori. Quello che leggo è questo: “Buonasera sono un lavoratore del call center di Metasalute, leggo moltissimi post dove lamentate la mancata risposta degli operatori, oppure che non venite mai richiamati, bene volevo solo mettervi al corrente che la ditta appaltatrice ha deciso in data 10 ottobre 2022 di attivare le procedure di licenziamento collettivo di 46 operatori di call center, 15 a S.Pietro in Casale (Bo) e 31 a Noventa Padovana (Pd). Oltretutto già dal 2020 la ditta appaltatrice ha collocato i dipendenti di S.Pietro in Casale, in Fis Covid per mesi e mesi, dirottando sistematicamente le chiamate presso altri call center con personale non formato e addirittura estero incapaci di capire e scrivere la lingua italiana. Tutto ciò solo perché la sede bolognese è sindacalizzata al 100%. Noi lavoratori siamo veramente arrabbiati perché oltre ad avere fornito agli assistiti un servizio pessimo, siamo stati licenziati con la causale che gli assistiti non telefonano più e si arrangiano da soli tramite il sito. Per cui tutte le vostre chiamate non verranno mai evase perché non ci sono più operatori che vi possono rispondere. Per trovare conferma a queste affermazioni potete controllare la pagina fb di Cgil Bologna lì troverete i comunicati ufficiali.” Questo dovrebbe fare comprendere quanto al nostro amato governo non importi una beata mazza di noi, quanto ci stanno truffando e prendendo in giro, le motivazioni per le quali la gente muore. Bisogna comprendere che non è un “errore”, una mancata organizzazione, dietro vi è lo schifo. Ci vogliono malati, sofferenti, stressati e fanno di tutto per assicurarsi che così saremo.

La maggior parte può morire, chi non può permettersi le cure, muore. E questo è stato studiato da loro, non è un caso, non è un errore. È esattamente ciò che vogliono.

 

miry_miry

 

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Vaccini e scuole: quando il diritto all’istruzione diventa ricatto

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Dopo gli ospedali, il secondo luogo per eccellenza in cui sono state fatte vere e proprie azioni criminali, è stato senza dubbio la scuola.

La scuola dovrebbe essere in teoria in luogo in cui confrontarsi con gli altri, acquisire delle conoscenze che ti permettano di sviluppare un pensiero critico e la capacità di riflettere su ciò che accade intorno te. Dopo questo periodo è stato ancora più evidente come questa sia solo la teoria, perché la realtà dei fatti è ben diversa, e molti professori si sono divertiti nell’imporre idee e scelte sbagliate, discriminando chiunque non volesse cedere additandolo come “untore”, e incitando di conseguenza all’odio.

La prima testimonianza che vorrei condividere è quella di uno studente universitario, deciso sin dall’inizio a non vaccinarsi. Era quasi alla fine del suo percorso, mancava solo qualche settimana di tirocinio e la consegna della tesi, ma quest’ultima parte coincideva proprio col periodo in cui è stato introdotto il green pass. Il suo relatore gli dice che deve necessariamente recarsi in presenza munito di certificazione, altrimenti non avrebbe potuto completare il tirocinio, ed il ragazzo purtroppo ha ceduto andando a vaccinarsi. La notte in cui ha ricevuto la seconda dose si sveglia di soprassalto e sente che qualcosa non va, ha la tachicardia e non riesce a respirare bene, quindi chiama subito il 118: quando fanno gli esami in ospedale gli dicono che è a rischio miocardite, ed è “possibile” che sia stato il vaccino. Da quel momento questo ragazzo è stato più debole fisicamente, arrivando ad ammalarsi molto più spesso. Non molto tempo dopo infatti ha avuto l’influenza (adesso chiamata “”covid””), e ci ha messo quasi un mese per riprendersi. La cosa purtroppo non finisce qui, perché tornato in università scopre che in realtà non era richiesta la sua presenza fisica per il tirocinio, poteva benissimo seguirlo online, ma il suo relatore gli aveva mentito e fatto pressione affinché si vaccinasse. Un criminale che si è divertito nel mettere alle spalle al muro un ragazzo, e fargli prendere una scelta sbagliata che gli ha segnato la vita.

La seconda testimonianza riguarda invece la sorella di una ragazza che ho conosciuto, che andava al liceo ed aveva circa 17 anni (quasi 18) ed anche lei decisa a non vaccinarsi, nonostante le prese in giro degli amici. Un giorno arrivando a scuola nota che una classe è stata trasformata in un hub vaccinale, e la professoressa ha accompagnato gli alunni facendoli vaccinare uno ad uno. Arrivato il suo turno ha provato ad opporsi in tutti i modi, ma le pressioni dei compagni e della professoressa erano così forti che ha ceduto anche lei, perché non voleva “deludere” la sua insegnante. In quel momento si è sentita completamente sola e ha avuto una paura terribile, di non riuscire a prendere il diploma e non poter più proseguire negli studi e fare nulla. Le pressioni fatte a ragazzi così giovani sono state quelle che mi hanno più schifata, perché è un’età in cui si è molto fragili e se non si ha un punto di riferimento (che sia la famiglia, o un amico, o un insegnante che sia un buon esempio) si crolla più facilmente, ed è esattamente su questo che hanno puntato molti “professori”.

Su questa ragazza non ho più avuto notizie, ma ho saputo che poco dopo nelle scuole (soprattutto elementari, cosa che mi ha fatto ancora più schifo) hanno fatto più spesso questa procedura, creando degli hub vaccinali dove portare i bambini. In altri casi invece i bambini sono stati costretti a fare tamponi, senza nemmeno avvisare i genitori e dargli l’opportunità di intervenire. Ad oggi, nella mia regione continuano a pubblicare quasi quotidianamente notizie di ragazzi molto giovani morti per miocarditi e “malori improvvisi”. Ciò che mi ha più stupita di questo periodo è stata la scomparsa del naturale istinto di protezione dei genitori, che di natura dovrebbero essere portati a proteggere i propri figli con le unghie e con i denti, mentre invece sono stati loro stessi a portarli al macello. Fortunatamente stanno nascendo sempre più realtà alternative come le scuole parentali, per i genitori che hanno deciso di assecondare quell’istinto di protezione, e permettere ai figli di imparare in un ambiente più sano e senza alcuna discriminazione.

 

Karen

 

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Il Fantasma del Castello

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Ciao a tutti! Vorrei condividere con voi le esperienze di danni da vaccino subite da una delle mie migliori amiche, una ragazza che ho sempre reputato molto intelligente e in gamba, un bravo fisico e ricercatore.

All’inizio della falsa pandemia questa ragazza era una delle pochissime tra le mie amiche, se non proprio l’unica, a reputare tutto un controsenso, a ritenere la situazione estremamente esagerata e le misure totalmente illegali e illegittime. Con l’avvento della campagna vaccinale lei era fermamente convinta dell’inutilità del siero per la mancanza di basi e prove scientifiche che lo ritenessero sicuro ed efficace. Io ovviamente ogniqualvolta mi ci ritrovavo a parlare cavalcavo l’onda, condividendo con lei anche numerosi video e articoli sul tema che evidenziavano le nette contrapposizioni e incongruenze del siero e in generale di tutta la farsa.

Per un mese circa non ci siamo più viste né sentite per impegni personali reciproci, ma da fonti comuni avevo saputo che alla fine aveva ceduto al siero e questa cosa mi aveva lasciato di stucco perché da lei che era sempre stata contraria e soprattutto che ho sempre reputato molto intelligente non me lo aspettavo minimamente. Pochi giorni dopo aver appreso questa brutta notizia, ci siamo riviste ad un compleanno e io ho fatto finta di non sapere nulla e non ho tirato proprio fuori l’argomento, fino a quando ha iniziato a parlarne lei buttandolo casualmente in mezzo ad un discorso. Il suo imbarazzo era evidente e io, per non mettere il dito nella piaga, ho evitato in quel momento di dirle che aveva fatto un grandissimo errore per il quale si sarebbe pentita per tutta la vita.

In quel momento era “solo” alla prima dose e all’epoca non ho notato nulla di strano né fisicamente né caratterialmente. Ma i mesi inesorabilmente trascorrono e con essi si susseguono anche le successive dosi, fino ad arrivare alla magica tripletta. Ed è stato proprio nei trascorsi mesi estivi che ho iniziato a notare le prime stranezze che ripoterò di seguito.

Uno dei primi sintomi che questa ragazza ha iniziato a lamentare sono state le vertigini e i giramenti di testa di cui non aveva mai sofferto, ma che dopo il siero erano comparsi improvvisamente e che arrivavano nei momenti più disparati, anche durante la guida, rivelandosi quindi molto pericolosi. A questo si sono aggiunti frequenti e forti mal di testa, anche questi comparivano dal nulla e senza una apparente ragione logica. Inutile dire che questa mia amica non ha assolutamente collegato questi effetti alla vaccinazione, ma anzi in ogni serata trascorsa insieme a lei non è mancata occasione in cui raccontasse a chiunque di questi malesseri e come in un loop infinito e lobotomizzante ripeteva che tutto ciò aveva avuto inizio da quando aveva subito la farsa influenza e che, quindi, era tutta colpa del covid.

Da punto di vista caratteriale, da persona molto empatica, riservata e premurosa che era ho potuto notare dei cambiamenti enormi. Innanzitutto ha iniziato a parlare tantissimo, non che questa sia una cosa negativa, ma lei è sempre stata molto timida e questo suo nuovo lato l’ho visto proprio come un vero e proprio cambio di personalità. Inoltre, con lei non è un parlare e ascoltare, non si può avere un dialogo, ma è un monologo dove a malapena riesci a dire qualche frase di poche parole. Da persona molto riservata che era, adesso ha iniziato a dire tutto di sé stessa, raccontando a chiunque alla sua vita, anche vicende anche molto personali e questo è un atteggiamento che non le è mai appartenuto. Questo comportamento la porta ad essere di conseguenza molto meno empatica e propensa ad ascoltare gli altri, perché i suoi argomenti preferiti sono sempre e solo sé stessa e si suoi problemi. A me non dispiace, anzi sono felice di non ricevere domande e quindi di non dover rivelare cose mie, però non posso non negare che sia davvero un mutamento di personalità enorme.

 

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Oltre a questo nuovo atteggiamento ho anche potuto notare una maggiore propensione verso l’alcol e il fumo. È sempre stata avvezza a questi vizi, ma negli scorsi mesi, proprio dopo la vaccinazione, ha aumentato a dismisura il consumo di alcol, tanto che ha terminato quasi ogni serata estiva in condizioni pietose e con la necessità di farsi accompagnare a casa da qualcuno per arrivare sana e salva. In merito al fumo, nonostante avesse sempre fumato molto, ho potuto appurare che comunque è riuscita ad aumentare ancora di più il numero di sigarette, arrivando ad accenderne e fumarne davvero una dietro l’altra senza interruzione!!

Questo repentino aumento di assunzione di alcol e fumo l’ho ritrovato in moltissime persone vaccinate. Infatti, per esempio, mi vengono in mente ora altre due mie amiche che non hanno mai bevuto alcol ne hanno mai fumato e che proprio in seguito all’inoculazione del siero magico hanno iniziato a bere e fumare.

Infine, l’ultima conseguenza della vaccinazione vissuta dalla mia amica è la paura folle che ha iniziato ad avere nei confronti dei “fantasmi”. Lei si è sempre reputata una donna di Scienza e ha sempre riso davanti alla mia paura verso gli alieni, che ho da quando sono piccola e lei lo sa, e anche davanti alle mie foto recenti scattate ad alcuni ufo a Capodanno lei mi ha deriso apertamente.

Da qualche mese ha iniziato a lamentarsi perché non riusciva a dormire, diceva che iniziava a provare una fortissima paura che appunto non le permetteva di addormentarsi perché sentiva qualcosa di negativo. Mi ha raccontato poi che le avevano raccontato che proprio vicino casa sua si narra della presenza di un fantasma che abita il Castello medievale del paese. Lei me lo ha riferito per essere rassicurata da me, perché anche se me lo stava dicendo quasi come uno scherzo io sentivo che in realtà ne era molto impaurita. Io ho ascoltato senza dire nulla perché grazie agli insegnamenti di Angel ho capito subito la gravità della cosa e ho compreso al volo che non si trattava affatto di un fantasma, ma della presenza degli alieni che dopo la vaccinazione riescono ad accedere con ancora più facilità in casa sua e in generale nella sua vita.

Ho continuato poi a chiedere varie volte aggiornamenti su questa sua situazione e sul Fantasma e lei ogni volta mi bloccava spaventata, dicendo che era meglio se non ne parlavamo. Solo di recente mi ha raccontato che ora le cose vanno meglio perché ha trovato uno stratagemma per distrarsi. In pratica adesso, quando inizia a sentire questa forte paura, comincia a vedere video porno sul cellulare per distrarsi e per scivolare serenamente nel sonno. Questo ulteriore racconto non ha fatto che accentuare ancora di più in me la convinzione che si tratti proprio di Alieni, perché come sappiamo bene grazie ai Meravigliosi libri di Angel Jeanne, questo è proprio uno dei mezzi che adottano per compiere più facilmente rapimenti durante la notte.

 

Isa

 

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Violenze in Chiesa

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La testimonianza che vorrei portare alla luce è relativa ad un’esperienza che non ho vissuto io in prima persona, ma che mi è stata riferita dal diretto interessato, che si è ritrovato in giovanissima età ad essere una delle innumerevoli vittime dello schifo della chiesa pedofila e oscura.

Questa storia mi è stata raccontata all’incirca dieci anni fa, all’epoca ero appena ventenne e la vicenda mi aveva completamente sconvolto perché ero molto ingenua e, guardandomi indietro a quel periodo, mi rendo conto che vivevo proprio in una campana di vetro, completamente ignara nei confronti di qualsiasi verità, anche le più palesi ed evidenti. Quel racconto, però, fu per me di fortissimo impatto e mi diede la grande svegliata che mi serviva per iniziare a guardare al mondo con maggiore lucidità e attenzione.

La persona protagonista di questa terribile vicenda è un ragazzo omosessuale che ho conosciuto in una serata d’agosto, ospite per un weekend a casa di amici in comune. Nonostante ci fossimo conosciuti da poche ore si è creato subito tra di noi un clima cordiale e confidenziale e lui ha iniziato a raccontarmi dei suoi problemi d’amore.

Nello specifico, ricordo che mi disse che era sfortunatissimo in amore, che non riusciva ad avere una relazione stabile né a trovare un ragazzo affidabile e serio. Mi raccontò che c’erano anche ragazzi più seri interessati a lui, ma che a lui purtroppo piaceva sempre uno stesso prototipo di uomo e che non riusciva assolutamente a discostarsi da quello. Accade a molti di avere una maggiore predisposizione verso una determinata tipologia di persona, ma in questo caso mi apparì subito tutto molto strano, in quanto dalle sue parole notavo proprio una sorta di conflitto interiore perché mentre mi descriveva questo suo tipo ideale: grasso, pelato, peloso e caratterialmente dominatore, mi sembrava anche al tempo stesso disgustato e succube. Continuò poi raccontandomi proprio della persona che stava frequentando in quel periodo e anche in questo caso non sentivo del sentimento vero, ma una sorta di soggiogamento e devozione al contempo stesso.

Purtroppo non ricordo bene tutti i particolari perché sono passati moltissimi anni e spero di non stare tralasciando nulla di importante, ma man mano che andavamo avanti nel discorso, forse anche vedendomi seriamente intenzionata ad ascoltarlo e a dare consigli, mi confessò all’improvviso di essere stato violentato da piccolo dal prete del suo paese, un piccolo paese ubicato in Puglia del quale non ricordo più il nome. Appena mi lanciò questa bomba non sapevo cosa dire, interiormente (e probabilmente anche esteriormente) ero sconvolta, perché è vero che sapevo che i preti sono dei malati pedofili, ma era più una conoscenza per sentito dire che per conoscenza diretta e consapevole, quindi mi sono ritrovata spiazzata davanti a questa testimonianza realmente agghiacciante.

Lui comunque era proprio intenzionato a sfogarsi e raccontarmi tutto, così continuò dicendomi che quell’episodio di cui a quei tempi non aveva fatto parola con nessuno, non ricordo se sia successo solo una volta o più di una volta, l’aveva lacerato dentro e l’aveva portato a sviluppare e maturare una sorta di ossessione perversa nei confronti di tutti gli uomini che somigliavano a quel prete malato e che crescendo si è andata ad accentuare sempre di più. Dopo quell’episodio, avvenuto quando lui andava alle elementari, aveva iniziato a provare una forte attrazione per gli uomini e in ogni storia successiva aveva il macabro piacere nel farsi male e provare dolore.

Quella vicenda agghiacciante ha sconvolto per sempre la sua vita e gli strascichi della sofferenza che ha subito da bambino sono ancora ben impressi dentro di lui che da adulto, oltre a sviluppare un rapporto malato con il sesso, ha votato la sua esistenza all’alcol e alla droga pur di distrarsi e non sentire i ricordi di quella violenza subita e per sempre vivida dentro di lui.

 

Isa

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Da una Setta all’altra

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Fin da piccola ho sempre avuto un rapporto molto contrastante con la Chiesa, in quanto nonostante credessi nell’esistenza di un Dio, facevo molta fatica a credere che fosse uguale a come la Chiesa lo descrive. Ho sempre avuto quella sensazione che non tutto quello che veniva raccontato era vero e anzi molte cose venivano fatte passare per positive quando invece erano esattamente il contrario. Sono cresciuta in una famiglia un po’ particolare, in quanto a differenza di altre famiglie dove solitamente tutti i componenti seguono più o meno lo stesso credo, nella mia c’è sempre stata una sorta di libertà di pensiero in fatto di credenze in quanto ognuno dei componenti seguiva linee differenti di credo. Mio padre si è sempre definito agnostico, sebbene crede nell’esistenza di Dio ma non segue alcun tipo di religione. Lui non ha mai sopportato la Chiesa questo a causa del fatto che mio nonno aveva cercato di obbligarlo a diventare prete quando era giovane, e per questo motivo aveva avuto modo di vivere un periodo chiuso in Seminari contro il suo volere. Non ha mai voluto descrivermi i dettagli di cosa ha vissuto lì, ma mi ha sempre detto che non era l’ambiente che faceva per lui in quanto c’erano delle norme molto rigide da seguire e spesso i preti facevano parecchie pressioni psicologiche e non solo, ai ragazzi che decidevano di percorrere questa strada. Fatto sta che mio padre non ha vissuto per niente bene quei pochi anni e a causa di questo ha cambiato radicalmente la sua idea che aveva della Chiesa, idea che nell’infanzia gli era stata inculcata in modo apparentemente positivo dai suoi genitori molto Cattolici e praticanti e che lo portavano spesso a messa o in Chiesa, ma che nei fatti poi si è rivelato negativo. Dopo questa esperienza decise di non credere più alla Chiesa ed è anche grazie a lui se ho avuto modo di scampare a tutti i “sacramenti” previsti dalla Chiesa, come la cresima e la comunione. Mia mamma invece inizialmente era anche lei molto Cattolica, questo perché i suoi genitori e in particolare mia nonna erano molto credenti e frequentatori della chiesa, ma anche lei a un certo punto della sua vita mi disse che sentiva che c’era qualcosa di sbagliato, non si sentiva compresa e quindi decise di fare una delle peggiori scelte che poteva fare, a differenza di mio padre mia mamma decise di entrare nei Testimoni di Geova, passando da una setta ad un’altra.

Questo però per me risultò essere comunque qualcosa di positivo, in quanto avendo due genitori che credevano in qualcosa di opposto, mi permise di passare indenne la mia vita lontana dalla Chiesa e dai suoi rituali. Infatti proprio perché mia mamma era dei testimoni di Geova non potevo andare in Chiesa a messa o a seguire altre funzioni, così come non mi ha mai voluto far fare la Cresima o la Comunione perché contrari con il suo credo. E secondo loro sarebbe dovuta essere una mia scelta persona da fare quando sarei diventata adulta, sebbene più volte mia madre tentò comunque di farmi entrare nella setta dei testimoni di Geova. Comunque, anche a scuola ero una delle poche fortunate che non seguendo l’ora di Religione, ho scampato in parte alla manipolazione mentale che fanno per insegnarti fin da subito i dettami della Chiesa.

Infine avevo mia nonna materna che invece era molto credente e non era per niente d’accordo con le scelte fatte da mio padre e da mia madre e pertanto quando poteva cercava lei di insegnarmi qualcosa, parlandomi dei 10 comandamenti, o della Bibbia, cercando di insegnarmi le sue preghiere e via dicendo, ma io ho sempre avuto una specie di repulsione perché appunto era come se mi raccontasse qualcosa che gli era stato insegnato così e che doveva ripetere a mo’ di poesia imparata a memoria. Inoltre c’è anche da dire che spesso capitava che mi raccontasse un po’ delle sue esperienze vissute con l’ambiente religioso quando era piccola e questo non mi faceva pensare affatto bene alla chiesa. Lei purtroppo non ha avuto una vita facile, in quanto quando era piccola si è ritrovata a vivere sotto il periodo della seconda guerra mondiale e per questo motivo sua madre, essendo sola e con pochi soldi, ha dovuto metterla in collegio con le suore fino all’età di 18 anni. Mi ha raccontato diversi episodi che ci tengo molto a riportare. Uno di questi gli è capitato quando aveva 8 anni e gli è rimasto molto impresso sia per la paura provata ma anche per il dolore ricevuto. Mi raccontò che in collegio c’erano degli orari ben precisi da rispettare, e chi non li seguiva veniva punito severamente. Venivano vestite tutte con gli stessi abiti, un grembiule bianco, e la stessa pettinatura, se avevi i capelli corti dovevi portarli a caschetto, se avevi i capelli lunghi dovevi legarli in due trecce laterali. Non potevi tenerli sciolti o metterci fiocchetti o altro, altrimenti le suore ti punivano e ti picchiavano.

 

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Avevano l’obbligo appena alzati di andare tutti nella cappella a seguire la messa e fare la prima preghiera mattutina con le varie suore, poi dovevano andare a scuola e seguire le lezioni, che non erano solo quelle classiche di letteratura, geografia, matematica ecc, ma c’erano anche molte ore di religione, dopo gli aspettava anche vari lavori domestici come pulire le classi, o il dormitorio e via dicendo. Le ragazze più grandi dovevano aiutare a badare le bimbe più piccole facendole da babysitter. Avevano le attività pomeridiane dove gli insegnavano a cucinare, a rammendare, a cucire e a creare oggetti che poi le suore vendevano per “beneficenza” e infine prima di andare a dormire dovevano tornare nella cappella a seguire la messa della sera e quindi le preghiere varie.

Una mattina capitò che insieme alle sue compagne di dormitorio, tra cui la sua amica, si erano messe in fila per andare a messa come ogni giorno. Solitamente facevano la fila perché le suore dovevano controllare che ci fossero tutte, durante questa specie di appello non si doveva parlare, capitò che invece questa sua amica gli chiese qualcosa e mia nonna rispose. La suora che era li vicino le sentì e per farla tacere la colpì in testa con una grossa campana di ferro che teneva in mano, erano quelle campane che si suonavano per dare l’avviso di inizio della lezione o per richiamarle in fila e spesso erano fatte di ferro, causandogli un taglio molto profondo tanto che lei provò un fortissimo dolore ed ebbe davvero paura di morire, perché aveva iniziato a sanguinare copiosamente. La sua amica si spaventò molto ma la suora come se niente fosse gli disse che così doveva imparare a tacere, poi la portò in infermeria per medicargli la ferita come se nulla fosse. Da quel giorno mia nonna mi disse che stava molto attenta a non parlare di fronte alle suore per paura di essere nuovamente picchiata. Questi erano episodi che capitavano spesso, quando non si faceva quello che dicevano le suore si veniva messi in punizioni e a seconda della gravità della cosa, sempre a discrezione delle suore, la punizione era più o meno cruenta. Per esempio potevano bacchettarti le mani con le stecche di legno, oppure se secondo loro davi problemi in classe ti mettevano per tutta la durata della lezione in ginocchio sui ceci fino a fartele sanguinare. A un’altra ragazza solo perché aveva pulito male il dormitorio una suora l’ha picchiata sulla schiena con il manico della scopa, che era di legno molto duro e resistente, fino a creargli degli ematomi molto vistosi e lasciandola dolorante per giorni. Mi disse che tendevano a non picchiare mai in faccia, perché così quando capitava la visita con i genitori, una volta ogni due settimane circa, i genitori non si accorgevano di niente.

La cosa che mi lasciava basita ogni volta che mia nonna raccontava queste cose era come lei stesse soffrendo di questi ricordi ma allo stesso tempo era come se inconsciamente li giustificasse, perché gli era stato insegnato appunto che bisognava ubbidire e quindi se non lo facevi era giusto che tu venissi punita. Questo fa capire veramente tanto il livello di manipolazione e abuso di questa setta chiamata Chiesa.

Ma purtroppo non esiste solo questa setta, infatti mia mamma da adulta, nonostante mia nonna fin da piccola la facesse andare a messa e in chiesa e via dicendo, decise di allontanarsi dalla Chiesa per entrare a fare parte un’altra setta molto pericolosa, i Testimoni di Geova. Fece pure il battesimo dei Testimoni.

Questi hanno un modo di agire completamente diverso dalla Chiesa ma comunque sia sempre di setta si tratta. Mi ricordo mia madre anche qui doveva seguire alcune regole, la prima di tutte era che ogni festività non veniva festeggiata, Pasqua, Natale, ogni compleanno, niente di tutto ciò veniva festeggiato perché per i testimoni di Geova non bisognava festeggiare queste feste considerate pagane e che violavano il comandamento di non idolatrare falsi dei. Anche loro seguono la bibbia come per la Chiesa, ma Dio lo chiamano Geova e il loro approccio è più quello di una scuola vera e propria. Infatti ricordavo mia mamma che ogni volta che andava a una seduta presso la Sala del Regno, così chiamano gli incontri che fanno e il luogo in cui si svolgono, si vestiva sempre in un certo modo, con una camicia chiara e una gonna lunga fin sotto le ginocchia, perché alle donne non era permesso portare i pantaloni, e portava con se una borsa come quella da scuola con la bibbia e un quaderno per gli appunti. Prima di ogni seduta doveva prepararsi e studiare i capitoli della Bibbia che gli davano da leggere. Esattamente come si faceva in una scuola normale.

 

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Inoltre ai testimoni di Geova non era permesso essere sposati con chi non faceva parte dei testimoni o avere a che fare con gente che non era parte di questa setta. Infatti mia mamma ha avuto un periodo in cui litigava spesso con mio padre, perché gli anziani, cioè coloro che fanno parte dei testimoni di Geova da più tempo e che quindi dirigono solitamente le sedute e le congreghe, gli facevano pressione affinché convincesse mio padre a entrarne a fare parte altrimenti secondo loro doveva divorziare e la stessa cosa riguardava anche i suoi figli e quindi anche me. Infatti più di una volta ha cercato di convincermi a seguirla in una delle sue sedute. A me non interessava per niente, ma una sera mi ci trascinò comunque dicendomi “come fa a dire che non ti interessa se non sai neanche in cosa consiste?”. Quindi una sera mi vestì tutta elegante con un bel vestitino di velluto e mi portò a questa riunione. La sala dove loro “pregano” è molto diversa rispetto a una chiesa, sembra più una sala conferenze. Ci sono le sedie e un palco con un leggio dove solitamente va l’anziano di turno a leggere la Bibbia e poi a interrogare le persone che lo seguono. Non ci sono foto, statue o ninnoli che richiamano Dio, Gesù, i Santi e via dicendo perché appunto avere questo tipo di icone significa idolatrare un falso dio. Quindi hanno solo una scritta, almeno da quello che mi ricordo (io ho avuto modo di vedere una di queste sale quando ero piccola avevo circa 8 anni) che diceva una cosa tipo “Rifugiamoci nel nome di Geova”. Insomma la prima volta che la vidi mi diede parecchi brividi lungo la schiena. Mi ricordo che mia mamma mi presentò a uno degli anziani, era un vecchio vestito tutto elegante che non mi piacque per niente, con la moglie a fianco. Mi ricordo che mi squadrò dall’alto in basso e sorridendo disse “ma che bella bambina! Hai fatto bene a portarla qui così può avvicinarsi anche lei a Geova.” Mia madre era felice di presentarmi a tutti, io invece mi ricordo pensavo che volevo solo andarmene, perché non mi piacevano tutti questi vecchi, definiti anziani e non solo perché erano da tanto tempo li ma anche perché erano molto vecchi di età, che ti sorridevano ma ti guardavano in modo strano, facendoti poi apprezzamenti inopportuni su come eri vestita, che bei capelli lunghi che hai e via dicendo. All’epoca sapevo solo che non mi era piaciuto quell’ambiente, ripensando a quell’esperienza e vedendola con gli occhi di un adulto e una mentalità più matura, mi sono poi resa conto che quelli avevano davvero uno sguardo da pedofili e la cosa preoccupante è che non ero l’unica bambina presente, ma molte persone, molte famiglie ci portano i figli e li fanno entrare.

Comunque tornando a quel giorno, mi ricordo che poi mia mamma mi fece sedere per seguire la seduta. Fu una noia mortale, in una prima parte l’anziano leggeva pezzi della Bibbia e poi li commentava con la sua interpretazione ovviamente, poi nella seconda parte dell’incontro iniziava a fare domande alle persone presenti. Domande a mo’ di interrogazione da scuola, sulla comprensione del capitolo della Bibbia che aveva dato da leggere. Chi rispondeva bene veniva elogiato, chi sbagliava diceva che doveva tornare a studiarci meglio sopra perché non ha compreso davvero la parola di Geova. Per me era una situazione assurda perché non capivo il motivo per la quale queste persone adulte e tante anziane dovevano perdere tempo a imparare un libro a memoria.

Finito l’incontro mentre tornavamo a casa, mia mamma mi chiese se mi era piaciuto e io ovviamente gli dissi di no, che era stato molto noioso, non mi piaceva l’ambiente e soprattutto il vecchio anziano. E lei mi disse che quello era uno dei più venerabili perché non so quante sale del regno avesse aperto.

Fatto sta che io ho insistito con mia mamma di lasciarmi stare perché non avrei mai rimesso piede in un posto del genere e così infatti ho fatto.

Ma purtroppo non finisce qui, perché nonostante avessi condiviso con mia mamma quello che pensavo a riguardo e anche mio padre cercava di fargli capire che non era normale che un gruppo di persone obbligasse tutti noi della famiglia a farne parte altrimenti avrebbe dovuto divorziare e allontanarsi da noi, lei continua a seguirli lo stesso perché credeva in ciò che dicevano. La cosa brutta è che i testimoni di Geova comunque non solo cercano di manipolarti con questi incontri, ma richiedono anche un pagamento in denaro, che fanno passare per donazioni ma che poi donazioni non sono in quanto sono dei veri e propri contratti dove tu se accetti, fanno in modo che tutta la tua eredità passi a loro. Mia mamma non ha mai firmato nulla di ciò perché mio padre si è sempre opposto in maniera molto decisa e devo dire meno male, ma tutti i coinvolti nella setta firmano quel contratto per lasciare le proprie eredità alla setta dei Testimoni di Geova anziché ai propri figli!

 

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Qualche anno dopo anche mia mamma finalmente si è resa conto di chi erano davvero i Testimoni di Geova, infatti lei lavorava in un bar pasticceria e capitava spesso che facesse delle confezioni regalo con cioccolatini e gioielli vari che le venivano portati dai fornitori da vendere. Mi ricordo una volta ero in negozio con lei e aveva appena esposto diverse confezioni regalo con dei gioielli molto belli, stile celtici; come quelli che si possono trovare in vendita in qualsiasi bar, tabaccheria, farmacia, gioielli semplici e carini che attirano clientela. Poco dopo entrarono due signori anziani che erano dei Testimoni di Geova, in quel periodo tra l’altro venivano spesso a trovarla in negozio per sapere come andava, se stava lavorando o meno. Ovviamente ogni persona che fa parte dei Testimoni di Geova è super controllata perché loro vogliono sapere quanto guadagni per sapere quanti soldi possono rubarti, così passavano in negozio di mia madre a controllare se stesse guadagnando. Dopo aver visto i gioielli esposti, iniziarono a urlarle contro dicendole che aveva appena esposto in vetrina dei simboli satanici e che era contro il suo credo esporre ninnoli che possono richiamare altre religioni e quindi idolatrare un falso Dio. Mia mamma gli spiegò che non era niente di tutto ciò ma erano semplici gioielli da vendere e che quello era il suo lavoro, non li aveva scelti lei, semplicemente quelli erano i gioielli che le aveva portato il fornitore del negozio. Loro hanno continuato ad aggredirla verbalmente arrivando anche a minacciarla di farle chiudere il negozio (come una vera e propria mafia) e ovviamente la minacciarono che se continuava così avrebbero anche deciso di cacciarla dai Testimoni di Geova. Io che guardavo la scena da fuori vedevo quanto questi erano cattivi, avevano proprio cambiato atteggiamento e avevo paura che diventassero violenti verso mia madre. Per fortuna questo atteggiamento svegliò mia madre che li cacciò via dal negozio, minacciando che se li rivedeva passare davanti avrebbe chiamato la polizia e li avrebbe denunciati. Da lì decise di uscire dai testimoni di Geova. Non fu semplice però, perché per mesi i testimoni di Geova inviavano persone a infastidire mia madre nel suo negozio, “in casa propria”. In continuazione venivano altri testimoni che lei conosceva, che sino ad allora considerava amiche, a cercare di fargli cambiare idea con insistenza, ma per fortuna lei rimase salda nella sua decisione. Questo però portò comunque a una rottura all’interno della famiglia, in quanto scoprii solo molti anni dopo che dei testimoni di Geova facevano parte anche due mie zie che non frequentavo molto. Ne venni a conoscenza proprio perché un giorno ci vennero a trovare per parlare con mia mamma per convincerla a tornare, perché appunto gli anziani le avevano chiamate per farsi aiutare. Inutile dire che finì tutto in discussione e da allora si sono completamente rotti i rapporti con queste due zie. Meglio così perché loro non hanno fatto una bella fine, in quanto entrambe si sono ritrovate in bancarotta con la casa ipotecata in quanto avevano firmato quel bel contrattino che permetteva ai Testimoni di Geova di prendere in eredità i loro averi se non pagavano. E così hanno fatto, nel momento in cui le mie zie non riuscivano a pagare, i Testimoni di Geova gli hanno preso la casa lasciandole sul lastrico. Ecco cosa succede ad entrare nella setta dei Testimoni di Geova.

 

Queste sono solo alcune delle testimonianze che ho avuto modo di vivere in prima persona o che sono capitate a persone a me molto vicine. Vedendo tutto ciò è anche per questo che ho sempre cercato di stare molto lontana da questo tipo di sette, perché sono in grado di entrare nella tua vita, nella tua mente e rovinartela completamente. E come per ogni setta, una volta entrati si fa davvero fatica ad uscirne indenni, perché loro non ti permettono di uscirne.

 

Valentina

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Fede o tradizione

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Con la religione non mi sono mai trovata a mio agio. Anche la mia infanzia è stata segnata dal cattolicesimo, ma vivendo in un paesino dove la religione era molto presente (e pressante) ho vissuto una serie di esperienze che mi hanno portata ad allontanarmi sempre di più da essa.

Iniziamo dal principio, dalla mia infanzia: quando ero piccola ho fatto l’asilo e la scuola dell’infanzia dalle suore e molti ricordi di quel periodo non sono positivi. Questa scuola si occupava di tenere i bambini dalla mattina fino al pomeriggio, intorno alle 16, quindi pranzavamo anche lì. Essendo che ci gestivano le suore, ovviamente la religione era molto presente durante le giornate! Ad esempio ci facevano fare le preghiere, soprattutto prima di mangiare a pranzo, quando c’era il mese della Madonna (ossia maggio, che poi sarebbe il mese della Maddalena ma la chiesa ha inventato tutto!) mettevano questa statua gigantesca della madonna e ci facevano fare il rosario… a dei bambini!! Il rosario è qualcosa di atroce, ricordo che non lo sopportavo proprio perché era qualcosa di estremamente noioso e che sembrava non finire mai! Oltre per la cantilena che non era per niente bella da ascoltare. Per non parlare ovviamente delle recite a fine anno, sempre a tema religioso!! Insomma, seppur ci fossero anche delle maestre che non erano suore, l’istituto era gestito da esse quindi il cattolicesimo era imposto in ogni giornata.

Uno dei ricordi più brutti però è quello che succedeva subito dopo pranzo: dopo aver mangiato, prima di rientrare nelle nostre aule a fare le nostre attività, ci obbligavano a stare seduti su delle panchine poste lungo il perimetro della sala principale, dell’ingresso della scuola d’infanzia. C’era in particolare questa suora, odiata da tutti proprio perché era nota per la sua cattiveria, che obbligava i bambini a stare seduti su queste panchine… letteralmente a fare niente. Facevamo solo dei stupidi giochi con le mani che dovevamo imitare da questa suora, ma non avevamo il permesso di fare nient’altro: non potevi fiatare, non potevi parlare, non potevi neanche andare in bagno! E non lo dico per dire, era realmente così. Infatti se un bambino chiedeva di andare in bagno la suora si arrabbiava molto e metteva in punizione il bambino. Per me questo momento durava una eternità, mi faceva salire l’ansia perché speravo di non finire in punizione anche io. La cosa più umiliante era appunto la punizione: eri obbligato ad andare al centro di questa sala e stare fermo, con le mani dietro alla schiena, a fissare l’orologio a pendolo mentre tutti gli altri bambini ti fissavano. Può sembrare una sciocchezza, ma per un bambino piccolo essere guardato da tutti gli altri mentre andavi solo al centro della stanza a fissare un orologio era molto traumatico e umiliante. Infatti nonostante io da piccola fossi stata sempre una bambina abbastanza tranquilla (non combinavo marachelle, ero sempre molto pacata e anche tremendamente timida) sono stata messa lo stesso in punizione. Questo perché la soglia di tolleranza della suora era pari a zero, quindi bastava niente che lei si arrabbiasse! Ricordo che quella volta un bambino combinò qualcosa, non ricordo bene cosa (ma considerando la pazzia di quella donna è abbastanza probabile che fosse una sciocchezza, d’altronde eravamo bambini!) e la colpa ricadde su di me, così mi mise in punizione. Mi ricordo che mi veniva da piangere perché stavo spiegando alla suora che non avevo fatto nulla, ma lei ovviamente non ascoltava. Quando poi ha capito che realmente non avevo combinato nulla, mi fece sedere e chiamò un altro bambino che secondo lei era il colpevole di non aver fatto non so bene ancora cosa. Questa è l’esperienza più traumatica che ricordo, ma in realtà ne sono successe molte altre che non ricordavo! Infatti una volta, finita la giornata lì, mi venne a prendere mio fratello (anche lui ha fatto l’asilo con queste suore) e quando venne c’era sempre questa suora pazza che mi stava urlando contro, mi urlava “e non lo fare mai più!!”. Al che mio fratello, conoscendo molto bene l’indole demoniaca della suora, si è avvicinato e ha chiesto che cosa avessi fatto. La suora borbottò qualcosa di insensato e se ne andò… lei semplicemente se la prendeva con i bambini senza un reale motivo! Un’altra cosa che davvero non sopportavo di quella pazza è che quando incontrava i genitori dei bambini si fingeva dolce e tranquilla, diventava un’altra persona!

 

 

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Questa cosa mi mandava in bestia già da bambina! Io ovviamente ho sempre raccontato ciò che succedeva, ma molte volte queste esperienze vengono sottovalutate dagli adulti.

Ma c’erano anche altre suore che non avevano la testa a posto… in particolare una, che io ricordavo abbastanza gentile nei miei confronti, ho scoperto poi da altre persone che picchiava altri bambini, e anche forte. Tutto questo l’ho scoperto confrontandomi con altri ragazzi che da piccoli sono stati in quell’istituto e abbiamo avuto tutti le stesse esperienze traumatiche!

Dopo queste fantastiche esperienze con le suore, anche io ho dovuto seguire il catechismo perché obbligata dalla famiglia. Questo perché soprattutto nei paesini la religione è una questione non tanto di fede ma di tradizione, e se tu non partecipi come tutti gli altri a quei riti inutili chiamati “battesimo” oppure “comunione”, allora sei un figlio del demonio! Al catechismo ci andavo sempre controvoglia, davvero non ne capivo il senso. Allo stesso tempo i catechisti insistevano affinché andassimo tutte le domeniche a messa (e qui già iniziavo a chiedermi… sì vabbè, ci vanno i bambini ma i genitori no? Perché gli adulti non vanno mai in chiesa? E perché anche se non ci vanno noi dobbiamo per forza andare al catechismo e fare tutte queste cose?”). Ricordo che ad esempio che c’era la nonna di una mia amica che insisteva affinché lei andasse a messa, infatti dopo quando la incontrava le chiedeva cosa avesse detto il prete, quasi fosse una interrogazione per verificare se fosse andata a messa realmente oppure no. Stiamo parlando però dello stesso prete che si diceva che ci avesse provato con donne che stavano per sposarsi, lo stesso prete che si diceva ci abbia provato con un’altra donna che per la vergogna si è suicidata. Lo stesso che purtroppo ha fatto la comunione a me e a tanti altri bambini che avevano la mia stessa età.

Ma questa signora non è di certo l’unica vecchia pazza che si comporta in questo modo: una coppia di genitori che aveva scelto di non battezzare il proprio figlio hanno deciso di farlo quando il bambino ha chiesto di essere battezzato… ma il motivo per il quale lo ha chiesto è perché la nonna ha insistito molto, dicendo addirittura che non avrebbe rivolto la parola al nipote se non si fosse battezzato. Qui non stiamo parlando più di fede, ma di fanatismo! Una famiglia non può rovinarsi per queste sciocchezze, la religione NON può rovinare un legame di sangue! Ma d’altronde ho potuto sperimentare anche io di persona come la chiesa riesca a rovinare le famiglie.

Ho continuato ad andare al catechismo fino a quando sono arrivata al periodo della cresima. Qui ho deciso totalmente di tagliare i ponti con la religione, infatti ho deciso di non cresimarmi perché non ne sentivo l’esigenza. Ricordo che mio fratello mi diceva che se almeno l’avessi fatta avrei potuto ricevere dei regali… ma a me non importava avere dei regali, io non volevo più frequentare la Chiesa in nessun modo! Crescendo mi sono accorta di tutte quelle ipocrisie di chi appunto frequenta questo ambiente: chi va a messa prima di tutto non ascolta davvero ciò che dice il prete, ma ripete a pappagallo delle frasi senza neanche capirne il significato. Lo fa perché lo fanno tutti, non perché crede davvero in ciò che dice! E se le persone che vanno a messa non sono in realtà credenti, che senso ha andarci? Che senso ha fingersi di essere persone caste e pure se poi quando torni a casa sei una persona violenta, instabile e per niente normale? È per questo motivo che ho deciso di essere coerente con me stessa: dato che non credo alla versione del dio barbuto e spione che giudica noi peccatori, perché devo cresimarmi?

Ovviamente nella mia famiglia non hanno preso per niente bene questa decisione! Mio padre si arrabbiò molto con me, perché in questo modo gli stavo facendo fare una figuraccia. Tutti iniziarono a dirmi che avrei dovuto cresimarmi e insistevano, se non in quell’anno avrei dovuto farlo l’anno successivo!! E perché, per caso sarei stata una persona diversa da non cresimata? Avrei avuto qualcosa in meno rispetto a quella che sono sempre stata? No, perché è questa la verità: partecipare a questi riti non ti rende una persona migliore e speciale, d’altronde i miei stessi familiari non sono mai state persone bellissime pur essendo tutti battezzati.

 

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Ho deciso di non cedere e non cresimarmi lo stesso, al contrario di tutti i miei coetanei. Per qualche anno i miei familiari continuavano a dirmi che avrei dovuto farlo, ma poi fortunatamente hanno rinunciato e hanno smesso. Ho capito che chi è profondamente credente è anche una persona altamente instabile, che finge di essere aperto mentalmente ma in realtà odia chi la pensa diversamente. Me ne sono resa conto ancora di più con delle esperienze con due delle mie professoresse di religione: nel periodo in cui decisi di non cresimarmi, visto che nessuno in casa capiva questa scelta, decisi di parlarne con la professoressa di religione pensando ingenuamente che, essendo una adulta, avrebbe capito il mio punto di vista e ci saremmo confrontate. Così un giorno andai da lei e le dissi che avevo deciso di smettere di credere nel Dio del cattolicesimo. Lei rimase un po’ perplessa e iniziammo a parlare… ad un certo punto lei mi chiese: “Ma tu cosa credi ci sia dopo la morte?” e io risposi che secondo me in qualche modo la vita continuava, non finiva tutto con la morte, e lei replicò “Allora vedi che credi nella resurrezione??? Lo vedi che in realtà credi in Dio????” come a convincermi che in realtà ero credente anche se non volevo esserlo!! Così ho capito che ovviamente non avrei ottenuto un dialogo serio e ho lasciato perdere. Un’altra volta invece un’altra prof di religione ci disse che aveva saputo di una coppia di genitori che avevano scelto di non battezzare il proprio figlio visto che non erano cattolici, e che avrebbe scelto lui se farlo o meno quando sarà stato grande. Al che a me sembrò un’idea molto sensata e giusta! Perché obbligare un bambino a battezzarsi se neanche ha la consapevolezza di quello che sta facendo? Stavo per dire la mia opinione quando la professoressa iniziò ad arrabbiarsi dicendo che questi genitori erano persone molto cattive perché stavano togliendo al loro figlio la possibilità di far parte della comunità cristiana!! E con ciò? Che cosa sarebbe cambiato?!

Ha dell’assurdo difendere ancora questa setta chiamata Chiesa, perché ognuno di noi ha avuto in qualche modo esperienze negative con essa… allora perché fingere ancora che ci sia del buono? Perché continuare ad andare a messa, fingersi di essere persone “per bene”, perché continuare a difendere preti pedofili e meschini nonostante tutto? Perché sia chiaro, nonostante da me quasi tutti sappiano quanto i preti siano attaccati ai soldi c’è chi ancora vuole far finta di niente: non è normale che un prete pretenda cifre esorbitanti per dire una messa in ricordo di una persona defunta, che addirittura decide di cambiare l’orario della messa senza avvisare i parenti e ha la faccia tosta di arrabbiarsi molto quando quest’ultimi vengono a chiedere spiegazioni di questo cambiamento, non è normale che un prete decida di battezzare il figlio di una coppia di genitori non sposati soltanto dopo aver visto un borsellino aperto e bello pieno, non è normale che un prete pretenda dei soldi dopo aver “benedetto” la casa e non è normale che chieda soldi per i seminaristi… le stesse persone che quando predicano dicono che è sbagliato essere attaccati alle cose materiali, che per essere felici bisogna essere poveri.

Bene, visto che bisogna imparare ad essere felici senza avere un soldo in tasca direi che potrebbe iniziare la stessa Chiesa a donare a chi ne ha più bisogno, senza bisogno di pregare perché quello non cambia niente purtroppo: per aiutare chi ne ha bisogno bisogna donare, e farlo sul serio. Ma dovrebbe farlo prima di tutto chi ha un patrimonio gigantesco e tenta ogni giorno di nasconderlo, come fa la Chiesa su questa terra da millenni.

 

Tiziana

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Testimoni di geova niente sesso, perversioni

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Amichetto testimone di Geova alle elementari

La casa dove sono cresciuta si trova nel mezzo di un grande quartiere abitato principalmente da testimoni di geova. Alle elementari con me venne il figlio di uno di loro, con cui legai molto perché essendo della stessa zona prendevamo lo stesso pulmino. Ero affascinata da lui perché già a 6 anni dimostrava di essere un genietto, era intelligentissimo, a scuola si annoiava perché diceva che insegnavano cose per stupidi e tutti i giorni riusciva a creare mille costruzioni fantastiche con la carta, ho imparato più da lui che dalle maestre e mi aveva confidato che da grande voleva diventare un costruttore di automobili, ma era molto strano che queste costruzioni poteva farle solo a scuola, a casa non gli era permesso dai genitori. Mi chiedevo cosa ci fosse di male giocare con la carta, forbici e colla, eppure non poteva farlo. Ero molto curiosa anche del suo modo diverso di comportarsi, di reagire davanti alle cose, ma anche proprio di vedere il mondo. Gli chiedevo se credeva in Gesù, cosa ci fosse di diverso tra il nostro Dio e il loro, perché ce ne fossero due e quale fosse quello vero, e lui mi rispondeva sinceramente perché era piccolo, mentre se queste domande le fai agli adulti testimoni non vogliono risponderti o fanno mille giri di parole. Mi disse che loro credono in Gesù, ma che credono solo ad una parte della Bibbia, del vecchio testamento, e che Dio è lo stesso ma preferiscono chiamarlo con un altro nome perchè in quello loro ci sono delle differenze. Aveva una vita molto diversa dagli altri bambini, non poteva partecipare a giochi organizzati, soprattutto le feste di compleanno che erano particolarmente vietate rispetto al resto. Non poteva neanche fare sport e frequentare davvero pochissimo gli altri bambini della sua età che non fossero testimoni di geova. Io volevo giocare molto con questo bambino e allora chiesi ai miei genitori di voler andare a casa sua perché mi raccontava anche di avere una casa sull’albero che dovevo vedere, ma mi dicevano sempre di no e non capivo il motivo, era a due passi da casa mia. Alla fine decisero di farmici andare, e la sua famiglia accettò solamente perché siamo parenti alla lontana, altrimenti non mi era permesso. Andai da lui proprio il giorno del suo compleanno e mia madre mi disse che non dovevo fargli gli auguri, altrimenti si sarebbero infastiditi. Ad una certa ora arrivò sua nonna che mi disse: “Sai, oggi è il compleanno di bambino, ma noi non lo festeggiamo, quindi non gli devi fare gli auguri!Per noi è come un giorno normale, come un altro. ” Ci rimasi molto male per tutta quella pressione, come se ci fosse un divieto assoluto e che questi auguri non dovevano scappare nemmeno per sbaglio. Quel giorno poteva essere una giornata bellissima per quel bambino, piena di regali, poteva stare con tutti gli amici, la famiglia e i parenti giocando e divertendosi, invece gli era negato e lo sentivo che un po’ lo rattristiva. Passava molto tempo da solo perchè poi aveva sorelle già molto più grandi di lui. Dopo quella volta non mi hanno fatto andare più a trovarlo. Come siamo cresciuti ci siamo allontanati, soprattutto a causa delle maestre che ci avevano divisi continuamente tra maschi e femmine, creando un grosso stacco al punto da nemmeno parlare più fra i due sessi anche se eravamo nella stessa stanza. Però sapevo bene che il suo sogno di diventare costruttore e designer di macchine cresceva sempre di più, aveva anche scelto la scuola per diventarlo e già pubblicava progetti senza nemmeno aver iniziato a studiarlo. Poi ho saputo da poco tramite mia madre (ora lui ha 25 anni) che si sta per sposare con una ragazza testimone di geova anche lei e che entrerà a lavorare nell’azienda dei suoi genitori di aspirapolveri e non ha nemmeno iniziato l’università perché i genitori hanno deciso così. Già nella società in generale i genitori tendono a imporre ai figli il futuro che loro vogliono senza contare i desideri dei propri figli, nel caso dei testimoni è anche peggio, avviene sempre con tutto. Quando l’ho saputo mi si è stretto il cuore, quel ragazzo ha avuto la sfortuna di nascere in una setta che decide chi devi frequentare, quando, cosa puoi e non puoi fare/dire, se fare sport, chi sposare e dove lavorare. Non si ha la minima possibilità di scegliere per sè stessi, si è proprietà della comunità.

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Se non ti converti alla setta non puoi frequentarli

Il cugino di mio padre viene da una famiglia cattolica e si è convertito in testimone di geova da giovanissimo per sposare una ragazza di cui era innamorato. Questa ragazza rimase orfana quando aveva circa 3-4 anni, e fu adottata dalla datrice di lavoro di sua madre, una donna testimone di geova, che la crebbe con quella visione del mondo e con quelle regole, quindi per lei fu del tutto normale. Solo quando questa signora è morta qualche anno fa, sua figlia adottiva ha potuto un po’ confessare che veniva riempita di botte per ogni minima cosa provasse a fare, anche di normale, come voler uscire con le amiche e altre normali azioni. Quando si fidanzò con il cugino di mio padre, gli disse che però potevano sposarsi solamente se lui si fosse convertito, e lui per non perdere la sua amata entrò a far parte della setta. Era molto giovane anche lui quindi quella realtà gli fu inculcata totalmente nella testa e gli fecero il lavaggio del cervello. Si allontanò dalla sua famiglia considerando importante solo quella della moglie, e più passarono gli anni, più questa coppia diventò strana a causa di tutte le regole e i divieti, fino a essere visti dei pazzi agli occhi di tutti quelli fuori dalla setta. Hanno idee tutte loro, ogni settimana vanno all’adunanza che non devono saltare per nessuna ragione al mondo. Hanno l’obbligo di frequentare poco i non testimoni, quindi rifiutano spesso le chiamate e gli inviti anche di mio padre nonostante sia un parente. Sono molto schivi, riservati invece loro fanno mille domande; quando una volta si sono concessi di venire a mangiare a casa mia, mi hanno fatto l’interrogatorio, a cui ho cercato di rispondere il più possibile vago. Nonostante conoscono i miei genitori da anni e sanno cosa ne pensano della loro “religione” e che non vogliono assolutamente entrare a farne parte, ogni tanto, soprattutto la moglie prova e riprova a convertirli con telefonate e nel periodo della quarantena con letterine smielate spedite nonostante fossero a 200 metri. Anni prima provavano anche ogni domenica a venire con la loro valigetta, ma poi i miei genitori si arrabbiarono e non venirono più. Sembrano insensibili, vuoti, parlano solo della loro setta, non hanno passioni personali, la loro vita gira esclusivamente intorno alle adunanze e alle missioni settimanali di suonate di campanelli e appostamenti per cercare nuove persone da convertire. Per invogliarli a farlo gli viene promesso che dopo la morte, Geova li premierà a seconda di quanti adepti avranno convertito. Questa coppia ha avuto tre figli, e hanno deciso che il più grande dovesse sposarsi con la figlia di una loro amicizia testimone. Questa figlia era particolarmente contraria, e dopo il matrimonio fu costretta anche a fare un figlio con suo marito. Quando la figlia aveva 2 anni, lei non ce la fece più e scappò via di casa con una donna perché era anche omosessuale, ed era stata costretta ad avere rapporti con un uomo e anche sconosciuto, oltre che avere una figlia che non voleva. La bambina ora viene badata maggiormente dai genitori del marito, perché quel ragazzo non è capace di vivere per se stesso visto che è stato cresciuto solo in una bolla di vetro, figuriamoci crescere una bambina. Tutto il paese parlava di lei, su quanto fu cattiva ad abbandonare sua figlia che poi è anche autistica. Si vergognavano anche di dire alle persone che lo fosse, e davano alla colpa a sua madre se fosse cresciuta in quel modo a causa dell’abbandono, quando poi ci è nata e la malattia le è stata riconosciuta dai medici. Invece poi scoprimmo anche che lei vorrebbe vederla e avere rapporti con sua figlia, ma i suoi genitori hanno deciso che non può, ovviamente è stata anche cacciata dalla setta perché omosessuale e perché ha divorziato.

 

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Traumi mentali a causa della setta testimone di Geova

Quando andavo al liceo feci amicizia con una mia compagna testimone di geova. La mia curiosità è sempre tanta e la tempestai di domande visto che lei era più propensa a parlare della sua “religione”. Siccome era di un’altra città, lei faceva parte di un’altra comunità di testimoni rispetto a quelli della mia città, ed ebbi modo di scoprire che ogni comunità ha le sue regole e credi diversi. Alcune comunità sono più “severe” quando c’è da punire, altre meno. La sua famiglia era cattolica, solo sua nonna era testimone di geova e fin da piccola cercò di convertirla finché non ci riuscì. Alla sua famiglia andò bene, erano felici che seguiva le orme di sua nonna, non ci vedevano niente di male, alla fine loro avevano potuto scegliere. Questa signora iniziò a farle studiare la Bibbia, i vangeli a tutte le ore. Mentre i ragazzini uscivano fuori a giocare insieme, lei era sempre da sola a studiare la Bibbia. Ai suoi occhi sembrava tutto bello, finché arrivarono anche le regole. Ha potuto seguire lezioni di canto solamente perché suo padre lo insegna, altrimenti non poteva fare nulla. La nonna aveva potere sopra i genitori. Anche se era troppo piccola per capire,circa a 10 anni, la nonna le aveva spiegato che non doveva pensare ai ragazzi, e soprattutto non avere rapporti fino al matrimonio. Quando abbiamo fatto amicizia avevamo 15/16 anni, periodo in cui le ragazze si trovano il fidanzatino, ma lei non poteva nemmeno pensarlo. Chi non sapeva che era testimone, da fuori si accorgeva che aveva qualcosa di strano, era sempre seria, non partecipava agli eventi dove andavamo tutti, non riusciva ad avere un suo pensiero critico anche su banalità, era sottomessa a tutto e non riusciva a socializzare bene. In ogni testimone di Geova che ho conosciuto ho potuto vedere una fortissima timidezza che li blocca totalmente e che li porta a non socializzare bene con i propri coetanei,prendono distanza da tutto e tutti, unito ad una forta paura di fare tutto, anche di parlare, come se ci fosse qualcuno pronto a rimproverarli. La mia amica ogni settimana aveva le adunanze obbligatorie, doveva vestirsi e truccarsi come se avesse un matrimonio e non doveva assolutamente saltare. Circa un anno dopo, a 17 anni, la stavano preparando anche per il momento in cui doveva andare porta a porta” a divulgare il verbo di geova”, ma un giorno mi disse che doveva parlarmi e mi spiegò che aveva deciso di uscire dai testimoni. Ero sorpresissima, non me l’aspettavo, anche perchè non ebbe problemi e la nonna non fece nulla, mentre ai genitori non cambiava niente. Non mi spiegò il motivo della sua scelta, ma lo capiì dalle sue azioni. Iniziò ad uscire molto con le amiche, si fece un account sui social dove metteva le sue foto, iniziò ad essere più libera di parlare di ogni argomento, rideva di più e andava dove voleva. Iniziò a parlare di ragazzi, e anche di sesso a tal punto di parlarne per troppo tempo. Probabilmente quella forte privazione avvenuta nell’età più delicata, l’ha portata a diventare ninfomane a grandi livelli. Parlava di sesso dalla mattina alla sera, non aveva pudore e ne parlava con tutti senza problemi anche di sue informazioni intime. In seguito mi ha raccontato che se lei andava a letto con qualcuno prima del matrimonio stando nella setta, poi doveva raccontarlo “all’anziano”, come se fosse la confessione in stile cattolico, ma delle proprie attività sessuali. L’anziano era il capo della comunità,solitamente appunto anziano, che gestiva tutto e comandava qualsiasi cosa, si occupava anche delle punizioni e di cacciare chi sbagliava qualcosa. Se qualcuno, anche un parente, avesse scoperto che la mia amica avesse un fidanzatino, potevano fare la spia all’anziano e sarebbe stata punita, come ad esempio con l’esclusione sociale dalle adunanze o incontri. Ho saputo da altri “esiliati” che ci sono anche punizioni peggiori, più umilianti, come anche punizioni fisiche, però purtroppo non ho altri dettagli. Alla fine questa ragazza si fidanzò, e il ragazzo la stava per lasciare perché era troppo esuberante in qualsiasi cosa, stava esplodendo fuori tutto quello che aveva dentro. Alla fine chiusi i rapporti con lei perché oltre che di sesso non voleva parlare di null altro ed era stressante. Ora ho saputo che è ancora fidanzata con quel ragazzo, è ancora ninfomane e mi è stato detto che “comunque continua ad essere una strana ragazza che non comprende come funziona il mondo”.

 

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I testimoni di geova che abitano nel mio quartiere sono anche imprenditori di una grande ditta e guadagnano molti soldi. Sono tutti molto ricchi, con macchine costose, grandi orologi, ville di lusso. Ingenuamente pensavamo che fosse il guadagno ottenuto da questa azienda, invece poi un giorno sono stati scoperti dalla finanza, nascondevano un grande giro di illegalità e speculazione finanziaria dietro la loro azienda. Sono stati arrestati e hanno confiscato tutti i macchinoni e orologi. Inoltre gira voce che dietro le quinte della sala del regno del mio quartiere girano un sacco di soldi, oltre ad essere una setta è anche una vera e propria mafia.

 

Talì

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TESTIMONIANZE EFFETTI AVVERSI VACCINO COVID19

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Gli anni 2020/2022 rimarranno per sempre impressi nella storia come anni di paura e di terrorismo mediatico, nonché di una manipolazione di massa creata su misura per sottomettere la popolazione mondiale al volere dei poteri forti.

A marzo 2020 esplode una “pandemia” mondiale di un virus influenzale chiamato Covid19, la gente viene terrorizzata dai giornali e dalle televisioni con la costante paura di morire. Vengono attuate misure drastiche da parte dei Governi, quali chiusura forzata dei Paesi, obbligo di indossare una mascherina sia al chiuso che all’aperto, lockdown e coprifuoco dove ognuno deve stare rinchiuso nella propria casa uscendo soltanto per commissioni essenziali e munito di autocerficazione, di stanziamento sociale ed infine una campagna vaccinale a tappeto dove il siero che verrà iniettato è inizialmente su base volontaria , ma a poco a poco diventa praticamente obbligatorio per tutti.

Si intuisce sin da subito che questo siero “sperimentale” non è ciò che ci fanno credere, che questa pandemia non è mortale e che sotto nasconda ben altri scopi più oscuri. La maggior parte della popolazione aspetta con ansia il proprio turno per ricevere questo vaccino mentre altri lo faranno in seguito sentendosi “obbligati” da tutte le coercizioni e minacce dello Stato.

Nonostante non si conoscano gli effetti avversi che questo siero può causare (perché non c’è stato il tempo di fare la sperimentazione adeguata) le persone si sono fidate e si sono fatte inoculare prima una dose di vaccino, poi a distanza di poco tempo una seconda dose ed infine la terza… qualcuno anche la quarta.

Ho potuto notare i danni collaterali del siero su alcune persone che conosco e su altre che mi hanno esposto chiaramente i loro problemi, anche se la maggior parte ancora non crede ci sia una correlazione con il vaccino ma è evidente che il danno sia stato procurato da esso.

Oggi vi voglio raccontare le loro storie.

 

CINZIA, 34 anni, insegnante e mamma di un bambino di 3 anni.

Fa la prima dose di Astrazeneca a marzo 2021, appena disponibile per la sua categoria di lavoro, nonostante la sua famiglia sia contraria alla vaccinazione. Si reca al centro vaccinale senza dire niente a nessuno e la mattina seguente non riesce più ad alzarsi dal letto, si ritrova con metà corpo paralizzato. Fortunatamente è solo temporaneo e dopo qualche ora inizia a reagire agli stimoli ma l’effetto paralizzante e le scosse elettriche per tutto il corpo si ripresentano spesso, tanto da costringerla ad assumere del cortisone. Dopo tutte le visite mediche del caso ottiene un’esenzione temporanea per la seconda dose, ma allo scadere di essa viene costretta ad effettuarla per poter continuare ad insegnare e neanche a dirlo i suoi problemi si riacutizzano. Ad oggi ha continuamente dolori ai nervi e ogni tanto le si paralizza una gamba per qualche istante. I medici hanno finalmente ammesso che il danno neurologico è stato causato dal vaccino sperimentale, ma intanto lei non sa se dovrà conviverci a vita.

VALERIA. 50 anni, subito dopo l’inoculazione della prima dose ha un malore con relativo svenimento all’interno del centro vaccinale, neanche 10 minuti di distanza da che ha ricevuto il siero. Viene trasportata d’urgenza al Pronto Soccorso incosciente e al suo risveglio i medici le dicono che ha rischiato il coma, ma per loro non era dovuto al vaccino appena ricevuto. Inutile dire che il suo percorso vaccinale è terminato con quell’unica dose e si è ripromessa di non farne mai più altre, anche se non ha ottenuto nessuna esenzione. Ancora oggi soffre di pressione alta e problemi a livello ginecologico a cui nessun medico sa dare spiegazione.

ELENA, 40 anni, donna già debilitata da diete dimagranti e con problemi di emoglobina bassissima. Sicuramente vaccinata con 3 dosi perché convinta di essere nel giusto.

Non la incontro per un buon periodo di tempo (vive vicino a me) e un giorno vengo a sapere dall’ex marito che ha dovuto portarla in ospedale (dove è stata ricoverata 2 settimane) in braccio perché non si reggeva più in piedi. La diagnosi è stata di ghiandole surrenali non ben funzionanti. Ora sta meglio e si sta rimettendo in forma ma per loro non esiste nessuna correlazione con il vaccino.

CATERINA, 80 anni, donna che anche se avanti con l’età è ancora in forma e fa ancora di tutto.

 

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Vaccinata con 2 dosi di Astrazeneca nonostante io l’abbia messa in guardia riguardo questo siero, ma la sua paura del virus e di morire è stata più forte. Il giorno dopo la prima dose ha un fortissimo mal di testa, mai provato così forte in vita sua, che non passa nemmeno con gli antidolorifici, per riprendersi c’è voluto una settimana. A distanza di 2 mesi fa la seconda dose e apparentemente va tutto bene, anche se la sento dire spesso “Non mi sento più IO”.

Durante l’estate 2021 le compare una forma di orticaria in tutto il corpo, con pustole e chiazze rosse pruriginose, la quale nessun dermatologo riesce a curare e soprattutto ammettere che sia stato il vaccino, anche se lei ormai in cuor suo lo sa e accusa il siero come responsabile dei suoi disturbi. Lentamente l’orticaria scompare ma ad oggi le è rimasto un rossore ed un gonfiore a livello di piedi e gambe che a periodi si acutizza e ogni tanto compare il prurito in qualche zona del corpo, sempre diversa.

LEONARDO, 79 anni, pensionato che vive nel mio paese, uomo energico e ancora sportivo, sempre avuto un’alimentazione sana e esce spesso in bicicletta per tenersi attivo.

Dopo la seconda dose di Astrazeneca inizia ad avere dei capogiri tanto che una mattina cade rovinosamente nell’orto e chiama aiuto perché non riesce più ad alzarsi con le sue gambe. Viene trasportato ad un ospedale del capoluogo poiché risulta da subito molto grave e la diagnosi è di ictus cerebrale. Dopo diversi mesi di degenza torna a casa senza più avere l’uso degli arti inferiori e superiori e nemmeno l’uso della parola, non si alimenta più da solo e ha bisogno di assistenza 24 ore al giorno. Dopo circa 2 mesi dal suo ritorno a casa è deceduto.

La figlia, che conosco molto bene, è da sempre contraria al vaccino e non smetterà mai di affermare che la causa del decesso del padre sia stata l’inoculazione del siero.

DANIELA, 64 anni, si vaccina con tutte e tre le dosi nonostante all’inizio fosse assolutamente contraria. Inizialmente non ha sintomi strani, se non febbre alta dopo ogni dose che passa in pochi giorni. A distanza di circa un anno dall’ultima inoculazione si ritrova con una diagnosi di Fuoco di S. Antonio su tutto il torace (alcune zone in carne viva) e su tutta la schiena, dolorosissimo e che la porta ad avere anche uno stato depressivo marcato. Al Pronto Soccorso le hanno detto chiaramente che la causa è stata il vaccino ma non glielo hanno certificato… ormai con la fine degli obblighi e le imposizioni non si sono neanche più sprecati a fare finta di niente e lo hanno ammesso.

SABRINA, 45 anni, docente universitario.

La incontro dopo la seconda dose di Pfizer (poi successivamente farà anche la terza) e mi confessa di avere grossi problemi di memoria, tanto che appoggia un oggetto davanti a sé e subito dopo non si ricorda dove lo ha messo, nonostante sia lì davanti ai suoi occhi. Attribuisce questa carenza al fatto che ha avuto il Covid durante l’estate e quindi lo definisce un effetto collaterale della malattia, al solo accennare che invece può essere un effetto avverso del vaccino si mette a ridere e dice che non è possibile, che la scienza ne sa più di noi. Intanto con la sua professione i cali di memoria non aiutano di certo.

 

DOMENICO, uomo sulla settantina ed esponente di spicco della politica locale, ovviamente vaccinato con 3 dosi. Di sua ammissione dà la colpa al siero dei suoi problemi agli occhi, per cui dovrà essere operato a breve, e accusa spesso un dolore lancinante a TUTTI i denti che dura qualche ora e poi svanisce, per tornare periodicamente.

 

SIMONE, 16 anni, nipote di amici dei miei genitori. Famiglia tutta vaccinata e convinta, gli anziani anche con la quarta dose.

Dopo la seconda dose il ragazzo di ritrova con dei fortissimi dolori al petto che lo costringono a recarsi al Pronto Soccorso dove la diagnosi è di infiammazione alla membrana esterna del cuore e quindi Miocardite. In ospedale confidano alla madre che sicuramente la causa è il vaccino ma non lo possono certificare, quindi gli prescrivono degli antinfiammatori e lo mandano a casa consigliando il riposo. A distanza di un anno Simone assume ancora i medicinali e non può più fare sport, ma la sua famiglia rimane sempre convinta di avere fatto la scelta giusta ed anzi gli ha fatto fare anche la terza dose.

 

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EUGENIA, 41 anni, di origine straniera, si vaccina per non perdere il lavoro di badante e anche per sentirsi integrata nella comunità… fa vaccinare anche i suoi due figli di 15 e 8 anni.

Dopo due giorni dalla seconda dose di siero si presenta in Pronto Soccorso una sera perché la parte sinistra del corpo (braccia e gamba) non risponde più ai suoi comandi, mi dice in seguito che la sensazione era quella di avere un’onda di calore interno che faceva su e giù dalla spalla al piede e lei non ne aveva il controllo, era come paralizzata. La tengono in osservazione tutta la notte e poi la mattina quando si è ripresa quasi del tutto la dimettono senza una diagnosi. A lei il dubbio che sia stata colpa del vaccino rimane, ma intanto è poi corsa a farsi la terza dose appena ne ha avuto la possibilità.

ALESSIA, 30 anni, donna sanissima non ha mai un problema fisico, molto sportiva.

Si vaccina con 2 dosi perché ricattata dal sistema per lavorare e uscire con gli amici.

Una mattina si sveglia in un lago di sangue, siccome è periodo di ciclo mestruale crede le sia arrivato un po’ troppo abbondante nella notte e non ci pensa più. Nel pomeriggio non ha più nessuna perdita, neanche un goccio, tanto che inizia a dubitare ad un blocco improvviso del flusso…inizia ad avere dolori fortissimi al basso ventre che le danno la sensazione di stare per morire, prende un paio di aspirine e lentamente il dolore passa, ma ci impiega delle ore in cui lei è molto sofferente. Il giorno seguente sta meglio e si reca dalla ginecologa per farsi visitare e fare un’ecografia e con suo sgomento scopre di avere avuto un aborto spontaneo (non sapeva di essere rimasta incinta), la dottoressa non accenna minimamente al fatto che possa essere stato il siero ad averlo causato e lei neanche lo prende in considerazione. Ora non so bene se potrà ancora avere dei figli o meno perché non ha voluto approfondire ma a mio parere l’evidenza dei fatti è molto chiara.

PAOLO, 65 anni, brillante consulente finanziario.

Ha avuto qualche problema di salute in passato ma nulla che facesse pensare a qualcosa di grave o serio. Vengo a conoscenza dalla moglie che gli è stato diagnosticato un tumore maligno e sta facendo tutte le terapie per cercare di debellarlo, le chiedo se si sono vaccinati e mi risponde con convinzione in modo affermativo, da quel momento non li vedo più. Intuisco che la causa dello sviluppo di un tumore così precocemente è il siero a cui si è sottoposto ma non oso parlargliene perché già consumati dal dolore. Paolo muore dopo neanche 2 mesi dalla scoperta della malattia, un tumore improvviso ed estremamente rapido.

 

Termino il mio resoconto con la testimonianza peggiore con cui mi sono confrontata e che non lascia dubbi sul fatto che sia opera del vaccino salvatore del mondo,

SAM, 17 anni, ragazzo che soffre di disturbi sporadici di epilessia, sportivo e sveglio, figlio di un’infermiera e di un poliziotto.

A gennaio 2022 riceve tra i primi giovani (soggetto fragile) la terza dose di vaccino Pfizer di lunedì, sta benissimo, il mercoledì mattina i suoi genitori lo trovano morto nel suo letto.

Esce la notizia sui giornali locali ma nessuno della sua famiglia né tanto meno la stampa accenna alla possibile correlazione con la vaccinazione appena ricevuta, d’altronde la madre è infermiera convinta sostenitrice della scienza.

Sento rumoreggiare in modo piuttosto silenzioso la gente sul possibile effetto avvero del siero, ma nessuno che osa dirlo apertamente. Non conoscevo personalmente questo ragazzo ma conosco il padre e posso garantire che è un uomo distrutto dal dolore, non ci ho parlato ma lo vedo per strada e si intuisce benissimo che prova dei sensi di colpa enormi, forse quella colpa di aver portato il suo unico figlio incontro alla morte… chissà se in cuor suo si sia reso conto della presa in giro colossale che ci hanno costretto a vivere!

 

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La verità dietro la chiesa

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Trauma della “prima confessione”.

Quando ho fatto la comunione a circa 10 anni, ho dovuto anche partecipare al classico catechismo ogni sabato ed essere obbligata ad andare a messa la domenica mattina. Il catechismo durò davvero tanto, dovevamo ricopiare continuamente versetti della Bibbia, e ci spiegavano, con molta pressione, quanto Gesù fosse un peccatore, ma soprattutto che anche noi lo siamo,e che invece la Madonna era pura, perfetta ed intoccabile. Se ci ripenso ora, soprattutto dopo gli insegnamenti appresi dal libro “Apatìa” mi vengono i brividi. Era anche strano che quando iniziai ad andare a messa, avevo anche voglia di fare cattive azioni di qualsiasi tipo. Poco prima della comunione ci hanno fatto fare “la prima confessione” in cui, uno alla volta, dovevamo andare da soli con il prete in un angolo e raccontare tutti “i nostri peccati”. Le catechiste e le suore ci hanno preparato molto a quel giorno, ci spiegavano che era impossibile non avere peccati, tutti ne abbiamo. Stiamo parlando di bambini di 10 anni ed è assurdo, cosa può fare di male un bambino? Ma questo non significa che anche gli adulti sono peccatori in automatico, mentre a noi accusano di esserlo anche se non facciamo nulla, la Chiesa nasconde un mare di pedofilia, prostituzione e criminalità di preti e suore. Tornando alla confessione, queste catechiste ci facevano sedere tutti insieme sulle panche, in silenzio, e dovevamo immaginare come una sedia pesantissima e in legno sopra le spalle. Dovevamo visualizzarla e sentirne il peso, quelli erano i peccati. E che una volta che avremmo parlato al prete, questa sedia sarebbe sparita e ci saremmo liberati. Più setta di così non si può, eppure veramente ci hanno tolto la capacità di comprenderlo. Quella sedia mi sembrava di sentirla davvero addosso, ma in realtà era anche tutta la pesantezza della situazione. Appena arrivati eravamo tanti bambini felici che, dopo quel momento, siamo diventanti tutti seri e tristi per “peccati” che non c’erano. Siamo anche tornati a casa molto cupi. Mi ricordo che ero impaurita perché non sapevo davvero cosa dire a quel prete, era imbarazzante. Arrivato il mio turno, vado nell’angolino e mi sento molto a disagio perché eravamo troppo vicini fisicamente,c’era spazio eppure il prete mi stava attaccato. Allora poi inizia a chiedermi come mi chiamo, ma anche domande sulla mia casa e sulla mia famiglia. Questo non avevano avvisato che sarebbe successo, però a quell’età non ci feci per niente caso. Poi mi dice :”bene, ora dimmi i tuoi peccati, stai tranquilla, rimarranno fra noi 3,io tu e Dio. Io sarò come un ponte e ti ripulirò” La mia risposta è stata “lo dico sinceramente, non ho peccati perché sono brava, al massimo a volte litigo con i miei genitori, può andare come peccato?” lui sorride e mi dice che posso andare. Guardando la me del passato di quel momento mi fa molta tenerezza, come puoi tu, uomo di 40 anni suonati, che guarda i bambini e li vorrebbe toccare, che beve, ha intrugli con i soldi guadagnati dalle messe, o che vive ancora con la mamma che gli lava le magliette, dire a una bambina di 10 anni “che peccati hai fatto?” Guardando quel prete ora mi fa tanto schifo, è proprio una brutta persona, anche antipatica, ma quello è l’ultimo dei problemi. Ringrazio davvero tanto i libri “Apatìa” per avermi aperto gli occhi rispetto a questa schifosissima setta! Ringrazio anche i miei genitori che a parte questo periodo “obbligatorio” a livello sociale, mi hanno tenuto molto lontana dalla Chiesa perché anche se credenti, se lo sentivano che qualcosa non andasse.

 

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Brutta esperienza al camposcuola cattolico

Dopo aver fatto la comunione, circa dopo un anno o due, ci hanno richiamati per invitarci ad un campo scuola cattolico. Consisteva in un viaggio organizzato dalla Chiesa, in cui andavamo in una baita in montagna con il prete, qualche catechista e suore. Eravamo un gruppetto di circa una ventina di ragazzini di circa 11-12 anni. Erano tutti piccoli bigotti che tutt’ora da ragazzi sono rimasti in questo modo, hanno quasi 30 anni e non dicono le parolacce altrimenti Dio si offende, ma tirano fuori tutta l’arroganza e la rabbia possibile verso chi non fa le cose come vogliono loro. Guardacaso sono stati proprio quelli più arroganti e che aggredivano chi non si è vaccinato o non rispettava gli obblighi della farsa-covid. Sia maschi che femmine tendono ad essere casti, gli hanno lavato il cervello fin da piccoli. Io ci sono andata perché il quel periodo ero molto legata ad un’amica bigotta, ricordo che i miei genitori, che non frequentano la Chiesa, mi chiesero se fosse il posto per me. Andai comunque, ma non mi trovavo molto bene perché ero considerata strana dato ero curiosa, perché mi piaceva parlare e imparare di tutto, farmi domande sull’esistenza, sull’Universo. Non dimenticherò mai che mi dissero che ero strana perchè guardavo un cartone animato su internet e non in tv, e che aveva temi riguardanti la magia. E allora li consideravo molto noiosi perché oltre della Chiesa e delle buone maniere questi ragazzini non parlavano di nient’altro, alcune volte sembravano dei vecchi. Tornando al campo scuola, è durato 3 giorni. Facevamo attività sportive insieme, c’erano momenti di svago, ma ripensandoci ora era un’occasione per manipolarci in ogni modo. Prima dei pasti dovevamo fare la preghiera, raccomandandoci di farla anche prima di dormire. Si parlava tutto il tempo di Chiesa, ma per nulla di Dio. Non dimenticherò mai cosa accadde con una suora. Era ora di merenda, eravamo tutti felici a ridere e giocare tra noi dato che eravamo “un po’ liberi” di fare quello che volevamo per un po’, senza essere comandati ogni due minuti. Eravamo tutti seduti in cerchio e ad un certo punto una suora ci ha detto che voleva raccontarci una storia. Inizia a raccontarci come è diventata suora, che è successo dopo un viaggio a Medjugorje. Era andata per vedere la Madonna dal vivo, dato che tutti tornando raccontavano di aver avuto grandi visioni. Ci disse che già dal viaggio di andata provava emozioni incredibili mai provate prima, forti e di tutti i tipi, gli sembrava come di essere “abbagliata” da una grande luce,secondo lei era la Madonna che la stava già scegliendo, si sentiva su un altro mondo. Come è arrivata l’ha vista, senza darci dettagli, mirava di più a piangere per finta, e poi ci ha detto che dopo quel viaggio ha deciso di farsi suora e dedicare la sua intera vita alla Madonna e Dio. Ci ha raccontato di avere avuto una vita molto sofferente, piena di povertà e violenze, ma che poi da lì tutto è cambiato. Come ha iniziato a raccontare questo piangeva ancor di più, e tutti i ragazzini, i più bigottoni per primi, iniziarono a piangere anche loro con gli occhi spalancati e attenti ad ogni singola parola che la suora diceva con la bocca semi-aperta. È come se avessero dimenticato il resto del mondo ed erano totalmente immersi in quel racconto. Io fui l’unica a non piangere, stavamo giocando felici e dopo c’era una cappa di trsistezza fortissima, quella suora era cattiva e ignorante e poi nemmeno credevo a quello che diceva. Mi sentivo anche un po’ in imbarazzo per tutta quella situazione. Qui arriva la parte inquietante. Tutti si accorsero che io non piangevo, anche quella suora che raccontava come se per lei fosse un’offesa che non piangessi, e questo contribuì ad aumentare in loro l’idea che io fossi strana. Sia le suore, catechiste e ragazzini iniziarono a dirmi che dovevo piangere, di non tenermelo dentro e buttare tutto fuori, poi sarei stata meglio. Alla fine sì, piansi, ma non per la storia, ma per la forte pressione e per essermi resa conto di avere intorno una massa di pazzi. Dopo quel camposcuola abbandonai completamente la Chiesa e non ne volli sapere più nulla, non feci neanche la cresima, però il fatto più brutto è che mi allontanai completamente da Dio, che da piccola cercavo e di cui mi facevo domande, ma me ne allontanai perché lo associavo alla Chiesa.

 

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Suore vipere

Vorrei dedicare due parole alle suore. Donne considerate pure perché “caste” e che dedicano completamente la loro vita a Dio e alla “carità”,privandosi di piaceri e beni materiali. Chi le hai mai viste suore così? Io da sempre ho potuto vedere solo vecchiacce arcigne e veramente cattive, vipere, che conducono una vita innaturale e con inutili privazioni (false, perché non si privano proprio di nulla!) che fra l’altro Dio non le ha chiesto. Da parte loro non c’è nessuna carità oltre a far finta di dare le crocchette ai gatti randagi che trovano vicino ai conventi o agli asili. Mio padre è andato all’asilo dalle suore, e ricorda, ormai sorridendo, il terrore verso di loro che li “accudivano”. Se facevano qualche sgarro ci prendevano “le mazzate” nel vero senso della parola, davano dei fortissimi colpi con bastoni e scope alle mani,alla schiena e alle gambe a bambini dai 3 ai 5 anni. Quando lo raccontavano ai genitori non facevano nulla, a loro andava bene, era “educazione”. Queste suore erano in genere tutte anziane e non erano in grado di badare ad un gruppo di ragazzini, però la forza per menare la avevano eccome. I miei genitori mi hanno mandata nell’asilo comunale, poi a scelta si poteva anche andare in quello delle suore. Ho potuto vedere una differenza incredibile quando alle elementari ci hanno uniti tra i due asili.I bambini come me che venivano dal comunale erano tutti sottomessi, timidissimi, silenziosi, impauriti verso tutto perché le maestre ci avevano “addestrati” a comportarci in questo modo, con i rimproveri e punizioni. Invece ogni singolo bambino venuto dalle suore era un animaletto selvaggio, sboccacciato, totalmente incontrollabile e violento. Invece le bambine già a 6 anni erano delle bigottone, che lo sono tutt’ora. Ogni singolo ragazzino uscito dalle suore oggi è un ragazzo violento, che fuma, beve e si droga. Uno di loro ha anche provato ad accoltellare suo nonno,e a derubare per strada. Erano proprio quelli che bullizzavano e che molestavano le ragazze.Invece chi veniva dall’asilo comunale è cresciuto tranquillo, educatissimo, buono, ma che non si ribella nemmeno mentalmente a qualsiasi obbligo. All’inizio credevo fosse una coincidenza solo con la mia classe, poi ho potuto vedere che è stato così con ogni classe dopo/prima di me e anche con quella di mia sorella. Mi ha fatto riflettere quanto può influenzare l’ambiente e le persone con cui cresciamo. Se vediamo violenza nel periodo più delicato dove siamo piccoli, cresceremo essendo violenti perché quello impariamo. Non ricordo molto su come tenevano i bambini queste suore, l’unico dettaglio che mi viene in mente è che ci raccontavano che dovevano scappare e nascondersi sotto i tavoli per non prendere le botte da loro, che erano davvero forti. Stiamo parlando di donne, che secondo la Chiesa, dovrebbero essere pure e vicine a Dio. Le stesse donne che quando vai a messa e non lasci l’ offerta (obbligata), ti guardano malissimo e poi ti parlano male. Le stesse donne che prendono a botte i bambini senza pietà da generazioni, creando anche traumi e problemi nella loro psiche.

 

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Visita del prete a casa non gradita

Un giorno di molti anni fa, il prete venne a casa nostra per benedirla. Io non ero a casa in quel momento (menomale) e mia mamma mi raccontò la vicenda. Mi disse che ad un certo punto, dopo la “benedizione”, ha iniziato a fare domande private a lei e anche a mia sorella che si trovava nella stanza in quel momento. Mia madre per educazione e, credendo di fare una cosa giusta pensando che quelle domande fossero disinteressate, rispose a tutto, ma purtroppo non è così.  Mia sorella in quel periodo aveva l’età per fare la cresima, e senza che mia mamma avesse detto nulla, il prete già lo sapeva! Quindi se lo era segnato. E allora le chiese: “Ciao piccola! “quando” vuoi fare la cresima?” Lei gli rispose con un secco:” Non ci penso proprio”, con un tono molto arrogante. Mia mamma mi disse che si imbarazzò molto e si arrabbiò perché non era stata educata e quel prete era tanto buono, lo aveva trattato male e anche se voleva rispondere di no, doveva dire di sì anche se non era vero. Mia sorella disse a sua discolpa che questo tizio si era infilato dentro la loro casa, ha fatto domande di cui non sono fatti suoi mentre lei era a rilassarsi sul divano dopo scuola, in sintesi: cosa voleva? E allora si è arrabbiata e le ha risposto in quel modo. E direi che fece benissimo! E tutt’ora oggi ne va fiera. Sono passati molti anni da quel giorno, e nel mentre i miei genitori, soprattutto mia madre, hanno aperto gli occhi sempre di più verso il marciume della Chiesa,la pedofilia del papa e dei preti, e hanno cambiato idea anche su quella storia, ora se la ridono quando lo raccontano. Con buonismo li abbiamo fatti entrare nelle nostre case per “benedire”, quando in realtà venivano solo a creare problemi e fare mille domande private in cui le persone rispondono per educazione e perché “non hanno nulla na nascondere”.

 

 

La verità dietro la Chiesa

Il figlio del mio macellaio, dopo che è stato rifiutato per entrare nell’arma, ha deciso di voler diventare prete e aiutare le persone. Ha iniziato a frequentare questo ambiente, a studiare la Bibbia e i vangeli dedicando la sua vita solamente a quello,rimaneva e rimane tutt’ora tutte le ore chiuso in camera da solo. Ad un certo punto ha deciso di non voler diventare più prete perché si è accorto che in realtà dietro la Chiesa c’è un marciume incredibile, fatto di prostituzione, pedofilia, e grandi giri di soldi. Ha potuto conoscere preti pedofili che, fidandosi del fatto che lui si stava facendo prete, ne hanno parlato senza paura, come se per loro fosse normale parlare sempre di bambini anche insieme. Ha scoperto anche di preti che andavano con prostitute, e anche loro raccontavano il tutto senza farsi problemi. Era sempre stato scettico su tutto questo, ma una volta che l’ha visto con i suoi occhi ha deciso di uscirne, ha potuto vedere che la Chiesa non è quello che vuole sembrare. È comunque rimasto nel giro della Chiesa, donando una marea di soldi a “Radio Maria” o a qualsiasi persona glieli chiedesse, finendo a darli solamente a drogati e ubriaconi che iniziarono a bussare giornalmente alla porta, e se lui diceva che non poteva darli, diventavano anche violenti. Stava spendendo tutto “in carità” fino quasi a perdere la sua attività. Non aiutava i veri bisognosi, ma solo chi non lo meritava, e purtroppo è proprio quello che la Chiesa insegna. “Privati di tutto e aiuta il prossimo” mentre la Chiesa guadagna miliardi e non aiuta nessuno. Poi è arrivato suo padre e lo ha fermato in tempo. Allora ha deciso di fare un viaggio a Medjugorje per vedere la Madonna, e suo padre racconta sempre con tristezza che dopo quel viaggio lui non è stato più sè stesso, è cambiato. Si è isolato ancora di più, anche dal padre e dalla compagna, gli unici che prima frequentava, “fa cose strane”, è molto violento, risponde sempre malissimo ed è nervoso. Non gli ha mai raccontato come è andato il viaggio, cosa ha visto e cosa ha fatto.

 

Talì

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OSPEDALE e RELATIVA DISCRIMINAZIONE

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Questa è la testimonianza di come, durante la pandemia Covid 19, le persone venivano “detenute” negli ospedali e i loro cari non potevano entrare per assisterli o almeno dargli un saluto prima di morire.

La storia riguarda la mamma del mio compagno, 90 anni e non vaccinata, con problemi motori e patologie pregresse quali epatite con grossi danni al fegato, ma che viveva da sola con soltanto l’assistenza mattutina della figlia ed era lucidissima di testa con una memoria da far invidia ad un giovane, addirittura leggeva ancora senza gli occhiali da vista.

Purtroppo oltre all’epatite, che era ben tenuta sotto controllo dai farmaci, aveva qualche problema a deambulare e girava per casa con l’ausilio di un girello, ma si reggeva ancora in piedi ed aveva tanta voglia di vivere. Con l’avvento della pandemia, tenendo la televisione sempre accesa, questa anziana signora ha iniziato ad aver moltissima paura di questo virus (anche se non usciva mai di casa) ma grazie all’intervento del figlio e visti i suoi problemi di piastrine basse non si è mai vaccinata ne tamponata e ha vissuto bene i due anni successivi. Tengo a precisare che la figlia invece è vaccinata con 3 dosi e più volte ha ventilato l’idea di far inoculare la mamma, ma per fortuna la paura di una morte imminente per via del siero e l’insistenza del fratello hanno avuto la meglio e la signora ha potuto ancora godere della sua famiglia per un po’ di tempo, perché con le patologie ed i valori del sangue che aveva era quasi scontato che sarebbe morta di vaccino.

Siamo a luglio 2022 e la donna cade di notte dal letto nel tentativo di alzarsi per andare in bagno, non avendo assistenza notturna e non avendo la forza di tirarsi in pedi da sola viene ritrovata solo al mattino dalla figlia, stremata ma senza danni evidenti, l’unico problema era che non si reggeva più in piedi per nulla e da lì inizia il suo calvario.

Decidono di non chiamare l’ambulanza, perché non ha dolori da nessuna parte, però necessita di assistenza costante che i figli non possono prestare, quindi decidono di farla ospitare in una struttura assistenziale per anziani fino alla sua ripresa.

Qui iniziano i problemi… essendo la donna non vaccinata nessuna struttura voleva prenderla come ospite, dicendo che per loro la precedenza andava data ai vaccinati, e rispondendo anche in malo modo siccome era 90enne e senza vaccino, cosa per loro inammissibile.

Nella notte però la situazione si aggrava e la signora deve essere trasportata al Pronto Soccorso perché vomita sangue (probabilmente un’emorragia dovuta alla caduta) e lì decidono di ricoverarla per fare accertamenti. Lei ha molta paura di morire da sola in ospedale, ma la figlia dotata di Green Pass può entrare mezz’ora al giorno a farle visita, mentre il figlio che ne è sprovvisto invece no… ma questa cosa sappiamo bene che è discriminazione in atto. Passano pochi giorni dal ricovero e viene dichiarata positiva al Covid, quindi trasferita in fretta e furia nel reparto Covid nonostante non accusasse nessun sintomo. Fortunatamente in quell’ospedale i parenti (sempre provvisti di Super Green Pass) possono entrare tutti bardati come astronauti anche nel reparto Covid per 20 minuti al giorno a giorni alterni e la figlia può monitorare la situazione. La donna rimane positiva al virus per ben 2 mesi senza mai un sintomo, tempo in cui i medici continuano a ribadire senza tanti complimenti che se fosse stata vaccinata ciò non sarebbe successo, ma lei che è ben vigile si rende conto da sola che gli anziani vaccinati presenti in reparto stanno morendo e quindi resiste e tiene duro. Durante tutta la degenza nel reparto Covid le hanno fatto un’infinità di cure e somministrazioni varie, di cui non si sa la provenienza, a mio avviso per cercare di debilitarla e farla poi passare come morta di Covid e non vaccinata, una gran vittoria per loro, un no-vax morto!

Un bel giorno risulta negativa e viene trasferita in reparto normale… sembrava una vittoria, un ritorno a casa dopo poco, ed invece a distanza di qualche giorno peggiorano le sue patologie e diventano irreparabili, la dottoressa telefona alla figlia spiegando che non c’è via di ritorno e che loro faranno soltanto cure palliative per accompagnarla verso la morte.

 

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I figli accettano questa cosa anche vista l’età della signora, ma il giorno dopo un ennesimo tampone la dichiara nuovamente positiva (a distanza di una settimana dalla negatività) e quindi i medici si affrettano a dire alla figlia di correre subito perché essendo trasferita di nuovo in zona Covid non sapevano se sarebbe vissuta fino all’indomani. Passano altri giorni e la dottoressa che la segue afferma che il tampone era un falso positivo e di nuovo uno spostamento… insomma l’urgenza di correre a salutarla era perché sembrava essere positiva al virus e di lì a breve l’avrebbero uccisa, viste le premesse, invece hanno dovuto tirarsi in dietro.

Non mi dilungo troppo ma dico soltanto che l’anziana è ancora vissuta per un mesetto circa, in ospedale, e poi non ce l’ha fatta ed è deceduta dopo che è stata trasferita in un Hospice, almeno la soddisfazione di non essere stata dichiarata morta per Covid da non vaccinata! In tutto questo ci tengo a sottolineare che il figlio, non vaccinato e senza Green Pass (rifiutandosi anche di fare un tampone) non ha mai potuto vedere sua madre per lunghi mesi, solo grazie alla sorella ha potuto fare qualche video chiamata, ma il giorno del trasferimento all’Hospice è stato molto deciso ed è entrato lo stesso per darle l’ultimo saluto, fregandosene totalmente delle regole.

Questa è la situazione che stiamo ancora vivendo all’interno degli ospedali, dove stanno ancora facendo in modo che le persone (soprattutto anziani) muoiano di Covid, ma lo fanno con una gentilezza che prima quasi non avevano, facendo credere che stanno facendo il possibile per salvare la vita ma sotto sotto agiscono per portare le persone malate allo stremo… quale altra occasione di scalpore se non una donna di 90 anni no vax che muore di Covid?

 

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ASPETTATIVE SULLA RELIGIONE

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La Religione è sempre stata un cardine importante nella vita di più o meno ogni essere umano che crede nell’esistenza di Dio e dell’Universo. Questa credenza di un’Entità superiore che ci veglia e ci protegge e su cui possiamo affidarci ciecamente è qualcosa che ognuno di noi prima o poi cerca più o meno insistentemente, anche inconsciamente. È come se abbiamo quella necessità di ricercare qualcosa di più profondo dentro di noi, e non possiamo credere che non esista nulla di più grande di noi che ci guida e ci protegge.

La religione Cattolica è una delle religioni più diffuse nel mondo e ogni religione ha dei suoi ideali, se così possiamo dire, a cui fanno riferimento. Purtroppo negli anni ho imparato che ognuna di esse, che sia Cattolicesimo, Buddhismo o altre non credo seguano davvero gli insegnamenti originali tramandati dai suoi fondatori fino ai giorni nostri, ma credo siano in gran parte storpiati o interpretati in modo sbagliato. Tutto questo per sviare le persone realmente intenzionate a una Conoscenza più profonda di sé e di avvicinarsi a una via Spirituale per ritrovare quel Risveglio a cui molti di noi aspirano a raggiungere. Perché se così non fosse non ci sarebbe tutta questa oscurità, ognuno di noi potrebbe apportare quel cambiamento affinché ci sia quanta più positività possibile nel mondo, riuscendo a richiamare davvero Dio all’interno di questa dimensione. Con il tempo ho capito che seguire una religione non dovrebbe essere qualcosa fatta tanto per, ma se riportassero i veri insegnamenti il nostro compito sarebbe molto più attivo di quanto lo è ora e non solo con lo scopo di pregare Dio per farci vivere serenamente.

Ogni religione dovrebbe avere in sé profondi insegnamenti che portano all’evoluzione spirituale dell’uomo che avrà l’onore e il compito di proseguire ciò che i grandi Maestri ci hanno tramandato.

Voglio raccontare alcune cose che ho notato avendo avuto esperienze con alcune di esse e come sono arrivata a capire tutto ciò.

Alcune religioni mettono in evidenza come privarsi del lusso sia una cosa essenziale per intraprendere un percorso evolutivo e che la sofferenza sia necessaria. Non credo che solo se si è poveri e si vive nella sofferenza si possa raggiungere più facilmente l’evoluzione spirituale. Anche chi vive bene può aspirare a ciò perché non è uno stato sociale a fare la differenza ma la volontà e il vero interesse della persona.

In altre la figura femminile viene vista come inferiore rispetto a quella maschile ed è spesso oggetto di sottomissione più o meno severa. Anche qui perché bisogna creare questa discriminazione tra uomo e donna e non si possa vivere in eguaglianza dando a ognuno la stessa importanza?

Ebbene tutto ciò ha condizionato fortemente anche il nostro modo di vivere e di pensiero, in cui la Religione ha un importante impronta.

Infatti sono proprio i loro “ideali” che influenzano anche il modo di crescere i propri figli spesso causando anche dei problemi su cosa sia giusto e cosa no. Parlando della Chiesa Cattolica, spesso riscontro atteggiamenti un po’ troppo rigidi, come ad esempio far credere in un Dio punitore che per qualsiasi cosa ecco che è pronto a punirci, o mantenere la castità fino al matrimonio altrimenti si è impuri agli occhi di Dio, per cui c’è stato un tempo che credevo fosse giusto ma ho capito essere l’ennesima eccessività. Ovviamente ci vuole consapevolezza e una giusta maturazione senza essere troppo superficiali, ma il modo perentorio e negativo che si ha nel parlare dei vari argomenti può creare paure, in base a come viene fatta vedere qualsiasi esperienza, e si sa che per chi è profondamente legato a ciò che insegna la Chiesa, senza porsi nessuna domanda, può far vivere questa cosa come il male assoluto e seguire ciò che essa dice immancabilmente. Infatti non è così raro vedere ragazze approcciarsi alle prime storie d’amore con timore o anche blocchi causati soprattutto in ambito familiare nel caso di genitori all’antica o conservatori.

 

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Come i padri o i fratelli che stanno troppo addosso alle figlie o sorelle controllando sempre chi frequenta e ogni figura maschile possa avvicinarsi a lei. Questo è solo uno dei tanti esempi di cosa possa creare l’eccessiva rigidità da parte della religione che noi seguiamo con tanto zelo.

Io queste esperienze le ho vissute e forse per questo ho iniziato a distaccarmi dalla religione Cattolica per cercare qualcosa di diverso dal concetto che avessero loro di Dio. Volevo vedere se altre religioni avessero altre idee o la pensavano tutte allo stesso modo, e avendo dei genitori di religioni completamente diverse ho cercato anch’io quella che faceva per me. Non avevo un’idea ben chiara di ciò che cercassi ma per qualche motivo non mi rispecchiavo molto in quella che ho sempre seguito e volevo vedere oltre; dentro di me la figura che avevo di Dio era colui che ci aiuta e guida verso la nostra vera strada, come se ci fosse di più, ma intorno a me ho potuto vedere solo parole di rimprovero e limitazioni di pensiero.

In quel periodo mia madre stava iniziando a seguire i Testimoni di Geova e alcune signore venivano a casa nostra per farle lo studio, all’inizio anche mio padre lo stava seguendo ma dopo poco tempo se n’è distaccato avendo idee diverse dalle loro, così ha continuato solo mia madre.

Mio padre non era molto contento di questa cosa è ha sempre un po’ ostacolato questa sua scelta, soprattutto per le idee che loro avevano che per mio padre erano assolutamente sbagliate e cercava di imporre il suo volere. Lui era cattolico o lo si definisce ancora a volte, dico a volte perché lui poi si è interessato all’Induismo e segue più questa religione pur non escludendo ciò che dice la Chiesa andando raramente ad alcune messe e seguendo qualche discorso del Papa, nonostante alcune cose che dice la Chiesa per lui siano solo storielle.

Quindi non c’è un pensiero stabile per quanto riguarda la religione nella mia famiglia, ma sono cresciuta con fede Cattolica senza mai imporci i loro pensieri, solo quando eravamo più grandi mio padre faceva qualche discorso per vedere se eravamo interessati ma niente di più, ma se avevamo un interesse per quella dei Testimoni di Geova era già contrario, forse perché avendola conosciuta non la riteneva idonea per come operava.

Mia mamma invece  credeva in quella religione probabilmente perché basandosi sulla Bibbia credeva che fosse quella più giusta da seguire, e spiegandola in maniera diversa dalla Chiesa si ritrovava molto di più. Così ha continuato a seguirla fino a battezzarsi. All’inizio faceva tutto di nascosto a mio padre perché sapeva che non gli piaceva e a volte avevano delle discussioni; non voleva che lei andasse in giro come facevano loro a “convincere la gente”, diceva lui, perché per lui dovevano avere la libera volontà di scegliere se seguirla o meno mentre invece imponevano quasi a pensarla come loro cercando di convincerti che il tuo pensiero era sbagliato e facendo mille domande per farti cadere nel torto.

Ed effettivamente questo loro modo di fare non era giusto. Quindi era per questo che non gli piaceva, e il fatto che mia madre la seguisse assecondando i loro modi era a volte oggetto di discussioni. Ricordo che le disse che se voleva la poteva seguire ma che non doveva azzardarsi ad andare in giro per le case della gente, per lui era assolutamente sbagliato.

Con il tempo mia madre si battezzò e all’inizio non lo disse a mio padre per timore della sua reazione, poi però lo ha capito da solo; era un po’ contrariato ma vedevo che man mano cominciava ad accettare questa sua scelta, suo malgrado, essendo a volte più ironico ma sempre contrario.

Adesso va a fare lo studio anche a casa di altre sorelle e qualche volta ha fatto servizio fuori quando mio padre non c’era. Lui lo ha capito nonostante mia madre cercasse di nasconderlo o inventasse qualche scusa, ma non gli faceva più discussioni come una volta.

 

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Agli inizi notavo come questa differenza di religione per mio padre è stata molto dura da accettare, come se non poteva esserci in una coppia qualcuno che poteva avere un credo diverso dall’altro, idee diverse e questo era molto grave a parer mio, e da lì ho cominciato a comprendere quanto lui avesse una mentalità molto autoritaria e forse proprio di impostazione bigotta cattolica, nonostante avesse altre idee in campo religioso un po’ “più aperte”, ma ho notato che non si è mai distaccato del tutto dall’impronta Cattolica.

Lui ha seguito e segue tutt’ora gli insegnamenti di Sai Baba (un altro truffatore), un predicatore indiano che diceva che l’uomo sia essenzialmente divino, che deve impegnarsi a riscoprire la propria natura divina e che per farlo potevano adorare Dio in ogni forma di ciascuna religione. Quindi credeva nell’unità delle religioni. Ma da ciò mio padre non mi sembrava seguire molto il pensiero di questa unicità. Quando poi ha saputo che facevo meditazione mi diceva che era bene farla solo in determinate ore e a volte faceva domande per capire di più cosa stessi seguendo. Per questa ragione, ma a prescindere da questo, non ho gli mai detto del mio percorso che poi ho intrapreso, perché sapevo che mi avrebbe fatto domande per vedere se fosse conforme alle sue idee, sperando che non capitassi in qualche religione simile a quella di mia madre, ma quando per forza maggiore ha visto qualcosa non ha insistito più di tanto perché non gli ho permesso di criticare le mie scelte non esponendomi più del dovuto. Anche perché sono adulta da parecchi anni e le mie scelte sono prese con responsabilità.

Ma torniamo indietro, quando ancora cercavo la mia idea di religione.

Dopo un po’ di tempo ho deciso di provare a seguire i Testimoni di Geova convinta che basandosi sulla Bibbia sarebbe stata più vicino a ciò che credevo e magari la spiegasse meglio e in maniera più approfondita rispetto a quello che faceva la Chiesa Cattolica, per cui mi sembravano sempre cose ripetute, dette a memoria senza alcuna riflessione diversa, e quindi cercavo qualcosa di più profondo.

Così ho iniziato a seguire alcuni studi con mia mamma e queste signore, che spiegavano i vari passi della Bibbia secondo la loro interpretazione. Mi resi conto però quasi subito che alcune loro spiegazioni erano ancora più strane rispetto a ciò che mi potessi aspettare, erano ancora più rigide di quelle della Chiesa per certi versi. Innanzitutto non festeggiavano il Natale perché Gesù non ha lasciato detto di festeggiare la sua nascita ma solo la sua morte, di conseguenza non festeggiavano nemmeno i compleanni né gli onomastici e le candeline sulla torta erano bandite perché per loro è una festa pagana e quel simbolo richiamava a un sacrificio in cui si utilizzavano le candele. Gesù era nato in autunno (il che può anche starci circa il periodo per cui se era Dicembre ci sarebbe stata la neve a Betlemme), e quindi quella del 25 dicembre era una festa pagana che la Chiesa ha coperto con la nascita di Gesù. La Pasqua quindi la festeggiano perché è l’unica cosa che Gesù ha detto di festeggiare, sempre secondo la Bibbia, e di solito cade circa una settimana prima della Pasqua Cattolica in cui ricordano il momento della cena passandosi fra di loro il calice con il vino e un pane non lievitato senza mangiarne.

Tutte queste cose erano nuove per me che potevo più o meno condividere, perché si sa che la Chiesa ha nascosto molte feste pagane sostituendole con feste che noi oggi festeggiamo. Però non trovo sensato non festeggiare la nascita di un Essere così grande come Gesù perché non l’ha lasciato detto. Trovo che queste siano solo scuse banali per portare sempre più a dimenticare le grandi Divinità che hanno lasciato un’impronta importante in questo pianeta. Con il senno di poi comincio a riflettere quando bisogna fare attenzione a cosa ci dicono di fare, e non seguire e dare per scontato che siccome sono preti o altri figure che sono al vertice di quella religione debbano avere ragione al 100% senza possibilità di riflettere e avere un minimo di senso critico.

 

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In pratica molte altre loro teorie mi sembravano strane, già stavo immaginando a non festeggiare il compleanno, a non gioire del Natale e fare gli auguri, infatti vedevo mia madre che non faceva più gli auguri ma se altri parenti glieli facevano non si rifiutava ma non sempre ricambiava. Per me era brutto da vedere ed era una cosa che non condividevo affatto. Sembrava non esserci nulla per cui gioire o festeggiare ma solo regole severe da rispettare. Mi sa che era anche peggio della Chiesa perché c’erano ancora più costrizioni, o semplicemente non ero pronta a simili idee.

Ero arrivata anche a sognare che ci fosse il Diavolo (rappresentato da una persona di mezza età con capelli bianchi seduto su una poltrona) e per giunta si trovava in casa di mia nonna (molto cattolica e per cui non mi trovavo molto bene), che aspettava una mia decisione. Quando lo raccontai alla signora che ci faceva lo studio lo ha interpretato come: “se io non avessi scelto loro potevo incorrere nelle sue tentazioni e quindi avrei intrapreso una strada  sbagliata”. Sentendomi dire una cosa del genere mi sono sentita in un bivio e molto pressata, come se fossi tra l’incudine e il martello. Tra l’altro detta in quel modo davano per scontato che l’unica strada giusta fosse la loro, il che è una cosa molto sbagliata. Avevo una gran confusione in testa, ma poi anche per altri modi di pensare che non erano solo per via delle festività ma su come interpretavano certi passi della Bibbia, non mi sono ritrovata per nulla e così non continuai più.

Mi sono sentita di nuovo libera, non mi sentivo più costretta dalle loro idee o dover scegliere per forza loro e subito, era incredibile come in poco tempo avessi la sensazione di finire in una gabbia peggiore, proprio come in una setta, in cui ti impongono come devi comportarti, cosa devi pensare e cosa puoi fare e non fare. Inoltre le donne non potevano indossare i pantaloni nelle adunanze, anche se faceva freddo, ma esclusivamente gonne sotto il ginocchio e non più su, perché altrimenti con i pantaloni si potevano vedere le curve e gli uomini potevano essere soggetti a cattivi pensieri. Io sono rimasta sbalordita! L’ho visto con mia mamma ma non ho mai partecipato a una loro adunanza. Ancora non sapevo molto su di loro ma come prime cose mi sono bastate.

A distanza di molti anni ho avuto l’occasione di conoscere una ragazza che ha fatto parte dei Testimoni di Geova e ho saputo che li aveva abbandonati. Lei lavorava come assistente presso una parrucchiera da cui vado ogni tanto e così, curiosa, un giorno le chiesi il motivo. Mi ha detto che aveva deciso di lasciarli perché non volevano che si fidanzasse con qualcuno che non fosse TDG. Lei a quel tempo era fidanzata con un ragazzo che non faceva parte della sua stessa religione e mi ha detto che è stata richiamata per questo e per qualche giorno, come una sorta di punizione, non ha potuto partecipare alle adunanze o attività loro.

Loro vorrebbero che tutti si sposassero tra fratelli. Ai giovani intimano questo o cercano di abituarli a fidanzarsi tra di loro, a meno che quello/a esterno/a si converta e cominci a studiare la loro parola perché altrimenti potrebbe indurre a comportamenti che loro non accettano (come andare a feste o attività che per loro non sono giuste) e quindi deviarla da quella che è la sua religione, oppure  non deve ostacolare il suo percorso. Siccome spesso capita che i mariti costringono la moglie a lasciare quella religione perché contrari, allora cercano di avere dei matrimoni tra di loro così da evitare tutto questo. Ma chissà perché temono così tanto quelli di altre religioni, forse perché potrebbero far capire che razza di regole assurde ci sono al loro interno? E così evitano ogni sorta di campanellino d’allarme.

Quindi in poche parole la obbligavano ad avere un ragazzo che fosse della sua stessa fede o nulla. Lei ovviamente, anche se non è così scontato, non l’ha presa bene e ha lasciato la loro cerchia. Tra l’altro per questo anche sua madre che era della stessa religione ha subìto la stessa punizione, solo perché della stessa famiglia. Una cosa assurda e discriminatoria! Poi mi ha detto che si sentiva pure in colpa perché da piccola non le era permesso vedere nemmeno alcuni cartoni animati tipo Sailor Moon perché facevano riferimento alla magia, per cui loro sono assolutamente contro, forse anche più della Chiesa.

 

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Li ha definiti degli ipocriti e capisco anche il motivo visto che sono venuta a sapere da mia madre che ci sono stati casi in cui, tra marito e moglie TDG, il marito l’ha tradita con un’altra sorella e l’anziano responsabile del gruppo ha richiamato in primis la moglie per quello che era successo, come se la causa fosse stata sua che avesse permesso ciò…io mi chiedo cosa c’entra la moglie che invece è la vittima di tutto questo?!?! Inoltre vengono pure richiamati entrambi, anche pubblicamente davanti all’adunanza per far sapere agli altri che ci sono conseguenze per chi non si comporta bene. In alcuni casi vengono pure allontanati, ma in altri no, come nel caso di Evangelisti a cui è successa la stessa identica cosa. Infatti il marito non è stato allontanato e il pastore ha incolpato la moglie!

E voi fate la predica a chi si sceglie consorti di altre religioni come se fossero il male in persona, quando in primis succedono all’interno delle vostre cerchie?? Allora mi viene il dubbio che non siete così perfetti come vi vantate di essere, come se solo voi siete meglio di tutti. Ma per favore! E quando faccio notare questi ragionamenti a mia madre lei non dice niente ma continua a difenderli, quindi da lì ho capito come non riesce davvero a comprendere i comportamenti sbagliati, come se le avessero fatto il lavaggio del cervello e fosse giusto ciò che fanno.

Ora capisco il perché viene definita come Setta da molte persone con cui ne ho parlato, perché impongono il loro modo di pensare cercandoti di convincerti in tutti i modi se non la pensi come loro, e si sentono così sapienti di ogni passo della Bibbia che cercano pure di metterti in difficoltà, visto che non tutti la sanno in maniera approfondita. Ma quando vedo quello che gli dà filo da torcere esponendogli anche il loro punto di vista provo un certo piacere perché non si danno mai per vinti non permettendo che l’ultima parola sia di qualcun altro e per questo sono anche arroganti.

Hanno molto controllo su chi fa parte della loro cerchia. C’è sempre qualcuno al di sopra di tutti, sanno tutto di tutti e devono svolgere dei compiti ben precisi facendo un tot ore di servizio. Il loro servizio consiste nel lasciare degli opuscoli nelle buche delle persone o per giunta citofonare facendo domande su qualche passo della Bibbia, creando una discussione anche per citofono, e se la persona è interessata prendono appuntamento per fare lo studio in casa. Oppure possono fermarti anche per strada mostrandoti i loro opuscoli e chiedendoti che cosa ne pensi di un determinato argomento. Il fatto e che non puoi nemmeno liberartene facilmente di quanto sono insistenti costringendo la gente a essere maleducata pur di allontanarli. Ditemi voi se non ricorda una Setta.

Così finita questa parentesi con i Testimoni di Geova e non avendo trovato altro sono ritornata con quella Cattolica. Era un periodo che cercavo davvero una mia identità e l’avvicinamento a Dio, forse anche una via più spirituale.

Magari non l’avevo capita bene io e dopo aver cambiato casa in un posto dove non conoscevo nessuno, mi ero avvicinata un po’ di più alla Chiesa dandole una seconda chance, facendo parte di un coro e successivamente di un gruppo bandistico.

Anche nella Chiesa Cattolica ho potuto sentire voci non tanto confortanti ma non vissute in prima persona. Il parroco del mio paese si dice abbia avuto una figlia, se n’è parlato come comunque qualcosa che faceva scalpore, ma si vede non più di tanto. L’unica cosa che ho visto del suo comportamento è che dimostrava molta confidenza con i parrocchiani, soprattutto i giovani che facevano parte dei vari gruppi.

 

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Scherza sempre e dà abbracci molto calorosi anche a chi conosce per la prima volta, sarà il suo modo di fare ma è un po’ troppo invadente come parroco anche per come ti guarda. Quei pochi abbracci che ho ricevuto quando mi ha conosciuta sono stati molto stritolanti e per cui ho cercato sempre di evitare, lui era pure un tipo bello cicciotto e per questo suo modo amichevole di fare era ben voluto dalla gente del paese.

Poi ho saputo da un amico che quando era piccolo uno dei parroci più anziano della mia stessa chiesa gli aveva accarezzato una gamba, lui non era tipo da stare zitto e lo ha raccontato a sua madre (fervente cattolica), ma era finita lì restando solo stupita. Infatti lui non ha mai frequentato la Chiesa, si è sempre tenuto lontano e non la può vedere non so se per qualcosa in particolare o attinente a questa vicenda, ma ha un buon sesto senso quando si tratta di sentire quando qualcosa non va o energie negative.

Dopo alcuni anni sono riuscita a trovare la strada giusta per me e non avrei potuto desiderare di meglio. Ho potuto conoscere davvero il vero significato di Dio, come si preoccupa davvero per noi senza essere quel Dio punitore che la Chiesa ci fa credere, ma lasciandoci libera scelta per ogni nostra azione. Lui non ci impone mai nulla, ci può mettere diverse strade davanti ma siamo noi con le nostre scelte che scegliamo chi essere e come comportarci, senza pressioni e nulla. Ma se sappiamo trovare la chiave giusta di comunicare con Lui, allora avremo la possibilità di capire ciò che ha da dirci e chi è realmente.

Il tipo di approccio che abbiamo sempre avuto con Dio, dovuto a insegnamenti tramandateci della Chiesa, non è abbastanza se non inutile. Le parole sono inutili per sentire la sua vera presenza, solo il silenzio mentale e il giusto intento di alzarci in vibrazioni sempre più pure può aiutarci ad avvicinarci a Lui, che è un Essere davvero Immenso, e comprenderlo davvero.

Tutto questo non l’avrei mai potuto imparare in nessun altro posto se non grazie ad Angel Jeanne e alla sua Accademia di Coscienza Dimensionale, solo grazie a lei ho compreso quanto è diverso il modo che abbiamo di approcciarci a Dio. Lui ci aiuterebbe molto volentieri se solo fossimo in grado di ascoltarlo, Lui è puro Amore e lo fa senza chiedere mai nulla in cambio o punirci se non facciamo ciò che dice.

Ho potuto leggere il libro “Dio esiste? Sì, e sa chi sei, ma tu non sai chi è lui” che mi ha finalmente chiarito il modo giusto di come avvicinarci a Lui e iniziare a conoscerlo davvero. Ogni cosa scritta mi è sembrato così familiare che non mi creava nessun dubbio, in più erano basate su reali esperienze fatte in prima persona da Angel e sentivo chiaramente come se fosse la strada giusta per me.

Con il tempo ho compreso i tranelli e le falsità che la Chiesa ci dice solo con lo scopo di tenerci legati e addormentati a false idee, solo per impedirci di raggiungere quella libertà spirituale che ci porterebbe ad evolverci davvero e conoscere il vero mondo che ci circonda. Ho capito che noi siamo molto importanti per Lui e che possiamo contribuire ad espandere la sua energia in questo pianeta così che possa essere sempre meglio, ma se non abbiamo i giusti insegnamenti saremo sempre ignari di quanto possiamo fare per noi e per gli altri.

Non ringrazierò mai abbastanza la mia Anima per avermi fatto conoscere Angel, e lei stessa per tutti gli insegnamenti e aiuto che mi ha dato e continua a darmi per continuare a farmi acquisire sempre più consapevolezza di me stessa. Grazie davvero dal profondo del cuore!!

 

Sole

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DANNI PSICOLOGICI DOPO IL TAMPONE

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Nel triennio 2020/2022 durante la pandemia mondiale denominata Covid 19 lo strumento diagnostico per eccellenza è stato il tanto famigerato “TAMPONE”, un dispositivo medico nato con altri scopi ma diventato in poco tempo famoso per rilevare una presunta positività al virus SarsCoV2. Sono stati detti e fatti un’infinità di controsensi su questo “mezzo” ed è stato abusato fino all’inverosimile. Esistono diversi tipi di tampone, da quello molecolare (test PCR a loro dire il più veritiero) a quello rapido e quello salivare, ma lo scopo è comune a tutti quanti ossia trovare all’interno dell’organismo tracce e quindi presenza di questo virus, infilando un lungo bastoncino (simile al cotton fioc) all’interno della cavità nasale fino a raggiungere la faringe, con una manovra altamente invasiva e dolorosa, tanto da raggiungere la membrana cellulare del cervello e penetrarla in alcuni casi.

Molte persone in questi anni si sono affidate a questa prassi per farsi diagnosticare la malattia e molte altre sono state obbligate dal Governo a svolgerla ogni 48 ore per poter lavorare, se sprovvisti di vaccino. I danni che questa pratica ha portato sono evidenti su tanta gente, da perdite di sangue dal naso a capogiri e anche nausea e vomito, ma quello che voglio raccontare è un cambio di personalità con conseguente indebolimento fisico.

 

Il primo è un ragazzo di 34 anni, non vaccinato, dipendente lavorativo del mio compagno.

Premesso che il suo datore di lavoro (anche lui non vaccinato) non gli ha imposto di presentare il lasciapassare (cosiddetto Green Pass) per lavorare ed anzi lo ha spronato a disobbedire a queste stupide regole, il ragazzo ha iniziato a fare qualche tampone per partecipare a delle feste e per entrare nei ristoranti. Inizialmente si presentava in farmacia per effettuare il test un po’ perplesso e con la paura addosso, ma con il tempo ci ha talmente fatto l’abitudine che ogni tanto si faceva un tampone per vedere se per caso fosse risultato positivo asintomatico, così da entrare in possesso di Green Pass da guarigione.

Lo conosco da anni e posso affermare che è sempre stato sanissimo e prima d’ora non ha MAI avuto un problema di salute, neanche un raffreddore, ma dopo tutti la serie di tamponi ha iniziato ad avere sempre più spesso mal di testa e una debolezza fisica che non aveva mai provato, a volte gli manca proprio la forza nelle braccia.

Non contento a gennaio 2022 si tampona più volte di seguito perché è stato a contatto con dei positivi e spera di aver contratto il virus per avere il tanto agognato lasciapassare verde, ne esce finalmente (per lui) positivo e fa la quarantena a casa dove però sta anche molto male. Ci tengo a precisare che questo malore è emerso solo DOPO aver fatto i tamponi, febbre molto alta e dolori alle ossa come non aveva mai provato in vita sua, la sensazione a suo dire era quella di essere rotolato giù da una montagna dentro ad una botte, ed anche l’idea di avere addosso qualcosa di artificiale, non una normale influenza.

Finita la quarantena rientra al lavoro ma non sembra più la stessa persona di prima, è spesso stanco e soffre di problemi intestinali anche a distanza di mesi, perde la concentrazione e soprattutto la memoria, è apatico a dismisura e molte volte bisogna riprenderlo perché anziché lavorare passa il suo tempo a giocare con il telefono cellulare (durante l’orario di lavoro come se neanche fosse lì). Questa ultima cosa mi ha lasciata basita, perché pur rendendosi conto che si trova sul posto di lavoro non riesce a staccare gli occhi dallo schermo, lo tiene vicino e ogni tanto butta lo sguardo, addirittura quando può tiene costantemente un auricolare wireless all’orecchio per non perdersi non so neanche io bene cosa, non è affatto normale.

E’ cambiato molto, parlare con lui è inutile perché non ha reazioni di nessun tipo, è un guscio vuoto, mentre prima potevi farci qualche discorso interessante. Sembra soffra di uno sdoppiamento della personalità, non saprei bene descriverlo ma fantastica su una vita diversa che non sta conducendo realmente ed è convinto di essere quell’altra persona nei suoi discorsi.

La situazione a mio parere è davvero grave, mi dispiace perché quando l’ho conosciuto era un ragazzo brillante con cui poter dialogare ed ora guardandolo è soltanto un robot lobotomizzato, lo si nota anche a distanza nel suo modo di muoversi e rapportarsi (poco!) con le altre persone.

Sono certa che questo suo cambiamento sia dovuto dopo aver fatto i tamponi e ciò comporta una grande riflessione riguardo questa pratica invasiva svolta su quasi tutta l’intera popolazione.

 

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La seconda storia è giunta a me di recente e riguarda la mia parrucchiera, 28 anni, vaccinata con 2 dosi ma estremamente contro il vaccino, dice che lo ha fatto sotto ricatto lavorativo ma si è pentita

tantissimo di aver accettato il sopruso dello Stato, anche se non ha avuto effetti avversi ed è sempre stata bene.

Mi racconta che è tutta la settimana che ha una forte tosse e per sicurezza verso le sue clienti (?) si è sottoposta ad una serie di tamponi fai da te, 4 nel giro di una settimana, tutti con esito negativo, aggiunge che si sente una stupida ad averlo fatto e a cadere ogni volta nel tranello dei sensi di colpa verso il prossimo, come a sentirsi in colpa nel caso fosse positiva e non lo dicesse, una manipolazione bella e buona le dico io. Dopo che abbiamo parlato di tutt’altro mi confessa che in passato soffriva di attacchi di panico, fin da quando era bambina, e che da un po’ di anni li teneva sotto controllo, anche durante la pandemia non ne ha avuti, proprio nel momento di massima debolezza mentale dove molti si sono sentiti sotto pressione iniziando a soffrirne sempre più spesso. Racconta che durante l’ultima settimana (quella dei numerosi tamponi) le è venuto un attacco di panico dal nulla mentre era tranquilla a casa sul divano e si è sentita morire, poi piano piano lo ha gestito e si è calmata ma non riusciva a darsi una spiegazione in merito all’accaduto, non c’era niente per lei che non andasse in questo periodo.

La spiegazione è molto semplice e a portata di mano, la colpa è dei tamponi e delle sostanze contenute al loro interno che scatenano reazioni latenti che il nostro organismo non provava più da tempo… le ho consigliato di rifletterci su e spero che la gente come lei la smetta una buona volta per tutte di alimentare questa pantomima da teatrino di pessima qualità!

 

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Le eccessive ricchezze della Chiesa

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La mia esperienza con la Chiesa

I miei genitori sono sempre stati molto religiosi e mi hanno cresciuta con la classica educazione cattolica, quindi messa ogni domenica, catechismo, battesimo, confessione, comunione, cresima, ecc. I miei non sono mai stati molto rigidi nei miei confronti, ma ci tenevano più che altro che andassi a messa la domenica. Dico così, perché i genitori di alcune mie amiche le costringevano pure a dire il rosario tutte le sere e a partecipare ad un sacco di messe e funzioni straordinarie, tipo via crucis, triduo pasquale, novene dell’avvento, ecc… questo per fortuna i miei genitori da me non lo hanno mai preteso.

Non mi è mai piaciuto frequentare la Chiesa, innanzitutto perché quasi ogni domenica durante la messa mi sentivo male fisicamente, mi girava spesso la testa e mi sentivo svenire o mi saliva una nausea fortissima. Tante volte mi dovevo sedere, anche per terra se la chiesa era piena, perché dal nulla mi venivano dei veri e propri mancamenti. Guarda caso poi quando uscivo dalla chiesa passava tutto. Sarà stato un caso?! Io non credo con tutta l’oscurità che vi regna all’interno! Per me andare a messa è sempre stata una vera e propria tortura e quando lo facevo presente ai miei famigliari mi rispondevano che le mie erano tutte scuse. Così, quando fui un po’ più grande, iniziai ad ingegnarmi per aggirarli: se loro decidevano di andare a messa alla mattina io facevo in modo di andarci alla sera e viceversa, ma in realtà non mettevo assolutamente piede in chiesa, andavo a farmi un giro oppure mi mettevo da qualche parte a leggere o a studiare. In fin dei conti ero io quella che stava male, mica loro e se non mi credevano che ci potevo fare?! Piuttosto di litigare ogni volta, preferivo mentire!

Un altro motivo per cui non mi piaceva la Chiesa, erano i suoi “insegnamenti”. Già da bambina iniziavo a pormi tante domande esistenziali su Dio, sull’Anima e la Reincarnazione e mi capitava spesso di chiedere spiegazione ai miei genitori, ai catechisti, al prete, ecc. infondo quello era l’unico modo che mi era stato insegnato per approcciarmi a Dio e alla verità, ma nessuno riusciva mai a darmi risposte che mi soddisfacessero, anzi il più delle volte erano risposte illogiche della serie “perché è così e basta”. Ad esempio, una volta ebbi un ricordo di vita passata e provai a parlarne con gente di chiesa, ma mi fu risposto che la reincarnazione per gli esseri umani non esiste e che le vite passate sono solo un’invenzione del Diavolo. Qualcuno mi disse pure che avrei dovuto pregare tanto perché quel tipo di esperienze capitano solo alle anime dannate. Se ci penso, ora mi viene da ridere! Per fortuna non ho mai voluto credere a queste falsità, ho sempre cercato la mia verità usando il sesto senso e la logica, finché non ho trovato Angel Jeanne che ha unito ed integrato i pezzi del puzzle offrendomi sempre l’unica verità completa e possibile, quella che non può mai essere confutata perché è talmente perfetta ed universale che è impossibile da smentire; e di questo le sarò sempre immensamente grata!

Un ulteriore aspetto della Chiesa che non ho mai condiviso e sul quale mi sono spesso interrogata sono i riti che vengono compiuti durante la messa. Ad esempio, ho sempre trovato sbagliato quello che viene definito come rito della Consacrazione, ovvero quando il prete mangia il “corpo” e beve il “sangue” di Cristo, e poi il rito della Comunione dove tutti si mettono in fila per ricevere il “corpo” di Cristo. Li trovavo riti insensati e quasi sempre mi rifiutavo di prendervi parte.

 

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Quando posi i miei dubbi al prete, mi fu risposto che quello fosse l’unico modo perché Dio e Gesù entrassero in noi. Che assurdità! Molti anni dopo leggendo i volumi “Apatìa” di Angel, trovai conferma di quanto oscuri fossero tali riti e fui felice di apprendere che il mio modo di ragionare stava andando nel verso giusto.

Anche negli anni delle scuole superiori ebbi a che fare con la Chiesa, infatti ai tempi frequentavo un liceo, nel quale il dirigente scolastico era un prete, e ricordo che tutti, sia i professori che gli alunni, si lamentavano del rigore e della disciplina che quell’uomo esigeva. Infatti lui tutte le mattine si posizionava nell’atrio della scuola ad osservare e salutare tutti quelli che entravano e se c’era qualcosa che non gli andava bene, prendeva provvedimenti. Ad esempio più di una volta alcuni miei compagni di classe ricevettero dei richiami perché indossavano le tipiche canottierine estive o i pantaloni corti fino al ginocchio, che secondo lui non erano consoni all’ambiente scolastico, mentre le ragazze in minigonna potevano entrare a scuola senza problemi. Furbo no?! Quando si accorgeva che gli studenti portavano piercing sul viso li obbligava a toglierli all’istante e si infuriava quando vedeva le coppiette che si davano la mano, se poi si baciavano si salvi chi può! Ogni volta che volevamo presentare giustificazioni per le assenze e permessi di uscita dovevamo stare sempre molto attenti a ciò che scrivevamo sul libretto personale, perché non importava che ci fosse la firma dei genitori, se per lui la motivazione non era valida non accordava alcun tipo di permesso. Ad esempio, la classica dicitura Motivi famigliari o personali o di salute non andava mai bene, lui esigeva sempre spiegazioni dettagliate, peccato che si trattasse di violazione della privacy! Alla fine dell’anno scolastico era lui stesso a consegnare le pagelle ad ogni alunno in un colloquio privato con i genitori. Io mi ci recavo sempre con mio padre, ed ogni anno ci mettevamo a ridere per le stupidaggini che riusciva a criticare sulla mia pagella. Premetto che io a scuola sono sempre andata bene, mi piaceva studiare e i miei voti erano sempre buoni, ma di religione viaggiavo sul 7-8 e questo a lui non andava mai bene e mi diceva che mi sarei dovuta impegnare di più in quella materia. Ma fammi ridere, non era neppure obbligatoria! Inoltre era fissatissimo sulle assenze e ti presentava il resoconto di quanti giorni di assenza avevi fatto durante l’anno scolastico chiedendone la motivazione. Di solito mi capitava di assentarmi pochissimo e sempre per motivi di salute (perché a scuola ci andavo volentieri) e questo personaggio ancora aveva il coraggio di lamentarsi perché secondo lui erano sempre troppi i miei giorni di assenza! Tra l’altro organizzava sempre una cerimonia, di domenica e con messa annessa, nella quale premiava gli studenti meritevoli e coloro che non avevano fatto assenze durante l’anno. Anche con gli insegnanti era molto rigido e non concedeva mai permessi, ad esempio ricordo che la mia insegnante di inglese in dolce attesa non poteva nemmeno recarsi a fare le visite di controllo.

Dall’età di circa 16-17 anni iniziai a prestare servizio come animatrice nella pastorale giovanile della parrocchia del mio paese, in realtà non era un ruolo che richiedeva di diffondere insegnamenti religiosi, ma solo di intrattenere con giochi e altre attività ludico-ricreative i bambini e gli adolescenti nel doposcuola e nei periodi di vacanza. Nonostante fosse un servizio offerto dalla Chiesa, non c’erano quasi mai figure ecclesiastiche che supervisionassero, era tutto gestito da giovani della mia età o più grandi, quindi tutto sommato era un compito che svolgevo volentieri perché mi piaceva molto stare con i bambini.

 

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Ma d’altra parte alla Chiesa servono pure attività divertenti di questo tipo gestite da gente normale per accalappiare piccoli fedeli a sé…

Ovviamente tutto il lavoro che svolgevo era a titolo gratuito, sì perché la Chiesa è molto brava a chiedere aiuti ed offerte ma non regala un centesimo a nessuno, anzi pretende sempre che tutti lavorino gratuitamente al suo servizio! Anche in quelle occasioni sperimentai dei volti della Chiesa che non mi piacquero, ma ne parlerò in seguito trattando le esperienze singolarmente.

Le ultime volte in cui frequentai la Chiesa fu nel periodo del mio matrimonio. Da qualche anno ormai avevo già preso le distanze dalla religione, ma tutti in famiglia ci tenevano che mio marito ed io ci sposassimo in chiesa e così, ancora ignari della gravità della situazione, scegliemmo molto ingenuamente di accontentarli. Tra l’altro il prete che celebrò il nostro matrimonio, qualche mese dopo venne pure scomunicato dal Vescovo a causa di alcuni incontri a luci rosse avvenuti nell’oratorio oratorio con alcune “pie” donne.

Ad ogni modo quando conobbi ACD e gli insegnamenti di Angel, il mio distacco dalla Chiesa fu definitivo e non poteva essere altrimenti. Più apprendevo informazioni, più cercavo di non mettere più piede in chiesa. Lei infatti è sempre stata la sola e unica che mi abbia mai offerto la Vera Conoscenza e la verità a tutte le risposte che cercavo da una vita intera. Lei conosce la vita di Gesù e di tantissime altre potentissime Divinità che nei millenni hanno salvato il mondo e ne porta avanti i Veri insegnamenti, Lei sì che conosce la Chiave dell’Evoluzione Spirituale e della Comunicazione con Dio, Lei è la più Potente Maestra Universale che potessimo mai incontrare in questa vita e l’Unica dalla quale possiamo apprendere tutto ciò che serve al nostro Essere per evolversi e salvarsi. I suoi Grandissimi insegnamenti spirituali e psichici non sono minimamente paragonabili alle assurde schifose menzogne che racconta la Chiesa! Da quando sono nata, ho sempre sentito pronunciare il nome di Gesù e Lui è stato per molti anni il mio punto di riferimento, ma solo grazie ad Angel ho potuto comprendere chi fosse realmente questa Grandiosa Divinità e quanto fosse Forte e Potente, il più Grande Maestro Spirituale e Psichico di tutti i tempi! La Chiesa, dominata dall’Oscurità, per secoli ha usato il suo nome allo scopo di diffondere falsi insegnamenti e solo ora grazie ad Angel la verità su di Lui sta venendo a galla ed esplodendo come una bomba facendo tremare l’Oscurità. Di questo sono proprio felice, il nome di Gesù merita tanta Giustizia!

Negli ultimi anni, con l’arrivo della pandemenza, fortunatamente anche i miei genitori iniziarono ad aprire gli occhi davanti all’evidente oscurità e falsità della Chiesa e gradualmente si staccarono pure loro. Mai avrei creduto che due persone devote come loro riuscissero a compiere un simile passo all’età di 70 anni. Sicuramente non si sono staccati ancora del tutto a livello mentale, in quanto credo sia davvero difficile smaltire in poco tempo 70 anni di credenze e falsi insegnamenti, ma hanno sicuramente imboccato la giusta strada e spero che riescano a liberarsi sempre di più di questo peso che si portano dietro da tantissimi anni.

 

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Il prete pazzo esaltato…

All’età di circa 17-18 anni mi fu chiesto, per conto della parrocchia del mio paese, di accompagnare un gruppo di adolescenti ad un campeggio estivo di una settimana. Avevo già avuto esperienza di animazione con i bambini e i ragazzi e mi piaceva molto stare a contatto con loro quindi accettai, nonostante (ovviamente) non mi pagassero. Sì, perché ricordiamoci bene che la Chiesa è sempre molto brava a chiedere soldi e aiuti, ma non a pagare per i servizi richiesti. Chi lavora per la Chiesa lo deve fare sempre a proprie spese e a titolo gratuito, come volontariato! Questo è davvero vergognoso se pensiamo che la Chiesa possiede una quantità di ricchezze in grado di sfamare il mondo intero. Ad ogni modo in quel periodo andavo ancora a scuola, quindi non ci badavo molto, ciò che mi importava era fare un’esperienza lavorativa.

In quell’occasione avrei dovuto collaborare con un team di animatori, tutti più grandi di me, e con un cappellano sulla trentina che aveva il compito di coordinare tutta l’attività. Già dalle prime volte che lo conobbi, quel prete non mi fece assolutamente una buona impressione. Sembrava un esaltato fuori controllo, come se fosse drogato di qualche sostanza che lo rendeva costantemente euforico. Infatti aveva sempre un sorriso da ebete stampato in faccia e gli occhi spalancati, dava enfasi ad ogni frase che pronunciava come se stesse recitando e nei discorsi che faceva inseriva sempre degli slogan a caso, del tipo:”Alleluia!” oppure “Evviva Gesù!” oppure “Lodiamo Dio!”

Tre delle animatrici con cui collaboravo lo adoravano tantissimo, lo acclamavano, lo sostenevano nei discorsi che faceva contribuendo a renderlo ancora più esaltato. In quei casi io mi sentivo sempre molto a disagio perché trovavo il tutto troppo esagerato, non riuscivo ad integrarmi perché consideravo quel prete a dir poco inquietante, un drogato euforico, e non capivo cosa c’entrasse con i ragazzi, dato che di solito nella parrocchia del mio paese i preti non si occupavano mai di organizzare questo tipo di attività. Poco prima del campeggio però queste animatrici, che tanto lo adoravano, si ritirarono e al loro posto subentrarono degli animatori della mia età, gente che fortunatamente aveva opinioni molto simili alle mie sul conto di quel prete e con i quali mi trovai subito a mio agio. Quindi accadde che il “povero” cappellano si ritrovò da un giorno all’altro a coordinare un team che non lo stimava affatto e che molto spesso gli dava contro.

Già dall’arrivo nella casa del campeggio iniziò a rompere le scatole. C’erano due camerate enormi una per i maschi e una per le femmine, separate da una scala e una porta. Secondo lui la porta non era sufficiente e voleva che le ragazze dormissero al piano di sotto stipate in una stanzetta minuscola. Non era il primo campeggio che si svolgeva in quella casa e la spartizione tra maschi e femmine nelle camerate si era sempre fatta in quel modo senza nessun tipo di problema, ma lui aveva paura che ci fosse troppa promiscuità nonostante io ed altri due animatori dormissimo davanti alla porta. Fortunatamente, quando si rese conto di avere tutti gli animatori contro, si arrese ma con molta insolenza.

Durante il campeggio i ragazzini, che avevano dai 13 ai 16 anni, iniziarono subito a prenderlo in giro per i suoi modi esaltati e si dimostravano sempre svogliati davanti alle attività da lui proposte. Credeva, con il suo atteggiamento, di rendersi figo davanti ai giovani, ma fortunatamente quei ragazzini non erano degli stupidi! Lui ovviamente era sempre più irritato perché ormai aveva capito che non godeva proprio della stima di nessuno, ma cercava di mantenere sempre un profilo carismatico ed euforico. Inoltre molte ragazzine vennero a confessarmi quanto lo trovassero inquietante, e come potevo dar loro torto, più ci passavo il tempo assieme e più mi sembrava di avere a che fare con un caso psichiatrico da manicomio.

 

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Una sera i ragazzini chiesero di poter giocare a Dame e Cavalieri, un gioco a cui si partecipa a coppie miste, un maschio e una femmina assieme. Lui vietò categoricamente quel gioco perché secondo il suo parere era troppo promiscuo. Noi animatori accettammo la sua decisione ma con molto disappunto, dato che è un gioco che veramente si impara all’asilo. I ragazzini invece, abituati a giocarci, approfittarono di un momento libero e si autogestirono la partita senza chiedere il permesso a nessuno. Quando il prete lo scoprì andò su tutte le furie e sbroccò in una scenata da manicomio. Mentre insultava i ragazzini per aver trasgredito alle sue regole, si dimenava come un giullare e si mise perfino a baciare il pavimento. Dove era finita tutta la sua falsa ilarità?! In quel momento si mostrò per ciò che era davvero, un pazzo psicopatico! Se già prima lo evitavo, dopo quella scenata arrivai a schifarlo sempre di più. Mi venivano i brividi al pensiero che i genitori di quei ragazzini avessero affidato i loro figli a quel pazzo demente. Per fortuna il team di animatori era molto responsabile, affiatato e coeso, i ragazzini ci adoravano e il campeggio proseguì nel migliore dei modi, tutti si divertirono nonostante quell’episodio.

Alla fine del campeggio ci fu una riunione finale, nella quale a noi animatori veniva chiesto di tirare le somme sull’andamento di quella settimana. Tutti noi avevamo solo commenti positivi perché, nonostante il prete pazzo, riuscimmo davvero a mantenere sempre un bel clima sia nel team che tra i ragazzini. Lui invece aveva solo osservazioni e critiche senza senso, per di più in quell’occasione si fece pure spalleggiare da un altro ragazzo di chiesa che non aveva nemmeno partecipato al campeggio, per cui non avrebbe potuto nemmeno proferir parola, ma invece si permetteva di criticarci e di dirci che non c’era stata unione nel gruppo. Tant’è che con quest’ultimo ci fu pure un’accesa discussione perché non capivamo cosa avesse tanto da criticare il nostro operato se il campeggio era andato benissimo e i ragazzi erano andati via piangendo perché avrebbero voluto rimanere ancora. L’unico a sentirsi escluso dal team era evidentemente il prete che aveva usato questa figura esterna per criticarci. Fortunatamente qualche mese dopo quel pazzo cappellano fu trasferito, ma poveri coloro che ci avranno avuto a che fare. Per alcuni anni a seguire in estate mi capitò di ripetere questo tipo di esperienza, ma per fortuna di preti non si vide più nemmeno l’ombra!

 

Il prete esiliato…

Io vivo in un paesino di circa 800 abitanti, un paese troppo piccolo perché oggigiorno vi siano un prete e una vera e propria parrocchia. Eppure ormai da circa 7-8 anni nella canonica del paese vive un sacerdote, autoctono di qui, che nonostante non sia ancora in età pensionabile, non ha più alcuna responsabilità ecclesiastica. Sembra sia stato, in un certo senso, esiliato! Sono sincera, solo a vederlo mi sale lo schifo e l’ultima volta che lo incrociai mi partì un fischio fastidiosissimo all’orecchio sinistro. Sarà stato un caso? Non credo proprio! È veramente una persona avara, meschina, approfittatrice e viscida. Qualche volta in passato mi capitò di ascoltare alcune delle sue omelie e ogni volta o scoppiavo a ridere o mi saliva lo schifo, innanzitutto perché faceva discorsi da decerebrato mentale e da bigotto ai massimi livelli, e poi perché continuava a chiedere soldi alla gente. Ricordo che una domenica durante la Quaresima disse ai fedeli che i veri sacrifici graditi a Gesù sono le offerte per la chiesa. Quindi penso di aver reso l’idea su che razza di persona fosse! Ma la parte peggiore deve ancora venire…

 

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Già nel 2007 sui giornali uscì una notizia che lo riguardava nella quale veniva accusato di avere molte amanti. Lui smentì pubblicamente quell’accusa, ma il Vescovo preferì spostarlo ugualmente in un’altra parrocchia, d’altra parte si fa sempre così in questi casi. Nella nuova parrocchia doveva convivere e condividere l’incarico con un altro prete e anche qui riuscì a farsi notare. Infatti poco dopo iniziò a girare la voce che i due preti avessero una relazione omosessuale.  Fu allora che il Vescovo gli tolse ogni incarico e lo rispedì nel suo paese natale (dove vivo io) con la scusa che soffrisse di depressione. Qui gli fu assegnato l’incarico di aiutare i preti della zona con le messe e di occuparsi di portare conforto ai malati dell’ospedale. Poveri loro! Infatti si diceva che girasse per l’ospedale vestito completamente di bianco in modo da spacciarsi per un medico e non spaventare i pazienti. Ora, tutti sappiamo benissimo che razza di luoghi di morte siano diventati gli ospedali, per cui non oso immaginare quanta inquietudine possa aggiungere a tutto questo la sua figura che si aggira per i corridoi! Chi mai potrebbe cercare conforto in una persona tanto negativa?!

A questo proposito mi fu raccontato un episodio di abuso che sarebbe proprio da denuncia. Parto con la premessa che era risaputo che questo prete avesse una relazione omosessuale in corso con uomo che viveva lontano, che lui stesso definiva, senza nasconderlo, come il suo spasimante. Ora veniamo ai fatti. Qualche anno fa un amico dei miei genitori si trovava ricoverato in ospedale e il figlio (un ragazzo sulla trentina) andava spesso a fargli visita. Una volta questo ragazzo si trovò per puro caso in ascensore assieme al prete e accadde che il prete schifoso maiale si permise di allungare le mani su di lui. Il ragazzo fortunatamente si difese e lo rimise subito al suo posto, ma il fatto purtroppo non fu mai denunciato.

Quello che mi fa rabbrividire è pensare che persone del genere possano girare tranquillamente a piede libero, e per di più in luoghi dove la gente è particolarmente fragile e vulnerabile, come gli ospedali! Se ha allungato le mani con tanta facilità su quel giovane, chissà quante altre volte lo avrà fatto con altri, magari in gravi condizioni di salute e quindi non del tutto coscienti. Tra l’altro, mi viene da pensare che se questo essere schifoso si veste pure di bianco per farsi spacciare per medico, una ragione ci deve pur essere e non è sicuramente a fin di bene vista la natura del personaggio, ma queste sono solo mie supposizioni.

La Chiesa è veramente piena di esseri malvagi e pericolosi, in primis tra gli esponenti del clero, e ciò che mi fa rabbrividire è che persone del genere non siano mai passibili di denuncia per i gravi reati che compiono, tutto viene insabbiato e i preti delinquenti vengono semplicemente spostati in una nuova parrocchia dove possono continuare indisturbati a commettere reati e abusi sulle persone!

 

Le ricchezze della Chiesa…

Per chi conosce anche solo minimamente la Chiesa e il Vaticano si sarà subito reso conto di quanta ricchezza essa possegga. Personalmente ho sempre criticato la Chiesa per le sue ricchezze, con le quali potrebbe davvero sfamare il mondo intero e risolvere il problema della povertà. Inoltre mi saliva sempre una gran rabbia quando durante le messe i preti, con ogni minima scusa, invitavano i fedeli a fare offerte.

 

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A tal proposito, molti anni fa una cara amica di famiglia mi raccontò un fatto. Suo fratello era un uomo onesto e aveva tutte le buone intenzioni di diventare sacerdote. Poco prima di prendere i voti, un prete gli disse che se avesse avuto bisogno di denaro per qualsiasi cosa, gli sarebbe bastato chiedere offerte durante la messa domenicale con una banale scusa. Gli confessò infatti che in questo modo lui si era pure comprato l’auto nuova. Quest’uomo rimase schifato da tutta la falsità presente all’interno della Chiesa ed infine rinunciò a prendere voti. La Chiesa non è un luogo per gente onesta!

Una volta espressi il mio disappunto, riguardo a tutta l’avidità di denaro del clero, ad una ragazza che faceva la catechista. Lei mi rispose che le ricchezze della Chiesa sono beni storici, culturali e sono state accumulate in secoli di storia, non è colpa del clero se è ricco. Sì certo, ma i conti in banca? Tutti i beni immobili, case, hotel, appartamenti, ecc…? Tutti i preti vivono in edifici che appartengono alla Chiesa, non devono pagare affitti, tasse, spese di riscaldamento, bollette, ecc. Tutto lo stipendio che ricevono rimane a loro uso personale e ancora hanno il coraggio di chiedere denaro alla gente?! Dai, mi pare evidente che la questione non possa stare in piedi! Basta eseguire una semplice ricerca online per scoprire che la Chiesa guadagna ben 7 miliardi di euro all’anno, una cifra inimmaginabile!

Per alcuni anni mi capitò di prestare servizio come animatrice nella pastorale giovanile del mio paese, in realtà non era un ruolo che richiedeva di diffondere insegnamenti religiosi (altrimenti non avrei accettato), il mio compito era semplicemente di organizzare assieme ad un team di animatori una serie di attività e giochi per intrattenere i bambini o i giovani nel doposcuola e nei periodi di vacanza. Ovviamente non ricevevo alcun compenso per il lavoro che svolgevo, perché ricordiamoci che la Chiesa non paga mai nessuno per i servizi richiesti, tutto le è dovuto; però quando portavamo i bambini in campeggio o in gita avevamo tutte le trasferte e gli alloggi pagati, e in quel periodo ebbi l’occasione di visitare alcuni luoghi sparsi in giro per l’Italia appartenenti alla Chiesa e di farmi una piccolissimissima idea dell’ammontare dei beni ecclesiastici. Ogni volta che ci recavamo in un luogo diverso rimanevo stupita da ciò che vedevo. Una volta mi capitò di accompagnare un gruppo di adolescenti in una gita di tre giorni a Venezia. In quell’occasione alloggiammo presso un seminario, una struttura dove i preti possono frequentare l’università. A noi venne riservata una stanzetta in cui potevamo dormire sul pavimento nei nostri sacchi a pelo, niente di che, ma un giorno un prete che studiava lì ci permise di visitare l’intera struttura. Era immensa e dotata di ogni comfort, sembrava di essere in un antico castello sfarzoso dai soffitti altissimi e dalle decorazioni sontuose. Un’ala era tutta adibita agli alloggi degli studenti, tutti dotati di stanza con bagno privato, poi c’era tutta la zona delle aule universitarie, il campo da calcio, la biblioteca, le chiese, il giardino, ecc. il tutto con una splendida vista sulla laguna veneta. Quel posto sembrava a tutti gli effetti un hotel a cinque stelle! In quell’occasione mi permisi di chiedere al prete, che ci stava facendo il tuor della struttura, quanto pagasse per rimanere lì a studiare, dato che anche io frequentavo l’università e senza contare l’alloggio ogni anno mi ritrovavo a spendere una cifra non indifferente. Lui mi rispose che era tutto spesato e che la Chiesa gli finanziava gli studi, tra l’altro ogni studente riceveva pure uno stipendio mensile in quanto prete. Ne rimasi abbastanza sconvolta, la gente comune deve farsi il mazzo per potersi permettere gli studi all’Università, ma se ti fai prete tutto diventa magicamente gratis!  L’ultimo giorno di quel soggiorno ci venne offerto (in via eccezionale) il pranzo nel refettorio del seminario, servito come avviene ogni giorno secondo un’antica tradizione. La sala era bellissima, enorme, si vedeva che aveva un grande valore artistico. Lungo tutto il perimetro erano disposte delle panche di legno e dei tavoli ben distanziati. Ad ogni tavolo si potevano sedere solo due persone e tutti dovevano mangiare con il viso rivolto verso il centro della sala quindi con la schiena appoggiata ai muri. Non so di che razza di tradizione si trattasse e che senso avesse dato che, vista la disposizione, si poteva chiacchierare solamente con il commensale seduto al proprio stesso tavolo perché gli altri erano tutti molto distanti.

 

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Un bel modo per pranzare in gruppo e non fare conversazione! Al centro della sala c’erano due tavolate enormi, nelle quali venivano posizionate le pietanze, ed ognuno doveva alzarsi e servirsi a buffet. Finito di consumare il pasto venivano serviti i dolci e la frutta con lo stesso meccanismo. Sarò sincera, non ho mai visto tanto cibo e per di più di ottima qualità come su quelle tavole, si poteva mangiare davvero qualsiasi cosa tra primi di ogni genere, secondi di carne, pesce, verdure, ecc. Nemmeno nei buffet dei migliori ristoranti viene offerta tanta quantità e varietà di cibo, per non parlare dei dolci! Io ero sempre più incredula davanti a tutta quella ricchezza e abbondanza, e quella non era un’eccezione, anzi era solo una delle chissà quante strutture appartenenti alla Chiesa in cui il clero, quotidianamente come da normalità, viene trattato come in un hotel di lusso. Nella sala assieme a noi mangiarono pure i preti che studiavano nel seminario… guarda caso in quella sede erano quasi tutti giovani africani, che hanno iniziato a sgranare gli occhi e a ridere compiaciuti non appena hanno visto entrare nella sala tanta carne giovane! Dovevano avere proprio una grande vocazione per essere venuti a studiare in un posto simile dall’Africa!

In un’altra occasione accompagnai un gruppo di adolescenti in una gita di un weekend a Trento, anche in quel caso fummo ospitati nel seminario della città. La struttura era vastissima, grande quanto un ospedale, per rendere l’idea. Sui numerosissimi corridoi si affacciavano tantissime porte e il nostro alloggio si trovava dietro una di esse. Non appena varcata la soglia mai mi sarei aspettata di trovare un intero loft a nostra disposizione, composto di un’ampissima cucina dotata di ogni comfort, una tavola immensa, divani e divanetti, camere da letto per una ventina di persone, sala giochi, ecc… chissà quanti altri alloggi simili erano presenti in quell’enorme complesso di edifici, tutti vuoti e a disposizione dei preti!

Lo stesso valeva per le case vacanza che ci venivano aperte per i campeggi estivi, si trattava di strutture enormi situate in luoghi bellissimi, in montagna in mezzo alla natura, ma anche al mare con la spiaggia privata. Ogni struttura era sempre dotata di moltissimi posti letto, ampissima cucina e sala da pranzo, sala giochi, campi da calcio e pallavolo, ecc. Questi ultimi non erano sicuramente edifici di lusso, ma non mancava mai nulla!

Una volta invece al lavoro mi chiesero di frequentare un corso di aggiornamento di un weekend che si sarebbe tenuto in una struttura della Chiesa situata (se non ricordo male) in Val di Non, immersa tra le montagne e la natura. Essendo una struttura della Chiesa, mi sarei aspettata la solita casa campeggio, come quelle in cui portavo i ragazzini in estate, invece si trattava di un vero e proprio hotel, chiuso al pubblico e con un nome che sviava dalla vera funzione di quel luogo. A tutti i partecipanti venne assegnata una stanza con letto matrimoniale e servizi privati, i pasti molto gustosi venivano serviti in un’enorme sala con una vista bellissima sulle montagne. Anche questa struttura era dotata di ogni comfort, bar, sala relax, sala giochi, saloni per le riunioni, addirittura un’intera chiesa sotterranea, ecc… si trattava di un vero e proprio hotel chiuso al pubblico e ad uso della Chiesa.

Questo è ciò che ho potuto vedere con i miei occhi in rare occasioni, ma non oso immaginare quante strutture di lusso chiuse al pubblico possegga la Chiesa in Italia e in giro per il mondo a proprio uso esclusivo e personale, in cui preti, vescovi e cardinali possono compiere le loro vacanze di lusso e soddisfare tutti i loro vizi in totale riservatezza, o compiere i loro riti oscuri! Tutto ciò è un vero schifo se pensiamo che parte di questa ricchezza viene finanziata dalle nostre tasche tramite le tasse che lo Stato ci obbliga a pagare.

 

Sara

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Testimonianza sulla discriminazione

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Voglio raccontare la mia esperienza vissuta in un reparto ospedaliero dove prestavo servizio da 15 anni come infermiera. Come hanno iniziato a girare le voci su questo nuovo fantomatico vaccimerda, io da subito ho cercato informazioni in merito lontano dai canali tradizionali perché ormai sapevo che erano tutti menzogneri. Ovviamente ho provato a informare anche le colleghe sulla pericolosità di questo siero ancora sperimentale, le quali mi hanno prontamente ignorata e da lì hanno iniziato a guardarmi con circospezione. A dicembre 2020 si vocifera che a gennaio saranno a disposizione gratuitamente per noi sanitari i famigerati sierikiller e subito tutte erano entusiaste tranne io e altre 2 colleghe nonchè studentesse di acd. Subito la primaria nazista ha iniziato a minacciare chi non voleva sottoporsi alla puntura dicendoci che ci avrebbe mandate via dal suo reparto. Un giorno, poteva essere febbraio, la primaria entra urlando in salone davanti ai pz che stavamo dializzando dicendo che voleva parlare con le non vaccinate. Al che mi arrabbio perché la mia privacy era stata resa pubblica ai pz spettatori e alle colleghe che potevano anche non saperlo. Ci spostiamo in disparte in una stanza adiacente e la nazista primaria ci minaccia nuovamente di mandarci via dal suo reparto , al che io ribadisco che ero disposta ad andare immediatamente in direzione seduta stante con lei per farmi assegnare a un altro reparto, ma immediatamente. Non quando voleva lei…Ma non si può…perché ci vuole un addestramento di almeno 3 mesi per imparare la base per lavorare in dialisi e in quel momento sono necessaria…ma guarda un po’… Nei giorni successivi noto che le colleghe iniziano ad allontanarsi e pian piano mi parlano sempre meno. Abbiamo una specie di cucinino in reparto dove fare la pausa e se capitava che entrassi e vi erano colleghe, ecco che smettevano di parlare e se mi fermavo per un caffè ecco che se ne andavano e io rimanevo sa sola. Man mano che passavano i giorni sono stata via via isolata tanto che se vi era la possibilità di lavorare da sola ero arrivata al punto da sceglierlo io stessa… Solitamente lavoriamo a coppie ma in ogni turno c’è una specie di jolly che lavora da solo… Ecco ero io, o per scelta loro o mia. Inoltre capitava di doversi bardare per dializzare pazienti positivi al covid e loro erano contente che ci andassi io non vaccinata, un po’ perché secondo loro me lo meritavo, un po’ perché loro anche se vaxate avevano paura. Io ne approfittavo invece per lavorare da sola e ne ero pure contenta malgrado l’imbragatura fastidiosissima. Nel mentre la primaria non perdeva occasione di aggiornarci ogni qual volta capitava che visitasse pz non vaccinati in altri reparti ( veniva chiamata per consulenze nefrologiche) che stavano malissimo per il covid ( non si erano voluti vaccinare era giusto che soffrissero) …ovviamente perché le terapie che gli facevano erano volutamente per peggiorare la loro sintomatologia. Questo negli altri reparti, nel nostro no , e non perché la primaria avesse a cuore i nostri pazienti, ma perché noi lavoriamo a numero…ovvero più dialisi facciamo più soldi incassa il reparto e quindi c’era tutto di guadagno a tenere i pazienti vivi per poterli dializzare. Praticamente abbiamo il “problema” opposto… A volte ho “dovuto” dializzare pazienti che erano praticamente in fin di vita solo per fare numero e a niente valevano le mie rimostranze…o così o così… Decido quindi io di chiedere trasferimento, non ne potevo più, ma essere spostati da noi..è una procedura molto lunga e ci godono ai piani alti a non accontentarti.. Nel mentre arriva Aprile e l’obbligo vaccinale per i sanitari non vi posso spiegare la soddisfazione della primaria e delle colleghe perché credevano che avrei finalmente acconsentito al sieromerda. Da quel momento ho vissuto quotidianamente quegli atteggiamenti di discriminazione e ho anche beccato conversazioni tra le colleghe preoccupate che se mi sospendevano in estate rischiavano di saltare le ferie per coprire i miei turni ed erano incazzatissime per questa attesa della mia sospensione.

Qualcuna me lo ha anche detto in faccia.. Insomma quante storie facevo per una punturina, loro proprio non capivano…. Sempre ad aprile ad una riunione con la naziprimaria lei tutta fiera e contenta dell’obbligo ci ribadisce che era ed è nostro dovere morale vaxarci nei confronti di quei nonnini morti in reparto da marzo 2020 in quanto non esisteva ancora la mitica cura e noi che finalmente ce l’abbiamo, la snobbiamo…

 

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Secondo lei non era giusto e tentava di farci vergognare e sentire in colpa davanti a tutte le altre che anche senza obbligo avevano già felicemente provveduto. Ad agosto esce la legge del nazipass e tutte felici a stampare i loro qrcode e a esserne contente. Iniziano così a discriminare ancor di più chi non ce l’aveva, sottolineando che fosse giusto impedire determinati accessi ai luoghi comuni. Ero sempre più schifata e stressata. Ho accolto quasi come una liberazione la sospensione da lavoro senza retribuzione, non prima di aver subito attacchi dalla responsabile delle risorse umane, un’altra nazista che tutti temono nel mio ospedale per la sua manifesta cattiveria. Il giorno prima dell’obbligo di presentarmi a lavoro col nazipass ricevo una telefonata intimidatoria dalla primaria col suo cellulare privato, dove mi chiede di mandarle una mail dove mi dichiaro in possesso o meno del nazipass al che le rispondo di inviarmi una pec con le Sue richieste. Mi butta giù il telefono e mi richiama sul mio cellulare , con il suo numero privato passandomi la nazista delle risorse umane la quale mi intima di non osare presentarmi a lavoro con un nazipass da tampone perché non era sufficiente e che mi avrebbe fatta controllare il nazipass dalla caposala e dalla primaria. Decido di mandare malattia qualche giorno per prendere tempo ma contemporaneamente mi arriva nello stesso giorno la sospensione dal mio ordine professionale dell’esercizio della professione..esattamente il 15 ottobre 2021. Che dire, ho fatto questo lavoro dal 1991 e 30 anni dopo mi ritrovo sospesa senza retribuzione per inadempienza all’obbligo vaccinale. Una situazione che in effetti mi ha scombussolata poiché era così ingiusta… Cioè avevano deliberatamente violato i miei diritti umani e mi volevano imporre un vaccino sperimentale che per legge non si può imporre. Una violazione delle leggi dietro l’altra che si sono susseguite ad un ritmo incalzante senza riuscire ad impedirlo e chissà quante altre cose invece ci hanno evitato i nostri grandiosi Maestri. In tutto questo a casa purtroppo il clima intanto era peggiorato perché a parole sembravano capire ma poi gli atteggiamenti erano di totale disapprovazione. Come si suol dire ho fatto letteralmente “il diavolo a 4”, la pazza furiosa per impedire ai miei figli e a mio marito di vaxarsi e fin’ora ha funzionato, ma ne pago i postumi con i loro atteggiamenti. Vabbè al momento mi va comunque bene così.. Vorrei sottolineare che se sono riuscita ad affrontare tutto quanto, lo devo solo ai nostri Maestri Divini sia grazie ai loro insegnamenti e sia alla loro presenza che ho sentito sempre viva in ogni momento. Non ho mollato un solo giorno la pratica e anzi Angel Jeanne ci ha coinvolti in percorsi, giochi e pratiche di gruppo che hanno rafforzato la mia determinazione dandomi un coraggio che nemmeno sospettavo di possedere. Sono davvero una privilegiata ad avere avuto questa chance di conoscere ACD. Infinitamente grata sempre.

 

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Discriminazioni al Sindacato

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In gennaio 2022 viene deciso che dal giorno 1 febbraio 2022 sarà necessario essere in possesso di green pass base per accedere a: pubblici uffici – servizi postali, bancari e finanziari – attività commerciali, ad eccezione di quelle che “soddisfano le esigenze essenziali e primarie della persona”. Mio marito, dopo mesi di sospensione, non gli viene rinnovato il contratto e quindi ci siamo subito attivati per fare la domanda per ricevere la NASpI. Se da una parte c’era l’amarezza, la rabbia, la preoccupazione e la tristezza di non poter lavorare, dall’altra eravamo sollevati perchè la sua disoccupazione ci avrebbe permesso di sostenere le spese. Nella stessa situazione si trovava anche mia sorella. Quindi chiamiamo subito per prendere i vari appuntamenti al Sindacato e al Centro per l’Impiego e fortunatamente vengono fissati entro fine gennaio. Al Sindacato hanno appuntamento lo stesso giorno, uno dopo l’altro. Decido di accompagnarli e appena arriviamo vediamo appeso alla porta un cartello con scritto che per accedere agli uffici era obbligatorio il green pass.

 

Tutti e tre ci poniamo la stessa domanda: “Ma come hanno deciso di applicare in anticipo una discriminazione? Proprio un Sindacato?”. Ci sembra impossibile, quindi facciamo finta di nulla e aspettiamo. Poco dopo l’orario del loro appuntamento, arriva un impiegato a chiamarli e mi dice che io non posso aspettare là e di andarmene subito visto che non avevo appuntamento. Ho pensato: “Ora non si possono più nemmeno accompagnare le persone?”. Veramente assurdo e ingiusto. Vabbè avevamo già deciso che mentre loro sarebbero stati dentro a fare domanda di disoccupazione, io ne avrei approfittato per andare a curiosare in un negozio di prodotti agricoli là vicino per farmi un’idea di cosa poteva servirmi per l’orto e dei costi. Dopo circa un quarto d’ora faccio per uscire dal negozio e proprio in quel momento li vedo arrivare. I loro volti erano amareggiati, tristi e delusi. Non li ho mai visti in quello stato, sembrava come se qualcuno li avesse bastonati. Ero molto dispiaciuta nel vederli così e allo stesso tempo molto arrabbiata per come erano stati trattati, per quello che ci stavano facendo vivere. Eravamo esclusi dalla società. Mi hanno spiegato che una volta entrati il dipendente del sindacato ha chiesto loro il green pass. Mio marito e mia sorella hanno chiesto spiegazioni, hanno provato ad insistere più volte, ma non sono riusciti a fargli capire che quello che stava facendo era ingiusto.

 

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Per rendere meglio l’idea di quello che hanno provato, vi riporto quanto mia sorella ha inviato ad una sua amica per sfogarsi:

“Ieri, 19 gennaio 2022, avevo appuntamento alla UIL per fare richiesta per la disoccupazione. Sono arrivata là assieme a mio cognato, entrambi avevamo appuntamento per la disoccupazione. Ci hanno fatti aspettare fuori più o meno 15 minuti. Sulla porta c’era la scritta enorme che ti avevo mandato ieri, ovvero che per accedere all’ufficio serviva il green pass. Noi ce ne siamo fregati perché da quanto sapevamo gli uffici lo avrebbero richiesto dal 1 febbraio in poi. Dopo 15 minuti di ritardo rispetto all’orario del nostro appuntamento, un ragazzo ci ha fatti entrare entrambi e dopo un po’ ci ha chiesto se avevamo sto maledetto green pass. Siamo stati là a discutere più o meno una quindicina di minuti, tempo nel quale avrebbe potuto quasi far giù le carte per entrambi. Ci ha spiegato che è la UIL ad aver fatto uscire prima questa regola e per questo loro hanno iniziato a chiedere sto pass del piffero già da lunedì 17 gennaio. Ho provato più volte a chiedergli se poteva farci comunque giù le carte, visto che tra il tempo che eravamo stati fuori ad aspettare e il tempo che eravamo là a discutere era passata più o meno una mezz’ora. Ma lui niente, alla fine ci ha mandati via, nonostante l’appuntamento, il fatto che al telefono non ci avesse informati ed il tempo perso.”

E ciò che ancora oggi, novembre 2022, porta dentro ricordando quel momento: “Ricordo molto bene come mi sono sentita quel giorno, come poterlo dimenticare! Sono stati 15 minuti bruttissimi, in cui mi sono sentita discriminata. In un attimo mi è stata negata la possibilità di usufruire di un servizio. Mi è salita una fortissima rabbia…era così forte che mi tremavano le mani ed inizialmente è stata molto difficile da gestire.

 

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Assieme alla rabbia, ho provato tristezza. Ciò che mi ha ferito è stato il fatto di essere esclusa da un servizio da parte di un ente che dovrebbe essere dalla nostra parte, che dovrebbe tutelare i nostri diritti. Inoltre, mi ha fatta soffrire il fatto di vedere escludere anche la persona che era assieme a me. Come ogni volta mi ha quasi dato più fastidio vedere escludere un’altra persona, piuttosto che me stessa. E ciò che dopo mi ha dato ancora più fastidio è stato il rendermi conto che in tutto quel tempo di discussione con il ragazzo che c’era nell’ufficio avremmo potuto fare tranquillamente tutte le carte necessarie. Ma lui ha preferito parlare, perdere tempo e seguire una norma illegale ed anticostituzionale. Poteva fare tutto in dieci minuti e lasciarci andare. La cosa che più è sembrata grave ai miei occhi è stata quella di vedere un ragazzo così giovane, avrà avuto massimo 30 anni, ma completamente senza coraggio, aveva una paura tremenda di andare contro le nazinorme del periodo e forse nemmeno si è accorto della gravità della discriminazione che stava compiendo. Ciò che dopo mi ha segnata ancora di più, che tutt’ora dentro di me fa moltissimo male, è stato il fatto di vedere che tante  persone che avevo vicino in quel periodo quando raccontavo l’accaduto non rimanevano minimamente colpite da quello che ci era successo, come se per loro fosse un evento normale e giusto. Come se per loro fosse giusto che le cose andassero così per noi che avevamo scelto di non vaccinarci. In quel periodo più provavi a testimoniare e a raccontare come ti sentivi, meno alcune persone ti capivano. Come se fossero state completamente pilotate su un’unica via. Ogni tanto mi chiedo come avrebbero reagito queste persone se fossero state al posto nostro, mi chiedo se avrebbero sopportato tutto ciò che abbiamo dovuto vedere e vivere sulla nostra pelle. Ringrazio chi in quel periodo, come in tutti i periodi sia prima che dopo, ci è stata affianco e ci ha dato SEMPRE la forza necessaria di andare avanti in ogni singolo momento: Angel Jeanne.”.

Coloro che dovrebbero tutelare i lavoratori e difendere i loro diritti, hanno fatto tutt’altro, hanno applicato ancora prima una discriminazione.

 

Claudia

 

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Gli anni del Collegio

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Quando si scrive la propria mente crea scuse, per non toccare ed affrontare certi argomenti o situazioni. Ho raccontato già buona parte degli eventi del mio vissuto negli anni del collegio ma desidero adesso riproporli senza togliere nulla, come se prendessi il nodo dei miei ricordi e lo sciogliessi davanti a me stessa e rivedere ogni singolo fotogramma che mi appare. Questo vissuto è stato solo mio per tantissimi anni, ogni volta che provavo a raccontarlo notavo che subito dopo le persone a cui lo dicevo stavano male o litigavano con qualcuno, pensando forse che la negatività di quel periodo influenzasse chi mi aveva ascoltato, da allora ho smesso perché non volevo che la mia sofferenza potesse portare sofferenza ad altri. Per questo non sono andata nel profondo quando l’ho affrontato su carta la prima volta, pensando che il concetto principale che volevo trasmettere era il ruolo della Chiesa o meglio Setta e dimenticandomi che gli atti di bullismo che ho subito erano ad essa collegati.

Ma grazie alla mia maestra spirituale Angel Jeanne ho compreso che tutto quello che è successo lì in quelle mura e fuori, ogni singolo evento può avere la sua importanza e che tutto è collegato alla sola Setta, per questo adesso qui racconterò tutto.

All’età di 6 anni mia madre iniziò a stare male e passava molte giornate in ospedale, per questo i miei decisero di portarmi in quel luogo chiamato “Collegio di Suore”, o vero una casa gestita da suore dove andavano i bambini con famiglie disagiate o orfani. Avevamo problemi economici e nessuno che potesse aiutarli a gestire una bimba così piccola, nessun nonno in vita ne parenti vicini, per questo pensarono che fosse l’opzione migliore.

Dei miei sei anni ricordo poco di quello che ho vissuto lì, non ricordo quando sono entrata in quel luogo, non ricordo i volti e i nomi delle suore, e nemmeno delle bambine che erano lì, tranne una che mi sarei ritrovata anche ai miei otto anni, quando tornai in quel luogo. Questo non ricordare, col senno di poi, mi ha permesso di capire che è stato causato da un’infinità di traumi. Il dolore provato al collegio, per colpa delle suore e del bullismo da loro spinto fra le bambine, mi ha privato della memoria per molto tempo, forse per proteggermi, forse per altro.

L’ambiente lo ricordo come abbandonato, l’edificio era fatto di due piani oltre al pian terreno e di un garage che era diventato una vera e propria chiesa con altare e tutto.

Il collegio era situato sulla piazza principale del paese, dove passavamo il nostro tempo nel tempo libero quando non pioveva. Entrati c’erano le scale ogni volta che le vedevo ricordo che mi davano il vomito fin dalla prima volta, per quanto potevano essere illuminate dalla luce, io li vedevo sempre avvolte come da una nebbiolina nera, tutto quel luogo era come se nonostante si tenessero le finestre senza tende, la luce non riuscisse ad entrare ed era avvolto da questa nebbiolina nera che soprattutto la sera vedevo meglio. Al primo piano non ricordo nulla nei miei sei anni, so che era sempre stato adibito alle suore e noi non potevamo entrarci, nei miei otto anni invece ricordo che era pieno di mobili ben curati e di valore come tantissimi oggetti, vasi, centrini, tende sfiziose, vi era pure un piano al muro che la suora più anziana ogni tanto suonava ma che a noi non era permesso toccare.

 

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Il primo piano era principalmente un’unica sala grande e spaziosa, con in fondo i tavoli della sala mensa e il bagno in fondo, e poi delle stanzette piccole ai lati e la cucina. Uno dei ricordi che ho nei miei sei anni era che il pomeriggio dopo pranzo eravamo costrette soprattutto le più piccole, in particolare io e una bimba che chiamerò O. che ai tempi aveva penso 9 o 10 anni in quanto andava in 5 elementare, a fare il riposino pomeridiano. Lo facevamo su delle sedie di legno messe una di fronte all’altra, erano quelle con la seduta in corda che ti lasciavano sempre i segni sulle gambe e sul viso, perché non ci davano nemmeno dei cuscini dove poggiare la testa. Ho questo ricordo in cui O. dopo che tutti erano andati via mi prendeva per mano e mi portava nel bagnetto accanto. Io mi sdraiavo a terra e lei si metteva sopra di me, facendo su e giù con il bacino, come a simulare l’atto sessuale su di me. Ho un unico ricordo, ma in quel ricordo per me era una cosa così normale come se non fosse la prima volta che mi portava lì e mi faceva quelle cose. In quei momenti non provavo nulla, come una bambola, tu gli dici di fare qualcosa e lei la fa. Non so dove O. lo abbia appreso, tutto posso credere ma non che sia nato così spontaneo, lei aveva passato tutta l’infanzia lì dentro, senza televisione, non vedevamo mai un film, senza internet che non esisteva ai tempi come nemmeno i cellulari, non so perché lo facesse, ma so che di certo, in quel luogo di culto, fatto di suore e rosari quotidiani, quando ritornai lì due anni dopo lei si prostituiva, era una bambina di 12 anni, e spesso la vedevo chiedere all’ altra ragazza grande quanto lei di guardare se arrivassero le suore. Poi un uomo si presentava, ogni volta cambiava, le età erano diverse, certe volte era un signore anziano altre volte un ragazzo almeno sulla trentina, arrivava con il motorino al bordo della piazza, e lei andava via con lui. Io ero troppo piccola per poter comprendere cosa succedesse, dove andava e cosa faceva. So che tornava con i soldi poi in più per comprarsi le sigarette. Quelle persone cambiavano, ma la modalità era sempre la stessa. In pieno giorno, davanti gli occhi di tutti, una bimba perché questo era anche lei, di 12 anni si prostituiva, una bimba cresciuta tra le suore, dove avrebbero dovuto dargli degli insegnamenti sani, ma che invece l’hanno portata fin da piccolissima a usare il proprio corpo per denaro. Ho il vomito a solo pensarci, quello che succedeva lì, come si può pensare che gli ambienti ecclesiastici siano luoghi sani se poi dei bambini fanno cose così orribili? Da quanto aveva iniziato, forse anche prima dei dieci anni? Chi l’aveva istigata a farlo? A farle credere che sia giusto?

Quando avevo sei anni c’era questa scena che per molto tempo ho pensato essere quasi un sogno, fin quando non ho ricordato il momento prima, quando vedevo nella sala grande arrivare tutte le suore, scegliere una bambina e poi andare via, io chiedevo alle altre dove le portasse e cosa facessero ed ero molto curiosa, ma nessuno di loro mi rispondeva, restavano in silenzio, e una mi disse che forse un giorno lo avrei saputo pure io. Riporto quanto ricordo e che ho scritto anche nel documento precedente:

“Sempre ai miei sei anni, c’era la sera un momento dove tutte le suore chiamavano una bimba e la portavano nella parte più profonda del palazzo, oltre il garage dove al posto era stata fatta fare una cappella, le portavano in questo credo cantina non so, dove a me non era detto nulla di cosa succedeva ed accadeva e per molto tempo non ero stata portata lì. Vedevo ogni tanto le suore scegliere una delle bambine e andare giù ed io ero molto curiosa e volevo essere scelta anch’io, finché non toccò a me. Fui circondata dalle Ombre Nere, nel mio ricordo loro avevano tipo delle candele o lumini, comunque delle cose che facevano luce perché questo posto dove mi portavano non aveva corrente elettrica. Scendemmo le scale sempre più giù fino ad arrivare a questo posto, mi sembrava di stare dentro una grande grotta, le pareti erano come scavate, c’erano tante stanze sulla destra mentre avanzavamo chiuse ognuna da una porta, loro le aprivano e in ogni stanza c’erano solo una tipologia di vestiti ammucchiati, tipo solo magliette di bimba, in un’altra stanza solo pantaloni, non capivo il perché li tenessero lì ammucchiate.

 

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Loro entravano e prendevano quello che gli interessava e poi si proseguiva silenziosi nell’altra stanza. In una erano presenti delle scarpe, si girarono verso di me per chiedermi di scegliere quelle che volevo, da poco si erano rotte il mio unico paio di scarpe, io presi delle belle scarpette nere lucide laccate, mi piacevano tanto, non me le provarono nemmeno ai piedi, le presero e via, ed infatti dopo erano troppo strette, ma non potevo cambiarle e dovetti camminare con quelle scarpe strette per diverso tempo, con i dolori continui ai piedi. Continuando dopo quella stanza ricordo che andammo avanti in un posto con più luce, ma da lì non ricordo altro, non ricordo dove mi portarono, cosa succedette, quando tornai in stanza, non ricordo nulla”.

Vorrei tanto nel mio cuore che questo evento non fosse legato a nulla, che semplicemente le suore mi portarono a prendere un oggetto mancante, ma qualcosa dentro di me mi ha sempre detto che non era così, che qualcosa accadde anche se io non lo ricordo, e che qualcosa accadeva anche alle altre ogni volta che venivano chiamate. Forse era il luogo dove O. aveva imparato quei movimenti legati al sesso che la portarono dopo a decidere di prostituirsi con tanta facilità e così piccola? Perché lo ripetevano così spesso? Perché portavano una bimba alla volta e non tutte insieme? Mancava davvero ogni sera un vestito, una canottiera a ogni bimba? Perché i vestiti erano selezionati e messi in quel modo quasi come gettati nel mezzo della sala, mi fecero una tale impressione ai tempi e mi ricordarono quelle immagini dei mucchi degli oggetti che i nazisti facevano con gli oggetti delle persone rinchiuse nei campi di concentramento.

Vorrei tanto dirmi che all’età di sei anni quando ero in quel luogo non mi era stato fatto nulla di male, ma il modo in cui cambiai di carattere, il modo in cui divenni come una bambola che faceva qualunque cosa gli venisse detto, in cui non provava più ne schifo, ne disgusto, né gioia, né orrore, ne paura, come un corpo vuoto che si muove a comando, mi fa pensare e credere che qualcosa sia accaduto, che sia stata in un qualche modo seviziata.

In adolescenza ricordo che vidi un servizio in TV, un’intervista dove non si sentiva la vera voce o il volto della ragazza che aveva poco più la mia età, che aveva subito violenze da bambina e che il padre l’aveva usata per dei rituali satanici. Ricordo che la cosa mi aveva colpito tantissimo, tremavo ad ascoltarla come se non parlasse solo di se stessa ma anche in un certo senso di me, quel servizio mi fu utile perché mi fece capire tantissime cose. Lei come me in adolescenza aveva problemi ad approcciarsi con l’altro sesso, come me anche quando il proprio ragazzo voleva anche solo darle un bacio o sfiorarla lei aveva profondi sensi di vomito, e restava bloccata dalla paura, era una reazione istintiva che non capiva e nel tempo ha cercato delle risposte, tra psicologhi e altro che l’hanno aiutata a riportare alla luce dei ricordi di quando era piccola, e di cosa il padre le faceva fare e dove la portava, di questi rituali dove veniva seviziata, dove venivano anche uccisi animali e spesso c’erano anche altri bambini.

L’ascoltare le sue parole mi aiutarono a ricordare cose che il datore di lavoro di mio fratello mi fece da piccola e quindi io correlai i miei problemi a lui pensando che fosse stato solo lui. Ma negli anni delle persone mi hanno detto che il mio disgusto e la sensazione di vomito, gli attacchi di panico, la reazione di totale dissociazione che avevo, non potevano essere stati solo per quello, ma mi deve esser successo qualcosa altro da bambina che non ricordo e che nel tempo mi portarono le reazioni istintive di terrore che ho provato per tanto tempo e su ci ho dovuto lavorare piano piano per migliorare.

 

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Per tanti anni anche solo l’essere abbracciata da un ragazzo come saluto, mi creava al istante paura, e vedendo le mie coetanee adolescenti che non avevano queste reazioni quando chiedevo loro, mi chiedevo se forse avevo qualcosa di strano, solo quando vidi quel servizio in tv capii che come lei, le mie esperienze da bambina avevano creato quelle reazioni istintive, ma io le correlai solo a quello che era accaduto con il datore di lavoro di mio fratello di cui ricordavo gli eventi, non pensando minimamente che come lei, ci siano state cose accadute di cui non ricordo nulla, soprattutto dentro quelle mura “sante”, dentro quello spazio chiuso dove parola non poteva mai uscire.

Sono comunque certa che qualcosa era accaduto per come sono cambiata di carattere, perché io all’asilo e all’inizio delle elementari ero una bimba estremamente allegra, mi piaceva creare nuovi giochi e coinvolgere tutti quanti, mi era facile fare amicizie e stare con gli altri bambini. Ma durante quell’anno delle elementari qualcosa cambiò in me e le mie compagne di classe iniziarono a notarlo; non parlavo più, non ero più vivace ma ero taciturna, e soprattutto notarono che facevo qualunque cosa mi dicevano e iniziarono a giocarci con questa cosa. Ho questo ricordo in cui per ricreazione mi portarono in bagno e mi dissero di leccare il pavimento, e io senza nemmeno un attimo di dubbio, di pensiero come tutti possono avere del tipo: “che schifo non lo farò mai!!”, come potrei avere anche io stessa oggi, la me di allora invece si inginocchiò leccando il pavimento. Loro rimasero scioccate e provarono un’altra cosa, ci chiudemmo dentro la stanzetta dove è presente il WC e mi dissero “metti il piede nel gabinetto”, ricordo che io abbassai lo sguardo a guardarlo, non avevo nulla nella testa, alzai semplicemente il piede e stavo per metterlo, quando in quell’istante suonò la campanella che indicava la fine della ricreazione e tutte loro scapparono via correndo e ridendo e io mi fermai e le seguii passivamente.

Ricordo che quando avevo 8 anni e ritornai in collegio essendo arrivata per ultima non dormivo nello stanzone con le altre che era pieno, ma mi fecero mettere in una stanza con due letti dove però ero da sola, ogni tanto ci dormiva anche un’altra bimba, ma loro cercavano per lo più di stare tutte insieme, io invece avendo paura che mi facessero altro anche di notte mi accontentavo di dormire da sola, anche se avevo paura. Così un giorno mi portai da casa un orsacchiotto. Vedendolo le altre bimbe iniziarono a prendermi in giro, dicendomi “che cosa ci hai fatto con questo orsacchiotto questa notte? Mi hanno raccontato cosa facevi a sei anni quando stavi qui!”, ridevano e mi prendevano in giro, anniccando a qualcosa di volgare che io però ai tempi non capivo avendo rimosso quasi tutti i miei ricordi di quando avevo sei anni, anche se era passato così poco tempo. Oggi ho una vaga idea su cosa mi abbiano potuto far fare, visto già quel ricordo che ho con O. che mi portava in bagno.

Ritornando ai miei sei anni la sera quando eravamo fuori, le bambine in piazza si divertivano a farmi cantare canzoni estremamente volgari con tono alto, mi sentivano tutti e tutti ridevano di me, io pensavo che li divertivo non sapevo nemmeno il senso di quello che stavo cantando e così continuavo, non comprendendo nemmeno cosa stesse accadendo realmente.

 

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Ricordo poi di quell’evento, che come un frammento a se, non so da dove nasce e dove finisce, eravamo in quella sala studio dove c’era un tavolo/scrivania tanto rovinato, ricordo i busti delle altre bambine più grandi e alte di me essendo io la più piccola e loro ormai quasi delle medie, alcune ridevano e altre mi dicevano che una di loro stava male, e che io dovevo farle passare il suo dolore, allora non so il perché il metodo era che io dovevo sbattere la testa forte al muro, la battevo ancora e ancora sempre con più forza, mentre loro ridevano e si divertivano, dicendomi che non bastava dovevo fare di più. In quei ricordi non c’è mai una suora, non c’è nessuna di loro, la loro presenza era inesistente. Anche per anni dopo, quando dai pensieri mi sentivo impazzire, ripetevo quel gesto sbattendo la testa al muro, sperando che facesse andar via quel dolore che avevo dentro.

I miei ricordi di quell’anno sono disconnessi e frammentati, e per lo più sono pieni di buchi, di vuoti totali, che non sono mai riuscita a colmare, l’ultimo fu il giorno in cui finalmente tornai a casa dai miei, sapevo che quel giorno sarebbe tornata mia madre dall’ospedale, aspettai davanti scuola ma nessuno mi venne a prendere, un genitore poi mi vide e decise di accompagnarmi a casa, ricordo che aprì la porta mia madre e io corsi ad abbracciarla piangendo a dirotto, come non avevo mai pianto prima.

Il tutto non finì lì, i miei problemi a scuola e continui litigi con mia madre, le fecero prendere la decisione quando avevo 8 anni di rimandarmi in collegio, io non ricordavo più nulla delle cose più brutte, ma avevo i ricordi dei soli momenti positivi. Le ragazze non c’erano più era rimasta solo O. che adesso andava in seconda media, e anche tutte le suore e la madre superiora era cambiata, era rimasta solo la suora più anziana. Se ci ripenso il fatto che tutte le suore sono state cambiate e inserite altre suore tutte filippine e straniere, tranne la madre superiora, mi fa così strano, cosa era successo che ha portato a questo cambiamento, mi sembra ad oggi come quando un prete accusato di pedofilia viene poi spostato in un altro luogo, cosa avevano fatto quelle suore e perché rimpiazzarle con tutte suore straniere che sapevano a mala pena la lingua italiana? C’entravano le violenze sessuali sui bambini? Erano spariti dei bambini ed erano state denunciate? Non mi stupirebbe affatto.

In quel luogo la madre superiora designava lei stessa una delle bambine, di solito la più grande, come quella che doveva badare a noi, e parlavano sempre con lei perché poi lei ci organizzasse. Ricordo questo perché ad 8 anni O. un giorno ci disse che quel giorno sarebbero dovuti arrivare ospiti a pranzo e che io in particolare dovevo comportarmi bene altrimenti me l’avrebbe fatta pagare. Non so cosa succedeva se lei non eseguiva gli ordini delle suore, cose le facevano, se la ricattavano con la famiglia, se veniva maltrattata o altro, ma qualcosa delle suore la spaventava, lei che era così senza scrupoli, cosa poteva mai spaventarla?

Questo aveva creato però un vero e proprio sistema di nonnismo, dove lei essendo la più grande ci comandava a bacchetta e ci usava per eliminare la sua noia. Non dico questo per simpatia, perché per O. non ne ho minimamente, ma sono certa che se era così cattiva e subdola nonostante fosse così piccola, una buona parte aveva creato tutto questo quell’ambiente disumano di quel collegio in cui era cresciuta.

Ribadisco che le suore non facevano mai un sorriso, un apprezzamento, un abbraccio, erano come ombre fredde che ti poggiavano il cibo nel piatto, ti lavavano, e facevano attorno a te le cose di necessità senza mostrare un mino di affetto come dei robot programmai, mai nulla di umano verso delle bambine che erano da sole senza genitori in un luogo vuoto e privo di ogni stimolo.

 

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Io non so se si sa cosa si prova ad essere obbligati a separarsi dalla propria famiglia e messi insieme a della gente sconosciuta con cui devi vivere, per dei bambini non è un bel evento, spesso si preferisce stare in una casa senza avere il cibo per cena che essere separati dalla propria famiglia, eppure nessuno ci dava quel minimo di affetto per sentirci meglio, e posso immaginare lei che era vissuta tutta la sua infanzia ed adolescenza lì, lei che non conosceva minimamente cosa significava ricevere e quindi dare affetto, ma che aveva solo subito dalle ragazzine più grandi e dalle suore, come poteva non diventare il mostro che si era trasformato.

In quel luogo non c’era la tv, non esistevano ancora telefonini e cellulari, comunque parliamo di meno di trent’anni fa, e quindi trovare il modo di passare il tempo era fondamentale. Già dal primo giorno lì, ignara di tutto e felice di essere tornata nella amnesia, iniziammo a giocare con O. che decideva come, si iniziò con giochi semplice in cui seguendo una canzoncina si facevano dei gesti, come dal semplice giro giro tondo, al coccodrillo come fa, ma poi ad un certo punto cambiò il tipo di gioco e O. iniziò a dire “Adesso ridete tutti!” e noi dovevamo ridere, “Adesso piangete!” e chi riusciva a far uscire delle lacrime vinceva, quella che si impegnava di più era una bimba di nome SN. che era quella che adorava O. e che era più grande di me di due anni, faceva tutto quello che le diceva, senza scrupoli. Poi c’era una ragazza grande quanto O. che chiameremo S.M. che le stava sempre al fianco, spesso mi guardava con pietà, provava a dire ad O. di non esagerare in alcune cose, ma alla fine stava zitta e osservava ogni cosa senza interagire veramente, lei non mi hai mai bullizzata e O. non la comandava, era come un’amica credo per lei. Poi vi erano le due sorelle di O. e di S.M. che chiamerò G. e V., loro due venivano un po’ bullizzate, o meglio O. le usava per i suoi giochi, ma l’oggetto della sua passione ero io, ero io quella da piegare e da far soffrire più di tutti, soprattutto dopo che ho osato dire la verità agli adulti.

G. e V. erano un anno più grandi di me, ma fisicamente sembravano molto più grandi, io ero quella più piccola non solo di età ma anche di statura, oltre ad avere un carattere ormai reso estremamente timido e sottomesso.

Questi giochi in cui lei si divertiva a farci fare quello che voleva, a comando, si facevano spesso la sera dopo cena quando non si poteva uscire. Per il resto non avevamo nemmeno dei quaderni o colori per poter disegnare, non c’erano giocattoli o giochi di qualunque tipo, le sale con le scrivanie e i tavoli erano vuoti e noi potevamo stare lì solo per studiare, sempre e solo quando O. decideva, perché se lei decideva che non dovevamo fare nulla, quello accadeva, anche se le suore ci urlavano contro e si arrabbiavano, noi dovevamo star ferme e non dire una parola e subire tutto e non toccare un libro o un quaderno, perché naturalmente non potevamo dire che era stata O. a comandarci di non studiare. Mi ha sempre fatto ridere che i miei mi mandarono lì per aiutarmi con la scuola, e io lì studiavo meno che a casa da sola, quanto è ironica la vita!

Nel tempo i comportamenti di O. diventavano sempre più violenti, se non facevi come diceva lei, se perdevi nei suoi “giochi”, venivi picchiata, e spesso anche quando facevi come lei diceva, venivi picchiata ugualmente, mi ricordo quando a tavola una volta che c’era gente fui l’unica che stette in silenzio e si comportò bene, ero contenta perché ero riuscita a non vomitare (vomitavo sempre quando mangiavo lì perché non riuscivo ad ingoiare il cibo), e quando finimmo di mangiare, O. rimproverò tutte quante le bimbe e guardandomi mi disse si sei stata brava, ma non per questo non verrai punita anche tu, con un sorriso malefico.

 

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Quindi quella notte poco prima di andare a dormire iniziò, ci prese a pugni sulla testa, era il suo modo di fare, perché se dai dei pugni come un martello sulla parte alta della testa coperta dai capelli non lascia lividi che le suore che ci lavano potevano vedere e magari capire che venivamo in un qualche modo picchiate.

Uno dei suoi giochi preferiti era vedere noi bimbe più piccole picchiarci tra di noi, dovevamo buttare l’altra a terra e contare fino a 10, chi ci riusciva vinceva. Un po’ come nel wrestling, essendo la più piccola e quindi anche con le braccia più corte, era facile prendere subito i miei capelli e tirarmeli, ricordo ancora quanto era doloroso quando mi trascinavano dai capelli, era qualcosa che faceva malissimo, oppure quando mi sollevavano e buttavano su quel pavimento di pietra di strada, perché non eravamo di certo in una palestra con i materassini e le protezioni, ma eravamo bimbe delle elementari per strada che erano costrette a picchiarsi e farsi del male, perché consapevoli che il dolore subito lì era minore delle torture psicologiche e delle botte che avremmo subito dopo. SN. in questi “giochi” cercava sempre di vincere il più possibile, era la più alta e forte tra noi piccole, perché alle elementari anche un anno di differenza, crea un grande divario anche nello stesso sviluppo fisico; perciò, una bimba di 8 anni non si può paragonare ad una di 10 anni.

Una volta però mi arrabbia, non ne potevo più del dolore fisico, di essere sempre buttata a terra con lei sopra ghignante, allora non so con quale forza, la presi, la buttai a terra e la tenni li ferma, lì lei inizio a divincolarsi ma non ci riusciva allora iniziò a mordermi il polso, e nonostante il sangue colorava i suoi denti, io non mollai, finché non vinsi quella partita. Subito dopo dovettimo rientrare perché ci chiamarono le suore, e O. mi disse di nascondere bene il morso, che non fu mai disinfettato ne curato, anche quando la suora che ci lavava lo vide durante il bagno, non disse nulla e fece finta di nulla, come se quello che ci accadeva non fossero affari suoi. I soldi però che si prendevano dal comune quelli invece erano affari loro!

Alcune volte si univano i bambini in piazza a giocare con noi, ai tempi non era come oggi dove i genitori accompagnano i bambini ovunque, loro uscivano da soli e andavano nel ritrovo vicino e i genitori stavano a casa o a lavoro, tutti ci conoscevamo, quindi tutti ci sentivamo sicuri di lasciare i propri figli in cortile con la vicina, o da qualunque altra parte, rispetto ad oggi non era così pieno di immigrati che girano e ti accerchiano e non sai mai che intenzione abbiano, un tempo eravamo noi cittadini del piccolo paesino, difficilmente c’erano furti e potevi praticamente lasciare la porta aperta di casa senza timori. Oggi invece quando vado giù sento continui furti, l’Italia si è riempita di delinquenza, e negli anni con l’aumentare dell’immigrazione e dello spaccio, persino un piccolo paesino sperduto non è più libero e sicuro.

Quando invece eravamo solo noi era i momenti in cui O. decideva che noi più piccoli dovevamo andare a chiedere soldi in giro, diventava per loro una sfida, soprattutto per SN. che voleva farsi bella agli occhi di O., invece e V. e G. spesso non andavano essendo loro sorelle. Per me era una cosa orribile, piccolina entravo in quel bar, vedevo questa persona grande e grossa e piena di paura dovevo allungare la mia mano per chiedergli qualche monetina, certe volte non ci riuscivo e restavo in silenzio, e poi le prendevo da O. e quelle volte ce mi facevo coraggio lui innocentemente mi dava qualche monetina, mentre io mi sentivo morire dentro per la bugia, perché non serviva a me, ma serviva ad O. per comprarsi le sue sigarette e le sue cose.

 

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Come o detto prima certe volte in quei giorni arrivava una persona in motorino a bordo piazza e lei andava via con lui, mentre noi dovevamo nel caso distrarre le suore, ai tempi guardavo la cosa come strana, pensavo che fossero amici di giochi ma che magari le suore non sapessero e non volevano, mi faccio tenerezza da sola pensando a quello che pensavo di ciò che accadeva.

Adoravano prendermi in giro soprattutto sulla cosa che più desideravo, cioè tornare a casa. Un giorno quando eravamo sul pulmino scolastico per tornare in collegio, le altre bambine iniziarono a dirmi che oggi dovevo scendere alla fermata di casa mia, perché avevano sentito le suore dire che oggi era il mio ultimo giorno in collegio, sapevo che era una bugia, eppure il desiderio era talmente tanto che volli crederci, così scesi dal bus e andai dritta a casa dei miei, mia madre si stupì di vedermi, la supplicai di non portarmi più lì, ma non ci fu nulla da fare, e mi ci riportarono. Le suore allora decisero di ridurre i giorni in cui potevo stare a casa durante il mese, perché mi creavano troppa nostalgia, loro facendoli dicevano che ero migliorata, io invece mi sentivo sempre di più morire dentro.

Un altro grosso problema era con il cibo, in quel luogo tanta per me era la sofferenza che non riuscivo ad ingoiare il cibo, di per se disgustoso, una cucina italiana finta fatta da suore straniere, mi restava in gola e non scendeva e a quel punto vomitavo, ogni giorno vomitavo certe volte non riuscendo a correre in bagno, vomitavo direttamente nel piatto, oppure per strada, questa mio grande problema lo divenne ancora di più perché era per tutti estremamente disgustoso, e mentre le suore mi urlavano di smetterla, O. si infuriava e mi picchiava appena poteva, i loro atteggiamenti nei mie confronti non fecero che peggiorare la situazione, e il fatto che invece a scuola mangiassi normalmente li faceva infuriare di più. Iniziarono a darmi sempre meno cibo e io inizia a metterci tantissimo a finire un piatto anche tre ore, perché non riuscivo ad ingoiarlo, questo mio ritardare tanto, non mi faceva vomitare, ma faceva ingelosire le altre, che vedendo che restavo di più con le suore, pensavano che loro mi dessero qualcosa e che lo facessi per maggiori attenzioni, mentre mi subivo in realtà le loro preghiere serali. Le altre bambine erano costrette a salire subito in dormitorio dopo cena e a mettersi a letto, io restavo fino a tardi, e questo aumentava l’odio di tutte verso di me.

Sembrava che qualunque cosa accadesse fosso fatto a posta per farmi stare sempre peggio.

Il mio inferno non era però solo lì ma anche a scuola dove i compagni essendo che non studiavo mi prendevano in giro, perché nei primi anni delle elementari almeno ai tempi, i bambini più fighi erano considerati quelli che studiavano, invece i più ignoranti erano gli stupidi da denigrare. Un giorno ad esempio addobbarono una sedia ed iniziarono a dirmi sorridendo che da oggi sarei stata la loro reginetta, mi faceva così strano ricevere attenzioni ed essere trattata per la prima volta bene dagli altri, pensavo che era un loro modo di scusarsi, che forse avevano cambiato il modo di comportarsi con me, dopo che mi portarono su questo “Trono” mi fecero sedere, e mi dissero ridendo che ero la regina degli asini, iniziando a chiamarmi asina ridendo, ci rimasi così male, pensavo che forse era cambiato qualcosa invece era solo un nuovo modo per prendersi gioco di me, andai dalla maestra dicendole che mi stavano chiamando asina, e lei ridendo disse che non voleva dire nulla è solo una parola, e se ne andò ridendo pure lei, mi sentii tanto sola in quel momento e volevo solo scomparire.

 

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Oltre questo c’era una maestra molto anziana che aveva come una sorta di gelosia nei miei confronti, per quanto ero sempre tranquilla in classe, lei mi puntava e se la mattina mi vedeva con i capelli lunghi a codine, si arrabbiava e iniziava a tirarmi fortissimo le codine dicendomi che dovevo tagliare questi capelli orribili, oppure mi trascinava dalle orecchie fino alla lavagna se non sapevo qualcosa dicendomi sempre che ero bruttissima e dovevo tagliarmi i capelli, per poi darmi le bacchettate sulla mano con il righello. Lei era pure catechista, una donna di chiesa che picchiava i bambini soprattutto i più poveri del paese, perché quelli più altolocati non osava toccarli… un mostro arancione che era lì solo per fare del male agli altri. Che andava in Chiesa, come tutti i mostri, a farsi perdonare i propri peccati con un “Ave Maria e un Padre Nostro” e poi sentirsi giustificati a tornare a rifare del male perché tanto gli verrà sempre perdonato tutto! Basta andare in Chiesa e sei perdonato di tutto! Questo infatti insegna la chiesa, ed è per questo che i Mafiosi spesso sono tanto religiosi, perché la chiesa li fa sentire puliti, il loro bene e dovere morale loro lo fanno andando lì, confessandosi e dicendo due preghiere, dopo di che anche se dopo ammazzano la gente e creano distruzione e corruzione, non ha importanza perché ogni domenica saranno ripuliti da ogni male….

Come il datore di lavoro di mio fratello dei tempi, che da quando ero molto piccola, ricordo anche quando avevo 4 anni, lui quando veniva a casa nostra, e lo faceva spesso, mi prendeva in braccio, si metteva nella punta del tavolo opposta a quella di mia madre e mi infilava la mano nei pantaloni per tastarmi. Per quanto piccola odiavo questa cosa e chiedevo a mamma se poteva tenermi con se quando veniva lui, ma lei non capiva e diceva che era scortesia non salutarlo… e poi quando avevo circa nove anni questa stessa persona che stava costruendo la sua casa, verso la zona dove andavo a giocare con delle bimbe, lui mi fermava per strada e mi diceva di andare a vedere il lavoro che aveva fatto, allora quando eravamo nella parte più interna, mi bloccava sul muro e iniziava a toccarmi, io rimanevo paralizzata, non capivo perché lo facesse, mi faceva solo paura; lui mi diceva che mi voleva bene, e io chiedevo solo di esser lasciata andare perché dovevo andare e ringrazio Dio che si sia sempre e solo fermato a quello, perché chi sa dove poteva arrivare… ero piccola e non capivo bene, non è come oggi che i bambini sanno così tanto fin da piccolissimi, non avevo modo di sapere certe cose, di cosa mi stesse facendo, sapevo solo che mi faceva paura, e cercavo di evitarlo ma certe volte lui riusciva a beccarmi e io non riuscivo a sfuggirgli, sentendomi solamente bloccata.

Per moltissimi anni ho pensato che questi eventi fossero comuni a tutte le ragazze, che sia normale perché è nella natura dell’uomo essere così. Per molti anni quasi avevo dimenticato certe cose, ma nonostante tutto crescendo e comprendendo, oggi quando vedo quell’uomo mi chiedo se lo ha fatto anche alle sue figlie, o ai suoi nipoti. Mi chiedo se quando andava in chiesa lo confessava al prete nella speranza che forse potesse essere perdonato, o se per lui questi atteggiamenti siano normali, delle forme di affetto, perché è dimostrare affetto palpare una bambina bloccandola con la forza su di una parete di una casa in costruzione. I traumi che mi ha creato me li porto da una vita, eppure io stupida non l’ho mai denunciato solo per non creare problemi, sua figlia era mia madrina, e per anni a causa di questo legame che era stato creato tramite la Setta, io l’ho dovuto salutare, morendo dentro ad ogni suo abbraccio.

 

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La chiesa crea carnefici e li giustifica nel fare del male, non insegna ad essere più buoni, ad essere persone migliori, non converte al bene nessuno, converte solo alla loro dottrina, disgustosa fatta già in ogni sua parola di esaltazione della sofferenza di una delle Divinità più importanti di questo pianeta come Gesù, che continuano a parlare di bere il suo sangue e mangiarne il suo corpo, dove si celebra solo i suoi momenti di sofferenza. La chiesa è una grande batteria di oscurità, vai lì ti carichi di nero e poi torni fuori a ributtarlo agli altri, sentendoti giustificato a far del male perché sei un uomo di chiesa, “dio” è con te, chi sa quale dio…

E allo stesso tempo crea le vittime, come me, che ogni domenica dicevo il nome di ogni singola persona che mi aveva fatto del male chiedendo a dio di perdonarli, perché “Non sanno cosa stanno facendo”. Ogni domenica pregavo che venissero perdonati tutti loro, ora chi legge queste parole potrà provare tenerezza, potrà dire che bambina buona che eri! Io invece provo rabbia e pietà per la me bambina, per quanto era stata manipolata da questa grande Setta mondiale, perché quelle sono le parole che si dicono in chiesa, questo estremo perdono verso il proprio carnefice, di chinarci e perdonare il male subito senza nemmeno provare a reagire e difenderci, è questo che ha insegnato la chiesta e che ha portato l’Italia allo schifo di oggi, la me di allora è l’esempio tipico degli italiani di oggi, una persona che resta ferma alla sofferenza e perdona pure il carnefice. Come oggi dove nonostante l’aumento sproposito ed ingiusto dei prezzi, delle bollette, dove famiglie non sanno più come fare a mangiare e ad andare avanti, la gente subisce e sta zitta, non si ribella, non va in piazza a far sentire la sua rabbia, ma si lamenta si e non reagisce, perché è giusto soffrire, se sei buono devi soffrire, e perdonare il tuo carnefice, rieleggendolo e dandogli tutti i tuoi soldi!

La Chiesa tiene le redini del teatrino di questo paese, controllando le nostre menti, educandoci fin da bambini ad essere sottomessi, a non reagire, a vivere in quel senso di calma di quando ti togli di dosso le TUE responsabilità, pensando che il tuo dovere è solo quello di pregare… Carica da un lato il male e crea inferni per le persone più deboli, non li aiuta, ma li crea e poi li lascia deboli, non gli da nessun MEZZO per tornare in alto, per tornare a vivere, se sei un barbone ti da il cibo e ti lascia essere barbone, se sei povero ti da il cibo e ti lascia essere povero, quale mezzo ti da per essere migliore, per crescere dentro e fuori, non ti da nulla, se non illusioni, belle parole, o parole che lei dice che vogliano dire altro, ma che nel frattempo per la tua mente vogliono dire solo una cosa, sofferenza pura. Tu sei peccatore, tu hai peccato fin dalla nascita, anzi nascendo hai ottenuto il peccato originale, tu devi soffrire, se non soffri non raggiungerai mai il paradiso… questo schifo era entrato dentro di me, dopo anni di rosari, messe e di chi sa quante altre schifezze, ed ero diventata la bambina sottomessa che mai, e dico mai una volta aveva alzato la voce e detto BASTA! Invece chiedeva a dio di perdonare quello schifo. Ad oggi odio ogni persona che dice che bisogna perdonare, prenderei ogni singola sofferenza che ho vissuto nella mia vita e gliela inserirei nel suo corpo per fargliela provare tutta insieme e vedere quanto riesce a reggere tutto ciò, quanto resta di lei/lui. NON SI PUO’ E NON SI DEVE PERDONARE TUTTO QUESTO!

 

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Tutti coloro che dicono che bisogna perdonare, giustificano il bullismo, giustificano la pedofilia, giustificano le violenze carnali, le violenze sulle donne, ogni tipo di sofferenza, e non fanno nulla per fermarle.

Perché l’unico modo per farlo è combattere, prendere in mano la spada e reagire!

La preghiera non è reazione o liberazione ma è sottomissione, è inchinarci davanti al nostro carnefice, è giungere le mani e chiedere pietà in nome di qualcun altro.

Ma come possiamo pensare che tutto si risolve chinandoci davanti al male?

Come possiamo pensare che Dio voglia che facciamo questo, invece che reagire?

Dio è colui che ci guarda le spalle, quando prendiamo la spada è con noi, anche quando ci chiniamo è con noi, e ci lascia liberi nella nostra scelta, perchè gli unici che dobbiamo reagire siamo solo noi, è una nostra scelta!

Lui  rispetta la nostra decisione se vogliamo  essere sottomessi chinandoci e pregando pietà quello otterremo, che saremmo sottomessi dal male, se decidiamo di reagire allora è quello che otterremo, combattere contro l’oscurità e averla vinta.

La chiesa mi ha insegnato a subire, e la mia anima mi ha spinta a reagire, dicendo la verità di quello che mi accadeva, che accadeva in collegio. Lo dissi a casa, ma i mei non mi ascoltarono, allora lo dissi all’insegnante arancione, ma lei decise che dovevo dirlo davanti a tutta la classe e mi fece dire tutto a tutti i miei compagni, dicendo che sarebbe andata al comune a chiedere informazioni, invece non ha fatto mai nulla, e anzi ha fatto si che i miei compagni non credendomi pensando che tanto ero stupida, lo dicessero ad O. quello stesso pomeriggio. Infatti, dopo pranzo rimasta più tardi a mangiare rispetto alle altre che erano già scese in piazza, decisi allora di dire tutta la verità alle suore, si riunirono in sala pranzo con me ad ascoltarmi, ma si arrabbiarono solo con me prendendomi per bugiarda, dicendo che non era vero O. era una santa, una bravissima bambina, e io ero quella problematica! Mentre parlavano SN. la sguattera persa di O. era salita per andare in bagno, passò davanti a noi che parlavamo ascoltando tutto e le suore non si fermarono nemmeno un attimo, anche se l’avevano vista, anche se avevo chiesto che fosse una cosa segreta, loro non si sono fermate e hanno continuato a dire che stavo dicendo solo bugie, che O. non poteva essere così, e so bene il perché decisero di non credermi, perché se veniva a galla tutto quello che succedeva in quel luogo, cosa sarebbe successo alle suore? Sarebbero arrivati assistenti sociali da ogni lato e magari gli avrebbero tolto i fondi dal comune perché non stavano minimamente aiutando i bambini, ma distruggendoli senza curarsene minimamente! Ma ero troppo piccola per comprendere l’ipocrisia degli adulti o meglio della chiesa, il loro profondo attaccamento al denaro e alle ricchezze, ero solo una bambina che aveva detto la verità, che ci aveva provato, provato a reagire in un qualche modo, che aveva provato a chiedere aiuto agli adulti che la circondavano, e che nessuno le aveva creduto, ero stata abbandonata da tutti, famiglia, scuola e derisa dalla stessa Setta, che non aveva sicuramente nessuna intenzione di far finire il mio inferno.

SN. uscì dal bagno quando finì la discussione, mi prese per il braccio e mi sussurrò “per te ora è finita”, mi portò in piazza, dove O. era seduta su una panchina, con due delle mie compagne di classe che ridevano parlando con lei, in quel momento era come se non servissero le parole, vedendo loro sapevo che avevano detto tutto, e vedendo me nello stato di terrore in cui ero, loro sapevano che in realtà avevo detto la verità.

 

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O. lì in piazza non fece nulla, non poteva di certo rovinare la sua immagine tranquilla, mi sorrideva e mi disse che ci avrebbe pensato lei a me.

Quella sera presi tanti di quei pugni da sentirmi male, tanto erano forti da girarmi la testa, non capivo più nulla di quello che mi succedeva.

Ma quello che fece lei dopo fu molto peggio di ogni pugno che io abbia mai ricevuto.

Devo fare una piccola premessa per far comprendere quello che succederà, perché è qualcosa che so esser capitato solo a me, quindi bisogna che la descriva bene.

Il mio paesino quando ero piccola, era molto arretrato di mentalità, c’erano molte cose che decidevano come trattare le persone, e il ceto economico era uno di questo, la mia famiglia era povera e veniva da una delle famiglie più povere del paese, per questo le persone non volevano che i loro figli interagissero con me, perché io ero povera, vestivo con vestiti usati, avevo scarpe rotte, anche se non ero sporca e puzzolente quello no, giocare troppo con me significava abbassarsi al mio ceto. Questo era un motivo per cui tutti i miei fratelli hanno subito bullismo da piccoli, ma su di me era una cosa che seguivano alcune famiglie più chiuse, invece le altre più aperte non si facevano problemi conoscendomi, anche perché ero una bimba intelligente ed educata, avevo appreso a leggere e scrivere a quattro anni e mezzo, adoravo quindi leggere, conoscere e sapere, avevo grande fantasia e mi piaceva creare giochi sempre nuovi e diversi e chi mi conosceva sapeva chi ero e si divertiva molto a giocare con me.

Avevo però uno zio, questo zio era considerato il pazzo del paese, una persona povera con problemi mentali, che farfugliava cose senza senso, che girava con degli stracci e il suo carretto per il paese, una dei milioni di persone che vedo tranquillamente in città, ma che in un paese dei tempi faceva scalpore, ed era oggetto di scherno per tutti. Quel pover uomo era buono, non aveva mai fatto male a nessuno, si metteva solo a cantare per strada, aveva subito talmente tanti interventi ospedalieri, è stato derubato della sua pensione da così tante persone che lo prendevano in casa per poi abbandonarlo, e ogni tanto mio padre cercava come aiutarlo, anche se con tanti figli e poco spazio era complesso. Era una brave persona ogni tanto veniva a casa per vedere me, non ho mai capito bene il perché, mi dava qualche soldino e iniziava a raccontarmi qualcosa di cui non ne capivo il senso, un giorno mi parlò degli americani, mi parlò che loro avevano potere e terre, e tante ricchezze credo, parlò di qualcosa di segreto come se ci fosse un patto qualcosa e poi che lui possedeva qualcosa che loro volevano, poi si perdeva e poi riprendeva, erano cose strane che comunque non capivo ma vedevo che lui me le diceva come fossero importanti che dovevo ascoltare, ma era difficile seguirlo, quel giorno mi regalò una radio e se non sbaglio dopo non venne più a trovarmi. Nel paese ogni famiglia ha il suo nomignolo dispregiativo, con cui vengono chiamati quando li vuoi insultare, anche la mia famiglia lo aveva ed era nato da questo mio zio che chiameremo N.

Lui per strada non mi riconosceva e io nel tempo ho iniziato ad evitarlo perché la gente associandolo a me, come schernivano lui schernivano anche me, per questo iniziò un bullismo da tutto il paese, e la persona che lo iniziò fu proprio O..

 

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Il giorno dopo aver detto la verità, O. era stranamente tranquilla, mi sorrise e mi chiese se N. fosse mio zio, io gli dissi di si, e mi disse sai che lo chiamano X? Io non sapevo cosa volesse dire X, sorrise spiegandomi.

La cosa morì lì e poi il pomeriggio quando scesi per giocare in piazza, c’erano anche gli altri bambini e quando mia avvicinai toccando la spalla di una, questa mi allontanò disgustata, facendo il segno con una mano di avere uno spray disinfettante con cui disinfettarsi dal mio tocco. Mi disse che ero rognosa, avevo la rogna, ero sporca e dovevo stare lontano da lei, e così iniziarono a fare tutti quanti, mentre O. se la rideva, mi disse che dovevo allontanarmi, loro non mi volevano con loro perché potevo infettarli, per questo da quel giorno nessuno più giocò con me, e io rimasi sempre da sola durante quei momenti sulla panchina della piazza a guardarli giocare. Per tutti ero una persona sporca, disgusta e come infetta, che se toccavo qualcuno loro dovevano subito pulirsi e disinfettarsi perché potevo trasmetterli questa malattia immaginaria, questa idea iniziò a diffondersi tra tutti i bambini e i ragazzi del paese e nessuno più voleva interagire con me o avermi anche solo vicino (quando iniziò il periodo della pandemia mi ricordai di quel periodo e mi veniva da ridere, perché era come se lo avevo già vissuto, avevo vissuto gli stessi identici sguardi di disgusto, perché quei bambini tanto lo facevano che quasi iniziarono a credere che fosse tutto vero).

O. aveva rilevato a tutti chi era mio zio, e aveva detto che avendo lo stesso sangue io ero come lui, lui era sporco e disgustoso e così ero anche io, la cosa si diffuse a macchia d’olio e tutti i bambini e ragazzini del paese iniziarono a prendermi in giro, se giravo da sola per strada, anche bambini che non conoscevano iniziavano a chiamarmi con quel nomignolo dispregiativo e a deridermi, da quel momento l’avere come zio N. si unì ancora di più con il concetto che eravamo poveri e anche gli adulti, moltissimi di loro, iniziarono ad evitare me e la mia famiglia, a schernire anche mio padre chiamandolo X anche davanti a me mentre passeggiavamo. A scuola nessuno più voleva essere associato a me, se si facevano giochi nessuno mi voleva, durante le lezioni di ginnastica nessuno mi voleva nella loro squadra, per tantissimi anni, fin quando ero bambina e poi adolescente è continuato tutto questo, trasformandosi un pochino, ma diventando una forma di bullismo da tutto il paese. La mia migliore amica iniziò a rilevare tutti i segreti che le avevo raccontato se no avrebbero preso pure lei di mira, non l’ho mai perdonata per il suo tradimento. Mia cugina con cui ero cresciuta che per sua fortuna aveva un cognome diverso, faceva finta di non sentirmi e vedermi per strada quando la chiamavo, dentro casa sua dove nessuno la vedeva giocava con me, fuori no. Chiunque veniva visto associato a me, a giocare con me e poi crescendo anche solo a passeggiare con me, veniva schernito come me e preso in giro, per questo i pochi amici che avevo per evitargli di dover vivere quello che stavo vivendo li allontanai, e rimasi totalmente sola, senza amici, senza nessuno, l’unico luogo dove potevo stare era casa mia e nel tempo la mia stanza divenne la mia prigione.

Passai la mia restante infanzia a giocare da sola, a leggere tantissimi libri chiudendomi in qualunque cosa che mi impedisse di poter pensare, di vivere questa vita, perché la odiavo, mi faceva solo che male.

 

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Non capivo che avevo fatto per meritarmi tutto questo, non avevo fatto mai del male a nessuno, non avevo ucciso nessuno, non avevo rubato nulla, trattato male qualcuno, cosa c’era di sbagliato in me, perché tutti mi trattavano così, cosa avevo fatto? Ho iniziato a pensare che il problema ero io, forse ero troppo brutta e disgustosa, forse ero un mostro, per questo le persone mi odiavano, mi allontanavano ed erano disgustate da me.

Tutto ciò durò per così tanti anni e non finì mai del tutto fin quando a 18 anni decisi di andarmene, molti mi dicono che ero stata coraggiosa ad andare in una città sconosciuta, da sola senza conoscenze e con pochi soldi in tasca, invece io dico che ero semplicemente disperata, se non me ne fossi andata ci sarei morta lì.

In adolescenza ho iniziato a soffrire di bulimia, di depressione, volevo suicidarmi e tanto altro ancora, ero totalmente sola, non avevo amici e in quel piccolo mondo che conoscevo ero disgustata da tutti.

Quando le bambine o ragazzine si avvicinavano e mi chiamavano per giocare era perché si annoiavano e volevano qualcuno da sfottere. Io andavo uguale come una stupida per non esser sola, ma dopo troppe volte che era capitato, iniziavo a chiedere una sola cosa, di esser lasciata in pace. Alle medie iniziarono anche i maschi oltre che le ragazze, mi iniziarono a bucare le ruote della mia bici, a rubarmi le poche cose che avevo, ero l’unica della classe a non essere invitata alle feste, e i maschi avevano provato a picchiarmi, ma per loro sfortuna ero molto forte fisicamente per la mia età, perché ero ossessionata dal fatto di allenarmi fisicamente perché volevo essere forte, infatti ero la più atletica di tutti lì dentro e quando un compagno mi tirò un banco in prima media, io sollevai la cattedra da sotto e gliela tirai contro, da quel giorno i maschi non osarono avvicinarsi, solo quelli di terza media, con cui avevo più difficoltà, ma comunque non mi picchiavano sul serio quindi alla fine non mi facevano veramente male, si divertivano a stuzzicarmi.

Le medie furono un incubo, e l’unica cosa dove riusciva a tranquillizzarmi era lo studio, io non avevo soldi e vestivo vestiti usati; invece, da me si usavano tanto essere sempre griffati, vestiti di marca e super alla moda, e questo aumentava lo schernimento verso i miei confronti. Era come se più andavo avanti e più c’era qualcosa che si aggiungeva per cui essere derisa.

Ero molto brava a scuola e tutti venivano a chiedermi di copiare i compiti, sembra quasi un film se ci penso, ero la secchiona brutta che veniva bullizzata, però ero forte fisicamente quindi almeno no picchiata anche perché non avevo più paura di picchiare a mia volta, almeno in quello il mio passato era servito. Decisi di usare il ricatto per liberarmi da tutti loro e poter esser finalmente lasciata in pace, mi segnai ogni singola cosa che loro mi facevano e poi quando mi chiedevano i compiti da copiare, io gli dicevo che visto che mi avete fatto questo e quest’altro, per un mese te lo scordi, chiedevo solo di essere lasciata in pace, non volevo più amicizie, non volevo nulla, volevo che mi ignorassero, che la smettessero, che facessero finta che io non esistessi. Da lì il loro atteggiamento erano iniziato a cambiare, un mio ex compagno di scuola ancora oggi mi ringrazia perché senza di me che lo aiutavo dopo scuola, non avrebbe mai finito le scuole medie. Restavo alla fine una bimba buona, che aiutava chi me lo chiedeva, anche se non se lo meritavano. Ero riuscita così con la mia forza fisica inizialmente e dopo con lo studio a far smettere almeno un poco il bullismo, finalmente in terza media avevo ottenuto quello che volevo. Ma comunque non uscivo mai di casa, mai osavo andare nella via principale del paese, perché sapevo perfettamente vedendomi cosa avrebbero sussurrato tra di loro i vari ragazzi. Gli adulti hanno continuato ancora un po’, a 13 anni il mio primo ragazzo che non aveva il coraggio di portarmi in giro per il paese, ci vedevamo praticamente verso casa mia, un giorno venne con un braccio nero, il padre lo aveva bastonato perché aveva una “relazione” con me, se così si può chiamare essendo così piccoli e andava dicendo in giro che io ero una troia, che suo figlio aveva una relazione con me solo per il sesso… noi eravamo ragazzini innocenti e lui disgustoso maiale andava dicendo quello schifo di una ragazzina di soli 13 anni!

 

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Dopo questa lunga divergenza dove ho raccontato quello che successe dopo aver detto la verità, oggi ho unito tantissimi puntini, ho compreso che la Setta/Chiesa aveva creato un mostro, aveva seminato oscurità nella mia vita e che questa si era diffusa a macchia d’olio rovinando la mia infanzia ed adolescenza, ferendomi nella mente e nel corpo e come una sciocca per tutto quel tempo continuavo a seguire quella dottrina pensando che pregando avrei potuto trovare aiuto. Ma l’aiuto l’ho trovato solo quando ho deciso di reagire ed usare le armi a mia disposizione per cambiare le cose!

In quel paesino tutti andavano in chiesta, ogni domenica con il loro miglior vestito, dai bambini agli adulti, in inverno le donne facevano a gara a chi indossava la pelliccia migliore e dopo tutti quegli anni che cosa avevano imparato? A disprezzare il prossimo per il loro ceto sociale, per il loro aspetto o per come erano vestiti… proprio tutto quello che non ha mai fatto Gesù…

Una vera scuola di crescita spirituali dovrebbe farti crescere come persona, renderti più saggia, renderti migliore, dovrebbe farti capire cosa è sbagliato cosa non va nei tuoi atteggiamenti, dovrebbe migliorarti e darti gli strumenti per migliorare la tua vita in ogni aspetto, come l’Accademia di Coscienza Dimensionale, l’unica scuola spirituale che oggi insegna le Arti Psichiche e ti da dei veri strumenti per migliorare ogni aspetto della propria vita!

Ma la Setta ti peggiora e raggrinzisce dentro, come il padre del mio primo ragazzo che andava in giro a dire che ero una troia e che ha picchiato suo figlio… dopo tutti quegli anni di prediche e preghiere, cosa era cambiato in lui, nulla!

Un luogo dove vengono accolti pedofili, mafiosi e ogni tipo di criminali e che questi atti vengono compiuti dagli stessi preti, come possiamo credere che porti energie positive?

Alla Chiesa non importa minimamente l’evoluzione spirituale delle persone, loro vogliono solo la sottomissione, il potere e soprattutto il controllo.

In questo documento mi sono messa a nudo, ho raccontato fasi importanti della mia vita, ferite che mi porto per molta parte ancora oggi, non so chi lo leggerà, ma spero che possa esserti utile, che tu che mi leggi possa trovare nelle mie parole il messaggio che stavi cercando.

 

Lucia

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Lettera al mio datore di lavoro – non inviata

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Questa lettera avrei dovuto e voluto scriverla e inviarla durante il periodo della mia sospensione al mio datore di lavoro. Più volte ci ho pensato, ma poi non l’ho mai fatto. L’ho scritta esattamente un anno dopo l’inizio della mia sospensione, per non dimenticare.

Egregio datore di lavoro,

con la presente desidero chiederle spiegazioni in merito al divieto di lavorare in smart working. Le ricordo che avevamo concordato alcune giornate che avrei avuto il diritto ed il dovere di svolgere anche con l’entrata in vigore del green pass per accedere al luogo di lavoro. Mi è stato vietato di lavorare in ufficio per il fatto che non ho la minima intenzione di ottenere il green pass e questo nonostante sia da sola in quanto, come ben sa, ognuno di noi ha un ufficio a disposizione. Avevamo concordato alcune giornate di smart working e dopo alcune settimane questo diritto mi è stato negato da un giorno all’altro e con la giustificazione che non ho il green pass. Probabilmente non sono aggiornata, ma quindi il virus oltre a fare il birichino ed essere tremendo solo in certi orari e solo in certi luoghi di bar e ristoranti ora viaggia attraverso la tecnologia? Si espande da un pc all’altro? O ancora da un telefono all’altro? Oppure passa attraverso i collegamenti internet? Sa benissimo cosa penso e quanto sia contraria a quell’assurdo e ingiusto lasciapassare in quanto non ho mai avuto problemi a dire quello che penso a riguardo. In aggiunta, trovo ancora più assurdo e non corretto dover avere il green pass per lavorare da casa mia. Poi nel caso cedessi a questo ricatto, chi mi controllerebbe il lasciapassare per lavorare a casa mia? Mio marito? O il gatto? Oppure verrebbe direttamente lei a controllare? Ogni due giorni giusto? È sicuro che per Legge lo può fare? Come già le ho comunicato, non avrò mai e nemmeno per un singolo istante quel lasciapassare, ripeto che sono contraria e restero contraria. Un diritto non va comprato. Ma proprio non riesco a comprendere come si faccia a vietare un diritto che dovrebbe essere riconosciuto a tutti i cittadini e che è contenuto tra i principi fondamentali della Costituzione italiana. Io, come tutti, ho diritto di lavorare, ho bisogno di lavorare per avere la possibilità di vivere, di contribuire a mantenere la mia famiglia, di far fronte alle spese molto elevate che dobbiamo sostenere in particolare a causa delle bollette e delle tasse che sono sempre più alte. Quindi per quali motivazioni avendo un lavoro che posso tranqullamente svolgere da casa mia non lo posso più fare? In quale Legge sta scritto che serve un lasciapassare per esercitare questo diritto? Nel 2020, quando lei ed altri datori di lavoro avete avuto bisogno, avete attivato subito lo smart working. Ora perchè questo non è più possibile per una parte di noi che ne ha bisogno? Proprio così, ricordo che nel 2020 ho svolto per mesi il lavoro a casa mia e con l’utilizzo di ciò che avevo e che ho dovuto comprare per potermi mettere nelle condizioni di lavorare per lei. Non mi è stato fornito e nemmeno rimborsato nulla! Mi dirà che noi che abbiamo potuto lavorare da casa siamo stati molto fortunati. Ma ho dovuto usare il mio computer, la mia rete internet, l’elettricità che ho pagato io, ed acquistare online ciò che non avevo per poter svolgere al meglio il lavoro da casa mia. Ho comprato una scrivania, le cuffie e la carta per stampare in quanto spesso ho usato la mia stampante perchè a volte è difficile leggere un sacco di documenti sempre al pc. Non mi sono mai tirata indietro ed ho svolto sempre con molto impegno il lavoro che mi è stato assegnato. Per me è stato naturale, ho portato molta pazienza e questo anche se a volte non è stato semplice. Il computer fortunatamente lo avevo da poco più di un anno perchè mi era stato regalato e in circa un’ora un tecnico informatico a distanza mi ha installato tutti i programmi per poter accedere in remoto dal mio computer personale al mio del lavoro. Quando si vuole tutto in un attimo è possibile, giusto? Ricordo che in pochissimo tempo tutti noi eravamo operativi da casa per poter mandare avanti il lavoro. Dopo un paio di mesi però il mio computer, che aveva poco più di un anno, ha inizato ad avere problemi. Da un momento all’altro è diventato lentissimo e rumoroso, questo inizialmente mentre si connetteva in remoto all’altro pc e successivamente praticamente sempre. Non so se sarebbe successo comunque, ma di fatto è accaduto in quei mesi che l’ho usato praticamente solamente per lavorare e tutto è iniziato durante una connessione in remoto. Purtroppo lo sto tenendo ancora oggi così, lentissimo e con i suoi rumori, perchè non ho la possibilità di acquistarne uno nuovo e nemmeno di portarlo a far riparare.

Tornando ad oggi, anche questo mese non ho potuto lavorare ed ovviamente ho ricevuto zero stipendio. Ho il mio lavoro, ma lei non mi permette di svolgerlo. Secondo lei è giusto tutto questo?

Cordali saluti.

Una sua dipendente che ha lavorato sempre con impegno anche in smart working, ovvero quando lei datore di lavoro ha avuto bisogno, e che in un attimo si è vista negare tale diritto nel momento del bisogno.

 

Claudia

 

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Le manifestazioni e le forze dell’ordine

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Nel corso del 2021 e del 2022 ho partecipato a tantissime manifestazioni e non avrei mai immaginato che si sarebbero mobilitate così tante forze dell’ordine. Quando vogliono ci sono allora e sia in uniforme ufficiale che in borghese. C’erano carabinieri, poliziotti e perfino militari armati. Erano veramente tantissimi, sia nelle piazze in cui ci trovavamo che durante tutto il percorso del corteo. I loro sguardi trasmettevano paura e sembrava che stessero svolgendo il loro lavoro per fermare un numero molto elevato di criminali in azione. A volte erano armati in un modo veramente esagerato. Dopo mesi di manifestazioni ho visto che c’erano anche tantissimi della Digos in borghese e i loro sguardi per me erano i più terribili, pieni di odio nei nostri confronti, ogni volta sembrava che fossero molto contrari e pieni di rabbia per quello che stavamo facendo. Abbiamo sempre manifestato in modo pacifico e assieme siamo sempre riusciti a non cedere alle varie provocazioni delle persone che vedendoci ci urlavano contro. A volte ho visto che non è stato semplice, sono capitati casi in cui uno di noi iniziava a perdere il controllo a forza di sentire provocazioni e insulti dai passanti che avevano un pensiero contrario al nostro e che non perdevano tempo per farcelo sapere con toni e parole non proprio gentili. Ma siamo sempre intervenuti e ci siamo aiutati tra manifestanti riuscendo a ristabilire la normalità. In quei momenti non ho mai visto nessuno delle forze dell’ordine intervenire. Anzi un giorno poco prima di una manifestazione abbiamo avuto una discussione poco piacevole. Ci siamo trovati in una piazza e stavamo facendo due chiacchiere per l’inizio della manifestazione. Specifico che era una giornata di gennaio 2022 ed era molto freddo. Noi eravamo molto stanchi e nonostante questo ci stavamo trasmettendo forza a vicenda perchè era molto importante continuare a far sentire il nostro pensiero. Ad un certo punto ci accorgiamo che c’è qualcuno che continua a farci fotografie. Con tono gentile chiedo di smetterla di fare fotografie e di cancellare per la nostra privacy anche quelle scattate. Ed ecco che ottengo l’opposto. Si mettono a scattare altre fotografie. Anche altri intervengono, sempre in modo cortese, e chiedono di non fare altre foto. Uno della Digos si avvicina a me e urlandomi contro mi dice di abbassare i toni. Altri sempre della Digos dicono la stessa identica frase ad altri manifestanti. Ma nessuno di noi aveva perso il controllo, nonostante tutto stavamo parlando normalmente, nessuno di noi aveva alzato i toni. Abbiamo solamente chiesto gentilmente di rispettare il nostro diritto alla privacy e di non scattare fotografie ai nostri volti. Uno della Digos ha risposto che dal momento che eravamo là loro erano autorizzati a fare le fotografie e di stare tranquilli che non sarebbero state diffuse, ma venivano scattate solamente per la sicurezza pubblica perchè loro devono sapere chi c’è alle manifestazioni nel caso succedesse qualcosa e che tutto questo faceva parte del loro lavoro. Allora ho chiesto gentilmente se potevano evitare almeno di fare così tanti scatti alle stesse persone perchè sembrava che ci stessero facendo un servizio fotografico. Non ho avuto risposta, perchè nel fratempo era arrivata altra gente per la manifestazione e alcuni sempre della Digos avevano iniziato a fare le fotografie a loro. Una signora che è stata subito infastidita dai tanti scatti ha chiesto spiegazioni e ha detto, come tutti noi, che non aveva piacere di essere fotografata. Ed ecco che in questo momento una della Digos perde la pazienza e ci dice che se non avessimo smesso di essere così maleducati e di intralciare il loro lavoro ci avrebbero portati subito in Questura. Noi manifestanti abbiamo deciso di lasciare perdere, volevamo evitare che la situazione peggiorasse e ci siamo allontanati. Insomma, durante le manifestazioni sembrava che noi fossimo dei criminali. Noi che ci ritrovavamo per difendere e riavere i nostri diritti con cartelloni, parole e canti!

 

Claudia

 

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La paura di andare in pronto soccorso e la visita dal medico di base

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Verso la fine del 2021 ho subìto un tamponamento stradale. È stato un colpo molto forte ed ho battuto la testa sia davanti che dietro. In quel momento non mi ero accorta del colpo che avevo preso, ma ho sentito che non sarei riuscita a continuare a guidare. Ho parcheggiato e mi sono fatta venire a prendere. Il colpo è stato molto forte, la macchina era molto più grande rispetto alla mia ed è arrivata velocissima. Io ero ferma ad un’uscita, c’era colonna, quando ho sentito solo un gran colpo da un momento all’altro e un forte male alla testa per il colpo di frusta. Avevo la vista annebbiata, la fronte molto arrossata, una forte nausea e mi girava tantissimo la testa. Sarei dovuta andare al pronto soccorso, ma avevo troppa paura. Essendo non vaccinata avevo ed ho tutt’ora paura di andare in ospedale. Non sono l’unica ad avere paura di accedere al pronto soccorso. Anche tante altre persone, che hanno le mie stesse idee, hanno anche le paure identiche alle mie. Paura di entrare per un problema, ma essere ricoverata per tutt’altro. Paura di essere isolata dai miei famigliari. Paura di essere visitata da un medico o da un infermiere che odia i non vaccinati e non riesce ad agire con professionalità. Dal 2020 questa paura è diventata sempre più forte. Le false informazioni che sono state trasmesse per incutere terrore e metterci gli uni contro gli altri per le idee diverse e i morti che sono stati cremati per non permettere le autopsie mi hanno portata ad avere tanti dubbi e a non avere fiducia nel sistema. Quindi ho stretto i denti ed ero sicura che tutto sarebbe passato in poco tempo. Purtroppo dopo due giorni ho iniziato ad avere dolori sempre più forti alla testa, al collo ed alla schiena. Ad un certo punto erano diventati insopportabili. Così sono dovuta andare dal mio medico di base perchè avevo bisogno di prendere degli antidolorifici. La visita è stata brevissima. Nonostante avessi forti dolori e ancora il segno del colpo sulla fronte, mi ha controllata giusto un attimo e mi ha subito prescritto un medicinale da prendere. Poi ha colto l’occasione al volo per iniziare a parlarmi del vaccino e di quanto fosse importante. Mi è sembrato come se non gli importasse realmente di come stavo, non era interessato a risolvere il problema che avevo, ma l’unico suo interesse era quello di convincermi a vaccinarmi. Non so se sia stato corretto così, ma non mi ha nemmeno consigliato di mettere il collare ortopedico. Io non ci ho pensato, non è il mio lavoro, forse lui però avrebbe dovuto e forse avrebbe anche dovuto prescrivermi di fare fisioterapia. Non mi sono sentita visitata adeguatamente. Invece di essere dal medico mi è sembrato di trovarmi in banca oppure alla posta nel momento in cui lo sportellista inizia a fare pubblicità e a consigliare investimenti oppure polizze assicurative. Mi sono alzata e me ne sono andata. Quando poi mi sono confrontata con altre persone che in passato hanno avuto il mio stesso problema, mi hanno confermato che a loro è stato messo il collare ortopedico e che il loro medico ha prescritto subito un ciclo di fisioterapia. Invece, il mio medico mi ha pubblicizzato il vaccino contro il virus così terribile e contagioso a tal punto che ad oggi, ottobre 2022, non ho ancora preso.

 

Claudia

 

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Testimonianze varie post vaccino

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In questo periodo di mattanza si sono scatenate situazioni che non solo hanno colpito il corpo delle persone a causa dell’avvelenamento innescato dal siero, ma anche la mente di moltissime persone, anche e soprattutto giovani, come testimoniato da una madre di una mia amica che lavora nel reparto ospedaliero dove vengono svolte le tac. I casi dei giovani con ictus e problemi respiratori sono aumentati tantissimo, addirittura ad un ragazzo di 33 anni gli sono stati messi 5 bypass, molti altri invece sono finiti in un centro di salute mentale anche a causa del lockdown che ha creato danni molto seri nelle menti di molte persone. Un mio amico è tra quest’ultime persone. Quando andava a scuola soffriva di depressione, e dopo non poco tempo è riuscito a venirne fuori seppur con alcuni alti e bassi. Con il lockdown gli è ritornata di nuovo prepotentemente questa malattia e gli ci è voluto almeno un anno per riuscire ad uscirne, ma ancora adesso si vede che ne porta ancora gli strascichi. Anche per gli anziani i casi non sono rari, tra chi è caduto nell’abisso di malattie come alzheimer e depressione subito dopo la puntura killer, o molti altri, sia giovani che non, che sono impazziti compiendo atti molto gravi come l’uccisione di parenti o incidenti stradali. Spesso mi capita di parlare con i pochi amici che non si sono sottoposti al siero di alcune situazioni che sono capitate, e tra quelle che mi sono state dette sono veramente incredibili. Recentemente, parlando con un’amica, mi ha raccontato che mentre passeggiava per il centro di Venezia all’improvviso un signore è caduto a terra, non è riuscita a vedere bene perché un bel po’ di gente ha cominciato ad affollarsi attorno, ma le è parso di capire che questo signore era in preda disteso a terra alle convulsioni perché sembrava di si muovesse in modo epilettico. Un altro caso che mi è stato raccontato invece riguarda una mia cliente, una donna molto anziana. Mi raccontava di suo figlio, malato di artrosi, che poco prima di venire operato all’ospedale di Padova gli era stata fatta la 2 dose di vaccino, altrimenti non poteva essere ricoverato. Il giorno dopo l’operazione è stato subito dimesso e pochissimo tempo dopo le è venuta la pericardite su cui sta riscontrando ancora molti problemi insieme a quelli che già ha. Inutile dire che gli ospedali stanno diventando dei vari e propri lager da cui stare alla larga. Ringrazio Angel perché solo grazie a lei e agli insegnamenti che divulga nell’Accademia di Coscienza Dimensionale ho potuto salvare la mia vita da questo genocidio di massa.

 

Chiara C.

 

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Seconda parte di – La Chiesa: Ombra sull’umanità

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Ritornando alla mia storia, da piccola non avendo amici oltre la mia casa l’unico luogo dove andare era la chiesa del paese. Inizialmente durante i giorni di catechesi andavo lì molto prima degli altri e chiedevo di entrare per evitare gli altri bambini così da non subire il loro bullismo, andavo da sola a piedi non mi accompagnava nessuno, e nessun adulto restava con me nell’attesa che iniziasse la lezione. Di solito mi apriva una suora, che i primi tempi seguivo ovunque e che non aspettò molto a mettermi in mano secchio e mocio per aiutarla a pulire le varie sale e la chiesa stessa. Andavo ancora alle elementari e già ero diventata una piccola donna delle pulizie che puntualmente puliva senza che mi venisse detto grazie. A via di frequentare questa anziana suora alla fine lei mi inserì in un gruppo di bimbi chiamati i “giovani missionari”, che facevano diverse attività nella chiesa gestite dal prete. Diciamo che a differenza degli altri bambini del paese quei bambini mi hanno sempre trattato in modo umano, per quello che ero. Con questo gruppo invece che stare per strada andavamo lì per fare attività, giochi, riqualificazione degli ambienti dove si facevano laboratori e momenti dove poter parlare e discutere, oltre a recite ed aiutare con le tante attività della chiesa, creando una sorta di comunità. E quindi ero presente e aiutavo per le sagre durante le feste della santa del paese, aiutavo in tutto. Ma come diceva il nome facevamo parte di un gruppo dove i ragazzi più grandi andavano anche in missioni all’estero in paesi poveri e spesso venivano preti che raccontavano le loro esperienze. Il prete del mio paese e della mia infanzia ci teneva molto ai ragazzi e ai giovani, cercava di avvicinare e creare delle attività per quelli che vedeva andare verso brutte strade come droga e alcool, la chiesa era molto spoglia non c’era oro ne ornamenti, solo una gigantesca statua in legno di Gesù risorto che adoravo, si dava aiuto alle famiglie povere raccogliendo del cibo da dare, infatti molto spesso li portavano a casa mia, e poi una cosa sua particolare era quella che modifica spesso le preghiere perché non amava quelle frasi di punizione che spesso che ci sono, tipo pietà celeste, lo cambiava in amore celeste, e cercava durante la messa di parlare in modo semplice, non diceva che dovevano interfacciarci tramite Maria o Gesù, ma che dovevamo comunicare con Dio stesso, e che per lui eravamo la cosa più importante. Eppure però vedevo che lui che era uomo poteva predicare e invece le donne no, potevano essere solo suore che l’unica cosa che facevano era pulire, cioè le sguattere, e questa cosa non mi andava a genio, inoltre non ho mai compreso il perché dovevamo confessarci, quando anche non avevo fatto nessun peccato, il perché dovevo andare per forza in chiesa se non ci andavo non ero brava e non bastava pregare a casa e tanto altro che non mi andava a genio. Ritornando al gruppo dei giovani missionari questo prete faceva venire dei suoi colleghi a raccontarci le loro esperienze dai paesi in cui erano in missione, uno in particolare mi ha sempre colpito per le cose che ci diceva, di come loro credevano di andare lì a portare cultura e aiuti, ma poi si ritrovavano ad essere aiutati, perché non conoscendo quegli ambienti dovevano spiegargli come si lavorare e viveva lì, quindi ci diceva che dovevamo essere umili e non saputelli e prepotenti e tanto altro che non è al centro di questo articolo, ma so che lui aveva lavorato molto in quei paesi andando anche contro un po’ a quello che la chiesa voleva.

Ebbene negli anni, attraverso lo studio soprattutto leggendo la storia di tanti santi molte cose non mi andavano a genio e iniziavo a capire che la Chiesa non era poi così bella, i santi delle mie zone sono molto antichi, si tratta dei primi trecento anni dopo Cristo uccise durante la persecuzione cristiana da parte dell’impero romano, molti di loro anche se donne insegnavano, invece oggi gli unici a poter far messa sono gli uomini, i preti, inoltre essendo la storia legata di questi santi legati a quando l’impero romano riconobbe la religione cristiana, si studiava molto quella parte di storia e di come molte festività romane erano diventate cristiane per permettere al popolo di accettare la nuova religione, così come il natale il 25 dicembre, o il ferragosto e tante altre.

 

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Oltre questo si indicava contro i pagani romani che avevano torturato ed ucciso tanti cristiani (di cui però bisogna rivedere le fonti e come realmente andarono le cose!) e a quei tempi poi si studiava personaggi tra cui per me la più importante da bambina che mi diede molta nuova consapevolezza fu Santa Giovanna d’Arco, che fu uccisa al rogo dalla chiesa stessa seppure lei fosse cristiana, la stessa chiesa che iniziò ad uccidere a destra e manca tutti coloro che non la pensavano come loro, però poi andavano contro gli Ebrei che avevano ucciso Gesù, quando mi chiedo cosa di diverso ha fatto poi la chiesa rispetto a coloro che hanno condannato Gesù? Ma Gesù voleva davvero questo tipo di Chiesa per noi? Sono questi i suoi veri insegnamenti? Quando chiedevo ai preti dei vangeli apofisi loro mi dicevano si esistono, ma da noi non vengono accettati, per la Chiesa vale questo. C’era tanta carne sul fuoco, il maschilismo che si leggeva poi negli antichi testamenti era disgustoso tanto che alla fine leggevo solo il nuovo testamento e la storia di Gesù.

Ma tutti questi pensieri e riflessioni si fecero molto più forti, quando ad un certo punto non solo per quale motivo il prete che per anni aveva servito il nostro paesino fu mandato via dal vescovo, nessuno sapeva il perché, il vescovo lo chiamò a se, vicino vicino, non gli diede nessun’altra parrocchia e lo allontanò da tutti i gruppi anche dal nostro tanto che ci venne difficile per diverso tempo riuscire a comunicare con lui. Al suo posto arrivò un prete con una bella geep nuova di zecca e la maglietta la cost, che iniziò nelle sue omelie a lamentarsi e dirci che dovevamo dare più soldi, perché la chiesa era spoglia, non era ammissibile, non c’erano statue, ornamenti, doveva assolutamente ristrutturarla e tutti dovevano dare soldi, soldi soldi. Rimasi scioccata, la chiesa era la struttura più spoglia e povera della cittadina, perché ogni bene il prete di prima lo dava poi a chi aveva bisogno, il nostro era un paese di contadini, poche erano le famiglie ricche e pure questo nuove prete con la scusa di dio ecc… Inizio a spremere tutti a fare dei lavori nella chiesa, che io non riconobbi più riempiendola di oro da ogni lato, statue ed ornamenti vari, e lui si pavoneggiava felice con i suoi vestiti di marca e auto costose. Allo stesso tempo arrivò un monaco, che doveva aiutarlo e iniziò il gioco di potere perché quel prete voleva avere la predominanza sul paesino e non darlo o dividerlo con altri, quindi vedevi che si attaccavano parlandosi male uno dietro l’altro e io e gli altri ragazzi eravamo scioccati, stavamo vedendo una chiesa che non conoscevo, fatta di giochi politici, fatta di richieste di soldi e oro, dove la fede e Dio non esistevano e il cui nome veniva usato solo per interessi personali. In quel periodo ero diventata anche catechista, ma quello che spiegavo agli altri bambini era molto diverso da quello che avrei dovuto spiegare, ricordo che un giorno parlando con un ragazzo mi disse che quello che dicevo io non era la religione cattolica, perché io dicevo che Dio era sempre con noi, e se volevamo comunicarvi dovevamo usare il nostro cuore, perché era come il nostro migliore amico, un padre e avrebbe voluto solo il nostro bene. Quel ragazzo mi disse che il dio della Chiesa cattolica non era così come lo descrivevo e che non sapeva di cosa stessi parlando. Rimasi scioccata e iniziai ad avere dubbi su cosa stessi seguendo, attraverso delle esperienze personali che racconterò sicuramente sulla piattaforma HathorNetwork avevo iniziato ad avere un’idea di Dio diversa da quello che la Chiesa insegnava, ed essendo la religione cattolica l’unica cosa che conoscevo ai tempi, mi portò in crisi facendomi pensare che forse stavo sbagliando tutto, perché, cosa stavo seguendo?

Poco dopo lasciai il mio paesino e mi trasferii in una grande città, dove lì rimasi ancora più scioccata, entrando in chiesa cercavo di capire se esistevano dei gruppi come quello dei giovani missionari del mio paesino, ma non trovai nulla di tutto ciò, se no la freddezza più totale, chiese piene di oro e ornamenti con un prete distante dal pulpito che predica parole complesse e spesso senza un senso di fondo verso una massa di persone che nemmeno va a salutare e parlare con loro a fine messa come ero abituata in passato, dove il prete del paese aspettava tutti per sorridere e salutare tutti e ci teneva che ci stringessimo la mano, che ci salutassi tutti. Invece lì il prete si ritirava subito nelle sue stanze e dopo aver ripetuto le solite frasi a memoria vai via come una macchina che va a riempirsi di qualcosa, direi spazzatura e poi scomparire.

 

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Mi fece talmente senso che iniziai a non andare più in chiesa, iniziai ad osservarmi attorno, e vedevo lo stesso evento sempre, una figura lontana che dall’alto parla alle persone dicendole cosa fare e cosa non fare, ma poi va via e scompare senza creare nessun legame.

Ma ciò che spaccò tutto definitivamente fu un evento per me molto importante, un incontro nazionale dei giovani missionari, dove i ragazzi di giù mi contattarono per chiedermi di partecipare perché sarebbero saliti anche loro.

Farà molto strano quello che racconterò, non so se sia stato un caso che io abbia potuto assistere a quella giornata e ascoltare i racconti che mi arrivarono, ma spero che possano essere utili a tutti.

In quella giornata si commemorava un prete morto nel sud America, iniziarono a parlare e io spesso siccome i discorsi per me erano tutti nuovi non riuscivo a seguire del tutto. Ci dissero che questo prete aveva sacrificato la sua vita per andare contro il governo dittatoriale e aiutare le persone povere nella sua chiesa, persone che venivano perseguitate, dandogli rifugio e cibo, fu spesso perseguitato dallo stesso governo, e quando chiese aiuto al vescovo locale gli fu rifiutato perché il vescovo locale era a braccetto con il dittatore di quel paese. Perciò chiese aiuto alla città del vaticano, al papa stesso per denunciare tutto questo, ma ogni aiuto gli fu rifiutato, anzi lo minacciarono di scomunica se continuava ad aiutare la minoranza di quel paese. Da lì mi parlarono che esiste in sud America due forme di Chiesa, quella di Roma che è legata al potere politico e che di aiutare il prossimo non interessa minimamente, e quella fatta di persone che avevano seguito la chiesa cattolica perché ispirati dall’esempio di Gesù volevano aiutare il prossimo, persone che vivono di povertà, cercano di aiutare il più possibile, che predicano per strada ecc… Iniziarono a parlare della corruzione della chiesa di Roma, dei legami che aveva con la mafia, e quelli che stavano raccontando tutto questo erano preti, uno di loro proveniente dall’Africa ci raccontò invece cosa veniva fatto nel suo paese. Ci disse che quando vengono in missione i preti e il resto del gruppo, prima spingono tutti nel paese o villaggio a diventare cattolici e poi iniziano con una cosa ignobile, essendo che lì manca molto il cibo e c’è tanta povertà la chiesa porta del cibo e dopo che ha manipolato tutti attraverso il cibo, spinge le persone nel villaggio a lasciare le loro religioni pagane e credenze per diventare cattolici spingono gli stessi del villaggio ad andare contro chi non vuole convertirsi, togliendogli la possibilità di avere del cibo, sia dalla chiesa stessa che dagli stessi del villaggio. Inoltre alle famiglie i cuoi figli diventano preti e suore gli vengono dati aiuti alimentari e soldi e quindi tutte le famiglie spingono dei loro figli a diventarlo. In pratica, sfruttando la povertà, la chiesa costringe tutti a diventare cattolici e far entrare i propri familiari nella Setta altrimenti non gli permettono di nutrirsi di cibo e saranno costretti a morire di fame.

Rimasi scioccata di tutto questo, e quello che mi dicevano e che se vai contro la Chiesa di Roma vieni minacciato di essere scomunicato e allontanato. Ricordo che io e una mia amica chiedemmo informazioni del prete missionario di cui parlavo sopra, e ci dissero che era morto qualche anno prima per un grave incidente, per un malfunzionamento alla sua macchina di ritorno da Roma, lo stesso periodo in cui il prete del mio paese fu allontanato dal nulla dal mio paesino e richiamato dal vescovo. Ricordo che io e la mia amica ci guardammo negli occhi e lo sentimmo fin dentro le ossa che quell’incidente non fu un caso, ma che quel prete fu ucciso perché fastidioso agli occhi della chiesa.

Ricordo che le persone lì presenti rimasero comunque cristiane cattoliche, come se quello detto fosse stata acqua che scorreva via senza lasciare nulla, ci rimasi stranita, invece dentro di me aveva unito tanti puntini e creato un’immagine più concreta.

 

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Ricordo che qualche giorno dopo entrai in una chiesa durante la messa, rimasi in piedi ad ascoltare in silenzio parola dopo parola, e ritornelli chiamate preghiere che non sono altro che mantra che creano dei programmi d’ipnosi dentro di noi, mi risultarono per quello che erano, ero disgustata, erano parole di sottomissione, in cui io avevo peccato, nata peccatrice e dovevo soffrire e chiedere perdono, e io mi chiedevo, quale peccato ho mai commesso? Quale dio vuole mai che io debba soffrire per tutta la mia vita? Vivere una vita di sofferenza? Eppure ancora mi mancava di comprendere quelle altre parole rivolte verso Gesù un rituale disgusto che si ripete giorno dopo giorno, nel ricordare i suoi momenti di sofferenza, e che ho potuto comprendere solo grazie ad Angel Jeanne e al suo libro Apatià, che consiglio a tutti di leggere.

Da quel giorno smisi di considerarmi Cristiana, smisi di seguire la religione, non smisi di credere in Dio perché so che esiste, nella mia vita ho avuto tante prove della sua presenza e grazie ad Angel Jeanne adesso ne ho l’assoluta certezza.

So che forse con queste mie parole molti si sentiranno offesi, ma quello che ho raccontato è la mia vita e la loro offesa non cambia il mio vissuto, ma spero che arricchisca chi sa comprendere ciò che ha letto.

 

Lucia

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La Chiesa: Ombra sull’umanità

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Tutti noi che viviamo in Italia, volendo o meno abbiamo avuto a che fare con una presenza fissa, ben radicata nel nostro paese che si chiama Chiesa Cattolica.

Molti di noi hanno avuto esperienza diretta, con vissuti spesso molto negativi, ma tutti ne siamo stati toccati, in quanto il suo potere si estende come una mano che copre le nostre vite, talmente grande da non sapere che quell’ombra perenne che vediamo sopra di noi sia la sua presenza, credendo quasi che la poca luce che ci giunge sia normale perché presente da così tanto tempo, da così tanti secoli che è diventata la normalità, i nostri genitori ci hanno sempre detto che esiste quell’ombra, i nostri nonni pure e i nonni dei nostri nonni, quindi fa parte della nostra cultura ed eredità. Eppure la Chiesa Cattolica da secoli dirige la politica, l’economia, e la mente stessa del nostro paese, e certamente non per i nostri interessi.

All’età di circa 20 anni decisi di non riferirmi più come cristiana cattolica, avrei creduto in Dio, ma non secondo i dettami di questa religione, o meglio Setta, perché di questo si tratta, una grande, ben organizzata Setta i cui poteri si estendono a livello mondiale. Tanti racconti e vissuti mi hanno fatto riflettere e provare profondo schifo, ma dopo aver letto il libro di Angel Jeanne “Prendiamo coscienza degli Alieni imparandoli a riconoscerli – Vol. 6”, i ricordi di bambina, e tante esperienze sono riaffiorate come non mai, i concetti che avevo compreso si sono ampliati e tante cose che davo per scontate che mi erano accadute a cui non davo importanza, hanno preso il loro posto, comprendendo quanto a fondo questa presenza aveva agito e stava ancora agendo nella mia vita.

Quello che vi racconterò inizierà dalla mia tenera età di sei anni per poi arrivare fino all’incirca ai 20 anni. Per quanto non siano passati secoli da allora, c’è da fare una piccola e doverosa premessa su un aspetto importante che sono i limitati mezzi di comunicazione e informazione nel periodo della mia infanzia e che andavano a cambiare con il progredire delle tecnologie nei primi anni da maggiorenne, cambiando sempre di più il modo di comportarsi e di vivere di noi essere umani. Ai miei 20 anni non era ancora presente lo smarthphone e i social come li conosciamo adesso nel 2022, questo per dirvi che il mondo prima era totalmente diverso da ora, su aspetti che non immaginiamo nemmeno quanto influiscano su di noi.

Quando ero bimba internet non esisteva, come anche non esistevano i cellulari, e l’unica informazione che potevi avere la ottenevi dai racconti delle persone, dalla TV e dai libri che riuscivi a trovare, e soprattutto nei paesini più piccoli c’era una grande ignoranza e bigottismo, anche se devo ammettere forse dopo il vissuto di questi ultimi anni mi sto ricredendo nel pensare che oggi siano diminuiti.

Le attenzioni dei genitori verso i figli, che vedevo da piccola non solo su di me ma anche su tanti altri bambini, era completamente diverse rispetto ad ora, un padre non ti abbracciava e riempiva di baci e i genitori non giocavano così tanto con i loro figli, loro ti dicevano cosa dovevi fare, pensavano alle tue necessità, sì ti sorridevano e ogni tanto mia madre mi dava affetto, ma non è come oggi, era un modo diverso; l’affetto di mio padre non era dato da nuovi vestiti o giocattoli rispondendo ad ogni mio singolo capriccio, che non avrei potuto comunque avere, il suo affetto lo potevo vedere in quei gesti come dopo una giornata di duro lavoro, in inverno senza riscaldamenti vedendomi che avevo freddo si metteva a fare il trenino saltellando per casa con me, insegnandomi a vivere le difficoltà senza lamentarmi e piagnucolare come vedo spesso fare oggi ai bambini anche non più tanto bambini.

 

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Oggi la presenza dei genitori è a mio parere certe volte quasi morbosa, non va bene certamente così come era per me, ma di certo non è normale il modo in cui i figli vengono trattati, togliendogli privacy, libertà e seguendoli quasi a volerli spiare in ogni momento della loro esistenza, tanto è la morbosità da mettere app spia nei loro cellulari e da inserire dei chip sottocutanei per sapere sempre dove sono e come stanno, ops ancora non ci siamo, ma sono certa che tante mamme vorrebbero farlo come con i loro cani.

Detto questo, non pensate che sia scandaloso che una bimba di sei/otto anni, si ritrovi a giocare in piazzetta senza la supervisione di un adulto e soprattutto come sia normalissimo già a circa undici anni andare a scuola e alla catechesi completamente da sola, senza che i miei genitori morissero dall’ansia perché ero senza cellulare (che non sapevano nemmeno cosa volesse dire ai tempi questa parola).

All’età di sei anni, pochi mesi dopo il mio primo giorno di scuola elementare, mia madre si ammalò e inizio a fare spesso la spola tra casa e ospedale, mancando per giorni da casa; essendo io piccola in una famiglia dove la donna pensa alla casa e l’uomo a portare il pane, senza mia madre nessuno in casa sapeva fare letteralmente nulla, nemmeno riscaldarsi il latte quasi, e non è un eufemismo, perché ricordo ancora mio fratello maggiore che ai tempi aveva più di 20 anni che non sapeva proprio come si cuoceva la pasta, inteso la pasta in bianco, tanto era orribile e scotta e tutto che la ricordo ancora oggi… e quindi nonostante i miei sforzi di far notare che sapevo badare a me stessa, lavando i piatti, lavando i panni a mano, pulendo tutta casa, per quanto piccola, con il mio fidato sgabellino raggiungevo ogni punto e fin dall’età di 4 anni ero stata abituata a fare le faccende di casa, nonostante questo i miei decisero di portarmi in quello che volgarmente chiamavamo “Collegio” gestito da suore.

Se si cerca su internet questa parola non si trova quello che veniva inteso nella mia infanzia e da quando ho compreso crescendo, solo nel sud Italia, perché altrove aveva un altro ruolo e importanza.

Da bimba questo luogo era quello che oggi viene chiamata “Casa Famiglia” o in genere le comunità di tipo famigliare dove bambini orfani, con famiglie disagiate possono vivere dei periodi della loro vita.

Quando ero piccola, i bambini con problemi economici, o che hanno perso uno o entrambi i genitori venivano assegnati con l’aiuto del comune in questi “collegi di suore” maschili o femminili, dove passavano un periodo della loro infanzia a seconda delle loro necessità, io in particolare ci passai fortunatamente solo due anni separati da un anno intramezzo in cui stetti a casa, quindi i miei 6 e 8 anni di età.

In questi luoghi le suore accudivano, preparavano da mangiare, gestivano la vita e lo studio dei bambini a loro affidati, ricevendo in cambio del denaro dal Comune e quindi dallo Stato.

 

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Quel luogo fu per me il nascere di tanti traumi e il vivere di tante sofferenze, mi sono sempre concentrata sul bullismo ricevuto dagli altri bimbi, ma oggi con la consapevolezza che posseggo posso notare tante cose che non andavano soprattutto da quelle suore o meglio le “Ombre Nere”, come le chiamo, perché questo per me sono state delle ombre che si muovevano vicino a me, pagate per aiutare dai soldi di tutti i contribuenti, ma che facevano finta di nulla di tutto quello che dentro quelle mura accadevano. Ahimè, non ho tutti i ricordi di quel periodo, soprattutto di quando avevo 6 anni, sembra quasi come un film ma davvero la mente cerca in tutti i modi di aiutare la persona eliminando i traumi dai nostri ricordi, tanto che anche quando sempre da bimba, incontrando delle ragazze che avevano vissuto quel periodo con me, dicendole che non ricordavo nulla, mentre loro insistevano che ero stata trattata davvero in modo brutto, e mi era stato fatto e fatto fare cose che loro mi guardavano con lo sguardo come pieno di pietà, quando iniziarono a raccontare, la mia mente si spense e dopo che finirono di raccontarmi io non ricordavo nulla di quello che mi avevano appena detto, come se non fossi presente. Pensavo che queste cose succedessero solo nei film, eppure io per prima l’avevo vissuto.

Non ricordo il giorno in cui entrai per la prima volta in quel luogo, ricordo però com’era fatto e la struttura ed organizzazione era cambiata poco nei due anni successivi, solo che quando avevo sei anni dai miei ricordi rimasti i mobili erano più rovinati e distrutti. L’edificio era nella piazza principale del paese, il pian terreno era dove accoglievano i genitori in visita, che non salivano mai su agli altri piani. Lì era tutto molto bello, ricco di tappeti colorati, di oggetti ornamentali molto belli e penso di valore, c’era un piano forte, i mobili erano di un legno più pregiato, li ricordo scuri e lucidi, centri, centrini, tende, e lì avevano le stanze le suore, tranne una che dormiva su con noi, e poi aveva lo studio la madre superiora. A noi bimbi non c’era permesso di stare lì, potevamo solo venire quando chiamate, di solito perché venivano a trovarci i nostri genitori, e naturalmente era vietato toccare tutto, forse temevano che potessimo rompere qualcosa.

Salendo su l’ambiente cambiava del tutto, non c’erano più quadri, né ornamenti, non c’erano colori ma solo mura bianche e i mobili essenziali. Il primo piano era dove passavamo la maggior parte del tempo, c’era un’ampia sala iniziale vuota e in fondo la sala mensa con l’unico bagno adiacente. C’erano da un lato tre stanze e dall’altro lato due. Le tre in linea con il bagno erano due delle stanze studio e l’altra la cucina.

Quelle stanze studio erano totalmente vuote, è una cosa che adesso ho fatto caso ma noi non avevamo libri, giochi, niente, non avevamo nulla, c’erano questi tavoli e sedie di legno molto malandate e poi basta, non ricordo né a 6 anni né 8 anni, nemmeno un giocattolo, anzi era tanto che a 8 anni ho potuto portare un orsacchiotto da casa. Fa così strano, loro, le Ombre Nere, avevano tutto il lusso possibile nel loro piano, invece ci facevano stare a noi in queste stanze senza nulla. Ricordo che quando ero stata lì ad 8 anni, poi quando venivano le assistenti sociali, ci mettevano in una stanza che avevano preparato a posta con cartelloni, colori e altri che mai avevo visto nelle altre sale prima. Il loro desiderio di aiutare i poveri era quello di prendersi tutti i soldi dati dal Comune e lasciare noi con l’essenziale per sopravvivere, perché se solo vendevano anche solo uno di quei vasi che tenevano al piano terra potevano di certo comprare qualche gioco per noi, ma non sia mai!

 

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Dei pochi ricordi che ho dei miei sei anni c’è n’è uno del pomeriggio dopo pranzo, dove ci facevano fare il riposino sulle sedie della sala da pranzo, ce li facevano mettere una di fronte all’altra in modo che con due sedute fosse più larghe e riposare lì, erano davvero estremamente scomode, senza un cuscino né nulla, quelle sedie poi erano quelle con la seduta in corda, dure e davvero per niente comode per poggiarci il viso.

Ricordo che nella sala grande sempre al primo, era presente un armadio a due ante, malandato, non ricordo il perché ma ho molti ricordi di me chiusa lì dentro e che potevo uscire, ma non so il perché.

Altri ricordi sempre dei sei anni. Ero con le altre ragazzine, io ero la più piccola, altre erano di quarta elementare fino alle medie, non ricordo i volti di queste altre bimbe che erano con me, e nemmeno quelle delle suore dei tempi di cui ricordo solo i loro abiti neri. In questo mio ricordo una delle ragazze faceva finta di star male, e le altre mi dicevano “non vedi, sta male fai qualcosa” e io iniziavo a dare queste testate al muro, sempre più forti, sempre di più, con tutta la mia forza, e le altre bimbe ridevano, delle suore nemmeno l’ombra nemmeno al rumore di quelle testate, nulla.

Non ho mai dato colpe alle suore di quegli anni, e sbagliavo! Pensavo che il problema erano sempre e solo state le altre bambine, tanto che per tanto tempo, per quanto so che non sia vero, ho sempre pensato che i bambini di natura siano crudeli e cattivi, per ignoranza perché non sanno che stanno facendo del male agli altri, ma la mia esperienza in quel luogo e fuori, era che quando si mettono insieme i bambini diventano cattivi verso gli altri, soprattutto verso chi sembra essere il più debole del gruppo. Ma i bambini non sono di natura cattiva, anzi tutto l’opposto, soprattutto se fatti crescere in un ambiente sano e pieno di affetto e sentimenti positivi, anzi spesso hanno una sensibilità che da adulti perdiamo tutti. Ma quel luogo non era sano, era sterile, freddo e soprattutto non esisteva nessuno che pensasse davvero a noi, eravamo abbandonati a noi stessi. Perché dare da mangiare, un luogo dove dormire, per poi scomparire per tutto il giorno e farsi belli solo quando arrivano i genitori, questo non è prendersi cura degli altri, soprattutto con dei bambini. In quel luogo accadeva di tutto, ma stranamente le suore non erano mai presenti, fingevano ignoranza per non avere problemi e prendersi i soldi, perché ad oggi comprendo che quello solo contava.

Una cosa che a pensarci oggi è davvero ignobile è che queste Ombre Nere portavano me e tutte le bimbe a tutti i funerali possibili ed immaginabili, non so quanti funerali io bimba di 6 anni abbia visto, e questo non era cambiato nemmeno ai mei 8 anni, ne avrò visti così tanti che ero diventata molto insensibile a questo argomento, tanto che per me era come se si palesasse una scena di un film che si ripeteva ogni volta. Questo mi provocò diversi problemi in futuro, dove sono stata insultata da parenti e compagni di classe quando morì per un incidente uno dei miei compagni. Visto che io non esprimevo nulla, non piangevo, non provavo nulla in quelle occasioni o nel vedere il cadavere, per gli altri ero un mostro senza sentimenti, anzi forse avevo piacere nella morte degli altri.

 

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Ma invece quando guardavo la bara o il cadavere io non capivo il perché tutti piangessero, per me quel corpo non era più quella persona che era prima, mi sembrava una bambola, come se qualcosa fosse andato via, qualcosa che era la persona che io conoscevo e che muoveva quel corpo. Ho sempre pensato che magari sentivo che forse la coscienza di quella persona era andata via e quindi restava solo il corpo, ma non ho mai pensato a tutti i funerali che le suore mi hanno portato a vedere e quindi all’effetto che hanno avuto su di me.

C’è un ricordo che ho sempre pensato come se fosse quasi un sogno, ma credo sia reale, perché proprio recentemente ho ricordato un aspetto particolare.

Sempre ai miei sei anni, c’era la sera un momento dove tutte le suore chiamavano una bimba e la portavano nella parte più profonda del palazzo, oltre il garage dove al posto era stata fatta fare una cappella, le portavano in questa credo cantina, non so, dove a me non era detto nulla di cosa succedeva ed accadeva e per molto tempo non ero stata portata lì. Vedevo ogni tanto le suore scegliere una delle bambine e andare giù ed io ero molto curiosa e volevo essere scelta anch’io, finché non toccò a me. Fui circondata dalle Ombre Nere, nel mio ricordo loro avevano tipo delle candele o lumini, comunque delle cose che facevano luce perché questo posto dove mi portavano non aveva corrente elettrica. Scendemmo le scale sempre più giù fino ad arrivare a questo posto, mi sembrava di stare dentro una grande grotta, le pareti erano come scavate, c’erano tante stanze sulla destra mentre avanzavamo chiuse ognuna da una porta, loro le aprivano e in ogni stanza c’erano solo una tipologia di vestiti ammucchiati, tipo solo magliette di bimba, in un’altra stanza solo pantaloni, non capivo il perché li tenessero lì ammucchiati. Loro entravano e prendevano quello che gli interessava e poi si proseguiva silenziosi nell’altra stanza. In una erano presenti delle scarpe, si girarono verso di me per chiedermi di scegliere quelle che volevo, da poco si era rotto il mio unico paio di scarpe, io presi delle belle scarpette nere lucide laccate, mi piacevano tanto, non me le provarono nemmeno ai piedi, le presero e via, ed infatti dopo erano troppo strette, ma non potevo cambiarle e dovetti camminare con quelle scarpe strette per diverso tempo, con i dolori continui ai piedi. Continuando dopo quella stanza ricordo che andammo avanti in un posto con più luce, ma da lì non ricordo altro, non ricordo dove mi portarono, cosa successe, quando tornai in stanza, non ricordo nulla, so solo che da allora iniziai a cambiare definitivamente carattere. Molte cose saranno successe che non ricordo, non so se a causa delle ragazze o delle suore, oppure a causa di entrambe.

Da una bambina solare, che amava stare con gli altri, inventare nuovi giochi ecc. divenni una bimba che non voleva essere vista in viso, tenevo sempre i capelli davanti il viso, la testa china, diventando estremamente timida, cupa, silenziosa, e per un periodo ero incapace di provare sentimenti come una macchina, qualunque cosa mi veniva detto facevo, ricordo di quel periodo che ero insensibile a tutto, non provavo disgusto, né tristezza, ma nemmeno felicità, nulla, ero vuota, se mi dicevi di leccare il pavimento lo facevo, se mi dicevi di mettere il piede nel cesso, lo facevo, e non sto scrivendo questo come esempio, ma perché l’ho fatto. Questo cambiamento in me era stato notato dai miei compagni di scuola che iniziarono ad approfittarsene facendomi fare di tutto, ma io non reagivo, eseguivo gli ordini, come se fossi stata ammaestrata a fare questo. Una mia compagna di classe, che per tanti anni fummo insieme, mi disse che in prima elementare io cambiai di botto, iniziai a non parlare, a non esprimere nulla, ero diventata una bambola che faceva qualunque cosa gli dicevi.

 

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Dei miei sette anni non ricordo quasi nulla, so che ero tornata a casa, ma piano piano ero tornata ad esprimermi ad essere un pochino più solare, solo che non ricordavo più nulla di quello che mi era successo in quel luogo, e questo penso che sia stato un modo della mia mente per aiutarmi.

I miei però non erano contenti, a scuola avevo problemi e nessuno mi poteva aiutare, mio padre ha fatto solo le scuole serali da adulto e imparato a leggere e scrivere e contare, mia madre era analfabeta, inoltre la situazione economica in famiglia non era delle migliori, non avevamo l’acqua corrente, il cibo scarseggiava, e io non avevo un buon rapporto con mia madre con cui ho sempre litigato, infatti per ogni cosa mi minacciava che mi avrebbe portato in collegio, lo aveva già fatto con i miei fratelli e loro anche se non sono mai scesi nei particolari mi hanno sempre detto che sono stati gli anni più brutti della loro vita, e posso dire che non hanno avuto un’infanzia semplice, per dire questo vuol dire tanto. Ma la me che non ricordava nulla di quell’anno lì dentro se non pochi ricordi felici, la sfidava e le diceva di portarmi pure!

E così fece, pensando che in quel luogo mi avrebbero aiutata a studiare, povera sciocca! Le suore non mi hanno mai aiutata a studiare, anzi non ricordo una volta che io abbia mai studiato in quel luogo.

Quando tornai tutte le suore, compresa la madre superiora, erano state cambiate di botto, non so il motivo, era rimasta solo una suora la più anziana. Delle ragazze erano rimaste solo due, che a quei tempi andavano alle medie invece io in terza elementare, si unirono al gruppo due altre bambine che non erano mai state lì. La più grande era davvero squilibrata mentalmente, ne aveva subite quanto me, credo che lei stesse lì da diverso tempo ormai e quindi adesso toccava a lei far penare gli altri.

Il suo gioco preferito era di farci fare qualunque cosa comandava, se dovevamo piangere, dovevamo sforzarci e metterci a piangere, poi se diceva ridete, noi dovevamo fare quello, se lei decideva che non si studiava non si studiava, qualunque cosa diceva noi dovevamo obbedire e se non lo facevi quando le suore non guardavano la sera venivi picchiato (il resto del gioco a comandarci lo faceva davanti le suore tranquillamente). Il suo modo di picchiare era semplice, pugni molto forti in testa, ricordo che mi tremava tutto e per qualche secondo mi si appannava la vista, ti dava questi pugni forti sopra la testa perché lì i lividi non si potevano vedere quando le suore ci lavavano.

Queste suore non erano per nulla diverse dalle altre, il luogo era più sistemato ma comunque privo di giochi, libri, colori, di ogni cosa. Adesso ogni tanto venivano degli assistenti sociali a vedere in che condizioni eravamo e quando venivano stranamente sbucavano cartelloni e colori, le ragazze più grandi facevano certe volte dei lavori con il gesso, ma perché la scuola li richiedeva come laboratori pomeridiani e noi restavamo a guardarli. Questo era tutto, almeno non ci facevano dormire su quelle sedie dolorosissime ma uscire fuori dopo pranzo in piazzetta dove lì avveniva di tutto e non comprendo come sia possibile che nessuno sembra mai essersi accorto di nulla. Le due ragazze più grandi di massimo 13 anni fumavano, e chiedevano a me e alle altre bimbe di andare a chiedere i soldi ai bar vicini, era per me la cosa più vergognosa che potesse esistere, odio chiedere soldi, non lo faccio nemmeno con mio padre, ma venivo costretta se no… nonostante questo avvenisse spesso, le suore erano ignare, e io ad oggi mi chiedo come possibile che la gente non gli abbia detto nulla. Quindi queste belle ragazzine sotto il portone del Collegio fumavano tranquillamente le sigarette, e le suore nulla, nemmeno l’odore quando salivamo? Una delle cose di cui io sono grata del fatto che fossi troppo piccola è che queste ragazze si prostituivano.

 

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Essendo piccola non capivo del tutto, ma ogni tot una di loro in particolare scompariva con il motorino con un tizio diverso ogni volta e dopo tornava, e ogni volta aveva il suo gruzzoletto per comprarsi le sigarette, che i genitori di certo non gli davano, essendo lei la nona di dieci figli. Ma anche questo era nel silenzio delle suore, che ci mandavano a fare solo rosari, vedere continue messe e funerali, nemmeno ci parlavano essendo la maggior parte di queste suore straniere, provenienti dalle filippine, e noi eravamo lì in mano a persone che non si accorgevano di come dei minori andavano a prostituirsi a dei schifosi vermi! Oppure loro ricevevano in cambio qualcosa da tutto questo? Ad oggi mi viene il dubbio.

Non finisce qui, naturalmente la più grande si divertiva a vederci picchiare noi più piccole, quindi in punto leggermente nascosto, ma proprio di fronte l’istituto, decideva chi contro chi doveva combattere. Non era bello, bambine che dovrebbero giocare con giocattoli come tutti, a fare disegnini e colorare, a leggere storie, si trovavano a tirarsi i capelli, darsi pugni, buttarsi a terra e riempirsi di morsi per uscire dalle prese di altre bambine che sapevano che se non lo facevano avrebbero subito di peggio. Sono andata lì, mi sono messa con le spalle l’istituto e ho guardato quel punto, si vedeva benissimo, perfettamente, eppure non c’è stata una volta che siamo state fermate e i nostri lividi questionati, ci lavavano le suore, in particolare la più anziana, per quanto cieca non si accorgeva dei morsi sanguinanti? Oppure gli bastava pensare che sono bimbi che giocano? Oppure se ci vedevano era pure divertente, dalle loro finestre la visuale era perfetta.

Questi sono solo alcuni degli esempi di quello che accadeva lì, pensavo che era dato dalla crudeltà di quelle ragazzine, ma oggi se ci ripenso le suore, dov’erano? E nella mia memoria restano come Ombre Nere che si muovono ma per il resto non gli importava nulla di noi, ci lasciavano a noi stesse, facevano finta di non vedere nulla.

Nella mensa di quel luogo io non riuscivo a mangiare, vomitavo al primo boccone, spesso non riuscivo a fare in tempo ad arrivare in bagno che vomitavo direttamente nel piatto, vomitavo praticamente pranzo e cena tutti i giorni, non riuscivo proprio ad ingoiare il cibo, non ne ricordo i sapori, non so se erano buoni o meno, so solo che il cibo non scendeva, come se il mio corpo si rifiutasse di accettarlo. Questo creava schifo e disdegno, ma invece come sarebbe giusto pensare di sentire un medico, uno psicologo, qualcuno, nessuna delle suore si è mai interessata, sono stata sempre e solo rimproverata da loro e poi picchiata dalle ragazze. Ogni giorno era la stessa storia, il fatto che comunque non mi deperissi era perché ogni tanto potevo mangiare alla mensa della scuola e lì invece mangiavo molto riuscendo quindi ad avere il nutrimento necessario. Quando lo seppero si arrabbiarono molto e mi dissero che la mia era solo scena, un modo per attirare attenzioni, era come se ogni situazione negativa ne attirasse altre, l’unica mia consolazione lì in quel luogo dove ero da sola, era quel piccolo crocifisso appeso in alto nella sala pranzo che vedevo benissimo dal mio posto a sedere. Ogni volta che lo guardavo pensavo a Gesù, quello che lui aveva passato era stato molto peggio di me e che quindi dovevo resistere, perché tutto questo mi avrebbe aiutato ad essere più forte.

 

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L’unico modo per mangiare in quel luogo era quello di mangiare molto lentamente, a bocconi piccoli, ci mettevo anche tre ore per mangiare, tutti andavano via e io rimanevo da sola in quella sala da pranzo con quel cibo che non sapeva di nulla, per ore sperando di riuscire a finire presto. Quando terminavo le suore mi portavano a fare il rosario con loro, e le ragazze pensavano che stavo facendo tutto questo per avere le loro attenzioni ed essere più speciale, quindi poi anche notte tarda mi subivo tutti i pugni e il terrorismo.

Non voglio raccontare le altre cose di bullismo che subivo perché non è questo l’argomento di questo articolo, ma intanto vi volevo dire che in luogo gestito da persone di “chiesa”, delle bimbe anche molto piccole venivano lasciate a loro stesse a fare cose illegali, non gli erano date le giuste cure e attenzioni, non eravamo tante ma solo cinque/sei, eppure non avevamo giochi e i nostri stessi vestiti nuovi che ci davano i genitori scomparivano (per chissà dove) e ci venivano dati vestiti vecchi ed ovviamente usati che sbucavano forse da quello scantinato.

La cosa che però mi fece più male, fu quando provai a dire la verità agli adulti, lo dissi a scuola alle maestre e compagni di classe, a casa ai miei genitori e alle suore stesse credendo che loro non sapevano nulla.

Quel giorno non lo dimenticherò mai, non so con quale coraggio ho detto tutta la verità, rimasta a pranzo più tardi per la mia lentezza a mangiare, mentre le altre bimbe erano fuori, chiamai tutte le suore nella sala pranzo e iniziai a raccontare tutto quello che accadeva in quel luogo. Mentre raccontavo una delle ragazze era salita per andare in bagno, le suore la vedono ma non si fermano a parlare con me, lei vede e sente tutto e naturalmente ha riferito ogni singola parola al “capo”, ma la cosa più brutta fu che dopo alla fine le suore mi dissero che sono una bugiarda, che tutto quello che avevo raccontato non accadeva, che la ragazza che comandava era una santa, bravissima pulitissima, non avrebbe mai fatto nulla di quello che raccontavo. Io ero scioccata, immaginatevi una bimba di 8 anni che ha il coraggio di dire agli adulti gli atti di bullismo che accadono, ma che non viene minimamente creduta, e che sa che quello che è stato detto è stato ascoltato. Finita la discussione mi lasciarono scendere dagli altri, non dimenticherò mai quel momento, la ragazza che era andata in bagno mi venne a prendere e tirare da un braccio portandomi in piazza dal capo che bullizzava tutti; lei era seduta su di una panchina, con due mie compagne di classe, che ridendo le stavano raccontando tutto, pensando che gli avessi detto a scuola solo delle cazzate. Ricordo il volto di queste compagne di classe cambiare nel vedermi, non c’era bisogno di parole, dai soli sguardi si capiva tutto, il mio volto, la paura che avevo nel sapere cosa mi sarebbe successo da quel giorno in poi, adesso loro sapevano che non avevo mentito, ma ormai non avevo più scampo. Quello che ho subito dopo non è stato semplice e non voglio raccontarlo nemmeno qui, sembra quasi che questa esperienza insegni il contrario di ciò che dovrebbe essere giusto, visto che nessuno mi ha creduto, adulti, compagni di classe, suore, insegnanti, genitori. Sembra come se dicesse “è inutile raccontare la verità, tanto nessuno ti crederà e dopo che lo hai fatto sarai solo tu a subirne le conseguenze”, eppure ad oggi sono molto fiera della me bambina che ha avuto il coraggio di dire la verità, di denunciare quello che accadeva, anche se all’inizio non è andata bene, c’è stato qualcosa che era cambiato, che vi racconto, solo perché quando dici la verità non sai mai quali influenze e conseguenze puoi creare e spesso esse arrivano molto dopo, ma quando si fa del bene e la cosa giusta, sicuramente altro bene non può che arrivare.

 

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L’anno dopo le ragazze del collegio non mollarono la presa, mi estorcevano i soldi della merenda e picchiavano chiamandomi durante le pause. Questa volta non dissi nulla a nessuno, subivo non sapendo cosa fare, avevo perso la fiducia negli altri, eppure un giorno dei miei compagni di classe mi seguirono senza che io sapessi nulla, si nascosero e vedendo la scena fermarono e cacciarono via le ragazze, proteggendomi. Non dimenticherò mai quel gesto, quei compagni di classe non erano dei santi, eppure l’aver detto la verità li ha spinti a fare del bene per me, che non è dovuto, anche se non ha cancellato tutto quello che era successo e sarebbe successo, però quel gesto lo porterò sempre nel mio cuore.

Questo è stato il mio primo approccio al mondo della Chiesa, non di certo un approccio positivo, ma ero troppo piccola per comprendere tante cose che non andavano, ma crescendo attraverso tante altre esperienze molto iniziò a diventare sempre più chiaro, e oggi che sto scrivendo questi vissuti, dopo aver letto il libro di Angel Jeanne, molti più ruoli in queste vicende sono chiari, come quello delle suore a cui non avevo mai dato colpe, quando loro erano la base di tutto.

Anche i miei fratelli mi hanno raccontato di esser stati per diversi anni mandati in un collegio maschile di un’altra città sempre gestito tra suore e preti. Non sono andati mai nei particolari ma mi hanno detto che per loro è stato un periodo molto brutto, e il bullismo subito era tanto.

Vorrei che rifletteste insieme a me dopo aver ascoltato anche quest’informazione che molti sicuramente avranno, ma io ho ricevuto da poco. Ho conosciuto una signora andata in pensione che era un’insegnante nelle scuole gestite da preti e suore del centro Italia. Ho scoperto lì che mentre nel sud la chiesa gestiva questi “collegi” per bambini poveri, al centro e penso pure al nord invece gestiva queste scuole, molte delle quali molto prestigiose, dove la retta da pagare è molto alta e che vengono frequentati da figli di personaggi importanti. Quando lei insegnava lì mi ha raccontato di aver avuto come alunni molti nomi noti, figli di petrolieri, personaggi oggi famosi, figli e ora titolari di grandi aziende alimentari italiane, farmaceutiche ecc.., figli di ministri e bambini che ieri erano nessuno ma che oggi sono politici a capo del paese. Come il noto Mario Draghi, che ho saputo aver frequentato una nota scuola di Gesuiti e che veniva molto esaltato in quella stessa scuola, insieme a conduttori televisivi e gente definita di nobili origini.

Questa cosa mi aveva sorpreso e mi ha lasciato ancora di stucco quando un ragazzo più giovane di me, oggi nemmeno raggiunge i 30 anni, scoprire che anche lui i suoi genitori, importanti banchieri del nord Italia, lo hanno fatto andare alla scuola di “preti”.

Perché questo legame tra le famiglie ricche del paese e le scuole gestite dalla chiesa? In passato potevo forse comprendere che loro erano gli unici che detenevano un’istruzione più facoltosa, ma come mai anche oggi? E soprattutto perché la chiesa ha così tanto interesse ad istruire e cresce personaggi che in futuro saranno di spicco per il paese?

Forse perché così si assicura di lasciare attraverso l’istruzione una bella impronta in ogni bambino altolocato, per far sì che il suo potere come un virus si installi dentro ogni fibra governativa, politica, economica e sanitaria, ogni punto di questo stato. Ricordo che lei mi parlava che anche il nipote di una persona che era a capo della polizia andava in quella scuola, come politici oggi di sinistra e di destra indifferentemente, tante di queste persone che vedo oggi in TV hanno frequentato nella loro infanzia e fino anche alle superiore gli studi in scuole ecclesiastiche, gestite da Gesuiti e gruppi importanti e ricchi della Chiesa.

 

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Però al Sud questo non accadeva, lì dove abbondava la povertà e l’ignoranza loro creavano altro, dei piccoli “inferni” in terra, assicurandosi comunque di avere il pugno su più giovani e bambini possibili.

Ho sempre pensato che i bambini fossero di natura maligna, che se messi in gruppo iniziavano ad avere atteggiamenti negativi, fare cose negative, negli anni avevo perso questo pensiero crescendo e osservando bambini cresciuti in ambienti diversi, ma fino a prima di scrivere questo articolo in realtà questo pensiero era rimasto dentro di me. Ora comprendo che invece ciò che rende negativo un gruppo di bambini tanto da bullizzare, far fare cose crudeli, dedicarsi fino ad età davvero piccoli ad atti di delinquenza e depravazione, è solo una cosa, gli adulti e l’ambiente che li circonda, in cui vivono, che li influenzano profondamente.

Adesso penso che la chiesa abbia molta mano sulla povertà del sud, sulla delinquenza e cattiveria che esiste, perché ha cresciuto così i bambini del luogo. E questo lo penso per un motivo semplice che non voglio tralasciare, perché secondo il credo cattolico si dovrebbe amare il prossimo più di se stessi, accudire e aiutare, servire quasi, non abbandonare a loro stessi, tanto che quando stavo male e vomitavo ogni giorno, la loro soluzione era lasciarmi in sala da pranzo da sola fino a sera tardi finché non finivo il pasto e dirmi che dovevo smetterla di fare i capricci. Questi sono atteggiamenti di persone che hanno dato voto di aiutare il prossimo? Questi sono atteggiamenti di donne senza cuore, che non sono state mai madri e a cui gli hanno dato in mano dei bambini che non sanno nemmeno come prendere in mano. Perché sì, io non sono mai stata abbracciata da una suora, né presa per mano, loro erano ombre e come tali si muovevano attorno a me, dando ordini, senza interagire veramente, con una freddezza inumana.

Eppure al centro alla gente che aveva tanti soldi i preti e le suore erano più che accondiscendenti, con scuole ben equipaggiate esaltando tutti i bambini che sapevano avrebbero avuto un ruolo importante nel paese, non perché sapessero il futuro, ma perché lo avrebbero creato loro, spianando la strada a chi di loro interesse.

Inoltre credo fermamente che molta della mafia nel sud sia dovuta anche alla chiesa perché è comune sentire, come l’ultimo prete che abbiamo avuto nel mio paesino, che avevano accordi con mafiosi, infatti è stato inquisito per mafia e anche per pedofilia, un verme disgustoso che solo a guardarlo faceva vomitare. Ma naturalmente essendo che ogni prete fa parte dello stato del Vaticano che non so quali accordi hanno con il nostro, nonostante i gravi crimini non va di certo a finire in carcere come noi comuni mortali, ma viene spostato di parrocchia, in una dove non lo conoscono per così continuare a seminare negatività e sofferenza.

Questa è la Chiesa, una grande organizzazione mondiale a delinquere riconosciuta legalmente, che ha creato il suo potere in secoli e secoli, e che porta solo oscurità ovunque si trovi.

La Chiesa ha ucciso in nome di un dio da loro creato, perché non ha nulla a che fare con il vero Dio, milioni e milioni di persone, con guerre di conquista verso altri popoli e terre che chiamavano “sante” e per “evangelizzare” i popoli barbari ed ignoranti, per nascondere il loro schifo e desiderio di potere, perché di quelle guerre il loro scopo era solo quello di prendere ricchezze da tenere a tutti nascosti e allargare il loro impero e soprattutto la loro manipolazione, perché le conquiste della Chiesa non sono solo state via terra, ma soprattutto nei secoli sono state nella mente delle persone e dei popoli, tanto è grande la loro influenza che oggi ogni qualvolta un nuovo presidente viene costituito nel mondo lo senti che viene in Italia, ma non per visitare il nostro paese, va a salutare il papa. Va a mostrare la sua sottomissione alla Chiesa. Tutti i presidenti degli Stati Uniti, dopo esser stati eletti, il giorno dopo si sono presentati nella città del Vaticano a baciare la mano putrida del papa. Questo non è un gesto che bisogna sottovalutare, questo non è fatto per rispetto ma per dimostrare quanto la Chiesa è sopra di loro, per mostrare la loro fedeltà al papa. Perché non fanno la stessa cosa con le altre religioni? Riflettiamo su quello che ci accade attorno.

 

Continua nel prossimo articolo.

 

Lucia

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La Chiesa: una Vergogna

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Porto la testimonianza di quello che i miei genitori raccontarono riguardo ad un prete che era venuto a benedirci casa, io ancora non ero nata e c’era mio fratello molto piccolo, alla vista di questo prete lui subito scoppiò a piangere e non si consolava, poi più avanti si scoprì che questo prete era in realtà un pedofilo. Tornando ad oggi precisamente a qualche mese fa, mentre passeggiavo con il mio compagno incrociamo questo prete vicino casa nostra, io non sapevo chi fosse , ma il mio compagno a bassa voce me lo fa notare dicendomi che ”lui è il prete pedofilo” , mi sono subito indignata com’era possibile che ancora fosse a piede libero ? Lui non è più in carica ma questo non lo giustifica nel non essere in prigione dove deve stare ! Iniziai a dire con disgusto ”ah è quello il pedofilo ??” lo dissi ad alta voce facendomi sentire apposta, perchè loro devono vergognarsi come i cani per ciò che sono. Il mio compagno subito mi ammonì e questa sua reazione mi recò disturbo, perchè devi ammutolirmi dicendomi di abbassare la voce come se fosse una vergogna giudicare un prete pedofilo ? Sono loro che devono provare Vergogna , ripeto, Non io che dico semplicemente che cosa è ! Questo mi ha fatto riflettere sulle manipolazioni oscure che ci sono da sempre inculcate dentro e su come sia tutto sbagliato dal principio, fino a che c’è chi prova vergogna a dire apertamente la parola pedofilo verso un pedofilo, ci saranno sempre le vittime che proveranno ancora più vergogna a raccontare ciò che li è successo, e questo non va affatto bene !

La seconda testimonianza, riguarda ciò che è successo quando aspettavamo il Diacono che venisse a parlarci del battesimo che avremmo fatto a nostro figlio.

allora ero molto ingenua e per niente spirituale non sono qui a giustificarmi perchè mi prendo le responsabilità delle mie azioni e mi vergogno per aver battezzato mio figlio e averlo in questo modo legato alla setta.

Sono qui per testimoniare la saccenza e la maleducazione nonché il bigottismo puro di questa orribile persona che è entrata a casa mia e di come le sue accuse non mi abbiano spinto a reagire ma ad abbassare la testa nella vergogna e l’incredulità.

Questa persona, non mi viene da definirla neanche così, entra in casa e si siede al tavolo dove siamo io il mio compagno e mia suocera, ha una camicia bianca  con i primi bottoni sbottonati che lasciano intravedere un po il petto e la peluria grigia, dove si poggia una catena d’oro, la camicia è tirata su nelle maniche dove attorno al polso si nota subito un grosso orologio d’oro, incrocia le mani davanti al viso e le dita sono piene di anelli sempre d’oro. È difficile non notare l’Ostentazione della sua ricchezza. In più, mi sembrava un mafioso, non un diacono, ma non credo ci sia differenza in realtà.

Subito inizia a farci delle domande personali tipo che lavoro facciamo, e alla mia risposta che non avevo un lavoro, lui subito fa un cenno d’assenso dicendo che è giusto che sia la donna a stare a casa con i figli e il marito a lavorare, già lì inizio a guardarlo stranita, e inizia a puzzarmi tantissimo la situazione, già li avrei dovuto interromperlo e cacciarlo fuori !

Dopo di che finite le domande estremamente personali inizia a raccontarci una storia, dove c’è questo prete venuto dalla bassa Italia e arrivato qui nel nostro paesino, che predicava le messe, prendeva i soldi e faceva tutto ciò che fanno i preti insomma, solo che poi si scopre che in realtà non era un prete ma un truffatore che si fingeva tale per campare sulla chiesa, ma perchè ci racconta questa storia il nostro caro diacono del paese? Per arrivare alla conclusione che Noi ,io e il mio compagno, Sue testuali parole, siamo come quello lì ! Dei truffatori, perchè abbiamo fatto un figlio senza essere sposati ! E siamo dei delinquenti tanto quanto lui e che se fosse nel prete che al battesimo celebra la messa, se fosse in lui, non ci darebbe l’ostia, il corpo di cristo!

 

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Mia suocera a sentire quella battuta, dopo un passato matrimonio travagliato subito controbatte dicendo che c’è anche chi è Sposato e fa di Peggio di chi non è sposato e lui le dice che ha ragione. Rendiamoci conto del bipensiero grave di questi personaggi che giudicano una giovane coppia come peccatrice perchè non sposata e allo stesso tempo ammettono che anche gli sposati non sono dei santi, che hanno una gravissima mentalità chiusa e sono fermi ai tempi dove la donna non vale nulla e deve solamente badare alla prole, che parlano di truffatori quando loro sono i primi a ricoprirsi d’oro e a ostentarlo. In quel momento non ho detto nulla, mi sentivo molto offesa, ma mi sono limitata a dirgli che ci saremmo sposati anche se non lo pensavo sul serio, mi sono sentita di dargli in contentino per zittirlo. Mentre avrei dovuto soltanto prenderlo per la sua catena d’oro e sbatterlo in malo modo fuori da casa mia, lui che minaccia noi, avrei dovuto minacciarlo io ! Eppure non ho reagito, nessuno di noi lo ha fatto, ma ho raccontato a tutti come si è comportato sputtanando il suo nome, in più un giorno vidi che spinse con cattiveria la moglie anziana dentro la macchina dopo che avevano fatto la spesa perchè ci metteva troppo e non si muoveva, quella donna non sembrava neppure essere in vita, era impassibile, spenta e non guardava in faccia a nessuno, sono più che sicura che usi la violenza e la malmeni e anche questa non me la risparmio dal raccontarla in giro.

In più aggiungo un altra veloce testimonianza accaduta qualche settimana fa, dove alla celebrazione di un funerale, i parenti del defunto ,volevano allestire un mini tavolo con delle offerte da dare ad una associazione che si occupava di ricerca della malattia del quale era morto il defunto, e il prete non ha dato il permesso perchè ha detto chiaramente che i soldi dovevano darli a lui perchè il funerale prevede dei costi che deve mantenere (?). E quando hanno chiesto allora di metterlo fuori dalla chiesa, lui insisteva con il diniego, continuando a ripetere che i soldi dovevano darli a lui, a quel punto si sono impuntati e sono riusciti ad averla vinta, hanno messo su questa sorta di tavolo ma ad un tot di metri della chiesa e non potevano stare sopra il marciapiede ,ma in strada.

Queste erano le condizioni, da parte di un prete incattivito perchè i soldi si danno a qualcun altro e non a lui , della serie :  ”non li volete dare a me ? Allora state in strada che magari qualcuno vi investe pure !”.

La chiesa vuole tutto per se e se non ottiene, punisce.

Fossi stata nei parenti non avrei fatto celebrare nulla, visto che il defunto stesso era il primo ad odiare i preti e la chiesa e a non volerci mettere piede. Bell’addio che gli hanno dato, non rispettando neppure il suo volere.

È talmente inculcata l’idea del funerale che se non lo fai vieni etichettato come persona orribile, e a molti interessa più il parere degli sconosciuti piuttosto che dei propri cari, anche dinanzi alla morte.

 

 

Wolfmoon

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Massaggiatrice per preti

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Per troppo tempo la religione ha fatto danni alle persone e le ha allontanate da Dio. Questa prima esperienza riguarda una persona che conosco da dodici anni, precisamente dall’inizio delle superiori. Ci siamo conosciute e siamo diventate amiche parlando di cose paranormali, io le raccontavo le mie esperienze e lei faceva lo stesso con me; di quanto in quanto ci scambiavamo anche pratiche, in particolare a volte lei riusciva a guarire le persone passandoci la mano sopra e questo l’aveva portata a voler diventare una fisioterapista e a studiare per quello. Avevamo ben chiaro quella che per noi era la prima regola delle ragazze che hanno esperienze paranormali, ossia il “non dirlo ai genitori” e non farlo sapere a nessuno, lei per paura di finire in una caccia alle streghe da parte della chiesa e io per paura di finire studiata in qualche laboratorio strano… tuttavia un giorno ha deciso di confidarsi con il padre e qui la sua vita è essenzialmente finita. Il padre, ex evocatore di demoni diventato successivamente diacono, ha detto che i suoi erano doni di Dio e che dovevano essere usati per i ministri di Dio. Da quel momento oltre a trascinarla di chiesa in chiesa come faceva solitamente, ha deciso di farla diventare massaggiatrice per preti. Aveva 15 anni… all’inizio era contenta di poter essere d’aiuto a suo padre e alla chiesa in generale ma più le settimane passavano più si incupiva, diceva che le faceva schifo toccare quei vecchi e massaggiarli sul sedere. Si è chiusa sempre di più finché non ha cominciato a comportarsi in modo strano, fingeva di tagliarsi, diceva che stava cercando di suicidarsi… un giorno mi ha detto che i preti l’hanno violentata ma non posso aggiungere dettagli su come siano andate le cose perché non mi raccontò altro. In ogni caso dare in pasto una ragazzina a dei vecchi pedofili è un crimine che dovrebbe essere punito gravemente. Dopodiché ha cominciato ad ammalarsi, a girare per ospedali e malattie vere e finte si mescolavano al punto che non capivi più quando diceva la verità e quando era tutto nella sua testa. Ha smesso di massaggiare i preti e chiunque altro; ancora adesso non ne vuole nemmeno sentir parlare di guarire la gente. Per risolvere la situazione suo padre ha pensato bene di esorcizzarla. Che razza di padre era quello pochi lo sanno. Non so esattamente quello che le abbia fatto, da quello che mi aveva raccontato era stata legata ad una sedia con lui che le urlava cose contro e nelle settimane successive l’ha costretta a venire a scuola con una croce al collo alta 15 cm. Lei non è mai tornata in sè, a 17 anni i servizi sociali l’hanno fatta andare via di casa per un anno ma al termine è tornata e ormai maggiorenne nessuno poteva aiutarla. Fisicamente, emotivamente e psicologicamente è a pezzi. Lei non ricorda quello che è successo in quel periodo, o meglio, se glielo dici poi si ricorda ma se pensa al suo passato da sola ha come il vuoto. Ora vive ancora a casa dei genitori che non le permettono di andarsene e non credo ci riuscirà mai. Le condizioni psicologiche a cui è stata spinta dai suoi stessi genitori sono diventate gravi e non ne uscirà mai più. Ogni volta che trova un ragazzo la relazione fallisce nel momento in cui sta per andarsene di casa e si ritrova a stare malissimo fisicamente. Sono tantissimi anni che questa storia va avanti e non può trattarsi di coincidenze. Ogni volta glielo faccio notare ma sembra che le si resetti la memoria, concorda ma è come se non riuscisse ad uscire da quello schema e liberarsi di quella gabbia in cui la tengono incastrata i genitori, specie il padre.

Un’altra esperienza che voglio raccontare è quella di un viaggio che ho fatto con mia nonna a Medjugorie. Lei ci teneva tantissimo a visitare il luogo dove è stata vista la madonna e un po’ perché non poteva andare da sola un po’ perché ero curiosa l’ho accompagnata. Ho passato gran parte del tempo a fare meditazione e a praticare diverse tecniche mentre mia nonna andava in giro con il gruppo di preghiera e il fatto di poter stare a lungo da sola mi ha anche permesso di girare da sola e vedere le cose senza “interpretazioni” dei capigruppo.

 

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La prima impressione che mi ha dato è stato di un gran caos, era strapieno di bancarelle che vendevano statuine della madonna, rosari e altro. Il posto era assolutamente turistico. L’atmosfera era strana, sembrava di essere immersi in una nuvola di brillantini gialli, come nei film quando la gente entra nel mondo dei sogni. La gente era completamente immersa in questa falsa luce e anch’io mi sentivo strana, compresi dopo che era dovuto alle droghe che somministravano attraverso il cibo che dovevamo consumare durante il viaggio, allo scopo di spingere noi fedeli a credere “in apparizioni” e “in miracoli”. C’era una calma perfetta, assolutamente falsa. Il ricordo che ho più forte di Medjugorje è quella di un vecchio che in quel marasma di gente drogata chiedeva la carità e nessuno dei cosiddetti fedeli gli si avvicinava e un cane strapieno di pulci che girava in mezzo alla gente. Le persone era come se non li vedessero, era assurdo. Quando poi sono andata sulla montagna dove c’era stata “l’apparizione”, mi sono connessa alla frequenza ed effettivamente qualcosa c’era ma quando ho provato a comunicare chiedendo se fosse davvero lei la risposta che ho sentito dentro di me è stata “sono ciò che tu credi io sia”… il che significa tutto o niente. La cosa mi ha lasciato ancora più perplessa perché il primo giorno ero andata nello stesso punto a cercare se c’era qualcosa e ho percepito quella frequenza solo che mi sembrava una minaccia. Quando invece c’è stata la veggente che richiamava ad orario la falsa madonna non ho sentito alcuna frequenza, qualcosa c’era ed era possibile vederlo ma non era reale, più come un ologramma. Quando sono tornata avevo un ricordo completamente sballato di quel luogo, da un lato ero convinta che fosse super positivo e di aver vissuto un’esperienza bellissima, dall’altra c’era qualcosa che stonava. Mi ci sono voluti anni per capire che sotto quell’apparenza luminosa si nascondesse qualcosa di molto più oscuro e praticare contro la falsa luce e alieni connessi mi ha sbloccato sentimenti ed emozioni che erano stati opacizzati, permettendomi di vedere con più chiarezza quanta oscurità ed ipocrisia ci fossero dietro alla facciata dei “tutti belli, fedeli e felici”. Quello che si nasconde dietro la Chiesa è inimmaginabile se si ascolta ciò che viene propagandato ma guardando le azioni si trovano sempre più contraddizioni che fanno crollare tutto il teatrino. La Chiesa non vuole il nostro bene, non l’ha mai voluto e questo è uno dei pochi periodi storici in cui possiamo parlarne onestamente senza rischiare di essere uccisi (noi però perché in altri luoghi del mondo per la religione oscura si muore). Nel corso degli anni e dei secoli hanno deriso e cercato di umiliare e far dimenticare gli psichici, ipnotizzare la gente fino a renderla una massa di pecore stupide terrorizzate dall’idea di finire all’inferno che si comportano tutti pace e amore in pubblico e in privato diventano violenti.

Da bambina mia nonna ha lavorato per la Chiesa, in un luogo di villeggiatura per preti e mi ha raccontato che sfruttavano moltissimo i bambini e gli davano a malapena da mangiare costringendoli però a servire tantissimo cibo ai preti che si trovavano lì, al punto che mi ha raccontato che a volte dovevano rubare i cachi dall’albero per mangiare qualcosa. Quando poi mia nonna ha smesso di lavorare con loro non ha più voluto avere niente a che fare con qualsiasi cosa legata alla chiesa e alla religione.

Per concludere la mia testimonianza, so che un diacono di mia conoscenza è a capo di un gruppo di preghiera segreto in cui tra le altre cose “meditano sulla passione di Cristo” e su quanto inutili ed indifesi siano gli esseri umani.

 

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Quando mi è stato raccontato non avevo collegato di che cosa si trattasse ma leggendo gli articoli sulla setta ho capito che si trattava della Setta e che quella loro “preghiera” è molto più pericolosa di quanto avessi pensato all’inizio. Questa persona in genere è molto negativa e diffonde pesantezza ma mi è capitato di vederlo mentre parlava con altri della sua cerchia, in quel caso la sua energia cambia improvvisamente, lui che sta sempre curvo si raddrizza, diventa carismatico, super influente e manipolatorio in un modo in cui sei spinto a dargli ragione e pendere dalle sue labbra. Non sembrava più nemmeno lui e sebbene non l’abbia visto altre volte fare questa cosa, mi è stato raccontato da altra gente e sembra che si verifica solamente quando parla di cose legate al suo gruppo o alla chiese in generale. Sembra che i componenti di questo gruppo (sono circa una sessantina di persone dai 40 ai 60-70 anni) siano convinti di avere un nemico comune, la massoneria, e di fare quello che fanno per contrastarla. Il vescovo della mia zona dirige un gruppo satanico/massonico, questa cosa è conosciuta tra la gente ma mi è stata confermata dalla figlia di questo diacono. Un’altra cosa sempre legata alla chiesa, nella mia zona tempo fa un prete ha scritto un libro sul modo in cui la chiesa manipola le persone per “fabbricare” i preti estirpando da loro ogni possibilità di ragionamento critico. Il libro si chiama proprio “la fabbrica dei preti” e la chiesa ha fatto di tutto per farlo sparire. Nonostante siano passati tantissimi anni e il libro sia in friulano (quindi il numero di lettori era già limitato) ormai è quasi introvabile e le copie sono pochissime. Mio papà ha fatto di tutto per trovarlo per cui ho avuto la possibilità di leggerlo e ciò che racconta è al limite dell’irrealtà ma viene confermato da chiunque abbia studiato per diventare prete e ne sia uscito prima di completare la formazione. Come ho già detto, la chiesa ha bloccato le pubblicazioni e cercato di far sparire le copie oltre a zittire l’autore… non c’è nulla di normale in questo.

 

White Wolf

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Prete in discoteca

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Il comportamento malato di un prete di paese.

Dal 2010 al 2012 nel mio paese abbiamo avuto un prete ai suoi primi anni di sacerdozio che ha creato scompiglio tra i cittadini e per questo è stato poco dopo trasferito in un paese limitrofo. Racconto l’accaduto:

Appena arrivato è stato accolto con molto piacere da tutti i cittadini poiché era giovane e molto socievole. Piano piano iniziò a frequentare delle famiglie che passavano molto tempo in chiesa (la pulivano ogni giorno, ascoltavano tutte le messe giornaliere ecc), tutti iniziammo a renderci conto di questo attaccamento morboso, dal caffè si è passati a pranzi e cene giornaliere. La cosa che creava più scandalo è che da queste case uscivano dicerie di ogni tipo su ogni cittadino e alla gente iniziò a dare fastidio. Sempre nello stesso periodo il prete usciva anche molto in giro e frequentava soprattutto due ragazzi. Queste uscite potevano sembrare innocue se non ché a distanza di mesi si viene a sapere della relazione intima con uno dei due, ma non è finita qui. Appena si seppe della relazione l’altro “amico”, una notte, ebbe l’idea di andare a casa di una delle famiglie bigotte e riempire la loro macchina di cacca umana come dispetto alla diceria appena venuta fuori. Poco dopo si venne a sapere che il prete avesse una relazione segreta con entrambi ed ecco il vero motivo di quel gesto. A seguito di ciò fu subito trasferito a fare sacerdozio in un altro paese.

Dopo questo scaldalo mi aspettavo che venisse scomunicato, invece semplicemente è stato mandato in un altro posto, spostato di chiesa, sapendo benissimo cosa altro sarebbe potuto accadere lasciandolo vicino a cittadini di ogni genere ed età.

Comunque da quel momento non avevo più sentito parlare di lui, né nel bene né nel male. Un giorno, anni dopo, esco con una mia amica e questa (abitava nel paese in cui lui faceva sacerdozio) mi raccontò che qualche fine settimana prima si era ritrovata in discoteca con il prete, di cui ho parlato fin ora, e ridendo mi racconta quanto fosse simpatico e quanto si fosse divertita in sua compagnia. Mi raccontò che si era ubriacato tantissimo (nonostante avesse preso la macchina e avesse la responsabilità di altri ragazzi più piccoli che lo seguivano da riaccompagnare a casa appena finita la serata), che faceva scherzi a tutti lanciando bicchieri in testa alla gente o rompendoli a terra. Io non sapevo se essere più schifata dal comportamento del prete stesso o dalla mia amica che rideva raccontando ciò. Poco dopo vedemmo proprio lui, appena uscito da messa, con la tonaca che salutava tutti e poi si avvicinò anche la mia amica proprio per salutarlo. Lei portava una collanina con il ciondolo di San Benedetto che cadeva sulla scollatura del seno. Appena lui la vide si precipitò a commentare “Beato San Benedetto, lo stai tenendo bello al caldo”. Lei rise, io ebbi un voltastomaco non indifferente e una repulsione nei suoi confronti tanto che avrei voluto prenderlo a schiaffi davanti a tutti! Ma come si era permesso?? Chiesi alla mia amica se avessero così tanta confidenza e perché non si era offesa a quella battuta, lei mi rispose che non avevano grande confidenza, si erano parlati soltanto alla serata in discoteca che mi aveva raccontato e la battuta le sembrava carina perché era fatta da un prete quindi non era stata detta sicuramente con malizia.

 

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Dopo questa risposta mi sono veramente resa conto dell’influenza negativa che la chiesa ha nei nostri confronti e di quanto ci manipoli facendoci percepire violenze, abusi, gesti malintenzionati come “leggeri”, di poca importanza e soprattutto che se fatti da preti devono essere perdonati perché loro sono “puri”. Mi ero resa conto del marcio che c’è all’interno della chiesa molto prima ma a seguito di questi avvenimenti ho rafforzato la mia idea e anzi, ho capito che ci sia molto peggio. Come posso andare a “confessarmi” da una persona che va di casa in casa a riferire i fatti di tutti i cittadini? Come posso fidarmi di uno che tiene due relazioni intime segrete con due giovani? E come si può mandare in discoteca i propri figli con un essere del genere? Solo perché ha il titolo di prete tutte le cazzate commesse crollano? E diventa magicamente innocente? Non credo funzioni in questo modo. Però ancora c’è troppa gente bigotta che crede nella chiesa e soprattutto nei preti che con un finto buonismo (un buonismo malato) ci conduce nell’abisso più totale, fatto da una società schiava, dove regna la violenza, la pedofilia. Se aprissimo gli occhi e iniziassimo a capire come funziona veramente questa istituzione OSCURA inizieremo a fare già grandi passi in avanti verso la vera evoluzione dell’umanità e l’acquisto della propria libertà.

 

Sabrina

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I peggiori adescatori sui social

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Cosa si nasconde dietro la facciata da prete.

Ho un amico che sta facendo un percorso per diventare prete. È entrato in seminario all’età di 12 anni e vi è rimasto fin ora. Ora frequenta la facoltà di teologia e tra qualche anno diverrà a tutti gli effetti prete. Qualche mese fa ci siamo incontrati e a seguito di lunghe chiacchierate mi inizia a raccontare di quanti preti lo hanno contattato tramite social e lui rispondeva a tutti proprio perché erano persone che seguivano il suo stesso percorso ma dopo qualche messaggio hanno rivelato le loro vere intenzioni. Uno di loro prima di tutto gli chiese qualcosa riguardo gli indumenti da prete (non ricordo giusto di quale si trattasse precisamente), lui rispose alla domanda e subito dopo gli fece la richiesta di inviargli una foto complimentandosi per la sua bellezza. Altri semplicemente iniziavano la conversazione con un “come stai?” e poi a seguito della risposta chiedevano foto intime. Più che stupore provai schifo verso queste persone e dissi al mio amico se tutte queste esperienze non lo facessero riflettere almeno un po’ e lui mi rispose che sicuramente aveva imparato a tenere alla larga preti dai social perché erano i peggiori “adescatori” e pericolosi stalker però lui aveva avuto “un richiamo” e non poteva ignorarlo. Una vera e propria vocazione, come la chiamava lui. Io gli dissi che se aveva queste considerazioni dei suoi colleghi, come poteva comunque seguire quella strada? Mi rispose semplicemente che era convinto del suo percorso perché aveva capito, a seguito di momenti di sconforto e dubbio, che era il percorso adatto a lui, il modo per portare la vera parola di Dio. Potete solo immaginare il dibattito che ne è venuto fuori ma in tutto questo mi sono sempre chiesta perché seguire quella sensazione senza logica piuttosto che aprire gli occhi a ciò che realmente gli stava succedendo attorno? Come fa ad affermare che i preti sono i peggiori adescatori e stalker nello stesso momento in cui lui sta facendo il percorso di anni per divenire prete?? Affermando anche quanto sia importante e bella quella carica. Alla faccia del bipensiero di Orwell!!

A seguito di quella conversazione mi sono resa conto di quanto fosse vuoto dentro e di quanto fosse manipolato, soprattutto a seguito di tutti quegli anni di indottrinamento religioso. Le sue idee, purché ne avesse ancora, venivano schiacciate dalle regole della religione, ormai unica verità per lui. Non è normale che una religione debba farti un lavaggio del cervello tale da non poter più riflettere con la propria testa ma ogni ragionamento debba passare tramite un grosso filtro. O forse, è proprio questo uno degli scopi della religione stessa. Apriamo gli occhi e abbandoniamo tutte le influenze che la religione ha da sempre spinto all’interno della società e che inconsciamente accettiamo.

 

Sabrina

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L’invadenza degli appartenenti alla Setta

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Questi due accadimenti sono ben indicativi della sfacciata arroganza e invadenza di quegli appartenenti alla Chiesa cattolica che sono convinti di dover forzatamente guidare il prossimo verso i loro dogmi, e decidere come debbano obbligatoriamente comportarsi. Non tratterò di violenze o abusi, che per fortuna né io né l’altra persona, che chiameremo S., abbiamo mai subito, ma appunto di condizionamenti psicologici, tentati o meno. Chi vuole convincere o persino giudicare il prossimo attraverso certi metodi non può che qualificarsi da solo.

S., quando aveva 16 anni, negli anni ‘70, volle entrare nella Gioventù Studentesca, un’organizzazione giovanile facente parte dell’Azione Cattolica. Come accadeva spesso, all’epoca, l’educazione familiare era di stampo cattolico, e di quell’organizzazione già faceva parte sua cugina, a cui lei era molto affezionata. Inoltre all’epoca quello era per S. l’unico modo conosciuto per evadere dalla famiglia. Così, come detto, si presentò al raduno. L’organizzazione funzionava come una comunità, o come gli odierni boy scout: ci si trovava ogni settimana per fare assemblee, ritrovi, e qualche volta si partiva per qualche giorno per i cosiddetti ‘raduni spirituali’. Per i nuovi membri era previsto una sorta di colloquio preliminare, per conoscersi. Questo era il presunto scopo. Insomma, sembrava uno dei classici incontri in cui venivano chiesti nome, cognome, e altro. S. si presentò dunque, e il prete addetto al suddetto colloquio cominciò con le domande, fino a quando, con sorpresa da parte sua, il prete le chiese se era vergine. Non capiva perché lo aveva chiesto (e ricordiamo che S. aveva, all’epoca, 16 anni). Dal tono con la quale lo aveva chiesto, ad S. sembrò che volesse intendere che qualora non lo fosse stata non avrebbe potuto partecipare alla Gioventù Studentesca, poiché si trattava di un gruppo misto. Lei dunque rispose dicendo la verità, ossia che non lo era, ma il prete incalzò, chiedendole se stava dicendo realmente la verità con certezza. Lei confermò e così entrò, in quel periodo, nella Gioventù Studentesca. S. sostiene che, come detto, il prete gli fece quella domanda molto intima come discriminante per farla entrare o meno, ma vale la pena domandarsi se gli intenti di quella richiesta non fossero anche altri…

La seconda parte di questa testimonianza riguarda una parente mia e di S., che chiameremo C. Quest’ultima non è quella che ha subito i comportamenti della Setta, bensì colei che ne è stata rappresentante. C. è da quando la conosco una fervente cattolica, che non perde occasione per dare sfoggio, per così dire, della sua fede e dei suoi legami con preti e rappresentanti di vari ordini religiosi. Pur non essendo più S. cattolica, C. non riesce a fare a meno di mandarle sul cellulare, per fortuna ormai un po’ meno rispetto al passato, video su Medjugorje, omelie e messe di preti ma soprattutto del Papa, e immagini varie di Madonne e così detti santi. Per un periodo mandò anche a me questi contenuti, poi capendo che non era il caso ha smesso. Ma il gesto più arrogante, a mio avviso, fu durante una Pasqua, anni fa, in cui regalò a me un libro di un prete che scriveva su Famiglia Cristiana, e ad un amico di famiglia il libro del papa dell’epoca (Ratzinger). Non c’era nessun motivo per fare simili ‘regali’, dato che nessuno di noi due aveva mai dato segno di interesse verso la religione cattolica. Quel gesto fu davvero sinonimo di cieca imposizione di un proprio credo, senza alcun riguardo, e ciò mi lasciò molto indispettito. Non si dovrebbe mai imporre le proprie idee, perché imporre significa impedire la libertà di scelta, e ciò va contro ogni significato di  comportamento spirituale positivo, ma anche solo di buona educazione e buon senso. Due aspetti che, spesso, gli adepti della Chiesa cattolica non conoscono realmente, mascherandoli sotto finti sorrisi.

 

Riccardob

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Testimoni di geova: niente feste per i bambini

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Voglia di libertà

Riporto la testimonianza di E., la compagna di un mio caro amico, la quale per lungo tempo ha fatto parte dei testimoni di Geova, e che ha quindi ha vissuto in prima persona dentro una campana di vetro fatta di regole e limitazioni rigidissime fino a raggiungere  la sua soglia di sopportazione e a trovare il coraggio di andare contro tutta la Congregazione e uscirne lasciandosi tutto alle spalle. Ho parlato di congregazione, che è la spartizione con cui viene organizzata l’intera comunità di questa setta, e che raggruppa i fedeli di paesi vicini per crearne una piccola comunità, di circa 80 persone in questo caso, gestita da alcuni anziani, i quali hanno la funzione di dirigere l’adunanza (la loro funzione religiosa), gestire i gruppi che andranno porta a porta a predicare, prendere provvedimenti nei confronti dei membri della congregazione ecc. E. fino all’età di 8-9 anni è stata cresciuta secondo le usanze e tradizioni della religione cattolica, quando poi i genitori hanno divorziato la mamma ha cominciato a portarla alle adunanze che si tenevano 2-3 volte a settimana. Era dunque passata dall’imposizione di una religione iniziata da piccolissima con il battesimo cristiano, a quella dei testimoni di geova che è avvenuta comunque ad un’età troppo giovane per poter capire e fare determinate scelte. Da quel momento in poi E.  non avrebbe più potuto festeggiare compleanni o le festività come il Natale, anche se riusciva ancora a fare alcune di queste cose grazie alla nonna che, pur essendo anche lei testimone di geova, non ne condivideva tutte le regole concedendo di nascosto dalla congregazione e dalla mamma in primis, un po’ di gioia alla nipotina. I problemi aumentavano con il sopraggiungere dell’età adolescenziale, in cui E. si vedeva privare di potersi vestire in un certo modo, di divertirsi con gli altri, di “attirare attenzioni”, di avere rapporti con l’altro sesso prima del matrimonio.. fino ad arrivare ai 18 anni in cui si sposa con un uomo di 14 anni più grande, col quale avrebbe avuto 2 figli a cui sarebbe toccata la stessa sorte. Continuando a crescere a E. andavano sempre più strette tutte quelle catene, che continuavano a sommarsi anche dopo il matrimonio con il dover rispettare l’autorità maschile, il dover dar conto a quella congregazione per ogni cosa, il pessimo rapporto con la suocera che era rigidissima nel seguire tutte le assurdità che la setta inculcava, imponendole con estrema fiscalità anche ai nipotini, e per di più subì anche un tradimento da parte del marito, così decise che aveva sopportato abbastanza e che era arrivato il momento di cambiare tutto, divorziando e uscendo da quella setta. Uscire da lì però non è la cosa più semplice e veloce, sia a livello burocratico sia per dover dare spiegazioni e staccarsi da quelle persone che, come vuole la regola, non avrebbe potuto più neanche salutare. Così decise di accelerare il tutto presentandosi dagli anziani e richiedendo di procedere con il comitato giudiziario in quanto aveva commesso un peccato grave: ovvero aveva restituito il tradimento al marito. Non avrebbe detto la verità per salvare la sua immagine, dicendo di essere stata tradita lei per prima, a lei non interessava, il suo intento era solo quello di diventare finalmente libera. Al cospetto di questi anziani, in presenza anche del marito, iniziò un interrogatorio di ben un’ora e mezza in cui le chiedevano cosa avesse fatto, come lo avesse fatto, quante volte.. tornando più volte sulla questione del pentimento, in quanto se si fosse pentita le avrebbero concesso di restare, rispettando alcuni provvedimenti, mentre qualora il pentimento non ci fosse stato, sarebbe stata disassociata, quindi esclusa dalla congregazione senza la possibilità di avere alcuna relazione con i membri. Chiedevano anche al marito se la perdonasse o meno, anche questo faceva la differenza tra un esito e l’altro, quindi continuavano a portarla per le lunghe insistendo sulla possibilità di rimanere, ma lei era determinata e ferma nella sua decisione e così finalmente ne uscì. Oggi, a distanza di pochi anni, E. Non vede più la mamma, mentre i rapporti non si sono chiusi con la nonna, a dimostrazione del fatto che alla fine la Coscienza di una persona ha sempre la possibilità di scegliere. I suoi due figli, divisi tra l’ex marito con la suocera e lei col suo nuovo compagno, hanno modo di vedere due vite diverse: una in cui non sanno neanche cosa sia un compleanno e non possono neanche guardare Harry Potter, e un’altra in cui per la prima volta  quest’anno festeggeranno il Natale.

 

Raffae

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Cosa si nasconde dietro il buonismo dei fedeli

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Sono nata da una famiglia in parte atea, mia mamma atea convinta, mio papà beh non lo sa nemmeno lui secondo me. Quando quasi ti impongono di credere in qualcosa senza darti le minime prove di ciò che si dice beh qualche dubbio è lecito.

La parte religiosa che ho conosciuto deriva tutta da mia nonna da parte di mio padre e un po’ dalla frequentazione in età infantile della chiesa e del catechismo che mi erano stati imposti.

Mia nonna è sempre stata una persona super credente, la chiesa e quel “Dio” per lei è tutto.

Ricordo che quando andavo da lei perforza di cose ad un certo punto doveva mettermi le mani sopra la testa e dire le sue preghiere, parlava dello spirito Santo che doveva scendere su di me. Sinceramente ancora oggi non ho capito chi fosse questo spirito Santo. Mi diceva di pregare la Madonna, Gesù, di richiamare il mio angelo custode. Io bambina la prendevo sul ridere quando mi poggiava quelle mani in testa ed un po’ mi interrogavo se quello che diceva fosse vero ed avesse un senso oppure no.

La domanda che più mi ponevo era: ma se Dio era veramente così vicino a lei, se aveva la protezione e l’amore di tutto il paradiso perché certi eventi nella sua famiglia?

Mia nonna sposò un uomo che da quanto ho capito (non l’ho mai conosciuto, l’hanno ucciso prima) era immischiato in affari sporchi e la sua vita era tutta basata sull’illegalità, non era un padre presente e loro vivevano di soldi sporchi. Mia nonna mi ha sempre parlato con un certo buonismo, mi parlava di perdono, critica ancora oggi il lato marcio del mondo che viviamo, eppure lei si era sposata un delinquente. Cosa c’è di più marcio che sposarsi un delinquente?

La cosa che più mi dava da pensare era che non ho mai sentito spendere una parola negativa nei confronti di quell’uomo, lei era innamorata, non si è mai pentita di essere stata con lui e spesso ha criticato me per le mie scelte sentimentali. Anzi io sono una peccatrice a differenza sua perché io ho fatto sesso prima del matrimonio. Beh vero eh, ma almeno non l’ho fatto con un delinquente e colui con cui l’ho fatto non andava di certo a creare danni nella vita delle altre persone aumentando la negatività e il male in questo paese. Però si, io sono una peccatrice. Chissà se fossimo tutti santi come lei e suo marito che bel mondo sarebbe uscito fuori. Non me lo voglio immaginare.

Questo già era uno dei miei dubbi, mi interrogavo su questo.

Poi nel tempo ho iniziato ad analizzare anche il resto della famiglia.

Uno zio schizofrenico, si suo figlio, il fratello di mio papà. Si è ammalato di schizofrenia a circa 20 anni. Lei dice che lui è la sua croce, che Dio le ha dato. Poi vi è mio papà a cui voglio molto bene però anche in lui devo ammettere che vi è parecchia instabilità emotiva.

Ogni volta che penso alla mia famiglia dalla parte di mio padre mi rendo conto di quanto sia strana, ma non in senso positivo. Percepisco della stranezza negativa.

Nel tempo poi dopo che mia mamma e mio papà si separarono mia mamma iniziò a raccontarmi qualcosina che la fece distaccare da mio padre e da quella famiglia.

 

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Mi raccontò di situazioni strane, mio padre a volte diceva che veniva posseduto da un certo spirito che quando vi erano problemi tra lui e mia mamma parlava al posto suo, anche minacciandola, cambiava modo di parlare.

Tanti eventi strani.

Mia mamma spesso mi ripeteva queste parole: “Non ho voluto permettere che voi (io e mio fratello) diventaste così, c’è sempre stato un qualcosa di strano in quella famiglia, un qualcosa che si tramanda da generazioni e io ho voluto distaccarvi da questo”.

Non dico che tutto questo sia a causa della religione e delle preghiere che mia nonna faceva ma mi chiedevo, com’è possibile tutto questo in una famiglia dove dovrebbe regnare l’amore di Dio? Perché così tanta negatività?

Insomma io la presenza di Dio la sentivo solo nominare perché Dio di certo non crea tutto questo.

Ma a parte tutto ciò che riguarda la mia famiglia che poteva considerarsi un caso io tutte le persone religiose e in particolar modo quelle praticanti e frequentatrici della chiesa che ho conosciuto erano tutte persone che di positivo avevano solo le parole che gli uscivano dalla bocca, colme di buonismo ed amore verso il prossimo ma che nei fatti erano tutte vecchie bigotte frustrate.

Da piccola vivevo in un paesino molto piccolo, un bel paesino se non fosse che era pieno di queste bigottone.

Le vedevi ogni domenica in chiesa, a pregare, a cantare, a parlare di Dio. Come sempre parlavano di amore, perdono.

Poi le conoscevi, io ero piccola ma percepivo nel loro sguardo l’odio, la rabbia. Spesso erano quelle che più odiavano i bambini. Non ricordo molto ma ricordo lo sguardo la sensazione negativa che mi lasciavano.

Io per un certo periodo ho frequentato il catechismo e ricordo di come queste signore veramente antipatiche mi obbligavano a fare cose che non volevo fare, tipo giocare, pregare. Tanto che poi è dovuto venire mio padre a parlare perché non era concepibile che mi obbligassero a fare un qualcosa che non volevo. Insomma io tutti i ricordi che ho sono negativi.

Mi chiedevo come mai se Dio è la cosa più bella che dovrebbe esserci io in loro vedevo tutta questa negatività.

Non ci vedevo nulla di bello in quelle persone, nelle loro preghiere brutte e noiose, nello stare in chiesa a dovermi sorbire quei brutti canti.

Ricordo che uscivo che ero completamente apatizzata, annoiata, stanca.

Purtroppo questo mi ha portata a distaccarmi dalla ricerca di Dio, solo dopo, grazie all’Accademia ho capito che Dio non ha niente a che fare con tutto questo, Dio non è la chiesa, quelle persone non hanno mai conosciuto il vero Dio e quella negatività non ha nulla a che vedere con lui, perché lui si è amore, forza, una cosa che sono sicura che quelle persone non hanno mai conosciuto.

 

Miry-miry

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Il mio rapporto con la religione e ricordi di infanzia

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Il mio rapporto con la Chiesa si è bruscamente e definitivamente interrotto per mia scelta relativamente presto, subito dopo la cresima, quindi ciò che voglio raccontare sono episodi che risalgono in particolare alla mia infanzia. Ci sono tante cose che ho dimenticato nella vita e che mi piacerebbe ricordare, ma molti momenti degli anni trascorsi all’asilo dalle suore li ricordo nitidamente. Infatti mia zia ebbe la brillante idea di mandare il figlio (ovvero mio cugino) all’asilo dalle suore e riuscì a convincere mio padre a fare lo stesso con me, in modo che entrambi non ci sentissimo troppo soli. Non ho mai ben capito il motivo di quella scelta visto che i miei genitori, seppur credenti, non sono mai stati molto religiosi e non andavano nemmeno a messa, se non per occasioni speciali come matrimoni e battesimi. Se non altro mio padre, riparlandone anni dopo, ebbe quantomeno l’onestà di ammettere di aver commesso un errore…
Comunque sia, per quel che ricordo gran parte dei miei problemi nacquero proprio in quegli anni in cui andavo all’asilo. Con le suore non esisteva giustizia e loro facevano persino discriminazioni tra noi bambini. Ricordo ad esempio che c’erano alcuni giocattoli, ovviamente i più belli e moderni, conservati in una stanza in particolare, che erano riservati solo ai “migliori”, ovvero quelli che facevano tutto quello che gli veniva detto senza battere ciglio e obbedivano a qualsiasi ordine, soprattutto riferire alle maestre/suore i nomi di chi si comportava male e osava infrangere qualche assurda regola. Solo loro potevano giocarci nei momenti di svago mentre gli altri erano costretti a rimanere a guardare e non potevano assolutamente toccarli, altrimenti avrebbero subito una punizione. A questo proposito ne ricordo una che prevedeva di lasciare da solo il povero bambino punito per un tot di tempo in una stanza al buio, la stessa in cui si faceva anche il riposino pomeridiano. E anche questo era veramente un incubo, perché dopo pranzo ci veniva concessa un’”ora d’aria” in cui potevamo giocare per poi essere costretti a metterci a letto e dormire, anche se non avevamo per niente sonno, in quella stanza che fondamentalmente era un dormitorio, con tutti i letti disposti in fila. Io ad esempio mi ricordo che non avevo mai sonno a quell’ora del pomeriggio e me ne sarei stato volentieri sveglio, ma non potevo! Perché le regole imponevano di sdraiarsi a letto, infilarsi sotto le coperte e dormire a forza, con una suora che vigilava e si assicurava che nessuno fosse sveglio.
In questo clima che a me dava sempre l’idea di trovarmi in una vera e propria prigione, anche per il carattere decisamente troppo autoritario di quelle suore che, vorrei sottolinearlo, avevano a che fare con dei bambini di 4-5 anni, ricordo bene un altro episodio che si verificò una mattina in cui io e altri bambini stavamo giocando a inseguirci. Tutto a un tratto un mio compagno mi si avvicinò correndo e mi sferrò un pugno dritto in faccia facendomi parecchio male. Io naturalmente mi misi subito a piangere per il dolore attirando così l’attenzione di una delle suore. Nonostante le abbia raccontato l’accaduto, a essere punito fui io perché secondo lei avevo fatto troppo rumore piangendo disturbando altri compagni che si erano messi a disegnare. All’altro bambino, invece, che senza un motivo preciso si era divertito a darmi un bel pugno in faccia, fu semplicemente chiesto di scusarsi, mentre io venivo sgridato e mi veniva impedito di continuare a giocare.
Il momento che però mi è rimasto più impresso è capitato un giorno in cui già dalla mattina appena sveglio non mi sentivo particolarmente in forma, e infatti mentre ero all’asilo mi sentii male, mi venne la nausea e un forte mal di testa. All’ora di pranzo chiesi di poter smettere di mangiare perché, oltre al fatto che ciò che ci davano in quella mensa era merda pura, mi stavo sentendo davvero male e avevo una nausea intensa.

 

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Però non ci era permesso di alzarci da tavola se prima non avessimo finito tutto quanto, e così nonostante la mia insistenza, nonostante stessi continuando a dire che mi sentivo male e che stavo per vomitare, anche andando a riferirlo a una suora che fino a quel momento consideravo la più buona e comprensiva, mi fu risposto che erano tutte scuse per non mangiare quella pietanza (che nemmeno ricordo) che non mi piaceva e fui riaccompagnato al mio posto. Così ovviamente di lì a pochissimo vomitai in sala mensa, senza nemmeno aver potuto andare in bagno. E la prima reazione quale è stata? Sgridarmi perché avevo sporcato dappertutto, facendomi sentire ancora più a disagio! Quella volta però non piansi, avevo giurato a me stesso che non mi sarei più fatto vedere debole davanti alle suore, che sembravano godere delle nostre sfortune, da schifose sadiche quali erano. Ciò che successe subito dopo non riesco a ricordarlo precisamente e questo mi dispiace, perché vorrei proprio riuscirci. Ricordo solo che mi diedero una ripulita alla bell’e meglio e successivamente mi salì anche la febbre, così chiamarono a casa per farmi venire a prendere. Mia madre venne il prima possibile ma quell’attesa per me fu un’agonia. Ero talmente schifato da tutto quello che mi era successo che volevo andarmene il prima possibile e non vedere più quelle facce di merda. Io ricordo perfettamente che fu da quel giorno che iniziai a stare veramente male, ad avere i problemi respiratori di cui ancora oggi dopo tanti anni non sono riuscito a liberarmi del tutto e ad ammalarmi spessissimo in modo anche pesante, con brutte broncopolmoniti che non passavano mai, con continue ricadute, obbligandomi a fare lunghi cicli di antibiotico. Per molto tempo diedi la colpa per tutto questo a quella scuola materna e alle suore. Da quel giorno andai all’asilo sempre meno spesso e, in seguito l’ennesima ricaduta, il dottore firmò persino un certificato per farmi stare a casa quasi due mesi. Stavo malissimo ma paradossalmente ero quasi felice per non dover rimettere piede in quel maledetto asilo, che ormai stava finalmente volgendo al termine, visto che mi trovavo all’ultimo faticosissimo anno. Gli anni successivi di scuola furono devastanti per me, facevo dei lunghi periodi di assenza e nessuno dei dottori e specialisti che mi visitarono riuscì a capire che razza di problema avessi, visto che la broncopolmonite non passava neanche con l’antibiotico. So che questo non c’entra con il tema ma ci tenevo a precisarlo perché il merito per avermi salvato va tutto a Angel, fondatrice di ACD, che mi ha insegnato le tecniche che mi hanno fatto sentire davvero bene per la prima volta dopo tanto tempo, dopo tanti anni di sofferenze; senza dimenticare ovviamente le innumerevoli volte in cui Angel ha praticato per me, senza che nemmeno io me ne rendessi conto. I miei problemi hanno iniziato a risolversi, sono stato sempre meglio e ad oggi sono contentissimo di poter dire che non mi ammalo più da anni. E questa è la cosa più bella che potesse mai capitarmi nella vita! A Angel rivolgo tutta la mia gratitudine, non esiste persona più importante per me in questo mondo e a cui io tenga di più. Non esiste persona che ha fatto così tanto per me, oltretutto senza mai chiedere nulla in cambio, e per questo le sarò eternamente grato, con tutto il cuore!

Oltre al periodo trascorso all’asilo dalle suore, c’è un’altra questione di cui vorrei parlare, ovvero il catechismo e in particolare il prete della chiesa in cui andavo a messa. Premetto che per me andare a catechismo la domenica, che implicava anche assistere successivamente alla messa, è sempre stato un incubo e l’unica cosa per cui penso abbia mai fatto i capricci in vita mia. Non volevo andarci, a nessun costo, soprattutto non volevo andare in chiesa perché era un ambiente deprimente, triste, che mi trasmetteva sensazioni bruttissime e anche un certo malessere generale, una profonda stanchezza e mal di testa. Odiavo con tutto me stesso quello che ci veniva raccontato e lo respingevo con tutte le mie forze (non ho infatti alcun ricordo di ciò che ci veniva detto e “insegnato” per farci il lavaggio del cervello). Dentro di me sentivo che NULLA era vero e se c’è qualcosa che mi dà fastidio a questo mondo è quando la realtà e i fatti vengono distorti con lo scopo di trasmettere determinati ideali e false convinzioni.

 

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Ma c’è di peggio, perché giravano pessime voci sul prete della chiesa del mio quartiere, sul suo interesse sin troppo marcato verso i bambini, nonostante non ci fossero effettivamente prove concrete (evidentemente perché abilmente censurate e insabbiate dalla chiesa stessa…). Ciò che posso dire oggi è che io non ho dubbi che quel malato fosse uno sporco pervertito e pedofilo. Stava sempre incollato a noi bambini, di tanto in tanto veniva persino a trovarci all’uscita dalla scuola e si offriva di darci un passaggio in macchina oppure di offrirci qualcosa al bar. Faceva domande sulla nostra famiglia, voleva sapere nel dettaglio che lavoro facessero i nostri genitori o se avessimo fratelli e sorelle. Io ho sempre mantenuto le distanze e non ho mai dato confidenza a quel verme, e io e qualche altro mio amico, che lo consideravamo come minimo un gran rompipalle, avevamo anche deciso di presentarci sempre a lui con nomi falsi, e ogni volta gli dicevamo un nome diverso per confonderlo ancora di più, perché non volevamo che si facesse gli affaracci nostri. Anche molti genitori, almeno quelli più presenti e attenti, non avevano affatto piacere che questo prete ci si avvicinasse e ci dicevano di stargli alla larga. Tanti bambini però gli davano troppa confidenza e la cosa non mi piaceva per niente, odiavo vederlo sempre circondato da bambini. Oltretutto questo prete era stato trasferito più volte in chiese diverse per motivi sconosciuti, e infatti anche poco dopo che io finii il catechismo, e decisi di non voler avere più niente a che fare con la chiesa e tutto l’ambiente che la riguarda per il resto della mia vita, fu trasferito nuovamente, forse addirittura in un’altra città, e di lui non si ebbero più notizie. Arriviamo infine a un ultimo particolare fondamentale: un giorno io e mio padre stavamo facendo un giro in bici, come facevamo spesso, in un parco vicino a casa non molto frequentato che ha all’interno un boschetto. Ai limiti estremi del bosco, in una zona isolatissima, passando in bici notammo proprio quel prete, che si aggirava losco e completamente solo. Appena ci vide iniziò a camminare molto frettolosamente e a voltarsi di continuo, come se fosse stato colto in flagrante a combinare chissà cosa. Poco tempo dopo fu appunto trasferito e di lui non si seppe più nulla. Successivamente si venne a scoprire, grazie a una serie di segnalazioni e indagini, che proprio nei pressi di quel bosco c’era un giro criminale di droga e di pedofilia, essendo non troppo lontano da un edificio abbandonato in cui si sospettava che venissero portati i bambini. Non era certamente un caso quindi che quello schifoso prete si aggirasse in quelle zone, molto probabilmente era invischiato in quelle attività criminali, ma come già detto, purtroppo, tutto fu insabbiato.
Questo è ciò che volevo raccontare sull’argomento e che ho potuto vivere in prima persona. Sono tutti dettagli che mi hanno segnato e che ci tenevo a raccontare, perché ritengo che, seppur in piccola parte, mostrino il marcio dietro alla setta più grande del mondo.

 

Massimo

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La truffa della Chiesa

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Voglio raccontarvi come è iniziato il mio percorso religioso, anzi come sono arrivata a frequentare la chiesa. La mia è sempre stata una di quelle famiglie credenti ma non praticante, compresi nonni e zii, a parte qualche eccezione, la chiesa la vedevamo solo nelle ricorrenze di matrimoni battesimi e comunioni. Negli anni 80 cadde un elicottero in un quartiere della mia città, mio padre all’ epoca prestava servizio come poliziotto nelle volanti, fu chiamato per ordine pubblico. In quella occasione gli si avvicinò una donna che con aria preoccupata lo guardò e gli disse che era in pericolo, e che presto una sventura avrebbe colpito lui e la sua famiglia. Mio padre le chiese chi fosse e chi le aveva dato queste informazioni, lei si presentò con il nome di Maria dicendogli che di professione era una veggente, e che se avesse voluto più informazioni poteva recarsi a casa sua. Mio padre incuriosito, dopo qualche giorno si recò a casa di questa signora, dove in presenza di mia madre confermo la tragedia che doveva abbattersi nella mia famiglia, gli disse che qualcuno gli aveva fatto una brutta fattura e vedeva un incidente mortale dove saremmo morti tutti. I miei genitori molto preoccupati decisero di affidarsi a lei, visto che sosteneva di avere capacità di togliere questa sventura. Da quel giorno le frequentazioni con questa donna si intensificarono, ed essendo che aveva anche lei figli spesso e volentieri i miei genitori portavano sia me che i miei fratelli. All’epoca avevo all’ incirca 6 anni e ricordo alla perfezione la casa della signora e quello che mi trasmetteva quando ci entravo. Ricordo l’odore forte di incenso, così forte che ancora oggi se lo sento mi viene il volta stomaco, ricordo che mi faceva paura entrare nella stanza dove lei riceveva i suoi clienti, era piena di candele rosse e libri di magia nera…ne ero terrorizzata, come mi terrorizzava il suo aiutante. Quel signore robusto con un’aria seria, portava sempre una giacca di pelle, che quando entravo e la vedevo appesa all’ attacca panni capivo che era in casa e mi aggrappavo a mio padre. Lui faceva di mestiere il fotografo, e spesso ci teneva a fotografare noi bambini insieme ai figli della signora, in varie ricorrenze. Ci fu un episodio che mi terrorizzò in quel periodo, dove ho iniziato a rifiutarmi di seguire i miei genitori. Un giorno mia mamma chiama la signora per sapere a che ora dovevamo vederci e lei le disse che dovevano annullare l’incontro in quanto la figlia era stata “posseduta” e doveva urgentemente praticare su di lei, potete capire quanto mi scossò questo episodio, non ci dormivo la notte. Fortunatamente dopo svariati mesi di frequentazione mio padre inizia a sospettare di essere stato raggirato, il tutto dopo avergli spillato una somma di 800 mila lire, che a quei tempi non erano pochi. Il distacco fu graduale perché avevano paura che la donna potesse compiere magia nera su di noi, quindi inventano scuse quando lei li chiamava per invitarli a casa. Il distacco definitivo fu quando mio padre una notte sognò Gesù in croce sanguinante. Il mattino seguente mia madre mentre rifaceva il letto si accorse che il lenzuolo dal lato dove dormiva mio padre in direzionene del cuscino fino ad arrivare nella direzionene dei piedi era pieno di goccioline di sangue. Lo chiama per capire se si fosse fatto male, mio padre sorpreso le dice di no, per essere più sicuro entrambi perlustrano ogni centimetro del suo corpo, non trovando nulla, papà racconta il sogno di Gesù a mia madre ed entrambi decisero di andare dal parroco del nostro quartiere per raccontargli l’accaduto e per mostrargli il lenzuolo. Il parroco dopo averli ascoltati e visionato il lenzuolo dice a mio padre che a parer suo era un segno, e che Gesù lo stava richiamando nella sua casa. Da qui ebbe inizio la mia breve vita religiosa, andando avanti con il racconto capirete perché breve. Mio padre da subito ebbe un enorme cambiamento, le sue giornate libere anziché andare in palestra come era suo uso fare le trascorreva a leggere la bibbia e il vangelo, arrivando a fare il chirichetto in chiesa. Era così cambiato che la sera prima di andare a dormire anziché darci un bacio ci faceva il simbolo della croce sulla fronte.

 

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In quel periodo in chiesa conoscemmo un altra donna di nome Maria anche lei veggente. Vi parlerò di questa donna e come sia riuscita a crearsi un impero di seguaci intorno a lei e come la vita della mia famiglia sia cambiata. Maria negli 70 sosteneva di essere stata scelta dalla Madonna a portare la parola di Dio tra le persone. In quel periodo nessuno credeva a ciò che lei sosteneva, e veniva cacciata da tutte le chiese. Questo non la fermò, un giorno si presentò senza appuntamento nella sede di un vescovo, dove gli raccontò la sua testimonianza con la Madonna e gli lasciò un messaggio da leggere. Il vescovo dopo aver letto il messaggio e alzò il capo per guardala vide che il suo voltò si trasformò, assumendo una serenità celestiale. La donna ancora non soddisfatta, radunò amici e fotografi in una chiesa chiedendo anche la partecipazione di alcune suore dicendo loro che sarebbe successo qualcosa di eccezionale quel giorno. Durante la funzione Maria si alza e si siede a terra sostenendo che la Madonna le stesse parlando, le persone la invitavano ad alzarsi ma lei continuava a stare seduta fino a quando una suora la intima di alzarsi e seguirla in carestia. Alla fine della funzione lei inzia a gridare che dalle sue mani usciva del sangue mostrandole sia ai presenti che ai fotografi. Ci furono altre episodi simili, ma nulla fu accertato per capire il fenomeno. Un degli episodi più eclatanti fu quando comunicò che sull’anta del suo armadio si era stampato il volto di Gesù. Da questo evento nacque nel 1979 il movimento apostolico di cui la stessa era la fondatrice. Quest’anta fu simbolo di pellegrinaggio di molte persone, dove la stessa signora teneva gelosamente a casa sua. Anche i miei genitori incuriositi ed emozionati andarono vedere l’anta, ma restarono al quanto delusi, in quanto non furono capaci di vedere il volto di Gesù come se lo aspettavano. Quando chiesero come e dove dovevano guardare la stessa la rispose che ognuno lo vedeva in modo diverso… beh se per questo anche l’anta dell’armadio di mia mamma guardandolo sembra che ci sia un volto, ma è l’effetto ottico delle venature del legno, anche a me capita di vedere volti nelle mattonelle dove ci sono venature ma certo non grido al miracolo. Ritornado alla signora Maria aveva il vizietto di minacciare chi non avendo fiducia in lei le diceva di non crederla. Voglio raccontare due episodi, il primo fu quando Maria chiese ad una ragazza perché non le credeva, lei le rispose che credeva solo in Dio, indispettita Maria le disse che per punizione sarebbe rimasta senza voce per tre giorni, ovviamente non successe nulla di tutto ciò. La seconda minaccia fu fatta ad un prete esperto e appassionato d’arte, il quale volle visonare a lungo e con molta attenzione quell’anta di armadio tanto famosa. Lo stesso affermò di non vedere nessun volto divino, e volle scrivere una relazione e mandarla al suo vescovo accusando la donna di falsità e pericolosità. Nello stesso periodo il prete si ammala di mieloma. La signora Maria manda un suo seguace dal prete, intimidandogli di strappare la relazione, in quanto la sua malattia era una punizione di Dio per aver messo in dubbio la sua credibilità. Il prete non si fece intimorire e fortunatamente non morì e mandò avanti il suo operato, ma purtroppo non viene preso in considerazione e la donna continua a cavalcare l’onda. Nel 1982 il movimento viene prima sconfessato, ma qualcuno fece orecchie da mercante e continuò a dare fiducia alla donna arrivando nel 2001 dove viene approvato. Lo stesso era seguito da più 60 preti in tutta la regione, e seguaci da ogni parte d’Europa. La donna aveva molto potere decisionale e grazie ai suoi seguaci si creò un impero. Voglio raccontarvi anche alcuni episodi dove ho assistito personalmente.

 

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La donna spesso saliva sull’altare affianco al prete e iniziava a cantare, anche se non era proprio un canto, emanava un suono lirico, senza aprire la bocca. Lei sosteneva che in quei momenti era il suo angelo che cantava. Tutti i presenti erano estasiati da lei e dal quel suono, mentre a me dava proprio fastidio. Non la si poteva nemmeno fotografare mentre cantava, perché in foto non si vedeva il suo volto ma solo una luce. Posso anche io confermare che spesso il suo voltò cambiava, e se gli altri vedevono qualcosa di celestiale io vedevo ben altro e di molto maligno…. Eravamo arrivati a frequentare la chiesa due volte a settimana, la domenica e il lunedì pomeriggio dove si svolgeva il movimento apostolico, con preghiere canti e balli. Arrivato il mese di Maggio la stessa ci diceva di pregare per la Madonna, quindi mia madre faceva una sorte di altarino in casa, e dovevamo fare il rosario 3 volte al giorno per tutto il mese.

Tornando alla mia famiglia, vi racconto come mio padre ebbe un altro cambiamento quando iniziò a frequentare questo grande gruppo di preghiera. Ogni volta che rientravamo a casa dalla messa o dall’incontro con il gruppo, succedevano forte discussioni tra i miei genitori, parolacce e anche bestemmie, ( cosa strana visto che ancora si dedicava a fare il chirichetto ) questo metteva molta tensione tra noi figli, perché sembrava che noi eravamo invisibili ai loro occhi. Papà è sempre stato un padre presente, tant’è che ho dormito con lui fino all’età di 8 anni, , in quel periodo era diventato assente completamente come genitore, in eccezione di quando era in presenza della signora Maria.

Con il passare dei mesi i miei genitori sembravano quasi estranei e vedevo mia madre soffrire, fino a quando scoprì che di mezzo c’era una donna, una catechista, la quale anche lei faceva parte del gruppetto di preghiera. All’apparenza questa donna sembrava una santa, e spesso veniva anche a casa nostra con la bambina e il marito, tant’è che è riuscita a guadagnare la fiducia di mia madre diventando sua amica. Quando mia madre scoprì questo doppio tradimento, si recò dalla signora Maria raccontandole tutto e sperando di trovare conforto in quella donna che tanto acclamava Dio. La donna le confermò che anche lei sapeva di questo intrigo e che si era limitata ad avvisarli. Mia madre si arrabbiò molto, dicendole che nella casa del signore non si potevano commettere tanta bassezze e adulterio, e anziché avvisarli doveva quanto meno toglierli o farli ravvedere su una cosa grave che stavano commentendo. La signora anziché capire il dolore di mia madre la cacciò via, e nei giorni seguenti mediante un prete ci mandò a dire che nessuno di noi potevamo mettere più piede nel suo gruppo di preghiere/setta perché rischiava di sporcare il suo nome. A distanza di mesi mia madre la incontrò al mercato ed era accompagnata da un amico di mia madre prete, il quale si fermò per salutarla. Il prete si girò verso Maria facendo notare la presenza di mia madre, la stessa guardandola con disprezzo non la salutò e con aria autoritaria intimido il prete a proseguire avanti, lasciando mia madre di stucco per quel misero gesto. È inutile dirvi che questo ci allontanò dalla chiesa, non ci abbiamo messo più piede, facendo vacillare il nostro credo. Non fummo i soli, abbiamo saputo negli anni che molti si allontanaro da quel gruppo di preghiera, e molte persone lasciarono i loro rispettivi partenr, alcune invece venivano cacciati dalla stessa signora Maria senza un reale motivo.Il metodo era sempre lo stesso, prima facevano finta di accoglierti poi ti cacciavano, oppure ti facevano sentire inadeguata se non appartenevi ad un certo ceto soaciale, quindi molte persone sentendosi inadeguati lasciarono questo gruppo di “preghiere”. Invece molti benvoluti dal movimento riuscirono anche a trovare lavori importanti… era diventata una gara a chi aveva più potere, e questo succedeva anche tra di loro, tra preti e vescovi. Da quando lasciammo quel gruppo ci furono molti eventi negativi nella nostra famiglia, quasi distruttivi e avvenuti uno dietro l’altro.

 

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Mio padre l’anno successivo ricevette minacce di morte, dove mafiosi avevano pagato sicari per ammazzarlo, (papà in quegli anni prestava servizio nell’antimafia) per un anno ci furono limitate le uscite. Poi si ammalò, ebbe un intossicazione da farmaci che gli causò un grave problema al fegato, dalla nostra città fu trasferito a Milano con un aereo militare in fin di vita, fortunatamente si riprese. Nel periodo che i miei erano a Milano io e mio fratello eravamo come cani sciolti, eravamo stati affidati ai miei nonni, troppo anziani per controllarci. Io incontrai ciò che in futuro sarebbe diventato il mio ex marito, ai tempi era un ragazzo violento e spesso mi alzava le mani, quando decisi di lasciarlo scoprì che aspettavo un bambino, essendo minore non avevo potere decisionale sulla mia vita, e la decisione di portare avanti la gravidanza fu presa dai miei genitori. Questo mi portò un cambiamento nella mia vita, mi fecero lasciare la scuola, e i miei sogni l’ho riposti nel cassetto. La mia vita cambiò, contro la mia volontà e ho dovuto sposare quell’ uomo, che continuò ad essere violento, avendo il coraggio di lasciarlo solo 20 anni dopo. Ricordo un particolare successo 2 anni fa, mi trovavo al battesimo della mia nipotina, entro in chiesa qualche minuto e poi esco fuori con il mio compagno. Al termine della funzione vedo mia sorella uscire dalla chiesa con il prete, il quale mi cercava, chiedendo espressamente a mia sorella che voleva vedermi e lei lo accompagnò da me. Era uno di quei 60 preti appartenenti al movimento apostolico, si ricordava molto bene di me…. pensa che CARINO.. Una volta avvicinatosi oltre i complimenti che fece sul mio fisico fuori luogo, mi disse che si ricordava molto bene di me e dello scandolo di aver concepito una figlia alla mia giovane età. Mi disse: sai in quel periodo tutto il movimento parlava di te. Non fui capace di dare una risposta, alzai le spalle ignorandolo, anche perché avevo capito che la sua intenzione era farmi sentire sporca. Dopo avermi fatto il terzo grado mi salutò… da premettere che anche quando nacque mia figlia fui perseguitata dal prete del mio quartiere, anche lui appartenente al gruppo, dove mi costringeva al matrimonio visto che avevo avuto una bambina. Ritornando alle sventure di famigliari, mio fratello sempre in quel periodo inzia a frequentare brutte compagnie, e trovò l’alcol come suo migliore amico, ancora oggi è un alcolista e questo gli provoca lo sdoppiamento di personalità facendolo diventare aggressivo. Mia sorella, qualche anno dopo si innamora di un ragazzo più grande di lei di 7 anni, il quale faceva un abbondante uso di stupefacenti, riuscì a venirne fuori grazie al suo aiuto, ma ci cadde di nuovo dopo 10 anni. Questi gruppi di preghiera a parer mio sono distruttivi, non portano assolutamente la parola di Gesù, anzi storpiano ciò che lui realmente diceva… sono delle vere sette, e una volta fuori ne paghi il prezzo. Alcuni eventi particolari ci sono stati in quella donna, ma non per mano di divinità, questo ne sono più che sicura. In chiesa non ho trovato Dio, ma ben altro…la stessa signora Maria che si vantava di essere la prescelta di questa divinità costruì tutto su un Dio cattivo e punitivo, sono cresciuta con la paura verso di lui, che chissà che pene mi avrebbe fatto passare. Anche se in cuor mio ogni qualvolta lo pensavo sentivo che non era come lei lo spiegava. Ho conosciuto il vero Dio grazie ad Angel Jeanne la quale le devo molto, e non smetterò mai di ringraziarla. Nel suo libro “Dio esiste? Si, e sa chi sei ma tu non sai chi è lui” sono riuscita a conoscere attraverso le sue esperienze dirette il vero Dio, un Dio pieno d’amore, nulla a che vedere con quello che ci hanno fatto credere. Consiglio a tutti la lettura di questo capolavoro, un libro profondo dove ci insegna anche come avvicinarci a lui. Grazie Maestra.

Ps. Nel 2021 il movimento apostolico fu soppresso dopo 6 mesi di indagini e varii accertamenti da parte del Vaticano il quale dichiara che la signora aveva costruito tutto sulla menzogna, la donna non accettò ben volentieri questa scelta. Gli fu imposto di donare i beni del movimento ( tra immobili e denaro)in beneficenza alla Chiesa. Sul movimento apostolico c’erano già molte ombre, e molti pettegolezzi. Vi allego qui un piccolo video da chi iniziava ad indagare e la reazione della figlia della signora Maria: https://youtu.be/iCBKdGmF8VA

 

Maryall80

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Racconto sulla chiesa

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Voglio raccontare le mie esperienze per quanto riguarda la chiesa e i preti e tutti coloro che ne fanno parte.

Ovviamente i miei genitori come la maggior parte mi hanno sempre obbligato sin da piccola a frequentare quel bellissimo ambiente di bigotti solo pronti a giudicare e farti sentire inadeguata se provi ad avere un’opinione o essere un po’ vivace.

Da bambina ero vivace e non mi facevo di sicuro mettere i piedi in testa dai miei coetanei.

Anche se ero piccola mi ricordo perfettamente l’angoscia e il timore che avevo quando alle elementari facevo catechismo alla chiesa, ricordo ancora le scale che portavano in una stanza sottoterra dove il prete faceva catechismo. Quelle scale buie sembrava ti portassero all’inferno sentivo una pesantezza.

Tante cose le ho rimosse chissà cosa faceva la sotto poi porti i bambini in una stanza interrata senza finestre? Devo indagare su questo periodo e capire bene la verità.

All’asilo avevo una suora che mi voleva terrorizzare sempre perchè io reagivo ad ogni provocazione se mi prendevano in giro per gli occhiali che indossavo o il cerotto occlusivo per un occhio che dovevo portare io rispondevo e se cercavano di picchiarmi io rispondevo a dovere alle percosse.

Ricordo che un giorno una bambina mi aveva graffiato in faccia apposta dicendomi tanto sei brutta con un graffio in più non cambia a quel punto gli ho lasciato un bello stampo dei miei denti sul braccio penso che avrà ancora il segno dei miei denti aaaahhh.

A quel punto la suora mi ha preso per il braccio mi ha strattonato fuori dall’aula come una delinquente e mi ha picchiata in faccia in testa e poi messo in castigo in un angolo da sola al buio.

Da quel giorno mi ha preso di mira e oltre ad obbligarmi a mangiare quello che non mi piaceva tipo l’uovo che mi ha fatto ingoiare di forza e che ho vomitato tutta la giornata, questo me l’ha ricordato mia madre, mi denigrava sempre dicendomi che non ero capace di fare nulla e i miei disegni facevano schifo.

Ma le suore non dovrebbero essere buone? Mi domandavo anche se ero bambina. Addirittura quando mia madre veniva a prendermi le diceva che mi sapevo difendere e le mani le usavo anche troppo e mia madre diceva perchè deve solo prenderle? Fa bene a difendersi.

Questa suora aveva gli occhi talmente cattivi e oscuri che li ricordo anche se avevo tre anni.

La storia non è finita qui perchè anche se da sveglia reagivo appena dormivo sono iniziati i veri incubi vedevo gli oscuri che mi volevano far del male e tante cose non le ricordo ma mi sono state riferite da mia sorella più grande e mia madre.

Una notte mentre dormivo mia sorella mi ha raccontato che l’ho svegliata urlando che vedevo un essere tutto rosso che usciva dallo specchio in parte al letto e lei non vedeva nulla.

Poi ogni giorno per mesi mia madre diceva che mi svegliavo urlando e tremando e per calmarmi mi portava sul lavandino del bagno e mi lavava la faccia e a quel punto ogni volta le dicevo che lo vedevo pieno di sangue ed era tutto rosso.

Chissà cosa mi facevano di notte, a quel punto mia madre preoccupata a legato la cosa con la suora e mi ha fatto cambiare sezione all’asilo e da quel momento gli incubi sono cessati, chissà come mai voi che dite?

 

Manu80

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Oratorio, ACR & Co.

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Ciao a tutti! In questo breve testo vorrei raccontarvi alcune vicende legate alle istituzioni religiose e accadute nella mia infanzia. Si tratta di episodi e situazioni che avevo sempre considerato normali o comunque innocui, ma dei quali ho invece adesso iniziato a maturare una consapevolezza diversa.

Infatti, grazie ai Volumi Apatìa di Angel ho iniziato a riflettere molto su determinati comportamenti adottati da questa Setta Oscura che è la Chiesa e molti avvenimenti passati che per me prima non avevano significato, ora si stanno rivelando più importanti di quanto potessi immaginare, perché si vanno a collegare in quel filone di bigottismo, marciume e oscurità che Angel descrive egregiamente nelle sue Opere.

Ci tengo intanto a premettere che i miei genitori non sono mai stati dei Cristiani Cattolici praticanti, non sono mai andati a messa, se non in occasione di qualche festività più per prassi che per vera e propria convinzione, e non mi hanno mai fatto pressioni sul frequentare la Chiesa e le Associazioni ad essa connesse. Nonostante ciò io ho avuto sin da piccola l’irrefrenabile impulso di provare qualsiasi attività possibile e, purtroppo per me, questo ha incluso anche la partecipazione alle attività religiose.

Negli anni in cui frequentavo le elementari ero venuta a conoscenza dell’esistenza nel mio paese di un Oratorio gestito dalle Suore in cui venivano organizzati giochi e attività per bambini. Ricordo che avevo tante amichette e chiesi a tutte se volevano partecipare, ma nessuna acconsentì in quanto loro erano evidentemente molto più lungimiranti di me. Così un pomeriggio all’età di 8 anni mia mamma mi accompagno dalle Suore e mi lasciò in Oratorio.

Una delle prime cose che ho notato e di cui non avevo conoscenza è stato che potevano frequentare quel luogo solo le bambine e l’abbigliamento consentito era esclusivamente in gonna. I primi tempi mi piaceva molto perché si organizzavano vari giochi divertenti e me ne è rimasto impresso uno dal nome “ladri e assassini” del quale non ricordo bene lo svolgimento, ma che già dal titolo appare proprio perfetto per descrivere la realtà celata della Chiesa.

C’era anche uno spazio dedicato alle preghiere, però ai tempi non lo reputavo invasivo ma solo noioso. Comunque ero lasciata abbastanza in disparte, perché, a differenza di alcune bambine, io non ero costretta a recitare le preghiere a voce alta davanti a tutti. Quindi mentre si pregava io mi facevo i fatti miei facendo finta di seguire.

In seguito, invece, forse perché frequentavo già da qualche mese e quindi ne ero diventata “degna”, iniziarono ad includermi nelle preghiere recitate in solitaria, per cui avrei dovuto dire l’Ave Maria da sola davanti a tutti. Appena me l’hanno proposto ho immediatamente detto di no, perché mi sono sempre vergognata a parlare in pubblico e tantomeno mi andava di pregare a voce alta. Tuttavia, alla fine fui gentilmente costretta. Ricordo che ero imbarazzatissima e a metà preghiera mi sono bloccata a metà perché, malgrado sapessi il testo a memoria, non ricordavo più come andare avanti. Questa cosa è accaduta sia quella prima volta, che poi tutte le volte successive perché le Suore comunque continuavano a voler far recitare a me la preghiera da sola a voce alta, nonostante ogni volta andasse sempre peggio in quanto io mi bloccavo sempre al medesimo punto ed ero sempre più a disagio.

 

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Alla fine la questione si risolse in quanto smisi di frequentare l’Oratorio. Mi dispiaceva non poter più partecipare alle attività ludiche, ma quella mezz’ora di preghiera aveva iniziato a crearmi uno stato di ansia e agitazione che partiva già dalla mattina, per cui decisi di smettere di andare.

Tra l’altro anche se questa questione delle preghiere recitate ad alta voce può sembrare banale, in realtà credo che mi abbia provocato un trauma, in quanto da anni non di rado mi capita di svegliarmi durante notte che sto pregando. Non si tratta di un sogno, ma io mi sveglio di notte e dopo qualche secondo realizzo che sto proprio pregando.

Prima di intraprendere questo Percorso Spirituale non avevo mai dato peso a questo avvenimento notturno reputandolo normale, sebbene di normale non avesse nulla e potevo benissimo comprenderlo anche prima dato che non pregavo per cui non c’era ragione di svegliarmi la notte pregando, non essendo appunto un’attività abitudinaria che compievo durante il giorno. Tuttavia, sono sempre stata molto addormentata per cui non avevo capito niente. Invece adesso, da quando ho appreso determinate informazioni grazie all’immenso lavoro di diffusione della Maestra Angel Jeanne, ho avuto evidenza di alcuni nessi che prima mi sfuggivano e tanti tasselli sono stati messi al posto giusto, permettendomi di avere finalmente un quadro completo e chiaro davanti.

Sempre spinta dalla mia voglia di conoscere nuove persone e provare attività diverse, all’età di 10 anni mi sono iscritta all’Azione Cattolica Ragazzi. In questo caso, a differenza del precedente, partecipavano anche molti miei amici e tutti insieme abbiamo seguito le attività settimanali e partecipato ai Campo scuola estivi organizzati dall’ACR fino agli anni del liceo. Di quegli anni non ho ricordi di cose particolari notate, eravamo tutti molto giovani e anche gli Animatori stessi erano ragazzi giovani di massimo 20 anni e non avevamo quasi mai a che fare con suore o preti, nonostante comunque le attività svolte fossero tutte di stampo quasi esclusivamente religioso, per cui sono certa che sebbene gli attori posti davanti fossero ragazzi e ragazze giovani, in realtà le attività erano comunque decise dalla Chiesa.

Ricordo per esempio che tutti i Campi Scuola erano organizzati in strutture di proprietà della Chiesa, per cui ci siamo ritrovati a dormire in Santuari, Monasteri e quant’altro. E proprio durante uno di questi Campi è accaduto un evento che ho riportato alla memoria solo grazie al Volume 6 di Apatìa e nello specifico attraverso la lettura del Capitolo denominato “Il secondo passaggio”. In questo testo, ma anche nei Capitoli precedenti, Angel ci spiega chiaramente ciò che la Setta Chiesa fa realmente con le foto di bambini e ragazzi, spiegando nel dettaglio tutti i passaggi del loro rito e soprattutto lo scopo oscuro perseguito.

Leggendo questo Capitolo mi è tornato alla mente proprio di un Campo Scuola, uno dei primi ai quali ho partecipato, in cui era stato richiesto a tutti noi di portare delle nostre foto per realizzare una sorta di gioco-cartellone. All’epoca non ci vedevo nulla di negativo e, anzi, mi sembrava una cosa anche carina. Però una cosa che mi aveva già fatto storcere il naso era stato il loro diniego quando, al termine del Campo, avevo chiesto di riprendere la mia foto. Alla luce delle nuove conoscenze acquisite è immediato per me pensare che quelle foto avessero ben altro scopo rispetto a quello detto, probabilmente neanche conosciuto dagli Animatori, ma sicuramente voluto dalla Setta.

Infine, un ultimo brevissimo episodio che vorrei raccontare riguarda precisamente il coro della Chiesa. Come avrete capito non mi lascio sfuggire nessuna attività e per tale ragione, sempre all’incirca a 10-11 anni, ho chiesto di poter partecipare al Coro.

 

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Non ricordo benissimo come siano andate le cose con precisione, ma ricordo che dopo circa un mesetto sono stata praticamente cacciata, neanche con troppa diplomazia, perché non mi reputavano adatta alle loro voci celestiali. In tutta onestà ora questo episodio mi fa veramente ridere e credo anche che abbiano fatto bene perché sono davvero stonata, però sul momento ho provato molto disagio perché sono stata allontanata davanti a tutti nel bel mezzo delle prove. Dal mio punto di vista un atteggiamento normale sarebbe stato quello di chiamare in disparte la persona interessata per spiegarle la situazione e le motivazioni, invece loro mi hanno semplicemente cacciato davanti a tutti facendomi sentire umiliata e fortemente in imbarazzo. Sicuramente comunque questo episodio è stato molto importante per me, perché a seguito di questo ho troncato definitivamente con la Chiesa e tutte le attività ad essa connesse.

 

Isa

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Venditori porta a porta

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Nel paese in cui abito c’è una folta comunità di Testimoni di Geova e io, sin da piccola, sono sempre stata brava a riconoscerli in anticipo e, quindi, ad aggirarli ogni volta che me li ritrovavo davanti. Non so se funzioni così per ogni comunità di testimoni di Geova, comunque in quella di mia conoscenza il comportamento adottato dai membri somiglia in tutto e per tutto a quello tenuto dai venditori porta a porta. Queste persone girano per le strade del paese rigorosamente vestite in abbigliamento elegante (completo per gli uomini, gonna longuette e giacca per le donne) e con l’atteggiamento tipico di chi deve convincerti ad acquistare qualcosa. Tra l’altro non si fanno assolutamente scrupoli, ma cercano di parlare (importunare) qualsiasi persona di qualsiasi fascia d’età. Non di rado, infatti, ho visto Testimoni di Geova parlare con ragazzi delle medie che tornavano da scuola oppure con gruppi di ragazzi giovani che erano a divertirsi al Parco con gli amici. La loro modalità è proprio quella dei venditori, perché non ti mollano fino a quando non mostri di acconsentire alle loro convinzioni, con la promessa che parteciperai ad una delle loro sedute settimanali da Setta conclamata.

Negli anni ho avuto incontri più o meno ravvicinati con i testimoni di Geova e riporto di seguito le mie Testimonianze che, seppur brevi, spero siano significative e riescano a far comprendere al lettore i meccanismi assurdi che si celano dietro al mondo dei Testimoni di Geova.

Nella mia classe delle elementari c’era una bambina Testimone di Geova e ricordo molto bene che ogni sabato mattina lei cominciava a lamentarsi per un dolore al braccio, a volte era il braccio destro altre volte il sinistro, ma sempre ad altezza gomito. I primi tempi le maestre erano preoccupate e chiamavano immediatamente la mamma che veniva subito a prenderla. In seguito, poiché accadeva ogni sabato, hanno iniziato a trattare questa problematica molto più alla leggera, temporeggiando prima di chiamare i genitori, perché ormai consapevoli che si trattasse di un capriccio della bambina. Tuttavia, lei iniziava a piangere e alla fine, per un motivo o per un altro, i genitori venivano chiamati sempre e la bimba già a metà mattinata abbandonava la classe.

Non ricordo bene come finì la vicenda e se durò anche per gli altri anni scolastici, comunque dopo anni, tramite un ragazzo suo amico ed ex Testimone di Geova, venni a sapere che il sabato mattina era uno dei giorni in cui si svolgeva la loro Adunanza e che la mia compagna di classe lamentava quel fastidio appositamente, così da poter essere mandata a casa. Parliamo comunque di una bambina di 7-8 anni al massimo, certamente non consapevole di quello che stava facendo, ma spronata e manipolata dai genitori a sentirsi male per essere libera dalla scuola e poter frequentare il sabato mattina le riunioni della Setta.

Un’altra vicenda che vorrei raccontare risale a molti anni fa, avrò avuto forse 11-12 anni quando, per un lasso di tempo per fortuna breve, mio nonno entrò nella Setta di Geova. Io venni a sapere questa cosa perché sentii mia mamma e mia nonna parlare, sembravano molto preoccupate e da alcune frasi che riuscii a cogliere stavano dicendo chiaramente che era stato persuaso da una signorina venditrice porta a porta che lo aveva ammaliato e convinto a partecipare alle loro Adunanze. Da una singola partecipazione sono diventate due, tre fino a diventare qualche mese. Nel discorso che avevo origliato sentivo anche che mia nonna era preoccupata perché si stava rendendo conto che stava donando loro anche moltissimi soldi.

 

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I miei nonni non sono mai stati cattolici praticanti, non hanno mai frequentato la messa né altre attività parrocchiali, per cui questo ingresso di mio nonno nel mondo dei Testimoni di Geova non era assolutamente dettato da convinzioni spirituali profonde e maturate con calma, ma era frutto di una vera e propria manipolazione attuata nei confronti di un uomo anziano.

Altra vicenda più recente risale al periodo universitario quando sono diventata amica di un ragazzo nato in una famiglia di Testimoni di Geova e pertanto seguace anche lui di quella Setta per moltissimi anni e, nello specifico, fino a quando non ha avuto la possibilità e volontà di scegliere la propria strada spirituale. Sia lui che il fratello, raggiunta la maggiore età, avevano immediatamente scelto di liberarsi da quelle catene. La sorella, invece, in un primo momento aveva continuato a seguire la Setta, fidanzandosi con un altro seguace sin da giovanissima.

Faccio una breve digressione riassumendo le loro principali regole in ambito sentimentale. Queste sono molto rigide e prevedono che anche una semplice frequentazione adolescenziale debba essere considerata qualcosa di molto serio, vincolando già i due giovani a nozze future. Infatti, tramite questo mio amico, ho saputo che frequentare altre persone è altamente sconsigliato se non si è in età da matrimonio, in quanto qualsiasi frequentazione è sempre vista come propedeutica al matrimonio.

Un’altra regola molto rigida e molto conosciuta è quella relativa all’impossibilità di avere rapporti sessuali prematrimoniali e proprio per questa ragione ho notato come tantissimi ragazzi di mia conoscenza che seguono questo culto si sposino da giovanissimi, già a 19-20 anni.

In molti casi questa scelta è presa in maniera superficiale e per le motivazioni sbagliate, perché la maggior parte delle volte affonda le sue radici proprio sull’opportunità che il matrimonio fornisce loro di avere rapporti sessuali e, pertanto, si basa su convinzioni frettolose e spesso inadeguate, che molte volte spingono questi ragazzi anche a sposarsi con una persona che si rivela poco dopo inadatta. Inoltre, la scelta del partner è anche limitata in quanto le loro regole prevedono che ci si possa sposare solo con altri appartenenti alla Setta o comunque persone disposte alla conversione. A tutto ciò si affianca poi l’ennesima regola che impedisce il divorzio, concesso solo in casi particolari e gravi.

Tornando alla sorella di questo mio amico, lei sin da adolescente fino ai 20 anni circa era stata fidanzata con un altro ragazzo seguace del culto, fino a quando entrambi si sono innamorati di altre persone esterne alla Setta, troncando quindi la loro relazione. Questa vicenda ha portato grande scompiglio nella Comunità, soprattutto perché la ragazza si era innamorata di un uomo 10 anni più grande, divorziato e con un figlio. La loro religione prevede che in tali ipotesi la persona che si è macchiata del “grave crimine” debba essere esclusa non solo dalla Comunità, ma anche dai genitori stessi, i quali non dovranno avere più alcun rapporto con la persona esclusa. Nel caso specifico citato, poiché la mamma e lo zio della ragazza erano membri “importanti” all’interno della Setta è stato possibile per loro continuare ad avere rapporti con lei. Tuttavia, a questo esito non si è giunti immediatamente, ma il mio amico mi ha raccontato che sono trascorsi parecchi mesi e solo in seguito si è arrivati ad un rapporto di tolleranza. Se questa non è una Setta, al punto che divide le famiglie, ditemi voi cos’è.

 

Isa

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Religione

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Io e mia sorella siamo cresciute in una famiglia di stampo prevalentemente cattolico perché mia nonna e, di conseguenza, anche mia mamma sono molto credenti quindi ci volevano instradare nel loro credo. Per fortuna, però, negli ultimi anni mia mamma sta iniziando leggermente a distaccarsene anche se ancora non del tutto e ancora troppo lentamente per i miei gusti. Comunque, a causa di questa loro fede, ci hanno fatto fare tutti i “sacramenti” fino alla cresima, abbiamo frequentato l’asilo gestito principalmente dalle suore e in più abbiamo frequentato il coro del paese per 15 anni, quindi dovevamo andare a cantare alla messa ogni domenica. Molto noioso, ci andavamo solo perché ci piaceva cantare e perché era un bellissimo gruppo di giovani con cui uscire, ridere e scherzare, a prescindere da cosa dovevamo cantare e dove.

Non ho esperienze eclatanti o gravi vissute nei confronti della religione e dei suoi funzionari, vorrei però raccontare un episodio per me spiacevole che è accaduto proprio quando ero all’asilo, credo all’ultimo anno. Durante un pranzo in asilo, ci hanno dato da mangiare a fine pasto delle pere cotte, a me onestamente il profumo non piaceva per niente così come l’aspetto; ho provato ad assaggiarne un pezzetto minuscolo e infatti ho confermato che neanche il sapore mi piaceva, per cui ho posato il cucchiaino e non le ho più mangiate. Dopo neanche 5 minuti si è avvicinata una delle suore più intransigenti e più minacciose dell’asilo e mi ha ordinato in malo modo di mangiare le pere. Io ho risposto che non mi piacevano e che non volevo mangiarle e lei a quel punto, dopo vari tentativi di imboccarmi contro la mia volontà, ha risposto che se non le avessi mangiate tutte non sarei potuta andare a giocare in giardino con gli altri bambini, sarei dovuta rimanere lì seduta a quel tavolo finchè non le avrei finite. O finchè non sarebbe terminato il mio orario di permanenza lì in asilo. Mi ricordo benissimo che era un bel pomeriggio soleggiato, i miei amichetti stavano tutti giocando e correndo nel giardino, mentre io li guardavo dalle vetrate della sala mensa, da sola. Non mi ricordo quante ore è durata questa punizione, né cosa è successo in seguito quando sono tornata a casa, purtroppo mi ricordo benissimo solo questa scena appena descritta; ma quel che posso affermare è che da quella volta (quindi da quando avevo 5 anni) la mia mente e il mio corpo rifiutano in tutti i modi di mangiare la frutta cotta, in ogni sua forma, in special modo le pere e le mele cotte. Non ho nessun problema a mangiare la frutta “cruda”, anzi mi piace molto, invece sento proprio una repulsione se essa viene cotta, neanche la marmellata riesco a mangiare o i dolci con frutta cotta all’interno. Mi rendo conto che la frutta faccia bene anche se cucinata e che bisognerebbe mangiarla, ma proprio ho un rifiuto quasi totale verso di essa; dico “quasi” perché ultimamente riesco a consumare solo un tipo di frutta cotta nei dolci ovvero la banana, ma questo solo di recente negli ultimi anni.

Lo stesso fatto è accaduto ad uno dei miei colleghi, l’ho scoperto quasi per caso proprio ieri parlando con lui di cibo. Mi ha raccontato che anche lui ha frequentato un asilo gestito dalle suore e che quando non voleva mangiare alcune verdure le suore gli davano degli scapaccioni per costringerlo. Anche lui, quindi, si è reso conto che dai tempi dell’asilo non mangia quasi nessun tipo di frutta e di verdura, se non rare eccezioni. Strana coincidenza davvero.

So che in apparenza queste esperienze possano non c’entrare nulla con il discorso “religione” ma questi traumi nati in età infantile si sono prolungati fino ad ora, dopo più di 30 anni sono ancora ben radicati in molti di noi (chi più, chi meno) a causa delle suore e non è assolutamente una cosa normale. Soprattutto perché ce li hanno creati delle persone che predicano la bontà e l’amore e la gentilezza, quando invece i fatti dimostrano il contrario.

 

Ilary

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Mi sono sbattezzato dalla chiesa cattolica

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In questo articolo vorrei raccontare delle esperienze negative vissute da me e da alcune persone a me vicine con la religione cattolica e, in particolare, con alcuni membri che rappresentavano ad allora questa istituzione.

La prima esperienza che vorrei raccontare risale a molti anni fa, quando ero ancora un bambino e andavo all’asilo. Non ricordo perfettamente tutto quello che è accaduto, essendo molto piccolo ad allora.

Ho tuttavia dei brevi ricordi molto vividi che elencherò di seguito per far capire quanto possano far schifo molte delle persone che appartengono alla chiesa.

Da bambino andavo in un asilo di suore, comodo perché facevano un orario che tornava bene con gli orari di lavoro dei miei genitori. Tuttavia non stavo bene lì e ciò che fece accendere qualche sospetto in mia madre era il fatto che quando mi accompagnava all’asilo ogni mattina piangevo a dirotto, ero terrorizzato dal dover rientrare in quell’edificio, ogni disgustosa mattina. Scendevamo dall’auto e io la pregavo di farmi rimanere con lei, inizialmente lei pensava che fosse il pianto di un bambino che voleva semplicemente rimanere con la mamma, ma quando la storia si ripeteva ogni mattina allora capì che era arrivato il momento di cambiare asilo.

In quel luogo le violenze subite erano tante, per motivi completamente stupidi, eppure sembrava che quelle suoracce godessero nel maltrattare i bambini, potessi incontrarle nuovamente oggi! Una cosa che ricordo molto bene e che facevano molto spesso era tirare per i capelli i bambini oltre a dare anche botte e strattonarli. La violenza era all’ordine del giorno. Ricordo quanto stessi male lì dentro e mi chiedo, come si fa a maltrattare dei bambini così piccoli? Io a ripensarci adesso non capisco come si possa farlo e ciò che ho visto per mia esperienza personale è che le suore (perlomeno quelle con cui ho avuto a che fare io) erano estremamente manesche e violente. Non mancavano mai neanche le “bacchettate sulle mani”, che era ciò che avevo raccontato per l’appunto ai miei genitori. Ma chissà quanto un bambino non racconti di quello che subisce! E infatti penso di non aver detto molte cose rispetto a quelle che io gli altri bambini subivamo. Le chiamavano suore nere per via della tunica nera che indossavano ma erano nere dentro, marce. Racconto tutto ciò per poter far conoscere ai futuri lettori la mia esperienza e da essa, evitare che altri bambini subiscano violenze da parte di maestre, suore, preti, catechiste e chi più ne ha più ne metta. Non ce li mettete i bambini là dentro! E se vi accorgete che vostro figlio non ci va volentieri non mandatelo più lì! (Indipendentemente che si tratti di un posto religioso o meno) se non ci vuole andare per nessun motivo perché volete mandarcelo a forza?

Un’altra esperienza che vorrei raccontare è capitata a mia zia, ai tempi molto cattolica e frequentatrice della chiesa. Più volte il parroco della chiesa da cui andava a confessarsi gli fece delle proposte sessuali. Proposte come “vuoi venire di là con me a divertirci?” senza il minimo ritegno nei confronti di una donna sposata e con figli. Si fermò lì? No ovviamente, una volta provo anche a baciarla e a spingersi oltre e lei ovviamente non ci tornò mai più. E questi preti sarebbero vicini a Dio? Fatemi capire. È a causa di questi soggetti se poi le persone si allontanano da Dio, non sapendo che Dio non ha nulla a che vedere con questi viscidi individui.

Un’altra esperienza che volevo raccontarvi riguarda il periodo della comunione. In quel periodo dovevo decidere la chiesa dove ricevere la comunione ed io, avendo fatto il catechismo per anni nella parrocchia vicino alla mia scuola elementare insieme ai miei amici e compagni di classe decisi per ovvi motivi di farla lì, che non era la chiesa del mio paese. Un giorno venne a casa mia il prete del mio paese, con aria sospettosa a chiedere dove avrei fatto la comunione e in tutta tranquillità mia madre rispose che l’avrei fatta dove andavo a catechismo.

 

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Il prete con rabbia rispose che la comunione andava fatta nel paese di appartenenza e che se non l’avessi fatta lì non sarebbe più venuto a benedire la casa. Che tragedia! Ovviamente senza indugio mia madre rispose che non ci sarebbe stato problema e che poteva anche tornarsene in chiesa. Lui non tornò più negli anni a seguire a benedire la casa per farci un dispetto, ma sapesse quanto poteva fregarcene della sua “benedizione”! Quell’acqua sporca se la poteva anche tenere in chiesa. Anni dopo mio padre poiché mio cugino gli aveva chiesto se voleva essere il padrino di suo figlio, chiese a quel prete se avrebbe potuto cresimarlo essendo lui non cresimato ed essendo requisito indispensabile per poter essere padrino. Il prete rispose di no, risentito sempre del fatto che non avevo fatto la comunione nella sua parrocchia. Quale bontà che aveva dentro di sé quel parroco! Ma soprattutto non portava neanche rancore! Che ridicolezza.

Ad oggi io mi sono sbattezzato, procedendo con i documenti ufficiali: non voglio più appartenere alla chiesa cattolica. Sono cosciente dell’esistenza di Dio, un Dio buono e giusto, un Dio che non può essere comprato o venduto. Non c’è bisogno né di una chiesa e tantomeno di un prete per avvicinarsi a lui e conoscerlo. Ciò che serve davvero è la volontà di avvicinarsi a lui e la sua ricerca costante e io grazie alla scrittrice Angel Jeanne l’ho conosciuto davvero.

 

Gianlu

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Suore in corsia

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Quando facevo la studentessa alla scuola infermieri e appena diplomata, più di 30 anni fa, in alcuni reparti dell’ospedale della città in cui vivevo, c’erano le suore. Ancor prima gestivano i reparti per quanto riguardava l’organizzazione dei turni, degli ordini, ma man mano furono sostituite negli anni dal personale sanitario.  All’epoca dei miei studi e successivamente dopo il diploma  erano rimaste ancora 2-3 suore e perlopiù ormai erano adibite alla somministrazione del vitto ai malati, al riordino della biancheria, comunque mansioni leggere, erano avanti con gli anni, almeno credo poiché non ero capace di indovinarne l’età. Mi piacerebbe raccontare quanto fossero buone e con quanta empatia e compassione svolgessero le loro mansioni, o si rivolgessero ai malati, ma non posso. Ho invece il ricordo di loro sempre corrucciate e arrabbiate. Spesso erano anche sgarbate e non si poteva dir loro nulla. Durante la somministrazione del vitto, invece di seguire le prescrizioni, la suora che era in chirurgia, dove la dieta prescritta era fondamentale per la buona ripresa dei malati, questa andava a “simpatie”. Cioè se il malato aveva dieta libera, ma a lei non stava simpatico, questa lo teneva a digiuno o al max gli dava dieta idrica,  cioè del brodino e basta. Se gli garbavi, ti dava dieta libera anche se magari vi era prescritta dieta idrica e poi magari questo stava malissimo. L’altra suora nell’altro reparto, nascondeva il prosciutto cotto e i formaggi in un mobiletto chiuso a chiave per non darlo ai pazienti e per non lasciarlo in frigo se per caso di notte qualche inserviente aveva fame, capitava che magari si facessero un panino, ma no meglio  nascondere il cibo nell’armadietto chiuso a chiave per giorni che vi lascio immaginare che profumo si propagasse poi da quell’armadietto. E non potevamo neppure dirle nulla che iniziava a inveire come una pazza e a negare che lì vi fosse del cibo che avariava, messo da lei. Ho proprio brutti ricordi di queste suore che sgridavano chiunque e spesso mandavano via i parenti che visitavano i pazienti anche se era ancora orario di visita. Alla faccia della carità cristiana… Questo era ciò che accadeva a causa delle suore che danneggiavano i pazienti e li torturavano a loro piacere. Fortuna che nel tempo quando andarono “in pensione” non vennero sostituite dalle loro colleghe.

 

Faby7770

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Follie di un piccolo paese bigotto

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La mia testimonianza sulla religione non è forte o sconvolgente come quelle degli altri, che ringrazio per aver riportato storie così importanti che tutti dovrebbero conoscere, ma mi sembra giusto riportare anche la mia piccola esperienza di come ho avuto a che fare con diverse persone dalla mentalità totalmente rovinata dal loro credo religioso. Sono nata e cresciuta in una famiglia cattolica, in un paesino minuscolo dove la mentalità continua a essere arretrata e la chiesa a ricoprire un ruolo importante per gli abitanti. Da bambina venivo portata a seguire le lezioni di catechismo, la messa ogni settimana, e come da canone tutti i sacramenti fino alla cresima. Per le mie nonne e la maggior parte dei parenti la religione vissuta in questo modo era talmente importante che imponevano a me lo stesso pensiero. Nonostante andare a messa non avesse nulla di positivo da darmi, anzi, mi metteva solo un gran sonno e un sentimento di tristezza apatica che mi portavo dietro per l’intera giornata, essendo comunque obbligata ad andarci cercavo di trovare in quel momento qualcosa di positivo, approfittandone per leggere le letture e cercare di saperne di più su Gesù e Dio. Ad un certo punto, verso gli 11 anni di età, mi sono stufata. I catechisti non sapevano mai darmi risposte convincenti quando chiedevo qualcosa, i sacramenti mi sembravano sempre più ipocriti, così come tutte le persone che frequentavano la messa. Diventando un po’ più grande, iniziavo a prestare più attenzione a ciò che mi accadeva attorno, a sentire i discorsi tra le vecchiette acide che andavano a messa solo per spettegolare su tutto il paese e sputare cattiveria soprattutto sulle ragazze più giovani (all’epoca ero molto innocente e mi sconvolgevo per tutto, e non sentivo dire da nessun altro la quantità di parolacce e insulti che sentivo dire dalle vecchiette tra i banchi della chiesa oppure nei capannelli di gente che rimaneva a chiacchierare dopo la funzione). Mi sentivo l’unica che andava lì con l’intenzione di scoprire, capire e imparare, ma quel luogo mi stava stretto perché non mi stava dando nulla, nessuna delle risposte che cercavo, solo tanta delusione nell’osservare il piattume della gente che frequentava la messa solo per sparlare e mangiare a scrocco alla comunione di qualcuno. Ho deciso di punto in bianco di non andarci più.

Inoltre già a quell’età provavo il forte sentimento di voler fare qualcosa per aiutare le persone, la mia piccola parte positiva in questo mondo. Mi dicevano che la gente che va in chiesa è buona, che per essere brava e altruista dovevo andare a messa ogni domenica: ma che senso aveva, cosa stavo facendo di buono per aiutare la gente, andando ogni settimana a perdere almeno un’ora del mio tempo a cercare di non addormentarmi, e tutte le ore successive a cercare di farmi passare un nervosismo fortissimo che non capivo da dove arrivava? Mi dicevano che per comunicare con Dio dovevo per forza andare in chiesa, ma a me metteva solo una grande sensazione di angoscia ed ero sicura che non lo avrei mai trovato in quel luogo buio o nelle parole di un prete ubriacone. Lo sentivo molto meglio fuori, quando cercavo di comunicarci da sola, nonostante ancora non avessi una connessione forte come quella che ho iniziato a costruire quando da adulta ho iniziato a Meditare, secondo la Meditazione imparata dall’Accademia di Coscienza Dimensionale, già allora era evidente che il modo migliore per sentire Dio e comunicare con lui era tutto fuorché andare a messa. La mia scelta di smettere di andare in chiesa era pensata e guidata da svariate motivazioni, che sentivo forti e sensate nonostante la mia giovanissima età.

Inizialmente i miei genitori non lo accettavano, cercavano di farmi venire i sensi di colpa per farmici tornare; ma non ci sono riusciti, ormai avevo preso la mia decisione e sin da subito avevo capito che si trattava della scelta migliore che potessi fare. Mia nonna invece era furibonda e non perdeva occasione per dirmi cattiverie.

 

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Potevo fare qualsiasi cosa, prendere buoni voti a scuola, aiutare nelle faccende domestiche, ero e restavo comunque una “disgraziata” che si meritava a prescindere le sue “belle sgridate”. Non riuscì neanche lei a convincermi a tornare in chiesa. All’epoca non me ne rendevo pienamente conto, ma anni dopo ho saputo che mia nonna materna non ha parlato per degli anni a mio padre perché “non aveva picchiato me e mia sorella per convincerci a tornare in chiesa”. Quanta carità cristiana, lei si permetteva di parlare male di me con le sue amiche, di far girare pessime voci sul mio conto nonostante fossi solo una bambina, perché non avevo voglia di andare a messa. Non essendo un mio genitore non poteva permettersi di andare oltre alle parole. Ma ha cercato di fare leva su mio padre per picchiarci per “convincerci” a tornare in chiesa, e quando lui ha deciso di non arrivare a tanto, lei gli ha fatto violenza psicologica smettendo di rivolgergli la parola per due anni, e continuando a trattarlo per molti anni a seguire con distacco e freddezza. Questa sì che è carità cristiana, essere buoni coi bambini, ascoltarli, assecondare i loro bisogni, proteggerli dal mondo… Ah no, forse mia nonna aveva capito male l’insegnamento? Smettendo di andare al rito settimanale è come se avessi iniziato a ripulirmi da quell’influenza sulla mia mente, così quando ci sono tornata una volta credo per un battesimo o qualcosa, invece di lasciarmi ipnotizzare come al solito dalla voce e dai canti monotoni, sono stata ben attenta alle parole che venivano dette. E mi ha fatto talmente schifo da decidere di non metterci mai più piede. Però nel frattempo mia nonna continuava ad aizzare il resto della mia famiglia materna contro di me. Le mie cugine, rognose pettegole viziate che già da piccole stavano imparando a diventare incarognite come i loro genitori e nonni bigotti, si erano convinte di essere persone migliori di noi; loro erano “buone perché andavano in chiesa”, “migliori di noi perché andavano a messa a confessarsi”, nonostante appena tornate erano già occupate a sparare cattiverie – e crescendo con l’età anche a farle – sempre convinte di essere nel giusto perché loro frequentavano la chiesa. Anche quando grazie al tempo libero della domenica mattina ho iniziato a fare volontariato (per cercare di assecondare quel bisogno di aiutare le persone) per loro, che di altruista nella loro vita non facevano un bel niente, rimanevo comunque la feccia perché “i veri buoni sono quelli che vanno a messa”. Tutta la loro ipocrisia all’epoca mi pesava, ma è stato proprio ciò che mi ha permesso di rimanere fuori da quel mondo marcio ripulendomi dal nero catrame che si respira in quel luogo chiuso durante quei riti ipnotici che fanno venire il mal di testa e da cui esci come se fossi stato ogni volta a un funerale.

Grazie alla chiesa e alla religione cattolica ho imparato tante cose. Ho imparato come funziona il buonismo marcio grazie alle vecchiette acide e invidiose che insultavano le giovani, a anche alle mie cugine, che qualsiasi cattiveria dicessero, erano convinte di essere sempre le più buone e giuste perché nella loro mente malata bastava andare a messa per cancellare tutta la loro perfidia e diventare le persone “migliori di tutte”. Ho imparato come funziona la bigotteria, la manipolazione, la sottomissione e programmazione mentale, osservando mia nonna nella sua vita piena di insoddisfazione per la quale, ovviamente, incolpava Dio. Un episodio che mi ha sconvolta è stato pochi anni fa, quando sono stati ritrovati in una grotta in Medio Oriente dei manoscritti dell’epoca di Gesù e io, felicissima della notizia, l’ho raccontato anche a mia nonna.

 

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Si trattava di testimonianze che confermavano che la Maddalena fosse la discepola prediletta di Gesù, la prima tra tutte, la sua sposa (questo non avevo osato dirlo a mia nonna, ma le avevo comunque detto ciò che segue), che Gesù insegnava a tantissime donne, che le rispettava al pari degli uomini. Sentendo questa frase mia nonna è letteralmente impazzita urlandomi di “non dire follie, che non è questo che dice la Bibbia, la donna deve stare sottomessa!”. Anche davanti all’evidenza, senza il minimo rispetto della vita e della dignità degli esseri umani, lei preferiva trasmettere l’ideologia che le aveva insegnato il prete marcio sfruttando e infangando il nome di Gesù, invece degli insegnamenti reali del Maestro, al suo amore per la Vita e rispetto dell’umanità. Ho scoperto il livello di marciume che possono raggiungere le persone grazie alla sorella di mia nonna, la mia prozia: nella sua vita è sempre stata una grande approfittatrice, una donna con una cattiveria rara nei pensieri ma soprattutto nelle azioni, ma che fuori casa si mostra sempre sorridente e soprattutto “legge in chiesa”. In questo modo si assicura che tutto il paese pensi sempre che lei sia una brava persona e la difenda anche nel momento in cui le sue vittime testimoniano le sue cattiverie (e ne ha fatte davvero tante, di cui ne ho scoperte un paio che sarebbero punibili legalmente, ma nessuno degli interessati testimonierebbe contro di lei), ma tutto il paese bigotto la difende perché d’altronde, “lei è brava, legge in chiesa”.

Ho scoperto che la bella faccia e il sorriso finto vengono valutati molto di più di mille sforzi per aiutare davvero una persona: quando da adulta ho scoperto che uno dei miei catechisti aveva cercato di avvicinare dei bambini, e la gente di chiesa invece di allontanarlo con violenza dai più piccoli, ha deciso di dargli “una seconda opportunità” buttandocelo letteralmente in mezzo”! E limitandosi a metterci vicino una catechista molto più sveglia e in grado di tenerlo d’occhio. Si tratta di un uomo in carrozzina con gravi disabilità fisiche, che non potrà mai avere una compagna ma ha comunque delle pulsioni e desideri sessuali. La sua famiglia bigotta, però, non vuole affrontare un discorso così “sporco”, quindi chiudono entrambi gli occhi fingendo che vada tutto bene. Persino quando quest’uomo in carrozzina cerca di avvicinare dei giovani, preferibilmente maschi ma non solo, adolescenti ma anche più piccoli, cercando di convincerli a soddisfare i suoi bisogni, la sua famiglia bigotta, ma anche il prete, il gruppo dei catechisti e la gente che frequenta la chiesa, continua a fingere di non vedere. Non succedeva nulla ai bambini che come me gli stavano ben lontano perché trasmetteva sensazioni brutte e un gran viscidume, nonostante all’epoca fossi totalmente inconsapevole della sua situazione e di ciò che stava cercando di fare con altri. (Non si trattava di discriminazione perché fosse disabile, avevamo una compagna di classe in carrozzina o altri ragazzi a scuola con problemi di disabilità che rispettavamo e con cui giocavamo tutto il tempo; bensì era proprio qualcosa nella sua energia e modo di fare che ci teneva lontani). Ma se io ho scoperto la verità sul suo conto dopo quasi vent’anni, in cui lui continua ad essere accettato e protetto dalla gente di chiesa, che sembra fare di tutto per metterlo in situazioni e compiti dove è sempre a contatto con tanti bambini, ho tanto timore (e non sono l’unica ad averlo) che alcuni giovanissimi possano aver avuto delle esperienze pessime di fianco a un soggetto del genere. Da cui sarebbero stati facilmente difesi se solo i genitori fossero stati più consapevoli e attenti, se la gente di chiesa non fosse accecata dall’ignoranza e dal preferire “smettere di vedere” un problema per fingere che non sia mai esistito. In modo disgustoso e imperdonabile, nel ventunesimo secolo.

Questa è la mia piccola esperienza di famiglia e sulla chiesa di paese. Questa è l’ipocrisia che mi ha insegnato a diffidare della chiesa, salvandomi in età adulta dai suoi pericoli. Ad esempio quando trasferendomi in un’altra regione, il giorno in cui doveva venire il prete – un prete straniero giovanissimo, di circa 25 anni – per la “benedizione alla casa” mi sono curata bene dal rispondere al citofono.

 

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Per poi scoprire qualche giorno dopo che parecchie case dei vicini avevano subìto furti da una banda di ladri della stessa nazionalità del giovane prete; furti molto strani, a quanto mi raccontava un vicino, perché dal modo in cui avevano scassinato la porta non sembravano ladri molto esperti, eppure chissà come erano riusciti a capire quale fosse il modo migliore per entrare senza farsi scoprire dalle telecamere e riuscire a colpo sicuro a rubare qualcosa di valore. La “coincidenza” di questi furti ben congegnati appena dopo il passaggio del prete-ladro è stata notata da molti, e poco tempo dopo ho scoperto che l’anno precedente, quindi appena il prete era arrivato, si era verificata la stessa “coincidenza” in altre case del paese. Quindi devo comunque ringraziare il vero insegnamento che ho ricevuto da piccola grazie alla chiesa: di non fidarmi mai di chi la segue così ciecamente, di chi la usa per nascondere le sue vere intenzioni, giustificare le azioni più sbagliate. Troppa gente è stata ingannata e troppa gente continua a farsi fregare da loro, da questi soggetti marci che commettono le peggiori azioni coperti e protetti da una vera e propria Setta, radicata da secoli, molto più organizzata di quel che fanno credere. E sono sicura che tanti si salverebbero da molti pericoli, o salverebbero i propri cari compresi i bambini, se aprissero gli occhi e invece di lasciarsi piegare e forgiare il pensiero e la mentalità da quei bigotti, aprissero gli occhi sulle pessime persone che li stanno manipolando, derubando, che stanno rovinando i più vari ambiti delle loro vite, nascondendosi dietro la faccia falsa e buonista della chiesa. Questa Setta non ha più ragione di esistere se non per perpetrare questa mentalità marcia e di sottomissione, o per coprire queste persone senza umanità né pietà. È compito nostro aprire gli occhi sulla verità e fare qualcosa per cambiare la situazione, smettendo di sostenere questi soggetti, ripulendo la nostra mente dalle loro manipolazioni, smascherando la loro follia quando riusciamo, per proteggere noi stessi e i nostri cari, soprattutto i più piccoli che sono i primi a dover essere difesi!

 

Bluerose

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Religioni e Sette

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Trovo davvero fantastica l’idea di raccogliere delle testimonianze sulle esperienze negative in merito alle “religioni” e alle Sette (come ho già raccontato in “Scientology – gentili solo se paghi”) perché è importante evidenziare e far emergere con sempre più chiarezza le profonde e psicotiche contraddizioni che vi sono in chi finge di voler mandare al mondo un bonario messaggio di pace ed amore quando però poi all’atto pratico si macchia di gesti discutibili, disgustosi e terrificanti. Volevo iniziare innanzitutto raccontando le esperienze vissute dalle persone a me vicine che poi mi hanno confidato, per poi concentrarmi successivamente nello scrivere gli episodi vissuti da me in prima persona.
Una mia amica di Pomezia (vicino Roma) di origine bielorussa mi ha confidato che, in una riunione di famigli, un suo zio prete (familiare da parte del padre di origine italiane) le avesse detto (in un momento in si trovavano da soli in soggiorno, quando lei aveva solo 12 anni) che esteticamente la trovasse davvero molto gradevole e che da grande avrebbe fatto sicuramente impazzire tutti gli uomini del mondo (facendo con la mano un gesto che alludesse ad un rapporto sessuale); quando poi lui le chiese di avvicinarsi lasciò immediatamente la stanza spaventata. Quando mi raccontò questo episodio emerse in lei in modo molto nitido quanto fosse rimasta traumatizzata non solo dalla cosa in sé ma anche dal fatto che non venne creduta quando la raccontò alla madre (che addirittura l’ammonì per quanto detto e le disse che “sicuramente” avesse frainteso le parole del prete); ciò l’ha portata successivamente a non raccontare più a nessuno quell’episodio per timore di essere addirittura giudicata negativamente.

Mio fratello maggiore racconta invece, tutte le volte che si parla di infanzia, della suora (siccome aveva frequentato la scuola dell’infanzia “Suore degli Angeli” nel mio paese) che lo costringeva ogni giorno (anche con la forza) a mangiare lo stesso identico pasto e di come (quando lui si rifiutava nonostante gli incitamenti aggressivi) venisse severamente punito con delle dolorose bacchettate sulle mani per poi essere lasciato per ore dietro la lavagna in castigo. Oggi non ricorda molti degli avvenimenti accaduti (a parte questo del cibo) ma ricorda perfettamente di aver vissuto come un trauma ogni giorno di scuola perché si era venuto a creare un clima estremamente oppressivo ed aggressivo verso ogni bambino (che temevano queste punizioni).

Parlando dei casi che ho vissuto in prima persona penso sicuramente a quando il prete del mio paesino si propose (senza che nessuno gli avesse chiesto niente) di fare un prestito alla mia famiglia (per affrontare un trasloco, e lui era consapevole che eravamo in un momento di gravi difficoltà economiche) proponendo però tassi d’interesse non banali; in quel momento capii che fosse un usuraio perché propose di prestarci qualcosa sui 3000 euro per averne poi indietro 3500 non ricordo quanto tempo dopo (sulle forti perplessità dei miei genitori lui rispose quasi infastidito che “gli altri a cui li ho prestati non si sono mai lamentati del mio guadagno visto il favore che faccio” e capii che non era nuovo a prestare denaro alla gente). Io potevo avere sui dodici/tredici anni all’epoca ma ricordo molto bene la frase di mio padre quando considerò “a ‘sto punto meglio un usuraio vero perché il prete poi ci mette contro tutto il paese se non restituiamo tutto quando vuole lui” facendo riferimento ad altre occasioni dove evidentemente (non vedendosi restituire i soldi dalle famiglie nelle tempistiche pattuite) gli avesse fatto terra bruciata intorno vista la grande influenza che da sempre esercita (per trovare lavoro molte persone, emblematicamente, parlano con lui piuttosto che con i datori di lavoro).

 

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Il suddetto prete (tra l’altro mio professore di Religione alle scuole medie che ci puniva “allegramente” con pesanti schiaffoni qualora disubbidissimo alle sue direttive) l’ho rivisto nel 2016 appartarsi con la sua auto in un luogo di campagna (dove io in quel momento mi trovavo per fare footing) con a bordo una prostituta molto nota nel paese stesso. Ci fu un tragicomico incrocio di sguardi tra di noi che ricordo come fosse ieri visto quanto fosse surreale la scena. Non mi aveva particolarmente stupito la scoperta, percepivo che nascondesse chissà quanti segreti (e chissà quanti ne nasconde ancora), però ammetto mi avesse particolarmente scosso appurare che in realtà la sua passione per il gentil sesso ed i piaceri carnali fosse una cosa assai nota in tutto il paese (dove gode di stima illimitata ed incomprensibile: quando nel 2021 ha rischiato di morire a causa di un infarto hanno organizzato 300 fiaccolate in un mese). Infatti nel chiedere informazioni in giro su di lui si scopriva piuttosto facilmente (con tutti che ribadivano le medesime cose) che avesse una compagna fissa in paese, una compagna in Sicilia (dove possiede diverse abitazioni, evidentemente l’usura è un business redditizio) e che dulcis in fundo avesse addirittura l’amante (la donna delle pulizie della chiesa) oltre che ad andare a prostitute come avevo personalmente visto.

L’ultimo episodio riguarda un testimone di Geova da cui nel 2017 mi lasciai avvicinare per strada: stavo molto male fisicamente e psicologicamente in quel periodo, mi sentivo costantemente spaesato e stordito nella mia vita; così quando questo ragazzo sui 30-40 anni mi parlò della sua fede lo ascoltai (molto colpito dal suo linguaggio e sedotto dalla sua promessa che mi sarei sentito meglio) e gli lasciai ingenuamente il mio recapito telefonico ed il mio indirizzo. Mi scrisse quindi innumerevoli messaggi su WhatsApp ma non gli risposi mai perché, riflettendoci, mi resi conto di essere stato leggero e sciocco nel rilasciare dei recapiti così importanti a quello che era a tutti gli effetti un totale estraneo: mi proponeva continuamente ed assiduamente incontri, ritiri, sedute, di accadere al loro sito internet, ecc. Mi diceva che volesse salvarmi dall’imminente fine del mondo che iniziava a ripercuotersi nel mio corpo e nella mia anima. Qualche volte venne anche a casa, mi metteva sempre più in ansia perché mi sentivo (seppur non usò mai toni minacciosi o aggressivi) rincorso in un modo ossessivo e la cosa mi spaventò moltissimo; alla fine, quando gli dissi che non ero pronto e che avevo bisogno di tempo, non venne più personalmente a bussare al mio citofono. Continuò comunque a scrivermi (a volte anche con altri numeri che non potevo ricondurre a lui) finché non mi vidi costretto a cambiare numero di telefono per far cessare questo insistente contatto. Sino ad allora, continuava ad insistere per convertirmi alla sua religione tentando di farmi credere che fossi io a guadagnarci, che lui mi stesse facendo un favore salvando “la mia anima”.

 

Vittorio10

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Scientology – gentili solo se paghi

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Desidero raccontare di un amico che mi ha recentemente confidato di come nel centro di Milano esista un “ritrovo” di Scientology (anche se però è ben “mascherato” e dunque impossibile da scorgere dall’esterno): l’insegna fuori questa struttura (una stanza enorme in stile classica chiesa molto spaziosa) infatti parlava unicamente di “test gratuito della personalità” che possibile sostenere all’interno, e dunque il mio amico (in compagnia di un’amica) ci era entrato molto incuriosito; ha quindi affrontato questo test di 200 domande (dove si poteva rispondere con delle crocette sulle opzioni “Sono d’accordo – neutro – non sono d’accordo. In più a suddette domande vanno aggiunte anche un’infinita di altre cose molto molto personali che gli sono state chieste durante la presentazione iniziale). A fine test alcune persone che lavorano in questo ritrovo hanno mostrato ai due un documentario (nel mentre che altre analizzassero i questionari per svelarne il risultato in tempo reale) dove appunto esaltavano il credo Scientology come “unica risposta” per sconfiggere definitivamente la depressione ed il senso di vuoto che attanaglia gli esseri umani (facendo riferimento, nel corso del documentario stesso, al fatto che molti dei problemi di ognuno nascessero esclusivamente nel grembo della madre o nei primissimi anni di vita); in ultima battuta (dopo che “l’esito” delle duecento domande avesse “svelato” che il mio amico e la sua amica fossero estremamente depressi ed in una fase di questo malessere interiore molto acuta e quasi irreparabile) le persone che lavoravano in questo ritrovo hanno insistito per far sì che i due ragazzi “guarissero” innanzitutto comprando alcuni dei libri in esposizione (fautori di grandi verità risolutrici e di cui avevano indispensabile bisogno secondo il responsabile alla vendita) e che poi avrebbero dovuto partecipare a dei corsi (suddivisi in vari livelli ed ognuno con un costo diverso) per unirsi a loro e diventare ufficialmente membri di Scientology. Quando i due hanno rifiutato sono stati insultati gravemente (quasi arrivando allo scontro fisico) per la perdita di tempo causata e li hanno sarcasticamente invitati a ritornare “alla Setta del diavolo” chiamata Chiesa Cattolica. I classici lupi vestiti da agnelli.

 

Vittorio10

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Setta Scientology

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Prima di trovare ACD dentro di me c’era qualcosa che mi spingeva a cercare qualcosa di diverso, qualcosa di spirituale, qualcosa che non riuscivo a trovare da nessuna parte. Infatti leggevo molto, ed ero molto curiosa se qualcuno mi parlava di argomenti spirituali, ma alla fine nulla riusciva a colmare la mia sete di conoscenza.

Era primavera del 2011 e ricordo che un mio amico mi ha parlato di una “scuola spirituale” che ha trovato durante la festa del padrone della città. Gli avevo chiesto se si trattava dei testimoni di Geova e lui mi aveva assicurato che non fossero loro. Questi qua avevano un gazebo con cartelli con scritte in grandi frasi che attiravano la gente. Lui si era avvicinato per scoprire di cosa si trattasse e questi l’hanno invitato in questa “scuola spirituale”, si erano scambiati i numeri di telefono e gli avevano fissato appuntamento. Quando ci siamo visti a qualche giorno di distanza, mi ha raccontato di questa cosa a detta sua “molto interessante” e mi ha chiesto se volevo accompagnarlo per vedere di cosa si trattava. Da quello che avevo capito successivamente lui era andato a un appuntamento con loro prima e gli avevano detto di portare con sé altri amici e già la cosa mi sembrava strana.

Comunque avevo pensato che eravamo studenti non eravamo lavoratori, quindi non avevamo soldi e non avevo nulla da perdere.

Siamo andati al primo incontro – si trattava della “chiesa di scientology”, non la conoscevo, e non avevo mai sentito parlare nulla prima quindi ero andata senza pregiudizi ma parecchio diffidente. Ricordo che mi aveva impressionato era la struttura esterna che era abbastanza imponente, ma che non sembrava fosse una chiesa. Appena entrati c’era la reception dove prima ti registravano con nome e cognome, indirizzo di residenza e numero di telefono.

Una volta registrati arrivava un referente assegnato che nel nostro caso si chiamava Luca ed era sulla quarantina e che ci ha mostrato la loro sede. Ricordo che anche se gli spazi c’erano l’ambiente era molto buio e cupo. L’aria dentro e l’energia era buia e chiusa, tant’è che ad un certo punto mi è venuta nausea. Cerano varie salette dove, a detta sua, la gente andava a “studiare”. Ci parlava delle persone che avevano problemi o bisogno di aiuto e che andavano da loro per trovare risposte ai loro bisogni. Ci aveva parlato del fondatore Ron Hubbard in modo idolatrico, ci aveva mostrato una stanza dove diceva che questo fondatore si presentava anche se era morto e che se avessimo continuato ci sarebbe stata la possibilità di vederlo. Ricordo che questo ci mostrò un albero genealogico con i vari responsabili e ricordo che gli avevo chiesto dove fosse posizionato lui in quel albero e mi disse che non era aggiornato e mi indicò dove dovrebbero inserire il suo nome. Poi gli avevo chiesto se si consideravano una religione, mi sorrise e aveva cambiato il discorso, senza rispondere alla domanda. Ci disse che se volevamo conoscere di più c’era un percorso di 15 lezioni e costava 1€ per lezione. Queste lezioni erano sui vari argomenti che a prima vista sembravano anche interessanti.

Dato il costo irrisorio avevamo deciso di provare ad andare a seguirlo. Poi questo mio amico ha chiamato con noi anche altri amici in totale eravamo in 5.

Alla prima lezione ci parlarono delle origini dei problemi di salute e di come essi con i loro percorsi si potevano guarire.

Ricordo l’insegnante che ci spiegò aveva occhiali con le lenti parecchio grosse, quindi era quasi cieco praticamente. E dopo che ci ha spiegato e fatto vedere vari video gli avevo chiesto che “se il loro percorso guarisce i problemi di salute perché non si è guarito la vista” al che si è arrossito e non sapeva cosa rispondere. Finita la lezione ci spinsero a comprare qualche libro e CD. Da che dovevo spendere 1 euro, ne spesi molti di più, e quella era solo la prima lezione.

 

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Tornata a casa mia mamma appena visto di cosa si trattava mi ha buttato via tutto il materiale che mi avevano dato e mi ha detto di stare alla larga da loro perché è una Setta e sono pericolosi.

Infatti dopo la prima lezione non siamo più andati da loro.

E da qui è cominciato il casino: questi qua ci avevano iniziato a chiamare ogni giorno per chiederci di andare e se non rispondevi al telefono continuavano a chiamare anche 10 volte di fila più i vari messaggi, all’inizio solo di giorno. Loro sapevano dove abitavo perché durante la registrazione alla reception mi avevano chiesto tutti i dati personali. Poi avevano saputo che avevo iniziato a lavorare e hanno cominciato a chiamarmi anche di notte, era diventato davvero assillante. Un giorno gli avevo risposto per dirgli di smettere di chiamarmi che non ero più interessata a loro e gli avevo messo giù il telefono, ma niente, questo continuava a chiamarmi senza sosta e i messaggi che mandava erano minacciosi. Poi parlando con questo amico che mi presentò questa schifezza avevo scoperto che chiamava anche lui e addirittura anche sua mamma. Poi gli abbiamo detto che l’avremmo denunciato se non cancellava tutte le informazioni su di noi dal loro data base perché abbiamo le foto di tutte le chiamate e i messaggi minacciosi, dopodiché fortunatamente questo ha preso paura ed è sparito e non ho più voluto sentirne nulla di questa Setta. Statene lontani, sono persone pericolose.

 

Universe

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La Religione ti viene imposta

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Fin da quando ero piccola ho avvertito un sentimento doppio nei confronti di ciò che era la “religione”. Da un lato era bello per me parlare tutte le sere con Dio o Gesù, credevo davvero che esistessero questo vecchio signore con la barba bianca e un altro signore che assomigliava a mio papà. Tuttavia l’ambiente della chiesa, gli abiti indossati e l’atmosfera che si respirava mi risultava pesante e stridente con quanto predicato.

Personalmente ho fatto poco catechismo, giusto per fare la prima comunione, e non mi piaceva.

Il prete della parrocchia del luogo in cui vivevo era poi una persona ambigua ed è accaduto che abbia picchiato qualche bambino. A proposito ricordo una volta in cui mio fratello e un suo amico, colpevoli di aver fatto uno scherzo, sono stati seguiti fin dentro al bagno. Mio fratello è riuscito a nascondersi, ma il suo amico è stato letteralmente acchiappato e si è preso un bel pugno sulla testa.

Ecco, questo per me era inconcepibile già al tempo!

Proprio in quegli anni non ce la passavamo molto bene economicamente ed è accaduto che mia mamma sia andata a chiedere un sostegno alla chiesa. Ero piccola, ma ricordo molto bene il senso di umiliazione di mia mamma e che parlando con mio papà diceva che il prete le aveva fatto comunque pesare il fatto di non frequentare la chiesa, quasi come a dirle: “Eh, io soldi ve li do’, anche se non li meritate poi tanto”. Ed io ero bimba, è vero, ma nella mia testa quella che doveva essere la casa di Gesù, non avrebbe dovuto fare distinzione, noi avevamo bisogno come chi era praticante.

Alle superiori mi sono invece scontrata con l’ottusità di chi ci insegnava religione, un prete, con cui ho anche cercato di avere uno scambio, ma la sua reazione è stata respingente. Adesso capisco che era decisamente indottrinato e per nulla incline al confronto.

Vorrei spendere delle parole anche per chi, in nome della religione, è convinto di essere dalla parte del giusto e di poter giudicare chi invece sente diversamente.

Un paio di episodi, quelli che mi sono rimasti più impressi, sono legati ai “mancati sacramenti”.

Io ho abbandonato molto presto la chiesa, la frequentazione non l’ho neppure iniziata, e il distacco dalle preghiere della sera è arrivato in età adulta, quando sentivo che non stavo parlando con nessuno.

Quando è nato mio figlio non ho, perciò, neppure pensato al battesimo. Il papà del mio compagno, sapendo di non poter parlare con lui direttamente se non voleva litigarci e sentirsi mandare a quel paese, ha pensato bene di fare pressione su di me. È stata un’insistenza breve, eppure forte, tanto da disturbarmi e farmi percepire come violento quel tentativo di imporre la sua volontà, nonostante sapesse benissimo che né io né suo figlio siamo “credenti”.

Un altro episodio è stato il matrimonio di mio fratello. Lui non è credente, eppure per sposarsi ha dovuto fare il corso per cresimarsi, perché sua moglie è invece credente e la sua famiglia fortemente praticante. Io ho patito questa cosa, nuovamente ho avvertito la violenza di imporre qualcosa. Perché è moralmente accettabile che si debba rispettare la religione di qualcuno, ma non lo è altrettanto rispettare la volontà di chi invece non crede?

In occasione della cresima di mio fratello, c’era mio figlio con me e la mamma di mia cognata ha detto qualcosa a mio figlio del tipo “Vedi zio che fa la cresima. Prima o poi anche tu verrai battezzato”. Io ho lasciato correre, però è impossibile non notare questa presunzione di trovarsi dalla parte giusta, non rispettando per nulla il pensiero degli altri.

La violenza è una costante, salvo naturalmente alcune persone che credono davvero nella loro missione.

 

Tammy

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Accoglienza e compassione per i bambini

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Questa è la testimonianza indiretta della mia ex collega, che oggi ha 67 anni.

Lei è rimasta orfana da piccola, prima è morta la sua mamma e, in seguito, il suo papà. È stata affidata, insieme alle sue due sorelle ad uno zio che ha deciso di metterle in collegio, separate le une dalle altre e così lei è cresciuta tra un collegio e l’altro, tutti gestiti da e con “personale religioso”. Abbiamo avuto modo di parlare molte volte e mi ha raccontato alcuni episodi da lei vissuti, la severità e il sadismo che quelle donne (le suore) utilizzavano per educare i bambini/ragazzi che venivano loro affidati.

C’erano ovviamente anche le punizioni corporali, alcune suore erano sadiche e violente. Tuttavia ciò che più ha scavato era lo stato mentale che tali comportamenti inducevano.

Alcuni episodi mi sono rimasti più impressi di altri e li riporto.

Lei mi ha raccontato che quando qualcuno bagnava il letto le suore gli facevano mettere le mutande bagnate in testa, così che tutti potessero vedere che avevano fatto la pipì addosso e la cosa folle è che dovevano tenerle per tutta la giornata.

La vergogna era tanta che, quando alla mia ex collega sono comparse le mestruazioni, per paura di essere punita allo stesso modo, inizialmente non ha detto nulla e cercava di nascondere la cosa mettendo tanta carta igienica oppure spugnette prese dall’interno del portapenne, dopo averlo scucito.

Nel dormitorio c’era un grande occhio illuminato, con sotto scritto “Dio ti vede”. Durante la notte le suore passavano ed è capitato che la mia collega si addormentasse tenendo le mani fra le gambe e quando le suore se ne accorgevano la svegliavano dicendole che era peccato, che doveva toglierle da lì subito perché altrimenti Dio avrebbe visto e l’avrebbe castigata.

Mi ha anche raccontato che, abituata alle punizioni che venivano somministrate per qualsiasi cosa risultasse sgradita o fuori posto, una volta che era stata ricoverata in ospedale, aveva trovato in bagno una padella con dentro delle feci e, per paura di venire incolpata, ha buttato le feci ed ha lavato la padella. Questo per un paio di volte. Fino a quando la persona che le aveva tenute per effettuare degli esami, non capendo perché continuassero a sparire, ha informato i medici e le suore presenti in reparto che hanno cominciato a chiedere chi fosse stato e lei crollò, dicendo che aveva pulito tutto, ma che non era stata lei a sporcare.

Negli anni ha sviluppato ansia e attacchi di panico abbastanza importanti, che si manifestavano anche con incubi notturni durante i quali lei si alzava dal letto e andava a nascondersi sotto il tavolo o la scrivania. Tutto questo si è trascinato a lungo, anche dopo essere stata data in affido.

 

Tammy

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RELIGIONE E PRETI

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Tante cose che non mi tornavano già dai tempi dell’infanzia, in cui si doveva per forza ottemperare a certi obblighi per essere accettati dalla comunità e non sfigurare, hanno trovato una spiegazione più che logica, nelle verità rivelateci da Angel Jeanne. La mia famiglia è composta da persone che si potrebbero definire dei praticanti tiepidi, nel senso che pur credendo in Dio, la pratica si limitava ad andare a messa la domenica, ma durante il giorno raramente si parlava di temi religiosi. La più fervente era mia madre, essendo nata e cresciuta in una povera famiglia di contadini, in un paesino dove il prete era la massima autorità. Ma anche da lei il massimo che si riceveva per non essere andato a messa, era un severo rimprovero, con l’intento di farti sentire in colpa. Quindi in questo contesto sono stato battezzato, sono dovuto andare al catechismo e fare prima comunione e cresima. Da quel momento non ho più frequentato la parrocchia e mi sono sempre limitato alle messe domenicali, e da un po’ di anni ho abbandonato pure quelle. Per me Dio era qualcosa di indefinito, che si accettava come creatore dell’universo, ma che non entrava minimamente nella vita quotidiana. Non ho mai pregato se non in rari casi in cui mi trovavo in grave difficoltà, ma sempre con l’idea che ero una nullità rispetto a Dio e che non ero degno di alcuna attenzione da parte sua. Inoltre come già accennato, molte cose che ci venivano insegnate dai preti e dai catechisti, mi lasciavano molto perplesso. Per esempio il fatto ci dicevano che Dio, Gesù e lo Spirito Santo fossero la stessa cosa ma in forma diversa: allora mi chiedevo come mai quando Gesù compiva qualche miracolo, poi era solito ringraziare Dio per aver ascoltato ed esaudito la sua richiesta? Se Lui era Dio era come ringraziare sé stesso!!! Che senso aveva? In quegli anni quindi il contatto con i preti avveniva durante le ore di religione a scuola o al catechismo, quindi sempre in presenza di altre persone, per cui il loro comportamento è sempre stato corretto al di là del loro insegnamento spirituale. Ricordo comunque che all’epoca era prassi che molti bambini andassero a fare i chierichetti per aiutare il prete durante la messa. Ecco io non ho mai voluto farlo, nonostante molte volte il parroco me lo avesse chiesto: era qualcosa che non mi piaceva. So che negli ultimi anni a causa della diminuzione della natalità, anche le bambine sono state ammesse a questo servizio. Tra i sacramenti che ho dovuto sottostare, il più odioso di tutti è stato sicuramente quello della confessione: che cosa può aver commesso di male un bambino da considerare un così grave peccato? Per me era un vero strazio dover andare a confessarmi senza aver nulla da riferire, tanto che a volte mi inventavo colpe che non avevo commesso pur di dire qualcosa. Ora ho compreso che questa pratica non è fatta per riconciliare le persone con Dio, ma per inculcare nella mente delle persone di essere dei peccatori, iniziando questo indottrinamento fin da piccoli, in modo da farle rimanere sottomesse alla Chiesa, e soprattutto per annotare tutti i segreti della gente che si confessa per ricattarle a tempo debito. I preti non ci hanno mai insegnato a comunicare con Dio, viceversa secondo loro, tutto quello che ci capitava nella vita sia di bello sia di brutto, era per volontà di Dio, quindi si capisce come molta gente vedesse in Dio un essere che puniva coloro che peccavano. Ma i primi peccatori sono sempre stati preti e suore. Da esseri umani quali sono pure loro, non sono esenti da vizi, tentazioni ecc… , ma il fatto grave è che se a commettere dei crimini sono delle persone comuni, se scoperte vengono generalmente giudicate e condannate a qualche pena, mentre se sono preti, anche se condannati, riescono sempre a rimanere impuniti, perché la Chiesa li protegge.

 

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Sicuramente l’avidità fa parte integrante della Chiesa, e lo vediamo tutti quanta ricchezza possiede, e non sono rari gli episodi di preti che pensano molto ai beni terreni. Il caso più eclatante che mi viene in mente è quello di un certo territorio che secoli fa venne bonificato da un vescovo, il quale prese alcune famiglie contadine dando loro da coltivare i campi ottenuti, in regime di mezzadria (ovvero i proventi dei campi venivano divisi a metà tra vescovo e coltivatori), con la promessa che dopo trecento anni i discendenti di queste famiglie avrebbero avuto diritto di proprietà sui terreni coltivati. Ebbene le famiglie dei contadini si sono tramandate l’esistenza di questo accordo, ma allo scadere dei termini, da parte della Chiesa nulla è stato riconosciuto. Altro episodio quello di un lascito di un terreno a favore di una congregazione di preti, con l’obbligo da parte loro di officinare una messa ogni domenica in una cappella del luogo, a beneficio dei residenti in quella zona: dopo alcuni anni i preti hanno rivenduto il terreno, si sono intascati i soldi e nessuna funzione domenicale è stata più fatta. In una parrocchia vicino a dove abito, so che il parroco poco prima di andare in pensione e di dover lasciare l’incarico, con il denaro che raccoglieva dai fedeli, si è fatto ristrutturare un appartamento con finiture di super lusso e tutte le comodità possibili; non mi sembra esattamente il comportamento che dovrebbe tenere un prete!!! Altro argomento che è da sempre stato motivo anche di “vocazioni”, specie nel passato quando vi era vera povertà, è che un prete di certo non ha mai sofferto la fame; infatti è ben noto che le comunità hanno sempre avuto un gran rispetto dei preti, ai quali donavano sempre le cibarie migliori per ingraziarsi la loro intercessione presso Dio. Di tutte le malefatte, quelle peggiori sono comunque quei comportamenti deviati, che riguardano il sesso. Una signora che conosco bene, racconta che da giovane frequentava molto la sua parrocchia, e che il prete aveva il vizio di allungare un po’ troppo le mani. A lei non è mai successo che sia andato oltre, ma non è da escludere che lo abbia fatto con altre ragazze. Inoltre si vociferava che avesse una relazione con la sua perpetua e si sa che queste voci non nascono dal nulla. La signora in questione non voleva sposarsi in presenza di questo prete, e fu fortunata che poco prima delle nozze lui venne trasferito. Un cugino sacerdote di mio padre, quando fu assegnato da giovane in una parrocchia di un paese di provincia, fu oggetto pure lui di dicerie sul fatto che avesse una fidanzata, tanto che dopo qualche tempo, non so se per sua decisione o dei suoi superiori, venne mandato in missione in Argentina, dove rimase fino alla pensione. Poi rientrato in Italia venne assegnato in una frazioncina sui monti, ma per un breve periodo, dopo il quale si ritirò definitivamente fino alla morte. Di lui ricordo che quando veniva a trovaci era molto curioso di sapere tutto sulla nostra vita, insomma un vero ficcanaso, tanto che anche mio padre era sempre un po’ scocciato di riceverlo. So che altri cugini facevano finta di non essere in casa pur di non riceverlo. Riguardo i preti della mia parrocchia, ho scoperto qualche anno fa, che uno di loro è stato accusato di pedofilia. Ho anch’io avuto a che fare con lui nel passato (parlo di più di vent’anni fa), nel senso che capitava che nei rari casi in cui andavo a confessarmi, lo trovavo nel confessionale, e a dire il vero ero pure contento, perché era uno di quei preti taciturni che più di qualche parola di circostanza non proferiva, quindi non mi diceva mai nulla su ciò che riferivo. Ebbene ultimamente sapevo che c’erano delle voci su di lui, ma trovarlo nel sito in cui vengono segnalati tutti i preti pedofili (accertati o presunti), mi ha fatto capire quanto poco sappiamo su di loro. L’immagine della sua faccia che era pubblicata, aveva un ghigno da maniaco che non lascia dubbi e che fortunatamente non ho mai visto in presenza. Probabilmente ero già troppo grande per i suoi gusti, o forse frequentando poco, non ha mai avuto occasione di agire. Nella mia città circa una decina di anni fa, ci fu uno scandalo a seguito di alcune denunce che accusavano diversi preti di abusi su alunni di un istituto per sordi. La diocesi si occupò di indagare, ma venne tutto messo a tacere e nessun prete fu condannato.

La pedofilia è senza dubbio uno dei crimini più disgustosi e se a compierlo sono le persone che dovrebbero dare il buon esempio di comportamento e di cui la gente si fida, è ancora più grave. È tempo che anche la setta della Chiesa venga demolita.

 

Nick

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Padre Silvy

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Un’estate lavoravo la sera presso un’edicola e quando staccavo alle 23 andavo in giro. Un giorno mi chiama il mio miglior amico dell’epoca per chiedermi se gli facevo un favore accompagnandolo in un locale. Il locale in questione era tipo pub in un posto bellissimo sugli scogli e isolato. In settimana facevano le serate  a tema e il venerdi sera era la serata dedicata ai gay. Il mio amico è gay e si era invaghito di un ragazzo che sapeva che il venerdì andava in quel locale. Accetto la proposta di accompagnare il mio amico e andiamo. Arrivati c’era veramente tantissima gente, i piu’ erano tutti gay profumati e abbronzati che ballavano in pista oppure bevevano seduti sugli scogli. Il mio amico trova il tizio che gli piaceva e si mettono fuori a parlare, io ero nella parte interna appoggiata al muro che guardavo questi ragazzi ballare e strusciarsi tra di loro. Ad un certo punto mi cade l’occhio e in mezzo alla pista vedo un ragazzo che conoscevo bene in quanto andavamo a scuola insieme e poi ci eravamo ritrovati per un periodo in una compagnia. Questo ragazzo sapevo che aveva iniziato il seminario perchè voleva diventare sacerdote per fare carriera, è sempre stato molto ambizioso e affamato di potere nel senso che in ogni ambito lui si imponeva come leader. Suonava della banda ed è diventato Direttore ecc.. tutto così. Comunque  guardo meglio e vedo che era in canottiera, con l’orecchino e i capelli dritti con le meches… rimango un po’ stupita e mi domandavo cosa ci facesse alla serata gay. Comunque dopo un po’ i nostri sguardi si incrociano alchè mi viene in contro dicendo “carissimaaaaaa, come và?- Hai visto dove sono capitato? Mamma mia quante pecorelle smarrite….” oltre che tutto profumato, oliato e scivoloso era anche mezzo ubriaco comunque l’ho salutato con i soliti convenevoli dopodichè lui ritorna a ballare e ho notato che in quel contesto era molto a proprio agio. Il mio amico quando siamo saliti in macchina per tornare indietro mi ha detto che secondo lui il mio “amico sacerdote” era gay conclamato. La settimana dopo il mio amico mi ripropone di tornare nello stesso locale e appena scesa la scalinata che portava sugli scogli chi ti becco?? Nuovamente padre Silvy il quale mi viene incontro e si mette a ridere alchè gli chiedo qualcosa del tipo “ma sei ritornato per redimere tutte queste pecorelle smarrite?” lui mi risponde “sciocchina!!” Poi passa qualche anno, e un giorno mentre attraversavo la strada una macchina si ferma e sento “carissimaaaaaa”…guardo ed era padre Silvy vesito con l’abito talare! Ci fermiamo un attimo a parlare del più e del meno e mi dice di essere diventato il parroco di un paese vicino…. e poi mi chiede “ti piacciono??” e mi indica dei gemelli inseriti nell’abito…dice “sono di Dolce &Gabbana!!” rispondo “apperò… è dura la vita di voi preti!” e lui risponde ridendo “durissssssima..” Morale della favola ha continuato a fare il sacerdote combinandone di ogni fichè alla fine l’hanno pizzicato sia in atteggiamenti ambigui sia con la droga  https://www.lastampa.it/imperia-sanremo/2020/07/10/news/l-ex-parroco-di-diano-borganzo-e-diano-s-pietro-sorpreso-dai-carabinieri-in-una-galleria-a-cervo-era-sospeso-1.39063643/  Dopo tanti anni che non lo vedevo piu’ poco tempo fà l’ho visto da lontano sul marciapiede, non so se non mi abbia vista o abbia fatto finta di non vedermi comunque sia era magrissimo, grigio in faccia e con un’andatura depressa. Amen.

 

Myriamz

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Io e la religione

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Il mio sodalizio con la religione comincia presto, a un mese dalla mia nascita. Sono cresciuta in una famiglia dove mia madre adottiva era molto religiosa (era cresciuta in un collegio di monache al nord) ed era molto severa, anche se di buon cuore.  Aveva avuto un passato difficile e questo si rifletteva molto nel nostro rapporto che non è mai stato idilliaco. Mio padre invece, lo definivo “neutro”, a lui non interessava molto la religione, ma assecondava molto mia madre e quando lei si ammalò, fece di tutto per salvarla, in quanto la amava molto. Ricordo che andammo persino in un paese del Sud Italia (credo fosse Cerignola) da un “santone” che compieva miracoli di guarigione a detta di tante persone ma, ovviamente, non ottenne risultati se non un grosso esborso economico. Se fossi stata più grande e avessi avuto contezza di quello che stavano facendo, li avrei sicuramente linciati. Comunque, sono stata battezzata come la stragrande parte dei bambini in Italia (avevo appena compiuto un mese ed ero stata appena adottata) e sono cresciuta andando a messa la domenica, a catechismo, ho fatto la comunione e la cresima e mi sono sposata seguendo i precetti di “Santa Romana Chiesa”.

Tuttavia, più crescevo più mi ponevo domande, qualcosa non mi tornava, ho sempre considerato Gesù un essere potentissimo, quasi un supereroe, ma mi suonava strano il fatto che non si fosse mai sposato o che avesse una mentalità così chiusa così come la dipingono nei Vangeli. Così ho cominciato a leggere documenti “alternativi” e non ufficiali e mi si è aperto un mondo che non conoscevo e che volevo a tutti i costi approfondire. Sono sempre stata curiosa, e la mia curiosità mi portava a fare domande scomode, soprattutto in ambienti molto bigotti come la parrocchia che frequentavo assiduamente. Era l’unico posto in cui mia madre si fidava che andassi, abituata com’ero a stare in mezzo ai maschi e a zonzo per il quartiere. Mi definivano tutti una vera e propria maschiaccia e di questo non mi sono mai lamentata, anzi, mi piaceva essere fuori le righe. Mi definivano una bambina “strana”, con i capelli mezzi rossicci, una strega. A volte mi arrabbiavo per questo, altre volte immaginavo di fare incantesimi e bruciare tutti coloro che mi facevano male. Un vero disastro di bimba.

La parrocchia vicino casa ho cominciato a frequentarla di più nel periodo in cui mia madre morì, avevo 17 anni e mi sentivo sola, senza un porto sicuro dove andare, dove sentirmi accolta e compresa. Lì pensavo che sarei stata bene (non volevo farle un torto) e per un po’ di anni ho fatto tante attività, anche se venivo spesso richiamata per i miei modi non proprio ortodossi. Parlavo molto liberamente, soprattutto con i ragazzi che seguivo, anche di cose scomode come il sesso, e consigliavo loro che se proprio dovevano farlo, che stessero attenti. Una cosa del genere detta da una catechista fu scandaloso! Dovevo insegnare che si arriva illibati al matrimonio e che non si devono commettere atti impuri. Per tutta risposta, dopo un po’ di tempo smisi di seguire i ragazzi. E meno male che vivevo in una città abbastanza grande e non in un paese chiuso, altrimenti mi avrebbero messa alla gogna.

Devo essere sincera: credevo in quello che facevo, volevo rendermi utile e aiutare soprattutto i ragazzi a saper discernere e a fare le scelte a loro più funzionali, pertanto non insegnavo affatto le preghiere come da prassi (chi se ne fregava!), il mio obiettivo era insegnare a diventare persone consapevoli e responsabili. In quell’ambiente fu impossibile, ovviamente. Così, feci una cosa molto semplice: mi tirai fuori e smisi di aiutare. Il parroco mi propose di seguire le catechesi per adulti ma, allergica com’ero alle sette, risposi con un no secco. Cedetti, tuttavia, alle sue insistenze e accettai di andare ad un incontro, consapevole che ne avrei combinata una delle mie. E così fu. Feci domande scomode, poi vomitai a quella gente tutto quello che pensavo della loro comunità di falsi e ipocriti. Chi seguiva l’incontro veniva additato come peccatore da redimere e salvare, loro erano le persone che avevano conosciuto la Verità e volevano farla conoscere agli altri.

 

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Queste assurdità mi fecero rizzare i peli in corpo e mi feci conoscere anche da quella platea. Ovviamente, il parroco mi invitò a non recarmi più agli incontri. Obiettivo raggiunto.

Ci fu anche un momento in cui, non sapendo cosa fare della mia vita, mi rinchiusi in un monastero benedettino per un mese. Magari era quella la mia strada. Stavo attraversando un momento molto difficile, mia madre era morta da qualche anno e cercavo di affrontare il tutto con l’aiuto di Dio, quel Dio con il quale ero profondamente arrabbiata e che pareva non mi ascoltasse mai. Il mio parroco mi consigliò un periodo di ritiro, mi avrebbe fatto bene. Ovviamente, tornai a casa, non era di certo la vita che volevo fare.

 

Poi arrivò la morte di mio padre. Non avevo ancora compiuto 30 anni e mi ritrovai tutta sola, sbattuta fuori casa, ero in affitto e non potevo più permettermi di pagarlo, ed ero senza un lavoro. Nel frattempo, avevo conosciuto un ragazzo che mi voleva bene, pensavo di volergli bene anche io, ed effettivamente gliene volevo, ma non era amore. Decidemmo di vivere a casa con i suoi e mi aiutò a sloggiare casa. Era il periodo in cui mi ero iscritta all’università di Teologia per avere risposte, che ovviamente non ebbi mai. Il mio parroco (sempre lui!) mi consigliò di sposarmi, non andava bene vivere come una coppia e fare sesso fuori del matrimonio, così mi ritrovai sposata dopo pochi mesi con una persona che alla fine si rivelò non essere quella che credevo. C’erano tante cose che non andavano, e anche se mi accontentava in tutto, non ero felice. Mi sentivo soffocare ogni giorno di più. Non c’era intimità, lui guardava i porno al pc e non mi calcolava e io mi sentivo così sbagliata e brutta. Quando ne parlai con il mio parroco, lui sminuì molto la cosa e mi disse di pregare Dio. Ero stufa di pregare! Volevo una soluzione ai miei problemi! Nel frattempo avevo conosciuto un collega di cui mi innamorai e che oggi è il mio compagno da 13 anni, e decisi di separarmi e di annullare il matrimonio (quest’ultima avrei potuto risparmiarmela, soprattutto dal punto di vista economico, ma le influenze della Chiesa erano ancora forti). Non l’avessi mai fatto! Fui bollata come la distruttrice di famiglie e lasciata sola ad affrontare tutto ciò che comportò la mia scelta. Il primo ad abbandonarmi fu proprio il mio parroco, che consideravo come un padre. Da allora decisi che non avrei mai più messo piede in una Chiesa se non per ammirarne la struttura e le opere in essa contenute merito degli artisti e non di certo dei preti, ed ebbi la conferma che ero caduta in una vera e propria setta di folli che, con la scusa della religione, in realtà facevano solo male alle persone. Complessata com’ero accusai non poco il colpo, ma con l’aiuto del mio compagno superai anche questa.

La cosa difficile fu farmi accettare dal padre di lui, diacono (era una persecuzione!!!), che non voleva assolutamente che il figlio stesse con una divorziata di cui parlavano anche male in paese, dicendo che avevo lasciato il marito con tre figli (tra l’altro, mai avuti). Che madre snaturata ero… Si dovette ricredere presto, e ora è felice vedere il suo figlio più piccolo vivere una vita tranquilla con una compagna, anche se preferirebbe ci sposassimo in Chiesa (non accadrà mai!).

Anche all’università di Teologia mi feci conoscere: le mie domande scomode mettevano in crisi i preti miei docenti e io mi divertivo un mondo a metterli in difficoltà. Volevo che ammettessero che almeno alcune cose che la religione cattolica insegna e impone non sono per niente coerenti con gli insegnamenti di Gesù. Riconosco che ero molto arrabbiata con quel sistema e mi chiedevo come fosse possibile essere così ciechi di fronte all’evidenza. Dopo il divorzio promisi a me stessa di non avere più a che fare con questa gente e cominciai a nutrire un profondo risentimento, oltre che odio, nei confronti di tutto ciò che è cattolico.

Non ho subìto abusi all’interno della parrocchia (quelli li ho subiti fuori), né ne ho sentito parlare nel periodo in cui la frequentavo, era un ambiente tutto sommato tranquillo, almeno così l’ho percepito.

 

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Una violenza però mi è stata fatta: mi hanno plasmata la mente, mi hanno inculcato le idee più assurde e oggi ne subisco ancora le conseguenze. E per questo sono arrabbiata o, meglio, furiosa. Inutile dire che l’unico mio rimpianto è quello di non aver ascoltato Dio che mi parlava, non sono stata così “acuta” da avvicinarmi alla spiritualità come sto facendo finalmente, da ormai un anno a questa parte con ACD. Questa è una cosa di cui non vado fiera e me ne dispiace molto. Spero solo che con questo percorso io possa purificarmi da tutte le energie negative che ho assorbito in tutti questi anni (e sono tante!) e che possa trovare finalmente la pace che tanto rincorro da quando sono nata. Grazie a Angel e ai suoi insegnamenti so che tutto ciò sarà possibile, non tutto è perduto. Se avessi un figlio, sicuramente non lo farei battezzare, odio le etichette e tutto ciò che rappresentano, soprattutto se si tratta di Chiesa; sceglierebbe lui in età adulta cosa fare della sua vita. Gli insegnerei, però, i valori e le Arti Psichiche, proprio come Angel fa con noi studenti, affinché riaffiorino i ricordi di vite trascorse a guarire gli altri e a combattere l’oscurità.

 

Miriel

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Bambini imboccati dalle suore fino a vomitare

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Dai 3 anni fino ai 6 sono stata mandata all’asilo dalle suore. Per me è stato un vero incubo, le suore erano incapaci di essere amorevoli, di avere tatto e  di avere capacità comunicative verso bambini che a quella età hanno una forte necessità di  rassicurazioni e sicurezza. Io personalmente appena mi avvicinavo alla porta d’ingresso iniziavo a sentire angoscia e  iniziavo a piangere, ho sempre pensato fosse la difficoltà al distacco, ma anche se in parte  può essere vero, il modo che avevano di accogliere un bambino era pessimo e discutibile. Una volta mentre dovevo entrare, mi ero ancorata con le braccia al collo di mia madre e una  suora per farmi entrare mi prese per le gambe e iniziò a tirarmi per queste, mi dava degli  assurdi strattoni, mia madre gli disse di smettere e di lasciarmi le gambe, di darmi del tempo,  ma la suora imperterrita continuava a tirarmi come fossi una corda, alla fine mia madre riuscì  a farla smettere. Le volte seguenti che andavo all’asilo passavo la maggior parte del tempo con il viso  appoggiato sulle mie braccia ripiegata sul banco piangendo e sentivo i loro commenti, una  volta una suora chiese all’altra, -Ma questa cosa fa- e l’altra – è questa sta qui a piangere  tutto il giorno.- e non è che facessero qualcosa per consolarmi, o cercare di farmi smettere,  non gli interessava che i bambini presenti in quell’asilo stessero bene, il loro unico scopo  era farci stare seduti per ore in quei banchi e farci giocare in giardino 10 minuti al giorno.  Spesso il pomeriggio ci mettevano davanti al proiettore dove ci facevano visionare il film di  Gesù e la sua crocifissione, della durata di tre ore, un film angosciante e non adatto a dei  bambini. All’ora di pranzo io avevo la fortuna di avere accanto a me un bambino che mangiava ciò  che a me non andava, ero terrorizzata che si avvicinasse a me la suora che aveva l’abitudine  di imboccare i bambini che non mangiavano, perché vedevo puntualmente i miei compagni  vomitare da quanto venivano forzati. Non erano incoraggianti, anzi, se un giorno ci facevano fare dei lavoretti se non erano precisi  e come il loro prototipo perfetto, non si facevano problemi a dirci che il lavoretto era brutto  e che eravamo degli incapaci. Per fare in modo che stessimo sempre in silenzio ci minacciavano, perché se non veniva  fatto ciò che dicevano loro allora voleva dire che non eravamo vicini a Dio e che c’era  pericolo di andare all’inferno. Erano delle iene con noi bambini e poi le vedevi sorridere e fare le gentili quando da quelle  parti passavano dei preti, si perché il nostro asilo era collegato con le stanze dei preti che  si trovavano al piano superiore mentre sullo stesso piano c’era una porta che faceva  accedere direttamente alla chiesa. Ecco un luogo che accogliere bambini dovrebbe essere  un posto protetto e sicuro dove non si aggirano altre figure che non siano le persone  “specializzate” che si dovrebbero prendere cura dei bambini. Anche oggi ripensando a quel periodo un’altra sensazione che mi è rimasta impressa era  quella di sentirmi costantemente osservata.

 

Maya

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Dalla chiesa ortodossa ai testimoni di geova

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Vivere in una famiglia religiosa non è mai facile, soprattutto se non si è propensi a seguire le stesse credenze! I miei ricordi da piccola con la chiesa sono sempre più flebili. Ma quei pochi che mi sono rimasti, bastano e avanzano! In particolar modo ricordo l’età che va dai 5 a 6 anni, dove mio padre portava me è mio fratello in chiesa, ortodossa! Mi ricordo come la mia paura della chiesa, del prete e dei quadri che raffiguravano la madre di Gesù prendeva il sopravvento, esattamente quando partiva la messa domenicale! Il mio cervello andava in una sorta di trans con immagini horror e nello stesso momento mi sforzavo a non destare sospetti! Mi veniva da piangere perché era una vera tortura per me sentire quei riti! Non fu lo stesso per mio fratello che godeva nell’andare in chiesa! Fin da piccolo lui ha sempre amato la religione e in quel periodo fu preso anche nel corpo corale della chiesa! Mio padre andava fierissimo di lui e del fatto che “cantava” in chiesa! Talmente tanto fiero che ogni volta, quando aveva l’occasione, mi rinfacciava il fatto che lui era bravo quanto io ero un’incapace. Un’incapace in tutto, e che non meritavo nulla da lui. Mio fratello, era molto più meritevole! Il tempo passava e io ormai ero abituata da queste affermazioni, e ad un certo punto decisi di non andare più in chiesa a tal punto da opponermi con tutte le mie forze davanti a mio padre per non farmi portare! Mio padre per quanto fosse orgoglioso, pretendeva almeno mostrarsi agli altri, che portava tutti e due i figli in chiesa. Quindi mi permise di andare ma non entrarci. Potevo stare la davanti ad aspettare che la messa finisse per poi tornare a casa tutti insieme! Questa per lui era una punizione nei miei confronti, nei confronti di una bambina di circa 5-6 anni! Secondo lui mi sarei dovuta vergognare per poi gettare la spugna ed entrare con loro a messa! Così non fu, perché per me in quel momento era un ottimo momento per non avere mio fratello alle calcagne per ribadirmi le mie incompetenze e sminuire i miei desideri di fare cose diverse da ciò che voleva fare lui. Ne approfittiavo  per andare al cimitero proprio dietro la chiesa ed  ogni volta ne uscivo sempre felicissima molto più di quanto ne uscivo dopo la messa! Oggi capisco molto bene il perché della mia paura della chiesa, grazie alla mia Maestra e ai suoi inestimabili libri sugli alieni!

Mio padre al ritorno della messa aveva l’abitudine di fermarsi al supermercato ma non per fare la spesa, ma per acquistare alcolici che avrebbe consumato subito dopo il rientro! Mi ricordo una domenica che era cosi ubriaco, talmente tanto, che dopo la messa si mise a inseguire mia madre con il coltello sulle scale del palazzo, a petto nudo, e io cercavo da dietro di graffiarlo con l’intenzione di fermarlo nell’impresa malvagia! Non ebbe le forze ma mia madre si salvò comunque grazie ai vicini! Sicuramente l’intento di quell’uomo di chiesa era di ritornare la prossima domenica anche con il morto a messa! Con il passare del tempo il mio capostipite non che uomo di chiesa rinunciò definitivamente di portarmi con lui in chiesa, così da dare una mano a mia madre con le faccende di casa! Questi sono i miei ormai flebili ricordi della chiesa! Ma purtroppo non è solo la chiesa ortodossa o cattolica a danneggiare l’essere umano ma anche altre ramificazioni come i Testimoni di Geova!

Quidi la storia continua. All età di 11 12 anni ci eravamo trasferiti in Italia io mio fratello e mia madre, lasciando definitivamente mio padre! Nei primi periodi non eravamo stabili con l’abitazione e io e mio fratello siamo finiti a vivere per qualche mese con una signora che era Testimone di Geova! Ovviamente per indole mio fratello si affascinó a quei libri con tante menzogne e false promesse e cominció a studiare. Purtroppo anche quella setta non è per niente lontana dalla chiesa!  Mi ricordo come cercavano di inserirmi anche a me facendo uso di affermazioni come “il mondo nuovo, e ciò che sarebbe successo dopo la mia morte se avrei studiato con loro” purtroppo per me il mondo bello che loro descrivevano era in questa vita a prescindere dei miei trascorsi, non lo pensavo coscientemente ma dentro di me c’era qualcosa che mi diceva che non era la cosa giusta! Per un periodo mia madre mi chiese di andare con lui nel loro posto di preghiera per non lasciarlo solo tra estranei! Ma smisi velocemente, in quanto si doveva cambiare casa e di questa azione se ne sarebbe occupata mamma!

 

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Ma mia madre purtroppo è sempre stata succube dei maschi di casa, quindi nell’accompagnare mio fratello in Sala del Regalo si mise anche lei a studiare la menzogna! In quel periodo io ero minorenne e decisi di staccarmi da loro, andando ad abitare con altre persone! Stranamente nessuno si ribellò della mia decisione e mi hanno lasciato fare! Fino allo scoccare del mio diciottesimo compleanno!! Ricevetti una telefonata da parte di mia madre in cui mi intimava di rientrare a casa, e se non lo avrei fatto avrebbe chiamato i carabinieri! La ho avuto la risposta del perché nessuno mi ha impedito di andarmene via di casa! Perché non ero testimone e per di più nessuno mi poteva assumere lavorativamente! Peccato che ci hanno pensato troppo tardi perché a 18 anni io potevo comunque decidere per me stessa! Da quel momento le telefonate con mia madre sono sempre diminuite e per vederci dovevo prendere appuntamento mensilmente. anche perché erano sempre impegnati nello studio e nei vari lavoretti della congregazione!

Al età di circa 22 anni mi vidi costretta a rientrare a casa, almeno per un breve periodo affinché non avrei trovato una sistemazione! Rientrai ma fu davvero un’impresa uscirne! In un primo momento mi hanno lasciato tranquilla e cercato con le buone di tirarmi dentro alla loro setta, chi sa magari hanno pensato che la sofferenza e che magari il tempo mi avrebbe cambiato e loro avrebbero vinto! Purtroppo si sono trovati non un muro ma una bella montagna davanti ai loro obbiettivi!  Una di quelle montagne che faceva domande sensate a cui risposte dovevano essere effettive e non “perché l’ho ha deciso Dio/ perché non possiamo saperlo”. Dopo le mie domande loro hanno capito che non c’era nulla da fare e per me cominciava la battaglia per poter andarmene di casa! Il loro metodo era quello di sottrarmi più soldi possibili tra bollette e spese da fare! Ho compreso il loro piano dopo molto tempo, e ho riferito che il mio stipendio si era quasi dimezzato così da poter nascondere un po’ di soldi! Il Giorno dopo il mio caro fratello ha deciso di licenziarsi, con la motivazione che così avrebbe avuto più tempo per predicare! E quindi di fare ricadere tutto sulle mie spalle e di mia madre! Tutto pur di farmela pagare e di bloccarmi nella mia intenzione! Quando parlai con mia madre dell’accaduto cercando, per l’ennesima volta di aprirli gli occhi sul fatto che non solo a me mi stava sfruttando ma anche a lei! La sua risposta per me fu agghiacciante!

” Vabbè ma non sta facendo nulla di male andando a predicare!”

“Va bene ma ti manda a lavorare il doppio e quando arrivi a casa alle 20 di sera ti chiede cosa c’è per cena!”

“Vabbè poverello è stanco! Ha sempre da fare!”

Ancora oggi mi sembrano oscure le sue risposte e i suoi comportamenti nei confronti di mio fratello! In quel periodo scoprii che tra un discorso e l’altro nella loro setta, se il padre della famiglia non c’è il maschio più grande ha il diritto di commandare e che le sue scelte sono Sacre… ecco mi è bastato capire questo! Già lei era succube di mio fratello, figuriamoci se viene considerato dalla loro stessa setta il capo famiglia!!! Un altra cosa che ho capito a mie spese e che se c’è la pecora nera nella stessa abitazione dei testimoni, tutto ciò che sarebbe di proprietà della pecora nera è in realtà loro! Macchina, PC, telefoni e anche animali!

 

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In quel periodo mi mancava poco per poter uscire di casa! Ma l’ennesima lite fu davvero il culmine! Finii con carabinieri alla porta e vicini preoccupati! Il mattino successivo presi il telefono e chiamai per vedere una casa in affitto ed il giorno dopo fuggìi a loro insaputa!

Una volta che il capo stipite non aveva piu chi sfruttare senza rimorsi, non aveva più una persona a cui dare della poco di buono se usciva con gli amici, a cui imporre (o almeno provare) di fare investimenti per il suo bene! Prese di di mira la sua mammina che doveva assolutamente obbedire ai suoi voleri! Infatti una mattina mia madre venne da me e mi disse che lui aveva cominciato a bere e che la stava trattando malissimo, facendomi leggere i messaggi con insulti pesantissimi dove il mio “caro fratellino” dava della poco di buono alla madre!!! Io me la guardo e gli chiesi dov’era finita quella minaccia che mi diceva sempre a me: “io ti ho fatto io ti ammazzo!”  Al che lei mi rispose “ma e mio figlio! Cosa gli posso fare?” La risposta mia fu ferma e decisa ” allora non ti puoi lamentare!” Da allora non mi disse più nulla anche se le mie zie mi informavano costantemente sui fatti che tutt’oggi accadono!

Oggi capisco molto bene tutto quello che succede in queste sette religiose. Laddove si presenta una briciolo di opposizione, scatta un forte braccio di ferro, umiliazioni pesanti addirittura; se si arriva all’ultima spiaggia l’allontanamento dell’individuo! Mi dispiace, ma In tutto questo non ho trovato nulla di amorevole e benevolo, ma solo distruzione delle persona in sè, dei suoi famigliari e di chi vive attorno al nucleo!

 

Madda

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Raccomandati dalla Chiesa

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Voglio raccontare la mia esperienza negativa con la chiesa. Ho sempre frequentato assiduamente la chiesa da piccola, l’ho sempre vista con molto rispetto perché aiutava il prossimo, quindi altruista e giusta, questo era ciò che mi avevano insegnato di credere. Tutte le domeniche ho partecipato alle messe, al catechismo, ho ricevuto i sacramenti. Sono sempre stata attenta a seguire le sue regole. Ho fatto parte del coro della chiesa, ho fatto da catechista a molti bambini. Quindi ero vista bene dal prete per tutti i servizi che facevo per la comunità, ero sempre presente se aveva bisogno di aiuto per organizzare qualsiasi cosa. Tempo a disposizione ne avevo abbastanza, purtroppo vivevo in una famiglia povera che non mi ha potuto finanziare gli studi universitari e quindi non potendo continuare a formarmi e realizzarmi in ambito lavorativo, ripiegavo sulla chiesa. Notato il mio impegno in chiesa, il parroco decise di propormi di entrare all’università per studiare teologia, per diventare insegnante di religione, dicendomi di non preoccuparmi sulla questione soldi per pagare le tasse, i libri e tutto il resto, perché avrebbe fatto in modo che entrassi subito ad insegnare, superando le graduatorie, in quanto la chiesa seguiva regole proprie (testuali parole del prete). Al posto di essere felice della proposta, da lì ho iniziato ad aprire gli occhi, a vedere la chiesa per l’associazione mafiosa che era, questa proposta mi aveva scioccata, avevo capito che nella vita non si va avanti per meritocrazia, ma solo conoscendo le persone giuste, ai miei occhi la chiesa aveva perso ogni valore che le avevo dato. Da allora mi sono allontanata sempre di più dalla chiesa e non me ne sono pentita, anche perché poi ho scoperto molte falsità e raggiri che faceva, trovando solo conferme negative su questa religione marcia, visto anche chi si cela dietro.

 

Lowe81

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IO E LA RELIGIONE – PERCHE’ SONO SCAPPATA DALLA FALSITA’ DELLA CHIESA

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Ho sempre avuto un rapporto di curiosità verso la religione. Sin da piccola sono stata abituata dalla mia famiglia ad andare in Chiesa per la messa domenicale e anche ogniqualvolta ne sentivo la necessità. Ad esempio, ricordo che a volte prima di andare a scuola, prima di una verifica o un’interrogazione andavo in chiesa a pregare che mi andasse tutto bene a scuola (dopo aver studiato molto, mi era stato insegnato che era giusto chiedere anche una benedizione). Ovviamente andavo anche al catechismo, sino ai 14 anni, ma questo a dire la verità lo sentivo più come una pesantezza, un obbligo, e provavo disagio ad andarci.

Insomma, finché andavo in chiesa era ok, ma il catechismo non è che mi piaceva molto a dire la verità, ma anche se un po’ mi pesava ci andavo lo stesso per poter essere ammessa poi ai sacramenti e festeggiare queste ricorrenze come tutti gli altri bambini. Ricorrenze che venivano ricordate perlopiù per i regali e la festa, che per il reale sacramento in sé. Tutta la preparazione del catechismo altro non era che un bighellonare di bambini, ridere, prendersi in giro, insomma c’era ben poco di serio, se non quelle 2/3 parole imparate a memoria dal catechista, che lasciavano il tempo che trovavano…

Per me religione era sinonimo di spiritualità e riversavo le mie curiosità spirituali proprio nella religione. La mia curiosità in merito aumentò talmente tanto che, finito il catechismo, continuai ad andare in chiesa per conto mio e a circa vent’anni cercai di approfondire meglio anche all’esterno le risposte che la mia parrocchia sembrava darmi solo in parte. Così iniziai a cambiare parrocchia per il piacere di sentire diversi sermoni da preti diversi. Addirittura arrivai a chiedere ad alcuni preti di potermi ricevere privatamente per parlare delle mie domande in campo spirituale. Insomma, ero davvero un vulcano. Eppure l’ambiente del catechismo, al contrario, mi ha dato sempre un fastidio velato perché vi percepivo una falsità di fondo, dall’oratorio ai grest… c’era qualcosa nel midollo di ogni papaboy e papagirl che poi ho scoperto chiamarsi buonismo, ma che io percepivo come falsità: sorrisi finti, discorsi fintamente buoni, volontari che davanti si mostrano generosi e poi si intascano i beni da mandare alle missioni… persone che vanno in chiesa tutti i giorni e che gestiscono l’entourage dell’oratorio e che poi sparlano di tutti come se non ci fosse un domani. Sinceramente non capivo questo schifo; per me all’epoca l’unica contraddizione esistente in quell’ambiente. Ad ogni modo questa sensazione di falsa gentilezza che sempre percepivo al catechismo, all’oratorio e nelle persone particolarmente vicine al prete mi creava proprio disagio, schifo, indignazione.

Ma io semplicemente pensavo che non frequentando quella gente sarei rimasta a posto e mi sarei potuta fare gli affari miei andando in chiesa e nelle parrocchie che volevo, eppure… scoprivo mano a mano che più le persone vanno in chiesa e più creano legami malsani, comunità dove regna il pettegolezzo sotto le vesti del buonismo e della socializzazione. Che poi nei gruppi dell’oratorio certe volte pareva di stare a delle sedute di alcolisti anonimi: conobbi a circa 23 anni una ragazza che faceva parte di una comunità cristiana di un paese vicino al mio e mi invitò ad uno dei loro incontri. Seduti in cerchio ognuno doveva presentarsi e dire cosa faceva e altre informazioni private. Anche questi incontri mi fecero davvero schifo perché ho compreso che negli ambienti di chiesa non c’è un minimo di privacy, tutti sanno tutti di tutti, sparlano di tutti perché sanno tutto di tutti e in pratica si sentono lo stesso a posto perché siccome tutti sanno gli affari degli altri e rivelano i propri è come se facessero una grande confessione di massa, alla massa!

 

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È inquietante vedere come per loro l’assenza di privacy sia la normalità, un sentirsi a posto con la coscienza perché non hanno nulla da nascondere… in realtà però la privacy va per gradi, perché in questi ambienti ad un certo livello subentrano dei segreti che mai vengono rivelati alla massa di pecore credulone.

Così fino all’età di 23/24 anni circa questa mia curiosità in merito alle questioni spirituali continuò a fare riferimento alla chiesa, poi smisi di affidarmi ciecamente ad essa. Dapprima sentii che la chiesa non poteva più darmi risposte veramente spirituali e poi, mano a mano che maturavo anche come persona, vedevo sempre più fatti e comportamenti di estrema contraddizione con ciò che sarebbero i valori citati dai preti. E da allora presi la decisione di allontanarmene in maniera decisa e soddisfatta. Un fatto particolare, a questo proposito, mi fece riflettere su quanto avessi sbagliato a riporre la mia ingenua fiducia in una istituzione realmente oscura, ma con la facciata che si presenta l’opposto e che quindi risulta insospettabile a chi ci crede in buona fede.

Veniamo al dunque: negli ultimi anni che frequentavo ancora la chiesa al mio paese arrivò un prete, dato che ogni tot anni li cambiavano. Questo prete era stato soprannominato “Don Perignon”, per la sua passione sfrenata per il vino. Questo prete, di anno in anno, dava sempre sfoggio delle sue scelte troppo “veniali” per poterlo innalzare a persona spirituale. Inizialmente cacciava le bambine di chiesa se indossavano d’estate top con le spalline fini e lasciavano le spalle scoperte, urlando allo scandalo (scandalo che solo lui vedeva). Poi cacciava gli immigrati che suonavano in canonica per chiedere l’elemosina dicendogli di andarsene a lavorare che lui non intendeva dargli nulla. Diverse volte si autoinvitava a casa di varie persone per fare l’aperitivo, giocare a carte e se proprio era in confidenza restava anche a cena. Una volta venne trovato ubriaco fradicio in una cantina del paese, ma la goccia che fece traboccare il vaso fu che questo prete, alla guida della sua macchina, investì una persona a causa della sua guida spericolata, uccidendola sul colpo. Io stessa un pomeriggio prima di questo fatto me lo ero trovato vicino in macchina ad una rotonda mentre mi sorpassò veloce come un razzo, pure indispettito, dato che andavo piano (avevo appena rallentato per imboccare la rotonda e lui mi sorpassò proprio all’inizio della rotonda). Parliamo di un prete over 70, quindi penso che anche l’età dovrebbe contare per fatti così gravi e ingiustificabili per chiunque, tanto più per chi ha maggior esperienza nella vita. Questo prete investì una persona, uccidendola, e non venne perseguito come assassino, bensì si limitarono a trasferirlo di diocesi, senza incarcerarlo né punirlo in alcun modo. Da questo momento in poi ho iniziato a fiutare del gran marcio in questa istituzione. Ma perché tutti questi privilegi, non da ultimo il fatto di non punire l’uccisione di un innocente da parte di un prete, aderente quindi a un credo religioso che ha come valore quello di “non uccidere”?! Questo dimostra quanto una istituzione che non fa ciò che predica non è un’istituzione ma qualcos’altro di molto oscuro che pretende di circuirci con menzogne e ingiustizie, in quanto già si è messa un gradino avanti a tutti e di certo non rispecchia nemmeno di una briciola gli insegnamenti del vero Gesù.

Un altro episodio che mi ha dato la prova di quanto i preti e l’ambiente della chiesa sia spregevole è stato un episodio accaduto ad una mia cliente, la proprietaria di una rinomata cantina e persona di successo in tutti i campi. Questa signora, V., era sempre circondata dai più illustri personaggi di politica, arte e ovviamente religione. C’era questo prete che le stava sempre dietro e che la coinvolgeva spesso nelle sue iniziative di volontariato.

 

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Una di queste però ebbe un esito drammatico proprio a causa dell’irresponsabilità di questo prete che ha causato infelicità e disagi psicologici a V., oltre che la perdita della salute e di una mano. In pratica questo prete organizzò una spedizione umanitaria in gran segreto con pochi prescelti, tra cui V. Partirono per l’Ungheria con un pullman, caricato a mille di prodotti da elargire ai poveri. Siccome questo prete non aveva il senso della misura, aveva pericolosamente sovraccaricato il pullman, ma non volle sentire ragioni e dunque fece partire il pullman caricato di molti chili oltre il massimo che avrebbe potuto caricare. Nessuno proferì obiezione, dato che lui era il prete e quindi di un grado superiore a chi ha un cervello ma non un titolo di prete… Mi sembra logico far rischiare un incidente a dei volontari per portare quanti più prodotti da condividere con i poveri! Ironia a parte, durante il tragitto verso l’Ungheria ad un certo punto esplode una ruota del pullman e colei che si trovava più vicina alla ruota era proprio V., che nell’incidente è stata l’unica ad essere rimasta ferita pesantemente. V. nell’esplosione perse una mano, con tutte le conseguenze psicologiche e fisiche che ciò può comportare… Quando la vidi dopo l’incidente anche la sua personalità era completamente cambiata a causa di questo trauma. Eppure, in tutto questo (ed è qui la manipolazione che ci è stata inculcata verso la chiesa e i suoi membri) non diede mai la colpa alla scelta irresponsabile e folle del prete, bensì alla sfortuna. E questo prete è ancora a piede libero, libero cioè di rovinare quante altre più persone possibili, con le sue scelte folli e folle mentalità. Quello che voglio sottolineare è la pericolosità di quando deleghiamo la responsabilità della nostra vita, della nostra spiritualità o di altro a degli irresponsabili solo perché scegliamo di vederli in base a ciò che dovrebbero rappresentare e non in base alla realtà. E la spiritualità non è la religione. L’errore che ho fatto è stato quello di confondere le due cose in quanto la spiritualità è tutto ciò che ci rende liberi, aperti, che ci fa crescere e aprire la mente. La spiritualità va oltre questo mondo, abbraccia l’universo e gli universi e mondi invisibili, ci fa crescere, evolvere, espandere, e ci rende felici e appagati, sempre più curiosi di scoprire e assetati di vita. La religione, invece, ti lega ad un ambiente stantio, falso. Ed è la menzogna la vera morte. La menzogna della religione, ovvero di una istituzione che ha lo scopo di limitarci, castrarci, torturarci con il senso di colpa e il buonismo: tra un sermone e un funerale, una particola e un boccale. Anni dopo essermi allontanata dalla chiesa (una delle scelte più felici che abbia mai fatto), incontrai per caso ACD, e fu proprio qui che ebbi tantissime risposte alla mia sete di conoscenza sulla vera Spiritualità, domande che nemmeno sapevo di avere per le quali c’erano risposte che nemmeno immaginavo. E rivelazioni che vanno oltre ogni possibile immaginazione e realtà. MI sono resa conto di quanta strada avevo e ho ancora da fare dal punto di vista spirituale, e che se fossi rimasta in quell’ambiente chiesaiolo sarei morta dentro per sempre. Nella chiesa non trovai i veri insegnamenti di Gesù, che ho riscoperto invece, in tutta la loro bellezza, grazie ad una meravigliosa Maestra Psichica di nome Angel Jeanne, che tutti dovrebbero darsi la possibilità di conoscere.

Queste sono alcune delle mie esperienze più significative con la religione e la chiesa in particolare, esperienze che spero possano aiutare chi legge a comprendere che razza di istituzione di criminali sia la chiesa, che per prima non rispetta ciò che si propone come valore e che proprio per questo non merita di esistere né venire supportata con i soldi della gente, che sfrutta e che riempie di menzogne e lavaggio del cervello, rubando ad essa, di fatto, la vita.

 

L’Aura

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Religione e presa di coscienza

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Intorno ai 13-14 anni frequentavo la chiesa in maniera regolare, facevo il chierichetto e dopo un paio d’anni ho iniziato anche a suonare alle messe. Suonare mi permetteva di vivere le messe in modo diverso, stando in alto e avendo una visuale generale su tutto, grazie a questo ad un certo punto ha per me smesso di avere senso la funzione. Quello che iniziavo a vedere era un insieme di persone che ripeteva parole e parole in un coro basso e tetro, un susseguirsi di alzarsi/sedersi e momenti di silenzio ad ascoltare delle letture e il prete che svolgeva i rituali. Tutto questo iniziava a non avere più senso per me, mi sembrava di vedere dei robot passivi e non capivo più come una cosa del genere potesse aiutare le persone e avvicinarsi a Dio.

Ripensandoci adesso non ho mai vissuto il momento della messa come un momento di felicità, ma c’era sempre un’aria quasi di tensione, una paura in sottofondo di stare attento a stare composto, a non parlare, a non mancare di rispetto senza contare che a quella età la vivevo anche come un momento di noia eppure c’era qualcosa che mi spingeva ad andare, ad impegnarmi e a continuare. Comunque sia dopo un po’ di riflessione ho abbandonato completamente la chiesa, ho smesso di andarci senza sentirmi in colpa e successivamente ho smesso di andarci anche nei momenti (Natale, Pasqua) in cui di solito ci va anche chi non frequenta abitualmente forse solo per paura di apparire male agli occhi delle persone del paesino. Contemporaneamente avevo già l’abitudine di pregare prima di andare a dormire usando sempre alcune preghiere forzate della chiesa ma avendo anche piacere di instaurare una comunicazione con Dio, parlandogli. Purtroppo oggi non credo fosse un buon metodo di comunicazione in quanto spesso mi sono disperato per delle cose implorando che cambiasse qualcosa e non è mai cambiato nulla, non in meglio. Oggi, continuando a credere nella sua esistenza anche se in modo completamente diverso, sospetto che non fosse proprio la maniera corretta per farsi capire da lui, ma lo era solo per attirare brutte energie addosso e dentro di me.

Oggi ho una concezione completamente diversa di Dio e di come si comunica con lui, questa concezione è maturata seguendo un percorso spirituale all’interno dell’Accademia di Coscienza Dimensionale fondata da Angel Jeanne. Infatti, la pratica che caratterizza questo percorso mi ha permesso di sentire davvero una pace interna indescrivibile e di provare emozioni che mai avevo provato in vita mia imparando ad associarle a quello che rappresenta davvero Dio. Prima parlavo, pensando di comunicare, a qualcosa che non avevo ben chiaro di come avrei dovuto sentirlo, adesso invece conosco il modo per indirizzare le mie intenzioni e so di indirizzarle nel posto giusto per le risposte che ricevo durante la pratica: risposte emotive e sensazioni che sono degli stimoli precisi, spesso inaspettati e che non potrei produrre e provare da solo, e le risposte che ho ricevuto e ricevo nella mia vita, in quello che mi succede quando ho fiducia e comunico con questa Entità. Per questo sono immensamente grato di aver trovato questo percorso e provo a consigliarlo, a spingere le persone a cui voglio bene a provare perché desidero davvero che tutti possano provare le stesse emozioni, uscire dalla gabbia infernale in cui siamo stati rinchiusi e imparare ad avere più controllo vero su sé stessi e sulla propria vita.

 

France

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Diverse religioni

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Ciao a tutti, dopo aver raccontato di come ho vissuto in modo diretto la questione religiosa riguardo alla chiesa cattolica, desidero raccontare un’altra esperienza seppur con una religione diversa, in modo più indiretto, la religione Islam.

Sostanzialmente da quasi tre anni sto condividendo di nascosto una relazione con una ragazza che ha origini arabe; lei è la persona con cui mi sono trovato meglio in vita mia nel condividere anche ciò che riguarda l’intimità dei propri pensieri e sensazioni, ma dobbiamo vivere la nostra relazione di nascosto dai genitori. Lei è per me la prima vittima della religione che è riconosciuta da tutti come gravemente violenta e aggressiva tantopiù verso le donne.

C’è da aggiungere che oltre alla religione in sé ci sono i gesti oscuri di persone che per conto di essa (oppure no ma con la scusa di essa) eseguano determinate azioni. I suoi genitori sono persone molto osservanti e fedeli a questa religione e per questo motivo hanno per me un’immensa paura che la loro figlia faccia errori che comportano, per la religione, punizioni divine. La paura li spinge a dover tenere sotto controllo le sue decisioni e finché lei abita e dipende da loro economicamente si trova in una situazione in cui è difficile controbattere, il tutto è reso più difficile dal fatto che loro le vogliono bene e comunque le garantiscono certe opportunità e sostegno fisico ed emotivo e anche lei vuole bene a loro perché le hanno permesso di avere un’infanzia e una vita a detta sua di amore. Questo è problematico dal mio punto di vista perché loro sono convinti di fare quello che fanno per il suo bene e lei si ritrova così a dover scegliere se troncare i legami con persone a cui vuole bene o se sottostare a quello che loro vorrebbero per lei.

Veniamo a come loro vorrebbero che lei si comportasse.

Per prima cosa indossare il velo (diverso dal burqa e da altri tipi di “velo”), questo fatto in realtà è una “scelta” della donna e lei inizialmente aveva e scelto di indossarlo qualche anno fa perché credeva nel suo significato. Oggi però si ritrova meno in quello e vorrebbe non indossarlo più, ma i suoi non glielo permettono e la costringono ad indossarlo comunque, perché per loro sarebbe come compiere un atto che la allontana dalla retta via.

Poi c’è la questione dello sposarsi con un uomo che sia musulmano, a quanto ho capito in realtà secondo la religione lei potrebbe sposarsi con qualcuno che non lo è (come possono e fanno i maschi) ma è visto male se lo fa una donna e quindi è impossibilitata a prendere serenamente questa scelta, ovviamente si parla di obbligo di matrimonio a prescindere come anche in altre religioni.

In seguito c’è tutta una serie di privazioni che lei subisce nonostante sia una donna adulta, come dover faticare per passare la notte fuori a dormire, dover tornare presto a casa la sera, non poter avere certi contatti con le persone di sesso maschile, stare attenta a come parla.

La nostra relazione deve rimanere un segreto perché non potremmo frequentarci senza un fidanzamento e senza che io fossi musulmano e quindi lei per vederci deve ogni volta stare attenta a tantissimi dettagli, trovare scuse e via dicendo. Quando abbiamo iniziato a frequentarci mi ha più volte avvertito e spiegato la situazione, io ho voluto continuare perché mi trovo troppo bene con lei per mandare a monte tutto per una cosa secondo me ingiusta, lei è la prima vittima perché non può vivere la sua vita come vorrebbe e lo fa nascondendosi, vivendo continuamente con quel peso addosso di essere scoperta. I suoi genitori, soprattutto suo padre, sono davvero molto rigidi e spesso quello che impongono non è nemmeno previsto dalla religione.

 

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Questo per dire che comunque l’operato è poi delle persone, ciò non toglie che certi aspetti sono però per me sbagliati proprio a livello di come li dice la religione, come il maschilismo imperante che impone alle donne di doversi coprire per non suscitare certi stimoli ai maschi (incolpando così la donna di attrarre le attenzioni degli uomini) o il fatto che l’uomo possa sposare più donne insieme mentre la donna non possa sposare più uomini, e altri aspetti anche di altre religioni a mio avviso davvero molto sbagliati.

Da fuori è difficilissimo giudicare, infatti io non mi permetto di giudicare le sue scelte però le ho sempre detto che per come la vedo io non è accettabile prendere delle decisioni nella propria vita sulla base di imposizioni altrui perché a pagare le conseguenze di queste decisioni saremo noi, non chi ce le ha imposte, saremo noi alla fine a renderci conto e a pentirci di aver vissuto una vita piena di decisioni altrui oscurando le nostre vere volontà e allora non ci sarà più tempo per riprendersi il tempo trascorso a reprimersi. Per quanto i legami possano essere forti nulla giustifica un atto del genere, le ho spiegato ad esempio che io ero pronto a lasciare casa mia se i miei non avessero accettato il fatto che non mi volessi sottoporre al vaccino per il covid (mentre lei è stata costretta al siero), nonostante io ai miei voglia molto bene ero pronto a recidere i legami perché nessuno può decidere per me una cosa di questo genere. Inoltre non bisogna neanche sentirsi in colpa in quel caso perché è stato tutto frutto di chi ha voluto imporre le proprie decisioni sulla vita altrui, se io scelgo di non accettare e di troncare i legami non è colpa mia che ho deciso per me (come è giusto che sia!) ma è solo colpa di chi ha mi ha messo in quella condizione di dover scegliere!

Tornando a parlare della religione secondo me non è una cosa che si può imporre, se uno è molto credente è perché ha avuto un percorso che l’ha portato a questo, è assurdo che non si renda conto che non può imporre questa credenza agli altri proprio perché per crederci bisogna fare propri gli insegnamenti, bisogna interiorizzarli. Non esiste che si creda perché qualcuno ce lo ha imposto, questo si chiama solo obbedienza e dovrebbe essere qualcosa di molto lontano dalla concezione religiosa anche se così non è perché nonostante la religione con le sue parole non ti dica direttamente che devi obbedire, ti dice che devi comportarti in un certo modo per ottenere qualcosa dopo la morte e non subire punizioni. Anche qui c’è molto da dire; si usa una vita intera a comportarsi in un certo modo con la speranza o convinzione di stare meglio e vivere qualcosa di bello dopo la morte, cioè non si vive la vita come si vorrebbe (ovviamente in un modo sano che non nuoce alle altre persone e a se stessi) per inseguire qualcosa di cui non si può avere certezza mentre la vita stessa che si sta vivendo lo è, è una Certezza e andrebbe vissuta appieno!

Il Dio in cui ho imparato a credere non ti dice che se ti comporti in un certo modo poi andrà bene e non ti promette nulla, ti fa provare immediatamente più felicità, ti fa provare immediatamente la vita ad un livello diverso. Non ti senti obbligato a fare qualcosa ma vuoi avvicinarti a lui ancora e ancora perché ti senti immensamente bene e automaticamente non ti verrebbe mai la voglia di compiere certi gesti o azioni negative nei confronti degli altri perché non hai più frustrazione. Lui vive e prova esperienze attraverso di noi ed è felice se noi siamo felici, siamo strettamente connessi; se noi stiamo male quel dolore lo proverà anche lui. Inoltre le religioni sono estremamente umanizzate, sono dogmi scritti su carta tramandati da persone ed è per me evidente che siano dogmi umani, non si può idealizzare Dio come se pensi come noi, come un essere umano.

 

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Non ha senso pensare che lui ragioni come noi e sia simile a noi e che a farne le veci siano dei personaggi che molto spesso sono davvero ignobili. Senza contare che non possiamo sapere se ci sono insegnamenti che arrivano da persone per bene o che sono stati storpiati continuamente, per questo l’unica soluzione è trovare dentro di noi le risposte e si può fare trovando il modo giusto per comunicare, perché con la religione stai solamente leggendo qualcosa che devi dare per buono a prescindere.

Ogni religione è diversa e io non ho la conoscenza per giudicarle appieno ma da quel che ho visto fino ad ora portano scompiglio e tristezza nella vita delle persone, dividono le persone, sono basate molto sulle parole e poco sui fatti tanto che i credenti molto spesso predicano bene ma poi si comportano estremamente male e lo stesso fanno i rappresentanti (vogliamo ricordare ad esempio dello stato di ricchezza in cui vivono preti, cardinali e il papa mentre predicano la generosità e l’offerta al prossimo).

Auspico un futuro in cui le religioni si stacchino molto di più dalla società e dove si possa imparare a stare bene per davvero e a fare del bene senza farsi dire da qualcuno cosa è giusto o cosa è sbagliato.

Se si va in quei luoghi o si prega per stare bene ma poi si continua ad avere gli stessi problemi e malesseri allora qualcosa non sta funzionando, stare bene si può per davvero, adesso, bisogna trovare ciò che per noi vale la pena fare e non farsi intimorire da minacce e false promesse.

 

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Chiesa e i suoi rappresentanti

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Ho deciso di far mente locale e mi sono venuti in mente alcuni particolari relativi a persone della chiesa.

Mia mamma non è più giovanissima, eppure se le chiedi cosa ricorda in merito ad una suora che ha incontrato quando era una ragazzina, è l’affermazione che le aveva fatto. Non so a che ordine o in che convento fosse, ma mia madre dice che era di clausura ed era uscita per un evento straordinario. Mia madre mi racconta che lei poco più che bambina ha incontrato questa suora, e le aveva detto che da grande avrebbe voluto fare anche lei la suora, la risposta ha lasciato talmente scioccata mia madre che la ricorda bene ancora oggi… e fu più o meno questa (era stata pronunciata nel dialetto locale) “bambina cara, è meglio se ti sposi, così almeno sarai di un uomo solo, e non di tanti”. La suora non ha approfondito, o forse mia madre non ricorda altro, ma credo che sia ben chiaro ciò che la suora volesse far sapere e da cosa la voleva mettere in guardia. Non oso immaginare che cosa possa nascondersi e succedere in certi ambienti.

Avevo quasi rimosso i ricordi relativi ad un Don che doveva insegnare catechismo nella scuola media, io l’ho avuto un solo anno, non ricordo se poi fosse stato spostato in un altro istituto o cosa fosse successo. Ma parliamo di Don I., che entrava in classe cercando di far capire che lui era uno a cui piaceva scherzare e noi dovevamo apprezzare il suo modo di scherzare. Come ad esempio quando rubava le merendine dal banco o addirittura nei corridoi dalle mani degli alunni per mangiarle lui, certo molto simpatico come scherzo!! Ma ancora peggio toccava ad una mia compagna che veniva a scuola con i piedi fasciati perché aveva avuto un intervento a causa di unghie incarnite, ed essendo nel primo banco, lui passava e gli pestava i piedi, tutte le volte che aveva lezione, scherzando e ridendo mentre la mia compagna piangeva dal male, dicendo che era colpa della mia compagna se lei metteva i suoi piedi sotto i suoi. Certo, come no!! Inoltre ricordo che durante l’intervallo dovevamo tutti restare attenti, perché se lui era in giro per il corridoio, oltre a rubarci la merenda, volavano sberle, così… per simpatia e affetto diceva lui!! Il massimo che ricordo fu quando spinse un mio compagno, durante l’intervallo, contro il termosifone in ghisa. Al mio compagno venne tutta la schiena livida. Ricordo che si era parlato parecchio di quel episodio tra noi ragazzi. Forse Don I. aveva fatto anche altre cose negative, ma non le ricordo, ricordo però il dolore e la paura della mia compagna che non sapeva come fare per non farsi pestare i piedi dal Don. Ricordo che c’erano diversi ragazzini che avevano paura di questo Don, soprattutto durante l’intervallo a causa dei suoi comportamenti. Sicuramente ci sono e ci sono stati parroci peggiori di Don I., ma so anche che per i ragazzini che diventavano il suo bersaglio non era facile, e oltre ad avere paura, non sapevano come uscire dalla situazione. In un’età difficile dell’adolescenza, ci si trova il bullo, che però non è un compagno o un alunno di qualche anno in più, ma è addirittura un professore e pure Don. Non era facile per i ragazzi né difendersi, né parlare con i genitori per farsi aiutare a risolvere la situazione.

Infine ricordo diversi parroci spostati in un’altra diocesi, perché si diceva avesse avuto storie con donne sposate, e altri preti che continuavano a chiedere soldi su soldi ad ogni messa.

 

Diamante

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LA CHIUSURA DELLA MENTE

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Da piccolina andavo all’asilo dalle suore. Ero una bambina molto solare e dinamica e se c’era una cosa che non amavo era essere costretta a… dormire! Dopo pranzo ci costringevano sempre a fare quel maledetto riposino che tanto detestavo. Fortunatamente avevo una bella fantasia e, fingendo di dormire, in realtà mi inventavo tanti giochi da fare con la mente. Oppure mi divertivo a strisciare tra le grandine senza farmi vedere, insomma, facevo qualsiasi cosa pur di non stare a perdere il mio tempo prezioso in ozio. Non ho mai capito perchè ci costringessero a dormire.

Le suore ci raccontavano la vita di Gesù, i vangeli, le parabole e, riguardando i disegni che ho fatto in quel periodo, mi sono accorta che la cosa che trasmettevano ai bambini, non era tanto un messaggio positivo, quanto più di sofferenza. Disegnavo quello che mi raccontavano e i miei disegni rappresentavano Gesù in croce, oppure gente malata… quindi a distanza di anni viene da chiedersi quale messaggio volessero portare ai bambini.

C’è infatti un’altra cosa che vale davvero la pena menzionare, che per me è stata una cosa davvero insopportabile per la mia mente di libera di bambina. Le suore spesso ci dicevano: “Un uccellino mi ha detto che non ti sei comportata bene”. Odiavo questa frase e… anche l’uccellino! Mi chiedevo cosa mai avesse visto di tanto strano dato che a me non risultava di aver fatto proprio nulla di male. Però loro continuavano a ripetere questa storia dell’uccellino e alla fine mi sforzavo di trovare qualcosa che non andasse nel mio comportamento, nelle mie azioni. Sottolineavano poi che Dio è misericordioso e perdona i nostri peccati se ci pentiamo. Accadeva però che io non mi pentivo proprio di nulla, perchè non mi sembrava di aver fatto nulla di male, perciò alla fine questa cosa mi creava molta confusione e anche del disagio. Volevano farci sentire peccatori perfino quando eravamo innocenti e sinceramente la trovo una cosa davvero orribile: come può sentirsi un bambino di due, tre anni quando lo fai sentire colpevole di qualcosa che non ha nemmeno fatto? Si innescano in lui delle dinamiche, dei segni che si porterà dietro anche da adulto.

I miei nonni paterni erano super cattolici. Mi facevano ripetere i rosari fino allo sfinimento e non compresi mai a cosa servisse ripetere delle frasi a memoria tantissime volte senza uno scopo. Ricordo che loro non mi facevano nemmeno fare la colazione prima di andare a messa al mattino perchè si doveva essere digiuni e, quando gli facevo notare (ero alle elementari) che se mangiavo o non mangiavo non cambiava niente (a parte il fatto che mangiando mi sentivo meglio) non riuscivano a darmi una risposta plausibile e, ad ogni modo, non mi lasciavano far colazione. Mai sopportata questa cosa.

Alle medie ho avuto un’insegnante di religione che  non era un prete, perciò ci ha raccontato anche delle altre religioni, del Buddhismo, dell’islam e dell’induismo, cosa che ha suscitato in me molte domande e riflessioni. Il nodo centrale era che non poteva di sicuro essere che ci fosse un dio diverso per ogni religione ma che il dio doveva essere uno, che ci fossero delle azione buone e altre cattive e che poi ogni civiltà avesse cercato di strutturare la cosa a modo suo, con le proprie regole e i propri rituali. Parlai di questo a mio nonno e la sua reazione mi lasciò di sasso: si arrabbiò moltissimo e mi trattò come se stessi dicendo delle eresie! Non compresi cosa avessi detto di tanto strano.

Fino alle superiori partecipai attivamente alla chiesa: al coro, alle messe, come animatrice, mi piaceva stare con le persone e con i bambini, ma poi mi accorsi che tutto quello che girava attorno alla chiesa non mi portava positività. Era tutto ripetitivo e ottuso, era vuoto.

Son felice di aver sentito questo e di aver abbandonato quella strada, di aver abbandonato la chiesa, sebbene mi sia resa conto negli anni che questo tipo di indottrinamento – sebbene gli opponessi resistenza – è rimasto inconsciamente impresso in me e devo lavorare per liberarmene.

 

Dharari Tara

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Come i religiosi proteggono i preti pedofili

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Questa testimonianza risale a qualche anno fa. Come operatrice olistica, mi trovavo ad una giornata del benessere aperta al pubblico per fare conoscere le discipline energetiche come metodologia di cura ‘’alternativa’’ alla medicina tradizionale. Si presenta da me una giovanissima ragazza di appena diciannove anni desiderosa di sperimentare i miei trattamenti. Parlammo prima un po’, e sin da subito apparve evidente l’afflizione del suo stato d’animo. Le stavo massaggiando la schiena, quando ad un certo punto scoppiò in un pianto dirotto, e girando il viso bagnato dalle lacrime verso di me, mi disse’’quel prete schifoso, è ancora lì..” –  “Cosa è successo”, le chiesi, “raccontami”. Mi disse che i suoi genitori cattolici praticanti, oltre ad obbligarla ad assistere ogni domenica alla messa, suo malgrado doveva frequentare l’oratorio. Il luogo per eccellenza, secondo il credo popolare in cui i propri figli possono sentirsi  al sicuro, protetti , perché sorvegliati dai buoni pastori al servizio di dio. Lei mi diceva, si sentiva sempre a disagio perché il prete le riservava delle attenzioni ‘’affettuose’’ che non riusciva bene a decifrare, le sembravano troppo, ma allo stesso tempo si sentiva addosso la colpa di essere essa stessa troppo maliziosa, per quei  pensieri nei confronti di un prete, ovvero uomo di dio. Non era possibile, non ci voleva credere. Aveva solo 11 anni. E mi disse, sempre piangendo, “sai non avevo nemmeno il ciclo, ero solo una bambina”. Non ci volevo andare in oratorio, “ma cosa dicevo ai miei genitori, lo so che non mi avrebbero creduta e sarei stata anche punita per aver sollevato gravi accuse contro un uomo di dio”. Nel corso del tempo le attenzioni si fecero sempre più spinte,  lui la minacciava costantemente che se avesse parlato l’avrebbe distrutta, poiché nessuno le avrebbe creduto data la buona reputazione di cui falsamente godeva avrebbe avuto tutto il paese contro, persino i suoi genitori. Le molestie, gli abusi sessuali,  le violenze psichiche, fisiche, andarono avanti per molti anni, sino a quando sprofondò in una forte depressione che la portò a far uso di farmaci per contenere gli stati d’angoscia e il mal di vivere che la schiacciavano. Fu in quel momento che la ragazza confidò ai suoi genitori quanto gli era successo. Avvertirono immediatamente i superiori del prete per far presente l’accaduto, gli risposero che avrebbero indagato, ma che non avrebbero dovuto divulgare la notizia sino a quando non fossero stati certi che quel prete fosse colpevole. Si venne poi a sapere che altre bambine furono molestate e abusate da quel lercio essere, cosi che la Curia dovette per forza prendere provvedimenti contro il pedofilo stupratore, il quale scomparve e di lui non si seppe più nulla. I genitori della ragazza per evitare la malignità crudele ed ignorante  degli abitanti del paesino, che nonostante le prove evidenti e schiaccianti avvalorate da numerose altre testimonianze di abusi perpetrati per anni sulle piccole vittime,  dimostravano di essere dalla parte del ‘’povero prete’’, tanto bravo e buono, ma ovviamente sedotto dalle giovani bambine, e la carne si sa è debole, cambiarono città, non poteva sopportare anche questa ennesima ingiustizia. Poi mi disse che nel nuovo paese in cui si era stabilita si trovava bene, aveva fatto nuove amicizie e piano piano  stava ritornando a ritrovare se stessa. Sino a quando un giorno incontrò per strada il prete pedofilo. Mi disse che rimase pietrificata e dentro sentii un gran dolore  che voleva urlare fuori. E piangendo ancora di più mi disse’’ Capisci? Non gli hanno fatto nulla,  lo hanno solamente spostato di parrocchia! Ha rovinato la mia vita e quelle di tante altre ragazze come me, e non gli hanno fatto nulla. Io devo andarmene di qua, non posso restare dove è lui, ma non sono io che dovrei fuggire, lo capisci..lo capisci..”

 

Antonella

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Picchiati dalle suore

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Vorrei testimoniare, tramite i racconti di mia mamma, i comportamenti poco consoni da parte delle suore che insegnavano nell’istituto che lei frequentava. Mia mamma, ha ormai 62 anni, lei ebbe esperienze con le suore a partire dall’età di 6 anni, in quanti la scuola che frequentava era appunto gestita da esse. Mia madre in prima persona, non ricevette mai particolari attenzioni in quanto è sempre stata molto sottomessa, precisa, calma e silenziosa, che segue le regole, ma molti dei suoi compagnetti di quegli anni purtroppo di attenzioni violente ne hanno subite sì, e tante. Mi ha raccontato diverse volte (confermandomi appunto che non sempre sono così dolci come vogliono dar a vedere) che, ad esempio, non potevi permetterti di stare disattento durante le lezioni giornaliere. È capitato più volte infatti, che suoi compagnetti se beccati durante le ore semplicemente disattenti alle spiegazioni date dalle suore, venivano puniti fisicamente, con schiaffi e botte violente. La stessa cosa accadeva se si parlava o si disturbava la lezione con rumori e chiacchiere varie. Ovviamente, non mancavano le punizioni fisiche anche nel caso in cui uno studente si presentava a lezione senza aver portato i compiti assegnati e svolti totalmente. Le punizioni, come già scritto erano fisiche: i bambini venivano presi e picchiati anche con bacchettate di legno duro, date in maniera forte, sulle mani davanti a tutti gli altri bimbi, mortificandoli.

 

Arya

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La setta dei testimoni di geova

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Oggi vorrei parlare di un’esperienza che ho potuto vivere molto da vicino, che riguarda una ragazza

con la quale ho passato alcuni anni di scuola alle superiori. Ciò di cui vorrei parlare, ha a che fare

con la religione che segue questa ragazza, in poche parole lei è testimone di geova come ovviamente tutta la sua famiglia ed il gruppo con il quale lei (assieme ai genitori) ci si incontrava, si può dire anche che ci era cresciuta.

All’epoca eravamo davvero delle ragazzine, avevamo 14/15 anni e si sa, a quell’età tutto è diverso ed è anche normale che si inizi ad avere la curiosità e cercare le prime esperienze.

Ricordo che nella nostra scuola c’era un ragazzetto della nostra età, forse poco più grande di noi,

che piaceva davvero tantissimo alla mia amica. Lei mi parlava sempre di quanto fosse carino, durante le ore di lezione in quanto fuori dalla scuola non voleva mai frequentarmi e, la stessa cosa, la rividi in un’altra amichetta delle elementari anch’essa testimone di geova. Ci frequentavamo in ambiente scolastico, ma mai che volevano partecipare ai miei compleanni, o giocare insieme e uscire al di fuori della scuola perché per loro era proibito frequentare persone che provenissero da mondi diversi, rispetto il loro.

Ed infatti, questo fu motivo di problemi per entrambe.

Questa ragazza con la quale ho passato alcuni anni delle scuole superiori, mi raccontava sempre che

non poteva permettersi di farsi piacere un ragazzo che non fosse della sua stessa religione, ma era così forte l’interesse per questo ragazzo che voleva rischiare ugualmente, facendo di nascosto dai

propri genitori. Inizialmente non capivo, ma non passò molto tempo prima che compresi effettivamente cosa sarebbe successo se l’avessero beccata.

Nei primi periodi si incontravano sempre nei corridoi durante la ricreazione, scambiandosi qualche

sguardo, lei era così felice di poterlo vedere che ogni giorno nell’ora della merenda mi trascinava

per tutto l’istituto a passeggiare con la scusa di poterlo vedere e salutare timidamente da lontano.

Ebbe in un secondo momento il coraggio di chiedergli il numero, ed iniziarono a parlare tramite i vecchi sms, scambiandosi messaggi innocenti per conoscersi e per parlare della scuola. Nulla di particolarmente strano o eccessivo, in quanto qualcosa mi faceva leggere, altre cose invece le cancellava dal proprio telefono per evitare che i suoi genitori potessero trovare prove per lei pericolose.

Una mattina, qualche settimana dopo aver instaurato un buon rapporto con questo ragazzo, lei venne a scuola ed era davvero triste. Ovviamente le chiesi le motivazioni e lei, in preda alla disperazione scoppiò a piangere perché i suoi genitori la vedevano troppo al telefono anziché¨ fare i compiti, glielo tolsero e trovarono alcuni messaggi non cancellati dove vedevano che, con questo ragazzo, parlava anche di cose differenti dalla scuola. Così iniziarono a sospettare di lei, che si giustificò con varie scuse per proteggersi dai genitori. Loro si arrabbiarono così tanto che mi raccontò venne picchiata più volte, il telefono gli fu sequestrato, non poteva usarlo nemmeno per chiedere ai suoi compagni di classe i compiti se assente. Era costretta a venire a scuola la mattina, tornare a casa e rimanere rinchiusa nella propria stanza in punizione. Lei era così terribilmente spaventata e triste, che provavo davvero tanta tenerezza per lei e per ciò che stava vivendo. Era così assurdo, surreale, ma si possono avere delle reazioni così disumane, verso una ragazzina, per una cosa del genere?! La cosa che più mi fece pensare, stupire in un primo momento ma poi dopo mi fece davvero arrabbiare, è stata la sua totale dipendenza dalla sua famiglia, i suoi sensi

di colpa per non essere una brava figlia, e la paura di essere cacciata via. Si, esatto: CACCIATA VIA.

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Questo, perché i genitori, dopo aver scoperto che si sentiva con un ragazzino che non era testimone di geova, presero il telefono e lessero i messaggi della ragazza durante un incontro con tutti gli altri testimoni di geova facenti parte del suo stesso gruppo, facendola sentire terribilmente sbagliata, derisa, umiliata…Il tutto per poter decidere assieme al gruppo intero, cosa dovessero fare di lei: ovvero se meritava di far parte della loro famiglia e del loro gruppo, oppure se doveva essere “scomunicata” e cacciata via, buttata in mezzo ad una strada, come se fosse stata la peggior prostituta o criminale che potesse esistere all’epoca. Ma era loro figlia, un’adolescente educata e che si comportava bene con tutti.

Vedere questa mia amica come stava e come veniva trattata, è stato terribile. Ma ancor di più, mi ha fatto veramente tanta impressione come lei accettasse tutto ciò, e come sperasse di tornare ai loro occhi la ragazza perfetta, obbediente e sottomessa come è sempre stata. Più volte presi con lei il discorso, venendo da una famiglia completamente diversa e con principi nettamente più umani e sani, perché davvero volevo capire come mai accettasse tutto questo e lo ritenesse giusto e normale questo loro modo esagerato di reagire, e di punirla. Lei si era sentita sporca, una traditrice nei loro confronti, ed è terribile che una ragazzina di 14 anni si debba sentire così con la propria famiglia! Venne minacciata di esser portata via dalla scuola se non avesse smesso di sentire questo ragazzo,

cambiandole istituto perché non doveva assolutamente avere atteggiamenti di questo tipo con persone non appartenenti alla stessa religione sua. L’ho incontrata recentemente a distanza di anni, sposata con un uomo più grande di lei, testimone di geova anch’esso, con due figlie. Mi domando quanto davvero sia felice della vita che le è stata sostanzialmente imposta, sin dalla nascita. Una cosa che ho notato nei testimoni di geova è la loro aggressività e il voler imporre ad ogni costo ciò che insistono che per loro sia giusto. Ho avuto modo di interfacciarmi con diversi di loro, come si suol dire predicano bene ma razzolano male, fuori mantengono la facciata ma poi di nascosto dietro le quinte sono peggiori di chi fa le cose alla luce del sole.

Uno di essi, da sposato, seppur loro abbiano l’obbligo da quel che ho potuto vedere, di sposarsi solo tra di loro, ha tranquillamente tentato in maniera spudorata, maleducata ed inopportuna di approcciare con mia madre che non è testimone, seppur ripeto lui sia SPOSATO. Ho notato in diversi di loro anche la facilità nell’essere attaccati ai soldi e nell’essere approfittatori, difatti mi è capitato più volte di offrire il mio aiuto in ambiti diversi e anche a livello monetario, magari offrendo qualcosa o prestando soldi perché li chiedevano sfacciatamente. Questi soldi si accumulavano e non tornavano mai indietro alla fine!!! Oltre questi episodi, c’è da dire che

tutti quelli con i quali ho avuto a che fare sono davvero insistenti, nel perseguitarti a casa e nel convincerti di ciò che predicano che sia giusto, tirando in ballo cose assurde. C’era una coppia di anziane che pretendevano di venire sempre in casa mia per parlarmi del loro credo, parlando di cose assurdamente contraddittorie ma per loro era importante che tu avessi dovuto sentirti assolutamente sottomesso ad un falso dio, a false credenze, a violenze imposte con insistenza e forza. Ogni qual volta gli facevo notare le loro contraddizioni, oppure i loro discorsi senza senso e con scopi violenti e assurdi (ad esempio, se una donna si sposa con un uomo che dopo il matrimonio diventa violento, è proibito divorziare e deve prendersi le botte e le violenze altrimenti vai contro il volere di

dio, perciò devi stare zitta e subire, sennò sei una prostituta) il loro sguardo falsamente dolce e calmo puntualmente cambiava, assieme al tono di voce che si faceva più imponente, ad imporre di credere a loro e non alle assurdità dette da chiunque altro.

 

Arya

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La cessione dei figli

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Mio papà ha moltissimi fratelli e lui è il più piccolino, la famiglia era povera e viveva con il latte delle mucche, il fieno, qualche frutto come le pere o le nespole come tutte le famiglie nel paese.

Nella sua famiglia, ma comunque sentendo in giro era cosa abbastanza comune, i bambini venivano presi direttamente dalle suore o dei frati quando erano piccolini.

Io sapevo di queste usanze perché un giorno di moltissimi anni fa mi era stato spiegato che le famiglie che avevano figli di troppo e non riuscivano a mantenerli li davano appunto via, dove sarebbero cresciuti nutriti, affidandoli alle cure di queste case. Purtroppo a quei tempi la nutrizione era il problema principale! Quindi quasi tutte le famiglie avevano frati parroci e suore al loro interno, anche se moltissimi oggi sono morti perché parlo di vicende occorse quasi 90 anni fa!

Una mia zia che adesso è defunta, era stata assegnata ad una casa di suore in un’altra regione, quando veniva al paese in estate doveva essere alloggiata presso la casa delle suore del mio paese, ma per mangiare doveva andare a casa dei miei nonni e zii. Questo perché essendo di una casa diversa legata ad una santa diversa, loro non potevano darle i pasti…già questo mi pareva molto strano.. le suore sono votate all’aiuto incondizionato ….ma la condizione soldi è sempre presente! Poi comunque in sé la casa del mio paese era abbastanza benestante perché gestiva il nostro asilo, solo di recente è stata chiusa. Questo per dire che praticamente comperavano le persone adulte per “vendere” i bambini per ingrossare le loro schiere e crescerli a loro immagine e somiglianza, ma poi qualche volta non è che proprio lì tenevano bene questi ragazzini! Questa zia suora non mi piaceva molto, mi faceva molta paura, era sempre arrabbiata e ammosciata. Era sempre macchiata nella sua divisa grigia, ma mia zia la “sistemava” sempre per benino. Non so davvero cosa abbia patito nella sua vita, sicuramente ha patito di molti stenti e anche a livello morale lei comunque è stata buttata via dalla famiglia!!

Ma la vicenda che mi ha più colpita mi è stata raccontata alla riunione di famiglia per ricordare la morte di mio zio, un frate. Lui era una bellissima persona, anche missionaria, ma la sua priorità era il bene degli altri, era proprio la sua vocazione, la sua missione! Il suo fratello frate ci ha detto quando siamo andati a vedere la salma che lui meditava ogni giorno e passava molte ore in contemplazione. La sua morte è stata strana. La salma era strana. Dicono si sia arrampicato su un muretto, a 90 anni circa  e poi caduto si sia rotto in diverse parti.  In ospedale gli hanno trovato il covid e puff morto, era giugno 2021. Era denutrito, uno scheletro, quasi irriconoscibile Io e mia cognata siamo convinte che l’abbiano ammazzato in ospedale se non addirittura sostituito con un altro…era diversissimo.

Mia zia ci ha raccontato che lui quando era piccolino tipo verso la fine delle elementari dopo essersi perso nei boschi sopra casa è stato trovato ( circa 20 km lontano) da un addetto al reclutamento giovani  e portato direttamente a Napoli proprio all’estremo di dove abitava… piccolino!!!!! Poi lui è stato in grado di studiare, addirittura laurearsi – a quei tempi era difficile – e poi ha sempre insegnato nella scuola di questi frati. Lui ha passato una vita di rinunce, non poteva acquistarsi i vestiti e non poteva possedere nulla… i tesori che ha lasciato sono un orologio,  una torcia, un diario, una conchiglia. Le ultime volte che l’ho visto, prima che lo mettessero in questa specie di casa per anziani ( comunque bellissima e veramente era una bella famiglia di persone – solo uomini – che si amavano l’un l’altro accettandosi ) era veramente sempre sporco e puzzolente. Ma io lo ho amato moltissimo e ancora oggi per me è importante, lui brillava dentro!!!! Non so sinceramente che fatti siano successi nella sua vita e mai vorrò indagare, ma a percezione soffriva molto la mancanza della famiglia, ma aveva trovato dentro di lui la salvezza.

 

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Quando il fratello frate ci ha detto “lui aspettava sempre con ansia la domenica per telefonare a casa e la sua voce felice rimbombava ovunque mentre era al telefono” io ho provato un dolore terribile.

Sono stati portati via da casa, dagli affetti dei genitori e dalla vita di scherzi, litigi, lavoro e affetto dei fratelli. Qualcuno altro ha deciso della sua vita, non lui. Certe decisioni andrebbero prese in età adulta, non possono certo essere subite da creature così piccole!! Portati via dalla Chiesa. Rubati.

 

Il video dei lebbrosi

Le suore contro cui io personalmente non ho nulla, sono sempre stata trattata bene ( ma ero la nipote della Maestra – persona moooolto importante a quei tempi – e nipote dell’anziano del paese – il nonno) mi hanno fatto sempre un po’di soggezione perché le trovo esseri molto subdoli, dedite sempre a fare qualche maneggio speciale per portare poi guadagno o regalie varie alle persone che loro volevano. Ovviamente non faccio di tutta l’erba un fascio, ma quando vedi che i bellissimi premi per la lotteria donati dai negozianti vengono messi a parte, i più belli, per regalarli a parenti o agganci vari…. Insomma una piccola mafia: le suore.

Noi passavamo i pomeriggi a giovare nei prati oppure dalle suore che avevano i campi da pallavolo e molti giochi aperti per tutti noi, tipo il calcetto o giochi da tavolo, le marionette etc. L’esperienza più brutta che ricordo è quando siamo stati costretti alle elementari (dalle suore appunto)  a vederci un film documentario infinito su qualche missionario pieno di piaghe. Io sono rimasta sconvolta e per molte settimane sono stata lontana dalla vasca da bagno. Praticamente si vedeva questo signore pieno di piaghe che si immergeva nella tinozza di acqua per lavarsi ed una signora affianco lui che piangeva disperata. Era finzione ovviamente ma noi eravamo piccolini ed abbiamo visto un uomo condannato alla morte. Praticamente si era immerso in acqua bollente. Significava avere una malattia mortale, forse la lebbra, insomma lui era morto nella vasca con tutta la pelle che si staccava bruciata perché la sua malattia non gli consentiva di sentire la temperatura dell’acqua.

Il mio coscritto.

Prima di raccontare la vita di questo mio coscritto, vi racconto l’epilogo.

Lui me lo ha raccontato come fosse una cosa normale e io ci sono rimasta male, perché non ero molto aggiornata sulla sua situazione recente ed ero rimasta alle vecchie notizie.

Praticamente in gita con il coro parrocchiale sono partiti dal paese e quando sono arrivati a destinazione, dove dovevano cantare delle canzoni, erano tutti ubriachi fradici. Tutti cattolici ferventi donatori etc, in libera uscita, ubriachi completi. Un’altra coscritta, anche lei in gita, ha registrato pure i video!

Lui è sempre stato fin da piccolo un ragazzino particolare. Siamo cresciuti insieme, eravamo 8 coscritti. Lui amava servire la messa, suonava le campane, faceva il chierichetto, amava passare ore in chiesa, aiutava il parroco, diceva la messa per finta e la sapeva a memoria. Conosceva i vangeli e la bibbia, addirittura preparava le letture della messa e le sapeva a memoria.  Quindi nessuno di noi era stupito quando è entrato in seminario, anzi gli abbiamo fatto una festa bellissima perché se quello era il suo desiderio più grande, noi lo rispettavamo ovviamente.

 

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Lui ha iniziato a frequentare per qualche anno, poi purtroppo non riusciva, era un po’ in difficoltà a studiare, insomma era un pochino “corto”, comunque sia lo hanno cacciato via.

Questo ragazzo, figlio unico, proviene da una famiglia ricchissima con moltissimi ettari di mele, quindi il papà non era certo contento della scelta del figlio.

Quindi una cosa più l’altra lui ha lasciato il seminario, dedicando comunque la sua vita libera dall’agricoltura, alla chiesa.

Un giorno è entrata nella sua vita una ragazza straniera che dai e dai è riuscita a sposarselo.

Tutti gli hanno augurato il massimo bene, ma nessuno è stato sorpreso quando lei è scappata via. Lui non era in grado di consumare l’atto.

Oggi lui ha trovato il modo di mettere la sua vita a servizio degli altri in… politica!

Ho voluto raccontare questa storia solo per lasciare intendere le manipolazioni che lui ha subito da tutti.

Nella sua testa e nelle sue azioni era così lineare nel suo volere di servire la Chiesa. Lui era così devoto così giusto e così corretto nel seguire la morale cristiana e tutti i suoi dettami e regole e valori, non era ammissibile per lui sgarrare e o compiere reati, atti impuri, anche a parole era sempre morigerato. È quel genere di persona che si toglie il cibo di bocca per darlo agli altri.. Amava veramente la chiesa e tutto quello che rappresentava, per lui.

Per questo non andava bene. Alla chiesa servono servitori subdoli, fraudolenti, mentitori non servono le persone pure di cuore!!!

 

La benedizione papale

Questa che racconto non è espressamente una vicenda negativa, ma inquadra alcuni personaggi che girano nel mondo ecclesiastico, un mondo dedito al silenzio, alla preghiera, alla rinuncia, all’aiuto incondizionato…. Si! Certo.. mentre dormono!! Quando mi sono sposata, ormai moltissimi anni fa, la zia di mio marito, una suora, per farci un regalo (!) ci ha donato la benedizione del papa. Premetto che mi sono sposata in Chiesa anche se ero non frequentante da tantissimi anni e anche mio marito non frequentava, ci sposammo lì perché semplicemente lo fanno tutti. Non si poteva certo essere diversi e farsi guardare dietro da tutti!!!  La suora per descrivere il personaggio è sul genere “furbetta” apparentemente molto buona senza dubbio, ma con una tendenza a tirare l’acqua al suo mulino. Questa una sua frase recente “ come è possibile che prima di  un funerale recitino anche il rosario? La tirano troppo per le lunghe!!” Fatto sta che a vederla, ha 91 anni, capisci benissimo che vita travagliata e dedita alla cura degli altri e alla rinuncia dei piaceri terreni ha avuto… molto ben pasciuta e soddisfatta. Comunque felice lei, felici tutti! Fatto sta che ha chiesto questa benedizione al papa che è arrivata via posta. Noi non ne sapevamo nulla perché doveva essere una sorpresa (!). Mia mamma riceve una telefonata del parroco del tempo, altro essere ignobile dedito all’alcool e a passare il tempo a mangiare e bere a sbaffo dei compaesani e a fare compagnia spesso e volentieri alle signore lasciate sole dai mariti al lavoro. Nota a margine era davvero un bell’uomo sulla quarantina, ben tenuto dalla perpetua, e molto socievole e divertente. Infatti si è scopato mezzo paese…  Fatto sta che lui ha telefonato incavolato che per ritirare questa benedetta benedizione bisognava pagare!!!  Mia mamma l’ha mandato a farsi benedire perché comunque benedizione a parte non lo tollerava affatto! Comunque poi questa pergamena è arrivata, pagata dal gentile parroco, ed è ancora sigillata nel suo tubo.

 

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Il giorno che ho scelto di non frequentare più la Chiesa

Me lo ricordo come fosse ieri. Ricordo perfino l’angolazione della luce che entrava nel confessionale.

Premetto che io in genere sono, meglio ero molto svagata con la testa piena sempre di mille fantasie. Quindi alla catechesi non ascoltavo praticamente mai.

Era il giorno del sacramento della prima confessione.

Sono entrata in questo confessionale e dietro la grata c’era il parroco che ovviamente mi conosceva molto bene. Io mi sono resa conto che si aspettava qualcosa da me, ma non sapevo proprio cosa…quando dico che ero disattenta intendo proprio questo..non ascoltavo nulla..

Lui ha iniziato a dirmi “sicuramente non hai fornicato” e io non sapevo cosa significasse poi mi dice “ma hai sicuro litigato con e dice il nome di mio fratello” Al che io mi sono sentita oltraggiata, purtroppo questa mia maschera diciamo di giustizia è sempre all’erta e ho pensato che cavolo vuole questo di sapere i miei affari. Sono andata via arrabbiata.

Qua ho deciso che non avrei più frequentato. Poi ovviamente i genitori e soprattutto mia zia mi hanno costretto a prendere la cresima, ma in chiesa sono andata veramente poco dopo quel giorno, forse giusto ai funerali e appunto alla cresima.

Questo evento lo ho vissuto come negativo e mi ha tormentata per molti anni.  In questo caso l’evento non è negativo come episodio ma quello che ha scatenato. Ovviamente io ero diversa, la diversa. Per molti anni ho avuto timore di incontrare il parroco o le signore della chiesa che mi avrebbero additata e addirittura sgridata.

 

Fiamma

 

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ESPERIENZE CON I SALESIANI

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L’esperienza che voglio raccontare non riguarda me direttamente bensì è la testimonianza del mio compagno e di come ha vissuto gli anni delle scuole medie dai preti salesiani. Era un ragazzino alquanto vivace e i suoi genitori, un po’per punizione e un po’ perché la credenza in quegli anni era che dai preti imparavi meglio lo studio, decisero di mandarlo in collegio dai salesiani, fortunatamente solo pomeridiano senza rimanere a dormire la notte. Nei suoi ricordi ci sono per lo più momenti di paura e di angoscia, pochissimi momenti piacevoli. Bisogna premettere che lo studio in quei collegi era molto ben strutturato, con insegnanti (preti) madrelingue in caso di lingue straniere ed altri molto preparati, ma ciò non toglie che le regole rigide a cui dovettero sottostare dei ragazzini adolescenti erano davvero esagerate. Erano anche anni in cui se tornavi a casa e raccontavi che il prete ti aveva ripreso o picchiato davano sempre la ragione al prete, pensando che fosse il ragazzino in torto, quindi un periodo molto difficile, dove il potere della Chiesa era molto alto sulle menti delle persone. Alcuni suoi ricordi terrificanti li porta ancora con sé nei gesti di tutti i giorni, nelle piccole cose, tanto che il trauma era forte, e qui voglio elencare i più vividi e degni di nota, per testimoniare quanto cattivi e senza pietà fossero i preti salesiani con dei ragazzini indifesi. Il primo e più importante riguarda il cibo, il mio compagno mi racconta che andare in mensa ogni giorno era una tortura, in primis perché gli alimenti cucinati erano di scarsa qualità e per niente buoni, e poi perché non era assolutamente permesso avanzare del cibo nel piatto, se succedeva te lo facevano ingurgitare a forza fino a farti vomitare e poi, come è logico pensare, ti facevano pulire il tuo vomito solo con uno straccio in ginocchio. La pasta era perennemente scotta e lui ha ancora questo piccolo trauma adesso che è adulto, se la pasta è scotta non la mangia. Se avanzavi il pane invece era ancora peggio, perché te lo facevano riporre sotto al tavolo, nel tuo posto, e il giorno dopo dovevi alzarti in piedi davanti a tutti e mangiare il pane duro e raffermo fino all’ultimo boccone… l’umiliazione era proprio di farlo davanti agli altri, così che prendessero esempio e nel mentre il ragazzo si sentisse a disagio.

Tutti i giorni prima e dopo pranzo, anche se fuori faceva freddo, dovevano stare in fila all’esterno del refettorio per un po’ di tempo in attesa di entrare a pranzare e molte volte senza un cappotto o una giacca a vento con giornate molto rigide, questo anche dopo il pasto così che una congestione fosse dietro l’angolo. Un giorno c’era la neve e il prete si era raccomandato di stare fermi e muti e non toccare la neve, ma un ragazzo per giocare si è abbassato e ne ha preso un pugnetto tirandolo in aria, al che il tiranno di turno ha tirato fuori il manganello (sì, perché i preti giravano provvisti di manganello alla cintura) e lo ha picchiato quasi a sangue, per poi farlo entrare a mangiare con le ferite sanguinanti, senza medicarlo, in modo che tutti potessero vedere e comprendere come ci si doveva comportare. Il cibo da casa era vietato e guai se ti trovavano a scartare una caramella o a mangiare un biscotto, erano mazzate, quindi i ragazzi lo facevano di nascosto ma correndo grossi rischi. Andare la domenica a messa era d’obbligo e se ti rifiutavi di alzarti per leggere il salmo nella settimana passavi dei grossi guai, si può quindi immaginare come la maggior parte di loro sia cresciuta avendo un forte astio verso la Chiesa e cercando di entrarci il meno possibile. Insomma qualsiasi cosa facessi fuori dalle loro regole erano botte o note scolastiche, che a quei tempi volevano comunque dire botte dai propri genitori a casa. Un altro ricordo molto vivido è quello della colonia estiva. D’estate questo gruppo di salesiani era solito portare i ragazzi in montagna un mese e lì fargli fare lunghe camminate o mestieri che i ragazzini a quell’età non hanno voglia di fare, ma fin qui niente di catastrofico, anzi, è un imparare le buone maniere facendo i mestieri.

 

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Il brutto era che li facevano dormire in stanzette singole molto anguste e fredde, tipo quelle dei conventi di clausura, con insetti in ogni dove e vespe nella plafoniera del lampadario, da soli senza un minimo di comodità. Li facevano marciare in fila e sbucciare le patate, come durante la leva militare, e i genitori non potevano andarli a trovare se non una volta ogni 15 giorni. Ora è da rendersi conto che a quell’età se sei fuori casa hai voglia di vedere i tuoi genitori più spesso, ma niente, non era permesso. Anche la colonia è stata traumatica e forse è per questo che il mio compagno non ama per nulla la montagna d’estate… sono traumi indelebili che rimangono per tutta la vita a livello sottile. Come ho già scritto lui non rimaneva la notte a dormire, a differenza di molti suoi compagni, quindi non sa cosa succedesse in quelle ore, anche perché nessuno di loro gli ha mai raccontato niente. Sono sicura che i fatti non fossero buoni e cose brutte succedessero, soltanto che i ragazzi provavano troppa vergogna a raccontarlo ad altri e tutto è rimasto nascosto e poi nel dimenticatoio. Se eri figlio di persone ricche, benefattori verso la Chiesa ed il collegio, allora venivi trattato con i guanti, per tutti gli altri c’era solo merda da spalare, passatemi il termine. Altri ricordi non sono molto vividi, quindi mi fermo qui, però già così traspare la crudeltà di questi esseri spregevoli che non avevano nessuna pietà, contro dei ragazzini che non si potevano difendere, anzi, venivano anche accusati a loro volta se solo provavano a raccontarlo ai genitori a casa… preti che di magnanimo non avevano nulla, impuniti e convinti di essere dalla parte del bene e genitori bigotti e buonisti fino all’assurdo. Di buono c’è soltanto che la maggior parte di questi ragazzi non ha preso poi una direzione sbagliata o uno sbandamento e mi chiedo quanto abbiano dovuto soffrire a passare gli anni che dovrebbero essere il ricordo più bello nelle mani di questi tiranni maledetti!

 

Ile376

 

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Che vuoi farci, gli piacciono i bambini

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I palpeggiatori e i molestatori di ragazzini

Don Palpa e Suor E. sono due personaggi che hanno gravitato nella mia infanzia e adolescenza, sebbene io non abbia avuto esperienza diretta, per fortuna.

Suor E. era una suora dedita all’aiuto compiti dei ragazzini delle medie. Nella sua generosità aiutava tutti i ragazzini, soprattutto quelli ricchi, che appunto la strapagavano in contanti. Io ovviamente non facevo parte di quella schiera visto che la mia famiglia era normale e non ricchissima come quasi tutti intorno a noi, decisamente non sono mai stata aiutata. Lei portava i ragazzini e le ragazzine a studiare, uno per volta, nel boschetto di Suor E., posto che esiste ancora oggi.

Io ricordo poco di quei tempi e dei comportamenti non proprio corretti della suora nei confronti dei ragazzini, ricordo solo le frasi dei miei genitori sussurrate “schifo… schifo…” quando hanno visto una scena riprovevole. Poi un giorno è successo qualcosa di grosso e alla suora hanno cambiato casa e regione.

La stessa sorte è toccata a Don Palpa che come si capisce dal nomignolo amava appunto palpeggiare le ragazzine. Io ero esclusa perché non ero degna di attenzione non essendo proprio una bella ragazzina, che sfortuna!! Comunque durante una lezione di religione, lui era appunto insegnante alle medie, ho visto benissimo anche io la palpeggiata. A quei tempi fra di noi studenti ridevamo della cosa, ma le ragazzine comunque si sentivano violate anche se non era facile esprimerlo proprio perché la debolezza del prete era conosciuta e tollerata. Vedi nomignolo conosciuto da tutti. Pensare che ragazzine in via di sviluppo ancora acerbe vengano violate così con leggerezza mi fa schifo e ancora di più il contorno, il Don ci portava anche in campeggio… Ad un certo punto è sparito.

Mi viene in mente una frase in dialetto che sentivo spesso dire sul suo conto “che vos farge ge’ pias i putei”, che in italiano sarebbe “che vuoi farci, gli piacciono i bambini”.

Il prete ladro

Un personaggio ecclesiastico del quale voglio raccontare è stato un prete al paesino dove sono nata, un paesino di 500 persone. Io già abitavo in un altro paesino piccolo e mia mamma portava a passeggio mia figlia, la teneva lei mentre io ero al lavoro. Mi ha raccontato che la mia piccola, aveva sì e no 15 mesi appena, sotto la canonica aveva iniziato ad agitarsi e questo parroco era sceso per salutare e lei si era disperata urlando come una pazza. Terrorizzata. Il fatto era curioso tant’che mia mamma lo racconta ancora oggi dopo 15 anni! Questo parroco alla sera praticamente ha raccolto tutti i soldi della parrocchia ed è scappato. Nessuno l’ha più trovato e nemmeno i soldi. Tengo a precisare che il paesino di 500 persone del quale scrivo è abitato soprattutto da persone molto ricche (ahah io no) e molto tirchie tranne che per la Chiesa alla quale donano, donano, donano… anche le loro intere eredità una volta deceduti, anziché destinarle ai propri figli o nipoti. Rendiamoci conto della manipolazione mentale che viene fatta ai “fedeli”.

 

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Il colloquio con il parroco

Il parroco che mi ha cresciuto (nel senso che è stato parroco per moltissimi anni al mio paese) era apparentemente molto buono e molto amato da tutti. Ancora oggi lo ricordo con affetto e molta commozione perché era veramente una bella persona, con i suoi limiti ovviamente, purtroppo ha avuto una morte terribile, trascinato per moltissimi metri da una macchina. L’evento negativo però c’è stato anche con lui. Praticamente si era messo in testa che ogni ragazzina del paese di ogni età in via di sviluppo dovesse avere un colloquio con lui. Una alla volta le ragazze venivano contattate per un appuntamento in canonica. Tutte mi dicevano: “Preparati, è bruttissimo, ti fa domande, ti dice cose strane, parla del sesso…”, figurarsi delle ragazzine delle medie in quegli anni il pensiero del sesso era anni luce lontano… sicché io mi sono terrorizzata. Quando è stato il mio turno a me non ha detto nulla di che. Ovviamente io devo sempre essere diversa, boh!! Ricordo solo il movimento nervoso della sua mano che alzava e abbassava la zip del maglione (adesso ovviamente lo interpreterei diversamente) e un discorso strano sul lavarsi la faccia col sapone e non solo con acqua come fanno i gatti. Evidentemente io non ero idonea a certi discorsi e a me non li fece perché non mi vedeva adatta, ma le altre ragazze sono rimaste sconvolte dai discorsi che a loro fece riguardo al sesso, di cui però non vollero dirmi di più.

Riguardo alle suore, aggiungo questo appunto che serve ad inquadrare la falsità dei personaggi che giurano di seguire una vita casta e pura: una mia compaesana mi ha raccontato delle storie su queste suore e sulle visite quasi giornaliere al pronto soccorso dove lei lavorava, in cui le suore si recavano per farsi estrarre vari tipi di verdure, per lo più zucchine, dal corpo. Le usavano per provare piacere.

 

 

Fiamma

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La Chiesa negli anni ’50 e ’60

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Negli anni ’50 – ’60 il sacerdote e il sindaco erano considerati le principali autorità del paese, poi venivano gli insegnanti della scuola. A noi bambini veniva insegnato il massimo rispetto verso tutti. A scuola c’erano gli insegnanti che ci picchiavano, ci facevano mettere le mani dritte in avanti e con il metro di legno, che era grosso quanto un bastone, ci picchiavano su di esse. C’era chi piangeva e chi faceva uno sforzo tremendo per non urlare. Ai nostri genitori non potevamo raccontare nulla, perché se fossero venuti a sapere che avevamo trasgredito, le avremmo prese pure da loro. Non ci avrebbero difeso, ma punito doppiamente. Allo stesso modo si comportava anche il prete! Avevamo lezione di catechismo a scuola con lui due volte alla settimana, senza contare che anche tutte le domeniche dalle 14:00 alle 15:00 avevamo un’altra ora di religione in chiesa, e ogni volta ci dava da studiare a memoria cinque domande e cinque risposte sulla religione. Se non avevamo imparato a memoria il compito ci picchiava sulle mani oppure ci faceva scrivere 50 o 100 volte la domanda e la risposta. Solitamente per le ragazze optava per la punizione scritta, mentre per i ragazzi sia per la punizione scritta che corporale. Un’altra tortura che il sacerdote compiva sui bambini, era chiudere la mano destra in un pugno e con il dito medio piegato spingeva nel centro del cranio di chi disobbediva, finché questi non piangeva dal dolore. Questi erano i metodi utilizzati per piegare i bambini che trasgredivano alle regole.

Eravamo obbligati ad andare in chiesa tutte le mattine prima di andare a scuola, oltre che nei giorni festivi, e c’erano sempre delle donne incaricate di accudire noi bambini e fare in modo che non chiacchierassimo o parlassimo tra di noi, altrimenti volavano i ceffoni. Anche i chierichetti, se sbagliavano qualcosa quando servivano la messa, venivano picchiati, per di più ad ogni messa ricevevano 10 lire per il loro servizio, ma se durante la celebrazione avevano sbagliato qualcosa si giocavano il loro compenso. I nostri genitori non si opponevano mai a tutta questa violenza, nonostante a volte la vedessero con i propri occhi.

Ci è sempre stato insegnato che Dio era molto severo e ci puniva, quindi dovevamo temerlo. Io penso che se non fosse stata per la mia forte devozione a Dio e a Gesù, da grande in chiesa non ci sarei più entrata, infatti tantissime persone, tra cui anche gente della mia famiglia, non appena hanno potuto, in chiesa non ci hanno più messo piede. Di sei fratelli, l’unica che ha continuato a frequentare la chiesa sono sempre stata io. L’ho frequentata tutta la vita perché era l’unico modo che conoscevo e che mi era stato insegnato per cercare Dio, poi negli ultimi anni soprattutto con l’arrivo della Farsa, la Chiesa si è mostrata per ciò che è veramente, ossia un covo dell’oscurità, quindi non ci ho più voluto mettere piede. Sentire frasi del tipo che chi non si vaccina non è un buon cristiano o che il papa ha dato il proprio consenso all’uccisione dei feti per la creazione dei vaccini, mi ha fatto comprendere quanto la Chiesa non c’entri nulla con la vera spiritualità e mi ha fatto scegliere di allontanarmi definitivamente da quel luogo! Tra l’altro in quel periodo iniziai a meditare e a leggere i documenti di ACD, soprattutto quelli sulla Chiesa e su Gesù mi hanno aperto gli occhi su quanta oscurità ci sia dietro questa istituzione.

 

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Un’esperienza negativa con la Chiesa

Per tutta la vita, fino all’inizio della farsa ho frequentato la Chiesa, non conoscevo ACD e la meditazione e la religione era l’unico modo che mi era stato insegnato per cercare Dio. Un po’ di anni fa ormai, per una serie di circostanze mi fu chiesto di aiutare un sacerdote a gestire una piccola chiesetta ed accettai perché inizialmente mi faceva pena in quanto era stato pubblicamente calunniato. Prima era stato accusato di avere tante donne e poi di avere una relazione con un uomo, per questo motivo era stato allontanato e spostato dalle parrocchie che gestiva. Col senno di poi penso proprio che ci fosse del vero in tutta questa faccenda! Prendeva psicofarmaci in continuazione, tremava tutto e prima di celebrare la messa si agitava tantissimo. Il vescovo lo aveva mandato a casa a curarsi con l’ordine di dare una mano in parrocchia, ma nessun prete voleva il suo aiuto e tutti non perdevano occasione per umiliarlo. Guarda caso si liberò il posto di sacerdote all’ospedale, perché il francescano che ricopriva quel ruolo era stato spostato, quindi subentrò lui al suo posto. Inizialmente si comportava con molta umiltà, era ammalato, tutti lo trattavano male ed aveva bisogno di aiuto e sinceramente a me faceva pena. Ad aiutarlo nel suo lavoro eravamo io ed una coppia di anziani, marito e moglie. Inizialmente era molto gentile, poi quando cominciò a recuperare la salute, diventò molto sfacciato, arrogante e pieno di pretese. Non ci ringraziava nemmeno più per quello che facevamo per lui, eravamo trattati come dei servi. Continuava a farci spendere un sacco di soldi per la chiesa dicendoci che ce li avrebbe restituiti, ma ci stava solo prendendo in giro! Una volta gli chiesi se in qualche modo si potevano recuperare le spese e mi aggredì furibondo. Comunque le entrate non gli mancavano, soldi ne raccoglieva, era diventato un banchiere! Quindi in breve tempo tutti e tre lo piantammo in asso, senza giustificarci troppo. Lo lasciammo solo, come meritava! Chissà quante maledizioni ci mandò dietro! All’epoca frequentavo ancora la chiesa e nonostante facessi di tutto per evitarlo, quando andavo a messa a volte capitava che celebrasse lui la funzione religiosa. Quando gli capitava di vederci seduti tra i banchi, durante l’omelia ci insultava pubblicamente senza fare nomi e ci inviava frecciatine, quindi ogni volta che entravo in chiesa e vedevo che c’era lui iniziai ad alzarmi in piedi ed andarmene. Da allora ho sempre detto a tutti la verità sul suo conto, lui non ha nulla di positivo, è una persona molto oscura.

 

Dolores

 

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Scuola dalle suore

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Nonostante siano passati ormai diversi decenni dalla mia età scolare elementare, ritengo opportuno raccontare le esperienze negative vissute da bambino frequentando la scuola elementare dalle suore prima (fino alla terza elementare) e alla statale poi (quarta e quinta elementare). Lo faccio per far sentire la mia vicinanza a quel bambino che ha subito angherie e violenze dagli adulti che avrebbero dovuto proteggerlo, così come sta avvenendo ancora oggi, ai bambini di oggi, seppur con modalità diverse, probabilmente ancora più subdole e oscure. Preciso che a livello conscio non mi ritengo traumatizzato da quanto vissuto nella mia infanzia e ricordo di aver vissuto comunque un’infanzia felice e abbastanza spensierata, forte di un carattere ribelle e combattivo e tendente alla voglia di vivere e sperimentare. Non posso però dire di aver sempre indirizzato positivamente questa mia naturale tendenza al non rispetto delle regole vessatorie che la società, sin da bambino, mi ha imposto. Quindi, senza voler scaricare nessuna responsabilità, mi chiedo (credo lecitamente) se in un ambito di crescita ed educazione infantile più partecipata e amorevole e meno coercitiva, non avessi potuto evitarmi tante scelte errate fatte da grande, che mi hanno portato per molti anni di vita, per errata forma di ribellione, verso le strade deviate dei vizi, che danneggiano l’anima, la psiche e la salute fisica.

I miei genitori lavoravano entrambi per portare avanti la famiglia e quindi già all’età di 2 anni e mezzo, ero all’asilo dalle suore e devo dire che, fino alla prima elementare non ho tutto sommato, ricordi particolarmente spiacevoli del vissuto a scuola, se non un eccesso di disciplina e il fatto che, dato che ero abbastanza inappetente da bambino, subivo le costrizioni delle suore che alla mensa (ai tempi chiamata refettorio) volevano farmi consumare con insistenza e minacce, sempre, tutti i pasti, motivo per il quale prendevo sonore sgridate e al contempo imparai a nascondere il cibo che non consumavo, nei vestiti e nelle tasche del grembiule, per gettarlo via alla prima occasione. Ogni tanto venivo scoperto e segnalato a mia madre, che era abbastanza comprensiva, mi sgridava sì, ma difendendomi anche, dalle arpie mascherate di nero. Iniziata la prima elementare, le cose cambiarono e sotto il regime di Suor Teresa, faccia arcigna e mani grandi, presi veramente tanti schiaffi e per i più svariati motivi, maggiormente per quella che era ritenuta la mia mancanza di disciplina nel non rispettare la regole imposte, tipo (ricordo) l’imposizione del silenzio, l’imposizione di dormire con la testa sul banco dopo pranzo o il rischiare di farmela fare sotto perché mi veniva negato (non ricordo perché) il permesso PERSINO di andare in bagno, situazione che mi portava ad essere molto insistente nella richiesta di andare in bagno, a causa dei dolori e del malessere psicologico (non volevo farmela sotto davanti a tutti gli altri bambini) e a volte, anche a scappare dalla classe inseguito, per andare a farla in cortile nascosto dietro gli alberi. Ancora oggi mi sfugge per quale oscuro motivo si dovesse vietare ad un bambino di 6 anni di andare in bagno. Ricordo che odiavo abbastanza Suor Teresa, ma non ero neanche tra i bambini più perseguitati infondo, in quanto ero abbastanza bravo nelle materie scolastiche. Chi prendeva più botte erano i bambini meno performanti nello studio e con maggiori difficoltà di apprendimento. Chissà per quale assurdo motivo la maledetta Suor Teresa, vestita di nero, dovesse pensare che picchiare un bambino avrebbe dovuto aiutarlo a migliorare i propri risultati scolastici. Non sono in grado di ricordare dettagliatamente gli episodi, ma credo di poter affermare che, mediamente un giorno sì e uno no, mi toccassero gli schiaffi della suoraccia malefica, rivolti alla testa o alla faccia o le forti tirate di capelli che usava dispensare. Posso dire comunque che nonostante ciò, ho sempre resistito e combattuto ogni imposizione che ritenevo ingiusta, nella mia mente e con la percezione delle cose che avevo, da bambino di allora. Gli anni dalle suore, fino alla terza elementare, furono naturalmente conditi dalla costrizione alla partecipazione a tutte le funzioni religiose imposte dalla chiesa cattolica, che ho sempre odiato indistintamente ed indiscriminatamente, fin da bambino. L’unica attività “ecclesiastica” che ho apprezzato sono state le ore dedicate ad imparare i canti da chiesa, non per il contenuto dei canti ovviamente, ma per l’interesse di un bambino ad apprendere il canto e almeno in quel caso, per fortuna, con una suora che metteva passione nell’insegnare canto ed era capace di coinvolgere i bambini in tale attività usando modi gentili, il Suo nome era Suor Beatrice.

 

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Trasferiti di città mi trovai a fare la quarta e quinta elementare con una maestra veramente nazista, bastarda, cattiva e malvagia, presso un istituto statale, Rosalia. Non m’importa che fosse ritenuta capace di insegnare e dare basi scolastiche solide (come ricordo che venivano definite allora) ai propri alunni. Di lei ricordo la cattiveria e gli occhi inviperiti di quando picchiava selvaggiamente gli alunni meno capaci o più indisciplinati (io appartenevo di frequente alla seconda categoria). Per rendere l’idea, il suo modo di picchiare bambini di 9/10 anni, era quello di violente tirate di capelli, schiaffi in testa e schiaffi in bocca col rovescio della mano fino ad arrivare a sbattere con forza le teste degli alunni una contro l’altra, quando “colpevoli” dello stesso genere di “reati scolastici”. Oppure era solita sbattere le teste dei bambini sul banco, con forza da dietro o contro la lavagna. Una persona così, col senno del poi, avrebbe dovuto assaporare le patrie galere, invece era rispettata e riverita da tutti i genitori e anche dagli alunni, un po’ per timore ed un po’ per non so cosa. È vero che correvano gli anni in cui lo “scappellotto” da parte della maestra era tollerato, ma la violenza con la quale lei picchiava regolarmente, più o meno sempre gli stessi alunni, era totalmente inaudita e il rispetto e il timore che incuteva, ora che ci penso, erano anomali, quasi il frutto di una ipnosi collettiva. Ovviamente era una zitella di chiesa, assidua frequentatrice della parrocchia, come si confaceva ad una zitella “per bene” dell’epoca, maledetta nazista torturatrice di bambini. Devo dire che io ho sempre combinato infinite marachelle e mi infilavo nei guai quasi per sport e che le botte che ho preso da quella maestra, facevano male fisicamente, ma non mi hanno mai piegato né emotivamente e né psicologicamente. Il trauma maggiore era vedere la sua malvagità scaricata su alcuni compagni di classe che erano le sue vittime preferite e ricordo la mia frustrazione nell’impotenza del non poter fare niente per aiutarli, mentre piangevano disperati.

Ringrazio a tutti coloro che avranno dedicato del tempo per leggere queste mie righe. Voglio dire a quel me bambino, che sono molto fiero di lui e che è ancora la mia colonna portante.

 

 

Bix

 

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L’arroganza e il maschilismo

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Raccontare questa testimonianza ancora mi turba in quanto smuove dentro di me il ricordo di un sopruso subito, in un momento molto drammatico della mia vita, in cui ero particolarmente fragile, indifesa. In quel tempo mi trovavo in un ospedale della città insieme a mia figlia alla quale avevano diagnosticato una gravissima malattia, dalla quale secondo i medici aveva ben poche speranze di potersi salvare. Mentre mia figlia era sotto operazione, decisi di recarmi nella cappella dell’ospedale per cercare un po’ di conforto pregando Dio. Soffrivo di un dolore atroce che soffocava tutto il mio essere. Quel giorno ricordo che indossavo un pantalone largo e sopra una canotta dalla scollatura alta sia davanti che dietro e che lasciava giusto le braccia scoperte. Eravamo in piena estate e faceva caldissimo. Come arrivai nei pressi della cappella, incontrai lo sguardo del sacerdote che stava conversando con alcune persone, nel vedermi rimase col fiato a mezz’aria tra il disgustato, il sorpreso, e il turbato, come se avesse visto qualcosa che non doveva essere lì. Sul momento non mi curai affatto delle mie impressioni, avevo altro a cui pensare, e andai a sedermi sulla panchina iniziando a pregare, così come mi avevano insegnato… e a piangere sommessamente, supplicando Dio di aiutarmi ad affrontare quel tremendo momento e sperando nella salvezza della mia piccina. Ad un tratto sentii battermi una mano sulla spalla, era il sacerdote che rivolgendosi verso di me mi disse con fare severo e giudicante: “Lei non può stare qui così vestita, deve uscire”. “Cosa sta dicendo?” gli risposi, con la voce stozzata, tra lo sgomento e nell’incredulità di ricevere una simile osservazione così insensata, ingiustificata, delirante e maschilista… “mia figlia è dentro la sala operatoria, non so nemmeno se ne uscirà viva, e lei mi viene a dire che non posso stare qui perché ho le braccia scoperte’’. Lui mi rispose, ostentando una palese falsa calma: “Va bene, ma solo per questa volta”. Questo è tutto quello che seppe dirmi. Dopo aver ascoltato le mie parole, avrebbe dovuto sentirsi mortificato, chiedermi scusa cercando di confortarmi, rendersi in qualche modo disponibile ad alleviare le mie pene, sermoneggiare come quando si trova dall’alto del pulpito durante le sue prediche per ammaestrare le sue pecorelle… Ed invece quell’essere disgustoso, ignobile si preoccupava delle mie braccia scoperte e non vedeva l’ora che me ne andassi affinché smettessi di turbare la sua mente contorta e leziosa e arrogante. Un essere che si mostrava privo di sentimenti e empatia, vuoto proprio come un sepolcro imbiancato. Avrei voluto urlare, gridargli il mio disprezzo, mostrargli tutta la mia indignazione, e sì avrei voluto riempirlo di schiaffi, ma non ne ebbi il coraggio, la forza, poiché quella che mi rimaneva la tenevo tutta stretta tra i miei pugni serrati per restare viva. Credevo in quel momento che la mia sola ed unica priorità fosse pensare a mia figlia, che non dovevo sprecare le mie energie che mi sarebbero poi servite sempre per lei. Inconsciamente temevo che se mi fossi ribellata, qualcuno o qualcosa mi avrebbe in un qualche modo punita, e che la mia ribellione avrebbe portato mia figlia verso una cattiva sorte. Fu micidiale questo pensiero, ovviamente indotto, perché ti spacca letteralmente le gambe e ti ritrovi piegata, in ginocchio, senza più respiro, svuotata. E in ragione di ciò, per far andar bene le cose dovevo stare zitta. Ma da dove provengono questi assurdi pensieri se non da chi ha interesse a privarti delle tue risorse interiori e capacità di autodeterminazione!? D’altronde non è questo che insegna la religione? La non ribellione, mascherata dalla falsa bontà. Quanto mi sono sentita in colpa per non aver agito. Mi sono sentita in colpa per non aver reagito a quel male, che mi veniva imposto e che si sarebbe poi radicato nel mio profondo assieme ad altre emozioni represse, per poi uscire ogni qual volta fosse necessario bloccare il mio istinto di ribellione, ossia il difendermi e l’agire. Avrei dovuto difendermi, avere dignità nel rispettare me stessa, e per quel senso di giustizia che dobbiamo imparare ad onorare ogni qual volta ci venga richiesto e mai fuggire da questo compito. E prima di ogni cosa dobbiamo imparare ad ascoltare la nostra anima, la nostra coscienza, e seguirla ovunque voglia andare, zittendo tutte quelle voci nella nostra testa, e quei pesanti sentimenti che ci spingono dentro il cuore che vorrebbero condurci altrove, farci sprofondare nella tristezza, nella negatività, nel pessimismo, nell’immobilità, perché non sono nostri, e non dobbiamo crederci. Non permettiamo all’oscurità di avere potere su di noi, sull’umanità. Ma permettiamo a Dio di espandersi e agire in questa dimensione attraverso di noi, per far sì che molte più persone si rendano coscienti di Lui e allontanino l’oscurità da essi. Dopo aver ricevuto la notizia dai medici che in pratica la loro diagnosi iniziale era sbagliata, che mia figlia non era in pericolo di vita, decisi di ritornare nella cappella in cerca di quel prete per tentare di rimettere a posto le cose, vi ritornai più volte, ma non lo vidi più.

 

Antonella

 

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Esperienze negative con la religione – Testimoni di geova

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La maggior parte dei parenti da parte di mia nonna paterna sono testimoni di Geova e, anche se non ho un rapporto stretto con loro e li vedo raramente, li ho vissuti: ho potuto conoscere il loro modo di essere e di pensare e avere rapporto con loro. Tendenzialmente, i testimoni di Geova, almeno a primo impatto, sono molto seri e gentili, tendono a vestirsi in maniera elegante per dare l’idea di sicurezza e professionalità verso i loro interlocutori, ti offrono il loro aiuto e la loro disponibilità, ma a un patto: devi convertirti al loro movimento. Se questo non accade, essi ti tengono alla larga, esci dal loro interesse e mai ti aiuteranno qualunque cosa accada, neppure se sei loro familiare.

Dato che li ho vissuti maggiormente da più piccola, perché poi i rapporti sono andati sempre più disgregandosi, complice anche la distanza, mi ricordo che, nonostante la loro gentilezza ed eleganza, mi hanno sempre dato un senso di ansia e oppressione.

Una esperienza in particolare che ho vissuto e che ci tengo a raccontare è la seguente: da piccola, la mia famiglia e io, andavamo abbastanza spesso a trovare la mia bis nonna, nonostante vivesse in un’altra regione. Qui voglio fare una piccola, ma utile parentesi: la mia bis nonna era considerata dalla Sala del Regno (luogo di culto dove i testimoni di Geova si ritrovano) una persona molto autorevole e fedele e alla quale dover portare grande rispetto per via dei numerosissimi anni che faceva parte del loro movimento. Mi ricordo che quando andavamo a trovarla, lei puntualmente tirava fuori e ci riempiva di opuscoli di ogni tipo riguardanti il perché convertirsi a quella ideologia e il perché questo ti rendesse una persona migliore rispetto alle altre, o, ancora, trattavano del perché i testimoni di Geova dicessero il giusto e via discorrendo. Mi ricordo che ogni volta, oltre a questo, la mia bis nonna obbligava me e mio fratello a leggere ad alta voce la Bibbia. Perciò la prendeva, la metteva sul tavolo e ci guardava e ascoltava mentre la leggevamo. A condire bene il tutto, tante frasi belle e infiocchettate sui testimoni di Geova. Così ogni volta che andavamo da lei. Ero piccola e non mi rendevo bene conto di quello che stava succedendo e che ci veniva chiesto. Ma adesso, ripensando a quei momenti, mi stupisco di quanta aggressività mascherata da un dolce e innocuo velo ci veniva imposta.

Invece, riguardo ai collegi non ho avuto esperienze dirette, ma ci tengo lo stesso a raccontare ciò che mi è stato riferito da persone mie conoscenti o parenti che li hanno frequentati. Mi hanno tutti detto che vi sono alcune monache gentili e brave, ma molte altre fredde e insensibili, che non aiutano e che guardano solo ai soldi. Infatti, se capitava che un bambino potesse avere anche qualche piccolo collegamento a parenti benestanti, veniva trattato diversamente da chi, invece, non viveva agiatamente. Era considerato e trattato meglio per ottenere in cambio il denaro dalla famiglia del bambino. Molte monache erano ladre e, se potevano e riuscivano, prendevano i soldi e li tenevano per sé. Tornando alla non curanza delle monache, i testimoni mi hanno raccontato che spesso non veniva dato loro il giusto aiuto e le giuste cure nel caso di malattia e che il cibo era pietoso.

 

ANELE

 

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Chiesa, droga, violenze sessuali e suicidi

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Oggi voglio testimoniare quanto è successo a me direttamente e alla mia famiglia, riguardo all’esperienza con la chiesa. Il racconto sarà lungo e drammatico, parlerò buona parte del mio vissuto, le cose più importanti avvenute dall’infanzia fino a diventare una giovane donna, una premessa prima di iniziare, non è facile collegare tutti gli avvenimenti che sono accaduti, chiedo scusa se il mio scritto non risulterà eccellente, farò del mio meglio per scrivere e far comprendere l’intero contenuto, buona lettura.

Sono nata e cresciuta in una famiglia numerosa, mia madre donna sola si dava molto da fare per crescere e mantenere i suoi 5 figli, lasciata dal marito perché non riusciva più a reggere questo grande peso. Ma prima di entrare definitivamente nell’intero racconto, è molto importante parlare di mio fratello e cosa gli è successo. Lui era il quarto figlio, e prima che io nascessi ha subito delle bruttissime esperienze di natura sessuale da parte del prete. Era in un collegio e da ciò che ho saputo negli anni a venire voleva a tutti i costi diventare un chierichetto, ci riuscì con amare conseguenze, non so bene quanti anni aveva e non ho più modo di chiederlo per conoscere dettagli importanti come questo. Lui ancora un bambino ha subito per molto tempo queste violenze, sino a che a causa delle violenze da un giorno all’altro iniziò a balbettare, in più improvvisamente gli venne una grave forma di epilessia che non è mai sparita, più o meno aveva una crisi al mese ed erano così violente che ogni volta mi traumatizzava per giorni seppur dovevo esserci abituata. Vorrei spendere altre due righe come questa violenza abbia segnato nel profondo mio fratello nel corso della sua intera esistenza. Ricordo benissimo quando cadde nella droga, ero più giovane di lui di 10 anni, ma conoscevo molto bene gli effetti sulle persone, mi ero accorta quando fece i suoi primi utilizzi con l’eroina, i miei fratelli mi avevano dato in eredità un buon bagaglio di esperienze sul tema già da quando ero bambina, e io avevo da subito imparato a capire quando erano strani (fatti) e come si comportavano. Tornando a mio fratello non uscì mai più da questo tunnel a differenza degli altri, fin quando ha deciso una volta adulto che la sua vita doveva terminare, che non valeva a niente e quindi si suicidò. Morì molto giovane a causa del suicidio, un suicidio che non sarebbe accaduto se non fosse per quelle violenze sessuali subite dal prete. Voglio far riflettere a quale danno irreparabile riceve le vittime da coloro che dovrebbe proteggere i bambini e non violentarli!! Ancor più grave come da sempre questo comportamento di tacere permette a questi schifosi personaggi di violentare sempre più bambini senza essere mai puniti e intoccabili dalla legge!!

Come già scritto mia madre doveva lavorare per poter mantenere i suoi figli, si affidò al parroco per ricevere aiuto, infatti il prete diede a mia madre una casa attaccata alla chiesa, proprietà della parrocchia. Più tardi parlerò di questa strana casa e i terribili eventi che susseguirono. Io all’epoca ero molto piccola, frequentavo l’asilo, mia madre lavorava come bidella proprio nella mia stessa scuola, mi permetteva di stare tutto il tempo con lei mentre lavorava e recarci a casa insieme una volta terminato il suo lavoro. Il problema si presentò quando dovevo frequentare le elementari che non mi poteva più accudire come prima, i miei fratelli già adolescenti e il più grande e la seconda avevano appena attraversato questa fascia di età, stavano prendendo una brutta piega e nonostante potevano darle una mano non ci faceva molto affidamento, mi portò in una struttura di suore concedendomi di stare a casa il fine settimana. Doveva anche occuparsi dei suoi figli più grandi trovando affiancamento dal prete e da alcuni fedeli tra cui una zitella che si lamentava che la facevano dannare e disperare. Racconto ora la mia esperienza personale di ciò che ho vissuto in quel posto per buona parte della frequentazione delle scuole elementari.

L’aria era sempre molto pesante, la tristezza iniziava dalla mattina per trascinarla fino alla sera, non è un bel posto dove trascorrere la propria infanzia e le suore non aiutavano perché sempre di cattivo umore pronte a tirarti un bel rovescio contro i bambini al primo comportamento per loro errato. Il momento peggiore era la notte, mi svegliavo piangendo e non sapevo se mi trovavo a casa oppure lì, spesso al buio prima che gli occhi si abituavano allungavo la mano per trovare la sbarra della testata del letto, se c’era e la trovavo ero in quel posto orribile. Un incubo, ma da sveglia. Una bambina quando mi sentiva piangere mi permetteva di entrare nel suo letto e mi consolava, grazie a lei riuscivo a dormire e mi faceva sentire al sicuro e protetta, ancora oggi la penso con grande affetto.

 

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Un giorno la suora ci scoprì, sgridandoci come se avessimo compiuto il peggior male di questo mondo, le suore non avevano affatto empatia, tuttavia alla bambina non le impediva di farmi dormire vicino a lei, l’unica accortezza era rientrare nel mio letto all’alba. Il posto era pieno di regole, quando si mangiava dovevi finire tutto o te lo facevano mangiare a forza, imparai presto a farmi furba per non prendere sgridate o ceffoni, o peggio ancora finire di vomitare nel piatto, quello che non mi piaceva facevo finta di mangiarlo per poi sputarlo e nascondere tutto nelle tasche dei pantaloni, per poi svuotarlo nel wc. C’era un orario per tutte le mansioni quotidiane, per studiare avevamo sempre una suora molto severa, io per non stare più del dovuto con lei spesso nascondevo i compiti che mi assegnavano a scuola, finendo sempre per prendermi sgridate anche dalla maestra, una volta terminato lo studio ci recavamo in una sala grande per lo svago fino all’ora di cena. Spesso ci tiravano le orecchie fino a diventare viola o cose simili, come per esempio una volta con il dito disegnavo sulla finestra, appena la suora mi vide mi tirò fortissimo i capelli strattonandomi, quel giorno mi fece malissimo, riuscivano sempre a mortificarti, poi mi fece ripulire tutti i vetri. Ci dicevano che se non andavamo in chiesa e non si pregava andavamo all’inferno, oppure raccontarci che se eravamo vanitose nel guardarci troppo allo specchio avremmo visto riflesso il volto di satana. Ma il problema non erano solo le suore, ma anche le ragazzine più grandi abituate ad odiare le più piccole, c’era bullismo, alcune avevano anche 12/14 anni. Più volte mi rinchiudevano in una soffitta dove le suore ci stendevano le lenzuola o altri dispetti simili. Una in particolare chiamava a giro le più piccole rinchiudendole in bagno, dove pretendeva rapporti orali, toccò anche a me. Mi costrinsero a svolgere sesso orale alle ragazze più grandi. Ricordo anche una ragazza, una volta mi prese dalle gambe come un salame, mi ritrovai a testa in giù per poi lasciarmi all’improvviso e sbattere la faccia in terra e mi spaccò i denti avanti. Dopo questo episodio mia madre mi chiese cosa fosse successo e le raccontai tutto, compreso cosa mi facessero nel bagno. Mia madre mi voleva togliere da quel posto ma le suore ritenevano che la mia fosse una bugia, e mia madre disse che il racconto era con particolari che una bambina non poteva conoscere, tuttavia si fece convincere dalle suore di lasciarmi ancora lì e così continuai a subire quelle violenze. Quando tornavo a casa facevo lo sciopero della fame pur di non andare dalle suore, ma nulla serviva neanche piangere e sbattere i piedi, una volta scappai nascondendomi bene dalla suora all’uscita della scuola per poi salire nell’autobus e tornare a casa, la domenica avevo il magone solo al pensiero di rientrarci, questo è ciò che ricordo a grandi linee in quegli anni.

Adesso lettore ti racconterò gli avvenimenti tragici della casa, per molti anni mi sono chiesta se effettivamente poteva essere il posto ad aver scatenato eventi così negativi tanto da arrivare ai decessi di chi ci abitava, ho pensato a lungo se scrivete o meno questo passaggio, perché il mio racconto inizialmente doveva concludersi qui, alla fine l’ho ritenuto importante e degno di essere letto. Inoltre ti racconterò come questi membri della chiesa possono causare molto danno, infatti ho vissuto direttamente le loro cattiverie, soprattutto dal prete, entrambi gli eventi (casa e membri) si scatenarono quasi contemporaneamente.

Quando rientrai definitivamente in casa della mia famiglia le due femmine (mie sorelle) misero la testa a posto, ma non si poteva dire lo stesso dei due maschi. Mia sorella la terza si sposò e fece un bambino andando via di casa, anche la seconda sorella si sposò, viveva assieme al marito in un paese vicino al nostro. La casa della mia famiglia era in balia di tossici un continuo entrare e uscire, un porto di mare, c’era sempre casino e mai un po’ di pace. Era accaduto più di una volta che rientravo da scuola trovando i carabinieri che mettevano sotto sopra la casa mentre vedevo mio fratello il più grande ammanettato al termosifone completamente nudo, erano scene che mai avrei voluto vedere. Un periodo mia madre si tratteneva sempre più a lungo per via del lavoro, accusava stanchezza e non riusciva mai a finire in tempo tutte le sue mansioni, infatti iniziava a stare male. Si scoprì non molto tempo dopo che aveva un tumore all’intestino, casualmente lo stesso di cui mio padre (se così si può chiamare) è morto due anni prima in una diversa città, nonostante avevano abitudini e stili diversi di vita.

 

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Il prete del posto è sempre stato una figura molto presente, aveva la nomina di rincorrere e salvare ogni tossico della cittadina, anche la zitella non poteva mancare alla  maratona per la salvezza delle anime perse, si aggiunse un ex suora che frequentava abbastanza spesso la casa, ex perché a quanto pare era quelle suore povere e scalze, non so bene a quale ordine apparteneva, ma si era ammalata e dovette lasciare il convento per ritornare a una vita normale, ma pur sempre donna di chiesa, tutte queste figure ricordo si impicciavano a casa nostra più di quanto era necessario. Nell’ultimo periodo tutti i miei fratelli dopo aver scoperto la malattia, si presero responsabilità per accudire mia madre, persino il penultimo si dava molto da fare, un giorno si sventrò anche un braccio tatuandosi da solo la scritta “mamma”, dopo quel gesto avevo capito quanto la situazione fosse grave e che non c’erano speranze per una guarigione, mi ricordo che era il periodo natalizio, mi fu ordinato di smontare l’albero molto in anticipo, dopo le feste morì, nell’arco di 9 mesi il tumore consumò mia madre fino alla morte. Fu il primo evento a manifestarsi per poi susseguirsi una serie di sfortune colpendo i membri della casa. Mia sorella la seconda diventò mia tutrice e assieme al marito si trasferì di nuovo nella sua vecchia casa per crescermi. Nel frattempo mio fratello maggiore entrò in comunità per disintossicarsi, mentre il quarto entrava e usciva di galera. Non passarono troppi anni che anche mio cognato iniziò a stare male, faceva avanti e indietro tra casa e ospedale, cercavo anche io di rendermi utile in tutta la situazione e stare vicina a mia sorella mentre accudiva il marito come meglio poteva, fino alla fine, poi morì, per lei non è stato affatto semplice. (più tardi capirai la causa della sua malattia). Passarono alcuni anni io ero cresciuta, e nel frattempo mio fratello maggiore venne a vivere con me e mia sorella che si era totalmente disintossicato, mentre il penultimo fratello oltre a fare avanti e indietro dalla prigione si era sistemato in una casa popolare assegnata dal comune dopo molti anni che mia madre fece richiesta prima di morire, dato che lui aveva ancora problemi con la droga non poteva vivere nello stesso tetto con l’altro fratello che ne era uscito, la terza sorella era sempre nella stessa casa da quando si sposò. Tutto sommato sembrava un periodo tranquillo fino a quando ho conosciuto un ragazzo e rimasi incinta. Il padre non ne voleva sapere niente e io presi la decisione di portare avanti la gravidanza, avevo l’appoggio di mia sorella che mi sosteneva e anche di mio fratello seppur inizialmente non era molto contento. Da qui in poi si scatenò il delirio con i membri e il prete mettendomi i bastoni tra le ruote e facendomi passare una gravidanza orrenda perché avevano tutte le intenzioni che una volta nata la bambina me l’avrebbero portata via. In tutta la situazione si aggiunse una mia professoressa che d’accordo con il prete voleva convincermi ad entrare in una struttura per ragazze madri e togliermi la bambina, ma quest’ultimo particolare ovviamente non me lo disse, lo venni a sapere in un secondo momento. Mi chiedevo perché il prete voleva portarmi via la bambina una volta nata, e perché la professoressa tentò di ingannarmi per assecondare il prete. Mi fece credere che non c’erano altre vie altrimenti me l’avrebbero tolta, e io naturalmente da quel giorno chiusi tutti i ponti, non permettendo a nessuno di avvicinarsi a me, figuriamoci se mi facevo rinchiudere e permettere a loro di mettere mano su mia figlia come speravano. La bambina nel frattempo nasce e sapevo che qualsiasi passo falso avrei compiuto, loro ne avrebbero approfittato, dovevo essere una madre esemplare seppur molto giovane. Non passò molto tempo che mi denunciarono ai servizi sociali, da quel momento in poi per ben 2 anni iniziarono i veri problemoni. Nella mia sfortuna ebbi la fortuna di conoscere una brava donna nel settore, sosteneva che ero una ragazza in gamba e che non c’era nessuna ragione per quello che mi stavano facendo, non so se lo poteva fare ma disse chiaramente i nomi di chi c’era dietro la denuncia agli assistenti sociali per togliermi la bambina, e indovina un po’? Erano il prete ovviamente e la professoressa, non era di certo una sorpresa per me! Dalla mia parte avevo anche un pediatra della ASL dove mi stendeva delle relazioni a mio favore, il contenuto di quelle documentazioni affermavano che la bambina oltre che in perfetta salute era ben custodita, fu un salva vita per me le sue dichiarazioni e per un bel po’ di tempo me ne potevo stare tranquilla. Purtroppo non durò in eterno, mia sorella aveva problemi di salute, diversi anni prima assieme al marito scoprirono di essere entrambi siero positivi, avevamo sempre ben tenuto nascosto questa malattia ma venne alle orecchie del prete o da qualche suo membro, che continuava la sua assurda battaglia, ovviamente non si esponeva, agiva dietro le quinte come un vero e proprio codardo che si rispetti. La situazione stava degenerando perché avevano un ottimo motivo per portarmela via, il tutto condito mentre mia sorella stava peggiorando di giorno in giorno. Sapevo che non aveva molto tempo e io avrei voluto passare quei ultimi periodi con lei e godermi ogni attimo della sua esistenza, ero in preda alla disperazione ma non potevo permettermi quel lusso, dovevo risolvere il problema.

 

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A quel punto con l’aiuto di quella donna che mi aveva sempre aiutata, bisognava trovare il modo per trovare certificazioni scritte da medici dove si affermava che una semplice convivenza la trasmissione del virus era pressoché nulla, i medici che tenevano in cura mia sorella avevano accettato di scrivere quanto gli era stato richiesto poiché era la sacrosanta verità, c’era solo d’attendere e vedere come la situazione si evolveva. Per un po’ sembrava aver funzionato, ma quando ci fu un evidente peggioramento di salute su mia sorella, dovuto a una rimozione di alcuni denti dove prese delle infezioni gravi da iniziare a perdere lucidità mentale, il problema si ripresentò più forte di prima. Mi ricattarono, o avrei dovuto allontanare mia sorella dalla casa o avrebbero portato via la bambina. Non avrei mai voluto fare una simile scelta, mi misero alle spalle al muro senza darmi la possibilità di vivere gli ultimi periodi con la donna che mi aveva cresciuta, ma dovevo tutelare mia figlia, nonostante mi sono sentita una merda ho permesso che fosse allontanata. Mi domando del perché tanta cattiveria soprattutto da gente che a detta loro agiscono in nome di Dio, per anni mi sono portata questo peso addosso perché è morta da sola, andavo a trovarla spesso ma non era la stessa cosa. Una sera sento una sensazione addosso, una tristezza così profonda che subito mi venne in mente lei, appresi non molte ore dopo da mio fratello maggiore che lei era morta. Devo ammettere che tra tutte le situazioni che avevo passato fino ad allora questa era stata la più dura, ci misi un bel po’ prima che mi ritornasse il sorriso, ma andai avanti come era giusto. Pensai che era tutto finito e finalmente avrei trovato pace, potevo crescere mia figlia in tutta serenità, i problemi e i decessi erano finalmente finiti!! Non sapevo che quel pensiero fosse totalmente lontano dalla realtà. Dopo circa un anno, mi svegliai dal suono del campanello della porta, ero un amico di mio fratello, dunque mi recai in camera sua per avvertirlo che aveva visite, ciò che vidi in quel momento era surreale. Era seduto nella sua scrivania e la faccia sopra alla tastiera del pc, non ricordo se realizzai subito che era morto, mi precipitai dal suo amico chiedendo aiuto, lui cercò di sollevarlo e non ci riusciva perché era completamente rigido e molto pesante, ma notai da quel poco sollevamento che il suo naso era completamente schiacciato e rientrato come se non lo avesse, una terribile scena, chissà da quante ore era in quello stato. L’amico sconvolto andò via molto di fretta, io mi infilai una paio di pantaloni, presi la bambina in braccio che aveva addosso ancora il suo pigiamino e uscii di casa cercando aiuto. Arrivarono i soccorsi, nella stanza c’era una siringa, era morto di overdose, scoprii dopo alcuni giorni anche chi gliela procurò: il suo stesso amico che venne a fargli visita quel giorno e che aveva molto fretta di andarsene, lasciandomi lì. Mio fratello ci era ricascato e quella era probabilmente la sua prima ricaduta, non fece bene i conti che il suo corpo non era più abituato, oppure la droga era tagliata male, sta di fatto che una settimana prima ricordo fu investito da una macchina, ma se la cavò con qualche ora al pronto soccorso per delle ferite, disse che non aveva visto il veicolo, sembrava quasi destino pensai all’epoca, oggi invece penso a tutt’altro. Decisi dopo questo avvenimento di non voler mettere più piede nella casa, non ci sarei più riuscita a vivere lì. Mi appoggiai per qualche giorno dalla terza sorella, ma era stata abbastanza chiara almeno dai suoi atteggiamenti che non mi voleva, mi incolpava della morte di nostro fratello perché non mi ero accorta di nulla. Dunque me ne andai, da lì in poi non ebbi buoni rapporti con lei, si mostrava sempre con critiche insensate tanto da decidere negli anni a seguire di prendere le distanze, decisione ben ponderata anche se sofferta. Da lì a pochi giorni sapevo cosa fare prima che ricominciassero i problemi con la bambina, chiedere a mio fratello il penultimo, la proposta per uno scambio di casa, quel periodo si trovava in carcere, anche se ci eravamo visti da poco perché gli era stato dato un permesso per partecipare al funerale, feci richiesta e andai a trovarlo. Era molto contento nel vedermi, qualche volta quando era in libertà lo incontravo nel viale del centro mentre passeggiavo con la bambina, lui si fermava sempre a salutare la nipotina, non ricordava mai il suo nome ma le parlava sempre in modo molto affettuoso, non era un cattivo ragazzo, ma la droga lo rendeva quel che era. Parlammo dell’intera situazione e gli chiesi se era d’accordo con la mia proposta di fare lo scambio, in quanto non riuscivo a mettere più piede in quella casa neanche per fare una doccia, figuriamoci viverci. Mio fratello non si oppose anzi ne era felice, continuai la conversazione finché la guardia ci interruppe poiché il tempo era scaduto. Iniziai il trasloco, c’era un enorme lavoro da svolgere specialmente per come era ridotta la casa, durante il giorno pensavo di sistemare il nuovo alloggio e la sera andavo a dormire a casa di una mia amica, che mi ospitò con la bambina finché non finivo di sistemare per potermi finalmente trasferire.

 

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Un giorno mentre ero nel pieno dei lavori mi fecero visita i carabinieri, subito mi dissero che avevano avuto una segnalazione da qualcuno che sosteneva non ero autorizzata nel trasferirmi in quella casa, io perplessa gli feci vedere ciò che qualche giorno prima mi ero procurata nella provincia, l’attestato dove dichiarava che ero anche io l’assegnataria della casa oltre ai due nomi riportati dei miei fratelli maschi. (Le femmine non erano in quell’ attestato in quanto si erano sposate quando la casa fu assegnata e non ne avevano diritto). Chiesi a quel punto chi fosse stato a fare quella segnalazione, loro mi dissero che non potevano dirmelo e che dovevano solo verificare, ma fu strano anche per loro perché era già una bella cosa che stavo ripulendo quel posto (conoscevano molto bene mio fratello). Sul momento pensai fosse qualche vicino, ma poi riflettendo era insensato dato che mio fratello portava continui problemi a tutti, specialmente il via vai di tossici a tutte le ore e anche di notte. Non seppi mai chi fosse stato ma qualche sospetto ce l’avevo, d’altronde mi erano state fatte molte cattiverie e questa poteva essere una gran bella mossa per recarmi ulteriormente danno, peccato che io avevo tutti i diritti di vivere lì. Finalmente a lavoro concluso mi sistemai nella casa assieme a mia figlia, lei frequentava la scuola materna mentre io lavoravo. Un giorno dopo circa due anni, prima di finire il mio turno arriva una telefonata, era mia sorella l’unica superstite della famiglia oltre me, e come ti ho già anticipato all’inizio del mio racconto seppi che mio fratello si era suicidato. È stato sempre un ragazzo introverso e tendeva a isolarsi, non ho potuto mai fare niente per lui in quanto non dava il minimo cenno di voler cambiare vita, e io non avevo intenzione di far passare a mia figlia l’inferno che ho passato io, tuttavia ne ero profondamente rattristata, quanta sofferenza per arrivare a un gesto simile?  Quando iniziai a metabolizzare l’ennesima disgrazia mi venne in mente delle stranezze e assurde tragedie della casa.

Caro lettore siamo alla conclusione di questo racconto, non ho ancora oggi le risposte del perché è accaduto tutto questo, come non so il perché il prete e compagnia si fossero così accaniti contro di me cercando di togliermi la cosa più preziosa, non esistono solo violenze fisiche, non c’è cosa peggiore per una madre aver paura di perdere il proprio figlio.

Questa è stata la mia esperienza con alcuni membri della chiesa e la mia storia, ho scritto bianco su nero i frammenti che ricordo riguardo a ciò che ho visto e vissuto sulla mia pelle. Ciò che posso affermare che da parte di questi uomini e donne di fede, non c’è nulla di buono in loro, io ho solo visto cattiverie, posso affermare che i preti, le suore e chiunque frequenti assiduamente la chiesa sono persone molto lontane da Dio. Da allora sono passati più di 20 anni e casualmente proprio qualche giorno prima di sapere di dover scrivere questo testo, sono venuta a conoscenza della morte del prete.

 

Alessiaa

 

 

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Esperienze negative con la religione

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Buonasera a tutti, ripensando ai vecchi tempi di quando era bambina, solo ora mi sono venuti in mente piccoli aneddoti che potrebbero essere insignificanti ai tempi odierni, ma che invece a causa dell’influenza religiosa negli anni 1960-1980 mi hanno toccata nel profondo provocando in me un drastico cambiamento.

  • Quand’ero piccola, ai tempi avevo circa 7/8 anni, il sabato pomeriggio bisognava andare a religione per poter fare la prima comunione. Ricordo che ci spiegavano i comandamenti e successivamente ci interrogavano. Siccome sono sempre stata fin da piccola una persona che voleva capire e non solo imparare a memoria. Quando arrivammo al 6° comandamento: ”non fornicare” (attualmente è stato cambiato con “non commettere atti impuri/adulterio”), ero già andata sul vocabolario a cercare la traduzione ma non la capii, così la chiesi al prete convinta che chi meglio di lui mi avrebbe potuto chiarire il significato? Il prete invece di spiegarmi cosa significasse riusò lo stesso termine con desinenze diverse ed io rimasi nella mia ignoranza perché non ebbi il coraggio di dirgli nuovamente che non avevo capito poiché mi prese quasi in giro con tono canzonatorio davanti a tutta la classe che mi additò e si misero tutti a ridere. Da quella volta in poi capii che con loro bisognava far finta di aver capito tutto per evitare mali peggiori!!! Quell’episodio provocò in me un rifiuto di tutto ciò che era autorità quindi cercavo di andare in Chiesa il meno possibile!

 

  • Subito dopo la Comunione mi trasferii in un’altra città a metà anno scolastico. Nella classe in cui andai c’era la stessa maestra che insegnava a scuola tutte le materie, più religione e catechismo al pomeriggio del sabato per poter fare la Cresima. A scuola sono sempre stata brava per cui pensavo che nonostante il cambiamento di classe avrei potuto evitare di andare a catechismo ed a Messa. Il primo mese feci finta di nulla, evitavo soprattutto la Messa domenicale, ma poi chissà perché il mio profitto scolastico continuava a scendere nonostante le interrogazioni in classe andassero bene ed alcune volte suggerivo alle mie compagne prime della classe! In poche parole la mia maestra “bigotta che andava in chiesa tutti i pomeriggi” portava avanti solo chi frequentava assiduamente sia il catechismo il sabato che la Messa alla domenica proprio in quella parrocchia e siccome non mi vedeva continuava ad abbassarmi i voti. Non parlavo con le mie compagne di questo, comunque lo ritenevo un bel ricatto non solo nei miei confronti, ma anche in quelli di altre mie compagne di classe meno brave di me!

 

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  • Durante le vacanze estive andavo in campagna da mia nonna che viveva in un paesino del nord Italia. Lei venendo da una tradizione di Chiesa, mi “obbligava” ad andare tutte le domeniche a messa. Per evitare discussioni ci andavo, anche perché aveva delle sue amiche bigotte che le riferivano se ero presente alla Messa o meno. In quel paesino c’era un prete molto maschilista, che non sopportavo, molte volte durante l’omelia prendeva fatti quotidiani dal giornale locale e li commentava.    Mi è rimasto impresso un commento in cui colpevolizzava una giovane donna stuprata dandole la colpa perché secondo lui era il meno che potesse accaderle in quanto portava una minigonna e questi poveri uomini non potevano fare a meno di metterle le mani addosso!!!!     Rimasi allibita da queste parole e cominciai a prendere le distanze da chi accusava solo perché “…donna portatrice di Satana che induceva questi poveri uomini a peccare….!!!!

Per molti anni dopo lasciai perdere la Chiesa e tutto quello che la ricordava fino a quando ebbi dei figli.

  • Mia figlia nacque nei primi mesi dell’anno e sin dall’asilo si vedeva avere una marcia in più rispetto agli altri bambini così su consiglio delle maestre dell’asilo le facemmo fare l’esame e passare direttamente in seconda elementare saltando la prima. Anche qui per farla ambientare ai nuovi compagni le chiedemmo se avesse voluto andare a catechismo e lei per non sentirsi diversa dagli altri accettò di sua iniziativa.   Nonostante non l’avessi battezzata arrivò il giorno della presentazione dei documenti che non avevamo. Mi chiamò il parroco poiché avrebbe dovuto fare la Prima Confessione nel mese di novembre e la Comunione nella primavera successiva ma senza il Battesimo non poteva dare altri sacramenti. Confermai per mettermi in lista per il battesimo ad ottobre.  Dopo aver preso tutti i dati, quando mi chiese l’età della bambina confermai gli 8 anni. Mi disse che non poteva darle il Battesimo perché non c’era il consenso della bambina che avrebbe dovuto capire cosa stava facendo e che il Battesimo era una cosa molto seria. A questo punto mi alterai e gli dissi che se davano il battesimo ai neonati, perché non lo voleva dare a lei che aveva già fatto 4 anni di catechismo insieme alle altre sue compagne?

Mi dispiaceva molto per mia figlia che aveva perso inutilmente 4 anni, ma a queste condizioni ero più che ferma a mandare a quel paese la chiesa con tutti gli annessi e connessi!

Feci per andarmene, al che il parroco mi rincorse e mi fermò dicendomi che non dovevo prendermela che la bambina facendo dei corsi supplementari, avrebbe potuto essere battezzata ad ottobre!!!

 

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Dopo queste parole, gli dissi che la bambina non poteva fare corsi supplementari perché tutti i giorni della settimana era impegnata in altre attività non scolastiche e non mi sarei mai sognata di lasciare le altre attività per andare a fare un corso supplementare di catechismo, anche perché gli chiesi che cosa le avevano insegnato fino a quel momento?? Anche perché era la più brava del suo corso!

Visto il mio accanimento e decisione di farle abbandonare il Battesimo, la Confessione, la Comunione, ecc., con il viso paonazzo dalla rabbia, mi propose con fare molto accondiscendente, per non perdere la faccia, di prolungare di 1 ora lo stesso giorno di catechismo.

Morale della favola… le 3 ore in più di catechismo per arrivare al giorno del Battesimo si trasformarono in 10-15 minuti in cui usciva per ultima dalla sua classe chiacchierando del più e del meno con l’insegnante. Tutto questo per dimostrare che lui (il parroco) aveva l’ultima parola!!!

 

…A voi l’ardua sentenza!!!

 

 

02nico102020

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Effetti avversi dei vaccini

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Era il 4 marzo 2020 e ancora in italia non esisteva il lock down; avevo scritto in privato a M.Mazzucco, dicendogli, che questa, era la volta buona per la presunta vaccinazione di massa. I media avevano ottenuto la giusta attenzione del pubblico per creare questa messinscena. E da lì a poco, bruciarono tutte le tappe, riuscendo a punturare gran parte del pianeta.
In Italia, i media hanno giocato molto sporco, e di conseguenza il “world Press freedom index” gli ha fatto notare la sua caduta vertiginosa (di quasi 20 posizioni nel mondo), per la libertà di stampa.

Hanno fatto cosi schifo che la cosa si era palesata davanti a tutti.. così schifo che il governo stesso, accompagnato da un cast di ritardati stava fornendo tutte le prove su questa grande farsa.
Prima di andare avanti è bene memorizzare il loro metodo e la loro totale incoerenza in soli 24 mesi… Almeno cosi, la prossima volta li bloccheremo sul nascere.

Non avevano nessun piano, come giá lo avevano. Hanno giocato sulla paura e ricatto. “Dovevi decidere adesso o mai piú”! Non facevi in tempo a guardarti le spalle che i media ti urlavano un’altra “soluzione”, per un altro problema.
Questi individui, seguivano rigorosamente due punti fondamentali:

1) PRESSANTE CENSURA
– non potevi dire la tua (neanche i dubbi erano concessi)
– gli eventi avversi e/o morti da vaccino venivano bloccati all’istante
– se la notizia diventava virale, spuntava un dottore che analizzava il fatto e sosteneva che non vi era “nessuna correlazione” (diventerá poi il futuro motto della medicina “moderna”)
– le testimonianze venivano censurate in meno di 24 ore. Spesso i profili venivano bloccati e le pagine chiuse. Nonostante la gente o i parenti delle vittime volevano solo chiarimenti su alcuni fatti… non potevi neanche approfondire la questione

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2) FAKE NEWS H24
– l’epidemia andava avanti per colpa dei non punturati
– gli ospedali erano pieni di no-vax
– il vaccino era l’unica soluzione (nonostante specificavano più e più volte che era una sperimentale)
– le altre cure non funzionavano e non esistevano altri tipi di soluzioni.

Questo sistema, ha generato un enorme controsenso, e ha fatto sì che una buona parte si è resa conto della presa in giro.
“La prima volta nella storia, che una cura non funziona per colpa di chi non la utilizza” (cit M.Mazzucco)
“Non sapevano se alzare i contagi per rimetterci ai domiciliari o farli scendere per dimostrare che i vaccini funzionavano” (cit @GioChyrilly)
E adesso cosa hanno in mente di fare? vogliono farci scordare tutto quanto? come se non fosse successo niente? So bene che stanno riorganizzando a tavolino un’altra farsa, puó darsi che sia la stessa come un altro problema differente. E noi dobbiamo remare contro… soprattutto adesso!
Teniamo attivo questo ricordo, informiamo gli altri e tiriamo fuori tutto ciò che la TV e i social hanno costantemente censurato e impedito la divulgazione.

In primis; chi sono questi presunti complottisti? Perchè i giornali non si sono degnati di mostrare le manifestazioni in tutte le piazze del mondo? A subire un grosso danno è stata l’opinione pubblica… secondo loro o dovevi essere d’accordo o quasi d’accordo, altrimenti si attivava il programma nazista di censura. Questo è ciò che i media non hanno mostrato in TV.

 

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Vogliamo parlare di eventi avversi e morti da vaccino? Qui supera lo scandalo del farsavirus. In questo articolo, di base ero partito nel mostrare tutte le morti improvvise e eventi avversi, ma mi sono accorto che non era per niente fattibile. L’articolo in sé diventava una cosa infinita, quindi, mi sono concentrato solo su casi molto particolari. Casi che sono totalmente sfuggiti alla censura e che riguarda solo giovani e bambini morti subito dopo il siero.
(Fatti che poi verranno comunque bloccati sia in rete che in TV)

Ho preso anche in considerazione testimonianze di gente famosa (politica/sport/medicina/social/TV) che hanno subito eventi avversi e hanno deciso di andare contro la propaganda.

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Le loro testimonianze:

01 – Massimo Galli 0012 (infettivologo – forte sostenitore della campagna vaccinale) “ho il long covid, alcuni di questi disturbi potrebbero essere stati innescati dalle vaccinazioni”.

02 – Michel Goldman (immunologo – forte sostenitore della campagna vaccinale) “La dose di richiamo Pfizer ha accelerato il mio male.” (cancro)

03 – Franco Berrino 0013 (epidemiologo) “mi sono vaccinato, ho fatto una cazzata.”

04 – Roberto Castelli (politico) “dopo il vaccino sono un morto che cammina.”

05 – Genevieve Florence (campionessa olimpionica – nuotatrice artistica) “me ne sono subito pentita. Era come se qualcuno fosse nella mia testa cercando di uscire, avevo le vertigini. Ero letteralmente costretta a strisciare sul pavimento.”

06 – Francesca Marcon (Pallavolo) “Non so se siete interessati, ma ho avuto e ho ancora pericardite post-vaccino.”

07 – Santo Giuliano (Ballerino amici) “arresto cardiaco dopo vaccino.”

08 – Giovanni Malagò (presidente del Coni) “ho avuto una grave aritmia striale con rischio di ictus dopo la terza dose.”

09 – King Seok Woo – (attore) “non riesco piu a leggere sul monitor dopo la terza dose.”

10 – Nino Spirli (ex presidente della regione Calabria) “il vaccino covid era merda e ci hanno obbligati a mangiarla.”

11- Chicca Giaveri (influencer) “sindrome di iperventilazione anticorpale, con conseguente pericardite, miocardite, infezione ai polmoni e trombosi dopo il vaccino.”

12 – Kyle Warner (mountain Bike) “dopo vaccino Pfizer – oltre alla pericardite ho avuto la sindrome di tachicardia postulare ortottica.”

13 – Elenoire Bernardi (truccatrice) “danneggiata dal vaccino covid, da quattro mesi calvario infinito.”

14 – Serena Enardu (ex tronista uomini&donne) “Sono stata malissimo dopo il vaccino Pfizer. non lo rifarei.”

15 – Oriana Guarino (cantante) “sono una persona danneggiata dal vaccino ho ricevuto una sola dose e ho sviluppato 25 effetti collaterali neurologici.”

16 – Diego Armando Montiel (calcio argentino) “Sto per morire, Non mi vaccineranno più.”

17 – Florian Dagoury (il miglior apneista statico del mondo) “riduzione del 30% delle mie prestazioni subacquee dopo il vaccino.”

18 – Brandon Godwin – (giocatore NBA) “Scoprii di avere coaguli di sangue. Stavo bene fino a quando non ho fatto il vaccino.”

19 – Joao Kisonga (basket milanese) “Dopo 3 mesi sto ancora male per il vaccino.”

20 – Mieczyslaw Pasierbsky (campione polacco sollevamento pesi) “ero sano, dopo la prima dose ho avuto una trombosi e mi hanno amputato una gamba.”

21 – Jeremy Chardy (tennis) “sono pentito di aver fatto il vaccino.”

22 – Craig jones (campione del mondo di ju jitsu b.) “Sono fuori, ho avuto una reazione avversa da vaccino.”

23 – Greg Luyssen (ciclista) “Il mio cuore funziona solo per il 75%. Ho avuto la febbre un certo numero di volte senza ragione apparente dopo la seconda dose.”

24 – Suzanne Newell (triathlon) “ho ricevuto la mia seconda dose Pfizer, ora sono gravemente disabile.”

25 – Ben Madgen (basket australiano) “mercoledì sono finito al prontosoccorso per una pericardite dopo la seconda dose Pfizer.”

26 – Francesca Cipriani (Grande Fratello) “Ho lasciato il GF a causa del vaccino.”

27 – Kjeld Nuis ((Pattinatore 2 volte oro olimpico)  “esattamente come due giorni fa, oggi ero in ospedale col pericardio infiammato.”

28 – Claire Boan (sindaca)”sto male da 35 giorni, costretta a letto da una grave reazione avversa alla seconda dose.”

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Se poi volete avere un’idea chiara di come stanno andando veramente le cose, vi linko alcuni siti che mostrano questa epidemia (silenziosa) di morti improvvise e che sta riguardando tutte le fasce di età:

https://comedonchisciotte.org

https://luogocomune.net

http://www.comitatoascoltami.it

https://disinformazione.it

https://www.stefanomontanari.net

https://www.eventiavversinews.it

Per concludere, visto la frequenza incontrollata di questi eventi, vi mostro “il bello della diretta”, punto molto fondamentale, dove il mondo ha assistito i danni del vaccino.

NB: Quando trovate un video scottante in rete, vi consiglio di scaricarlo subito. Durante la preparazione del videomontaggio, mi sono accorto che alcuni link non partivano, altri video erano scomparsi, altri ancora bloccati dalla rete…

 

Manu87

 

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Morto da vaccino chi insulta i no-vax

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Charlie

 

 

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Esperienza green pass e tampone

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Esperienza Green pass:

Ricordo bene quando è stato introdotto il green pass per entrare nei ristoranti e in altri luoghi al chiuso, era agosto del 2021. A causa di questo mi sono precluso alcune gite per evitare di “pesare” sulle persone che si sarebbero dovute adattare alla mia “condizione”. Pensarci oggi mi fa sentire un po’ stupido però sento ancora bene il disagio che mi fece provare quella situazione, ed era solo l’inizio. Provavo disagio perché sapevo che tante persone non capivano il senso della mie scelte, non capivano perché non andassi a farmi questo vaccino o non mi facessi il tampone per vivere una vita “normale”, quindi mi sentivo giudicato oltremodo nonostante fossi sicuro di stare dalla parte della ragione, purtroppo quando sei da solo o si è in pochi a lottare per qualcosa il resto della gente ti fa sentire quasi in torto seppure tu sappia di aver ragione o comunque che è assurdo ritenere normale e di poco conto sottostare a delle misure del genere nonostante non ci fosse nessuna evidenza scientifica della loro utilità neanche da fonti considerate ufficiali.

Paradossalmente sono uno di quelli che ha studiato e conosciuto meglio i dati rispetto a tutte quelle persone che si sono fidate ciecamente e basta e quando provavi a farle riflettere riportando i dati “ufficiali” e facendo notare che diverse cose non tornavano comunque ti guardavano con sospetto e non cambiavano lo stesso idea. Mi sono ritrovato immerso nelle etichette, accusato di cose che non mi riguardavano, tante persone ragionano così: dagli un’etichetta e tutte le differenze spariscono, appena qualcuno rispecchia parte di quell’etichetta si prende automaticamente tutto il pacchetto. Ed è così che anche se ne sapevo di più di tanti riguardo a come stavano le cose su dati e quant’altro mi sono ritrovato comparato al classico no-vax che crede anche alla terra piatta perché poi le associazioni mentali che si fanno sono queste.

Ecco che anche i medici, per i quali si diceva fino a pochissimo prima che non potessero essere messi in discussione dato che loro hanno studiato quello e sicuramente ne sanno più di un comune cittadino, sono stati etichettati come incompetenti ed ignoranti dagli stessi comuni cittadini che allo stesso tempo ti ripetono di fidarsi della scienza e dei medici, sì, quelli che dicono ciò che condividono anche loro.

In questo clima ho vissuto la fine dell’estate partecipando anche alle manifestazioni molto seguite crogiolandomi del fatto che non sarebbe andata peggio, che grazie alle continue manifestazioni sarebbe cambiato tutto, che i ristoratori si sarebbero ribellati maggiormente vista la clientela sempre meno numerosa. A settembre iniziai anche un tirocinio dato che avevo finito la laurea da poco, non mi curai molto neanche delle minacce del pass per lavorare, pensavo ingenuamente che non sarebbe durato, che tantissime persone, almeno tutte quelle non vaccinate, non sarebbero andate a lavorare e che quindi in poco tempo lo avrebbero tolto. Beh è rimasto in vigore invece sette mesi interi in cui ho trovato pochissime alternative. Con questo testo vorrei ricordare di quel periodo, di come ho affrontato questo ricatto entrato in vigore da un momento all’altro.

Dopo anni di università volevo iniziare a lavorare, a fare esperienze, a diventare ancora più indipendente. Iniziai questo tirocinio, il lavoro non era male e mi trovavo molto bene con i colleghi quasi tutti della mia età o poco più. Si stava creando già un legame e anche se il lavoro si stava rivelando un po’ quello che era comunque l’ambiente rimaneva bello, finché a metà ottobre mi sono ritrovato costretto ad abbandonare tutto dopo appena un mese e mezzo. Questo lavoro non è stata l’unica cosa a cui ho dovuto rinunciare, ero anche volontario nei vigili del fuoco per i quali prima è entrato in vigore il pass e poi dal 15 dicembre anche l’obbligo vaccinale. Uno per volta ho avvisato le persone che dovevo avvisare che non avrei proseguito, con la caserma e con il tirocinio. Ero pronto ad affrontare chiunque, nessuno avrebbe deciso per me e non avrei lasciato che le preoccupazioni e i giudizi degl’altri mi avrebbero fatto prendere una scelta diversa, è stata dura soprattutto con la mia famiglia da cui comunque dipendevo ancora, ma alla fine ho fatto tutto quello che dovevo. Mi ritengo anche “fortunato” perché nonostante tutto sono stato appoggiato dai miei familiari e da altre persone care e ho vissuto dei mesi di pausa anche se la sensazione di disagio è rimasta per tutto il tempo, la sensazione di impotenza, di non riuscire a trovare qualcosa con cui guadagnare e dimostrare che potevo lo stesso fare qualcosa. Sono stati momenti duri perché vedersi bloccare il futuro per cui ci si è

tanto impegnati è avvilente. Dover scegliere forzatamente qualcosa che non si sceglierebbe e sentirsi pure giudicato perché “che sarà mai farsi il vaccino”.

Purtroppo non è finita lì, ho avuto alcuni colloqui di lavoro anche una volta finito l’obbligo del pass ma il fatto di non averlo ha implicato sicuramente l’esclusione da quei posti di lavoro perché probabilmente non mi hanno ritenuto una persona su cui fare affidamento in caso la situazione fosse cambiata di nuovo.

Poi ho avuto modo grazie a una persona che è stata davvero molto gentile con me di cambiare completamente, ho trovato lavoro un po’ lontano da casa che mi occupa abbastanza tempo ma che mi soddisfa e mi sta insegnando molto, sono potuto uscire da certi vecchi schemi come anche dalla caserma nella quale sono rientrato a maggio/giugno e che ho abbandonato per il nuovo lavoro. Adesso sta arrivando l’autunno e vedo gente intorno a me tutta preoccupata di nuovo, questa volta non mi farò fregare così facilmente e sono consapevole del rischio, quindi mi sto preparando ad affrontare questo nuovo periodo.

 

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Esperienza Tampone:

A settembre 2021 ho purtroppo ceduto al tampone, ripensandoci adesso sono stato non stupido, di più. Serviva per un festival ALL’APERTO e già questo dice tutto, dovevo suonare a questo festival e la mia non presenza avrebbe fatto saltare tutto quindi in quel caso mi sono sentito troppo condizionato, non è una scusa, semplicemente è andata così. Oltre il danno ovviamente anche la beffa dato che alla fine nessuno mi ha chiesto di vedere l’esito del tampone quindi avrei dovuto semplicemente dedicarmi alla pratica e non fare altro, inutile dire che in quel caso mi sono fottuto davvero con le mie mani.

Già vado in farmacia e mentre aspettavo chiedo alla ragazza cosa facessero loro in caso trovassero dei positivi, cioè se si facessero pure loro il tampone e questa mi risponde “no perché noi siamo vaccinate” con un tono davvero disgustoso… ok tieniti pure la tua purezza signorina. Evidentemente non ha pensato che oltre a gente che sceglie di non vaccinarsi (DIRITTO INALIENABILE) c’è anche gente che NON può vaccinarsi, era troppo impegnata a sentirsi superiore poverina.

Mentre facevo quella merda ha iniziato subito a bruciarmi una delle due narici, solo una e il bruciore è durato per tutta la giornata. Fastidio alla testa immediato e prolungato e la sera durante il concerto è diventato un vero e proprio mal di testa. Per almeno le due settimane successive ho avuto grandissime difficoltà a praticare, ricordo che praticamente tutti i giorni non riuscivo a fare una meditazione intera che mi addormentavo di colpo, poi piano piano sono riuscito a riprendere il ritmo. Purtroppo non mi sono scritto niente o non riesco a trovare eventuali testimonianze scritte quindi non ricordo altro se non questi aspetti, già comunque abbastanza per capire quanto sia merda quella di tarsi il tampone. Chissà quali altri problemi mi ha causato e continua a causarmi, quando pratico per curare eventuali problemi legati a quell’evento sento molta energia muoversi, credo ci sia ancora un grande lavoro da fare.

 

France

 

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Vaccini e scosse al braccio

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Questa testimonianza riguarda mia nonna, che a causa del vaccino adesso ha grandi difficoltà ad usare la mano destra. Nel 2015 si era rotta sia l’ulna che il radio del braccio destro, all’altezza del polso. Dopo il lungo periodo necessario perché le ossa fratturate si riassestassero, e un lungo periodo in cui ha dovuto fare esercizi di fisioterapia per riprendere l’abilità di muovere di nuovo il polso e la mano come prima, finalmente poteva tornare a fare tutto quello che faceva prima e ne era molto felice, essendo una persona che si mantiene attiva nonostante l’età avanzata. Sfortunatamente però, a causa della propaganda mediatica e del lungo indottrinamento cattolico che la accompagna da tutta la vita ha seguito fiduciosamente le imposizioni del governo fino alla seconda dose, dopo la quale la paura era troppa per continuare con la terza. Dopo il “vaccino” mia nonna ha perso nuovamente la mobilità della mano alla quale si era fatta male diversi anni prima, ma che nel frattempo era guarita per bene. Almeno uno dei due vaccini era stato fatto su quello stesso braccio e non ci è voluto molto perché mia nonna inizasse a subire dolori incessanti sulla vecchia frattura e su tutto l’avambraccio, e la sua mano iniziasse ad essere in grado di muoversi sempre meno. Adesso non riesce più ad aprire bene il palmo e ha delle scosse, come delle scosse elettriche, che le partono dalla spalla e si diramano fino alla punta delle dita. Mia nonna ama cucinare ed ha sempre cucinato tantissimo per tutta la vita ma ora ha difficoltà a tenere in mano certi utensili e non ha più la forza di sorreggere i piatti pesanti con la mano destra perché il polso non le regge. Inoltre sente il suo avambraccio come se fosse diventato duro, rigido e bloccato. Tutto questo dopo il vaccino e anche lei non ha potuto negare l’evidenza.

 

Wanderer

 

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Il vaccino e la rabbia incontrollabile

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Voglio riportare la testimonianza di mia cugina Marianna, di anni 24, che con l’inizio della Farsa e con l’inoculazione del siero ha visto distrutta la sua giovane vita. Mia cugina è sempre stata una ragazza particolarmente solare, allegra, spensierata. Avendo legato molto con mia sorella minore praticamente è stata presenza fissa in casa mia per tutta la sua infanzia ed adolescenza (a volte anche dopo i 18 era solita raggiungere casa mia, seppur molto più saltuariamente rispetto alla frequenza quotidiana di prima). Aveva molteplici interessi: amava la moda, la danza, lo sport, le piaceva molto scrivere, disegnare, cantare, voleva addirittura fare l’attrice (per la sua somiglianza con un’attrice famosa che faceva principalmente musical); insomma una ragazza come tante che viveva serenamente la sua vita. Ricordo che si fosse fidanzata, sin dall’età adolescenziale (forse sui 15 anni), con un ragazzo di nome Francesco con cui sembrava ci fosse un sentimento molto pulito e serio (sono cose difficili da affermare con sicurezza su ragazzi tanto giovani, ne sono conscio, ma comunque loro stessi affermavano di amarsi sinceramente e si vedeva che avevano piacere nello stare insieme visto che la relazione andava avanti da tanto tempo). Il criminale ed illegittimo lockdown di marzo 2020 ebbe la forza di un tornado sulla sua vita, e da quel periodo niente per lei è stato più come prima: ha vissuto quei mesi in tremenda ed asfissiante solitudine, sua madre ci ha sempre detto che trascorreva ogni giornata di quella quarantena forzata in camera senza fare nulla. Suo padre non ci vedeva nulla di preoccupante, semplicemente interpretò quei segnali come una brutta risposta emotiva al fatto che non potesse vedere il suo fidanzato, uscire e dedicarsi ai suoi hobby. Riteneva che tutto sarebbe tornato alla normalità non appena fosse finita l’emergenza; il fatto che i suoi due fratelli vivessero in altre città amplificò esponenzialmente il suo senso di solitudine visto che non aveva effettivamente nessuno con cui chiacchierare nella vita reale (il rapporto con i genitori non è stato mai granché profondo che io ricordi). Io la rividi post quarantena ad agosto 2020, nel giorno del mio compleanno, dove ebbi chiaramente l’impressione di una ragazza provata e con profonde ed evidenti ferite interiori. Nonostante la quarantena fosse “terminata” (ma sappiamo tutti che dopo i mesi estivi ci furono nuovi lockdown) sembrava che lei ci fosse ancora dentro visto che il suo sguardo si presentava vuoto, non aveva nemmeno tanta voglia di parlare. Ci disse solo che il suo rapporto con Francesco si stava deteriorando perché lei, che non aveva quasi più voglia di vederlo e sentirlo, si stava progressivamente allontanando da lui. Sui social, che ha cominciato ad usare in modo molto ossessivo proprio da Marzo 2020, ha cominciato a pubblicare contenuti molto malinconici e tristi (parlava per esempio molto spesso di solitudine, di paura, dell’ansia, di quanto è importante essere forti per sopravvivere e cose del genere) e qualche volta provai a scriverle per darle conforto ma mai mi ha dato modo di chiacchierare in modo profondo con lei: dopo le classiche domande “come stai, che si dice” tentavo di farle capire che poteva confidarsi ma mai entrava nello specifico e chiudeva immediatamente le conversazioni. Con l’ennesimo criminale lockdown delle zone colorate (tra l’altro lei si fece anche settembre in quarantena per via di una fasulla positività al fasullo covid con i fasulli tamponi) ebbe un’altra ricaduta psicologica grave che la portò ardentemente a desiderare il vaccino per poter “riacquisire” la libertà dei suoi 20 anni. Subito dopo l’inoculazione della prima dose cominciò a palesare Pfizer (si parla veramente del giorno successivo) un’aggressività verso agli altri che mai aveva mostrato prima: sua mamma ci ha raccontato di folli episodi di verbale verso la nonna (una signora di quasi 100 anni su una sedia a rotelle) e sui fratelli quando andavano a trovare la famiglia saltuariamente.

 

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La sua ironia era scomparsa, bastava farle una minima critica o battuta che perdesse immediatamente la pazienza ed aggredisse con gravi insulti chiunque. Marianna cominciò quindi a sentire questi irrefrenabili impulsi aggressivi che la sovrastavano e (in un post su Facebook) ammise che si sentiva dentro una rabbia che prendeva realmente il sopravvento sulla sua mente senza che lei potesse resisterle in alcun modo. La famiglia continuava a minimizzare la problematica perché, sosteneva, che parlare così pubblicamente di certe dinamiche sui social la rendesse una persona che volesse soltanto attenzioni. Lasciò così il suo ragazzo e annunciò tra lo stupore di tutti la sua omosessualità (orientamento che disse di aver scoperto sin dalle scuole medie; la cosa generò sorpresa perché mai aveva dato segnali di ciò, la sua relazione con Francesco funzionava e faceva supporre il contrario): da quel momento si tagliò i capelli quasi a zero, si fece innumerevoli tatuaggi, iniziò a fumare (non so se si droghi, è possibile che succeda), cominciò a frequentare compagnie non idilliache (più che altro autentici estranei conosciuti su Telegram, in gruppi dove era possibile socializzare con gli utenti iscritti in quel medesimo gruppo). Un cambiamento inspiegabile che non era comprensibile perché mai aveva dato segni di non gradire la sua esistenza prima dell’inizio della Farsa chiamata Covid-19; nessun cenno, nessun dubbio palesato, nessuna problematica, mai niente di niente. Alla madre fu suggerito da mia madre ed altre sorelle di portarla da un terapeuta, ma Marianna diceva di sentirsi finalmente bene e felice; iniziò, tra l’altro, in quelle fasi una relazione con una ragazza a distanza di nome Anna che tutt’oggi non ha mai visto di persona. Fece la seconda dose (nuovamente Pfizer) e la sua aggressività da verbale divenne fisica perché aveva iniziato a fare a botte con suo padre visto che quest’ultimo aveva nel frattempo iniziato a palesare il suo enorme fastidio per il cambiamento totale che l’aveva trasformata in un’altra persona. Non ho mai assistito personalmente a queste liti, ma mi sono state raccontate brevemente in lui che le “suggeriva” (per usare un eufemismo, ma credo l’abbia insultata a più riprese) di ritornare di fare chiarezza dentro di lei e ritrovare la strada per essere la ragazza di prima, Marianna (sentendosi attaccata nella sua nuova identità) reagiva colpendolo con degli schiaffi o lanciandogli contro qualche oggetto. Successivamente, sulle numerose minacce di lei di scappare di casa, lui “accettò” questo suo cambiamento e decise di non palesare più il suo fastidio. Alla terza dose i sintomi sono peggiorati ancor più gravemente (mai in famiglia hanno colto il progressivamente peggioramento da imputare al vaccino, quando ho palesato l’evidente correlazione sono stato subito zittito): ha cominciato a palesare gravissimi segnali di autolesionismo (è stata trovata diverse volte sul punto di tagliarsi le vene in bagno) e ha cominciato a prendersi da sola a pugni quando litiga con quella sua fidanzata mai vista (ha ad oggi un occhio nero molto evidente causato dalle sue stesse percosse). Tutte le volte che accadono cose che non sono di suo gradimento o che vanno diversamente rispetto alle sue aspettative si fa del male in modo davvero molto preoccupante. Ha cominciato a soffrire di attacchi di panico, di depressione, di ansia, e ad oggi stanno valutando di andare da uno psichiatra. Questo è secondo il mio punto di vista la perfetta realizzazione del piano oscuro inizialmente concepito dal Governo (e in chi non ha abboccato hanno sfruttato il Green Pass): prima togliere tutto con una serie di iniziative scellerate (come i lockdown) per costruire una gabbia di soffocante solitudine intorno, poi fornire la finta soluzione del siero della morte per uscire da quella stessa gabba da loro creata; solo che “questa chiave” non porta via da quella gabbia, porta via dall’Universo.

 

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Greencazz

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Ciao a tutti, vorrei testimoniare attraverso le mie esperienze, il periodo oscuro che siamo stati costretti a vivere, in cui è stata abolito l’esercizio delle libertà personali. Il Governo Italiano nel momento in cui ha dato vita alla certificazione verde o green pass, ha tentato l’abolizione di alcuni diritti umani fondamentali, come la possibilità di lavorare, partecipare alla vita sociale, oppure muoversi liberamente.

Personalmente, sin dal principio mi sono opposto con tutte le mie forze, sia ideologicamente che concretamente affinché potessi apportare dei sostanziali cambiamenti alla situazione, sebbene nel mio piccolo. Come è ben noto a tutti per quanto ci sforzassimo, sembrava trovare tutte le porte chiuse, era tutto molto complicato, ma non impossibile. Ma avevo dalla mia, la perseveranza e il desiderio di non arrendermi alla strategia di terrore mediatico e sociale tipico del regime Nazista che ci stava e sta governando. Per quasi due anni, io e la mia famiglia abbiamo completamente dovuto rivedere il nostro modo di vivere la quotidianità, essendo non vaccinati. Quindi ci siamo orientati alla ricerca di tutte quelle attività ancora consentite ai no greeen pass, sebbene ad un certo punto ho avuto l’influenza denominata “covid”, così da essere in possesso del green pass da guarigione, ma il mio atteggiamento non era cambiato nei confronti del suo utilizzo.

Da diversi anni praticavo le arti marziali, ero appassionato, ciò nonostante da quando mi fecero richiesta di presentare il gp, fui costretto a lasciare la palestra dove mi allenavo, sentendomi escluso anche dai miei compagni. Compagni che in tutto il periodo non ho più sentito se non una/due volte per consigliarmi di vaccinarmi per rientrare ad allenarmi. Ancora oggi non frequento più quella e qualsiasi altra palestra. Una difficoltà simile l’ho incontrata con mia figlia, la quale per quel periodo ha dovuto rinunciare allo sport, in quanto i genitori no vax non potevano neanche accompagnare i figli. Sappiamo l’importanza che lo sport ha nello sviluppo fisico e mentale dei bambini, eppure il governo ha privato i bambini di questo diritto fondamentale. Non ho minimamente pensato di potermi piegare ai Nazisti, cosa che invece hanno fatto molti altri genitori, sentendomi poi dire che sono una persona egoista!

Un episodio particolare che ricordo, riguarda il giorno che mi recai in gioielleria per acquistare un regalo. Sottolineo che all’ epoca avevo il gp da guarigione, la titolare della gioielleria mi venne a cercare tra le persone per chiedermi in gp. A quel punto abbandonai il negozio, dicendo che non ero più interessato. Mi recai in un altro negozio, dove non mi fu chiesto il gp, la cosa bizzarra fu che trovai lo stesso regalo che avevo scelto nel precedente negozio ad un prezzo inferiore.

Per motivi di lavoro mi trovo spesso fuori ad ora dei pasti, per tutto il periodo in cui veniva richiesto il gp sono stato costretto a portarmi sempre il pasto da casa e consumarlo in auto senza poter mai accedere ad un’attività di ristorazione o bar.

Le ingiustizie che ho subito sono comuni a molti conoscenti, ricordo in particolare l’esperienza vissuta da un amico (uno dei pochi che non ha ceduto al ricatto) in una pizzeria, dove fu costretto ad ordinare una pizza da asporto sull’uscio della porta sotto la pioggia perché sprovvisto di gp, mentre tutti i clienti seduti ai tavoli rimasero impassibili alla scena.

 

Foxipy

 

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Il green pass – Non piegarti mai al ricatto!

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Questa è la mia personale testimonianza avuta con il green pass. Il green pass è stato un metodo governativo che, mascherato da falsi compiti sanitari, schedava i cittadini in base a chi era vaccinato o tamponato e chi no, di modo che chi non lo era non poteva accedere ad uffici pubblici e persino studiare o lavorare. E’ stato un affronto incredibilmente grave alla giustizia e al diritto allo studio e al lavoro, insomma un vero attentato criminale alla libertà. Per di più questo lasciapassare (il cui aggettivo che lo accompagnava: ‘verde’, dimostrava quanto le parole siano importanti per il Governo, ma al tempo stesso il modo in cui le usava fosse totalmente ridicolo, infatti quel ‘verde’ che starebbe per ‘ecologico’ per come fa comodo al Governo sia totalmente fuori luogo e contesto) era elettronico, in quanto basato su un Qr code da scansionare tramite app. Insomma, un perfetto concentrato di tecnologia anti-privacy, schedatura e liberticidio emblema della Farsa 20/22. Fatta questa doverosa premessa (perché giustamente non va dato niente per scontato e sia noi del presente che gli umani del futuro devono avere memoria cosciente di ciò che è precisamente successo in questi anni), racconterò ora ciò che mi è successo. Il 9 settembre 2021 mi recai in Conservatorio, istituto nel quale studiavo, dopo aver preso appuntamento il giorno prima con la segreteria. Sapendo dell’arrivo del green pass mi ero opportunamente preparato a sospendere gli studi, perché per nessuna ragione al mondo mi sarei sottoposto a neanche un singolo tampone, né tantomeno a ciò che loro chiamavano vaccino. Ci tengo al mio corpo e alla mia vita, e la difenderò sempre! Volevo quindi sapere le modalità di sospensione e cosa comportava. Ci tengo a precisare che in quel periodo iniziale di green pass nelle Università non era impedito di accedere agli uffici, ma solo alle lezioni, e anzi, secondo la normativa del DL111 (l’infame decreto legge che sanciva la nascita e l’applicazione dell’ancor più infame tessera verde) non era previsto che il personale scolastico rimbalzasse gli studenti e i docenti all’ingresso, impedendogli di entrare. Bensì essi dovevano comminare un’ammenda se qualcuno ne era sprovvisto, lasciando però che il soggetto potesse regolarmente entrare e seguire le lezioni. Beh, ma dato che eravamo in piena Farsa, ogni comportamento che esagerava le ‘leggi’ (illegali) e che le rendeva più aspre e discriminatorie era ben accetto dal Governo. Anche se ad applicare queste discriminazioni non previste erano signor nessuno magari presidi o bidelli di una scuola qualsiasi magari sperduta nelle lande provinciali. Questa è la Farsa 20/22. Infatti, non appena varcai la soglia dell’istituto, subito la bidella mi fermò e mi chiese il green pass, e quando scoprì che non ce l’avevo, mi intimò di andarmene perché non potevo entrare. Preciso una cosa: io sapevo benissimo che non mi avrebbero permesso l’accesso, ed ero andato lì apposta proprio per raccogliere un po’ di materiale legale da utilizzare contro di loro, perché mai come in questi due anni è salita dentro di me una tale voglia di giustizia e libertà, tale da voler combattere a tutti i costi e con tutti i mezzi per ottenerle. E tutto questo grazie alla mia Maestra Angel Jeanne, che mi ha insegnato il vero valore quotidiano e concreto (e non astratto) di queste due parole che ripeterò: Giustizia e Libertà. Quindi, come detto, ero andato lì appositamente, già pronto e provvisto di registratore acceso nascosto nella tasca. Anche per questo mio padre decise di accompagnarmi, perché prevedendo la situazione era meglio avere un testimone. Inoltre volevo andarci per far capire che non tutti si piegavano ai diktat di regime come se niente fosse. Quindi, appunto, la bidella mi rimbalzò. Dato che io non me ne volli andare come nulla fosse, ma feci presente che non era affatto previsto che potessi essere cacciato, questa chiamò un’altra sua collega, più aggressiva e minacciosa, che mi intimò di chiamare i carabinieri se non ce ne fossimo andati. Ma non ci muovemmo, e anzi dicemmo che andava bene, visto che li avremmo anche potuti chiamare noi. La bidella non chiamò nessun carabiniere, ma arrivò la dirigente scolastica, la quale ci invitò (senza gentilezza) a leggere la Circolare del Ministero affissa nell’atrio, che secondo lei certificava la possibilità ‘per legge’ di sbatterci fuori. La leggemmo seduta stante, 6 pagine. Nessuna menzione di ciò. Peraltro il fatto che la Circolare per questa signora fosse legge è pure indicativo dell’ignoranza di questi ducetti cialtroni, in quanto una Circolare assume un ruolo talmente basso nella gerarchia delle fonti che non è neanche lontanamente paragonabile ad una legge, e tantomeno può permettersi di ledere diritti fondamentali. Ma lei non sentiva ragioni, non le importava nemmeno sapere quanti articoli costituzionali e quanti trattati internazionali venivano violati dal green pass, e soprattutto si rifiutò categoricamente di mostrarmi la delega del Ministero della Salute che (in teoria) chi controllava il green pass doveva possedere. A quel punto, dato che le gravità commesse erano già abbastanza, chiamai la polizia. Ma anche qui, niente da fare, per loro il Conservatorio aveva ragione a comportarsi come dei nazisti (ricordo ancora che nemmeno era previsto dal DL che senza green pass non potessimo entrare). E certo, visto che i primi nazisti erano proprio i poliziotti che dissanguavano i cittadini con multe salatissime e manganellate senza pietà. Loro che avevano giurato di difenderli ad ogni costo. Allorché chiesi al poliziotto di darmi nome, cognome e numero di matricola così da presentare esposto nei suoi confronti in Procura. Lui, da bravo nazista codardo, ha troncato la telefonata dicendo che il 113 era un numero di emergenza e non poteva trattenersi. Qualche settimana dopo, come promesso a me stesso e dopo essermi informato sui legali dalla nostra parte, presentai tutto il materiale raccolto ad un avvocato, insieme al quale presentammo esposto al Conservatorio e precisamente anche alla dirigente. Non avrei mai permesso che la cosa passasse nel dimenticatoio. Per adesso, a distanza di quasi un anno, ancora non si sa niente, ma ciò che deve importare è la necessità di denunciare ognuno di questi soprusi, perché anche le denunce sono memorie storiche, che testimoniano la ribellione del popolo e una dopo l’altra, col tempo, contribuiranno magari a far crollare il castello. Come ci insegna Angel è importante agire, in qualsiasi modo, e non cadere nel lassismo e nell’apatia. Di avventure con il green pass ne ho ovviamente vissute altre, a partire dal non poter entrare nei ristoranti o altre attività, ma non sono articolate e così dense di gravità come questa, che dovevo assolutamente testimoniare. Anche perché, dopo poco tempo, nella mia città già cominciarono a crearsi una fitta rete di attività che non prevedeva green pass per entrare, ribellandosi alle leggi illegali, e così il problema non si è nemmeno più presentato. Posso però raccontare questo breve episodio totalmente folle e schifoso accaduto ad una amica di mia madre, entrambe contrarie alla Farsa, la quale voleva recarsi dalla famiglia per Natale. I genitori, totalmente schiavizzati dalla Propaganda, chiesero alla figlia di fare il tampone e quindi il green pass per poterla accogliere a Natale. Non ho parole, o meglio le avrei, ma è meglio che non le scriva. Non c’è davvero limite alla vergogna che può generare un regime schifoso. Un nazismo che genera tanti piccoli nazisti il cui fine è discriminare persino i propri figli. Questo è un perfetto esempio di morte totale di una Coscienza ed è davvero allucinante. La figlia però, invece di mandare a quel paese i genitori e rifiutarsi di andare, si somministrò al tampone, che ovviamente (guarda caso) rilevò la fantomatica positività, e lei, ancor più stoltamente, rimase in quarantena a Natale. Questo è anche un perfetto esempio di ciò che dicevo nella precedente testimonianza sui tamponi, cioè che anche tra chi è contrario alla Farsa ci sono troppe persone che non vedono la gravità del tampone e vi si sottopongono per qualsiasi sintomo. Bisogna lavorare su molto su questa manipolazione. Ringrazio ancora Angel per avermi dato questa importantissima opportunità, augurandomi che quanto scritto possa essere utile per chi leggerà ora e in futuro. Non dimentichiamo mai ciò che abbiamo subito e hanno subito miliardi di persone. Mai!

 

riccardob

 

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La discriminazione in famiglia

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Questa testimonianza riguarda il tampax. La prima in assoluto che mi spingeva a fare il tampone e vaccino incluso, è stata mia madre. In casa sua/mia ci si entrava solo muniti di mascherina e mantenendo la distanza di sicurezza. Lei proprio non sopportava la mia assoluta presa di posizione, non sopportava soprattutto che io non avessi paura. Secondo il suo pensiero, dovevo provare paura, anzi, terrore, ed era vietato essere allegri in generale, perché sempre secondo il suo pensiero la situazione era grave, anzi gravissima, e sarebbe finita ancora peggio. A me invece la sua tesi mi faceva ridere, ma non potevo esternare il mio sentimento troppo visibilmente, conoscendola avrebbe reagito scagliandomi addosso le sue imprecazioni, e con l’intento qualcosa che ferisse il mio corpo, allora sorridevo cercando inutilmente di presentarle nuovamente le mie motivazioni, ma ogni volta si imbestialiva sempre di più. Finché un giorno gridando come ‘’una posseduta’’ mi maledisse, dicendomi di uscire di casa e non farmi più vedere. Al che risposi molto tranquillamente, giusto per farle ancora più rabbia, che non aveva fatto una bella cosa a maledire la propria figlia, e che comunque le maledizioni fatte a certe persone, ritornano immediatamente indietro, e quindi era peggio per lei. Poi me ne uscii di casa, mentre mio padre che assisteva alla scena, sicuramente dispiaciuto, tentava con fare misero e poco incisivo di farla smettere. Una volta salita in macchina, fui assalita da un soave compiacimento. La mia cosiddetta madre mi aveva appena cacciata fuori di casa e maledetta, eppure la cosa non mi aveva minimamente turbata, ma al contrario, stavo iniziando a sentirmi contenta, direi soddisfatta poiché si faceva spazio nella mia mente l ‘idea che avrei avuto un’ottima giustificazione per non varcare più la soglia di quell’orribile luogo per nessuna ragione.

 

Antonella

 

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Gli ospedali – Le regole dei nuovi lager

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Nel 2021 hanno approvato un decreto che riguarda gli ingressi in ospedale, sia in veste di pazienti sia di visitatori. Secondo questa nuova “legge”, non si può ancora oggi (settembre 2022) accedere in ospedale senza il Super Green Pass (dato da 3 dosi di vaccino oppure guarigione/2 dosi + tampone). Senza codesto pass attivo non si può entrare. Se non si è vaccinati e si fa un tampone, non si può entrare. Anche se il tampone risulta negativo. E’ inutile, no pass no ammissione all’ospedale. Non ha davvero senso, anche perché chi conferma che quelli con le tre dosi sono negativi al virus? Loro il tampone non lo devono mica fare… e così continuano con la discriminazione di una fetta di cittadini.

All’ingresso del pronto soccorso, quindi, la prima cosa che i medici/infermieri chiedono è se si è vaccinati e in possesso del super pass, ed eseguono immediatamente il tampone nasale. Senza neanche considerare i motivi per cui si è in quel posto di urgenza, quelli vengono dopo: non importa se ti sei rotto un braccio o ti hanno accoltellato o hai un infarto in atto, prima di tutto bisogna verificare se sei vaccinato e positivo (o meno) al Covid. Le priorità innanzitutto.

Mia nonna a Pasqua 2022 è caduta in casa e si è rotta il femore, quindi è stata portata in ospedale. Con molta calma perché, essendo giorno di festa, mancavano i medici e l’ambulanza è arrivata solo dopo un’ora, in tranquillità. Avendo lei fatto “solo” due dosi del siero, le hanno fatto il tampone prima dell’ingresso in ospedale. E’ rimasta chiusa in quella struttura per più di due mesi, e la mia famiglia non è potuta andarla a trovare nemmeno una volta. Sì, perché io, mia sorella e i miei genitori non siamo vaccinati, eravamo tutti sprovvisti del Super Green Caz quindi non avremmo potuto entrare in ospedale come visitatori. E’ rimasta due mesi da sola, con solo la visita di mio zio (tri-vaccinato) una volta al giorno per massimo 45 minuti (il limite giornaliero consentito per le visite, sempre secondo questo decreto infame). Mia mamma stava impazzendo perché in videochiamata vedeva che la nonna stava iniziando a deperire sempre di più, avrebbe voluto entrare almeno per darle da mangiare e da bere, cose che in ospedale facevano poco. La frustrazione e il nervosismo erano palpabili ed aumentavano sempre di più, sono stati due mesi lunghissimi e pieni di angoscia, percepivo anche che mia mamma stava provando tanti sensi di colpa nei confronti della nonna perché non era là con lei. Non ci hanno permesso di stare vicini ad un nostro caro in difficoltà per colpa di uno stupido lasciapassare inutile, ci hanno discriminati per uno stato vaccinale, discriminati in base a delle personali scelte di carattere sanitario. Perché in passato non ci hanno mai impedito di entrare col vaccino del tetano scaduto allora? E’ chiaro quindi che c’è qualcosa di strano e di marcio dietro.

Credo comunque che anche molti altri, nella nostra stessa situazione, si siano resi conto di quanto assurde siano certe “regole” imposte dal Governo, e che questo pass è stato fatto per motivazioni che esulano dal contenimento di un virus influenzale. Ormai gli ospedali sono paragonati ai lager nazisti, e questa convinzione si sta diffondendo sempre di più in tutto il mondo: si entra ma la probabilità di uscire è davvero molto molto bassa.

 

ilary

 

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Una scelta di libertà

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3 Dicembre 2021. Le restrizioni sono state imposte già su quasi ogni cosa, e rimangono ancora poche attività accessibili per chi non si è vaccinato. Ogni settimana con furia cieca aggiungono nuovi divieti e sono consapevole che nel giro di poche settimane il cappio si stringerà fino a impedire ai non vaccinati anche di uscire di casa, se non vengono fermati prima. Al governo non stanno avendo nessuna pietà verso le persone che scelgono di non venerare il vaccino, e nelle loro intenzioni tutti quelli che non hanno ancora ceduto vanno piegati con la forza e la crudeltà, togliendo ogni possibile diritto ancora rimasto e condannando alla morte per povertà o disperazione. Stavo soffrendo tantissimo in quelle settimane, vedevo tutto quello che prima facevo liberamente venirmi vietato, nessuno della mia famiglia o dei miei amici sosteneva la mia scelta e mi sentivo tremendamente solo e sotto attacco. Avevo ormai perso ogni fiducia nello stato italiano, che invece di tutelare i diritti dei suoi cittadini considerava noi (non possessori del sacro green pass) come untori, criminali, assassini, feccia umana a cui andava tolta ogni possibilità di partecipare alla società e guadagnare da sopravvivere. Eravamo chiaramente una minaccia per loro, e la violenza con cui stavano cercando di schiacciarci e annientarci mi faceva paura e più volte mi trovavo sull’orlo di attacchi d’ansia. Solo in ACD trovavo compagni che avessero la mia stessa voglia di resistere, ma la mia si stava affievolendo giorno dopo giorno. Mi sentivo sul punto di cedere, e sapevo che se mi avessero tolto la possibilità di lavorare sarei stato davvero in seria difficoltà.

Giusto pochi giorni prima, Angel – dopo aver passato quasi 2 anni a ripetere i danni del tampone e del vaccino – aveva scritto in community un messaggio fortissimo e crudo, in cui diceva chiaramente a coloro che si erano vaccinati che stavano condannando tutti noi con la loro scelta di vaccinarsi, e restavano in Accademia a fare da parassiti e attingere dagli insegnamenti senza meritarli. Quel post mi aveva scosso molto, non mi ero certo vaccinato e non volevo farlo, ma sentivo che la mia convinzione stava cominciando a vacillare… E non mi sentivo degno di stare in ACD. Leggevo interventi magnifici di altri studenti con una grandissima forza d’animo, e sapevo di non essere forte come loro, non riuscivo ad essere così agguerrito, ero come annebbiato e una parte del mio cervello purtroppo accettava l’idea di vaccinarsi. Fino ad ora la avevo tenuta a bada, ma con i continui annunci di nuove restrizioni questa parte si stava agitando! Mi sentivo stretto tra incudine e martello, a dover scegliere in fretta tra il vaccino o ACD. In condizioni normali ovviamente non avrei dubbi, ma ero in grande difficoltà, e il pensiero di cedere, vaccinarmi e dover lasciare questa Accademia che ormai sento essere casa mia aumentava la mia disperazione. Per rispetto avrei davvero abbandonato, se mi fossi un giorno vaccinato. Mi chiedevo fino a che punto avrei potuto resistere. Angel mi stava chiedendo di fare una scelta forte e vincolante, con una forza che però in quel momento non avevo!

Quel 3 dicembre avevo deciso di fare un viaggetto con la mia ragazza, avevamo pianificato di andare a visitare il Vittoriale degli Italiani, la casa di Gabriele D’Annunzio… Era un po’ un regalo di addio che mi stavo facendo, visto che dal 6 dicembre sarebbero entrate in vigore nuove restrizioni che vietavano ai non vaccinati l’accesso ai luoghi di cultura (anche se all’aperto!), e chissà quando avrei potuto di nuovo visitare parchi o mostre.

A giornata appena iniziata, leggo con disperazione un titolo di giornale che dà quasi per certo ormai che da gennaio il governo introdurrà l’obbligo vaccinale per tutti i lavori – anche se svolti in smart-working! Lì ho sentito ogni speranza svanire e lasciare il posto a un grande vuoto nero nella mia testa. Ho pensato “è finita”. Avrei potuto accettare di tutto, ma pensare di perdere il lavoro (lavoro che adoro, tra l’altro) solo per non essermi vaccinato mi gettava nello sconforto più totale. Oltre al danno in sé, sapevo che tutti i miei parenti e amici mi avrebbero schifato e forse voltato le spalle se avessi scelto di perdere il lavoro pur di fare il testardo fino a questo punto. Ah, come se fosse una scelta mia perdere il lavoro e non una vigliaccata incostituzionale del nostro adorato governo!

 

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Dopo questa notizia la parte di me che accettava l’idea del vaccino era riemersa e mi tormentava fortissimo, e io non riuscivo a liberarmi di lei – ma al tempo stesso mi rifiutavo di accettarla. Penso sia stato per me il giorno più nero, stritolato tra la voglia di cedere e quella di resistere, e in ognuno dei due scenari il futuro per me sarebbe stato orribile.

Ma cerco di distaccare e godermi un po’ il viaggio. Mentre siamo là e ammiro la magnificenza del luogo e rifletto sugli scritti di D’Annunzio mi chiedo cosa potrebbe pensare lui di me, adesso. D’Annunzio può piacere o non piacere come persona e come autore, ma una cosa è certa: lui poneva la libertà sopra ogni altra cosa, nessuno poteva provare a porgli dei limiti, il suo carattere e il suo ego erano così grandi che li infrangeva tutti. Credo che non mi considererebbe degno di visitare la sua casa, lui così imponente e io così misero, incapace di decidere in piena autonomia della mia vita e schiavo di un ricatto che se accettato mi renderà un automa senz’Anima.

Alla fine del giorno saliamo in cima al mausoleo: all’improvviso vediamo comparire il lago che si stende immenso davanti a noi, e mi rapisce una sconfinata serenità e senso di grandezza. Mi sento strappato via dalla buia situazione e in un attimo riesco a percepire di nuovo la presenza di Dio e mi ricordo di cosa sia la libertà. E adesso so senza ombra di dubbio di Volere la Libertà, senza alcuna fottuta esitazione! In questo attimo di lucidità sento senza difficoltà quello che mi chiede il mio Essere e mi vergogno di avere anche solo pensato di tradire me e i miei compagni vaccinandomi! Quassù sono riuscito a deporre tutti i miei dubbi ed ascoltare la voce che mi urlava la scelta giusta da fare. Vedo limpidamente.

La scelta è stata presa, mi sento felice, finalmente ho preso una decisione definitiva… Lo so che i mesi successivi saranno duri e oltre al diritto di muovermi forse mi toglieranno anche il lavoro, so che proveranno a togliermi il diritto di esistere, ma mi ricorderò di questo momento e mi fiderò di lui… E mi impegnerò a resistere. Se ora scelgo la libertà un giorno quando tutti intorno a me saranno schiavi e sottomessi sarò grato a me stesso per tutti i sacrifici fatti, se invece scelgo di piegarmi per vivere una vita più comoda e facile mi pentirò subito amaramente di avere sacrificato la mia libertà. Non sarò altro che uno dei tanti bot senz’Anima che trascinano i piedi per le strade. Sono grato ad Angel e ACD per avermi mostrato questa via. Noi siamo quelli che sono chiamati a resistere e dare l’esempio, e non importa quanto mi vieteranno di fare, ho deciso che per me i sacrifici sono tollerabili. Col senno di poi sono felice del post di Angel che mi ha messo alle strette e mi ha aiutato a scegliere con il mio istinto senza cedere ai ricatti.

Chiude la giornata una bella cioccolata calda, rigorosamente bevuta fuori al freddo di dicembre perché io (come i cani) non posso entrare e sedermi senza GP. Dalle prossime settimane neanche questo potrò permettermi. Ma non importa, aver avuto la forza di decidere della mia vita ascoltando la mia Anima mi ha riempito di energie nuove e impossibili da scalfire, questi dispettucci non mi sfiorano nemmeno. Non ho bisogno di un Green Pass per vivere.

 

Francesco asqu

 

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I danni del tampone – Cali e perdite di coscienza

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Era il 2021, mi occupavo solo di meditare, fare E.L. ed esortare le persone a non farsi il siero, spiegando loro tutto quello che sapevo della loro tossicità, evitando di parlare di nano chip, per chi non riuscisse a capire o non avrebbe creduto. Il 12 agosto faceva caldo e nel pomeriggio mio marito ha accennato di voler andare al mare, che si trova a due passi da dove abitiamo, ma io gli ho detto di non aver voglia e lui un po’ seccato se ne va da solo ed io ritorno a meditare e dopo E.L. ho dedicato l’ultimo pezzo a mia cognata che credo sia orange e anche perché ha portato scompiglio nella mia famiglia, successivamente ho fatto una protezione base e quando erano le 18.30, improvvisamente mi sento in colpa per averlo lasciato andare da solo al mare e decido di andare anch’io. Mi metto un paio di ciabatte, prendo l’asciugamano e faccio la solita discesa sterrata e ad un certo punto mi scivola il piede sinistro e perdo l’equilibrio cadendo rovinosamente in terra. Il piede si gonfia e diventa violaceo in posizione storta, non riesco più a raddrizzarlo e rimango seduta per terra in attesa che qualcuno mi aiutasse. La spiaggia da noi è abbastanza larga , finalmente qualcuno si accorge e vengono per aiutarmi, telefonano per l’ambulanza che però non arriva in quanto tutte erano impegnate in altri soccorsi (invece le ho viste ferme nella piazzuola dell’ospedale). Io all’ospedale non volevo andarci perché dei medici non mi fido ed adesso che ti obbligano al tampax ancor di più. Mio marito mi carica in macchina e sento qualcuno che dice: “ come fa a non piangere così combinata”. Arrivati al pronto soccorso ci fanno aspettare fuori per qualche ora e dopo avvisano che era stato chiuso per causa Covid e ritorno a casa poiché non ho voglia di andare in altri ospedali, saremmo ritornati l’indomani. Ho passato una notte insonne sentendomi una povera idiota e soprattutto a respirare prana perché Dio mi aiutasse. La mattina seguente sono ritornata in ospedale per sottopormi alla violenza del tampax. è stato un momento odioso e quando la tizia si è avvicinata con quell’arnese in mano vicino al mio naso io le dissi: “faccia attenzione poiché ho il setto nasale deviato in quanto la volta precedente ho avuto grossi problemi”, ovviamente non era vero anche perché non avrei mai fatto un tampax volutamente. Il primo l’ha buttato poiché ho fatto resistenza, il secondo lo ha passato prima in bocca e poi nel naso per essere sicura senza comunque andare in profondità perché ha subito la pressione che ho impresso su di lei. Passata nella sala d’aspetto c’erano più di 20 persone e non mi chiamavano mai. Ricordo una donna anziana con la quale mi ha fatto piacere parlare perché era consapevole della farsa, gli altri tutti persi. Finalmente, nel pomeriggio, mi chiamarono per i raggi, credevo bastasse il gesso ed invece mi dicono che devono operarmi e di cercare un ortopedico in un altro ospedale, perché in quello al momento non operavano, non si sa il perché visto che erano tutti tranquilli davanti al pc a non fare niente, avevano solo accumulato gente nella sala d’aspetto, c’erano diverse persone alterate che aspettavano il foglio di dimissioni per andarsene con il vigilante che cercava di calmare gli animi. L’indomani era la vigilia di ferragosto e sapevo che avrei potuto anche morire, se non conosci nessuno o non sei pieno di soldi per comprarti un dottore, poi mi sono ricordata che mio cugino aveva un parente ortopedico e gli telefonò prendendo un appuntamento alla clinica dove lui operava, facendo sempre un tampax ed io avevo paura che i miei sensi si sarebbero annebbiati a parte il DNA che mi avrebbero prelevato. Ho deciso di scrivermi un promemoria per quando sarei uscita dalla clinica, ho fatto pulizia energetica, meditazioni come suggeritomi dallo staff, durante l’intervento ero sveglia, sentivo tutto ma non vedevo poiché coprono con una specie di lenzuolo affinché io non veda i medici che operano, ho sentito che qualcuno ricattava un infermiere che non voleva sierarsi e gli ho detto che faceva bene. Tornata nella stanza ho iniziato a richiamare prana e Dio incessantemente. In conclusione, non ho avuto perdite di sangue dal naso ma per diverso tempo sentivo un formicolio in una narice, comunque la mia concentrazione non è più la stessa, troppi pensieri mi affollano la mente, ho avuto un notevole calo in tutto, non riesco a fare le cose come prima. Perciò esorto tutti a non lasciarsi fregare e non fare tamponi, a proteggersi con più forza possibile e tagliare bene i fili perché non capiti a nessuno quello che è successo a me.

 

Maya

 

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Era vietato correre, vietato saltare, vietato parlare

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Ora più che mai non possiamo dimenticare ciò che è successo durante la Farsa. A primo impatto non ricordo nulla di significativo accaduto a me personalmente ma se mi fermo a riflettere ritrovo mille piccoli episodi che mi sono “sfuggiti” dalla mente.

Quando è iniziata questa follia ero al penultimo anno di università , ci hanno chiusi tutti e non èstato possibile svolgere il tirocinio, se non in modalità a distanza (fortunatamente per me in realtà perchè non volevo assolutamente entrare nelle scuole e vedere i bambini torturati in quei luoghi come è successo ogni anno). Il quinto anno si è svolto con la stessa modalità , con la sola differenza che il tirocinio andava fatto. Sono quindi dovuta andare in una scuola dell’infanzia vicino a casa mia. Al momento il greenpass non era obbligatorio per cui ero tranquilla, c’era l’obbligo della mascherina ma per quanto la odiassi ho comunque sempre usato quella di stoffa casalinga, mai sopra il naso e a dire la verità , ogni giorno la abbassavo sempre di più per cui a volte riuscivo a stare completamente senza e nessuno mi diceva niente. Il clima all’asilo era surreale. Molte delle insegnanti (vaccinate) usavano due mascherine una sopra l’altra, alcune addirittura sopra le maschere avevano la protezione trasparente che copriva tutto il viso. Ai bambini era proibito interagire con le altre classi, il giardino era diviso da strisce rosse in modo che ogni gruppo avesse un pezzo ma era vietato uscire se c’erano altri bambini nei recinti vicini al proprio e vietato cambiare recinto. Nella classe in cui ero, i bambini di 3! anni non potevano fare praticamente nulla senza che l’insegnante li rimproverasse dicendo “ma tu lo sai che in giro c’è una malattia pericolosa chiamata covid?! Smettila subito!” Era vietato correre. Era vietato saltare. Era vietato parlare. Era vietato tutto. I giochi venivano tenuti in alto fuori dalla portata dei bambini e le insegnanti ne sceglievano alcuni, li mettevano sui banchi e decidevano quali bambini avrebbero potuto giocare con quel determinato gioco passando tra i banchi e dicendo “tu, tu e tu con i lego, tu, tu e tu con i puzzle”… da un lato all’altro della stanza erano appesi dei festoni con meduse e altri animaletti fatti dai bambini durante la quarantena. Perché meduse? Perchè ovviamente l’argomento dell’anno era tratto dell’agenda 2030, l’inquinamento degli oceani da parte degli uomini. Ogni volta che bisognava andare in bagno era necessario svolgere la preghiera rituale: una canzoncina su quanto fosse necessario lavarsi bene le mani mentre i bambini erano allineati in due file, al termine i bambini dovevano unire le mani (allo stesso modo della chiesa quando il prete dà  l’ostia… una “coincidenza”?) e la maestra passava spruzzando una dose di gel igenizzante sufficiente per 4 persone adulte ad ogni bambino. E guai a rifiutarsi o disobbedire!

Questo che sto descrivendo nelle scuole pubbliche sta succedendo da anni ma con la Farsa ha trovato una giustificazione morale, adesso non serve trattare male i bambini di nascosto (come succedeva!) ma ora si puù farlo anche nel giardino o davanti alle altre insegnanti perchè con il covid, se i bambini non obbediscono moriamo tutti!!!

Durante il periodo del tirocinio e già da prima della farsa lavoravo in una scuola parentale dove i bambini di gruppi diversi giocavano in giardino e nel bosco essenzialmente liberi senza nessun tipo di imposizione covid… assolutamente nessuna mascherina, tamponi, vaccini, divisioni e altro. Quello che sto descrivendo può sembrare dislegato dall’argomento ma è d’aiuto sia a non dimenticare quello che è successo sia a capire la contraddizione che stavo vivendo in quel momento. Un giorno alla settimana ero in prigione ad assistere a quelle torture, gli altri 4 ero libera a ridere con i bambini della mia scuola. Nel bel mezzo di questo i miei genitori e mio fratello si ammalano… siccome lui doveva andare a scuola si sono fatti tamponare tutti. Io ho messo in chiaro che mai mi sarei fatta il tampone per cui hanno mentito alla asl quando li ha chiamati e hanno detto che da mesi non vivevo più con loro ma a casa di mia nonna (vaccinata).

 

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Al lavoro potevo andare tranquillamente, nessuno si preoccupava del virus e anzi, alcune famiglie volevano essere contagiate per potersi tamponare e avere il greenpass da guarigione. Rimaneva il problema del tirocinio, i bambini erano costantemente controllati e tamponati, se qualcuno fosse stato trovato positivo per qualsiasi ragione e l’ASL incrociando i dati avesse scoperto che la mia famiglia era in quarantena mi sarei trovata nei guai. Ho scritto alla mia insegnante spiegandole la situazione (sperando che mi facesse finire il tirocinio online) e lei mi ha ordinato di farmi un tampone arrabbiandosi tantissimo per il mio rifiuto che secondo lei era un affibbiare a lei la responsabilità delle vite di quei bambini. Ovviamente non ho fatto nulla sospendendo il tirocinio per due settimane… quando poi ho consegnato la relazione con la descrizione di quello che succedeva nella classe in cui ero stata lei mi ha rifiutato la relazione perchè mi ha detto che sembrava la descrizione di un lagher (cosa che effettivamente era…) e che dovevo descrivere solo le cose belle che avevo visto per poter passare l’anno.

Sempre con l’università, una volta finiti gli esami mancava solo la tesi… e qui spunta la novità del greenpass obbligatorio per gli studenti. Fino a prima si poteva fare la tesi online ma ora abbiamo il nazipass per cui… devi essere per forza in presenza tamponato o vaccinato. Non avevo voglia di lottare per una cosa che non mi interessava neppure, in ogni caso non avrei insegnato in una scuola pubblica con o senza laurea per cui ho sospeso l’anno. La mia relatrice mi ha detto che rispettava la mia scelta di non vaccinarmi ma che il mio rifiuto di fare il tampone era una sciocchezza. La stessa cosa che hanno detto i miei genitori, che sono arrivati a minacciarmi per farmelo e finire l’università, cosa che ovviamente non ho fatto ma è stato veramente faticoso dato che urlavano o facevano gli offesi a morte tutto il giorno.

Un’altra volta durante la Farsa sono stata male, avevo mal di testa e raffreddore (normale influenza), siccome non volevo fare il tampone i miei genitori mi hanno portato un kit per tamponi a casa, uno per me e uno per mio fratello cosè “se vi viene voglia controllate”. La mia prima impressione è stata “ma se non lo voglio fare e non mi serve, perchè mai mi hai preso sta roba spendendo pure tanto??” Mio fratello se l’è fatto e io sono rimasta a guardare la scatola… la cosa strana era che ogni volta che ci passavo davanti sentivo la voglia di farmi il tampone, poi quando mi allontanavo mi chiedevo “ma perchè cavolo dovrei farmelo? Cosa mi è venuto in mente?” Mi ci è voluto un po’ per capire che il pensiero (improvviso!) di farmi il tampone veniva solo quando mi trovavo là davanti, era come se mi si azzerasse la mente per 3-5 secondi e qualcosa urlasse di farmi il tampone.

Una cosa simile mi è successa con il vaccino, non ho mai pensato di farmelo ma a volte mi svegliavo dal sonno con la frase “devo farmi il vaccino” fissa in testa, durava qualche secondo e poi sentivo che tornavo a me stessa chiedendomi perchè mi fosse venuta in mente una cosa simile, o meglio, come avessi potuto farmi manipolare in quel modo durante la notte.

Per quanto riguarda il greenpass non ho avuto grandissime discriminazioni per il semplice fatto che anche avendolo non avrei fatto quasi nulla di diverso, al ristorante e nei negozi vado poco, al lavoro non mi serviva e per viaggiare uso la macchina. Mi rompeva non poter andare in alcuni negozi e quando mi serviva sono entrata comunque ma il nervoso lo riversavo tramite la pratica contro tutti quelli facevano i controlli del greenpass.

 

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L’unica vera e propria discriminazione paradossalmente l’ho avuta da mio fratello e mia nonna che dopo essersi vaccinati quando si trovavano da soli con me si atteggiavamo in modo strano e dicevano “noi possiamo andare al ristorante e tu no”, “ma come farai se non ti lasceranno uscire di casa” e tutte cose sullo stesso tono. Erano chiaramente manipolati ma sebbene mi facesse male perchè si trattava di due persone che prima del vaccino erano molto diverse nei miei confronti e a cui volevo bene, in un certo senso era anche assurdo perchè si comportavano come bambini di cinque anni sotto stupefacenti.

L’unica volta in cui mi serviva realmente il greenpass è stato quando dovevo uscire dall’Italia. Avevo già  deciso che non mi sarei fatta nè vaccini nè tamponi per cui ero serena che la mia Anima e Dio avrebbero trovato una soluzione. Ovviamente ho praticato per questo ma avevo una sensazione fortissima di dovermi fidare e andare avanti con i miei piani nonostante tutto sembrasse andare in senso opposto. Ad una settimana dal viaggio ammetto di aver ceduto ed essermi preoccupata su come risolvere la situazione ma ho cercato di rimanere salda e non fare nulla che mi avrebbe fatto del male. Nel giro di 2 giorni mi sono arrivati 4 greenpass (falsi) da persone diverse, sia da tampone che da vaccino. Ero prontissima ad andare in aeroporto senza nulla ma quando sono arrivati tutti questi fogli insieme mi sono sentita provocata, del tipo “cosa c’è? Dubitavi che sarebbe successo qualcosa?” Non sono orgogliosa di aver usato quei fogli ma sono contenta di non aver ceduto, anche quando ero considerata pazza da tutti, sia quelli che volevano che facessi il greenpass sia quelli che erano contrari ma che mi dicevano di mollare tutti i miei piani perchè avrebbero fallito per via della farsa.

La più grossa discriminazione di cui sono stata osservatrice è quella dei bambini e dei ragazzi. Nella mia scuola nessuno è vaccinato, nè tra gli adulti e assolutamente non tra i bambini ma molti di loro hanno amici fuori e le discriminazioni si sono fatte sentire, soprattutto tra gli adolescenti. Gli sport sono stati bloccati e, ancora peggio, riaperti solo ai possessori del nazipass. Gli amici andavano al cinema, al ristorante, alle fiere e loro non potevano andare. Noi siamo vicini alla Slovenia per cui fino a prima era normale per i ragazzi andare oltre il confine e svagarsi lì , ora i loro amici andavano e loro non potevano più farlo. Ai ragazzi rimaneva solo la scuola, casa, Netflix e videogiochi… in un età  adolescenziale quando è importantissimo avere rapporti sociali. Perchè non avevano il greenpass erano allontanati dai gruppi, dagli amici e in molti casi anche dai parenti stessi terrorizzati dal falsavirus.

 

Whitewolf

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Discriminazioni e vigliaccherie

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Il conflitto più grande che ho avuto a causa del lasciapassare nazista 2022 è stato quando ho dovuto recarmi all’ufficio postale di poste italiane-cinesi. Vivevo in un piccolo paesino, e un giorno, poco dopo l’introduzione del cazzoverde sono andata alle poste per versare dei soldi nella mia carta prepagata. Sapevo ci sarebbero stati dei problemi, ma non sapevo esattamente cosa mi aspettava. Salendo le scale che mi avrebbero portata alle poste, sull’ultima rampa, mi è venuto una sorta di improvviso e veloce calo energetico alla testa, che mi ha fatto presagire che qualcosa di negativo sarebbe successo. Comunque ho proseguito perché tanto ero lì e avevo tutta l’intenzione di fare ciò che dovevo. Quindi sono entrata nell’edificio ed ecco il primo ostacolo: non puoi prenotare il turno senza mostrare alla macchinetta gialla di essere stato marchiato anche tu mostrando il tuo codice dal telefono. Bene. Nell’ufficio c’era solo un’altra persona oltre ai dipendenti, così mi sono recata da uno di loro (e già tutti mi conoscevano di vista perché andavo là a spedire pacchi regolarmente) a spiegare che dovevo versare dei soldi sul mio conto. Per carità di dio! Il vecchietto era terrorizzato da questa richiesta! Senza il greenpass?! “Cioè dovrei rischiare di perdere il lavoro per fare un favore a una ragazzina che pretende di far valere i suoi diritti?!” questa è stata la sua reazione, in realtà mascherata da diversi “non lo posso fare se non hai il greencazz” e molto silenzio e tentativi di ignorarmi. Al che ho deciso di rimanere lì davanti a lui a guardarlo, dicendo che non me ne sarei andata se non avesse esaudito la mia richiesta, dato che ero un cliente, e per giunta loro erano un’istituzione pubblica. È bastato poco, da quando sono entrata, che hanno iniziato a scaldarsi. Chiesi a un signore, che aveva appena concluso ciò doveva fare a un altro sportello e che stava per uscire, se potesse farmi il favore di versare i miei soldi sulla mia carta per me, gli avrei dato il documento di identità e tutto, ci sarebbero voluti solo pochi minuti. Esitò un attimo, ma poi disse ok. Gli impiegati intervennero subito, dicendo al signore che sarebbe stato ILLEGALE farmi questo favore, dato che non ero munita di greenmerda. Ma come? Ero io a non essere marchiata, mica lui! Lui era appena stato servito e ora non poteva tornare allo sportello per fare un’altra operazione perché non era per lui ma per me? E se glielo avessi chiesto fuori questo favore, prima di entrare e senza farmi vedere, lo avrebbero fermato lo stesso? No, è la risposta. E ci tornai a quelle poste, chiedendo a diversi sconosciuti all’esterno dell’ufficio se potessero farmi il favore di ritirare un pacco per me, dove all’interno c’erano delle medicine per io mio fidanzato che è diabetico. “NO! In nome della salute!” Cazzate, solo cazzate, solo scuse. Nonché una tremenda incapacità di aiutare gli altri. Nessuno mi fece quel favore e dovetti chiedere al mio ex datore di lavoro di prendere quel pacco per me. Ridicolo. Ma torniamo al giorno protagonista di questa storia. Vista l’indisposizione del vecchietto e di tutti gli altri, che mi ripetevano che non potevo stare lì all’interno delle poste senza il lasciapassare, mi sono seduta su una delle sedie al centro dell’ufficio e ho iniziato a praticare. Il vecchio ha chiamato la direttrice, che con la stazza di una balena è venuta verso di me a dirmi che dovevo uscire. Ho iniziato a farle un video e subito si è calmata dicendo che non potevo filmare e dopo pochi secondi è andata via dato che non le piaceva la telecamera puntata. I pochi impiegati crebrolesi che lavoravano in quell’ufficio avevano tutti la loro attenzione puntata su di me, che non avevo la minima intenzione ad andarmene e pretendevo che esaudissero la mia richesta di usufruire del loro servizio (pubblico!!!). Così la cicciona chiamò la polizia. Nell’attesa dell’arrivo dei piedipiatti andai dalla signora a un altro sportello che stava osservando e commentando la scena. Le chiesi se lei ci fosse andata a scuola, ai suoi tempi, e se si ricordasse la segregazione razziale che era avvenuta durante la seconda guerra mondiale, in cui gli ebrei non avevano più diritto a niente. Le chiesi se le ricordava qualcosa al giorno d’oggi. Avevo iniziato a scaldarmi e ovviamente la donnina non mi rispose, piuttosto mi volevano fuori di lì il prima possibile, volevano dimenticarsi di me e non rivedermi mai più.

 

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Ma spero che mi abbiano rivista spesso, nei loro incubi. Così arrivò la polizia, mentre stavo di nuovo parlando col vecchio, e alla fine mi ritrovai a dover uscire fuori con le forze armate. Spiegai la situazione ai due poliziotti, e il fatto che avevo “solo” intenzione di far valere i miei dirtti e anche quelli degli altri visto che loro non ci riescono. Mi dissero che erano d’accordo con me sull’inguistizia ma allo stesso tempo dovevano dimostrare di stare facendo qualcosa a proposito della chiamata che avevano ricevuto. Tipico. Gli dissi che era anche colpa loro se tutto questo era diventato realtà, perché avevano giurato di difendere i cittadini, ma si erano schierati dalla parte del Governo. Ci parlai per un po’ e firmai un verbale che avrebbero portato al loro superiore. Dissero che avrebbero provato a farlo finire nel dimenticatoio e così è stato, non mi è mai arrivato niente a casa. Ci sarebbe mancato, dato che i diritti che stavo cercando di fare rispettare erano anche i loro!! Ero molto arrabbiata, un po’ triste e spaventata nel vedere un mondo che mi negava ciò che di più semplice ci dovrebbe essere: la collaborazione tra umani.

 

Wanderer

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Esperienza ospedale durante la farsa mondiale

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Nel 2021 a dicembre in famiglia abbiamo avuto alcuni parenti che hanno avuto problemi di salute e una di queste è stata la nonna che non vive in Italia.

Da quando è iniziata la farsa mondiale la nonna per paura di andare in ospedale a fare le sue cure di routine si è rifiutata di farle perché aveva timore che non tornasse più a casa. Per farvi capire lei per più di 40 anni ha lavorato in ospedale, ma nonostante la sua fiducia in questa professione, non ha più voluto avere a che fare con gli ospedali da quando è iniziata la farsa. Questo ha portato a delle conseguenze per la sua salute, infatti alcuni dolori erano peggiorati che poi si sono trasformati in malattia e se non fosse per l’accortezza di mia mamma lei sarebbe già venuta a mancare, perché ci teneva tutto nascosto. Questa situazione ha portato mia mamma a dover andare a trovarla e ad accompagnarla negli ospedali per le cure, perché abbiamo avuto l’esperienza che se non accompagnate le persone non tornavano più in vita a casa. Fortunatamente nel mio paese non tutti seguivano le regole imposte quindi si riusciva ad entrare negli ospedali anche senza tamponi e greenpass. La nonna è guarita presto, ma lo stress e le preoccupazioni hanno fatto sì che le difese immunitarie di mia mamma si fossero abbassate, infatti a distanza di poco tempo le venuta una tosse strana e più forte rispetto al solito, nel frattempo era tornata in Italia. Abbiamo provato a curarla con le solite medicine senza andare in ospedale, ma la situazione peggiorava, finché un giorno era svenuta per la poca quantità di ossigeno che aveva nel sangue. Abbiamo provato a contattare i medici che erano contro i vaccini e di una lista di circa 40 medici nessuno ha risposto, quindi ha dovuto contattare il suo medico che l’ha mandata d’urgenza in ospedale.

Le hanno detto che aveva covid e l’hanno messa in terapia intensiva dicendole che i polmoni erano messi molto male. La paura era grande perché qui sapevamo cosa succedeva negli ospedali. Era proprio il periodo quando nessuno poteva andare a trovare i parenti in ospedale e i pazienti erano proprio abbandonati. Anche se non lasciavano che i parenti andassero a trovare le persone, insieme al mio compagno siamo andati lo stesso, siamo entrati fino in reparto, ci siamo fatti vedere e non in modo gentile, abbiamo parlato con chi c’era dei medici, erano tutti giovani, non so nemmeno se fossero laureati. I giorni successivi andavo sotto la finestra dove si trovava mia mamma e parlavamo alla finestra, penso che sia importante essere vicini e far vedere che chi è dentro non è solo e soprattutto che non è stupido. Appena successa la situazione avevo raccontato tutto ad Angel e come solo lei sa fare, mi ha tranquillizzata, si è offerta ad aiutare e mi ha detto su cosa praticare. Come sempre ci ha aiutato senza chiederci nulla in cambio. In quelle situazioni non sempre è facile ragionare bene, perché la paura di perdere le persone care è grande e avere un sostegno vuol dire tanto.

Appena arrivata in ospedale le avevano fatto pesare che non si fosse vaccinata, dopo la nostra visita e la pratica di Angel nessuno le ha più detto nulla.

Le persone che erano lì stavano anche 10-15 giorni e la maggior parte erano vaccinate, mia mamma in 4 giorni è tornata a casa e questo è solo grazie ad Angel.

Nei giorni successivi si è ripresa sempre di più. In ospedale le hanno fatto tamponi e questo ha peggiorato la qualità della pratica nei mesi successivi, il non pensiero era molto più difficile da tenere, ma con insistenza e maggiore pratica dopo vari mesi la pratica è migliorata. Se non fosse per l’aiuto di Angel ora non so cosa sarebbe successo. La ringrazio dal profondo dell’anima per il suo aiuto e la sua generosità.

 

Universe

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Il diritto di vivere

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Se nel 2019 avessero detto alle persone che “per colpa di un virus” ci sarebbero state discriminazioni al pari del nazismo, nessuno ci avrebbe creduto Invece purtroppo quello che abbiamo vissuto dal 2020, in particolar modo dal 2021 fino all’inizio del 2022, è stato assurdo non solo per le “leggi” senza senso, ma anche e soprattutto per il fatto che la maggior parte delle persone non si ribellava a tali assurdità e anzi c’era chi le accettava volentieri.

Quando hanno introdotto il Green Pass (solo scrivere questo nome mi fa schifo, perciò d’ora in poi lo chiamerò Green Cazz) molte persone sono rimaste così sconcertate che hanno deciso di organizzare immediatamente moltissime manifestazioni, per urlare che questo schifo sarebbe dovuto finire immediatamente. Il Green Cazz è stata la mossa più lurida che il Governo avesse potuto fare: impedire cioè a chi si rifiutava di vaccinarsi di far parte della società. In che modo? Prima vietando alle persone di entrare in bar e ristoranti, poi i cinema, i teatri, i concerti, fino ad arrivare ad impedire alle persone di lavorare e di entrare in posta o in banca, dove le persone avevano i propri soldi depositati. Molte persone vivevano ogni giorno con la paura che da un momento all’altro potesse essere introdotto anche per andare al supermercato, impedendo così alle persone di vivere.

E’ stato uno dei periodi più bui della Farsa della pandemia, perché da un lato ha buttato giù di morale molte persone che non credevano a ciò che diceva la televisione e che all’improvviso si ritrovavano ad essere esclusi dall’intera società. Dall’altro vedevi chi accettava di farsi iniettare il veleno e pretendeva che anche gli altri lo facessero, si fidavano ciecamente del governo e odiavano chi osava criticarlo: molte persone hanno augurato la morte di chi lottava per i diritti umani di tutti.

E così anche io ho iniziato a partecipare a manifestazioni contro questo lasciapassare illegale: era bello partecipare perché improvvisamente non ti sentivi solo, ma vedevi che c’erano tantissime persone che la pensavano come te, solo che il telegiornale non te lo diceva e voleva farti credere che a tutte le persone andava bene questo Green Cazz. Nulla di più falso! Alle manifestazioni c’era tantissima gente, di ogni età, tantissime persone che si sentivano tradite dal governo criminale. Perchè l’unica cosa che ha fatto il governo è stato fomentare odio, discriminazione e provocare numerosi morti tra le persone che hanno deciso di vaccinarsi.

Se sceglievi la tua salute al posto di iniettarti una sostanza che provocava trombosi, emorragie, paralisi, tumori, infarti, malori, e ovviamente la morte, allora non avevi il diritto di entrare in nessun negozio, non avevi il diritto di guadagnare i tuoi soldi, non avevi il diritto allo studio. Io personalmente mi sono ritrovata ad avere problemi nel proseguire il mio percorso universitario, perché non avevo la possibilità di dare gli ultimi esami e quindi concludere il mio percorso: l’università era per tutti… tutti quelli che si vaccinavano. Improvvisamente ho compreso che non potevo parlare liberamente tra i miei compagni di studio, tra quelli che credevo essere miei amici, perché molti erano così presi dalla propaganda che se provavi ad esprimere il tuo pensiero iniziavano ad insultarti e a discriminarti. Tutti i ragazzi delle associazioni studentesche, che si vantavano di essere ribelli, non hanno mosso un dito in nostro favore. Così abbiamo creato un gruppo tra gli studenti contro il Green Cazz per fare manifestazioni e per esprimere il nostro pensiero: si sono creati vari gruppi in tutta Italia ed era un’emozione incredibile, perché finalmente mi sentivo compresa da persone della mia età! Ogni giorno ci raccontavamo le nostre brutte esperienze in casa e in università e ci davamo la forza per andare avanti e reagire.

Una delle esperienze più significative è stato quando, dopo aver organizzato una manifestazione tra due gruppi universitari della mia regione, abbiamo deciso di mangiare qualcosa insieme. Beh, non era qualcosa di scontato perché secondo le regole illegali non saremmo potuti entrare in nessun bar o pizzeria ma per fortuna abbiamo conosciuto il titolare di una pizzeria che era del nostro stesso pensiero e ci ha fatto accomodare dentro.

 

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Non dimenticherò mai l’emozione che ho provato nell’essere seduta all’interno di un locale!! Una cosa così semplice e banale era diventata ai miei occhi qualcosa di unico, perché finalmente non mi sentivo discriminata! Altre volte, durante quel periodo, ho dovuto ad esempio prendere del cibo ordinato d’asporto e vedere le persone sedute mentre tu non avevi il diritto di essere lì come loro è stato umiliante. Ti sentivi trattato come un cane. Per fortuna abbiamo avuto modo di conoscere titolari come quello che ci ha fatto entrare tranquillamente, senza alcun pregiudizio o paura di beccarsi una multa per la nostra presenza.

Pochi commercianti hanno avuto il coraggio di far entrare persone non vaccinate, perché gli altri avevano troppa paura di prendere multe illegali. Poche persone hanno avuto il coraggio di ribellarsi durante questo periodo, poche persone hanno dimostrato l’importanza di difendere i diritti umani. Dopo queste esperienze ho deciso di entrare altre volte in bar o negozi anche senza il lasciapassare, perché non volevo darla vinta al Governo e volevo vivere la mia vita come se fossi una persona uguale agli altri! Questo periodo ha mostrato il vero volto delle persone: chi ha lottato con i denti ogni giorno, pur subendo insulti e discriminazioni varie, e chi ha deciso di restare fermo a guardare mentre il mondo andava a pezzi. Sono felice di aver fatto le mie scelte, anche se è stato un periodo molto difficile!

 

Tiziana

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Tamponi umilianti

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Nel mese di gennaio mio figlio ed io abbiamo cominciato ad avere sintomi influenzali. Abbiamo dapprima fatto un auto test salivare risultato negativo. Dopo un paio di giorni, persistendo i sintomi e avendo perso gusto e olfatto ho deciso di farne uno nasale io sola, questa volta risultato positivo (a cosa chi lo sa, ma questa è un’altra storia).

Avendo avuto in passato un principio di polmonite vissuto abbastanza traumaticamente, ho deciso di ufficializzare la mia “positività”, credendo che questo mi avrebbe consentito di essere visitata (illusa!). Ho effettuato perciò un altro tampax a casa, ma fatto da un infermiere. Se quelli fatti da me mi hanno infastidita, quelli fatti dagli altri li ho vissuti come una profanazione. Per loro era una routine, qualcosa che facevano in batteria, era diventato un rompimento di palle e lo avevano scritto in faccia molto chiaramente, ed anche comprendendo l’umanità del loro sentire, questo ha appesantito ulteriormente la cosa, la mancanza di solidarietà, di condivisione e la reciproca comprensione, sono le cose che più hanno pesato.

Dopo il primo tampax avevo la sensazione di avere nel naso come un odore alcolico che non so bene definire, e che forse era portato dall’inizio del calo olfattivo.

Fortunatamente non ho mai avuto mal di testa dopo, il mio è stato un disagio emotivo, molto forte.

Quando oltretutto ho capito che non mi avrebbe visitato il mio medico, al quale ho detto che era allucinante che dopo due anni loro si rifiutassero ancora di fare il loro lavoro, e neppure l’usca, per la quale io non ero un caso grave, ho sentito solo il peso di tutto quel baraccone, al quale io stessa avevo deciso di prendere parte, cosa che da un lato mi ha fatto toccare con mano la situazione, che per fortuna per me non è stata particolarmente problematica, ma ho capito come lo stato di salute di alcune persone abbia potuto precipitare, tra lo scarica barili della sanità.

Una sensazione di precarietà, che avevo già peraltro vissuto in passato in momenti in cui ho avuto bisogno della sanità, trovando pressappochismo, disorganizzazione, mancanza di vicinanza, il tutto in questo caso aggravato dall’abbandono totale delle persone che non venivano neppure visitate.

Ho vissuto momenti di forte ansia, una spirale negativa da cui sono uscita lentamente, ero agli inizi del mio percorso in Accademia e questo mi ha dato la forza che arriva da alcune consapevolezze, acquisire determinate conoscenze e l’allenamento nelle tecniche mi ha dato strumenti potenti che mi hanno dapprima tenuta a galla e che adesso mi stanno letteralmente salvando. La sensazione infatti che sia arrivato qualcosa di subdolo e potenzialmente negativo nei confronti di mio figlio è iniziata proprio da lì, da una sera in cui ho avuto come la percezione di qualcosa simile ad un serpente nero che si fosse infilato sotto la porta e che strisciasse nella direzione di mio figlio. Al tempo non sapevo che è possibile colpire con la Prana, ma istintivamente nei giorni successivi ho iniziato a richiamarla e respirarla per sentirmi più forte ed in grado di neutralizzare questa serpe subdola. Ho anche pensato che il tutto potesse essere frutto della preoccupazione nei suoi confronti che ho scoperto in seguito essere essa stessa un modo in cui la negatività può avvicinarsi ad una persona, perciò mi sto impegnando per non essere io un’antenna umana per mio figlio. La pulizia da tutta questa negatività l’ho iniziata consapevolmente in queste ultime settimane, mi ci sono voluti perciò otto mesi per comprendere e iniziare finalmente ad agire e reagire in modo che sento essere adeguato.

 

Tammy

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Manifestazione contro GP utilizzando il GP

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Grazie davvero per darci la possibilità di condividere queste esperienze, è importante e sono felice di poterlo fare attraverso questo meraviglioso canale, grazie grazie e ancora grazie!

Questa è la mia testimonianza diretta sulle discriminazioni agite con il pretesto della tessera verde.

La prima, e credo una delle più pesanti, esperienza di cui voglio portare testimonianza è quella vissuta sul luogo di lavoro.

Io lavoro per la P. A. e poco prima dell’ingresso dell’infame decreto sono stata informata, insieme agli altri colleghi, che a partire dal 15 ottobre avrei dovuto esibire la tessera verde per entrare all’interno della sede lavorativa, e se fossi stata trovata “sprovvista” della stessa sarei stata allontanata e sanzionata. Ho deciso perciò di scrivere al datore di lavoro mettendo a disposizione la mia prestazione lavorativa da remoto o in un luogo giudicato idoneo, anche in solitudine, ma non c’è stato spazio per alcun “accomodamento”, hanno deciso di seguire alla virgola le folli disposizioni.

Per questo motivo dalla metà di ottobre 2021 e fino alla fine di aprile di quest’anno, sono stata considerata assente ingiustificata e per questo non ho ricevuto alcuna retribuzione.

Nel corso dei mesi ho scritto più volte facendo presente tutte le violazioni di cui il datore di lavoro si  stava rendendo complice, e che io non ero affatto assente ingiustificata, ma piuttosto assente forzata, cosa che si è concretizzata a causa della loro volontà di applicare decreti illegittimi, causando così a me e alla mia famiglia un grave danno economico.

Ho creduto che avrei trovato qualche collega/responsabile che si sarebbe opposto, ma non è stato così, anzi ho avuto notizia di quanto solertemente si siano calati nella loro veste di controllori di tessere verdi, di come abbiano esercitato i nuovi poteri che sono stati loro assegnati.

Quando a maggio sono rientrata si sono comportati come se non fosse successo nulla, alcuni erano imbarazzati, come la collega che si occupa delle buste paga che mi ha confessato che alla fine del mese si è sentita a disagio ad emettere le mie buste a zero paga, ma che non poteva fare altrimenti.

 

Frequentazione locali

Non sono una persona che frequenta chissà quanti locali, vado ogni tanto a mangiare una pizza. In ogni caso è stato bello organizzare più occasioni a casa di amici e trovare modi alternativi per le ricorrenze che non era possibile organizzare a casa per via dello spazio a disposizione.

Sono peraltro contenta di poter dire che ho incontrato ben più di un gestore che non ha mai pensato di precludere l’ingresso alla propria attività a nessuno.

 

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Uffici di pubblica utilità

Durante i mesi del G. P. ho provveduto a fare quanto dovevo con tutti i canali disponibili, tuttavia si è presentata la necessità di dover effettuare una pratica all’ufficio postale che, nonostante abbia cercato i tutti i modi di fare altrimenti, doveva essere fatta in presenza. Per ragioni che spiegherò nella testimonianza sui tampax, è stato generato per me il lasciapassare verde che non ho scaricato a lungo, ma che ho deciso di utilizzare per questa pratica che per me era davvero importante. Ho detto agli impiegati cosa pensavo di questa assurdità e della loro cieca e ignorante fedeltà ad un sistema sbagliato oltre che illegittimo. É stata dura, perché comunque ho usato quella ca@@ata, e mi sono sentita male, come se avessi tradito tutto ciò per cui stavo lottando. Ho così deciso di mettere a disposizione di chiunque avesse bisogno di quel pezzo di carta il mio, trovando così l’unica ragione valida per avere nelle mani quel foglio, almeno che fosse utile per chi ne avesse avuto la necessità, così come è successo a me.

 

Trasporti.

Nel mese di novembre ho deciso di partecipare alla manifestazione di Firenze organizzata dal vice questore sospeso. Per poter prendere l’autobus condividendo le spese avremmo dovuto esibire il lasciapassare verde. Trovando la cosa fuori da ogni logica, partecipare ad una manifestazione di dissenso verso G. P. e gestione emergenziale utilizzando il G. P., io e un’amica abbiamo deciso di dividerci la spesa e fare il viaggio in auto, la sua è alimentata anche a gas, che al tempo non era ancora un problema. È stata un’occasione per visitare Firenze, che non avevo mai visitato, affittando una camera in un ostello molto alla mano e il cui staff si é dimostrato essere composto da persone molto tranquille (dal punto di vista della gestione delle normative) e disponibili.

Ci sono state anche occasioni in cui non ho potuto organizzare di andare a mangiare con la mia famiglia di origine là dove questi avrebbero voluto, vivendo momenti in cui mi sono resa conto della completa mancanza di consapevolezza di quanto messo in atto dal “sistema”, ho vissuto nel mio piccolo e sulla mia pelle, ció che si stava verificando su larga scala, provando più di una volta una profonda frustrazione.

Ci tengo tanto a sottolineare come attraversare tutto questo mi abbia insegnato tanto, su me stessa in primo luogo, ho imparato ad ascoltare con maggior rispetto l’opinione degli altri, anche quando tanto diversa e distante dal mio sentire, a donare comprensione e rispetto a me stessa e ho ritrovato il piacere di fare le cose in modo diverso, tornando ad una dimensione più intima, consolidando un’amicizia che già prometteva bene, frequentando gli ambienti familiari di ciascuno, trovando comunione e solidarietà in perfetti sconosciuti e scontrandomi con pregiudizi e rigidità in persone conosciute, e tanto altro ancora che adesso di certo non mi viene in mente.

Credo comunque che la cosa più importante sia stato prendere consapevolezza che un altro modo è sempre possibile se sei dalla tua parte, se ascolti ciò che dentro di te è fermo, se impari a rispettare il tuo sentire e a difenderlo con tutte le tue forze.

 

Tammy

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Gravissimi ricatti

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Eccomi con questa seconda testimonianza che riguarda il vissuto di familiari e amici.

Con il ricatto sul luogo di lavoro sono state tante, troppe, le persone che hanno acconsentito a farsi iniettare un siero sperimentale che, altrimenti, non avrebbero accettato di farsi inoculare.

E’ stata una sofferenza immensa vedere mia madre, mio padre, mio fratello, mia cognata che tra l’altro stava ancora allattando, mio zio, mia cugina di quasi 18 anni, cedere al ricatto, per continuare a lavorare, andare a scuola e avere una vita sociale.

Mio padre è stato sottoposto a trapianto nell’estate 2020 e dunque considerato “fragile” e, pertanto, letteralmente martellato dall’equipe che lo segue sull’assoluta necessità di vaxxinarci.

Mia madre lavora nell’ambiente scolastico e senza l’infame tessera verde non avrebbe potuto accedere al lavoro, ma soprattutto, come caregiver di mio padre, si è sentita una responsabilità addosso molto grande e dunque, ha preso la decisione di sottoporsi alla sperimentazione.

Mio fratello lavora nel privato, in un’azienda che ha promosso lo Smart working, spingendolo tantissimo, tanto che mio fratello non rientrava neppupre una volta alla settimana anche durante i mesi estivi dello scorso anno 2021. Poi, senza una ragione logica, hanno cominciato proprio nel mese di novembre, perciò nel momento in cui entravamo nel periodo “caldo” della farsa, la decisione di rientrare 5 giorni su 5 provvisti della tessera verde.

Dapprima lui si era fatto un piano per effettuare tamponi 2 volte alla settimana, ma poi temendo di portare il vairus a casa a sua moglie e al bimbo piccolo, accudito dalla suocera che conseguentemente avrebbe potuto essere contagiata, ha ceduto al ricatto. E così l’azienda ha retto il gioco al sistema, ha fatto il suo sporco lavoro.

Sua moglie ha seguito lo stesso filo, nonostante stesse ancora allattando, ha deciso di fidarsi del parere della sua ginecologa e si è sottoposta all’inoculazione.

Mia cugina, 17enne, è già precedentemente depressa, dopo un anno di reclusione non sopportava l’idea di poter essere esclusa nuovamente, ed ha ceduto al ricatto e suo padre, mio zio, temendo controlli presso la sua attività ha capitolato, tra l’altro dopo la seconda dose sviluppando pesanti effetti collaterali che ad ora si sono attenuati, ma che hanno lasciato degli strascichi a livello di energia fisica.

La preoccupazione è stata tanta, il senso di impotenza è stato molto pesante, in alcuni momenti non potevo credere che persone che avevano detto che non si sarebbero piegate al volere oscuro, da un giorno all’altro avessero deciso per l’inoculazione, nel caso di mio fratello per esempio mi sono sentita quasi annientata.

Io lavoro in un luogo abbastanza piccolo, eravamo al tempo 13 persone e sono stata l’unica ad oppormi alla tessera verde, non c’è stato un tentativo da parte di nessun altro, e personalmente conosco poche altre persone che non hanno ceduto al ricatto dell’inoculazione per lavorare, e solo una oltre me che si è rifiutata di accedere al luogo di lavoro esibendo l’infame tessera verde.

C’è stato il figlio di una mia amica che doveva rifare il documento di identità e in Comune gli hanno detto che avrebbe dovuto fare il tampax! Ha potuto aspettare la fine del delirio, ma se  non avesse potuto? Anzi, quanti non hanno potuto dovendo perciò fare Tampax per accedere ad un servizio pubblico?

 

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Credo che l’infamia più grande resti quella perpetrata nei confronti dei ricoverati negli ospedali e nelle RSA, una mia collega non ha potuto visitare la mamma prima che morisse, il suocero di una mia amica anche è morto da solo.

Io sono tutt’ora incredula che non sia venuto giù il paese, so di infermieri picchiati nei pronto soccorso, ma data la grandezza dell’offesa subita onestamente credevo succedesse ben di peggio.

Questo mi fa pensare al fatto che ci sia una sorta di anestesia nelle coscienze, qualcosa che in qualche modo impedisca di vedere e comprendere l’enormità di quanto è stato fatto e di quanto ancora si compie negli ospedali e nelle RSA.

Sono stati momenti estremamente difficili e bui, un trauma collettivo che per alcuni ha significato risveglio della coscienza e per altri un annientamento della volontà personale.

 

Tammy

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Testimonianza green pass e tamponi

Testimonianza green pass

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Quando da dicembre del 2021 è stato messo in atto il green pass, molte più persone che prima non ne avessero interesse, si ritrovarono a doversi andare a fare dei tamponi per accedere nei luoghi pubblici.  In pratica consisteva in un grandissimo ricatto emanato dal governo: se si eseguivano tutti gli ordini lo si otteneva, e si poteva essere liberi DI MUOVERSI, se invece non si eseguivano i ricatti, non si poteva fare nulla, e anzi, avrebbero subito chiamato le forze dell’ordine. Da notare l’utilizzo del termine “green” insieme a quello dell’inglese, per farlo accumunare a qualcosa di positivo e figo, mentre il suo vero nome doveva essere “lasciapassare nazista”, dato che nel nazismo è già esistito e aveva lo stesso obiettivo, eliminare la libertà alle persone. Quindi questo ricatto nazista consisteva nel vaccinarsi di forza in modo da ottenere libero accesso a determinati luoghi per un lungo periodo (pur sempre limitato alla prossima dose), oppure tramite tampone negativo per un tempo minore, anche di soltanto 24 ore di “libertà”. Non importava più a nessuno che ognuno dovesse avere libera scelta sul proprio corpo. Fino ad ora mai nulla è stato nostro, neanche il nostro corpo, e tantomeno lo sarebbe stato adesso. Se si usciva positivi al “covid” non si poteva fare nulla comunque, anche se si faceva il tampone. E guardacaso appena è iniziata questa storia, ci fu un impennata di positivi, ovviamente da tamponi falsati. Periodicamente venivano pubblicate delle liste in cui c’erano i luoghi in cui si poteva accedere e in quali no, era surreale. Inizialmente nel mese di dicembre era esteso in tutti i mezzi pubblici a lunga percorrenza, poi hanno ristretto anche nei mezzi urbani o a tratta corta, quindi anche per spostarsi da un paesino all’altro. Poi nel corso del tempo, soprattutto ad anno nuovo, giusto per distruggere tutti i nuovi propositi e sentimenti felici verso il nuovo anno, hanno iniziato ad estenderlo in tutti i locali pubblici, addirittura anche a farmacie e alimentari, poi hanno cambiato idea e queste ultime le hanno lasciate “libere”. Quindi se si aveva bisogno di andare ad esempio in ospedale, alle poste, in banca, in qualche ufficio, o in tribunale bisognava avere il green pass. La mia famiglia è stata sin dall’inizio contraria sia al vaccino che ai tamponi, essendo informata sui gravi danni di entrambi grazie ai pochi canali di vera informazione disponibili. Purtroppo quando è iniziato questo nuovo grande ricatto si sono ritrovati di fronte a moltissimi problemi, e alla fine hanno ceduto e due miei familiari hanno fatto un tampone con durata di 24 ore, uno per andare ad un ufficio del CAF perché altrimenti ci sarebbe stata una scadenza irreversibile e avrebbe perso molti soldi, e un altro perché altrimenti non poteva sostenere l’esame della patente e sarebbe scaduto il foglio rosa, quindi avrebbe dovuto svolgere e pagare di nuovo tutte le guide pratiche. Il governo si è basato proprio su questo: toglierci la possibilità di andare in luoghi per noi essenziali, a causa di bisogni primari, burocrazie, scadenze, bisogni importanti, perché l’obiettivo principale era trovare un modo per obbligare le persone a vaccinarsi e tamponarsi tramite il ricatto. Il vaccino era il principale obiettivo, ma anche i tamponi servivano, perché le persone avevano smesso di fare i tamponi e quindi non c’era modo di mandare avanti tutto il teatro. Con l’obbligo attraverso il green pass, molte persone, anche chi prima non l’aveva mai fatto, si fece il tampone in modo da riattivare tutto il meccanismo, dato che uscivano fuori molti falsi positivi. Più passava il tempo, più il cerchio si stringeva e misero il nazipass anche nelle scuole, al lavoro, in tutti i negozi (eccetto sempre farmacie e alimentari) e alle università. Nonostante tutto, io non ho mai ceduto al ricatto, al costo di avere moltissimi problemi. Era davvero frustrante, ma mai avrei ceduto al siero o ai tamponi, era proprio quello per cui miravano e non potevamo caderci.

 

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Quindi non sono potuta entrare più alle poste, nè per fare una ricarica alla mia carta, nè per prelevare i soldi ritirabili solo in ufficio, ci rendiamo conto che non potevo entrare e prendere i miei soldi, o effettuare un bonifico importante? Non mi sono potuta nemmeno iscrivere al nuovo anno di università, ma per questo mi hanno fatto un bel favore, non era il posto giusto per me. Fortunatamente non ho avuto problemi fisici, ma se dovevo operarmi o entrare in ospedale per qualsiasi motivo, non potevo. Alcuni miei parenti non vaccinati non hanno potuto vedere i loro cari ricoverati in ospedale, non sapevano nemmeno in che condizioni stessero perchè non venivano avvisati dai medici. Tralaltro in ospedale non bastava nemmeno il tampone negativo per entrare a visitare i propri cari, non si può proprio a prescindere da quanti vaccini si abbia fatto. Non sono potuta entrare neanche in casa di riposo per vedere una mia parente, obbligo rimasto anche se è stato “eliminato” il green pass, cosa che in realtà non è accaduta perchè non l’hanno tolto nè dagli ospedali, pronto soccorso o Rsa.  Non mi sono potuta più spostare, nè per viaggi più lunghi, nè per raggiungere la città di fianco. Non sono potuta nemmeno andare più dal parrucchiere, ho dovuto cercare qualcuno (rarissimo) che lavorava di nascosto servendo clienti che non avessero il green pass. Ovviamente dovevano venire a casa, perché in negozio sarebbero stati subito scoperti e fermati dalle forze dell’ordine, comunemente chiamate dagli stessi cittadini che credevano fosse sbagliato, quando non si accorgevano di fare da pedina-sentinella verso chi provava a ribellarsi alla dittatura. Ci si doveva comportare come criminali, mentre quelli veri ovviamente erano liberi di spacciare senza green pass, come anche per i giri di prostituzione. Non sono potuta più andare in un bar di proprietà di una mia amica che frequentavo spesso, perché nonostante il rapporto di amicizia di tanti anni, ai suoi occhi ero un’appestata che non stava rispettando le legge e poteva rischiare multe a causa mia, quando fin ora non era mai passato nessuno a controllare. Questa mia amica non mi ha più vista. Non sono potuta andare più al ristorante, o in una serata in sala giochi o al cinema. Anche se trovavo una soluzione alternativa per viaggiare, non potevo restare per più giorni, perché poi hanno chiuso anche gli alberghi a chi non avesse il nazi pass. Ma non mi sono arresa, mi sono adattata e ho cercato più persone possibili che vivessero anche loro questa situazione di discriminazione per aiutarci a vicenda.

 

Testimonianza effetti tamponi

Alcuni dei molti effetti dei tamponi ho potuto vederli da vicino sia nella mia famiglia e anche con dei parenti o amici. Un mio familiare, dopo aver fatto “solo” un tampone, ho notato che improvvisamente, dopo qualche giorno, ha iniziato ad assumere più alcool. Beveva molto di rado, ad esempio un bicchiere di vino fatto e regalato da conoscenti una volta ogni due/tre settimane, dopo il tampone, ha iniziato a berne molto di più. Inzialmente non ci avevo fatto caso a questa associazione, me ne sono resa conto dopo mesi perchè la situazione è peggiorata ulteriormente. Prima ha iniziato a bere un bicchiere di vino a settimana, poi uno al giorno, infine uno sia a pranzo che a cena. Poi ha iniziato ad acquistare anche la birra che ora alterna con il vino. Successivamente ha avuto “il bisogno” di iniziare a comprare liquori o vodka aromatizzata da bere dopo cena, mai aveva acquistato questo tipo di bevande prima d’ora. Ci sono dei giorni anche dove esagera anche con la birra e ne beve più bicchieri, o torna a casa “brillo” dopo aver bevuto con gli amici. Mi sembra di non riconoscerlo più, e tutto è iniziato appena dopo aver fatto quel tampone.

 

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Sempre poco dopo averlo fatto ha inziato anche ad accusare dolori sparsi per il corpo di cui non si era mai lamentato, ed è anche peggiorato un problema fisico che già aveva. Un altra familiare invece, dopo il tampone era nervosa e aggressiva, e questo è durato per qualche settimana. La vedevo anche molto più apatica di prima, come se non avesse la voglia di fare nulla e rimaneva davvero molto tempo sul divano durante il giorno, anche questo “effetto” è sparito dopo qualche settimana. Invece una mia amica subito dopo il tampone che ha deciso di fare tutti i giorni per lavorare per non vaccinarsi, si è ritrovata con fortissimi bruciori nelle narici, talmente forti che doveva soffiarsi il naso e grattarsi continuamente. Tutto questo è durato finchè ha smesso di farseli. Inoltre, al povero neonato figlio dei miei cugini, è stato fatto il tampone appena uscito dalla pancia e anche molte volte a uno,tre e quattro mesi, e ora si ammala continuamente, soprattutto dopo averlo fatto. Prende continui raffreddori e tosse forte, quando mai un bambino così piccolo si ammalava così tanto? Poi ricorrono anche in cure molto dannose e forti, la piediatra ha prescritto il cortisone per guarirlo da una banale tosse. Un’altra mia amica, proprio nel mentre glielo facevano ha provato un dolore lancinante nella parte alta del naso, quasi alla testa, e quel dolore è rimasto anche per molto tempo.

 

Tali

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Come annullare la Dignità Umana

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Durante il periodo della Pandemia, denominata Covid-19, siamo stati sottoposti a molte costrizioni illegali e molte, se non tutte, senza senso e ritrattate più volte. Non avrei creduto che si potesse arrivare perfino a imporre un Certificato Verde, il noto Green pass, che doveva servire a sapere che ti eri sottoposto al trattamento sanitario del Vaccino, con minimo due dosi inizialmente e che poi hanno portato a tre obbligatorie, per poter lavorare e accedere a molti posti pubblici e non. Ebbene sì, perfino per poter lavorare hanno obbligato a presentare alla soglia del luogo di lavoro il Nazipass per far sapere che avevi rispettato le regole imposte dalla Dittatura del Governo e così potevi avere il permesso di continuare a lavorare per portare il pane a casa e poterti mantenere. Una cosa davvero assurda quanto vergognosa!!!

Infatti questa falsa pandemia era arrivata molto oltre: per assicurarsi che tutti fossero sierati come loro dicevano, avevano toccato anche qualcosa che è essenziale per l’essere umano senza la quale togli ogni dignità e la forza di vivere. Non esagero con questi termini perché c’è stata gente che si è suicidata per non poter più lavorare e pagare le bollette, hanno avuto gravi crisi depressive aggravate già dal primo stato di lockdown.

Per quanto riguarda la mia esperienza, in quel periodo avevo perso il lavoro precedente perché il datore di lavoro aveva già problemi economici nel 2021 ed è stato costretto a sfoltire l’organico con le mansioni più necessarie. Lavoravo in amministrazione presso una casa di riposo e non essendo così indispensabile la mia figura sono stata licenziata. La disoccupazione non sarebbe durata molto  e non avendo più una giovanissima età ero un po’ preoccupata se sarei riuscita a trovare altro. Ancora non era in atto il Green pass, ma già c’erano alcuni che potevano richiederlo e un po’ questo mi preoccupava.

Fortunatamente verso Giugno ho trovato un lavoro per tamponare come Operatore presso le isole ecologiche, ma era come Volontario. Quando a ottobre fu reso obbligatorio il suo utilizzo per qualsiasi categoria di lavoratore, non pensavo potesse includere anche il volontariato e non mi sono preoccupata più di tanto. Infatti solo il giorno stesso ho visto come, all’apertura di ogni isola ecologica, si presentò una addetta del Comune a richiedere il Green pass. Io sono rimasta un po’ spiazzata perché sinceramente non me l’aspettavo, a maggior ragione che in postazione ognuno di noi è solo e all’aperto, e pensavo che per quel motivo i Dirigenti del Comune avrebbero avuto un po’ di buon senso, ma mi sbagliavo enormemente visto che nonostante fosse un luogo all’aperto c’era affisso un cartello con l’obbligo di mascherina.

Tutti rispettavano quest’obbligo a prescindere dal settore e tipo di lavoro, per tutti si doveva avere lo stesso trattamento altrimenti si incorrevano a sanzioni e per paura o per evitare problemi si preferiva eseguire le direttive.

Quando si è presentata questa signora davanti a me chiedendomi del Green pass, ovviamente le ho detto che non lo avevo e che quindi dovevo lasciare il posto di lavoro.

Io non mi sono mai voluta sottoporre all’obbligo del Vaccino, innanzitutto perché era sperimentale e non si sapeva nulla sulla sua efficacia ed eventuali eventi avversi e mai era successo, che io ricordi, che un vaccino venisse reso pubblico immediatamente alla sua creazione e senza test adeguati nel tempo e per lo più reso obbligatorio per tutti. Quindi perché avrei dovuto farlo? Nemmeno i famosi tamponi mi ispiravano fiducia e quindi evitato il più possibile, tanto più che dopo si scoprì quando non fossero attendibili e dannosi, quindi li esclusi totalmente. Anche nel luogo precedente di lavoro avevano iniziato quasi a obbligarlo ma non hanno potuto fare nulla non essendo ancora tale.

Tornando a ottobre 2021, una volta che ho comunicato che non avevo il lasciapassare ho cercato di capire che senso avesse per il nostro settore una simile richiesta se siamo SOLI e all’APERTO, nonostante la gente che possa venire non stavamo così vicini, ma la risposta che ebbi fu “lo so, ma il Comune lo ha richiesto”. Erano consapevoli anche loro che non aveva senso, anche parlando successivamente con la responsabile mi ha dato ragione ma che non poteva farci nulla e dovevano sottostare a queste regole. Mi hanno chiesto pure se avevo intenzione di fare il Vaccino così che sarei potuta restare in attesa di farlo. Ma le ho risposto con un secco NO, aggiungendo che “io l’intenzione di lavorare ce l’ho ma che siete voi che non me lo fate svolgere”.

 

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Erano nel panico anche loro, perché significava avere una o più postazioni vuote e senza sostituti immediati, sicuri del fatto che tutti avrebbero avuto il GP. Di 5 persone, solo io e quello che faceva le sostituzioni non lo avevamo e si sono trovati lo stesso in difficoltà. Così sono stata costretta a prendere le mie cose e chiudere l’isola. In quel momento avevo una rabbia per il fatto che non riuscivo a credere a tanta assurdità, ma dovetti constatare sulla mia pelle che invece era possibile e trovarcisi dentro è molto differente dal sentirlo raccontare.

Ti ritrovi a subire un’ingiustizia senza aver fatto nulla per meritarlo e tutto per imporre il loro volere di controllo su tutta la popolazione. Ho sempre svolto il mio lavoro in modo professionale, non che ci voglia molto, ma ero apprezzata sia dagli operatori che dalla gente che veniva a conferire per il modo di pormi e di lavorare seriamente nonostante fosse poco considerato come lavoro e come persone.

Nulla impone qualcuno a discriminare il cittadino dal lavoro, soprattutto perché non si vuole sottoporre a un trattamento sanitario per di più anticostituzionale. Tutto ciò che hanno fatto è stato illegale ma nascosto da belle parole che tentavano di rimandare sempre la tanto attesa normalità. Ma niente sarebbe stato normale.

Un’altra esperienza che ho vissuto è stato a settembre del 2021 in occasione di un matrimonio. Già era in vigore il Greenpass per entrare nei ristoranti, quindi serviva un tampone negativo per averlo. Io ero decisa che non sarei andata al ristorante ma avrei partecipato solo alla cerimonia e così anche mia sorella. Era il migliore amico di mio padre e lui era pure testimone, quindi non poteva rifiutarsi anche se pure lui non era vaccinato e quindi è stato costretto a farsi il tampone pure lui. Così mio padre e mia madre si sono fatti il tampone per poter accedere al ristorante, tra l’altro il servizio non è stato dei migliori soprattutto sulla torta nuziale che molti hanno lasciato. Era la prima volta che mio padre si faceva il tampone e ha sentito bruciore alle narici subito dopo, mentre mia madre era il secondo, nessuno di noi era vaccinato. E’ stato molto strano dover scegliere per qualcosa che prima era normale poter usufruire e subito dopo ci vuole un lascia passare, mi ricordano tempi peggiori di questo ma che stranamente potevano sembrare molto simili.  Alla fine non ho avuto nessun ripensamento, anzi avrei agito così anche se fosse stato un parente o amico più stretto, perché queste imposizioni sono assurde.

Un altro danno che questa situazione ha creato è stato soprattutto a livello psicologico di cui se ne sono sentiti molti e di cui racconto un’esperienza.

Mia sorella a cui piaceva andare in palestra e per cui era uno dei principali motivi di svago e di socializzazione, con l’inserimento del folle Greenpass, non è potuta più andarci, ma già anche da prima visto il terrore che ci hanno buttato addosso sui contagi e in un posto chiuso come la palestra e in cui non c’era un’aerazione così efficiente ho preferito evitare. Così ci siamo adoperati per andare a correre fuori, che era sicuramente più salutare, ci piaceva molto ed in più era una scusa per lei di uscire e svagarsi. Quasi ogni giorno avevamo quest’abitudine e solo quando faceva più freddo stavamo a casa. Mia sorella mi diceva addirittura di andarcene in Spagna dove non c’era questa assurda imposizione ed era tutto più libero lì, solo per poter andare in palestra o fare quello che voleva senza doversi mettere mascherine in base ai posti in cui andava. A momenti non voleva nemmeno uscire se andavamo in qualche posto perché doveva mettersi la mascherina che non le piaceva, ma cercavo di convincerla che non c’era bisogno oppure sarebbe durato poco. Mia sorella ha un lieve ritardo mentale quindi per loro è stato ancora più difficile non socializzare più come prima e farli spaventare tanto da desiderare di farsi il vaccino pur di poter tornare alla normalità, ma a che prezzo? Le persone con disabilità e i bambini sono state le più colpite da questa situazione, ne hanno risentito di più visto che sono quelli che hanno bisogno di affetti e socializzare.

 

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Non è giusto abbassarci a simili imposizioni illegali, togliendoci ogni possibilità di vita e facendoci vivere nel terrore gratuito, mettendoci sempre più ansia e togliendoci ogni dignità, senza un minimo conforto e consigli validi su vere cure.

Spero che queste testimonianze servano per ricordare quanto hanno tentato di toglierci anche il più basilare diritto e avere ancora più consapevolezza come tutto è servito solo a creare ancora più panico tra la gente, a dividerci anziché sostenerci a vicenda e non interessandosi davvero alle nostre necessità e bisogni, fregandosene altamente. Solo noi possiamo capire quando qualcosa va oltre la normalità e lì è bene non assecondare le loro folli intenzioni perché serviranno solo a ucciderci dentro e fuori. Farsi delle domande è lecito, sempre, e nessuno deve negarci questo diritto.

 

Sole

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I tamponi ai bambini

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Durante tutto il periodo della farsa non ho mai accettato di sottopormi al tampone. Sono sempre stata contraria ad una simile tortura, soprattutto  dopo aver letto diversi studi e ricerche che ne provavano la totale inattendibilità e denunciavano la presenza di materiale pericoloso (come grafene e nano-particelle metalliche) sulla superficie degli scovolini che venivano poi inseriti all’interno del naso o della gola in profondità. Quindi lo scopo dei tamponi era sostanzialmente quello di inserire all’interno del corpo delle persone queste sostanze dannosissime, che poi Angel ci spiegò equivalere al contenuto del siero killer. Dopo questa scoperta cercai di sensibilizzare il più possibile le persone sulla pericolosità dei tamponi e consigliai loro di rifiutarsi di farli e di non abusarne, ma quasi nessuno mi diede retta. “Tanto cosa vuoi che sia per un tampone!”, “Tanto ormai ne ho già fatti una decina, cosa vuoi che cambi uno in più?” queste erano le risposte che mi venivano date.

Nonostante non abbia mai vissuto questa esperienza da brivido sulla mia pelle, la maggior parte delle persone che conosco non si è mai fatta scrupoli a farsi torturare in questo modo, quindi riporterò un paio delle loro testimonianze degne di nota.

Mia suocera, che allo scoppio della pandemenza lavorava in una RSA, fu obbligata fin da subito a sottoporsi al tampone con frequenza settimanale. In tutto ne fece circa 36, dopodiché si ammalò gravemente di polmonite o farsavirus e al lavoro non ci tornò più perché la malattia l’aveva debilitata troppo fisicamente. Quando la sentivamo al telefono piangeva spesso, aveva la febbre alta e non riusciva più nemmeno a salire le scale che subito le mancava il respiro. Ci raccontò che era costretta a fermarsi ogni tre gradini perché le sembrava di soffocare e non riusciva più a compiere nemmeno il minimo sforzo. Fortunatamente fu guarita da un bravo medico che la curò a domicilio con i giusti farmaci e le forniva le bombole di ossigeno; penso che fosse andata in ospedale non l’avremmo più rivista.

Spesso quando si sottoponeva ai tamponi lamentava forti mal di testa che le duravano anche un paio di giorni, un dolore di cui non aveva mai sofferto fino ad allora. Inoltre credo che la polmonite le sia stata causata proprio dai tamponi, in quanto, quando si ammalò, era già rinchiusa in casa da un paio di settimane per altri problemi di salute e quindi non può averla contratta per contagio.

Nell’inverno del 2020 la moglie di mio cugino si ammalò di influenza e ovviamente andò a farsi tamponare. L’infermiera, che glielo fece, le spinse il tampone tanto in profondità da causarle una forte emorragia al naso. Dovette rimanere molte ore al pronto soccorso perché il sangue non sembrava fermarsi più.  Di vicende simili a questa ne sentii parecchie, ci furono molte persone a cui venne letteralmente sfondato il naso per un tampone, ma come è possibile che la gente si lasci sottoporre a simili torture, che tra l’altro non hanno alcun valore medico-scientifico?

Infine vorrei condividere un paio di testimonianze, non tanto per riportare dei danni specifici da tampone, ma per denunciare quante volte i bambini, di tutte le età anche piccolissimi, sono stati costretti dai loro genitori a sottoporsi a questa atroce tortura. Non oso immaginare quante creature innocenti abbiano dovuto subire questo dolorosissimo e dannosissimo trattamento per colpa dei loro genitori coglioni che pensavano solo ad ascoltare i consigli dei nazi-pediatri e ad assecondare le leggi perverse del Governo. Ad esempio, i protocolli della scuola prevedevano tamponi agli studenti per ogni minima sciocchezza. Hai sintomi influenzali? Tampone! Sei stato in contatto con un positivo? Tampone! Ti assenti da scuola per più di tre giorni? Tampone!

Un giorno mi vennero i brividi a parlare con una mia collega (tra l’altro no vax), la quale mi raccontò che spesso per sicurezza, sia lei che la sorella, sottoponevano i propri figli al tampone. Ci fu un periodo in cui sua figlia si assentò da scuola per due giorni a causa di un forte mal di testa, e cosa fece questa sciagurata?! La sottopose al tampone su consiglio della pediatra.

 

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Quando espressi la mia contrarietà, mi rispose: “Ma tanto i bambini si divertono a fare il tampone perché poi il medico regala loro i leccalecca, quindi ci vanno volentieri!” Ma certo, abituiamo i nostri figli a farsi bucare il cervello, tanto poi i danni permanenti che subiscono si curano con i Chupachups!

Un’altra esperienza da brividi, la scoprii da una coppia di amici che hanno una bambina di tre anni. Dopo tutta la mia sensibilizzazione, loro furono sempre restii a farsi tamponare, infatti finora avranno fatto massimo un paio di tamponi a testa, ma la loro figlioletta è già al 18°! Quanti danni può aver subito una creatura così piccola che è già stata sottoposta ad una simile tortura per ben 18 volte?! E ciò che mi fa più rabbia è che quando me lo raccontarono erano furiosi pure loro con il pediatra, perché soffrivano nel vedere la bambina urlare mentre le infilavano lo scovolino su per il naso. Ma allora perché ce l’avete portata?! La loro risposta: “Perché altrimenti non ce la tengono all’asilo.”

Queste sono solo un paio di esperienze, ma il fatto più grave è che situazioni come queste ormai sono diventate all’ordine del giorno e sarebbero da denuncia, perché a quanto pare nemmeno i genitori sono più in grado di difendere i diritti e la salute dei propri figli!

 

Sara

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La storia di Monica

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Monica è un’imprenditrice che gestisce un bar in Trentino, in un paese non lontano da casa mia e mi piacerebbe condividere la sua storia, perché credo sia una donna che meriti di essere ricordata in questo periodo della farsa in quanto si è sempre opposta con tenacia a tutte le restrizioni che le venivano imposte dal Governo, denunciando sia a livello legale che pubblicamente attraverso i video sui social tutte le ingiustizie subite nel suo locale. Per questo motivo le forze dell’ordine l’hanno più volte vessata per paura che il suo esempio di ribellione potesse essere seguito da altri imprenditori che offrivano un servizio al pubblico.

Durante il primo lockdown, non appena fu possibile l’asporto nei locali, lei riaprì subito il suo bar, ingegnandosi per offrire questo servizio ai clienti. Era l’unico bar aperto in tutta la zona e probabilmente doveva stare scomoda a qualcuno, perché fin da subito venne tempestata di controlli da parte delle forze dell’ordine. Le arrivavo anche 4-5 pattuglie al giorno tra vigili, finanzia, carabinieri, e questo continuò per circa tutto il primo anno. Quando dal 6 agosto 2021 venne introdotto l’obbligo di Green Pass per consumare all’interno di bar e ristoranti, lei si oppose categoricamente. Nel suo bar, infatti, si poteva entrare senza mascherina e senza marchio verde, e lei stessa, si rifiutò sempre di mostrarlo quando le veniva chiesto dalle forze dell’ordine perché lo riteneva una violazione della privacy. Dal 7 gennaio 2022, stufa dei numerosi controlli subiti da parte dei carabinieri, che nel frattempo avevano iniziato pure a multarla perché non rispettava i decreti, iniziò a filmarli e a pubblicare i video sui social mentre li cacciava dal suo locale elencando i suoi diritti fondamentali (come ad esempio il diritto al lavoro riconosciuto nel primo articolo della Costituzione) e facendosi rispettare. Questo innescò una sorta lotta privata tra lei e le forze dell’ordine, che infastidite di essere sempre cacciate via in malo modo e umiliate pubblicamente sui social, iniziarono a mettere i sigilli al locale di modo che lei non ci potesse più entrare per lavorare. Lei ogni volta rispondeva loro: “Mi dispiace io ho bisogno di lavorare! Non posso chiudere. Il lavoro è un mio diritto e voi state violando il mio diritto di lavorare.”, toglieva i sigilli e riapriva il bar normalmente. Inizialmente i carabinieri si limitarono a scrivere un verbale e andavano via. In quel periodo intervenne pure il sindaco del paese per invitarla a rispettare le regole, ma lei rispondeva sempre che non stava violando alcuna legge e che i decreti del Governo erano illegittimi. La minacciarono, dicendole che se avesse tolto nuovamente i sigilli le avrebbero fatto un TSO, l’avrebbero arrestata per resistenza a pubblico ufficiale e le avrebbero murato il bar. Per quattro volte si ritrovò i sigilli alle porte del suo locale e per quattro volte li tolse e riaprì il bar, finché una mattina si ritrovò l’ingresso completamente murato. Tuttora, nonostante ormai non ci siano più restrizioni per l’accesso ai locali pubblici, il bar si trova ancora in questo stato. In questa sua battaglia Monica ha sempre avuto il sostegno del gruppo di resistenza regionale che spesso organizzava degli aperitivi nel suo bar per sostenerla e anche dopo la muratura del locale, gli aperitivi sono continuati dal giovedì alla domenica nella zona esterna.

Monica ora sta continuando la sua battaglia legale in tribunale. La sua unica colpa fu quella di aver alzato i toni con le forze dell’ordine per far rispettare i suoi diritti e di averli umiliati pubblicamente per le ingiustizie che subiva ogni giorno!

 

Sara

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La mia vita senza Greenpass

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Dal 6 agosto 2021 su tutto il territorio italiano entrò in vigore l’utilizzo del Greenkaxx, il lasciapassare più illegale, anticostituzionale e discriminatorio della storia. Il Greenkaxx era ottenibile con doppia vaccinazione killer contro il farsavirus oppure con tampone negativo di durata 48h alla modica cifra di 15-30€ alla volta e con la “gioia” di farsi trapanare naso, cervello e gola. Nonostante fosse piena estate e i contagi fossero praticamente nulli, dall’oggi al domani ci ritrovammo a dover mostrare un certificato di vaccinazione per poter usufruire di tutti quei servizi che ci sono sempre spettati di diritto. Ad esempio, senza Greenkaxx non si poteva più consumare nei bar e nei ristoranti al chiuso o accedere alle strutture ospedaliere o alle RSA per trovare amici e parenti malati; ma le restrizioni andarono via via allargandosi con l’avanzare dell’inverno, finché senza quel marchio non si poteva praticamente più fare nulla, tranne che andare al supermercato. Senza Greenkaxx, infatti, era vietato andare a teatro, al cinema, in piscina, in palestra, praticare sport di squadra, visitare mostre, musei e fiere, partecipare ad eventi pubblici, mangiare nei bar e nei ristoranti, alloggiare negli hotel, entrare nei negozi, nelle banche e negli uffici pubblici, nelle scuole e nelle università, ecc… ad ottobre 2021 si arrivò al punto che senza marchio verde non era permesso neppure lavorare, pena la sospensione dal lavoro e dello stipendio. Ma ci rendiamo conto di che razza di strumento di controllo illegale ha inserito il Governo per spingerci alla vaccinazione killer?! Se non è dittatura questa!

Io sono insegnante di professione e il lasciapassare diventò obbligatorio per tutto il personale scolastico dal 1 settembre 2021, il che significava che senza il marchio verde non sarei più potuta entrare a scuola. In realtà la questione fu molto più complicata di così, perché il Greenkazz mi veniva chiesto addirittura per fare la domanda di assunzione e per firmare il contratto di lavoro ad inizio anno. Questo mi portò a prendere la decisione di rinunciare al posto di lavoro, mai e poi mai avrei accettato di sottopormi ad un siero killer e nemmeno a tamponi giornalieri. Ho sempre considerato il lasciapassare verde come lo strumento più illegale ed assurdo che la gente abbia mai potuto accettare e in nessun caso avrei fatto qualcosa per ottenerlo. Il Green Pass non doveva esistere e basta! Ciò che mi deluse molto fu il comportamento della maggioranza dei miei colleghi insegnanti, perché fu proprio in quel momento che uscì la loro falsità ed incoerenza. Ho sempre creduto che insegnare a scuola fosse un lavoro di grande responsabilità perché il maestro o il professore ha il compito di educare ed istruire le giovani menti a ragionare verso i valori fondamentali come la Giustizia, la Libertà, la Legalità e il Rispetto. Ed è totalmente inutile entrare in classe e parlare di Diritti Umani, Libertà Fondamentali, denunciare le grandi Dittature della storia, come il Nazismo, il Fascismo, lo Stalinismo, celebrare la Giornata della Memoria per non dimenticare i milioni di morti per mano dei Nazisti, ecc. e poi difendere o accettare il Greenkaxx, lo strumento per eccellenza che viola ogni minimo diritto e ogni libertà umana. Proprio perché conosce la storia, l’insegnante dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio ai suoi studenti e rifiutarsi di obbedire ad una “legge” tanto illegale quanto ingiusta! Invece no, la maggior parte dei maestri e professori ogni mattina strisciava il codice a barre e si recava in classe a denunciare il Nazismo, peccato che nei fatti fossero i primi a supportarlo… un bellissimo esempio di coerenza!

Poco prima che iniziasse la scuola proposi ad un gruppo di insegnanti no vax della mia regione di aderire ad uno sciopero fasullo, seguendo le iniziative dei gruppi di resistenza nazionali. L’idea era quella di assentarsi semplicemente da scuola utilizzando tutti i permessi a disposizione, come ad esempio congedi e malattia, fino all’annullamento del marchio verde. In questo modo l’azione sarebbe stata completamente legale e nessuno avrebbe dovuto rinunciare allo stipendio.  Sarebbero bastate poche settimane per mettere in crisi il sistema scolastico, ma purtroppo in pochissimi appoggiarono la mia azione, ovvero gli stessi che si fecero subito sospendere dal lavoro, il restante 99% scelse di tamponarsi giornalmente e di esibire il Greenkaxx.

 

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Non potete capire la mia delusione! Ma furono loro a rimetterci ancora una volta, perché ad ottobre entrò in vigore anche l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale scolastico e quindi i tamponi non servirono più a nulla e tutti furono sospesi dal lavoro senza stipendio. Inoltre più volte invitai il gruppo a prendere parte alle manifestazioni contro il marchio verde e l’obbligo vaccinale, che ogni sabato venivano organizzate nella mia città, ma pochissimi vi partecipavano. La maggior parte inventava le più svariate scuse e se ne fregava di fare gruppo e dimostrare il proprio dissenso a questa dittatura sanitaria… tutti questi insegnanti sono stati veramente un bell’esempio per i loro studenti!

A luglio 2019, quando ancora non si sapeva cosa fosse il farsavirus, fu bandito un concorso pubblico per gli insegnanti, al quale mi ero iscritta perché avrei potuto provare ad ottenere un contratto a tempo indeterminato. Guarda caso, a causa della pandemia quel concorso venne posticipato a marzo 2022 ed io non potei accedervi perché era necessario il Greenkaxx da vaccino. Sarò sincera, dopo aver visto il vero volto della scuola e del personale scolastico in questi anni di farsa, non ho più l’ambizione di lavorare per un’istituzione che supporta queste nuove leggi neo-naziste e regge il gioco al Governo a discapito di poveri ragazzini innocenti.  Non voglio essere complice di questo sistema marcio e sbagliato!

Il periodo da agosto 2021 a maggio 2022 fu abbastanza tosto da affrontare psicologicamente, perché senza marchio verde non si poteva praticamente più fare nulla che includesse attività e servizi sia di intrattenimento che di necessità. Senza Greenkaxx, infatti, non si poteva andare a teatro e al cinema, in piscina e in palestra, visitare i musei e partecipare agli eventi pubblici, mangiare nei bar e ristoranti, alloggiare negli hotel, entrare nei negozi, nelle banche e negli uffici pubblici, ecc. si poteva solo fare la spesa al supermercato! Ditemi se non erano tornati i tempi del Nazismo! Più volte mi accadde, mentre ero in compagnia di amici o famigliari, di venire respinta dai ristornati o dagli hotel, perché non ero in possesso del lasciapassare, e ogni volta auguravo ai titolari di fallire, perché chi appoggia le leggi ingiuste di un governo che vuole rovinare i propri cittadini non merita niente di più. Per fortuna ci furono anche ristoratori e albergatori dalla parte giusta, che non chiedevano nulla e permettevano a tutti di usufruire dei loro servizi! In questo ultimo anno ho dovuto fare un’enorme scrematura dei locali e dei negozi della mia zona a cui non voglio più dare nemmeno un centesimo, perché ho assistito a troppe discriminazioni; al contrario mi fa piacere spendere il mio denaro in quei posti che non mi hanno mai chiuso le porte in faccia o negato i miei diritti.

A partire dal 31 gennaio 2022 senza marchio non si poteva più nemmeno entrare negli uffici pubblici e nelle banche. Chiamai, dunque, il direttore della Cassa di Risparmio presso la quale avevo depositato il mio conto corrente e chiesi se avessero avuto intenzione di limitare l’accesso ai clienti sprovvisti di green pass. Inizialmente mi fu risposto che non ci sarebbero stati problemi, ma qualche settimana dopo mi venne comunicato che, dal momento in cui entrava in vigore il decreto, la banca avrebbe dovuto adeguarsi. Fu così che mi adeguai anche io! Presi un appuntamento e prelevai l’intero saldo presente sul mio conto corrente e quando mi chiesero la motivazione di quel prelievo, feci scrivere che non volevo avere vincoli di accesso al mio denaro. Anche alcuni miei famigliari, amici e conoscenti seguirono il mio esempio e prelevarono il loro intero saldo in banca. Credo che tanta gente sul territorio italiano abbia scelto di attuare questa strategia, perché già un paio di mesi dopo queste restrizioni furono abolite. Inoltre mi rifiutai di pagare anche alcune tasse, dato che in banca o all’ufficio postale senza marchio verde non mi permettevano di entrare. Meglio così, ho risparmiato qualche soldo in più!

 

Sara

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Ciò che un bambino non dovrebbe mai subire

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Questa testimonianza è molto dolorosa, e pura prova di quanto sia crudele questa dittatura e per questo necessaria da raccontare. Prima di iniziare ci tengo a ringraziare profondamente Angel Jeanne per aver promosso questa importantissima iniziativa che sia da memoria e monito per le presenti e future generazioni. Si dice che la Storia si ripete, ma io sono fermamente convinto che la Storia la facciano gli individui, e che essa non sia quindi un’entità esterna che si muove al di sopra dei popoli. Sono le Guide a compiere i fatti e fare la Storia, e se questa si ripete è perché la gente dimentica troppo facilmente, e non solo per colpa sua. Questa testimonianza riguarda una bambina, di 10 anni, che chiameremo S. Un giorno, lei e sua madre decisero di andare in vacanza a Madrid. La madre era ed è contraria alla Farsa mondiale scaturita con la scusa del cosiddetto Covid-19, ma invece di trovare un modo per non somministrare né lei né soprattutto la figlia al tampone ‘necessario’ per il viaggio, se lo sono entrambe fatto. Uno all’andata, e uno al ritorno. Non so di preciso se ne aveva dovuti fare altri per attività scolastiche. Per non dare nulla per scontato, il tampone è uno strumento a forma di lungo bastoncino, da infilare soprattutto nel naso, che secondo la scienza di regime pubblicizzata dai mass media serviva a rilevare la presenza del virus in un soggetto. Già dopo poco tempo venne fuori che i tamponi erano totalmente inaffidabili, oltre al fatto che più il tempo avanzava e più si scopriva quanto fossero cosparsi di materiali nocivi per la salute umana. Dopo pochissimi giorni, S. comincia a sentirsi molto male allo stomaco, tanto da vomitare più volte. Lei e la madre si recano in ospedale (e ancora tamponi, che fin dall’inizio della Farsa del 2020 sono stati resi obbligatori per ogni visita medica o intervento in ospedale, e questo non solo in Italia ma in gran parte del mondo, infatti S. vive in Svizzera) e, dopo qualche giorno di visite, le viene diagnosticato un tumore. Sì, un tumore su una bimba di 10 anni, che era sempre stata benissimo, vitale e gioiosa. Certo, un po’ sovrappeso forse, ma questo non giustifica un tumore a quell’età! Chiariamo subito una cosa: oggigiorno i tumori vengono ormai definiti come una patologia normale, visto che ormai praticamente sono così diffusi da non destare più scalpore. Ma non c’è niente di normale in un tumore, né perdipiù è normale che siano così diffusi a livello mondiale, soprattutto negli ultimi anni. E una bambina… no, non dovrebbe mai vivere il calvario di una malattia simile. Ha dovuto sopportare 8 mesi di chemio e radioterapia, e ancor peggio è che, dopo essere tornata a casa visto che non era necessario rimanesse in ospedale, ogni volta che tornava per il trattamento chemio e radioterapico doveva ogni volta somministrarsi un tampone. Io ho cercato di aiutarla, a distanza, e in una delle visite di controllo, dopo circa 8 mesi, fu diagnosticata, con grandissima nostra gioia, la pressochè totale sparizione della massa tumorale. Credo ci sia stato lo zampino di qualcuno di molto Buono e Forte… e sicuramente anche lei è stata fortissima di animo. Purtroppo, però, ogni qualvolta doveva recarsi in ospedale per gli accertamenti, ecco che doveva sopportare il rituale del tampone. Come si fa a martoriare così una bambina? Metterle un bastoncino sottile lungo il naso e ben in fondo ad esso, con annesso dolore che essa avvertiva? Davvero osceno, ignobile, crudele. Purtroppo, dopo che sembrava finita, ora le hanno ritrovato una massa cancerogena nei polmoni. Ora S. dovrà sottoporsi ad un altro inferno di 8 mesi di chemioterapia, a ormai 12 anni di età. Io non so con certezza se i tamponi possano centrare, ma il sospetto è così forte da quasi diventare certezza dentro di me. Io mi auguro soltanto, oltre alla sua totale guarigione, che gli artefici di questo massacro patiscano gli stessi dolori che hanno provocato, e che la Giustizia su di loro cali in maniera esemplare, e chi leggerà, magari un giorno, queste parole, possa confermare ciò che ora è solo un augurio. Significherà che il popolo umano ha davvero vinto, e con esso il Bene.

 

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Non posso esimermi dal fatto di constatare quanto, anche tra le persone che si sono esposte come contrarie alla Farsa, questi bastoncini vengano presi tantissimo sotto gamba. Tutta la resistenza e la guerra si riversa contro il cosiddetto vaccino, che certamente è l’arma più grande e grave da combattere, ma bisogna capire che i tamponi non sono da meno. Bisogna comprendere che se una cosa viene obbligata dal Governo significa che per noi è molto nociva, come le mascherine. I tamponi servono a prelevare il nostro DNA, così da conservarlo e trattare direttamente coi nostri dati più unici e personali, oltre a essere covo di quei materiali nocivi di cui parlavo all’inizio! E invece anche i contrari alla dittatura al primo raffreddore corrono a farsi il tampone. Questo non va bene, ed è una cosa su cui bisogna lavorare. Ma ce la faremo. Ringrazio ancora tantissimo Angel Jeanne, per questa importantissima opportunità di non dimenticare e lasciare un piccolo segno nel corso della nostra Storia.

 

Riccardob

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Aria di Nazismo

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Ricordo che sin da piccolo il 27 Gennaio di ogni anno ricorreva la giornata della memoria, gli insegnanti a scuola, i giornali, le radio, le televisioni ricordavano la più grande tragedia della storia umana recente, si commemoravono le morti degli ebrei durante il Nazismo a causa della Shoah e delle leggi razziali, milioni di persone innocenti prima discriminate dal Governo (contraddistinte da una stella sul petto per riconoscerle e distinguere dal resto della popolazione, escluse dalla società e privati dei diritti, persino del lavoro, e poi uccise brutalmente in campi di sterminio, il tutto con l’accettazione e quindi la complicità della maggioranza della massa ipnotizzata dalla propaganda di regime. Sono cresciuto avendo quella storia come riferimento del livello massimo di malvagità raggiunto nel nostro mondo, spesso ho pensato all’orrore vissuto da quelle persone, a quanto fossi fortunato a vivere in tempi diversi da quelli, mai avrei pensato, fino a pochissimo tempo fa, di vedere con i miei occhi la storia ripetersi e vivere in prima persona il Nazismo. Inizio questo breve racconto della mia esperienza partendo dal Settembre del 2021, è da poco stato emanato l’obbligo di esibire il green pass, un lascia passare che certifica di aver effettuato le vaccinazioni anti-covid19, per accedere alla quasi totalità delle attività e servizi, come luoghi di ristoro, intrattenimento, negozi tranne che alimentari ecc. la popolazione è spaccata tra una maggioranza che ha accettato di sottoporsi al siero – il cui scopo annunciato sarebbe dovuto essere quello di liberarci del virus che aveva stravolto le nostre vite, ma che nei fatti la gente si trovava a scegliere di fare perchè  stavacedendo ad un ricatto: tu ti fai iniettare il siero e io ti rido la tua libertà (ma questo vaccino non dovrebbe servire a combattere una malattia? E poi se è la “mia” libertà perchè sei tu a decidere quando e se concedermela?) – e una minoranza che ha deciso di non cedere al ricatto, ma lottare per i diritti di tutti, andando incontro a tutte le difficoltà della situazione. L’uffico nel quale lavoro è una piccola rappresentazione della società del periodo, una gruppo di una decina di persone spaccato tra chi ha fatto il vaccino e chi ha scelto di non farlo, e un padrone sopra che detta le regole del gioco. Le restrizioni iniziano a far trabballare qualcuno, le voci diffuse dai media avevano iniziato già da un po’ a farsi più insistenti su un probabile apliamento del green pass a tutte le categorie di lavoratori che significa che se vuoi lavorare devi farti bucare. Eppure ricordo quel mese come il più bello passato in quel posto di lavoro, e in qualsiasi altro. Dopo le difficoltà iniziali in cui il gruppo dei “no-vax” si sentiva in difetto rispetto all’altro, ci facemmo forza e ci unimmo più di prima, e la situazione in quell’ufficio si ribaltò: da che eravamo quelli messi all’angolo, che avevano timore di affrontare l’argomento vaccini con gli altri perchè agli occhi di tutti eravamo noi quelli strani, pian piano la situazione cambiava, noi eravamo quelli che stavano meglio, parlavano chiaro anche i risultati del lavoro, e pure l’altro gruppo non si vantava più cosi tanto di aver preso quella scelta. Si era creato un bellissimo clima tra di noi, una grande complicità che non mi era mai capitato cosi prima di allora, quel lavoro non mi piaceva, eppure la mattina mi svegliavo felice di andarci perchè avevo piacere a stare con loro, la situazione era difficile, ma la stavo finalmente condividendo con qualcuno e questo rendeva tutto più positivo. Ogni tanto c’era da incoraggiare un membro che aveva un momento di difficoltà, toccava a me farlo, ero il più preparato, e lo facevo con piacere. Porterò per sempre nel cuore quel breve spazio di tempo in cui mi sono finalmente sentito a casa, come poche volte mi è capitato nella vita. Settembre era volato via come un soffio di vento.. Il 21 Settembre veniva emanato il decreto-legge che sarebbe entrato in vigore il successivo 15 Ottobre, e che avrebbe esteso l’obbligo del green pass a tutti i lavoratori. Quella pulce nell’orecchio era fastidiosa, ma decidemmo di andare avanti senza farci ossessionare dal quel pensiero, tutti erano convinti della loro decisione, ed avevano ragione da vendere, una collega in particolare a cui ero affezionatissimo aveva vissuto da vicino i danni che provocano i vaccini, in quei giorni una persona gli chise se avrebbe fatto il vaccino e lei rispose convinta: “Secondo te, porto mio figlio piccolo a fare il vaccino, me lo ridanno indietro che non è più lui, mi dovrei vaccinare?” Suo figlio era diventato autistico immediatamente dopo la somministrazione di uno dei vaccini obbligatori che si fanno da piccoli, avevo preso molto a cuore la sua storia e da subito legammo tanto, come se ci conoscessimo da sempre.

 

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Ad essere sincero confidavo un po’ che le cose sarebbero andate bene in quella sede, dal momento che non si trattava di un luogo aperto al pubblico, avevamo sempre lavorato senza rispettare alcuna stupida norma restrittiva per tutto il periodo della pandemia, e non si era mai parlato di nulla per l’intero mese, tutto taceva, ma il giorno in cui le carte si svelarono non sarebbe tardato ad arrivare. Uno dei primi giorni di ottobre entra in sala uno dei responabili, portavoce del capo dell’azienda, con un’espressione nera, senza nessuna spiegazione con un tono autoritario dice: “Voglio i nomi di chi fa il green pass e chi no”. L’atmosfera cambia completamente, si avverte un’energia pesante, negativa, il silenzio cala nella stanza, dentro di me sento una sensazione orribile, inizio a tremare, sento il Nazismo. L’elenco dei nomi parte e le successive risposte seguono, vedo cadere uno dopo l’altro tutti i miei colleghi/compagni, che dicono “si”, compresa la mamma del figlio autistico, leggo nei suoi occhi la rassegnatezza, l’impossibilità di fare altrimenti, mi si spezza il cuore, il mio fu l’unico “no”. Lei avrebbe poi tentato di trovare qualsiasi soluzione ma non ci sarebbe riuscita, il paradosso dei paradossi è che aveva urgenza di portare suo figlio a fare le terapie, ma per farlo serviva il suo green pass, vorrei spiegare meglio questo passaggio: devo portare mio figlio a fare terapia perchè la vita gli è stata rovinata da un vaccino di merda, e per farlo mi obblighi a farmi fare un altro vaccino.. Questa è la follia che abbiamo vissuto nel 2021. Ho provato in tutti i modi a cercare di avere un dialogo con il capo per dire la mia e cercare una soluzione insieme, che era fattibilisisma, ma  non mi fu neanche concessa la possibilità di parlargli di persona. Di li a poco me ne sarei andato e non li avrei più rivisti.

 

Raffae

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MORTO DA TAMPONE

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Voglio raccontare questa sotria che non è altro che l’ennesima tragedia e riprova di quello che ci stanno facendo. Mio zio l’anno scorso si reca presso un concessionario per comprare un auto, parlando del più e del meno con il gestore gli dice che per lavorare, l’azienda impone loro di fare un tampone ogni 15 gg. Il mese dopo quando doveva ritirare l’auto, mio zio riceve la telefonata da quest’uomo il quale dice di aver fatto il solito tampone di routine ed essere risultato positivo al “virus” quindi l’appuntamento viene rimandato.  Nei giorni successivi per vedere se poteva recarsi nell’autosalone, gli fa una telefonata ma  a rispondere è sua moglie la quale disperata gli comunica che il marito era morto qualche giorno prima. Era sconvolto dalla notizia, e soprattutto nel constatare che era morto in seguito a quel tampone che gli provocò subito forti dolori alla testa. La famiglia era disperata e non si spiegava cosa fosse accaduto, la vita di queste persone come la vita di tanti altri è stata letteralmente distrutta!!!

 

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Due vite stroncate

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All’inizio del 2020, il padre di un mio caro amico entrò in ospedale per fare alcuni accertamenti.

Come da prassi gli fecero fare un tampone che riuscì negativo, così nei giorni successivi potè tornare in osepdale per ripetere alcune analisi ma al secondo tampone guardacaso riuscì positivo al virus. Venne immediatamente trattenuto dall’ospedale senza motivo alcuno poiché era asintomatico.

L’anziano in un secondo si trovò catapultato in un inferno, da solo, senza un cambio poiché non erano preparati a questo evento e senza cellulare oltretutto .Poiché la batteria gli si era scaricata,  dunque una vera tragedia per un uomo fragile.

Nonostante le continue preghiere dei familiari di fargli ricaricare almeno il telefono per poter comunicare con loro, i primi giorni il povero anziano non ebbe più contatti con la realtà e per questo motivo iniziò ad agitarsi parecchio così per calmarlo i “medici” pensarono bene di dargli degli psicofarmaci ma in pochi giorni la situazione degenerò parecchio e l’anziano inziò a uscire fuori di testa.

Nel frattempo i familiari ricevevano notizie una volta al giorno dall’ospedale, erano alquanto preoccupatie non si spiegavano come mai lui stesse dando di mattoa visto che di base era un uomo calmo, non dava mai in escandescenza.

La nuora iniziò a fare ricerche su ricerche e avendo un po’ di familiarità  con queste cose capì il vero problema.

Erano gli stessi psicofarmaci a creare un effetto paradosso, togliendo quindi quel medicinale sotto sua richiesta l’anziano tornò a stare bene.

Nel frattempo, nonostante fosse ASINTOMATICO e questo lo sottolineo, gli curarono lo stesso il covid con quantità  elevate di cortisone e non c’è stato verso di farlo uscire per fargli fare la quarantena a casa.

Ormai era di loro proprietà  a tal punto che un bel dì quando i figli telefonarono in ospedale per avere le notizie sullo stato di salute, gli comunicarono che era stato trasferito in un’altra struttura a loro insaputa e senza autorizzazione dunque. Ancora si chiedono il perché.

Comunque la giostra continuò per circa un mese fino a che arrivò la comunicazione di poterlo andare a riprendere ma quando arrivarono in ospedale, i medici informarono la famiglia che nel frattempo l’uomo aveva preso un’ infezione rara e non ne capivano il motivo, avrebbero fatto ovviamente accertamenti e li rimandarono a casa. La notte arrivò la terribile telefonata che purtroppo era deceduto.

Un padre di famiglia SANO entra in ospedale per fare delle analisi, prende il covid ed è ASINTOMATICO ma MUORE, e non ti dai pace!!!!

Successivamente quando ritirarono la cartella clinica, come causa di morte c’era ovviamente scritto MORTO DI COVID.

 

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Purtroppo ieri ho avuto una notizia alquanto negativa, sono andata a trovare una mia amica la quale ha una figlia di 13 anni (vaccinata) che in seguito alla seconda dose iniziò a perdere sangue dal retto e nonostante le visite non se ne capiva il motivo.

Mi ha detto con le lacrime agli occhi che purtroppo le hanno diagnosticato due cisti alle ovaie che rischiano di scoppiare da un momento all’altro strozzando l’utero.

La ragazza è entrata in depressione, ora i medici essendo molto schietti parlano davanti ai loro pazienti qualsiasi sia l’età, quindi sa benissimo che se questo dovesse accadere perderà la possibilità  di avere figli. Con il cuore in gola per la paura hanno fatto dei test tumorali riusciti per fortuna negativi, ma questo li ha portati a scoprire delle trombosi in atto e non si capisce bene in che parte del corpo, quindi dovrà ripetere una serie di analisi ma nel frattempo la sua vita è cambiata

Le hanno proibito di prendere il sole, di correre, di fare sport… Il suo corpo è ricoperto da macchie cutanee evidenti, sta trascorrendo le sue vacanze estive a piangere sul divano, che vita è questa? una vita stroncata a 13 anni.

La cosa più stupida è che non si capacitano da dove possano derivare tutte queste patologie ma non ce l’ho fatta a stare zitta, mi è uscito di bocca dirle con veemenza “è il vaccino cavolo!!!”,

la trombosi poi, uno degli effetti avversi più reclamizzato, se vogliamo dire così.. Mi dispiace tanto per quello che stanno passando, un adolescente non merita tutto questo.

 

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Cambi repentini di pensiero

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Nel marzo 2020 quando fanno scoppiare la pandemia in Italia, il paese in cui vivo impazzisce letteralmente. Il governo ci chiude in casa da un giorno all’altro e per diverso tempo. Ci permette di uscire solo per beni di prima necessità,  chiude diversi settori privilegiandone altri.
Alcuni miei conoscienti passavano le giornate sui balconi a guardare se il vicino di casa uscisse o meno e molti si sentivano addirittura in obbligo di giustificarsi sui social. Pur non sapendo che fosse una farsa architettata per benino, superato il primo mese di vera paura, tutto mi iniziò a sembrare alquanto strano: le continue contraddizioni del governo, l’assurdità  nel creare zone colorate e gli orari assurdi del coprifuoco in cui il covid magicamente smetteva di eistere…In quel periodo dalla bocca delle persone uscivano cattiverie tali che facebook era diventato soltanto un mezzo lecito per offendersi a vicenda. Nel frattempo in Tv si raccontava una storia veramente drammatica ma la realtà, la quale noi potevamo osservare anche dal punto di vista lavorativo era diversa, nel mio settore iniziavo ad accorgermi di dinamiche alquanto strane.
L’azienda produttrice accanto alla mia lamentava che in tutto il mondo non si trovava più nemmeno un grammo di acciaio ma la Cina, non si capisce per quale strano motivo, qualche mese prima aveva acquistato in ogni parte del mondo ogni scarto esistente, costringendo tutti in breve tempo da lì a pochi mesi, a rivolgersi  a lei. Dunque ragionando un po’sembrava un qualcosa architettato per benino, scoppia la pandemia, le aziende sono cotrette a chiudere e la Cina in pochi giorni diventa leader mondiale di acciaio. Per me questo è stato un altro dettaglio, un tassello da aggiungere a tutte le incongruenze che potevo constatare.
Nel frattempo, alcuni medici avevano già trovato una cura efficace e curavano le persone senza mandarle in terapia intensiva,un successo enorme visto quello che mandavano giornalmente in Tv, terapie intensive affollate, pronto soccorso portati all’estremo.. (che strano però, un mio parente che in quel periodo frequentava gli ospedali di Roma a causa di una malattia, diceva di non aver mai visto i pronto soccorso al collasso, il che sembrò strano anche a lui, tutto quell’affollamento che vedevamo giornalmente in televisione in realtà  non c’era minimamente.
Si inizia a parlare di eventuali vaccini e nonostante molti medici fossero del tutto contrari, tentavano di spiegare scientificamente che vaccinare sotto pandemia è del tutto sbagliato e inefficace poiché avrebbe portato varianti e non ne saremo mai usciti. Ma in italia si sa, dici  la verità e vieni censurato, si potevano trovare le notizie solo su alcuni social non di regime ovvio, e se tentavi di condividere qualche  sano insegnamento, venivi additato da tutti, parenti, conoscenti, estranei.
A quel punto devo essere sincera per un lungo periodo mi sono sentita un’appestata, incompresa ed emarginata. Si aveva a che fare con dei muli che NON VOLEVANO ascolare la verità , ne conoscevano solo una, quindi qualsiasi cosa detta, dettagliata e con evidenze scientifiche erano solo balle ai loro occhi perché se così fosse lo avrebbero detto anche in televisione.
Le persone attendevano dunque il siero magico perché sarebbe stata la risoluzione di ogni problema, iniziarono a comparire i primi slogan sui social: “io mi vaccino” e in seguito cosa del tutto squallida, la pubblicità in televisione e alla radio dei vip pagati e strapagati per mentirci. Non si lasciava spazio a dubbi, non si potevano fare domande, bisognava fidarsi della “scienza”, ahimè!! Nelle piazze installano i primi hub vaccinali dove fatta la prima dose ricevevi in omaggio una birra oppure la porchetta! follia pura!! e qui l’Italia si divide radicalmente in due, vaccinati contro non vaccinati, pro vax contro “no vax”. Gli eroi coloro che si fossero sottoposti alla puntura, gli untori coloro che rifiutavano la sperimentazione.

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Frequentavo un gruppo teatrale, persone del mio paese che conosco da anni, parlando con loro della mia reticenza a vaccinarmi mi fu detto da una giovane trentenne che il mio non era altro che puro egoismo, che se l’italia chiamava in guerra bisognava arruolarsi. Dio miooo!! esistono anche gli obiettori di coscienza!! Non credevo alle mie orecchie, tentavo di spiegargli la pericolosità del

vaccino e di tutti gli effetti collaterali che nel frattempo erano usciti alle persone di mia conoscenza, ma nulla da fare. In breve tutto il gruppo si vaccinò con doppia e tripla dose, e poi arrivò l’obbligo del green pass, bar, ristoranti, piscine, palestre erano obbligati a chiedere la certificazione. Noi facevamo le nostre prove in un’aula di una scuola abbandonata, nessuno poteva controllarci, eravamo tra amici e questo penso fosse ancora legale. Una sera però mi chiesero se io facevo dei tamponi regolari e devo essere sincera la cosa un po’ mi ha bruciato ma poi ho capito che in quel gruppo c’era qualcuno realmente terrorizzato che tra l’altro non toglieva mai la mascherina, e siccome mi sentivo già messa da parte fui felice di andarmene così lasciai il gruppo. Un mese dopo presero tutti il covid, una due tre volte, ah che soddisfazione!!!
Nel frattempo, la mia vita è cambiata, come è accaduto alla maggior parte delle persone che non si sono piegate, ma io in questo mi ritengo molto fortunata perché lavoro in famiglia, nessuno di noi ha creduto alla farsa e così non abbiamo fatto nulla di quello che ci chiedeva il governo. Né sanificazioni, né tamponi, nessun green pass e ovviamente niente vaccino, i nostri dipendenti dunque potevano sentirsi liberi di scegliere. Tra l’altro uno di loro la pensava  esattamente come noi, quindi contro i politici corrotti, contro il  siero che non sarebbe servito a nulla. Insieme “Prendevamo in giro” l’altro dipendente che una volta punturato addirittura perse la vista per alcuni minuti mentre la sua ragzza invece svenne, insomma prove evidenti che il vaccino tanto bene non facesse.
Un bel giorno, con  mio grande stupore e delusione, convinto da sua moglie decide di andare a punturarsi anche lui, per salvarlo dalla decisione chiesi aiuto anche al tutor a lezione ma ormai aveva preso la sua decisione e così fece. Al di là della grande delusione cio’ che in seguito mi sconvolse fu come all’improvviso cambiò i suoi punti di vista. M disse che volevo cambiare il mondo da sola e che parlo per slogan come tutti i no vax (ora non ricordo esattamente le parole), cambio’ totalmente la sua versione dei fatti ritenendo fosse giusta la scelta del governo, giustificando l’assurda legge del green pass e l’assurdo modo in cui ci stavano fregando, perché il nostro non è un governo di dittatori!!! Siamo in democrazia quindi per convicerti a vaccinare devono per forza trovare un altro mezzo che è quello del tesserino verde! questo disse. Non potevo credere alle mie orecchie, lui che fino a qualche giorno prima la pensava come me, era ormai cambiato, difendeva quelle assurde “leggi”. Decisi dopo averlo messo a tacere di non toccare mai più l’argomento e qualora si fosse ripresentato, di ignorarlo. Avevo capito che non dovevo accettare le sue provocazioni.
Nel frattempo anche qui uno dopo uno caddero a terra col covid, non una ma ben due volte. A distanza di tempo posso però dire che si è un po’ ravveduto e non farà la terza dose, così dice poi tutto è da vedere, come fidarsi…

 

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Bambini discriminati

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Ad agosto 2020 quando entrò in vigore il green cazz, noi avevamo già  prenotato la nostra vacanza così preoccupati telefonammo all’hotel per vedere se lo avrebbero chiesto ma per fortuna la loro risposta fu negativa, da parte loro non ci sarebbe stato nessun controllo così partimmo. Un pomeriggio subito dopo prano decidemmo di visistare un castello, non girava nessuno e faceva un caldo bestiale,arrivati alla alla biglietteria però una ragazza che si prese anche la briga di uscire dal suo box, ci chiese il green pass. Devo essere sincera, a quella richiesta non eravamo preparati, rimanemmo stupidamente impietriti, così mi voltai dall’altra parte e le dissi “perfetto arrivederci allora” e ce ne andammo via. Ci rimanemmo di un male incredibile perché giuro che a quell’ora non girava nessuno, i visitatori eravamo solo noi tre, non si vedevano carabinieri in giro, quindi nessuno mai avrebbe controllato nulla in quella mezz’ora, si percepiva chiaramente che la ragazza era fiera di ricoprire quel ruolo da controllore. Rimanemmo a pensarci per diverso tempo, non fu affatto bello subire quella discriminazione, eravamo lì per pagare i biglietti di entrata e non ce lo permisero. Immagino cosa abbiano passato coloro che vivevano in città dove i controlli erano maggiorni, coloro che hanno subito discriminazioni al lavoro o con i figli. Ecco chi ci ha rimesso un pochino è stato proprio mio figlio in quanto a fine agosto si iscrisse a scuola di basket ma dopo 20 giorni circa gli chiesero il green pass oppure un tampone ogni 48 ore. E’chiaro che la sua esperienza con quello sport terminò lo stesso giorno. Per fortuna lui è un ragazzo abbastanza comprensivo che non fa capricci in genere, e a 11 anni avrebbe potuto anche farli visto che tra gli amici suoi, lui e un altro bambino erano gli unici a non essere stati sierati. Lo mandammo dunque a scuola calcio, ci dissero che non era richiesta la certificazione se non al momento dell’iscrizione che bisognava portare l’esito di un tampone negativo. Ovviamente non glielo feci fare, lo segnai e lo portai solo con una bella protezione psichica e con l’intento che non ci chiedessero il certificato verde, feci così per un po’ di tempo e andò bene, nessuno si accorse di nulla. Purtroppo la pacchia durò poco, a Natale ci furono le chiusure dei centri e delle scuole e alla riapertura divenne obbligatorio mostrare il geen pass ovunque, piscine,palestre, bar, ristoranti, così non ci provai per nulla, ci mandarono un modulo lungo una quaresima che non complilammo mai e per alcuni mesi fu fuori dalla squadra. Anche quell’attività sportiva (all’aperto chiariamolo) gli fu negata. Per fortuna abitiamo in un piccolo paese in cui ci sono diversi giardini con campetti gratuiti, e lui si riuniva li con gli amici per giocare.
Durante l’inverno ad accampagarci c’era il continuo stress  dei compleanni festeggiati nei pub, ha un gruppo vasto di amici quindi capitava spesso che quasi ogni weekend ci fosse un compleanno da festeggiare e la preoccupazione del tampone da mostrare. Andava là sempre con la paura di essere cacciato via, io gli facevo da casa la protezione, iniziavo il pomeriggio e terminavo la sera ed è andato sempre tutto bene. In paese bene o male ci conosciamo tutti, forse qualcuno avrà  anche chiuso un occhio non chiedendo nulla ai ragazzi ma ogni volta era comunque una grande ansia.
Poi c’era il discorso scuola, obbligati poverini a tenere 6-7 ore la mascherina in faccia. I professori che che pubblicizzavano il vaccino e cominciavano con le prime torture psicologiche, ” se siete tutti vaccinati potete togliere la mascherina”, oppure ” chi non è vaccinato non potrà venire in gita”… Non sapevo come gestire la situazione perché veramente negare la gita ad un bambino di 11-12 anni è davvero una crudeltà  incredibile, sono ricordi indelebili, gli anni più belli che una ragazzo possa vivere, quindi forse ero più disperata io di lui, anche perchè se avessero chiesto “solo” il tampone sono certa che mio marito lo avrebbe portato dritto dritto a farlo e non me lo sarei mai perdonata, anzi non lo avrei mai perdonato è diverso!!! Allora iniziai a praticare anche sulla scuola, l’intento era quello di far saltare le gite.

 

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Fummo fortunati, fecero un piccolo giro in zona a maggio ma prorpio da quel giorno nei parchi non era più richiesto nessun tipo di certificazione. Potei così cominciare a respirare un po’,non me potevo più. Quando bisogna limitarsi per se stessi è tutto diverso, si stringono i denti e si va avanti, ma quando si hanno dei figli è tutto diverso. Limitare loro la libertà di vita, di fare sport, di divertiri con gli amici non è facilmente gestibile, tanto più che lui era l’unico a non essere vaccinato. Gli chiedevo di avere fiducia in me, gli spiegavo continuamente la perioclosità  del vaccino e dei tamponi e lui ha stretto i denti e ha creduto in me nonostante qualche volta mi abbia chiesto di essere vaccinato. La cosa divertente è che nel frattempo, tutti i suoi amici con doppia o tripla dosesi  ammalavano uno per uno, e lui sempre a stretto contatto con loro non ha mai preso nemmeno un raffreddore.

 

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Allontanati dai familiari perchè non vaccinato

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Ho parlato nelle testimonianze precedenti di come un uomo entrato in ospedale per analisi di routine, prende il covid in ospedale e asintomatico muore lontano dalla famiglia.

Questa fu una tragedia non solo per la modalità di come andò tutta la storia ma era anche un’ evidenza chiara di come ci stessero prendendo in giro, di come fossero stati vittime della malasanità  e della grandissima farsa alla quale stavamo assistendo, nel frattempo ci arrivavano altre trestimonianze di amici che ci dicevano che i morti per incidente stradale venivano catalogati come morti di covid e loro questo lo sapevano bene.

Fatta questa premessa, a primavera il figlio di questo anziano deceduto, prende “il covid” ma non essendo vaccinato (grazie a noi in quanto avevano precedentemente prenotato in un hub vaccinle), si affida ad uno dei medici che era stato radiato per non essersi sottomesso alla dittatura sanitaria, ma purtroppo lui avendo una corporatura importante e una forte colite sottovalutata, a causa di qualche antibiotico inizia a stare male a livello addominale e finisce in ospedale dove lo tengono in un tendone esterno senza una coperta e senza assistenza per molto tempo, insieme a tutti gli altri malati di covid. Dopo i dovuti accertamenti gli diagnosticano una perforazione di intestino ma nessuno voleva prendersi la briga di operarlo poiche’ NON VACCINATO!!!!

Per fortuna aveva delle conoscenze in ambito medico, così con l’elicottero lo trasportano a Roma e lì riceve tutte le cure del caso. Ma se non avesse avuto conoscenze che lo aiutassero?

Nel frattempo anche gli amici della coppia si allontanano un po’, invece di stargli accanto e supportarlo gli andavano contro poiché si era dovuto scomodoare l’elisoccorso

per un uomo che aveva scelto di non sottoporsi al siero, quindi untore e causa dei mali della società . Cose da non credere.

Una storia da super denuncia, invece morale della favola, dopo aver subito questa emarginazione, avevano preventivato e maturato anche l’idea di vaccinarsi una volta terminata quella triste storia, perché avevano subito troppe discriminazioni e avevano capito che un non vaccinato non conta più per questa società, tutte cose che in questi mesi venivano da noi affrontate ma che con superficialità fino a che non ci capiti non le comprendi a fondo.

Questo ragazzo successivamente ha subito altre operazioni all’intestino quindi la causa che lo ha portato in ospedale è stata questa perforazione.

Non è deceduto come molti si staranno chiedendo poiché essendo in sovrappeso, lo stesso grasso dell’addome ha fatto un po’ da tappo.

Ora da questo episodio sono passati 8/9 mesi, dall’ultima operazione circa 3/4 mesi e ci raccontano che sulla cartella clinica da poco ritirata c’era scritto polmonite bilaterale da Sars-Cov 2. La stessa famiglia dunque vittima due volte della farsa. Il mese scorso vanno a fare un viaggio, a causa dell’aria condizionata sempre lui prende il raffreddore, torna a casa e FA UN TAMPONE fai da te, risulta di nuovo positivo al virus. La mia domanda è stata “ma ancora andate facendo tamponiiii??”

Con queste persone non c’è verso di ragionare per cui si andassero pure a vaccinare, avranno ciò che meritano. Tra l’altro la suocera di questo ragazzo, dopo il vaccino ha e continua ad avere problemi di circolazione, di vene e quant’altro diagnosticato e CONFERMATO da un medico che ha asserito che sono le dosi stesse che fanno emeregere patologie latenti.

 

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In questi due anni ho visto famiglie dividersi a causa delle differenti scelte sanitarie, per fortuna noi siamo stati tutti uniti su un unico fronte, quello di NON SIERARSI assolutamente ma due nostri amici i quali hanno fatto la nostra stessa scelta, ma non con le stesse convinzioni direi poiché sono anche loro succubi del sistema, quindi tamponi a destra e manca, hanno subiro non poche discriminazioni da parte della famiglia stessa, fratelli e cognati.

Nel periodo in cui all’aperto non serviva la mascherina, venne festeggiato un compleanno in una villa all’aperto in cui tutti i familiari erano presenti, gli unici a mancare poiché non invitati sono stati proprio loro due non vaccinati, per fortuna l’hanno presa ridendo questa storia che ai loro occhi era alquanto ridicola e infatti lo è, ma non è bello essere messo da parte da un fratello per una scelta di vita diversa.

 

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Ammalarsi dopo il tampone

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Il discorso dei tamponi è buffo quanto ridicolo. Fin da inizio farsa, non ho mai creduto che questo stecco magico potesse trovare o meno un virus. Perché con gli altri virus non funziona così? Mi sono chiesto. Cosa ha questo virus di così speciale da poter essere rilevato da uno stupido stecco? Perché te lo ficcano completamene in gola o all’ interno del cervello se questo virus è così contagioso da poter contagiare , a detta del governo, addirittura a metri di distanza? Già da qui si capisce tutto. Le cose già durante Marzo 2020 erano molto chiare per chi avesse un minimo di cervello, ovviamente tentai di svegliare le persone spiegando la verità su questi tamponi inutili e dannosi , ma chi non vuol sentire non vuol sentire. Mio papà purtroppo dovette iniziare a farli, per lavoro nella sua ditta li facevano 1 volta al mese a tutto il personale, una cosa alquanto insensata ma vabbè, c’è stato qualcosa di sensato durante questa farsemia? Nonostante questo sentivo molti amici e conoscenti che andavano a fare il tampone solo per provare questa “nuova esperienza” anche se erano sani e non presentavano alcun sintomo influenzale. Nonostante questo, molta gente che conosco al primo starnuto andava subito a farsi inc.. tamponare terrorizzata dall’idea di avete il virus. Infatti Io non capivo: come facevano a non capire l enorme truffa e a credere a tutte le minchiate della tv? Era tutto così bizzarro.. devo ammettere che all’inizio non pensavo che questi tamponi fossero anche dannosi. Credevo fossero degli ignari stecchi usati per portare avanti la farsa, nulla di più. Non pensavo contenessero anche sostanze dannose! E tantomeno chip. Dopo poco tempo, Angel avvertì con un post in community la pericolosità di questi tamponi e ne restai incredulo. Mai avrei pensato che fossero la porta d’accesso per riconoscerci e schedarci tramite il DNA prelevato! Esatto , si può dire: oltre al danno pure la beffa. Non solo questi tamponi sono armi tecnologiche per inserirti specifiche sostanze all interno del cervello ma hanno anche la capacità di prelevarti il DNA, per poi riconoscerti più facilmente e crearti malattie in futuro che colpiscano direttamente te. È una vera è propria arma, ringrazio la nostra maestra Angel Jeanne ad averci subito avvisato. Io su questo posso dire di esser molto orgoglioso di me, da inizio farsa ad ora non ho mai fatto un tampone! E mai farò. Tra famiglia, amici/conoscenti , quasi chiunque conosca, almeno una volta ha fatto un tampone. I danni di questi tamponi ho potuto vederli fin da subito, ho degli amici che prima stavano bene e subito dopo il tampone, hanno avuto febbre e mal di testa, spesso anche nausea. Tutto questo era programmato per portare avanti la farsa, serviva che la gente si ammalasse proprio per poter dire “ecco, è il coviddi!” quando in realtà era solamente un tampone per far ammalare le persone. Un mio amico si ammalò dopo un tampone che risultò positivo, e se prima di farlo aveva solo raffreddore, dopo il tampax li venne febbre per qualche giorno e li rimase una tosse molto forte. Era tutto architettato, la cosa più paurosa era che la gente ci credeva.. ma la cosa più grave è che il tampone in realtà , secondo il loro progetto , sarebbe stata la morte. Attraverso quello , siccome era tutto una gran cazzata, potevano scegliere chi far risultare positivo e quindi portarlo via nelle strutture/ ospedali per ucciderlo. Questo sarebbe stato il loro obiettivo finale, uccidere i dissidenti in questo modo .. assolutamente qualcosa di orribile. Un’ altra esperienza che vorrei raccontare sui tamponi è una riguardante mio zio che purtroppo è un gran covidiota. Lui si sarà fatto decine e decine di tamponi e adesso voglio raccontarvi quanto siano falsi, riguardo al risultato positivo/negativo. Mesi fa, si sentiva poco bene e andò di corsa a fare il tempone. Il primo venne positivo. Per sicurezza ne fece il secondo è venne negativo. Poi, il terzo negativo. Il quarto positivo. Così fini in quarantena ahah. Questa cosa si commenta da sola ma.. provai ugualmente a farlo riflettere .. ma fu inutile , secondo lui andava bene così . Mi ricordo poi che era Novembre 2021 ed ero in auto con degli amici, pochi giorni dopo stettero tutto male (tranne me) e andarono a farsi il tampone, risultando tutti positivi. Tentarono di coinvolgermi!

 

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Mi hanno chiesto più volte “fatti il tampone! Per sicurezza, fallo!” Con molta insistenza.. solo perché ero stato a stretto contatto con loro. Io ovviamente rifiutai.. sentendomi dire il discorso “ se tu sei positivo e sei in giro puoi passarlo ad un anziana e ucciderla!” Quante cazzate! In ogni caso sconsiglio a chiunque di fare tamponi , ci tenete alla vostra salute? Bene , non fateli mai!

 

Paolo b.

 

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Ragazza lasciata morire

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Non ho esperienze personali riguardo il green pass anche perché non sono un abituè di uscite ristoranti aperitivi e quant’altro, le rare volte che mi concedevo un uscita andavo da chi come noi combatteva contro il governo e non si atteneva alle regole. Mi è pesato solo non poter fare i miei controlli annuali per alcuni problemi di salute, ma visto quello che abbiamo e stiamo vivendo cerco di restare più lontana possibile dagli ospedali. Vorrei però raccontare ciò che è successo ad una mia cugina.Quest’anno a febbraio sua figlia, (ragazza con patologie motorie e affetta da un grave ritardo mentale) iniziò ad avere problemi respiratori, per evitare il ricovero venne curata in casa con ossigeno terapia ed altri farmaci. Visto i gravi problemi di salute la famiglia cercò in tutti i modi di proteggerla da qualsiasi influenza o raffreddore, purtroppo questo non bastò e non ostante tutte le accortezze i fratelli le passarano il così detto covid. Una notte ebbe una crisi respiratoria e furono costretti a trasportarla in ospedale in ambulanza, da qui iniziò l’inferno. Sia mia cugina che la figlia non erano vaccinate, quindi le negarono l’assitenza alla figlia perché sprovvista di green pass, invano furono le gridate e l’intervento da parte delle forze dell’ordine dove la invitarano ad uscire dall’ospedale con le “buone”, con la morte nel cuore mia cugina fu costretta a lasciare sola sua figlia in mano a quelle bestie. Convinta che il giorno dopo la facessero entrare per amore della figlia andò a dosarsi , non sapendo che per entrare in un reparto ospedaliero bisognava e bisogna ancora oggi avere il green pass rafforzato, nonché tre dosi di vaccino.Potete immaginare lo sconforto e la disperazione di una madre a lasciare sua figlia sola in ospedale dopo anni di assistenza continua, notte e giorno. L’unica persona vaccinata in famiglia era sua nuora,la quale dopo due guorni si recò in ospedale a dare assistenza alla ragazza. Quando arrivò lo scenario era catastrofico, la ragazza era sporca, sul comodino le lasciarano l’acqua e il latte, ma lei non poteva nutrirsi da sola, quindi ahimè nessuno lo aveva fatto, lasciandola assetata e affamata. Andavano non solo denunciati ma presi pure a calci, solo a pensarci mi viene da piangere a quanto schifo fanno, persone senza un minimo di umanità. Purtroppo la ragazza morì dopo pochi giorni, la cosa più terrificante fu che a questa madre non le permisero di vedere più sua figlia essendo che la dichiararono morta di covid. Mi auguro con tutto il cuore che queste persone paghino ciò che hanno fatto, non solo a mia cugina ma all’intera umanità.

 

Maryall80

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Una dose di nanotecnologie

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Ho avuto amici che sono riusciti ad opporsi alla farsa, grazie all’intuito che qualcosa non andava, visto che era un pass contro i diritti umani, vennero da me per chiedermi se fossero veri i video che denunciavano la presenza di sostanze super nocive nel vaccivacci e io dovevo purtroppo confermare che quella era la verità. Ho avuto anche certi amici super pro alla scienza ufficiale che si erano visti tutto ciò che avevano trovato dentro il siero e hanno detto che “mi facevo solo pare” perché gli esperti hanno detto che va bene e sicuramente se la gente non muore così tanto è sicuro (non si erano informati); quindi, per loro dovevo iniettarmi il veleno perché così avevo il pass e potevo uscire di più visto che faceva freddo e io non potevo entrare nei locali. Comunque, c’è stato un gruppetto di persone che si davano forza a vicenda con me perché facevano anche loro parte dei no pass, e ci aggiornavamo di tanto in tanto sulle notizie nuove che uscivano, sulle analisi del siero, sui malori improvvisi, sui medici che venivano assassinati, e tutto ciò che veniva censurato sulla farsa. Ricordo di un mio amico in particolare che mi ha confessato che nonostante sapesse del contenuto dannosissimo del siero, a volte pensava “cosa succederebbe se” lo facesse per ottenere di nuovo la libertà, un mese dopo ha detto che hanno trovato il suo vicino di casa con tre dosi morto di malore per terra dopo aver vomitato in bagno, a quel punto mi ha detto che ha toccato con mano la questione malori improvvisi inspiegabili e che ha fatto bene ad opporsi con tutte le sue forze. Mio padre mi ha raccontato che nel suo reparto informatico dell’azienda per cui lavora tutti i colleghi parlavano a sproposito del siero, come se si fosse creato un movimento no pass, ma comunque, la gente non sapeva del fatto che pure i tampax erano falsi. Mia madre è considerata come medico, quindi obbligata ad avere il pass, e dopo tantissima resistenza, varie presentazioni da parte mia sulle nanotecnologie (ho preparato delle slide per far comprendere ai miei cosa c era dentro al siero), un ex collega morta per malore improvviso (ho letto a lei la notizia sul giornale, senno neanche lo sapeva), mia madre si è fatta, sotto ricatto perché il pass stava per scadere, una dose, perché per lei una dose di nano tecnologie non fa male ma due si, mi ricordo che quel giorno tornò a casa ridendo, perché sapeva che si stava facendo male ma cercava di tenersi il suo amato lavoro ottenendo il pass, che in quel momento valeva di più della vita.

C’è stato un periodo in cui non ci si poteva sedere al bar al chiuso; quindi, entravo nel locale e salutavo i miei conoscenti restando in piedi o accovacciandomi, non mi vergognavo, e a volte mi portavo appresso un altro amico senza il pass perché l’unione faceva la forza, ed effettivamente molti si facevano domande sulla giustizia di quel lasciapassare quando ci vedevano in piedi o fuori mentre loro erano seduti, era profondamente sbagliato. La mia abilità a stringere amicizie è migliorata molto perché dovevo destreggiarmi ad ottenere più contatti e più inviti nelle case altrui, so che non e molto giusto, ma dovevo adattarmi, ho ottenuto il sufficiente numero di conoscenze per continuare una vita sociale che non mi facesse rimpiangere di non poter andare nei locali, perché dopo un mesetto e mezzo mi impegnava quasi lo stesso numero di ore settimanali come prima dell’introduzione del pass, ma non c’è niente di positivo in questo, cercavo di far sopravvivere delle relazioni nonostante le occasioni per vedersi erano poche, talvolta mi ritrovavo ad accompagnare dei gruppi da un locale all’altro e basta, quella era la mia uscita. Ho notato che le persone si erano completamente stufate del pass verso gli ultimi mesi della farsa per quante incoerenze il governo aveva mostrato, tanto che si sentivano in torto e sottomessi a mostrare il pass, in quei momenti ho provato felicità, perché si stavano accorgendo della truffa.

Per tutta la durata della resistenza al pass, ho sentito una sensazione molto difficile da spiegare, ma che si potrebbe riassumere con la parola speranza, quella pura, sentivo una strana sicurezza che tutto questo sarebbe finito primo o poi perché il governo avrebbe perso questa volta grazie alle pratiche di ACD e la sua fondatrice Angel Jeanne; questa speranza era come una vocina che diceva “non mollare e arrenderti mai! Questo non ti scalfisce! Continua così!”, ed è durata per tutta la farsa del pass, anche nei momenti più bui, e di ciò sono contentissimo!

 

Freddy

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Momenti resettati

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Il lasciapassare verde è stato uno dei fini ultimi della farsa, era un periodo in cui non avevo ancora appreso molti insegnamenti di ACD perché ero diventato appena uno studente, e conoscevo solo le prime tecniche, non avevo ancora letto i libri Prendiamo Coscienza degli Alieni di Angel Jeanne, ma li avrei letti poche settimane dopo.

Non sapevo molto della farsa ed avevo solo un quadro parziale della situazione non avendo mai indagato a dovere.

Ero uno dei pochi della mia età che vedevo girare senza nazipass tranne qualche mio amico e mia amica, con i quali ho stretto anche una bella amicizia per darci forza, perché si stava avvicinando il periodo fulcro della farsa.

Nei locali in cui andavo non chiedevano il pass, e se lo chiedevano, lo facevano scusandosi molte volte, lo chiedevano perché sennò rischiavano di venire multati, non perché qualcuno credesse nelle motivazioni (false) per le quali l’hanno introdotto.

Era il giorno 25 settembre 2021 quando è avvenuto l’evento più strano legato al nazipass. L’occorrenza era la festa di compleanno della mia ex ragazza, che aveva noleggiato il piano di sopra di un locale/bar.

I gestori del locale in sé non richiedevano il pass perché hanno detto che era una misura insensata, ed hanno specificato che solo la polizia poteva applicare sanzioni durante i controlli per colpa delle leggi illegali.

Era stato richiesto agli invitati di effettuare un tampax di quelli “rapidi” che non entrano neanche in mezza narice, ma purtroppo contengono anche loro nanotecnologia molto avanzata, visibile al microscopio, deleteria per la nostra salute e soprattutto per la nostra psiche, causando un abbassamento energetico subito dopo averlo effettuato.

Mi stavo incamminando per andarmi a fare un tampax rapido pensando “tanto poi mi curo dalle nanotecnologie” (che ragionamento ingenuo! non avevo ancora capito cosa c’era dietro a quella nanotecnologia ed al prelievo del DNA da remoto), camminavo con la speranza che ci sarebbe stato un intoppo nel percorso, ed infatti c’è stato, e per il fatto che l’unico posto aperto era quello, non c’era disponibilità. Ero felicissimo, e conoscendo la festeggiata immaginavo non si sarebbe mai arrabbiata per un evento così infimo, era soltanto uno stupido pass nazista che nessuno mi avrebbe chiesto in quel locale.

Fu durante quel momento che mi venne una strana sensazione, di cattivo presentimento, era iniziata già da quando mi stavo incamminando ma si intensificò moltissimo. Ed ecco che, cinque minuti dopo, devo riferire alla festeggiata che purtroppo non avevo il pass ma volevo comunque partecipare alla festa. In un primo momento non rispose, ma poi, arrivò un messaggio veramente inaspettato, soprattutto da una persona così gentile e buona: “non lo so, ci devo pensare”. Questo messaggio era accompagnato da una pesantezza veramente innaturale che cercava di farmi provare una sensazione molto intensa di sentirsi fuori luogo, sbagliati, tutto d’un tratto; da quel momento ho capito che c’era qualcosa di molto più importante dietro a quell’ evento infimo, ma non sapevo ancora di cosa si trattasse.

Pochi minuti dopo mi scrive una migliore amica della festeggiata, riferendomi con mio grandissimo stupore che essa stava male, molto male emotivamente, per colpa mia; alche io corsi a presentarmi alla festa. Giunto in loco le persone erano calme e la festa si stava svolgendo regolarmente, in apparenza.

 

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Quando arrivai dalla festeggiata lei mi abbracciò felice di vedermi perché pensava che non sarei riuscito ad entrare, ed ero il suo ragazzo di allora; dopo una piccola discussione calma sul fatto che non fosse un problema che in quel locale non avessi il pass, perché tanto era responsabilità mia e non mel avrebbero mai chiesto, lei rispose:” quindi sono io quella sbagliata??”, in maniera del tutto insensata, dopo questa frase, comincia a piangere davanti a tutti! In quel momento ho realizzato, velocemente, che stava succedendo qualcosa di molto negativo, che a logica non si riesce a spiegare; infatti, una reazione del genere, e soprattutto uno sbalzo di umore così netto e veloce, non se lo sarebbe aspettato nessun partecipante, esagerato è a dir poco, era come se per lei fosse così reale quella disperazione.

Lei esce dal locale con delle amiche, mentre io resto sbalordito da ciò che era appena successo e mi apparto in una piccola stanza senza porta con dei divanetti per sedermi e cercare di comprendere cosa stava andando storto, non sono per niente alto di coscienza in quel momento e neanche protetto, ma non è stato difficile sentire che quell’ energia negativa proveniva da terzi (anche se non sapevo chi o cosa) ; una cosa strana è che le persone sembravano confuse da questa pesantezza, ma continuavano a conversare e ballare. Improvvisamente mi raggiunge una amica in particolare della festeggiata, che, con un grande impeto, comincia ad urlarmi, letteralmente urlarmi senza neanche conoscermi, una quantità enorme di parole scurrili, menomale che non ci ha sentiti e visti quasi nessuno, cercava di cacciarmi, insistendo sulla parola “vattene”, ad un certo punto dice “io per il mio ragazzo andrei anche in un’altra città a farmi il tampone se servisse!”, in quel preciso istante ho avuto un flash di una decina di secondi di visione dello statico anche se praticavo poco quella tecnica, ed ho visto molta energia  rossa misto a gialla sul muro di tutta la stanza spostarsi, la ho capito che bisognava per forza praticare le uniche due tecniche utili in quel momento che conoscevo allora, la protezione ed il taglio fili, con l’intento di scacciare via qualunque cosa stia generando quella rabbia inumana ed insensata prima che si espanda; dopo 2 min di pratica, mentre la ragazza parlava come un automa programmato per insultarmi, ho sentito la stanza alleggerirsi un bel po’, e ho risposto “ok” e lei si è calmata di colpo, non ci potevo credere, sembrava quasi paralizzata, in quel momento non avevo fatto molto caso all’elemento importante del “fermarsi di colpo”… Quindi sono uscito dal locale per cercare la festeggiata, ed una sua amica viene spontaneamente da me e mi dice “dille che ha ragione, non ho mai visto una reazione del genere da parte sua e la conosco da quando e nata, voleva quasi lasciarti solo per sta cosa”, io non ci potevo credere che fosse successo tutto questo cosi in fretta, quindi continuo a praticare quello che riuscivo finché sentivo che era presente ancora la pesantezza, e poi la abbraccio, lei si calma di colpo asciugandosi tutte le lacrime, non avevo fatto di nuovo caso all’ elemento del cambio istantaneo di umore.

Nell’arco di 10 min sembrava che l’evento si fosse “resettato” ad una festa normale senza problemi. Mi metto a praticare un po’ di protezione su di me in una saletta vuota con la scusa di dover andare in bagno, per rimanere più tranquillo il resto della serata.

La cosa che mi ha stupito è che durante l’accaduto sembrava quasi che il mondo fosse crollato addosso a tutti e due, poi subito dopo lei e la sua amica erano normalissime come se non fosse accaduto nulla, atteggiamento che ho riscontrato anche in esperienze successive non legate al nazi pass. In più la ragazza che mi ha urlato contro mi ha chiesto scusa.

Questa esperienza negativa conteneva tantissimi elementi che ho notato solo dopo aver acquisito più conoscenze e tecniche in ACD, soprattutto grazie ad i volumi dei libri Apatìa.

 

Freddy

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Nazipass e nanotecnologie

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Mi ricordo che hanno iniziato ad introdurre il pass nelle università, ho avuto la fortuna di studiare in un corso informatico, quindi potevo seguire qualunque lezione in maniera sincrona e asincrona online senza obbligo di presenza, cosi sono riuscito a stare al passo con le lezioni; mi ricordo che i compagni che hanno saputo che non seguivo in presenza perché non avevo il pass, non dicevano nulla, perché a loro non fregava niente del governo e di tutto il farsavid e ciò, se da un lato era meglio per me perché non ricevevo critiche in quanto rispettavano la mia libertà di scelta, risultava molto dannoso perché ubbidivano a tutto quello che veniva detto da i superiori, cioè il tg, i finti medici, senza mettere in discussione niente perché guai andare contro gli esperti, anche se falsi e corrotti, perché non avevano voglia di indigare. Ho partecipato comunque a qualche lezione in presenza senza pass ed i controlli erano pressoché inesistenti all’inizio, solo per i tre mesi più intensi di farsa li hanno intensificati perché si è intromessa la vigilanza che ha cominciato a girare per le strade dell’università, e per quei mesi sono restato a casa con molto piacere. Ho notato come venivano distribuiti gli ordini, neanche il rettore aveva il potere di stoppare questo provvedimento, perché sia studenti che personale erano accomunati da una cosa: la paura delle sanzioni; era paradossale, potevano decidere sui lavori, sulla gestione organizzativa delle sedi, fino all’ultimo dettaglio, ma non sul pass, perché venivano multati dalla polizia simile alle ss. Alla mensa dell’università si era creata una fila per il controllo del pass modello cinese, sembrava un posto distopico con tante menti intelligenti ma sottomesse, tanto che io, a cui mi stava venendo insegnato da ACD e la sua fondatrice chi c’era dietro le quinte di questa farsa, rimasi disgustato e me ne andai dopo la prima visita a quella mensa, senza mai più metterci piede fino ad oggi. I miei primi esami li ho dovuti affrontare con il pass ottenuto con il tampax rapido, era nel periodo in cui non avevo appreso il vasto danno che le nanotecnologia potevano fare, ed ho girato delle farmacie della mia città per vedere se ce n’era più onesta che poteva effettuarmi un tampax inutile che non avrebbero portato in nessun laboratorio, cosi ne trovai subito una, e parlai con i farmacisti, mi ricordo benissimo quel momento, ho conosciuto una ricercatrice dell’istituto di biotecnologia che mi aveva spontaneamente confermato che la macchina PCR veniva usata per “rubare” qualunque pezzo del DNA che gli addetti ai laboratori volevano/dovevano copiare e poi analizzare, che strano, era proprio l’inizio di quello che c’era scritto su ACD da quando era iniziata la farsa, mel ha spiegato come se fosse la normalità; poi ho conosciuto un cardiologo che mi ha detto essere stato un anno all‘estero a partecipare ad un progetto per installare piccole antennine 5g “cosi piccole da stare anche dentro ai caricatori dei telefonini di casa, per esempio, e monitorare la salute del paziente”, mentre lo diceva aveva uno strano sorriso, come se sapesse che avessi già capito di cosa si trattasse, visto che ero uno dei pochi giovani che vedevano là a fare domande, quindi io dissi a bassa voce “c’entra con i quantum dots?” (li avevo studiati in quinta liceo pure, perché è nanotecnologia pubblica ormai, quindi un’infarinatura molto base l’avevo), e lui mi rispose un “si” netto; vorrei specificare che dentro il vaccivacci ci sono anche i quantum dots tra tanti nano chip, e li hanno trovati nel sangue delle persone che si sono fatte il siero. Dopo chiesi informazioni sulla provenienza dei tampax e mi dissero che quella azienda era proprio di questa città, ma ricordo che ho indagato e se non erro provenivano dalla cina, qua venivano soltanto smistati; comunque, i tampax rapidi venivano buttati via subito dopo nel cassetto dell’immondizia di fronte, e ciò mi tranquillizzò solo sul momento, perché non avevo ancora compreso il danno che avevo fatto. Mi ricordo molto bene che dopo la conversazione con il cardiologo una delle farmaciste, che dall’accento sembrava straniera, uscii dalla porticina con me per pormi domande riguardo alla pericolosità del siero, e sembrava tutta impaurita, mi chiese cosa si poteva fare per rimuovere gli effetti dannosi, e io ripetei a pappagallo le poche cose che avevo letto sulle cure del sangue ribadendole molte volte che non ero un medico e che avrebbe dovuto fare le sue ricerche, visto che non ero io il professionista lì!

 

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Poi mi ringrazio molto e il collega la chiamò dentro alla farmacia, di lei non seppi più nulla.

Questa è stata la mia esperienza con l’università durante il periodo del nazipass, la mia routine si era spostata di qualche ora, difatti studiavo e lavoravo tardi e mi alzavo tardi, la cosa che rimpiango di più era l’aspetto sociale dell’università, ma in quel momento neanche mi passava per la mente, era più importante adattarsi e migliorare con quello che potevo ancora fare.

 

Freddy

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Esperienza discriminazione ambito lavorativo (tamponi – vax) 

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Avevo un buon rapporto lavorativo con il mio datore di lavoro.

Lui mi trattava bene e mi dava quello che era giusto, cioè quello che ci eravamo accordati in fase di assunzione.

Lui era contrario alla vaccinazione e infatti a settembre 2021 non aveva nessuna intenzione di farla.

Sempre in quel periodo, quando eravamo arrivati sul discorso farsavirus, mi diceva che aveva fatto un “solo” tampone fino a quel momento e quindi nonostante non capisse il problema dei tamponi, non li andava a fare per qualsiasi cavolata.

Arriviamo a ottobre 2021, sta per entrare in vigore il green cazz che molto ha fatto vacillare questa persona.

Dal 15 ottobre lui faceva i tamponi ogni due giorni nonostante fosse il titolare dell’azienda e aveva preteso che anche i dipendenti lo facessero.

Io mi ero rifiutato e dopo una prima minaccia di sospensione lui ha ritrattato, la mia presenza in azienda in quel momento gli serviva parecchio, quindi avevamo preso un accordo.

Da quel momento pensavo di essere in una botte di ferro in quell’azienda, nel senso che sembrava non avessi problemi a lavorare senza nazipass, ma mi sbagliavo.

Avevo una collega che a parole era una super no-vax, una che stava facendo molto contro questa situazione e dopo averle raccontato alcune cose sui tamponi era a parole diventata anche una no-tampax.

In ufficio eravamo in tre, compreso il datore di lavoro, quindi la presunta alleanza che avevamo stretto io e la mia collega mi faceva stare tranquillo, perché il titolare non poteva assolutamente permettersi di sospendere due persone su due rimanendo senza personale in ufficio.

Quando il datore di lavoro ci chiese di fare i tamponi, io ero tranquillo perché dal primo giorno gli dissi che non avrei fatto né “vaccino” né tampax e non avrei scaricato il green cazz.

Lui sapeva della mia idea perché da subito appena uscita la “legge”, avevo spiegato che non avrei fatto nulla per seguirla, spiegandogli i miei motivi per cercare di farlo ragionare e quindi non ho fatto altro che portare avanti quella scelta.

La mia collega si è dimostrata una vera e propria falsa perché durante la riunione, dove si doveva decidere come comportarsi in ufficio, lei disse che era disposta a fare i tampax, tradendo la mia fiducia e l’accordo che avevamo fatto due giorni prima.

La super no-vax che diceva di fare molto per questa causa, in realtà non faceva nulla perché il sabato al posto di venire alle manifestazioni andava a fare shopping, con l’idea però che se la situazione si fosse aggravata si sarebbe arrabbiata e avrebbe iniziato a venire alle manifestazioni….. ma non è mai venuta.

Le classiche pecore che parlano, si credono importanti ma che alla fine non fanno nulla.

Il 15 ottobre dopo alcune discussioni con il datore di lavoro, abbiamo fatto un accordo; io potevo lavorare prendendomi la responsabilità di eventuali multe che potevano arrivare a causa del mio rifiuto al nazipass e sarai stato il responsabile del controllo dei green cazz in azienda.

Per non sbagliarmi e fare bene il controllo non ho neanche scaricato l’app sul telefono che serviva per farlo e non ho mai fatto un singolo controllo, anche di questo avevo comunque avvisato il titolare dando il mio rifiuto a fare i controlli, ma ho accettato di avere la responsabilità di quello che poteva derivare da questi non controlli, con la speranza di poter continuare a lavorare senza green cazz.

È chiaro che la situazione non era bellissima perché un’eventuale multa sarebbe stata più alta del mio stipendio di un mese, visto che avrei dovuto pagare la mia e anche quella del titolare.

Una volta preso questo incarico non ho mai chiesto a nessuno di fare nulla perché tanto i controlli non li facevo, quindi in quel periodo c’erano operai che qualche tampone evitavano di farlo, anche se il titolare non era d’accordo.

Per me non era molto conveniente rischiare in quel modo a livello economico ma ero convinto che non sarebbe successo nulla.

Proprio in quel periodo ho partecipato a un ricorso collettivo di un famoso avvocato, nonostante non avessi molta fiducia nella magistratura, con la speranza che assieme ad altre persone arrivasse uno schiaffo “legale” al governo di marionette che stava facendo tutto questo schifo.

Ovviamente era un qualcosa in più, perché la vera cosa importante era Praticare seguendo le consegne dei Maestri.

In seguito le cose al lavoro continuarono abbastanza bene e nonostante il titolare quando c’era l’occasione mi chiedesse comunque di fare dei tamponi, io smontavo sempre la richiesta parlandogli di alcune cose che sapevo sulla farsa e lui sembrava capire e lasciava perdere.

Ogni tanto mi diceva che aveva paura per suo figlio, perché io non facendo il controllo del tampone non sapeva mai se fossi positivo al fantasmino; gli ho sempre risposto che se non fossi stato bene sarei rimasto a casa e comunque gli ricordavo che sia vaxxati che tampaxati avevano le mie stesse probabilità di prendere e trasmettere il farsavirus.

Anche la mascherina era una cosa che non utilizzavo in ufficio e fino alle vacanze di Natale è andato tutto bene, il mio ultimo giorno di lavoro dell’anno è stato il 27 Dicembre, poi finalmente le ferie……..

 

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Si trattava di meno di due settimane ma che mi avrebbero fatto in teoria davvero bene, stavo facendo dei ritmi molto importanti e dovevo ricaricarmi anche fisicamente.

Questo periodo è stato fondamentale e non avrei mai pensato che questi 13 giorni potessero fare ciò che hanno fatto, cioè cambiare completamente il pensiero di una persona e quando dico completamente, non sto assolutamente esagerando.

Durante le ferie mi ero riposato fisicamente e mentalmente (non sul divano a guardare serie TV) e nonostante avessi aumentato la mia quantità e qualità di Pratica, avendo molto più tempo a disposizione rispetto a quando lavoravo, non avevo praticato più di tanto direttamente sulla mia situazione lavorativa, malgrado mi ero promesso di farlo.

Praticavo anche bene per il mio livello, ma non direttamente sull’ambito lavorativo perché mi sentivo tranquillo, nel frattempo però le ferie in un lampo erano finite ritrovandomi in ufficio il 10 di gennaio.

Ho fatto un grave errore in quei giorni, non ho praticato con qualità e costanza sulla mia situazione in quanto mi sentivo tranquillo perché ormai erano passati tre mesi dall’entrata in vigore del nazipass; il titolare sembrava avesse capito la situazione……ma al rientro tutto era cambiato……tutto!

Attorno al 5-6 gennaio, il governo aveva introdotto “l’obbligo vaccinale” per gli over 50 e la propaganda ossessiva derivata dalla TV per una persona in ferie come il datore di lavoro che non aveva altro da fare che guardarla è stata fatale.

Appena il governo ha annunciato che c’era “l’obbligo” per gli over 50, lui essendo uno di questi, da “bravo cittadino” ha subito obbedito decidendo di “vaccinarsi” entro il limite imposto dai politici, perché secondo lui le leggi andavano rispettate (solo quelle che voleva lui però)…..ed ecco che era cambiato tutto, i “favoritismi” derivati dalla mia posizione ferrea e dal fatto che comunque al lavoro gli servivo, erano spariti in quanto ero l’unico dell’azienda che non aveva il green cazz, ma questa non era una novità visto che era così da tre mesi.

Il titolare ha iniziato a chiedere a tutti di mettere la mascherina, cosa che io continuavo a non mettere se non quando parlavo direttamente accanto a lui.

Ha fatto di tutto per farmi fare questo cazzo di nazipass, nonostante si trovasse un muro davanti (frase che ha usato lui dicendomi che non ha mai trovato una persona così ferma su una decisione nella sua vita….. onestamente penso stesse esagerando).

Io sono sempre stato onesto perché dal primo giorno ho detto quello che avrei fatto senza cambiare nulla a differenza sua, infatti quando ho detto no alla “vaccinazione”, quando ho detto no ai tampax neanche fatti da alcuni dottori che lo appoggiavano al naso senza salirci, la mia risposta era sempre la stessa anche perché non volevo il green cazz.

Lui si era organizzato per farmi fare dei tamponi falsi, nel senso che non mi avrebbero inserito il cotton fioc nel naso, ma mi avrebbero fatto un green cazz vero, la mia risposta era sempre la stessa fino a che lui decise di sospendermi dal lavoro.

Questa decisione è stata molto forte in quanto avevo perso completamente la fiducia in lui visto che aveva cambiato idea.

Questo suo cambio di decisione mi ha fatto perdere veramente molti soldi, perché se l’avesse presa subito avrei potuto andare in disoccupazione e non perdere gli stipendi successivi, per non parlare dei contributi e di tutto il resto, invece avendo superato il periodo di prova non avevo più eventualmente diritto alla disoccupazione.

Tutta questa storia reputo possa essere utile che sia raccontata per far comprendere come la propaganda possa cambiare le persone completamente.

Il datore di lavoro ne è la chiara conferma perché è veramente cambiato completamente, una cosa difficile da credere, in meno di due settimane ha modificato davvero tutto, il modo di pensare, di ragionare, il modo di fare con sé stesso e con gli altri…..tutto.

Questo mi ha fatto riflettere ancora di più come una persona che non Pratica e non segue l’Accademia possa essere manipolata in maniera incredibile,davvero qualcosa di agghiacciante.

A parte tutti i problemi che mi ha portato questo cambio di idee, dopo qualche giorno dalla mia sospensione, nonostante avessi mandato al titolare dei video inequivocabili sui problemi della vaccinazione, dei tampax e addirittura del green cazz, questo è andato a “vaccinarsi”.

Ovviamente appena mi ha sospeso, ha dovuto subire delle pratiche di uno Spirituale di basso livello, ma che sono certo qualcosa hanno fatto.

Subito dopo la “vaccinazione” che doveva metterlo al riparo dal truffavirus e tranquillizzarlo anche nei confronti di suo figlio, ecco che il fantasmino “infetta” tutta l’azienda.

Tutti i lavoratori, compreso il titolare, contagiati; questo dimostra l’utilità della “vaccinazione”.

Vista la paura del titolare nei confronti del cazzovirus, ovviamente è stato uno dei miei intenti spingerglielo per fargli comprendere l’inutilità del “vaccino” e del fatto che non ero io il problema in azienda, non ero io che attiravo il fantavirus, poi non so se abbia influito o meno la mia Pratica però è andata così.

 

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In seguito l’azienda aveva chiuso per qualche settimana, la mia assenza dal lavoro era stata importante nel senso che se il contagio derivato dall’arma biologica fosse avvenuto con me in ufficio sarebbero stati dolori, perché tutti mi avrebbero dato la colpa e probabilmente la sospensione sarebbe arrivata comunque, nonostante gli accordi ed anche se ipoteticamente il titolare non avesse cambiato idea durante le vacanze di Natale, quindi per me a livello lavorativo non sarebbe cambiato molto, anzi.

Questa situazione ovviamente l’ho rinfacciata al titolare e lui ha ammesso che probabilmente avrei preso io le colpe della situazione se ci fossi stato.

Tutta questa storia mi ha fatto molto riflettere e comprendere ancora di più di quanto non si possa mai abbassare la guardia, perché il low e soprattutto chi c’è dietro sono sempre pronti a fare danni.

Purtroppo l’entrata in vigore del green cazz mi ha anche impedito di andare a pranzo in mensa a mangiare in un posto caldo e quindi ogni giorno mangiavo un panino in macchina, il che però mi permetteva di praticare di più durante la pausa pranzo e quindi ne ho approfittato visto che il tempo libero giornaliero era abbastanza scarso; in tutti i casi però è una cosa che non si può accettare perché era sempre una discriminazione pesante.

Chi non è in Accademia e non Pratica non ha modo di proteggersi da questa manipolazione e in questo periodo di farsa è stato evidente a tutti.

L’Accademia è la nostra salvezza, teniamocela ben stretta e facciamo ciò che i nostri Maestri ci insegnano e non avremo mai i grandi problemi che toccano invece tutto il resto della popolazione.

Gli eventuali problemi che potrebbero arrivare, certamente molto più piccoli di quelli che accadono a chi non è in Accademia, li potremo risolvere grazie ai Loro insegnamenti, di questo sono pienamente convinto.

La cosa che voglio sottolineare è il fatto che senza Angel ed Alexander e il supporto della Loro Accademia, di certo non sarei stato così convinto delle mie scelte, perché i Loro insegnamenti per me sono la Vera legge, le parole che ci vengono dette cerco di metterle in pratica, quindi quando mi Hanno fatto comprendere la falsità della farsa, la pericolosità del vax, del tampax e pure del green cazz, per me non poteva esistere che mi piegassi neanche per andare al lavoro, cosa che ovviamente mi serviva e serve tantissimo come a tutti.

Ovviamente non è stato banale né a livello emotivo né tantomeno economico, però era necessario non piegarsi.

Non me lo sarei mai perdonato e anche se già lo sapevo, a posteriori posso tranquillamente confermare di aver fatto la scelta giusta che sto continuando a portare avanti e che voglio continuare a fare.

L’enorme fortuna che abbiamo di conoscere questi Grandissimi Maestri è impagabile, quindi reputo che in nessun modo si possa pensare di non seguirli, perché quello che Loro fanno e che Ci insegnano è solo per il nostro bene.

Non molliamo ricordando che chi discrimina sta dalla parte degli oscuri e quindi va combattuto senza pietà.

Vi ringrazio davvero tantissimo Grandiosi Maestri!

Grazie dal profondo del mio cuore!

 

Peace

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TAMPONI EFFETTI COLLATERALI

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In merito ai tamponi io posso solo testimoniare quello che è successo ai miei familiari… mio marito va a fare un tampone in una determinata farmacia, e stava bene, poi il giorno dopo inizia a stare male con febbre torna nella stessa farmacia… esito positivo. I miei figli sono vaccinati… e la dottoressa ad uno dice che può evitare il tampone, perché ha fatto il vaccino da meno da 120 giorni perciò se non ha sintomi può tornare a lavorare, ma in ditta vogliono il tampone, non si fidano, risultato… fa il tampone negativo ora non ricordo se il giorno successivo o quello dopo inizia ad avere febbre… torna a fare il tampone esito positivo… l’altro figlio doveva fare 7 giorni prima di poter tornare al lavoro, con tampone… fa il tampone torna al lavoro e anche lui o il giorno dopo o quello dopo ancora ha la febbre, nuovo tampone esito positivo. Io mi chiedo è un caso?? Tutti tamponi della stessa farmacia, tutti dopo il primo tampone si sono ammalati e al secondo sono risultati positivi!! Tre su tre!! Mi sembra incredibile come coincidenza!! Anche visti i tempi diversi in cui si è sviluppata l’influenza, perché questa è stata, un influenza con febbre alta. Tutti e tre dopo il primo tampone tempo 24-48 ore è iniziata la febbre. Per loro alla fine io sono contenta, hanno avuto il lascia passare senza dover fare altra dose di vaccini.

Ho sentito gente che si lamentava soprattutto dei primi tamponi e di quelli che faceva in strutture ospedaliere del fastidio, perché sembrava volessero trapanare il cervello da tanto infilavano il bastoncino, e ovviamente il fastidio si è protratto per un po’.

 

Diamante

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Come ho vissuto io la farsa e le discriminazioni da green…

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Io prima di iniziare a parlare delle discriminazioni della nuova tessera dei vaccinati, inizierei a parlare del terrore che era stato buttato addosso a molte persone e di quanto alcune fossero bi-pensiero. Premesso che io lavoro in un ufficio in cui siamo circa una decina persone. Ho notato che le persone che seguono maggiormente le mode e le varie notizie sono state le prime a sembrare impazzite, erano terrorizzate. Cercavano di capire tutte le direttive dello stato, si provavano la febbre più volte, si spalmavano disinfettante più volte, per non parlare che se entrava qualcuno spruzzavano disinfettante ovunque, e bisognava stare distanti!! Ma…. Magia…. Visto che non si poteva uscire, fare aperitivi o altro, pur di non limitare l’alcol e avere una parvenza di normalità si erano inventati gli aperitivi in ufficio a fine lavoro (ovviamente d’accordo con il titolare che partecipava felice) e in quel caso ci si dimenticava il distanziamento, la disinfettazione e tutto il resto, con la scusa che erano solo le persone del lavoro. Per non parlare di quando ho avuto un po’ di abbassamento di voce e un minimo di raffreddore, dovuto ad un colpo di freddo, le parole che mi venivano dette davanti e dietro la schiena, le lamentele con il datore di lavoro, ma per fortuna alla fine ho vinto io, ho continuato a lavorare e si sono dovuti limitare a lamentarsi sottovoce!! Ho visto gente mantenere le distanze con i genitori e mettere la museruola per parlare con la madre!! E ovviamente pretendevano lo stesso comportamento dalla madre e doveva tenere la distanza!! Ho visto comportamenti assurdi, colleghi che giravano in moto con la mascherina, non toccavano le porte, si continuavano a disinfettare, mantenevano le distanze, …. Ma poi per cene e mangiare…. Le distanze venivano dimenticate!! Una collega stessi comportamenti, ma poi raccontava di essere uscita con persone conosciute su internet, mi chiedo se prima gli faceva il tampone o lo disinfettava!! Ecco solo alcuni dei bi-pensieri per non dire dei comportamenti contrastanti, il virus e la paura c’era solo quando non avevano cose interessanti e piacevoli da fare. Piccola precisazione in ufficio mai portato nessuno la mascherina, tranne quando entravano clienti, visto che ognuno aveva il suo ufficio personale e i suoi spazi, e io a causa del distanziamento ero stata spostata dalla mia postazione in un nuovo ufficio, nonostante non fosse ciò che allora avrei voluto.

Arriviamo ai vaccini, ovviamente anche qui, si sono divise le opinioni, chi ovviamente seguiva assiduamente le mode e l’informazione sperava di essere tra i primi a fare il siero, e chi per patologie a rischio, chi per conoscenze, ci sono riusciti e nonostante dovessero sentirsi salvati, rompevano le scatole lo stesso con tutta la fuffa della prevenzione!!

Qualcuno inizialmente non sembrava convinto, ma poi, rinunciare alla vita sociale e alle uscite, non lo volevano fare e si sono inventati scusanti varie e spesso variavano a seconda della persona con cui parlavano, risultato siamo rimasti in due senza siero!!

Ma a parte ciò, tutto continuava all’interno del ufficio abbastanza normalmente, ognuno nei suoi spazi, c’erano solo comportamenti e parole di chi sembrava posseduto e pubblicizzando si vantava di essersi fatto il siero denigrando chi non lo faceva. Ma tra le protezioni, e il mio restare nei miei spazi, non era ancora invivibile la situazione.

Poi il governo si è sognato il green… e li sono iniziati i maggiori problemi, visto che io ho detto chiaramente che non mi sarei fatta nessun tampone per lavorare, ho trovato una scusa per loro abbastanza accettabile, visto che soffro di capillari deboli nel naso da quando ero piccola, e mi sanguina il naso dal nulla anche mentre sto facendo attività varie. Soluzione o mesi senza stipendio, ma questo avrebbe creato problemi al ufficio, perché qualcuno doveva fare il mio lavoro, oppure smart working. E si inizia il lavoro da casa, con mille problemi logistici e nello stesso tempo che mi ha permesso di capire che avevo più competenze e capacità di quante io stessa pensassi. Perciò tutto sommato per me è stata una crescita, un capire meglio le mie capacità. Il clima in ufficio era pesante, e quando ci andavo cercavo di restarci il meno possibile, e di restare nei miei spazi, non avevo voglia di rotture varie. Ma si sentiva che c’era ostilità, perché per loro dovevo sierarmi come avevano fatto loro, perché lo dovevo fare… lo diceva il Governo!! Credo che grazie alle protezioni, e alle varie tecniche fatte da me, da Angel su di noi e dagli studenti per noi tutti, nessuno dei miei colleghi si sia mai permesso di assalirmi per la situazione, perché io lavoravo da casa, ecc… ma sicuramente alle mie spalle ne hanno parlato per ore e ore!!

 

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Si era creato il gruppetto colleghi sierati, contro chi non lo era. Ma io protetta, e lavorando fuori dal ufficio ne sentivo meno il pesante la situazione, sentivo solo il carico maggiore nella gestione del mio lavoro, mentre il collega che si faceva il tampone per lavorare anche in presenza, si lamentava spesso con me dei comportamenti e dell’astio che c’era in ufficio anche rivolto a lui. Questo è andato avanti per un po’, fino a metà febbraio circa, poi a seguito di una discussione, con il mio datore di lavoro, che ora non ricordo nemmeno bene come sia iniziata, le cose sono nuovamente cambiate. Ricordo che il mio datore di lavoro voleva mi facessi il tampone per andare ogni tanto in ufficio, io ho di nuovo rifiutato, e ho detto che se voleva io mi mettevo in aspettativa, ma non avrei fatto tamponi!! Considerato che non li ho fatti per verificare se avevo il covid, dopo che i miei familiari lo avevano, figurati se lo facevo per il lavorare!! Finita la discussione al telefono, ho iniziato a praticare per far sbloccare a mio favore la situazione, e successivamente ho scritto una mail al mio datore di lavoro, nella quale ho spiegato tutto il mio carico di lavoro, e tutto quello che altri avrebbero dovuto fare. Alla fine sono tornata a lavorare nello stesso fabbricato, ma in una zona che non era della ditta per cui lavoro, è difficile da spiegare, ma in sintesi, per me era fantastico, potevo lavorare senza nessun tampone, gree… e con tutte le apparecchiature e la documentazione comoda per evitarmi difficoltà varie che avevo avuto nei primi mesi. Ovviamente i sierati non erano contenti, perché non gli bastava che io lavorando non avessi lasciato a loro il lavoro, ma si sentivano sfigati perché loro per lavorare si erano fatti il siero, perciò poi c’era chi si vantava di essere andato di qui e di là, mentre io ero in giro per l’ufficio, ma a me non interessava, non sono mai stata una che usciva tutti i fine settimana, perciò non ne sentivo la necessità. C’è chi me lo ha detto chiaramente che per lei non era giusto che io abbia potuto lavorare nonostante i divieti senza ne lascia passare, ne tampone, ma questo era un suo problema, non un mio, poteva anche lei non sierarsi e vedere se riusciva a reggere tutta la situazione, ed invece nonostante non fosse convinta del vaccino si è fatta tutte e tre le dosi.

Finito l’obbligo del green… sono rientrata nel ufficio in cui ero stata spostata per il distanziamento, e anche se il clima non è e forse non sarà più come prima del covid, perché ormai i due schieramenti si sono formati e resteranno per sempre, e con essi le idee contrastanti e le recriminazioni, per mia fortuna tutto è sempre stato abbastanza contenuto, nel senso senza attacchi diretti contro di me, si sono sfogati tra di loro alle mie spalle. Io sono sicura che posso ringraziare Angel per come sono andate a mio favore le cose, che mi hanno permesso di vedere aspetti delle altre persone e anche mie capacità che non credevo avere, sicuramente se non avessi avuto lei che ci proteggeva, le cose non sarebbero andate così lisce, certo ho praticato anche io, ma sono certa di aver ricevuto tanti aiuti.

Una cosa che non solo io ho notato, è che se frequentavi persone sierate, era molto più facile che ti convincessi a farlo anche tu. Mia madre non voleva farlo, poi per motivi di salute è andata a casa di mia sorella per una decina di giorni, e la sono tutti sierati, e ha iniziato a pensare di farlo, per questo e quel motivo… poi ci è tornata ancora sempre per motivi di salute e alla fine ha deciso di sierarsi, la sua priorità non era proteggersi dal virus, ma era quella di poter andare a trovare i famigliari rinchiusi nelle case di riposo. Aggiungerei nei lagher chiamati case di riposo, visto che anche adesso che non esiste più l’obbligo del green.. ti bloccano e non puoi assolutamente entrare nelle strutture senza il lasciapassare!!

Le ingiustizie per il green… una di quelle che ancora sento molto è relativa alla chiusura delle case di riposo, che non mi permette di andare a trovare i miei familiari, anche adesso dove tutto risulta aperto, dove si può andare ovunque… tranne a trovare i tuoi familiari ricoverati!!

Non ho sentito molto il peso di non poter andare in giro per ristoranti, bar, parrucchieri, estetisti, palestra, ecc… non mi interessava se le persone che frequentavo prima continuavano ad uscire e non mi chiamavano, ho iniziato a seguire altri hobby, a conoscere altre persone e ho continuato a frequentare quelle che non mi bloccavano perché non avevo il green..

 

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Ma credo che questo periodo abbia rinchiuso molte persone, che alla fine non avevano nemmeno voglia più di uscire, o erano diverse le esigenze, soprattutto di chi non si è sierato. Perché chi si è vaccinato era come se dovesse dimostrare che era un privilegiato e usciva il più possibile, sbandierando ai quattro venti dove andava, come a voler far ingelosire gli altri, con me non funzionava, ma sicuramente con altre persone si.

Vorrei solo ricordare le discriminazioni per le persone che volevano andare al bar a prendere a esempio un caffè, leggere le norme, dei vari decreti che sono stati emessi, rasentano la follia!! Dal puoi consegnare il caffè ma da asporto, perché fuori non ci si ammala, fino a quella che al tavolino si potevano sedere solo chi aveva il green… gli altri dovevano prendere il caffè al banco, poi addirittura nemmeno potevano più prendere il caffè da asporto senza il green…

Anche il ristorante ha avuto le sue norme… come ad esempio c’è stato il periodo dove dentro potevano stare solo le persone con green… le altre fuori, ovviamente si creavano problemi nei casi di gruppi con persone sierate e non, anche per i ristoranti. Io quelle poche volte che sono uscita ho visto che nessuno controllava, ma ovviamente ogni struttura cercava soluzioni per non perdere clienti, con la paura dei controlli.

Ricordo quel sabato che ero andata in giro a Verona, e i cartelli del negozio riportavano le direttive dello stato, obbligo di green per entrare, ma nessuno controllava, la scena buffa era di una stordita che continuava a girare intorno vicino all’entrata perché voleva far vedere il suo lasciapassare, e cercava dove farlo vedere, perché lei lo aveva in mano a disposizione, bello in mostra!!

 

Diamante

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Sarà impossibile dimenticare

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7 Settembre 2022

In questi giorni mi ritrovo a pensare a quello che è successo in questi ultimi anni. Ciò che mai avrei pensato di vivere. Che pensavo facesse parte ormai solamente di libri e film. Invece in un attimo ci siamo ritrovati a subire tantissime ingiustizie a causa dell’introduzione del green pass. In tanti mi hanno detto e ripetuto diverse volte la frase “vedrai tutto questo passerà e ci dimenticheremo tutto, tornerà la normalità al più presto.” Questo fin dalla fine dello scorso anno e ogni volta che sentivo questa frase ho sempre pensato che non sarebbe stato possibile. Oggi, 7 settembre 2022, posso confermare che è ancora così e penso che chi, come me, ha vissuto ed è stato trattato in un certo modo, non dimenticherà mai. Quello che abbiamo provato resterà sempre dentro di noi. Ci tengo a riportare tutto ciò che ho sentito in vari momenti. Facciamo quindi un passo indietro circa a metà 2021 per poi tornare gradualmente ad oggi.

Estate 2021 – Chi va in vacanza e chi viene sospeso dal lavoro. 

Decido di partire dall’estate perchè è il momento in cui pian piano inizia l’introduzione del green pass. Per fortuna che le limitazioni dovevano essere solo momentanee nel 2020… Invece ecco che piano piano torna una forte limitazione della libertà. In aggiunta, ho iniziato a sentirmi incompresa da diverse persone. Vi riporto innanzitutto un discorso tipo che ho dovuto affrontare più volte e in un momento in cui per spostarsi fuori dall’Italia bisognava fare il tampone, a cui sono sempre stata contraria.

Altra persona: “Dai vieni in vacanza con noi?”

Io: “No, non mi va di fare il tampone.”

Altra persona: “Ma dai cosa vuoi che sia! Per andare in vacanza lo devi fare adesso. Come fai altrimenti?”

Io: “Vuol dire che non andrò in posti dove serve il tampone.”

Altra persona: “Questa non è vita. Dai che ci divertiremo.”

Io: “No, non mi va. Il tipo di vacanza che avete scelto attualmente nemmeno mi interessa. Inoltre, ripeto, non mi va di fare tamponi. Sono contraria.”

Altra persona: “Fallo per la compagnia. Non sai cosa ti perderai.”

Quindi non solo la limitazione delle libertà di andare dove vogliamo, ma mi sono ritrovata a dover avere a che fare con gente che sembrava non comprendere. Sono sicura che anche adesso ci saranno persone che leggendo non capiranno, non vedranno questa la limitazione della libertà perchè semplicemente per alcuni basta fare un tampone.

Bene continuiamo. Mentre alcune persone felicemente andavano a trascorrere una bella vacanza, ecco che il green pass inizia la sua evoluzione ed altre persone hanno iniziato a subire un’ingiustizia ancora più grande. Inizia l’obbligo vaccinale per determinate categorie di lavoratori. Si inizia a sentire parlare di sospensione dal lavoro senza stipendio per chi non adempirà all’obbligo vaccinale e le prime manifestazioni contro tutto questo. Io mi sono sentita subito dalla loro parte e in automatico mi sono trovata a scendere in piazza ogni settimana nella speranza che tutto questo sarebbe finito prestissimo. Ingenuamente auguravo che non iniziasse proprio e che sarebbero rimaste solo parole. Invece, si passò dalle parole ai fatti e purtroppo iniziarono i primi sospesi da lavoro perchè non volevano sottoporsi al vaccino.

 

 

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Oltre alla perdita del diritto di lavorare per determinate persone, man a mano che i giorni passavano, le limitazioni per chi non aveva il green pass base aumentavano. Ci siamo ritrovati ad avere molti divieti in più, ad esempio a non poter più svolgere alcuna attività sportiva al chiuso, a non avere più la possibilità di mangiare all’interno di bar e ristoranti (all’esterno sì, ma faccio notare che potevamo anche al bancone del bar e magari pure ammassati…) oppure a non avere più il diritto di studiare all’università, di partecipare a concorsi, di andare al cinema, di entrare nei musei, etc… .

Settembre – ottobre 2021  Dal chiedere “come stai?” a “hai fatto il vaccino?” ed altre sospensioni dal lavoro, compresa la mia.

Da questo periodo alcune persone hanno iniziato a sostituire la domanda “come stai?” con quella “hai fatto il vaccino?” Per loro era più importante sapere questo e quale tipo fosse stato somministrato. Non ho mai avuto problemi a dire il mio pensiero, ma ad un certo punto ho iniziato a sentirmi a disagio e più passava il tempo e più questa sensazione aumentava nel sentire certi discorsi.

Nel frattempo continuavano le manifestazioni. Ogni settimana eravamo sempre di più, ci tenevamo a farci sentire. Abbiamo rinunciato a diversi impegni per scendere in piazza. Ogni sabato e a volte anche in altri giorni della settimana dedicavamo il nostro tempo e le nostre energie per dare un segnale. Incrociavo sguardi simili ai miei, vedevo sofferenza negli occhi della gente, tanta incertezza e preoccupazione, ma anche rabbia e molta determinazione. C’erano sempre tantissimi poliziotti e carabinieri. Dovevano controllarci, sembrava fossimi diventati i nuovi terroristi. Penso che non ho mai visto così tante forze dell’ordine presenti.

Nessuno sembrava ascoltarci, tanto che ad un certo punto hanno colpito tutte le categorie di lavoratori, anche se in maniera leggermente diversa: dal 15 ottobre obbligo di green pass per tutti i lavoratori che si poteva ottenere attraverso il vaccino, la guarigione da Covid oppure facendo tamponi ogni due giorni. Ecco circa era così, poi essendo contraria a tutto questo mi scuso se per caso trovate qualche imprecisione. Lo scopo di questo scritto non è farvi un elenco dei tipi di green pass.

Ed ecco, dal momento di quella notizia, cosa mi è stato detto e chiesto più volte:

“Fatti il vaccino, cosa vuoi che sia?! È un attimo!”

“Quindi farai i tamponi ogni 2 giorni?!”

Mai avrei pensato di trovarmi a vivere un momento così. Mi sono chiesta più volte dove sta la mia privacy e che diritto c’è nel fare certe domande. Andare al lavoro ad un certo punto era diventato un’agonia. Ancora prima di partire avevo attacchi di ansia molto forti. Ma avevo bisogno di lavorare, come tutti poi, ed ho resistito fino a quando mi è stato concesso, quindi fino al 14 ottobre.

14 ottobre 2021 – ultimo giorno di lavoro: da domani non potrai lavorare se non avrai il green pass.

Mi sono sentita triste, arrabbiata e allo stesso tempo indifesa. Nonostante ciò ho svolto i miei compiti con impegno fino all’ultimo. La sera ho lasciato il posto di lavoro e in macchina ho pianto al pensiero che dal giorno successivo non avrei potuto lavorare e non avrei percepito lo stipendio. Ho pensato che in questi momenti tutti noi dovremmo essere uniti! Quando succede qualcosa di così forte e ingiusto, tutti noi dovremmo bloccare il sistema.

15 ottobre 2021 – sospensione e sciopero generale.

 

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Ed ecco che l’occasione per bloccare il sistema in modo pacifico c’era: attraverso lo sciopero generale! Peccato che praticamente ha aderito solo chi stava subendo questa ingiustizia.

Da quel giorno io ed altre persone, che avevamo volontà di lavorare, ci aggiungevamo agli altri che già erano sospesi. Eravamo a casa senza stipendio per aver scelto di non cedere a quello che per noi era un chiaro ricatto, per non voler ottenere e mostrare un lasciapassare.

A me e ad altri è stato impedito perfino lo smart working. Nel 2020 durante il lockdown chi aveva un lavoro che si poteva svolgere da casa ha dovuto subito attrezzarsi con i proprio mezzi (se non già forniti dal datore di lavoro e questo non era il mio caso) per riuscire a continuare con le attività, invece ora che eravamo noi ad avere bisogno niente, nemmeno un giorno ogni tanto.

Fine 2021  inizio 2022 – Le ingiustizie continuano e certa gente non ce la fa più.

Le manifestazioni continuano e altri continuano la loro vita come niente fosse, alcuni ignari di quello che sta succedendo, altri provando rabbia nei confronti di chi la pensa diversamente, altri ancora indifferenza e forse un pochino di dispiacere nel vederci così, ma non abbastanza per fare qualcosa per aiutarci, sostenerci e fare in modo di essere uniti nonostante le idee diverse. Ci hanno dato termini diversi da no vax e no green pass a degli individui violenti, untori, complottisti e poi fortunatamente non ricordo.

Riporto due commenti come li ricordo sotto una foto di una manifestazione.

“Maledetti avete proprio rotto sono rimasta bloccata per un’ora a causa delle vostre idee e sono arrivata in ritardo al mio impegno!”

“Per cosa stanno manifestando?”

Non so ancora quale commento mi infastidisce maggiormente. L’ho letto a fine 2021, quindi dopo mesi e mesi di manifestazioni. Come si fa a reagire così e non capire come si sente una parte di popolazione? Come si fa a non sapere ciò che sta accadendo? E tutto questo dopo mesi e mesi di manifestazioni…

Inoltre, purtroppo, mentre noi manifestavamo si sono verificati diversi episodi poco piacevoli. Non sono mancate persone che ci hanno urlato contro per le nostre idee diverse. Persone che con la mascherina ffp2 dal marciapiede si arrabbiavano e venivano in mezzo al corteo ad insultarci e a volte mi è sembrato che facessero pure apposta per provocarci. Perchè sappiamo benissimo a chi avrebbero dato la colpa… Ci hanno buttato perfino acqua dalle finestre. Ho visto signore e ragazzini buttare l’acqua mentre passavamo oppure mentre eravamo in strada fermi ad ascoltare i vari interventi. Sempre scortati da poliziotti e/o carabinieri, che sembravano non vedere nulla di tutto questo. Mah! Ah però se uno di noi si permetteva di reagire, in quel caso sì che lo vedevano ed intervenivano! E in quel caso comparivano dal nulla pure i giornalisti. Ma pensa te! E quello che ho visto io è stato nulla in confronto a quello che è successo in altre città durante le manifestazioni in cui le forze dell’ordine hanno preso perfino a manganellate, così dal nulla, le persone e tutto questo senza problemi ed anche su donne e bambini, oppure dove hanno usato gli idranti contro i lavoratori che scioperavano. Chiedo… Dov’è finito il rispetto? La libertà di pensiero e di manifestare pacificamente? La giustizia?

Insomma, non è stato semplice mantenere una certa posizione. Sentire come la pensa certa gente, ricevere certe parole e non prendere lo stipendio per mesi è veramente dura. La spesa va fatta per poter mangiare qualcosa e le bollette vanno pagate. Eh no per quelle non vale la sospensione… Fortunatamente in dicembre abbiamo ricevuto il regalo di Natale: la tredicesima. Quindi un attimo di respiro che l’hanno concesso. Ma allo stesso tempo arrivarono altre limitazioni per chi non aveva il green pass e l’obbligo vaccinale si è esteso ad altre categorie di lavoratori. Da un momento all’altro non si poteva più mangiare nemmeno all’esterno e salire sui mezzi pubblici. Un giorno dopo la manifestazione avevamo bisogno di bere qualcosa di caldo e ci siamo seduti in un tavolino all’esterno.

 

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Arrivata la barista ci chiede subito di mostrare il green pass. Noi non eravamo aggiornati, non lo sapevamo. Lei senza problemi e con aria severa: “Da oggi serve anche all’esterno quindi non potete sedervi, ma se volete potete prendere d’asporto.” Sì come no. Facciamoci trattare ancora peggio. C’è modo e modo di parlare secondo me. A tutto c’è un limite e quindi ci siamo alzati e ce ne siamo andati, non ci torneremo. Per fortuna non tutti sono uguali. Quindi riporto un caso ben diverso e che mi ha fatto comprendere che c’era anche un’altra categoria di persone che anche se stava comunque lavorando non avrebbe voluto tutto questo sistema, peccato che sono rimasti comunque a guardare. Ecco le parole di una barista che ci ha guardati con gli occhi molto lucidi: “Non posso più farvi il caffè nemmeno al banco. Ci stanno rendendo la vita impossibile.” E poi siamo arrivati al punto di poter acquistare senza green pass solamente i beni di prima necessità. Tutto questo fino al 31 marzo 2022.

Sembrava proprio che un po’ alla volta la storia si stesse ripetendo. Ma c’era chi non lo vedeva e probabilmente nemmeno oggi una parte di popolazione non si è resa conto della gravità della situazione. Ci è stato detto che non possiamo paragonare ciò che stiamo vivendo a quello che è successo agli ebrei… Rimanevo e rimango allucinata da certi discorsi. Non sono mai stata una che ama studiare sui libri di scuola, ma dai almeno sapere che gli ebrei non si sono trovati subito nei campi di concentramento mi sembra il minimo. Tutto è avvenuto un passo alla volta. A coloro che hanno pensato che non era giusto e che eravamo esagerati quando ci siamo paragonati agli ebrei, consiglio di andare a ripassare le varie fasi di ciò che è accaduto realmente in quel periodo storico.

Continuando ancora. In dicembre 2021 e in gennaio 2022 ho sentito diverse persone che speravano di ammalarsi e quando succedeva erano felicissime. Chi per poter rientrare al lavoro, altri per non dover continuare a fare tamponi ed altri per non dover cedere al vaccino. Ho visto e sentito tante persone molto preoccupate, alcune ad un certo punto hanno ceduto. Hanno resistito per mesi, ma poi non ce l’hanno fatta a mantenere la loro volontà. Mi chiedo, è giusto un sistema così che ti porta allo sfinimento? Che fa sperare ed essere felici di essersi ammalati pur di non essere costretti ad altro? Anche se non rientro tra queste persone, ho voluto comunque riportare in breve questo perchè penso che aiuti a comprendere a che livelli eravamo arrivati. Io non potevo credere a quello che sentivo. I livelli di ansia e preoccupazione erano veramente alti.

E poi cosa succede? Successivamente hanno inziato ad aumentare i costi. Ma wow pensa te una parte di noi è castigata (questo è il termine che secondo me è più appropriato) a casa perchè non può (miraccomando notare il non può, non ho scritto non vuole) lavorare a causa di determinate imposizioni e dopo mesi arriva pure questa notizia. Inutile dire come mi sono sentita, come ci siamo sentiti.

Aprile – maggio 2022 – Come scompare in fretta la terribile epidemia

Ma che bello a fine aprile la terribile epidemia sembra essere scomparsa da un momento all’altro e a maggio posso rientrare al lavoro senza dover avere un lasciapassare. Peccato che non valga per tutti i lavoratori questa possibilità… Ma poi senti che finalmente a maggio ci sarà pure un concerto di Vasco. Ma che bello finalmente un po’ di divertimento! In tanti andremo ad ascoltare Vasco! Un chiaro ritorno alla normalità! Fantastico! Non vedo proprio l’ora di andarci! Finalmente, è da anni che non vado ad un concerto! Bene, non sono parole mie nel caso non si fosse capito. Ma quello che le mie orecchie hanno dovuto sentire, quello che i miei occhi hanno dovuto vedere. Un sacco di persone ammassate. Aspetta che ora vi riporto pure il numero di persone e un pezzo di articolo. Riporto da tg24.sky.it del 21 mag 2022: “È la notte del Kom, la notte in cui l’Albachiara non è solo una canzone ma è uno stato dell’anima. Trento, o meglio quella zona tra Trento e Rovereto che si chiama Mattarello, ha ospitato 120mila amici di Vasco Rossi. È stato, quello di ieri sera, un avamposto di un “quarto stato” che vedrà, nelle prossime settimane, avanzare sotto quel palco immenso, sventolando la bandiera del viva la musica, l’amore e la vita, oltre 660mila persone.

 

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Il messaggio che Vasco lancia appena sceso dall’auto è solare, bello, diretto: “Finalmente finalmente finalmente. Torniamo ad assembrarci, torniamo a stare insieme e finalmente ci si può accoppiare. La mia gente è così bella che ieri sera, nella prova generale, ho solo guardato e stasera faccio lo spettacolo. Finalmente è finita, finita, finita. La musica non è guerra, la musica è pace. E io sto benissimo”. Il palco è immenso. Magnifico e immaginifico. Una storia nella storia. D’altra parte Vasco sottolinea che l’entusiasmo del suo pubblico è la sua benzina.” Bene, penso non serva aggiungere altro a riguardo, se non che invece io stavo pensando a tutt’altro: “che bello dopo tanti mesi riceverò uno stipendio, devo aspettare ancora un po’ di tempo, ma so che arriverà, finalmente ho di nuovo il diritto di lavorare.” E non è finita qui. Mentre c’era il concerto di Vasco e tantissime persone erano belle ammassate, altre erano ancora sospese dal lavoro senza stipendio e ad oggi sono ancora sospese…

Giugno – agosto 2022   È colpa vostra se dobbiamo portare ancora la mascherina. Non ti visito se non fai un tampone. 

Mentre tutto sembra essere tornato alla normalità, invece alcune limitazioni per chi non è vaccinato rimangono e chi si lamenta invece di essere noi sono tanti vaccinati. In questo periodo continuo a sentire persone vaccinate e che si sono pure ammalate mesi fa (ricordo quando noi potevamo fare pochissimo, praticamente solamente la spesa di beni di prima necessità) arrabbiate perchè per colpa nostra devono portare ancora la mascherina. Scusa a causa nostra?! Al di là di quello che penso a riguardo di quella fastidiosa mutanda da viso, a dir la verità mi risulta che sia solamente raccomandata… Quindi in primo luogo state decidendo voi di metterla! Inoltre, conosco tantissimi che hanno le mie stesse idee e che anche loro non si sono mai ammalati in questi ultimi anni, quindi di certo non siamo stati noi la fonte di contagi. Mi risulta che durante l’estate 2022 tantissimi vaccinati e perfino con 3 dosi si sono pure ammalati e per alcuni era pure la seconda volta. Quindi ne vogliamo parlare?! Non è che in generale vi siete contagiati e ricontagiati tra di voi e per comodità state dando la colpa a noi? Perchè scusate se tanti di coloro che non hanno fatto nulla praticamente non si sono ammalati, questo dubbio mi viene più che spontaneo… Forse sarebbe ora di finirla di prendersela con noi e comprendere chi veramente meriterebbe tutto questo. Invece, ecco che c’è sempre la giustificazione e ci continuate a dire che grazie al vaccino avete preso la malattia in forma più leggera. Beh bene dai…che fortuna essersi ammalati 2 volte e pure in piena estate e con febbre alta, male alle ossa, un fortissimo mal di gola, un raffreddore pazzesco e poi una debolezza che sembra non passare più… Sono ironica ovviamente.

Dopo tutto questo, vi riporto un caso di un mio amico che un giorno ha chiamato il suo medico per fare una visita di controllo e gli è stato detto di fare il tampone altrimenti non lo avrebbe visitato. Bene lui ci ha rinunciato. Il medico visto che sta lavorando dovrebbe aver fatto 3 dosi di vaccino quindi, se crede in ciò che si è fatto, dovrebbe essere più che protetto. Pertanto che problema c’è nel visitare una persona sana che desidera solamente fare una visita di controllo? Non possiamo nemmeno farci visitare adesso senza dover fare un tampone? Poi mi chiedo, un medico può comportarsi in questo modo? Veramente non capisco come sia possibile e giusto vivere in una società che permette tutto questo.

7 Settembre 2022 – Ciò che è stato ed è il Vero Aiuto.

Pensando a tutte queste ingiustizie provo tristezza e tantissima rabbia. Scrivo queste frasi ed oggi mentre le sto finendo di scrivere è il giorno 7 settembre 2022. Sono in pausa pranzo e, dal nervoso, mi si è bloccato lo stomaco mentre ripenso a certi momenti.

Come avete potuto leggere, non è stato semplice. Ci sono state giornate in cui ho veramente pensato che iniziava ad essere troppo difficile vivere a queste condizioni. Ogni giorno ho sempre cercato di essere forte e di sorridere, di trasmettere speranza a chi avevo vicino. Fortunatamente per quello non serviva alcun lasciapassare! Alcuni mi daranno dell’esagerata, ma non mi importa, non mi interessa.

 

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Qui posso dire tutto quello che penso, che ho provato e che sento ancora dentro me. Voglio che chi legge e leggerà in futuro si possa avvicinare a ciò che abbiamo vissuto, avrei tanto ancora da dire, ma mi fermo qui in quanto penso che sia abbastanza per far comprendere che non potremmo mai dimenticare. Nonostante tutto questo, ringrazio che ho avuto persone vicine che la pensano come me e che siamo stati il sostegno reciproco.

So che a tanti tutto quello che ho scritto darà fastidio, ma chiedetevi il perchè certe affermazioni vi irritano e innervosiscono. Per quello che sto affermando oppure perchè dentro di voi, anche se magari molto nel profondo, avete dei sensi di colpa per aver ceduto senza pensare a cosa avrebbero causato i vari ricatti? Magari vi rendete conto che non avete fatto nulla per stare dalla nostra parte? Nulla di positivo almeno, perchè di parole tanti di voi ce ne hanno dette a volontà! Oppure vi siete accorti che quello che vi hanno costretti a fare alla fine non è servito a nulla? Forse non ve ne siete ancora resi conto, ma state pagando a caro prezzo le vostre scelte. Continuate ad accettare tutto quello che vi viene imposto e a dare a noi dei complottisti e sarà sempre peggio. Quindi vi consiglio di iniziare ad aprire gli occhi e di decidere di vedere come stanno realmente le cose. Noi ve lo continueremo a dire ed è inutile che portate rabbia nei nostri confronti solamente perchè non ci siamo fatti ingannare. Come avete detto voi a noi, ora lo dico io a voi: “È una vostra scelta!”.

Concludo, con tanta positività e speranza per un futuro migliore e molto diverso e vi spiego ciò che mi ha dato e mi trasmette sempre tanta forza e coraggio. Ciò che per me è stato ed è importantissimo. Ho avuto, ed ho la fortuna di avere, i migliori Insegnamenti ed il miglior Supporto che potessi desiderare dai miei Grandissimi Maestri Angel e Alexander! Loro ci sono stati e ci sono per davvero, mi hanno aiutata e mi hanno trasmesso sempre tantissima motivazione e forza senza mai chiedere qualcosa in cambio. Lo fanno ogni giorno! Come ho scritto poco sopra, a volte pensavo di non farcela, mi demoralizzavo, avevo attimi in cui temevo di non riuscire a farcela, ma poi è sempre arrivato il loro Aiuto e tutto questo in brevissimo tempo svaniva e tornavo ad essere forte e positiva! Se ho potuto trasmettere speranza è perchè per primi loro l’avevano trasmessa a me. E tutto questo lo continuano a fare. Grazie a loro sto imparando ogni giorno come affrontare al meglio la vita, a superare con determinazione ogni ostacolo e ad essere forte!

 

Claudia

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Che fine ha fatto l’umanità?

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A fine del 2021 una sera mi sono ritrovata a passare davanti ad una farmacia e la mia attenzione è stata catturata dalla fila di persone in attesa del tampone davanti ad una postazione esterna. Prima di quel giorno avevo solo sentito parlare di queste strutture organizzate per poter fare i tamponi fuori dalle farmacie. Prima di allora speravo di non vedere nulla di tutto questo. Sono sempre stata contraria ed ho sempre avuto paura di questi tamponi. Quella sera però mentre ero davanti a quel posto mi sono bloccata. Non ho potuto fare a meno di osservare i volti di quelle persone in fila, tutti molto stanchi della situazione e alcuni occhi trasmettevano anche parecchia  tristezza. E nella mia testa in quel momento ho sentito un forte senso di ingiustizia e mi sono chiesta: “Perchè tutto questo? È realtà oppure sto facendo un incubo?” Ero bloccata. Ad un certo punto arriva un uomo e, pensando che fossi in fila per fare il tampone, si mette dietro di me. Gli ho detto subito che non ero in fila e di andare pure avanti. Lui mi ha detto che non ce la fa più, che per lui è durissima dover passare ogni due sere a fare il tampone per poter lavorare e questo sempre dopo l’orario di lavoro. Era venuto là diretto dal lavoro e oltre ad averlo detto lo si notava pure perchè aveva ancora i vestiti sporchi. Ha aggiunto che si sente stanchissimo e che ogni volta è un doloroso. Voleva aggiungere altro, ma è stato brutalmente interrotto dall’infermiera che è uscita dalla postazione arrabbiata, ci ha urlato contro di stare zitti e a lui poi ha aggiunto qualcosa tipo: “Vedrai quando tocca a te! Preparati!” Io sono rimasta allucinata e mi sono chiesta come è possibile che venga accettato e permesso tutto questo e nella mia testa giravano tutte queste domande: “Non siamo più liberi nemmeno di parlare e sfogarci? Non possiamo più offrire un attimo di ascolto e conforto? Dove siamo finiti?! Dov’è poi la professionalità che dovrebbe avere un infermiere?” E mentre avevo tutto questo nella mia mente, l’infermiera, pienamente a suo agio nel lavoro che stava facendo, chiama la prossima persona in fila per il tampone, una ragazza. Lei si siede e l’infermiera non tira nemmeno la tenda. Io mi sono voltata e stavo per spostarmi, ma poi mi sono rigirata di scatto e ciò che ho visto è stata proprio bruttissimo. La ragazza era agitata e le ha chiesto se le avrebbe fatto male. L’infermiera le ha risposto che doveva stare ferma ed ha subito iniziato a farle il tampone nasale e non ha avuto nessuna delicatezza. Ad un certo punto la ragazza ha mosso la testa indietro e l’infermiera si è innervosita, le ha detto di stare ferma e di non fare la bambina e ha spinto con forza il tampone. Si vedeva chiaramente che le ha fatto molto male. Da quello che ho visto posso dire che non ha avuto alcun rispetto per quella ragazza. Ho percepito molto disagio e anche dolore. Chiunque passava poteva vedere senza problemi la scena e anche questo per la sua privacy lo trovo totalmente ingiusto. Ho sempre pensato che chi decide di fare un tipo di lavoro debba difendere il bene dei pazienti e mettere in pratica ciò che ha studiato con una certa delicatezza e comprensione. A volte però non vedo tutto questo. Alcuni mi diranno che non ne capisco niente, che non è il mio lavoro e che pertanto non posso permettermi di giudicare. Certo posso concordare con tutto, io di certo non me ne intendo, ma posso dire ciò che ho provato quel giorno ed è stato un forte senso di disagio, di rabbia e di tristezza allo stesso tempo.

 

Claudia

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Non voltare le spalle a Dio

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Un anno fa circa, dal 20 agosto 2020 nel posto dove lavoro attualmente hanno introdotto il cazzoverde comunemente chiamato anche green pass. Quando diedero la notizia mi sono sentita crollare il mondo addosso e premetto che se non fosse stato per l’aiuto di Angel e tutti i suoi post molto incoraggianti non saprei proprio come avrei fatto, dall’oggi al domani sul mio posto di lavoro non potevo mangiare più in mensa con i miei colleghi perché non ero vaccinata, dopo un colloquio con la mia manager e il direttore mi fu permesso di prendere da mangiare e portarlo in camera perché vivevo sul posto dove lavoravo mentre a tutti gli altri non era permesso neanche quello ma dopo qualche giorno ormai in mensa non andavano manco più quelli vaccinati (almeno quelli del mio reparto) perché a loro non sembrava giusto questo trattamento e quindi si mangiava lo stesso tutti insieme ma non in mensa perché c’era una persona addetta a controllare quindi fino al 15 ottobre 2021 è andato tutto bene almeno per quanto riguarda la mensa. Risolto questo i nostri politici hanno deciso che dal 15 ottobre 2021 non solo mi veniva tolto il diritto alla mensa che mi toglievano anche dalla busta paga ma non sarei potuta entrare a lavoro senza esibire la tessera verde nazista quindi o mi dovevo sierare oppure mi dovevo scorticare il naso ogni 2 giorni. Un’altra doccia ghiacciata perché mi scadeva il contratto il 30 settembre e mi volevano prolungare il contratto fino al 10 novembre 2021, io non ho risentito mai delle chiusure forzate che hanno fatto ma quello è stato un periodo forse uno dei più brutti che ho vissuto nei 2 anni di pandemenza, mi sono sentita molto ferita perché mi stavano togliendo quello che in quel momento mi stava dando parecchie soddisfazioni in quanto ero stata allontanata per 2 anni da quel lavoro e mi stavo prendendo un sacco di rivincite oltre al fatto che ero stata 2 anni senza lavoro quindi guadagnare e cercare di far quadrare un po’ i conti era quello di cui avevo più bisogno in quel momento. È passato quel periodo ma in questo momento non riesco a trattenere le lacrime perché per raccontarlo ed essere più precisa è come se lo stessi rivivendo! Dunque quando mi è stato offerto il rinnovo del contratto non ho firmato, mi sono presa qualche giorno per decidere e esattamente in quei giorni è arrivato un altro post di Angel che ci dava dei consigli e ci spiegava la situazione. Io non ricordo più esattamente tutto quello che ci ha scritto Angel oltre a raccomandarci sempre di non farci fregare dal vaccino e tutto il resto ma ricordo benissimo quando è arrivato quel post dove ci chiedeva di non voltare le spalle a Dio… in 3 secondi quella sera decisi che se volevano restavo fino al 15 ottobre perché non potevo rimanere oltre e così è stato. Il 15 ottobre 2021 ho lasciato il mio lavoro che era distante da casa mia 1000km e non sapevo nemmeno come rientrare a casa senza il nazipass perchè era richiesto sui mezzi pubblici a lunga percorrenza così parlando con dei miei colleghi sia vaccinati che non mi consigliarono di prendere un autobus di notte perché c’erano meno controlli visto che loro lo sapevano già  in quanto obbligo sui mezzi era scattato già dai primi di settembre, una mia collega si offrì di darmi il suo nazipass e sono riuscita a tornare a casa. Durante quel viaggio ero molto agitata perché mi disturbò molto l’autista; arrivata al punto di partenza dell’autobus quell’autista ancora prima di dire buonasera disse: “green pass!” Intanto dissi buonasera e gli mostrai il nazipass, sistemata la valigia stavo cercando il biglietto e lui senza nemmeno chiedermelo mi disse quale era il mio posto. Quella fottuta testa di cazzo tramite quella tessera schifosa aveva preso il nome ed era risalito al nominativo del biglietto. Nessuno mi aveva detto di farlo ma siccome non ho le noccioline al posto del cervello come loro mentre stavo acquistando il biglietto che tra l’altro non avvisava del nazipass a bordo pensai di mettere il nome della collega che mi aveva prestato il suo pass, infatti molti dovettero fare storie perchè non era scritto da nessuna parte come ad esempio sul treno che il nominativo deve corrispondere al possessore del biglietto.

 

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A un certo punto ero anche preoccupata perchè se questi iniziavano a fare questioni dovevano chiamare la stradale e se si metteva male chiedevano i documenti a tutti e sarei rimasta anche di notte per strada. Già avevo praticato in anticipo che quel viaggio mi doveva andare bene ma per sentirmi più tranquilla perché mi stavo agitando iniziai a praticare per tutto il viaggio. Infatti andò bene!! Per il resto andò tutto quanto benissimo solo che all’inizio di questa genialità mi potevo spostare con i mezzi pubblici poi misero obbligo anche sui mezzi a breve percorrenza per cui siccome vivevo su un isola non potevo più raggiungere la terraferma. Questo solo per un mesetto poi si sono accorti della stronzata e alcuni non controllavano più di tanto, cioè quelli più frequenti li controllavano mentre ad esempio mio cognato che andava su e giù con i camion diceva che lui non ha mai mostrato la tessera a nessuno. Gli fu chiesta una sola volta all’inizio in un ristorante e poi basta. Calcolando che lui andava su e giù almeno 3/4 volte a settimana. All’inizio lui era favorevole a questa mega genialità del governo infatti la riteneva anche giusta e qualche volta ci stavamo anche per scontrare di brutto (con un paio di pratichine che ho imparato da Angel non ci ha più provato) dopo circa 2 settimane dall’obbligo mi chiese di andare con lui visto che ero ferma sull’isola, che nel caso mi avrebbe dato il nazipass di mia sorella ma che comunque non ne avrei avuto bisogno perchè tanto a Napoli e dintorni a lui non glielo avevano mai chiesto. Sono andata tante volte con lui ma non mi hanno mai chiesto la tessera ma anche mia sorella mi disse che la usava solo in posta o in banca per fare le operazioni sennò non la chiedevano. Io sia in terraferma che sulla mia isola non ho mai usato il nazipass, nessuno me l’ha chiesto. Gli unici che spaccavano i maroni erano solo le farmacie e i supermercati che chiedevano la mascherina ma per il resto non sembrava nemmeno di stare in pandemenza, solo ogni tanto si incontrava qualche demente da solo in macchina con la mascherina oppure le mie amiche che erano tutte fissate con gel vaccini e mascherine, infatti non le ho più viste perché prima che toglievano obblighi e stronzate varie, sono ripartita, a loro non ho mai detto che uscivo lo stesso anche se non avevo il cazzo verde prima di tutto perché mi sparavano il pippone che era pericoloso e potevo infettarmi (ancora sono convinte di questo) e poi perchè sennò avevano sta cosa a insistere a invitarmi a casa loro però siccome io le conosco bene, se andavo da loro e una di loro o uno dei loro bambini che stanno già  sempre malati e per colpa loro non possono uscire di casa, se prendevano solo un leggero raffreddore  sono sicura al 100% che avrebbero dato la colpa a me. Non perchè forse i loro bambini sono imbottiti di vaccini e medicine che indeboliscono il sistema immunitario ma si ammalano perchè io da sana sarei andata da loro e avrei infettato i loro bambini. In generale forse ho iniziato ad apprezzare i napoletani perchè non hanno mai rispettato nessuna regola. Molti anzi tantissimi si sono vaccinati ma a parte mia madre, mio fratello e mia cognata super religiosi e un pochino le mie amiche nessuno mi ha fatto pesare che non ero vaccinata calcolando anche che nella mia famiglia, siamo circa in 12 tra fratelli e nipoti compresi, solo io e uno dei miei due fratelli non siamo vaccinati.

 

Babi999

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I vaccinati si ammalano

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Ad Aprile di quest’anno sono stata chiamata all’improvviso per rientrare a lavoro. Dal 15 ottobre 2021 che ho lasciato il lavoro mi hanno chiesto un sacco di volte se rientravo. Considerando che la situazione a casa con mia madre era diventata insostenibile tra il vaccino, il ginovirus, tutte le stupidaggini varie aveva iniziato a rompere anche sulla guerra in Ucraina mi sembrava una buona occasione oltre ad avere bisogno di soldi. Il mio primo errore è stato quello di non mettere subito le cose in chiaro perchè loro sapevano che non ero vaccinata e non avevo il nazipass ma non sapevano che non avevo mai fatto i tamponi e che non avevo intenzione di farli. Quando sono arrivata e ho realizzato che ancora reggevano queste stupidaggini mentre al sud da me lo usavano solo uffici pubblici tipo poste e banche e nemmeno sempre, stavo già scappando via. Hanno insistito per farmi rimanere dicendomi che non mi facevano scorticare il naso ogni 2 giorni ma solo 2 volte a settimana, mi ha detto che anche se alloggiavo sul posto di lavoro mi facevano bypassare il controllo che avveniva all’ingresso dell’edificio tramite una macchinetta che era collegata all’agenzia delle entrate, se non passava il verde risultavo assente a lavoro mentre per l’alloggio se non ero dichiarata potevo tranquillamente entrare e uscire, nessuno mi avrebbe detto niente. Che bravi!! L’agenzia delle entrate potrebbe controllare anche tutte le ore che timbriamo in più e confrontarle con quelle che ci pagano invece questo a loro non interessa!! A lavoro hanno mantenuto la parola mi hanno fatto gli orari in base all’ora d’inizio del pass e la scadenza del pass tanto l’importante era che risultava verde per entrare a lavoro. Il mio secondo errore è stato di accettare, mi sono sentita una vigliacca perché in vita mia non ho mai accettato compromessi, niente al posto del piuttosto! Non mi sono mai sentita così umiliata in vita mia!! Invece mi sono fatta fregare per bisogno di soldi ho voltato le spalle a Dio. Ho fatto 6 tamponi nasali, non mi sfondavano il naso come alcuni mi avevano raccontato ma la sensazione di pizzicore, lacrimazione agli occhi e bruciore lieve durava quasi tutto il giorno, lo ricordo molto bene. Durante l’utilizzo di quella schifezza ho riscontrato sangue dal naso quasi tutti i giorni ma che avevo già molto spesso da diversi mesi quando ero a casa, idem per il mal di testa. Quando sono andata a fare l’ultimo tampone invece ho notato qualcosa di strano, la farmacia dove andavo non mi faceva prenotare dunque quando avevo bisogno andavo lì facevo il tampone e appena pronto a lavoro mi facevano il turno in base all’ora d’inizio del pass e della sua scadenza e finiva lì. Quel giorno mi dissero che non potevo farlo perché aspettavano un gruppo da 12 persone e mandavano tutti via, io ho insistito perché avevo urgenza di entrare a lavoro, mi hanno fatto aspettare un po’, non ho visto il gruppo arrivare, li vedevo solo un po’ strani i farmacisti ma non capivo il perché solo ero contenta che me li levavo dalle balle. Il giorno dopo credo di essermi svegliata con la febbre, non avevo il termometro per misurare la temperatura se non le macchinette all’ingresso ma non ho mai voluto misurare la temperatura con quella roba. Sono andata lo stesso a lavoro e ho consumato come faccio  regolarmente; limone, zenzero e miele. Nessuno se ne accorto che non stavo bene, ho detto che avevo un po’ mal di schiena così mi hanno mandato via prima e il giorno dopo stavo bene ma avevo solo un po’ di raffreddore, niente di che. Arriva il primo maggio e quel genio del direttore s’inventa il tampone a tappeto a tutti i dipendenti per assicurarsi di togliere il controllo del nazipass. Terza stronzata: mi tampono di nuovo, risulto negativa, molti dipendenti (tutti vaccinati) risultano positivi, turni allucinanti per coprire anche i loro turni, preciso che nessuno non vaccinato su quel controllo è risultato positivo alla demenza dunque dopo essere stati maltrattati abbiamo dovuto coprire anche i turni dei benedetti. Dopo quel tampone ho perso l’olfatto per circa 12/15 giorni e ho continuato ad andare a lavoro anche se il mio lavoro si basa anche sull’olfatto.

 

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Nessuno se ne accorto, solo mia sorella sapeva che non ero stata bene e l’ha anche aiutata a capire che vaccinandosi ha fatto una grande cazzata perché lei in teoria si è ammalata lo stesso (un po’ di raffreddore) mentre io che non sono vaccinata, non ho infettato nessuno, non sono morta e nessuno è morto per causa mia. Non ho avuto cali nella pratica anzi ho aumentato anche perché ero inspirata dalla lettura dei libri sugli Alieni dunque stavo praticando su di loro, sui chip e altro ancora. Da allora non mi ha sanguinato più il naso e l’ultima volta che ho avuto il mal di testa è stato qualche giorno fa perché ho dovuto indossare la mascherina perché a quel deficente del direttore è venuto in mente di rompere le scatole. Guarda caso gli altri nessuno porta la mascherina, il mio reparto è quello che vanta più non vaccinati di tutti gli altri reparti cioè il mio reparto è quello che gli ha salvato il culo mentre tutti gli altri erano fuori per ginovirus.

 

Babi999

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I tamponi – sintomatologie comuni

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Parlando di tamponi, per quanto riguarda le persone intorno a me ho potuto notare in tantissime molte sintomatologie in comune. Ho visto tantissima gente fare sempre più tamponi, perchè terrorizzati dalla propaganda insistente ed infinita che è stata fatta, senza alcuna pausa ma anzi, in modo pesantissimo e sempre più entrante.

Parlando di persone vicine a me, la prima della quale vorrei parlare è proprio mia mamma. Lei è sempre stata contro il vaccino, contro le infinite cazzate dette alla tv, ed ovviamente anche contro i tamponi stessi. E’ capitato che, si sentì male e spinta da mia sorella (che già  ne aveva fatti diversi per il lavoro) decise di farsi il primo. La primissima cosa che ho notato, è che inizialmente da che non voleva farsene nemmeno uno (considerando che ha rifiutato di farselo anche per partecipare ad un matrimonio di un membro della famiglia), dopo ha iniziato a non vederlo più come una cosa così assurda ed insensata. Anzi, ha iniziato a sostenere che fosse necessario farli, anche con altre persone esterne al nostro nucleo di famiglia. Dopo un paio di mesi, venne ricoverata in ospedale, dove ovviamente il personale sanitario decise di effettuarle diversi tamponi, si parla sempre di tamponi nasali, credo forse soltanto una volta le controllarono la presenza di anticorpi mediante prelievo. Tutte le restanti volte, fece quelli nasali. Da quando è tornata dall’ospedale sino ai giorni correnti, ho notato una maggiore apertura nei confronti dei tamponi e maggiore credenza nella farsa inerente al diffondersi del virus. Parlando di cose più specifiche, ho notato in lei un calo molto accentuato per quanto riguarda le perdite di memoria, e la difficoltà  nel capire le cose che le vengono spiegate e dette, come se fosse più distratta e rallentata mentalmente, oltre ciò ha iniziato a soffrire di debolezza e sensazione di fiacca sempre più marcate, tant’è che ha preso per diverso tempo integratori e vitamine che la tirassero su, senza però risolvere effettivamente il problema. Oltre ciò ho notato un calo molto marcato nella capacità  di sentire i rumori, nel senso noto come da quando abbia iniziato a farsi tamponi abbia più difficoltà  uditive.

Un altro caso del quale vorrei parlare, è il mio fidanzato, ed è l’esperienza più recente della quale posso parlare per quanto riguarda i tamponi. Qualche mese fa, partecipò ad un evento dal vivo, fuori città  e dormì accanto un campo militare. Seppur il nazipass non era più richiesto ormai da un pò, l’organizzatore dell’evento decise ugualmente di chiedere a qualsiasi partecipante, il foglio con risultato negativo di un tampone. Il mio fidanzato effettuò il tampone nasale per partecipare a questo evento e, da lì a pochissimo tempo (si parla di un giorno, massimo due), iniziò a stare male. Inizialmente ha avuto costanti mal di testa, è capitato spesso che al risveglio aveva perso sangue dal naso (e la cosa è successa anche in precedenza) e senso di debolezza, che ha perdurato per diversi giorni. Nella settimana successiva al tampone nasale, oltre i costanti mal di testa, è capitato spesso che a mare, in giro la sera, o anche in macchina, si sentisse male, iniziando a sudare freddo e avere giramenti di testa, debolezza, il tutto accompagnato dalla pressione costantemente sballata. Ha iniziato a soffrire di pressione bassa e a dover integrare vitamine ed integratori di diverso tipo affinchè si reggesse dritto.

La pressione ha iniziato ad essere costantemente su gli 80/60, e non si sentiva più sicuro di guidare, infatti diverse volte mentre eravamo in giro ha avuto necessità  di assumere qualcosa di dolce e poi di tornare immediatamente a casa facendo guidare me perchè non reggeva l’attenzione e lo sforzo mentale/fisico dello stare alla guida e dello stare anche in giro.

 

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Dopo esser stato dal medico, che gli ha prescritto esami per il cuore specifici ed analisi, ha iniziato pian piano a star leggermente meglio e a riprendersi, ora è un pò che non presenta più questi sintomi ma noto come abbia sempre sonno, come le perdite di memoria si facciano piùmarcate, come i mal di testa siano più frequenti. Nelle ultimissime settimane ho iniziato a notare in particolar modo che sta perdendo sempre più capelli.

In realtà la perdita di capelli la sto notando su tantissime persone, anche che non conosco, non so se sia attribuibile al vaccino o ai tamponi, ma ad esempio nel suo caso ho notato quanti capelli ha sulla maglia che prima non perdeva, e la cute più diradata e a chiazze rosse, da quando ha fatto gli ultimi tamponi nasali (quest’ultimi fatti in casa). Oltre questo, si lamenta spesso di sentire un peso tra le sopracciglia e un cerchio intorno alla testa, come se fosse piena, compressa e pesante.

Le cose più comuni che ho potuto notare sulle diverse persone con le quali interfaccio, post tampone, sono la difficoltà  nel dormire la notte in quanto si svegliano diverse volte. Molto sonno durante la giornata, pigrizia e poca voglia di fare, apatici ad ogni cosa ma in particolar modo le perdite di memoria. Queste sono le caratteristiche più comuni che ho potuto riscontrare su tantissime persone con le quali parlo oppure che sono strettamente vicine a me, come mia sorella ad esempio, che ne ha fatti tantissimi per lavorare ed è sempre più apatica e pigra, svogliata, perennemente stanca e assonnata, ed ancora più disattenta a tutto ciò che le capita intorno. Tante altre persone hanno riportato anche diversi episodi di irrequietezza e di ansia, di tachicardia e peso al petto, oltre gli effetti descritti in precedenza che sono assolutamente i più comuni tra tutte le persone con le quali ho parlato o frequento.

 

Aryawhite

 

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Il greenpass e le ingiustizie subite

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Durante il periodo di massima propaganda e accanimento per il virus, chi non era vaccinato ha subito davvero tante ingiustizie partendo innanzitutto dalle critiche ed insulti di ogni tipo per la decisione di non accettare il siero, sino ad episodi inerenti all’utilizzo del Green Pass, che in pochissimo tempo ha preso sempre più piede espandendosi in tantissimi settori e luoghi.

Io personalmente non ho avuto tantissimi episodi spiacevoli faccia a faccia con altri, rispetto ad altre persone in quanto da quando il Governo malato ha deciso di imporre questo lasciapassare per fare qualsiasi cosa, ho cercato il più possibile di evitare di mia spontanea volontà  di recarmi in posti che lo chiedessero, se non per questioni che in quei momenti non potevo evitare, quindi ovviamente anche io a mio modo ho potuto vivere in prima persona le ingiustizie legate alla mancanza di possesso di questo foglio, seppur in quantità  minore rispetto terze persone.

Prima di tutto c’è da dire che l’ingresso e l’utilizzo di esso, è avvenuto in modo graduale. Di fatti man mano si è espanso nei vari settori: era necessario per i mezzi pubblici, per i ristoranti e bar (prima solo all’interno, poi sia interno che esterno), sino ad arrivare col tempo ai negozi, hotel, posti di lavoro, RSA, tabaccherie. E’stato esteso a qualsiasi tipo di servizio, arrivando a toccare anche le banche e le poste. Per me e la mia famiglia, come tantissime altre persone sprovviste del foglio, era diventato impossibile fare qualsiasi cosa in maniera autonoma poichè dovevamo sempre poggiarci ad altre persone per farle recare fisicamente nei posti oppure accorrere a soluzioni online, dove possibile, ma andiamo per gradi..

Iniziando a toccare i diversi punti, voglio iniziare col parlare dei locali quali pub, ristoranti e bar, ed eventi/cerimonie. In questi anni, nei momenti di calma apparente, il Governo ha deciso di rendere nuovamente possibile la partecipazione a cerimonie e sacramenti. Io per prima, assieme alla mia famiglia, abbiamo ricevuto un invito da parte di parenti molto stretti a noi, si parla nello specifico di un matrimonio. Essendo stati invitati in un periodo in cui era necessario esibire il Nazipass, ci siamo trovati costretti a dire di no in quanto in casa nessuno ne era provvisto. I parenti in un primo momento pretendevano la nostra partecipazione spingendo sul fatto che per partecipare, dovevamo necessariamente fare dei tamponi altrimenti non ci avrebbero permesso di prendere parte all’evento. Ovviamente ci siamo rifiutati perchè non ha assolutamente senso dover mostrare un pezzo di carta per fare qualsiasi cosa io sia in diritto di poter fare quando si vuole. Sono stata pesantemente criticata per non aver partecipato perchè non in possesso del pass in questione, e, come me, ovviamente tutta la mia famiglia.

Questo meccanismo l’ho potuto vedere e subire in differenti situazioni, ma non solo io, ma anche i miei genitori e persone che conosco che non sono state vaccinate. Ad esempio, parlando di locali, in un ristorante sono stata mandata via proprio perchè non in possesso del foglio maledetto. I proprietari stessi del locale ed i dipendenti, mi hanno vietata di entrare e sedermi con gli altri perchè non ero in regola con la legge stessa. Ciò che ho potuto notare è che tanti esercenti, rispetto ad altri, mostravano una grande aggressività  nei confronti di chi non lo possedeva, come se appunto fossimo degli incoscienti ed i colpevoli di tutto, proprio perchè non tamponati nè vaccinati, che poi ancora mi chiedo che senso abbia un foglio di carta nazista per poter dimostrare di essere degno di usufruire di qualsiasi servizio pubblico!!! Sostanzialmente, nelle varie situazioni sono stata trattata con fare aggressivo e paragonabile al modo in cui si potrebbe trattare un essere defininibile orripilante, che va ad ogni costo tenuto distante. E’ capitato diverse volte, infatti, che tanto gli esercenti, quanto altre persone a me vicine, mi trattassero in modo differente per questa mia “mancanza”, a detta e visione loro.

 

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C’è da dire che le mie amicizie più vicine, nella maggioranza delle situazioni non hanno particolarmente fatto pressione e sono state abbastanza rispettose delle mie personali decisioni inerenti a questo argomento, ma ciò non toglie che a loro modo, abbiano anche avuto comportamenti di esclusione in più circostanze perchè tanto non potevo partecipare. Difatti, ci sono state comunque diverse occasioni dove era palese che gli pesava la mia presenza perchè rendevo i loro piani molto più complicati.

E’ capitato più di una volta che abbiano organizzato cene, o giornate particolari, senza dirmi nulla escludendomi perchè ovviamente impossibilitata dalle leggi raziali del governo, per poi ripulirsi la coscienza in un secondo momento proponendo pizza a domicilio, ma è sempre stata molto chiara la loro preferenza nell’uscire e farsi servire piuttosto che essere costrette a rimanere dentro casa “per causa mia” e per non lasciarmi sola. Diversi proprietari dei negozi, tra cui una in particolare, ha deciso di venirmi contro perchè non avrei più messo piede nel suo negozio, in quanto non avrebbe permesso di farmi entrare e mi avrebbe consegnato la merce sulla porta del negozio. Cosa che non ho mai tollerato, tra l’altro non solo io, ma anche tanta altra gente sprovvista di pass ha preso la medesima decisione. Sino ai giorni precedenti abbiamo contribuito a dar da mangiare ai locali e negozi, dandogli i nostri soldi. Poi vedersi sbattere le porte in faccia ed essere trattati come se fossimo esseri ripugnanti, fa davvero incazzare.

Parlando sempre di ristoranti, una volta mi è capitato di essere stata invitata al ristorante cinese, nel periodo in cui il pass venne tolto ai posti esterni. Mi recai all’appuntamento ed il cameriere che ci ha accolti, ha avuto il coraggio di chiederci il nazipass seppur venne tolto poco prima. Ovviamente la cosa gli venne fatta presente e la risposta che ricevetti fu “Questa è una veranda, io il pass te lo chiedo ugualmente e se non ce l’hai vai a farti un tampone e torna, altrimenti non ti faccio sedere”. La cosa è stata anche comica, perchè nemmeno erano in regola con la disposizione del locale, e fa sorridere che si siano preoccupati più di un foglio nazista piuttosto che del locale che nemmeno era a norma. Difatti me ne andai, facendogli perdere ovviamente dei bei soldi in quanto non ero sola.

In mezzo a tutto questo schifo, c’è da dire che c’erano tanti altri locali e proprietari che non avevano interesse nel richiedere il lasciapassare nazista anzi, comprendevano la situazione e si resero disponibili per offrire i propri servizi a chiunque, con o senza certificazione. Purtroppo questa solidarietà  ha comportato loro diversi problemi a causa di clientela e proprietari di altri locali che hanno scoperto le loro “evasioni” ed in diverse occasioni chiamarono le forze dell’ordine per creare problemi ai gestori con multe e chiusure forzate. Difatti ci sono state persone che si sono recate di proposito nei rispettivi locali, sapendo esattamente del loro metodo di lavoro, oppure spargendo la voce con altri per fargli arrivare più multe e richiami. Ho avuto un piacere immenso nell’aiutarli sia con l’asporto, oppure consumando sul posto quando mi era possibile, ricevendo anche degli sconti, in quanto erano gli unici locali dove potevamo sentirci finalmente normali ed esattamente al pari di qualsiasi altro essere umano, come infatti dovrebbe essere, senza creare queste diversità ostiche ed insensate.

Un altro punto che vorrei trattare più approfonditamente riguardo le ingiustizie subite a causa della mancanza del pass è inerente ai trasporti pubblici.

 

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Ad esempio, in questi anni ho preso parte a delle manifestazioni contro l’obbligo vaccinale e contro il pass. Molte persone che conosco hanno deciso di prendere i mezzi pubblici per recarsi alle manifestazioni, i quali per noi sprovvisti del foglio, era ovviamente una cosa contro la “legge”. Tanti tra queste persone hanno purtroppo avuto la sfortuna di incappare contro qualche controllore o membro delle forze dell’ordine che con aggressività  li hanno multati senza alcuna pietà  e fatti scendere alle fermate successive. Non era permesso per nessuno, usufruire dei mezzi pubblici ed i trasgressori, se riconosciuti, venivano puniti.

Io per prima, per recarmi in qualsiasi posto, anche alle manifestazioni stesse, molto spesso mi sono dovuta organizzare con un mezzo privato assieme ad altre persone della mia città, grazie al quale siamo potuti arrivare al luogo di incontro per poter finalmente manifestare contro tutto questo schifo che abbiamo dovuto subire. Ovviamente, come il problema si è presentato per i mezzi pubblici, si è verificato anche per le strutture alberghiere, quindi hotel e annessi.

Ci sono state due o tre occasioni dove ho dovuto cercare con fatica hotel che evitassero di chiedere il pass ed è stato molto difficile, poichè qualunque struttura mi sbatteva la porta in faccia al momento in cui mi veniva richiesta la certificazione ed io diedi loro la risposta di esserne sprovvista facendo valere le mie ragioni e i miei diritti come cittadina e umana, cosa della quale tutti se ne sono altamente fregati partendo dal governo stesso. Difatti, ho impiegato diverso tempo per trovare strutture che non fecero problemi.

Proprio una ragazza, mi ospitò senza nemmeno nominarlo, mentre un’altra mi diede possibilità di far finta di nulla seppur normalmente lei lo richiedesse, ed onestamente tra tutte le persone con le quali mi sono interfacciata per questa necessità , sono state le uniche nella mia città ad esser così disponibili nei miei riguardi. L’utilizzo di questa certificazione non ha fatto altro che creare dissapori, aggressività  ed odio tra gli stessi cittadini, perchè notavo come chi cercava semplicemente di lottare per mantenere i propri diritti, veniva visto con odio e criticato come sciocco, irresposabile e “da arrestare” perchè potenzialmente “pericolosi” per la salute del prossimo.

Difatti in questi anni non sono mancate minacce, velate e non, sia da persone normalissime, sia da personaggi politici e televisivi che nelle varie trasmissioni non si sono fatti mancare parole di odio e di disprezzo verso chi appunto senza vaccino e di conseguenza senza foglio. Siamo stati additati come untori, come la feccia dell’intero pianeta, come pericolosi, da arrestare e vaccinare con forza. Siamo stati presi in giro pubblicamente, dai personaggi televisivi stessi e dai politici. Trattati come bestiame al macello. Ma posso dire che le pressioni maggiori, sono state fatte in particolar modo sul posto di lavoro, dove ho potuto vedere anche persone accanto a me, quindi molto vicine, essere “costrette” a fare una scelta. Sono stati anni difficili, complicati per tutti perchè appunto TUTTI abbiamo dovuto affrontare le stesse violenze, gli stessi maltrattamenti e le stesse discriminazioni.

 

AryaWhite

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Altre testimonianze greenpass

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Nel periodo in cui è stato ormai esteso l’obbligo di green pass ormai ovunque, vorrei parlare di alcune esperienze precise principalmente a livello personale, inerenti all’ambito lavorativo e ai corsi in presenza, in quanto negli ultimi mesi, è stato esteso addirittura sin lì.

Parlando di lavoro, copro una professione dove sostanzialmente io mi gestisco qualsiasi cosa, partendo dalle giornate che decido di dedicarci, sino agli orari e alla gestione e accettazione della clientela che mi si presenta.

Facendo un lavoro dove non mi trovo sotto datore, ma lavorando per conto mio e non in attività  fisiche, ho avuto la fortuna di non aver mai avuto uno stacco a differenza di purtroppo tantissima altra gente che, è dipendente.

Un’esperienza di discriminazione riguardo il nazipass è stato in una casa di riposo. Io mi occupo di estetica, sia curativa che non, ed oltre al lavoro mio personale con la mia clientela fissa, per circa un anno ho lavorato all’interno di una casa di riposo, appunto, gestita da suore.

Esse, richiedevano la mia presenza oltre quella di una mia collega, per occuparci di curare le varie problematiche delle signore presenti nella struttura, sostanzialmente ci occupavamo della cura delle unghie di mani e piedi, essendo la maggior parte dei casi particolari, che le suore non erano in grado di trattare. Pertanto, subentravamo noi, ovvero io e la mia collega. Nei primi periodi è stato tranquillo per me, lavorare nella struttura in quanto nessuna tra le suore si era mai posta il problema o anche solo la domanda, se fossimo provviste di vaccini/tamponi e dunque del pass.

Per me era un lavoro che, seppur mi ricopriva pochi giorni al mese, mi dava modo di contare su una bella somma poichè le signore da trattare erano veramente tante, e quei soldi in più facevano davvero comodo.

Quando poi passò la notizia dove era era diventato obbligatorio possedere il pass persino per entrare nelle case di riposo per i visitatori e altro, la mia collega sapendo che ne ero appunto sprovvista, ne fece parola con le suore le quali non vollero più avermi all’interno della loro struttura a lavorare.

Sapendo di non essere in possesso della certificazione, per loro ovviamente ero diventata pericolosa, perchè potevo far ammalare qualche nonnina e farla morire, quindi decisero di non chiamarmi più, continuando a far andare la mia collega che ovviamente, ha ricoperto anche le signore con le quali lavoravo io e prendendo di conseguenza la mia parte di soldi che mi facevano davvero comodo. E’ oramai passato diverso tempo, eppure esse, da quel giorno, hanno totalmente ignorato la mia disponibilità  lavorativa, non richiamandomi più¹ e quindi facendomi perdere una buona fetta di stipendio mensile personale.

Purtroppo, come me, tantissima altra gente è stata mandata via dal posto di lavoro, o comunque ha riscontrato non poche difficoltà  nel mantenersi lo stipendio. Una persona a me vicina, in quanto parente, avendo posto fisso statale,ha rischiato davvero di perdere il lavoro ed essere licenziata in tronco se non avesse presentato il pass ogni singolo giorno.

Per non perdere la sua entrata mensile, ha dovuto far in modo di farsi mettere in malattia per via di un certificato medico particolare, per una problematica altrettanto particolare, seppur non totalmente reale, ma che le ha permesso di non andare ovviamente al lavoro ma comunque di percepire ugualmente lo stipendio.

 

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Purtroppo non tutti hanno avuto la stessa possibilità , tra cui una persona ancora più vicina a me che, essendo stata minacciata di licenziamento, per non perdere lavoro è stata costretta a presentare tamponi su tamponi, ogni 48 ore, diventando ovviamente una spesa importante per ogni mese in cui ha dovuto ricorrerci, la cosa assurda è che tante clienti mie, seppur lavorassero da remoto e quindi non in presenza in nessunissimo modo, dovevano avere comunque le dosi di vaccino. Volevo poi trattare anche un’altra mia esperienza personale, riguardante i corsi di formazione.

A metà  ottobre 2021 mi segnai a scuola guida per prendere la patente, decisi di approfittarne in quanto ancora la situazione non si era estesa sino a queste categorie, così mi segnai ed iniziai a studiare la teoria. Studiai l’intero libro di teoria in un mese e mezzo ritagliandomi tempo dal mio lavoro per dare l’esame teorico entro il termine del 2021, ed infatti feci l’esame esattamente il 30 di dicembre.

C’è da dire innanzitutto , che l’esame teorico si sarebbe tenuto fuori città  e la scuola guida stessa, avrebbe messo a disposizione un pullmino privato per portarci tutti alla sede dell’esame. Ovviamente io non potei usufruire del pulmino, perchè richiesto il nazipass.

Per fare l’esame della teoria, dovetti farmi accompagnare dai miei genitori, perdendo tantissimo tempo e soldi di benzina per fare il viaggio sia andata che ritorno, e fare questo benedetto esame. L’esame teorico lo superai, ed i primi di gennaio 2022 ritirai il foglio rosa e presi immediatamente appuntamento per segnare le guide, pagandole immediatamente.

Pagai le guide e feci la prima senza alcun problema. Qualche giorno dopo, prima di recarmi all’appuntamento per fare la seconda guida (ripeto, già  pagato l’intero pacchetto più di 100€) mi arrivò una chiamata dalla segreteria dove mi venne comunicata la necessità di mostrare il pass per poter partecipare alle guide, in quanto facenti parte dei corsi privati di formazione in presenza. Ovviamente non persi occasione di presentarmi fisicamente alla scuola guida e mi venne data l’impossibilità  di proseguire col percorso, già  PAGATO.

Tra l’altro, nemmeno mi ridiedero indietro i soldi. Ho dovuto aspettare mesi, dove più provavo ad insistere nel farle, e più mi veniva detto di no e non ricevevo indietro nessun rimborso, nemmeno veniva preso in considerazione e sollevato il discorso. Ho dovuto aspettare sino a maggio 2022 per poter riprendere a fare il corso e proseguire sinchè non ho infine preso la patente. La mia unica fortuna è stata che con la scusa del virus fasullo vennero fatte diverse proroghe, tra cui anche la scadenza del foglio rosa. In principio il foglio rosa aveva una validità  di 6 mesi, quando l’ho preso io invece, la validità  è stata estesa ad 1 anno. Considerando quanto tempo mi hanno fatto sprecare, se la validità  non era stata modificata, io avrei tranquillamente buttato inutilmente almeno 600e di spese tra iscrizione, libri, bollettini e tassa di esame, senza considerare il pacchetto di guide ed ovviamente non mi sarebbe stato rimborsato assolutamente NULLA. Fortunatamente infine sono riuscita a non mandare persi quei soldi e a non rendere inutile il tempo e la fatica che mi ha portato lo studiare ed esercitarmi per raggiungere il mio obiettivo!

 

AryaWhite

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Testimonianza tampone personale

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Vorrei parlare della mia esperienza personale con i tamponi.

Non mi sono mai recata  dal medico,  in farmacia per effettuare alcun tipo di tampone su di me, l’unica occasione in cui ho “fatto” un tampone, è stata in casa, sottopressione dalla mia famiglia per  sapere se stessi bene io e di conseguenza tutti in casa. Il tampone in questione,  appunto uno di quelli casalinghi, da fare da soli, nasale. Io il tampone non lo infilai direttamente nel naso lo passai sul fazzoletto dove in precedenza mi ero soffiata il naso per evitare di farlo entrare a diretto contatto col mio corpo. Eppure, anche avendo fatto, ho riscontrato diversi problemi non poco importanti che mi hanno dato davvero tanto filo da torcere e, che ancora a distanza di diversi mesi, sto cercando di tenere a bada seppur la situazione sia nettamente migliorata.

Due giorni dopo aver effettuato il tampone in questo modo, mi sono svegliata la notte terrorizzata, sentendo come se non fossi io, come se fossi sdoppiata ed una parte di me venisse tirata via da dentro me. Ho percepito per diverso tempo questa sensazione davvero orribile che era stata accompagnata da una sensazione di ondeggiamento interiore, come se una parte di me al mio interno fosse distaccata e fosse su una barca dandomi continuamente senso di vertigini e malessere interiore. Oltre questo, ho sempre sentito un peso immenso all’interno della testa e in particolare anche tra le sopracciglia, come se la testa stessa fosse riempita di marmo, la percepivo e la percepisco tutt’ora durissima, e questa cosa mi ha dato davvero tanti problemi e tutt’ora me li da, con le mie pratiche meditative in quanto non riesco a percepire che faccio e ciò che succede intorno a me.

Ho iniziato a soffrire di ansia, uno stato di ansia molto forte ed attacchi di panico, sensazione di soffocamento molto marcata ed insonnia per diversi giorni. Fortunatamente tanti di questi effetti non li percepisco, altri ritornano dopo tempo ma decisamente domabili, in modo tale da permettermi di poterli gestire con molta più facilità. Altri effetti particolari che ho potuto notare su di me, sono sicuramente una maggiore apatia e difficoltà  nel fare le cose.

Un punto molto particolare la perdita di memoria, ad esempio faccio delle cose in maniera totalmente incosciente che non ricordo, alcune cose le rimuovo totalmente, altre invece le ricordo se mi viene dato un imput che mi fa collegare all’evento o situazione in se. Oltre le perdite di memoria, ho avuto dei grossi problemi di comprensione e ragionamento nel capire i discorsi, come se il mio cervello fosse totalmente distratto e rallentato, da non riuscire a capire a primo approccio ciò che mi veniva detto. Questa cosa inizialmente era molto marcata, mentre adesso fortunatamente è più lieve ma il problema c’è ancora. Noto come sia più stanca, come soffra facilmente di mal di testa, oppure come sia diventata più impaziente e a volte mi viene la tendenza di maggiore aggressività che riconosco come un qualcosa che non è appartenente alla mia persona, quindi non le permetto di uscire fuori.

I problemi principali a distanza di mesi sono sicuramente la memoria, la difficoltà  nella pratica e nel richiamo/percezione dell’energia ed infine la difficoltà  nel ragionare e comprendere le cose. Inizialmente infatti se provavo a giocare a carte non riuscivo assolutamente a fare nulla perchè non capivo cosa stavo facendo e come dovevo farlo, adesso sicuramente è meno marcata la cosa ma sono comunque più rallentata, infatti anche quando parlavo con le persone ed ero in mezzo ad altra gente stavo perennemente in silenzio perchè non riuscivo a seguire i discorsi e di conseguenza a parteciparvi, finendo così per escludermi totalmente da ciò che accadeva intorno a me.

 

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Tutto questo prima non faceva assolutamente parte della mia persona, nel senso non ho mai avuto problemi di questo tipo. Un’altra cosa che ho notato, sono difficoltà  a livello visivo.

A volte è come se vedessi in modo sbagliato quello che ho davanti, come se guardando di sfuggita vedo una cosa poi mi soffermo e ne vedo un’altra. Oppure, ho notato un notevole aumento delle miodesopsie, cosa della quale non ho mai sofferto, anzi seppur io abbia problemi di vista le miodesopsie mi è capitato di vederle davvero raramente mentre ora le vedo praticamente sempre. Le seguenti problematiche, ci tengo a precisare nuovamente, non le ho mai dovute affrontare in vita mia se non dopo di questo particolare evento.

 

Arya W.

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Vuoti d memoria dopo il vaccino

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Oggi vorrei portare una testimonianza degli effetti collaterali dei vaccini, utilizzati per “bloccare la diffusione del virus”. La testimonianza di cui vorrei parlare, non riguarda un componente della mia famiglia oppure una tra le mie amicizie, bensì si tratta di una ragazza che conosco ormai da diverso tempo, essendo una mia cliente ormai da anni. La ragazza in questione, avendo avuto modo di passarci diverso tempo a contatto per i servizi lavorativi che le ho offerto in questi anni, ha avuto modo di prendere una certa confidenza con me, come io con lei di conseguenza. Questo, ha ovviamente portato al parlare di diversi argomenti, quali ipotetiche visite, o comunque diversi argomenti inerenti anche al fattore salute o meno, ed è per questo che posso tranquillamente dire che rispetto alle problematiche che ha rivelato in questi ultimi mesi, prima ancora di farsi il vaccino, non aveva una situazione di salute precaria o comunque particolare. Il motivo per il quale ha dovuto ricorrere alla vaccinazione, nel suo caso, è stato attribuito ad un discorso lavorativo in quanto lavora nel campo della sanità. È stata dunque tra le prime a subire la pressione sul posto di lavoro per vaccinarsi e per non rischiare di rimanere senza un’entrata mensile fissa. Durante i primi periodi dopo essersi vaccinata, ricordo che non ebbe particolari problemi se non confusione oppure momenti di febbre attribuiti da chiunque al normale effetto creato dal vaccino stesso. Dopo aver fatto tutte e tre le dosi, nei mesi passati ha riscontrato gravi problemi di salute, ai quali i medici non sanno dare una spiegazione, o almeno così dicono. Ricordo che prima ancora che accadesse il tutto, ci vedemmo come di consueto e parlando, mi raccontò di iniziare ad avere problemi che non sapeva da cosa potessero dipendere, in quanto aveva iniziato a gonfiarsi, ad avere diversi sintomi attribuibili ad una reazione allergica che poteva esser benissimo anche alimentare. Purtroppo non ricordo ogni singolo sintomo di questo primo campanello di allarme, però ricordo bene che lei mi descrisse questo rigonfiamento del viso, in particolar modo, che si verificava soprattutto appena sveglia, poi durante le ore diurne tendeva comunque ad assestarsi un po’ rimanendo comunque più gonfia del normale. Da lì a qualche settimana ci mettemmo nuovamente in contatto e le scrissi proprio per un appuntamento di lavoro, ma quella volta mi rispose una persona a lei vicina anziché lei stessa, raccontandomi che era stata ricoverata di urgenza in un ospedale molto rinomato, vicino alla nostra città. Scoprii successivamente che la ragazza ebbe episodi di svenimento e perdita di sensi sia in casa, sia in un momento molto pericoloso per la sua stessa vita in quanto si trovava in macchina e dovettero spaccare il vetro del mezzo per tirarla fuori dato il suo stato di incoscienza. Questi episodi, da che ricordo, capitarono tre volte e, all’ultima venne portata in ospedale e lì trattenuta per diverso tempo in quanto dissero di volerla controllare. Con lei non ho avuto modo in quel periodo di parlare direttamente, bensì ero rimasta in contatto con altre persone a lei vicine perché era impossibile poterla sentire. La maggior parte delle volte era incosciente, e se era comunque sveglia, aveva pochissime forze per parlare e per ragionare, sostenendo un discorso con diverse difficoltà. Fece diversi controlli, mi dissero che volevano escludere malattie tumorali ed in un primo momento si prese in considerazione di aver a che fare con una malattia autoimmune. Subì diversi prelievi, e diversi controlli quali anche risonanze ad esempio, per poter escludere il più possibile ed arrivare alla causa del problema in sé. Io ebbi la possibilità di rivederla diverso tempo dopo, ovviamente mi interessai del su stato di salute sia per interesse nei suoi confronti perché appunto come dissi in precedenza, abbiamo una maggiore confidenza di quella che si può avere con un conoscente qualsiasi, quindi ovviamente ero dispiaciuta per lei. Ma ero davvero curiosa di capire cosa avesse scoperto perché sin dal principio pensai potesse essere qualcosa che aveva a che fare con le tre vaccinazioni subite. Parlando, mi raccontò che venne controllata in ogni modo possibile e che in quel momento era seguita anche da un neurologo.

 

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Sostanzialmente, il problema in questione, non si è capito effettivamente quale è, ma il neurologo le ha prescritto dei farmaci che si usano per curare le persone che soffrono di attacchi epilettici. Lei è perennemente affaticata, ricorre a vitamine per riuscire a muoversi durante il giorno e noto come sia spenta e con molta meno vitalità, è letteralmente stremata. Mi ha detto che ha un enorme vuoto di memoria, che ciò che mi racconta

alcune cose le sa perché gliele hanno dette i componenti della sua famiglia in quanto lei assolutamente non ricorda nulla ed ha uno stacco temporale di memoria di tre mesi, dove ha il vuoto totale. Negli ultimissimi periodi quando mi capita di vederla, vedo che è un pochino migliorata ma noto come faccia fatica, anche a ricordare le cose. Sembra spesso confusa e a volte anche assente. Sono molto dispiaciuta per il suo attuale stato di salute, parliamo abbastanza spesso di questo in quanto viene spontaneo quando ci si vede, chiedere se va tutto bene. Sono sempre più sicura che sia attribuito al vaccino, in quanto non aveva problemi di salute molto marcati quando la conobbi io, bensì ha avuto questo crollo importante negli ultimi mesi e, adesso, è costretta a prendere farmaci particolarmente pesanti per evitare che le accadano di nuovo questi episodi.

 

Arya

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Tamponi e Green Pass: violenza gratuita

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Eravamo ancora all’inizio della Farsa, dopo il primo lunghissimo ed estenuante Lockdown, ad ottobre 2020, quando dopo un’estate in cui ci avevano fatto credere di esserci liberati definitivamente dal falso virus ci siamo ritrovati tutti nuovamente nell’incubo del contagio e della quarantena. Col senno di poi posso dire che era stato studiato tutto a tavolino e nonostante fossi preparata a qualsiasi evenienza e ferma nei miei propositi spirituali e di vita, sono caduta. Non c’è nulla di cui vergognarsi perché dagli errori si impara e si esce più forti di prima e, in quel periodo, sentivo molto l’imperativo di dover proteggere i più fragili rappresentati dai miei genitori anziani e una sorella disabile. Ecco perché quando mi ammalo, a fine ottobre, di quella che per me era una banalissima influenza, riescono a convincermi a fare un tampone per verificare se fosse il maledetto virus. Ci tengo a precisare, ai fini di far capire bene cosa è successo dopo il tampone, che per me avere la febbre, una tantum, era davvero liberatorio. Ogni volta che capitava era come se il mio corpo si purificasse e dopo mi sentivo alla grande! Si sa che la febbre è innescata dal sistema immunitario che combatte qualcosa e cerca di espellerla dal corpo per cui, ogni volta, scesa la temperatura mi sentivo benissimo. Onestamente fu così anche quella volta, e dopo un paio di giorni di febbre a 38 gradi, mi ripresi subito e mi sentivo bene. Purtroppo la pressione dei miei genitori e dell’ambiente lavorativo mi spinse a verificare che non si trattasse del finto virus. Ero sicurissima che non lo fosse così come anche il mio medico, che avendo sentito altre persone (sentito al telefono perché ovviamente non è venuto a controllarmi) entrate a contatto con quella che è una vera e propria arma batteriologica, mi disse che stavano malissimo. Nonostante tutto, fui costretta a sottopormi lo stesso a quella tortura. Innanzitutto ricordo nitidamente la violenza con cui cercavano di infilarti quel cavolo di bastoncino fin nel cervello ed io mi sono mossa volutamente più volte per non farlo entrare più di tanto. Sono stata anche rimproverata ma, alla fine, si sono arresi e mi hanno lasciato in pace. Per fortuna non ho sanguinato ma la sensazione di bruciore era molto forte e mi veniva da lacrimare. Questa sensazione è durata un bel po’ di tempo ma il peggio doveva ancora venire. Dopo 48 ore (non esistevano ancora i tamponi rapidi) arriva il responso ed ero positiva. Non potevo crederci, ero davvero fuori di me ma il peggio è che, proprio dopo il tampone e nei giorni successivi, ho cominciato a stare male. Ho perso per una settimana il gusto e l’olfatto e sono sicurissima che è stata una reazione al tampone maledetto perché prima e durante la febbre io stavo benissimo. Cominciano anche i primi problemi intestinali, stitichezza e dolori sparsi. Qui devo precisare che questi dolori si muovevano da una parte all’altra! Come è possibile una cosa del genere? Prima erano in un punto e poi si spostavano improvvisamente nel punto opposto. Mi sentivo strana, come se non fossi più padrona del mio corpo. C’era qualcosa di strano, artificiale e alieno all’interno di me stessa ed io me ne rendevo perfettamente conto. Iniziai un periodo di profonda pratica spirituale, meditazioni, guarigioni, pulizia energetica e, dopo 20 giorni in cui ero praticamente prigioniera a casa, arriva il momento della verifica. Purtroppo per essere liberata (che assurdo ricatto) dovevo sottopormi ad una seconda tortura. Ci arrivo preparata e sicura del risultato negativo. Invece ricevo una mazzata ancora più forte di quelle ricevute fino a quel momento: ero ancora positiva e quindi prigioniera in casa. Ero allibita, scioccata e fuori di me. Qualcuno o qualcosa voleva che cadessi in preda alla disperazione, che non avessi fiducia in me e nella mia pratica, che mollassi tutto. Per un attimo è stato così ma poi ho ritrovato tutto il coraggio, la grinta e la forza che mi contraddistingue e ho resistito praticando ancora di più se possibile. Da quell’ulteriore tampone non ho avuto problemi fisici ma la sensazione era che fosse falso, non fu effettuata la stessa pressione e durò un secondo.

 

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Qualcuno aveva già deciso che dovevo essere ancora prigioniera. L’unica cosa positiva di tutta quella assurda situazione è che avevo più tempo, di giorno e di notte, per dedicarmi alla pratica spirituale e niente e nessuno mi avrebbe fermata. Passano altri 20 giorni ed io sto decisamente meglio! Era ritornato il gusto e l’olfatto, i problemi intestinali spariti ed io mi sentivo in forze ma sapevo di dover affrontare ancora un’ennesima tortura per essere liberata legalmente. Arriva il fatidico giorno ed io mi sentivo davvero molto forte. Questa volta niente mi avrebbe ostacolata e così fu. Come la seconda volta fu qualcosa di molto veloce, frettoloso e indolore e non mi diede problemi. Finalmente ero negativa dopo 40 interminabili giorni e avevo ritrovato la mia libertà ma a quale prezzo? Vorrei far riflettere tutti sulla violenza alla quale sono stata sottoposta in tutti quei giorni. Una violenza legale (anzi illegale e incostituzionale) che ti costringeva a casa, una violenza fisica con chissà quali chip inseriti nel corpo ed emotiva ai massimi livelli. Qualsiasi persona sarebbe crollata e tantissime persone lo hanno fatto. Molti non si sono ancora ripresi e probabilmente non si riprenderanno mai. Siamo stati trattati come animali e vorrei che queste parole restassero impresse in chi legge! Siamo state pecore a non reagire subito e con decisione e come tali siamo state trattate ma per me, come per tutti coloro che non si sono vaccinati, un nuovo strumento anticostituzionale di repressione e violenza stava per arrivare: il fatidico quanto odiato Green Pass.

Dopo essermi ripresa da tutta questa situazione e aver affrontato il secondo Lockdown, arriva finalmente la notizia del tanto atteso vaccino miracoloso. Secondo i mezzi di informazione di massa, gli scienziati avevano fatto miracoli e tutti potevamo beneficiare di questa grande scoperta. Sicuramente le case farmaceutiche ne hanno beneficiato e non solo loro. Comincia la campagna vaccinale ma nessuno avrebbe mai creduto che si arrivasse all’obbligo ed addirittura ad essere marchiati attraverso un Pass ed invece tutto questo è accaduto nel giro di pochissimo tempo! Siamo stati ingenui, era già tutto previsto ma allora non sapevo ancora tutto quello che c’era dietro. Quello che sapevo, mentre tutto il mondo tra cui familiari e amici compresi correva a fare da cavia facendosi inserire questo veleno, era che per nessun motivo al mondo, costasse quello che costasse, dovevo accostarmi a questo veleno. Ne andava della mia vita, della mia salute e della mia Coscienza! Così è stato! Non ho potuto evitare che mi tamponassero ma avrebbero dovuto uccidermi per farmi vaccinare! Inutile dire che anche in famiglia ho subito tantissime pressioni, che mi sono allontanata da tanti presunti amici ma, allo stesso tempo, ho riscoperto tante persone fantastiche che condividevano ampiamente il mio pensiero. Ho resistito e non sono stata marchiata! Nel giro di pochissimo tempo il Green Pass è diventato un utilissimo strumento di controllo per chi ci governa anzi di più uno strumento di repressione, di violenza e di divisione. Lo scopo finale era dividere la popolazione in buoni e cattivi. I cattivi ovviamente eravamo noi. Era tutta colpa dei non vaccinati. Qualsiasi colpa era dei non vaccinati, soprattutto la circolazione del virus. Eravamo brutti e cattivi e per questo meritavamo di essere esclusi dalla Società, dai ristoranti, dai negozi, dai mezzi di trasporto e questo l’ho vissuto tutto sulla mia pelle ma il ricatto e violenza peggiore doveva ancora arrivare. Quando hanno minacciato di togliere il lavoro a chi non si sottoponeva al vaccino, abbiamo vissuto la pagina storica più brutta che si poteva immaginare, uno dei momenti più bui nella storia dell’umanità. Tutti i diritti più elementari sono stati stravolti in un attimo e la cosa peggiore è che, la maggior parte delle persone vaccinate, completamente lobotomizzate, era d’accordo e difendeva il Governo. Pura follia. L’aria era irrespirabile e la tensione palpabile. Sentivo proprio l’odio delle persone a pelle e discorsi sulla validità del Green Pass, che doveva essere ancora più selettivo. Per fortuna, non ho dovuto scegliere di lasciare il lavoro perché sono autonoma e nessuno mi è venuto a chiedere un bel niente ma sicuramente lo avrei fatto perché la motivazione era troppo importante e sapevo che, tutti questi comportamenti anticostituzionali, non potevano durare per sempre mentre molte persone che conosco, e che non avrebbero voluto vaccinarsi, hanno ceduto al ricatto perché avevano terrore di perdere il posto di lavoro.

 

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Altre persone lo hanno lasciato ma hanno sofferto lo stesso per le privazioni a cui sono andati incontro in tutti quei mesi. Io non ho sofferto perché non potevo andare al ristorante o nei negozi, onestamente non me ne fregava niente, ma quando non potevo viaggiare o andare alle Poste per pagare le bollette mie e dei miei genitori così come tutti quei poveri anziani che non potevano ritirare la pensione. Non ho sofferto della mancanza delle cose materiali, ho sofferto della mancanza della libertà, ho sofferto della mancanza di ossigeno e ho sofferto più di tutto dell’odio che hanno riversato su di noi. Alcuni discorsi facevano accapponare la pelle, dovevamo essere bruciati, rinchiusi, isolati, tappati dentro casa come topi per molte persone. Il tutto veniva abbondantemente propagandato attraverso i mezzi di informazione di massa da personaggi di rilievo, messi lì apposta come burattini e il messaggio d’odio si estendeva a macchia d’olio in povere menti bacate e non pensanti, senza Testa, Coscienza e Anima. Lo scopo era stato raggiunto. Gli uni contro gli altri, una guerra tra poveri. Quando provavo a manifestare la mia indignazione e il senso di orrore per quello che stava succedendo e chiedevo agli altri se per loro era normale tutto questo, a prescindere dal vaccino o meno, mi dicevano che stavo esagerando, che era una situazione momentanea e che eravamo già tutti sotto controllo anche senza Green Pass. In pratica mi dicevano che non c’è limite al peggio! In definitiva visto che siamo tutti destinati a morire perché non anticipare mettendosi un bel cappio intorno al collo? Pazzesco! Mi sono anche sentita dire che ero fifona, un po’ vigliacca ad avere paura di una semplice iniezione e che facevo tante storie per nulla, che i vaccini li abbiamo sempre fatti e che sono stati il bene dell’umanità. Lo slogan dei vaccinati era “Io credo nella Scienza” mentre i non vaccinati erano folli, complottisti e fuori di testa. Quando hanno esteso il vaccino ai bambini, che non potevano andare in palestra o fare sport di contatto senza Green Pass (ennesimo spregevole ricatto), ho pensato che avevano toccato il fondo ma anche che finalmente la gente avrebbe reagito. Io non ho figli ma il solo pensiero che mio figlio dovesse iniettarsi un veleno per un fantomatico virus, che non ha nemmeno sfiorato i bambini, è da folli. Invece, anche in questo caso, c’è stata poca resistenza e molte persone hanno portato volontariamente i loro figli al macello!  Altra grandissima manipolazione perfettamente riuscita attraverso la paura. La paura è stato il vero virus che ha permesso a chi ci governa di fare il bello e il cattivo tempo! Quanta inutile violenza! Spero con la mia testimonianza di aver reso l’idea della violenza alla quale sono stata e siamo stati sottoposti, una violenza fisica con i tamponi e una violenza psicologica con il Green Pass. Spero di aver dato voce a quelle migliaia di persone, che non sanno come esprimere il loro dolore e la loro frustrazione per questi due anni infernali. Ho già superato tutto questo e guardo al futuro ma non voglio dimenticare perché dimenticare è come negare che tutto questo sia successo. Vuol dire far finta di niente e permettere che i colpevoli non vengano mai puniti. Molte povere persone non saranno più le stesse fisicamente o psicologicamente, altre non hanno retto, sono morte negli Ospedali uccise per mano di chi doveva aiutarli, per colpa dei vaccini o addirittura si sono suicidate perché non hanno retto a tutte queste pressioni. Tutto questo non deve essere dimenticato, deve essere ricordato e bisogna chiedere finalmente giustizia per tutte le angherie subite. Ora che tante verità stanno venendo a galla, molte teste salteranno. Saranno loro a subire la stessa paura, oppressione e terrore che abbiamo vissuto noi ed è giusto che sia così. Spero che chi leggerà in futuro si soffermi su queste parole e che non dimentichi questi contenuti in un attimo! Non dimenticate! Fatelo per noi ma soprattutto per voi stessi e il vostro futuro.

 

arlove

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La mia esperienza con i tamponi

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Purtroppo nel periodo di farsa pandemica che si era creata per poter lavorare occorreva la tessera verde e per poterla ottenere o ti facevi iniettare il siero magico o sottostavi al tampone. Non potendo avere altre fonti di guadagno e con ingenti spese da sostenere ho optato x un periodo x il tampone nasale. Avevo tutta la famiglia unita contro di me partendo dai miei figli in poi che non accettavano che non lavorassi poiché nessuno sarebbe stato in grado di aiutarmi e tutti mi spronarono a sottostare almeno al tampone visto che non volevo fare altro. Sentivo di persone che subivano un intervento invasivo da parte del farmacista che inseriva il tampone nel naso arrivando in alto al limite, causando dolore al paziente.

Una amica che doveva sottostare come me a questa incombenza mi aveva consigliato una farmacia che adottava una pratica meno invasiva ed anche se era abbastanza distante da casa mia optai x questa scelta. La notizia relativamente alla tecnica adottata dal farmacista si divulgo’ presto infatti al pomeriggio lunghe file di persone si profilavano all’ingresso della farmacia e si trascorrevano ore in chiacchiere attendendo il proprio turno parlando, con gli altri partecipanti all’ uso del tampone nasale, delle difficoltà che ognuno incontrava col proprio datore di lavoro o nell’ambiente di lavoro coi colleghi sierati ecc.. Feci subito amiciziacon i farmacisti che erano marito e moglie entrambi sierati, ma mentre il marito era convinto di aver fatto l ‘iniezione del “siero magico” , la moglie un po’ meno e diciamo che era stata di fatto costretta a farlo per cui aveva nei nostri confronti un atteggiamento benevolo. Anche il marito lo era perché in realtà era felice di quell ‘afflusso continuo di persone che arrichivano la cassa della farmacia. Avendo stretto questo rapporto di amicizia si erano create riunioni conviviali pomeridiane con i presenti , all’ esterno della farmacia, che mi permisero di affrontare questa incombenza con meno dolore. Si era creata una predisposizione positiva da parte loro nei miei confronti portandoli a fare il tampone nasale in modo più blando. La reazione è stata, grazie al non metodo adottato, che non ho avuto fortunatamente reazioni di nessun genere. Il tampone nasale durò per un po’, poi chiesi supporto ad un amico medico che mi considerò molto stressata e mi fece il certificato di malattia per un lungo periodo.

Fortunatamente ci sono persone, come i miei farmacisti, che se anche hanno deciso di farsi sierare come richiesto dal Governo (forse per poter continuare a lavorare) hanno rispettato però le scelte altrui ponendosi con un atteggiamento non aggressivo, non hanno approfittato dell’occasione del tampone nasale x fare del male, magari insistendo col tampone fino in fondo, fino ad arrecare dolore, oltre che il danno, come si sentiva dire di altri farmacisti che lo praticavano “con gusto” a chi aveva scelto diversamente da loro.

 

Aria

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Momenti conviviali durante la Farsa

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Greenpass.

Sono riusciti finalmente ad instaurare la tessera nazista che ti permette di lavorare ed avere una vita “sociale” Una vita sociale?!?! Lavorando a scuola tutti i dipendenti di una determinata scuola sono stati collegati ad un server che documentava giornalmente se il greenpass era attivo o no. In quel periodo ero tornata nella mia vecchia scuola e la situazione mattutina era abbastanza rigida e stressante :tutti in fila per entrare dove c’era l’ assistente tecnico fiero di avere il ruolo di controllore e controllava, all ‘ingresso della scuola, ogni dipendente scansionando con un congegno i qr code dei dipendenti ed in base all’ esito acconsentiva al lasciapassare o meno all ‘interno dell’ edificio scolastico, di seguito a lui c’era il collaboratore scolastico, referente anche lei, super gratificata del ruolo ricevuto, misurava col termometro digitale la febbre di ognuno. Questa pratica era svolta ogni mattina e certe volte cercavo di sviare entrando subito dalla porta laterale della scuola, ma venivo spesso scoperta e richiamata al controllo. La situazione che si era creata differenziava le persone che si erano vaccinate da quelle che non lo erano creando gruppetti separati “poco felici” tanto che mi sono permessa di intervenire dicendo all ‘assistente tecnico che esisteva la privacy e non era il caso che si divulgassero dati sensibili dei dipendenti. Perché lo stato di salute era un dato sensibile! Dopo due settimane di questa continua processione mattutina che mi procurava rigidità per tutto il corpo, mi è arrivata la comunicazione dell’opportunità di cambiare scuola per l’intero anno scolastico. Quale bella notizia! Presa subito la palla al balzo mi trasferisco il giorno successivo in un ambiente scolastico completamente diverso:porte aperte, nessuna fila all ‘ingresso per il controllo del greenpass, avendo un ruolo dirigenziale non era fermata da nessun dipendente, l’ unico controllo era quel fatidico programma nel server della pubblica istruzione che segnalava se il greenpass era attivo o meno. Purtroppo l’ho dovuto utilizzare per il lavoro, mentre all’esterno, mi sono reinventata una nuova realtà. Ho incominciato tramite i canali telegram a conoscere persone che come me avevano scelto di non sierarsi e di formare assieme piccole comunità con le quali condividere qualche ora assieme senza bisogno del greenpass. Un nuovo mondo.. Tutto da costruire.. Con gente nuova.. Che a parte avere la mia stessa condizione di “salute” era lontano mille miglia dalle mie abitudini, dal mio modo di pensare.. Questo status nuovo che si era creato mi portava ad uno stato di malessere generale, provavo dolore fisico nel vivere questa nuova situazione. Si erano creati in città home restaurant in garage adattati dove ci si incontrava tra persone nuove e libere mai viste prima x mangiare assieme e fare finta di condurre una serata normale fuori a cena. Tornavo a casa che mi si stringeva il cuore. C’erano anche dei momenti positivi e costruttivi da condividere senza dover usare la tessera verde, eludendola : con un gruppetto di poche persone abbiamo conosciuto esperti di erbe selvatiche e la domenica nel periodo primaverile andavamo a fare esperienza nelle zone limitrofe alla città per imparare a conoscere le erbe selvatiche e che uso farne in cucina e x la salute. Questo era un momento conviviale molto carino, si faceva anche picnic assieme in mezzo ai campi. Tra il divulgarsi delle informazioni si è venuti a conoscenza di più persone che non erano interessate ad usare il greenpass e di negozi che evitavano di chiederlo. Le informazioni si ramificavano tra le persone creando nuove opportunità sia di acquisto che di scambio di ciò che si era in grado di fare alleggerendo quella diversità che si era creata da chi poteva ottenere tutto perché aveva il greenpass e chi no.

 

Aria

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Testimonianza contro la Farsa

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Qualche giorno fa ho conosciuto un avvocato, sulla quale per via indiretta sono venuta a sapere di un evento piuttosto drammatico che l’ha colpita nel periodo più cruciale del farsavirus. Che adesso  racconto. Suo marito a seguito di alcuni disturbi fisici,( aveva fatto la prima dose)  decise che doveva andare in ospedale, per controllare l’andamento della sua salute. Il continuo martellamento mediatico di propaganda terroristica aveva sortito il suo effetto su di lui, e nonostante l’insistente parere contrario della moglie, che non vedeva nulla di preoccupante nella condizione fisica del marito, si fece ricoverare. Venne l’ambulanza che lo portò in reparto. Lei lo segui in auto, ed una volta raggiunto l’ospedale tentò di entrare, ma le fu impossibile perché ogni ingresso era sbarrato. Un infermiere le comunicò che si sarebbero occupati loro del marito e sempre e solo per loro tramite, avrebbe ricevuto sue notizie. Eppure aveva con se il cellulare, ma ogni tentativo di mettersi in contatto con lui era vano, qualcuno gli aveva spento il cellulare. Passò un giorno senza avere nessuna notizia, il giorno seguente decise di ritornare in ospedale e pretendere di potere vedere suo marito, di sapere come stava. Si presentò un infermiera, che le disse, adesso glielo  faccio vedere. Ritornò dopo qualche minuto con un ‘urna in mano, e le disse, ‘’ecco suo marito signora, mi dispiace’’. Dissero che era deceduto a causa di complicanze da covid, ma di cosa esattamente non si è saputo, e il giorno stesso cremato. Lei rimase impietrita. Il dolore, e la sofferenza furono devastanti e  per parecchi mesi, dovette elaborare il terribile lutto. Ma poi il senso di rivalsa e giustizia prevalse sul dolore, e destando in lei  un intenso desiderio di voler conoscere le verità che fino ad allora le erano state nascoste. Divenne così di li a poco la fondatrice di un’ Associazione, alla quale possono aderire tutti coloro che non si sono piegati al sistema, persone che  sono state sospese dal lavoro, altre che semplicemente condividono gli stessi valori di libertà. E’ una forma di comunità, che non ha luogo, le persone continuano a vivere nelle loro case , ma sono collegate a una rete e questa rete piano piano gli permette giorno dopo giorno di diventare sempre più interdipendenti, sempre più liberi, di sganciarsi dalle cose che divengono invivibili, o che gli vengono tolte nella vita normale. Trovo sia un progetto molto interessante..In Friuli se ne stanno sviluppando  parecchie di queste comunità, e stanno anche funzionando molto bene.

 

Antonella B.

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I morti di Bergamo

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I morti di Bergamo sono stati palesemente strumentalizzati per creare terrore e conseguentemente sottomissione nei cittadini, al fine di indurli di loro proposito, a consegnarsi nelle mani dei presunti salvatori, e farsi inoculare il Siero Killer. Il mio ex vicino di casa, proprietario di un’agenzia di Pompe funebri, sosteneva che i morti che si contavano in quel periodo erano nella norma rispetto l’anno precedente, e difatti non riusciva a capire,( inizialmente) il motivo per cui  i giornalisti, tv, mass media, diffondevano notizie false, che non corrispondevano  alla realtà che viveva tutti i giorni nell’ambito del suo lavoro. Questa evidente  dissonanza sulla realtà dei fatti, lo indusse a cercare informazioni per altre vie, e ben presto si rese conto degli intenti malevoli che si nascondevano dietro  le pretese (grencazz, tamponi, bavaglio…) del governo sui cittadini . Divenne un no vax convinto, e nell’ambito del suo lavoro, lasciò  liberi i suoi dipendenti di decidere per se stessi, cioè se lasciarsi sottomettere dalle imposizioni imposte del Governo, oppure alzare la testa e dire NO, io decido per me stesso, così come aveva fatto lui.

 

Antonella B.

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Testimonianza sul tampone – informarsi per tutelarsi

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Per avere il lascia passare falso, talune persone si servivano di medici mercenari che iniettavano, a sentir loro, soluzione salina al posto del siero Killer, previo un lauto compenso di 500 euro. Medici che abbiamo scoperto operare con il consenso del Sistema in quanto complici dello stesso. Ci sono stati poi i baci e gli abbracci con  ammalati di farsavirus  e se non bastava per ammalarsi, e ottenere sempre previo tampone positivo la idoneità alla malattia e ricevere il tanto agognato green cazz, ci si poteva rivolgere  alle  segretate  Banche del Covid.  A queste si rivolgevano particolarmente coloro che si definivano  no vax convinti , che partecipavano alle manifestazioni, che avevano armi in casa con le quali eventualmente difendersi da chi li voleva ‘’stanare’’per obbligarli alla puntura, e che avevano nascoste nel sottosuolo delle loro abitazioni o cantine, consistenti riserve di cibo, da utilizzare nel caso in cui fossero venuti a meno i beni necessari alla sopravvivenza.  Si trattava comunque di un’ altro stratagemma per ottenere il lascia passare nazi, che consisteva nell’utilizzo di materiale organico di scarto, quale catarro, muco prelevato dal naso, sputacchio di persone positive al farsa, conservato in una piccola boccettina monodose e custodito nel freezer ad una certa temperatura per mantenere inalterata la carica batterica. Il fruitore lo utilizzava  qualche istante prima di sottoporsi al tampone inserendo il materiale direttamente dentro le mucose nasali  A volte non riusciva al primo colpo, e dovevano ripetere la procedura una seconda volta.  Le persone che si sottoponevano a questa pratica abbastanza mortificante, raccontavano che lo facevano perché non potevano perdere il lavoro, in quanto avevano figli molto piccoli da mantenere, e non sapevano cosa altro fare, altri perché si sentivano  furbi nel fregare lo stato. In realtà credo che in generale, la maggior parte delle persone che hanno utilizzato il nazipas, pur definendosi no vax convinti, non  abbiano avuto la capacità di  comprendere come questo comportamento, avvallato dal potere oscuro, fosse in grado di  generare conseguenze catastrofiche sulla vita dei loro figli che tanto volevano proteggere, sulla loro stessa vita, e degli abitanti dell’intero pianeta. Il  tampone non è stato riconosciuto per la sua insidiosa pericolosità, degli effetti che tale pratica, poteva mostrare a medio lungo termine.  Oltretutto era stato più volte spiegato anche da scienziati e medici importanti, che oltre alla pericolosità oggettiva nell’utilizzo di questo bastoncino infilato nelle mucose nasali, anche volutamente inserito in alcuni casi a casaccio per creare danni ancora più gravi, c’era anche la questione, come se non bastasse, della  attendibilità di tale procedura. In quanto è stato ben dimostrato e documentato attraverso video, di come risultassero positivi i tamponi venuti a contatto con delle arance, delle bibite, del cibo ecc  quindi questo risultato doveva indurre ad una profonda riflessione. Non vuoi credere ai chip perché ti sembrano cose’’ fuori dal mondo’’ Va bene, ma magari, potresti  semplicemente chiederti che sostanze avranno  introdotto all’interno di quei tampax per risultare già contaminati. Come potrebbero agire nel nostro organismo le suddette sostanze. E poi informarsi meglio, dopo tutto stiamo parlando di tutelare la nostra vita, i nostri interessi, e di certo il governo senza alcuna ombra di dubbio, non tutela in alcun modo nostri  bisogni fondamentali.  Non bisognava cedere da nessuna parte, perché da quella fenditura a poco a poco si sarebbe andato a completare il progetto oscuro su tutti noi.     E’ sempre al bene più grande a cui dobbiamo mirare, che non è facile lo sappiamo, ma va comunque ricercato, e questo bene lo si conosce solo attraverso l’ascolto della propria Coscienza che ci porta a riflettere, alla calma che ci aiuta ad andare in profondità e penetrare la verità sempre più da vicino.

 

Antonella

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Mi hanno impedito di confortare mio fratello

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La testimonianza che sto per raccontare, mi riguarda molto da vicino, poiché interessa me personalmente e uno stretto familiare, mio fratello. Circa sette anni fa, mio fratello, allora cinquantenne portati alla grande, sembrava un ragazzino, ebbe un ictus. Purtroppo le sue condizioni sin da subito apparvero drammatiche. Operato  d’urgenza per bloccare l’ emorragia che stava espandendosi all’interno del cervello, ne uscii vivo per miracolo. Dopo una lunga degenza in vari ospedali della regione, ed una penosa e dolorosa riabilitazione, ne usci con una diagnosi di paralisi di tutta la parte destra del corpo, difficoltà del linguaggio, perdita di buona parte della memoria e difficoltà a ricordare nel medio e piccolo termine. Raccontare il motivo che fece subire a mio fratello l’ictus, richiederebbe una storia a parte. Come una storia a parte richiederebbe il racconto degli anni vissuti a casa con i miei genitori, prima di venire portato in una struttura per anziani ovvero un RSA, a soli 57 anni , dicevano solo per qualche tempo. Poco dopo e stato affidato ad un tutore, nominato da un giudice, per evitare la mia intromissione sulle future decisioni generali che lo riguardavano, dal momento che per quello che mi era possibile ho sempre cercato di evitargli il peggio, cercando di offrigli opportunità  per stare meglio e inoltre gli facevo protezioni psichiche, e Guarigione Energetica, ottenendo anche di risultati apprezzabili. Purtroppo non mi è stato possibile continuare a fare guarigione, a causa di impedimenti che non posso raccontare perché uscirei troppo dal tema principale. Ma voglio solo dire che quando si nasce in una famiglia di genitori, il cui intento è quello di annientare lo scorrere armonioso della  vita che esprime tutta la sua bellezza ed unicità, negli intenti del proprio figlio, lo sporcarsi e conseguentemente, se non si è abbastanza forti, lo spegnersi della vita è solo  questione di tempo.  Così mio fratello venne ricoverato nel 2021 a metà del periodo del Farsavirus . Dopo i prime tre mesi di permanenza nella struttura, ci dissero che potevamo fargli visita. Le visite ai propri cari ricoverati si effettuavano solo su appuntamento per una durata al massimo di 10 minuti. I ricoverati venivano accompagnati da una infermiera in questo enorme atrio e portati davanti ad una barriera divisoria di plexiglass , dove dall’altra parte lo aspettava il parente munito di maschera, guanti, green cazz e distanza di sicurezza. Non potevi toccarli, stringergli la mano, abbracciarli, fargli sentire tutto l’amore di cui avevano bisogno , si vedeva chiaramente il volto smarrito e incredulo di questi poveri anziani, che si vedevano privare dell’affetto dei propri cari.  Era una pena assistere a questa scene. In quella prima occasione accompagnai mia madre(la prima delle 2 sole volte in cui andrà a fare visita al proprio figlio) ed in quell’occasione chiesi, pur sapendo delle strette regole che vigevano in quel periodo, di poter entrare benché senza il tampone e senza greencaz, ma attenendomi a tutte le norme di  sicurezza del caso. Naturalmente non acconsentirono. Poi, però, osservando bene dove venivano svolti i colloqui, in questo enorme atrio a forma circolare chiuso da vetrate che davano sul  giardino , pensai che dalla vetrata avrebbe potuto almeno vedermi e mi ci infilai dentro iniziando a chiamare mio fratello a gran voce, e battere le mani sul vetro.  Fu impossibile non notarmi e pure lui mi vide e cosi si fece portare a malavoglia dall’infermiera davanti alla vetrata, ed in quell’occasione riuscii a vederlo e parlargli, sebbene divisi dalla vetrata.  Almeno una volta ogni 15 giorni, data anche la notevole distanza che ci divideva, circa un ottantina di chilometri, con la scusa di portargli delle prelibatezze che lui tanto gradiva, speravo di trovarlo nei pressi dell’atrio e almeno poterlo vedere e parlargli anche solo per un attimo, ma guarda caso in qualsiasi orario andavo non lo incontravo mai. Era sempre impegnato o da un’altra parte. Si era sparsa la voce sull’ospite molto indesiderato, ovvero io.

 

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Poi dopo qualche tempo a questa parte quando ormai le restrizioni si erano allentate  decisi di ritornare all’attacco per vedere di ottenere un incontro. Non era possibile continuare con questo tira e molla. Devo fare una premessa, giusto per far comprendere quanto stessi  ‘’simpatica’’ a tutto il personale,  ma soprattutto al primario della casa di riposo, per non parlare poi di mia sorella strega. Mio fratello è un sostenitore della medicina omeopatica, e quindi delle sue leggi, di cui ancora adesso per certi aspetti ne conserva il ricordo, in particolare quando si menzionava la pericolosità dei vaccini. E quando tentarono in tutti modi di obbligarlo a fare il vaccino mortifero,al suo ennesimo rifiuto iniziarono i soprusi del tipo, allora non puoi uscire devi rimanere nella tua stanza, oppure sei obbligato a fare tutte le settimane due tamponi, con il benestare e spinte  di mia sorella  accesa sostenitrice del vaccino, arrivata alla quarta dose, ma ahimè per il momento  ancora viva.  Ogni volta che ci sentivamo al telefono gli davo il mio manforte, ricordandogli sempre gli effetti negativi che il vaccino produce e di tenere duro, e  che in un qualche modo l’avrei aiutato. Quando seppi, poi che mia sorella aveva chiesto al tutore, ovvero alla sua amica di trovare il modo di obbligarlo a fare il vaccino iniziai ad incazzarmi parecchio. Volevano farlo credere totalmente incapace di intendere e volere. Ma non  avevano fatto i conti con me, o meglio con tutte le informazioni  che avevo acquisito riguardo all’illegalità dell’obbligo vaccinale e all’impossibilità di costringere alcuno a farlo. Avrebbero rischiato molto grosso, temendo anche che io parlassi rivelando il loro intento a qualcuno del settore, un avvocato per esempio, che si sarebbe preso cura del caso. Non conoscevo nessuno personalmente, ma ho dato ad intendere che fossi in contatto con un’ associazione di avvocati che gratuitamente si occupavano di difendere gli assistiti da ogni abuso legato all’obbligo vaccinale.  Giusto per intimidirle ulteriormente, e farle desistere dal loro malevolo obbiettivo. Per fortuna, mi andò bene, e  si tirarono tutti indietro.  Ad ogni modo, almeno sino ad oggi nessuno ha più tirato in ballo il discorso del vaccino. Però, ancora non mi ero arresa,  volevo vederlo, le restrizioni si erano ulteriormente allentate eravamo a Giugno. Così telefonai per l’ennesima volta  dicendo loro che avrei portato dei pasticcini per mio fratello e che se era nei paraggi magari gli avrei fatto almeno un saluto, ribadendo che tutte queste regole erano eccessive e prive di senso, sarei rimasta in giardino e lui all’interno della struttura, ma che problema c’era? che problemi hai? L’infermiera sembrava essersi ammorbidita. Così mi presentai all’appuntamento con il mio vassoio di pasticcini. Come mi avvicinai alla struttura intravidi dal vetro un uomo che si aggirava per l’atrio con fare ansiogeno, che guardava proprio verso la mia direzione, stava aspettando proprio me. Era il primario della struttura, e notai subito che non aveva il camice indossato. Appena mi vide si avvicinò alla porta vetro automatizzata con fotocellula, restando in mezzo per non farla richiudere. Mi chiese chi fossi, come se non lo sapesse altre volte ci siamo incontrati e salutati. Per l’occasione ero anche senza mascherina, figuriamoci, eravamo all’aperto, al massimo la indossavo quando entravo nella struttura, e poi comunque a dire il vero, l’avevo lasciata in auto, me ne ero proprio dimenticata. Mi guardò tra il disgustato, e l’impaurito, come se avesse davanti un essere’’non  ben identificato’’. Allungò le braccia e tendendosi anche con il corpo per non staccare i piedi dalla sua zona protetta, prese il contenitore dei dolci,  fece un balzo indietro cosi che la porta si chiuse immediatamente dietro di lui e se ne scappo via, senza darmi il tempo di aggiungere altro. Il vigliacco è scappato. Non è stato in grado, o forse nemmeno ha voluto confrontarsi con me, non lo riteneva necessario,  in quanto niente lo avrebbe smosso dalle sue ragioni. E’ così e basta, questa frase era impressa e vissuta in ogni millimetro del suo essere. Ma io non ho ancora finito, e con o senza appuntamento ci ritorno ancora.

 

Antonella

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Il Nazismo parte dagli amici

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1) Le attività

Uno degli scopi del nazipass era quello di escludere dalla vita sociale le persone che volevano opporsi al regime colpendo tutte le attività di svago, come ristoranti, palestre, cinema e locali. Per molte persone questo non fu un problema, poiché avendo fatto i sieri la loro vita non sarebbe cambiata più di tanto. Una piccola minoranza di loro era persino contenta, poiché in questo modo avrebbero ceduto anche coloro che sino ad allora avevano resistito. Nel mio caso la prima attività che fu preclusa fu quella della palestra, quella in cui mi allenavo da anni chiedeva il nazipass per cui non ci potevo più accedere. Continuai a praticare sport svolgendolo all’aria aperta. Per quanto riguardava i locali o i ristoranti, in un primo momento il nazipass si fece sentire meno. Essendo estate si poteva rimanere all’aperto ed inoltre alcuni di essi permettevano l’accesso a chiunque senza discriminare nessuno. Rispetto a prima uscivo di meno coi miei amici, ma comunque lo facevo, limitando le attività a dei giri in città o in locali all’aperto. Quelli che erano i miei amici, tutti provvisti di nazipass, inizialmente mi diedero supporto e continuammo a frequentarci. Man mano che passava il tempo, anche a causa delle basse temperature, diventò sempre più difficile vedersi e quando il governo vincolò tutte le attività al nazipass, mi trovai escluso da ciascuna di esse. In seguito al nazipass mi separai da molti degli amici che avevo da anni.

In quel periodo però ebbi la fortuna di conoscere altri ragazzi che si trovavano nella mia stessa condizione ed iniziammo ad uscire insieme. Oltre ad organizzarci per vederci in casa, iniziammo a frequentare due locali vicini alla nostra zona che non chiedevano il nazipass. Il primo era una pizzeria che si oppose al regime per tutto il periodo in cui era chiesto il nazipass, all’interno era possibile mangiare in tutta tranquillità. Non chiedeva nulla, nessuna mascherina e nessun nazipass. Era bello tornare a mangiare all’interno di un ristorante e poter respirare aria di libertà. La prima sera andammo in due, all’interno quella pizzeria era completamente vuota e lavorava solo per asporto. Dopo alcuni mesi iniziò a riempirsi sempre di più fino al punto che per avere posto era necessario prenotare. Probabilmente si era sparsa la voce che era un locale libero. Sono contento che il Karma li abbia aiutati, quella pizzeria si è sempre opposta al regime anche dopo che qualcuno aveva fatto la spia su di loro ed avevano ricevuto multe e controlli. Andammo per tutto l’inverno in quella pizzeria e lo facciamo tutt’ora. Il secondo locale lo conobbi tardi, verso la fine del periodo del nazipass. Si trattava di un ristorante che faceva dei finti controlli sul nazipass. Lo chiedeva a tutti i clienti al momento dell’ingresso, ma se si diceva di non averlo lasciava ugualmente entrare. Prima di far sedere chiedeva di poter simulare il controllo, in modo da evitare che qualcuno facesse la spia su di loro. Ci fu un terzo locale che, inizialmente contrario alle restrizioni, subì dei controlli e a seguito di essi dovette adattarsi al regime. Si trattava di un ristorante suddiviso in due sale, una interna ed una esterna connesse tra di loro. Quella esterna era chiusa con dei teli di plastica e al suo interno la temperatura era ottimale. Avendo la sala esterna questo ristorante permetteva a tutti di entrare. Dopo alcuni controlli gli dissero che per tenere la sala come esterna e quindi libera, avrebbero dovuto lasciare al suo interno delle finestre aperte per far cambiare l’aria e separare l’ingresso da quella principale. Sono stati costretti a chiuderla poiché col freddo le persone all’interno si sarebbero certamente ammalate come anche i camerieri, costretti a prendere continui colpi di freddo per accedere ad essa. Quando al telefono la cameriera mi raccontava questa storia aveva un tono di incredulità. Infine c’erano quei locali che esponevano proprio il foglio con scritto qui si entra solo col nazipass. Quegli avvisi appesi sulle vetrine non erano molto diversi da quelli che venivano esposti durante il nazismo.

 

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2) Il lavoro

Oltre alle varie attività il governo vincolò anche il lavoro al nazipass. Decisi che non avrei mai ceduto al nazipass in cambio del lavoro, quindi fui sospeso dal giorno in cui entrò in vigore fino a quando non venne più richiesto. Ricordo il giorno prima di essere sospeso. Ero rimasto al lavoro più a lungo del solito, poiché avevo un turno particolare che finiva più tardi rispetto agli altri miei colleghi. Nonostante dal giorno successivo mi sarebbe stato impedito di lavorare, nessuno sapeva nulla su quello che sarebbe accaduto l’indomani, non era arrivata nessuna comunicazione su quello che le persone prive del nazipass avrebbero dovuto fare i giorni seguenti. Verso sera, quando ormai tutti i colleghi erano andati via, vidi uno dei funzionari camminare in modo strano, era furtivo e sembrava muoversi con la coda tra le gambe come se stesse facendo qualcosa di molto vile. Tra le mani teneva con cura un foglio, vedendolo capii che aveva a che fare con la mia futura sospensione. Il funzionario appese quel foglio all’ingresso, vicino a dove si timbra il cartellino, con scritto che da quel momento per lavorare era necessario mostrare tutti i giorni il nazipass e chi ne era sprovvisto non poteva accedere alla struttura. Chi non aveva il nazipass avrebbe dovuto chiamare tutti i giorni per avvisare che non sarebbe potuto venire al lavoro. Era quasi umiliante dover chiamare di continuo per avvertire che non sarei andato nei giorni seguenti. Nell’ultimo periodo si accontentarono di una mail ogni settimana o ogni dieci giorni.

Essendo stato sospeso non ho lavorato durante tutto il periodo del nazipass, però sono accaduti alcuni episodi tempo prima. Il periodo più duro fu quello di alcuni mesi prima del nazipass, quando iniziarono a diffondere i test del sangue. Dove lavoro i sindacati avevano fatto molta pressione e, con la scusa di tutelare la sicurezza dei lavoratori, avevano reso disponibili per tutti i dipendenti i test del sangue per vedere chi era stato a contatto con il famoso virus. Il problema è che per quanto i test fossero facoltativi, il modo in cui li proponevano li rendeva obbligatori. Se una persona risultava avere gli anticorpi, avrebbe dovuto fare il successivo tampone restando in quarantena. Avvenne quasi una caccia verso coloro che non li avevano fatti, tra i quali anche io. In quelle settimane mi spaventava l’idea che qualcuno tra i colleghi si ammalasse e, a causa sua, anche altre persone. La colpa sarebbe facilmente ricaduta su chi non si era fatto il test. A scriverlo oggi mi sembra quasi assurdo, ma ricordo che in quel periodo percepivo chiaramente la paura di essere additato come un untore, il tutto per aver rifiutato di fare un esame del sangue. Evitai in ogni caso di fare i test ma, a differenza del siero, in questo caso non palesai la mia posizione di contrario e mantenni la riservatezza. Quando iniziarono ad essere disponibili i sieri decisi di non nascondere che mi sarei opposto, sia perché non accettavo di dovermi nascondere e sia per dare coraggio a chi si trovava nella mia stessa situazione, per fargli capire che non era solo. La maggior parte dei colleghi, con i quali ero in buoni rapporti, sostenne la mia decisione e disse che facevo bene ad evitare di farlo perché era pericoloso. Ci furono due episodi in cui alcuni colleghi, soffocati dalla propaganda, mi urlarono addosso per la mia decisione di oppormi al siero. Nella prima furono un collega ed un funzionario, il primo ripeteva frasi diffuse dalla propaganda in modo aggressivo, urlando ad esempio che ero un egoista, che stavo mettendo a rischio la salute degli altri e che era a causa delle persone come me che il governo metteva di continuo le sue restrizioni. Il secondo, con fare gentile, cercava di farmi sentire in colpa dicendo che avrei dovuto fare questo sacrificio per aiutare gli altri e che avrei dovuto farlo anche per una questione di rispetto verso chi avrebbe voluto fare il siero ma non ne aveva la possibilità. Nei giorni seguenti, il primo collega che urlava andò a fare la spia alla funzionaria direttamente sopra di me. Essa mi chiamò nel suo ufficio, e con un sorriso molto falso e sforzato, chiese se mi fossi fatto il siero. Io le risposi di no. Quando comprese che non me lo sarei fatto nemmeno in futuro, iniziò ad urlare per diversi minuti, con le solite frasi ripetute dalla propaganda miste ad un odio personale verso le persone come me. Rimase così tanto ad urlare che alla fine dovette smettere per il fiatone. Quando uscii dalla stanza i colleghi mi fissavano con gli occhi spalancati chiedendomi se la funzionaria fosse impazzita.

 

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Due miei amici continuarono a lavorare facendo i tamponi. Il primo mi raccontò di aver subito davvero tante ingiustizie e tante discriminazioni da parte dei colleghi, praticamente ogni giorno, i quali continuamente gli facevano pesare la sua scelta, ripetendogli le solite notizie inventate dal regime o che le restrizioni erano presenti a causa dei no-vax e quindi anche a causa sua. Mi raccontava che spesso, come umiliazione, controllavano il nazipass unicamente a lui lasciando entrare liberamente tutti gli altri. A volte capitava che uno dei suoi supervisori entrasse nel magazzino mentre stava lavorando per chiedergli il nazipass, nonostante glielo avesse chiesto la stessa mattina. Uno dei suoi colleghi con tre dosi una volta venne al lavoro ammalato perché convinto di non essere contagioso. A causa sua il mio amico si ammalò e risultò positivo. Il suo capo gli telefonò dicendo di non raccontare che si era ammalato al lavoro poiché in tal caso la ditta avrebbe subito un controllo e rischiato di dover lasciare a casa troppi dipendenti. La seconda amica era una libera professionista, per cui poteva lavorare liberamente tranne quando doveva relazionarsi con altre persone che in quel caso doveva fare ogni volta un tampone.

 

3) Gli amici

In seguito al periodo delle restrizioni ho cambiato amici e perso quasi tutti quelli che avevo prima che introducessero il nazipass. La cosa non fu immediata, nei primi mesi continuavamo a frequentarci quasi come se non fosse successo nulla, con la sola differenza che essendo sprovvisto di nazipass non potevo fare alcune cose. Inizialmente quando ci vedevamo non mi criticavano, però capitava che mi domandassero come facessi a vivere senza il nazipass, sostenendo che era impossibile vivere senza. In poche parole cercavano di farmi sentire un asociale che poteva solo chiudersi in casa perché tutte le altre attività mi erano state proibite. Coi mesi la situazione si fece più pesante e con l’arrivo del freddo risultava impossibile rimanere all’aperto troppo a lungo, quindi smettemmo di uscire insieme. Le poche volte che ci vedevamo mi chiedevano sempre come facessi a non avere ancora il nazipass. Un paio di loro criticava pesantemente, anche con insulti, la mia scelta di rinunciare al lavoro pur di oppormi ai tamponi e al siero. Per questi due sembrava quasi un fastidio emotivo il fatto che scegliessi la libertà invece del lavoro. Quando il nazipass non fu più necessario alcune di quelle persone che mi avevano isolato hanno cercato di ricontattarmi. Sembrava che si fossero dimenticati di quanto era successo oppure non lo avessero minimamente notato. Per fortuna in quel periodo conobbi altre persone che erano nella mia stessa situazione e feci amicizia con loro. Anche loro avevano vissuto storie simili alle mie. Una ragazza aveva una compagnia molto stabile con cui si conosceva da molto tempo. Durante le prime chiusure erano rimasti uniti, facevano le feste in casa e trascorrevano molto tempo insieme. A seguito della campagna d’odio verso i no-vax, i suoi amici la hanno improvvisamente abbandonata ed esclusa. Lei provò a risentirli, anche per vedersi in casa di qualcuno, ma con qualche scusa loro rifiutarono sempre. In alcune occasioni fu invitata, ma i suoi amici le chiesero di farsi un tampone perché non avendo fatto il siero non si sentivano al sicuro vicini a lei. Anche per lei, le stesse persone che la avevano abbandonata, hanno cercato di ricontattarla una volta tolto il nazipass. Anche ad un altro mio amico, quando fu invitato a casa di suoi vecchi amici, gli chiesero un tampone perché non aveva fatto il siero.

 

Alessio

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TAMPONI E GREENPASS

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Per quanto mi riguarda non ho mai fatto i tamponi e ovviamente nemmeno i vaccini, pertanto non ho mai avuto il diritto di avere il famigerato Greenpass; nemmeno per malattia in quanto non mi sono ammalato né di influenza né di Covid. Essendo un lavoratore autonomo, sono riuscito a gestire i lavori senza bisogno di ottemperare a queste assurde regole, tuttavia devo dire che in alcuni casi ho rinunciato a dei lavori, in quanto non conoscendo il committente, non volevo rischiare di trovarmi in una situazione di contrasto. Quindi mi sono limitato a lavorare per i miei clienti abituali, senza dover mettere mascherine o peggio dover dimostrare di non essere contagiato.

Di persone che hanno fatto il tampone o il vaccino e quindi hanno potuto avere il greenpass, ne conosco diverse, ma non abbastanza bene da poter riferire esperienze particolari, eccetto mio fratello che è anche l’unico in famiglia che ha fatto 3/4 volte il tampone.

Fortunatamente nessuno in famiglia si è ammalato durante la falsa pandemia, quindi non è stato necessario nemmeno effettuare tamponi per dover dimostrare di essere stati contagiati prima e guariti poi. Quando però hanno messo l’obbligo del greenpass per poter accedere a certi servizi, mio fratello era propenso a fare il vaccino per essere libero di circolare ovunque, ma io ho fatto continua opera di dissuasione e alla fine ha capito che non era il caso di farlo, grazie anche ai primi casi di effetti avversi con decesso che cominciavano a trapelare. Tuttavia in alcune occasioni di lavoro, per poter andare in luoghi in cui era necessario almeno il tampone, che comunque valeva solo 48 ore, quello lo ha fatto.

Si è rivolto ad un centro analisi privato convenzionato, a cui ci appoggiamo per le analisi del sangue quando c’è bisogno. Ha dovuto ogni volta prenotare con qualche giorno di anticipo, e poi recarsi al centro dove gli hanno fatto il prelievo nasale. È successo nel 2021 quindi erano già in uso i tamponi poco invasivi, che ti infilavano appena dentro le narici, e non quelli che usavano inizialmente, che invece arrivavano fino al cervello. Dopo circa un quarto d’ora dal prelievo, gli davano l’esito tramite certificato su carta dal quale è risultato essere sempre negativo. Il costo del tampone era di 20€. Con questo certificato in genere è potuto accedere, nei pochi casi in cui serviva, a luoghi come uffici comunali, banca, ecc… Ho detto in genere perché l’ultima volta che si è recato in comune in cui aveva fissato un appuntamento con un tecnico del settore edilizia, era entrato in vigore il greenpass con il QR Code. È successo che sul certificato rilasciato del centro analisi, non vi era tale QR Code, e quando è entrato in comune, l’uscere che aveva il dispositivo elettronico per la lettura del greenpass attraverso il QR Code, non l’ha fatto passare. A nulla è servito mostrare il certificato che confermava la sua negatività al Covid: è stato irremovibile e lo ha mandato fuori suggerendogli di andare a farsi il tampone in una farmacia.

 

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Il problema era che era già l’ora dell’appuntamento e per fare di nuovo il tampone avrebbe impiegato almeno un’ora perdendo il turno con il tecnico. Quindi ha saltato l’appuntamento, con la beffa di aver speso inutilmente pure i soldi per il tampone. È davvero incredibile l’ottusità di certa gente; possibile che fosse così difficile leggere il certificato e lasciarlo passare? Lui era comunque sano certificato, o no?

Per quanto riguarda gli effetti dei tamponi su di lui, non saprei dire di preciso. Non ho notato cambiamenti nel suo stato di salute e/o nel suo comportamento. Forse avendo fatto il tampone in una struttura privata hanno usato del materiale “pulito”?

 

Nick

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INGIUSTIZIE NAZIPASS

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5-09-2022

Si ha un impellente bisogno di sfogare la rabbia accumulata in questi anni per colpa dei capi, mass media e di tutti quei complici finti buonisti che hanno fatto tornare il nazismo. Tante sono state le ingiustizie compiute da loro e questo periodo è davvero molto duro per noi che andiamo controcorrente. Auguro ai pro-schifovax e pro-greencazz un karma che faccia effetto su di loro e si meritino quel che gli spetta da tutte le discriminazioni e dolori che ci hanno provocato. Eppure c’è chi pensa che dire così sia poco diplomatico, che bisogna essere buoni, gentili e aiutare ugualmente chi ci ha fatto del male, ma non è così che deve andare la vita. È giusto che i nazisti di oggi paghino per le loro colpe come nel passato e ancora peggio. Questi sono anni difficilissimi, caratterizzati da una lotta continua. La strada giusta non è una strada facile da percorrere, ma è ciò che motiva ad andare avanti e a mettercela tutta ogni giorno di più. Quando affermavo di rifiutare il nazipass di ogni genere (che potevano essere mascherine, tamponi, vaccini, gel disinfettante, distanziamenti, lockdown ecc.) o di non averlo ed esserne contraria, sono stata ricoperta di critiche e insulti da tutte le persone che avevo attorno a me, dai miei famigliari, dai miei colleghi, dagli amici, e anche dalle persone che avevo cercato di aiutare. Queste esperienze mi hanno lasciano dentro dei traumi e delle delusioni molto grandi, ma ho reagito, rispondendo con la mia voce e innalzando sempre la verità. Ho subìto delle gravi ingiustizie, sono stata trattata come fossi una criminale, una folle, una ignorante, una untrice. Sono stata minacciata, offesa, aggredita verbalmente e psicologicamente dai miei datori di lavoro, dai miei genitori, dagli sconosciuti per strada e dalle persone in cui credevo fossero amiche. Una mia conoscente si è presa una manganellata alla schiena dagli agenti in divisa solo perché stava manifestando pacificamente. Soldati dello Stato, che da vili traditori in nome di finte leggi, in nome del dio denaro e vaccino, ci sono venuti contro verbalmente e fisicamente invece di difenderci. Ci hanno voluto escludere dalla società, mettere da parte, fatti sentire soli e abbandonati. Per allontanarmi ho visto con gli occhi la falsità della gente come mai prima d’ora, sprigionarsi tutta in una volta. Ho imparato che parecchie persone non hanno neanche un briciolo di umanità. Accettano tutto senza ribellarsi a chi li comanda, e sono particolarmente infastiditi da chi è diverso da loro e possiede un animo libero e coraggioso.

Ricordiamo sempre con profondo rispetto la grandissima Anne Frank, che oggi ci è di fondamentale esempio. Una giovane ragazza che conosceva il mondo molto più di tantissimi adulti e diceva, tra le tante cose, che: “Gli stupidi non sopportano che altri facciano qualcosa meglio di loro”, e sono proprio questi stolti di ieri e di oggi a rendere la vita difficile a tutti gli altri. Vengono utilizzati come tramiti dai governi per ostacolare chi tra il popolo è il più sveglio e fa uscire la verità del marcio che si nasconde agli occhi degli addormentati. Imbecilli invidiosi che odiano la loro vita e vorrebbero vedere a pezzi anche quella altrui, per cui si permettono sempre di dire qualcosa di negativo e in maniera molto perfida andare contro alle persone sbagliate. Stato e complici sono dei nemici e in questi anni ho potuto vedere di quanta pochezza e nullità siano fatte certe persone, che fanno di tutto per essere schiave e rendere schiavi gli altri. Ogni tanto questi psicopatici si aggirano per le strade e rendono ridicolo l’intero genere umano con scene assurde e raccapriccianti. Vederne in giro uno ti fa allarmare e pensare di starci alla larga il più possibile perché deve essere una persona pericolosa. A settembre 2022 ancora si salutano a distanza col pugno o col gomito, indossano sempre la mascherina e sono giovani, vecchi, negozianti, camerieri… hanno sguardo spento, abbassato e se li guardi e li prendi in giro loro fanno finta di non vederti. Si igienizzano le mani con gel antisettici in modo frequente e con fare impulsivo e frenetico; sono molto nervosi e si alterano facilmente; ancora entrano nei negozi uno alla volta, facendo la fila all’esterno, nonostante nessuna regola venga loro imposta. Squilibrati mentali che si autoprivano le libertà. Hanno la fottuta arroganza di dirti di indossare una mascherina in piena estate con 40 gradi, ma cosa vuoi che capiscano, se nonostante le prove di milioni di individui che i vaccini non funzionino e non proteggano da alcun virus, figuriamoci se sa proteggere una stupidissima mascherina.

 

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Come si fa a non provare rabbia verso tutto ciò che ci hanno fatto, verso tutto quello che hanno combinato ai bambini rovinando la vita e intere generazioni o tutto ciò che hanno fatto agli anziani indifesi uccisi sacrificandoli in nome di un virus creato artificialmente per poi eliminare le loro tracce nei forni crematori, esattamente come facevano durante la seconda guerra mondiale. E quando i pro-schifovax scrivono post come: “è possibile usare i farmaci del dott. Scoglio per disintossicarsi dal vaccino covid?” perché i vaccinati stanno tutti male e stanno morendo in massa… come si fa a non pensare che sia meglio per loro l’estinzione?

 

Le persone che alla fine si sono vaccinate mi dicevano che dovevo accettare ogni forma di greenpass, che dovevo adeguarmi alla società, se no non si sopravvive, se no non si viaggia, se no non si lavora. Oggi molte di queste si sono pentite, tutte si sono ammalate di covid più volte e hanno iniziato un processo autoimmune caratterizzato da malattie incurabili; altre sono morte. È stata una loro scelta volontaria e la stanno pagando sulla loro pelle, perché lo Stato poi non li difenderà e non li curerà. Avevano paura di perdere le loro libertà e senza saperlo le hanno perse totalmente, come anche la loro salute.

 

I criminali assassini del governo compresi anche i sindaci dei comuni più piccoli, hanno vietato a chi non possedeva greencazz di entrare e di sedersi in bar e ristoranti, usufruire del cesso, vietato entrare nei negozi; hanno vietato l’ingresso agli uffici postali, in banca, l’accesso al treno, sull’autobus, nei cinema, nelle discoteche, in chiesa – luogo abominevole – in cui senza mascherina non potevi entrare. Non potevi mangiare o bere in autogrill, non si poteva andare da nessuna parte, incontrare persone, entrare in ospedale, eseguire delle visite mediche, fare delle operazioni chirurgiche senza il passaporto nazisanitario. Si negavano le cure a chi ne aveva bisogno solo perché non era vaccinato. Non potevi studiare in università, fare gli esami, andare a scuola senza mascherina e prendere l’autobus, andare nelle fiere o concerti all’aperto, alle sagre e feste. Non potevi avere un ombrellone sulla spiaggia e la propaganda che veniva fatta era puro terrorismo psicologico ben studiato, perché tutto ciò doveva diventare la nuova normalità e tutti dovevano accettarla, pena l’esclusione dal mondo e da tutti i diritti fondamentali. È successo che anche a chi lavorava in “smart working” da casa gli era stato implementato il green pass.

 

“Qui si entra solo con green pass” era scritto ovunque e a lettere cubitali e la gente era fiera di esibirlo, soprattutto agli inizi. Un giorno una mia amica ha domandato a un esercente: “Voi chiedete il nazipass?” Testuali parole. La risposta dell’uomo è stato “Sì” e la contro risposta: “Allora meritate il fallimento”. Dovremmo iniziare a rispondere a tono tutti quelli che chiedono il passaporto schiavitù e se i servizi pubblici non sono garantiti, allora non bisogna più pagare le tasse. Una delle fregature colossali era proprio il fatto che la gente che offriva certi servizi si era vaccinata per ottenere dei diritti – che già avevano di norma – e poi hanno iniziato a perdere clientela e hanno subìto anche loro l’aumento delle tasse

e delle spese, arrivando al collasso e al fallimento. “Bisognerebbe lanciare bombe contro il Palazzo”, dicono in molti, e allora che si aspetta a farlo? E cosa diciamo di tutti quei genitori che dovrebbero insegnare ai figli i valori della vita e che invece oggi sono per la gran parte degli isterici cannati e arcobalenati, che davanti a un negozio ad agosto ancora parlano ai loro bambini in questo modo, come se fossero dei piccoli stupidi: “No – bambini – noi – qui – non – possiamo – entrare – perché – non – abbiamo – la – mascherina”. Genitori folli, pro vax, pro cambio sesso per bambini e adolescenti e pro violazione della privacy, perché tanto la vita è ormai pubblica, così tanto che è normale per loro se la polizia fa le foto nelle piazze con le telecamere di videosorveglianza per controllare le persone senza mascherina e con il riconoscimento facciale fargli arrivare la multa a casa! È normale, per questi genitori, leggere e appoggiare post sui social scritti da medici nazisti come: “E siamo ancora qua… eh già… continuate ad andare in piazza a manifestare… noi vi intuberemo lo stesso. Perché siamo superiori. Lo faremo con il sorriso, e la competenza che ci appartiene. Ma ci avete assolutamente rotto.”

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La gente è cattivissima,

maligna, senza pudore e anche alcuni luridi vecchi nelle sale di attesa di alcuni servizi dicevano le stesse cose. Non le scrivevano ovviamente sui social, ma le dicevano a voce e se in quel momento oltretutto ti scappava uno starnuto, era la fine. Ma loro non sanno che se vanno in ospedale il covid gli viene “curato” coi farmaci per l’HIV per creare i malati di aids. Luc Montagnier infatti diceva: “Coloro che hanno preso la terza dose dovrebbero andare in un laboratorio e fare un test per l’AIDS. Il risultato potrebbe sorprendervi. Dopo di ché fate causa al vostro governo”. In estate 2022 le federazioni nazionali infermieri continuano in modo ridicolo a sospendere gli infermieri che non si vaccinano e anche quelli che non lavorano più nel comparto sanità, proprio a conferma del fatto che la vaccinazione è di interesse prettamente politico e non sanitario. Lasciano a casa i svegli, e tengono a lavorare i soldatini buffoni di corte che eseguono gli ordini e leccano il sederino ai capi pur di andare contro chi combatte per la libertà e la verità. Ma la resa dei conti arriva!

 

Alcune immagini per ricordare ….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Greenpass e difficoltà a lavoro

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Tutto iniziò il 15 Ottobre 2021 con l’entrata in vigore del green pass obbligatorio per presentarsi al lavoro.Il green pass si poteva generare facendo dei tamponi ogni 48 ore oppure consegnando il foglio di avvenuta vaccinazione ma visto che non avevo la minima intenzione di andare a lavorare presentando un certificato che convalidava il mio buono stato di salute non mi sono presentata. Oltretutto il giorno 14 Ottobre da me in ufficio c’era un sacco di fermento perchè era uscita una circolare ministeriale dove richiedeva ai Dirigenti di nominare dei “Controllori”…quindi stavano chiedendo a cani e porci di fare il controllore a gente che passava per caso nei corridoi. E questo cosa comportava? Che si innescava l’ennesima lotta tra colleghi perchè miei pari livello avrebbero potuto controllarmi solo perchè hanno accettato di fare gli sceriffi. Quindi con questo clima da caccia alle streghe decido di mettermi in malattia. Chiamo il mio storico Medico di famiglia il quale mi dà l’appuntamento. Quando vado in studio da lui e mi apre la porta rimango allibita. Doppia mascherina, camice verde monouso e guanti. Stavo scoppiando a ridergli in faccia ma mi sono trattenuta. Mi chiede cos’avessi e gli dico che avevo male al ginocchio. Premetto che il problema al ginocchio l’ho avuto veramente ma circa 1 anno prima e curato da sola ma sapevo di poter contare su quel problema. Mi guarda e mi dice che mi avrebbe dato 5 giorni e che secondo lui io stavo facendo la furba… Mi ha chiesto se mi fossi vaccinata e quando gli ho detto assolutamente di no mi ha attaccato un pipottone infinito e che dovevo farlo per il mio bene…camminavo verso l’uscita con lui dietro che parlava e gli dicevo “si si ok…”. Comunque esco da lì e decido di cambiare medico. Avevo pochi giorni per trovarne uno decente e fare il passaggio ma sono riuscita. Il nuovo medico mi ha fatto fare una lastra e mi trova un ginocchio mal ridotto ( ma và?) quindi mi ha dato parecchi giorni di mutua ma mi andava bene per temporeggiare e vedere nel frattempo cosa succedeva con sti green cazz. Nel frattempo sono iniziate le visite dell’Inps, con una dottoressa bastarda che sminuiva ogni cosa…menisco andato’ vabbè è solo il menisco…legamenti? Tsk! Artrosi? Stupidaggini…peccato solo che non sia scivolata su una cacca con le sue belle scarpine! Comunque sono riuscita a stare parecchio tempo a casa ma come mi diceva il mio nuovo Dottore, “dobbiamo produrre documentazione…”quindi ho fatto pure una TAC dove è emerso di tutto….yeah!!!! Comunque tra una visita Inps di quella Dottoressa bastarda  e l’altra sono riuscita a stare parecchio tempo a casa finchè il mio Medico un giorno mi dice chiaramente di aver subito pressione dall’alto ovvero dall’Inps. E da lì tutto cambia. Lui ha iniziato a darmi 2-3 giorni alla volta, poi non mi mandava i certificati ecc…finchè un giorno mi scazzo e decido di rientrare al lavoro. Era Febbraio. Mi presento in ufficio e il mio capo inizia ad agitarsi. Eravamo soli. Riceve una telefonata e dice “e’ rientrata la segretaria, adesso glielo chiedo..” ovviamente mi chiede se avevo il green pass da vaccino. Ovviamente gli dico di no, allora mi risponde che doveva farmi un verbale. Prego, faccia pure. Il sacco di merda compila il verbale gli faccio scrivere nelle note che il diritto al lavoro è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione. Dopodichè mi invita ad andarmene perchè gli avevo già rovinato abbastanza la mattinata (erano le 9)…poverino, gli ho rovinato la mattinata! Che cattiva che sono!! Da quel momento sono stata sospesa dal lavoro perchè in pratica da Dicembre tutto il personale che lavora nell’ambito della Sanità, amministrativi compresi è stato trasformato in sanitario e io sanitaria non la sono mai stata ma i sanitari, quindi da Dicembre TUTTI, avevano L’OBBLIGO del vaccino. Un giorno mentre ero in giardino mi vedo arrivare la macchina del Comune con il messo comunale sopra. Mi chiama per consegnarmi una notifica. Guardo e c’era una multa di 460 euro da parte della Prefettura per mancata esibizione del green cazz in ufficio. No comment!!!Quindi quel ciccione ripieno di merda del mio capo, come da protocollo, ha inoltrato il mio verbale al mondo, compresa la Prefettura. Nel frattempo,subito dopo la sospensione ho contattato un avvocato molto vicino a queste cause il quale mi ha consigliato di fare una “procedura d’urgenza” presso il Tribunale. In pratica il Tribunale ha accettato, abbiamo dopo 2 mesi avuto l’udienza con il giudice e 2 stronzi della controparte dell’ASL. Il mio avvocato in attesa della causa di merito ha proposto un ventaglio di possibilità alla giudice (smart working, assegno di mantenimento, rimansionamento ecc..) ma alla fine alcuni giorni dopo è arrivato l’esito ovvero che la giudice non si è sbilanciata e quindi è come se avesse respinto la causa.

Quindi per lo Stato un essere umano puo’ benissimo morire di fame, anzi DEVE MORIRE DI FAME SOPRATUTTO SE NON ESEGUI GLI ORDINI!! Comunque alla fine sono ancora qui sospesa, nel frattempo sto sentendo di colleghi e personale sanitario vario che sta facendo ricorso, cosa che prima non succedeva e di questo ne sono molto contenta! Per il momento ho trovato un altro lavoro che mi faccio andare bene, ma voglio assolutamente che giustizia sia fatta e che tutti i sospesi, maltrattati umiliati ecc…abbiano la loro grandissima rivincita e quando così sarà potrò finalmente mandarli tutti a fare in culo orgogliosamente!!!!!!

 

Valentina

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Rifiuto di operare la bambina non vaccinata

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In questi ultimi due anni stiamo vivendo un periodo che definirei strano, anomalo, che forse si avvicina molto a diversi romanzi utopistici, film fantascientifici e che trova molte somiglianze con quello che i nostri nonni hanno vissuto sulla loro pelle 80 anni fa. A prescindere che le similitudini siano casuali o meno, anche se evidentemente non lo sono, ciò che più colpisce di questo momento storico è la distruzione sistematica di quelli che sono i valori umani, quelli veri, che ci troviamo a vedere ribaltati continuamente ogni giorno di fronte ai nostri occhi. C’è chi questo lo vive come la nuova normalità, facendosela propria e credendoci come da agenda Governativa e c’è chi capisce e sa, invece, che ognuna di queste decisioni straordinarie è un crimine verso l’umanità ed un passo verso quello che sembra una dittatura “soft”, ma che potrebbe essere l’ultima e la peggiore che abbiamo mai visto nella storia recente. In questo senso reputo fondamentale testimoniare quello che ho visto cambiate negli ambienti e nelle persone intorno a me sotto ogni punto di vista.
In questo articolo vorrei parlare di un aspetto di questa situazione che ha creato molti problemi nelle persone, sia perché ha riprogrammato le menti di molti in negativo, sia perché molti altri ne hanno sofferto e si sono visti privare della propria dignità come esseri umani, venendo paragonati spesso al livello di cani, vermi e feccia della società, solamente per aver esercitato il diritto di poter scegliere per tutto quello che riguarda il proprio corpo. Nello specifico mi riferisco a tutto quello che è risultato dall’introduzione della vaccinazione, e quindi del cosiddetto “Green Pass” come requisito fondamentale per poter accedere a determinati servizi e al luogo di lavoro.

Come ben sappiamo, il Green Pass è una misura che è stata amorevolmente introdotta per garantire la sicurezza della popolazione e per contenere i contagi della più pericolosa malattia con cui abbiamo mai avuto a che fare nella storia, il Farsavirus. Il presupposto fondamentale per il rilascio della certificazione verde è la vaccinazione, non obbligatoria sia chiaro eh, oppure l’essere guariti dall’essere sani o dal raffreddore dopo essersi sottoposti a tampone.  Per far ulteriore chiarezza, il Pass Verde consiste di un codice QR contenente i propri dati anagrafici e sanitari, unico per ogni persona, che è poi collegato a vari database governativi online e che velatamente ti rende più o meno una latta di pomodorini pelati col codice a barre, col vantaggio che è più preciso e permette al Governo di localizzarti meglio sul territorio, renderti più visibile fiscalmente e anche dal punto di vista sanitario. Ovviamente ci tengo a dire che tutto questo non è mai stato reso ufficiale, ma se ragioni capisci benissimo che è così perché ci sono svariate testimonianze di come questa pratica sia stata di gran lunga anticipata da stati liberi e democratici come la Cina.

Fin dall’inizio della Farsa hanno cercato di dividere le persone creando etichette da attribuire a persone che avrebbero o non avrebbero seguito una determinata legge o misura sanitaria. Hanno iniziato da subito parlando di No Mask per chi si rifiutava di indossare una museruola quando usciva di casa per farsi una passeggiata da solo in mezzo al campo, per passare a No vax per chi si rifiuta di iniettarsi una sostanza poco nota e sperimentale, facendolo poi seguire dal no pass per chi diceva che avere un pass per andare dal ferramenta a comprarsi un rubinetto o comprarsi un vestito fosse una cosa che nulla ha a che fare con la sanità, ma che ha solo di politico e di dittatoriale. Mi ricordo molto bene di come fin dai primi momenti le persone “rispettose e che si sono sacrificate per il bene collettivo” abbaino iniziato subito a mettersi in prima linea per la causa, cercando di fare la morale a chi non la pensava come loro, per poi passare direttamente a guardare male per strada, urlare e discriminare chi con vera Coscienza ha scelto liberamente per la propria vita.

 

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Queste stesse persone sono quelle che in televisione offendevano pesantemente chi era di idea contraria, arrivando persino ad augurare malattie e morte, fatti che ovviamente vanno bene nei Media, che ricordo dovrebbero garantire la pluralità di idee e la libertà di pensiero e che al contrario hanno solo fatto propaganda incitando all’odio, come si faceva nel Nazismo e in altre dittature a noi ben note. Si tratta delle stesse persone che si sentivano e che si sentono tutt’ora felici a umiliare chi ha perso il lavoro per leggi dittatoriali e che magari è alla fame, sono quelle che vedi che vanno in giro fiere di portare la museruola anche se hanno tolto un obbligo che mai è stato dichiarato come tale, e che al limite era solo “caldamente” consigliato. Tutti questi brevi esempi sono solamente accenni di quello che è un lavaggio del cervello e di come può prendere piede nelle menti deboli che non hanno nemmeno il coraggio di chiedersi se qualcosa è giusto per la propria salute o per gli altri, semplicemente se la legge lo dice va fatto. Quindi se dice di buttarsi giù dalla finestra o di uccidere qualcuno lo faresti? Beh, durante il Nazismo questo è successo, hanno solo eseguito gli ordini poverini, come chi oggi corre a vaccinarsi o si rifiuta di far entrare una persona a comprarsi un cappotto per coprirsi dal gelo, semplicemente perché non ha un codice a barre o un foglio di carta che può certificare il nulla.

Parlando della mia esperienza personale, anche io mi sono ritrovato a vivere situazioni di discriminazione originate da queste manipolazioni, sia in ambito lavorativo che privato. Iniziando da cose più banali, anche se non lo sono per niente, ho perso il conto delle volte in cui commentavano o mi guardavano male per l’assenza di mascherina mentre mi trovavo fuori casa e per il mancato rispetto delle regole d’oro. Mi è capitato di essere aggredito verbalmente qualche volta per questi motivi mettendo subito a tacere la cosa, si tratta comunque di una reazione che direi essere normale da avere nei confronti di una persona che incontri per la prima volta, ci sono stati molti casi di persone aggredite anche fisicamente per questo motivo. Per essere chiaro, queste situazioni già accadevano prima che fosse introdotta la vaccinazione ed il così detto Green Cazz e si sono poi radicate peggiorando rispetto a qualche tempo prima.
Se fuori casa mi capitavano sguardi di paura e di odio, a lavoro la situazione è sempre stata tranquilla pima delle vaccinazioni, essendo in un ambiente per lo più di giovani studenti e non l’aria era più tranquilla ed erano in pochi ad aver paura del contatto umano o del tuo respiro senza la museruola. Quindi per un bel po’ di tempo sono stato sereno da questo punto di vista, se non per i responsabili che passavano per controllare e fare i bravi soldatini che dicono di rispettare il generale, fino a che hanno iniziato a pubblicizzare le dosi killer e le cose hanno iniziato a cambiare. Se fino a poco prima era tutto sereno e potevamo stare tutti seduti appiccicati a mensa fregandosene delle regole, dal momento dell’inizio delle vaccinazioni non si parlava che di questo e le persone, come appena azzerate nel cervello hanno iniziato di punto in bianco a stare più distanti e a rispettare le regole con decisione, cosa di cui prima si sono sempre fregati per la maggior parte. Sembrava di essere in un altro mondo da un giorno all’altro, di punto in bianco erano tutti decisi a volerlo fare per poter ritornare al mare e in discoteca a bere e a farsi come delle scimmie. Quando metti la carota davanti ad un asino che muore di fame, lui ci corre dietro come un pazzo senza pensare che magari sotto i suoi piedi c’è dell’erba che potrebbe brucare. Questo per dire che dopo aver fatto disperare ripetutamente le persone con mille torture psicologiche, basta una falsa speranza per il loro bene per farceli cascare senza che loro pensino a delle alternative. Per me l’ambiente stava diventando molto pesante, perché tutti non vedevano l’ora di correre a farsi in(o)culare e non parlavano di altro se non di quando gli avevano fissato le date delle dosi, magari lamentandosi che il collega a cui avevano dato l’appuntamento prima era fortunato e che lo invidiavano, sempre stesso entusiasmo di un ragazzo della gioventù hitleriana quando riceveva una falsa medaglia o aveva la cerimonia di qualcosa. Indottrinati. Punto.

 

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Quando parlavano di queste cose ero uno dei pochi a star zitto e a fregarsene, non mi sentivo di dire nulla e di rispondere a chi vedevo incapace di ragionare perché colpito da morte celebrale, ne parlavo solo con chi vedevo indeciso e che non si fidava di questa cosa strana e chi sapevo non essere d’accordo con ciò che stava accadendo. Io non ho mai parlato della mia salute a lavoro, nemmeno della mia vita privata e questa mia riservatezza è passata come se nascondessi qualcosa, vedevo che stavano iniziando a pensare male di me, nonostante la mia disponibilità ad aiutare e il fatto che sapevano di poter contare su di me, tanto che giuro tutti si confidavano per chiedere consiglio sulle loro vite private, al punto che le sapevo meglio di loro. Hanno piano piano iniziato a dire cose del tipo “Tu quando ti vaccini? Non ci dici nulla, mica sarai uno di quelli eh?” oppure “Ma scusa, se non fai il green pass come fai che non puoi andare al ristorante e al cinema?”, per arrivare ad insinuare direttamente che dovevo vergognarmi e che era per colpa di persone come me che si affollavano i reparti ospedalieri. A tal proposito vorrei far notare che non ho raffreddori, febbre o influenza da almeno tre anni; quindi, da ben prima di tutta questa messa in scena non ho mai avuto nessuno dei terribili sintomi, e da almeno sette anni non appena ho qualcosa mi curo solamente con rimedi naturali. Tornando al discorso principale, all’inizio i colleghi punturati che a me ci tenevano di più mi difendevano davanti agli altri, ma passati al momento dell’obbligatorietà di green pass per alcuni negozi e ristoranti (circa Agosto 2021) hanno iniziato a dirsi preoccupati per me, chiedendosi come avrei fatto senza ristoranti, negozi di vestiti, cinema, bar e chissà altro e comportandosi avendo pietà di me, perché secondo loro non capivo. Col passare del tempo hanno iniziato a parlarmi sempre di meno, in particolare alla loro seconda dose sono peggiorati, arrivando ad essere molto superficiali e a parlarmi solo perché eravamo nello stesso luogo e nello stesso momento, poi finiva lì. Prima di questa situazione ci scrivevamo spesso e qualche volta ci siamo anche incontrati per fare sport, sembravano davvero amici di lunga data, ma ad un tratto hanno voltato faccia solo per una regola, un codice che mai dovrebbe contare di più di un’amicizia o un rapporto, eppure questo mi ha mostrato chi è una persona vera tra tutte quelle che lo erano a parole, ma nei fatti zero. Ho passato l’ultimo periodo lavorativo in questo modo, per poi arrivare a trovarmi senza lavoro a causa dell’azienda che dal 15 Ottobre ha lasciato chiunque non si conformasse a casa, senza pensare minimamente se i dipendenti sospesi potessero avere un affitto, una famiglia da mantenere o chissà quale situazione per cui senza un lavoro si sarebbero ritrovati per strada, semplicemente perché lo stato ha voluto e loro hanno dovuto rispettare i comandamenti.
Quando si arriva a commettere queste azioni c’è qualcosa che non va, vivere e poterlo fare dignitosamente dovrebbero essere cose normali e garantite, ma quando c’è una spinta forte che in maniera ossessiva e dispotica ti spinge a tradire quelli che sono altri esseri umani, e che ti fa sentire in dovere di farlo perché le regole vanno seguite, allora capisci che qualcosa non va più e che forse c’è davvero un disegno dietro, una dittatura. Non ho accettato questa imposizione d parte dello Stato e mai accetterei decisioni del genere in futuro che sia per una banale scusa, o per meglio dire un oscuro inganno. Sono state prese e stanno venendo prese tuttora decisioni che vogliono minare le nostre libertà in tutto e per tutto, come questo ha colpito me ed altri che non hanno accettato di sottomettersi ad un volere ingiusto, colpirà anche chi come un folle ha deciso di prestare la propria faccia e di vendere la propria identità alle stesse persone che hanno deciso di fare scempio di esseri umani, giusto perché li considerano marionette e soldatini con cui giocare. Anche se nel tuo profondo non vuoi crederci, questa è la realtà del periodo che stiamo affrontando e non mi stancherò mai di ripetere a me stesso che tutto questo non è né normale, né giusto e non è da stupidi pensare che questo mondo, questo pianeta dovrebbero essere altro: tutto ma non un pianeta di persone che si tradiscono e che fanno a gara a chi è più bravo a chinare la testa e a fare lo schiavo.
 

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Nonostante tutto questo ho deciso di andare vanti come molti, ho deciso che è inutile avere paura di una persona che parla in una registrazione con copione annesso, quindi ho continuato a vivere come se niente fosse e tutta quella paura delle multe e dei controlli non l’ho mai voluta provare; questo significa che sono entrato nei negozi ignorando la necessità di un Cazzo Verde, molte volte nemmeno ci hanno pensato a chiederlo, perché chi aveva un minimo cervello chiudeva un occhio e accettava chiunque pur di aver un’entrata in più e reggersi in piedi dopo aver subito perdite ingenti per scelte governative. Altri invece, arrivavano puntuali, ti intercettavano subito come soldatini per chiederti con un sorriso il Pass, inutile dire che in quei posti non mi hanno più visto e non ci sto comprando nemmeno adesso perché si tratta di persone vuote e che si sono vendute alle regole, lasciando morire la loro unica goccia di umanità.
Un esempio della stupidità e dell’assurdità di queste misure l’ho avuto ad un matrimonio che si è tenuto più o meno nello stesso periodo in cui ho perso il lavoro. Purtroppo, non ho potuto evitarlo e sinceramente non mi faceva affatto piacere stare a contatto con persone che elogiano il NaziPass, ma ci sono andato senza che nessuno mi controllasse. Premetto che c’era chi sapeva la mia posizione riguardo questo tema, ma comunque nessuno si è fatto domande. Durante il ricevimento nessuno indossava le sante precauzioni, stavano tutti vicini a parlare e ballare e qualcuno condivideva anche i bicchieri perché si sentivano sicuri che ogni persona presente fosse protetta ed immune alla bestia nera chiamata Covid, perché muniti di un certificato che rende forti ed unici. La cosa che mi ha colpito è stata sentire in più occasioni membri dello staff del catering parlare tra di loro per ricordarsi di stare attenti perché tra gli invitati c’erano persone non vaccinate e quindi senza pass, che sarebbe stato pericoloso abbassare la guardia e che per colpa di queste persone non potevano svolgere al meglio il loro servizio. Non commento e passo oltre.

Andando a guardare sempre vicino a me, ci sono stati altri episodi di discriminazione grave a danno dei miei genitori e di alcuni parenti. Come ho raccontato in un’altra testimonianza sui casi che ho conosciuto di danni avversi da Siero Killer, per motivi inerenti al lavoro mia madre e mio padre si sono trovati a dover decidere tra il lavorare o lo stare a casa, mia madre ha ceduto e mio padre ha deciso di non volerlo fare andando avanti senza. Entrambi lavorano nell’azienda di mia zia, che per paura di controlli ha insistito che fossero in possesso del certificato, ma quello che ha insistito di più e in maniera malata è stato mio zio. Ogni volta che i miei genitori si presentavano a lavoro lui non parlava con loro, stava lontano e addirittura arrivava a dire che se non se ne fossero tornati a casa se ne sarebbe andato lui, che per colpa loro l’attività ne avrebbe risentito e che aveva una paura folle di prendere la malattia e morire. La situazione era molto pesante e di certo non erano le sue urla a rovinare il rapporto con la clientela, si è trattato di un peso che mia madre non ha retto e che l’ha portata a prendere una decisione che le sta rovinando la vita piano piano al punto che faccio fatica a credere che sia lei ogni volta che la rivedo. Dopo le due dosi ed i dolori percepiti mia madre ha deciso di non proseguire con queste dosi, e quindi quando è arrivato il momento del Supermegaipercazz la storia è continuata e mio zio aveva paura a starle vicino come prima. L’estremista Nazi 2.0 ha continuato ad insultarla in sua presenza, ovviamente mettendo in mezzo mio padre e dicendo che sarebbe stata sua la colpa in caso di contagi e di multe. Inutile dire che lui ha sempre ignorato tutto, e che mia madre ha almeno capito la vera natura di mio zio, però questo ha comunque portato una persona vessata e che aveva paura di fare il vaccino ad essere a sua volta impaurita e succube dei sensi di colpa, per poi farla cedere.

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Sono le persone come queste quelle da cui stare lontani in ogni modo e da ghettizzare, non le persone che vogliono vivere serenamente. La cosa più stupida di queste manipolazioni è come la paura che hanno messo in testa alla gente funziona tra vaccinati stessi, perché se mio zio continuava ad aver paura di mia madre, ha iniziato ad averne di sua moglie, la quale vedendo come lui trattava mia madre e mio padre ha iniziato a riflettere un minimo decidendo di non vaccinarsi oltre. In quel periodo mio zio è risultato positivo ai test più di una volta, per le regole sarebbe dovuto rimanere in casa ed invece se ne andava in giro ogni giorno, mentre bastava un colpo di tosse o uno starnuto per vederlo urlare a mia zia e a mia cugina di stare in casa e di non uscire, assicurandosi con dovizia che così fosse.
La malattia mentale fa davvero brutti scherzi, ma forse ce ne sono livelli più avanzati. Verso Aprile 2022 mia cugina ha iniziato ad avvertire dei forti dolori allo stomaco. Il primo giorno non ci hanno dato molto peso, ma dal secondo ha iniziato a stare male, tanto da piegarsi per il dolore. Mia zia ha deciso di portarla dal dottore che le ha dato qualche medicina, nonostante avesse cercato di fargli notare che era un po’ gonfia nella zona dell’appendice l’ha comunque rimandata a casa. La sera stessa, al secondo giorno di digiuno, si sono decisi a portarla al pronto soccorso perché i dolori stavano aumentando vistosamente. Al pronto soccorso le hanno detto che per via dei casi e per la mancata vaccinazione non potevano accettare una ragazzina di 12 anni per un semplice mal di pancia, anche se in preda ai dolori da due giorni. La mattina seguente hanno tentato di portarla in un altro ospedale vicino, dove l’avrebbero accettata tramite tampone. Trattandosi di appendicite il rischio è grosso, ed hanno deciso di fare il tampone che è poi risultato positivo. Per questo “serio” motivo hanno rimandato a casa una bambina che stava per andare in peritonite, condizione per la quale si muore e con non pochi dolori. Mia zia era davvero disperata e non riusciva a credere come fosse possibile, è ritornata di nuovo in ospedale dopo aver parlato con i carabinieri e l’avvocato e sono riusciti ad ottenere di poter ricoverare mia cugina, ma mia zia non sarebbe potuta entrare perché non aveva il Green Cazz ultimo modello. Dopo il ricovero mia zia riceve una chiamata dove le dicono che la bambina è quasi in peritonite, ma che non possono operarla perché positiva, e non avendo il vaccino ed il pass avrebbero rischiato di infettarsi. Appena messa giù la chiamata è andata subito in ospedale, chiamando i carabinieri ed entrando dentro per chiedere come fosse possibile lasciare che una bambina non venisse operata per un motivo infondato come quello dato come scusa. Dopo aver fatto tutto questo, sono riusciti a programmare l’operazione per il giorno successivo, ovvero dopo quattro giorni di dolori e sofferenze e senza dare la minima rassicurazione su un esito positivo “perché si è mossa troppo tardi per portare la ragazza in ospedale”. Mia zia non si fidava dei medici, al punto che ha chiesto di farsi mettere in quarantena insieme a mia cugina per il periodo di degenza in ospedale, per assicurarsi che andasse tutto bene. Sono venuto a sapere di questi fatti qualche giorno dopo, e se mi ha sconvolto per qualche attimo, mi ha anche dato una conferma ulteriore di quanto questo sia ben orchestrato e come ai medici non importi della salute della gente. Ne avevo sentite e viste diverse, ma lasciare che una bambina rischi la vita per una cosa come un’appendicite solamente perché senza green pass e vaccinazione significa non avere nemmeno la capacità di provare una minima emozione, figurarsi un sentimento! Hanno creato delle marionette obbedienti che fanno tutto il lavoro sporco per il padrone, senza che esso debba muovere un dito e sicuramente con alcuni ci sono riusciti, non con tutti per fortuna. Sembra un film, ma è tutto vero, gli stessi medici hanno ignorato i dolori dicendo che mia cugina forse mangiava troppo e che era dura al tatto per quello, certo è una ragazza robusta perché campionessa di uno sport da combattimento e lo stesso medico di famiglia lo sapeva.

 

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È risaputo che una dieta sana e ferrea non ti fa rischiare la vita, te la salva! Vorrei far notare che sempre per questo abominio chiamato Green Pass tantissimi bambini e ragazzi si sono trovati a dover rinunciare allo sport, cosa che in quell’età è fondamentale per socializzare e rimanere in salute e la cui assenza ha creato traumi psicologici e non solo. Mia cugina che è sempre stata timida ha trovato nello sport una fonte di fiducia in sé stessa e di sicurezza e come lei molti bambini si sono trovati tagliati fuori da tutto, avendo un crollo psicologico che è stato visibile in tanti. Mi chiedo io, chi è che ammazzi a fare sport, se lo sport stesso ti rinforza e migliora la tua salute? Perché non spingere la gente a fare sport e a stare meglio? Domande stupide lo so, è più importante seguire le regole che ci permettono di vivere in una società senza valori, ma almeno civile perché ci sono le regole.
Molte altre persone che conosco si sono viste la famiglia contro per questo motivo, una in particolare è stata lasciata a casa dal fratello datore di lavoro e dalla sorella in combutta, per darle una lezione e farle capire che le regole vanno rispettate, ripetendo la solita solfa. La stessa famiglia, quell’istituzione santa che dovrebbe darti sicurezza e dove tutti ti vogliono bene viene meno per una misura politica, come anche molte amicizie e questo dovrebbe far riflettere.

Far riflettere è l’obiettivo che mi ha spinto a scrivere questi avvenimenti, nella speranza di far capire a chi leggerà che non tutto quello che viene fatto passare per una scelta fatta per il nostro bene sia positivo per noi. Non solo, è anche importante cercare di capire più a fondo la realtà che ci circonda senza fermarsi alle apparenze, essere critici è giusto se serve per comprendere ed avviare un percorso che porta ad essere consapevoli di come il mondo si muove veramente. Prendere Coscienza di noi stessi, di chi siamo è fondamentale e ci avvicina a capire la nostra vera natura, che non è quella che vogliono farci credere attraverso questi eventi che ci allontanano dalla verità e ci distraggono da essa. Quello che stiamo vivendo è solamente un periodo, ma mi auguro che condivisioni come questa possano aiutare chi verrà a capire le trappole e gli errori commessi nel passato, per non ripeterli e portare avanti un’evoluzione positiva in questo bellissimo pianeta.

 

Anonimo

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Alla larga dai tampax

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Riguardo ai tampax non ho esperienza personale, però ricordo benissimo che nel periodo in cui la stragrande maggioranza della popolazione li faceva, sentivo varie lamentele e problematiche che questi hanno creato.

Ho sentito da conoscenti che dopo il tampax hanno subito preso il raffreddore o l’influenza, altre a cui è venuto mal di testa che è durato addirittura per i giorni successivi, per non parlare di una persona che conosco che dopo il tampax ha avuto un sanguinamento dal naso molto importante che gli ha creato non pochi problemi e altre persone ancora che dicevano di aver subito molto dolore con la sensazione che il bastoncino fosse arrivato al cervello per quanto in alto glielo avevano infilato.

Personalmente non ho mai visto un tampax dal vivo, però vedendo delle foto mi sono subito fatto la domanda del perché fosse così lungo, visto che il famosissimo farsavirus era estremamente contagioso, tanto che non si poteva neanche darsi la mano per salutarsi.

Non capivo perché dovevano infilarlo così in alto nel naso per cercare un virus che, secondo la propaganda, bastava una goccia di saliva per contagiarsi.

Ovviamente seguendo l’Accademia ho compreso bene e abbastanza presto il motivo, ma molte persone o meglio dire la maggioranza non si rendevano conto della pericolosità del tampax ed è ancora così, infatti mi è capitato spesso di parlare con gente contraria al “vaccino” ma che poi alla fine faceva i tampax senza nessun tipo di problema, non comprendendo proprio la pericolosità.

Riguardo a quest’argomento, quando parlavo con qualcuno del fatto che io non facevo tampax, in molti mi davano del pauroso e nonostante gli spiegassi la situazione e sembrasse che la capissero, alla fine continuavano a farli.

Una frase che ho sentito spesso quando spiegavo il mio rifiuto ai tamponi è stata la seguente :

  • ma cosa vuoi che sia, è un cotton fioc che ti appoggiano al naso, non si può essere così testardi e paurosi, capisco non fare il “vaccino”, ma neanche i tamponi mi sembra davvero esagerato, non si può ragionare così, allora escluditi da tutto se ti fa paura un tampone……

Ma la mia risposta era sempre più o meno questa:

  • ma secondo te, se il governo ti dà la possibilità di scegliere, lo fa per aiutarti? Lo fa per darti una possibilità di salvezza? Lo sai vero chi abbiamo al governo? Si? quindi ti sei già risposto da solo! E’ chiaro che lo fanno solo per crearti dei problemi e uno di questi oltre al tampax è il green cazz!

Ho davvero avuto molte difficoltà da questo punto di vista, perché a differenza del “vaccino” di cui alcuni comprendevano bene la situazione e non lo facevano, con i tampax il più delle volte non sono riuscito a far cambiare idea concretamente alle persone con cui parlavo.

In alcuni casi mi ascoltavano, dicevano che avevo ragione, ma continuavano a farli.

Quindi ribadisco che è chiaro che se il governo “offre” una possibilità diversa dal “vaccino”, non può essere di certo positiva o la salvezza per chi ha scelto non di “vaccinarsi”, però purtroppo questo è quanto ho visto dalle mie esperienze passate.

 

Peace

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Esiste solo il QR Code

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Quello del Green pass lo ricorderò per sempre come il periodo delle contraddizioni, del surreale, dello spaventoso, della ribalta dei frustrati e degli odiatori. Ogni persona che aveva insoddisfazioni personali traeva piacere dall’esercitare un meschino potere sugli altri.

In quel periodo ho evitato ristoranti, parrucchieri, estetiste e chiunque non mi volesse, mentre sono andata volentieri da chi non mi chiedeva l’assurdo lascia passare nazista. Da quelle persone continuo ad andare anche ora, perché meritano la mia gratitudine, mentre chi mi cacciava mesi fa continuerà a non vedermi.

Purtroppo non sempre si trattava di scegliere il ristorante o la palestra, ma c’erano anche delle situazioni dove la scelta non era consentita perché si trattava di necessità. Come fare nel caso fosse servita una visita medica? O un’operazione in banca?

Mi è successo proprio così, avevo ricevuto dei soldi dall’INPS sotto forma di bonifico domiciliato. Questo significa che i soldi non erano andati su un mio conto, ma erano stati accreditati all’ufficio postale, perciò dovevo recarmi lì fisicamente per ritirarli. Quei soldi sarebbero tornati indietro se non li avessi ritirati entro la data segnata sulla raccomandata ricevuta.

Conoscendo bene il posto e le persone che ci lavorano sapevo già cosa aspettarmi, ma decido di provare, visto che si trattava di ben 400€ ed io non avevo nulla da perdere, se non le staffe.

Una volta lì “ovviamente” mi dicono che ci vuole il tampone, e così faccio, torno a casa, ne stampo uno e mi dirigo di nuovo alla posta.

Il tampone non va bene, mi dicono, perché in realtà quello che vogliono è il QR Code! La cosa grandiosa del Green pass era proprio questa, che non importava che tu avessi un documento con tanto di nome, cognome, codice fiscale, indirizzo di casa e negatività al Covid, a loro importava del QR Code.

Decido di metterli alla prova, mi avvicino allo sportello e domando loro di spiegarmi la differenza, di spiegarmi come mai loro che conoscono me, che stanno verificando con i loro occhi che sono negativa al Covid, si rifiutavano di servirmi. Con un’arroganza e aggressività degna di quel posto di maleducati, il tizio allo sportello mi urla contro dicendomi di andare via. Ma io volevo davvero capire perché potevo stare lì dentro a parlare per tutto il tempo che volevo, ma non ero autorizzata a farmi fare un’operazione al pc! Finché stavo lì a chiacchierare a nessuno importava del Covid, ma se chiedevo di farli lavorare per due secondi automaticamente scattava il rischio diffusione virus.

Alla fine sono dovuta andare via con una rabbia e senso di ingiustizia che mi hanno accompagnato per tutto il giorno.

 

Notte

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Tamponi a raffica sinché non diventano positivi a forza

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Era proprio ad inizio “farsa pandemia”. Ero incosciente, ancora non avevo capito dove volessero arrivare e cosa stavano facendo.

Il mio collega nonché coinquilino era appena tornato dalla Romania, esegue il tampone che gli risulta positivo.

Ovviamente a lavoro mi chiedono di svolgere subito un tampone.

Ammetto che inizialmente mi ero fatta fregare un po’ anche io dalla propaganda mediatica, era tutto nuovo per me, sconosciuto, un virus mortale, mi sembrava assurdo!

Decidemmo sia io che l’altra mia coinquilina di svolgere un tampone di quelli rapidi che risulta a me positivo e a lei negativo.

Io stavo benissimo e lei pure!

Mi dicono di svolgere subito un tampone molecolare, mi infilano sto coso nel naso per la seconda volta e attendo il risultato. Negativo!

Non bastando il mio star bene e il risultato negativo la moglie del mio capo (dottoressa) mi invita nel suo reparto dove svolgevano visite a chi risultava positivo.

Mi faccio visitare, tutto apposto, mi fanno un altro tampone, negativo.

Gia mi avevano prenotato un tampone sierologico che avrei dovuto fare pochi giorni dopo.

Mi presento, faccio questo altro benedetto tampone e risulta che non ho anticorpi covid, quindi il virus non l’ho mai avuto e il primo tampone era fasullo!

Erano i primi mesi che svolgevo la meditazione di ACD, ero proprio inesperta, però quando la svolgevo mi accorgevo di come mi liberava la mente e mi sentivo la testa leggera, mi toglieva i pesi.

Da quando svolsi quei tamponi le meditazioni non mi riuscivano più bene, sentivo proprio un blocco nella testa, mentre prima la testa si liberava dai pesi che mi portavo poi i pesi rimanevano, trovavo parecchia difficoltà a concentrarmi.

Tutto ciò che avevo in testa che mi creava pesantezza rimaneva li, non andava più via.

La sensazione era di avere questi blocchi, questi macigni che non se ne andavano.

Mi sentivo sconfortata, avevo trovato nella meditazione la chiave per liberarmi dai pensieri, da ciò che mi portavo dalla vita e dalla giornata e sono bastati quei tamponi per rovinare tutto questo.

Ci sono voluti tanti tanti mesi prima che riuscissi a meditare decentemente e comunque sento ancora che non riesco a liberare la testa bene come all’inizio.

Da lì la negatività è aumentata dovuta anche dal fatto che le meditazioni non mi riuscivano bene, l’apatia è diventata più forte. Insomma da quando ho fatto quei maledetti tamponi tutto ha iniziato a diventare più negativo, il mio umore era peggiorato, in quel primo periodo dopo i tamponi credo stessi entrando pure in depressione, mi chiedevo che senso ha vivere, faticavo a trovare la positività.

Non ho collegato subito la cosa, anche perché quando si è presi dalla negatività non è facile capire dove arriva, vorresti solo non averla, solo in seguito mi resi conto che tutto è avvenuto dopo aver fatto quei tamponi.

Non ho mollato, ho continuato con le meditazioni, mi ci è voluto molto tempo prima di riprendermi ed è inutile scrivere che ovviamente non ho mai più fatto un tampone in vita mia.

 

miry_miry

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Fuori come i cani

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Che dire sul green cazz…tante cose da dire!

Cerco di mettere da parte la rabbia riguardo a tutto ciò che è stato fatto con questo vile metodo nazista e di raccontare i fatti a me successi.

Vorrei partire da me, da come ho vissuto tutto questo.

Non farò distinzione tra green pass, super green pass, super mega iper green pass (con aggiunta di bacon a scelta).

Tutto è partito poco alla volta, un boccone dopo l’altro stavano privando la vita di chiunque non si volesse “vaccinare”.

Ricordo che era estate “I non vaccinati non possono accedere nei ristoranti e bar all’interno”. L’alternativa era spendere 15€ di tampone della durata di 48h.

Iniziò così piano piano.

La giustificazione era “se non sei vaccinato puoi contagiare e uccidere le persone e se sei in un posto chiuso c’è più rischio di contagio”.

Era assurdo. Niente aveva senso, venivano sparati sti DPCM a caso con giustificazioni insensate e la gente era come assuefatta da quella marea di cazzate non accorgendosi neanche dei controsensi che vi erano dietro.

Inizialmente potevamo appunto entrare nei bar, consumare al bancone ma non nei tavoli seduti, all’esterno invece si.

Gia questo doveva fare pensare che vi era una presa x il c*** enorme, era palese.

Ingoiando la pillola e accettando questo primo taglio alla libertà e alla dignità umana la maggioranza ha permesso loro di proseguire con queste deplorevoli azioni.

Si è passati dai bar all’interno anche a vietare l’accesso all’esterno, esercizi commerciali, cinema, metro, pullman, treni, ogni posto tranne farmacia e supermercati fu vietato ai non vaccinati. (Chiedo scusa se l’ordine è errato ma con tutti i DPCMerda che hanno emanato mi sono persa).

Sulla bocca di molti, non tutti ma comunque troppi suonavano le parole “novax complottisti, nessuno vi impedisce di fare qualcosa BASTA CHE vi vaccinate! Più che persone che parlavano mi sembrava di essere circondata da un gregge di pecore che belavano, ma lavorando con le pecore (quelle vere) vi assicuro che loro sono molto più carine e intelligenti😊.

Comunque piano piano vedevo come ci toglievano un pezzo di vita in più, i più coraggiosi si ribellavano, manifestavano e venivano presi a sprangate per questo, gli altri invece alcuni dopo essere stati minacciati di non poter più bere il caffè al bar (sia mai) sono crollati vergognosamente altri per via delle continue privazioni che iniziavano a riguardare ambiti importanti come il lavoro o il non poter più andare a visitare i cari in ospedale (magari in fin di vita) hanno ceduto al vile ricatto.

 

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Le persone erano divise, ricordo in particolare una volta in cui in pausa pranzo il mio ragazzo decide di passare per andare a mangiare fuori al sushi. Era il periodo in cui era appena uscito il DPCM che diceva che i non vaccinati non possono mangiare all’interno dei ristoranti.

Siamo andati in questo sushi, appena entrati ci chiedono subito sta schifo di tessera.

“Io ce l’ho” rispose il mio ragazzo “io no” dissi io.

La ragazza va a controllare i posti fuori ma sono tutti pieni o forse non li avevano neanche, sinceramente non ricordo. Per non perdere i clienti decide specificando che ci mette li apposta dato che non sono vaccinata di metterci davanti alla porta che dava all’esterno (completamente spalancata), sai perché chi non è vaccinato è sicuro che sia un untore mortale e se apri la porta il virus si stacca e va fuori a farsi una passeggiata. Era un giorno in cui vi era tantissimo vento e da quella porta entrava un freddo incredibile e un vento molto forte.

Iniziamo a mangiare e il mio ragazzo (vaccinato convinto) inizia a lamentarsi con me con tono arrabbiato che non può mangiare così, che gli viene qualcosa, quasi come se fosse colpa mia tutto questo. La mia risposta è stata: che vuoi da me? Ho scelto io questo posto? Pensi che a me piaccia essere trattata come un’appestata? Ti pare normale che io debba ricevere trattamenti del genere perché non vaccinata?

La mia risposta nascondeva un: ma vi volete svegliare? Lo vedi che stanno facendo? È importante che oggi non stai mangiando al caldo o la cosa rilevante è che non possiamo mangiare al caldo perché sono considerata una cittadina di serie B e i miei diritti stanno venendo negati da un pensiero folle che nulla ha a che fare con la sanità? Stavo ricevendo lo stesso trattamento che hanno ricevuto gli ebrei in epoca nazista e mentre questo doveva far accendere la lampadina nelle persone loro hanno deciso di chiudere gli occhi davanti a quegli atti schifosi e discriminatori. E pensare che il giorno della memoria molte di queste persone andavano al cinema a commemorare e “ricordare” l’epoca nazista nello stesso periodo in cui noi non vaccinati esattamente come gli ebrei non potevamo accederci. Ah che belle persone! Voi si che state portando rispetto a quelle povere persone!

Comunque ritornando alla mia risposta poco è servita perché la sua risposta scocciata è stata: ma vaccinati e basta! Se poi lo metteranno anche per lavorare cosa farai? Ti licenzi? Quante discussioni ho avuto per tutto questo, nessuno capiva, meno ancora chi mi doveva stare accanto e questo mi faceva stare male.

Io personalmente avevo un lavoro, un lavoro dove avrei dovuto firmare un contratto indeterminato da lì a poco, un lavoro dove mi ero sacrificata molto. Scatta il DPCMerda che prevede vaccinazione o tamponi obbligatori ogni 2 giorni per i lavoratori. Il mio capo non vedeva l’ora che uscisse questo dpcm contrariato dal fatto che io non mi fossi ancora vaccinata. Già mesi prima ricevevo i suoi “ordini” di vaccinarmi. Hahahaha si, aspettami.

Una volta uscito il DPCM non avevo più scelta o mi vaccinavo o mi tamponavo ogni due giorni. Cos’ho scelto io? Di mandarli a fanc*** e andarmene.

In famiglia e con gli amici io ero l’unica non vaccinata quindi ovviamente non mancavano le discussioni.

 

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Sentivo ogni giorno frasi del tipo “Lo so che è sbagliato obbligare alla vaccinazione privando la vita alle persone PERÒ che ci vuoi fare?” E magari dalla stessa persona sentivo anche la frase “la tua libertà finisce dove comincia la mia” (perché noi non vaccinati eravamo considerati gli untori del mondo), la gente stava delirando e non se ne rendeva conto, si contraddiceva in continuazione, mi rendevo conto di come il pensiero personale veniva sostituito da un pensiero collettivo creato e manipolato dai media. Ripetevano le stesse frasi deliranti come un gregge.

“Devi vaccinarti per il bene comune”, “la tua libertà finisce dove comincia la mia”, “se finisci in ospedale poi ti paghi tu le cure mediche”, “io ascolto la scienzahh”. Queste frasi venivano pronunciate in continuazione da tutti, mi rendevo sempre più conto come la gente fosse facilmente manipolabile tanto da ripetere a pappagallo qualsiasi frase che gli mettevano in testa.

Quelle frasi inizialmente mi toccavano molto, volevano farmi e farci sentire sbagliati, ignoranti, direi anche assassini come se noi fossimo il male del mondo e andassimo in giro a “ungere” e poi uccidere le persone. Questo d’altronde era stato detto dal nostro amato presidente del consiglio: “Non ti vaccini, ti ammali e muori, non ti vaccini contagi e fai morire”.

La cosa che più mi toccava è che non era uno sconosciuto a dirmelo ma un amico, un genitore, un fratello, un compagno.

“Stai buttando via la tua vita per un capriccio”. No io non stavo buttando via la mia vita, me la stavo tenendo stretta, non potevo fare nulla, non avevo più un lavoro ma mi sentivo molto più libera di loro. Io a differenza loro non ero il mio lavoro, non ero le uscite con gli amici, non mi sentivo nessuno senza ciò che avrebbe dovuto comporre la mia vita. Mentre loro passavano da uno stato depressivo ad un altro, da un problema ad un altro io iniziavo veramente a capire chi sono.

È successo che mi sono sentita sola, non capita, non capivo come le persone ignoravano o non vedevano tutto il marcio che vi era dietro tutto questo .

Ma non ho mai smesso di reagire, la meditazione è stata la mia salvezza, ho iniziato a conoscere e confrontarmi con persone che gli occhi li tenevano aperti e capivano lo schifo che vi era dietro.

Il mio ragazzo o i miei familiari e amici volevano andare a mangiare fuori? Non potevo perché io non ero vaccinata e più che pesarmi quello mi pesava sentirmi dire “mamma mia ma che palle vaccinati!”, “Le tue scelte non devono pesare sugli altri”, “se fossi la mia ragazza ti avrei già lasciato” e altre bellissime frasi del genere che mi facevano capire come le persone non comprendessero ciò che realmente stava accadendo.

Quindi non si poteva più andare da nessuna parte, ogni luogo di svago era proibito per i non vaccinati. Ne ho risentito? Poco ma quello che mi creava più rabbia era pensare a quei bambini che non potevano più fare sport perché non possedevano il supergreenmerda, a quei ragazzini soli perché non potevano più andare da nessuna parte come facevano i loro amici, a quei genitori che dovevano spiegar loro il perché di tutto questo, a quei genitori che oltre a vivere già nella miseria per via delle enormi tasse, spese e bassi stipendi che abbiamo qua in italia dovevano anche spendere 250€ in più per farsi degli inutili e dannosi tamponi che non servivano a nulla se non a umiliarli ancora di più. Pensavo a quei vecchiettini che non potevano più ritirare quella misera pensione, come mia nonna. Pensavo a quei malati che non potevano più ricevere visite dagli amici e parenti non vaccinati.

 

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Ricordo l’umiliazione che provavo quando in una giornata di freddo non potevo entrare a prendere un caffè al bar ed ero costretta a chiedere a qualcun altro.

Il marchio lo avevano gli altri ma mi rendevo conto che noi non vaccinati venivamo guardati male quando non ci vedevano entrare da qualche parte o quando ci vedevano mangiare nella parte esterna piuttosto che interna. Molti ci deridevano.

Il clima tra le persone era diventato un clima di odio, i vaccinati pensavano che noi eravamo degli irresponsabili egoisti che ce ne fregavamo della vita degli altri.

Vorrei ora rispondere a loro, si me ne frego della tua vita e del tuo pensiero perché se tu sei stupido e la tua vita la butti nel cesso perché ti chiedono di farlo, se tu non riesci a comprendere tutto il male che vi è dietro a richieste e ordini folli il tuo pensiero per me non vale nulla e no non sacrifico la mia vita e la mia dignità perché tu sei stupido. E a quel punto no non mi importa una beneamata della tua vita.

 

miry_miry

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I danni “invisibili” dei tamponi

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La mia avventura con i tampax è iniziata presto, svolgendo un lavoro che mi espone quotidianamente al pubblico. Per stare monitorata, all’inizio approfittavo dello screening gratuito messo a disposizione dal mio Comune e andavo ogni 15 giorni, anche se non gradivo farmi inserire qualcosa nel naso; tra l’altro, all’età di 30 anni sono stata operata ai turbinati per una sinusite cronica e quell’esperienza mi ha talmente sensibilizzata da non sopportare nemmeno certi odori pungenti. Quando sono andata a fare le cure termali e ho dovuto fare le docce nasali, sono addirittura svenuta per il dolore, quindi più evitavo e meglio era.

La prima sensazione che ebbi mentre ero in fila ad attendere il mio turno fu quella di essere una condannata che andava al patibolo… tutte quelle persone in attesa mi facevano venire in mente la guerra, non so perché. Il tempo mi diede le risposte e non furono piacevoli.

Purtroppo, dicevano che stavano aumentando i contagi quindi aumentò automaticamente il numero dei tampax: li feci anche sul luogo di lavoro e questa cosa non mi andava affatto, sentivo che non mi faceva bene. Mi dava molto fastidio dovermi sottoporre a questa tortura, io mi sentivo bene e non ero preoccupata di ammalarmi, ero sicura che sarei uscita da quella situazione indenne. Eppure, quando il Governo impose il GreenCazz, fui messa di fronte ad un bivio e dovetti fare una scelta: o il siero o i tampax o la sospensione dal lavoro e, quindi, niente stipendio. Optai per il male minore: i tampax.

Cercai in tutti i modi di farne il meno possibile, organizzando ferie, lavoro da casa, fino a quando potei; nel frattempo, circolavano le voci sul siero obbligatorio e cominciai a pensare che, forse, era arrivato il momento di dover lasciare il lavoro. Dovevo inventarmi qualcosa, in quanto di certo non potevo vivere “di solo spirito”: le bollette, il mutuo, la spesa sono il mio cruccio quotidiano e senza lavoro non so come avrei fatto. Non c’era tempo. Fui fortunata in parte, in quanto i colleghi dell’ufficio erano molto comprensivi, rispettavano la mia scelta di non farmi iniettare il siero e mi aiutarono molto nella gestione dei carichi di lavoro e nell’agevolare i turni in presenza e a casa, così che potessi effettuare i tampax solo due o una volta a settimana. Fino a quando fu possibile lavorai da casa, poi dovetti necessariamente rientrare in servizio a tutti gli effetti e, quindi, fare i tampax per entrare in ufficio, poiché nel frattempo arrivò l’obbligo del siero per i cinquantenni e quello del GreenCazz per accedere agli uffici e agli esercizi pubblici. Non avendo ancora 50 anni non sono stata tra coloro che hanno avuto l’obbligo del siero, ma senza GreenCazz non potevo comunque accedere al mio luogo di lavoro. Quindi, dovetti fare regolarmente i tampax e oltre alle bollette si aggiunse la spesa per poter entrare in ufficio. Per andare a lavorare dovevo pagare, era un paradosso ed era a dir poco assurdo. Fortunatamente trovai una farmacia vicino l’ufficio che apriva alle 7, pertanto potevo giungere in orario (prendo servizio alle 7:30/8:00) senza poi dover recuperare. Inoltre, potevo sottoscrivere un abbonamento (da non credere a che punto si era arrivati!) per risparmiare un po’ di soldi e quest’ultimo aspetto non mi dispiaceva.

Sono sincera: all’inizio mi sono sentita sola a combattere una guerra senza armi e senza generale, provavo una stretta al cuore che mi impediva a volte di respirare, ero arrabbiata e mi sentivo sconfitta. Stavo andando contro il sistema, non avrei mai ceduto, ma stavano mettendo alla prova la mia pazienza e la mia stabilità, già incrinata per tutte le situazioni accadute fino ad allora che mi avevano resa particolarmente vulnerabile. L’ultima volta che andai a Milano, a ottobre 2021, fu un’odissea: per viaggiare in treno era necessario il tampax, così prima di partire prenotai un posto in una farmacia del centro, vicino lo studio dove avevo formazione e mi assicurarono che il sabato potevo recarmi entro le 18. Arrivai a Milano il venerdì e il sabato, come stabilito, mi recai presso la farmacia per ottenere il maledetto GreenCazz che mi avrebbe permesso di tornare a casa il giorno successivo. Il personale mi disse che chi effettuava i tampax era andato via, poiché erano le 13:30 e che l’orario era fino alle 13 e quindi se ne riparlava il lunedì! Non volvo crederci.

 

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Essendo sabato, nessuna farmacia effettuava tampax perché era prefestivo, ne girai diverse, e sulla vetrina c’erano cartelli in cui si leggeva: “tamponi dal lunedì al venerdì”. Provai una rabbia tale che sarei stata capace di salire in cima al Duomo e urlare “VAFFANCULO” a tutti! Come era possibile? Avevo prenotato, mi avevano detto che sarei potuta andare in qualsiasi orario entro le 18 e giunta lì mi sentivo dire che il tizio era andato via perché era terminato l’orario. Fortuna volle che un mio collega riuscì a trovare una farmacia che effettuava i tampax anche di sabato e… era quasi di fronte lo studio!!! Ci ero passata diverse volte e non avevo visto il cartello. Era surreale. Lo trovavo strano. Mi veniva da piangere, pensai a come avrei affrontato tutto l’inverno così, mi sentivo davvero esausta. Tornai a casa e cominciai a chiedere all’Universo di riuscire a trovare una soluzione a quella situazione assurda. Volevo venirne fuori nel miglior modo possibile.

Poi avvenne il miracolo. Il 2 ottobre 2021 feci il mio ultimo viaggio a Milano. Il 15 ottobre entrò in vigore l’obbligo del GreeCazz e dei relativi tampax per tutti i lavoratori pubblici e privati, esattamente un mese dopo, il 16 novembre, entrai in ACD. Non credo sia stato un caso. Senza l’Accademia non so come sarei uscita da quella situazione: ricordo le attese al freddo, sotto la pioggia, la nebbia; per tutto l’inverno due volte a settimana ho fatto visita alla Farmacia, e pensavo che in 17 anni non vi ero mai entrata se non per acquistare medicinali per il mio cane quando era malato. Mi rifiutavo di spendere i miei soldi per le medicine e finanziare le case farmaceutiche che tutto vogliono tranne il bene delle presone e ora stavo regalando tutto quello che avevo risparmiato negli anni. Stavo recuperando il tempo perduto, per dirla ironicamente. Che cosa triste.

Ricordo che durante il tragitto ascoltavo sempre gli audio delle lezioni di Angel del primo e secondo step, mi hanno sempre fatto compagnia e mi davano tanta forza. Sono certa che quello abbia influito notevolmente sul mio equilibrio emotivo, durante l’attesa del mio turno guardavo il cielo e respiravo Prana, mi allenavo a guardare l’Aura degli alberi o delle persone che, come me, avevano scelto quella opzione, mi sentivo relativamente calma. Quando feci l’ultimo tampax, il 30 aprile 2022, uscii dalla farmacia e piansi, ce l’avevo fatta, non avevo ceduto alle imposizioni sul siero e pensai a Angel e ad ACD, ringraziai Dio per avermi guidata fino a Lei e mi promisi di rimanere sempre salda nella mia decisione. Sarebbe stato meglio non farli per niente, sapevo che non mi facevano bene, ma non avevo scelta, non potevo permettermi di perdere il lavoro, non sapevo come avrei fatto.

Credo che la meditazione e la pratica delle tecniche di pulizia energetica e dai chip insegnate da Angel Jeanne abbiano fatto la differenza: praticavo tutti i giorni la pulizia dai chip, la pulizia energetica alcune volte a settimana, non ho mai avuto reazioni ai tampax nonostante il fastidio nel farmi inserire quel “coso” nel naso e anche a livello di concentrazione non ho mai riscontrato problemi. Le mie meditazioni aumentavano, ne facevo anche tre al giorno, e avevo ricominciato a correre, mi sentivo bene. La cosa assurda si è verificata nei mesi successivi l’abolizione del GreenCazz: ho abbandonato lo sport, non mi sono più allenata con la scusa della mancanza di tempo e la pulizia dai chip è diminuita. Ha influito molto il mio rientro a tempo pieno in ufficio e in quel momento ho avuto la conferma che quel lavoro non fa per me. E’ sicuro, certo, ma non mi lascia il tempo per dedicarmi alle pratiche per la mia evoluzione insegnate in Accademia, pertanto mi sto organizzando per limitare le mie ore di lavoro affinché possa evolvermi come si deve. Inoltre, percepivo di stare subendo più attacchi del solito che mi impedivano di praticare come volevo. Non credo di aver subìto danni a livello fisico, quanto a livello spirituale, che si sono protratti nel tempo, perché combatto tuttora quotidianamente contro l’Apatia che mi assale quando lancio l’intento di voler meditare e/o praticare.

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Nonostante tutto non mollo, voglio continuare con tutte le forze il percorso che ho intrapreso, non ho nessuna intenzione di fermarmi stavolta e farò di tutto per continuare ad evolvermi. Lo devo alla mia Anima che mi ha condotto fin qui e che non finirò mai di ringraziare e proteggere. Spero di essere all’altezza stavolta, non la deluderò.

Ringrazio Angel dal profondo del cuore per avermi concesso la possibilità di riportare la mia testimonianza su quanto di assurdo sto vivendo, assieme agli altri miei compagni di percorso e al mondo intero. Chissà se un giorno rimarrà traccia di tutto quello che noi studenti stiamo condividendo. Una cosa però è certa: sarà tutto impresso nella memoria della nostra Anima che avrà modo di vivere per sempre grazie al nostro impegno e alla volontà di evolverci.

 

Miriel

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L’imposizione del siero

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Quando la Farsa ebbe inizio capii subito che il Governo non voleva il nostro bene, anzi, avrebbe fatto in modo che noi tutti avremmo abbassato la testa e fatto quello che ci ordinava perché, in fondo, siamo solo pecore.

Avevo un brutto presentimento e, trascorsi i due mesi di lockdown, mi resi conto che il piano stava lentamente attuandosi. Quando cominciò a diffondersi la notizia che iniettarsi il siero era l’unica soluzione per sconfiggere il virus, ebbi la conferma che il piano del Governo andava ben oltre la semplice restrizione. Qui si trattava di pilotare le menti delle persone e ci stavano riuscendo davvero bene.

Come cavolo avevano fatto a trovare un vaccino in nemmeno tre mesi quando da trent’anni cercano una soluzione all’HIV e non l’hanno ancora trovata? E, soprattutto, com’era possibile che i politici non si ammalavano o, se accadeva, non stavano così male e non morivano come gli altri? Queste erano le domande che mi ponevo, assieme a tante altre che aumentavano in me la convinzione che era tutta una farsa.

Ma veniamo al siero e al greencazz che ne è conseguito.

Prima dell’imposizione (o ti fai il siero o sei il nemico da combattere ed eliminare) il problema non mi toccava più di tanto, sono sempre stata contraria ai vaccini, figuriamoci a questo, verso cui nutrivo seri dubbi, soprattutto scoprendo che si verificavano eventi avversi dalla sua somministrazione. Fin dall’inizio sono stata categorica: niente siero, era come se quest’affermazione mi partisse dal profondo del mio Essere, ero così sicura di quello che pensavo che non avevo nemmeno il timore di contrarre il virus. E lo trovavo davvero strano, cosa mi faceva essere così sicura? Non ho mai avuto un tentennamento, mai un dubbio, mai un ripensamento, sapevo che non lo avrei fatto, né allora né mai. E così è stato. Per la prima volta nella mia vita sono rimasta coerente e fedele a me stessa. E sono contenta oltre che orgogliosa nell’essere stata ferma nella mia decisione. Tuttavia, si era all’inizio e non si andava oltre la semplice discussione sui pro e i contro il siero, io mantenevo la mia posizione, altri la loro, nonostante alcuni, soprattutto colleghi di lavoro, non fossero così comprensivi nel rispettare la mia volontà di non farlo. Uno, in particolare, ce l’aveva con tutti quelli che, come me, non volevano farsi iniettare il siero; era stato in terapia intensiva a causa del virus (aveva alcune patologie che lo esponevano maggiormente ad esso), e inveiva contro coloro che non volevano farlo augurando loro di andare in ospedale come era accaduto a lui e, magari, rimanerci secco. Di una cattiveria unica. Mi scontravo anche contro la mia amica del cuore, che era nettamente a favore perché lei, che aveva un’attività di ristorazione, ne aveva risentito parecchio in termini soprattutto economici. Fare il vaccino per lei era di primaria importanza perché, a suo dire, conteneva i contagi o, quanto meno, non si andava in terapia intensiva se si avesse contratto il virus. E le persone erano più sicure e andavano al ristorante. Sì, come no. Che ingenua.

Quando imposero il GreenCazz non mi meravigliai, era prevedibile che si sarebbero inventati qualcosa, soprattutto per andare contro coloro che non avevano ancora fatto il siero. “Se vuoi andare al bar fatti il siero; se vuoi andare al ristorante o al cinema fatti il siero, se vuoi viaggiare in treno fatti il siero…”. Ecco, io non l’ho fatto nemmeno sotto ricatto. Ho rinunciato ad andare in giro, alla fine non mi è nemmeno pesato, prima di tutto perché non che prima lo facessi chissà quanto, in secondo luogo perché sapevo che prima o poi questa assurdità sarebbe finita e si sarebbero scoperti gli scheletri nell’armadio. Questa imposizione faceva acqua da tutte le parti, ma la maggior parte delle persone sembrava non accorgersene. Si fomentava solo l’odio verso coloro che avevano deciso di non farlo. Dividi et impera, recita il detto latino, sono stati a dir poco geniali. O siamo stati noi a essere così ingenui da cadere nella trappola. Opto per la seconda risposta.

 

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La cosa che mi ha lasciata più basita è stata leggere di persone a me care inveire contro chi non era vaccinato; una mia amica della quale sono anche stata testimone di nozze, ha pubblicamente affermato che per colpa dei non vaccinati lei e tanti altri come lei erano costretti a fare anche la terza dose, e augurava ai “complottisti” di morire di virus senza cure in ospedale. Lei era una di quelle sopravvissute che lo aveva contratto in maniera pesante e sapere di persone che ancora dubitavano del siero la mandavano in bestia. E’ ovvio che mi sono sentita chiamare in causa, e questo mi ha fatto male, seppur ho ritenuto di non risponderle, non ne valeva la pena e l’avrei ancora di più fomentata attirando energie negative. A che punto eravamo arrivati, una persona non era più libera di scegliere della propria vita e chi aveva fatto la scelta opposta si sentiva in diritto di obbligare gli altri a fare la stessa scelta. Mi chiedevo: “Ma se ci hanno negato di andare ovunque essendo considerati gli appestati portatori di virus, perché la gente continua ad ammalarsi nonostante noi rimaniamo a casa?”. E, soprattutto, era colpa dei non vaccinati se gli altri dovevano fare anche la terza dose??? A queste domande nessuno mi ha mai saputo dare risposta. La risposta che invece davo a me stessa era molto semplice: le persone che avevano optato per il siero si sono accorte della fregatura (la gente continuava ad ammalarsi e morire, e il Governo dal consigliare una singola dose era passato a imporne tre) e pur di non ammettere la grandissima cazzata che avevano fatto, si scagliavano contro chi era stato più intelligente e accorto di loro. Troppo facile. Siamo stati il capro espiatorio fin dall’inizio.

La mia decisione di non farmi iniettare il siero ha avuto ovviamente ripercussioni nei rapporti con le persone a me care, soprattutto con il mio compagno il quale, nonostante fosse da sempre titubante e sicuro della “fregatura”, alla fine ha ceduto e si è fatto iniettare il siero due volte. Non nascondo che la mia delusione è stata grandissima; dopo tredici anni insieme mi sono sentita in parte tradita, passavamo ore a parlare dell’inefficacia e della pericolosità di questo siero, degli eventi avversi che ne conseguivano, e poi a novembre 2021, si è fatta la prima dose, nonostante il timore e la consapevolezza che non fosse la scelta giusta. Il motivo della scelta fu semplicemente di non avere la scocciatura nel fare continuamente i tamponi per andare a lavorare, che comportavano anche un danno economico non indifferente. Non nascondo che siamo andati vicini alla rottura. Giorni e giorni senza parlargli, mi sono chiusa in un mutismo da far paura, ero così arrabbiata da avere scatti d’ira improvvisi e difficilmente controllabili. Subito dopo il suo vaccino sono tornata in ACD e le cose sono migliorate, ma questo lo racconterò nella testimonianza relativa ai tampax.

In occasione delle festività natalizie del 2021 un mio “caro” amico di università residente in Svizzera scrisse che sarebbe tornato per qualche giorno nella chat di gruppo di cui fa parte anche un’altra mia cara amica che ha frequentato insieme a noi; ogni volta che tornava in Abruzzo era consuetudine rivederci in qualche locale del posto e trascorrere una serata insieme ricordando i bei tempi. Non essendo vaccinata, ho proposto una passeggiata in centro (anche se faceva freddo) o di riunirci a casa di una delle due. Riporto la nostra conversazione:

  • Arrivo il 23 dicembre e riparto il 27.
  • Io non potrò andare in giro nei bar o nei ristoranti però, ci si vede in giro.
  • Niente vaccino?
  • Nein.
  • Difficile vedersi allora.
  • Perché, scusa? Non si può fare una passeggiata?

La sua risposta arrivò dopo un giorno.

  • Tutto si può fare, ma rispetto ad un bel convivio dopo anni di assenza una passeggiata mi sembra riduttiva. Fare una passeggiata a dicembre, quando fa notte presto e fa freddo non so quanto sia piacevole.
  • E’ piacevole rivedersi. Per me. Se poi ritenete che non è il caso, va bene lo stesso. Un bel convivio si può fare anche a casa.
  • Io non ritengo proprio nulla, per carità!

 

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Dopo di che, il silenzio. Non mi sono meravigliata della sua risposta, quanto del fatto che la mia amica, vaccinata anche lei, non fosse nemmeno intervenuta nella conversazione. E lei aveva perso la madre pochi mesi prima di ictus (che casualità, si era appena vaccinata). Nessuno di loro ha scritto gli auguri a Natale o a Capodanno, al mio messaggio hanno risposto “anche a te”, non ci siamo sentiti più per mesi. A luglio il mio “amico” riscrisse che sarebbe tornato e che gli faceva piacere rivederci, organizzammo un’uscita, prenotai un aperitivo in un locale al mare; un giorno prima scrisse che aveva troppe cose da fare e rimandò l’incontro. Tra l’altro, l’albergo dove soggiornava era di fronte il posto dove lavoro, nemmeno cinque minuti per un caffè o un saluto. E la mia amica sempre silente. Che cosa triste.

Una delle cose che più mi ha colpita nel profondo è stata la frase della mia amica proprietaria del bar/ristorante che ho citata sopra; andavo tutti i giorni da lei, per uno spuntino o semplicemente per vederla. Fino a quando si poteva entrare negli esercizi pubblici con il tampone andavo ogni tanto, e già mi sorbivo le sue battute sul fatto che non avessi fatto il siero e che fossi una grande incosciente; quando seppe che il mio compagno si era vaccinato, pronunciò l’affermazione infame: “Almeno una persona intelligente nella tua famiglia c’è!”. Fu peggio di un treno ad alta velocità preso in faccia, da lei non me lo sarei mai aspettato. Glielo dissi chiaramente, con tutta la calma possibile, lei si scusò tantissimo, ma quando ci ripenso ancora oggi mi fa male. Dopo che fui completamente interdetta a causa dell’obbligo del GreenCazz le mie visite terminarono e anche se ora posso andare tranquillamente nel suo locale, ci scriviamo solo messaggi.

Un’altra restrizione che dovetti subire fu quella di viaggiare. Ogni mese mi recavo a Milano per un corso, interrotto a seguito del virus e della morte del mio professore. Mi mancavano poche lezioni al diploma e a ottobre 2021 ripresero con altri insegnanti. Inutile dire che a causa del GreenCazz i miei viaggi a Milano furono sospesi. Niente siero, niente GreenCazz; niente GreenCazz, niente treno. Ecco, quella fu una cosa che mi pesò tanto. Di andare con la macchina non se ne parlava, già con il treno spendevo troppi soldi e a stento riuscivo a permettermelo, così dovetti rinunciare alla mia formazione. I miei colleghi terminarono tutti il corso essendo tutti residenti al Nord e, quindi, vicini, io oggi mi ritrovo con un pugno di mosche in mano dopo aver speso tanti soldi e tempo nei tre anni precedenti. Senza parlare del fatto che con alcuni colleghi si era instaurato un rapporto di affetto e non poterli più vedere mi ha fatto sentire davvero sola. Questa è una delle conseguenze della scelta fatta, ma la rifarei all’infinito.

Proprio per poter evitare di fare continuamente tamponi per recarmi a lavoro e per poter viaggiare, provai la strada dell’esenzione. Avendo una patologia genetica per cui molte persone erano state esentate dal siero, tentai questa soluzione, ma avevo una strana sensazione. Ero da poco in ACD. Richiesi una visita al centro vaccinale e mi diedero appuntamento di lì a due mesi. Il giorno stabilito mi recai in ospedale e dopo una lunga attesa mi fu comunicato che la dottoressa che effettuava le visite aveva avuto un contrattempo e che si rimandavano tutti gli appuntamenti della giornata. Tra l’altro, il mio appuntamento era stato “stranamente” annullato senza che io ne sapessi il motivo; quando chiesi spiegazioni, fui letteralmente aggredita dall’infermiera che mi sbraitò contro dicendo che la stavo stressando, che non aveva tempo da perdere e che mi stava facendo un favore nell’inserire un nuovo appuntamento avendo annullato il precedente? Avevo annullato l’appuntamento? Ma quando mai? Sotto minaccia di chiamare le forze dell’ordine, mi diede un altro appuntamento dopo un mese, ma continuò a predicare e a inveire contro di noi che non avevamo nessuna intenzione di vaccinarsi. E meno male che lei doveva prendersi cura dei malati. “Preferisco la morte piuttosto che farmi curare da lei”, le dissi. Mi voltai  e me ne tornai a casa. Credo che mantenni la calma solo grazie alle pratiche insegnate da Angel. Dopo un mese andai a visita, portando con me tutta la documentazione. Questo episodio lo raccontai anche nella community per quanto ero arrabbiata.

 

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Prima di entrare dovetti attendere quasi un’ora ed approfittati per farmi la bolla di protezione e leggere un documento dello step dove ero arrivata. Questo mi mantenne calma, anche perché avevo di nuovo una brutta sensazione. Del resto, mi trovavo pure in ospedale, un ambiente a me molto ostico e che mi riportava all’infanzia, quando mia madre era molto malata e passava la maggior parte dei suoi giorni nei reparti più brutti. Ricordo che la dottoressa mi accolse con un sorriso infido, ero convinta di averla vista da qualche parte, mi ricordava qualcuno ma non riuscivo a identificarla. Con lei c’era la sua assistente, l’infermiera isterica che mi aveva sbraitato contro il mese prima. Mi chiese il motivo per cui avevo richiesto la sua consulenza e le esposi la mia problematica. Non mi fece nemmeno parlare. Mi interruppe subito e mi canzonò assieme alla sua assistente deficiente sostenendo che con la mia patologia non avrei avuto problemi con il siero e che non c’era un’evidenza scientifica che dimostrasse che esso causava morti o eventi avversi. Detto da un medico, ne rimasi sconvolta. Dall’altra parte me lo aspettavo, poiché come tutti era una corrotta e senz’Anima. Le porsi tutta la documentazione di cui ero in possesso che attestava la gravità della mia patologia, non la volle nemmeno vedere. Le dissi che altre persone come me con la stessa patologia avevano ottenuto l’esenzione, lei si mise a ridere rumorosamente negando la cosa, ma la sua risata si interruppe quando le feci notare che le esenzioni le aveva sottoscritte proprio lei (me lo aveva riferito il mio medico). Pertanto, le chiesi di certificarmi che potevo farmi iniettare il siero. Il suo volto divenne quasi paonazzo (stava per esplodere dalla rabbia), sgranò gli occhi, rispose con un NO secco, era molto nervosa, e io insistetti perché se lei era così sicura che non avrei avuto problemi, non c’era motivo per cui negasse una sua dichiarazione. Si sentì con le spalle al muro. Mi congedò bruscamente, mi disse di andare via e che la sua era una semplice consulenza e io, guardandola dritta negli occhi, ma senza proferire parola, lasciai che parlasse la mia Anima. Rimasi in silenzio credo per 10 secondi, la guardai insistentemente, percepivo il suo nervosismo, poi la salutai con un bel sorriso e le diedi appuntamento: “A presto”. Mi voltai e uscii dalla stanza cupa dove ero entrata. Non so nemmeno come mi balenò quel pensiero nella testa, ora che sono arrivata quasi alla fine del percorso Alieni ho capito: praticherò su di lei.

Questo fu l’episodio che mi confermò che ero sola e che la battaglia era solo all’inizio. Lungo la via del ritorno, non pensai, non piansi, ero arrabbiata ma cercai di contenere la rabbia respirando Prana. In cuor mio sapevo che sarebbe andata a finire così, ma volli comunque provarci, risparmiare tanti soldi ogni mese non mi dispiaceva affatto. Ma così non fu. E continuai a farmi quei maledetti tampax ogni due giorni per poter continuare a lavorare e racimolare il necessario che mi permette di pagare bollette, mutuo e cibo. Ma la mia esperienza con i tampax la racconterò nel prossimo documento.

Se dovessi tornare indietro, rifarei la stessa identica scelta, con tutto quello che comporta: niente siero. La mia Anima sa cosa è giusto fare e questa è una decisione che, seppure ha portato conseguenze non sempre a me favorevoli, non smetterò mai di prendere. Voglio rimanere pulita. Voglio vivere.

 

 

Miriel

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LA MIA ESPERIENZA CON I TAMPONI

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Col senno di oggi, non avrei mai voluto raccontare questo, sapere quello che so oggi di questi piccoli oggetti di tortura, mi fa barcollare un po’ nel ricordare che purtroppo li ho sperimentati sulla mia pelle, ho sensi di colpa a volte anche.

Nel mese di Marzo e Aprile 2021, mi sono sottoposta a due tamponi nasali. Ho trovato l’Accademia nell’Ottobre 2020 in piena Farsa, già non credevo a tutta quella messa in scena e con un po’ di tempo iniziai a sbloccare i post nella Community di Acd dove Angel ha avvisato più volte di non fare il tampone per nessuna ragione.

Ovviamente anche se ero da poco iscritta, mi trovavo d’accordo con Lei, quindi ero stra convinta nel non volerlo fare. Faccio parte di un’associazione di volontariato di protezione civile ed in quel periodo tutti i servizi erano accomunati alla farsa; dovevamo compiere screening alla popolazione, quindi montare i nostri stand e far venire la gente del comune a tamponarsi. Non ero ovviamente molto entusiasta nel partecipare a tutto questo, tuttavia mi costrinsero ad andarci e collaborare, altrimenti mi avrebbero cacciata. Mi pento amaramente oggi di non aver preso quella scelta, avrei perso volentieri molti amici e sti cazzi, almeno non mi sarei fatta tamponare e non avrei visto migliaia di persone inconsapevoli  farsi trapanare il naso, molto soddisfatti e molto fieri. Il peggio, bambini che non volevano in nessun modo farsi distruggere giustamente il cervello, i miei “colleghi” corromperli con le caramelle e vedere poi qualcuno di loro uscire con il sangue al naso.. in quel momento mi chiedevo cosa ci facessi lì, ma ero ancora troppo troppo debole mentalmente per esprimere il mio profondo dissaccordo lì in quel preciso momento ed ancora troppo inconsapevole di ciò a cui stavamo e stavo andando incontro.

Durante questi primi appuntamenti, mi sono sempre rifiutata di farmi fare il tampone, mentre tutti se lo facevano così ridendo, io ero rimasta l’unica del gruppo a non volermi far infilare il bastoncino su per il naso e questo mi ha portato ad essere più volte oggetto di scherno e di pericolo agli occhi dei miei compagni.

Non importava nulla di questo, io non volevo quel coso dentro il mio naso!!!

Finchè un giorno non conobbi un ragazzo del gruppo con il quale ebbi una breve e particolare “storia”, qualcosa che non avrei mai immaginato che mi avrebbe fatta sprofondare nei mesi a seguire, perdendo gli enormi progressi che avevo avuto con i primi mesi di Pratica Costante.

Questo ragazzo mi aveva letteralmente fatto perdere la testa, in un modo in cui non mi era mai successo prima, il punto è che non era mai stata una cosa molto positiva ma anzi, oserei dire tossica. Certo, non ho mai smesso di praticare ma il calo che ebbi in quel periodo non fu indifferente, oggi “rivedendo” la situazione con occhi e cuore diverso, mi rendo conto dell’enorme trappola in cui sono caduta.

 

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Guarda caso, proprio nello screening in cui c’eravamo sia io che lui, sono riusciti dopo varie insistenze a farmi fare il tampone, altrimenti la minaccia era sempre la stessa “non possiamo tenerti più” ed in quel momento io non mi sognavo di rischiare di non vedere più quel ragazzo e quindi ho ceduto, la peggior decisione mai presa prima. Inutile dire che dopo aver fatto quella porcheria dolorosa ed umiliante, sono stata con il muso per tutto il tempo a seguire, mi chiedevano cosa avessi visto che era “solo” un tampone. Sapevo di aver commesso un’errore, non ero ancora al corrente dei numerosi danni che avrei avuto con molta probabilità, il solo però atto di aver partecipato a quella cosa, mi disgustava, l’unica consolazione era che in quel modo ero convinta di poter proseguire con il ragazzo che tanto mi piaceva.. le mazzate sui denti che ricevetti in tutto il tempo a seguire furono però molto dolorose.

Con questa persona ebbi numerosi tira e molla, non fummo mai una coppia, lui mi lasciava e poi ci ripensava ed io come una polla, ci stavo. La pratica c’era ma molto più svogliata ed in pensiero su quel tipo.

Dov’era finita tutta la determinazione? Dov’era finita quella ragazza che si alzava ogni giorno la mattina presto per fare la sua sessione di pratica prima della scuola e che andava anche a letto tardi pur di meditare ancora? Dov’era quella voglia di spaccare ed iniziare a riprendermi tutto ciò che era mio? Dov’ero Io?

Per molto tempo mi sono posta quelle domande, senza trovare risposta in quanto troppo stranamente  distratta ed assuefatta da quella situazione che poi, sarebbe finita anche male oltretutto! Non solo il danno, anche la beffa.

Ad Aprile dopo aver partecipato ad una piccola festicciola, il giorno dopo un bimbo vicino a me risultò “positivo” dopo che fece uno stranuto ed i genitori “ommiodio andiamo subito a fare il tamponeeh” ed ovviamente, risalirono a me che ero la persona vicina e quindi insistettero molto con mia madre nel farmi fare di nuovo quello schifo ed inviare eventuale esito negativo. Non sapevo come impormi a mia madre in quel momento, feci di nuovo la merda nasale e stavolta la sentii molto di più rispetto alla prima, molto più doloroso ed invasivo. Per tutto il periodo a seguire  (parlo anche di mesi) cominciai ad espellere continuamente muco e starnutire molto spesso, in più per quasi UN ANNO sentii pulsazioni e dolore nel punto in cui mi strofinarono il bastoncino. Da quel momento in poi non mi sarei fatta più toccare in alcun modo e così feci ed ho fatto ancora oggi.

Ora però dovevo lottare contro le conseguenze delle mie azioni ed iniziare una lentissima riparazione dei danni che anche se meno rispetto a prima, è in atto ancora adesso. Liberatami dall’ossessione verso quella persona, mi sono rimessa più seriamente a praticare aggiungendo anche l’obbiettivo di ripulirmi dai chip e notavo ogni volta che passavo nella zona della narice in cui mi hanno strofinato il bastoncino, come se quell’intero pezzo di carne volesse staccarsi e venir giù, una sensazione molto strana e fastidiosa.

 

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Inoltre non sono più riuscita a praticare fino a tarda notte se non rare volte perché mi “spegnevo” durante le meditazioni, cioè perdevo sensi senza neanche rendermene conto, specialmente da sdraiata. Tutto questo è durato sino a qualche mese fa, adesso gli episodi sono meno frequenti, pian piano sta tornando quella cara vecchia determinazione che mi è mancata da morire, la stessa che mi sta portando a comprendere realmente di come senza Dio e la Pratica, io sarei letteralmente persa e Niente, vuota.

Che dire? Ho commesso dei reati verso me stessa che difficilmente riuscirò a perdonarmi, ci sto lavorando e pian piano riuscendo, cercando la redenzione nella Pratica, dimostrandomi di voler cambiare davvero e di tenere alla mia Anima e Missione qui più di qualunque altra cosa e persona. Non è facile, è una lotta quotidiana ma DEVO riuscirci, ne va della mia vera Vita e sopravvivenza.

Dopo tutto questo devo pensare e ringraziare Dio di essere ancora Qui in ACD con la Forza di combattere, perché sì, è questo che mi fa andare avanti.

Ringrazio chi mi leggerà ed anche se ormai sembra scontato ma non lo è mai, ripeto: MAI PIU’ FARCI TOCCARE DA SIMILI ROBACCE.

 

Melissa

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Pazienti picchiati e uccisi in ospedale

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Vorrei raccontarvi il calvario che ha passato il padre di una mia amica. Il signore da un pò di mesi stava curando un unghia incarnita del piede, che in poco tempo si è tramutò in un infezione e poi in cancrena, dove fu costretto a sottoporsi all’amputazione del dito.Visto l’accaduto la figlia che vive a Roma preferì farlo operare al Gemelli anziché a Catanzaro. L’intervento andò bene,e dopo pochi giorni lo mandarano a casa. Purtoppo dopo 10 giorni l’infezione ritornò e di conseguenza fu nuovamente ricoverato. La famiglia viene avvisata che in medicina vascolare non c’erano posti e dovevano per forza sistemarlo nel reparto covid, e visto il mal contento della famiglia vengono tranquillizzati dicendo che lo avrebbero sistemato in una stanza isolata, e che non avrebbe assolutamente rischiato nulla. Nemmeno a dirlo… dopo pochi giorni vengono avvisati che il papà non stava bene, aveva preso il covid in ospedale ed era già con il casco per mantenere la saturazione. In quei giorni nessuno poteva andare a trovarlo, e a lui non veniva permesso di usare il suo cellulare, potevano solo vederlo attraverso le video chiamate che le infermiere facevano alla famiglia quando loro decidevano che si potesse fare. Dopo poco ebbe una ripresa, e gli fu tolto il casco, ma i medici avvisarono la famiglia che non si era ancora negativizzato. Il padre essendo che si sentiva bene e non portando più il casco, poteva usare il suo cellulare e dare lui stesso le condizioni sulla sua salute alla famiglia. Nelle telefonate lui raccontava che non gli davano ne da mangiare e né da bere, arrivando a sequestrargli il telefono e legarlo al letto sia gambe che braccia. Le figlie iniziarono a registrare tutte le telefonate che effettuavano con il padre, oltre ai mille reclami alla direzione. Una mattina vengono avvisate che il padre aveva passato una brutta notte ed era peggiorato, la figlia che sta a Roma è corsa in ospedale, dopo averla imbacuccata tutta con quelle ridicole divise la fanno entrare in reparto. Nel frattempo prende il cellulare e attiva la video chiamata con la sorella affinchè anche lei potesse vederlo, si dirige nella stanza e lo trova nudo coperto solo da un lenzuolo, la finestra aperta (era fine Marzo e faceva freddissimo) e la TV accesa, dove stavano mandando in onda un programma per bambini. La mia amica che stava in video chiamata si accorge che il padre era strano in volto, aveva dei lividi e lo fa notare alla sorella, la quale era convinta stesse riposando, lo chiamò per farlo svegliare, ma quando poggiò la mano sul braccio il padre era freddissimo, era morto da chissà quante ore. Inizia a gridare, facendo correre in stanza gli operatori sanitari dove provano a rianimarlo,( ovviamente tutta scenografia, perché sapevano benissimo che era morto.) La figlia presa da una crisi di nervi iniziò a dare pugni ai muri e ai carrelli dei farmaci, minacciandoli che li avrebbe denunciati. Arrivò anche una dottoressa che anziché dare conforto al dolore di una perdita di un padre iniziò a provocarla, dicendole che anziché dare pugni ai carrelli di prendersela con lei e darlo a lei un pugno. Questa affermazione della dottoressa la fece tornare lucida, capendo dove volesse arrivare… uscì dall’ospedale e si recò dai carabiniere per denunciare l’accaduto allegando anche le registrazioni delle telefonate dove il padre lamentava maltrattamenti. Il corpo fu trovato pieno di lividi, ed essendo che sulla cartella clinica era stato dichiarato morto di covid fu chiesta anche l’autopsia. Da pochi giorni la mia amica dopo varie telefonate ha saputo qualcosina riguardo i risultati dell’autopsia, le dissero che hanno aperto un’indagine per omicidio colposo, in quanto il padre non è morto di covid, e nel suo sangue non furono trovate nemmeno traccia dei farmaci che lui assumeva da tanto tempo per problemi cardiaci. Mi auguro con tutto il cuore che giustizia sia fatta.

 

maryall80

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Esperienze negative dopo il tampone

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Basta davvero un secondo per farti così tanto del male? Chiediamolo alla Martina del 2020.

Ricordo che ero in macchina quando per la prima volta mia madre mi parlò del tanto sentito “coronavirus”, l’aveva descritto con così tanta preoccupazione, che dentro di me ero un po’ spaventata, ma alla fine neanche più di tanto, non davo molto peso alle notizie del telegiornale.

In seguito lo sentii nominare spesso a lavoro, dove addirittura il capo dell’azienda organizzò una riunione con tutti i dipendenti, tutti impauriti, tutti che già stavano aprendo le porte alla grandissima Manipolazione mondiale, che abbiamo vissuto…tutti i dipendenti… Tranne me.

Non avevo la minima paura, già la distanza tra le postazioni, le costanti pulizie ogni 10 minuti, non toccare oggetti che altri toccavano, i commenti delle persone, non so se mi facevo ridere talmente erano ridicoli o mi davano sui nervi.

Arriviamo a metà febbraio, io me ne vado a vivere da un’altra parte ed è proprio qui che è nata una nuova routine manipolata, studiata apposta per me. Perché? Perché da febbraio ci avevano chiusi in casa e questo significava niente lavoro e più… più… cazzeggio (mi scuso con i lettori, ma non c’è modo più appropriato per dirlo), quindi ho assecondato pienamente i voleri del governo di quel periodo, perdendo molto tempo prezioso. Per fortuna già in quel periodo mi stavo interessando alla meditazione, ma non sapevo dove cercare, mi interessavo ai viaggi astrali, sogni lucidi, matrix, alieni, entità, vita passate/parallele e tutto il mondo paranormale. Come bloccare una persona che non crede alla farsa, alla manipolazione mondiale sottointitolata covid e a tutte queste regole stupide? Ovvio con un tampone, e come fermare una persona interessata alla spiritualità? Facendoglielo fare per una “buona causa “, lo fa solo per le ” persone che ama”.

Prima di raccontare gli effetti del test sierologico a cui mi sono sottoposta (sotto forzatura), vorrei farvi notare come hanno manipolato la situazione intorno a me, le persone vicine a me e ultima, ma non meno importante… come hanno manipolato me, al fine di cedere agli obblighi imposti.

Iniziamo con il flashback:

La madre di una persona che conosco aveva fatto una specie di test elettronico, preso da Amazon, che ti dice se hai fatto o meno il Covid, se non sbaglio in base agli anticorpi e questa persona non risultava positiva, ma in passato aveva fatto il Covid. Io ne parlo tanto per per con mia mamma, che presa dal panico, dice che devo fare il tampone e avvisare il lavoro, perché la schifolegge dice così!

Essendo regole che non rispettavo e a cui non mi interessavo, non volevo dirlo e soprattutto non so perché ero così contraria a fare il test sierologico, tanto imposto da mia madre. Le inventai tutte pur di non farlo, c’era qualcosa dentro di me che mi spingeva a lottare. Andai dal medico e mi feci dire che quell’aggeggio non significa nulla, disse testuali parole :” Solo il tampone e il test sierologico possono rilevare se hai il Covid, non apparecchi presi da internet “, già come no aggiungerei,mi feci fare un foglio per mia madre e il lavoro,ma lei continuò ad insistere. Secondo tentativo: creai una chat finta su un’app tra me e la signora in merito a quell’aggeggio, ma nulla, litigate su litigate e alla fine ho ceduto.

Arriva la mattina del test, un ” banalissimo” esame del sangue, ero arrabbiata e preoccupata, eppure avevo già fatto esami del sangue in passato, avevo paura inoltre di essere positiva e far chiudere il lavoro a persone molto molto molto importanti per me.

 

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Arriviamo al momento esatto del prelievo:

Appena entrò l’ago mi sentii sconfitta, mi sentii come se qualcosa mi fosse portata via, ok che il prelievo del sangue può stancare, però mi sentivo come se una parte di me si fosse staccata, guardavo il muro e mi veniva da piangere.

Così ora il governo aveva un’altro po’ del mio DNA e io altri mille problemi.

Finalmente cari lettori, arriviamo alla parte che tutti state aspettando: le conseguenze dell’esame.

Andiamo per categorie: al primo posto abbiamo l’umore, i mesi dopo sono stati tra i più tristi della mia vita, da un giorno all’altro molto probabilmente avevano manipolato una persona che in pochissime ore aveva voluto chiudere il rapporto con me, sono stata talmente male che vivevo i miei giorni come una ragazza depressa (cosa che io non sono mai stata, anzi ho sempre odiato queste malattie soprattutto nei giovani), sempre a piangere. In passato avevo dovuto affrontare problemi di salute più gravi, malattie mortali in famiglia, la quasi perdita dei genitori, lutti, separazioni, operazioni, tutto nello stesso periodo circa eppure ero forte e non mi buttavo giù, in quei mesi ero vulnerabile, fragile, senza forze e perennemente triste.

Apatia: una forte e costante apatia tutto il giorno, se non lavoravo, non facevo nulla e io prima di quei mesi, non volevo mai perdere tempo, anzi sempre piena di ambizioni, progetti. Avevo sempre sempre sempre sonno, dormivo poco e avevo sonno, dormivo tanto e avevo ancora più sonno. Ricordo che dormivo anche fino alle 14.00 del pomeriggio, inoltre facevo tantissimi sogni dentro ai sogni, ma non solo mi svegliavo ed ero ancora nel sogno, mi svegliavo di nuovo ed ancora in altro sogno, mi svegliavo ma ero ancora in un altro e poi finalmente mi svegliavo tutta intontita. Non riuscivo a capire spesso la realtà dal sogno, perché facevo sogni in cui mi svegliavo e svolgevo la mia giornata come al solito. Tutto questo solo per aver fatto il tampone.

Mi sono ricordata solo leggendo l’articolo degli step sulla paralisi notturna, che in quel periodo ne avevo avute spesso. Quindi ricordo che vivevo molte paralisi e mi sentivo spesso osservata.

Tutto questo mentre la tv difronte si godeva il film della mia vita, una vita sottomessa, in cui non facevo altro che prendere botte su botte la notte.

Ora passiamo ad un caro amico che mi ha accompagnata sin da piccola, ma specialmente mi è stato vicino dopo il test : il mal di testa. Dolori alla testa allucinanti, non riuscivo neanche a tenere gli occhi aperti, mi svegliavo e avevo dolori dietro alla testa, nel centro e davanti.Un giorno addirittura ero stata a letto tutto il giorno perché avevo un mal di testa mai provato prima, avevo dormito moltissime ore, avevo fatto sogni stranissimi e il giorno dopo non sentivo odori e sapori.

Sport: facevo più fatica a fare sport, oltre per i mesi in quarantena in cui non avevo fatto nulla, ma immagino che il test sierologico abbia influito anche su questo. Facevo molta fatica a correre, tanto da avere dolori alla gambe allucinanti, le sentivo pesantissime, sentivo dentro tutto bloccato, vero che facevo tantissimo sport, però avevo dolori troppo strani.

In generale mi sentivo persa, letteralmente persa, i mille progetti li avevo abbandonati.

C’era qualcosa che mancava nella mia vita e quel qualcosa era la meditazione! Grazie ad ACD e alla pratica ogni cosa si è rimessa al posto giusto, il vuoto che sentivo dentro di me, non c’era più, i mille progetti sono tornati anzi di nuovi e di migliori, ho cambiato percorso di studi, trovando un corso che mi permetterà di fare ciò che desidero, aiutare gli altri e non mi rubi troppo tempo per la mia vita e la pratica, sia ora che studio, sia in futuro, poi ho trovato un lavoro con orari giusti, che paga bene e soprattutto che mi permetta di praticare, insomma grazie ad ACD ero più felice e sono più felice anche perché semplicemente sono viva, perché vivo!

 

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L’apatia era andata via, grazie alle meditazioni ero subito più attiva nonostante settimane prima fossi in quello stato, lo sport andava meglio e grazie ai chakra più pieni, avevo ottenuto maggiori risultati sul mio fisico in sole poche settimane, avevo più voglia di mangiare sano oltretutto.

I rapporti con la mia famiglia erano migliorati, ovvio ci sono sempre delle difficoltà, soprattutto perché le quarantene ci avevano portato ad avere meno soldini. Ma aveva messo apposto la mia vita, senza la pratica è inutile vivere.

Ora passiamo invece a mia madre. Anche lei contro la farsa,i vaccini e non aveva ceduto ai tamponi. Stavano togliendo le varie dittature e il tampone era solo obbligatorio negli ospedali e proprio l’ultimo mese ne fece uno. Anche qui il motivo era futile e facilmente evitabile, oltretutto fatto di nascosto perché sapeva che mi sarei arrabbiata.

Indovinate un po’? Ha fatto un tampone che non è servito a nulla, perché anche se era entrata in ospedale non c’erano documenti che cercavamo… Che incredibile colpo di scena!

Ho notato subito il cambiamento di mia madre, prima di tutto da che meditava ogni mattina, piano piano ha smesso, da che era più tranquilla e positiva, anche lei da quel momento era sempre più stressata, sempre più depressa, sempre più triste e apatica, passando l’unico giorno libero sempre su Netflix. Ha iniziato ad avere più problemi di salute e infine ancora più grave non crede più a quel poco che aveva letto nei primi step e a ciò che le accennavo sulla spiritualità seppure prima del tampone ci credesse e praticasse.

Il tampone e il test sierologico ci avrà anche danneggiati e anche se ho cercato di regalarvi una lettura scorrevole, appena ho saputo del test, ci ero rimasta molto molto male, scrivendo a staff, tutor a tutti perché avevo paura di essermi fatta del male.

Io ho fiducia nella pratica, io cerco di avere sempre di più quella profonda fiducia nell’Universo cercando di non mettere il dubbio nei mio sentimento, quindi visto che sono convinta che la Prana possa arrivare ovunque, sono sicura che nonostante i danni di quelle azioni, possiamo solo rimediare e continuare a combattere per noi e per gli altri. Grazie Angel, solo grazie a te, siamo ancora vivi, grazie per il tuo lavoro, per ogni singolo momento occupato per noi, per la farsa e per tutto ciò che fai per i tuoi studenti, per l’umanità, per tutte le Dimensioni e per Dio da quando esisti. Vorrei che tutto il mondo avesse la fortuna di apprendere da Te, di conoscerTi e soprattutto di avere la possibilitá di evolversi e liberarsi dal un governo che ci tiene in gabbia. Tu ci hai dato e continui a darci, instancabilmente, la chiave per uscire da quella gabbia, sta a noi usarla! Grazie Angel… Grazie.

 

Martina

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PATTI COL DIAVOLO, PER IL CENONE DI NATALE!

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Siamo nel nazismo più inoltrato! Dove per esercitare sia doveri che diritti, acquisiti sin dalla nascita, bisogna sottoporsi ad un siero killer o ad un tampone nasale, così da dimostrare a… boh… non so chi, che siamo bravi sudditi e succubi delle regole e delle imposizioni! Però no dai non siamo in dittatura!!! Secondo una regola bacata alla fine “se rispetti  LE REGOLE hai il diritto di fare ciò che vuoi!”

Vi parlo da disobbediente, quella assassina che lavora, pagava le bollette e viaggiava, rinunciando a qualche fermata di metropolitana pur di evitare i controlli delle SS, in quanto ero ritenuta assassina perché non ero sottoposta ad un qualsiasi tipo di “TSO”!  Ci tengo a precisare che i miei personali compromessi sono nulli in confronto a chi magari aveva bisogno di cure urgenti per malati gravi, oppure gente che, anche se con una certa età, aveva capito molto bene la situazione…ma gli veniva negata la loro sacro santa e altrettanto misera pensione in quanto non erano bravi cittadini perché erano privi di punture o tamponi!

In un modo o nell’altro tutto si poteva fare ed il tempo trascorreva tra discriminazioni e odio profondo, molto velocemente, ogni giorno c’era una nuova regola che aumentava le restrizioni tra umani e i loro cari! Anche perché tutti quei lobotomizzati avevano paura di incontrare troppa gente disobbediente, bhe si perché si avvicinava Natale!!!

Ma che bello stava arrivando Natale! La festa che raccoglie tutti gli italiani sparsi nella penisola o per il mondo che si radunano tutti nella loro città natale. Sì una bella festa!… che unisce tutti, anche quelli che per tutto il resto dell’anno  si odiano profondamente ma a Natale si abbracciano con il fare più gentile e ipocrita dell’universo, solo perché è NATALE!!

Insomma adoro queste scene smielate e finte, per comprendere fino a che punto un essere può essere finto!….ed ero davvero curiosa come si sarebbe svolto il Natale di quest’anno con l’aggiunta del Nazismo!

Il nostro stato nazista ha pensato a quei poveracci che erano pieni di PAURA, di salvarli in qualche modo, ribadendo il fatto che bisogna essere TSOsatti per poter festeggiare con tutta la famiglia! Persino quelli già punturati dovevano essere sottoposti al tampone così da ribadire la loro obbedienza e spingerli verso “UNA NUOVA (e squallida) NORMALITÀ”

Ebbene anche le persone con cui ho sempre festeggiato il Natale, da qualche anno a questa parte, quest’anno volevano come primo regalo il mio “chino di capo” porgendo loro il mio personale nazi-pass! Loro  sapevano che io non mi sottoponevo a nessun TSO, ma nel cuore loro pensavano che a Natale sarei stata più “buona” ossia sottomessa! Non diedi nessuna spiegazione della mia assenza al grande cenone…. Dissi solo che stavo dalla mia famiglia, che non festeggiano in quanto sono testimoni di Geova! I miei abitano lontano a piu di un’ora di treno dalla stazione centrale, dalla mia città!

Queste persone si sono interrogate giorno e notte sul perché io non sia venuta a festeggiare con loro, dato che comunque ai loro occhi io non potevo viaggiare senza il nazi pass! E pure, devo dire che ho fatto pure un bel viaggio….senza seguire nessuna di quelle ridicole disposizioni!

Questa gente con danni irreversibili da vaccino, ancora non faceva, (e a maggior ragione neanche oggi) non fa il collegamento tra eventi avversi e imposizioni. Ma la cosa più triste e che non hanno il coraggio di ammetterlo, dando semplicemente la colpa allo stesso stato che li hanno dato la dritta  di chiedere a chiunque il nazi pass! Come ci è stato insegnato, se sbagli dai sempre la colpa agli altri e gli altri faranno altrettanto!

Così viviamo in una società che non ragiona che non ha tempo di riflettere che ha PAURA DI RAGIONARE perché ragionando inevitabilmente si finisce dalla parte opposta, la parte negazionista, complottista e a dare dell’ignorante al Dio TV!

 

 

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Se prendiamo la parola ignorate dal vocaboario:

“Ignorante ~Che non conosce una determinata materia, che è in tutto o in parte digiuno di un determinato complesso di nozioni” questo è ciò che ci dice il dizionario Italiano!

Però se ti informi al difuori del Dio TV sei ignorante! Ottimo direi!

Tralasciando però i dettagli linguistici e tornando all’odio creato con una sola parola “lockdown” che serviva solo ed esclusivamente a far nascere dentro ognuno di noi la paura dei nostri stessi simili, e la stessa paura usarla per fare accettare tutte le regole naziste già pronte nel cassetto!

Sicuramente queste persone hanno avuto molte notti in bianco ognuna di loro pensando e ripensando a come era possibile che io non accettassi le varie imposizioni, e a maggior ragione cercare di farmeli imporre!!

Passato il Natale ovviamente tutti quelli che erano bravi sudditi e succubi delle varie imposizioni erano tutti soddisfatti delle loro feste passate insieme ed in SICUREZZA CHE ERA LA COSA FONDAMENTALE!…la maggior parte si scoprono tutti positivi e se lo passano a catena tramite wathsapp come se nulla fosse! Tutti i vicini nessuno escluso ma tutti beatamente punturati, tutti positivi, anche il mio compagno! Ma io niente stranamente non gli piacevo proprio a questo essere chiamato covidy (per gli amici). Sì direi che un po’ di raffreddorino con qualche tacca di termometro! Insomma per un soffio non mi prendevo davvero il covidy dato che ero circondata…. Con il mio compagno agli ‘arresti domiciliari” io stavo a piede libero e sicuramente anche in questa circostanza qualche vicino aveva subito lo stesso trattamento del mio compagno ma per più di un mese dato che era punturato bene bene, avrà dormito ben poco! La mia libertà, dall’inizio della pandemenza fino a quel momento, mi costo abbastanza cara sia sulla pelle che sulla mia dignità di persona!  Dopo meno di qualche mese al lavoro ci arrivano le SS per il controllo del nazipass! Ma che coincidenza!!! Quasi i tempi burocratici di una denuncia per segnalazione! Chiunque esso sia stato sicuramente mi voleva assai bene!

Sapendo che a breve avrebbero tolto l’oblbligo del nazipass cercavo di fare il più del lavoro la mattina per poi, essere sostituita da una persona nuova in prova, che come requisito era in grado solo di esporre il suo nazi pass al primo ss che entrava! Tutto questo perché la mia faccia all’apertura del locale doveva a scomparire onde evitare altri danni economici al locale! Ribadisco che il mio capo non mi ha mai imposto nulla e sa benissimo cosa e come la penso al riguardo! Quindi mi diede questa possibilità di lavorare la mattina e tornare il pomeriggio per le pulizie del locale pagandomi lo stesso stipendio comunque! Naturalmente non mancavano i diverbi ed incomprensioni continui ogni giorno che ci portavano allo sfinimento psico-fisico di entrambi! Io perché stavo più di una giornata sul “nascondersi ma sempre pronta alla chiamata” se era necessario e lui perché non riusciva a portare avanti tutto il lavoro da solo!

In fondo loro puntavano esattamente a questo allontanare le persone sfinendole tra litigi e pesi che gravavano su ogni persona in se !

Non appena mancava un mese dal famoso annullamento del nazi-pass, ho ceduto alla pressione e situazioni che si erano create! Presa dalla rabbia senza sentire niente e nessuno mi sono diretta in farmacia per fare il TSO! Fu l’esperienza più brutta della mia vita!

Entrai in quella farmacia piena di rabbia e frustrazione e tanti di quei sentimenti negativi che si mischiavano tra di loro! Mi sedetti su quella sedia e con quella bacchettina magica mi tiro fuori non solo la pelle del naso ma anche tutti quei sentimenti che prima facevano a cazzotti nella mia testa! Dov’erano finiti? Com’è possibile che sono spariti in un secondo? Però mi accorsi che mi ha lasciato un vuoto, un vuoto dentro al petto, che mi diceva che tutto quello che avevo sostenuto fino a quel momento l’ho buttato nel cestino dei rifiuti insieme alla bacchettina magica! Tutti quelli che mi conoscono bene rimasero tutti di stucco nel  saper che io avevo fatto simile scelta! mi ricordo benissimo la reazione del mio titolare…”ma che cazzo hai fatto?? Che te sei impazzita tutta insieme?” Mi disse di non farlo più e io gli risposi che non possiamo stare sempre in questa ansia e stress ogni giorno, manco avessimo ammazzato qualcuno! Quindi decisi di sottopormi a questi cazzo di TSO  fino alla fine del mese! Il datore di lavoro mi chiese di limitarmi almeno a due a settimana, perché non aveva senso farlo solo per il venerdì!

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Se la sarebbe sbrigata da solo la situazione del negozio il venerdì dato che c’era molto meno lavoro!

Otto, otto erano il numero di bachettine che mi avrebbero tolto tutta la dignità e non solo!

Notai nel periodo di quel mese che la mia testa non era lucida a tratti, addirittura era come se si azzerasse…mi bloccavo con sovrappensiero ma nessun pensiero! Spesso mi sembrava che la testa fosse in pallone come quando sei raffreddatissimo ma niente raffreddatore!

Ogni volta che mi veniva inserito cominciava il bruciore nelle narici che mi accompagnava per quasi metà giornata! Con l’aumentare del numero di bacchettine magiche il naso cominciava a sanguinare la mattina soffiando il naso, e ci tengo a precisare che per me era un evento davvero rarissimo il sanguinamento dal naso! Neanche con le botte prese agli allenamenti di karate mi sanguinava, in partica avevo un naso d’acciaio! E pure sono bastate un paio di tampax  per il naso per farlo indebolire!  Chi sa come mai una cosa del genere possa fare dei danni così tangibili in pochissimo tempo! Gli effetti collaterali mi li ritrovo anche oggi, che oramai sono passati mesi dall’ultimo Tampax! Il naso e costante pieno di croste insanguinate che se provi a togliere risulta ancora peggio perché comincia il bruciore appena passa un po’ di arietta.

Sopravvissuta con qualche danno fisico e mentale niente di che, insomma! Sempre meglio di una morte lenta e dolorosa da veleno anti farsa virus!

Tutto è nato da un patto natalizio come avete letto! C’era in ballo un tampax per fare una finta festa con finte persone o rischiare molto di più in seguito! Io a patti non ci sono arrivata con loro e decisi di rischiare tutto! Fino alla fine.

Carissimi! Mi dispiace tanto se non avete preso sonno quelle volte in cui mi pensavate! Davvero desolata! Oggi sono contenta che il motivo della vostra insonnia sono i vostri malesseri, insomma qualche dolorino di toppo che vi preoccupa! E quella vocina che vi dice che sono gli effetti della punturina, sappiate che non è la mia….ma di Colui con il quale avete fatto a patti per viaggiare per lavorare e per vedere le persone care! E anche Colui che vi batteva la mano sulla spalla quando vi sentivate in dovere di pretendere il TSO agli amici!  Vi saluto in attesa delle vostre nuove analisi generali!

Carissimi saluti

 

Madda

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Allontanato dal lavoro perchè privo di Green Pass

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La mattina di venerdì 15/10/2021 mi presento, come tutti i giorni, all’ingresso dell’azienda presso la quale lavoro; fin dal parcheggio si respirava un’aria pesante e carica di tensione. Mi avvicino tranquillamente verso la porta con il registratore vocale del cellulare acceso per tenere traccia di ogni parola; era il primo giorno di obbligo di green pass per accedere al luogo di lavoro. Varcata la soglia, dietro i tornelli dotati di riconoscimento facciale, la persona incaricata di verificare la validità del lasciapassare nazista, tutta baldanzosa e fiera, mi chiede di mostrarle il mio pass per la verifica; con un sorriso abbozzato sul volto faccio presente di non essere in possesso del documento richiesto; improvvisamente, l’addetto entra in panico e perde la sua fierezza da controllore. Non riusciva a capacitarsi che ci fosse una persona che non avesse il marchio verde perché, prima del mio arrivo, era filato tutto liscio per lui. Ed ecco che comincia ad agitarsi e, in preda al panico, chiama i rinforzi. In pochi secondi si presentano davanti a me il direttore del personale e il mio responsabile. Dopo qualche minuto di predica, sostenendo che non potevano farci nulla perché la legge era così, mi comunicano che sarei potuto rientrare in azienda solo quando sarei stato munito del green pass. Mi avrebbero rivisto solo sei mesi dopo. Quella mattina è stata abbastanza umiliante, perché vedersi negare un diritto fondamentale, come quello al lavoro, non è piacevole. Sono comunque arrivato preparato, perché sapevo benissimo come sarebbe andata a finire. Nei giorni seguenti alla sospensione, venni a sapere dai miei colleghi che, soprattutto al mio responsabile, non era andata giù questo mio atto eversivo.. Pensava che fossi tornato indietro a supplicarlo di farmi lavorare almeno in smart working, ma ciò non avvenne. Naturalmente, a causa della sospensione, non avevo diritto né alla retribuzione né al versamento dei contributi previdenziali, oltre alla mancata maturazione delle ferie e dei permessi. Ma oltre a creare un danno economico, la sospensione aveva dei risvolti anche a livello psicologico; ti faceva sentire escluso, emarginato e pericoloso per gli altri. Inoltre, non essendo presente al lavoro, i miei impegni lavorativi erano stati suddivisi tra i colleghi. Quando sono rientrato al lavoro, i colleghi mi hanno riferito di essersi trovati diverse volte in difficoltà, chiedendo addirittura al mio responsabile di farmi lavorare in smart working per alleggerirli dai carichi di lavoro. Vi lascio immaginare la risposta orgogliosa del “responsabile”. Anche le mie colleghe hanno subito indirettamente parte di questo assurdo comportamento; oltre ad avere problemi abbastanza seri per la cura dei propri genitori anziani e malati, e quindi necessitavano di permessi per assentarsi dal lavoro, mi hanno detto che anche loro si erano beccate il temibile virus e quindi hanno dovuto assentarsi per settimane dal luogo di lavoro aumentando ancora di più il carico sulle colleghe rimaste in ufficio! Questa è stata la dimostrazione lampante che non ero io l’untore… Ah, dimenticavo, anche il mio capo si è beccato il virus. Una volta tornato in azienda, lo stesso pomeriggio del giorno del rientro, si è svolta una riunione per ridefinire le mansioni di ciascun collega; con mia sorpresa, mi era stato tolto un incarico abbastanza pesante e noioso, assegnandomi altri piccoli impieghi molto sbrigativi. Vivere personalmente esperienze di privazione della libertà, di qualunque tipo essa sia, aiuta a comprendere quanto sia fondamentale combattere per difenderla ed evitare che ci venga rubata o limitata. Fosse anche “solo” per prendere un treno.

 

Lucioman

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Tamponi spezzati all’interno del naso

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Sulla questione tamponi personalmente non ne ho mai fatti ma volevo raccontare un paio di testimonianze riguardanti persone che conosco e che a differenza mia li hanno fatti.

La prima testimonianza riguarda una ragazza che conosco. Questa ragazza ho sempre creduto che avesse quantomeno una coscienza. Ha sempre detto di pensarla come me su tutta la vicenda della farsa e credo fosse sincera. Anche sulle mascherine ad esempio le odiava e non le voleva mai mettere. A lavoro spesso la metteva sotto il naso o se la toglieva completamente. Semplicemente in presenza dei clienti la teneva per tenere buoni i clienti appunto. Anche quando vedeva un bambino che la indossava cercava sempre di fargliela togliere. Insomma era un po’ come me, ci spalleggiavamo a vicenda. Talvolta nel suo piccolo un po’ come me cercava di dare uno spiraglio di luce anche alle persone che incontrava o ai clienti. Poi però probabilmente il secondo lockdown e le manipolazioni che anch’io subivo non tanto da chi ci governa quanto nel mio caso soprattutto aliene che mi spingevano a stare troppo tempo in casa lontana dai contesti sociali e che mi inducevano a pensare che certe “scelte” fossero realmente mie, mi hanno allontanata anche da lei. Purtroppo poi come ho già raccontato riguardo ad un mio familiare, tutto il teatrino intorno a noi, conoscenti e parenti compresi sono stati utilizzati spesso per spingere le coscienze nella direzione sbagliata. Nel suo caso infatti tutta la sua famiglia era ed è pro-farsa, pro-vaccino ecc.. e la clientela pure ha fatto il suo condizionandola. In realtà lei è sempre stata anche un po’ bipolare per via di manipolazioni forse derivanti da entità o alieni perché comunque beveva e fumava e non praticava. Infatti alle volte pur pensandola come me di base, magari se io facevo un gesto contro la farsa come condividere un video su un gruppo in comune, da che la pensava come me mi veniva pure contro, comportandosi a tratti come tutti gli altri. Questo gesto ha anch’esso contribuito ad allontanarmi da lei e non fu nemmeno l’unico. Quando poi abbiamo ripreso con il lavoro la manipolazione che aveva subìto nei mesi trascorsi senza vederci né sentirci l’avevano cambiata. Indossava due mascherine l’una sull’altra, non aveva più quella grinta e quell’atteggiamento un po’ ribelle contro la farsa e tutte le ingiustizie che stavamo subendo e credo che anche i numerosi tamponi a cui si è sottoposta dall’inizio della farsa sino a quel momento purtroppo avevano giocato un ruolo importante nel farle perdere coscienza. Sembrava realmente un’altra persona e il colpo di grazia ovviamente glielo ha dato il vaccino al quale alla fine si è sottoposta. Comunque da quando la lasciai a Novembre/Dicembre 2020 a quando la ritrovai in primavera 2021 era totalmente cambiata. Forse anche un altro evento che stava capitando nella sua vita l’aveva sconvolta al punto da perdere totale interesse a “ribellarsi”. Anche quando riprovavo a parlare con lei della farsa e di ciò che pensavo realmente vedevo che in lei qualcosa era cambiato. Aveva completamente perso quel suo spirito ribelle. Credo che quindi nel suo caso siano stati un mix di eventi a farle perdere “coscienza” ma sicuramente senza ombra di dubbio i ripetuti tamponi che si era fatta anche in maniera sconsiderata hanno dato un bel contributo al suo cambiamento. Alla fine ha anche ceduto al vaccino e ora la “trasformazione” ahimè è completa. Non vedo in lei una minima traccia di ciò che c’era prima. Se il secondo anno di farsa, manipolazioni e tamponi avevano evidentemente indebolito la sua coscienza il vaccino è stato il colpo di grazia finale. Ormai la mascherina la mette sempre, anche ora che almeno per il momento la propaganda ha allentato la presa e che davvero non c’è che febbre e raffreddore, sempre esistiti, e la crisi respiratoria non esiste praticamente più. Si è convinta infatti che la mascherina vada tenuta per “proteggere” i bambini non si sa da cosa,vabbè.

Sui tamponi avrei da dire anche riguardo al mio familiare di cui ho parlato nelle testimonianze dei danni da vaccino. Infatti sebbene non siano l’unica causa, come nel caso della testimonianza della ragazza di prima, hanno contribuito ad abbassare di molto la sua coscienza fino a farlo cedere al vaccino.

 

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Dico questo perché nel 2021 durante l’Estate questo mio familiare era ancora connesso alla sua coscienza, non era impaurito dal virus, era ancora abbastanza tranquillo come l’anno prima. Non voleva minimamente cedere al vaccino, lo odiava anche perché sapeva che tutti in famiglia anche e soprattutto a causa della mia influenza e pratica verso di loro eravamo contrari a farlo. Purtroppo ad un certo quando le pressioni da parte dei colleghi a lavoro si fecero troppo insistenti e decise di sottoporsi almeno ad un tampone, così a detta sua avrebbe dimostrato “qualcosa” a loro, portandogli il risultato negativo. Ovviamente è un concetto molto sbagliato quello di dover dimostrare qualcosa a qualcuno. Tu non devi dimostrare niente a nessuno, sei dalla parte della ragione e basta! Purtroppo se avessi saputo prima di questa sua intenzione avrei almeno potuto spingerlo a non farlo, ma l’ho saputo solo dopo che lo aveva fatto. Mi accorsi che qualcosa in lui era cambiato già dopo il suo primo tampone, infatti oltre al fatto che fosse tra virgolette felice poiché poteva finalmente andare a mangiare all’interno del Mc Donald’s senza essere discriminato perché non era vaccinato e già questo faceva presagire male, lo vedevo le volte dopo che veniva a casa diverso, più stordito, “addormentato” e meno cosciente. Erano differenze sottili ma se sei cosciente e pratichi, queste differenze le cogli e come. Rispetto all’ultima volta in cui lo andai a trovare e in cui ancora vedevo una luce in lui, un porsi domande,come qualcosa che lo tormentava ma non in senso negativo, bensì per spingerlo a cercare risposte prima che fosse troppo tardi e che purtroppo io ho provato a dargli spingendolo verso la strada di acd ma senza successo, questa volta lo vedevo spento. E da lì già compresi che se prima fosse difficile riuscire a salvargli la coscienza, dopo il primo tampone era completamente impossibile. Quindi ancor prima del vaccino già con il tampone era abbastanza più spento ma tuttavia non totalmente. Era ancora della nostra veduta ma vani furono i miei tentativi di tornare a parlargli della farsa, della spiritualità e di ciò che sarebbe stato meglio non facesse. Non c’è bisogno di dire che una volta vaccinato anche nel suo caso la “trasformazione” fu evidente. Tutt’ora si spaventa e crede nella mascherina ma penso anche che ancora una volta siano soprattutto gli altri a suggestionarlo.

L’ultima testimonianza sui tamponi che ho riguarda un bambino diciamo mio parente molto alla lontana. Questo bambino ha diverse difficoltà come difficoltà nel parlare, interagire con gli altri ecc e molto probabilmente si tratta di una forma di autismo. Probabilmente sviluppato in seguito alle vaccinazioni. E ha anche momenti di aggressività e tante altre cose e problematiche che un bambino non dovrebbe mai avere! Fatta questa breve parentesi, come se questo bambino non fosse già stato abbastanza danneggiato non so per quale assurda ragione, forse perché entrò a contatto con un positivo o perché in famiglia lo erano,fu sottoposto ad un tampone. Stavolta il danno non fu comportamentale, almeno non quello evidente ma a quel povero bambino durante l’esecuzione del tampone quel bastoncino gli si spezzò all’interno tra la narice e la barriera ematoencefalica contro cui il tampone sfrega quando viene eseguito. Infatti il problema non fu tanto che si spezzò ma che si spezzò in un punto in cui non poteva essere estratto semplicemente tirandolo via dal naso ma quel bambino dovette essere operato d’urgenza al naso per poter rimuovere tutto. Quindi oltre al danno di sottoporre un bambino ad un test inutile e per di più dannoso ci dobbiamo aggiungere anche l’incompetenza dei medici che non seppero nemmeno svolgerlo bene.

 

Lince

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Discriminazioni contro i bambini

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Riguardo all’inutile carta discriminatoria chiamata Green Pass, ci sarebbe molto da dire, ma mi limiterò a raccontare alcuni episodi vissuti direttamente, cercando di essere sintetica, ma non troppo.

Per quanto riguarda il lavoro… intanto devo premettere che dall’avvio della campagna vaccinale, i colleghi facevano a gara a chi si faceva l’iniezione per primo e non facevano altro che parlare di quante dosi avessero fatto, di quali fossero le loro personali date di prenotazioni, ecc… Addirittura una mia collega uscì di casa quasi in mutande perché si era liberato un posto per l’iniezione velenosa, ma le avevano dato solo un quarto d’ora di tempo per raggiungere l’ospedale; quindi… pur di anticipare la dose prenotata per qualche giorno dopo, si precipitò in strada così com’era vestita e conciata… fierissima di avercela fatta! Questo era l’ambiente in cui lavoravo ogni giorno. Per forza di cose avevo smesso di comunicare, standomene più in disparte di quanto non facessi prima. Ovviamente il fatto che non fossi vaccinata lo immaginavano tutti, dal momento che avevo già rifiutato il tamponamento di massa organizzato qualche tempo prima. Una volta approvato il decreto che imponeva il green pass per accedere al posto di lavoro, notai che iniziarono ad evitarmi accuratamente e spesso li vedevo parlottare tra loro in gran segreto. Gli argomenti molto in voga fino a poco tempo prima (covid/vaccini/green pass) venivano trattati solo quando non ero nei paraggi. L’unico che conosceva la mia posizione era il mio Capo ufficio; considerato il clima di incoscienza che aleggiava in ufficio, non avevo nessuna intenzione di farlo sapere. Nel lasso di tempo tra l’uscita del decreto e la data della sua applicazione (15/10) il mio capo si lasciò maldestramente scappare questa informazione privata con il Direttore dell’Area, (collega che conosco da quasi 30 anni), costui… dall’istante stesso in cui lo seppe, prese subito a cuore la mia condizione di povera stupida (secondo lui), iniziando a prendermi in disparte per convincermi di quanto stessi sbagliando, dapprima con le buone maniere, ma ben presto con insulti e minacce. Purtroppo non sono riuscita a registrare le conversazioni… a volte mi telefonava dal suo ufficio SOLO per chiedermi se avevo adempiuto alla vaccinazione, per poi ricordarmi che mi avrebbero lasciata a casa senza stipendio perché “gente come me meritava di morire di fame”. Tutto questo urlando in modo aggressivo. A volte qualcun altro provava a sedersi alla mia scrivania e con le buone maniere cercava di farmi ragionare con discorsi che potevo smontare facilmente, interessante come cercassero tutti di farmi cadere in discorsi “complottisti”, come se stessero recitando lo stesso copione, ma rispondevo a monosillabi, per cui erano loro alla fine a far uscire dalle loro bocche delle castronerie mai sentite, che potevo facilmente mettere in ridicolo. Una collega mi diede persino della testimone di Geova, tanto per dire il livello delle conversazioni. Eppure sto parlando di persone laureate e con posizioni lavorative di rilievo… Alla fine la data del 15/10 arrivò e rimasi a casa, aderendo inizialmente allo sciopero. Ricordo che l’ultimo giorno di lavoro mi sentivo molto sollevata, come se stessi uscendo di prigione, ma al tempo stesso mi sembrava di lanciarmi nel vuoto, non avendo idea di come avrei vissuto senza stipendio per così tanti mesi. Queste sensazioni contrastanti mi accompagnarono per tutto il periodo, ma questo è un altro discorso. Ero sollevata perché lavorare in un Ente Pubblico significava lavorare per il sistema e dover in qualche modo sostenere questi decreti folli; fino a quel momento ero riuscita ad evitarlo, ma non so come sarebbe andata a finire. Poi, comunque, lavorare in quell’ambiente era deteriorante e avvilente. Così entrai in sciopero finché fu possibile. Ero molto indecisa sul tipo di azioni da intraprendere da quel momento in poi, ma l’ultimo giorno di sciopero mi venne in mente un’idea un po’ provocatoria che mi piaceva molto.

 

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Premettendo che prima del 15/10 lavoravo in parte in ufficio e in parte in smart working (due giorni alla settimana) e avevo saputo che alcuni colleghi stavano continuando a lavorare in questa modalità e che era consentito ancora per altri 10 giorni, mi svegliai al mattino pensando che il giorno successivo sarebbe stato giorno di smart e che non avevo ancora comunicato nulla di ufficiale circa il possesso o meno del green pass; quindi, chiesi al mio capo ufficio se il giorno dopo avessi potuto (come sempre) lavorare da casa. Non ricevendo risposta, il giorno successivo mi collegai telematicamente alla mia postazione e iniziai a lavorare come sempre, prima però inviai una mail al Capo e al simpatico Direttore (quello che mi voleva vedere morire di stenti) per avvisarli, spigando le mie ragioni. Il Direttore non poté contestarmi nulla quel giorno (e gli rodeva troppo!), ma il giorno dopo si impegnò moltissimo (come mai in vita sua, dato che è sempre stato uno scansalavoro) nel convincere chi di dovere e far emanare un provvedimento interno che impedisse a TUTTI i dipendenti di lavorare in smart working con decorrenza immediata (mancava solo una settimana…), questo per togliere A ME la possibilità di percepire stipendio per DUE GIORNI. Non so se si percepisce la cattiveria lurida di questa persona, che persona non è più, secondo me. Nel corso dei mesi scrissi anche alcune lettere all’Amministrazione per stimolare qualche mente pensante circa la vera natura pericolosa del Green Pass, ma nessuno si degnò di rispondermi, tranne il Direttore che ovviamente rispondeva con frasi fatte e citazioni di articoli di “legge”, finchè poi mi stufai, capendo che non c’era nulla da salvare. Lavoro in questo Comune da 29 anni e questi sono i colleghi di sempre, anche i singoli elementi dell’Amministrazione comunale li conosco da molto tempo, mai mi sarei aspettata certi atteggiamenti. Ammetto di essermi sentita delusa. Inizialmente speravo che avrebbero trovato una soluzione: potevo benissimo lavorare da casa, così come potevo lavorare in un ufficio isolata, se questo fosse stato il vero problema. Ma poi ho capito che nessuno aveva mai preso in considerazione possibili soluzioni per me, in fondo “potevo tamponarmi ogni due giorni” e avrei risolto tutto. Se ne sono lavati le mani, pur conoscendo perfettamente la mia condizione economica. Il loro silenzio alle mie lettere non lo dimenticherò mai. Archiviato il Green Pass sono tornati tutti improvvisamente alla modalità “normale”, tasto “on” e tutti amici come prima, non per me ovviamente.

Comunque, penso che ci sia sempre la possibilità di dire NO, tanto più le istituzioni (come i Comuni, i Sindaci) potevano ribellarsi, ma pochissimi ci hanno provato, purtroppo. Interessante un episodio capitato a mio figlio: aveva perso tutti i documenti, tra cui la carta d’identità, nel periodo in cui il Green Pass era obbligatorio per entrare nei Comuni. Mio figlio si recò quindi al minuscolo ufficio anagrafe del paese, ma la dipendente non lo fece entrare perché non aveva il glorioso Green Pass, dicendogli di andare a fare un tampone (!). “Vai a fare il tampone e poi ti rifaccio la carta”. Caspita neanche un documento d’identità ti rilasciavano più senza quel coso! Poteva consegnarglielo dalla finestra (per quanto sia assurdo pensarlo adesso), l’ufficio è al piano terra!! In più… se non avevi il Green Pass non potevi lavorare e guadagnare denaro, e il tampone costava almeno 10 euro! Io mi sarei vergognata di rifiutare un servizio a un cittadino, o fargli spendere dei soldi inutilmente! Non resistetti e la chiamai. Dato che la conoscevo abbastanza bene le dissi proprio: “ma ti rendi conto……???”, ma non ci fu verso di farla ragionare, mi rispose con la solita frase sentita mille volte: “Posso anche essere d’accordo con te, ma……….” Ma cosa?! Se sei d’accordo con me ti ribelli!! Fai di tutto per andare incontro a un cittadino!…. e in più in un paesino di mille abitanti ci si conosce tutti… Niente, non lo fece entrare, né fu disponibile per rilasciare il documento in altra modalità. Fu così che mio figlio rimase senza documenti fino alla fine del G.P.  Fine della storia.

Il fatto di non avere il G.P. comportava appunto non avere lo stipendio e se questo è l’unico a sostenere una famiglia, diventa un grosso problema: le spese devono essere ridotte all’indispensabile e l’indispensabile ridotto alla metà. Per questo mia figlia piccola andò a scuola per quasi tutto l’inverno con una scarpa un po’ rotta e dovetti aspettare alcuni mesi prima di comprarne un paio nuovo.

 

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Può sembrare una banalità, ma questo fatto mi tormentava ogni giorno che usciva per andare a scuola. Verso la fine del periodo G.P. mi decisi a comprarle, ma non si poteva entrare in un negozio! E le scarpe dei bambini non si possono comprare on line perché devono essere provate! Sapevo di una mia amica che era entrata in un negozio, una catena molto conosciuta (OVS!!) per comprare dei vestitini per le sue due figlie: arrivata alla cassa non le permisero di comprarli perché non aveva il G.P., e nonostante lei abbia protestato e insistito perché evidentemente le servivano davvero: niente! ha dovuto lasciare i vestiti e andarsene davanti agli altri clienti, trattata anche male. Quindi sapevo bene che l’”umanità delle persone” fosse finita col G.P. e non avevo intenzione di provarci in questo modo, avevo un altro piano. Dato che in molti mi avevano detto che nei grandi negozi potevi entrare, toccare tutto in bella vista e nessuno ti diceva niente, solo alla cassa ti chiedevano il lasciapassare e scattava la discriminazione, allora avevo pensato di entrare, misurarle le scarpe e poi mandare alla cassa mia figlia a pagare, in quanto a 10 anni non era obbligatorio avere il G.P.. Ci preparammo per questa mini-farsa, poi però, incontrammo un’altra mamma munita di G.P. che si propose di andare lei alla cassa, così non ho potuto sperimentare la mia tattica. Sì però che fatica!

Per ultimo vorrei dire due cose sulla scuola al tempo del Distanziamento. Bene o male sappiamo tutti quali siano state le restrizioni e gli obblighi, ma vorrei soffermarmi sul “prima” e il “dopo” le vacanze di Natale dell’anno passato (2021/22). Premetto che mia figlia ha costantemente il naso che cola, ma si sa che i bambini sono fatti così, li chiamano “mocciosi” mica per niente! Ha iniziato l’anno scolastico già in questa condizione, e non era l’unica, mi diceva che alcuni bambini tossivano anche parecchio, ma le maestre non avevano nulla da dire… era normale, è sempre stato normale! Fino alle vacanze di Natale nessun genitore portava i figli a fare il tampone, non gli passava neanche per l’anticamera del cervello di fare una cosa del genere! Ma dopo Natale tutto cambiò, drasticamente! Forse già poco prima delle vacanze si sono avvertiti i primi segnali di psicosi collettiva, erano usciti i primi vaccini per i bambini sotto i 12 anni e quindi era già iniziato il lavaggio del cervello su questo tema. Ma dopo Natale è stato il delirio. Intanto sono uscite nuove regole sulla scuola, una dopo l’altra, contrastanti, e nessuno capiva più niente, ma era chiaro che finire in D.A.D. era più semplice che bere un bicchiere d’acqua. Infatti capitò in breve tempo anche alla classe di mia figlia. C’erano stati due bambini positivi e per questo motivo TUTTI gli altri, tranne mia figlia, fecero il tampone, pur non avendo neanche un sintomo. Immaginiamoci le code di bambini d’inverno davanti alle farmacie (perché successe la stessa cosa in tutta Italia) a prendersi realmente qualche malanno pur di sapere se erano positivi o negativi! Le disposizioni per la classe erano: 10 giorni in D.A.D. e poi TAMPONE per rientrare. Ma col cavolo che avrei fatto un tampone a mia figlia! Sono andata a cercare una vecchia circolare dell’A.S.L. che precisava che facendo la quarantena di 14 giorni, anziché di 10, si poteva rientrare in classe senza tampone, ma questo NON ERA SCRITTO nella circolare consegnata alla classe; quindi, tutti i bambini si sottoposero al secondo tampone, tranne mia figlia che non ne fece neanche uno. Bisogna dire che questa mia azione (come immaginavo…) per le maestre fu come ingoiare a forza un boccone indigesto… Ma perché mai, se lo diceva l’ASL?? Dunque mia figlia fece 4 giorni in più in DAD insieme ad altri bambini positivi, evitando il tampone, mentre il resto della classe tamponato era a scuola; tutto nel rispetto delle regole. Ricordo la maestra che chiedeva davanti a tutta la classe a questi quattro bambini in DAD, a uno a uno, chiamandoli per nome: “Tu … quando fai il tampone per rientrare in classe?”, “E tu …. Quando lo fai?” e tutti i bambini rispondevano chi: “oggi”, chi: “domani”; a mia figlia non fece questa domanda, ma mi è spiaciuto vederla molto preoccupata e imbarazzata durante questo interrogatorio ai compagni.

 

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Alla fine, la maestra terminò la tortura verbale dicendo “BRAVI, COSI’ TORNIAMO TUTTI IN SICUREZZA”. Non so se la gravità di questo dialogo l’ho percepita solo io, ci tenevo a raccontarlo, e comunque non finì qui, perché poi, tornata a scuola, le fecero pesare per un po’ questa azione irresponsabile (secondo loro). Ma non potevano contestarla!! E questo le faceva letteralmente impazzire. Dopo un’altra assenza di due giorni che avevo giustificato con “indisposizione”, una maestra stizzita le chiese subito se avesse fatto il tampone, lei rispose di NO e la reazione della maestra fu sottilmente astiosa nei suoi confronti, andò anche a parlottare con le altre maestre tenendo nervosamente il diario di mia figlia in mano. Ma anche qui non potevano dirmi niente.. Certamente questo atteggiamento ostile è stato imbarazzante a dir poco per una bambina. Dopo quella volta ho imparato la lezione e ho sempre giustificato le assenze con “motivi famigliari” e la prima di quelle volte la stessa maestra ebbe il coraggio di chiedere a mia figlia che cosa avesse fatto in quei giorni di assenza e mia figlia rispose “non mi ricordo”, brava figliola! non pensavo avessero l’indelicatezza di porre una domanda del genere, perciò mia figlia non era preparata, ma la risposta è stata perfetta. Che fatica però!

Sappiamo che le restrizioni per i bambini sono state terribili, forse non erano uguali in tutte le scuole, ma c’è stato un periodo, sempre “dopo le vacanze di Natale”, in cui dovevano fare la merenda a file. “Prima di Natale” la merenda andava fatta seduti al banco, senza potersi girare a destra o sinistra per parlare con un compagno, perché: metti che parta uno sputacchio e vada a posarsi sul panino del compagno… tragedia! Quindi: sguardo avanti e masticare in silenzio. Ma “dopo le vacanze di Natale”, con la merenda a file, abbiamo raggiunto l’apice della crudeltà. Sempre seduti al banco, sguardo dritto e fiero, bocca chiusa, ma con l’aggiunta degli incitamenti dei compagni della “fila che non mangia” (con lo stomaco che urla!) costretti a guardare gli altri mangiare, che fanno? Li incitano a mangiare il più in fretta possibile! Potendo anche girare la faccia perché mascherata e con fare anche un po’ rabbioso perché, si sa, la fame è brutta! Che bella ricreazione… Dopo poche settimane si sono accorti della follia (forse..) e hanno smesso con la maledetta merenda a file, nel frattempo i bambini hanno dovuto sperimentare anche questo…

 

Lauraf

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TAMPACS, SENZA MARCHIO DI REGISTRAZIONE

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Oggi voglio parlare dei tampacs, ovvero dei tamponi, partendo dalla mia storia con questo termine, da dove l’ho sentito per la prima volta, dalle mie scoperte e dalle mie esperienze, soprattutto legate a questa farsa.

In questa farsa abbiamo imparato a familiarizzare con il termine “tampone”, e ne abbiamo sentiti esistere di vario tipo: molecolare, oro-faringeo, rino-faringeo, salivare, antigenico. Altri strumenti che all’inizio erano stati fatti passare per rilevatori di virus erano anche i test sierologici, dai quali poi ci si distanziò perché i sierologici avevano un obiettivo epidemiologico (cioè rispendevano alla domanda “hai avuto il virus”?), mentre quegli altri hanno uno scopo detto diagnostico di rilevare se una persona “ha il virus”. Questo riguardo allo scopo di questi oggetti è ciò che ci è stato detto dai media, ma è davvero così?! In realtà all’inizio non si era capito bene perché i sierologici sparirono in fretta, ad ogni modo vennero ben presto snobbati in quanto forse meno fighi dei super torturatori bastoncini cotton-fioc sturanaso. Ebbene, tutta questa strumentazione necessita della premessa che questi che ci sono stati fatti credere che fossero rilevatori di virus, ma in realtà come sostiene l’inventore del tampone/test PCR (PCR sta per Polymerase Chain Reaction ovvero reazione a catena della polimerasi, un test che può essere utilizzato nella genetica molecolare, nella medicina forense e nella diagnostica), Kary Mullis, questo tipo di test non è affidabile per rilevare il virus in quanto non è quello il suo reale scopo.

La reazione a catena della polimerasi è una tecnica di biologia molecolare che permette di amplificare frammenti di DNA, di rendere visibile all’uomo ciò che al suo occhio risulta invisibile. Quindi, il test PCR può servire alla rilevazione dei dati del nostro dna? La spiegazione di cosa è un test PCR sembrerebbe suggerire proprio questa ipotesi.. Dunque, perché rilevare il virus tramite uno strumento non adatto? Forse invece era proprio lo strumento adatto ma non per quello che ci hanno fatto credere…

La mia storia con i tampacs parte però da molto prima… In quanto ragazza, si sa che tutte le ragazze sanno cosa sia un Tampax, ovvero un tampone interno con la funzione di assorbire il sangue mestruale direttamente all’interno del canale vaginale. In realtà non ho mai usato la parola “tampone”, per indicarlo, ma semplicemente “assorbente interno”, la cui idea ho sempre schifato e rigettato non tanto per bigotteria quanto più per praticità e gusto personale. Come si fa ad andarsene in giro con un bastoncino in cotone lì dentro?! La sola idea mi ha sempre dato fastidio ed ecco perché non ho mai scelto l’opzione dei Tampax. Ma cosa c’entrano questi con tutta la storia della pandemia? Beh, sappiamo che certi nomi ritornano sempre sotto spoglie diverse e che spesso la familiarità di un nome ci spinge ad accettare quella cosa a cui si riferisce perché crediamo di sapere cosa sia…

Arriviamo per passi… nel 2016 circa scoprii una marca di assorbenti (esterni) che si chiama DRION, e in breve vi allego la descrizione dell’azienda produttrice: “DRION, con sede a Sydney e di proprietà al 100% australiana vanta impianti di produzione e di dipartimento di ricerca e sviluppo tra i migliori del settore. Gli assorbenti Drion sono ipoallergenici, ultra-assorbenti e davvero avanzati. Contengono una striscia verde impressa con ioni negativi e raggi infrarossi lontani che aiuta a ridurre al minimo gli odori e prevenire la formazione di batteri.

 

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Contengono anche una striscia con polimeri di resina di pino che trasforma il siero trattenuto in gel evitando così la sensazione di bagnato e grazie alla super assorbenza (150ml) evita di doverli cambiare spesso come la gran parte degli assorbenti ultra sottili già presenti sul mercato”, oltre a questo ho trovato altre informazioni che derivano comunque dalla pubblicità di questo prodotto e che desidero comunque allegarvi per leggerle e poi documentarvi anche ulteriormente per potervi fare una vostra idea a riguardo e soprattutto riguardo le tecnologie utilizzate da questi tipi di aziende. Metterò il materiale trovato tutto tra virgolette:

“COSA SONO GLI IONI NEGATIVI? Gli ioni negativi sono atomi con più elettroni che protoni, ritenuti avere proprietà uniche di sostegno dei livelli di energia e buon umore. Gli ioni negativi abbondano negli ambienti naturali, come oceani, fiumi, cascate, montagne, foreste e in seguito agli eventi meteorologici come i temporali. In ogni assorbente Drion c’è una striscia verde contenente oltre 6100 ioni negativi per centimetro cubo. Quando questa striscia viene a contatto con il sangue mestruale, rilascia ioni negativi che aiutano a sostenere il benessere. Al contrario i cationi, atomi con più protoni che elettroni, sono prevalenti in ambienti artificiali come case, centri commerciali e luoghi di lavoro in cui i computer, telefoni intelligenti, reti Wi-Fi, illuminazione artificiale e microonde sono all’ordine del giorno. I cationi possono contribuire a sentimenti di letargia, stanchezza e irritabilità. COSA SONO I RAGGI INFRAROSSI LONTANI? Invisibili all’occhio umano, i raggi infrarossi lontani producono dolci vibrazioni energetiche (oltre 30 al secondo) che creano il calore di sostegno metabolico sano alle cellule e ai tessuti.

QUAL E’ L’IMPATTO DEGLI ASSORBENTI DRION SULL’AMBIENTE? Avvolti igienicamente e sigillati in carta stesa ad aria (non in plastica!), gli assorbenti Drion non rappresentano una minaccia tossica per le donne o l’ambiente e, a differenza della maggior parte degli assorbenti convenzionali, sono biodegradabili e compostabili nelle giuste condizioni.

I prodotti Drion sono privi di sostanze chimiche tossiche e potenzialmente irritanti utilizzati dalla maggior parte degli assorbenti convenzionali. Queste sostanze nocive comprendono: coloranti artificiali, cloro, diossine, OGM, rayon, viscosa, disolfuro di carbonio, acido solforico, ftalati, pesticidi ed erbicidi, neutralizzatori di odori e adesivi sintetici.

Gli assorbenti Drion contengono polimeri di resina di pino, adesivo di amido naturale per uso alimentare biologico, cotone biologico e carta stesa ad aria. La striscia verde firma in ogni pad e fodera contiene tormalina che è una pietra semipreziosa. Poiché i prodotti Drion sono più assorbenti di altri prodotti e contengono le proprietà protettive degli ioni negativi e dell’energia a infrarossi lontani, le donne possono indossare un cuscinetto tutto il giorno e sentirsi comunque pulite, asciutte e comode. Ciò riduce il numero di tamponi che finiscono nella discarica e il costo mensile dei prodotti sanitari”.

Da non dimenticare il disclaimer posto sul prodotto, che parla da sé: “Disclaimer – Gli assorbenti Drion contengono una striscia verde con ioni negativi e raggi infrarossi lontani. Drion non sostiene che gli ioni negativi, i raggi infrarossi lontani e gli altri elementi contenuti nei prodotti Drion siano una causa diretta di un miglioramento in termini di salute delle donne perchè non esistono ancora ricerche scientifiche a supporto o riconoscimento di tali risultati.”

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La cosa interessante quando conobbi questo marchio, fu che in ogni confezione di questi prodotti si trova un kit detto “tampone vaginale”. Ecco la prima volta che sentii nominare ben chiaramente la parola “tampone”, a lettere cubitali! Vi allego le foto del kit sigillato e poi aperto:

La confezione ci riporta al fatto che, in soli 30 secondi potrete testare la “salute” della vagina grazie a questo test chiamato tampone.

Sul retro della bustina contenente il test troviamo la descrizione del contenuto. Attenzione, che arriva il bello! Un bastoncino cotton-fioc e una striscia per misurare il ph. Semplice, no?! E poi ci sono le indicazioni sui risultati delle colorazioni, ma vediamo bene il contenuto nelle prossime foto!

Ecco qui tutto il contenuto. La carta che contiene le indicazioni sulle colorazioni indica quando il risultato è normale e quando invece ottenete un risulta alterato che quindi dovrebbe destare la vostra preoccupazione e ricorrere al medico, come suggerisce il retro della carta con le colorazioni (qui sotto).

Ingrandimento del contenuto. Ma come si usa in effetti? Tramite il cotton-fioc che andrà inserito nella vagina, appoggiandolo per raccogliere la secrezione, dovrete poi collocare il cotton-fioc con la secrezione sulla striscia bianca esattamente sul quadratino arancione (che trovate girando la striscia bianca dall’altro lato)

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Attendete 30 secondi e questo quadratino assumerà delle colorazioni. In base alla colorazione che otterrete avrete il vostro risultato. Facile no?! Ma perché farlo?!

Me lo chiesi anche io, nel 2016 quando ne venni a conoscenza e per curiosità provai. Inutile dire che il mio risultato fu nella norma e buttai tutto perché la considerai un po’ una cavolata. Ma se invece avessi ottenuto un risultato diverso, quali problemi (anche mentali) mi sarei portata avanti in vita mia?!

Il fatto che questo kit venga ancora venduto e inserito nelle confezioni di assorbenti per spingere le persone a prendere confidenza con questi strumenti ora mi dà molto da pensare, perché quando nel 2020 sentii parlare per la prima volta di “tamponi”, pensai subito a questi tamponi vaginali e siccome ne avevo ancora delle confezioni sigillate (perché magari se qualche amica avesse voluto provarli, sai com’è!), ho controllato il contenuto e c’era proprio il cotton-fioc!

Ora, con queste immagini voglio rendere partecipi anche altri delle prove che costantemente abbiamo sotto i nostri occhi di questi piani davvero strani portati avanti dalla classe medica in primis, dalle aziende, dai governi. Questi prodotti che vi ho mostrato sono acquistabili da chiunque e liberamente, quindi perché spacciarli per kit fai da te quando un “reale” tampone, serio e affidabile (per modo di dire) può definirsi tale solo se lo fai in ospedale?! Questi kit, come anche altri kit per scoprire la derivazione del proprio DNA che spopolavano negli anni seguenti al 2016 e poco prima dello scoppio della pandemia, hanno proprio lo scopo di farci prendere confidenza con ciò che seguirà nel tempo…

Ritornando alla questione del tampacs che però non vale, durante questa pandemenza mi ha fatto ulteriormente aprire gli occhi sull’esistenza di tamponi di serie A o serie B, tamponi che durano e altri invece che scadono prima… Ma come?! Hanno pure una scadenza? Le nostre secrezioni hanno una scadenza? Il virus ha una scadenza? Se tu risulti negativo al tampacs e poi esci e ti becchi il virus, il tampacs che hai già fatto dice che sei negativo e vale per 72 ore, quindi la tua realtà non conta più perché non è quella scritta su carta! Capite la gravità e assurdità della situazione?! Tanto grave che non posso chiamare questi bastoncini cotton-fioc (dai risultati che sono tutta un’incognita dai parametri misteriosi), “tamponi”. Non posso chiamarli tamponi ma nemmeno tampax, dato che i marchi di certe aziende è meglio disintegrali e disconoscerli già dal nome/marchio, e dunque li chiamerò tampacs, senza marchio di registrazione (che anzi, voglio storpiare per bene)!

 

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Veniamo dunque al 2020 e al 2021 in cui hanno fatto il loro ingresso i tampacs per misurare il coronasso, l’asso dei virus sinora in circolazione, l’unico in grado di esistere e sbaragliare la concorrenza, dato che ha iniziato ad esistere solo lui. A fine 2020, poco dopo Natale, mio padre stette male: ebbe svenimenti, debolezza, febbre, pressione bassa, non si reggeva in piedi e così dovette chiamare un’ambulanza. Risultò positivo al coronasso e gli vennero fatti tutti gli accertamenti in ospedale, dove trovarono un inizio di polmonite (che caso, eh?!). Lo dimisero la notte stessa perché non era in condizioni da ricovero, per fortuna, ma tutti noi che i giorni prima avevamo passato il Natale con lui dovemmo stare in quarantena. Ora arriva il bello: la quarantena era di 15 giorni, ma la dottoressa di ATS che mi contattò per mandarmi la comunicazione scritta della mia quarantena mi disse che se avessi fatto il tampacs e sarebbe risultato negativo sarei potuta tranquillamente uscire. E se invece fosse stato positivo sarei entrata in quel sistema incredibile di tamponate sturanaso, viavai dall’ospedale che avrei visto l’ospedale più di casa mia!

Feci quindi la mia quarantena e, non contenta delle risposte della signorina di ATS contattai anche il medico di base che mi ripetè a macchinetta tutto quanto già spiegato dal medico di ATS e vi scrivo le parti salienti della nostra conversazione:

Dottoressa: “Se vuoi posso darti i giorni per il lavoro”

Io: “No grazie, non mi servono perché lavoro in proprio e quindi non ho né permessi per ferie, gravidanza o malattia. Quindi o mi organizzerò lavorando da casa (ma l’ho già fatto per quel che ho potuto) altrimenti con i clienti che devo per forza vedere sono costretta a rimandare a dopo la quarantena”

Dottoressa: “Ah ok, allora niente”

Io: “Ma scusi già che ci sono le chiedo anche questa notizia di questi giorni. Come funziona con i bambini, perché loro possono andare a scuola anche se i genitori risultano positivi con sintomi o viceversa, i genitori possono andare al lavoro mentre i bambini con sintomi restano a casa? Non è un controsenso che in famiglia se uno è positivo e sta male alcuni devono restare tutti rinchiusi mentre se uno è venuto in contatto ad una cena con un positivo deve rispettare la quarantena pur non avendo sintomi?! Cioè, perché non è lo stesso per tutti? Il virus non è lo stesso per tutti?”

Dottoressa: “mah funziona così. I bambini se non hanno sintomi possono andare a scuola e i genitori stanno in quarantena, se invece hai avuto un contatto anche solo una serata con un positivo, devi farti la quarantena oppure il tampone se vuoi uscire prima dalla quarantena, ma deve risultare negativo, altrimenti non esci finché non ti risulta negativo”

Io: “Si ma scusi perché? Non ha senso: o il virus esiste per tutti oppure non ha senso come cosa”

Dottoressa: “Funziona come ho detto io. Adesso funziona così.”

Io. “Ho capito, grazie.” (Ho capito si, da che parte stava!)

Fine della chiamata

Insomma la storia del tampacs e delle quarantene ha avuto gravi implicazioni per tutti noi e soprattutto nel rallentamento delle attività lavorative, scolastiche, sportive, tutte le attività sociali. Spesso il tampacs è stato percepito come rallentante e quindi non appena uscì il vaccivacci chi era esasperato dall’andirivieni di tampacs vide il vaccivacci come la salvezza. Ma salvezza da chi? E da cosa?

 

L’Aura

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Il ricatto del nazipass

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In questo periodo abbiamo tutti assistito a scene che mai credevamo sarebbero potute accadere. Con una propaganda martellante, e con la paura di essere multati e di perdere il lavoro, sono riusciti a creare un clima d’odio che non si vedeva dai tempi del nazismo. In breve tempo, chiunque abbia deciso di riflettere un minimo su ciò che stavamo vivendo è stato immediatamente etichettato ed emarginato, ed è stata creata una frattura profonda e insanabile: un noi e un loro. C’è stata anche e soprattutto tra gli stessi parenti ed amici, e a volte è stata ben visibile a causa delle discussioni animate, altre volte più sottile, ma reale e percepibile. Abbiamo assistito alla degenerazione della situazione nell’estate del 2021, quando si è iniziato a parlare di obbligo di green pass a lavoro, e ho visto persone sperare fino all’ultimo che non stesse accadendo davvero, persone disperate che non sapevano cosa avrebbero scelto, se avrebbero dato un buon esempio ai loro figli restando fedeli ai loro ideali fino all’ultimo, o se si sarebbero sacrificati perché non avevano più alcun risparmio. E poi ho visto, con grande orrore, persone essere felici dell’obbligo, perché avrebbero potuto approfittare del licenziamento o della sospensione degli sporchi no-vax, o anche solo per pura cattiveria. Ho sentito diverse storie di persone in queste difficoltà, e ho deciso di raccontarne alcune dei miei conoscenti. Parto dall’esperienza di un conoscente, che chiameremo F. Lui aveva iniziato anni fa il tirocinio in un’azienda, e dopo molti anni, aveva finalmente ottenuto l’indeterminato, ma il caso ha voluto che ci sia riuscito solo qualche mese prima dell’obbligo di green pass! Lui da tempo rifletteva sul fatto che qualcosa non quadrasse in ciò che stava accadendo, già dal primo lockdown, e più andavano avanti con provvedimenti illegali più si convinceva che mai e poi mai si sarebbe piegato. A lavoro erano iniziate le prime derisioni fino ad arrivare a insulti più pesanti, in cui veniva additato come untore e gli auguravano la morte: reputavano più che giusta la sospensione, e gli auguravano ogni giorno di ammalarsi e che gli venissero rifiutate le cure. La situazione era psicologicamente molto pesante da reggere, ma il vero colpo è stato quando finalmente era riuscito ad ottenere l’indeterminato: dopo che è stato introdotto l’obbligo di green pass, è stato immediatamente sospeso. In azienda alcuni stavano resistendo ma alla fine hanno ceduto, lui invece è voluto restare fedele ai suoi principi a qualunque costo. Per due anni è stato sospeso, e al momento del ritorno al lavoro la situazione non è affatto migliorata, perché le vessazioni e soprattutto le pressioni da parte dei suoi superiori continuavano. Non riusciva a spiegarsi il motivo di questo accanimento, perché era ormai il solo in tutta l’azienda a non essere vaccinato, e se fosse solo una questione sanitaria non ci sarebbe stato alcun problema… ma sappiamo bene che tutto quello che è accaduto non ha nulla a che vedere con la sanità. A conferma di questo scoprirà che l’azienda ha ricevuto dei finanziamenti, e se risulterà che avranno raggiunto il 100% dei vaccinati riceveranno una cospicua somma di denaro. Finalmente si spiega perché l’azienda teneva così tanto alla salute di quell’unico suo dipendente… quanta premura! Anche se l’obbligo è decaduto l’offerta fatta all’azienda è ancora valida, ed è il motivo per cui cercano di sfiancarlo in tutti i modi, assegnandoli turni di notte e carichi di lavoro più pesanti di quelli dei suoi colleghi. Un’altra situazione di discriminazione che vorrei portare alla luce è quella avvenuta nelle università: anche se non si tratta di lavoratori, si è trattato di giovani ragazzi che da un momento all’altro si sono visti negare opportunità di tirocini e formazione (dopo tasse salatissime e anni di studio e sacrifici).

 

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Anche qui, una grande prova di come tutto sia stato fatto solo e soltanto per la nostra salute: quando è stata adottata la misura del green pass, molte università non hanno più permesso né la didattica a distanza né gli esami, e non per motivi di formazione ma per motivi discriminatori: solo in questo modo chi non aveva il green pass non poteva entrare, e avrebbe perso qualunque opportunità di andare avanti nel percorso. Uno dei casi più noti è stato quello dell’università di Trieste, in cui hanno dichiarato: «Noi non possiamo far finta che non esista l’obbligo per gli studenti universitari di avere il green pass: l’obbligo serve per spingere gli studenti a vaccinarsi, non per garantire ai no vax di stare a casa e fare gli esami a distanza». https://www.corriere.it/scuola/universita/21_agosto_30/universita-trieste-niente-alibi-novax-green-pass-anche-fare-esami-distanza-5455c5e2-0966-11ec-9dd3-3cdc96ff46f7.shtml. Alcuni miei conoscenti hanno deciso di recarsi nelle università anche senza green pass per seguire alcune lezioni, ma hanno rinunciato dopo poco. Innanzitutto perché hanno provato un terrore indescrivibile nell’essere scoperti: cercavano di sedersi il più possibile in disparte e di non essere notati, tremando dalla paura come se fossero dei criminali ricercati che stavano per essere scoperti, quando si trattava di ragazzi che volevano solo seguire le lezioni e avere il diritto di studiare come tutti gli altri. Anche perché le tasse universitarie le pagavano, anche loro come i vaccinati, eppure studiare all’università non gli era concesso?! Oltre questo, all’interno dell’università in generale c’era un clima molto pesante, perché sia da parte dei professori che degli stessi studenti c’erano ogni giorno parole di astio puro contro chi non si era vaccinato, ed era ormai il principale argomento di conversazione. Questo dipendeva però dalla facoltà, perché in alcune erano più flessibili, in altre molto meno. Ho una testimonianza indiretta su un ragazzo che aveva provato ad entrare senza, e oltre al tizio della portineria che ha urlato che non poteva entrare (molto forte, affinché tutti i ragazzi intorno sentissero!) è stato presto circondato da questi stessi ragazzi che gli hanno urlato contro e lo hanno quasi picchiato. La violenza contro i non vaccinati improvvisamente non è più considerata violenza. In altri casi invece, ci sono stati “solo” inseguimenti e sputi addosso, come nel caso di una ragazza che aveva provato a seguire le lezioni ma dichiarando apertamente di non essere in possesso di nazipass. Questo è quello che l’università è riuscita a sfornare, una massa di codardi che si sentono forti quando si tratta di discriminare in gruppo un ragazzo o una ragazza innocenti. Gli stessi che alle manifestazioni contro il green pass (in cui molte persone hanno lottato anche per i loro diritti!) se capitavano da soli realizzando di essere una minoranza, tenevano la testa bassa. Un’ultima testimonianza che vorrei condividere è quella di una ragazza che chiameremo C., che nel periodo dell’obbligo di green pass ha lavorato come cameriera. Era in difficoltà economiche e aveva davvero bisogno di quel lavoro, che aveva trovato non molto tempo prima che venisse introdotto l’obbligo. Arrivava a lavoro con molta ansia ogni volta che vedeva un’auto della polizia o una camionetta dei militari lì vicino, perché c’è stato un periodo in cui erano iniziati numerosi controlli a tappeto. In tutta la sua vita non li aveva mai visti per situazioni davvero gravi, come sfruttamento a lavoro o casi di droga, ma per buttare fuori delle persone che volevano solo lavorare per sopravvivere e mantenere le proprie famiglie, erano prontissimi e fieri di agire. Arrivata a lavoro, per i primi tempi non ha subito discriminazione perché non aveva ancora detto di non avere il green pass, ed ha assistito a scene davvero surreali. Una che mi è rimasta davvero impressa, è stata quella di una coppia sposata con un figlio, che voleva stare all’interno, ma uno di loro aveva il green pass e l’altra no. Il titolare rifiuta con convinzione di farli stare tutti all’interno, perché non lo reputava giusto, e ha proposto che stessero tutti fuori oppure di dividerli, con padre e figlio all’interno e la moglie all’esterno: scene di cui ho sentito parlare solo nel periodo del nazismo, quando dividevano anche le stesse famiglie nel caso ci fossero ebrei all’interno del nucleo familiare.

 

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Un’altra cosa che l’aveva colpita era la superficialità dei clienti non solo sul tema del green pass in generale, ma sulla loro stessa salute. Parlando con alcuni clienti infatti ha scoperto che moltissimi avevano avuto reazioni avverse gravi, uno in particolare aveva raccontato che da quando lo aveva fatto si svegliava quasi ogni notte con la tachicardia e il cuore a mille, spesso non riesce più a respirare e le prime volte ha dovuto chiamare il 118. Raccontava tutto quello che gli era successo ridendo, come se la sua salute e la sua vita fossero un gioco! Arriva il momento in cui riferisce al titolare di non essere in possesso della tessera verde, e per i primi tempi le dice di non preoccuparsi e che non lo avrebbe chiesto. Dopo qualche giorno però inizia a notare qualcosa di strano, e gli stessi colleghi con cui prima parlava e scherzava tranquillamente avevano iniziato ad allontanarla, salutandola a malapena. Erano iniziati a capitare inoltre degli strani incidenti e dimenticanze, che capitavano sempre quando c’era di mezzo uno dei suoi colleghi, ma nonostante fosse evidente che era dovuto a lui facevano ricadere sempre e comunque la colpa su di lei, le urlavano contro quando qualsiasi cosa non andava dandole colpe che non aveva. Era palese l’intento di spingerla a licenziarsi, le assegnavano anche più mansioni rispetto agli altri camerieri che potevano permettersi di perdere tempo, mentre lei non poteva fermarsi un attimo a respirare che subito le davano contro. Una parte che mi ha davvero schifata è stata quella riguardo alla cena: i primi tempi, com’è normale e giusto che sia, cenavano tutti insieme prima di iniziare il servizio. Dopo questo episodio stranamente quando c’era lei di turno non c’era mai tempo, e si ritrovava a digiuno dall’inizio del servizio (17-18) fino all’una di notte. L’atmosfera era davvero pesante soprattutto psicologicamente, ma aveva davvero bisogno di quel lavoro e cercava di tenere duro. Quando hanno visto che non aveva intenzione di andarsene, le hanno detto esplicitamente che temevano i controlli e che nessuno gli garantiva sicurezza, e quella stessa sera venne mandata a casa perché, a detta loro, stavano lavorando di meno e le avrebbero fatto sapere in futuro se ci sarebbe stato ancora bisogno. Non appena viene introdotto l’obbligo di super green pass, C. viene cacciata ed eliminata dal gruppo, senza un avviso e senza nemmeno essere salutata. In questo periodo sto vedendo sempre più superficialità e voglia di lasciarsi tutto alle spalle, alcune volte addirittura dalle stesse persone che sono state discriminate. Ho voluto condividere queste testimonianze anche per questo motivo, perché non dobbiamo lasciare che la voglia di tornare alla “normalità” finisca per azzerarci la memoria e soprattutto la nostra coscienza: nulla di quello che ci è stato fatto deve essere dimenticato.

 

Karen

 

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Ricatto del siero per occuparmi dei miei genitori

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Quello che descriverò in questo documento è la pura e semplice verità su quello che è ho passato in questi anni della Farsa.

Non ho mai avuto paura del covid e nemmeno del farmaco sperimentale che chiamano “Vaccino”. Non ho mai avuto paura della pandemia o di finire in terapia intensiva o sotto terra. Quando è iniziata la campagna vaccinale non ho aderito subito ma quando i miei genitori che sono anziani ed hanno delle patologie avevano bisogno del mio aiuto vuoi per accompagnarli a fare le visite in ospedale vuoi per portarli a fare le terapie ecc mi sono fatto le due dosi.. e l’ho fatto solo ed esclusivamente per loro perché non potevo più aiutarli e provavo un terribile senso di colpa, Ottobre 2021.

Sono stato ingenuo e un illuso! Ho una grande crisi di coscienza non sono disposto più a barattare i miei diritti e la mia libertà. Per fortuna qui in Accademia mi hanno aperto gli occhi ed ora partecipando al percorso Alieni sono sempre più cosciente di quello che è successo e sta succedendo. Non finirò mai di ringraziare Angel Jeanne per l’opportunità che mi ha dato di restare in Accademia con quel post che tutti abbiamo letto e mi ha fatto prendere coscienza di ciò che stava accadendo. Ogni giorno che passa mi pento sempre di più di essere stato uno dei tanti che ha permesso la creazione di questo sistema. Ovviamente la terza dose non l’ho fatta e mai la farò così come nessun nuovo vaccino che si inventeranno da ora in avanti. Costi quel che costi. Alcune persone mi criticano per non aver fatto la terza dose altre hanno preso le distanze, pochi sono d’accordo con me ma non hanno fatto nulla sono rassegnate e convinte che non si possa fare nulla per cambiare le cose.

So che questa è la strada giusta, so che non sono solo e  dentro di me sento che sto facendo la scelta giusta.

 

Jupiter

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Danni al cervello dopo il tampone

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Volevo lasciare un’ulteriore testimonianza che riguarda una mia collega di lavoro. Questa persona ha delle patologie tipo shock anafilattico, non so nel dettaglio di cosa si tratta ma mi ha detto che non ha voluto fare il vaccino perché rischiava di finire all’ospedale se non di peggio, anche se i medici volevano che lei lo facesse. Fatto sta che per poter lavorare è andata avanti a fare tampax per molti mesi. Ma il bello è che per tutta la durata della pandemia non è mai uscito un tampone positivo ma circa un mesetto fa non si sentiva bene ed è andata a fare l’ennesimo tampone e questo era positivo. È stata ricoverata in ospedale due volte nel giro di due settimane ed ora che è rientrata al lavoro mi dice che non riesce a mangiare niente o solo pochi cibi perché ha la nausea e se si sforza di mangiare le vengono dei dolori fortissimi e vomito. Ha una grave perdita del gusto e dell’olfatto, secondo un nostro amico medico ci può essere una lesione dei nervi che dal naso trasportano gli stimoli al cervello causando alterazioni della percezione che sono molto invalidanti. Credo che tutti questi tampax spinti nel naso da questi delinquenti le abbiano causato parecchi danni.

 

Jupiter

 

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Controlli dalla polizia e ingiustizie

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Di ingiustizie ne ho viste molte riguardo al Greencazz soprattutto i primi tempi che è stato introdotto ma non solo. Una sera mi trovavo a cena in una trattoria con degli amici per mangiare qualcosa e stare un po’ in compagnia, verso metà serata entrano cinque poliziotti per controllare se tutti i clienti avessero il Greencazz. Subito si percepiva come l’aria diventasse pesante: vedevo i volti delle persone molto spaventati, anche di chi aveva il lasciapassare. I poliziotti iniziarono a girare per i tavoli e multare quelle persone che non avevano il lasciapassare definendoli trasgressori. Alcuni miei amici vengono multati, qualcuno urlava contro i poliziotti, il titolare della trattoria discuteva con alcuni agenti ecc. Dopo aver controllato tutti e discusso col titolare, gli agenti se ne andarono ma dopo pochi minuti venne al nostro tavolo il proprietario che ci disse che doveva chiudere il locale per una settimana a causa dei controlli. Un’altra cosa che ho notato è stata la cattiveria della gente nei confronti di chi ha fatto una scelta diversa dalla loro, ho visto persone insultare chi non aveva il marchio con una cattiveria atroce augurandogli di ammalarsi e andare in terapia intensiva “così imparano a non vaccinarsi”. Se provi poi a farli ragionare trovi davanti a te un muro, ti dicono che tu vuoi saperne più della scienza ecc. Loro si fidano e basta e rifiutano qualsiasi conoscenza.

 

Jupiter

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Ammalato in ospedale

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Ennesima testimonianza di quanto successo nel 2020. Arriva da me un camion per una consegna di materiali pesanti. Due autisti. Noto che uno di loro sta sempre appoggiato con aria sofferente e cammina storto. E l’altro con fatica lavora da solo. Poi deve scaricare un pezzo grande e quello sofferente è obbligato ad aiutarlo, vedo che fatica molto e quindi mi offro di sostituirlo. E allora lui mi racconta: che è così da quando ha fatto il covid, prima stava benissimo, ma quella brutta malattia gli ha lasciato quegli acciacchi dolorosi e invalidanti.

Lui nel periodo della farsa, si ritrova ad avere forti dolori alla testa, per questo viene ricoverato, ma è negativo. Si positivizza, guarda caso, mentre si trova all’ospedale. E li inizia il calvario. Non viene intubato, ma si passa due settimane con il casco e l’ossigeno. Poi “guarisce” ma la malattia gli lascia una cicatrice di 15 cm su un polmone, con difficoltà a respirare e tutte le conseguenze di stanchezza affaticamento e dolore. Ma quindi…cosa è successo in ospedale? Perché si è positivizzato dopo il ricovero? E’ l’ennesima storia poco chiara, dai contorni inquietanti. E’ l’ennesima testimonianza di una vittima inconsapevole, che non ha capito e non sa a chi o cosa dare la colpa di quanto successo.

 

Isabella C.

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Suicidi dopo la vaccinazione



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Da quando ha avuto inizio la Campagna vaccinale o meglio la “Campagna mortale”, espressione con cui sarebbe molto più calzante definire la Propaganda che abbiamo subito e continuiamo a subire da due anni a questa parte, ho avuto notizia di moltissimi suicidi. E in questo caso mi sto riferendo solo a suicidi di persone che in qualche modo, seppure in maniera blanda e superficiale, ho conosciuto e non sto prendendo in considerazione i suicidi di sconosciuti, perché in quest’ultimo caso il numero aumenterebbe ancora più vertiginosamente.

Il primo suicidio di cui sono venuta a conoscenza mi è stato raccontato da una mia vicina di casa e ha come vittima un ragazzo, amico della figlia, di soli 16 anni. Questo ragazzo è morto travolto da un treno e, sebbene i media scrivessero che non fosse chiaro se si trattava di un incidente o di un suicidio, era stranissimo che a quell’ora tarda lui si trovasse a camminare lungo i binari. Inoltre, la mia vicina di casa, sempre tramite la figlia, aveva scoperto che da qualche mese era depresso. Egli era stato vaccinato poco prima.

Il secondo suicidio riguarda un mio conoscente con cui, però, avevo perso i rapporti da un paio di anni. Questo ragazzo di trentasei anni già da tempo assumeva psicofarmaci per alcuni disturbi della personalità e per vari episodi di depressione. Con l’inoculazione del siero la sua depressione dapprima sporadica, aveva iniziato a manifestarsi in maniera molto più forte e persistente fino a quando non è sfociata nel suicidio, un gesto estremo che l’ha portato a togliersi la vita nel suo appartamento. Seppure soffrire di problemi da prima, solo dopo compiuta la vaccinazione si è sentito spinto a suicidarsi.

Il terzo suicidio di cui sono venuta a conoscenza ha come vittima una psicologa, una signora che ho conosciuto al mare e che si mostrava sempre molto energica e chiacchierona, attaccatissima al lavoro e al figlio disabile tredicenne per il quale stravedeva. Pochi mesi fa mi hanno raccontato che dall’inizio di quest’anno era cambiata tantissimo, diventando taciturna e con attacchi di depressione. Il tutto dopo essersi vaccinata. E anche in questo caso, questi cambiamenti di personalità sono stati seguiti dal suicidio.

L’ultimo suicidio che vorrei raccontare riguarda una signora appena cinquantenne che da qualche mese, dopo aver fatto il vaccino, era convinta di avere un tumore. Non erano servite a nulla le rassicurazioni dei medici che le dicevano che stava bene ed era in salute, lei continuava a sostenere di avere il tumore e affermava convintamente che i medici le stessero mentendo. Questa forte ossessione l’ha portata a togliersi la vita all’improvviso, davanti all’incredulità dei parenti e dei figli che non avevano compreso la gravità del suo malessere interiore che l’ha spinta a questo gesto estremo. Queste forti ossessioni le arrivarono dopo che le hanno iniettato il siero.

 

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Quest’ultimo episodio si collega fortemente con l’ultima storia che voglio condividere. Un amico dei miei genitori, amico anche della signora di cui ho appena raccontato, da un mese ha iniziato a sviluppare una fortissima ossessione del tutto speculare a quella appena descritta. Infatti, anche lui ha iniziato ad essere ossessionato dall’avere un tumore gastrointestinale, ma dopo alcune visite e biopsie è emerso che soffre di ernia iatale. Il disturbo appena citato è curabile, ma quest’uomo continua a restare convinto che morirà di tumore e questo pensiero fisso lo sta portando lentamente nel baratro della depressione e purtroppo anche io, avendolo visto anche di recente in più occasioni, ho potuto constatare come il suo atteggiamento sia totalmente cambiato rispetto all’anno scorso.

Tutte le persone di cui ho raccontato in questo breve testo hanno subito la vaccinazione anti-Covid e subito nei mesi successivi all’inoculazione hanno sviluppato ossessioni, cambi di personalità oppure hanno accentuato e aggravato problemi già presenti. Queste testimonianze non ci portano indietro nel tempo, ma sono fondamentali per comprendere ancora meglio come il siero agisce, a che profondo livello esso si insinua e quanto sia necessario starci alla larga a tutti i costi.

Io ringrazierò per sempre la maestra spirituale Angel Jeanne perché è solo grazie al suo coraggio, alla sua forza e alla potenza con cui guida tutti noi studenti che io ho trovato la via della salvezza. Ringraziarla non sarà mai abbastanza, ma sicuramente condividere e diffondere le sue parole e le testimonianze di cui veniamo a conoscenza ha un peso importante e può salvare anche altri.

 

Isa

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Allucinazioni e perdite di memoria

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Un’altra testimonianza che vorrei portare alla luce è relativa ai danni da vaccino e ha come protagonista il mio ragazzo con cui convivo da anni. Anche in questo caso si tratta di un effetto collaterale di cui sono riuscita a prendere consapevolezza solo attraverso la lettura di Volume 6 di Angel, nello specifico grazie al Capitolo “La morte in piccole dosi”.

In questo Capitolo Angel, con la solita chiarezza espositiva che la contraddistingue, ha illustrato egregiamente come la gente a cui è stato iniettato il siero mortale abbia iniziato a comportarsi in maniera molto strana, facendo vari esempi, tra cui l’avere delle visioni e quindi allucinazioni oppure il fenomeno di scambiare una stanza per un’altra. Queste sue parole hanno fatto scattare immediatamente in me un campanello di allarme e mi hanno aiutato a dare una spiegazione ad alcuni comportamenti molto strani che ho notato negli ultimi mesi e che proprio non riuscivo a comprendere.

Da qualche mese, infatti, in più di un’occasione avevo notato che il mio ragazzo fosse impacciato in alcune stanze o in alcuni gesti che dovrebbero essere immediati e quotidiani. Per esempio mi era accaduto più di una volta di trovarlo a cercare nella stanza sbagliata il mobile in cui riporre gli asciugamani puliti oppure, sempre nella stanza non adibita a quello, cercava il contenitore dove inserire i panni sporchi. Viviamo nella stessa casa da molti anni e non si era mai confuso, ma dopo il vacci ha iniziato a confondere le stanze.

Altre volte, sempre in più di un’occasione, l’ho trovato a voler accendere la luce su una parete in cui l’interruttore non c’è mai stato e alla fine sono dovuta intervenire io perché lui proprio non ricordava dove fosse l’interruttore del corridoio (sulla parete opposta) e un’altra volta la stessa cosa è successa con l’interruttore della luce in cucina.

Si tratta solo di alcuni dei tanti episodi che mi hanno sempre lasciata molto perplessa e anche angosciata, perché sono atteggiamenti che non ti aspetti da un ragazzo giovane, ma che magari possono essere visti più “normali” da parte di persone anziane, anche se comunque anche in questo caso come abbiamo potuto apprendere di normale c’è ben poco.

Lui è vaccinato con tre dosi e dopo tutte le numerose e importantissime informazioni di cui sono venuta a conoscenza mi appare chiaro e scontato il nesso tra questi fenomeni di perdita di memoria e il siero sperimentale.

 

Isa

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Tamponi nasali obbligatori per lavorare

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Premetto che, dall’inizio della Farsa nel gennaio 2020 ad oggi (agosto 2022), non ho mai fatto nessun tampone per attestare la presenza del “virus” del Covid-19. Nè tamponi nasali, né salivari, né sierologici. Neanche quando un mese fa (luglio 2022) mi sono ammalata e ho avuto i tipici sintomi da “”Covid”” per due settimane.

Comunque, vorrei raccontare i disagi indiretti che ho dovuto subire sul luogo di lavoro a causa di questi dannosi e inutili test. Quando è scoppiata la Farsa del “pericolosissimo” Covid19, la nostra dirigenza (fomentata da una responsabile del personale ultra ipocondriaca) ha deciso di applicare immediatamente e in modo super scrupoloso le “norme” istituite illegalmente dal Governo: nonostante il nostro amministratore delegato fosse ben scettico e non gliene fregava niente di questo virus, la responsabile HR ha fatto una rivoluzione dell’azienda e sono iniziati a comparire disinfettanti per mani in ogni angolo, mail ogni 40 minuti a tutti i dipendenti dicendo di andarsi a lavare e disinfettare le mani, cartelli intimidatori in ogni corridoio e ad ogni postazione in mensa, non ci si poteva sedere vicini, non potevamo stare a meno di 1 metro di distanza etc. Finchè, a dicembre 2020, ci hanno mandato una comunicazione aziendale in cui si informava che il giorno seguente sarebbero stati effettuati i tamponi nasali obbligatori per tutti e 400 i dipendenti. Ammetto che in quel momento mi è salito un attimo di panico perché non volevo assolutamente farlo; leggendo bene la circolare, in un paragrafo minuscolo si specificava che, se non si fosse fatto il tampone, saremmo stati lasciati a casa per 14 giorni, in ferie. La sera poi ho chiamato anche la nostra dottoressa del lavoro e mi sono sentita urlare che ero una incosciente, che era per colpa di quelli come me che la gente moriva, che dovevo assolutamente fare questi tamponi (e il vaccino) perchè potevo portare alla morte i miei colleghi, che dovevo vergognarmi perchè ero una irresponsabile. Al telefono le avevo anche ripetuto a memoria il famoso articolo 32 della Costituzione, ma questo l’ha fatta solo innervosire di più (forse perché non sapeva come replicare?).

Queste reazioni esagerate comunque mi avevano convinto, quindi sono stata l’unica su 400 a decidere di non fare il tampone. Quel giorno a lavoro ho dovuto subire attacchi verbali da parte dei miei capi, sentirmi dire bugie sul fatto che era un “semplice” tampone salivare (quando invece era quello nasale), avere minacce di trattamenti diversi quando sarei tornata, hanno proprio cercato di fare leva sul fatto che i colleghi mi avrebbero visto in modo peggiore e trattato male, non avrei più potuto lavorare serenamente. Oltre al fatto che, prima di questa storia, i miei responsabili pensavano di darmi un avanzamento di grado, ma dopo questo “affronto” mettevo tutto in forse…. Come no. Avessi avuto la prontezza di registrare tutto avrei potuto fare poi una piccola denuncia per mobbing o minacce.

Comunque mi sono fatta due settimane di ferie, e poi son tornata al lavoro. Commenti incuriositi da parte dei colleghi ma nulla di più.

È passato un mese, quindi gennaio 2021, e di nuovo è comparsa una nuova circolare che intimava un nuovo tampone obbligatorio per i dipendenti. A quanto pare, dopo che ho chiesto spiegazioni, pensavano di farne uno al mese fino all’autunno, ovvero fino a quando sarebbe entrata in vigore la vaccinazione. Anche stavolta ho gentilmente declinato l’offerta del tampone, quindi ho fatto altri 14 giorni a casa in ferie. Stavolta però sono andata oltre, nel senso che mi ero messa in contatto con un avvocato per avere informazioni e sapere come comportarmi. Ai miei capi, comunque, è bastato che io accennassi la parola “avvocato” che si sono messi in allerta, e da quella volta non hanno più replicato la proposta dei tamponi obbligatori mensili. Forse sotto sotto sapevano che non potevano imporre proprio nulla?

 

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La cosa più strana, però, è che moltissimi colleghi avevano capito e ammesso che quel tampone mensile non aveva alcun senso; anche perché, SE (in un mondo di fantasia) fosse stato un test utile e non dannoso, non aveva senso ripeterlo una volta al mese, se magari ci si poteva ammalare il giorno seguente al controllo e contagiare tutti lo stesso. Ma nonostante molti dubbi, praticamente tutti hanno accettato questa piccola sottomissione pur di non intaccare la loro reputazione. E questo davvero mi aveva messo un sacco di tristezza: 1 su 400 è davvero poco, anche se molti il vaccino non l’avevano fatto sono comunque caduti sul tampone. Per loro è il male minore, certo, ma è stato in ogni caso un aiuto enorme che hanno dato (involontariamente) al Governo per continuare con tutte quelle assurdità.

 

ilary

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Licenziamenti verso green pass scaduti

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A chi ha vissuto gli anni 2020-2022 vengono alla mente tantissimi episodi di ingiustizia legata al nazipass/Green Pass, sia diretti sia indiretti raccontatici da amici, familiari, sconosciuti. L’ingiustizia maggiore che io personalmente ho dovuto subire è il fatto che, senza il Green Pass, non ho potuto lavorare per 6 mesi.

Nell’autunno del 2021, infatti, il governo ha emanato una delle sue solite “leggi” ridicole e illegali (“leggi” tra virgolette perché nella realtà dei fatti a livello giuridico non lo erano, essendo solo dpcm o decreti legge, ma tutto era accettato ormai…) per cui chiunque fosse sprovvisto di Green Pass dal giorno 15 ottobre sarebbe stato sospeso da lavoro senza retribuzione. Questo valeva per qualunque settore, sia pubblico che privato. Sarebbero stati istituiti dei “controllori” interni e sarebbero stati effettuati controlli a campione tra i dipendenti: chiunque fosse stato beccato a essere sprovvisto del sopracitato nazipass sarebbe stato multato ed allontanato dal luogo di lavoro, con provvedimenti disciplinari successivi.

Per ottenere il beneplacito per il lavoro bisognava o essere in pari con le vaccinazioni (ed avere quindi il famoso Super Green Pass, che in quel momento prevedeva tre dosi di siero genico), o dimostrare di essere guariti dal Covid-19 (Super Green Pass, rilasciato dopo aver eseguito i tamponi ed essere guariti), oppure farsi i tamponi nasali ogni due giorni (Green pass base). Nel caso del green pass da guarigione, questo veniva emesso con una validità di soli 6 mesi, nonostante gli anticorpi creati in seguito a una malattia restino nel nostro organismo per anni. I tamponi da fare ogni due giorni, invece, erano a carico delle singole persone, per un costo di circa 15€ ogni tampone.
Era tutto studiato perché alla fin fine la popolazione, sfinita da tutte queste restrizioni assurde, corresse a vaccinarsi di propria spontanea volontà.

Ad ottobre 2021 io non ero vaccinata né avevo intenzione di eseguire i tamponi, meno che mai ogni 2 giorni, quindi mi sono fatta sospendere, l’unica “pecora nera” in tutta l’azienda. Tutti gli altri non vaccinati hanno preferito fare i tamponi ogni 2 giorni pur di continuare a lavorare. Avrei potuto tornare a lavorare solo quando avrei avuto un pass o fatto i tamponi.

Questo decreto comunque è rimasto in vigore fino al 30 aprile 2022, quindi dal 01 maggio queste restrizioni sono cadute, e abbiamo potuto (quasi) tutti tornare al lavoro. Dico “quasi” perché le restrizioni erano ancora in vigore per alcune categorie di lavoratori, quali insegnanti, sanitari, forze dell’ordine.

Dal 15 ottobre 2021 al 30 aprile 2022 comunque sono passati esattamente 6 mesi e mezzo. Non sono stati 6 mesi facili per me, nel senso che senza entrate ovviamente avevo il problema delle spese da sostenere, quindi ho provato a ridurre i consumi (eravamo in autunno/inverno, dovevo per forza accendere il riscaldamento ma per meno tempo rispetto agli anni precedenti), ho ridotto le uscite di casa in cui spendevo soldi (anche perché in molti ristoranti e locali non avrei potuto entrare, perché chiedevano il green caz: altra “legge” assurda di quel periodo), ma soprattutto mi sono dovuta ingegnare per avere qualche soldino che mi permettesse di avere anche una minima entrata per il cibo. In quei mesi mi sono trovata un lavoretto che mi ha permesso sia di uscire di casa e conoscere persone nuove, sia di guadagnare qualcosina. Da questo punto di vista la pausa dal lavoro ufficiale mi ha fatto molto bene, perché lontano da quel covo di serpi sono rinata, mi sono rilassata da quello stress tossico da vaccinati e mi erano anche passati gli attacchi di ansia e di panico. Ma ciò non toglie e non mi fa dimenticare quello che mi hanno fatto, ovvero che mi hanno sospesa senza busta paga per metà anno; se i miei capi avessero avuto le palle e si fossero “ribellati” a tutta quella assurdità nessuno sarebbe stato in quella situazione difficile.

 

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Soprattutto perché ho scoperto che alcuni miei colleghi in quel periodo sono stati licenziati in quanto sono stati trovati durante il turno lavorativo con il green pass scaduto il giorno prima, o con il green pass di un’altra persona. A nulla sono valse le loro giustificazioni o dimenticanze, sono stati licenziati in tronco. Perché era più importante che tutti avessero questo pass piuttosto che far lavorare persone che ne avevano davvero bisogno.

Di cose da dire sul green caz ce ne sarebbero davvero una infinità, hanno creato un mostro che ora sarà difficile da distruggere perché è entrato nella mente delle persone: non il green pass in sé, ma la divisione “sociale” tra i cittadini modello e di serie A (i vaccinati col pass) e tutti noi altri cittadini di serie B che, secondo loro, non valgono niente. Spero davvero comunque che questa follia finisca nel migliore dei modi e che giustizia sia fatta per tutti.

 

ilary

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Lasciapassare

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All’inizio della farsa il mio atteggiamento era un pò piatto, non mi sembrava di essere minacciata personalmente e stavo solo aspettando che finissero di rompere. Poi un po’ alla volta mi sono resa conto che non avrebbero smesso nel giochino, in quanto c’erano davvero troppe persone disposte ad obbedire. All’inizio si era sentita l’ondata di  negatività prodotta dall’evento, e anche dalla paura collettiva. Dopo quando hanno iniziato la solfa vaccino , invece ho cominciato a irritarmi. Quindi essendo abituata a muovermi molto,lo stare ferma per mesi non mi dava fastidio mentale ma bensì fisico. Quindi ho interrotto purtroppo le meditazioni perchè ogni volta che mi mettevo avevo molta tensione al corpo, soprattutto pancia e gambe e non riuscivo a concentrarmi, proprio a stare seduta con la schiena dritta. Quindi facevo solo quella distesa , che non considero affatto efficace. Sono andata avanti così più o meno per un anno. Mi pareva di essere dimenticata dal mondo,anche perchè non ho un lavoro, faccio circa 20 ore settimana di pulizie e quindi non lavoravo e non guadagnavo. Mi sono dedicata ad attività varie che di solito non faccio. Per spostarmi all’inizio ho compilato una di quelle autocertificazioni subdole, non essendo certa che potessi pagare delle spese legali. Poi mi sono rifiutata del tutto e per fortuna nessuno me l’ha chiesta. Avevo una lista di punti che dichiaravano la non legittimità di quel documento ed ero comunque sicura che avrei saputo rispondere, magari non con tutto ma solo con : mi presenti il punto dove si dichiara che tale certificazione è in forza di legge. Quindi andavo in giro tranquillamente e il sabato sera andavo a casa di amici a giocare con i giochi da tavolo (dopo decenni che non ci gioco, è stato molto divertente). Ero costretta a restare li fino al mattino , perche’ gli sbirri hanno il posto di blocco fisso fuori casa mia, ma non mi hanno mai fermato. Diciamo che non mi manca la volontà di far valere i miei diritti , ma evito anche di sprecare energie, ed aspettavo il momento che qualcuno fosse venuto a bussare alla mia porta , con qualcuna delle pretese di cui minacciavano. Ricordo benissimo le minacce, quell’essere dell’oms, diceva che le famiglie andavano divise e portati via i figli, e il pennuto che c’era il vaccino per tutti portato dai militari. Questa caratteristica del terrorismo ha preso molto piede con la farsa, serviva sia a tenere bloccati quelli che non avevano paura del virus, sia a far correre tutti alla vaccinazione. Quindi andavo a fare la spesa con la pezza in faccia ed ho dovuto subito farmene di stoffa perchè mi facevano un prurito insopportabile. Devo dire che mi capita di indossarla perchè quando ho l’asma stagionale la uso per non respirare i prodotti chimici per la casa. Però oltre che darmi molto fastidio alla pelle, il connubio maschera e supermercato mi faceva male alla respirazione, in pratica riuscivo a fare la spesa per miracolo perchè la dispnea mi faceva molte vertigini. Da lì è iniziato un pò il problema di testa e gola. Non ho preso il covid, e in seguito con le vaccinazioni di massa è sorto il problema del grin cazz. Tutta la mia preoccupazione verteva su mio figlio perchè suo padre non è proprio un novax. Fortuna vuole che neanche lui cadesse nella farsa , però era incline a farsi i tamponi e quindi non sono riuscita ad evitarne due a mio figlio. A causa del gp ho avuto grossi problemi con la sua scuola, ed ho finito per spuntarla. Lì però avevo ricominciato a fare pratiche e tecniche e quindi ho avuto un minimo di risultati. Prima di ricominciare con le tecniche ho avuto una sopresina notturna , dato che sembrava non avessi conseguenze della nonpratica, e mi sono ritrovata con una patologia alla gola/stomaco , di cui non conosco l’entità , ma pare originare da uno strappo muscolare e un’infiammazione . In realtà poco prima di questo ho subito un risveglio di notte in cui c’erano delle presenze e mi sembrava di aver subito proprio un ‘esperimento. Infatti pochi giorni dopo , in febbraio, un anno dopo l’inizio farsa, ho avuto degli svenimenti e forti dolori e acufeni. Da notare che io non soffro affatto di mal di testa e nemmeno in seguito a questo, ma ho disturbi stranissimi, subito dopo la vicinanza con i primi vaxati che erano quelli più infettivi , in quanto dovevano aumentare i numeri di contagiati.

 

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Quindi dopo la quinta volta che stavo svenendo ho perso proprio i sensi e per fortuna recuperati, perchè non volevo essere portata in ospedale e quindi penso che questo mi abbia dato la spinta a riprendermi. Poi il canale della deglutizione si è gonfiato e ristretto per giorni e poi per mesi ho dovuto recuperare la normale funzionalità e la voce, tutt’ora danneggiata. Tutto questo per me riguarda anche la vicinanza con delle tipe appena sierate. Una caratteristica del periodo infatti è stata la dispnea e una specie di compressione interna alla testa, brevi disturbi al nervo ottico. Suppongo che se non avessi deciso di riprendere , superando le crisi di dispnea, sarebbe potuta andarmi davvero molto male, ma con questa scuola mi sono salvata in molte occasioni. Ringrazio la mia maestra spirituale Angel Jeanne per il suo supporto!

Mentre per le autocertificazioni mi è andata bene, pure per i tamponi potrei dire lo stesso. Di certo ci ho perso molto più nervoso che per tutto il resto. Innanzi tutto , dico che ,ho odiato i tamponi dall’inizio, già vedere il percorso dei tamponi molecolari faceva capire che non erano affatto innocui, ma davvero pericolosissimi. Poi perchè non capivo perchè prelevare il muco lassù, se ti soffi bene il naso sia scende , sia si può prelevare dalla gola, come fanno già in altri paesi. Poi anche il fatto che in un paese estero non ti chiedano nulla o un salivare,mentre qui abbiano messo l’obbligo , unico paese al mondo, fa intendere a che serva a livello diagnostico, e anche a livello democratico. Queste cose e molto altro facevano capire anche ai sordi , che i tamponi erano una seria presa per il culo, e quasi certamente contagiavano e producevano i numeri per i loro Tg. A parte questo, in molti anni non ho mai trovato facilmente lavoro, mi sono accontentata di miseri posti in cui sfruttano il personale, per diverse cause, di cui le esperienze troppo variegate. Quando hanno iniziato a dire che oramai si lavora solo con gp, ho iniziato ad avere accesso a candidature , annunci di lavoro e persino offerte di andare in vacanza, ahime prendendo un traghetto. Tutto questo solo con gp, a cui ho dovuto dire NO . Si ficcassero il loro tamponcino dove non batte il sole. Questi sono gli scherzetti idioti che mi fanno.. La scena eclatante è stata l’impiegata di farmacia che faceva tampone a mio figlio, che doveva andare al matrimonio della sorella (sigh). La faccia stanca e gli occhi rossi, dice che da un pò fastidio, e a lei che se li deve fare sempre , nonostante i vaccini, danno un fastidio crescente. Da lì si capiva che l’abitudine al tampone , tra le cose gravi , danneggia le mucose dei canali nasali, in questo caso i virus attecchiscono molto facilmente finendo nelle vie aeree . Tra tutti quelli che conosco , ne io ne mio figlio coi suoi due , abbiamo preso il covid, mentre tutti i tamponati l’hanno preso, dopo che ho ospitato a casa per halloween una quindicina di persone e si sono ammalati tutti. Quello che più mi dava fastidio è che per lavoro hanno aderito in massa, fregandonese della consuetudine della legge , facendo file lunghissime e per avere il gp e poter andare.. dove?. Ah a fare aperitivo. Non sapevo ancora del database con i dna delle persone, quando l’ho saputo ho iniziato a dirlo a tutti i tamponati novax, ma alzavano le spalle, sono troppo complottista. Ad un certo punto mi sono ammalata di breve vairus, e mi hanno portato a casa due test salivari e due tamponi. Che gentilezza… Per quanto riguarda il salivare non c’era Apparente problema non entravo in contatto con nulla, per il tampone l’ho appoggiato nel naso a fianco della narice, per vedere se combaciava col salivare . Non ho avuto fastidi, però era totalmente diverso da quello che fanno per gp, molto grande e con una sorta di plastica . Non ho avuto disturbi , ne subito dopo ne oltre, però ovviamente era una cazzata perchè poi , diverso tempo dopo con il volume sei , sono venuta a conoscenza delle sostanze che agiscono a distanza creando interferenze. Questi cosi non vanno neanche avvicinati. Non va avvicinato niente che abbia a che vedere con la farsa .

 

Francis

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Pressioni sul lavoro

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Per mia fortuna la mia azienda ha sempre accettato e promosso lo smart working in periodo di ‘pandemia’ e questo mi ha protetto, fino a un certo punto però. Ogni tanto era consigliato andare in sede, sempre comunque secondo la volontà di ognuno. Capita però una settimana in cui abbiamo un corso ed è richiesta la presenza fisica in ufficio per tutti i partecipanti (tra cui io). Non essendo vaccinato la mia unica possibilità di entrare là dentro sono i tamponi: purtroppo in ufficio i controlli si fanno, i servi ci tengono ad obbedire agli ordini del padrone. Faccio presente al capo le mie difficoltà (conosce il mio stato e finora non aveva mai fatto problemi) e vedo se ci si può venire incontro in qualche modo. Lui non vuole nemmeno discutere e taglia corto “Il corso prevede la presenza di tutte le persone indicate. Fai in maniera di essere presente tutti i giorni con green pass” e lo dice con un tono così duro e pieno di disprezzo che sento proprio la sua energia assalirmi e volermi fare del male. Seppure non abbiamo mai avuto un’amicizia il rapporto tra noi è sempre stato perlomeno rispettoso – questa è la prima volta che sento il suo disprezzo e la sua autorità riversata su di me con il chiaro intento di sottomettermi. Il messaggio era chiaro: ‘non vuoi vaccinarti ma devi assolutamente procurarti il green pass, e se non lo farai ci saranno conseguenze’. Mi stava limpidamente obbligando ad avere il lasciapassare per poter entrare sul luogo di lavoro sapendo bene le mie difficoltà a procurarmelo, non si è fatto alcuno scrupolo a mettermi alle strette paventando anche un’eventuale sospensione se non avessi obbedito. Ha usato su di me una tale violenza psicologica che mi sono sentito male. Da una persona di solito cortese come lui non mi aspettavo una tale cattiveria, e sono rimasto scosso e spaventato. Quella volta ho ceduto e mi son fatto un paio di tamponi… per comprarmi 4 giorni di diritti. Ma al contempo ho anche reagito, perché nessuno deve permettersi di discriminarmi per la mia scelta di non vaccinarmi, e mi sono impegnato a ricambiare la cortesia attaccandolo per qualche giorno. Normalmente non l’avrei mai fatto (forse sbaglio!) ma questo episodio non poteva essere scusato. Ha rotto il patto di fiducia e aiuto reciproco e non posso più avere rispetto per lui. Così ho risposto. Nei tempi a seguire è stato molto mansueto… E un mese dopo abbiamo ricevuto la bellissima notizia che avremmo cambiato capo!! Ero veramente felice di non averlo più tra i piedi! E con il capo successivo (attuale) ho un rapporto molto migliore, e non mi ha mai forzato a fare qualcosa che io non volessi. Forse mi ha giovato subire pressioni, perché mi ha permesso di trovare la voglia di reagire e liberarmi dei pesi che mi riversavano addosso. Tutti noi abbiamo diritto a un ambiente lavorativo che rispetti i nostri bisogni e senza capi inadeguati che ci stiano col fiato sul collo pronti ad azzannarci al primo momento di debolezza.

 

Francesco asqu

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Mal di testa dopo il tampone

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I tamponi inizialmente, alle persone più superficiali, erano apparsi innocui ed una valida alternativa al vaccino per ottenere il green pass, anche se solo per pochi giorni. Non conosco molte persone che facevano tamponi, dato che la maggior parte dei miei amici hanno scelto purtroppo di vaccinarsi, tra quelli convinti nel serio e quelli che non intendevano sostenere il costo del tampone. L’unica esperienza che posso raccontare è personale. Il mio medico curante quando ho iniziato a mostrare sintomi da lui definiti “Covid” per potermi prescrivere le cure, al telefono, mi ha chiesto di presentare l’esito di un tampone rapido da farmacia. Ricordo, era dicembre, in pieno inverno. Dopo 5 giorni di febbre molto alta “39°”, praticando delle pulizie energetiche (non conoscevo ancora la tecnica della guarigione) e successivamente assumendo farmaci comuni il mio stato di salute continuava a peggiorare, fino ad avere difficoltà respiratorie molto serie. Non volendo recarmi negli ospedali lager, sono stato costretto a fare il tampone per ricevere le cure dal medico di famiglia (assurda come cosa!). Dopo tre giorni di cure domiciliari, la febbre era passata, avevo solo residui di tosse. L’effetto collaterale del tampone è stato un fortissimo mal di testa per la prima ora, nonostante cercavo di assorbire prana dal chakra della mente, il fastidio non passava. Seguiva una forte apatia e difficoltà nel mantenere il non pensiero, che è durato per i tre/quattro giorni successivi al tampone. Nonostante queste difficoltà ho sempre cercato di non tralasciare la meditazione, quindi mi sono sempre sforzato nel fare almeno tre sessioni giornaliere, per poi riprendere con il mio ritmo abituale. Non ricordo di aver mai avuto altri problemi visibili, come sanguinamento ed altro.

 

Foxipy

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Il Pass per lo sport

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Ciao a tutti, vorrei testimoniare attraverso le mie esperienze, il periodo oscuro che siamo stati costretti a vivere, in cui è stata abolito l’esercizio delle libertà personali. Il Governo Italiano nel momento in cui ha dato vita alla certificazione verde o green pass, ha tentato l’abolizione di alcuni diritti umani fondamentali, come la possibilità di lavorare, partecipare alla vita sociale, oppure muoversi liberamente.

Personalmente, sin dal principio mi sono opposto con tutte le mie forze, sia ideologicamente che concretamente affinché potessi apportare dei sostanziali cambiamenti alla situazione, sebbene nel mio piccolo. Come è ben noto a tutti per quanto ci sforzassimo, sembrava trovare tutte le porte chiuse, era tutto molto complicato, ma non impossibile. Ma avevo dalla mia, la perseveranza e il desiderio di non arrendermi alla strategia di terrore mediatico e sociale tipico del regime Nazista che ci stava e sta governando. Per quasi due anni, io e la mia famiglia abbiamo completamente dovuto rivedere il nostro modo di vivere la quotidianità, essendo non vaccinati. Quindi ci siamo orientati alla ricerca di tutte quelle attività ancora consentite ai no greeen pass, sebbene ad un certo punto ho avuto l’influenza denominata “covid”, così da essere in possesso del green pass da guarigione, ma il mio atteggiamento non era cambiato nei confronti del suo utilizzo.

Da diversi anni praticavo le arti marziali, ero appassionato, ciò nonostante da quando mi fecero richiesta di presentare il gp, fui costretto a lasciare la palestra dove mi allenavo, sentendomi escluso anche dai miei compagni. Compagni che in tutto il periodo non ho più sentito se non una/due volte per consigliarmi di vaccinarmi per rientrare ad allenarmi. Ancora oggi non frequento più quella e qualsiasi altra palestra. Una difficoltà simile l’ho incontrata con mia figlia, la quale per quel periodo ha dovuto rinunciare allo sport, in quanto i genitori no vax non potevano neanche accompagnare i figli. Sappiamo l’importanza che lo sport ha nello sviluppo fisico e mentale dei bambini, eppure il governo ha privato i bambini di questo diritto fondamentale. Non ho minimamente pensato di potermi piegare ai Nazisti, cosa che invece hanno fatto molti altri genitori, sentendomi poi dire che sono una persona egoista!

Un episodio particolare che ricordo, riguarda il giorno che mi recai in gioielleria per acquistare un regalo. Sottolineo che all’ epoca avevo il gp da guarigione, la titolare della gioielleria mi venne a cercare tra le persone per chiedermi in gp. A quel punto abbandonai il negozio, dicendo che non ero più interessato. Mi recai in un altro negozio, dove non mi fu chiesto il gp, la cosa bizzarra fu che trovai lo stesso regalo che avevo scelto nel precedente negozio ad un prezzo inferiore.

Per motivi di lavoro mi trovo spesso fuori ad ora dei pasti, per tutto il periodo in cui veniva richiesto il gp sono stato costretto a portarmi sempre il pasto da casa e consumarlo in auto senza poter mai accedere ad un’attività di ristorazione o bar.

Le ingiustizie che ho subito sono comuni a molti conoscenti, ricordo in particolare l’esperienza vissuta da un amico (uno dei pochi che non ha ceduto al ricatto) in una pizzeria, dove fu costretto ad ordinare una pizza da asporto sull’uscio della porta sotto la pioggia perché sprovvisto di gp, mentre tutti i clienti seduti ai tavoli rimasero impassibili alla scena.

 

Foxipy

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Mia figlia in ospedale e io non posso entrare

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Condivido questa esperienza che è fresca di oggi 29 agosto 2022.

Mia figlia, che ha 18 anni appena compiuti, è fuori casa per fare la stagione come cameriera. Questa notte verso le tre ha chiamato mio marito, che a differenza mia ovviamente ha sempre il cellulare acceso, per avvertirci che a breve sarebbe arrivata a casa infortunata.

Il primo pensiero che è arrivato è “ecco vedi col cellulare spento.. se non ci fosse stato mio marito come faceva a chiamare “… Già lì mille manipolazioni poi alla fine sono riuscita a tacciare tutto realizzando che chi l’aveva portata in ps l’avrebbe poi portata a casa .

Il giorno dopo in ospedale, dopo tre ore fra visite attese raggi etc ci dicono che deve essere operata in urgenza, con prognosi lunga.

Mentre aspettavamo mi è entrato un altro pensiero “ecco vedi che protezione hai fatto a tua figlia, non sei capace fare nulla”. E peraltro ieri era il suo turno di protezione e davvero non gliela ho fatta perché mi sono addormentata.

Poi inizia ad intrufolarsi il pensiero del GP per entrare in reparto.

Mia figlia è adulta certo, ma mi voleva vicino e io ovviamente le volevo stare vicino.

Vedere tua figlia che piange è una esperienza straziante, soprattutto quando sei impotente. Non la puoi cullare come quando è neonata, neppure distrarla con qualcosa come quando sono più grandicelli.  In queste occasioni ci devi solo essere, presente, con un abbraccio e un bacio. Io ci sono, senza invadere.

Io l’ ho accompagnata in reparto poi praticamente l’ho abbandonata, è così che mi sento adesso. Ho abbandonato mia figlia . Ed è bruttissimo quello che sento dentro.

Le infermiere, per la verità tutte molto gentili e comprensive, mi hanno spiegato che devo avere tre vaccinazioni per portare anche solo le mutande a mia figlia.

Gentilmente mi hanno spiegato che se avevo avuto il covid allora forse potevo entrare, ma senza tre dosi nulla.

Quello che mi ha fatto “paura” era la totale accettazione di queste donne che erano in quattro a prendersi cura della mia figlia ( qua è un ospedale piccolino) e tutte sorridenti come se fosse la cosa più naturale del mondo a sostenere che per entrare ( ma comunque ero già entrata) dovevo avere questa certificazione. E mi mostravano il punto dove avrei dovuto puntare il telefono, come se non riuscissero a concepire quello che io dicevo no vaccino no covid.

Il volto era strano, gli occhi erano buoni e sorridenti. La maschera ben piazzata comunque non mi nascondeva questa sensazione – e mi scuso ma per rendere l’idea- di avere di fronte degli ebeti.

Una in particolare.

In questo momento mi sento mancare dove vorrei e dovrei essere presente.

E penso a tutti gli anziani che sono morti in solitudine pompati nei polmoni da ossigeno e o ammazzati con i farmaci libera letti..

Non esiste cosa peggiore che sentirsi soli e abbandonati, non riesco a concepire una tale crudeltà e come la gente lo accetti.

Adesso torno in ospedale a lasciare i vestiti in portineria come una barbona infetta .

Vorrei agire materialmente ma la paura è che l’azione poi sia contro chi amiamo, come ho già potuto capire da sola.

E quindi mi sono anche risposta.

Per fortuna (!!) ho una schiera di pluridosati  armati di telefonino e stanze intorno che mi aiuteranno in questo momento, umorismo a parte è purtroppo vero.

 

fiamma

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Discriminata in banca

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Agli inizi di febbraio quando chiedevano il  nazipass per entrare in banca, ho avuto una brutta esperienza con la direttrice della mia filiale. Avevo prenotato un appuntamento.  Mi hanno lasciata entrare e stavo già parlando con l’impiegata per procedere con una pratica quando si presenta la direttrice a chiedermi di mostrarle il mio nazipass.  Le rispondo che mi sta chiedendo dati personali sensibili sanitari e di mostrarmi la sua autorizzazione a recepire tali dati sensibili che avrebbe dovuto rilasciare il Ministero della salute. Mi mostra un’autorizzazione della filiale centrale che non c’entra nulla. Tranquillamente le spiego che non ha i requisiti per chiedermi tali informazioni e che stava violando la mia privacy. La direttrice mi invita a lasciare la filiale e io mi rifiuto al che vengono chiamati i carabinieri i quali non si presentano.  Dopo varie sollecitazioni ho dovuto lasciare la banca senza che potessi finire di sbrigare la mia pratica. Ho sporto regolare denuncia/querela per discriminazione e violazione della mia privacy in questura alla direttrice della filiale di circa 110 pagine. Attendo ancora risposta. Ho la registrazione di quanto accaduto.  Ovviamente energeticamente le ha prese e ogni tanto le do una ripassatina. Purtroppo è stata un’esperienza pessima. È assurdo quanto è successo.

 

Faby7770

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Tampax (tamponi)… nasali

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C’è ancora chi pensa che i tampax (tamponi) non facciano nulla, siano semplici cotton fioc, non facciano male ma solo un lieve fastidio e non contengano sostanze in grado di alterare la psiche, perché non esistono al mondo tecnologie in grado di manipolare la mente della gente. C’è ancora chi se li fa, chi va a sprecare i soldi comprando questi mezzi silenti di sterminio o facendoseli fare dai farmacisti… Chi lo fa non sono solo i non vaccinati ma anche i vaccinati, di loro spontanea volontà a causa della folle paura di una fasulla malattia mortale o semplicemente per ottenere un certificato scritto di finta libertà. I tamponi sono pericolosissimi e da quando l’ho capito ho sempre allertato la gente a non farseli ma non tutti erano pronti a comprenderlo. Quando lavoravo in ospedale i tamponi erano molto, molto dolorosi: delle vere e proprie torture medievali. Recavano traumi psicologici e fisici molto gravi, facevano perdere sangue e provocavano dolori alla testa, agli occhi. I pazienti descrivevano l’operazione come se una forchetta invadesse l’interno del cranio e grattasse a forza le pareti spaccandole, oppure come se una candela fosse stata accesa e la fiamma bruciasse all’interno. Le domande sovvengono: perché tutto questo per rilevare un virus che anche solo sputando in un barattolo avrebbero ottenuto? Perché lo scopo non era trovare un virus! Hanno fatto credere che il trattamento del tampax fosse necessario perché il virus si trovava nelle zone più interne del naso, a differenza di quelle più esterne o della bocca e anche per questo motivo obbligavano le persone a mantenere la mascherina e coprire naso e bocca, perché nel naso c’era più presenza di virus che nella bocca. Con queste menzogne sono stati in grado di tenere alzato un teatrino di clown capaci delle più disumane crudeltà. I tampax vanno a invadere la barriera ematoencefalica che il corpo detiene per proteggere il cervello e il sistema nervoso dagli attacchi esterni, ma aprendolo abbassano le difese immunitarie per fare entrare più schifezze possibili e i medicinali rilasciati dai tamponi merda a scopo militare-governativo tenuti sotto segreto di stato. Non a caso stanno uscendo sempre più notizie riguardo la vera scienza e ciò che nascondono da tempo: “Contengono strani reticolati tubolari che ricordano i dispositivi nanometrici di rilascio locale di farmaci” o “Possono vaccinarti col tampone nasale, e bersagliare il tuo cervello con le nanoparticelle presenti sulla punta delle asticelle”. In ospedale ci facevano gli esami del sangue per vedere se avevamo il virus, prima di iniziare coi tamponi.

 

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Ad alcuni bambini molto lamentosi e capricciosi era concesso lo sputo nel barattolino in altri Paesi d’Europa, ma che io sappia non in Italia. Poi in Italia più avanti sono arrivati i tampax più soft per tutti, che recavano solo un leggero fastidio perché veniva fatto più esternamente e anche quelli che si potevano fare autonomamente. Tutti questi tampax meno invasivi sono comunque altamente pericolosi, perché non hanno lo scopo di rilevare virus, ma chiediamoci cosa ci hanno fatto con il nostro sangue, cosa hanno fatto coi nostri sputi e la saliva contenente DNA, cosa ci hanno fatto coi tamponi meno dolorosi se il virus all’inizio non poteva assolutamente essere rilevato così, perché avrebbe dato risultati alterati dato che il virus si trovava nelle stazioni più profonde del naso.

 

Ho odiato sin da principio la mascherina, la disinfezione del carrello della spesa prima di entrare al supermercato, i tampax, i comportamenti assurdi della gente… che anche quando gli dicevi che potevano togliersi la mascherina davanti a te, non se la toglievano e anzi la alzavano quasi fin sopra gli occhi. Ho lasciato il lavoro perché mi chiedevano di fare tamponi su di me e sui pazienti, ho lasciato la mia famiglia perché voleva che me li facessi, ho lasciato il compagno per lo stesso motivo e gli amici perché mi credevano l’untore che poteva farli ammalare. L’uso prolungato delle mascherine in ospedale mi aveva recato col tempo problemi di circolazione e l’unico tampax a cui sono stata sottoposta perché costretta da eventi emergenti, mi ha provocato nelle settimane successive disturbi in varie parti del corpo e tutte assieme, perciò ho dovuto occuparmi di quelli, spendere soldi e tempo per rimettermi in sesto e ho avuto cali di umore; umore molto basso e stanchezza spossante che non era da me prima di quel fatidico tampax di merda. C’era gente che saltuariamente si sottoponeva a quella tortura senza farsi problemi ma iniziava a perdere sempre più spesso gocce trasparenti dal naso, senza autocontrollo. Quelle gocce parevano liquor, ovvero il fluido che circonda il cervello e lo protegge; proprio quello che secondo me si va a fare uscire coi tampax che sfregano la barriera encefalica e a forza di farli la rompono e se si infetta crea le meningiti, che sono molto peggio dei covid. I tampax alimentano il sistema di frode, la farsa e danneggiano la salute se non come un vaccino, ci siamo vicini. Creano grave apatia, tanta stanchezza, umore basso e chissà che altro è stato riscontrato da altre persone, io ho descritto solo le mie esperienze.

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E il fatto che si appiccichino sul corpo le monetine come succede per i vaccinati, e quando si sta vicino ai vaccinati e agli hub vaccinali ci si senta male fisicamente, sembra che introducano sostanze calamitose che devono attirare qualcosa e sprigionare altro. Quindi, ho denunciato i tamponi e lo Stato e sempre più persone lo dovrebbero fare, come il fare attenzione a chi si è vaccinato e starne alla larga il più possibile è l’accortezza più importante da prendere in questo periodo.

 

Tai8

 

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LA CORRUZIONE DEI MASS MEDIA

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Ci sarebbero tantissime cose da raccontare su quello che sta avvenendo da oltre due anni in Italia e nel mondo. L’inizio è avvenuto con la farsa del Covid, poi abbiamo notato un susseguirsi di assurdità, ingiustizie e imposizione di leggi illegali.

Il Governo, sempre sotto copertura da finto buonista, fa credere alle persone di essere dalla loro parte, quando invece è il loro più grande nemico. Ad oggi non esiste un governo o una politica che sia dalla parte del popolo. E purtroppo  ancora c’è gente che si ostina ad avere speranza nei governi. Ci vorrebbero delle bombe da fare esplodere i palazzi dei politici. Giustizia andrebbe fatta su questi criminali di guerra, con pena di morte nelle pubbliche piazze, per poter cambiare la situazione che stiamo vivendo da millenni.

In questa era, ci sono giornalisti che sono corrotti fino al midollo. Mass media, tv, giornali, social media sono tutti mezzi tramite i quali il Governo manipola la gente a pensarla come vuole lui. Giornalisti che si vedono e si sentono in continuazione sono quelli più sadici, abominevoli, sottomessi e che si sono venduti facilmente al governo. Adorano raccontare falsità, mantenere il livello cognitivo delle persone a livelli molto bassi, direi tenebrosi e terrorizzanti. Hanno un lerciume addosso da fare schifo, sono arroganti e maligni e sempre con un velo di buonismo mascherato difendono i politici, i delinquenti e il piano diabolico di cui fanno parte. Fanno finta di preoccuparsi del pianeta, delle persone. Trattano i temi della povertà, delle malattie, del covid, della guerra, dell’inquinamento e tanti altri temi sofferenti e paurosi, fingendo di esserne addolorati. Dicono anche che il governo è sempre intento ad aiutare la gente a risolvere queste disgrazie, ma ovviamente è tutta una invenzione, poiché è proprio il governo a essere il creatore del cancro al pianeta.

Vogliono portare l’essere umano alla distruzione, fare diventare le persone degli zombie-cyborg che camminano per le strade. È necessario che ognuno di noi intervenga al fine di fermare queste atrocità e ognuno svolga azioni concrete al fine di abbattere tutti questi piani volti contro l’umanità e il pianeta.

Trovo che i libri della Maestra Psichica Angel Jeanne sugli Alieni siano letture estremamente illuminanti in questo periodo storico, utilissime per prendere consapevolezza e riconoscere il bene dal male in ciò che sta succedendo attorno a noi. Attraverso quei libri, un mondo di risposte si apre, tutto trova un senso, e si impara a essere coscienti, a reagire, a proteggersi e a difendersi in questo mondo fatto di cose visibili e invisibili. Insegnamenti di un valore unico e inimitabile, sono la risposta ad ogni perché.

Lo scrivo perché personalmente ho potuto comprendere l’importanza di leggerli per constatare tutto ciò che sta avvenendo e quanto Angel Jeanne abbia ragione in ciò che racconta. Infatti, l’autrice rilascia informazioni inedite sulle previsioni sui sul futuro, ma anche sulla vera storia antica del passato per arrivare fino alla verità che ci viene ancora nascosta ai giorni nostri. Consiglio vivamente a tutti le letture dei suoi libri che sono immensi di esperienza e conoscenza.

I chip sottocutanei somministrato tramite le armi biologiche dei vaccini, come dice Angel Jeanne, è l’inizio dell’inferno e dobbiamo fare qualcosa per fermare tutto quello che sta velocemente accadendo su tantissimi fronti e aspetti della vita in questo pianeta.

Siamo sotto esperimenti. I governi ordinano agli ospedali di attuare i piani di cura sperimentali che servono a implementare il genocidio di massa. Sostanze sperimentali venivano somministrate per “curare” i pazienti affetti da covid e costoro venivano appositamente uccisi per creare lo sterminio del “virus mortale”. Altre sostanze sperimentali vengono iniettate con i vaccini e ancora molte persone si stanno sottoponendo alla terza e alla quarta dose. Subito dopo queste, in particolare, sono aumentati di gran lunga i casi di morti improvvise in persone sane, decessi di bambini e neonati in tutta Europa, boom di emorragie cerebrali, infarti, crisi convulsive e visibili per le strade sempre più gente che si stramazza a terra morta stecchita e con tremori tipici, ovunque nel mondo, e tante altre patologie gravissime. Ho conosciuto tantissime persone che hanno scelto di dare fine alla loro vita in questa maniera, vaccinandosi, e ogni giorno sento conoscenti e leggo notiziari dalla nostra parte che riportano le migliaia di testimonianze.

 

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“I vaccini mRNA annunceranno il processo di depopolazione nei prossimi 6 mesi.” Lo affermavano medici e scienziati che avvisavano il mondo di un imminente evento di vittime di massa. “L’evento coinvolgerà persone che hanno ricevuto vaccini COVID in fase sperimentale a causa di una reazione nota come risposta iperimmune”. Quindi molti scienziati e veri medici affermavano che gran parte dei vaccinati morirà entro pochi mesi a causa della tempesta di citochine (allergie gravi) una volta sintetizzato la proteina spike in grandi quantità. Milioni di persone, quindi, potrebbero morire e la loro morte sarebbe stata attribuita a un nuovo ceppo di covid, quando in realtà non sarà questo il motivo, ma solo per continuare a spingere più vaccini ed eliminare quante più persone. Mentre i mass media censurano le testimonianze e dicono che le morti non sono correlate a vaccino, le persone iniziano a morire e i medici raccomandano dosi aggiuntive e la dose di richiamo peggiora solo la situazione.

Il vaccino non può essere studiato e analizzato e ciò che avviene in ospedale è ancora tutto oscurato. “In Italia gli ospedali sono ridotti peggio del terzo mondo”, dicono gli infermieri vaccinati che ancora lavorano per i vertici. Non vengono eseguite le autopsie e vengono segretate le cartelle cliniche affinché i famigliari non ne abbiano accesso.

La questione covid doveva servire per arrivare al vaccino-chip, però visto che il piano non è andato a buon fine data l’alta percentuale di persone che credono nella Libertà e sono libere perché decidono di esserlo ogni giorno, il governo ha escogitato altri metodi per infierire su di loro.

La storia dell’inquinamento ambientale è un’altra farsa, dato che l’inquinamento viene studiato e creato a tavolino dal governo. Viene inventato e fatto credere dai popoli che esista veramente,  quando invece è lo stesso governo a permettere l’inquinamento attraverso trattati e accordi nascosti. Come esempio eclatante è il far volare sulle nostre teste le scie chimiche, che vengono sparate dagli aerei 24 ore al giorno tutti i giorni, al fine di renderci apatici, stanchi e malati. Le scie chimiche modellano il nostro modo di pensare, inquinano l’aria, l’acqua, intossicano tutti gli organismi viventi, suolo, piante, e gli ortaggi che poi mangiamo. La colpa del cambiamento climatico viene sempre addossato ai cittadini, che spesso sono ignari su quanto le scie chimiche influenzino il clima e gli agenti atmosferici.

I cittadini vengono addirittura costretti a fare la raccolta differenziata e a pagarci le tasse. Tasse su quello e tasse su quell’altro, inutili e illegali, fanno chiudere le aziende, mettono in ribalta intere famiglie, alzano a dismisura le bollette solo per farci vivere come nella preistoria, per patire il freddo dell’inverno senza termosifone o il caldo asfissiante dell’estate senza condizionatore o per farci vivere con le candele la sera al buio perché di notte tenere la luce accesa è troppo costosa. Oggi tutto è divenuto troppo costoso.

Poi arriva il governo che “regala” bonus di aiuto di qua e di là, anche per pagare le bollette che loro hanno inventato e aumentato volutamente. Tutto questo per poi, dopo qualche tempo, ritorcersi contro di noi con gli interessi.

Aumentano il prezzo del metano, benzina, diesel per costringerci a muoverci a piedi; incentivano i mezzi elettrici che sono addirittura facilmente infiammabili e più sono tecnologici più sono insicuri e controllabili. La scusa è un’altra farsa, quella della guerra Russia-Ucraina, costruita a scopo di terrorizzare il pianeta, far soffrire e traumatizzare interi popoli, estendere paura e odio e rendere dominante il nuovo ordine di controllo mondiale.

Poi, come se fossimo le loro prede, ci lanciano gli insetti come esche. È cominciata la moda del “mangiare insetti” e a pubblicizzarli come fossero appetitosi. Stanno aprendo ristoranti che cucinano insetti e ci sono video di bambini che iniziano a mangiare patatine snack o dolciumi a base di insetti. Ma gli insetti a quanto pare contengono sostanze velenose per l’uomo e sembrerebbero avere la chitina che non può essere trattata dal nostro intestino. La chitina è un polisaccaride molto appetitoso per cancro, parassiti, funghi e quasi tutto ciò che causa malattie poiché la chitina fa parte della sua costruzione.

 

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Contengono anche steroidi metamorfici, specialmente ecdisterone. Gli insetti non sono assolutamente un cibo per esseri umani. Solo gli uccelli possono trattare in sicurezza il cibo per insetti. Il sistema digerente degli uccelli è completamente diverso dal nostro. Capito perché vogliono farci mangiare insetti?

Vogliono rendere legali le criminalità come le droghe, gli stupri e in accordo con la setta che è la chiesa, anche la pedofilia, i rapimenti e le uccisioni di bambini. Vogliono rendere legali anche le mode negative quali il vestiario delle ragazzine sempre più succinto, l’omosessualità sporca fradicia e il cambio sesso già in tenera età. E sono proprio i mass media a nascondere la verità e la gravità della questione, raccontando bugie su bugie per far credere che le criminalità non siano sbagliate, ma è sbagliato tutto ciò che gli va contro. Sono molto bravi in questo e oggi possiamo riconoscere il fatto che se vuoi sapere la verità, essa è l’esatto opposto di tutto ciò che questi giornalisti corrotti vanno dicendo e difendendo.

04-10-2022

 

Tai8

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Danni da tampone

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Vorrei condividere con voi una testimonianza di danni da Tampone che ho potuto notare e verificare in maniera quasi diretta, trattandosi di danni subiti dal mio ragazzo, una persona vicinissima a me e con la quale convivo.

L’anno scorso abbiamo avuto molte discussioni in casa perché ogni volta che io sentivo un cattivo odore o comunque percepivo odori strani lui mi contraddiceva, dicendo che non era vero e che non si sentiva assolutamente nulla. Inizialmente ho pensato che potesse trattarsi del mio olfatto che si era sviluppato un po’ di più del normale, tanto da farmi sentire in maniera più accentuata odori che magari nella realtà erano solo molto lievi.

Tuttavia questi fenomeni si stavano verificando quasi quotidianamente ed era davvero troppo strano, così un giorno ho spruzzato sotto il suo naso un profumo da uomo dall’odore molto forte e pronunciato e quando mi ha detto che non sentiva nulla abbiamo capito entrambi che c’era qualcosa che non andava.

So bene che questo fenomeno della perdita dell’olfatto è associata dai più famosi e illustri medici che parlano di vera Scienzah al farsavirus, ma ovviamente non c’entra niente ed è “semplicemente” una conseguenza dei Tampax. All’epoca ero già consapevole del pericolo del Tampone e dei gravi e grandi danni che questo poteva provocare, ma non sapevo specificatamente in quale forma si potessero manifestare, né tutte le conseguenze che ho potuto apprendere solo grazie ad Angel e al Volume 6 di Apatìa.

Infatti solo recentemente attraverso la lettura di questa Magnifica Opera ho collegato la perdita dell’olfatto del mio ragazzo al Tampone. Tra l’altro si trattava proprio dei primissimi mesi in cui questa pratica di tortura medievale aveva preso il sopravvento e ricordo che all’epoca lui ne aveva fatto solo uno e specificatamente si era sottoposto al Tampone naso-faringeo. Per cui questo danno è il risultato di un singolo tampone!!! E questo la dice lunga sulla sua pericolosità e sull’importanza di non cedere neanche una singola volta a questo strumento di tortura.

Magari ad alcuni lettori non può risultare immediatamente chiara la gravita dell’anosmia (termine con cui viene definita la perdita dell’olfatto), ma in realtà è una patologia molto grave che ha anche moltissime conseguenze sulla vita quotidiana. Basti pensare all’incapacità di percepire alcuni pericoli di cui veniamo a conoscenza proprio grazie all’olfatto (per esempio una perdita di gas o di consumare alimenti scaduti) oppure semplicemente all’impossibilità di sentire i profumi, che rappresenta sicuramente uno dei piaceri quotidiani.

Il mio ragazzo soffre di questo disturbo da circa un anno e una conseguenza che ho potuto notare su di lui è proprio l’incapacità di gustare i cibi, proprio da quando ha fatto i tamponi. Da quando non sente più gli odori mangia, anzi dovrei dire ingurgita, gli alimenti in maniera meccanica, senza assaporare nulla, in quanto l’olfatto è associato anche al gusto e lui non sente più niente. Questo ha comportato una maggiore preferenza verso gli alimenti grassi e ad alto contenuto di sale e zucchero. Infatti, adesso lui mette il sale in abbondanti quantità ovunque e non ne riesce proprio a farne a meno. Faccio un esempio per far capire la gravità della cosa: lui ora mette il sale anche sulla pizza della pizzeria, quindi non una pizza fatta da noi in casa che magari potrebbe anche risultare sciapita; oppure sulle cotolette, che oltre ad essere già grasse e dannose di per sé, sono già ricchissime di sale. Questa abbondanza di sale, nonché questa continua preferenza verso cibi molto grassi, porta con sé poi numerose altre conseguenze e danni per la salute fisica e mentale.

Ho fatto poi alcune ricerche sulle conseguenze dell’anosmia e uno studio condotto su molte persone che soffrono di questa stessa patologia ha evidenziato come con il tempo questa malattia possa comportare gravi disagi sociali, quali: depressione, ansia, difficoltà relazionali ed emozioni negative. Non nego di essere molto preoccupata per quello che potrà accadere, ma prendere consapevolezza di questo problema è sicuramente il primo passo per aiutare chi ne soffre. Per questa presa di coscienza e per moltissimo altro posso ringraziare solo Angel, perché è solo merito suo se ogni giorno apriamo gli occhi sempre un po’ di più e le menzogne cominciano ad emergere chiare davanti a noi.

 

Isa

 

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Testimonianza discriminazione a lavoro

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Ciao a tutti, vorrei raccontare la mia esperienza di discriminazione nell’ambiente lavorativo in quanto contro alla vaccinazione e all’obbligo di dover effettuare tamponi. Poco prima dell’entrata in vigore del dpcm totalmente illegale avevo ricevuto diverse pressioni da parte del mio titolare, il quale più volte mi chiedeva quale fosse la mia decisione sul da farsi. Nonostante più volte gli rispondessi che non avevo intenzione di fare assolutamente nulla, lui sembrava non pienamente convinto della mia risposta tant’è che più volte cercava di ripetermi la stessa domanda perché convinto che prima o poi avrei ceduto sulla prima o la seconda scelta. Pochissimi giorni prima del fantomatico 15 ottobre, decise di chiamare il consulente del lavoro per capire come fare con la mia posizione, nonostante fosse ormai già tardi anche per cercare una mia sostituta. Mettendo la chiamata in vivavoce, anche lei, come se fosse ipnotizzata, continuava a chiedermi se fossi stata veramente sicura a non fare nulla, mettendo in chiaro che ormai mancava pochissimo tempo e che se non ci fosse la possibilità di fare smartworking sarei stata sospesa (cosa che successivamente si è rilevata illegale da svolgere senza green pass, e che comunque non avrei potuto fare a causa del tipo di mansione che svolgo). Non sono mancate poi altre situazioni con alcuni clienti di lunga data, sia poco prima della mia assenza, che durante. In quel periodo alcuni clienti ci chiedevano se eravamo tutti vaccinati, e non mancavano situazioni dove il titolare e l’altro dipendente rispondevano di essere tutti vaccinati tranne me. In una di queste situazioni, un cliente, il quale di recente è corso subito a farsi il vaccino contro il fuoco di sant’Antonio dopo una lettera ricevuta da parte dell’ULLSS, se n’è subito uscito con un “io ti avrei già licenziata” e ovviamente nessuno ha detto niente, anzi, si sono pure messi a ridere. In un’altra occasione, invece, dove era presente un altro cliente e infermiere in un centro vaccinale, alla domanda se fossi anch’io vaccinata o meno ha risposto subito il titolare dicendo, in molto molto infastidito e seccato, che oltre a non essere vaccinata non avevo neanche intenzione di farmi tamponi. Il fatidico 15 ottobre 2021 vengo sospesa, anche se non sono mancati i momenti “gentili” in cui mi veniva detto che se le cose fossero cambiate, per evitare di farmi perdere soldi nello stipendio mi avrebbero messo come giorni di ferie il giorno in cui sono stata a casa… sospesa! Certo, perché l’ho scelto io di rimanere a casa!

In uno dei giorni in cui non potevo andare al lavoro, mi ritrovavo in un’altra città per un impegno importante, e poco prima dell’ora prevista, continuo a ricevere insistenti telefonate da parte di un numero che già mi faceva presagire che si trattasse del capo. Stava gestendo il mio lavoro da solo e voleva che andassi lì per spiegargli alcune cose in cui non si trovava, inoltre, dopo avergli detto che non sarei potuta andare perché non mi trovavo a casa, né tantomeno ci sarei andata comunque visto che di certo non sarei andata a lavorare dopo che mi aveva lasciata a casa senza stipendio, ha cominciato a dirmi che dovevamo parlarne e che non si poteva andare avanti così, che lui ha una famiglia (!!) e che ormai non va più a casa a mangiare per tutto il lavoro che doveva fare.

Poco tempo dopo questa chiamata mi ha chiesto di ritornare a lavoro a patto che avessi fatto almeno un tampone al mese pagato dall’azienda per potersi parare in caso di controlli (che non ci sono mai stati). La mia risposta è stata ovviamente negativa, ma nonostante questo mi ha comunque fatto rientrare a lavoro in quanto non riusciva a trovare una mia sostituta, dicendo, in modo “ironico”, che mi aveva pensata tantissimo per tutto il tempo chiedendomi se mi fossero fischiate le orecchie, e dicendo che non avevo idea di quanto avesse maledetto i no-vax. Il primo giorno di rientro da lavoro è stato piuttosto strano in quanto nell’aria si sentivano diverse pressioni nonostante il capo volesse dimostrarsi tutto gentile e disponibile con me, mentre invece, l’altro mio collega, per alcuni giorni, non mi ha rivolto la parola se non per salutarci o per il minimo indispensabile. Un’altra cosa che è successa è stata con il socio del capo, il quale, dopo avergli raccontato della morte di un mio parente dopo il siero, ha sbarrato gli occhi come incredulo, per poi esclamare infastidito: “Beh, è così e basta! Cosa vuoi farci!”.

In tutto ciò, ci sono state segnalate in precedenza situazioni non a norma dove il rischio di multe molto salate in caso di controlli non era indifferente, ma in tutto questo non c’è mai stato un cenno di interesse da parte del capo, cosa che però è venuta a meno quando si è trattato di dpcm illegali e la mia non volontà di effettuare sieri letali e tamponi.

 

Chiara C.

 

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Testimonianza sul tampone salivare

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Tampone effettuato: Tampone Salivare
Data: 24 Settembre 2021

 

In data 24 Settembre 2021 sono stato obbligato ad eseguire un tampone per poter entrare in possesso di un green pass e poter partecipare al matrimonio di mio fratello maggiore. La mattina in cui mi recai in farmacia fu una delle umiliazioni più pesanti della mia vita, perché avevo provato in ogni modo ad evitarlo: avevo persino chiamato il ristorante dove si sarebbe tenuto il ricevimento per chiedere di essere esentato (dichiarandomi anche disposto a pagare per l’esenzione), ma mi dissero che a loro volta erano “obbligati per legge” visto che ricevevano numerosi controlli quotidiani dalle forze dell’ordine.
Ero tentato di non andare, sarebbe stata in effetti la scelta migliore sia per la mia scelta di non voler più entrare in una Chiesa e sia perché mio fratello, insieme a quella che poi è diventata sua moglie, è stato tra i principali “nemici” della mia decisione di non vaccinarmi; nonostante lui vivesse addirittura in un’altra città spingeva molto nel pressarmi (insultandomi a volte) affinché mi vaccinassi cambiando a seconda del giorno il motivo per cui avrei dovuto farlo: “perdi le occasioni lavorative, devi tutelare nostra sorella (che ha problemi di salute vari), potresti morire” ecc.
Alla fine mi convinsi perché, mi dissi, mia mamma non si meritava questa mia “diserzione” in questo evento così importante e perché sapevo che il non andare avrebbe compromesso definitivamente i rapporti in famiglia (mi rendo conto di quanto i sensi di colpa ed il buonismo siano stati predominanti in quelle mie riflessioni che mi condussero ad accettare il tampone). Avrei dovuto avere la personalità e la forza di mettermi tutti contro pur di tutelarmi e pur di difendermi (anche perché concettualmente erano già tutti contro di me), ma mi lasciai convincere anche dal fatto che, pur di farmi partecipare (sentivano possibile l’ipotesi che avrei rinunciato), mi giurarono non si sarebbero più intromessi nelle mie scelte. Almeno questo poi l’hanno fatto, anche perché da allora l’argomento “pandemia” mai più è stato trattato.
Così feci il tampone salivare.
Il matrimonio si sarebbe tenuto il giorno successivo (feci il tampone la mattina precedente siccome il Green Pass sarebbe poi durato 48 ore) e le prime ore successive al tampone stesso trascorsero abbastanza tranquillamente, seppur cominciavo innegabilmente a sentire un’intensa rabbia crescere gradualmente (l’adducevo superficialmente al fatto che mi ero piegato a quel vile ricatto e non mi perdonavo ciò). La sera dormii malissimo, ricordo di essermi svegliato due/tre volte (nelle prime ore della notte, all’incirca tra le 01:00 e le 02:30) che sudavo freddo.
La mattina successiva, nel viaggio in macchina verso la Chiesa (che si trovava a due ore di cammino), ebbi un attacco di panico. Non molto pesante (ne avevo di ben peggiori in passato) ma mi aveva particolarmente scosso perché era dal 2017 che non ne avevo più; riuscii a celarlo seppur sentivo chiaramente che non stavo bene. Trascorsi tutta la giornata in un perenne stato emotivo e fisico di difficoltà, mi sentivo spossato e non riuscivo a mangiare nulla; avevo costantemente la sensazione di poter vomitare da un momento all’altro (nonostante avessi mangiato a malapena un antipasto) e di poter svenire se avessi fatto eccessivi sforzi. Così restai principalmente seduto.
La mattina successiva al matrimonio (quindi il 26 Settembre) mi sentii nuovamente male, ebbi un nuovo attacco di panico (sempre di bassa intensità, in riferimento ovviamente a quelli avuti nel momento più difficile della mia vita) e ricordo che piansi perché sentivo nitidamente la sensazione che stavo tornando indietro di qualche anno, a quando avevo cominciato a stare male ed avevo iniziato ad evitare un sacco di cose per paura di stare male.

 

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Nei giorni successivi cominciai a sentirmi apatico, mi arrabbiavo tantissimo per cose insignificanti che mi apparivano come autentiche tragedie (per esempio discussi animatamente con un ragazzo durante una partita da calcetto perché sbagliava dei passaggi), ripresi qualche chilo perso faticosamente perché avevo ricominciato a mangiare male e provavo una sorta di ambiguo piacere nel mangiare male. Continuavo ad associare tutte quelle conseguenze al fatto che mi fossi piegato al tampone, che stessi inconsciamente iniziando ad odiarmi per aver ceduto, non avevo ancora minimamente idea delle conseguenze nefaste che comporta farne uno per la propria salute (qualunque esso sia, che sia salivare, naso-faringeo, ecc); all’epoca non ero ancora iscritto nell’Accademia Coscienza Dimensionale, o meglio ero iscritto da pochissimi giorni e ancora non avevo approcciato con la profondità che merita; avanzando nello Straordinario Percorso Spirituale e di Vita che offre Angel Jeanne capii quanto mi avesse fatto male non solo “all’ego” (come ingenuamente e scioccamente credevo) ma anche e soprattutto al Corpo e all’Anima quella mattinata in farmacia. Sono conscio che, grazie al materiale evolutivo di Angel, ho potuto oppormi al processo devastante che mi avrebbe travolto qualora tutte le sostanze contenute nel tampone non avessero trovato ostacoli nell’attecchire in me; so che sarei tornato ad essere depresso, triste, apatico ai massimi livelli e che avrei ricominciato ad aver paura della vita. Probabilmente sarei anche finito con il vaccinarmi a lungo andare qualora avessi ricominciato a ricoltivare intensamente i sentimenti della paura e della solitudine. I ringraziamenti non saranno mai abbastanza per Angel che ha salvato me e chissà quante altre persone. Sono conscio perfettamente anche di quanto io debba ancora impegnarmi profondamente per chissà quanto tempo per spurgare ed espellere quella merda da dentro di me, visto che mi accorgo che basta abbassare un minimo la quantità/qualità della Pratica per ricominciare ad abbassarmi e a far riesplodere i problemi accennati.
Ma grazie a Lei ho una possibilità ed intendo sfruttarla.

 

Vitty

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Green pass: la discriminazione permessa dalla Legge

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L’istituzione del Green Pass, insieme alle sue forme più repressive ed obbligatorie (Green Pass Rafforzato e Super Green Pass), ha creato delle ingiustizie e dei problemi davvero deplorevoli che non devono essere dimenticati perché hanno impattato con una ferocia disumana sulla vita di tutti coloro che avevano scelto di non vaccinarsi (scelta garantita e permessa dalla Legge). Quando il Governo decise, violando tutti i diritti Costituzionali e il senso della Democrazia stessa, che anche per lavorare (sia nel settore pubblico, sia nel settore privato) fosse necessario esibire un Green Pass molti sono caduti in questo vile ricatto perché non avevano sufficienti risparmi per permettere alla loro famiglia di sopravvivere; questo ricatto estorsivo non deve essere rimosso dalla memoria collettiva in nessun modo. Ciò ha causato ferite psicologiche molto profonde in ognuno, specialmente e soprattutto in chi ha resistito persino alla vigliaccata dell’obbligatorietà ed è rimasto fedele al suo intento di non vaccinarsi nonostante l’impossibilità di vivere una vita normale (visto che, all’atto pratico, era proibito praticamente tutto). Non importa quale fosse lo stato effettivo di salute dell’individuo: chiunque non fosse in possesso di un Green Pass vedeva negarsi prepotentemente il diritto al lavoro, alla socialità, ai mezzi di trasporto, a tutto: era negata letteralmente (e non metaforicamente) la vita. Tutto a discapito dei propri inviolabili diritti.
Voglio testimoniare le ingiustizie subite da me nello specifico perché sono state molteplici e sono arrivate anche in insospettabili contesti dove più mi sarei dovuto sentire al sicuro.
Le prime discriminazioni che ho subito sono avvenute sotto il mio stesso tetto: quando nei primi mesi del 2021 la famiglia si vaccinò cominciò a trattarmi progressivamente come fossi un appestato ed alcuni loro comportamenti mi hanno profondamente scosso perché mi facevano sentire un membro a parte; seppur non lo dicessero mai apertamente che mi considerassero un “pericolo” (più che altro ero in perfetta salute e credo si sentissero in difetto ad attaccare direttamente qualcuno sano come un pesce che non mostrava nemmeno il più timido dei sintomi di un banale raffreddore) cominciai a notare tante piccole cose che facevano evincere quanto la Propaganda li avesse convinti che (siccome non avessi il famosissimo Green Pass che li “rassicurasse” sulla mia condizione) andassi escluso: una delle cose che ricordo con più tristezza è il fatto che impedirono a mia nipote di 5 anni di abbracciarmi, di giocare con me o di darmi dei bacetti. La mia famiglia adducevano i comportamenti della bambina al fatto che non volesse più giocare con me, ma quando lo chiesi a lei mi disse con tutta l’ingenuità che contraddistingue i bambini che la mamma (mia sorella maggiore) le avesse severamente proibito di avvicinarsi. Mio fratello maggiore invece, con cui ho giocato in squadra nei tornei di calcetto amatoriali in giro per la regione per praticamente tutta la vita, ha smesso di propormi di giocare sia per la mancanza del Green Pass che mi avrebbe permesso di entrare nei campetti e sia per il fatto che non intendesse giocare con una persona non vaccinata; vivendo lui in un’altra città per motivi lavorativi (rientrava solo nel weekend) mi avvisava solitamente in settimana per messaggio della data e dell’orario della partita, ma poi non l’ha più fatto e mai mi ha spiegato nello specifico perché (anche se era facilmente intuibile). Lui stesso, che era sempre ben felice di ospitarmi quando saltuariamente andavo a trovarlo prima della pandemia, cominciò poi a rifiutare tutti i miei tentativi di raggiungerlo inventando scuse talmente surreali che mi fecero capire che non mi voleva più e così smisi di chiederglielo anche in concomitanza del fatto che poi imposero il Green Pass persino per i mezzi di trasporto.
Con il lavoro ho avuto problemi sin dalle prime fasi, per gli operatori sanitari (avevo conseguito la qualifica OSS e stavo valutando se dedicarmi concretamente a questo ambito) l’obbligo vaccinale venne messo praticamente nelle battute iniziali e quindi mi ritrovai “fuori parametro di assunzione” (anche se le difficoltà in questo campo per me iniziarono leggermente prima della Pandemia, era da fine estate del 2019 che non riuscivo a trovare un impiego in questo specifico campo); complice l’inizio della pandemia e l’istituzione dei successivi obblighi vaccinali persi definitivamente interesse nel voler proseguire in questo ambito lavorativo.

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Così cominciai a guardarmi intorno seppur la mancanza del Green Pass mi continuasse prepotentemente ad ostacolare: avevo fatto dei colloqui ed avevo trovato delle occasioni, penso per esempio ad un allettante contratto indeterminato che mi avevano proposto (grazie ad un amico che fece da intermediario tra me ed il datore di lavoro) come magazziniere in un supermercato ma, nello scoprire che non avessi il Green Pass e che non fosse mia intenzione arrivare a possederne uno, quel datore di lavoro si rimangiò la promessa fatta e mi preferì un altro. In passato riuscivo tranquillamente a fare tanti lavori che mi permettevano di guadagnare: ho fatto per esempio il barista, il cassiere, lavoravo in un punto scommesse, in un autolavaggio, organizzavo tornei di calcetto per ragazzini ecc, ma dall’istituzione dei vergognosi ed incostituzionali obblighi vaccinali ebbi oggettive difficoltà anche nel trovare questi classici lavoretti saltuari che facevo molto spesso, proprio perché i datori di lavoro non mi permettevano di lavorare se non avessi mostrato un Green Pass. Vivendo con i miei genitori non ebbi difficoltà economiche oggettive, non avevo un affitto da pagare per esempio, seppur venissi spesso criticato (anche pesantemente) da mio padre che mi faceva sentire un fallito dato che non stessi guadagnando e rappresentassi un peso per la famiglia (dimenticando evidentemente tutti i soldi che gli avevo prestato in passato, mai restituiti, quando non lavorava per pigrizia e non perché fosse impossibilitato per cause esterne).
Ricordo e riporto, inoltre, due specifici episodi di discriminazione che mi fecero molto male.
Il primo, dal dentista, quando fui costretto ad aspettare il mio turno sul balcone lontano da tutti, rilegandomi ad attendere per una mezz’ora abbondante in uno spazio strettissimo (di nemmeno 2 metri) mentre fuori pioveva a dirotto (gli altri pazienti non volevano che io entrassi in sala d’attesa non avendo esibito il Green Pass alla segretaria; litigai con un signore di all’incirca 60 anni che pretese che io aspettassi sul balcone con la porta chiusa. Il dentista acconsenti alla folle richiesta del tizio visto che, stando al suo punto di vista, già solo il fatto che avesse accettato di visitarmi lo mettesse in pericolo). Nonostante il tempo angusto nessuno cambiò idea e nessuno mi chiese di rientrare, rimasi di conseguenza in attesa che toccasse a me bagnandomi tutto. Fu un brutto colpo soprattutto per la mancanza di empatia di chi osservava distrattamente il cellulare mentre io ero sotto una pioggia non proprio leggera (purtroppo necessitavo di un intervento medico urgente).
Il secondo quando venni cacciato dal bar in cui sono praticamente cresciuto, visto che lo frequento sin da adolescente. Ero seduto al tavolino con un amico quando un dipendente (di 15 anni) mi chiese arrogantemente di mostrargli il green pass e mi mandò via quando capii che non lo avessi. Si giustificò, sulle mie obiezioni sul fatto che quel suo comportamento fosse illegittimo, dicendo che non dipendesse da lui ed io mi sentii profondamente umiliato perché a tutti gli effetti ero stato buttato fuori da quella che reputavo casa mia.
Non mi hanno fatto entrare in negozi di abbigliamento, in palestra, al cinema ed in tante altre strutture in cui, all’ingresso, mi chiedevano questo Green Pass. Ricordo i volti di tutti perché erano sguardi realmente vuoti, nessuno/a l’ho mai visto sinceramente dispiacersi di compiere quegli atti così profondamente ingiusti e discutibili. Sembrava la “normalità” ma non è normale impedire a un cittadino senza problemi con la giustizia di vivere la sua vita.
Sono eventi che mi hanno profondamente turbato, hanno lasciato scorie pesanti perché inevitabilmente i rapporti cambiano con le persone che ti hanno messo in un angolo senza mostrare cenni di vicinanza ed empatia, ma mai ho vacillato nel mio proposito di non vaccinarmi. Nonostante vivessi momenti di solitudine molto marcati, momenti di tristezza e di noia molto intensi ed invalidanti, so che le scelte giuste vanno perseguite perché non c’è effettivamente nulla che possa “comprare” la libertà e che non va fatto nessun compromesso per ottenerla visto che ci appartiene di diritto e non è merce di scambio.

 

Vitty

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LETTERA PER OPI

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Testo scritto da un infermiere e indirizzato a tutti gli Ordini delle Professioni Infermieristiche OPI in Italia

Anno 2022

 

Questo testo pubblicato vuole denunciare la situazione devastante della sanità italiana, di quello che sta succedendo e che mai nessun telegiornale racconta. Una situazione che precipita sempre di più in un buco nero e va verso l’ autodistruzione. Questo testo vuole essere utile e di esempio verso gli infermieri che si sono trovati nella stessa situazione, o ad avvocati che lottano per questi sanitari al fine di fare uscire la verità.

In risposta alla Delibera n. … del Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche,

Delibera di sospensione di … regolarmente iscritto all’Albo al numero di posizione …. dal …, per inadempimento obbligo vaccinale.

Vista la nota del … Protocollo n. … con la quale l’Ordine ha invitato l’infermiere a produrre, entro cinque giorni dalla ricezione della medesima, la documentazione comprovante l’effettuazione della vaccinazione o l’omissione o il differimento della stessa, e senza che il sanitario abbia trasmesso la documentazione comprovante,

OPI ha preso atto della decorrenza dei termini di cinque giorni, quindi ha dichiarato accertato l’inadempimento dell’obbligo vaccinale da parte dell’infermiere con  conseguente sospensione immediata dall’esercizio delle professioni sanitarie, procedendo all’annotazione su Albo, senza indicazione delle ragioni sottese alla sospensione, alla comunicazione alla Federazione Nazionali, al  datore di lavoro.

L’infermiere ha già risposto al Prot. … relativo al Decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44 – Disposizioni in ordine all’obbligo vaccinale per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 per gli esercenti le professioni sanitarie e per gli operatori di interesse sanitario,

dichiarando per mezzo pec all’U.O.C. IGIENE E SANITà PUBBLICA, nel 2021, di non essere soggetto all’obbligo vaccinale contro SARS-CoV-2 per i seguenti motivi: non esercita la professione sanitaria, non lavora in strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio assistenziali, pubbliche o private; non lavora nelle farmacie, parafarmacie o in studi professionali.

Pertanto, l’infermiere non è obbligato: a visionare la pec e a rispondere nuovamente per rilasciare informazioni sanitarie private e neanche a sottoporsi obbligatoriamente a vaccinazione su invito. La sospensione risulta essere nulla poiché basata su leggi false e anticostituzionali, inoltre,  l’infermiere non lavora in campo sanitario, quindi non può essere sospeso.

L’infermiere ha lavorato in ospedale durante la prima ondata e seconda ondata di Covid19 e si è sempre attenuto ai principi morali di umanità e solidarietà nonché a quelli civili di rispetto dell’autonomia della persona, di ispirare la soluzione di ogni divergenza di opinioni al reciproco rispetto, di prestare, in scienza e coscienza, la sua opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della professione.

 

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Ha esercitato contrastando ogni indebito condizionamento che limita la libertà e l’indipendenza della professione, assistito senza discriminazione alcuna, promuovendo l’eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute.

Nonostante ciò è stato denigrato, è stato usato contro di lui violenza, minacce, vessazioni, e discriminazioni, poiché rifiutava le istigazioni alla esecuzione un vaccino sperimentale che doveva servire per il contenimento dell’epidemia da COVID – 19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali.

Da ricordare che agli Ordini non è affidato alcun ruolo di sostegno politico alle azioni del Governo, né tanto meno un ruolo di influenza politica o scientifica sull’operato libero e indipendente di un medico o di un infermiere. Eppure OPI compie nei fatti una dittatura sanitaria dettata dal Governo che vìola i diritti dell’uomo e del corpo umano, con eliminazione della libertà di pensiero, di parola, di scelta e vietando il diritto al lavoro. Risulta essere distante e inutile ai bisogni reali degli infermieri e ha recato loro ingenti danni economici e psicologici, quindi si riservano la costituzione di parte civile per il riconoscimento dei danni.

Gli ordini professionali hanno fallito con le campagne vaccinali e le sospensioni sono ingiustificate e pressoché di natura politica e terroristica. È sempre più noto che il vaccino sta facendo morire le persone o le sta danneggiando gravemente. Il vaccino non protegge da alcun virus e OPI ne è complice.

L’infermiere è consapevole di non aver recato alcun danno e di aver difeso l’inviolabilità dei diritti umani, quindi l’OPI non ha alcuna ragione di sospenderlo.

Per il periodo di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato. A tale proposito l’infermiere non pagherà più la tassa annuale OPI, sapendo che questo non determina alcuna sanzione, né radiazione. L’atto di accertamento al mancato adempimento dell’obbligo vaccinale, inoltre, ha natura dichiarativa, non disciplinare.

 

 

Tai8

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Visioni dopo il vaccino

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Mio marito che era anche lui convinto che fosse tutta una farsa, siccome ha una patologia seria, un giorno siamo andati dal nostro medico di famiglia per altre cose, il dottore ha chiesto subito se avevamo fatto il vaccino è al nostro no ci ha attaccato perché incoscienti, lui perché categoria protetta io perché lavoro in sanità. La mattina dopo mi sveglio e mio marito si era prenotato per il vaccino, ho provato a parlarci, ma non ha sentito ragioni. Con la prima dose ha avuto gravi allucinazioni visive e uditive oltre che febbre alta, debolezza, mal di stomaco e naso gocciolante. idem seconda e terza dose. Dopo pochi giorni dalla terza dose ha avuto il covid. Ancora ha stanchezza e fiato corto, naso gocciolante e ha anche problemi di memoria.

Mio cognato nell’arma è stato tra I primi a fare astrazeneca, ha avuto una trombosi ad una gamba per cui si è dovuto fare 6 mesi di punture sulla pancia. Il marito di una collega malato di tumore da 2 anni, con il tumore che stava regredendo, all’ultimo controllo gli dicono che il tumore era quasi scomparso, grande festa per la famiglia, 2 giorni dopo fa la terza dose di vaccino, inizia a stare malissimo, li ricoverano e in una settimana è morto, il tumore da quasi scomparso si era espanso ovunque, tanto che anche la moglie pro vax ha capito che lo aveva ucciso il vaccino.

 

rob17

 

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Il tradimento: vaccinati o ti licenzio!

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Sono una di quelle persone che ha sempre creduto fin dall’ inizio che fosse tutta una messa in scena, una ridicola farsa, ma sono stata “debole” come giustamente e molto educatamente dice Angel, e così mi sono vaccinata. Io lavoro nella sanità, è un poliambulatorio che fa parte di una delle più grandi aziende di sanità privata nel Lazio. Personalmente ho partecipato a molte manifestazioni, ho portato avanti la mia idea di chi non crede in tutto quello che ci veniva raccontato da tutti i buffoni oscuri. Noi siamo state tra le categorie obbligate a fare i tamponi ogni 15 giorni da subito, per fortuna chi li faceva era contro tutto questo è a me lì ha sempre fatti per finta, almeno questi me li sono risparmiati. Sono riuscita a sfuggire alle maglie di questa farsa fino alla fine di settembre 2021, senonché un mio superiore anche lui no vax ( ci tengo a specificare) scrive una lettera all’ufficio del personale denunciando il fatto che non fossi vaccinata, nonostante l’obbligo. L’ufficio personale mi manda subito la lettera in cui avevo 15 giorni di tempo per presentare il greencaz, altrimenti sarei stata licenziata in tronco. Ho perso la testa e sono stata una debole, sono andata a fare la punturina velenosa. Mandato il greencaz poi non hanno controllato oltre, quindi non ho fatto le altre dosi. Io personalmente, è passato un anno, ancora non mi sono perdonata per aver tradito me stessa e tutto quello in cui credevo. Non mi perdono nemmeno nei confronti di chi ha tenuto duro. Il giorno del vaccino mi sentivo come un animale mandato al macello, sono stata malissimo moralmente. Dopo 15 gg in cui non ho avuto problemi ho iniziato ad accusare una stanchezza da non tenermi in piedi, il mio naso sembrava una fontanella aperta, dagli occhi mi usciva muco in quantità enormi, inoltre ero depressa, ho praticato , e pratico tutte le tecniche che Angel ci ha messo a disposizione per cercare di eliminare più veleno possibile, a livello spirituale nonostante praticissimo più di prima ho avuto un blocco enorme, ho sentito tante volte dentro di me la vocina del regolatore che mi diceva di lasciar perdere, ma non mi sono data per vinta, fisicamente mi sono ripresa abbastanza, moralmente no, spiritualmente va meglio giorno dopo giorno. La persona che mi ha denunciato dopo un mese ha avuto un tumore, oltre il fatto che non può più avere rapporti sessuali, e subito dopo la moglie lo ha lasciato, io continuo a dargli tante botte energetiche ogni notte, non do la colpa a lui, la colpa è mia, ma il fatto che un no vax solo per farsi grande con la proprietà e per evitare che si accendesse un riflettore su di lui mi ha denunciato non mi va giù. Ringrazio Angel e la sua Accademia perché se non l’avessi avuta in questo periodo non so come potevo stare. Posso aggiungere che professionalmente ho visto tante persone con il viso paralizzato che non hanno speranza di migliorare, altri paralizzati alle gambe, tante persone con la miocardite, alcune di queste non ci sono più perché morte, e tutti questi problemi sono accaduti solo dopo il vaccino.

 

rob17

 

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Se il fallimento dei commerci fosse un po’ anche colpa loro?

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Ci tengo a raccontare dei piccoli episodi di ingiustizie subite nel periodo in cui il governo ha deciso di rendere obbligatorio il fatto di mostrare un lasciapassare per entrare in… praticamente tutti i commerci e accedere a tantissimi servizi. Tutti sono a conoscenza della storia oggettiva: ad agosto 2021 è diventato obbligatorio mostrare il lasciapassare – ottenuto sottoponendosi alla “vaccinazione covid”, siero ancora sperimentale e dai reali effetti ancora sconosciuti ai più, oppure sottoponendosi ai tamponi nasali ogni 48 ore, spesso dolorosi, dal risultato inaffidabile e dagli ingredienti nocivi mai dichiarati – per entrare nei ristoranti, bar e in svariate categorie di commerci, in pratica quasi tutti i negozi e servizi tranne i supermercati. È diventato presto obbligatorio anche per accedere ai mezzi di trasporto, impedendo alle persone di utilizzare treni o autobus, per i viaggi o anche solo per recarsi a scuola/lavoro, se non si fossero piegati al ricatto. Solo due mesi dopo, a ottobre, hanno scelto di rendere il lasciapassare obbligatorio persino per entrare sul luogo di lavoro, così chiunque non avrebbe accettato per qualsivoglia motivo di farsi il lasciapassare, si sarebbe ritrovato sospeso senza stipendio o licenziato.

Questa è la storia oggettiva, le regole pubbliche. Chi in quel periodo l’ha vissuta in modo superficiale, lasciandosi fluttuare e trasportare dalla massa, probabilmente non ha notato molte di queste stranezze. Magari alcuni ritenevano anche che queste misure fossero giuste, dato tutto l’odio che nei mesi precedenti stavano fomentando contro questa categoria di persone che non accettavano il “vaccino” oppure il lasciapassare. Gli appartenenti a questa categoria sono corsi a farsi iniettare il siero, quelli che non hanno avuto effetti collaterali immediati erano fieri di averlo fatto, si sono scaricati il loro bel lasciapassare, perché se lo sono meritato, e sono andati avanti con la loro routine. Nello stesso momento chi aveva scelto di non farsi iniettare il siero stava vivendo quotidianamente situazioni surreali a causa di queste leggi emanate in pochissimi mesi. Senza lasciapassare qualsiasi azione quotidiana che chiunque svolge fuori casa veniva ostacolata, e bisognava decidere se rinunciare a farla, cercare un’alternativa, o andare lo stesso rischiando multe. Nella prima categoria, molti continuavano a vivere col paraocchi, facendosi permeare dalle opinioni del televisore e fingendo di non vedere che la vita di troppe persone attorno a loro stava venendo resa impossibile da leggi che di fatto erano illegali. Esattamente: i DPCM che dettavano le regole di fatto non avevano alcuna legalità, ma proprio il fatto che la gente ha deciso di seguire e mettere in atto queste assurde regole le ha rese, di fatto, obbligatorie. Finché la televisione diceva che “il vaccino non è obbligatorio”, soprattutto perché “non siamo in una dittatura e siamo liberi di scegliere”, le persone non si fermavano a riflettere su quanto queste parole fossero menzognere e si lasciavano cullare da questo inganno, invece di scegliere di vedere per intero la verità: che gli avrebbe permesso di potersi ribellare e tenersi stretti i propri diritti e la propria salute!! Perché il compromesso che stavano accettando per ottenere quella “libertà” apparente di poter entrare nei commerci, in realtà era la firma definitiva per perdere ogni diritto su se stessi. In questo momento il padrone gli permetteva alcuni svaghi come contentino, ma gli aveva già dimostrato di poterglielo togliere in ogni momento. Quelli che al contrario non si piegavano ai compromessi e lottavano per ottenere la libertà vera erano proprio le persone che non accettavano di farsi il lasciapassare, a cui stavano facendo subire le peggiori discriminazioni e segregazioni! Spero che tante persone appartenenti alla prima categoria, cioè quelli che all’inizio hanno accettato subito “vaccino” e lasciapassare, inizino a guardare la realtà oltre a quella menzognera mostrata dalla televisione, a togliersi con forza il paraocchi che vorrebbero imporre a tutti; spero che tante persone siano ancora in tempo per ricominciare a ragionare con la propria testa, rendersi conto dell’anormalità del lasciapassare Nazista, e comprendano l’importanza di lottare perché un simile abominio e crimine contro l’umanità non si ripeta mai più.

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Chi non lo ha vissuto in prima persona, non ha provato la sensazione di rimanere fuori da un ristorante, dai luoghi pubblici dove andava per ritrovarsi con li amici, perché non aveva il lasciapassare da mostrare. Tutti entrano, tu no. Tu devi sentirti strano, diverso da tutti e con puntati addosso gli occhi della folla. Che cos’hai da nascondere? Non hai fatto il siero che ti renderebbe uguale a tutti noi? Non sarai per caso un “complottista”? Ci vuoi veder morire? (Perché si sa che anche i vaccinati con mille dosi devono continuare a temere il contagio proprio da chi non si è sottoposto a inoculazione! Non è mai stato così per nessun vaccino, ma questo raffreddore è molto più pericoloso delle altre malattie mortali!) Cos’hai da nascondere, perché non fai come tutti che mostrano il lasciapassare coi loro dati personali, sensibili e le scelte sanitarie, dati che non erano mai stati necessari per entrare in un negozio o bar, perché non vuoi rinunciare alla tua privacy per berti questo buon caffè? Il compromesso non aveva alcun senso eppure tantissime persone ci sono cascate in pieno!

 

Sono ancora indecisa se la cosa più folle fossero i commerci che lasciavano fuori una valanga di clienti solo perché andava di moda mettere in vetrina il cartello “gli ebrei non possono entrare”, o la gente orgogliosa di mostrare questo lasciapassare Nazista da bravo bambino (momento che molte altre persone di mia conoscenza hanno descritto come “umiliante”), assicurandosi che i camerieri e commessi rispettassero l’obbligo, come cani da guardia. Io ovviamente ho smesso di andarci, se gli puzzavano i miei soldi, non avevo intenzione di sprecarli nei loro commerci. Se avevo necessità di uscire, sceglievo i locali che non accettavano di effettuare questo trattamento sui clienti, almeno per finanziare qualcuno che stava provando a lottare per il mio stesso obiettivo. Ma questa alternativa non era sempre disponibile e in alcuni momenti era un evidente disagio. Faccio un esempio. Stai camminando per strada e incontri un vecchio amico, o un ex collega. Magari non avete la stessa confidenza che hai con gli amici più stretti, ma sei felice di rivederlo dopo tanto tempo e ti piacerebbe farci due chiacchiere per sapere come va. Ti invita a bere un caffè per fare due parole. E ancora una volta, sarai costretto a scegliere: trovo un escamotage, oppure devo rimanere a spiegargli perché non posso bere il caffè perché sono sprovvisto del lasciapassare Nazista? Perché anche per la situazione più semplice devo scegliere se rinunciare oppure esporre una mia scelta sanitaria che dovrebbe rimanere personale e privata? Anche perché di colpo tutti i baristi sembravano come dei falchi, e rispettavano “la legge” ancora più forte di come si doveva. La “legge” diceva di non poter consumare al ristorante senza lasciapassare, ma teoricamente si poteva prendere del cibo da asporto. Un giorno ero lontana da casa per commissioni e ho deciso di ordinare del cibo da un piccolo bar che faceva anche pasti per il pranzo. Avevo poca scelta e tanta fretta, quindi ho telefonato per ordinare. Era un pranzo, una necessità, quindi avrei rotto la regola che mi ero imposta di non finanziare chi mi discrimina perché non ho ceduto al lasciapassare e ho ordinato comunque qualcosa da mangiare. All’orario prestabilito sono entrata nel bar per prendere l’ordine. Il barista mi ha detto di mostrargli il lasciapassare, se no non potevo entrare. Io gli ho fatto presente che ero lì solo per ritirare il mio ordine e andarmene, non sarei rimasta dentro il locale per pranzare. Ma per lui era necessario lo stesso, anche solo per accedere al suo bar – in cui io, per avere questa conversazione, ero già entrata, ma finché non gli avessi mostrato il documento non mi avrebbe dato l’ordine e non mi avrebbe lasciata uscire. La situazione era ridicola. Ho fatto finta di cercare in borsa e di essermi dimenticata il cellulare per mostrargli il qr code, ma a cosa gli serviva vedere il lasciapassare se dovevo entrare solo a ritirare il sacchetto di cibo già pronto e pagarlo? Alla fine non so come sono riuscita a ottenere il pasto più agognato della mia vita e andarmene via! Io sono uscita ridendo talmente la scena era stata surreale e quel barista completamente fuori di testa, che ricorderò per sempre per sconsigliare il suo locale, ma delle scene simili sono successe anche ad altri che conosco, che giustamente si sono sentiti in forte disagio, quando sapevano bene di essere dalla parte della ragione.

Tutti questi commercianti, oltre a rifiutare deliberatamente i nostri soldi, ci stavano anche negando un servizio che tutti gli altri stavano dando per scontato. Ma in quel periodo dovevamo lottare anche per le cose più banali, sentirci dei criminali e far vedere i documenti anche solo per acquistare un panino al bar.

 

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Un altro esempio ridicolo delle follie del lasciapassare in ristoranti e negozi lo ha subito un mio parente. Un anno prima, durante la quarantena, è stato tra i pochi che hanno continuato a lavorare. Vicino al posto dove lavorava tutti i bar e ristoranti erano chiusi per il decreto, potevano stare aperti solo per l’asporto, il che era un grande disagio per tutti quei lavoratori come muratori, giardinieri, boscaioli ecc. tra cui lui. Questi lavoratori iniziavo a lavorare prestissimo la mattina, stavano tutto il giorno fuori al freddo, e secondo i politici, belli comodi e riveriti a casa loro o in parlamento, questi lavoratori non avevano neanche diritto a un pasto al caldo durante la pausa pranzo, con un tetto sopra la testa in caso di pioggia. Nel paesino dove lavorava è riuscito a trovare un ristorante che ha accettato di accogliere di nascosto queste persone. Salivano dalla porta sul retro, si trovano a mangiare nella saletta al secondo piano. Facevano l’ordine per telefono e il ristoratore gli mandava i piatti dal piano di sotto col passavivande, dove loro lasciavano i soldi per pagare il conto. Si dovevano un po’ arrangiare, ma il ristoratore era felice di riuscire ad andare avanti comunque, e tutti questi lavoratori di avere un posto caldo dove sedersi a mangiare e rilassandosi facendo due parole coi colleghi prima di tornare al freddo e al lavoro. Si trovavano in quasi 80 persone in una saletta da 40, e quando vedevano una volante della polizia dalla finestra, o sentivano un cliente “normale” che entrava dalla porta per prendere del cibo da asporto, stavano tutti zitti per non farsi scoprire ed evitare multe salatissime per aver voluto mangiare al caldo in una giornata gelida. Non volevo vedere la somiglianza con gli ebrei che si nascondono dai controlli dei nazisti e da chi avrebbe potuto fare la spia, ma per me era abbastanza evidente. Un anno dopo, quindi con l’arrivo ed entrata in vigore del lasciapassare, mi ha fatto davvero male scoprire che quel ristoratore ha accettato di chiedere il lasciapassare ai clienti che entravano a consumare. Lui che è andato avanti senza fallire grazie alla gente che aveva deciso di scavalcare le leggi illegali, in questo momento stava sostenendo anche lui questa enorme illegalità del green pass. Nonostante lui stesso avesse deciso di non vaccinarsi! Il suo unico riguardo è stato nei confronti dei non vaccinati tra quei lavoratori che mangiavano da lui durante la quarantena. Il mio patente è tornato a mangiare lì, scoprendo che il ristoratore chiedeva il lasciapassare a tutti “se no sai che figuraccia fai coi clienti se non glielo controlli?”. Non lo ha chiesto al mio parente perché sapeva che non era inoculato e non voleva perdere il cliente, così come non lo ha chiesto a un suo collega che aveva scelto di non vaccinarsi dopo aver visto il padre morire appena ricevuta la prima dose. Questa è l’unica finezza che ha avuto, ma ci sono rimasta davvero male, ancora più di quanto ci sia rimasto il mio parente, nel vedere il modo in cui chiedeva il lasciapassare a tutti perché “lo chiede la legge”.

Per tutto il periodo in cui il lasciapassare è stato obbligatorio per entrare nei ristoranti questo mio parente si è trovato una piccola trattoria gestita da albanesi. Per non rinunciare ai clienti, soprattutto ai lavoratori che sono un’entrata economica sicura perché la pausa pranzo la fanno ogni giorno, il titolare metteva le persone senza lasciapassare nel tavolino in fondo vicino all’uscita di servizio. Così se fosse entrata la polizia per fare un controllo del lasciapassare (che ancora una volta era illegale perché le forze dell’ordine possono chiedere di mostrare i documenti ma non un certificato vaccinale, ma la gente che non conosceva la legge si faceva ingannare e glielo mostrava subito) potevano scappare da quella porticina, evitando la multa a sé stessi e al locale. Il mio parente mi raccontava che avrebbe voluto finanziare anche altri, dato che per lui era comodo pranzare fuori ogni giorno, soprattutto in un momento così difficile per l’economia di questi commerci che riaprivano dopo mesi, ma nessun italiano lo accettava. La trattoria albanese era l’unica che stava trovando un modo di aggirare la legge per non discriminare i clienti. Mi raccontava anche della forte pressione che sentiva ogni volta che doveva lavorare in una zona diversa, quando facevano interventi a casa dei clienti anche parecchio lontani. Generalmente lavorava con colleghi che sapevano della sua situazione, cioè che non aveva il lasciapassare, ma spesso quando lavorava lontano si trovava con colleghi diversi, e ogni volta quando si arrivava alla pausa pranzo, spesso si trovava costretto a rinunciare alla sua privacy dicendo a tutti di non avere il lasciapassare e non poter andare a pranzo con loro, e soprattutto ritrovandosi ancora una volta a dover trovare un posto in cui mangiare perché faceva freddo e nessun ristorante o bar lo lasciava entrare. Sembrerà semplice per chi lo vede da fuori, ma vivere ogni giorno questa situazione di precarietà, discriminazione, è pesante. Questa secondo me è un’ingiustizia inaccettabile, la perdita dei diritti più semplici che venivano negati ogni giorno semplicemente perché non ci si è piegati a un trattamento sanitario sperimentale.

 

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Mi spiace per tutti i piccoli commerci che sono falliti, perché dietro ognuno di essi ci sono persone che si sono trovate in gravi difficoltà economiche. Eppure non riesco a perdonarlo totalmente. Di storie di locali che sono rimasti aperti anche durante le chiusure forzate iniziavano a sentirsene parecchie, che nonostante la violenza quotidiana delle forze del disordine hanno resistito, tenuto aperto, continuato a fornire un servizio e a guadagnare, oppure che durante il periodo del lasciapassare non facevano discriminazioni e accettavano qualsiasi cliente. Di storie iniziavano a sentirsene, e tutti loro vincevano la causa in tribunale perché queste chiusure e divieti erano di fatto illegali. Ora è passato un altro anno. Molte più persone iniziano ad aprire gli occhi sugli effetti dei “vaccini”, e spero che capiscano la mancanza di senso nel richiedere che un’altra persona lo faccia, scegliendo della sua salute, solo per decidere se accettarlo nel suo locale o meno. Soprattutto ora che dopo aver subito due anni di tutto questo, se ancora sono aperti probabilmente non hanno più abbastanza risparmi da parte per permettersi di mandare via clienti, discriminando dei connazionali e mandandoli via per rispettare delle regole totalmente insensate. Spero che molti abbiano usato questo tempo per riflettere e capire, così che se in futuro verranno proposte dal governo altre di queste regole folli, potranno scegliere con coscienza e consapevolezza come comportarsi, per sé stessi e nei confronti della gente.

 

Bluerose

 

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Discriminazioni sul lavoro

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Mi piacerebbe mettere per iscritto alcuni fatti accaduti nel 2021, riguardo il periodo in cui il lasciapassare nazista è stato creato e utilizzato. Sento il bisogno di raccontarlo qui, per me stessa e per chi ha vissuto una situazione simile alla mia, ma anche per permettere ad altri che non hanno vissuto queste esperienze di conoscere un punto di vista diverso.

Ciò che vorrei ricordare non sono solo i fatti ufficiali che ormai sono risaputi, ma soprattutto la realtà quotidiana che è stata vissuta dalle persone che hanno scelto di ribellarsi alle imposizioni che arrivavano dal governo, che hanno vissuto un periodo molto intenso, spesso venendo ignorati dal resto delle persone che non si accorgevano di quanto le loro vite fossero state stravolte da questa scelta. In particolare vorrei parlare delle discriminazioni sui luoghi di lavoro createsi nel momento in cui il governo italiano, a partire dal 15 Ottobre 2021 ha emanato un DPCM che vietava di accedere ai luoghi di lavoro a chiunque non fosse in possesso della Certificazione Verde (in altre parole il lasciapassare “sanitario” Nazista ottenuto tramite vaccinazione o tampone ogni 48 ore). Si trattava di una legge di fatto illegale, poiché inferiore di rango rispetto alla costituzione e in conflitto con essa, che si sarebbe dovuta annullare nel momento stesso in cui è stata emessa, ma è stata propagandata a tal punto da essere seguita dalla stragrande maggioranza delle aziende, grandi o piccole che fossero.

A causa di queste scelte del governo la vita di molti è cambiata, è stata stravolta, soprattutto quella di chi non aveva intenzione di piegarsi a questa legge insensata. Le motivazioni che spingevano queste persone, tra cui me e molti altri, erano tante e diverse. Chiunque dovrebbe poter scegliere i trattamenti sanitari di cui si fida e non essere obbligato da uno sporco ricatto a farsi iniettare un “vaccino” approvato in fretta e furia senza i dovuti test, ancora totalmente sperimentale e che sin dalle prime settimane stava già mietendo vittime. Chiunque in uno Stato democratico dovrebbe avere accesso a più tipi di cure e avere diritto di scelta e di privacy, invece di essere obbligato a dichiarare le sue scelte vaccinali per avere diritto di accedere al luogo di studio o lavoro. Nessuno dovrebbe essere sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio, di cui ci sono già svariate testimonianze dei danni irreversibili che può fare (sarà un caso che questi “vaccini” fossero prodotti proprio dalle case farmaceutiche più marce e già macchiatesi di numerosissimi omicidi negli anni passati?) per avere diritto al lavoro, per portare a casa uno stipendio per sopravvivere e nutrire la propria famiglia. Ma in quel momento anche i diritti umani fondamentali stavano crollando davanti a quella “legge”. C’è chi è riuscito ad aggirarla, chi ha dimostrato coraggio tenendo aperta la propria azienda e accettando ogni lavoratore senza richiedere a nessuno il lasciapassare e prendendosene il rischio; c’è chi si è dovuto piegare alla coercizione del vaccino o dei tamponi per poter lavorare e portare a casa i soldi per far sopravvivere la famiglia, e chi invece ha perso il lavoro – o è stato sospeso senza stipendio per 7 mesi, nonostante all’inizio dovessero essere massimo 2. Ognuno dei diversi casi, soprattutto gli ultimi due, subendo delle conseguenze negative che non meritava, troppo gravi per essere ritenuti accettabili.

 

Ciò che vorrei raccontare è il mio punto di vista diretto, da persona che ha scelto di non piegarsi al ricatto del lasciapassare Nazista e ha subito diversi tipi di discriminazioni e ingiustizie. Non è giusto tacere, le persone che hanno subito questi trattamenti sono troppe e queste ingiustizie non si possono ignorare e lasciare impunite, o peggio, lasciare che si ripetano. Lo chiamo Lasciapassare Nazista perché la sua funzione, insieme alle discriminazioni perpetrate dalle persone che lo difendevano per molti versi potrebbero ricordare quelle dell’epoca. Perché mentre il lasciapassare toglieva i diritti umani a troppe persone, allo stesso tempo la propaganda istigava tutti gli altri a riversare tutta la loro violenza e odio sugli stessi capri espiatori.

 

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La prima stranezza che ho notato è stata che le discriminazioni sono iniziate molto tempo prima di quando avrebbe avuto senso, cioè ancora prima che il lasciapassare servisse davvero a qualcosa. Durante la primavera 2021 le vaccinazioni erano iniziate da pochissimo, non c’era ancora nell’aria il minimo sospetto che i Sieri sarebbero stati resi obbligatori; ma la violenza psicologica e verbale era già in atto, per fare sentire i “non vaccinati” come se fossero gli unici strani, diversi, isolati, e spingerli a farlo per tornare a essere considerati “normali”, bravi e intelligenti “come tutti”. Anche quando vaccinarsi era una scelta “libera”, la propaganda stava già facendo leva sulla “diversità” per isolare le persone e convincerle a vaccinarsi, ma anche un bullismo insensato iniziato dal nulla. I non vaccinati erano diventati il capro espiatorio di qualsiasi problema ci fosse nella società, in realtà causati dal governo stesso, e tutto l’odio represso dell’intera popolazione veniva riversato su di loro perché “era giusto così”. Le vaccinazioni erano appena iniziate, e già era stato coniato il termine “no-vax” per racchiudere tutti sotto un’etichetta piena di pregiudizi, e già si parlava di come sarebbe stato “sensato e giusto” chiuderli tutti in un campo di concentramento. Usando proprio queste parole, tanto bastavano i mass media a dire che “non era nazismo” e tutti ci credevano! Ho notato tutto questo osservando i comportamenti tra le persone attorno a me, soprattutto i colleghi di lavoro, un gruppo interessante da osservare perché eterogeneo per età, provenienza regionale, stile di vita, interessi e opinioni, ma che in quel momento stavano subendo la stessa precisa manipolazione. Sembravano seguire tutti lo stesso copione. Sin dalla primavera 2021 sui social e in televisione si è sparsa da subito molta violenza contro chi non si era ancora vaccinato, e la gente ne veniva manipolata a tal punto che nei dialoghi quotidiani era diventato normale scherzare su come sarebbero morti i no-vax, e se non fossero morti da soli per il covid – da cui loro erano convinti di essere protetti ma continuavano a indossare le mascherine e ammalarsi anche più degli altri – su come li avrebbero ammazzati violentemente o guardati torturare da medici che sfogavano su di loro tutta la loro innata crudeltà repressa. Su queste battute ridevano anche persone molto diverse tra loro, che non erano mai andate d’accordo, ma su questo argomento la pensavano tutti uguale e andavano d’accordo come mai prima d’ora. E credetemi, era davvero brutto ritrovarsi in quell’ambiente e sentire quelle frasi, quella cattiveria, dover rimanere in allerta e pronti a difendersi in caso avessero scoperto che tu eri “l’intruso”. Solo perché avevi un pensiero differente, perché dimostravi di tenerci alla tua salute!

 

Mantenere la propria privacy era diventato difficile, perché tutti dovevano sapere che eri vaccinato, e chi non ne voleva parlare destava da subito sospetto. Al posto di “come va” era diventato più normale chiedere in che data avevi fatto la prima dose, la seconda, di che marca e che effetti collaterali avevi avuto. Nessuno di loro stava più vivendo delle vite piene, si erano abituati a chiudersi su se stessi e cercando qualcosa per rendere più interessante la loro routine, si concentravano sulle notizie riguardanti la pandemia auto convincendosi di star vivendo una vita piena e sentendosi importanti se avevano fatto la dose di una marca piuttosto che un’altra. Sembrava essere l’unica cosa che desse un po’ di sprint alle loro vite, dopo un anno che avevano accettato di lasciarsi chiudere in casa e farsi togliere tutto. Dal lato opposto, questa assenza totale di privacy è stata interessante per osservare tutti gli effetti collaterali che i colleghi lamentavano. E dato che chiunque stava male dopo le varie iniezioni, per loro restava comunque “normale”, “necessario” farlo, e chi arrivava a stare davvero malissimo, sosteneva che gli effetti collaterali fossero comunque “meglio del covid”. Ricordo in particolare una collega, che nel 2020 aveva fatto il covid. Essendo fortemente sovrappeso, quando si è presa questa forte influenza è stata male più di una settimana, facendo fatica a respirare per i primi 3 giorni, avendo febbre, mal di ossa, dolori e tantissima paura – forse messa dalla televisione e dal suo medico più che dal dolore in sé? – Lamentava che per più giorni le mancava il fiato quando saliva le scale, cosa alla quale non faccio fatica a credere dato il suo forte sovrappeso e il fatto che in 42 anni di vita non aveva mai svolto un briciolo di attività fisica, cosa di cui si vantava.

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Quindi secondo il suo racconto “il covid era stato terribile” quindi non vedeva l’ora di vaccinarsi. Dopo la seconda dose è stata a casa 3 settimane in cui veramente non riusciva più a respirare neppure stando immobile sul divano, aveva giramenti di testa e dolori fortissimi in tutto il corpo. È tornata al lavoro sconvolta perché non si era ancora

ripresa. Ma dopo poco tempo, dopo essersi dimenticata tutti quei dolori perché “è normale” averne dopo il vaccino, si definiva felicissima di averlo fatto. E soprattutto, “se lei aveva dovuto subire tutto questo, i no-vax erano dei bastardi e non era giusto che loro se ne sottraessero”, non era giusto che loro si dimostrassero più intelligenti di lei e attaccati alla vita. Un ragionamento perverso, ma che troppe persone stavano iniziando a fare e che aizzava ancora di più questa violenza nei confronti di chi aveva intrapreso una scelta diversa dalla loro (cioè non vaccinarsi).

 

Sul luogo di lavoro, prima di questa faccenda mi rispettavano tutti sia sul livello lavorativo che personale. Mi ponevo in modo sincero e positivo, quindi non avevo pedone che provassero antipatia per me. Anche dal punto di vista professionale andava benone: non sono mai stata una persona particolarmente forte o intelligente, ma ho notato che iniziando a praticare Meditazione ogni giorno la mia mente è molto più libera, sono più veloce a comprendere i ragionamenti rispetto a prima, ho più memoria e sicurezza in me stessa quando devo affrontare sfide nuove; questo ovviamente si riflette anche in ambito lavorativo, quindi nonostante fossi l’ultima arrivata per ciò che facevo e le mie responsabilità sembrava che fossi lì da anni, le colleghe mi rispettavano e la capo si fidava di me. Per colpa dell’assenza di privacy totale hanno scoperto abbastanza in fretta la mia scelta di non vaccinarmi (a loro avevo detto solo di volerlo rimandare perché per la mia situazione non ne vedevo il bisogno e essendo ancora sperimentale non mi fidavo, quindi ragioni comprensibili da tutti). Dato che il mio ragionamento aveva perfettamente senso, le mie colleghe che fino al giorno prima non sapevano che non ero vaccinata e anche davanti a me auguravano le peggiori cose ai “no-vax”, in mia presenza hanno iniziato ad andare in tilt. Prendevano in giro i no-vax per quanto fossero “stupidi a credere che il vaccino non sia fatto esclusivamente per il nostro bene”, poi dopo aver riso augurandogli la morte peggiore si giravano verso di me e si azzittivano. Però io ero lì da mesi a sentire questo odio tutti i giorni, cosa che non augurerei a nessuno, indecisa se dire qualcosa per difendere me stessa e queste persone, ma la maggior parte delle volte stando zitta per non tirarmi addosso questo tipo di attenzioni.

 

Rapidamente, quando il governo ha visto che l’affluenza agli hub vaccinali era abbastanza alta ma voleva aumentarla ancora, che l’odio verso i capri espiatori si stava fomentando sempre di più, ha constatato che la propaganda stava funzionando abbastanza e ha deciso di proseguire e spingersi ancora oltre. Hanno creato quindi il Pass Nazista, creato da un giorno all’altro, un lasciapassare da dare a chi era andato a farsi inoculare il “vaccino”. Prima serviva solo per farli sentire importanti, ma nel giro di pochissimi mesi lo hanno subito usato per vietare a chiunque non lo possedesse l’ingresso a tantissimi tipi di locali, negozi, servizi. Nella burocrazia italiana non si era mai visto qualcosa funzionare così velocemente. A inizio agosto il Green Pass era già richiesto per entrare in qualsiasi ristorante, bar, eventi, e tantissimi altri luoghi. Ma ancora non si parlava di impedire l’accesso ai luoghi di lavoro. Nella filiale in cui lavoravo non c’era una sala mensa, perché l’azienda non aveva voglia di pagare per metterla in regola. Quindi i colleghi che non avevano voglia di uscire a mangiare o di fare il viaggio fino a casa solo per la pausa pranzo, mangiavano nella saletta riunioni. Io ero tra questi, e si approfittava del pranzo per stare tutti insieme e staccare un po’ dal lavoro. Poco dopo che il Pass Nazista è diventato obbligatorio per entrare in bar e ristoranti, da un giorno all’altro è comparso il cartello sulla porta della sala riunioni: “Vietato l’accesso senza Green Pass”. Quando sono entrata a lavoro ho fatto finta di non vederlo, ma qualche minuto prima della pausa pranzo la capa esordisce chiedendomi se l’avevo visto.

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Ovviamente dicendomelo “per il mio interesse”, “perché quando lo aveva messo non c’ero e voleva assicurarsi che lo avessi visto”, con quella falsa gentilezza buonista, come se non fosse stata sua la colpa di averlo attaccato. Alla direzione, che era in un’altra sede e neanche sapeva che usavamo quella saletta per il pranzo, non sarebbe mai venuto in mente di attaccare quel cartello a caso sulla porta della sala riunioni. Al che io le ho risposto: “Bene, non abbiamo neanche diritto a un microonde perché non vogliono mettere in regola la sala mensa, ma l’obbligo al green cazz ce l’abbiamo?”. Ha abbassato lo sguardo e non ha avuto neppure le palle di rispondermi. Dietro di me sparlava alla grande, ma davanti a me non osava aprire bocca, perché avevo dimostrato più volte di essere più informata di loro e di poterle tranquillamente tenere testa e azzittirla coi fatti; piuttosto che ammettere a sé stessa di aver fatto un errore, preferiva dare ragione al suo orgoglio, rimanere volutamente nell’ignoranza e buttare quell’odio contro di me, nonostante non le avessi mai fatto nulla di male, nonostante all’infuori del rapporto lavorativo non avevamo nessun legame.

Pochissime settimane dopo, troppo velocemente per essere vero, viene fissata la data: dal 15 ottobre il Pass Nazista sarà obbligatorio per accedere a tutti i posti di lavoro. Quindi, o il Siero potenzialmente mortale, o i tamponi ogni 48 ore, che significavano non solo le sostanze di quei bizzarri cotton fioc inserite stranamente così vicine al cervello, ma anche il tempo perso in coda alla farmacia – e a giudicare dalla lunghezza delle code, la vedo difficile che fosse davvero vaccinato l’85% della popolazione – e il costo. L’importante era che entro il 15 ottobre si mostrasse sottomissione alla regola per poter lavorare. In quel momento un’altra collega che ancora non si era fatta il “vaccino” perché stava lottando con problemi di salute più gravi, si è sentita obbligata dalla pressione e dalla necessità economica. Il Siero ha peggiorato i sintomi delle altre patologie che aveva e l’ha costretta a rimanere a casa in malattia 3 mesi. Posso solo immaginare la sua sofferenza fisica e paura in quel momento, mentre nel frattempo le altre colleghe in ufficio la deridevano per quel comportamento “esagerato”. Si erano dimenticate che gli esseri umani ogni tanto provano anche empatia, rispetto degli altri e delle loro vite? Mi spiace molto per questa donna e per ciò che le è successo, e sarebbe orribile se anche altri dovessero continuare a subire questo trattamento.

Pochi giorni prima che il famigerato obbligo entrasse in vigore, la capo è venuta a sapere che le mie intenzioni non erano variate. Che io non avrei ceduto, non mi sarei piegata né al “vaccino”, né ai tamponi, unica alternativa. Da che a detta sua e di tutti ero una delle più brave, sveglie e intelligenti, sono diventata una “cretina irresponsabile che non si rende conto di dove sta vivendo”. Ma se la più intelligente dell’ufficio (non perché io fossi un gran genio, ma paragonata alle altre era facile vincere questa sfida) è anche l’unica a non cedere al ricatto, questo non gli ha fatto venire nessun dubbio su se stessa e sulle sue scelte? E una persona che era una delle migliori – a detta di tutti – fino a ieri, solo perché oggi mostra di avere un’opinione diversa da quella degli altri diventa automaticamente la persona peggiore che sia mai entrata nell’azienda? Si è pure permessa di prendermi da parte per “farmi un discorsetto”, come se si di me avesse dei diritti anche fuori dall’ambito lavorativo. Più che la capo dell’ufficio sembrava una matta che voleva farsi passare per mia madre o per qualcuno che avesse anche solo un minimo potere sulla mia vita personale. Mi ha rinfacciato di come fossi irresponsabile, di come non mi rendessi conto in che guaio stessi cacciando me stessa e tutte le persone che avrei contagiato. (Spoiler della me stessa del futuro: due mesi dopo che la “no-vax” se ne è andata via, l’intera filiale si è ammalata. Di 50 colleghi finché io ero lì non era mai successo nulla, ma quando io sono andata via ed è cominciata l’inoculazione della terza dose, si sono ammalati tutti uno dopo l’altro, stando uno peggio dell’altro, mentre io ho continuato a farmi la mia vita tenendomi ben stretta la mia salute e serenità!). Ha cominciato a farmi discorsi insensati buttandomi addosso le sue paranoie, come se fosse colpa mia se l’anno prima era convinta di avere il covid (a prescindere, per mesi di fila) e in casa sua allattava suo figlio con la mascherina.

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Sì, so cosa stai pensando: non solo ha fatto la cavolata, ma non se ne è neanche resa conto e lo racconta pure orgogliosa! Spero per il bambino che la madre attraverso il latte materno non gli abbia trasmesso la malattia mentale e che quando sarà abbastanza grande riesca a salvarsi scappando da quella casa. Ma soprattutto, più vedeva che io rimanevo calma e le rispondevo coi FATTI, con testimonianze mie, o di medici e infermieri che conosco di persona, che hanno dimostrato più volte che ciò che viene detto ai telegiornali sono solo fandonie, lei si indispettiva e inacidiva sempre di più. Ho raccontato questo solo per far comprendere quali menti geniali non solo mi stavano togliendo il lavoro, ma anche buttandomi addosso tutte le loro frustrazioni, perché erano

seriamente convinti di star buttando fuori dall’azienda “l’untore”. Il giorno stesso ha persino contattato i miei clienti principali per comunicargli che non avrei più lavorato lì perché non mi volevo vaccinare. La mia privacy è stata svergognata anche con perfetti sconosciuti. Mi ha fatto piacere che i clienti, che si erano affezionati nel corso del tempo, mi abbiano chiamata per salutarmi, mi ha fatto piacere perché senza le loro telefonate non avrei mai scoperto di questa mossa infida della capa. Una mossa che avrebbe meritato delle belle denunce, una mancanza di rispetto, e di rispetto della legge di protezione dei dati personali sensibili, che ricorderò. Inoltre, l’azienda ha bloccato ogni tipo di smart working a partire dal 15 ottobre, è stata una scelta della direzione per assicurarsi che nessuno usasse questa “scusa” per lavorare anche senza green pass, per far capire quanto fossero bastardi.

 

Così il rapporto di lavoro è stato troncato di netto e giovedì 14 è stato il mio ultimo giorno in quel postaccio. Senza alcun rimorso, tranne per lo stipendio che sono andata a riprendermi in un posto decisamente migliore. Le mie colleghe si sono mostrate spiaciute. Forse perché ora dovevano dividersi tutto il lavoro che prima facevo da sola? Forse un po’ anche con sincerità, dato che spero che il mio esempio, il coraggio dimostrato da una persona di cui tutti lì dentro fiducia, le abbia fatte riflettere almeno un po’. Resto comunque convinta che il loro comportamento non sia stato perdonabile. Hanno scelto di tuffarsi nell’incoscienza, di nascondere la testa come gli struzzi per non prendersi responsabilità per la propria vita, di contribuire a spargere il terrore per il virus e la violenza contro chi non si piegava al ricatto e questo non è perdonabile.

 

Mi sembrava doveroso testimoniare questa follia, per non dimenticare, ma anche per farci forza in questa lotta, per non permettere mai più che si avverino simili situazioni e discriminazioni. Sempre più persone stanno aprendo gli occhi, spegnendo la televisione e accorgendosi che la realtà sta andando molto diversamente da quel che credevano. Hanno creduto alla favola che i Sieri ci avrebbero riportati alla “normalità” e che il lasciapassare sarebbe stato “utile all’economia”, ma ora anche chi era cieco e sordo non può più fingere di non vedere la verità. Noi che abbiamo resistito dobbiamo esserne fieri, e usare questa forza nella nostra vita quotidiana per continuare a lottare per i nostri diritti, in questo periodo così delicato in cui ogni pretesto è buono per toglierceli. E spero che sempre più persone si aggiungano dalla parte di chi vuole vivere e di chi vuole la libertà, aprendo gli occhi su cosa hanno permesso che succedesse!

 

Bluerose

 

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Discriminazioni e odio… in famiglia???

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Mi sembra doveroso testimoniare come nel 2020-21 la propaganda sia riuscita ampiamente a raggiungere il suo scopo di isolare le persone, generando un profondo odio che le separasse le une dalle altre. Nel mio caso, vorrei raccontare come la paura di questo virus fantomatico sia riuscita a far entrare a catena tutte le manipolazioni e opinioni che i mass media volevano imporre in quel periodo, entrando alla perfezione anche nella mente di quasi tutti i miei famigliari. Soprattutto nel momento in cui è stato creato il lasciapassare nazista, il cosiddetto green pass, un mezzo che è stato utilizzato dal governo per mettere alle strette le persone che avevano deciso di non sottoporsi alla vaccinazione e iniziavano a dimostrare di essere meno sottomettibili delle altre. Ufficialmente esso doveva servire per discriminare quali persone potessero entrare nei luoghi pubblici, nei negozi, bar e ristoranti, palestre, mezzi di trasporto. Doveva trattarsi di un impedimento nella società, ma grazie alla manipolazione delle masse, il lasciapassare è riuscito a entrare anche nelle case e diventare un mezzo per separare le famiglie, un mezzo per giustificare l’odio e la discriminazione che si stava creando a causa della propaganda, un mezzo per sottomettere chi i stava silenziosamente opponendo utilizzando proprio le persone più vicine, che avevano più potere su di loro. Entrando nelle famiglie voleva andare a colpire sui punti deboli delle persone, o perlomeno distruggerei quei legami tra persone che le rendono più forti, cosa che a chi ci governa sembra dare molto fastidio ed essere un ostacolo alla sottomissione collettiva.

Ci tengo a testimoniare ciò che ha dovuto subire mia madre con l’entrata in vigore del lasciapassare. In una famiglia di bigotti che ascoltano più il televisore del proprio buon senso, mia madre è stata l’unica, oltre a me, che si è fatta venire dubbi, che ha iniziato a cercare canali di informazione diversi, per poter ragionare con la sua testa e prendere una decisione più consapevole. Per questo insieme di motivi in mia madre ha scelto prima di rimandare la vaccinazione, per poi decidere di non farla ma più. Neppure quando è diventata obbligatoria per accedere al luogo di lavoro. Lei ha deciso di ragionare con la sua testa, al contrario dei miei nonni bigotti, delle mie cugine talmente terrorizzate dal virus che non le vedo dal 2020 nonostante abitino a 200 metri, dei miei zii che si sono dimostrati dei gran falsi, marci dentro, preferendo sostenere le scelte del governo invece di quelle dei membri della loro stessa famiglia. Mio zio, il fratello di mia madre, era il suo datore di lavoro da ben 30 anni e non ha aspettato neanche un giorno per lasciarla a casa disoccupata quando il Lasciapassare è diventato obbligatorio per il loro lavoro. Nonostante fosse un luogo minuscolo in un paesino sperduto, dove la probabilità di avere dei controlli è bassissima, e con un minimo di coraggio di potevano raggirare! Se fosse stato suo interesse continuare a dare lavoro a sua sorella e soprattutto tenere una dipendente competente che da decenni portava avanti il suo lavoro con serietà e dedizione. Dal 15 ottobre lei si è sottoposta ai tamponi 3 volte a settimana perché lui le richiedeva obbligatoriamente il lasciapassare. Ma per la loro categoria da dicembre è stato necessario il lasciapassare rafforzato, da vaccino, e lì mia madre non ha più ceduto. Ricordo che a giugno, quando si iniziava a parlare dell’obbligo per i sanitari, la regione ha chiesto ai datori di lavoro in questo ambito di comunicare nomi e cognomi dei dipendenti non vaccinati. Mio zio non ha aspettato neanche un’ora prima di violare il sacrosanto diritto alla privacy di mia madre e probabilmente è stato il primo della regione a comunicare tutti i dati personali della dipendente non vaccinata. E perché mia madre non lo ha mai denunciato, per aver rivelato dati sensibili senza consenso, per aver obbligato al tempone per due mesi, ma soprattutto per averla lasciata a casa da lavoro, senza un minimo di compassione o rispetto per sua sorella, ma soprattutto senza stipendio? Oltre al buonismo che diceva di “non fare del male a un tuo famigliare”, regola che lei doveva seguire ma a quanto pare lui no. Perché mia madre non ha sporto denuncia? Perché mio zio è riuscito a tutelarsi legalmente per primo, grazie all’aiuto di una consulente del lavoro che ha usato le sue conoscenze per guidarlo in tutto questo. Indovina un po’ chi era la consulente del lavoro? Nientemeno che mia zia, la sorella di mia madre.

 

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Mia madre, solo perché ha iniziato a informarsi e ha avuto sinceramente paura di un siero non ancora sperimentato e del quale si è iniziato molto presto a vedere attorno a noi parecchi effetti collaterali, solo per non aver preso il rischio di farsi iniettare una sostanza che non portava nessun beneficio ma che poteva portare molti danni a una persona con la sua età e patologie, solo perché ha ragionato con la sua testa ha dovuto subire questa discriminazione dai suoi stessi fratelli. Penso che sia un comportamento abominevole che non mi sentirò mai di perdonare, e spero neppure mia madre, nonostante la sua indole dolce e altruista, spero che non lascerà mai che il buonismo abbia il sopravvento, che non dimentichi la sofferenza che le hanno fatto provare e la situazione economica nella quale l’hanno gettata consapevoli di cosa stavano facendo, consapevoli che tutto questo era illegale!

I miei nonni guardavano tutte le settimane la messa del Papa che a fine di ogni rito ripeteva alla folla che i non vaccinati erano il demonio e una minaccia per la salute degli altri, e loro ci credevano. Il telegiornale diceva che bastava uscire di casa e respirare per prendere questo virus che stava ammazzando centinaia di persone, i miei zii e cugine ci abboccavano alla perfezione. Io li ho sempre lasciati liberi di scegliere per sé stessi, non li ho mai insultati quando si sentivano sereni stando in casa con la mascherina, quando hanno preso scelte per me folli, come quella di iniettarsi il siero sperimentale senza neppure essersi resi conto di aver firmato un consenso informato che gli lasciava tutte le responsabilità in caso di effetti avversi, non ho mai accennato a minare il loro libero arbitrio. Loro al contrario si sentivano in dovere di limitare la nostra libertà, spinti da una propaganda che nemmeno si rendevano conto di star subendo. Da quando è entrato in vigore il lasciapassare tutti loro si sono sentiti in dovere di utilizzarne il potere anche in casa, facendoci sentire schiacciate, discriminate, calpestando la nostra libertà di scelta e ragionamento indipendente. Nonostante nel 2020 io e mia madre eravamo le uniche a prenderci cura dei nonni, ad andare spesso a vedere come stavano, a fargli la spesa e portargli le casse d’acqua, perché le mie cugine – tutte attorno ai 30 anni e in salute fisica, ma a quanto pare non mentale – avevano troppa paura di prendere il virus per andare a trovarli. Ma da quando abbiamo scelto di non fare il vaccino, i miei nonni hanno resettato il cervello, si sono dimenticati di tutto l’aiuto che gli avevamo dato l’anno precedente e si sono impegnati al massimo per farci sentire la discriminazione in ogni momento. Telefonandoci per urlarci dietro per urlarci perché non volevamo fare il vaccino e, quando rispondevamo con calma e ragionamenti sensati, fingendo di mettersi a piangere chiedendoci “perché parlavamo solo del vaccino”. Quando erano stati proprio i miei nonni a chiamarci per quello! Mettendosi la mascherina appena ci vedevano. Ma soprattutto, organizzando un’uscita al ristorante (che normalmente non è la prima cosa che vai a fare quando hai paura di morire per un virus che sta ovunque, o almeno credo) proprio il giorno dopo che il lasciapassare era stato reso obbligatorio per entrare nei ristoranti. Per il gusto di metterci alle strette. Perché la carità cristiana insegna questo, vero? E ovviamente, dato che non sono andata, mesi dopo non mi ha fatto il regalo di compleanno per “farmi capire l’importanza della famiglia”. Me ne sono uscita con una sonora risata, per lo spettacolo gratuito di questa follia: come la propaganda ha funzionato sui bigotti. L’unica cosa che mi spiace di tutta questa storia è la sofferenza che ha causato a mia madre, la perdita del lavoro alla sua età e l’aver visto la vera faccia di quelle persone così manipolabili da preferire il governo alla loro stessa famiglia. Sono però fiera di lei che ora sta prendendo il coraggio di liberarsi da molti pesi, tra cui molti elementi della mentalità che le hanno imposto da sempre i suoi genitori, cercando di vivere la sua vita in modo più consapevole, dando più importanza alla sua salute e serenità.

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L’altra metà della famiglia, quella paterna, mi stava ridando un po’ di fiducia nell’umanità, per lo meno perché si sono fatti qualche domanda, o almeno ci hanno provato. La zia più giovane si stava informando ed era fermamente convinta a non farsi il Siero. Ma quando è entrato in gioco il Lasciapassare Nazista, i pochi che non volevano farsi inculare si sono trovati sottoposti a una pressione molto più forte. Difatti il suo compagno, fingendo di avere paura del virus ma in realtà perché non voleva affrontare la “rottura di scatole” della compagna che non poteva viaggiare e lavorare, l’ha obbligata a farsi il Siero. Minacciandola di lasciarla, ma soprattutto portandosi via la loro unica figlia, sicuro che i tribunali avrebbero dato ragione a lui, dato che avrebbe fatto leva sull’”instabilità mentale” di lei, se non si fosse vaccinata. Mia zia ha ceduto e se l’è fatto. La cosa che ha fatto ancora più male è stato il fatto che lei ha avuto effetti collaterali gravi al sistema circolatorio e all’apparato riproduttivo, ma anche davanti a questa evidenza il compagno non ha nemmeno battuto ciglio, non ha avuto il minimo senso di colpa. L’unica cosa che mi auguro è che mia zia riesca ad essere abbastanza forte per proteggere sua figlia, soprattutto dopo ciò che ha subito lei nella sua salute, nel momento in cui il suo compagno possa impazzire e obbligare anche la piccola alla vaccinazione forzata.

Voglio comunque avere fiducia negli esseri umani perché aprano gli occhi e inizino a scegliere di vedere la Verità, nelle persone perché tornino a rispettarsi, a creare legami per supportarci a vicenda, per essere forti anche per sostenere gli altri in un momento in cui tutto sembra volerci far crollare. Se nella famiglia di sangue siamo gli unici che dimostrano di voler rimanere attaccati alla vita, di voler ragionare con la propria testa e ribellarsi quando il sistema ci spinge verso una direzione distruttiva, è il momento di creare legami fuori da essa, con altri esseri umani, per essere sicuri di rimanere uniti e sostenerci veramente nel momento del bisogno. E anche nel momento in cui siamo fisicamente da soli, sentire il legame con l’umanità e la vita e scegliere di seguire comportamenti coerenti con questo pensiero. Anche se ci sentiamo gli unici a pensarla “diversamente”, perché vogliono farci sentire isolati, è importante renderci conto che non siamo soli, e che stiamo lottando per qualcosa di molto più grande di ciò che ora stiamo vedendo coi nostri occhi. Ne approfitto per ringraziare Angel Jeanne, fondatrice dell’Accademia di Coscienza Dimensionale, che con la sua scuola ha creato un gruppo di persone veramente unite per lo stesso obiettivo, per amore della Vita, che oggi considero essere la famiglia che mi ha accolto e dato un obiettivo. Grazie di tutto Angel!

 

Bluerose

 

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Cambiamenti nelle menti dopo i tamponi

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Per quanto riguarda i tamponi sono felice di non averne mai fatti, sin dall’inizio di questa enorme Farsa. Ma nel corso di tutto questo tempo ho potuto osservare tante persone che se li sono fatti fare, e dalle loro reazioni, talvolta dai loro racconti, ho confermato l’importanza di rimanere salda nella mia scelta di non sottopormi a quella tortura inutile. Le testimonianze non sono tantissime perché sin da subito ho fatto capire a tutte le persone che ho attorno cosa ne penso e ovviamente, chi di loro ha avuto avversi negativi, non è certo tornato a raccontarlo alla persona che sino a ieri gli spiegava perché fosse importante evitarli! In primo luogo, per non aumentare i numeri fasulli dei “positivi asintomatici” qualsiasi fosse il risultato di quel test farlocco, che già di per sé dovrebbe bastare come motivazione, nonostante sia la più intuitiva. Inoltre gli “ingredienti” di quei cosi non erano specificati da nessuna parte, e neppure era specificato a chi sarebbero andati in mano i campioni di DNA prelevati; l’unica certezza era la procedura dolorosa del prelievo specificamente richiesta dai protocolli, e gli articoli che iniziavano a uscire di gente che ha avuto i problemi di salute più disparati a causa del tampone, testimonianze che si impegnavano a censurare a gran velocità. C’erano valanghe di motivi per non farli e praticamente nessuna per farli, ma purtroppo in tanti si sono tuffati in questo errore, purtroppo non senza conseguenze.

Un primo esempio di conseguenza evidente al tampone lo ha avuto mio padre. Prima di farselo fare, era fermamente convinto che non se lo sarebbe mai fatto in vita sua. Dall’inizio della Farsa parlavamo molto in casa dell’assurdità di ciò che stava accadendo, quindi era molto convinto nella sua scelta. Ma a fine maggio 2021 si è trovato in una situazione in cui è stato colto di sorpresa e ricattato per farlo in brevissimo tempo, è stato colto alla sprovvista e ha ceduto lasciandoselo fare. Tornato a casa, la prima cosa che ha detto è che se ne era pentito e non lo avrebbe mai rifatto, se non fosse stato colto così di sorpresa avrebbe risposto per le rime e trovato un’altra soluzione. Eppure nonostante lo abbia fatto controvoglia, le conseguenze se le è beccate ugualmente. La più evidente è stato il fatto che non riusciva più a respirare da una narice, era completamente tappata, oltre a fargli un gran male. Di solito lui sopporta molto bene il dolore fisico e non si lamenta di nulla, ma dopo due settimane dal tampone non ha retto e ce lo ha raccontato. Per farla breve, per più di 4 mesi gli ha fatto male una narice, dalla quale non riusciva più a respirare perché il flusso dell’aria era tappato. Questo grazie alla “delicatezza” della persona che gli ha infilato il bastoncino del tampone su per il naso, ma credo anche per le sostanze di cui era imbevuto. Mi è venuto spontaneo chiedere: ma la fatica a respirare, non era forse uno dei sintomi del fantomatico virus? E se lui da un solo tampone è stato più di quattro mesi col naso tappato, chissà quante persone avranno avuto lo stesso effetto, e anche se fino al minuto prima del tampone stavano bene, dopo sono state terrorizzate dai medici perché “avevano i sintomi del virus e potevano morire”? Nonostante fosse un sintomo causato proprio dalla mano del farmacista/medico? Il naso dolorante e tappato era un sintomo e per lui era impossibile non accorgersene, ma dopo un paio di mesi ho potuto osservare quello che considero il secondo sintomo più grave, di cui lui non si è accorto; perché si tratta di un sottile cambiamento nella sua mentalità. Nonostante prima fosse completamente contrario ai tamponi, e ancora di più dopo l’esperienza traumatica in cui è quasi arrivato a denunciare, dopo appena tre mesi (all’inizio di agosto e dell’obbligo di mostrare il pass nazista per entrare in svariati luoghi -che si poteva ottenere tramite vaccino o tampone ogni 48 ore) ha iniziato ad accettare i tamponi e farli con leggerezza per qualsiasi occasione si presentasse, importante o meno. Nonostante il dolore al naso del primo tampone non gli fosse ancora passato del tutto, gli era bastato trovarsi un farmacista con “la mano più delicata” per accettare il fatto di farsi il tampone per qualsiasi accidenti di motivo senza neanche fermarsi a riflettere se valesse davvero la pena farlo: anche solo perché un amico lo aveva invitato al ristorante! Prima del tampone capiva perfettamente che la Farsa era una gran stronzata recitata apposta per vedere fin dove potevano spingersi. Eppure appena dopo, nonostante il dolore provato e la consapevolezza che tutti, persino i bambini, erano stati sottoposti a quel trattamento doloroso e disgustoso per colpa della Farsa -questo dovrebbe già di per sé far inorridire e non dovremo dimenticarlo mai-, era come se fosse diventato più “apatico” e disposto a farsi andare bene questa ingiustizia.

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Alla fine non si è vaccinato comunque, ma solo perché c’ero io a minacciarlo di buttarlo fuori di casa. È passato, da un giorno all’altro, dalla convinzione che sia tutta una grande Menzogna ad accettare tamponi e vaccini perché “altrimenti cosa fai, come fai a vivere?”, e a tirare in ballo l’argomento ogni santo giorno per fare a noialtri violenza psicologica su quanto fosse importante piegarsi al ricatto dei tamponi per continuare la vita “normale di prima”. A me sembrava un cambiamento troppo radicale e inspiegabile, perché non ci fosse di mezzo anche l’effetto delle sostanze chimiche contenute in quella sottospecie di cotton fioc chilometrico che gli avevano infilato così vicino al cervello. Non aveva senso iniziare ad accettare tutta quella follia da un giorno all’altro, se sino a un paio di mesi prima era molto più consapevole e non si sarebbe mai lasciato sottomettere da un ricatto così!

Un’altra stranezza l’ho notata sulle mie ex colleghe del lavoro che svolgevo nel 2021. Una volta al mese l’azienda offriva la possibilità di fare il tampone gratuito – che magnanimi! – effettuato dal macella… ehm… dal medico dell’azienda. Tutti lo conoscevano perché avevano fatto con lui almeno la visita obbligatoria e alcuni anche dei corsi per la sicurezza, e tutti lo consideravano una persona praticamente senza cervello né finezza. Però, quando sosteneva che bisognasse “vaccinarsi tutti per salvare il mondo” o fare più tamponi possibili, ecco che diventava subito una brava persona agli occhi di tutti. Nei modi era molto più simile a un macellaio che quello che dovrebbe essere un dottore, e lo dimostrava al meglio durante la giornata dei tamponi. Io ero l’unica della mia filiale (una cinquantina di persone) che non lo faceva. Tutti gli altri aspettavano con ansia quel giorno, il loro turno per il tampone… per poi uscirne ogni volta sempre più doloranti. Nel mio ufficio eravamo in nove e ogni mese come minimo 2-3 persone perdevano sangue dal naso, e praticamente tutti dovevano interrompere il lavoro per parecchio tempo a causa del dolore fortissimo che non passava, rimanendo ferme con un fazzoletto pigiato sul naso nel tentativo di far passare prima le forti sensazioni. E mentre erano lì a chiedersi a vicenda: “A te stavolta fin dove è arrivato?!”, che sensazioni orribili e dolori avessero sentito -come se finalmente avessero qualcosa da raccontare delle loro piatte vite- a me veniva spontaneo chiedergli: ma allora perché lo hai fatto? (Soprattutto alla collega che lo aveva fatto la settimana prima insieme alla squadra di pallavolo per sentirsi “più tranquille”, due giorni prima perché “era stata a contatto con una positiva asintomatica”, come mai lo aveva rifatto anche oggi? A rigor di logica, che senso aveva?) Se glielo chiedevo, mi guardavano come se fossi un’aliena. A loro sembrava ovvio farlo “per la famiglia”, “per la mamma-nonna-zia anziana”, da cui neanche andavano se non con la tripla mascherina. Sembrava che ripetessero le stesse frasi della TV e dei politici sul perché fosse importante farsi i tamponi, a viverla sembrava una situazione surreale! Inoltre, osservandole anche nei giorni successivi dato che lavoravamo tutte insieme nello stesso open space, notavo anche come la maggior parte di loro nei giorni successivi al test avessero anche fino a una settimana di mal di testa, che osservando da esterna questa situazione che si ripeteva ogni volta a intervalli variabili e sempre con le stesse conseguenze, risultava inevitabile collegarlo coi tamponi appena avvenuti.

Un altro dettaglio che mi è sembrato strano è stata la facilità con cui l’hanno fatta fare allo stagista delle scuole, un ragazzo di 15 anni che è rimasto in ufficio per qualche settimana. Un paio di giorni prima della data prevista per i tamponi in azienda hanno proposto anche a lui di farlo, facendo leva sulla sua curiosità per convincerlo, dicendogli: “Dai, ma come non lo hai mai provato?? Lo facciamo tutti, se vuoi puoi farlo anche tu, è gratis!”. Così, senza neanche pensare di chiamare a casa i suoi genitori per chiederglielo, far firmare un’autorizzazione o qualsiasi cosa, gli hanno fatto fare il tampone a cuor leggero, solo perché il minorenne gli ha risposto: “boh, vabbè, dai, ci sto”. A me si è gelato il sangue nelle vene. Anni fa ho fatto volontariato per una di quelle associazioni che ospitano i bambini bielorussi in Italia per qualche mese fornirgli cure che nella povertà delle loro famiglie e del loro Paese non potrebbero ricevere. Quell’anno era capitata nel mio gruppo una bambina a cui stavano diagnosticando un tumore alla tiroide, pertanto, era urgente farle degli esami del sangue per poter proseguire con la diagnosi e, in caso di bisogno, iniziare immediatamente le cure.

 

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È così che ho scoperto che gli esami del sangue vengono considerati un “esame invasivo”, e nonostante l’urgenza di quella diagnosi, abbiamo dovuto fermare tutto per chiedere dei permessi speciali per poterglieli fare. Tornando al 2021, mi sono chiesta: se per un banalissimo esame del sangue, così urgente perché si trattava di diagnosticare una malattia pericolosissima a una bambina che avrebbe dovuto ricevere le cure senza rimandi, abbiamo dovuto bloccare tutto e richiedere dei permessi speciali, come è possibile che quel giorno, a un ragazzo di 15 anni che non aveva mai fatto un tampone in vita sua, non hanno neanche pensato di dover perlomeno chiedere il consenso ai genitori prima di fargli un test che considererei decisamente invasivo?? La normalità con cui sono stati presi questi tamponi, e il fatto di farli ripetutamente nonostante si sapesse che i risultati erano farlocchi -se neppure il fantomatico virus è mai stato isolato, come sarebbe possibile avere un test affidabile, persino sulle varianti? Non si riesce a dargli un senso neanche seguendo la logica ufficiale, tantomeno per la realtà dei fatti, è folle e assurdo!- e soprattutto, il dettaglio secondo me più grave: nonostante gli adulti provassero simili dolori, come potevano accettare che quel test fosse ripetuto continuamente sui giovani, persino sui bambini piccoli? A me viene la pelle d’oca solo a pensarci. Ma avendo visto quanto la gente più faceva i tamponi più ne voleva fare, più faceva tamponi più li accettava nella sua quotidianità come qualcosa di normale e addirittura a impegnarsi così tanto per pubblicizzarlo persino con le altre persone, mi è venuto spontaneo pensare che le possibilità logiche sono solo due: o sono diventati tutti improvvisamente dei gran masochisti a seguire ciecamente i dettami della TV sempre più insistente e manipolante, oppure ci sono delle sostanze nei tamponi che manipolano le menti a tal punto da renderle più malleabili, facendogli accettare o addirittura desiderare inconsciamente di tornare a farsi tamponare per ricevere ancora di quella sostanza. Queste sono le uniche due spiegazioni logiche che mi possono venire in mente, per quanto ho visto quelle persone cambiare, i loro pensieri e comportamenti cambiare, dopo un “semplicissimo test che stanno facendo tutti”!

 

Bluerose

 

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Pressioni e Tampax

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Ci troviamo in Ottobre 2021 periodo nel pieno delle Farsa Mondiale del covid, nonché un virus farlocco che era stato creato per dei motivi molto oscuri. Questo covid non funzionava però come il Governo voleva (non uccideva le persone) quindi ha iniziato a cercare in moltissimi modi di alzare la soglia di mortalità del virus… come ha fatto? Semplicemente il governo ha iniziato a mettere dei bonus monetari per i medici se qualcuno moriva di covid nel loro reparto, oltre che spruzzando sostanze chimiche dagli aerei e per strada attraverso operatori comunali. Così le persone che andavano in ospedale per una gamba rotta morivano dopo due settimane di ricovero per colpa del COVID. Era un periodo duro da affrontare. Io avevo iniziato a praticare le tecniche di ACD da un anno e non ero assolutamente pronto a quello che stava succedendo, a vederlo ora avrei agito molto diversamente in tutto il periodo della Farsa dall’inizio fino a dicembre 2021. Infatti per vari motivi mi sono supposto a vari tamponi. Dopo tutti questi tamponi, ogni volta i giorni dopo sono stati disastrosi tra varie “sfighe” e cali con la pratica enormi. In particolare ne ricordo uno che mi ha davvero devastato. Per precisare voglio dire che ero minorenne e ingenuo, non che sia una scusa perché la testa ce l’avevo e avrei dovuto utilizzarla. Essendo un atleta di snowboard e provando molto piacere nel praticarlo decisi di partire con la squadra regionale della Valle d’Aosta per andare 4 giorni in Austria. Ovviamente per partire serviva il Green pass o un tampone negativo nelle 24 ore prima. Purtroppo trovai posto per fare il tampone e dopo aver sofferto con quel bastoncino di plastica tecnologico me ne tornai a casa. In quel momento ero cosi triste di aver dovuto fare l’ennesimo tampone che da un momento all’altro cambiavo idea e mi sembrava di essere felice di averlo fatto almeno ero sicuro di essere negativo e potevo andare tranquillo in Austria. E qui vediamo i tipici “cambi di pensiero” che sono colpa delle influenze tecnologiche di questi periodi. La mattina presto partimmo e mi sentivo molto pesante, anche se non ricordo esattamente tutto, ricordo un viaggio molto lungo dove mi sono sentito molto pesante e oltretutto sono stato obbligato a mangiare a pranzo al McDdonald. Giusto per avere un po’ di schifezze in più in corpo, che poi non trovo normale che una squadra di atleti vada a mangiare ad un fast food. Da lì è stato il punto in cui ha deciso tutto probabilmente. Arrivammo lì verso le 17\18 e ci cambiammo e andammo a saltare su un salto fatto con un materiale tipo neve e un atterraggio con un gonfiabile che dovrebbe attutire qualsiasi caduta così da poter provare diversi movimenti e non farsi male. Aggiungerei che non essendo in Italia le influenze erano ben maggiori e aggressive rispetto ad essa, dove grazie Dio ci sono molti praticanti che seguono le indicazioni e la presenza di Angel che rende tutto migliore. Fatto sta che il primo giro sul salto dove non ci si dovrebbe far male, io mi sono fatto male al crociato destro. Mi sono cambiato e sono andato a casa, zoppicando perché gli allenatori col cavolo che mi accompagnavano per 2 minuti di macchina mentre zoppicavo. Sono arrivato in un appartamento dove per una notte sola saremmo stati a dormire in 12, sì 12 tra ragazzi e adolescenti, tra drogati e alcolizzati ma anche bambini innocenti. Quella sera dopo essere stato l’unico a lavarsi siamo andati a mangiare sempre a piedi quindi il dolore continuava ad aumentare. Tornati a casa siamo stati un po’ insieme e io non stavo bene ma cercavo di non farlo troppo vedere. Due ragazzi sono usciti a drogarsi allorché ho deciso di cambiare posizione per dormire e ho dormito per terra con un altro compagno. La mattina avevo messo la sveglia circa due ore prima per praticare un pochino almeno ma niente, ho spento la sveglia e mi sono addormentato. Un altro segno che il tampax stava avendo il suo effetto. Il giorno successivo, dopo essere stato tutto il giorno a far niente, siamo andati in un altro posto lì vicino e abbiamo cambiato hotel. Appena arrivati il signore dell’hotel ci disse che chi non aveva il green pass avrebbe dovuto fare un tampone al giorno. Preciso che non ha controllato i green pass e io avrei benissimo potuto dire che ce lo avevo e lui non si sarebbe accorto di nulla. Purtroppo ho dovuto farlo ma invece di mettermi il palettino in gola o nel naso (visto che erano quelli che ci dava che facevi da solo) ho sputato direttamente nel cosettino.

 

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Il giorno dopo non ho praticato nemmeno un minuto, altro segno che quei tampax facevano male in qualunque modo. La mia protezione era scomparsa quasi del tutto, non riuscivo nemmeno a sentirla un attimo che era scomparsa. Il giorno dopo tutti sono andarti a sciare e io sono rimasto in camera, avevo pensato che quando sarebbero andati via tutti mi sarei messo a PRATICARE eppure… Una serie di rimandi è iniziata, mille scuse che mi facevo da solo fin quando non decisi di iniziare a praticare che erano le 4 del pomeriggio. Praticai pieno di pensieri senza un minimo di silenzio e in più, come se non bastasse, dopo 5 minuti di pratica entrarono di nuovo i miei compagni e lì capii che mi stavo perdendo. Andammo a cena e appena seduto mi chiamarono per fare il tampone. Purtroppo questa volte successe un problema, ovvero che risultai positivo e dovetti farne un altro. Erano tutti impacciati e si arrabbiavano con me solo perché mi muovevo. Non sapevo cosa fare. Poi mi obbligarono a farne un terzo bene mettendo quel bastoncino schifoso in gola e spalmandolo bene e risultai negativo. Tutti si tranquillizzarono ma avevo moltissime pressioni addosso ed ero incapace di muoverle e staccarle. Il giorno dopo decisi di provare a sciare anche se avevo male e prendendo la decisione sbagliata sprecai i soldi del ticket per rimanere fermo sulle piste a guardare. Normalmente con la pratica giusta sarei riuscito a guarire abbastanza da poter camminare e muovermi tranquillamente già il girono dopo e invece per mesi mi sono portato avanti quel dolore. Tornai in Italia basso di tonale come non mai fino a quel momento. Da lì capii il vero dolore che possono far provare i tampax. In poche parole i sintomi da tampone principali furono: debolezza fisica, apatia a livelli altissimi, poi sfortune, incapacità di praticare, pensieri eccessivi, ossessioni e pressioni e per non dimenticare anche la difficoltà del corpo di guarire. Non sono sicuro ma credo che dopo essere tornato in Italia mi arrivò la febbre, chissà che cosa non mi hanno fatto in quelle giornate che dovevo espellere…

 

Anonimo

 

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Terribili discriminazioni

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Ci sarebbe molto da dire su questo lasciapassare Nazista, tuttavia voglio raccontare come io l’ho vissuta e come ho visto la mia cittadina divisa in due, chi era contro e chi favorevole. Non è una novità le diverse fazioni che sono nate in questi 3 anni di pandemia, infatti il governo stesso si è dato molto da fare per dividerci, perché si sa che un popolo unito può solo significare la loro totale caduta! Ci hanno portato all’esasperazione con questo vaccino tanto che iniziò lo scontro contro i ribelli, contro quelle coscienze che fino ad oggi hanno resistito e combattuto per la propria libertà, e se il governo sperava di sottometterci con il ricatto togliendoci il diritto di entrare nei locali pubblici, lavorare e svolgere tutte quelle mansioni necessarie in una società come la nostra, si sbagliavano di grosso, non avevano ancora fatto i conti con quelle Coscienze/Anime che mai si sarebbero piegate e fatte schiavizzare, neanche di fronte alla morte!! Le privazioni a detta loro per salvaguardarci dal virus erano sempre più ridicole, infatti inizialmente potevamo entrare in un bar e consumare al bancone, perché il virus se non avevi il green cazz appena ti sedevi ti attaccava, potevamo entrare al ristorante e mangiare all’aria aperta, ma non dentro perché anche in quel caso il virus agiva allo stesso modo. In quel periodo mi hanno schifato tutti quei camerieri che sputavano nei piatti dei no-vax, e non sono io a sostenerlo ma loro stessi a confessare fieri delle loro riprovevoli azioni. L’odio che ho visto verso questi burattini manipolati mi faceva quasi sorridere, infatti non appena ci davano giù pesanti con le parole e augurarci a tutti la morte, puntualmente ne schiattava uno. Racconto brevemente come ho visto da vicino un caso simile. Un mio vicino pro-vax, appena ricevuto il suo tanto amato lasciapassare, andava in giro per locali con lo scopo di tirarlo fuori e vedere chi si atteneva alle regole, infatti se qualcuno non glielo richiedeva perché non d’accordo con questa assurda misura, si arrabbiava e pretendeva che gli venisse controllato. Sempre lo stesso signore, quando passava con la macchina e vedeva nella farmacia vicino casa la gente fare la fila per il tampone, credendo che fossero tutti no-vax con il finestrino abbassato iniziava a urlare come un matto dicendo: “DOVETE MORIRE TUTTI!!”, la compagna si vergognava del suo comportamento e infatti lo aveva confessato a una mia amica (no-vax) che sta nella mia stessa via e vive nello stesso palazzo di questa donna, le raccontò che spiegava al suo partner che chi faceva la fila non era detto fosse un no-vax, ma il poveretto (si fa per dire) non lo sapeva, tuttavia non aveva perso il vizio. Nel giro di pochissimo si è scoperto che a quest’uomo era uscito un bel tumorino dopo il vaccino, ora non va più urlando e augurare la morte visto che ha un piede nella fossa. Tornando alle misure, già avevano iniziato da tempo a togliere il diritto al lavoro, questo per chi non aveva il lasciapassare, moltissimi pur di non cedere al vaccino e continuare a lavorare accettarono la tortura dei 3 tampax a settimana come per legge (illegale). Presto arrivò in ogni campo lavorativo e a quel punto molti cedettero ai vaccini. Una cosa che ho visto e mi ha letteralmente sconvolta è che alcuni datori di lavoro non lasciavano più la possibilità del tampone, se i dipendenti volevano continuare a portare il pane a casa dovevano vaccinarsi, così è successo a una mia amica che lavorava in una fabbrica di scarpe, senza scelta ha dovuto cedere, e il brutto di tutto questo è che andò in aspettativa poco dopo la vaccinazione perché il lavoro non c’era più, mi si è gelato il sangue scoprire il danno e la beffa che ha dovuto subire! Con quale diritto il datore di lavoro impose una cosa del genere quando neanche il governo era arrivato a tanto? Non so come è possibile eppure è successo, normali cittadini imponevano legge ancor più severa di quanto facessero chi governava!! Molti si comportavano ancor peggio dei loro stessi carnefici, sono inorridita perplessa e stufa dello schifo che ho visto!! Seppur molti si sentivano i poliziotti della situazione a dettare legge come veri paladini dell’ingiustizia, molti altri non approvavano quanto stava accadendo. A febbraio 2022 il green pass aveva misure più severe, in quanto ci era solo concesso entrare nei supermercati, a quel punto vivendo da sola non sapevo come avrei fatto a svolgere la semplice mansione come pagare una bolletta. In quel periodo già da tempo lavoravo in nero (di proposito) come assistente domiciliare, dunque per fortuna la famiglia dell’anziana signora non mi aveva mai fatto alcuna pressione sulle imposizioni sanitarie nonostante loro erano tutti vaccinati, conoscevano perfettamente il mio pensiero, e che me ne sarei andata non appena mi avrebbero imposto un solo tampone, ero abbastanza tranquilla perché fin quando avrei lavorato in qualche modo avrei trovato anche la soluzione per le mansioni burocratiche.

 

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Infatti prima che arrivasse il giorno del vigore mi recai nel tabacchi vicino casa mia, e chiesi se davano la possibilità di pagare le bollette anche rimanendo fuori dall’edificio, il proprietario che conosco da anni, con un gran sorriso mi disse che la soluzione si trovava. Sin dalla prima volta mi faceva cenno di entrare e non ho avuto mai alcun problema servirmi da loro. Anche in alcuni locali molti avevano deciso di non richiedere il green pass ai clienti, così faceva una mia vicina di casa che aveva un barretto al centro, mi rendeva molto felice tutto questo, mi faceva sentire meno sola, queste persone rischiavano sanzioni e chiusure andando contro la dittatura e facendo la cosa giusta. Oggi mi reco in quei posti dove mi hanno accolto spendendo più che volentieri i miei soldi, al contrario evito quei locali che hanno permesso e agevolato il pass Nazista! Fortunatamente nel mese di maggio 2022 sia mascherine che il lasciapassare non erano più obbligatorio, ero felicissima di tutto questo e la vita scorreva quasi come se tutto stava tornando alla normalità, ma era solo un apparente illusione. A fine maggio l’anziana donna che accudivo peggiorava di giorno in giorno, e i familiari stessi decisero di portarla in una struttura poiché era diventata una situazione ingestibile, più volte ha rischiato il soffocamento davanti a me e i suoi familiari. Da lì a poco dopo un mese, l’anziana lasciò questo mondo ed io mi ritrovavo senza un lavoro, ma ero più che tranquilla poiché avevano tolto l’obbligo delle mascherine e sospeso il pass Nazista, contavo di stare a casa non più di un paio di settimane e avrei speso quel tempo dedicandomi completamente alla mia spiritualità. Naturalmente praticavo per trovare lavoro e mi stavo godendo il mio periodo di riposo. Trovai alcune proposte, ma prima di fare un colloquio tutti e dico tutti mi chiedevano se ero vaccinata. Non mi demoralizzai e continuai a cercare e praticare, seppur il lavoro arrivava alla fine non si concretizzava per via del vaccino. Ci fu una conversazione telefonica che più di tutti mi aveva colpito perché il posto era mio, ma poi l’ennesima domanda “sei vaccinata?” Il che dopo avermi chiesto la motivazione del mio “no” secco e risposto che non ero intenzionata a fare da cavia al governo con un siero in via sperimentale, mi alzò un po’ più la voce quasi a urlare mi disse :”NON TROVI LAVORO PERCHÉ NON TI VACCINI, VACCINATI!!” rimasi sconvolta da ciò che avevo appena sentito, da un colloquio di lavoro e dunque una conversazione formale si trasformò con questa che mi aggrediva verbalmente di vaccinarmi. Nonostante il lasciapassare non era più obbligatorio, la gente lo riteneva indispensabile e come nel mio caso lo richiedevano come se fosse legge, da questo ho compreso che tipo di lavoro c’è stato dietro, un lavaggio del cervello fuori da ogni binario, seppur questa estate tutti abbiamo constatato che l’influenza da loro chiamato “covid” durava un solo giorno di febbre a prescindere se ti eri inoculato o meno quella merda, la gente rimaneva nello stesso pensiero!! Dopo quella conversazione e soprattutto grazie agli insegnamenti di Angel Jeanne Maestra di arti psichiche, grazie al suo percorso “alieni” sapevo benissimo cosa fare, andai a praticare contro le tecnologie aliene che mi stavano bloccando nella mia ricerca. Neanche dopo 2 settimane finalmente iniziai un nuovo lavoro, dopo 2 lunghi mesi senza percepire lo stipendio tirai un sospiro di sollievo. Questa è stata la mia esperienza che vi ho voluto raccontare, in questi 3 anni ho potuto notare come questa guerra silenziosa abbia tirato fuori il vero “se” di ogni singolo individuo, non so cosa mi attenderà nel mio futuro, ma so che qualsiasi cosa per quanto grave si presenterà non la temerò, farò di tutto per ribellarmi a questo sistema corrotto e reagire su qualunque cosa minaccia la mia integrità!!! Un grazie speciale a Angel Jeanne e Alexander e l’intera scuola di A.C.D.

 

Alessiaa

 

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Eventi accaduti dopo il vaccino

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Una ragazza di 32 anni del mio quartiere ha sempre goduto di ottima salute. Un mese fa ha scoperto, dopo una visita, che dovrà togliere un rene. Qualche mese prima era andata dal medico perché stava perdendo sangue dall’urina, ma visitandole i reni, non ha trovato nulla. Dopo mesi il dolore è diventato lancinante, e andando da un’altra parte, gli hanno trovato il rene con un’infezione avanzata, completamente marcio. Non era per niente recuperabile e l’unica cosa che può fare è toglierlo. I medici le hanno detto che un’infezione così avanzata andava avanti da anni, ma lei ha ribadito di essersi visitata anche di recente, ma non c’era nulla. Allora hanno accusato il medico precedente per non essersi accorto, ma lui si è giustamente difeso facendo vedere gli esami fatti ed effettivamente il rene era sano. A quel punto quei medici non hanno saputo che dire, non sanno spiegarsi come sia accaduto, ma da quando le persone si sono vaccinate, arrivano malattie che si sviluppano 3 o 4 volte più velocemente rispetto a prima. Infatti un signore di 70 anni che conosco, sempre dopo i vaccini si è ritrovato un tumore in stadio avanzatissimo ai polmoni che si è sviluppato nel giro di 3 mesi e gli è rimasto pochissimo da vivere.

 

Un uomo di 45 anni che vive nel mio quartiere, stava facendo una passeggiata nel bosco, ma la moglie non lo ha visto tornare. Allora è andata a cercarlo e lo ha trovato accasciato a terra. Ha chiamato subito i soccorsi che sono arrivati con l’elicottero, ma non c’è stato niente da fare, era già morto. All’autopsia è uscito fuori di essere morto per un’emorrargia uscita dal nulla. È assurdo che un uomo di questa età muoia improvvisamente durante una passeggiata, ma ovviamente i medici non hanno dato spiegazione.

 

Una signora di 75 anni malata di tumore da tanti anni, nel giro di pochi mesi si è aggravata di colpo ed è morta. I familiari sono scoinvolti perché la signora non sarebbe morta dal tumore che aveva da tanti anni, ma dallo “sfogo di sant’antonio” che avrebbe preso in ospedale. Lo vedono come uno scherzo del destino, ma perché non sono informati sulla verità. La signora era piena di herpes e sfoghi sul corpo, che sono una delle più conosciute reazioni avverse del vaccino, ma le hanno fatte passare per una malattia uscita ultimamrnte, di cui tra l’altro hanno fatto uscire un altro vaccino anche per questo sfogo. Praticamente vaccinano le persone per malattie uscite dagli eventi avversi di altri vaccini, spacciandole per presunte malattie o virus che circolano. È anche misterioso il motivo per cui la signora è morta, visto che quelle herpes sono dolorose ma non causano la morte solitamente, quindi chissà cos’è accaduto davvero in ospedale e cosa le hanno fatto.

 

Un uomo di 70 anni ha avuto di recente una colecisti, è finito in ospedale risultando positivo al covid, i medici erano più preoccupati per questo fantomatico tampone positivo che non dava nemmeno sintomi, finché un giorno il signore ha iniziato a perdere sangue dalla bocca e ora è in condizioni gravi. I medici non sanno se dipende dalla colecisti.

 

Una donna di 40 anni, dopo le due dosi di vaccino fatte per non perdere il lavoro, non ne farà mai più altre perché da quando si è vaccinata ha fortissime emicranie tutti i giorni oltre dal giorno stesso della puntura in cui si è sentita malissimo in tutto il corpo ed è durato per settimane. Successivamente ha prenotato una visita al neurologo che le è stata data per l’anno prossimo, ha ironicamente pensato che per quando avrà modo di fare la visita ormai sarà morta.

 

Da qualche settimana, persone di tutte le età si lamentano di avere fortissime vampate di calore insieme ad una fortissima apatia.

 

Un ragazzo di circa 30 anni adibito alle consegne, ultimamente ha iniziato a sbagliare le consegne, affermando che da quando ha “preso il covid” ha perso la memoria, non ricorda più nulla. Come si può avere problemi di memoria prendendo un virus? Sono sicura che la memoria ha iniziato a perderla dopo i vaccini.

 

Tali

 

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Fuoco di Sant’Antonio dopo il vaccino

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Ci terrei ad iniziare questa raccolta di esperienze con un’importante premessa: mentre durante il periodo in cui l’odio verso chi cercava di contrastare il regime era ancora alle stelle, ed il green**zz ancora pienamente in auge, i no vax venivano appunto trattati come i nuovi ebrei, untori, stregoni… Ho osservato e vissuto sulla mia pelle – e soprattutto su quella dei miei cari – davvero qualsiasi tipo di discriminazione. Oggi invece, a distanza di qualche mese, quando l’argomento è calato quando comunque tutti ormai hanno fatto un’influenza che con il tampax è risultata essere proprio “quel” virus, moltissime persone – anche di quelle che erano le più convinte del vax – si stanno iniziando a ricredere e non soltanto ad avere dei semplici dubbi, ma proprio a raccontarmi di gravi problemi di salute che hanno riscontrato su loro stesse o sui loro cari dopo il vax.

Proprio la settimana scorsa ho conosciuto una signora, e anche se stavamo parlando di tutt’altro, improvvisamente mi ha raccontato di suo papà che è morto da pochi mesi e che lei ne sta ancora soffrendo molto, soprattutto per le circostanze in cui sia avvenuta questa morte improvvisa di un uomo che fino al giorno prima era ancora sano e sportivo, e non aveva mai manifestato acciacchi. Mi ha raccontato che poco prima di Natale è andato a farsi iniettare la terza dose e, nonostante sul subito sembrasse stare bene, il giorno seguente hanno dovuto ricoverarlo per un aneurisma cerebrale improvviso, e nel giro di un mese è deceduto. Inoltre, mi ha raccontato di come in realtà secondo lei non sia neanche morto di quello, in quanto i primi giorni in cui si trovava in ospedale e l’avevano curato d’urgenza, comunque si alzava da solo a farsi la barba, era lucido e parlava un po’ di tutto ecc. mentre nei giorni a seguire c’è stato un peggioramento improvviso ed è diventato un vegetale tenuto in vita dalle macchine. Hanno poi fatto prendere la decisione ai familiari di staccare la spina in quanto non rimaneva più nulla da fare.

In aggiunta, mi ha raccontato che anche suo figlio è stato molto sfortunato: lavorando come infermiere in ospedale, è stato fra i primi a ricevere la prima dose; a partire dal giorno seguente all’iniezione, ha iniziato ad avere problemi serissimi alle gambe. Addirittura quel giorno non riusciva a muovere le gambe e aveva fortissimi dolori che gliele percorrevano interamente, tant’è che gli hanno detto che si trattava di un problema di nervi e che naturalmente non c’entrava nulla col vax. Ha iniziato una lunghissima odissea di visite e cure pesanti, e oggi, dopo circa un anno e mezzo, sta sicuramente molto meglio ma sostiene di non essere mai più tornato come prima e di avere spesso le gambe bloccate e appesantite.

Un caso simile è quello accaduto ad un cliente con cui lavoro da molti anni. È un uomo di 60 anni, molto giovanile, sempre attivo e in forma. Si tratta di una persona molto simpatica e buona, talvolta un po’ “agitata”, ma sempre in modo scherzoso; tuttavia ahimè, anche lui propenso al vax. Ricordo che l’ultima volta prima della sua terza dose ci incontrammo e lui era estremamente convinto dell’efficacia del vax e ancora non riusciva a capire come ci fossero persone che non ne comprendessero l’importanza. Nonostante abbia espresso le mie idee, durante la chiacchierata non arrivammo allo scontro, seppure ciascuno fosse rimasto sulla propria posizione. Lo rividi a giugno, quando andai a trovarlo. Trascorremmo l’appuntamento in tranquillità, ma quando fu il momento di alzarsi, mi accorsi che si stava appoggiando ad un bastone, zoppicando visibilmente. Subito gli chiesi cosa fosse accaduto, convinta che avesse avuto un qualche incidente, ma lui mi disse che dopo la terza dose si era svegliato con le gambe paralizzate e dei dolori alla schiena fortissimi. A furia di cure molto pesanti sono riusciti a fargli recuperare l’uso delle gambe, tuttavia non le muove ancora benissimo, ma a scatti, e comunque non lo reggono per cui deve appoggiarsi al bastone. Le sue gambe fanno davvero impressione, si muovono a scatti e avanza con molta fatica, come se il suo corpo fosse attraversato da forti spasmi mentre cerca di camminare. Lui stesso mi ha detto di essere sicuro che sia stato il vax (nonostante fino a 6 mesi prima ne fosse un grande sostenitore!), e di essere rimasto molto contrariato da come i medici si ostinino ad escluderlo del tutto a priori.

 

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Un’altra esperienza che purtroppo ho avuto con un membro della mia famiglia, riguarda il mio pro-zio, che ha 83 anni. Dopo aver ricevuto la terza dose, gli si è scatenato su tutto il corpo un fuoco di Sant’Antonio gravissimo, nonostante non ne avesse mai sofferto prima né ci fossero mai stati altri casi in famiglia.

Peraltro, si tratta di una persona che per via del suo lavoro trascorre la sua vita a contatto con la natura e

che non ha mai avuto un problema di salute, in quanto conduce uno stile di vita davvero molto sano ed equilibrato. Improvvisamente gli sfogo questo fuoco di Sant’Antonio, improvviso e gravissimo, e così iniziarono a curarlo. Da che sembrava attenuarsi, lui però ha iniziato a sentirsi sempre con meno forze, e ad un certo punto gli è gonfiata la gola e non è più riuscito a mangiare. Gli stanno facendo esami su esami, ogni tanto riesce a mandare giù qualcosa a furia dei farmaci che gli fanno assumere per alleviare la situazione, tuttavia la maggior parte del tempo non riesce a mangiare, si sente lo stomaco chiuso e sta letteralmente sparendo a vista d’occhio. Anche lui è sicuro che sia stato il vaccino, ma il suo medico non vuole sentirne parlare!

Un altro caso eclatante riguarda purtroppo una mia collega, nonché carissima amica, la quale è una persona davvero scrupolosa ed esegue sempre i controlli del tumore al seno per prevenzione. Non ha casi pregressi in famiglia, ma vede che sempre più donne intorno a lei (che anche loro non avevano casi nella propria) si stanno ammalando, e molte di loro purtroppo non sono riuscite ad intervenire in tempo. Dopo che una sua cara amica fra queste purtroppo non ce l’ha fatta, ha iniziato ad eseguire controlli molto puntuali e meticolosi. A febbraio 2021 ha effettuato i soliti controlli, e tutto era andato per il meglio. A luglio ricevette la prima dose… seppur controvoglia, in quanto non era d’accordo con questa imposizione, anche perché soffrendo di una malattia autoimmune, aveva paura del risvolto. Purtroppo a settembre, ripetendo i controlli, la situazione era cambiata drasticamente: dove a febbraio non vi era nulla, ora i tumori erano ben 3. Lei è sicura che sia stato il vax a scatenare tutto… Mentre per gli effetti più “diretti”, già dopo la prima dose aveva avuto “soltanto” un dolore al braccio ed estrema stanchezza. Oltretutto ha iniziato ad avere problemi di memoria e a dire una parola per un’altra, un nome per un altro e a dimenticarsi davvero moltissime cose continuamente… che non è davvero da lei! Ha sempre avuto una memoria di ferro ed è sempre stata estremamente precisa e pignola. Lei stessa si rende conto del crollo improvviso della sua memoria e della sua lucidità… è davvero impressionante. Addirittura invece quando ha ricevuto la terza dose, ha trascorso la notte a dare di stomaco, ed i due giorni successivi ko sul divano. E stiamo parlando di una persona incredibilmente attiva e molto poco incline ai malanni!!

Un’altra mia collega invece dopo aver ricevuto le prime dosi si sentiva appunto eccessivamente stanca e apatica, sempre preda di fortissime emicranie e cervicali di cui prima non soffriva o comunque aveva avuto episodi soltanto sporadici in periodi di forte stress. Ma dopo la terza dose, iniziò a perdere sangue nonostante fosse già da anni in menopausa. Per cui decise di recarsi dal ginecologo per una visita di controllo e le trovavano un polipo sull’utero, nonostante pochi mesi prima non ci fosse nulla!

Potrei andare avanti con una lista infinita, come la signora di oltre 90 anni che guardava l’ex badante dei miei nonni, che è deceduta immediatamente il giorno successivo al vax, senza alcun tipo di avvisaglia o di patologia pregressa… Soltanto l’età avanzata, per carità, e anche qui scusante pronta per non dare alcun tipo di colpa al vax.

Oppure una persona con cui avevo una grandissima intesa, e che anche lei stessa era contro il vax. Qui non ho visto problemi di salute, ma un forte, inequivocabile cambiamento di personalità, come se la persona di prima fosse sparita! Ricordo che rimasi davvero sconcertata da quel cambio così profondo, e purtroppo la situazione non si è più invertita: ha smesso di combattere, ha perso la memoria ferrea di cui aveva sempre goduto, ha iniziato a darmi contro su argomenti sui quali prima invece mi aveva sempre supportata ed incoraggiata… Ha perso la fiducia, il coraggio, ha cambiato persino il suo modo di esprimersi ed il suo aspetto esteriore!! C’è qualcosa di davvero strano… è diverso. Non sto a menzionare poi i colleghi che sono rimasti per mesi con la schiena bloccata, un componente della mia famiglia che dopo entrambe le dosi (per fortuna ne ha fatte “solo” due!) ha avuto 10 giorni di febbre e mal di testa lancinante che non gli permetteva di reggersi in piedi…

 

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Purtroppo le testimonianze non si fermano qui, quasi ogni giorno ultimamente sento di persone che mi raccontano episodi tremendi; tutti accomunati dal fatto che nessuno voglia collegarli all’iniezione che avevano subito poco prima!!

Grazie per averci dato l’opportunità di raccoglierle e condividerle con tutti, e per avere a nostra volta la possibilità di leggere quelle altrui. È davvero un’iniziativa splendida, ringrazio Dio ogni giorno per aver trovato ACD, non so dove sarei finita senza questo preziosissimo supporto, tutti i consigli le rivelazioni e gli incoraggiamenti nei momenti più bui, che mi hanno permesso di tenere duro e salvare molte altre persone!! Grazie di cuore.

 

Sunshine

 

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Gravi effetti avversi da vaccino

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Come ho già detto molte volte essendo infermiera, per cui obbligata al vaccino, non cedendo al ricatto e avendo un’esenzione per una malattia autoimmune, mi trovo ormai da un anno in una biblioteca a telefonare alla gente per confermare le loro visite mediche. So di essere una vera infermiera di dialisi e ho davvero a cuore la salute e il benessere dei miei pazienti e di tutti gli esseri umani.

Quando le mie colleghe si sono vaccinate ho sofferto molto per me è come se fossero andate al macero un dolore davvero grande. Lascio immaginare quello che ho provato quando anche mia figlia ha fatto il siero malefico. Purtroppo io stessa l’ho vaccinata con tutti i vaccini obbligatori perché per me allora era giusto e ho continuato vaccinandola anche contro il papilloma virus. Fatto sta che da quando è diventata adulta ha problemi ginecologici e solo adesso correlo. Ero davvero molto ignorante e non avrei mai pensato che i vaccini potessero arrecare danno perché per me, da sempre, avevano salvato le persone da gravi malattie. Adesso mia figlia dopo l’inoculazione del siero magico (due dosi) si è ritrovata con gli ormoni totalmente sballati e i capelli che si diradano sempre più. Naturalmente i medici che l’hanno visitata non diranno mai che tutto quello che ha è correlato al vaccino maledetto. Una vita rovinata perché vorrebbe avere figli ma probabilmente il vaccino l’avrà resa sterile.

Un’altra mia conoscente, questo poco più di un mese fa, ha iniziato ad accusare un forte mal di testa tanto che si è fatta accompagnare in Pronto soccorso dal suo compagno. Arrivata lì c’era un medico il quale appena ha sentito i sintomi che accusava questa persona le ha chiesto se era vaccinata e quante dosi aveva fatto. Lei ha risposto che ne aveva fatte tre per cui lo stesso medico l’ha inviata immediatamente in un ospedale più grosso, dove ha fatto la tac che ha evidenziato che aveva le carotidi chiuse da coaguli e i vasi del cervello nella parte anteriore anche essi ostruiti dai coaguli. Naturalmente sono intervenuti e dopo qualche ora di intervento sono riusciti ad eliminare i coaguli. Adesso questa persona dovrà prendere anticoagulanti per tutta la vita e poi chissà cos’altro l’aspetta. Una ragazza molto giovane che ho conosciuto mi ha detto che da quando si è vaccinata ha le mestruazioni totalmente sballate cosa che prima erano regolarissime. Un’altra signora che si è vaccinata e ha fatto di tutto per far vaccinare i suoi fratelli ha avuto un infarto però stavolta ha correlato e si dice pentita di essersi vaccinata e di aver fatto di tutto per fare vaccinare i suoi fratelli. La cosa grave di questi sieri è che non sai mai quali effetti avversi avrai e nemmeno quando e il più delle volte i medici non riescono a fare nulla per aiutare le persone.

Parlando con una ragazza della zona di Caserta mentre ero lì per un breve soggiorno mi ha detto di avere sviluppato il cancro al seno insieme ad altre quattro sue amiche. Tutte vaccinate come anche lei. Purtroppo la cosa è già grave in sé ma penso che nessuna di loro abbia collegato la cosa al vaccino.

Sembra quasi, oggi più di ieri, che ammalarsi anche di cose gravissime sia quasi normale. Sembra il normale corso della vita. Io stessa solo adesso che seguo il Percorso in ACD mi rendo conto di tutte le menzogne che ci hanno raccontato per farci accettare le malattie come se non ci fosse una via d’uscita come se fosse normale come se soffrire fosse obbligatorio. Tutto questo non riesco più ad accettarlo e non posso più accettare le menzogne che chi ci governa vuole farci accettare come verità assolute.

Voglio solo che chi ha causato tutta questa sofferenza all’umanità paghi per quello che ha fatto e so di dover lottare perché finalmente ci sia giustizia su questa terra.

Grazie a Dio ho dei grandi Maestri Angel e Alexander e dei compagni di percorso che insieme a me lottano affinché l’oscurità sparisca per sempre da questo mondo.

 

saray

 

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Testimonianza personale: io che mi sono vaccinato

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Ciao! Sono contento di poter raccontare la mia esperienza di questi due anni di Farsemia, partendo da Inizio Farsa ovvero da Febbraio 2020. Sin da Gennaio sentivo parlare di questo virus cinese, derivato da un uomo che ha mangiato un pipistrello: già la mi faceva ridere e non ci ho dato chissà quanto peso, chi poteva pensare che sarebbe arrivato fin qui. Siamo a Febbraio, precisamente durante i giorni di Carnevale 2020, improvvisamente questo virus viene pompato a tutta forza dei media, essendo comunque già da qualche anno in ACD e avendo letto e stra-letto tutti i Volumi su Prendiamo Coscienza degli Alieni (1,2,3) già nel 2016, ero già abbastanza informato sulla falsità e sulle menzogne raccontante dai media, e da chi in realtà si cela dietro ad esso. Quindi, la situazione mi puzzava già alquanto e non mi sono MAI fatto manipolare dalla falsità dei media, sapendo già fin da subito che si nascondeva qualcosa di molto più grosso dietro a questo virus. Così, in poco tempo veniamo tutti chiusi in casa, senza la minima possibilità di opporci. Nel mese di Marzo 2020 inizia in nuovo nazismo sanitario. Già la potevi schedare le persone pensanti dai non pensanti. Cercavo fin da Marzo 2020 di avvertire le persone della Verità e soprattutto della gravità ma venivo spesso additato come complottista da gran parte degli amici e famigliari e solo pochi erano quelli svegli con cui poter parlare. Gli stessi pochi con cui si può parlare tutt’ora. Già da Marzo 2020 ho iniziato a seguire i canali della Verità, su Youtube, su telegram e casualmente venivano censurati in continuazione, e dovevano crearne di altri che poi venivano censurati di nuovo così poi passando a piattaforme private dove poter parlare liberamente: quella è stata la ciliegina sulla torta per comprendere quanto il governo avesse paura che la gente scoprisse la verità, li ho avuto ancora più conferme su quanto fosse tutta una farsa. Perché eliminare tutti i video dove gente che ci metteva la faccia spiegava che tutto questo fosse messo in atto per iniziare una Dittatura delle peggiori? Riguardo il periodo del Lockdown uscivo comunque liberamente con amici o amiche di zona, senza mascherina e senza temere la Polizia che devo ammettere nel mio Quartiere è stata abbastanza “brava” non fermando né me né i miei amici quando passeggiavamo per le vie nei pressi di casa mia. Fortuna mia è stata anche di avere 2 cani e quindi potevo uscire siccome quest’ ultima cosa secondo le leggi illegali era consentito. Diversamente ho sentito in altri quartieri della città o in altre città dove gente è stata multata per le più semplici stronzate. Cos’è questo? Semplice nazismo, e le forze dell’ordine stavano appoggiando tutto questo anziché ribellarsi. D’estate ci fu il libera tutti e capì subito che poteva essere una trappola per farci abbassare la guardia e tornare con le farse in autunno. Purtroppo nel periodo estivo dovetti subirmi tutti i miei amici “allineati con la farsa” che dicevano: “hai visto? È tutto finito tu che ti facevi varie idee complottiste!” E avanti così. Ma passiamo avanti adesso e andiamo a Dicembre 2020: l’arrivo del serio miracoloso, finalmente!! (Ironizzo ovviamente). Già iniziavano a martellare peggio di quanto avessero fatto con la farsa all’inizio: su ogni canale, parlavano di vaccini, di quanto facessero bene e che fosse l’unica soluzione per uscire da questa farsa e ovviamente le prime persone ci cascarono, io sapevo già la verità essendo già informato e sapevo facesse tutto parte di un piano molto oscuro e il primo della mia famiglia che ci cascò fu mio papà: a Febbraio 2021 si fece due dosi e io fui molto preoccupato, pensavo potesse morire da un giorno all’altro e invece per sua fortuna non ebbe nessun effetto collaterale immediato. A seguire, caddero nella trappola i miei zii, verso maggio e si andarono a vaccinare e anche loro non ebbero nessun sintomo collaterale però io comunque ero molto preoccupato leggendo quanti morti stesse facendo questo siero killer! Si poteva leggere in ogni dove il numero impressionate di effetti collaterali e morti che stava causando. Nel giro di qualche mese, tutti i miei parenti e sottolineo tutti erano vaccinati. La cosa che mi faceva ancora più strano però era che stavano tutti bene! Nessun effetto collaterale ma come è possibile mi chiedevo? A Giugno 2021 erano tutti vaccinati, anche tra gran parte dei miei amici! Anche loro stavano bene, la cosa mi faceva molto strano siccome sentivo di tutti i morti causati dal siero.

 

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Io ero l’unico non vaccinato e da lì iniziarono, perdonatemi la volgarità, le prime rotture di coglioni nei miei confronti: in ogni occasione, i parenti mi rompevano sul fatto che io non fossi vaccinato e che potessi contagiarli, che è solo una punturina, che fa bene e solite cazzate che ero stufo di sentire. Ripetevano a pompa magna tutte le menzogne della tv, senza neanche pensarci, erano come dei dischi rotti! Mi chiamavano parenti che non sentivo da anni dicendo di sapere che non sono vaccinato ed erano preoccuparti potessi finire in terapia intensiva… rendiamoci conto quanto erano manipolati con il cervello completamente in mano alle cazzate del governo. Ma io, sapendo tutti i rischi compresa la morte, non volevo affatto partecipare a questo olocausto. Così ignoravo tutto senza volermi affatto vaccinare. Ora siamo a Settembre: la situazione stava sfuggendo di mano, i parenti erano molto pressanti in quanto l’unico non vaccinato e purtroppo vivendo con i miei genitori, ogni giorno a cena dovevo subire le loro urla e minacce sul fatto che sono no vax, che potrei contagiarli e ucciderli, che mi devo assolutamente vaccinare… la cosa peggiore è che mi hanno ricattato di non farmi più uscire e addirittura buttarmi fuori di casa. Quasi non mi parlavamo più e mi trattavano malissimo solo perché non volevo inserire nel mio corpo un mix di batteri, metalli pesanti, feti umani e altre numerose schifezze. Non riuscendo più a reggere questo che andava avanti da mesi oramai caddi nei seguenti pensieri: “beh… se loro che non Meditano e non Praticano non hanno avuto assolutamente nessun effetto collaterale dal vaccino, cosa vuoi che faccia a me che ho un’energia interna più forte e resistente di una persona normale che non pratica nulla? Nessun mio amico o parente ha avuto effetti collaterali! Io che sono energeticamente più forte di loro non praticanti non dovrei subire nulla!” Oppure: “il vaccivacci è pieno di chip… però io so svolgere la Tecnica “pulizia dai chip attraverso la Prana Blu” quindi, anche se mi vaccino, svolgo la Tecnica numerose volte e torno come nuovo! Non riesco più a sopportare questa pressione, se mi buttano fuori di casa improvvisamente che faccio, sono stufo di essere trattato così! Tanto vale mi vaccino e poi mi faccio guarigione così da eliminare i chip e le nanotecnologie…” fu così che dopo l’ennesimo litigio andai, con il cuore a mille dalla paura, nel centro della morte accompagnato da mio zio. Mi andai a vaccinare, il giorno più vergognoso della mia vita. E mi vergogno tutt’ora. Entrai nel centro vaccivacci e mi bucarono. Era mattina. Ero così teso, con i battiti del cuore così forti che il medico mi disse “vedi di calmarti, se ti vaccino in queste condizioni ti viene un infarto” così, in qualche secondo venni bucato e avevo già un mega terrore di ciò che poteva succedermi, mi iniziavo già a sentire strano così corsi subito a casa a fare Pulizia dai chip e 3 Meditazioni di fila, poi convinto di aver tolto tutta la sostanza velenosa dal corpo. Ne ero convinto! Adesso mi viene davvero da ridere. Io che ero convinto di non essere già più vaccinato. Mi sentivo meglio, poi dopo poco mi sentivo strano, come stordito e verso sera sentivo il cuore che pulsava molto molto male. Sentivo bene tutti i battiti e sentire i battiti forti è tutto tranne che sano. Andai a Meditare, quella sera feci altre 3 Meditazioni di fila convinto di aver di nuovo risolto il problema… che ingenuo. Il giorno dopo, di mattina ebbi i problemi più gravi. Sono qui per raccontarveli molto dettagliatamente… sentivo delle scariche elettriche provenire dal cuore molto ma molto fastidiose, come se non pompasse più e avevo ansia stavo veramente male, provavo e Meditare ma con grande difficoltà e mi concentrai sul chakra del cuore per evitare il peggio. Io che pensavo che con un paio di Meditazioni ero riuscito ad eliminare altissima tecnologia dal mio corpo… ora mi viene davvero da ridere. I sintomi non passavano affatto e poche ore dopo, mentre mi trovavo da solo a camminare in città mi sentii di colpo malissimo ma così male che bisogna provarlo per capire, mi sentivo come in un altro mondo, stordito a livelli altissimi, un’ansia pesantissima, il cuore che pompava male, vertigini a livelli altissimi! Di colpo, mentre camminavo e respiravo Prana mi si paralizzarono gambe e mani e finii a terra per qualche secondo. Non sono mai stato così male, un male così potente che ero convinto di essere morto. Avevo gambe e mani completamente informicolate ed ero a terra, quasi morto. In quella strada non c’era nessuno, nessuno che poteva aiutarmi… Miracolosamente, mi riuscii ad alzare e cosi, stando ancora malissimo nel panico chiamai un’ambulanza, e dovetti chiudergli il telefono in faccia dopo poco, prendendo in considerazione la loro risposta: raccontandoli tutto, mi dissero che dovevo smetterla di incolpare in vaccino! Che non c’entra niente!

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Sarei voluto andare là a schiaffeggiare l’operatore che mi ha risposto, corrotto infame ma come puoi darmi una risposta del genere, ho 23 anni sempre stato sano e secondo lui era solo ansia e guai a toccare il siero miracoloso!! Così, stando sempre malissimo e respirando Energia pura andai subito a casa a Meditare, ringraziando Dio di essere ancora vivo! Feci 3 Meditazioni di fila e mi sentivo un po’ meglio, così la sera tornarono i miei genitori a casa e così gli raccontai tutto. Purtroppo siccome a loro il siero non ha dato nessun problema credevano mi stessi inventando tutto… non ci credevano che ero finito a terra, mia madre diede la colpa al fatto che “mangio poco”. Così, sapendo quando fossero manipolati dalla tv e dal pensiero unico dominante lasciai stare, e la sera mi venne un altro attacco simile a quello di prima: così feci mezz’ora di guarigione e qualcosa come 6 Meditazioni di fila, promettendo a me di non fare assolutamente più nessun vaccino di merda e vergognandomi davvero per quello che avevo fatto, potevo resistere ancora un po’… La mia vita non era più uscire con gli amici, fare sport, ecc. ma era solo praticare per evitare un Ictus! Sì perché i sintomi che avevo erano simili all’ictus o all’infarto. Quando Praticavo mi sentivo meglio però subito dopo stavo di nuovo malissimo. Non male, malissimo mi sentivo sempre morire, sempre stordito facevo fatica a restare cosciente “Qui e Ora” era tutto così strano ero messo malissimo. Così, raccontai tutto allo Staff di ACD che in poche ore mi fece contattare urgentemente da Angel. Non ci potevo credere! Angel, avendo analizzato la situazione e avendo compreso la drastica gravità, si offrì volontaria per aiutarmi, contattandomi e dicendomi le Tecniche da svolgere, quanto Meditare e tutte le dritte possibili. Lei stessa si occupò anche più volte di farmi guarigione a distanza, aiutandomi davvero. Come sempre mi aiutò gratuitamente, senza chiedere nulla in cambio! Io ero davvero felice, finalmente qualcuno di Forte poteva aiutarmi. Proprio quello che serviva per uscire da questa situazione. Grazie infinite Angel, è solo grazie a te e alla Pratica se adesso posso raccontare questa Testimonianza! È solo grazie a te e alla Pratica se adesso sono vivo fuori, e soprattutto dentro! Da Settembre (mese del vaccivacci) fino a Gennaio ho subito i peggiori malesseri, tra vertigini e scompensi cardiaci e ansia condita da stordimento, nonostante le minimo 5 Meditazioni giornaliere e le varie Pratiche di pulizia… E io, che pensavo di liberarmi dal vaccino da solo con “un paio di Meditazioni” … poi da Gennaio ho iniziato la mia Rinascita, stando sempre meglio e avendo sempre meno malesseri. Nel frattempo tutti i miei parenti correvano a farsi la terza dose killer, non lamentando particolari effetti negativi, però una cosa ho potuto notare in loro: il cambio di comportamento, il voler sempre avere ragione, l’aumento di aggressività e l’allineamento a tutto ciò che diceva il governo. Sono effetti sempre delle sostanze del vacci, che modificano il modo di pensare, rendendolo sempre più schiavo. Ora, vi parlo dal presente ovvero da Settembre 2022. I malori del vacci sono del tutto scomparsi o quasi, in senso che sono stato avvertito da Angel che sarebbe stata una cosa molto lunga, ci sarebbe voluto del tempo per riprendermi del tutto, in base a quanto avessi Praticato. Mi impegno a ripulirmi, perché alcuni effetti negativi li riscontro tutt’ora: stordimento quando sto tra molte persone, ansia immotivata che prima non ho mai avuto, pesantezza, leggeri problemi cardiaci, e cose comunque molto soft, segno che la Pratica ha fatto il suo effetto. Sono orgoglioso di me a non esser mai andato in ospedale, a non aver mai preso medicinali… ho affidato tutto alla Pratica e alla connessione con Dio. E ci vorrà ancora un po’ di tempo per tornare completamente in forma, ma l’importante è essermi ripreso. Sono anche orgoglioso, almeno, a non aver fatto mai nessun tampone. Spero questa esperienza sia utile a chi la leggerà per non cadere mai nella trappola in cui sono caduto Io: non è detto che ti rialzerai.

 

paolo_b

 

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Gravi perdite di memoria dopo il vaccino

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Condivido altre testimonianze sul vaccino:

1) Una signora, dopo essersi fatta la prima dose, ha iniziato ad avere gravi perdite di memoria, anche a breve termine. Ha raccontato di svegliarsi durante la notte senza ricordare cosa ha fatto nella giornata, se è andata al lavoro e nel caso in cui ricordi di esserci andata, non ricorda se ha chiuso la porta dell’ufficio. in più occasioni ha detto di essere tornata nell’ufficio di notte per controllare se avesse lasciato tutto in ordine. Per rimediare ha iniziato a riprendere con una telecamera tutta la sua vita, così appena non ricorda qualcosa lo va a vedere dal video. Ad esempio se si sveglia la notte che non ricorda se ha spento le luci dell’ufficio, vede il video.

2) Una mamma che non ha voluto vaccinarsi perché spaventata dagli effetti avversi, ha fatto però vaccinare il figlio quindicenne. Ancora non capisco e forse non capirò mai il motivo, visto che l’istinto materno dovrebbe portare le mamme a proteggere i propri figli, in questo caso ha protetto se stessa ma gettato il bambino nella merda. Infatti, dopo la prima dose, il bambino ha sviluppato l’epatite autoimmune, una malattia del fegato che nel peggiore dei casi porta ad aver bisogno di un trapianto.

 

Nebula

 

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Gravi effetti collaterali

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Durante la Farsa sono accadute davvero tante cose, e per chi (come me) ha avuto la fortuna di essere preparato in anticipo dalle direttive e dalle pratiche di Angel ha potuto osservare con occhi diversi tutto quello che accadeva intorno a lui. Tra le vicende più grottesche e disperate voglio presentare una raccolta di testimonianze personali e dirette (quindi vicende a cui ho assistito personalmente, o che mi sono state raccontate dai diretti interessati) che riguardano le vaccinazioni contro il farsa virus. I toni, volutamente canzonatori in alcuni punti, sono utilizzati per sottolineare il clima surreale che in alcune situazioni si è venuto a creare, in quanto le pecore vaxate non riuscivano a vedere le “correlazioni” nemmeno con i morti in casa.

Ho deciso quindi di dividere le testimonianze in mini esperienze, in modo che tutto possa risultare più chiaro e che non possano esserci incomprensioni nemmeno per chi leggerà nel futuro.

 

DISTRUTTO DAL VACCINO

Sono venuto a sapere da una persona mia conoscente e che frequento ogni giorno che suo padre, un arzillo uomo di circa 75 anni, è stato vaxato ripetutamente e con estrema ferocia (5 dosi totali di cui 3 per il farsa virus, e due anti-influenzali) negli ultimi due anni. Quest’uomo, che trascorreva ogni giorno svolgendo lavori nel suo orto che raggiungeva con la bicicletta, percorrendo quindi diversi km al giorno, e che quindi godeva di ottima salute fisica e mentale, improvvisamente è stato male (poco dopo la terza puntura di farsavax). L’uomo, che è sempre stata una persona tranquilla e calma, improvvisamente ha sviluppato gravi sintomi di autolesionismo che sono sfociati in ripetuti tentativi di auto mutilazione e suicidio. In pratica questa persona, da un giorno all’altro, è completamente uscita di testa e da quel giorno prova a farsi del male in ogni modo. Tra gli episodi più estremi ci sono il tentativo di strapparsi le dita a morsi e il tentativo di suicidarsi attorcigliandosi il lenzuolo del letto al collo per soffocarsi. Ogni volta che i familiari cercavano di fermarlo quest’ultimo si dimenava urlando come un pazzo tanto che servivano diverse persone per tenerlo fermo. Ad oggi, i medici che lo hanno visitato e NON SANNO cosa abbia scatenato questa improvvisa malattia mentale, lo hanno imbottito di psicofarmaci per sedarlo e tenerlo buono.

Nonno Vaccino oggi passa le giornate davanti alla TV (Cosa che prima non aveva mai fatto) e deve essere tenuto costantemente sedato, in quanto gli istinti autolesionisti riaffiorano non appena l’effetto delle medicine scompare.

 

OPERAZIONE ALL’INTESTINO

Questo signore, nonno di un mio conoscente, trascorreva una vita tranquilla godendosi la pensione fino all’arrivo della terza puntura genica. Una notte, all’improvviso, è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale ed è stato subito operato all’intestino. Il mio amico, che mi raccontava la vicenda, parlava di una “forte addominalgia fulminante”. Alla mia richiesta di ulteriori spiegazioni, lui dice testuali parole “beh addominalgia, mal di addome, i medici hanno dovuto operarlo perché all’interno del corpo gli si stavano contorcendo le budella!”. Alla faccia, non me la ricordavo così la definizione di addominalgia! Questo povero signore dopo la terza dose ha iniziato ad avere un piccolo problemino, l’intestino ha iniziato ad attorcigliarsi su sé stesso senza che i medici capissero come fosse possibile.

 

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Infatti l’operazione – da quanto riferito dal mio conoscente – è servita per asportare parte

dell’intestino “impazzito”, ma non è bastato. Infatti Nonno Intestino è morto poco tempo dopo perché le sue budella non hanno smesso di contorcersi con sommo stupore dei medici.

 

PROBLEMI AL CUORE

Questa è stata una notevole coincidenza! Un uomo giovane, di circa 45 anni, che lavorava per il comune dove risiedo, è stramazzato al suolo davanti alla chiesa colpito da un infarto fulminante. Questo signore era una persona sportiva, in salute e lavorava come operatore ecologico, quindi faceva un lavoro non di certo sedentario. Anche lui ovviamente vaxato come un animale da allevamento intensivo si è sentito male nel momento in cui in chiesa stavano recitando un rosario in suffragio dell’uomo de “operazione all’intestino”. Vi lascio immaginare gli zombie che, uscendo dalla chiesa dopo il rito, si sono ritrovati davanti alla scena! Ma anche in questo caso nessuna correlazione con gli eventi sopra citati.

 

SANITARI PECORARI

Diverse persone che conosco, in particolare due, una che lavora in farmacia e l’altra che lavora in un reparto amministrativo di un grande ospedale, sono ossessionate dal fantasmavirus tanto che si sono sempre prodigate a igienizzarsi le mani, portare sempre le maschere FFFFP2 e ovviamente si sono vaxate non appena hanno avuto l’occasione! Inutile dire che ogni singola volta che si vaxavano stavano malissimo, tanto che avevano febbre sopra i 40 per diversi giorni e ogni singola volta dicevano “che fortuna, ho fatto il vaccino appena in tempo! Pensa a quanto sarei stata male se non lo avessi fatto!”. Ma visto che il vacci vacci funziona davvero bene, ad una di queste persone è venuto un bel tumore e poco dopo ha pure fatto un incidente in macchina. Incredibile la fortuna che portano i vacci vacci!

Inoltre moltissime persone che conosco e che si sono dosate, hanno avuto fortissimi mal di gola durati mesi, oppure hanno avuto malattie influenzali molto violente e improvvise durante la stagione estiva.

 

Diffratto

 

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Testimonianza sulla propaganda

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La propaganda vergognosa che ci ha martellati in questi due anni ha avuto degli effetti disastrosi, portando anche alcune tra le persone più convinte a cedere e lasciarsi convincere, credendo davvero che l’insistenza e i ricatti per questo siero fossero solo per il proprio bene. Non tutti però sanno che non si è fermata al lavaggio del cervello fatto dalla TV, che ha colpito alcuni tra i nostri conoscenti e parenti spingendoli a farci pressione e farne a chiunque fosse contrario, ma è stata talmente ben organizzata da arrivare anche in alcuni settori come quello della psicologia, per far cedere chi aveva dubbi facendo leva sulle debolezze di ognuno.

Questa è stata la storia di mio padre, che sin da subito dal momento dell’inizio di questa Farsa, nonostante la paura, si era reso conto che qualcosa non andava. Faceva spesso collegamenti con la Seconda guerra mondiale, e mi aveva raccontato di come non tutti poco dopo la guerra avevano realizzato ciò che era appena successo! La propaganda infatti non si era ancora fermata e continuavano ancora a modificare la realtà di ciò che era accaduto, anche realizzando dei filmati ad hoc per far passare il messaggio che in realtà in quei campi erano stati trattati tutti bene. Era favorevole a chi lottava per i propri diritti e non aveva la minima intenzione di farselo, soprattutto dopo che alcuni suoi colleghi erano stati male dopo averlo fatto, non solo con una febbre molto alta ma anche con problemi alle articolazioni di cui risentono tutt’ora, e che non sono affatto normali considerando che sono tutti abbastanza giovani. Un giorno, all’improvviso, torna a casa che è come resettato: non ricorda ciò che ha detto e i discorsi che abbiamo fatto, inizia solo a parlare di vaccini e che è giusto farseli, convincendo la restante parte della famiglia a cedere e rispondendo con aggressività a chiunque provasse anche solo a farsi qualche domanda. Non riuscivo a comprendere questo cambio repentino, perché non è normale che una persona cambi personalità in questo modo nel giro di un giorno, come se qualcuno l’avesse resettato e riprogrammato per comportarsi in modo completamente diverso, e rispondere in un preciso modo ad ogni frase. Ho scoperto pochi giorni dopo che da lui c’era stata una psicologa a lavoro: un giorno, dal nulla, hanno avvisato che sarebbe arrivata questa psicologa come “supporto” a chi avesse ancora paura a farsi il vaccino. Lo hanno fatto molto gentilmente, non obbligando di fatto nessuno, e hanno parlato di “supporto” quando si è trattato di un lavaggio del cervello in piena regola! Dopo questo incontro non ha solo cambiato completamente opinione, ma è cambiato come persona, e la situazione è peggiorata dopo il vaccino che ha fatto poco dopo, perché non aveva più la minima capacità di riflettere sulla situazione e sapeva solo rispondere in modo pre-impostato ad ogni domanda. Quando provavo a farlo ragionare su alcune cose che non tornavano e sulle palesi incongruenze, su qualcosa che andava oltre le risposte e riflessioni standard si bloccava di colpo e non parlava più, come una macchina che si imbatte in qualcosa fuori dagli schemi e non sa come reagire.

Ho riflettuto molto su ciò che è accaduto e ho potuto notare i danni che hanno creato gli psicologi anche su alcuni miei conoscenti, che nonostante fossero molto convinti già dall’inizio erano tranquilli e non sentivano la necessità di imporre il proprio pensiero sugli altri. Tutti loro, per un motivo o per l’altro sono andati poi dallo psicologo, alcuni anche approfittando del bonus psicologo che lo stato ha “gentilmente” offerto sempre come “supporto”, ed è stato da quel momento che ho iniziato a notare un cambiamento repentino: parlavano a slogan, anche loro con frasi pre-impostate, ma ciò che mi ha colpita era come fossero passati velocemente dall’indifferenza per le scelte degli altri a uno stato di aggressività molto forte, che li portava ad aggredire verbalmente gli altri con un astio che non gli avevo mai visto, e che non faceva parte della loro natura. Ciò che ho compreso è che attraverso il “bonus psicologo” il Governo ha convinto le persone a vaccinarsi, attraverso le ipnosi effettuate dagli psicologi per convincere i non vaccinati a sierarsi.

Spero che questa testimonianza possa aprire gli occhi e invitare a riflettere, soprattutto a riflettere su ogni provvedimento che lo stato sembra prendere “per il nostro bene”. Perché questi “bonus” hanno sempre avuto lo scopo di imbrogliarci, truffarci, e in questo caso di ipnotizzarci per obbligarci a credere nel siero.

 

Karen

 

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Vomiti di sangue dopo il vaccino

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Una amica mi ha appena raccontato la vicenda di una signora amica della sua famiglia, di circa 60 anni; questa signora ha una malattia auto-immune, e ha fatto il vaccino per il Covid 19 nel 2021. Fatta la prima dose, la signora è tornata a casa senza problemi. Dopo qualche ora, ha iniziato a stare sempre più male fino a che ha iniziato a vomitare tanto sangue. Il figlio l’ha trovata riversa sul pavimento in mezzo a una pozza di sangue e l’ha portata subito in pronto soccorso. È rimasta in ospedale per un paio di mesi e, anche se in seguito è stata dimessa, non potrà più stare meglio: in seguito alla prima dose del “vaccino”, a quanto pare le vene del fegato si erano rotte, e continuano tuttora a rompersi, a distanza di un anno, portando emorragie continue. Ogni mese quindi deve andare in ospedale a fare controlli, continui interventi ed eventuali trasfusioni. Oltre che prendere ancora più medicinali di quanto facesse prima. Un loop infinito che non ha vie d’uscita.

 

ilary

 

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La morte dopo il siero

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Oggi, 09 luglio 2022, vorrei raccontare la storia di mia nonna.

L’anno scorso a 88 anni ha fatto 2 dosi del vaccino per il Covid, non so se per sua scelta personale o se è stata convinta dai medici o da altri parenti. Sta di fatto che da quel giorno tutto è iniziato a cambiare, in peggio e non tanto lentamente.

Prima di iniettarsi i sieri aveva i “normali” acciacchi di una persona di quella età, non camminava benissimo a causa di precedenti problemi alle ginocchia e alle anche, ma per il resto stava abbastanza bene ed era lucida.

Subito dopo aver fatto i vaccini non abbiamo notato nessun cambiamento a livello fisico, non nell’immediato almeno; infatti, la prima cosa che è iniziata subito a peggiorare è stata la sua mente. Senza apparente motivo, stava diventando giorno dopo giorno sempre più depressa e aveva gravi perdite di memoria che sono andate peggiorando: durante le conversazioni (sia dal vivo sia al telefono) smetteva di parlare e si bloccava fissando un punto davanti a sè e, quando riprendeva lucidità, si era dimenticata ciò di cui si stava parlando, o ciò che aveva fatto fino a quel momento. Tutte le giornate quindi erano scandite da questa lenta e inesorabile perdita di memoria: non ricordava se aveva mangiato, se aveva bevuto, cosa aveva fatto o letto mezzo minuto prima, in rarissimi momenti non si ricordava neanche dei suoi figli, è stato bruttissimo vederla così e vedere questo declino improvviso della sua mente. Oltre a ciò, l’inizio di depressione ha portato la nonna anche a sfamarsi molto di meno e a rifiutare cibo e acqua, se non lo stretto necessario. “E’ l’età”, dicevano i medici. E intanto continuavano a imbottirla di medicinali.

Finchè, a Pasqua di quest’anno, si è rotta il femore cadendo, e hanno dovuto portarla in ospedale per operarla. L’hanno operata dopo più di una settimana, e l’hanno tenuta là dentro per un mese. Un mese in cui io e miei genitori non siamo potuti andare a trovarla: per entrare in ospedale a trovare i degenti, infatti, bisogna avere il Super Green Pass, ovvero il lasciapassare che attesta l’avvenuta vaccinazione contro il Covid, e noi ne siamo sprovvisti in quanto non vaccinati. Dopo un mese in ospedale l’hanno trasferita in un altro policlinico per la riabilitazione, e finalmente almeno mia mamma è potuta andare a trovarla e a darle da mangiare. Ovviamente, però, non poteva entrare nel policlinico così come se nulla fosse: ha dovuto fare i tamponi nasali per accertare che non avesse il Covid.

Alla fine comunque, dopo due mesi, la nonna finalmente è tornata a casa.

Sono andata a trovarla a inizio di questa settimana, e sono rimasta scioccata: in ospedale quegli schifosi di medici l’hanno letteralmente AFFAMATA! Prima di entrare in ospedale era abbastanza in carne e invece quando l’ho vista era pelle e ossa, avrà perso quasi 30 kg in due mesi! E come se non bastasse, ormai la sua mente stava cedendo del tutto, aveva pochi momenti lucidi e molti altri di incoscienza e silenzio e dimenticanze. In questi pochi e ultimissimi giorni, poi, è peggiorata un sacco, il corpo ormai non ce la faceva più.

E proprio oggi, 09 luglio 2022, la storia di mia nonna è giunta al termine.

Ai fedeli seguaci del regime tutto ciò potrebbe magari sembrare una coincidenza, potrebbe sembrare il normale ciclo di vita di una persona per cui, raggiunta una certa età, è “normale” che il corpo ceda così. Certo però che è davvero una curiosa coincidenza che tutto questo declino sia iniziato subito dopo la seconda dose del vaccino Covid. Prima stava bene e avrebbe potuto vivere ancora qualche anno, e invece il vaccino e la permanenza in quell’ospedale-lager l’hanno uccisa.

Spero molti altri non cadranno in questo grave errore, non si può tornare indietro.

 

Ciao nonna.

 

ilary

 

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Tumori dopo i vaccini

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Ciao, ci sono delle evoluzioni tra i plusdosati. Alcuni che conosco hanno sviluppato delle anomalie , corrispondenti a tumori benigni che ritengono di dover togliere. Da notare che mediamente si fanno gia’ molte analisi per sicurezza che vada tutto bene. Le analisi sono per qualsiasi genere di cavolata. Una persona , a causa di un’ unghia del piede da tagliare, con un po’ di micosi , l’ hanno sottoposta a cura antibiotica e a analisi per verificare che non sia qualcos’ altro. Alla stessa persona hanno analizzato un neo che trattasi di macchia rossastra, e che deve togliere perche’ considerato potenziale tumore. Da notare che anni fa era tassativamente sconsigliato di rimuovere i nei, perche’ pericoloso soprattutto se di colore rosso In quanto ad alcune persone evolveva in grave malattia che li sfregiava talvolta per tutto il corpo. Adesso si devono assolutamente togliere. Un’ altra persona ha vaxato i suoi figli, dopo che anni indietro aveva scoperto che i vaccini facevano molto male, su uno dei figli. Ma in seguito al farsa virus ha mutato opinione , per motivi che non ho appurato. La figlia presenta ora un tumore benigno in un punto critico. Avendo goduto sempre di buona salute , probabilmente si chiedera’ il motivo di tale cambiamento, ma non lo so se riescono a collegare i fatti. Poi ci sono un paio di donne di mia conoscenza, che erano molto convinte. Una molto più bigotta , ritiene che fosse costretta a farlo per poter lavorare e quindi si e’ immolato alla causa.. quale? Ah no, e’ per non perdere i vantaggi. L’ altra trascinata da colleghi di lavoro e parenti. Questa avendo un carattere di una acida e orgogliosa, ha comunque apertamente affermato di avere incentivato i dolori reumatici e non voler fare i booster. Un altro caso umano e’ quello di una terapeuta che aveva a suo tempo partecipato alla conferenza di medici che dicono la verità sui vax. Gli stessi hanno fatto un protocollo ad uso loro, quindi segreto ( quando si parla di salute di tutti in teoria si potrebbe anche divulgare) , sulle terapie per ripulire l’ organismo . Morale , per non essere radiata , esclusa, licenziata, si e’ sottoposta a vax pur conoscendo gli effetti avversi. Ora ha perso la salute ma ancora non attribuisce interamente le responsabilita’ ai vax, quindi si fa un mucchio di analisi

La tecnica del rimando mi pare che riguardi anche gli effetti avversi dei vax. Perche’ la formazione di coagulo nel sangue avviene per un effetto della proteina , che non dovrebbe fare sconti a nessuno. Inoltre alcuni hanno preso la soluzione placebo, perché e’ previsto dalla campagna sperimentale. Dopo un certo periodo hanno smesso di dare placebo, ma gli effetti erano gli stessi. In alcune persone sembrano non esistere . Da qui si deduce che questi stanno male a comando, non ci sono altre possibili spiegazioni. Anche perché serve creare delle ondate di gente grave per giustificare la pericolosità dei virus. Oppure ognuno dei farmaci sperimentali ha caratteristiche differenti. O tutte le cose insieme.

 

Francis

 

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Esclusa correlazione

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Nel mese di Dicembre, quando il 2020 stava ormai terminando, arrivò la notizia che i primi vaccini per contrastare il Covid-19 erano pronti per essere somministrati alla popolazione mondiale. Nonostante fino a poco tempo prima fosse noto che ci sarebbero voluti mesi, se non anni, di sperimentazione per poter creare un vaccino efficace e sicuro per combattere il virus, improvvisamente diverse tra le più ricche e potenti case farmaceutiche del mondo comunicarono di aver creato un vaccino (diversi vaccini) che a detta loro avrebbero salvato l’intero pianeta dalla pandemia, immunizzando le persone e bloccando la diffusione del virus. Nella realtà, si trattava di sieri che tutto potevano definirsi meno che vaccini: infatti, al contrario dei vaccini conosciuti in precedenza, erano basati su una nuova “tecnologia” sperimentale, dunque mai testata prima sugli esseri umani, e si trovavano per l’appunto in una fase di sperimentazione che sarebbe dovuta terminare (secondo i documenti ufficiali) nel 2023. Dunque, come era possibile che in così pochi mesi le case farmaceutiche fossero riuscite magicamente a studiare e mettere a punto questa “cura miracolosa”, per la quale ufficialmente sarebbero stati necessari anni e anni di studi e ricerche? Ma soprattutto, perché venivano dichiarati sicuri, se non erano ancora mai stati testati sull’uomo?

Mentre alcune persone poco sveglie accolsero questa notizia con fin troppo entusiasmo e lacrime di gioia, come se fosse piovuto dal cielo il “miracolo” a salvarle, molte altre – più coscienti e meno ingenue – iniziarono a fare domande riguardo alla sicurezza e all’efficacia di questi “vaccini”; ma ricevettero di tutta risposta solamente il gran clamore della Propaganda: in televisione, sui giornali, su internet, ovunque, lo slogan che veniva gridato ai quattro venti e ripetuto incessantemente a qualunque ora del giorno e della notte era solamente uno: “Vacciniamoci! Vaccinatevi!”. Qualunque persona provasse a fare domande, veniva messa brutalmente a tacere; e purtroppo, in alcuni casi, nel vero senso più definitivo del termine: infatti furono molti i medici e gli scienziati che vennero uccisi perché provarono a diffondere la verità su questi sieri sperimentali, e chi non veniva ucciso veniva silenziato in altro modo, licenziato, deriso pubblicamente e censurato. Infatti, nonostante i cosiddetti Vaccini fossero effettivamente sieri in fase di sperimentazione, era proibito definirli in questo modo: chiunque provasse a contestarne la sicurezza e l’efficacia veniva additato come “no-vax complottista”; e se in un primo momento l’accanimento nei confronti di coloro che erano (giustamente) scettici nei confronti di questi vaccini si limitava alla derisione, rapidamente la macchina dell’Odio portò le persone a isolare e odiare visceralmente i cosiddetti “no-vax”, accusandoli di essere nemici dello Stato e pericolosi criminali, augurando loro la morte e le peggiori sofferenze, e nei migliori dei casi additandoli come pazzi complottisti che avevano bisogno di un TSO.

Nel frattempo, di pari passo con la Propaganda dell’Odio, era iniziata la campagna vaccinale e i primi che furono obbligati a vaccinarsi furono i medici, gli infermieri, poi i militari e gli insegnanti. Per chi aveva occhi per vedere e orecchie per sentire, già a questo punto sarebbe dovuto risultare chiaro che questi vaccini avevano qualcosa che non andasse. Già dai primi giorni dall’inizio della vaccinazione forzata, infatti, iniziarono a spuntare sui giornali (soprattutto giornali esteri) sempre più notizie di morti improvvise di giovani infermieri, militari di tutte le età, e insegnanti donne. Nessuno scriveva che queste morti avessero un legame con la somministrazione del vaccino appena avvenuta, eppure non ci voleva un genio per capirlo. Dato che sempre più persone iniziarono a notare queste strane notizie, che nel corso del tempo non accennavano a diminuire (anzi, soprattutto quando la campagna vaccinale venne estesa anche al resto della popolazione, non fecero che aumentare), allora i giornalisti corrotti iniziarono a specificare che queste morti non erano in alcun modo collegate al vaccino appena somministrato: “Nessuna correlazione!”.

 

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Ma non sarebbe stato facile negare l’evidenza ancora a lungo, considerando che sempre più persone iniziavano a scoprire sulla propria pelle e su quella dei propri familiari i danni che quei “vaccini” maledetti portavano. Molti cittadini furono costretti ad aprire gli occhi davanti alla Verità, e a pentirsi amaramente della scelta fatta; molti altri, invece, nonostante le evidenti correlazioni di

morti e gravi controindicazioni, scelsero di tenere gli occhi chiusi e continuare a inocularsi, per stupidità e per non subire le vessazioni che ormai lo Stato aveva imposto contro coloro che non accettavano di sottoporsi alle dosi, obbligatorie per lavorare e accedere a qualunque luogo e servizio pubblico.

Fu così che iniziarono a diffondersi sempre di più quelle che prendono il nome di “Reazioni avverse” al Vaccino, mai riconosciute ufficialmente dallo Stato e dagli organi di Propaganda, ma evidentissime agli occhi di qualunque persona dotata di un briciolo di intelligenza. Ed è in questo contesto che mi ritrovai inerme ad osservare con i miei occhi, già a partire dai primissimi mesi della campagna vaccinale, amici e conoscenti ammalarsi, sviluppare gravi malattie, e in alcuni casi morire, a causa del siero sperimentale.

Il primo evento avverso di cui venni a sapere in maniera diretta, e che riguardò persone che conoscevo personalmente, fu il caso della nonna di un mio amico che, a pochi giorni dall’inoculazione della prima dose, morì improvvisamente. Questa donna era anziana, eppure fino a pochi giorni prima di vaccinarsi godeva di ottima salute: la sua morte sconvolse i familiari, i quali però pensarono a una semplice coincidenza. Erano passati solo poche settimane dall’inizio della campagna vaccinale, gli eventi avversi – seppur già numerosi e frequenti – erano stati accuratamente insabbiati e nessuno ne parlava ancora apertamente.

In verità il mio amico mi confidò di aver subito pensato a una possibile correlazione, e che questo pensiero lo tormentava e lo spingeva a diffidare del siero, tanto che non era più tanto sicuro di volersi vaccinare. Io ovviamente gli consigliai di guardarsene bene, ma dopo poche settimane venni a sapere che alla fine aveva ceduto anche lui, e aveva deciso di vaccinarsi. Ed è qui che potei osservare per la prima volta come, coloro che si sottoponevano al vaccino, perdevano quel poco di coscienza e lucidità mentale, per diventare improvvisamente paladini del Vaccino e voci insistenti della Propaganda. Infatti, se fino a poco tempo prima lui stesso si era detto scettico o quanto meno dubbioso e timoroso al pensiero di inocularsi, una volta vaccinato cambiò radicalmente idea al riguardo, arrivando a contattarmi insistentemente per denigrare la mia libera scelta di non sottopormi al siero, aggredendomi verbalmente e contestando duramente la mia opinione, nonché smentendo tutto ciò che mi aveva detto solamente poche settimane prima.

Questo mio amico non fu l’unico tra le persone che conoscevo a manifestare, subito dopo la vaccinazione, una strana e profonda aggressività nei miei confronti. Anche un’altra ragazza, infatti, venne a sapere delle mie idee riguardo al siero, e nonostante non avessimo per niente confidenza, in quanto ci conoscevamo solamente di vista, arrivò a contattarmi e ad aggredirmi tramite messaggio, accusandomi di essere moralmente inferiore e “responsabile della morte di milioni di persone innocenti”. A nulla servirono le mie argomentazioni e le evidenze scientifiche che portai per provarle che si stesse sbagliando: lei continuò a inveire contro di me e contro la mia scelta (che non la riguardava minimamente), e alla fine capendo che stavo solamente sprecando il mio tempo a cercare di difendermi – dalle accuse di chi, poi? Una persona che non mi conosceva nemmeno! – la salutai augurandole tante future dosi di veleno. Quella fu l’ultima volta che cercai di far ragionare verbalmente quelli che chiamai i “fanatici del Vaccino”, e che mi sentii in dovere di perdere il mio tempo per difendermi dalle loro insensate accuse e dalla loro inusuale violenza.

Gli stupidi potevano anche fingere di ignorare quanto stava accadendo, ma questo non avrebbe fermato – purtroppo – le reazioni avverse che continuarono a crescere sempre più numerose nei mesi a seguire.

 

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A Giugno, avviata la seconda campagna vaccinale, le persone iniziarono a inocularsi la seconda dose, e durante i mesi estivi che seguirono non fu più possibile nascondere le milioni di reazioni e malori improvvisi che colpirono indistintamente giovani e adulti: quattordicenni, padri di famiglia, donne di tutte le età, decessi improvvisi riempivano ogni giorno la cronaca dei giornali locali. In

questo periodo, molte persone che conoscevo stettero male in seguito alla vaccinazione; tra questi alcuni amici e conoscenti che conoscevo personalmente, ma anche molti altri amici di amici e colleghi dei miei familiari. Ogni giorno, purtroppo, mi arrivava una notizia diversa!

Solo tra i miei amici, almeno sei persone so per certo che ebbero gravi reazioni. Mi sembra opportuno specificare che non sono solita dare confidenza a molte persone, dunque questo numero è considerevole tenendo conto della mia cerchia di amicizie e conoscenze. Infatti sono certa che il numero di persone che conosco che hanno manifestato reazioni al vaccino è in realtà molto più alto, ma semplicemente non sono solita impicciarmi della vita altrui o fare domande ai miei amici riguardo alla salute di conoscenti comuni di cui mi interessa poco e niente.

 

Due episodi di reazioni avverse simili tra loro capitarono a due mie amiche coetanee: la prima, a pochi minuti dalla somministrazione della prima dose, ebbe un mancamento e svenne nell’ambulatorio; tornata a casa le salì la febbre altissima che la costrinse a letto per diversi giorni. Una volta guarita, scelse di non indagare le cause dello svenimento, preferendo ignorare l’accaduto. La seconda ragazza, invece, non svenne subito dopo la dose, ma qualche settimana dopo: stava scendendo le scale quando ebbe un improvviso mancamento, che la fece cadere facendole sbattere la testa. Una volta in ospedale i medici, dopo aver accertato che non avesse riportato danni cerebrali, le dissero di doverla tenere in osservazione per accertarsi che il suo cuore stesse bene: infatti, dagli esami risultava che ci fossero delle strane anomalie a livello cardiaco, in particolare nei battiti del suo cuore, che andavano approfondite. Questa ragazza nelle settimane successive avrebbe dovuto fare ulteriori esami, ma i medici dell’ospedale – che avrebbero dovuto richiamarla – non la contattarono più, e lei decise di ignorare quanto successo. Qualche mese dopo, in apparenza senza alcuna correlazione, iniziò inoltre ad avvertire un fastidio al ginocchio, che in poco tempo si aggravò; a nulla servirono le numerose sedute di fisioterapia: i medici a cui si rivolse non seppero spiegarle la causa di tale problema fisico nato dal nulla, né tantomeno riuscirono a farle passare il dolore all’articolazione che con il passare del tempo stava diventando invalidante.

 

Altre reazioni, seppur diverse tra loro, colpirono altre mie amiche della loro stessa età: una ragazza si svegliò una mattina con i linfonodi del collo visibilmente gonfi e dolenti, e nonostante diverse visite presso medici specialisti, non riuscì a comprendere l’origine di questa infiammazione insorta subito dopo il vaccino. Un’altra amica, dal momento dell’inoculazione, iniziò ad avere improvvisamente problemi alla pelle: fin da piccola aveva sempre avuto la pelle del viso liscissima, non avendo mai avuto problemi di acne nemmeno durante l’adolescenza. Eppure, subito dopo il vaccino, la sua pelle si infiammò gravemente causandole continue eruzioni cutanee su tutto il viso e fastidiosi sfoghi e arrossamenti su tutto il corpo, che durano ancora oggi. Anche un’altra mia amica dopo la seconda dose manifestò problemi alla pelle: lei, al contrario della ragazza di cui ho appena parlato, è sempre stato un soggetto allergico e fin da piccola combatte contro una leggera dermatite atopica che però è sempre riuscita a tenere a bada. Nonostante le cause di tale dermatite (come sa chi soffre di questa patologia) non siano chiare, questa non le aveva mai portato particolari problemi. Almeno fino a prima di inocularsi… Infatti, dalla seconda dose, la sua dermatite è peggiorata drasticamente, espandendosi progressivamente su tutto il corpo: sulle mani, sulle braccia, intorno alla bocca e sul resto del viso. Nonostante le evidenti reazioni avverse che stava sviluppando, i medici non vollero concederle l’esenzione dalla terza dose, giudicando il problema alla pelle non abbastanza grave, seppure ammettessero la correlazione con il vaccino. Dunque questa ragazza cedette, stupidamente, a sottoporsi alla terza dose, e da quel momento si condannò definitivamente a combattere contro una malattia della pelle in continuo aggravamento. Tra le ragazze che conosco che hanno la mia stessa età, un’altra, da quando si è vaccinata, ha problemi – forse intestinali – che la portano a gonfiarsi eccessivamente dopo ogni pasto, perfino dopo che beve l’acqua. Nonostante le tante analisi fatte, le visite specialistiche e la dieta ferrea che sta facendo, seguita da una nutrizionista, i medici che la visitano e non riescono a venirne a capo.

 

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Mi piacerebbe molto poter terminare qui la mia lista di testimonianze di reazioni avverse capitate ad amici e conoscenti, ma purtroppo ve ne sono molte altre, e ancora più gravi; e non sono nemmeno tutte le storie che ho ascoltato, o di cui sono venuta a sapere, ma solamente quelle che mi ricordo.

 

Le prossime testimonianze riguardano due donne di circa cinquant’anni, rispettivamente la madre e la zia di due diversi miei amici. Entrambe combattevano da tempo contro serie patologie: la prima era malata di tumore e da diverso tempo combatteva contro questa malattia; la seconda è affetta da artrite reumatoide. Prima di continuare con questa testimonianza, è opportuno specificare che durante la campagna vaccinale, gli “esperti” e i medici corrotti affermavano che le persone che per prime avrebbero dovuto urgentemente vaccinarsi, erano proprio le persone più fragili, ovvero gli anziani e le persone immunodepresse, con un sistema immunitario meno efficiente rispetto ai giovani e alle persone in salute. Questo era ciò che affermavano, per spaventare queste persone e spingerle a vaccinarsi, ma era solamente una delle tante menzogne che diffondevano noncuranti delle tragiche conseguenze che avrebbero portato. Infatti, dopo la vaccinazione, molte persone malate di tumore e di altre malattie autoimmuni, videro le stesse aggravarsi rapidamente, conducendole in alcuni casi anche alla morte. Questo fu il caso della madre del mio amico che morì dopo pochissimo tempo dalla vaccinazione. La zia dell’altro mio amico, affetta da anni di artrite reumatoide, dovette sottoporsi a delle cure immediate dopo l’inoculazione del siero perché la sua malattia stava rapidamente e improvvisamente degenerando.

 

Altri tragici decessi sconvolsero le famiglie di colleghi di lavoro ed altri miei amici: una mia amica mi disse che la sua collega di lavoro venticinquenne era morta improvvisamente di infarto, nonostante la giovane età; il collega di un mio amico, rientrato a casa da lavoro dopo il turno di notte, trovò la moglie senza vita nel letto: anche lei venne dichiarata morta di infarto. Ma ovviamente, anche nel suo caso.. “Nessuna correlazione con il vaccino!” E’ ciò che dissero i medici.

Anche il padre di un altro mio amico venne colto da un infarto mentre era in macchina davanti casa, appena rientrato da lavoro, e se non fosse stato per il suo vicino di casa medico, che intervenne sul posto salvandogli la vita, sarebbe certamente deceduto anch’egli (anche perché l’ambulanza, chiamata tempestivamente dal figlio, arrivò solamente un’ora e mezza dopo). La cosa surreale, che evidenzia ancora di più quanto tutto questo fosse completamente anomalo, fu che negli stessi giorni in cui questo signore si trovava in ospedale, anche il fratello si sentì male e finì in ospedale per problemi cardiaci. Ovviamente entrambi si erano recentemente vaccinati.

 

L’ultimo caso che riporto, che è anche il più recente, è quello di un mio zio, un signore che chiunque lo conosca definirebbe “il ritratto della salute”: una persona sportiva, fisicamente attiva, e dalle sane abitudini alimentari senza alcun tipo di problema di salute. Da un giorno all’altro iniziò ad avere problemi respiratori, che lo costringevano a fermarsi mentre svolgeva le più semplici attività quotidiane per riprendere fiato, con una sensazione di affanno costante. Un giorno fu colto da una crisi respiratoria e, una volta ricoverato in ospedale, gli venne diagnosticato un grave enfisema polmonare, le cui cause sono tuttora “ignote”.

Purtroppo avrei ancora altre testimonianze da riportare, perché nel corso dei mesi sono state moltissime le persone da cui ho sentito raccontare spiacevoli e tragici avvenimenti di questo tipo, ma credo che queste siano sufficienti per comprendere la gravità delle reazioni avverse in seguito all’inoculazione del vaccino anti Covid-19 che ha sconvolto e rovinato la vita a milioni di persone.

 

Julia e Vanilla

 

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Effetti collaterali e medico impazzito

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Testimonianza effetti collaterali da Vaccino e comportamenti assurdi da personale medico

Ci ho pensato parecchio se scrivere o no questa testimonianza, perché è zeppa di controsensi e particolari strani. Parto con il dire che mia madre non voleva vaccinarsi, ma un po’ convinta da mia sorella, un po’ perché ha familiari in strutture sanitarie che senza il tesserino verde non ti fanno entrare, e lasciano piuttosto i loro pazienti senza nessun contatto dei propri familiari se essi sono sprovvisti della tessera. Preciso inoltre che mia madre ha già un quadro clinico con varie patologie, ma da quando ha fatto i vaccini a queste si sommano: la tiroide che è sempre più instabile, mal di testa frequente e molto forte e ora pure un diabete elevato e difficile da tenere sotto il livello consigliato con un enorme stanchezza fisica. Sarà un caso che ora non le permettono più di prendere un farmaco che fino a poco tempo fa l’aiutava a tenere sotto controllo i valori del diabete?? La scusa è che tale farmaco viene dato solo a chi ha meno di settant’anni. Non ho capito se è il diabete che arriva a valori altissimi che le crea stanchezza o se la stanchezza le fa alzare il diabete, fatto sta che spesso anche il semplice arrivare in bagno e tornare in cucina a sedersi diventa molto stancante. Per cercare di risolvere il problema ha fissato un appuntamento di controllo in ospedale, dopo che qualche settimana prima era stata visitata e le avevano consigliato una dieta. La cosa assurda è che appena ha detto alla dottoressa di turno che era stanca, aveva mal di testa e che era dimagrita diversi chilogrammi, questa come impazzita ha iniziato quasi ad urlarle dietro che allora aveva il covid, che doveva andare a farsi il tampone, e ha lasciato sola mia madre senza ulteriori visite e controlli, mantenendo metri di distanza, anzi per la precisione restando sulla porta senza nemmeno entrare in stanza!! A nulla è servito che mia madre le dicesse che non aveva febbre, e che era dimagrita perché era stata messa a dieta. La dottoressa non voleva sentire ragione!! Era come impazzita dalla paura. Alla fine mia madre è tornata a casa e si è voluta fare il tampone che ovviamente è risultato negativo!! Ora come cura le hanno dato iniezioni di insulina, ma il diabete comunque resta più alto dei valori consigliati e persiste la stanchezza e il mal di testa. Il tutto dopo essersi vaccinata. Io le ricordo che sicuramente tutto ciò può essere collegato ai vaccini, e lei mi dice che se non le impediscono di vedere i suoi familiari non ne farà altri… in caso contrario pur di vedere i suoi cari cederà al ricatto.

 

Diamante

 

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La morte del bambino dopo il vaccino

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In questi giorni sto continuando a sentire notizie di persone che stanno avendo grossi problemi post vaccinazione. Un uomo di circa 50 anni, un commerciante abbastanza noto del mio paese, è stato trovato morto da sua moglie nella loro abitazione in seguito ad un malore. Altra situazione simile invece è accaduta alla madre di una mia cliente. La figlia mi ha raccontato che sua madre stava benissimo nonostante la sua anziana età, ma dopo aver fatto non solo il siero killer ma anche un altro ulteriore vaccino in periodo molto riavvicinato l’un l’altro è cominciato subito il declino psico-fisico. In poco tempo ha cominciato ad accusare un calo di salute disarmante, come problemi di lucidità mentale ma anche fisici man mano sempre più gravi che l’hanno portata poi alla morte in breve tempo. Situazione non meno grave invece, è accaduta al consulente assicurativo dell’azienda dove lavoro, ovviamente tridosato anche lui, il quale ha accusato un infarto ed è da ormai più di una settimana che è piantonato in ospedale per la riabilitazione e tra non molto si dovrà operare. Altra cosa che è capitata invece alla cognata di una mia amica dopo il siero killer che le è stato somministrato durante la gravidanza, è stata la perdita del figlio che portava in grembo.

 

Chiara C.

 

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Se ascolti si raccontano

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Negli ultimi mesi, da persona “non vaccinata”, ho notato un meccanismo molto particolare. Se qualcuno viene a sapere della mia scelta di non aver mai fatto in questi due anni neppure una dose del Siero contro il fantomatico virus che va tanto di moda nel 2020-21-22, mi ritrovo circondata da giudizi, da persone che cercano di convincermi in tutti i modi a farmi fare il “vaccino”. Le frasi sono più o meno le solite: “Sicuramente ti sarai pentita della tua scelta”, “ma come fai a vivere senza”, “ma come hai fatto sino ad oggi”. O al massimo insulti del tipo “sei un irresponsabile”, “è per colpa di quelli come te che i vaccinati si stanno contagiando e morendo”, “codardi che avete paura del vaccino, se lo abbiamo fatto noi dovete farlo anche voi” etc, che senza considerare la mancanza di senso e logica in queste frasi rimandano tutte allo stesso obiettivo: giudicare male la persona che non si è fatta inoculare il siero e se possibile, cercare di convincerla a farlo, con le buone o le cattive. Ma con le persone che non sanno che non sono sierata, quindi conoscenti o persone incontrate in giro che non sanno e danno per scontato che anch’io abbia fatto il “vaccino”, la situazione è completamente diversa. Le persone ultimamente iniziano ad aprirsi e a confidarsi molto di più su questo argomento, ma solo quando credono che anche tu come loro, ormai, ti sia sottoposto al siero. Ed è così che parlando con la parente di un’amica, incontrata casualmente davanti a casa sua, che mi conosceva quando ero bambina ma oggi non sa più nulla di me, mi confida che con la prima dose le è venuto il fuoco di Sant’Antonio, malattia dolorosissima e peggiorata con la seconda e terza dose, che l’aveva tenuta in casa per dei mesi e la faceva sentire malissimo. Era ben consapevole che fosse a causa del vaccino e me lo raccontava proprio per quel motivo! In questi mesi tante, troppe persone hanno subito e possono raccontare degli effetti avversi di questi sieri, basta decidersi ad ascoltare le persone. Ancora meglio se non sanno che non sei inoculato, perché molti si vergognano della loro scelta e invece di ammetterlo e raccontare la verità per salvare le persone che ancora non si sono fatte il “vaccino” e sono ancora sane, spesso tacciono o cercano di convincerle a farlo per non sentirsi gli unici polli a essere cascati in questa scelta sbagliata. Per fortuna non tutti sono così, e tanti stanno iniziando a rendersi conto della correlazione tra i problemi di salute che gli sono comparsi dal nulla e la punturina. Basta solo parlare con le persone e ascoltarle. Così ti ritrovi a fare due parole con l’elettricista, e scopri che da quando ha ricevuto la prima dose prova tutto il tempo dei mal di testa fortissimi, come se avesse qualcosa che gli si infila nel teschio e gli stringe il cervello in una morsa. E il dolore è aumentato con la seconda dose. La stessa settimana facevano dei lavori dai miei nonni e li ho aiutati a gestirli. Fai quattro chiacchiere con l’idraulico prima che vada via, e scopri che anche lui sta avendo mal di testa insistenti, penetranti. Non ne aveva mai sofferto in vita sua, sono iniziati con la prima dose e peggiorati con la seconda. Il giorno dell’iniezione si sentiva il braccio intorpidito, durante la giornata la sensazione fastidiosa di intorpidimento e bruciore si è diffusa per il corpo ed è arrivata in testa. Dopo qualche giorno il dolore al corpo quasi non lo sentiva più, ma il bruciore alla testa gli stava rovinando le giornate, non riusciva a mandarlo via in nessun modo e gli causava insonnia e incubi notturni. Entrambi mi dicevano: “sei giovane, non fare l’errore di continuare con le dosi e rovinarti la vita”. Chissà se avrebbero avuto la volontà di aprirsi e raccontarmi queste cose se avessero saputo che io non ero cascata nel tranello. Mi sembravano in fondo brave persone, e spero che si rendano conto che più del proprio ego è importante aiutare gli altri a salvare le proprie vite, e accortisi del loro errore, oggi usino la loro brutta esperienza per aiutare più persone possibili a evitare di sottoporsi anche solo alla prima dose!

 

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Dopo di loro, una collega dell’azienda dove sto lavorando da pochi mesi, una donna di 47 anni con cui ho poco a che fare durante la giornata lavorativa ma che mi ha presa molto in simpatia. L’altro giorno è passata in ufficio e, nel salutarmi, mi ha toccato la spalla. Aveva la mano gelida, io ho riso e gliel’ho fatto notare per fare due parole di convenevoli e una risata insieme. Lei però si è incupita, ha abbassato la voce così da non farsi sentire dagli altri colleghi in quella stanza e mi ha confidato

che è così da quando ha fatto il “vaccino”. E il problema sembrava essere molto più grave di avere solo le mani fredde. Se ne è accorta l’inverno precedente, quando andando a prendere di sera suo figlio da un amico per riaccompagnarlo a casa, le sue mani erano talmente fredde che non riusciva più a muoverle, a chiuderle sul volante, erano così rigide e bloccate che faceva fatica a mantenere il controllo sul veicolo. Ha preso un grande spavento ma per fortuna sono riusciti ad arrivare a casa senza fare incidenti. Subito dopo questo episodio andata a farsi controllare dal suo medico, perché è strano che appena fa leggermente più freddo, le sue mani non si limitano a raffreddarsi come succederebbe a chiunque altro, ma si bloccano come se fossero in ipotermia grave, non riesce a muovere le dita neppure di un millimetro. A quanto mi ha detto il medico le ha dato dei farmaci per fluidificare il sangue e le ha raccomandato di stare molto attenta a prendere freddo a mani e piedi, perché le sarebbe bastata una temperatura che per chiunque altro sarebbe comunque accettabile per subire le conseguenze dell’ipotermia grave. Quando lei gli ha chiesto se la conseguenza poteva essere correlata al vaccino, il medico è rimasto in silenzio per un attimo, e poi le ha risposto: “non lo posso certificare”. Con un tono i cui sottintendeva che fosse molto probabile, ma che se lo avesse detto avrebbe rischiato qualcosa, comunicando molto di più con quella mezza frase che con mille parole.

Basta uscire e incontrare persone e decidere di ascoltarle, per conoscere valanghe di testimonianze di gente danneggiata e rovinata da questi sieri. È facile venirne a conoscenza perché sono tanti, ed è proprio questo che lo rende così spaventoso. Non possiamo ignorare tutte queste testimonianze, e sarà importante ricordarle ogni volta che cercheranno di ricattarci: qualsiasi cosa ci possono togliere non sarà mai importante come la nostra vita che questi Sieri hanno tolto a sin troppe persone, come la nostra salute, come la dignità di sapere che grazie al nostro atto di resistenza potranno salvarsi anche numerose altre persone!

 

Bluerose

 

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Gli effetti dannosi continuano

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Volevo raccontare anche io alcune testimonianze riguardanti gli effetti avversi che si accusano dopo la somministrazione del “vaccino”.

•Un’amica di una mia amica , una ragazza giovane , 28 anni , contraria al vaccino inizialmente , per poter continuare a lavorare ha deciso di piegarsi al sistema e farlo . Dopo che le è stato iniettato il siero ha cominciato ad avere gravi problemi mentali. Ha delle allucinazioni , sente le voci, è come se fosse impazzita , di notte non riesce a dormire e naturalmente non può lavorare in questa situazione , quindi ha dovuto lasciare il lavoro . Si è vaccinata per poter lavorare e a causa del vaccino non può più lavorare. Ora sta andando da vari psichiatri che l’hanno imbottita di psicofarmaci, ma naturalmente la situazione non migliora . I suoi famigliari e anche lei, pensano che sia per colpa dello stress. Certo, lo stress fa impazzire una ragazza che fino ad un paio di settimane prima era in ottima salute fisica e mentale .

•Poi ,una mia amica , una donna di circa quaranta anni, italiana che lavora in America , dopo aver ricevuto il vaccino, le é stato diagnosticato un tumore al seno , dopo averlo rimosso hanno trovato metastasi nel fegato. Ora è in Italia per curarsi , dato che i medici in America (si pensa all’America come ad un posto super evoluto e all’avanguardia) le avevano detto :” non ti rimane che pregare “, rendiamoci conto !

•Mia sorella, che mi sembrava di essere riuscito a convincere a non fare le dosi , un giorno mi comunica la spiacevole notizia , era andata a fare l’iniezione ( io avevo sognato un urlo straziante provenire da lei ).Dopo il vac accusa sempre dolori interni , sta facendo analisi varie , ecografie , ma non si capisce cosa abbia.

• La persona con cui sto , che ha fatto il vaccino per non rinunciare al lavoro , anche se non era per niente favorevole , dopo il vaccino ha avuto un terribile torcicollo per settimane .

• Persone anziane che conosco , ma anche più giovani , stanno cadendo spesso , facendosi male, oppure sono vittime di incidenti domestici . Queste sono alcune delle testimonianze che voglio condividere , per non dimenticare mai quello che stiamo subendo . Voglio solo ringraziare Angel per tutto quello che ha fatto e sta facendo per tutti noi.

 

and.gia

 

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Ma che ci siamo vaccinati a fare?

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Parlando con la mia estetista è venuto fuori che subito dopo aver fatto la vaccinazione contro il covid, ha cominciato ad avere problemi circolatori ma non sembrava per niente arrabbiata, ha accettato questo “piccolo inconveniente” poiché è “normale” che ci sia qualche effetto avverso, per esempio alla sua migliore amica dopo che le hanno iniettato il siero, è venuta una forte allergia che le ha ricoperto la pelle di piaghe.
Un mio conoscente, il quale come tanti, ha accettato di vaccinarsi per lavoro e per pressioni familiari, dopo la prima dose ha perso le forze non riacquistandole più. Lo sento spesso per lavoro e mi dice che in quel magazzino dove sta lui non è l’unico che adesso si sente fiacco e fatica ad arrivare a fine giornata ed è consapevole che sia stato il vaccino, rimpiange il fatto di aver ceduto, ma per non perdere il lavoro ha dovuto farlo. Qualche giorno fa vengo a sapere che è a casa col covid per cui lo chiamo per sapere come sta, e mi dice che ha solo un po’ di fiacca (tanto per cambiare) e un po’ di mal di gola. Mi ha raccontato che è andato dal medico chiedendogli come mai pur avendo fatto tre vaccini si è contagiato lo stesso, e mi ha fatto sorridere perché gli ha anche chiesto come mai IO che non ho nemmeno una dose sono in perfetta salute.
Il medico gli ha risposto che è del tutto normale, è la terza dose a far venire il covid, al che giustamente lui gli ha risposto: “ma allora che ci siamo vaccinati a fare visto che noi siamo tutti a casa malati e i “no vax” sani e felici al mare??”… Si sentiva un po’ preso in giro, ed era consapevole del fatto che anni addietro per lo stesso mal di gola prendeva uno spray e andava a lavorare, oggi invece è costretto alla quarantena.

 

Prendiluna

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Gli anziani che non ritornano

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Vi racconto delle situazioni successe da un piccolo paesino che ha meno di diecimila abitanti, così da avere anche un punto di vista di ciò che succede in queste zone molto spesso dimenticate. Non guardo la tv, ma i miei coinquilini sì, quindi in qualche modo ero sempre aggiornato sulla propaganda che gli autoproclamati “professionisti dell’informazione” trasmettevano: dai falsi discorsi politici a barbara d’urso in diretta con gli elicotteri. Poi le nazicertificazioni, le multe, le misurazioni della temperatura (ovvero il potenziale gesto di scansione di un codice QR), e soprattutto la museruola, che “dimenticavo a casa” un giorno sì e l’altro pure. Il terrore negli occhi delle altre persone era evidente, la tensione nei posti come supermercati e uffici postali era tanta, ad inculcare la paura ci sono riusciti bene.

Per un periodo, fino a quando non hanno annunciato che per continuare a lavorare serviva il coso verde, durante le tavolate con i parenti era tutto regolare, si rideva si scherzava, e cosa che mi ha parecchio sorpreso, qualcuno di loro era scettico e dubbioso sui vaccini. “Secondo me ci sono i microchip dentro i vaccini”. Sentire dire questa frase da un parente che non mi sarei mai immaginato era musica per le mie orecchie, così ho distribuito loro più informazioni possibili, ed erano quasi tutti d’accordo sul non fare nessun vaccino.

Le cose cambiarono quando obbligarono tramite ricatto a far vaccinare la gente per continuare a Le cose cambiarono quando obbligarono tramite ricatto a far vaccinare la gente per continuare a svolgere il proprio lavoro. Così, nel giro di una settimana iniziarono a vaccinarsi tutte le persone sopra elencate, fino ai mesi successivi arrivando tutti alla terza siringata. “Che sarà mai, è solo un vaccino” dicevano. Ma tutti loro hanno avuto e stanno avendo problemi di salute tutt’ora: analisi tutte sballate, tendiniti acute, disturbi alimentari, nervosismo improvviso e insensato, frasi come “non è colpa del vaccino”. Gli unici che siamo scampati a questo ricatto nella mia famiglia siamo stati io e miei genitori, con cui ho insistito fino allo sfinimento e giornalmente facevo vedere video di persone che facevano di tutto per far uscire la verità.

Anche mio fratello era d’accordo, vedevamo gli stessi video di vera informazione, ma ha poi ha fatto la scelta di vaccinarsi per continuare a lavorare. Quei video adesso non li vede più, anzi, ha totalmente cambiato punto di vista, come se la siringata gli avesse fatto il lavaggio del cervello. Esternamente alla mia famiglia sono successe delle cose altrettanto strane. Dove abito io, gli ospedali non sono il massimo, e se la gente riscontra una malattia grave deve necessariamente recarsi nelle città vicine per curarsi. La maggior parte delle persone che partirono per curarsi morirono in quegli ospedali. Degli anziani che vivevano da soli e che non avevano nessun parente accanto in quel momento non ne è tornato vivo nessuno.

Ancora adesso ci sono persone che guidano con la mascherina in macchina, con quaranta gradi. La dipendenza dagli smartphone è aumentata a dismisura da quando hanno chiuso la gente in casa, e di conseguenza una volta fuori, hanno continuato ad usarli come se fossero parte del loro corpo, a tal punto che la tanto premurosa eppol ha aggiunto nei loro smartphone una funzione di vitale importanza: lo sblocco del cellulare con gli occhi, mentre hai addosso la mascherina!
La calma, il rilassamento e la meditazione insegnata in ACD mi hanno aiutato molto in questo periodo buio che il mondo sta subendo.

 

Mirador

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Vaccinazione Anti-Covid: tumori come se piovessero!

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Le Tv e i giornali stanno inventando qualsiasi cosa pur di difendere il veleno che volevano farci passare come siero miracoloso e di nascondere ciò che è successo davvero. Intanto oggi ci tengo a testimoniare che da non sierata dopo 2 anni di stress e stupidaggini varie io sono in perfetta salute (tutto merito di Angel, Alexander e tutti i miei compagni di ACD) ma purtroppo ho fatto un gravissimo errore che mi vergogno tantissimo a dirlo ma credo che sia importante riconoscere i propri errori; ho fatto 6 tampax per rientrare a lavoro e subito dopo aver fatto quella merda ho riscontrato perdita di sangue dal naso e dopo che ho fatto l’ultimo ho perso l’olfatto per circa 10 giorni, considerando che con l’olfatto ci dovevo lavorare è stato un vero colpo di fortuna che nessuno si è accorto che non sentivo gli odori perché sono andata a lavorare lo stesso senza prendere nessun medicinale e cosa più importante da no vax non sono mai stata in ospedale a intasare le terapie intensive destinate solo ai sierati perché loro in caso di necessità dovevano avere la precedenza. Ogni tanto cerco di praticare su quei giorni perché sono stati i giorni più umilianti della mia vita, nemmeno i lockdown e lasciare il lavoro perché volevano costringermi a sierarmi mi hanno fatto stare così male a livello emotivo dopo essermi fatta infilare quello schifo nel naso. Detto questo volevo dire che da quando la gente ha iniziato a inocularsi quella merda ho potuto notare che noto ancora di più gente senza cervello oltre a tanti che hanno avuto moltissimi danni e tutti i no vax che conosco hanno lasciato i posti liberi in ospedale per i sierati perché di no vax che hanno avuto problemi di salute ultimamente non ne conosco nemmeno uno. Comunque di miei amici e familiari stretti non è ancora morto nessuno però ci sono state tante persone anche parenti che hanno riscontrato problemi e tumori subito dopo il vaccino. Il primo è stato un amico di mia sorella che a 40 anni qualche mese dopo il siero gli hanno diagnosticato un tumore al fegato oppure possiamo parlare della mia estetista che subito dopo la merda ha iniziato a stare male con lo stomaco e dopo alcuni mesi è andata a fare dei controlli e gli hanno trovato dei polipetti nel colon, possiamo parlare anche di mio zio che con i suoi 80 anni andava a zappare tutti i giorni per mezzora perchè lo faceva sentire in forma e invece gli è stato diagnosticato all’improvviso dopo essersi inoculato 2 dosi di veleno un tumore alla prostata ma per i suoi figli infermieri è tutto normale perché è l’età così gli stanno facendo fare anche la 4 dose dopo che comunque hanno preso tutti quanti lo stesso questo virus letale almeno per 4 volte ciascuno (il raffreddore) non sia mai che lo prendano di nuovo (il raffreddore). Vorrei soffermarmi anche un attimo su mia cugina in America che lavora per uno dei più grandi studi di cardiologi al mondo (tutti delle grandi merde) che sempre dopo 2 benedizioni le hanno diagnosticato un tumore all’utero, nella lista non può mancare uno dei più grandi sostenitori del siero benedetto che dopo il primo vacci ha avuto una specie di paralisi a un occhio, dopo un anno ancora non sta bene e molto probabilmente non recupererà mai più quell’occhio. Poi è incredibile il numero di persone che mi hanno raccontato che sta morendo all’improvviso come di un ragazzo che l’anno scorso, quindi periodo che coincide con le sperimentazioni dei sieri, gli è stato trovato un tumore al cervello ed è morto circa un mese fa, di questa persona non so se era sierato oppure no ma di tutte le persone che ho elencato sopra e che conosco non ammetteranno mai di avere avuto questi problemi a seguito delle benedizioni!! In questi giorni ho avuto modo di parlare con mia sorella benedetta per 3 volte con la quale abbiamo parlato anche di queste cose, dopo 2 anni ha ammesso che i rischi di questi sieri sono più pericolosi dei danni di questo fantomatico raffreddore che ammazza tutti, lei se lo è preso un’altra volta, il raffreddore con un po’ di mal di gola stavolta però ha deciso di non farsi fare il tampax e di svolgere regolarmente la sua vita come faceva una volta che dopo una sudata indescrivibile rientrare in casa con l’aria fredda a palla il mal di gola e il raffreddore è il minimo che ti può venire. Mi ha detto che non continuerà a sierarsi perché trova che sia stato un grave errore e ha deciso di dirmelo perché secondo lei sono stata molto coraggiosa e non mi sono fatta ingannare. Tutta la mia famiglia, che è abbastanza numerosa si è sparata nelle vene minimo 3 dosi di quella merda.

 

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Solo io e mio fratello maggiore non ci siamo avvelenati! Loro non hanno avuto particolari problemi se non quello di prendersi il raffreddore con il mal di gola però tutti loro tranne mia madre, uno dei miei 2 fratelli con sua moglie seguaci della chiesa sono ancora convinti che sia cosa buona e giusta. Cazzi loro!! Tutti gli altri in questi giorni mi hanno detto che con il cazzo che si faranno inculare ancora. Me lo auguro per loro! Ringrazio in primis Angel che ci ha incoraggiato a mettere per iscritto che le Tv e i giornali dicono un mare di cazzate e sarebbe anche ora che la gente invece di farsi imbambolare da 4 pescivendoli iniziasse a guardare la realtà intorno a loro. Tutto un casino per un po’ di mal di gola e raffreddore!! Iniziassero a chiedersi di cosa sono morti realmente i loro familiari all’inizio della farsa: mancanza di cure, perché non ricevevano cure se positivi a un tampax cazzaro e hanno accettato per un raffreddore di merda di farsi avvelenare così che muoiano lentamente. È incredibile tutto questo ma la realtà è che stanno nascondendo le morti di tante persone ammazzare negli ospedali e stanno nascondendo tutti i danni provocati e che provocheranno i sieri alle persone che se lo sono fatti inoculare di loro spontanea volontà.

 

Babi999

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Vaccino Anti-Covid: il corpo che ti abbandona

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Ho conosciuto davvero tante persone che, fidandosi ciecamente del governo e di quella che viene definita “scienza” sono accorsi a farsi vaccinare appena è stato messo in circolazione il siero in questione. Un siero che ricordo bene, è stato fatto passare come preparato in maniera sicura ed in pochissimo tempo, rispetto le tempistiche di qualsiasi altro vaccino. Venne definito sicuro, c’è stata tantissima propaganda al riguardo, i media ne parlavano continuamente. Qualsiasi canale televisivo, non faceva altro che parlare costantemente del continuo aumento dei contagi e dei sieri miracolosi che tutti dovevano assolutamente fare, per “tutelare” loro stessi e il prossimo. Così tante persone, tantissime davvero, corsero a farsi iniettare la prima dose spaventati e con la voglia di tornare alla vita normale, di sempre), che da una sono diventate ben tre e con continua pubblicizzazione di costanti richiami nel corso degli anni. Tante sono state le persone con le quali mi sono interfacciata per un motivo o per un altro, che purtroppo hanno avuto effetti collaterali. Alcuni sono apparsi da lì a brevissimo tempo, altri ancora a distanza di qualche mese.Il primo esempio di persona che posso riportare, è proprio mio padre. Mio padre inizialmente non era convinto di farsi la prima dose ma, il suo medico insiste facendo leva sulla pericolosità del virus in questione e così la fece. La prima differenza che ho notato nei suoi confronti, è stata che appena effettuata la prima dose, da lì a brevissimo tempo ha iniziato a fare uso di medicinali appositamente per evitare coaguli del sangue, in quanto gli trovarono una vena che presentava un coagulo e quindi, per prevenzione, gli venne prescritta questa pillola. A distanza di tempo, ebbe problemi di pressione, si sentì male e dovette parlarne col medico. Una volta fatte le successive due dosi dopo la prima, ho notato in lui tantissima stanchezza e sonnolenza, dolori alle anche che spesso per lui si sono rivelati invalidanti nel movimento quotidiano, come ad esempio anche nel guidare. Ciò che c’è da dire è che non ha mai sofferto di questo in vita sua, ovviamente. Ad ogni modo altri cambiamenti notevoli si notano nell’umore. Sbalzi di umore e grande rabbia, aggressività anche per motivazioni davvero futili, perdite di memoria. Questi sintomi, li ho rivisti in altre persone. Un altro esempio in famiglia che ha avuto lo stesso problema alle anche come mio padre, è mio zio che ha iniziato a camminare molto male, tanto da rendere anche a lui difficile vivere come ha sempre vissuto. Ciò l’ha portato a doversi operare, cosa che sta prendendo in considerazione anche mio padre perché la sofferenza in ogni minimo e semplice gesto è tanta, dallo stare troppo in piedi allo stare anche troppo seduti per guidare, o anche piegarsi. Tutti movimenti che ognuno compie spesso appunto durante la propria giornata che dovrebbero essere fatti con tranquillità e fluidità. Grazie al mio lavoro che mi permette di stare perennemente in contatto con persone di diversa età, ho modo di poter avere tramite loro diverse informazioni in quanto la maggior parte di esse sono vaccinate e rivedo in loro differenti sintomatologie di quelle che ha avuto mio padre. Specialmente perdite di memoria e confusione generale. Una mia cliente, ad esempio dopo la terza dose è finita in ospedale per problemi al cuore, diagnosticati come pericardite. Mentre era in casa ha iniziato ad avere forti palpitazioni, e forte senso di svenimento che l’ha costretta a chiamare e farsi venire a prendere dall’ambulanza. Le è costato molto ammettere che la causa scatenante potesse essere appunto il vaccino, lei è sempre stata molto fiduciosa nei confronti di questo siero che ha sempre difeso, però avendo avuto questo problema (tra l’altro si parla di una persona sportiva ed in ottima salute) ed avendolo riscontrato in altre persone, ha iniziato a prendere in considerazione che effettivamente così tanto sicuro non era, la stessa medesima situazione è avvenuta per un’altra mia conoscente che, ha avuto esattamente gli stessi sintomi, finendo ricoverata velocemente in ospedale con una pericardite anche lei. Purtroppo non è stata l’unica, ma ad aver avuto problemi di cuore tra le mie conoscenze sono davvero tante. Purtroppo, ogni giorno noto quanta gente muoia per malori improvvisi ai quali non viene data una causa scatenante precisa, però si tratta quasi sempre di morti o per infarto o per ictus. Un mio zio, prima di fare le dosi di vaccino era in salute, non aveva alcun problema. Dopo aver fatto i vaccini ha iniziato ad accusare dolori di diverso tipo nella zona dell’addome, non riusciva a mangiare e questo l’ha portato a dimagrire molto velocemente.

 

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Ovviamente in famiglia, spaventati, hanno preso la decisione di portarlo da un medico che, attraverso controlli specifici gli ha diagnosticato un tumore molto aggressivo che, ha colpito fegato e pancreas, accompagnati da tantissime metastasi sparse per il corpo. La particolarità è che stava benissimo, e così in brevissimo tempo, è passato dall’avere una buona salute a morire in soli 8 mesi di un male atroce. Ho visto la morte nel suo corpo e nel suo viso, il dolore di una famiglia devastata dalla perdita. E, come nel caso di mio zio, tante altre famiglie non avranno mai più indietro i loro amati, o parte della loro famiglia. Come mio zio, anche una nostra carissima amica di famiglia, si stava curando per un tumore e stava bene, si era ripresa molto bene. Per continuare le varie terapie, ha dovuto vaccinarsi altrimenti non l’avrebbero fatta entrare in ospedale per continuare visite e terapie. Lei non voleva assolutamente fasi nessuna dose di vaccino ma, essendo costretta per accedere alle cure a lei necessarie, ha ceduto ed ha fatto le dosi. Ripeto che si era ripresa, stava quindi bene, dopo aver effettuato le vaccinazioni durante un controllo di routine le hanno diagnosticato un secondo tumore in un’altra zona da dove l’aveva in precedenza, tra l’altro già abbastanza avanzato, in poco tempo e sta nuovamente sotto chemioterapia. Prima che le dosi di vaccino venissero distribuite a chiunque, la gente ovviamente moriva. Ma mai ho visto numeri così alti di morti, in pochissimo tempo, e soprattutto quasi tutte causate dalla stessa “malattia” o “malore”. Tante persone nel mondo stanno morendo, stanno soffrendo, perché tanti di essi anche se non sono morti, riportano gravissimi danni che si trascineranno dietro sino a che saranno in vita. Nella mia città ci sono stati casi di paralisi, alcune momentanee altre permanenti, e tutt’oggi i medici si rifiutano di ammettere che tutte queste coincidenze, non possono essere casuali ma c’è una causa scatenante dietro, ben precisa. Come esistono tantissime persone nella mia città, esistono anche nel mondo intero che hanno subito i danni del vaccino o sono direttamente morti. Tante persone, ma anche tantissimi ragazzi, quindi giovanissimi sono morti nel sonno, o sono morti di pericardite, miocardite, infarto, hanno subito paralisi. E tantissimi sono stati censurati molto aggressivamente, perché scomodi in quanto portatori di verità in un periodo pieno di menzogna. Purtroppo chi ha perso i propri cari non li riavrà mai più indietro, chi avrà portato danni seri e permanenti, non vivrà più la vita che viveva prima e, non essendo riconosciuti come danni causati dal vaccino stesso, non percepiranno alcun aiuto da chi ha spinto affinché più gente possibile cedesse e si vaccinasse, oltre il danno anche la beffa! Fortunatamente le testimonianze si stanno facendo sentire sempre di più perché ormai è inevitabile nascondere i danni PALESI che il governo cerca in ogni modo di nascondere e soffocare, ma le persone morte e danneggiate sono troppe, e continueranno purtroppo anche in futuro. Le testimonianze sono sempre maggiori, sempre più forti, ed è un bene ricordarcene affinché in futuro nessuno compia gli stessi errori di chi, in passato, ha purtroppo accettato le dosi.

 

Arya

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Amicizie e rapporti distrutti

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Bellissima idea quella che ognuno di noi è invitato a testimoniare quanto sa a proposito di questa pande-loro e voglio ringraziarti per questa bellissima opportunità che assieme a quelle che spero siano tantissima serva ad aprire gli occhi, ma soprattutto la mente a quanti di quelli che ancora oggi vivono con la testa fra le nuvole (che al giorno d’oggi è anche alquanto difficile vista la qualità e la provenienza delle stesse). Non ero ancora in ACD quindi stiamo parlando del 2020 che era appena agli inizi quando la pandemia non era ancora stata dichiarata e si parlava di questo nuovo virus che colpiva le vie respiratorie e che fosse abbastanza pericoloso. In tv se ne parlava tantissimo e io ci credevo come credevo alla sua pericolosità. Speravo che gli scienziati si dessero una mossa e alla svelta per creare un vaccino o quantomeno una cura abbastanza efficace. Per fortuna una delle mie figlie era già da qualche tempo in ACD e ci ha messo in guardia su questo presunto vaccino e sulle sue conseguenze. Inutile dire che ho preso per oro colato tutto ciò che mi diceva. Da quel momento ho iniziato ad informarmi, naturalmente bypassando la tv i giornali e qualsiasi mezzo di comunicazione tradizionale. Bene, con questo mio “bagaglio culturale” quando si parlava del covid e del vaccino che presto sarebbe stato pronto, con chiunque iniziassi a dire la mia e a cercare di far capire che le premesse non erano buone, visto che avevano detto che si trattava di una cura sperimentale e che avrebbe avuto degli effetti collaterali a breve e lunga scadenza, era come parlare al vento e vedere l’incredulità nei loro occhi e soprattutto quel sorrisetto ironico come a dire: ma ti sei bevuta il cervello? Mi cadevano le braccia, anzi mi sono sentita dire che avevo poco senso civico e che se tutti facevano come me, non ne saremmo mai usciti. Ho perso una carissima amica per questo motivo, nel senso che non ci parliamo più. Un giorno ci siamo incontrate per strada e dopo i soliti convenevoli abbiamo iniziato a parlare del covid, che da mesi ormai era il principale argomento di conversazione. Mi chiede tutta soddisfatta se mi ero vaccinata e se avevo fatto la seconda dose. Faccio una piccola premessa, questa mia amica è una persona molto intelligente, a scuola era bravissima, al liceo scientifico insegna matematica e biologia come tutta la sua famiglia. Le rispondo che non sono vaccinata e neanche intendo vaccinarmi spiegando le mie ragioni e cercando di farle capire anche a lei. La sua reazione alle mie parole è stata una sorpresa per me, per niente consona alla sua personalità e al suo carattere. Ha portato tutte e 2 le mani alle orecchie coprendosele e ha iniziato a scuotere la testa dicendo ininterrottamente “no, no, no, no, io non ti voglio sentire, non ti riconosco più, ma cosa stai dicendo, cosa ti è successo, ma non vedi la tv, non vedi quanti morti ci sono, ma dove le vai a prendere queste notizie assurde?” A nulla sono valse le mie parole, non ha voluto più ascoltarmi, ci siamo salutate e da allora non ci siamo più parlate. Un mesetto fa ci siamo incontrate per strada e non mi ha salutata. Fine di una lunga amicizia che durava dalle elementari. Ci tengo a precisare che ho fatto la mia premessa perché penso che essendo laureata in materie scientifiche come tutta la sua famiglia, avrebbe dovuto avere la mente volta più al ragionamento, essere più logica, invece si è rivelata una credulona e a mio avviso poco intelligente poiché per farsi una qualsiasi idea su di un argomento bisognerebbe sentire più campane. Ma la discriminazione per la mia presa di posizione non finisce qui. Una compagna delle superiori ha cercato di riunire la vecchia classe di amiche, eravamo 25 ed eravamo un bel gruppo che si voleva veramente bene, accettiamo tutte con grande gioia di far parte di questo gruppo e chi più chi meno tutti i giorni qualcuna condivideva qualcosa, specialmente se si iniziava a parlare di problemi di salute. Inutile dire quindi, che con l’arrivo del covid non si parlava di altro, tutte e 24 terrorizzate e in trepida attesa del vaccino, tutte e 24 rispettose delle regole, tutte e 24 a maledire quei caxxo di novax che per colpa loro non sarebbe più finita e tutti confinati a casa. A nulla sono valsi i miei avvertimenti, le notizie che riportavo riguardo gli effetti del vaccino, ma niente; IN televisione hanno detto… i giornali hanno scritto….. ecc. si bevevano tutto. Ho fatto loro presente che però non andavano a farsi un vaccino, sarebbero state delle cavie visto che si trattava di una cura sperimentale e di andarsi a leggere il bugiardino sul sito dell’AIFA. Pensate che qualcuna di loro abbia aperto gli occhi o quanto meno si sia fatta venire qualche dubbio?

 

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Macché, il dottore ha detto che se lo devono fare e le oche subito a prenotarsi per il vaccino. Ora viene il bello, dopo mesi e mesi di messaggi, finalmente arriva l’occasione per poterci rivedere dopo gli anni della scuola, tutte aderiamo all’incontro e si stabilisce una data, e ad una mia osservazione sul luogo o sulla data, non ricordo bene, una di loro scrive: “ragazze spero che possiamo esserci tutte, ma se proprio dovesse mancare qualcuno speriamo che sia tu”. Sono rimasta di stucco, va bene sì, avere paura, essere convinta di stare nel giusto, ma essere maleducate perché? Comunque alla fine, educazione o no, penso che anche le altre la pensassero come lei, nessuno che dopo quell’agghiacciante uscita fuori luogo avesse scritto qualcosa di carino o di spiritoso per stemprare l’atmosfera. Sono stata in silenzio “stampa” per tanto tempo, ma nessuna mi ha contattata privatamente. Ora però è qui che viene il bello. Sono stata sì senza intervenire nelle chat, però a fine giornata leggevo e udite, udite perché adesso viene il bello. Subito dopo la prima vaccinazione l’oca numero uno ha avuto una forte eruzione cutanea che ha invaso tutto il suo corpo, persino il viso ne era pieno e a nulla sono valsi i medicinali, e sono stati dieci giorni di sofferenza e a chiedersi cosa fosse successo e perché. Oca n.2, suo marito una mattina si sveglia con grandi giramenti di testa sbandamenti e dolori alle orecchie, gli viene diagnosticata una labirintite, e naturalmente a fare mille congetture e come cacchio avesse fatto a beccarsela visto che mai ne aveva sofferto in vita sua. Comunque alla fine dopo neanche una decina di giorni dal manifestarsi del problema perde quasi del tutto l’udito all’orecchio e dopo qualche mese, penso dopo la seconda dose, si è sentito poco bene e gli è stato diagnosticato il diabete, la cosa buffa è che non hanno fatto nessun collegamento. Oca n.3, dopo essersi vaccinata iniziano i dolori alle gambe, attualmente cammina con 2 bastoni, naturalmente è tutta questione di sfiga e della vecchiaia che avanza. Questi i loro commenti. Oca n.4, suo marito ha avuto seri problemi di cuore che subito ha imputato al vaccino, e si rifiutava di fare la seconda dose. Al che mi sono permessa di telefonarle in privato e pregarla di assecondare il marito esponendole tutti i rischi a cui sarebbe andato incontro, mi ringrazia tantissimo e mi dice che ci avrebbero pensato e che comunque si sarebbero consultati anche con il dottore che ovviamente gli ha consigliato che lo doveva fare per forza visto che è un soggetto a rischio. Invece la sorella della numero 4 sta attualmente facendo un ciclo di chemio per un tumore improvviso. Oca n.5 fortissimi mal di testa durissimi a passare e che durano anche tutta la notte. Oca n.6 suo marito ha avuto un’ischemia cerebrale, È stato in ospedale circa 4 mesi senza poter vedere nessuno ed è stato malissimo avendo anche beccato il covid, ci ha messo tantissimo a riprendersi e attualmente sta in cura da uno psicologo. Oca n.7 anche lei dopo il vaccino è stata malissimo con un problema alle orecchie, sbandamenti e vertigini. Attualmente quasi tutte hanno avuto il covid e non si capacitano di come abbiano potuto beccarselo, e tutte quindi a prendersela contro la gente che non capisce niente, che gira senza la mascherina senza alcun rispetto per gli altri. “Dovrebbero arrestarli sti maledetti che se ne vanno in giro beatamente e chi ci rimette siamo noi poveracci”. Però meno male che sono vaccinati almeno lo hanno preso in forma più leggera. Ecco tutto questo mi tocca leggere e poi dulcis in fundo tutte ad aspettare che si inizi a parlare della quarta dose perché vogliono tutte correre a prenotarla. Ma come si può! Mi sa che il vaccino oltre a tutte le cose che fa, spappola pure il cervello.

 

Alina

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Soggetto fragile? Il primo della lista!

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Questa testimonianza riguarda mia mamma. È stato un periodo difficile per lei quello, sembrava tutto così assurdo, non faceva in tempo a guarire un problema che subito se ne presentava un altro. Partiva già da una situazione non bellissima, aveva problemi alle gambe con rischio trombosi. Le dissi che soprattutto per lei non era il caso di fare il vaccino dato il problema che aveva ma lei non voleva sentire ragioni, il dottore le aveva detto che anzi assolutamente, appunto perché lei aveva quel problema, doveva farlo subito! È inutile dire che dopo le prime dosi di “vaccino” i problemi alle gambe sono peggiorati e li ha tutt’ora. È stato da lì che hanno iniziato a susseguirsi una serie di problemi, ha spesso mal di testa, ogni giorno mi dice che è stanca, debole e non ha forze.
Inizia ad avere perdite di sangue dalle parti intime (seppure lei sia in menopausa!), dopo le varie preoccupazioni iniziali la accompagno in ospedale per fare la visita (ovviamente io schifosa no vax non potevo entrare) e si scopre che si è formato un polipo (anche bello grosso) vicino ad un’ovaia. Glielo rimuovono immediatamente e torniamo a casa. La sensazione era quella di aspettarsi sempre un nuovo problema che sarebbe uscito. Sentivo che l’umore di mia mamma si stava abbassando sempre di più per via dei continui problemi, dei dolori, delle preoccupazioni. Io cercavo di starle vicina e di alleggerire la situazione ma era innegabile che tutti quei problemi uno dietro l’altro non fossero normali. Ovviamente non accorgendosi che i mille problemi che ha avuto sono arrivati dopo le prime dosi di vaccino decide di fare anche la terza dose. Circa 10 giorni dopo si sveglia con metà faccia e collo gonfi. E rieccoci con un altro problema, lei ovviamente era molto spaventata e di umore completamente a terra. Fa i vari controlli e si scopre che ha sviluppato un tumore (fortunatamente benigno) sotto ghiandolare. Ora la situazione è sotto controllo ma mia mamma non è più tornata come prima. Da lì ha iniziato a soffrire di depressione e nonostante ora un po’ è migliorata non è più tornata come prima. Dopo la scoperta del tumore era come se le mancasse la voglia di vivere, vedeva tutto scuro, spesso piangeva, non usciva più, l’unica cosa che voleva fare era stare sul divano a guardare la TV. Mia mamma ha sempre avuto un umore un po’ altalenante ma dopo le varie dosi di vaccino ho notato un netto peggioramento sia riguardante i problemi fisici sia emotivi. Ho notato, oltre a essersi formati una serie di problemi che prima non aveva, anche un aggravarsi di ciò che già aveva. Ora le si è rigonfiato il collo e le è venuto mal di gola forte tanto da perdere completamente la voce. L’umore è sempre lo stesso, è depressa. Chi non lo sarebbe dopo che continuano a venire fuori dolori e malattie una dopo l’altra? Sembra non riuscire a riprendersi più, non c’è un giorno in cui non sta bene. Comunque si fa visitare dalla dottoressa che le dice che deve subito fare una risonanza urgente per vedere se si è sviluppato qualcosa all’interno del corpo e deve rifare l’esame per controllare lo stato del tumore benigno sotto ghiandolare. È inutile dire che oltre che fisicamente le è peggiorato di gran lunga l’umore con attacchi d’ansia e depressione. Prova a fare questo esame (risonanza) ma presa dall’ansia e dalla paura le è venuto un attacco di claustrofobia (che non ha mai avuto) e perciò questo esame è rimandato a non si sa quando dato i tempi di attesa qua in Italia. Per ora ha fatto solo l’esame per controllare il tumore e li sembra essere tutto apposto, il gonfiore secondo loro è dovuto ad un’infezione. Siamo in attesa che ci chiamino per definire la data per la risonanza. Non ho mai visto mia madre stare così male come adesso da quando ha fatto quei maledetti vaccini.

È iniziato tutto con i “vaccini”. Ovunque mi giravo c’era gente che mi raccontava di parenti e amici che stavano male o che addirittura erano morti. Ricordo una mia amica che oltre ai mille problemi fisici che ha avuto ha iniziato ad andare anche lei in depressione. Quando l’ho vista (era tanto che non ci vedevamo) mi sembrava un’altra persona, era dimagrita tantissimo, il viso si era riempito di acne e si vedeva chiaramente che non stava bene. Parlandoci mi dice che ultimamente ha paura ad uscire di casa, le vengono le crisi di panico, che sta male sempre, vomita, problemi intestinali, problemi intimi e alla pelle, ha spesso mal di testa forte. Lei è la mia migliore amica e vederla così non mi faceva star bene. Mi dice che non capisce come mai ma è andata in depressione, ha iniziato ad andare dalla psicologa. Ora fortunatamente sta meglio e si è ripresa. Ma in quel periodo sentire le persone depresse e che stavano male era all’ordine del giorno, tutti intorno a me erano così o quasi. Ricordo una volta in cui mia madre mi disse che una sua amica appena dopo il vaccino ha avuto un infarto e che l’hanno salvata per un soffio (sì, prima hanno tentato di ucciderla e poi hanno finto di salvarla). La cosa che più mi stupì fu la tranquillità nel raccontarmi questa cosa. In quel periodo la manipolazione era talmente forte che le persone credevano che fosse normale che qualcuno avesse delle reazioni avverse e morisse, era giusto per loro rischiare la vita per quello che chiamavano “il bene comune”. Un ragazzo invece ad una manifestazione mi raccontava di come la cugina dopo aver fatto il siero magico è andata in menopausa, una ragazza giovane che mai aveva avuto segni di menopausa. Poi c’era chi mi raccontava che alcuni parenti erano morti dopo l’inoculazione.

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Ne sentivo tante, ogni giorno. Il marito di un’altra amica di mia mamma è morto di infarto. Questi sono i famosissimi “malori improvvisi”. Riguardo a questo voglio raccontare di come qui a Firenze abbiano aperto un reparto dedicato esclusivamente ai “malori improvvisi”. Ovviamente questa cosa non è pubblicizzata, ma è stata infatti una mia amica la cui parente lavora presso questo ospedale a dirmelo. Insomma sì, da quando hanno iniziato ad inoculare le persone con sieri miracolosi è nata anche la necessità di aprire un reparto specifico per questi “malori improvvisi”. Spero che questi scritti verranno visti negli anni cosicché non venga dimenticato ciò che ci hanno fatto, questo è un attentato all’umanità, hanno deciso di ucciderci, umiliarci e torturarci ma spesso come in passato la maggioranza non è cosciente di ciò che sta succedendo.

 

Miry_miry

 

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Un Padre: l’irresolubile scelta all’inoculazione

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Un paio di settimane fa il papà del mio compagno ha fatto un’ecografia per la presenza di una massa che avvertiva sul lato destro, del petto. Purtroppo l’esito non è bello, ha diverse formazioni sparse tra petto e stomaco, alcune le asporteranno, altre non è possibile. Nonostante questo permane la sua decisione di fare un’ulteriore dose di siero, infatti non riconosce il nesso tra la sperimentazione e quanto sta accadendo.

 

Tammy

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Pandemia: le mie testimonianze per il futuro

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Testimonianza 1:

Gravi effetti collaterali del vaccino e cure rifiutate

Gravi eventi avversi dal vaccino ho potuto vederli da vicino tramite mia nonna, di 79 anni. Prima di farselo, per tutta la vita è stata una donna con un fisico davvero molto resistente, con un bel sistema immunitario che non l’ha fatta mai ammalare di febbri e raffreddori, e che nonostante è capitato una volta che si sia rotta le costole dopo un’incidente, si alzava e riusciva anche a camminare perchè ha anche una soglia del dolore davvero molto alta rispetto al normale. Qualche anno fa purtroppo le è arrivata la demenza senile, che è visibilmente peggiorata dopo la seconda dose di vaccino; questo è stato il primo evento avverso che ho potuto vedere su di lei. Ha iniziato di colpo a parlare più lentamente, ad avere meno cognizione del tempo che passa, ha iniziato a perdere di più l’equilibrio, i movimenti erano più rallentati e ci metteva molto più tempo a riconoscere i suoi cari. Da anni ormai a causa della malattia e i problemi alle gambe aumentati dopo la sedentarietà, non le hanno più permesso di uscire di casa.

Per questo motivo nè a mio nonno, nè ai miei parenti a lei vicini interessava vaccinarla, ma il medico di famiglia si è preoccupato di correre a casa ed effettuare le tre dosi di vaccino ad entrambi i miei nonni, quando prima se c’era un problema non voleva mai venire a visitarli, sbuffava moltissimo e arrivava in ritardo nonostante le urgenze. I medici di base, quelli in ospedale e gli infermieri non si sono mai preoccupati così tanto per il bene della popolazione, la situazione italiana è risaputa da anni,visto come il personale degli ospedali,dai medici fino agli infermieri, si comportino sempre molto male con i malati , sia quando si arriva al pronto soccorso, sia se si viene ricoverati, sempre tralaltro in pessime condizioni e alcune volte uscendo peggio di come si era entrati. Eppure da quando è iniziata la falsa pandemia nel 2020, i media hanno iniziato a dire tutti a gran voce che i medici sono angeli perchè stavano salvando la popolazione, invece la stava uccidendo negli ospedali con dei farmaci killer,( lo Stato dava grandi somme per ogni deceduto dichiarato covid, quindi venivano uccisi con dei farmaci e fatti passare per morti di covid creando anche numero, in modo da portare avanti la grande farsa) e poi vaccinando, di cui molti di loro anche coscienti di quello che stavano facendo. Hanno resettato la memoria dei cittadini, facendo credere che i medici sono sempre stati tutti bravi, che vogliono aiutare le persone, e che bisogna fidarsi di loro. I miei parenti, nonostante erano coscienti di alcuni eventi avversi da vaccino che erano scappati in qualche notizia in tv, hanno lasciato che il medico li vaccinasse non ascoltandoci, quando io e la mia famiglia abbiamo provato a dire qualcosa, pensando: “Ma tanto mica vuole capitare proprio a loro l’effetto avverso!”. Ci hanno detto anche con aggressività che siccome noi siamo lontani e loro devono sempre occuparsi dei miei nonni, loro decidono se farli vaccinare o meno.

In quel periodo erano già iniziate le morti improvvise, i malori e le malattie dopo i vaccini, ma i media hanno censurato tutto e se qualcuno provava a dirlo agli altri, veniva preso per bugiardo, o persona che non si affidava alla scienza e credeva di sapere tutto passando sopra i medici. Ecco allora che il dottore si è presentato a casa dei miei nonni alle 8 di mattina perchè avrebbe preso molti soldi (minimo 80 euro l’ora),e visto il grande guadagno extra oltre lo stipendio, non si è voluto preoccupare minimamente di informarsi di cosa fosse composto il vaccino e di quali effetti poteva avere perchè l’importante era quanto stava guadagnando.Tutti questi medici, visto il grande guadagno dietro al vaccino, hanno iniziato a correre il più possibile, chiamando anche le famiglie a casa in modo aggressivo per cercare chi ancora non lo avesse fatto. Fingendo che sia stato per il bene e la salute di tutti, si sono mostrati super disponibili, addirittura andavano loro casa per casa, (pagati ad ora) in modo tale da vaccinare quegli anziani che non potevano muoversi e andare da soli in ambulatorio, o le persone che avevano paura di uscire di casa. Perfino la mia dottoressa, donna ignorante ed egoista senza competenze, che non ha mai avuto voglia di fare il suo lavoro o venire a casa quando stavamo male, è arrivata a chiamarci per sapere se la mia famiglia avesse fatto il vaccino e se doveva venire lei a casa a farlo.

 

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Tuttavia, dopo due anni, quando gli ospedali e i centri medici si sono riempiti di eventi avversi da vaccino, questi stessi medici non ne hanno voluto sapere nulla! Dove sono finiti gli angeli salvatori? Ormai i loro soldi li avevano guadagnati e sono tornati sé stessi: egoisti e completamente menefreghisti verso chi sta male. Questa è stata un’altra grande prova che non stavano vaccinando per il bene delle persone, altrimenti si sarebbero preoccupati anche di tutti gli altri problemi precedenti e successivi! Hanno iniziato a mandare le persone a casa senza spiegargli nulla, dicendogli che non avevano nessun problema, oppure dove non potevano negare, rispondevano sinceramente che non sapevano che malattia potesse essere e da cosa sia stata provocata. Si arrabbiavano tantissimo anche quando qualcuno provava solo a dire che poteva essere stato il vaccino, perchè molti di loro sanno che dipende tutto da quello!

Tornando a mia nonna, dopo la seconda dose, ci sono stati dei giorni dove iniziava ad urlare per dei forti dolori sparsi per tutto il corpo (quando prima ho spiegato che è sempre stata molto forte a reggerli) e sia i miei parenti che il medico hanno pensato che li stesse inventando, nonostante sia un sintomo che molti hanno avuto dopo il vaccino. Ha iniziato anche a prendere mal di gola e raffreddori, quando non ne aveva mai avuti in vita sua. Una volta fatta la terza dose è arrivato il peggio: dopo qualche settimana è caduta a terra e si è fatta molto male alla testa, finendo al pronto soccorso. E’ stata subito rimandata a casa con l’ambulanza senza spiegazioni ( dato che i parenti non possono più entrare all’interno dell’ospedale e parlare con i medici, vedere il proprio caro o prelevarlo, tutto questo per impedire alla persone di vedere cosa stia succedendo realmente negli ospedali). Allora i miei parenti hanno subito chiamato il pronto soccorso per parlare con chi l’avesse visitata, visto che non stava per niente bene e doveva essere minimo ricoverata. Gli è stato spiegato che aveva solo battuto un po’ la testa e che stava bene, invece era in forte stato confusionale e non parlava più,e a questo è stato risposto che la cofusione derivava dalla demenza senile. E’ stata riportata di nuovo al pronto soccorso, stavolta viene trattenuta perchè le è stato diagnosticato un ictus e un trauma cranico! Come è possibile che la prima volta non si erano accorti che una paziente aveva dei problemi così gravi e addirittura è stata rimandata a casa? Invece loro sapevano bene che l’ictus fosse un evento avverso dal vaccino, ma hanno cercato di fare finta di nulla. Poteva anche morire, ma poi la colpa veniva data alla caduta, dato che nessuno aveva parlato dell’ictus. Questa volta la fanno rimanere in ospedale per monitorarla, allora mio cugino si è recato in ospedale per portarle i pigiami, ma non l’hanno fatto nemmeno entrare poco dopo la porta per parlare con qualcuno e lasciare i vestiti nonostante fosse vaccinato ( chi non è vaccinato non può entrare negli ospedali neanche per essere visitato) perchè non funzionava il macchinario per leggere il foglio dell’effettiva vaccinazione, ed è stato rimandato a casa lasciando mia nonna senza vestiti! Quando il giorno dopo è stato chiesto ai medici cosa avesse causato l’ictus che poi l’avrebbe fatta cadere a terra, è stato risposto loro che è venuto a causa della disidratazione! In pratica mia nonna avrebbe avuto un ictus perchè non beve abbastanza acqua pur di non ammettere che è stato il vaccino, una barzelletta! Il giorno dopo ancora, che c’è stato il cambio di turno, rivisitandola, un altro medico ha scoperto che mia nonna ha avuto anche un forte abbassamento del sistema immunitario e dei globuli rossi (un problema che tutti quanti i vaccinati hanno) e anche un’infezione batterica nell’urina, e visto che nemmeno qui potevano dire che è stato a causa del vaccino o che potrebbe averlo preso nell’ospedale , ci ha detto che è stato a causa della cattiva igiene personale ella signora. (Ovviamente, non è vero!). Quando è tornata a casa, nonostante la malattia e la non cognizione della realtà, mi ha detto che non ha sopportato che è dovuta stare ricoverata con la mascherina portandola tutte le ore anche se stava molto male, e che fosse roba da pazzi!

Ora purtroppo dopo la terza dose è anche peggiorata maggiormente con la demenza senile, non ricorda più i parenti e i loro nomi. E’ qualcosa che prima o poi doveva accadere, ma non nel giro di pochi mesi! Ma a causa del maledetto vaccino, la velocità del peggioramento è aumentata. Tutto questo è tristissimo e fa infuriare verso chi l’ha tradita: per primi i medici che dovevano curarla e non danneggiarla, poi i parenti che hanno lasciato fare tutto nonostante fossero informati sugli eventi avversi.

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Testimonianza 2:

Ospedali lager: pazienti uccisi fatti passare per morti covid

Racconto un’evento accaduto a Gennaio del 2021 ad un mio parente anziano, di 92 anni, che in seguito ad una caduta con frattura del femore è finito ricoverato in ospedale. In quel periodo, come anche lo scorso inverno, da quando è iniziata tutta la storia della finta pandemia, i media hanno riempito telegiornali e articoli web di notizie fasulle sul fatto che gli ospedali fossero pieni di pazienti ammalati di covid, e che stavano anche morendo in massa. Molte persone che sono andate in ospedale nelle città di tutta Italia, hanno potuto vedere con i loro occhi che in realtà le sale, il pronto soccorso e i reparti covid erano completamente vuoti. Hanno anche ripreso con il cellulare ed era pieno di video che puntualmente i social facevano sparire immediatamente senza spiegazioni. Dicevano questo degli ospedali di tutte quante le città e paesi, e le persone si sono fidate dei racconti, piuttosto che andare ad appurare se effettivamente fosse realmente così. Proprio in quel periodo mio padre è finito al pronto soccorso per un problema, e ha potuto vedere con i suoi occhi che era tutto vuoto e  le ambulanze ferme, mentre la radio locale affermava che quell’ospedale esplodesse di contagiati. Quindi dato che fosse tutta una messa in scena, cercavano in tutti modi di renderla reale con delle finte prove.

Uno di questi metodi era quello di uccidere letteralmente i pazienti che erano finiti in ospedale per altre motivazioni, però prima facendogli dei tamponi con esito finto positivo in modo tale che risultassero dei veri malati covid che poi morivano per questa malattia. Diverse persone hanno appurato che i tamponi fossero finti provandoli anche sulla frutta,o con liquidi come bibite, e comunque l’esito risultava positivo. I medici e gli infermieri hanno utilizzato dei farmaci come dei veri e propri veleni, oltre che delle procedure che andassero ad aggravare patologie già pregresse, come ad esempio intubare il paziente quando in realtà proprio non si doveva farlo. Si fa stento a crederlo, è terribile e disumano, ma il mio parente fu uno di questi casi e qui di seguito racconterò quello che è accaduto.

Una volta che è stato portato in ospedale dopo la caduta, i figli non hanno potuto più vederlo perchè hanno eliminato la possibiltà di entrare in ospedale per fare visite o anche parlare con i medici, con la scusa che fosse un luogo contagioso, quando invece il tutto serviva per non far vedere cosa realmente stava accadendo, in modo che i medici potevano agire indisturbati. Appena è entrato si sono preoccupati di fargli il tampone piuttosto che visitarlo per vedere le sue condizioni, ed è risultato ovviamente positivo e lo hanno collocato nel reparto covid . Nei primi giorni del suo ricovero i medici hanno dato la possibilità di farlo vedere ai loro cari tramite videochiamata, poi più nulla, e questo ha creato molto stress in loro giustamente perchè non potevano vedere loro padre, sembrava una prigione invece che un’ospedale.

Passato un mese, i figli si ritrovarono a parlare con il primario dell’ospedale dove si trovava loro padre. Essendo un loro caro amico, ha consigliato con tutto il cuore, in confidenza, di riportare a casa loro padre, ALTRIMENTI SAREBBE STATO AMMAZZATO, spiegando inoltre che l’ospedale prende grandissime cifre sia quando il paziente risulta positivo,( dai 2000 in sù al giorno per paziente), ma cifre più alte quando decede (oltre gli 8000). Questo spiega perchè ovviamente questo signore è risultato positivo e quindi inserito nel reparto covid, cosa ha smosso maggiormente tutti questi medici (ovviamente già con la coscienza sporca) ad arrivare ad uccidere tantissimi pazienti in cambio di cifre non irrilevanti. I pochissimi medici che invece hanno avuto umanità e coscienza, si sono rifiutati di far parte di questo genocidio che poi successivamente sono stati sospesi per non dover essere obbligati a vaccinarsi. Quindi effettivamente molti morti ci sono stati, comunque in numero minore rispetto a quello che i media affermavano, ma nella cartella clinica veniva falsificato il motivo della morte modificandolo in Covid. Quindi le famiglie che non hanno avuto modo nè di entrare in ospedale, nè di parlare faccia a faccia con i medici, hanno creduto realmente che i loro familiari fossero morti per il virus, mandando avanti questa grande farsa.

 

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Tornando alla vicenda, allora i suoi figli immediatamente hanno richiesto di riportare questo signore a casa, ma i medici inizialmente non volevano, hanno anche rifiutato la loro richiesta con aggressività. Come mai? Il motivo è terrificante: quando sono riusciti a riportarlo a casa, dopo averli minacciati di denuncia, lo hanno ritrovato completamente denutrito, era magrissimo, disidratato, e con la bocca marcia e ferita. Aveva anche un polso rotto ingessato, quindi potrebbero averlo fatto cadere accidentalmente o volontariamente, perchè all’inizio dopo la visita aveva soltanto il femore rotto. Si sono approfittati della sua malattia dato che non ha potuto raccontare come è stato trattato e cosa gli hanno fatto, ma il suo corpo parla chiaro, lo stavano davvero per ammazzare e si sono anche divertiti a malmenarlo. Dato che non c’èra stata la possibilità di vederlo in nessun modo, dopo che lo avrebbero fatto morire anche di fame e chissà di cos’altro, come ho spiegato prima, avrebbero dichiarato che sarebbe morto di Covidm in modo tale da prendere quelle grandi somme di denaro. Avevano inventato la scusa di non poterlo far uscire anche perchè avevano rifatto il tampone ed era risultato positivo, ma una volta uscito, facendogli fare un tampone da un’altra parte nello stesso giorno, è anche risultato negativo, quindi un’altra grande prova che fosse tutta una finta. Il mio parente è salvo grazie alla fortuna di avere avuto una conoscenza nell’ospedale (che tralaltro sa la verità, ma la tiene nascosta) , ma pensiamo a tutti gli altri che sono morti in questo modo e nessuno sa la verità. Gli ospedali non sono luoghi dove le persone vengono curate, coccolate, dove possono stare al sicuro, sono dei veri e propri lager nazisti, e non è assolutamente una parola esagerata dato che i pazienti entrano, ma non escono, si ritrovano ad avere le stesse condizioni fisiche delle persone che abbiamo visto tutti nelle fotografie dei campi di concentramento. Ora i medici hanno iniziato a pagarla, proprio qualche giorno fa è stato arrestato un medico che ha ucciso i pazienti nel suo ospedale, ma non basta, devono essere presi e puniti tutti per i gravissimi reati che hanno compiuto.

Aggiornamento della vicenda: Dopo circa un anno, a luglio 2022, questo signore ha preso una fortissima febbre a 39. I figli sono andati nel panico, e non avendo l’appoggio neanche del medico di base che li ha anche trattati male non volendo neanche andare a visitarlo a casa, il mio parente è stato portato in ospedale, purtroppo nello stesso dove era accaduta la vicenda precedentemente raccontata. Invece di occuparsi della gravità della situazione, i medici si sono preoccupati di chiamare al telefono i figli (dato che non si può ancora entrare in ospedale) per aggredirli sul fatto che loro padre non fosse vaccinato. Loro hanno risposto che se a quest’ora lo avessero fatto, sarebbe già morto. Continuavano a fargli tamponi sperando che uscisse positivo per inserirlo nel reparto Covid, ma risultava sempre negativo e intanto la febbre diminuiva, era molto forte. Alla fine i figli sono riusciti a contattare un medico di un’altro reparto che conoscevano per allontanarlo da quei pazzi, ma ormai in quel reparto il signore ha preso un’infezione batterica chissà per quale motivo ed è deceduto. Almeno il medico dell’altro reparto ha avuto la decenza di far entrare i figli durante la notte e tenere per mano loro padre fino alla morte, ma questa è stata solo un’eccezione perchè nessuno ha potuto più vedere i proprio cari in ospedale prima di morire. In ospedale fingono di sanificare tutto, che sia sicuro dato che nessuno può entrare, tutti con le mascherine, tamponi, eppure il povero signore è stato ucciso da un’infezione batterica dalle reale condizioni pietose in cui gli ospedali si trovano. Sì, perchè soltanto davanti alle telecamere i medici indossavano grandi tute bianche per non prendere il virus, o le mascherine, poi spente le telecamere toglievano tutto. Alcune volte capitava di fare errori, e molti medici o pazienti attori si toglievano la mascherina prima di chiudere il servizio televisivo, e chi voleva capire, ha capito che è stata solo una grande recita. Riguardo questa storia, i figli poi si sono pentiti di averlo riportato in ospedale, si sono fatti prendere dalla paura e hanno pensato che se lo lasciavano a casa, poteva sopravvivere.

 

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Vittime del vaccino

Testimonianza 3:

Medici radiati ingiustamente e prime vittime da vaccino

Da quando hanno iniziato a somministrare il vaccino, subito ho potuto iniziare a vedere intorno a me persone che morivano instantaneamente dopo la dose, o successivamente. Per molto tempo, i medici veri, non venduti, ci avevano avvisato di tutti i gravi possibili effetti del vaccino, tra cui il Dna modificato e anche la morte. Purtroppo queste informazioni sono state tutte censurate e fatte passare avanti solo quelle fasulle, a volte però la verità riusciva a passare lo stesso attraverso canali alternativi, e infatti molte dopopersone hanno deciso di non vaccinarsi, ma purtroppo la maggior parte della popolazione, la massa, non ha voluto ascoltarli, perchè il governo ha deriso questi medici, facendoli passare per pazzi. Successivamente sono stati anche radiati, ed in alcuni casi, addirittura arrestati. Di uno di questi tanti casi vorrei ricordare il Dottor Roberto Petrella, medico teramano seguito da tutta Italia, che fin dall’inizio ha spiegato in modo chiaro,comprensibile anche a chi non studia medicina, quanto fosse pericoloso il vaccino, e cosa accade al Dna dopo che viene modificato. Nel 2019 è stato radiato, e nel Gennaio 2022 è stato arrestato per aver consigliato ad una paziente con miocardite da vaccino, di non andare in ospedale altrimenti l’avrebbero intubata e uccisa. Poi successivamente la signora è deceduta per la miocardite, e oltre a nascondere che la morte è avvenuta a causa del vaccino, hanno arrestato il dottore per omicidio colposo,ovviamente deridendo la sua figura. La famiglia della signora non voleva assolutamente denunciarlo, ma la Digos ha rintracciato queste telefonate dove lo hanno incastrato ingiustamente. Lo osservavano da tempo, soprattutto quando si è esposto nelle grandi manifestazioni che ci sono state nel 2021, dove si cercava di informare più gente possibile sulla verità, e lui era in prima fila a raccontare che il suo studio era pieno di persone con effetti avversi da vaccino. Quindi, dopo che le persone sono corse a vaccinarsi, le vittime non sono tardate ad arrivare, proprio come tutti questi medici avevano avvisato. Le prime che ho potuto vedere sono state la madre del mio fruttivendolo di fiducia, che ha avuto una malattia allo stomaco nata improvvisamente e che l’ha fatta morire nel giro di poche ore. Dopo due-tre giorni è deceduto il padre del gestore del bar più conosciuto del mio paese (signore che stava benissimo prima del vaccino), morto di malore improvviso, precisamente un attacco cardiaco. Dopo qualche settimana è morto anche il padre di mia zia, di 96 anni, che nonostante la sua età non aveva nessuna malattia pregressa, ed è morto di infarto. E’ deceduto anche il fratello di un caro amico di mio padre ,di 60 anni. Aveva avuto un tumore al fegato che si portava da una vita, ma ne era quasi uscito, eppure dopo qualche giorno dalla terza dose è morto improvvisamente. Dopo un pò è morto un signore di 50 anni mentre coglieva le olive in un campo sopra casa mia per un malore improvviso.

 

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Testimonianza 4:

Paralisi Di Bell

Tramite mio zio ho potuto vedere una reazione molto grave da vaccino: La Paralisi facciale Di Bell. Già da anni soffriva di depressione, quando poi è arrivato il lockdown e ci hanno obbligati tutti a rimanere chiusi in casa per mesi e mesi senza mai poter uscire, a mio zio è venuto il Morbo Di Parkinson, perchè ha vissuto una forte situazione di disagio che ha portato allo sviluppo della malattia. Infatti in questo periodo mentre il governo e i medici venduti ci dicevano che rimanere chiusi in casa ci avrebbe salvato dal virus e poi saremmo tutti stati meglio, intanto le persone invece  hanno sviluppato un sacco di patologie e disturbi mentali. Era tutto tranne che per il nostro bene, rimanere chiusi dentro casa è innaturale, nocivo e anche totalmente inutile, e per fare in modo che tutti lo facessero, hanno minacciato con multe salate chi provava ad uscire, spaventando tutti riempiendo le strade di polizia e militari anche armati, prendendo a manganellate anche donne, anziani e bambini. Questo fa comprendere che non è stata una situazione legata alla salute, ma alla politica. Hanno preso come scusa una pandemia per sottomettere i cittadini, perchè se davvero ci fosse stata un’emergenza sanitaria, non era il caso di preoccuparsi di sottomettere, impaurire e malmenare i cittadini. Quando poi sono arrivati i vaccini, i miei parenti prima di farli hanno riportato a casa il foglio con scritte tutte le possibili reazioni avverse da firmare , il famoso “Consenso Informato”, in modo tale da togliere le responsabilità ai medici per qualsiasi problema ci fosse stato. Questi stessi medici affermano che le reazioni avverse non esistono, però nello stesso tempo fanno firmare un foglio nel caso venissero, un grandissimo controsenso che dovrebbe far riflettere. Ho letto questo foglio e tra i vari disturbi elencati c’era “Paralisi Facciale Di Bell”. Ho provato a convincere la famiglia di mio zio a non fargli fare il vaccino, dato che già aveva dei disturbi che potevano aggravarsi e che le reazioni avverse sono tante, come anche il rischio di morire (questo però sul foglio non c’era scritto), ma mi hanno detto che ci avrebbero pensato, perchè comunque le avversioni ce ne sono una su un milione. Li risento dopo un pò di tempo e scopro che a mio zio gli hanno fatto fare anche due dosi, e ha avuto proprio la Paralisi di Bell. Oltre al Parkinson che è peggiorato notevolmente, metà viso non può più muoverlo, l’altra parte lo muove poco, tiene sempre gli occhi sbarrati, parla con la bocca semi-chiusa e ha anche sempre il corpo teso con i pugni chiusi e le braccia dritte sul busto come se fosse sempre all’attenti. Quando l’ho incontrato è stato terribile, prima aveva una grande parlantina e gli piaceva scherzare, ora parla a mezza bocca e a bassa voce dicendo una parola ogni tanto. Ha smesso anche con tutti gli hobby che aveva,rimane immobile a non fare nulla, ed è spesso molto nervoso e agitato. La sua famiglia, nonostante li avevo avvisati proprio della possibile paralisi, non collegano che sia accaduto a causa del vaccino, quindi neanche denunceranno l’accaduto.

 

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Testimonianza 5:

Bambini danneggiati dalle madri vaccinate

Mia cugina, prima che arrivarono le dosi di vaccino, è rimasta incinta dopo tanta fatica visto che ha dovuto ricorrere all’inseminazione artificiale. Nonostante la delicatezza della sua gravidanza, all’ottavo mese ha fatto la prima dose altamente consigliata dalla sua ginecologa ( è risaputo ormai che i medici vengono pagati anche soltanto per consigliare il vaccino, fregandosene altamente di quello che può provocare). Prima era convinta che non lo avrebbe mai fatto, visto che ha fatto tanto per avere suo figlio, ma si è fidata del suo medico. Prima di questi vaccini, quelli precedenti erano vietati alle donne incinte visto che era molto pericoloso, eppure hanno tutti resettato la memoria. Fortunatamente il bambino è nato vivo, ma moltissime altre mamme vaccinate hanno perso il bambino in gravidanza, oppure è nato morto. Poi, dopo appena che il bambino è nato, i medici gli hanno fatto subito il tampone che è risultato positivo. E’ inspiegabile come un bambino appena nato potesse prendere un virus dato che la madre fosse anche negativa, eppure tutti ci credono nonostante i tamponi siano falsati. Questo ha portato il fatto che hanno separato la mamma e il bambino per 15 giorni dalla nascita. E’ stato terribile sapere questa notizia perchè la madre, e neanche il padre, non hanno potuto vedere suo figlio crescere e stargli vicino, è un momento che nessuno gli ridarà. Per non pensare cosa avrà provato il neonato a rimanere da solo appena nato, senza poter stare tra le braccia della sua mamma, ma in una culla da solo e nutrito ogni tanto da un’infermiera con il latte della madre. Dopo poco tempo, la mamma ha fatto anche la seconda dose e la terza mentre lui era in allattamento, e il piccolo ha iniziato ad avere delle reazioni cutanee, come degli sfoghi rossi sparsi sul viso e sulle braccia, perchè tutte le ulteriori sostanze nocive che erano nel vaccino, sono passate anche nel latte materno che quindi ha assorbito. Essendo nato già con il vaccino nel corpo, visto che la mamma lo ha fatto mentre lui era nella pancia, è nato con una pelle molto debole, sottile, sembra vitrea e si vedono molto le vene. Prende continuamente la tosse, è molto più piccolo del normale, come se non assimilasse il cibo. Ha 5 mesi e non si comporta come un bambino di quell’età dovrebbe. I genitori dicono che è calmo, in realtà sembra apatico, non risponde agli stimoli visivi, non fa mai versi, ha sempre lo sguardo fisso e spento.

 

Testimonianza 6:

Forti disturbi a causa del vaccino e cure rifiutate

Dopo qualche settimana dalla terza dose, la mia vicina di casa di 30 anni, una mattina si è svegliata con la bocca piena di sangue, causato da enormi bolle sparse sulle gengive e sul palato. La sera prima stava benissimo, non aveva avuto nessun tipo di problema o sintomo. Queste bolle le ha avute in tutte le mucose del corpo, anche nelle parti intime ed erano dolorosissime. E’ corsa al pronto soccorso, ma non è stata curata come sperava: la dottoressa che era di turno si è rifiutata di visitarla, probabilmente sapendo che era un effetto del vaccino. Ci rendiamo conto? Un medico che si rifiuta di visitare un paziente che ha anche un’urgenza, e intanto tutti ripetono a pappagallo che i medici sono tutti angeli. E’ rimasta ore ad attendere un altro medico, intanto ha provato a chiamare il suo dottore di fiducia per chiedere se sapesse cosa fosse, ma era vago e agitato, e l’ha dileguata subito. Forse evidentemente tutta questa fiducia non c’era, dato che l’ha lasciata sola nel momento del bisogno. Invece quando c’era da vaccinare si faceva sentire molto! Comunque verso sera si è presentato un medico che l’ha visitata, le ha spiegato che è una forma di Herpes (malattia che lei ne soffre da anni, ma consiste in piccole bollicine sul labbro), ma che non ha visto mai nulla di simile, che non sapeva che dirle, e che può essere un effetto del covid che avrebbe avuto due mesi prima. Dopo questa frase si è convinta che invece sia stata infettata da un bambino che ad una festa ha auto un colpo di tosse a tre metri da lei, pur di non accettare o capire che ha avuto un grande effetto avverso dal vaccino.

 

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Praticamente esso ha ingigantito e triplicato la malattia, facendole venire grandissimi bubboni pieni di sangue e liquido in tutto il corpo! Dopo circa due mesi è tornata a farsi delle visite e le hanno diagnosticato anche problemi remautologici, dalle analisi è risultato che il sistema immunitario è bassissimo e le è anche nato un fibroma all’utero.

 

Testimonianza 7:

Danneggiati da vaccino nascondo gli effetti avversi

Un giorno ho sentito parlare i miei vicini in terrazzo a bassa voce, pensando di essere soli e che nessuno li stesse ascoltando. Mi ha colpito molto quello che stavano dicendo, la signora stava riflettendo in confidenza a suo marito sul fatto che soltanto uno dei loro parenti stava molto bene di salute, mentre tutti sono pieni di malattie e problemi. Hanno iniziato ad ipotizzare allora che non sia vaccinato perchè chiunque l’ha fatto sta male, lui no. Invece di ragionare sul fatto che hanno sbagliato a fare il vaccino perchè è pericoloso, dato che ha fatto ammalare gravemente tutti, si sono messi a parlar male di questa persona perchè non si era vaccinata e che dovesse farlo. Ovviamente quando sono insieme alle altre persone, non raccontano di avere malattie o problemi. Infatti ero sorpresa di sapere che in realtà stavamo malissimo anche loro e che avevano avuto forti reazioni avverse al vaccino e che lo riconoscessero come tali, ma fuori lo nascondono finchè riescono. Hanno affermato di “sentirsi morire” dopo averlo fatto. Fanno finta di stare bene, di non avere nulla, per non dire agli altri i danni del vaccino e non dover ammettere che chi ha cercato di avvisare in tutti modi possibili le reazioni avverse, avessero ragione. Questo è un grave problema, perchè tenendo nascosti i danni del vaccino per orgoglio, la popolazione viene a scoprire con più difficoltà la reale pericolosità. Hanno difeso a spada tratta un siero sperimentale fatto passare per oro colato, e nel momento in cui si è scoperta la verità, questi stessi difensori e paladini del vaccino, non hanno voluto ammettere di aver seguito una causa sbagliatissima.

 

Testimonianza 8:

Tumore dopo terza dose e comportamenti mafiosi in ospedale

Mio cugino, persona con fisico atletico e sano che non ha mai avuto nessuna malattia, qualche mese dopo la terza dose si è svegliato una mattina con lancinanti dolori allo stomaco, nausea e svenimenti. Non sapendo cosa possa essere, ha ipotizzato di aver avuto un’intossicazione alimentare, dato che la sera prima era uscito a cena con gli amici. E’ andato subito al pronto soccorso, dove senza nemmeno fare il tampone tutti hanno ipotizzato fosse Covid, quando stiamo parlando di disturbi molto diversi da una possibile influenza da virus, e questo è assurdo. In pratica ogni disturbo che viene si ha paura che sia il Covid a causa della psicosi che hanno generato in tutti, anche se i sintomi sono completamente differenti.

Quindi, una volta che mio cugino è risultato negativo al tampone, si sono occupati di capire cosa fosse. Non importa quanto è grave il problema che stai avendo, negli ospedali interessa solo se sei positivo o meno, così se lo sei possono guadagnarci molti soldi dallo Stato, poi possono lasciarti anche morire in agonia. Così, appena  il mio parente è arrivato nella stanza, si è incontrato con un’infermiere che lo ha riconosciuto, affermando di essere il marito di sua cugina. Questo infermiere ha avvisato tutti i medici e infermieri nella sala che quel ragazzo fosse suo parente, per assicurarsi che tutti lo avessero trattato bene e che non gli avessero fatto del male. Tutto ciò è terrificante, se non era un suo parente allora tutti avevano il via per non curarlo, rimandarlo a casa o alla peggio creargli qualche danno? Sembra di entrare in un covo mafioso, un lager, non in un ospedale dove si dovrebbe essere curati.

 

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Nonostante ciò, verso sera, volevano rimandarlo comunque a casa e la dottoressa che era di turno in quel momento non voleva nemmeno fare una radiografia. Poi si è convinta pensando di trovare un’intossicazione, ma ha trovato un tumore, precisamente un’Angioma al fegato anche in stadio avanzato. E’ un tipo di tumore che non ha sintomi finchè resta piccolo, e nonostante questo la dottoressa ha chiesto a mio cugino come non avesse fatto a non accorgersi prima, la stessa persona che non voleva nemmeno fargli l’ecografia e mandarlo a casa. Molti medici censurati avevano avvisato che il vaccino avrebbe fatto nascere tumori di ogni tipo, ma quel giorno ovviamente a lui non hanno nemmeno lontanamente nominato il vaccino come possibile causa dell’Angioma, eppure è nato proprio dopo i vaccini, ad un ragazzo giovane e sanissimo. Ora è da monitorare frequentemente per evitare che peggiori, altrimenti andrà esportato da solo, o insieme ad una parte di fegato. Un’altra situazione di questa storia che spaventa molto è che nè mio cugino, nè i suoi familiari, sono minimamente spaventati o preoccupati di questo tumore. Un conto è essere positivi pensando che si risolva tutto, un altro conto è ritenerlo come se fosse un raffreddore, “e che la vita va come deve andare”, invece poi paradossalmente hanno paura come la morte del Covid, che fin dall’inizio nel 2020 è stata un’influenza moderata che passava. I media possono farti credere davvero di tutto, anche se le prove davanti ai tuoi occhi dicono tutt altro.

 

Testimonianza 9:

Reazione avversa al vaccino: perdita parziale della voce

Una cara amica di famiglia, di 72 anni, ha lottato per un intera vita con il tumore al seno. Ogni volta l’ha debellato, ma  purtroppo dopo un pò è sempre tornato. Nonostante ciò, comunque è andata avanti, sempre forte a tal punto che sembrasse non lo avesse nemmeno. Dopo che ha fatto la prima dose di vaccino arrivata subito perchè considerata soggetto fragile visto che ha un tumore, sono arrivati anche i problemi. Quando ero piccola ricordavo che proprio ai soggetti fragili si evitasse di fare vaccini, come anche alle donne incinte, perchè si sapeva che potesse essere aggressivo per un corpo in quelle condizioni, invece questa volta hanno cambiato versione e le persone fragili sono state proprio le prime a risentirne con le reazioni avverse, nonostante fosse anche un vaccino in fase sperimentale. Nonostante la malattia, questa signora aveva un corpo forte, in salute, ma dopo il vaccino l’abbiamo incontrata e sembrava invecchiata di 20 anni, la pelle è diventata tutta rugosa in poco tempo e ha anche cambiato colore. E’ visibilmente debole, cammina e parla lentamente. I dottori hanno inventato la scusa che sia stato il covid avuto mesi prima. Dopo la terza dose ha iniziato ad avvertire dolori fortissimi alla gola, non riusciva più a parlare come se avesse un blocco, il problema è diventato perenne e adesso quando parla esce fuori una voce fioca e stridula. I medici le hanno detto che non sanno assolutamente cosa possa averlo causato, e che il problema è molto grave e da un momento all’altro potrebbe perdere totalmente la voce. In verità, andandosi ad informare sulle dichiarazioni dei medici non corrotti, è emerso che il vaccino crea delle malattie gravi alle corde vocali, infatti molti cantanti famosi vaccinati si stanno ritirando dai tour perchè stanno avendo proprio questi problemi.

 

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Reazioni avverse testimonianze brevi

Testimonianza 1:

Moltissimi morti di tutte le età ci sono state anche dopo le seconde e terze dosi. Dopo qualche mese dalla terza, nel mio quartiere è morta una signora di 90 anni che stava bene, prendeva qualche medicina per i “problemi classici” da anzianità, ma è deceduta improvvisamente. Non hanno saputo spiegare il motivo della sua morte, classificandola con ” morte naturale” vista l’età,ma qui di naturale non c’è proprio nulla perchè tralaltro chi ha visto il suo corpo dopo essere morta, ha detto che la sua pelle era diventata gialla ed era gonfissima ovunque e questo non coincide per nulla con quello che hanno affermato i medici.

 

Testimonianza 2:

Qualche settimana dopo la terza dose, la madre di mio zio di 75 anni, è stata trovata morta dalla figlia quando è andata da lei la mattina. L’ha ritrovata seduta sulla poltrona con la tv accesa,e i medici hanno affermato che sia stata una morte completamente naturale. Hanno nascosto il vero motivo della morte da vaccino, visto che la signora stava anche bene di salute.

 

Testimonianza 3:

Dopo mesi dalla terza dose, hanno continuato ad esserci molte morti, e ci sono tutt’ora anche di persone molto giovani. Infatti il vaccino non uccide soltanto persone anziane che non potrebbero reggere il colpo, ma anche persone molto giovani con ottima salute, e questo fa comprendere quanto sia pericolosamente dannoso. Un giorno ero in lavanderia e alla signora in cassa arriva una telefonata che la fa rimanere con gli occhi sgranati. Come chiude il telefono spiega che un suo caro amico di 40 anni è morto di malore improvviso e non si capacitava perchè non è possibile morire in questo modo a quell’età. Poi un’ amico stretto di mio cugino di 30 anni, è morto in piena notte anche lui per un malore, sono rimasti tutti scioccati, ma nessuno si è chiesto come possa essere accaduto.

 

Testimonianza 4:

Qualche settimana fa è deceduto un signore di 70 anni che conoscevamo tutti nel mio paese, eppure non aveva nessun problema fisico fino a prima del vaccino, di cui ha fatto la terza dose qualche mese fa. Qualche giorno fa è deceduta una signora di 58 anni che abita qui vicino, è successo durante la notte per arresto cardiaco. Chi non la conosceva bene ma sapeva la sua storia, ha insinuato che fosse morta di tumore,ci ha lottato per 20 anni, ma l’aveva completamente superato e l’arresto cardiaco non ha avuto nulla a che fare con esso. Altri hanno ipotizzato che fosse morta a causa degli psicofarmaci, che, oltre ad essere improbabile, aveva smesso di prenderli ormai da mesi perchè era in via di guarigione.

 

Testominianza 5:

La zia della mia vicina, di 57 anni, dopo qualche giorno dalla terza dose, ha iniziato ad avere diverse reazioni avverse che ha tutt’ora. Innanzitutto una mattina si è svegliata con la schiena bloccata, si è dovuta fare molte punture, ma comunque ogni passo era come una coltellata. Ora sta un pò meglio, ma comunque non può stare in piedi per molto tempo. Dopo un pò sono iniziati dolori lancinanti alle gambe. Da quando è iniziato il problema alla schiena ha iniziato a girare per i centri medici, ma nessuno è stato in grado di fornirgli una spiegazione, anzi spesso l’hanno rifiutata. Quando è arrivato anche il dolore forte alle gambe, i suoi parenti l’hanno invitata a fare delle analisi o anche l’ecodoppler perchè poteva peggiorare e c’era il rischio che le potesse anche venire una trombosi, dato che già in passato ha avuto forti reazioni avverse alla pillola anticocenzionale. Lei ha risposto loro che si è stancata davvero di girare per gli ospedali da mesi, non ne vuole sapere più nulla perchè nessuno capisce i problemi che ha, venendo anche rifiutata e trattata male. Ha detto anche che se si aggrava, pazienza, la sua vita è distrutta da malattie di seguito che sono arrivate di colpo, e non capisce cosa sia , non ce la fa più.

 

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Testimonianza 6:

Una conoscente di mia madre con cui le è capitato di parlare al telefono, le ha raccontato che da quando si è vaccinata ha un sacco di dolori sparsi per tutto il corpo, è sempre stanca e molto affaticata. Vedendo che mia madre era molto disponibile all’ascolto senza giudicare, le ha confessato in segreto che lei sa che tutti i problemi che sta avendo, oltre che quelli di tutte le persone, sono per colpa del vaccino, e che da quando l’ha fatto lei  “non si sente più sè stessa”, e che se potesse tornare indietro, non lo farebbe mai e poi mai e che ovviamente non farà le prossime dosi nemmeno se obbligata. Questa signora ha detto queste sue considerazioni a mia madre in segreto, perchè ha paura di essere aggredita dalle persone che non vogliono sentire minimamente qualcuno che va contro il vaccino, anche se ci sono motivi più che giusti per farlo. Se qualcuno prova a dire che i vaccini sono dannosi, si viene additato da tutti come pazzo o bugiardo.

 

Testimonianza 7:

La cugina di mio padre, di 71 anni, dopo la prima dose una mattina si è sentita molto male, è svenuta in casa ed è stata ritrovata da un familiare che ha subito chiamato l’ambulanza. Quando i medici sono arrivati, le hanno fatto 3 punture e sono andati via, senza portarla in ospedale e controllare che problemi avesse. Ora dopo la terza dose le sono iniziati problemi mentali, ha perso improvvisamente lucidità, non connette bene le frasi e non comprende più situazioni ed eventi della routine.

 

Testimonianza 8:

Un caro amico di mio nonno,68 anni,  lottava da una vita intera contro un tumore al fegato. Il tumore era medio/grande, ma negli anni questo signore ha sempre avuto una grande forza d’animo, da parte sua sembrava che non ce l’avesse o ci scherzava sopra, e così tranquillizzava anche tutti i suoi cari. Un mese dopo la terza dose però, è finito in ospedale per una grave polmonite bilaterale ed è subito deceduto dopo essere stato ricoverato. La moglie ancora non si capacita come potesse essere deceduto da una malattia diversa da quella del tumore, di cui era sicura che lui avrebbe sempre combattuto. Ovviamente i medici non hanno spiegato quale sia stata la causa, e lei è fermamente convinta che il vaccino non centri nulla con la morte di suo marito.

 

Testimonianza 9:

La migliore amica di mia zia,di 58 anni, dopo poco la prima dose ha dovuto subire un intervento ad una gamba, ma a causa del vaccino non è andato a buon fine e le è venuta una trombosi in cui ha seriamente rischiato che la gamba venisse amputata. Nonostante i medici le hanno confermato che fosse stato un evento avverso dal vaccino, ha comunque fatto la seconda e terza dose, e dopo un pò, le è uscita una pallina di carne di qualche centimetro sotto la lingua che ha dovuto asportare, e anche qui i medici le hanno confermato che le è uscita a causa dei vaccini.

 

Testimonianza 10:

Mio zio di 70 anni, ha goduto sempre di ottima salute, ma dopo la terza dose è andato a fare la prova da sforzo ed è risultato un peggioramento. Una settimana fa, si è dovuto operare per una vena chiusa e ha dovuto mettere 4 stent per allargarla. La dottoressa le ha detto che è stato fortunato perchè poteva morire improvvisamente di infarto, inoltre lui riconosce che sia stato a causa del vaccino, mentre la maggior parte delle persone non vogliono comprenderlo. Ora si sta operando la cataratta, problema di cui ha sempre sofferto, ma che con il vaccino si è amplificato.

 

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Testimonianza 11:

Un cugino di mio padre,di 72 anni, vantava di un’ottima salute dato che fin da giovane girava tutta l’Italia in bici. Anche ora, nonostante l’età ci riusciva , partiva e attraversava spesso 3-4 regioni e questo gli ha permesso di non sviluppare malattie, aveva delle gambe ben forti e sembrava un giovanotto. Dopo i vaccini ha avuto un peggioramento incredibile, il suo udito è peggiorato, ha iniziato ad avere dolori sparsi in tutto il corpo soprattutto uno molto forte ad un rene, e i medici non sanno spiegargli da cosa sia dovuto. Si sente continuamente affaticato, e ha smesso completamente di andare in bici, non riesce più a compiere una minima tratta. Ha smesso anche di viaggiare in camper. Grazie allo sport godeva di un’ottima salute, non prendeva neanche un farmaco, ma la medicina che dovrebbe aiutare , invece lo ha danneggiato gravemente e sta andando sempre peggio.

 

Testimonianza 12:

Due uomini che abitano nel mio quartiere, uno di 62 anni, l’altro di 69, dopo la terza dose nel giro di pochi mesi, entrambi si sono dovuti operare per lo stesso problema alla prostata. Il primo adorava andare ogni tanto in bici, e i medici pur di nascondere che sia stato un effetto avverso dal vaccino, hanno dato colpa al fatto che gli abbia fatto troppo male stare seduto sulla bici. Al signore di 69 anni, l’operazione non è andata a buon fine ed è dovuto ri-operarsi, nonostante prima i medici avessero detto che era tutto sotto controllo.

 

Testimonianza 13:

Dopo la prima dose, la mamma di una mia amica di 48 anni, verso sera ha iniziato a sentire il braccio formicolare (quello dove si è fatta iniettare il vaccino). La mattina si è svegliata con il braccio completamente paralizzato. E’ riuscita a muoverlo di nuovo dopo due settimane, ma lei non si è spaventata per niente per l’accaduto perchè i medici le hanno detto che è assolutamente normale ed è capitato a molti, invece non le hanno detto che è stata fortunata, e che molte persone non sono uscite più dalla paralisi degli arti o addirittura di tutto il corpo.

 

Testimonianza 14:

Dopo le dosi di vaccino, ho potuto vedere in alcuni miei parenti un eccessivo aumento della rabbia e aggressività anche per le più piccole cose. Sono in generale più negativi e pessimisti. Molte persone che conosco dopo i vaccini si sentono sempre confuse, molto affaticate, affannate e distratte. Alcune dicono di non sentirsi più in sè. Uno di loro ha continui bruciori alla lingua tutti i giorni e non si capisce il motivo.

 

Testimonianza 15:

I miei vicini di casa dopo la terza dose hanno tutti e due preso il coresterolo cattivo, mentre a mio cugino, dopo la seconda dose gli si sono alzati tantissimo i trigliceridi e ha rischiato molto. Ora deve prendere un sacco di medicinali.

 

Testimonianza 16:

Un’amica di famiglia una mattina si è svegliata con una grande bolla di herpes sulla pancia. Dato che non si rende conto che sia stato il vaccino, crede che la grande bolla anomala sia nata a causa del troppo freddo preso con le finestre aperte durante la notte.

 

Testimonianza 17:

La mia estetista dopo aver fatto la prima dose, ha avuto una fortissima diarrea e febbre per giorni, oltre ad altri dolori. Non ha neanche avvisato il medico perchè è convinta che tutto questo sia causato dalla troppa aria condizionata presa al centro commerciale. Dopo mesi dalla terza dose il suo ciclo mestruale ha iniziato a dargli una marea di problemi in più, come sta accadendo in tantissime donne vaccinate. Per quanto è diventato doloroso e forte, durante il lavoro deve chiedere 5 minuti di pausa per stendersi e riprendersi un pò.

 

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Testimonianza 17:

Una parente dei vicini di casa, già con problemi fisici e ritardo mentale, dopo le tre dosi ha perennemente dei grandissimi sfoghi rossi su tutto il viso e sul corpo.

 

Testimonianza 18:

La mia parrucchiera dopo mesi dal vaccino, dice che non si sente più sè stessa, non si riconosce più, è sempre affaticata, debole e non riesce a fare neanche semplici azioni nonostante abbia 40 anni. Ha detto anche che si sente impazzire, e che grazie al lavoro riesce a distrarsi per qualche ora. E’ sicura che non tornerà mai più sè stessa e che prima o poi le arriverà un esaurimento nervoso.

 

Tali

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18 anni compiuti su di un letto di ospedale

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Alcuni mesi fa, mentre mi dirigevo verso il mio ufficio, ho incontrato una cara collega con la quale ho condiviso un periodo lavorativo e subito ho notato che qualcosa in lei non andava. Le ho chiesto se fosse successo qualcosa e per tutta risposta è scoppiata in lacrime e mi ha raccontato quanto segue.

Suo nipote di 17 anni un giorno si è svegliato accusando forti dolori alla testa; la madre, pensando che fosse una cosa passeggera, gli ha somministrato un OKI, consigliandogli di rimanere a casa e di non andare a scuola, così avrebbe approfittato per riposare. Purtroppo questo dolore alla testa non ha accennato a diminuire, anzi, con il passare delle ore è aumentato sempre più, fino a quando la sera i genitori hanno deciso di recarsi in Pronto Soccorso per un controllo.

Dopo alcune ore di attesa, il ragazzo è stato sottoposto ad esami del sangue e TAC ed è emersa una diagnosi terribile: un ictus gli aveva causato un grosso ematoma e doveva essere immediatamente rimosso tramite operazione; inoltre, alcuni parametri del sangue non erano a posto e si riservavano ulteriori controlli successivamente all’operazione.

Il ragazzo è stato operato, ma la sentenza più crudele doveva arrivare: leucemia fulminante. Da lì è cominciato il calvario: isolamento, chemio, somministrazione farmaci sperimentali…

Con molta delicatezza mi sono permessa di chiedere se avesse fatto il vaccino e la mia collega, ex infermiera, mi ha risposto che sì, si era fatto il vaccino Pfizer da poco, perché è un giocatore di calcio e non poteva rischiare di essere scartato perché non vaccinato, e che effettivamente anche lei pensava che ci fosse una correlazione tra il vaccino e quello che gli era accaduto. Dopo il siero il nipote aveva lamentato stanchezza, spossatezza, non riusciva più ad allenarsi come prima, ma lo attribuiva all’eccessivo sforzo degli allenamenti e allo stress della scuola. Nessuno immaginava cosa stesse accadendo nel suo corpo.

Sono passati diversi mesi dall’episodio e il ragazzo ha compiuto 18 anni in ospedale, ha già concluso un ciclo di chemio, sperimentato un farmaco senza ottenere risultati, è stato trasferito a Roma ed è in attesa di trapianto sperando che si trovi un donatore compatibile (i genitori lo sono solo al 50%).

Una mattina, recandomi in ufficio, incontro una mia collega con la quale faccio un breve tragitto chiacchierando e condividendo la nostra passione per la corsa. Siamo ex maratonete e lei ha corso anche la maratona di New York. Le propongo di riprendere a correre insieme, poiché siamo ferme da un po’, e lei mi risponde che da quando ha fatto il vaccino non è più la stessa: ha sempre l’affanno e riesce a malapena a fare le scale. A volte deve anche fermarsi per riprendere fiato. Mi dice che da un lato si è pentita di averlo fatto, ma la paura e le restrizioni erano troppo pesanti da sopportare, per cui ha rischiato. Non mi sono sentita di dirle nulla, ha parlato il mio silenzio.

Un giorno mi è comparsa su FB la foto del mio chiropratico, nonché ex allenatore (correvo la maratona), il quale scriveva di avercela fatta e che era felicissimo. La foto lo immortalava esultante su una scalinata e i commenti che seguivano erano tutti di incitamento e complimenti, per cui ho pensato che fosse reduce da un’altra sua folle impresa, essendo un ultramaratoneta che aveva corso anche la Spartathlon, ossia la distanza che separa Sparta da Atene (250 km). Era un po’ di tempo che non lo frequentavo, né mi comparivano suoi post (anche perché su FB ci bazzico poco). Un pomeriggio decido di andare a correre con una mia amica e tra le varie cose mi fa menzione proprio di lui, chiedendomi se avessi saputo di ciò che gli era accaduto. Non sapendo di cosa stesse parlando, lei mi ha raccontato che era stato molto male e di essere stato ricoverato in rianimazione per oltre un mese con la diagnosi di setticemia da Covid. Pensavo che non avesse fatto il vaccino, invece aveva fatte tutte e tre le dosi.

 

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Ovviamente i medici non lo hanno considerato un evento avverso, ma sono strasicura che sia tutto riconducibile al siero. Non so come stia ora, sembra sparito dalla circolazione, ma credo che i segni di quello che ha passato li porterà per lungo tempo e la sua carriera può dichiararsi conclusa.
Il mio responsabile d’ufficio soffre da sempre di psoriasi e dopo aver fatto il vaccino ha riscontrato ulteriori problemi a livello immunitario. È stato sottoposto a controlli e a cure con cortisone per mesi, tuttora non riesce a risolvere il problema. Mi ha confidato, in tutta franchezza, che avrebbe fatto volentieri a meno del siero se avesse saputo che gli avrebbe creato questi scompensi e si è raccomandato di non farlo nella maniera più assoluta, in quanto potrebbe scatenare reazioni avverse nei soggetti predisposti.

Parlando con una infermiera del Pronto Soccorso dell’ospedale della mia città, la stessa mi ha riferito che sono stati riscontrati molti eventi avversi a seguito dei vaccini Pfizer e AstraZeneca, tra cui miocardite e ictus. Mi ha detto chiaramente di aver fatto bene a non vaccinarmi, perché sono sempre più frequenti i ricoveri di persone che presentano patologie accorse dopo la somministrazione del siero. A suo dire, loro sono tenuti a non divulgare queste notizie, ma la situazione va peggiorando e teme anche per lei che di dosi ne ha dovute fare tre.

Proprio la settimana scorsa parlavo con un mio collega, il quale mi ha raccontato che il padre ha avuto un ictus l’anno scorso subito dopo aver effettuato il vaccino (la mattina ha fatto il vaccino e la sera ha avuto l’ictus). Anche l’urologo ha dichiarato la stretta connessione con la somministrazione del siero e il malessere accorso. A seguire, gli è stato diagnosticato un tumore per cui sta effettuando cicli di chemio.

 

Miriel.

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Il teatrino sul virus

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Cari ragazzi del futuro, scrivo questa sorta di lettera al fine di testimoniare i momenti salienti e di come sto vedendo e vivendo personalmente la cosa, dagli occhi di una giovane ragazza, nella speranza che voi stiate leggendo questo mentre lì ci sia un mondo migliore di quello attuale.

In questo momento ci troviamo a fine Luglio 2022, più di 2 anni dall’inizio della grande Farsa mondiale chiamata Coronavirus o più comunemente Covid. Sono sicura che ne avete sentito parlare più volte, ognuno racconta la propria versione di come ha vissuto questo periodo: chi ci ha creduto fermamente dall’inizio alla fine, chi prima ci credeva e poi si è svegliato ed infine chi non ha mai ceduto.

Ora io parlerò fiduciosa che nel vostro tempo il teatrino sul virus sia stato completamente smascherato, perché sono sicura che chi sta agendo Ora per migliorare le cose, dispone di un qualcosa di raro e prezioso che se lasciato Vivere ed Evolvere può davvero modellare gli eventi nel modo più positivo e se questo viene unito ad una forte determinazione della persona, allora non c’è oscurità che tenga. Detto questo, inizio!

 

IN GABBIA DA UN GIORNO ALL’ALTRO

Marzo 2020. Ricordo benissimo e mi stupisco tutt’ora della velocità in cui siano riusciti a chiudere tutta l’Italia nel giro di una notte, da un giorno all’altro ci siamo ritrovati chiusi dentro casa e privati della Libertà di uscire per fare qualsiasi cosa! Solo in pochissimi continuavano a svolgere le loro attività fregandosene delle nuove “regole”. Qui ovviamente le marionette di regime non tardavano a richiamarli come se fossero bestiame da dover rientrare nel recinto, aiutati dagli stessi cittadini pecoroni, divenuti ormai ipocondriaci irrecuperabili, assegnando loro il termine di “untori”. Iniziò la tartassante propaganda, sia in TV che sui social media; pubblicità che raccomandavano continuamente di disinfettarsi le mani, mantenere le distanze anche in casa con la propria famiglia e tante altre restrizioni dedite a spargere quanto più terrore possibile nella testa delle persone. Ricordo i falsi filmati trasmessi al telegiornale (la più grande fonte di stronzate) delle famose bare a Bergamo scortate dai carri armati, la gente che correva in stazione per tornare a casa dalle proprie famiglie prima che oddio chiudessero tutto ed accusando queste stesse persone di essere ulteriori untori! Ah no, il virus in Italia fu portato da dei turisti provenienti dalla Cina che scendendo dall’aereo, contagiarono tutti, i famosi “pazienti 0, 1, 2, 3 e stella”. Finsero di bloccare i voli dalla Cina così da evitare ulteriori contagi, in quanto i filmati recitati ovviamente, mostrati in tv della gente che moriva in ospedale in Cina, dimostrassero che il virus fosse scappato “per sbaglio” da lì… sì certo, come no! P.S. All’inizio vennero accusati anche i pipistrelli, i cinesi li mangiano e quindi boom, coronavirus!! Ahahah!

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LA DAD

All’inizio ero confusa, mi sono ritrovata da un giorno all’altro chiusa in casa, a “frequentare la scuola” virtualmente, nacque la Didattica a Distanza o per comodità, Dad. Questa fu una cosa che mi segnò particolarmente; non ho mai amato molte cose della scuola odierna ma nonostante tutto studiavo e riportavo discreti voti, non volevo di certo farmi bocciare e rimanere lì più tempo!! Eppure da quando ci vietarono di recarci nella vera classe e nacque tutto questo, è iniziato il mio declino scolastico, mi sentivo priva di voglia e motivazione nel continuare. D’altronde era un obiettivo: tramite la Dad dovevano isolare bambini e ragazzi e farli abituare ai compagni, maestri e professori “virtuali”. Grazie a Dio mi accorsi quasi subito della buffonata mondiale in quanto girando nel web sentii le parole di quei “pazzi negazionisti” che nonostante tutti attorno a me dicessero di non ascoltarli, di continuare a mettere la mascherina, non uscire ed abbassare la testa come una schiava, sentivo dentro di me che dicevano la verità e non ebbi più dubbi… qualcosa non quadrava!

 

LE NUOVE SS

Ricordo una sera in cui ero con mia madre vicino casa a portare i miei cani ed in quel momento era vietato uscire in compagnia e per più di tot metri lontano da casa, cioè se non è dittatura questa… ovviamente spacciata tutta per “prevenzione del contagio”. Ad un certo punto ci fermano due carabinieri furiosi alla nostra vista, scendono dall’auto urlandoci contro cosa stessimo facendo e presero i nostri nominativi dicendoci che ci sarebbe arrivata una bella multa a casa (non è mai arrivata, in quanto anticostituzionali, ma la minaccia serviva a spaventarci e accettare di stare rinchiuse in casa per paura delle multe). Ricordo bene che dissi loro che non avevano alcun diritto di comportarsi in quel modo e che a me sembravano dei soldatini obbedienti ai Dittatori e la loro reazione mi confermò la gravità della situazione mentale delle persone. Mi risposero ipnotizzati che una ragazza di 18 anni non doveva assolutamente ragionare così, che loro rappresentavano lo Stato e che dovevo sentirmi onorata solo al nominarlo, l’unico che ci può salvare e bla bla bla.

Oppure altri episodi in cui ero fuori con gruppi abbastanza ampi di miei amici, all’arrivo dei carabinieri tutti subito ad indossare la mascherina altrimenti sarebbero arrivate minacce tipo “ti portiamo via” e quant’altro. Non potevi neanche fissarli, da lì si vedeva l’arroganza che stavano acquisendo con quell’abuso di potere. Ricordo bene uno di loro che mi disse: “Signorina, perché mi fissa in quel modo? La smetta”, mentre gironzolavano con passo convinto a verificare che tutti indossassero la museruola.
Restammo chiusi fino a maggio circa, poi l’estate tutti tornarono ad uscire e stare insieme, solo uno dei tanti contentini dati alle pecorelle così poi da ricominciare ancora più forte l’inverno dando la colpa ai cittadini che l’estate sono stati “troppo a contatto” e quindi questo virus sia riesploso eccetera. Così fecero e la gente ci cascò completamente. Quindi nuovi lockdown, ma questa volta entrano in scena dei nuovi protagonisti…

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RIENTRO NELLE SCUOL..AH NO, CAMPI DI CONCENTRAMENTO

Ho detto di odiare la Dad ed è vero, non sopportavo l’idea di dover stare davanti al pc tutto quel tempo ed interagire in quel modo con gli altri. Il rientro a scuola però fu un vero trauma: mascherine tutto il tempo, rigorosamente tenute sempre sopra il naso e guai se si abbassavano di 1 cm!! Banchi divisi, vietato scambiare oggetti, vietato uscire a ricreazione tutti insieme, avevamo delle zone delimitate a classe!! Ora dico, scuola o campo di concentramento? Le SS tedesche in questo caso erano i professori che giravano accaniti pronti a sbranare qualcuno in caso avesse disobbedito a qualche “regola”. Se si manifestava anche il più stupido sintomo, subito venivi portato in una stanza in isolamento, in attesa di fare un tampone ed essere prelevato da un genitore, se tutto andava bene… roba da pazzi o forse nazisti!! Non volevo più neanche andarci a scuola, stare tutto quel tempo in quelle condizioni era estremamente nocivo, soprattutto per via delle mascherine. Mentalmente il danno peggiore lo fecero gli insegnanti, non ebbi la fortuna di averne neanche uno contro la farsa, anzi erano tutti profondamente terrorizzati e spingevano ancor più ansie agli studenti, qualcuna sosteneva che bisognasse sparare a vista a chi uscisse di casa se non per necessità come imponevano le restrizioni. In quel momento avrei dovuto mandare a quel paese la mia insegnante e uscire da quella prigione.

 

L’ITALIA COLORATA

Nuove leggi dittatoriali, l’Italia si divide in zone Gialle, Arancioni e Rosse, dalle più “libere” alle più “severe”. In zona rossa non potevi fare una ceppa praticamente, ma questi colori cambiavano continuamente senza fili di logica (e quando mai ci sono stati!!), neanche fosse una palla da discoteca!! Comunque sia per quanto mi riguarda, non sempre trovavi le SS a sorvegliare i confini, quindi molte volte ho preso mezzi e mi sono diretta comunque a fare le mie cose. Man mano la paura nelle persone calava e sempre meno rispettavano i colori, tranne i pecoroni irrecuperabili!

 

L’ARRIVO DI TAMPONI E VACCINI

Inizia il periodo più pesante e negativo di questa grande opera teatrale. I tamponi erano il mezzo divino secondo i quali se uscivi “positivo” eri malato anche senza sintomi e quindi un cane da sbattere in cella e chiudere per tot giorni e tutti ti evitavano manco fossi la peste bubbonica in persona. Vedevo le file immense nella mia città e dintorni per farsi infilare su per il naso quei bastoncini fastidiosi e dolorosissimi che io stupidamente ho fatto, sono stata costretta da delle “persone”, eppure riconosco che col senno di poi, avrei dovuto essere più imponente nel non volermelo fare… inutile dire che poi ho avuto sicuramente qualche danno interno! La gente continua tutt’ora a tamponarsi, anche se oramai hanno capito che si tratti di un raffreddore, eppure alcuni sono talmente irrecuperabili che continuano e si fanno anche le quarantene, a quanta stupidità siamo arrivati?

Per non parlare dei vaccini, in masse accorsero per il siero “miracoloso”!! Ovviamente tutto ha tranne che di miracoli, al rovescio semmai… gli effetti purtroppo li stiamo vedendo specialmente oggi con morti su morti di malori improvvisi, vittime anche giovani e bambini. Un vero e proprio piano di riduzione mondiale della popolazione, solo ora però se ne iniziano a rendere conto.

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Prima erano tutti inquietantemente ipnotizzati ed affamati di dosi nonostante ci fossero già prove della loro inefficacia e mancate promesse (come sempre) da parte del governo… niente da fare, l’ipocondria aveva raggiunto livelli cronici! Io non mi sono mai vaccinata e ho intenzione di continuare per questa strada, sono una di quelle persone etichettate come “no vax negazionista”. Ovviamente non mi importa e non mi importerà mai di questo, la mia Vita è più importante e grazie a Dio c’è gente che non ha mai ceduto!
Riporto in seguito testimonianze dirette di persone a me vicine danneggiate dal vaccino.

 

IL PROFESSORE STUPIDO

Una mattina come tante di quel periodo, stavo facendo lezione al pc con i miei compagni di scuola ed il prof di matematica ed ovviamente usciva sempre l’argomento covid, di come i miei compagni fossero spaventati ed i professori anche peggio, ricordandoci continuamente di farci tamponi, stare a casa e fare il vaccino… con sto paio di p****! Ad un certo punto, mentre spiegava dei calcoli si ferma e ci dice: “Comunque una cosa la devo dire, da quando mi sono vaccinato con AstraZeneca mi sento più stupido, più tardo, come se fossi più anestetizzato mentalmente”. Tutti i miei compagni ovviamente non volevano crederci, dicendo al mio prof che molto probabilmente era solo una coincidenza che questo stordimento fosse in concomitanza col vaccino… tutti tranne me! Infatti raccontai a più conoscenze poi di questo episodio e nessuno aveva il dubbio che fosse proprio il vaccino!

 

LA MIA AMICA ROVINATA PER SEMPRE

Una ragazza con la quale ho una bella amicizia da ormai diversi anni inizialmente non si è vaccinata perché appunto non ne sentiva la necessità e si rifiutava di farlo, questo fino a gennaio di quest’anno. Quando mi disse che si sarebbe vaccinata alla fine, perché d’improvviso divenuta una timorata del covid, (di questi strani ripensamenti ne ho visti troppi) la supplicai di non farlo, sia per la porcheria letale che è questo vaccino, sia perché lei già soffre di altri problemi a livello sanguigno. Fingevano ovviamente di tutelare i soggetti più fragili, infatti le persone ripetevano a pappagallo “tanto se non posso farlo me lo dice il dottore”, sì certo, i primi che sapevano perfettamente di mandarti al macello! Questa mia amica si vaccina e indovinate un po’? Una sindrome che le avevano diagnosticato ha iniziato a manifestarsi proprio dopo il vaccino! È stata ricoverata in ospedale con più flebo ed aghi conficcati nelle braccia per una grave emorragia interna! Ad oggi è stata dimessa ma adesso (e molto probabilmente per sempre) deve far venire un’infermiera 2 volte a settimana a casa sua per somministrarle un medicinale volto alla corretta coagulazione del sangue, altrimenti sono guai ovviamente! Lei ovviamente molto pentita alla fine mi dice: “Credevo che il vaccino mi avrebbe protetta dal virus, invece mi ha distrutta lui!”.

 

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Tutte queste persone sono state prese in giro, nessuna promessa è stata mantenuta, l’obiettivo è sempre stato solo quello di uccidere le persone e solo adesso lo stanno capendo!
Si vede che dal passato non si è imparato niente, eppure somiglia molto a ciò che è stato il nazismo, ma per via dell’ignoranza diffusa e cresciuta nelle ultime generazioni e questo nuovo tipo di pretesto, ovvero “per garantire la salute ed il BENE di tutti”, hanno fatto le peggio schifezze e la gente senza rendersene conto è caduta di nuovo nella trappola.

 

Melissa

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Andrà tutto bene, ma non a chi si è vaccinato

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Dopo la corsa ai vaccini da parte di diverse persone, ci sono stati tanti casi visibili di ciò che è andato a fare questo vaccino e tutte le problematiche che hanno riportato tantissime persone, fino a invalidargli la vita o perfino farli giungere a morte certa. Sono testimone di molte persone che hanno perso la vita dopo aver fatto le dosi di vaccino, ed è talmente chiaro ciò che stava e sta succedendo a causa del vaccino, che rimango sempre sbalordita su quante persone, ancora oggi, decidono comunque di farsi inoculare un veleno. I miei genitori abitano in un palazzo dove ci sono famiglie che hanno perso un caro pochi mesi dopo essersi fatto il vaccino. Due di loro, prima che iniziasse la pandemia avevano avuto importanti operazioni con una buona riuscita, quindi li abbiamo visti riprendersi e continuare una buona qualità di vita, fino a quando non si sono fatti la prima dose di vaccino; hanno iniziato a stare male e nel giro di 3-4 mesi gli si è presentata una forma tumorale aggressiva, dove i medici non hanno potuto fare nulla, si sono spenti dopo pochi giorni dalla scoperta di questi tumori. Il parente di un amico, che conoscevo anche io, era stato operato al pancreas, un’operazione delicata ma riuscita molto bene anche per le ridotte dimensioni del tumore, era sotto controllo e si era ripreso bene. Dopo la campagna vaccinale e le paure immotivate spinte sulla popolazione e pensando di proteggersi, visto la sua precedente malattia, ha deciso di vaccinarsi. A gennaio alla visita di controllo, dal non avere più nulla si è ritrovato con il presentarsi dello stesso identico tumore in forma fulminante, mentre il mese prima non aveva nulla, e sappiamo che lo svilupparsi del tumore al pancreas avviene in tempi più lunghi. I primi di marzo è morto. La professoressa di educazione fisica di mio figlio, appena poco dopo fatto il vaccino, ha avuto la polmonite, ogni mese aveva una ricaduta e a distanza di più di un anno gli si presenta costantemente. L’anno passato a maggio si è dovuta ritirare da scuola lasciando il posto alla supplente. In un ricevimento online ho avuto la possibilità di parlarci, era consapevole che era stato il vaccino a crearle quel problema, perché non aveva mai avuto problemi ai polmoni e che dopo pochi giorni dal vaccino si era sentita male, credeva fosse passeggero, invece ha preso atto che l’inoculazione le aveva compromesso i polmoni. La mia vicina di casa un giorno mi chiama dalla terrazza per chiedermi se i miei figli si fossero vaccinati e anche noi, per proteggere la comunità e fermare la pandemia. Appena resa conto del fatto che la signora non avesse capito nulla del lavaggio del cervello che gli era stato fatto e delle assurdità che stava dicendo, le ho messo difronte il fatto che suo marito da quando si era vaccinato girava per casa con le bombole di ossigeno per insufficienza polmonare, e che non avrei mai e poi mai compromesso la mia vita e quella dei miei figli.

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Un giorno ero a fare una passeggiata con mio figlio, stavamo rientrando a casa, quando mi sono accorta che nel marciapiede opposto a quello dove camminavano noi, c’erano due persone in piedi che tentavano di tirare su un terzo uomo che era sdraiato per terra. Mi avvicino e chiedo per capire la situazione, loro mi spiegano l’accaduto, praticamente l’uomo che si trovava per terra e che era cosciente, non riusciva a camminare, le loro informazioni erano frammentarie e non rispecchiavano la gravità della situazione, quindi solo dopo una serie di domande ho appreso che l’uomo non sentiva più le gambe, quindi mentre camminava gli si erano improvvisamente bloccate ed era per questo che era sdraiato per terra. La scena era molto strana, in quanto i due insistevano nel tirarlo su come fosse una bambola di pezza, e solo dopo la mia domanda “ma come credete che riuscirà a stare in piedi se non gli si muovono più le gambe?” hanno smesso gli impacciati tentativi di tirarlo su. Le due persone in piedi sembravano “scollegati”, erano assenti e stavano facendo azioni a caso come se volessero nascondere qualcosa, ovvero portarlo subito via per non far vedere l’accaduto, e anche se inizialmente non comprendeva il loro comportamento, si è chiarito subito dopo l’arrivo dell’ambulanza. Infatti è venuto fuori che il giorno prima avevano fatto il vaccino tutti e tre, con l’affermazione dell’operatore dell’ambulanza: “Ah ecco! In questi giorni siamo sommersi di chiamate per malesseri gravi dopo la vaccinazione”.

 

Maya04

 

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Gli effetti avversi che ho osservato

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Per eventi avversi ai vaccini non so veramente da dove iniziare, sono troppi. All’inizio sembrava di vedere poco o niente, il bello è partito dalla terza dose. Premesso che siamo ad Agosto del 2022 e stanno già pubblicizzando la quarta. Mi dispiace per loro. Ho deciso di concentrarmi solo ed esclusivamente su un singolo settore. E riguarda (guarda caso) il mio ambito lavorativo. Il 2021 per me è stato l’anno più lungo della mia vita. Sorvoliamo le idiozie e minacce del governo, ma a dare carico era la gente. Un branco di pecore “esperte” che seguivano ogni singolo ordine impartito dall’alto, pronti a fare un gesto altruismo “per il bene comune”. Ad alcuni ora gli posso fare la domanda. Dove siete finiti? come state dopo il siero magico? Perché siamo alla quarta dose? non era sufficiente solo la seconda? Ma come, non lo diceva la scienza? Per quanto riguarda le prime due dosi, per tutti è andato bene, ovviamente se sorvolo un piccolo particolare: che le stesse persone si sono ammalate comunque di covid… Ma facciamo finta per un attimo di considerarla una cosa normale… Le “stranezze” però, si sono presentate dopo la terza puntura. Prima di descrivere ogni singolo evento avverso, preciso che nell’azienda dove lavoro io (che siamo un centinaio di dipendenti), persone che avevano danni permanenti prima del covid, ce n’era solamente uno. Quest’ultimo già presentava problemi sia alla schiena che alle gambe dovuto però ad un incidente stradale. Preciso questo piccolo dettaglio, in quanto ora persone che presentano danni permanenti se ne contano una ventina. Chi per orgoglio e chi per ottusità, non vogliono ancora ammettere che tutto sia dovuto al vaccino. Partiamo subito dai casi “lievi” dopo la vaccinazione: A tre persone è calata improvvisamente la vista: Uno in pochi mesi ha perso più del doppio, un’altra è andata al pronto soccorso per farsi operare d’urgenza alla retina, e l’ultimo ormai è quasi cieco, basti pensare che per vedere il suo cellulare lo pone a 10 cm di distanza dal viso! Continuando con altri casi, alcuni presentano problemi intestinali, catalogati come “intossicazione” alimentare di cui uno in particolare gli hanno riscontrato il morbo di Crohn. È un anno strano per parecchi in quanto sono sbucati parecchi “celiaci che però non risultano dalle analisi ma per sicurezza devono evitare il glutine” (una frase ridicola che sto sentendo troppo spesso, ultimamente). Un altro mio collega, che si è presentato a lavoro dopo “qualche” mese di assenza, si è sottoposto a diverse visite in quanto subiva pesanti scosse elettriche nel cranio. I medici per ora non sanno minimamente la causa, ma hanno comunque deciso di dargli degli antiepilettici per tentare di diminuire i sintomi. Per lei non è un semplice disturbo, ma un forte dolore acuto che non è per niente gestibile. Al lavoro abbiamo poi due casi seri, una ancora non è ritornata, non riesce a stare in piedi e ha scoperto di avere un tumore dietro l’occhio. Il secondo oltre ad avere danni all’intestino presenta forti dolori muscolari in tutto il corpo, ha girato diverse cliniche fino a quando (sotto consiglio di una nostra collega non-punturata) ha incontrato una dottoressa che gli ha fatto notare che quei sintomi sono SOLO dovuti al vaccino e oltre ad indicargli una terapia che permetteva almeno di “guarire in parte”, gli ha intimato di non farsi la quarta dose in quanto stavolta rischiava di metterci le penne.

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Aggiungo ora un’altra persona che ho scoperto da pochissimo, pure lei si è sottoposta a diversi controlli in quanto ormai da diversi mesi si sente debole e ha improvvisi cali, ebbene “non so perché” ma gli hanno diagnosticato una malattia rara. Concludo giocando la carta migliore. Un’altra mia collega “Super Defender” dei vaccini disse di aver preso il covid in forma molto lieve, e non faceva altro che ringraziare queste punture, in quanto quel giorno avrebbe rischiato la vita. Pubblicizzava a rotta di collo il siero, per lei non esisteva nessun’altra soluzione che l’iniezione, chi faceva il contrario era un pericolo per la società; ebbene, con la terza puntura abbassò subito la cresta, prese il covid di nuovo, ma stavolta in forma decisamente grave. Rimase per due settimane a letto più altre due settimane per recuperare. Da lì la vidi poco a lavoro, in quanto scelse un’altra postazione più comoda e possibilmente lontano da tutti… A parer mio sarà dovuto alla sua bella figura di m****. Meno male che ho scritto ora gli eventi avversi da vaccino, se dovevo farlo dopo la quarta dose, la lista diventava troppo lunga. È bello ricordare di quanto la gente pro-vaccino fosse carica e fomentata all’inizio, e ora vederla silenziosa e impaurita. Sanno che ogni dose che aggiungono è un gran fallimento della scienza quanto una bella scommessa per la loro vita!

 

Manu87

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Tiroidite autoimmune post-Vaccino

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Ho appena incontrato una collega infermiera tridosata che ha sviluppato una tiroidite autoimmune che i medici non vogliono correlare al vaccino adducendo una scusa post gravidanza… il figlio ha 14 anni, post gravidanza??? Una gravidanza di 14 anni fa? E lei ha detto inoltre che assolutamente non farà la quarta dose, che metterà in mezzo avvocati e pianterà un casino assurdo se la obbligheranno alla quarta… quante parole inutili.

 

Faby7770

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Ad ognuno la propria reazione avversa

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Un’amica di mia mamma non ancora sessantenne ha fatto le tre vaccinazioni (sì, perché successivamente è stato stabilito che servono tre dosi di vaccino e non più due) “contro” il coronavirus. In questi ultimi due anni ha avuto vari problemi, apparentemente non gravi ma che hanno minato fortemente la sua tranquillità, visto che in precedenza è sempre stata bene. L’ultimo problema che ha avuto è stato l’Herpes Zoster, il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio, che le ha creato non pochi problemi e quindi ha dovuto cercare aiuto dai medici con annessi e connessi. Lei però come molti altri non ha mai dato la colpa di questi problemi al vaccino, perché è una di quelle convinte che il siero sia la soluzione al coronavirus visto che ne è completamente terrorizzata molto probabilmente grazie ai media, il che dimostra quanto quest’ultimi abbiano fatto davvero bene il lavoro di propaganda che il governo ha chiesto loro di portare avanti. Alcuni giorni fa ho parlato con un amico di mio suocero non vaccinato “contro” il covid che ha un’età di circa 75 anni e devo dire che mi ha fatto molto riflettere quello che mi ha detto. A lui piace giocare a tennis e va spesso ai campi da gioco. In quelle circostanze parla con molte persone della sua età e sono praticamente quasi tutte vaccinate. Parlando con questi suoi amici che lui conosce molto bene, ha compreso in più occasioni come qualcosa sia cambiato in loro. Subito non capiva bene cosa stesse succedendo ma poi ha collegato che i loro ragionamenti non erano più gli stessi e neanche i loro modi di fare abituali. Questa situazione lo ha scioccato perché ha visto molte persone non più giovanissime che hanno cambiato il loro modo di fare e di pensare dopo le iniezioni di siero, questo secondo lui significa che qualcosa nella loro mente è stato modificato e che nonostante sia ben visibile solo a persone molto vicine e quindi che conoscono bene i loro abituali atteggiamenti è un cambiamento molto importante ma non positivo. La situazione fa riflettere perché se una persona non Praticante che non ha accesso a tutte le informazioni che hanno gli studenti dell’Accademia di Coscienza Dimensionale reputa come non normale e per niente positivo un contesto del genere, significa che anche se non sembra nulla di che, in realtà è molto evidente per chi vuole capire davvero la situazione. Un conoscente del paese in cui vivo, conosciuto praticamente da tutti in quanto si tratta di un artigiano che lavora nell’ambito edile che ha fatto molti lavori fra i paesani, dopo aver provveduto a fare le vaccinazioni covid ha iniziato ad avere dei problemi fisici, soprattutto alle gambe e di tachicardia. Parliamo di una persona sessantenne che da sempre ha la grande passione per la corsa, infatti nonostante lavori nei cantieri parecchie ore al giorno, fino a poco tempo fa si è da sempre ritagliato del tempo quasi ogni sera per andare a correre. Questo dimostra la sua grande passione perché se dopo dieci ore in cantiere a fare un lavoro molto duro, si decide di andare a fare altra fatica, reputo che difficilmente lo si farebbe soprattutto se la persona non ha altri scopi come per esempio la volontà di dimagrire, che nel suo caso non esiste proprio visto che è molto magro. Dopo le vaccinazioni covid ha letteralmente smesso di andare a correre, tanto che non si vede più per le strade del paese in tenuta sportiva. La cosa che mi ha fatto davvero riflettere è successa un giorno in cui ero andato a camminare in ciclabile, dove lui non l’avevo proprio mai visto perché solitamente preferisce fare percorsi più impegnativi senza troppa gente in giro. Quel pomeriggio l’ho incontrato mentre camminava tranquillamente e neanche a passo sostenuto, infatti avvicinandomi l’ho scrutato più volte per capire se fosse davvero lui, perché mi sembrava impossibile visto che di solito corre o cammina molto spedito. Nonostante il suo sorriso stampato in faccia, non mi sembrava molto contento in quel momento perché a mio avviso avrebbe preferito andare a correre come al solito e se non l’ha fatto e soprattutto non lo fa più è perché non ci riesce, nonostante la sua enorme passione per la corsa. Vedere una persona che cammina in ciclabile non conoscendola può sembrare una cosa normalissima, ma osservando il repentino cambiamento che ha portato a quella situazione, più di qualche domanda viene spontanea soprattutto se è successo in seguito a delle iniezioni del siero covid. Anche in questo caso nessuno in modo palese ha diffuso la notizia che il cambiamento sia dovuto alla pericolosità dei vaccini covid, ma allo stesso tempo, ancora una volta chi vuole comprendere capirà la correlazione fra siero e problemi fisici che lui e la sua famiglia sanno realmente e nonostante non facciano pubblicità contro i vaccini, i problemi se li devono subire senza che il governo che li ha tanto pubblicizzati e quasi resi obbligatori a tutta la popolazione dia loro una mano.

 

Peace

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La storia di mio padre: la malasanità al tempo del Covid

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1 –  Volevo parlarvi di mio padre di 88 anni. Già dal 2018 /2019 era stato ricoverato in ospedale per diverse patologie e problemi dovuti all’età, ma mai molto gravi. Solo  verso settembre 2019 gli diagnosticarono la broncopolmonite in quanto fumatore da molti anni anche se aveva smesso da almeno 10, ma nel giro di poco, i medici sono sempre riusciti a rimetterlo in piedi e mandarlo a casa poiché aveva una tempra molto forte ……. Dicevano!          A  fine febbraio 2020, è tornato in ospedale per una banale fistole dopo un ricovero di circa 5 giorni nel reparto di medicina generale dove si è recato solo con l’ambulanza in quanto i parenti non potevano entrare ad accompagnare i propri cari.

Nel  frattempo  nell’ospedale dove era ricoverato, sono cambiate le normative e di conseguenza le regole anti Covid19. Così tutti quelli che non risultavano positivi venivano rimandati a casa tenendo sotto controllo più accurato le persone più giovani.         Gli fecero almeno 3 tamponi  che risultarono negativi secondo i medici (anche se forse era ancora in dubbio il discorso del falso positivo, falso negativo, ecc.), così lo mandarono a casa.           Due giorni dopo la sua dimissione, l’Ospedale era diventato  Centro Covid19.

A distanza di 10 giorni da quando è rientrato dall’Ospedale, lui è mancato perché non riusciva a respirare ed in casa non avevamo la bombola di ossigeno (anche perché in farmacia non se ne trovavano e quelle poche erano già destinate a chi era più giovane!) . All’Ospedale non risultava come decesso per Covid19, anche se a me sono rimasti grossi dubbi!!! La sensazione che ho tutt’ora anche se non ho prove è che fosse Covid19.  Non voglio essere polemica, ma a quel tempo non venivano ancora inseriti i numeri dei decessi  per COVID19 , in quanto non si sapeva molto di ciò che succedeva  nelle   retrovie  degli  ospedali  diventati  Centri Covid  !!!!!!!!… .

Purtroppo non siamo riuscita a fare il funerale perché non si poteva uscire di casa e nessuno (a parte noi stretti familiari)  si è accorto che se ne era andato solo per sempre!!!

2 – La mia testimonianza riguardo ai Vaccini non è diretta, ma ascoltata da una signora che ho trovato in farmacia che mi ha detto che una sua parente di circa 65 anni che in linea di massima stava relativamente bene, nel momento che ha fatto la prima dose di vaccino ha subito accusato dei forti dolori in tutto il corpo, ma soprattutto  alla parte inferiore degli arti e non è più riuscita ad uscire dal  Centro Vaccinale con le sue gambe.  Da quel giorno non cammina più.  E’ su una sedia a rotelle  e necessita di una persona sempre accanto a lei.

 

02nico102020

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La miocardite nei giovani a causa dei ricatti dei professori

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Ho conosciuto un ragazzo che, durante il 2021, è stato molto attivo tra gli studenti contrari al vaccino e a tutti i problemi che ci hanno portato. Un suo professore universitario, facendogli credere che per svolgere una determinata attività del suo percorso di studi avrebbe dovuto per forza vaccinarsi, lo ha spinto a farlo. Questo ragazzo, che poteva avere circa 20 anni e che non aveva altri problemi di salute, ha avuto una miocardite che lo ha costretto a stare a letto per evitare di avere un infarto. E nonostante ciò il suo professore, dopo averlo convinto a vaccinarsi, gli ha poi detto che in realtà non era strettamente necessario farlo. Ciò che è avvenuto è estremamente grave! Un docente ha costretto un ragazzo a iniettarsi veleno e a rischiare un infarto (e perciò la morte) perché altrimenti non avrebbe potuto concludere l’università. Questi sono i ricatti che abbiamo vissuto durante il 2020 – 2022, hanno provato a costringere le persone a scegliere la morte al posto della vita.

 

Tiziana

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È più importante inocularsi che la propria salute

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Ciò che è avvenuto tra il 2020 e il 2022 è stato qualcosa che mi ha cambiato profondamente e che sarà difficile da cancellare, come una cicatrice non del tutto guarita. A lavoro ho vissuto momenti assurdi, all’inizio di questa farsa cercavo di non parlare molto delle mie idee perché il mio titolare e i miei colleghi erano molto radicali e non volevo essere cacciata, nonostante con i miei occhi potevo vedere gli effetti devastanti del vaccino. Una mia collega, dopo la dose, ha avuto problemi con il ciclo tanto che le è arrivato molto in anticipo e con un forte flusso, stava molto male. Molte altre persone avevano una forte sonnolenza dopo l’inoculazione, e difatti erano anche le persone più manipolate in merito perché odiavano i non vaccinati, sembravano fieri di eseguire gli ordini del governo e ripetevano come pappagalli tutto ciò che dicevano i telegiornali. Erano diventati dei bravi soldatini! Tra gli altri effetti che ho notato, c’è chi ha avuto il braccio paralizzato, anche persone la cui mansione era l’aiuto-cuoco, perciò le braccia e le mani erano fondamentali da usare! Ma tutti ridevano come degli imbecilli quando avevano questi problemi, perché non volevano ammettere di aver fatto una grossa cavolata vaccinandosi. Ma chi riderebbe dei propri problemi di salute? Soltanto i malati di mente.

 

Tiziana

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Quando le prove le hai in casa

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Se prima, durante il 2020/2021, avevo più difficoltà ad esprimere il mio pensiero perché le persone sembravano possedute e non accettavano un’idea diversa, ossia scegliere di non vaccinarsi perché non ci si fidava di questo siero, oggi la situazione è molto diversa anche perché ho vissuto in famiglia un caso grave dovuto al vaccino e perciò lo racconto a tutte quelle persone che ancora credono che sia stato innocuo. Un mio parente, dopo aver ricevuto la prima dose, ha iniziato ad avere dolori molto forti alle gambe, dolori che non passavano a distanza di mesi e che lo hanno portato ad avere serie difficoltà a camminare. Immaginate se all’improvviso ciò che è più naturale fare, camminare, non riuscite più a farlo perché le gambe sembrano esplodervi ad ogni passo. Era ciò che succedeva al mio parente. Questi dolori lo hanno preoccupato molto, sembrava ormai essere destinato alla sedia a rotelle perché i dolori non passavano mai. Ha svolto una visita neurochirurgica per capire da dove provenisse questo problema, anche se in cuor suo già lo sapeva. Anche il dottore ha escluso tutte le cause naturali da cui potevano provenire i dolori (anche perché non soffriva di altre patologie) e ha confermato il fatto che sia stato il vaccino. Questi dolori lo hanno portato infine ad operarsi, un’operazione complicata e che non sarebbe stata necessaria se non avesse scelto di fare il vaccino! Ancora oggi la sua situazione rimane comunque critica, non è riuscito a recuperare ancora l’uso completo delle sue gambe.

 

Tiziana

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Siero Killer: Uomo Morto il giorno prima di sposarsi

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L’esperienza più assurda che ho vissuto riguardo ai vaccini durante il 2021 è stata quando ho scoperto che un uomo nel mio paese, in seguito all’iniezione che secondo tutti avrebbe dovuto aiutarci, ha avuto un’emorragia cerebrale che lo ha portato ad entrare in coma. Tutte le persone vicine a lui sono rimaste sconvolte, perché una simile reazione ha scioccato tutti! Anche molti che erano favorevoli al vaccino si sono spaventate, perché prima non credevano negli effetti avversi di questo maledetto siero. Ma dopo aver visto una persona avere una simile reazione si sono tutti spaventati. Il giorno dopo essere entrato in coma, questa persona è morta ma la cosa più triste è che due giorni dopo avrebbe dovuto sposarsi. Come si può credere che quel vaccino ci abbia aiutati se ha portato molte persone alla morte? La cosa ancora più assurda è che molti, dopo essersi spaventati per l’accaduto, hanno cercato di dare spiegazioni razionali alla sua morte, dicendo cose del tipo che soffriva già di altri problemi e perciò si sono andati a vaccinare lo stesso… ma quando mai si è visto che una puntura ti porta ad avere un’emorragia celebrale? E che da lì a poco ti porta alla morte? Questa è la dimostrazione di quanta propaganda sia stata fatta durante quegli anni, perché se dopo la morte di una persona scegli di andare a farti lo stesso quella puntura significa che ti sei fatto plagiare completamente la mente, che non sei più in grado di ragionare con la tua testa.

 

Tiziana

 

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Ospedale in Germania: Ciack si gira!

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Questa esperienza che mi è capitata riguarda un’amica di mia madre che vive in Germania. Durante il periodo della farsa giravano diversi video che testimoniavano come in ospedale i giornalisti montavano tutto per far credere che ci fossero tante persone che morivano per il virus, un video di questi era in tedesco e per comprendere meglio ciò che diceva chiesi a mia madre di mandarlo alla sua amica in Germania per tradurlo. Lei mi ha confermato ciò che avevo intuito, ossia questa ragazza diceva che fingeva di essere malata davanti alle telecamere soltanto per fare scena. Questa amica della Germania, nonostante il video che ha visto e tradotto per me, era estremamente convinta dell’efficacia del vaccino, tanto che derideva mia madre che non ha scelto di farlo, dicendo che tanto “è solo una puntura!”. Peccato che questa signora abbia avuto problemi di trombosi alle ginocchia, perciò adesso ha serie difficoltà a camminare e piange come una bambina di questo problema.

 

Tiziana

 

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Epistasi dopo il vaccino Anti-Covid

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Nel dicembre 2020 sono iniziate le prime vaccinazioni e una mia stretta parente, che quell’anno aveva 78 anni, inizialmente si rifiutò di farlo poiché si trattava di un vaccino sperimentale e lei non si fidava, non aveva neanche mai fatto vaccini anti influenzali, perché il marito, che ogni anno faceva il richiamo di quest’ultimo, puntualmente si beccava l’influenza mentre lei, pur non avendone mai fatto, passava l’inverno in perfetta salute. È sempre stata una donna con una bella forza, nonostante l’età stesse iniziando ad avanzare e non soffriva di nessuna patologia. Fino a quell’anno spostava i mobili di casa da sola, per intenderci. Qualche mese dopo inizia a cambiare idea sul vaccino perché tutti lo stavano facendo e sue sorelle e fratelli insistevano perché anche lei lo facesse dicendole che sarebbe stato per il suo bene, che si doveva tutelare e soprattutto che, capitandole qualsiasi inconveniente di salute, non l’avrebbero accettata in nessun ospedale o ambulatorio se non avesse avuto il fatidico “green pass”. Quindi presa dalle continue pressioni dei familiari, dalla tv che continuava il suo bombardamento mediatico parlando di quanti morti stesse causando questa influenza, decide si farlo. Il 30/03/21 fece la prima dose. Sembrava stesse bene inizialmente ma dopo qualche giorno iniziò a soffrire di spossatezza, non si preoccupò molto fino a quando, fatta la seconda dose il 21/04/21, un mese dopo circa, iniziò a soffrire di epistassi. Ripetute volte al giorno si verificava questo problema e ogni volta il sangue sembrava non volesse cessare inzuppando interi asciugamani. Molte volte siamo dovuti andare a soccorrerla poiché temeva sarebbe svenuta da un momento all’altro vista la quantità di sangue persa. Non aveva mai sofferto in tutta la sua vita di episodi del genere, per lei era la prima volta. Passò tutta l’estate con questo problema, anche perché chiamò più volte gli ospedali pubblici per una visita di controllo ma gli appuntamenti erano tutti troppo lontani, dicevano che gli unici posti liberi sarebbero stati da lì a sei mesi. Ovviamente non poteva aspettare altro tempo con quel problema quindi si rivolse ad una clinica privata e l’8/09/21 fece la prima visita. La controllarono accuratamente ma non le seppero dire da cosa potesse essere dipeso anche perché ciò che non tornava erano anche gli sbalzi di pressione arteriosa che in questi mesi presentava. Ci spiegò che quando si soffre di epistassi in concomitanza si potrebbe soffrire anche di pressione alta poiché solitamente è quest’ultima che causa la fuoriuscita di sangue dal naso mentre invece lei stava manifestando momenti in cui aveva la pressione altissima e altri in cui la pressione era veramente bassa, e questo non si spiegava. Alla fine della visita il dottore le prescrisse dei lavaggi con Acquasal, 2/3 volte al giorno, e gocce di Rinostil lo stesso 2/3 volte al giorno. Dopo circa due settimane che prendeva questi medicinali presentava ancora episodi di epistassi. Circa due mesi dopo la visita non si verificò più questo problema se non in alcune occasioni che però passava subito. Da questo momento in poi è iniziata però la corsa a cliniche private e ospedali per gli infiniti problemi di cui iniziò a soffrire.

 

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Uno di questi fu il mal di schiena che troppe volte l’ha costretta a rimanere a letto per ore e a dover camminare con una stampella (e mi faceva davvero male vederla ridotta in quello stato, pensando che un anno prima era bella in forma) e tutt’oggi non ha risolto il problema. Hanno provato a farle delle infiltrazioni ma è stata peggio, sia per il dolore alla schiena che di concentrazione perché dice che quando le iniettavano quel medicinale si sentiva quasi svenire dalla stanchezza che le causava, quindi mollò il farmaco. Il suo dottore di base le prescrisse dei medicinali che lui stesso ammise fossero degli “stupefacenti” e li prese per qualche giorno ma le causavano troppo stordimento nonostante il dolore si affievolisse, quindi mollò anche quelli. Un altro problema che in quel periodo iniziò a presentarsi è stata la tremarella delle mani e anche per questo ha fatto numerose visite e tutti i diversi dottori le dissero che non aveva niente e di farsi rivedere soltanto se il problema fosse peggiorato. Qualcuno leggendo potrebbe pensare che arrivati ad una certa età si facciano strada i soliti problemi di vecchiaia, ma l’epistassi è uno di quelli? Non credo proprio. Com’è possibile che un anno prima la signora stava benissimo, sollevava pesi che neanche un giovane a volte solleverebbe, era sempre indaffarata e un anno dopo la ritrovo a doversi reggere con una stampella? Ma soprattutto… com’è che tutti questi problemi sono arrivati proprio dopo aver fatto il vaccino anti-covid? Qualche mese dopo gli episodi di epistassi raccontai ad una dottoressa l’accaduto e lei mi chiese subito se avesse fatto il vaccino, io le risposi di sì, stupita (ma non troppo) per la domanda, e lei mi disse che lo stesso episodio si era verificato su tantissime altre persone che avevano fatto il vaccino. Questo mi servì per confermare la teoria che già sapevo.

 

19/07/22

 

Sabrina

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La stanchezza perenne

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Un mio familiare, 33 anni, nel 2021, anno delle vaccinazioni di massa, fino ad agosto dello stesso anno si rifiutava di farsi somministrare alcuna dose poiché riteneva che il farmaco essendo sperimentale potesse causare reazioni che neanche i virologi sapevano e che la pandemia che propagandavano i media fosse gonfiata dalla realtà. A fine dello stesso mese ricevette un’offerta di lavoro a tempo indeterminato, con una buona paga e orari abbordabili. In quel periodo il governo aveva emanato la legge che tutte le aziende chiedessero il green pass per essere ammessi a lavoro e ai dipendenti precedenti, qualora non lo avessero presentato, li avrebbero dovuti licenziare o mandati a casa senza paga. Quindi lui rifletté molto sul da farsi e alla fine decise di fare il vaccino per avere la tessera verde che gli permettesse di andare al lavoro. Pochi giorni dopo si recò al centro vaccinale. Premetto che è sempre stato un ragazzo che si prendeva mille impegni al giorno e non stava mai fermo. A casa lo vedevamo soltanto passare, non si fermava mai. Finito un lavoro si recava subito a farne altri. Nei giorni in cui doveva rimanere a casa si ingegnava a fare di tutto, dalla pittura al giardinaggio, dal falegname al muratore. Un tuttofare. Il giorno dopo la prima dose di vaccino passò l’intera giornata addormentato sul divano. Ci siamo tutti preoccupati perché non era da lui ma sembrava non avesse altri sintomi per cui pensammo fosse una reazione passeggera del vaccino. Passò l’intera settimana sul divano, alcuni pasti li saltava perché non aveva le forze per alzarsi. Era distrutto. Da quel momento in poi è cambiato completamente: quando rientra da lavoro si addormenta 3 – 4 ore perché la stanchezza ha la meglio su di lui. Non riesce più a reggere troppe ore di lavoro, deve per forza fermarsi e poi riprendere. È stato un colpo vedere questo improvviso cambiamento per di più perché è stato il governo ad obbligarlo, senza alcun motivo logico, e come lui tanti altri si sono sentiti obbligati a doversi vaccinare poiché non si potevano permettere di rimanere senza lavoro. Durante tutto l’anno successivo si è beccato un sacco di volte l’influenza, cosa per lui rara perché non è mai stato un ragazzo di salute cagionevole, anzi, e anche questo ci ha lasciato parecchi dubbi, per non dire certezze.

19/07/21

 

Sabrina

 

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Problemi gravi alla gola dopo il siero Anti-Covid

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Nel mio paese c’è un grande tasso di vaccinati con terze dosi. Poco dopo che a molti è stata somministrata quest’ultima la maggior parte di essi ha avuto problemi alla gola, un mio amico è finito in ospedale perché gli si era gonfiata talmente tanto la gola che non riusciva neanche più a respirare quindi hanno dovuto portarlo immediatamente al pronto soccorso in cui l’hanno ricoverato d’urgenza e curato. I dottori hanno poi confermato si trattasse di reazione avversa da vaccino. Ad una mia parente è venuta una tonsillite acuta che ha dovuto curare con 20 giorni di antibiotico, ad altri miei conoscenti si sono formate placche che poi hanno portato febbri molto alte da raggiungere i 40 gradi corporei. Tutto questo è accaduto nel mese di luglio 2021, quindi in piena estate, poche settimane dopo “una giornata vaccinale”. Fuori dagli ambulatori dei dottori di base c’erano file immense e tanti altri invece rimanevano chiusi in casa perché il dottore si rifiutava di visitarli prima che i suoi pazienti presentassero un tampone negativo che oltretutto pretendeva fosse fatto da una clinica privata e non dalla farmacia perché a detta sua era più attendibile, quindi facendo spendere ad ogni persona la somma di 75 euro a tampone. Tutt’oggi, esattamente un anno dopo, gli stessi che si sono vaccinati hanno beccato il covid 2 o 3 volte o comunque influenze e virus vari, a differenza di chi non ha voluto sottoporsi alla vaccinazione che tende a rimanere più in salute.

19/07/2021

 

Sabrina

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I bambini che non nasceranno mai

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Purtroppo anche nella mia famiglia ci sono dei vaccinati, agli inizi erano quasi tutti contrari, ma man mano aumentavano le restrizioni con l’inserimento del green pass qualcuno ha iniziato a cedere. I primi furono i miei generi, a seguire le mie figlie e infine mia sorella. Quest’ultime essendo mamme ed essendo che in tutte le strutture al chiuso chiedevano il pass, tipo ospedali scuole e palestre, si sentirono quasi costrette a sottoporsi al siero. Mia figlia la grande già con la seconda dose iniziò ad avere problemi con il ciclo mestruale, spesso le saltava e non era più puntuale. Dopo la terza dose iniziò ad accusare forti dolori alle ovaie, questo la spinse il mese scorso a sottoporsi ad un controllo presso il suo ginecologo. La diagnosi fu: ovaie invecchiate, infiammazione all’utero e rischio di sterilità (lei ha solo 27 anni). Il caso di mia sorella invece è ancora più grave e ci ha lasciato tutti un po’ sconvolti. Erano 6 anni che tentava di avere un secondo bambino, quando ormai non ci pensava quasi più ci dà la lieta notizia della sua dolce attesa. Come prassi si è sottoposta ai vari esami, di cui anche il bi test che rivela eventuali anomali al feto. I risultati non andarono bene e sotto consiglio del suo medico si è sottoposta ad un altro esame a pagamento per evitare di fare l’amniocentesi. Purtroppo anche il secondo ha dato gli esiti positivi confermando una malformazione. Quando il medico la chiamò per darle questa brutta notizia le disse anche che in tanti anni di carriera, non aveva mai visto così tante malformazioni e aborti come in questi ultimi mesi. Due giorni fa si è sottoposta alla amniocentesi per avere ulteriore certezza, e il ginecologo le ha espresso apertamente le perplessità per quanto riguarda il vaccino, e che secondo lui fosse tutto collegato, facendole anche notare quante ancora altre amniocentesi doveva effettuare dopo di lei. Mi sono scontrata più volte con la mia famiglia e amici per evitare di farli sottoporre al siero, ma sono stata solo presa a male parole o derisa. Ogni giorno nella mia città muore un conoscente di infarto, ogni giorno si sente di malori alla guida ribaltandosi con le macchine. L’altro giorno ricevo una telefonata di una mia amica infermeria, lavora nel reparto di oncologia, mi confermato le sue paure come anche i suoi colleghi per quanto riguarda il vaccino, dicendomi che sono mesi che aumentano i ricoveri per tumori e non hanno più le forze a gestire il reparto.

 

Maryall80

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Ciò che i miei occhi hanno visto

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Nella mia esperienza personale colui in cui ho riscontrato maggiori cambiamenti in seguito alla vaccinazione è stato un mio familiare. Premetto che questa persona reputavo avesse una coscienza e non fosse un comune bot. Ogni volta che cercavo di fargli capire qualcosa in merito alla spiritualità era bellissimo perché sentivo che mi capiva. Mi apprezzava perché anche se non capisse bene il perché si vedeva che vedeva in me una sorta di spalla perché comprendevo certe sue sofferenze e disagi come altri non potevano perché non avevano lo stesso vissuto e probabilmente non avevano avuto gli alieni alle calcagna allo stesso modo di come li avevamo avuti noi invece, durante la nostra vita. Purtroppo però nonostante i miei tentativi ripetuti di avvicinarlo ad ACD non ha mai preso più di tanto seriamente questo mio tentativo d’aiuto, e durante questo periodo infame ha ceduto al booster. È stata una mazzata scoprirlo ma soprattutto il modo in cui è avvenuta la scoperta perché mi avevano illusa tenendomi nascosta questa cosa, da buoni manipolati quali sono (i miei familiari). Ma ora non bisogna parlare di me, piuttosto vi devo raccontare di cosa è cambiato in lui. Già avevo notato qualcosa di strano prima di sapere dell’accaduto. È brutto dirlo ma sembrava mezzo scimunito. Mi ricordo bene quella sera in cui mi resi conto del suo cambiamento. Lo vedevo “assente”, spento, felice ma di quella felicità che ti fa provare qualcosa che ti stordisce. Ecco era incosciente. Sentivo che in lui mancava qualcosa. Agli occhi degli altri era lui e io mi chiedo ancora come fosse possibile che gli altri non si rendessero conto di niente. Era lì, stordito e felice, mentre rimproverava la figlia assolto nel suo unico ruolo di genitore, non lo avevo mai visto così. Lui era diverso, faceva il genitore un po’ per caso, nel senso che doveva rispettare questo ruolo ma dentro di sé aveva una storia ben diversa. Almeno è quello che ho sempre sentito. Oltre a quell’episodio iniziale, anche in altri momenti ho notato questa sua forte assenza. Non si poneva più domande come faceva prima, mancava quella parte viva, buona e bella che me lo aveva fatto apprezzare come mai prima di quegli ultimi tempi. Eseguiva solo il ruolo che il Matrix gli aveva imposto. Videogiochi, cibo spazzatura, partite di calcio e fine. Ah no c’era anche dell’altro la sua eccessiva e immotivata ira verso la figlia. Lui ha sempre avuto un bel rapporto con lei sebbene talvolta si arrabbiasse già in maniera immotivata perché era stressato per ragioni personali, ma stavolta era diverso, è diverso. Si arrabbia con lei eccessivamente e senza una ragione sensata. Quando lo fa vedo in lui la possessione. Scatta quel segnale a ripetizione che lo fa arrabbiare eccessivamente e ripetutamente. Semplicemente perché la figlia è felice e quindi presa da quel sentimento lo esprime saltando, ridendo chiassosamente e parlando con voce alta. Ma è normale sono bambini, è invece ogni volta che è molto felice, lui la zittisce. Come un robot impostato sulla modalità arrabbiati che parte a ripetizione. Anche in momenti non propriamente ludici. Anche a volte se la sente semplicemente parlare. È davvero una cosa folle e assurda e a me sale un nervoso assurdo.

 

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Così non farà altro che far nascere in lei un trauma immotivato, che potrebbe anche portarle danni in futuro in quanto assocerà ai momenti di felicità il tono rabbioso e le sgridate del padre. È davvero troppo! Ripeto che non l’ho mai visto così e sono stufa di sentire la gente che dice ch’è normale perché non si può sempre difendere l’indifendibile. Ah e ovviamente se io gli faccio notare che esagera se la prende pure con me perché lui è il padre, lui è manipolato a più alti livelli di me grazie al siero e tutto va bene ma non deve essere più così, la vera normalità è un’altra. Ho potuto anche notare come il Matrix si sia mosso per far che lui cedesse al siero. E di casi come il suo dove la famiglia stessa ti convince e le coscienze deboli si lasciano ingenuamente convincere rovinando per sempre la propria storia e vissuto ne ho visto anche un altro, quindi questo mi ha dato modo di riflettere ancor più sul fatto che questo gioco sia tremendamente ingannatorio e mai come in questo momento dobbiamo avere mille occhi aperti e stare attenti a scegliere chi frequentare e di chi circondarci. Ritornando a questo mio familiare è accaduto che da che era completamente contrario al vaccino, subito dopo averlo fatto si è mostrato felicissimo e ha detto addirittura di essere ritornato a “vivere”. Ed ha iniziato anche ad avere paura del virus cosa che prima non aveva perché era molto tranquillo sulla faccenda. Riguardo ai danni nella sfera della salute fisica, ho riscontrato vari effetti in diverse persone che conosco. Ad un mio zio è venuto il tumore alla prostata sebbene c’è da dire che già avesse problemi ma il tumore è stato riscontrato a Giugno 2021 per cui il vaccino ha peggiorato e velocizzato le cose. Ad un altro mio zio hanno trovato una macchia nella regione dello stomaco e hanno detto che si tratta di gastrite anche se mi sembra strano che la gastrite possa manifestarsi così e poi si è anche operato ad un’ernia inguinale ma magari questo non c’entra. I colleghi a lavoro da mia madre subito dopo l’iniezione hanno avuto problemi di stanchezza, debolezza fisica e anche altri segni di indebolimento a capelli e altre parti del corpo. Una signora anziana alla quale ero molto legata dopo pochi mesi dalle iniezioni nonostante fumasse da anni ma stava sempre benissimo si è ammalata e da poco ho scoperto che è morta. Vari anziani nella casa di riposo della mia città sono morti a poca distanza dalle iniezioni. Un altro mio conoscente ha detto di non sentirsi più lo stesso da quando si è vaccinato. Era contrario anche lui e l’ha fatto “per lavorare” ma da allora dice di sentirsi sempre debole e fiacco e di ammalarsi molto più frequentemente del solito, segno che il suo sistema immunitario si sia indebolito altro che “rafforzato”.

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La mia vicina di casa dopo la seconda dose ha avuto svenimenti e capogiri frequenti e non riusciva più ad alzarsi dal letto altrimenti le veniva da vomitare per le vertigini. Questa situazione è andata avanti per tre settimane. Inoltre è cambiata prima era molto solare e positiva e si fermava spesso fuori a chiacchierare con noi invece ora è molto schiva, negativa, sempre scura in volto e sfuggente, non si ferma mai a parlare e si chiude subito in casa quando ci vede al massimo dice due parole e se ne va oltre al fatto che la vedo anche più irascibile del solito con la figlia e il marito L’altro giorno alla fermata del bus un signore ha lamentato che da quando si è vaccinato a Dicembre ha iniziato ad avere tosse e catarro perenni, ancora gli devono passare e quando fa il tampone risulta sempre negativo. Anche la mia vicina di casa ora che ci penso oltre ai danni che ho già citato ha sempre tosse e catarro e spesso anche raffreddore. Alla vicina di casa di un mio amico invece le sono cadute le sopracciglia dopo il vaccino. La mia estetista dopo la seconda dose ha avuto il ciclo per un mese intero! Una sua cliente mi ha detto che dopo il vaccino è diventata sterile e non può più avere figli. Un ragazzo mi ha raccontato che dopo il vaccino un suo pettorale ha iniziato a sbattere di continuo come se fosse in continua contrazione ma senza il suo controllo e il medico gli ha detto che è un problema neurologico “reversibile”. Come se non fosse nulla di che.

 

Lince

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Testimonianze che non possono tacere

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Testimonianza n. 1

Da quando era esplosa la fobia del virus non si faceva che parlare di vaccini. Servivano vaccini urgenti per salvare tutte le persone, dicevano. In effetti furono prodotti e distribuiti molto in fretta e una grossa fetta di medici non era d’accordo a somministrarli, perché non si era avuto il tempo sufficiente per testarli. Furono fatte numerose obiezioni, tutte coerenti con quanto sostenuto dalla scienza fino ad allora, ma vennero tutte ignorate. Improvvisamente quelle che fino a pochi giorni prima venivano considerate verità scientifiche, stavano venendo confutate.

Poi veniva tacciato di ignoranza e complottismo chi ne faceva riferimento. Sembrava di stare vivendo uno strano film in cui improvvisamente il mondo si ribaltava e solo pochi lo stavano notando. Veniva spinta l’idea che era un privilegio poter accedere alle cure tempestive e perciò qualunque altra cosa doveva passare in secondo piano data la gravità del virus, anche la stessa efficacia.

Erano i primi mesi del 2021 e la vaccinazione era appena cominciata. Le chiamate furono organizzate in maniera da dare la precedenza alle categorie più deboli: anziani e immunodepressi, quelli cioè che se muoiono subito dopo il vaccino, nessuno ci fa caso perché erano già deboli.

Una mia amica mi sorprese per il suo stranissimo comportamento. Era la prima volta che lo stavo vedendo; in futuro l’avrei riconosciuto in molte altre persone. Mi confidò che non si fidava del vaccino, perciò non si sentiva favorevole a farlo, tuttavia l’avrebbe fatto scavalcando anche le precedenze imposte per fascia di età. Questo comportamento privo di alcuna logica stava per essere ricalcato da migliaia di persone.

Le fecero credere che il suo lavoro le consentiva di avere la precedenza sugli altri, ma la verità è che le hub vaccinali non erano così indaffarate come sosteneva la TV e avrebbero fatto di tutto per vaccinare chiunque. Così prenotò. La motivazione che la spinse con fretta verso l’avventato gesto fu tanto assurda quanto inutile: le piaceva viaggiare e temeva che nei mesi successivi, con l’arrivo dell’estate, avrebbero richiesto le vaccinazioni per andare in vacanza.
Una persona che non voleva vaccinarsi, che non si fidava del vaccino, stava decidendo non solo di farlo comunque, ma di essere tra le prime in Italia e con una motivazione che esisteva solo nella sua testa. Perché tutta questa urgenza?

Così si precipitò a farlo e qualche giorno dopo ci sentimmo. Mi raccontò che dopo l’iniezione non poté più muovere il braccio per un giorno intero. Si era spaventata, ma per fortuna ormai stava bene, perciò si sentiva tranquilla. Restava un sintomo fastidioso: le dolevano svariati linfonodi del corpo e si stavano gonfiando.

Nei giorni successivi la contattai per sapere come stava, ma non stava migliorando affatto: la ghiandola di Bartolino (una delle due ghiandole situate nella vulva) stava crescendo senza sosta. Aveva cominciato l’antibiotico ma non sembrava fare effetto, così si era dovuta recare al pronto soccorso dove avevano tentato di asportarle il pus. Purtroppo (dopo avere riempito ben due siringhe) non erano stati in grado di aiutarla del tutto perché era già molto denso e così le avevano prescritto con un secondo antibiotico per riuscire a fluidificare il pus. Cambiò antibiotico ma non migliorò. Nemmeno il dolore sembrava affievolirsi: era un bruciore fortissimo di intensità costante che la costringeva a tenere il ghiaccio fisso tra le gambe. Ormai non poteva più camminare. La operarono d’urgenza quando la ghiandola aveva raggiunto le dimensioni di una palla da ping pong sviluppata all’interno. La convalescenza fu dolorosa, rimase a letto per giorni con la ferita mezza aperta per lasciarla spurgare. .

 

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Come se questo non bastasse, i medici l’avvertirono che probabilmente le sarebbe rimasto il problema dei linfonodi che si sarebbe riaffacciato periodicamente, in quanto ormai era un soggetto predisposto.
Nonostante ciò, e nonostante nessuno mise in dubbio che l’accaduto fosse una conseguenza del vaccino, si tenne pronta per la seconda dose.

 

Testimonianza n. 2

Questa esperienza è accaduta alla mia vicina di casa, una donna di circa 65 anni in perfetta salute e non solo secondo la sua personale opinione, ma secondo quella dei medici che l’avevano visitata prima di fare il vaccino.
Lei non era intenzionata a farlo, ma come molti nel paese si fidava del medico di famiglia e, dopo tanti tentativi, si era lasciata convincere.
Immediatamente dopo il siero accusò una serie di reazione avverse, tra cui un’improvvisa polmonite che i medici immediatamente etichettarono come polmonite da Covid. I mesi successivi furono anche peggiori, perché le prese un infarto che le costò 3 stant al cuore.
Un medico in ospedale le confermò con sicurezza che l’infarto era una conseguenza del vaccino, ma la cosa scandalosa è ciò che la mia vicina venne a sapere da una sua amica infermiera che lavora nella stessa struttura: una lettera ricevuta dal Ministero imponeva loro di ignorare ogni effetto avverso.
La mia vicina, che era sana, improvvisamente si ritrovava con il cuore malandato a causa di una medicina che avrebbe dovuto difenderla dalla possibilità di prendere la febbre con il mal di gola. Questo la fece reagire e da quel momento cominciò a testimoniare ciò che le era accaduto, per impedire agli altri di commettere lo stesso errore e quindi tenere lontane più persone possibili dal vaccino. So che voleva procedere per vie legali, spero che l’abbia fatto e che nessuno sia riuscito a farla desistere.

 

Testimonianza n. 3

La mia dirimpettaia ha tante certezze ed esse provengono tutte dalla TV e dalla chiesa. Lei, che proprio non capisce come si possa essere così stupidi da rifiutare le cure per un male tanto grave, è la paladina del vaccino. Fatto il siero le è stato scoperto un tumore che le è costato l’asportazione di utero e ovaie. Ovviamente, essendo diventata un soggetto debole, ha preferito fare la terza dose per non rischiare l’influenza!

 

Notte

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La malignità nel siero

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Nel 2021 è iniziata la campagna di vaccinazione di massa in Italia, e anche i miei zii (marito e moglie) sono andati a inocularsi le 3 dosi del siero.
Mia zia aveva avuto un leggero infarto qualche anno fa, il suo medico le aveva quindi consigliato di aspettare a vaccinarsi ma ormai i Tg e la propaganda martellante e continua li avevano convinti che bisognava farli e farli subito. A livello fisico non ha avuto grandi scompensi dopo l’inoculazione (non a me noti, almeno, dato che non la vedo spesso), ma è il suo comportamento che è decisamente cambiato. Non è mai stata quella che definirei una persona simpaticissima o dolce, ma dopo le tre dosi è diventata proprio cattiva verso noi non vaccinati. Solo verso di noi e solo quando si parla di questo argomento. Una cattiveria e una aggressività immotivata che davvero non si spiega e che prima non aveva: ha passato ogni giorno per un intero anno a litigare a morte con sua figlia (mia cugina, anche lei non vaccinata) per obbligarla a vaccinarsi, e ad ogni litigata minacciava di lasciarla senza soldi e senza casa e senza macchina, e urlava sempre più delle cattiverie tali da augurare a tutti noi non vaccinati la morte. O la deportazione. O l’esilio. Insomma, tutte cose molto carine che prima non avrebbe MAI detto.
Mio zio, invece, ha iniziato a stare male fisicamente subito dopo la seconda dose del vaccino: la parte sinistra del suo corpo si è paralizzata quasi del tutto. Ha avuto una infiammazione tale che tutti i muscoli di quel lato del corpo (il lato dove si è iniettato i vaccini) si sono riempiti di acqua, e dalla spalla in già non riusciva a muovere nulla, né a camminare bene né a distendere anche solo le dita della mano. Ora, a distanza di un anno, ha ripreso a muoversi abbastanza bene anche se un po’ di dolori sono rimasti, ma ci ha messo appunto un anno, tanti massaggi, tanti farmaci. E, dopo tutto ciò, si è fatto iniettare anche la terza dose e aspetta con impazienza la quarta perché “non c’è nessuna correlazione tra il vaccino e quello che è successo” (cit. mio zio). Nonostante a una persona sana e sportiva (come era lui) queste cose non succedono mai. Anche in lui, comunque, ho notato un aumento dell’aggressività verbale verso le persone non vaccinate, come se insieme al siero iniettassero anche la cattiveria

 

 

Ilary

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Effetti avversi da vaccino: non c’è due senza tre!

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Nel 2021 tutta la famiglia del cugino di mio padre si è vaccinata contro il virus del Covid: lui, la moglie, la figlia. E tutti e tre hanno avuto reazioni avverse. La moglie, avendo già problemi di cuore da anni, ha avuto ancora più dolore a livello del petto, facendo molta più fatica a respirare al minimo sforzo.

A poco più di 60 anni ora sembra avere il cuore di una 90enne malata. Il cugino di mio padre, dopo la seconda dose, ha avuto un rash cutaneo su tutto il corpo, uno sfogo pruriginoso e doloroso che ancora oggi perdura (dopo ben un anno): ogni giorno da un anno, quindi, deve assumere cortisone in dosi elevate per tenere sotto controllo il dolore, le bolle e il prurito. E questi non accennano a passare o a guarire.

La figlia, invece, è un soggetto immunodepresso dalla nascita quindi, dato che i soggetti “a rischio” avevano la precedenza nelle inoculazioni contro il Covid, al momento è arrivata alla sua quarta dose di vaccino. Stava già male prima, ma ad ogni siringata è andata sempre peggio: il suo corpo, già debilitato da anni di cure, ha mal tollerato questo siero artificiale finché, immediatamente dopo la terza dose, i suoi reni hanno ceduto del tutto e le hanno dovuto fare un trapianto d’urgenza prima che morisse. Tre persone diverse, tre diversi effetti collaterali dei vaccini.

 

 

Ilary

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Un Tumore alle ovaie per andare a lavorare

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Nel 2020 una mia cara collega ha iniziato purtroppo a farsi iniettare le tre dosi previste di vaccino Covid. Non l’ha fatto per paura di questo virus ma perché, senza i vaccini, non avrebbe potuto lavorare e avrebbe dovuto stare a casa in sospensione e senza stipendio, come previsto dalle “leggi” illegali introdotte nel 2021. Non che questa dei soldi sia una buona motivazione per farsi avvelenare, comunque, perché io personalmente ho fatto la scelta della sospensione per 6 mesi e ce la si fa benissimo a vivere, se si vuole.

Le alternative ci sono e ci saranno sempre. Abbiamo sempre una scelta. Comunque, lei è una ragazza poco più che 40enne, sana, che non mangia schifezze e in forma. Dopo 3-4 mesi dalla seconda dose, sono iniziati i dolori inguinali e un leggero gonfiore al basso ventre. Per mesi i fastidi sono proseguiti finché ha deciso di andare da un medico. In seguito ad una visita ginecologica e ad una ecografia, il verdetto: teratoma di 12 centimetri che ha inglobato e mangiato tutto l’ovaio sinistro. E che nella visita precedente (l’anno prima) non c’era.

Mi pare strano che un tumore cresca così velocemente e dal nulla in un solo anno, ci deve essere stato per forza qualcosa che è venuto dall’esterno e che ha scatenato questa crescita enorme e veloce di cellule tumorali…… Io credo di sapere la risposta a questa domanda, ma purtroppo sia la mia collega che i medici hanno dato come spiegazione la solita banale frase: “può capitare alle donne di questa età”. Ma quando mai??

 

 

Ilary

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La Roulete Russa delle Dosi

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Una mia cara amica si è purtroppo fatta tutte e tre le dosi previste (fino ad ora) del vaccino per contrastare il Covid19. Da quando in adolescenza ha avuto un brutto male, è diventata ipocondriaca quindi non avevo dubbi che sarebbe corsa a farsi iniettare questi sieri. Prima dose: erano passati 10 minuti dall’iniezione, era ancora nel luogo adibito alle vaccinazioni di massa quando inizia a stare molto male e sviene di botto. Iniziamo bene. Nelle settimane seguenti, poi, ha avuto febbre alta e molto dolore alle ossa e ai muscoli. Seconda dose: stavolta non è svenuta subito dopo l’inoculazione, ma in compenso è stata peggio della prima in quanto a dolori e febbre alta. Terza dose: a pochi mesi dalla terza dose, ha iniziato a notare che sul petto, più o meno ad altezza cuore, si stava formando una cisti sottocutanea. È andata a farla controllare ed era una massa maligna che ha dovuto togliere immediatamente. Essendo ipocondriaca, si tiene sempre molto controllata, e di questa massa fino all’anno precedente non ve n’era traccia. Oltre a ciò, sta provando da più di un anno e mezzo a concepire un bimbo ma non riesce proprio a restare incinta.

 

Ilary

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La sterilità Post-Vaccino

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A fine 2019 una mia amica è rimasta incinta: ci hanno provato una volta sola ed è andata bene, al primo tentativo hanno avuto quello che desideravano e nel 2020 è nato un bellissimo bambino, sano e pacioccoso. A settembre 2021, ha deciso inaspettatamente di vaccinarsi contro il Covid-19.

Da lei non me l’aspettavo proprio perché è sempre stata una persona che evita il più possibile le medicine e i componenti chimici in ogni settore, dai detersivi al cibo etc. Quindi che si volesse tutto ad un tratto iniettare qualcosa di chimico e sperimentale, mi dava molto da pensare. Il lavaggio del cervello che hanno fatto tramite la tv in questi due anni è stato davvero pesante e molti a quanto pare hanno ceduto al vaccino senza neanche rendersi conto che non era un pensiero loro. Sta di fatto che lei e il compagno si sono fatti iniettare due dosi di vaccino anti-Covid19, e da quel momento lei non riesce più a rimanere incinta per la seconda volta.

Ci stanno provando ininterrottamente da più di un anno e ancora nulla. Nel 2019 aveva tutti i valori a posto e ha avuto una facilità estrema nel restare incinta del primo figlio, mentre ora invece non è più così. Ora, nell’estate del 2022, si è resa conto che nel suo corpo c’è qualcosa che è cambiato e che le impedisce di concepire un altro figlio. Questo fatto per fortuna l’ha spinta a riflettere e, grazie a Dio, ha finalmente deciso di non continuare con le dosi di vaccino.

 

 

Ilary

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O oggi o domani, gli effetti avversi arrivano!

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Ante questa plan-demia e fino ad oggi non ho casi eclatanti di esperienze dirette però ritengo che alcuni siano significativi.

Il primo ad aver assaggiato prima del marzo 2020 , una strana malattia respiratoria e con fatica alla respirazione , soffocamento quasi , oltre a sudorazioni assurde sono stato proprio io stesso a viverla , avendo poi avuto durante l’anno di militare una polmonite ed una rinite cronica , comprendo che ero sotto attacco da qualcosa i diverso perciò procedo con autoguarigione (non ero ancora in ACD) e cure naturali, aglio , miele, curcuma, zenzero, chiodi di garofano , alimentazione attenta e dminuita , ecc perciò dopo tre gg . in cui me la sono vista brutta perché sentivo un’anomalia in quello che il corpo passava , guarisco .. da ormai decadi non uso se non in passato per casi vermante estremi, farmaci e aggiungo i mie figli sono stati curati omeopaticamente sin da piccolissimi con risultati a dir poco ottimi e a tutt’oggi soprattutto il primo figlio come me del resto non sa cosa sia una farmacia ..

Aggiungo che avevo deciso di non andare MAI in ospedale , un’avversione ed una acuta percezione che sarebbe stato rischioso per la mia vita stessa e poi nei mesi successivi sappiamo tutti cosa avvenne ..una strage di deboli e già malati ma anche tanti giovani , uccisi in pronti soccorsi e ricoveri come nei lager con intubazioni forzate e somministrazioni venefiche di vario tipo.

Dato che da sempre sono uno studioso ed un curioso , oltre che un anti sistema avendo visto sin da piccolo come tutte le Istituzioni e il Governo siano nemici dell’individuo e della umanità , divulgo quanto più possibile a parenti e amiche , amici di quanto stia avvenendo mandano materiale che ho filtrato nelle mie possibilità attraverso altri media , canali Telegram, anche se anche in telegram ci sono molti ingannatori cosidetti gatekeepers, oltre a studi su incostituzionalità e illegittimità di tutti i provvedimenti emessi dall’allora Conte e banda criminale al seguito , tutti i politici e tutte le cariche di potere nelle numerose istituzioni, grandi aziende, sindacati ecc . ecc. primi studi liberi arrivano già dopo qualche mese ma ecco che tra parenti e amici e fratelli inizia la demarcazione da chi comprende l’inganno a chi invece cade nella trappola e peggio ne diventa anche sponsor .. un film ma che mi pareva già visto , già vissuto.

La mia ex compagna con cui ho comunque un rapporto bello e scambio continuo anche senza la voglia di approfondire le tante informazioni che le giravo , decide in breve di non vaccinarsi in ogni caso , lo sente ma credo sia stato importante addurle conoscenze e avere profonda stima del sottoscritto come studioso meticoloso..purtroppo i suoi figli sia il primo maschio che la seconda figlia , vivendo con il papà a Milano, seguono quanto dice il padre e si vaccinano tutti e due volte per certo ..la figlia di 23 anni da poco che ha sempre dato seganli fortissimi di avversione al sistema , maturità liceo artistico, amante della natura e per scelta lavori anche precari ma a contatto con la natura mi sorprese molto per questa sua arrendevolezza e nei miei limiti percettivi una’ Anima e non di meno che desidera il bene per tutto e tutti .. poche settimane fa dopo aver provato tramite sua mamma , la mia ex compagna, di svolgere disintossicazioni scegliendo tra diversi protocolli ormai testati e alcuni solo con cure naturali , inizia a preoccuaprsi seriamente non avendo più il ciclo mestruale da quasi due mesi e ancora però non correla questa anomalia con i due sieri fatti…ma inzia ad avere il sospetto.

Quello che mi ha più colpito agli inizi di questa terribile farsa è che molte persone apparentemente spiriti liberi, olistici, anti sistema e con animo pulito siano caduti come delle pere cotte mentre altri individui, carenti di nozioni , apparentemente integrati nel sistema e con situazioni lavorative che li vedevano schiacciati a doversi vaccinare si siano opposti ed abbiano tenuto alla loro vita e ancor più al richiamo dell’Anima a non cadere in questo orrore.

Un altro caso di un mio amico più giovane di me di oltre 10 anni , fatti i due vaccini purtroppo si trova ad avere una reazione cutanea alle mani ed ai piedi con miriadi di pallini e cerchi rossi , scottanti e dolorosi al punto da non potere camminare per giorni e giorni ..mi manda le foto gli dico di disintossicarsi ma il medico lo rassicura che è malattia infantile che si è riproposta e di non temere alcunché.

 

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Due mesi addietro sempre questo amico subisce un bruttissimo incidente con sua moto , molto sicura e grande , a nemmeno 30 km/h e con probabile concorso di colpa dato che l’auto avanti a lui frena bruscamente pare cambiando anche direzione ..lo vado a trovare e in un primo momento mentre racconta non percepisco niente di anomalo ( anche perché la presenza in piena respirazione pranica non è costante come vorrei che fosse in ogni istante della giornata )..ma poi in questi giorni ricordando lo sguardo e gli occhi rivedo una sorta di ‘piccola bugia ‘ nella vaga descrizione dei fatti e mi balza in mente quanto numerosi  siano i casi di svenimento o mancamento mortale  a volte per poche frazioni di secondo a salire  , per blocco cardiaco e/o respiratorio ma che nel soggetto cieco alla verità che sta dietro non verrà mai in mente di correlare i vaccini con questi crolli e reazioni avverse palesi.

Altri episodi indiretti ne ho sentiti eccome ma non posso qualificarli perché riportati da terzi e non vissuti in prima persona ..purtroppo anche mia sorella, insegnante, cede dopo aver tenuto quasi fino all’ultimo , ad un vaccino solo … da ormai mesi ha un problema che la sta preoccupando sempre più di deglutizione , fatto ogni tipo di controllo da medico e specialista  larinogoiatra, esami  vari con liquidi di contrasto ..nada de nada , non sanno cosa possa essere perlomeno ha capito dopo averlo fatto di aver fatto una cazzata e quindi di procedere con disintossicazione.

Nella casisitica diretta ho notato che se il primo vaccino non sempre abbia fatto danni evidenti sulla salute , ma possono venirte furoi negli anni a venire, con il secondo quasi tutti sono stati male o hanno avuto avversioni e mi dicevano anche che erano impauriti da effetti collaterali ma talmente condizionati mentalmente dal proseguire comuqnue a farsi iniettare il veleno.

 

Taddeus

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Vaccinati! In regalo una bellissima trombosi all’occhio

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Ciò di cui voglio parlare oggi riguarda gli effetti avversi dei cosiddetti vaccini contro la falsissima pandemia iniziata nel 2020. Prima di procedere con questo racconto veritiero, poiché tratto da ciò che ho visto con i miei occhi e udito con le mie orecchie dal vivo, faccio una breve introduzione del periodo. Nel 2020 il Governo decise di scatenare una falsa pandemia che avrebbe dovuto colpire tutti, ma proprio tutti tanto da fare un numero astronomico di morti. Ovviamente questo non accadde, poiché il Governo decise di far spaventare le persone per una banalissima influenza. Chi nella propria vita non ha mai avuto la febbre? Raffreddore, tosse? Non dico che la malattia sia normale, ma parliamoci chiaro, non si muore per così poco. Ma il Governo riuscì a manipolare le menti più deboli, usando la paura come arma. Iniziando con il lockdown avvenuto a marzo del 2020 la gente comincia ad accettare ogni assurda imposizione da parte di quattro folgorati di mente. Così dopo continue vessazioni tra “dovete proteggere i vostri nonni quindi non abbracciateli, stategli lontano”, all’uso della mascherella si arriva all’imposizione dei vaccini. Ovviamente una parte della popolazione, spinta e sorretta dalla corrente giusta cominciò ad avvisare della pericolosità di questi vaccini, di ciò che contenevano in realtà, (ossia il Chip) e di come sarebbero stati devastanti per la salute umana. Ma comunque c’è stata gente che ci ha creduto. Tra questi c’è mia nonna. Lei si fece la prima dose convinta di “immunizzarsi” ma anche e soprattutto perché a quei tempi venne imposto il green pass, comunemente chiamato dalle persone sane di mente con il nome adatto: il cazzo verde. Così andò a farsi la prima dose di morte. Il giorno dopo la vaccinazione raccontò che non appena le fu iniettato il veleno sentì una forte scarica partire dalla testa ai piedi e provò un forte senso di confusione. La sera stessa e il giorno dopo ebbe un po’ di febbre e provava dolore al braccio in cui le fecero la siringa. La cosa interessante è che sentiva nel punto della puntura una pallina che per molto tempo rimase lì. Guarda un po’ corrispondeva proprio alle innumerevoli testimonianze di chi si era vaccinato che giravano in quel periodo. Già dalla prima dose che ricevette potei notare dei cambiamenti. Il colorito era diventato cadaverico e notai dei rallentamenti nel parlare. Lei era una persona molto attiva, la sua memoria funzionava davvero bene e di certo non le mancava la parlantina. Ma dalla prima dose che ricevette, cominciai a notare come si dimenticava ciò che doveva dire, proprio come se avesse dei tagli netti nella mente. Per di più mentre parlava ogni tanto si incartava e al posto di dire una cosa ne diceva un’altra. Lei pensava a ciò che voleva dire ma la sua bocca emetteva parole totalmente diverse. Dopo un paio di settimane si rivolge a me e mia madre perché non riusciva a vedere bene dall’ occhio destro. Così va dall’oculista e le venne prenotata una visita specialistica durante la quale le fu diagnosticata una piccola formazione di trombi all’occhio destro. Ovviamente il medico le disse che la causa era sconosciuta nonostante sono sicura sapesse la vera motivazione. Mia nonna allora provò a darsi delle spiegazioni senza voler ammettere che i miei avvisi erano corretti. Si sa il detto “uomo avvisato, mezzo salvato”. Il suo carattere cominciò a cambiare. Iniziò ad essere più nervosa, ogni cosa non le andava più a genio ma questo veniva causato dal vaccino e dal chip che stavano facendo il loro effetto. Iniziò ad essere sempre più confusa, ossia non riusciva a tollerare l’ascolto di più voci contemporaneamente, tipo quando si sta al ristorante e si sente il brusio della gente. Ecco lei però non tollerava neanche il brusio di poche persone. Ma la protagonista, nonché comune denominatore della gente sierata è la grande e immensa Apatia.

 

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Non sto parlando di una semplice pigrizia, ma di un’apatia così pesante da considerarla tecnologica e artificiale per quanto abnorme sia. Le domeniche che ci invitò a mangiare la vedevo sempre rintronata, con gli occhi semi chiusi perché aveva perennemente sonno ma non riusciva a dormire la notte nemmeno se si sforzava. Quindi cominciò a soffrire di una fortissima insonnia, tanto che era sempre stanca e nervosa. I giorni passano e la situazione peggiora, fin quando non viene costretta a fare la seconda dose. Quando uno permetteva di farsi ficcare quel bastoncino lungo per il naso o di farsi iniettare la morte in piccole dosi non faceva altro che diventare ancora più sottomesso alla schiavitù del Governo oscuro. Così dal dire “nono, me ne faccio una sola” finì con il dire “eh vabbè sono costretta me la faccio” e da qui la giostra comincia a girare più veloce. Seconda iniezione, fortissima scarica bollente che dalla testa scende ai piedi e forte stretta al cuore. Stava rischiando uno svenimento, e siccome era conscia dei pericoli che poteva incorrere quel giorno si fece accompagnare da un mio genitore. Ritornata a casa mia, per prendere la sua macchina decisi di affacciarmi per sapere come stava (alias informarmi sulle reazioni) e lo spettacolo non era bello. Il viso era diventato di un colore giallo malato, gli occhi erano lucidissimi e mentre parlava sbiascicava perché provava una fortissima debolezza sparsa per il corpo. Si ritirò a casa e per tre giorni febbre alta, diarrea e vomito molto forti e a più riprese durante le giornate. Dopo quell’episodio è peggiorata di più. Cominciò a provare dolore al braccio dove le venne fatta l’iniezione e per circa due settimane (forse qualcosa in più) ebbe un cordone nero e lungo ben visibile e duro sotto la pelle del braccio. Quel cordone le faceva molto male e quel braccio lo sentiva sempre addormentato. In quel periodo si operò a delle vene varicose che erano peggiorate dalla prima dose, erano diventate come una grossa palla dietro il ginocchio sinistro. Stette malissimo per le gambe, provava dolori atroci e continui perché la circolazione non funzionava più bene. Arriva il giorno della terza dose e va a farsela. La sera stessa veniamo chiamati d’urgenza da mio nonno perché nonna era svenuta e l’aveva ritrovata tra il vomito e le feci. Andammo di corsa a casa sua ed era stesa sul letto, viva se così possiamo dire anche se era lì lì per andarsene all’altro mondo. Dopotutto so che è una questione di tempo e lo sapevo anche allora. Il colorito era un bianco misto giallognolo, proprio come quello delle persone in fin di vita, diceva cose senza senso e non era cosciente della situazione tanto da non essere in grado di riconoscere i nostri volti. Non è morta, ma davvero era vicinissima. Dopo la brutta caduta passarono mesi affinché si abituasse alla morte che aveva scelto di subire. Non dico “le ci vollero mesi per riprendersi” perché da quei Sieri non ti riprendi, sono un biglietto di sola andata per la tomba. Da quei mix schifosi di pattume (e mi trattengo per non risultare volgare e perdere di serietà, ma esce molto spontaneo un turpiloquio riguardo questi sieri) ne esci morto. E se non muori comunque ti accorci la vita e la vivi da malato terminale, o da persona che si ammala di continuo per svariate cose alla volta. Mia nonna dopo la terza dose (oltre che soffrire di tutto ciò che ho elencato prima) ha svenimenti improvvisi, molto pericolosi perché sviene sempre in punti in cui ci si può ferire gravemente o morire. Infatti una volta, cadendo ha sbattuto la testa contro una porta di ferro, l’ultima (che io sappia) è caduta sulle scale e si è fatta male al braccio.

 

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Dalla caduta sono passati un paio di mesi e ancora le duole il braccio. Ormai sviene improvvisamente, e quando ne parla è visibilmente spaventata oltre che pentita. Perché dopo aver assaggiato la morte adesso vuole tornare indietro, ma è cosciente del fatto che indietro non si torna. La settimana scorsa ha avuto un blocco al mignolo destro, in pratica il mignolo le si è irrigidito per una giornata interna e le è diventato nero e freddissimo. Solo il giorno dopo stava tornando un po’ al suo posto. Ogni mese che la incontro ha nuovi dolori, e tutto questo causato dal Siero Killer. Ringrazio chi come Angel Jeanne ci ha aperto gli occhi e continua a farlo ogni giorno, con passione e immensa Bontà, che ci protegge da ciò che ci vorrebbe vedere morti o sottomessi in corpo e Anima. Sta a noi aprire gli occhi e far parte di un vero cambiamento.

 

Dam

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Forti mal di testa? La nuova normalità!

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La mattanza non finisce mica qui. Anche mia cugina, nel 2021 decide di vaccinarsi. La prima dose a cui si sottopose fu esilarante perché cercava di fare la dura quando in realtà si vedeva che qualcosa non andava. Infatti per tre mesi ha avuto forti mal di testa, tutti i giorni e molto puntuali tanto da spaccare il minuto. Arrivavano le tre del pomeriggio e cominciava ad avere un forte mal di testa che si propagava per le ore successive. Ti sembra normale o un po’ artificiale come cosa? Una cosa che accomuna tutti è la forte apatia che assale i vaccinati. Anche mia cugina, che prima era sempre molto allegra, attiva e forte fisicamente diventa vittima dell’apatia tanto da farla camminare come uno zombie. Ogni volta che la incontro è sempre priva di energie, con dolori qui e là, con quella pesantezza che ormai ha scambiato per normalità. Ma non c’è nulla di normale nell’essere perennemente stanchi e prosciugati di energie. La cosa che mi ha colpito è che da quando si è sierata ha cominciato a nutrire interessi sbagliati. Ha cominciato a bere di più e siccome è adolescente e circondata da ragazzi che sicuramente già prima della farsa erano drogati anche lei ha cominciato a farne uso. Lei non proviene da una famiglia disagiata, e mai avrebbe fatto uso di queste sostanze ma dal momento della vaccinazione ha cominciato ad essere più “ribelle” tanto da darsi la zappa sui piedi da sola. Correlo questa cosa della droga con la vaccinazione perché ho potuto notare come i suoi comportamenti siano cambiati in negativo proprio dalla vaccinazione. Dopo il siero è diventata molto più manipolabile dalle energie negative tanto da cadere in trappole come la droga. Tutto questo non è normale.

 

Dam

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Una giovane vita sedata

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Durante il 2021 la gente inizia ad impazzire e corre terrorizzata a farsi iniettare i sieri della morte. In mezzo a quella folla di gente che nemmeno sapeva di cosa avere esattamente paura c’era mio cugino di tredici anni che spinto dalle ossessioni oscene dei suoi genitori va a farsi vaccinare. Mio cugino è sempre stato un ragazzo molto tranquillo, riservato e calmo. Ma dalla vaccinazione è diventato lo spettro di sé stesso. Premetto che ad indebolire molto la sua mente è stata la chiusura forzata del 2020, anno in cui molti italiani si rinchiusero in casa per paura di prendere l’influenza. Ovviamente questo non ha fatto bene a nessuno specialmente ai ragazzini che hanno passato tutto il tempo ad apatizzarsi davanti ai videogiochi e a non socializzare di persona con anima viva. Così mio cugino è stato praticamente costretto e condannato dai suoi stessi genitori ad un futuro che non si prospetterà positivo. Nessuno dei miei zii aveva comunicato in famiglia che avevano vaccinato il figlio, ma io il sospetto lo avevo e anche forte, infatti dopo una settimana dalla bocca di mia zia le scappò la notizia. Il ragazzino da pluri – vaccinato è diventato molto più apatico, sempre con lo sguardo incollato al telefono e ormai nella sua mente non c’è più un briciolo di Coscienza. Tutto per lui è diventato “normale”, il pensiero degli altri è il suo, si adegua a ciò che gli altri pensano ma soprattutto a ciò che i suoi genitori approvano. Provo tristezza nel vedere come certi genitori abbiano deciso di far vaccinare i figli per tenerli sotto il loro controllo, lo trovo da gravi maniaci mentali. Non si tratta di prendersi cura del proprio figlio, perché ci sono mille infiniti modi per farlo tra cui proteggerlo dai vaccini e da tutto ciò che il Governo vuole imporre. Se davvero una persona ritiene di amare i propri figli, fratelli o sorelle minori ma e poi mai permetterebbe di sedare i piccoli con questi sieri. Perché una volta effettuata l’iniezione ho potuto constatare su mio cugino l’effetto sedativo che ha il siero. In pratica è come se venisse strappata via tutta l’energia e la spensieratezza che un ragazzino normale dovrebbe avere, sostituendola con apatia immensa e debolezza mentale. Hai presente quando una persona prende psicofarmaci? Ebbene, quello sguardo vuoto, quel gonfiore per tutto il corpo, e soprattutto quel modo di comportarsi meccanico, ce li hai presenti? Prima ride, si diverte poi quando lo stimolo finisce ecco che ritorna ad essere apatico e perso nel nulla. Beh questo è un effetto del siero maledetto. Anzi questa è la punta dell’iceberg. Pensa ad un robot dalle fattezze umane che è stato programmato per fare determinate cose entro certi limiti. Per esempio può ridere ma solo in una certa maniera, può comportarsi solo in una certa maniera, può fare delle azioni da solo e per molte altre dovrà dipendere da un aiuto esterno. Ecco cosa si diventa dopo il Siero. Dei corpi ambulanti che seguono ciò che gli viene imposto dai loro Padroni.

 

Dam

 

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Sospetti effetti avversi a causa vaccino

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Premesso che…. Ogni farmaco che utilizziamo ha effetti collaterali, che spesso ci sono cure e farmaci dove si scoprono gli effetti collaterali e vengono comunicati tramite ricerche mediche, solo dopo diversi anni. Anche per i vaccini che vengono fatti di prassi ai bambini solo da pochi anni ci sono maggiori informazioni sulle possibili controindicazioni o effetti collaterali, che vengono tenute il più possibile nascoste e che cercano di minimizzare. Lo stesso sarà per i vari vaccini Covid-19, forse solo fra diversi anni scopriremo e riusciremo a scoprire quali effetti avversi hanno con pubblicazioni sulle riviste mediche, ora tutto viene tenuto il più segreto possibile. Inoltre purtroppo chi ha inventato il vaccino ha fatto un lavoro molto attento ed accurato, infatti molte persone si sono ammalate solo dopo diversi giorni o mesi, ed era molto più difficile per loro collegare il problema di salute con le vaccinazioni fatte. Per questo motivo la sorella di una mia collega che è morta pochi giorni fa perché gli avevano riscontrato un tumore nei polmoni i primi di gennaio 2022, e in 6 mesi e mezzo è morta, non ha fatto sorgere nessun sospetto nei familiari che sia stato il vaccino a fargli sviluppare il tumore, e tutto viene considerato normale. Lo stesso per un ragazzo di circa 40 anni a cui sono stati riscontrati gravi problemi di cuore, apparsi dal nulla, dove sono dovuti intervenire chirurgicamente, ma anche il padre parla di sfortunata genetica, nonostante niente prima di fare le vaccinazioni fosse mai stato riscontrato. Un’altra persona che conosco di circa 55-60 anni ha scoperto di avere un tumore, ma visto che anni prima anche la moglie aveva avuto un tumore, crede sia solo sfortuna. Il mio dentista, per fortuna si è fatto visitare perché gli hanno riscontrato che avesse avuto diversi piccoli infarti e senza intervento chirurgico (messi palloncini e dovrà tenersi monitorato per sempre) ha rischiato di morire se fosse arrivato un infarto un po’ più forte, ma anche in questo caso… nessuno pensa che possa essere stato il vaccino.

 

Diamante

 

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GLI EFFETTI AVVERSI DEL SIERO CHE FINGONO DI NON VEDERE

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La storia non è fatta solo da ciò che dicono nella fantomatica “Televisione” o nei “Giornali” più famosi, la storia è fatta di eventi, vissuti da ogni singola persona che si trova immersa in essi, la storia è l’insieme delle vite, dei sentimenti, di ciò che ogni singolo umano che la sta vivendo ha visto, toccato e sentito, la storia avviene attraverso ognuno di noi. Per questo vi racconterò la mia personale storia, ciò che i miei occhi hanno visto, le mie orecchie sentito, ciò che ha portato a fare le mie scelte, a muovere i miei passi sempre più convinta verso una direzione che è quella di star lontana da questo siero sperimentale per il Covid19.

Inizio facendo un riassunto di quanto accaduto, per chi legge per la prima volta di questi anni di pandemia.
Partiamo dall’inizio, siamo a Marzo 2020, già da febbraio i media hanno iniziato a creare panico, paure su questo virus che stava creando vittime come mai viste dalla Cina, e che ora era arrivato in Italia. I primi ad essere positivi erano due turisti cinesi a Roma, che stranamente non hanno creato nessuna scia di contagi e morti.

Poi iniziano dei casi nel nord Italia, in Lombardia, ricordo quando lessi sul giornale di questa donna, che era andata in un ospedale (perché non stava bene), che si è visto essere il primo grande focolaio, quando è tornata a casa ha svolto le sue attività normalmente e di notte è morta di infarto, quindi causa di morte arresto cardiaco per i suoi personali problemi. Decidono di farle comunque un tampone (strumento usato per vedere la presenza di questo famigerato virus), visto che era stata in quell’ospedale e questo risulta positivo, quindi viene annoverata tra i casi di morti da covid19, quando è morta di infarto per i suoi personali problemi. Stesso evento successe poco dopo a Roma, un mio collega aveva un amico in uno degli ospedali da dove è partito il focolaio in questa città, una signora muore a causa di un tumore ormai molto grave, decidono di fare al cadavere il tampone e risulta positivo, annoverata tra i morti di covid su tutti i giornali.

Cerco di andare più veloce, ma è giusto dare un piccolo preambolo sul 2020, dunque scoppia un boom di casi in nord Italia soprattutto nella provincia di Bergamo, la TV parla solo di Covid, di morti, di numeri di morti, paura di morire, paura su paura aumentata da immagini forti come le famigerate “bare di Bergamo” che girarono per mesi, e quindi di notte senza preavviso i nostri “Cari” politici decisero di chiudere tutto e tutti nelle proprie case, creando il primo famigerato Lockdown. Chiusi a cantare dai Balconi e urlare “Andrà tutto bene!!”, chiusi con la polizia che se uscivi a portare in giro il cane ti chiedeva dove abitavi e se eri distante più di 100  metri ti faceva la multa (raccontato e vissuto da una carissima amica), i poliziotti diventati esperti nel rincorrere gli sportivi e i corridori per multarli, minacciarli e spesso anche arrestarli, mentre – vissuto personalmente – nelle stazioni deserte di ogni persona e guardia trovavi i drogati fatti senza inibizioni che ti urlavano contro e insultavano con lo scopo di avere i tuoi soldi, e per fortuna con me si sono fermati solo a questo, ma non so se anche con altri sia stato così, loro naturalmente avevano il diritto di stare lì a fare i loro porci comodi, come tutti i criminali e i mafiosi che sono stati fatti uscire dalle carceri perchè focolai di contagi, invece i bravi cittadini chiusi in casa ai domiciliari, in pratica l’intera Italia era sotto sequestro di persona.

 

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In una situazione dove non puoi andare al lavoro quindi non guadagni, una chiusura prorogata di settimana in settimana per tenerti buono, perchè tanto finisce presto, però in realtà non finisce, e nel mentre sei sempre con meno soldi, lo stress al limite, il terrore costante ogni volta che accendi la TV con immagini forti di terapie intensive stracolme, di morti e morti e infermieri che sono distrutti con i segni agghiaccianti delle mascherine sui loro volti, bardati peggio degli astronauti, e poi sui social li vedi ballare felici perché loro sono gli “eroi”, come mi disse un “caro” infermiere ad una cena “voi qui fuori state bene, ma là dentro c’è l’inferno!!”.

Potete immaginare in che stato erano gli italiani, distrutti nella mente e nel corpo, in isolamento da mesi, senza soldi, con le proprie attività in fallimento perché non si poteva lavorare se no ti multavano, e invece le tasse restano come i compensi ai “cari” politici, che a noi chiedevano sacrifici ma loro mai si sono tolti un centesimo.

Dietro a questo dilagarsi di panico che dall’Italia arriva in tutto il mondo, delle note case farmaceutiche arrivano con la soluzione per salvarci tutti quanti, un siero miracoloso!

E non è stato come avrei potuto pensare io ingenuamente, una medicina, una cura con il virus per salvare i malati. E no! Le famose Case Farmaceutiche lavorano sulla prevenzione, per chi è rimasto in vita, creando un siero magico chiamato vaccino contro il Sars-Covid19, perché dei malati chi se ne frega, possono pure morire, abbandoniamoli da soli con il protocollo “Tachipirina e Vigile attesa”, mentre i medici non possono visitarli in casa e chi lo fa perché vuole salvarli viene tolto dall’albo e strappato di ogni diritto di essere medico. Ebbene sì, questo è ciò che è accaduto.

Dalle mie conoscenze i vaccini si danno durante i periodi in cui non ci sono più contagi, perché nel durante con la malattia ti fai già gli anticorpi naturali. Ma qui invece si è voluto usare questa tecnica e sapete cosa, perché non usiamo una tecnologia nuova, innovativa, mai usata e sperimentata sull’uomo, il vaccino a mRNA!

Certo perché è logico, devi salvare il mondo e quindi usi anche un metodo nuovo che non sai gli effetti avversi sulle persone, non sai se li uccide o li salva, non sai nulla di nulla, zero. Perché non usare quell’oggetto che avevi nel cassetto, mai usato quindi non sai manco se funziona, però si, in una situazione dove il tempo è poco, la gente nel panico, non cerchi di curare chi è ammalato, no quello ormai sono cadaveri che camminano, ti concentri a tirare fuori nuovi prodotti, invece di quelli già conosciuti dove vai sul sicuro, sai che cosa fanno e non fanno, come invece hanno fatto i medici delle cure domiciliari che hanno usato le loro conoscenze pregresse per curare le polmoniti.

Decidi di usare un nuovo vaccino, perché per i Mostri degli affari, quale migliore situazione di una pandemia per velocizzare la sperimentazione e avere a loro disposizione un gregge di miliardi e miliardi di persone come test su cui vedere cosa succede?
Ed ecco che il nostro pianeta è diventato per la prima volta un grande laboratorio, dove ogni singolo umano era considerato un topo da laboratorio, e le nostre case le gabbie dove tenerci ancorati e osservare ogni nostra reazione.

 

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Siamo alla fine del 2020, dopo un anno di continue chiusure e riaperture utile solo a farci ritoccare ciò che ci mancava per poi togliercela come la mela con l’asino, ecco che Hollywood si mette in atto, Spot Pubblicitari da Oscar che esaltano il vaccino che salverà il mondo, dove si vedono i camion frigoriferi che giungono avvolti da una luce gialla e bianca stupenda che ti fa sentire come se gli angeli delle case farmaceutiche fossero scesi dal cielo per salvarti, slogan come “L’Italia nasce da un fiore”, con anziani che finalmente si possono abbracciare, famiglie riunite, sorridenti senza mascherina, senza distanziamenti, grazie a questa piccola, minuscola e semplice punturina, per la quale non ti ammalerai mai più, ma proprio mai e poi mai!!

Scrivo dal 2022 e ho tutti i colleghi con tre dosi di vaccino a casa con il covid, l’unica che sta bene sono io che non sono vaccinata.

Tolta questa parentesi e questa premessa doverosa siamo a gennaio 2021 e partono le prime vaccinazioni in Italia, la gente freme per avere la libertà, ma è destinata solo a pochi inizialmente, ci sono troppe poche dosi, i primi devono essere i nostri “eroi”, le SS ehm infermieri dei lager.. ehm ospedali che si sono sacrificati per mesi e mesi a ballare e fare video, in ospedali dove legavano la gente, non facevano entrare i parenti e dove hanno ucciso per negligenza e molto spesso volutamente per aumentare il numero dei  morti da covid, gente che era entrata lì per tutt’altro. Come la madre di una mia amica che adesso è in causa con 4 ospedali, perchè una signora entrata che ancora camminava la spostavano di ospedale in ospedale, facendole giorno dopo giorno i tamponi e nel giro di poche settimane l’hanno fatta aggravare, mettendo in cartella clinica una polmonite che non aveva, per poi chi sa, se la mia amica non fosse andata lì giorno dopo giorno, con lettere di avvocati fino a riuscire a stare per gli ultimi giorni accanto a sua madre, forse l’avrebbero fatta passare per morta di covid, calcolando che anche in punto di morte, erano lì con il tampone pronto, che la mia amica si è rifiutata di fargli fare. Ormai ho lo schifo degli ospedali, non salvano più nessuno, sono diventati dei campi di concentramento, chi entra non è detto che esce, spesso, fin troppo spesso, riesce ma non in vita.

Io stessa nell’estate del 2020 ho avuto un’esperienza con mia madre entrata per una gastroscopia e una trasfusione necessaria e urgente di sangue, è rimasta lì quasi un mese, un mese da incubo, io bloccata in una regione lontana che non avevo i mezzi per andare perché bloccata dalle zone colorate, a chiamare ogni giorno i medici che non si facevano mai sentire, con mia madre che quando siamo riusciti a farle avere un telefono, mi chiamava piangendo, disperata, chiedendomi di farla uscire, dicendomi che la gente lì muore da sola, senza nessuno accanto e lei non voleva finire così. Non era in un reparto Covid, ma gli infermieri erano pochissimi e come sappiamo la sanità in Italia fa schifo, e io che sono stata dietro a parenti in passato a fare le notti e i giorni in ospedale, non lo facevo per piacere, ma perchè gli infermieri non possono stare dietro a tutti, e servono anche i familiari che li lavano, li muovono, li aiutano a mangiare, che controllano se sono finite le flebo, di notte ad esempio con due infermieri e più di 20 pazienti a piano, ma come fanno a controllare tutti? Quindi immaginatevi in che situazione erano e sono gli ospedali e soprattutto quei poveri malati. Mia madre si trovava con le braccia perforate che dai lividi per le trasfusioni non riusciva a muovere e non poteva mangiare da sola, vicina aveva persone in punto di morte che chiamavano ogni giorno i loro figli ma nessuno gli rispondeva e poi morivano da soli lì.

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Ma io dico, se una persona sta per morire che cazzo ti frega di proteggerla dal cazzo di covid, quanto ti costa far entrare i familiari e farli stare lì accanto a loro, no che dopo si sono inventati le videochiamate con tuo figlio a casa sbracato dal divano e l’infermiere ti fa vedere tuo padre che non si muove, da solo in ospedale. Ma che mondo è questo?

Inoltre, gli infermieri erano coperti dalla testa ai piedi, non avevano e non hanno più un aspetto umano agli occhi di un malato, mi immagino anche la poca igiene, visto che quando andavo io ad accudire un mio caro spesso dovevo pulire, perchè polvere e altro dilagava, in ospedali con persone che vengono da interventi delicati dove ti prendi un’infezione con un niente. Quindi non oso pensare lo schifo di adesso nel mentre i parenti del paziente non possono entrare e aiutare. Fortunatamente a via di minacce, perchè così si va avanti, sono riuscita a fargli fare questa dannata gastroscopia, capire cosa avesse e risolvere il problema per poi farla finalmente tornare a casa.

Qui siamo nell’estate 2020. Ma torniamo al 2021, siamo a gennaio le inoCulazioni sono solo per gli infermieri, a marzo iniziano gli insegnanti delle scuole nella speranza di tenerle finalmente aperte, una speranza rimasta tale. Intanto si sentono già persone morte dopo il vaccino, nei social soprattutto nei canali di informazione libera, arrivano le notizie che riguardano tutti i generi di sieri, invece in TV fanno sentire solo il famigerato Astrazeneca, un vaccino chiamato “Classico” perchè usa il vecchio sistema per produrre gli anticorpi, quindi non il nuovo meccanismo ad mRNA, e quindi forse faceva vendere meno i vaccini Pfizer e quindi hanno deciso di sputtanarlo in ogni dove, la gente si è spaventata e ha smesso di richiederlo fino ad arrivare alla cosa più grave della morte di una giovane ragazza che ha portato a togliere questo vaccino dal mercato.

Intanto nonostante cercavo di far ragionare delle mie carissime amiche, ragazze che avevano studiato materie scientifiche, dicendogli che non è normale usare un vaccino durante una pandemia, non ha senso usare il “vaccino” per un virus influenzale che muta in continuazione ed è stagionale, perchè il Covid è un’influenza e che io penso di aver avuto, avendo avuto l’influenza in questi due anni, ma non mi sono mai tamponata per dire al Governo di essere influenzata, per questo non lo affermo apertamente, ma sono ancora viva, sana in ogni organo e parte del mio corpo e posso dire che il massimo è stata la febbre a 38 di un giorno, e non ho preso nemmeno una medicina, ma qui devo ringraziare profondamente la meditazione e le tecniche insegnate di Angel Jeanne, che sanno migliorare tantissimo la salute.

Queste mie amiche mi prendevano in giro, anzi tutti lo facevano. Io dicevo che l’uso del mRNA non impedisce che questo retrotrascriva e si inserisca nel DNA, il problema è dove va ad inserirsi? Quali geni e quindi poi proteine va a modifica? Questo potrebbe provocare dei tumori.

Il fatto che gli mRNA possano retrotrascrivere è una conoscenza che abbiamo da tantissimi anni, un esempio sono i retrovirus, tra cui il più famoso è l’HIV. Per chi non ne è a conoscenza, nelle cellule il DNA funge da grande libreria delle conoscenze custodita gelosamente dentro il nucleo cellulare, ma queste informazioni sono tante e magari alla cellula servono dei piccoli pezzetti che devono essere tradotti (mRNA – RNA messaggero) per poter costruire le macchine che fanno funzionare la cellula (le proteine). Questo processo avviene in ogni attimo della nostra vita, si decide di quale informazione del DNA la cellula abbia bisogno, viene presa copiandola in una striscia di mRNA che va fuori dal nucleo, si inserisci nella grossa stampante 3D che è la polimerasi e crea da quelle informazioni una proteina che può avere differenti ruoli operativi.

 

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Come avviene in un senso, accade anche all’invero, e i retrovirus ne sono in grado, loro entrano nella cellula sotto forma di mRNA, ingannano la cellula gli fanno credere che sono parte di essa, e vengono trascritti in modo inverso in frammenti di DNA, alle cui estremità hanno dei ganci chiamati introni, che gli permettono di trovare il punto dove inserirsi nella grande Elica delle informazioni. Però cosa può succedere? Che questi frammenti si inseriscono in mezzo  al messaggio che serviva a costruire una determinata proteina, come se io ad un certo punto mettessi dentro ad un ricettario per cucinare la lasagna, delle pagine perfettamente identiche, stesso colore, stile e misura, che per cui non ti accorgi della differenza, delle pagine che dicono come costruire un muro e così che seguendo poi quelle istruzioni al posto della besciamella spalmi la calce sulla nostra pasta, creando qualcosa che non è più una lasagna, ma un mostro che fa impazzire tutto il sistema della cellula e questo può portare alla formazione dei tumori.

Ma nessuno credeva al mio pensiero, ridevano facendomi vedere le immagini in cui grazie al siero ottenevano super poteri, come guarda caso nei “Film” degli ultimi anni facevano vedere, dove grazie a sieri magici, a mutazioni geniche da radiazioni, da qualunque cosa ottiene i super poteri e diventi un “eroe”.

Peccato che la realtà non è un film e che quando modifichi il delicato equilibrio di una cellula questa non diventa più forte, ma impazzisce creando malattie molto gravi, ed ecco che oggi mi viene data ragione:

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Infatti, ho potuto notare che c’è stato un aumento di tumori dal nulla, la figlia di un collega fortunatamente ha avuto un tumore benigno, ma il proprietario della panetteria vicino casa non ha avuto la stessa fortuna. Non frequentavo molto il suo locale, ma la mia amica sì e da anni, durante il periodo delle chiusure lui era sempre stato rigido sulle misure sanitarie, chiedeva assolutamente la mascherina per entrare e lei che non voleva indossarla restava fuori e si faceva portare ciò che richiedeva. Dopo le vaccinazioni della seconda dose, siamo nell’estate del 2021, questa persona scomparve per un periodo, e quando tornò non fece più storie alla mia amica per entrare senza mascherina anzi le disse “ci hanno proprio fregato!”. Dopo la seconda dose di vaccino gli sono partite delle trombosi alle gambe, da lì ha avuto due ischemie, non sappiamo bene quali tessuti abbiano colpito perchè era un continuo andare in ospedale e tornare, per poi non tornare più, qualche settimana fa è morto, si è formato un tumore maligno fulmineo che lo ha ucciso dopo pochi mesi.

E questa è la fine che stanno facendo tantissime persone, nel silenzio dei media, nel silenzio totale, ed è a loro a cui vorrei dare oggi voce.

Durante il periodo delle prime vaccinazione uscirono degli articoli scientifici molto importanti sulla natura del virus e quindi poi di conseguenze sull’effetto del “vaccino”. In particolare, parliamo di questa famosa Spike protein, una proteina che nel virus serve a legarsi alla cellula da infettare e poi dirgli di farlo entrare, questa si trova nella membrana esterna del virus e lo circonda come una corona, in diversi studi scientifici, ormai sono tantissimi, si è visto come questa proteina danneggia l’endotelio, praticamente la parete degli organi e strutture vascolari e sia anche causa della formazione dei trombi. Il problema è che i vaccini ad mRNA create dalle famigerate case farmaceutiche producono la Spike protein, per creare l’antigeno, che è stato visto poi che si dirige nelle varie parti del corpo, invece i vaccini tradizionali ti iniettano un virus disattivato, ma che comunque contiene la spike protein che va a fare il suo lavoro da tossina nel tuo organismo, in parole povere, quello che ti mettono nel corpo o che ti fanno produrre dalle tue stesse cellule è una tossina, un vero e proprio veleno.

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Oltre a questo, si è visto che la cara Spike protein ha dei domini simili ai Prioni, i quali sono responsabili di alcune malattie neurodegenerative:

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Avendo letto già solo questo le mie idee sulla tossicità e pericolosità del vaccino erano nettamente chiare e le prove le ho viste con i miei occhi nei casi che racconterò adesso, cercando di non tralasciare nessun dettaglio.

Una collega che si ritrova per lavoro a dover frequentare gli ospedali, ha fatto il vaccino Pfizer, un giorno che era da me in ufficio, tutti la circondano per chiedere informazioni visto che era una delle prime, lei ha detto tutto tranquillo, un giorno di febbre e poi via. Lei aveva portato un vassoio di dolci vari e allora eravamo tutti insieme a prenderli e mangiarli, e lei non mangiava, le chiedo di prenderne anche lei e fare una pausa, ma lei dice che ultimamente è diventata leggermente intollerante al glutine, allora le chiedo se vuole quello alle mandorle, e anche quello non andava bene perchè le davano fastidio anche le mandorle, infatti la vedevo molto smagrita, alla fine ci dice che ultimamente gli sono venute un sacco di allergie e intolleranze, la pelle si irrita facilmente e gli dà problemi ecc… e dice esattamente “mi sono tornate tutte le allergie e intolleranze che avevo da bambina, sarà lo stress del periodo”, il bello è che un mio collega dopo la terza dose ha avuto una grave crisi allergica e ha dovuto prendersi il cortisone per settimane ed è stato assente da lavoro per altre altrettante settimane, ricordo che non volevano dirmelo ma alla fine hanno svuotato il rospo; quindi, anche quel caso dopo la prima dose non è stato semplice “stress”.

Le razioni allergiche sono l’effetto collaterale che avviene con qualsiasi tipo di vaccino e la creazione di nuove allergie e intolleranze è spesso effetto loro, come il diabete che è venuto da bimbo ad un mio amico dopo il vaccino.

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L’altra reazione avversa che ho notato sono state le trombosi, e la motivazione sembra essere quello che ho raccontato sopra, ovvero che la Spike protein usata per i vaccini crea danni al sistema circolatorio e formazione di trombi. Una testimonianza è stata quella del panettiere che ha avuto anche ischemie e tumore e ora non c’è più, ma quella che ho visto con i miei occhi è stata la madre di una mia collega. Essendo anziana e soggetto considerato fragile ha fatto per prima la prima dose, il giorno dopo aveva il braccio dove gli era stato iniettato il siero, gonfio, rosso e caldo, soprattutto il punto, e questo bozzo si stava spostando. La mia collega si è preoccupata, le ha dato per prima la Tachipirina ma non aveva risolto nulla e quindi alla fine ha deciso di portare la madre al pronto soccorso, in quanto il medico di famiglia non le rispondeva e in quel periodo non potevi nemmeno presentarti in studio, in quanto era troppo pericoloso!

In ospedale appena hanno sentito reazione avversa, l’hanno portata distante dalle altre persone e intimato di parlare a bassa voce per non far sentire agli altri, in quanto se no la gente si spaventava, o meglio capiva quanto stavano facendo una cazzata. Solo che l’ospedale dove era andata non aveva lo strumento che serviva per controllare il braccio e le hanno consigliato un altro ospedale più grande e più fornito.

Questi con la scusa del covid gli hanno urlato in faccia di andarsene perchè erano pieni e non avevano tempo per lei. Alla fine, lei disperata chiama tutti i medici che conosceva, la madre con l’Alzheimer era in cura da un neurologo, che le ha consigliato subito di far prendere alla madre l’aspirina, che oltre ad essere un FANS è anche un anticoagulante, dopo due giorni il gonfiore è sparito, invece con la tachipirina non era cambiato nulla, dimostrando che si trattava di un coagulo, preso in tempo. Le ha fatto fare successivamente delle analisi alla madre per vedere lo stato delle sue arterie/vene per confermare che non è una persona soggetta a coaguli e le analisi confermavano. Quindi ha deciso di inviare al controllo di vigilanza il fatto come reazione avversa, ma ci ha messo settimane, perchè il medico curante non l’aiutava, e il sito richiedeva dati che lei non aveva, ha dovuto fare mille chiamate e solo perchè lei è testarda in molte cose alla fine è riuscita. Questo dimostra che anche segnalare le reazioni avverse non è semplice, lei è una persona istruita che spesso di lavoro fa anche questo quindi sa come muoversi e ha trovato comunque difficoltà, pensa la maggior parte degli italiani, molti anziani che non sanno nemmeno usare il pc con il medico che non ti risponde mai al telefono per aiutarti, e che anzi ti convince che quel danno non sia stato procurato dal vaccino per dover compiacere e continuare a prendere i soldi dalle vaccinazioni.

Nonostante questa vicenda alla fine quando misero il Green Pass, lei decise di vaccinarsi a causa dei ricatti sul lavoro. Ma la cosa che mi fece strano fu che continuava a dirmi “di arrendermi, perchè nella vita ogni tanto bisogna arrendersi”, ma su questo punto se ti arrendi ne va della tua vita, della tua salute e soprattutto della tua anima, viviamo una guerra e ogni persona che si è arresa e che si arrende permette al nemico di fare un passo avanti verso la vittoria e abbandona il compagno sul campo di battaglia che prende proiettili da tutti i lati. Arrendersi è come stare dalla loro parte e quindi essere colpevole di questo massacro, arrendersi è come chi è stato zitto e ha permesso che il vicino ebreo fosse deportato, non c’è differenza.

Un altro caso grave invece lo ebbe una mia cara amica, dopo il quale già dai dubbi avuti decisero lei e tutta la sua famiglia di non farlo, avendo il coraggio di farsi sospendere dal lavoro per quasi un anno. Le morì il cugino del padre, praticamente dopo la prima dose Pfizer ha avuto delle trombosi alle gambe che non sono riusciti a fermare e che lo hanno portato alla morte, ma la cosa che li ha delusi e colpiti di più fu il fatto che nel referto medico inserirono come causa di morte “COVID”.

 

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Questa fu la prova dal vivo che lei vide con i suoi occhi della falsità degli operatori sanitari che hanno messo come morti per covid chiunque! Il figlio, gli fece cambiare la dicitura ma non denunciò, non lo conosco e quindi non posso dire molto al riguardo anche se penso che sia giusto denunciare questi fatti gravi per dare giustizia all’umanità, ma questa è la battaglia di ognuno di noi. So che la moglie di questo signore deceduto avendo fatto il vaccino insieme al marito, abbia avuto dei gravi problemi alle ovaie, non ho compreso bene se dei tumori benigni, ma so che ha avuto grosse emorragie.

L’altra reazione avversa che ho potuto osservare è legata al sistema nervoso. Una mia carissima amica era titubante al riguardo, parlandole sono riuscita a farle comprendere che qui la cosa non era chiara, e poco dopo lei stessa ebbe le prove che andarono ad aumentare. La prima fu il fratello del compagno, una persona che lavora nell’ambito farmacologico e quindi profondamente convinto dell’utilità e dell’importanza di questi vaccini, dopo la seconda dose Pfizer fa anche il vaccino antinfluenzale e premetto che tra le due dosi si era preso anche il covid, come la maggior parte, ma che ugualmente poi ti dicono di farti per forza la dose, perchè gli anticorpi naturali sono inutili, meglio quelli del farmaco comprato con i nostri soldi, non possiamo rischiare che smetti di essere una cavia!

Ebbene dopo tutto questo mix di cose questa persona ad oggi sviene senza motivo e preavviso, in ogni posto e luogo; infatti, non può più guidare la macchina perchè rischioso per lui. I medici gli hanno prescritto degli psicofarmaci dicendogli che questi svenimenti improvvisi in cui perde totalmente conoscenza e controllo del corpo come se si spegnesse, sono dati dallo “stress” del periodo. Una vita rovinata per sempre.

Una sua carissima amica invece ha avuto dopo la seconda dose senza Pfizer una paralisi facciale di metà della faccia, e il bello è stato che lei crede che sia dovuto ad un fattore genetico, perchè i genitori hanno l’Alzheimer, non ricordo bene, io direi Parkinson al massimo ma nemmeno quello lo potrei correlare alla paralisi facciale di una ragazza che ha meno di 40 anni.

Poi il bello venne al lavoro, il suo capo aveva resistito per tanto tempo, ma poi a natale del 2021 la famiglia gli disse “Se non ti vaccini ti fai il natale da solo, noi non ti vogliamo”, e lui alla fine se lo fece, agli inizi di gennaio, all’incirca due settimane dopo la prima dose ha avuto un ictus, finendo all’ospedale. Che bel compromesso per un Natale in famiglia! Ma in ospedale avevano l’interesse solo a fargli la seconda dose, intanto lui adesso e per molto tempo ha avuto problemi nel parlare e nel muovere una parte del volto.

La sorella del mio insegnante in palestra invece ha avuto una malattia neurodegenerativa di origine sconosciuta poco dopo la vaccinazione, ma come sempre nessuno in famiglia lo volle ammettere, nemmeno lui, pensando semplicemente che sono cose che capitano, disgrazie che ti capitano e che ti devi subire nella vita.

 

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Vorrei aggiungere due cose a cui non davo molto peso inizialmente, la prima è stato il magnetismo del siero sperimentale. Si era infatti visto che al suo interno contiene grafene e ora ne comprendo la gravità, ai tempi durante le prime vaccinazioni iniziarono a diffondersi video di persone che poggiando sul luogo della puntura una moneta, ma anche posate e vari oggetti metallici o magneti, anche pesanti, questi rimanevano attaccati, e si vedevano come erano attratti dal braccio, proprio dal punto di iniezione.

Quando andai a trovare i miei familiari, una mia amica e mio fratello avevano fatto da poco la seconda dose e solo su di lei restavano attaccate le monete e anche la forchetta. Vederlo dal vivo fa impressione e quello che mi fa ancora più preoccupare e chi ha un braccio che è diventato praticamente una calamita ci scherza su invece che preoccuparsi di cosa diamine gli hanno inserito nel corpo!

L’effetto che però hanno avuto entrambi, sia mio fratello che questa mia amica è stata la perdita di memoria. Mio fratello era come stordito, mi ripeteva le cose più e più volte anche se le aveva dette due secondi prima e non è un vecchio ma una persona sui 40 anni, ma questa mia amica che ha sotto i 40 anni è stata la più scioccante. In quei giorni dovevo prenotare una visita e mi dovevo mettere d’accordo con lei per andarci, di pomeriggio. Davanti a lei, mia madre e sua sorella chiamai per prenotare la visita e insieme a lei ci accordammo sull’orario e il giorno. Dopo poche ore, eravamo fuori, e lei si gira verso di me “ma allora perché non ci chiami per prenotare la visita, vedi che è tardi!”, sia io e sua sorella che era con me ci siamo guardate in faccia stupite e poi l’abbiamo guardata dicendole “guarda che due ore fa abbiamo chiamato davanti a te e tu mi hai detto di prenotare per questo giorno a quest’ora”, e lei quasi non ci credeva perché non ricordava minimamente quello che era accaduto solo due ore prima, questo è un aspetto che mi ha fatto molta paura perché mi fa capire che agisce molto a livello cerebrale e il cervello è un organo che non crea solo problemi fisici se danneggiato ma anche caratteriali.

Infatti, ho notato una cosa che non mi piace, l’aumento della cattiveria, della poca empatia nei confronti degli altri, come se le persone abbiano perso una parte della loro emotività. Per chi non ha mai letto qualcosa riguardante la neuroscienza sembrerà impossibile che un farmaco possa modificare solo il carattere, lasciando una persona intelligente e razionale, e che quindi da una brava persona, gentile, altruista, comprensiva e rispettosa, diventi dal nulla uno stronzo. Beh invece questo accade e un esempio noto e storico è il famoso “Caso di Phineas Cage”. Phineas fu una persona che stravolse il mondo delle neuroscienze con il suo caso, lui ebbe un incidente sul lavoro, in cui una barra di metallo gli perforò una guancia fino a trapassargli il cranio. L’uomo sopravvisse e anche dopo pochi minuti dall’incidente era cosciente e capace di muoversi, fisicamente non aveva alcun danno oltre la ferita, ma invece cambiò qualcos’altro in lui: improvvisamente il carattere di Phineas era cambiato. Da un uomo gentile e rispettoso era diventato intrattabile, irrequieto, asociale ed incline alla violenza e alla blasfemia. Praticamente il danno causato al suo cervello aveva cambiato solo il suo carattere. È il riscontro che qualcosa nelle persone vaccinate sia cambiato, di sottile ma per chi ha occhio può vedere. Per questo sono una persona che non abusa di sostanze e di alcool, perché oltre a ringraziare gli insegnamenti di Angel Jeanne che mi hanno sempre spinta a cercare il benessere psicofisico, so che tutto di questa macchina biologica può essere colpito e modificato, anche il nostro carattere e anche quelle caratteristiche che ci rendono umani.

 

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Le prime persone su cui ho osservato un cambiamento nel carattere furono i miei colleghi. Ci fu un caso di una collega, la quale un giorno parlando mi disse che fra una settimana avrebbe fatto il vaccino Pfizer, io le dissi i miei dubbi, quello che sapevo e avevo visto e lei mi disse che doveva farlo per uscire da quella situazione, comprendeva i miei dubbi, che c’erano rischi, ma non poteva continuare così, e che nonostante avesse paura – infatti pensava di prendersi l’aspirina per diversi giorni per prevenire i trombi – visto il caso della madre della collega, se non l’avesse fatto presto non sarebbe andata nemmeno al lavoro, visto che spingevano in quel senso. Ma che sicuramente non lo avrebbe fatto al figlio piccolo di pochi anni, si sarebbe sacrificata lei, ma lui no. Quindi è stata tranquilla, ferma nella sua decisione, ma rispettosa della mia e per niente offensiva. La settimana dopo si fece il siero, e pochi giorni dopo la rividi. Era diventata molto più rigida di pensiero, dura, come una macchina, come se avesse perso ogni capacità di connettersi all’altra persona. Tanto che mi disse che lei avrebbe fatto anche 50 dosi se servivano e così come anche suo figlio e marito, e che dovevo farlo anch’io, e quando le dissi che non ci pensavo proprio, mi guardò negli occhi e mi disse “A te ti chiuderanno”. Sono rimasta scioccata, non era più la persona che conoscevo, scherzosa e comprensiva, era come se avesse perso qualcosa del suo carattere, non trapelava più l’umanità che aveva prima, la premura, sembrava un lavaggio del cervello. Nulla mi fece cambiare idea che qualcosa in questi sieri danneggia la parte emotiva del nostro cervello, qualcosa cambia, e ho visto anche altre persone cambiare così come ad esempio un’altra mia collega, con cui fino a prima della dose potevo parlarci, lei era decisa nella sua scelta, ma mai si era permessa di urlarmi contro per le miei idee, io le esponevo così come sto scrivendo adesso, tranquillamente, quello che avevo visto e letto, e lei con fermezza mi diceva che non ne poteva più e che quindi se lo sarebbe fatto. Da dopo che se l’è fatto, una volta sola che gli parlai tranquillamente di questi discorsi e mi urlò contro che era così, le leggi erano queste e vanno rispettate e che dovevo smetterla. Da allora li ho allontanati comprendendo che qualcosa non andava più in loro.

Il caso però che mi colpì di più fu quello che riguarda quella che consideravo la mia seconda famiglia. Si tratta di persone per cui per diversi anni, molti anni, ho vissuto insieme, mi hanno aiutata e sostenuto e trattata davvero come una figlia, e le loro figlie non erano semplice amiche, ma li consideravo sorelle, anzi ce lo siamo sempre detto e trattate come sorelle. Durante il 2020 per quanto loro erano ligi alle regole, coprifuoco e chiusure, per il resto mi invitavano a pranzo da loro, nonostante non ci fossero sieri e protezioni particolari e mi trattavano come sempre.

Il tutto iniziò a cambiare a Pasqua 2021, quando la figlia di appena 30 anni affetta da sclerosi multipla, una grave malattia neurodegenerativa, decise di sottoporsi al vaccino Pfizer, ai tempi ritenuto il più sicuro. Non ero a conoscenza dell’accaduto, viste le restrizioni e chiusure non potevo andare a trovare i miei e quindi mi avevano invitata dandomi questa notizia, la ragazza 30enne era in quel momento in ospedale a causa di una reazione avversa al siero che le aveva aggravato la patologia, chiesi alla madre perché lo avesse fatto, soprattutto lei con queste condizioni, e lei mi rispose “ci sono pochi studi su questo fronte per persone con le sue patologie, lo ha fatto per la scienza”. E quindi passammo la Pasqua con lei in video chiamata dall’ospedale.

 

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Per fortuna la situazione non fu eccessivamente grave e lei percepì in tempo il cambiamento che stava subendo in corpo per farsi subito ricoverare, gli diedero un esonero per le future dosi di vaccino e da lì cambiò tutto. Gli chiesi come mai non avesse detto nulla, è una persona molto social che parla tanto, fa spettacolo, ecc… ma loro hanno preferito tacere sull’accaduto per non spaventare la gente. Chissà quante persone avrebbero potuto salvare dicendo la verità, invece sono rimasti nel silenzio totale, e ora anche se potrei incappare nel loro odio totale racconto io la loro storia dai miei occhi. A mano a mano che loro facevano le varie dosi non mi invitarono più alle loro cene o pranzi, nonostante ora erano più “protetti”, la loro paura e discriminazione nei miei confronti aumentò. Mi chiedo allora che cosa hanno fatto? A cosa è servito punturarsi per poi avere ancora paura di avere le persone accanto e della malattia? Siamo sicuri che lo scopo del siero fosse quello di curare e proteggere, o semplicemente di uniformare le persone ad un unico penSiero e anzi fare anche di peggio?

Mi ritrovai che anche la sorella con cui mi sentivo di più, piano piano iniziò a chiedermi di non andare più in macchina con lei perché non ero vaccinata, di non stare con lei seduta al bar perché non ero vaccinata ecc… e poi si lamentava con me perché nei locali la sorella che era stata male non la facevano entrare per andare a ballare, quando io ero sospesa dal lavoro. La guardavo e mi chiedevo se lei capisse con chi si stava lamentando, e stavo zitta come una stupida in nome di una amicizia che piano piano si è bruciata. E lei mi guardava dicendomi che visto che la sorella non poteva fare altre dosi lei doveva stare attenta ad interagire con me perché non ero vaccinata. Le persone che mi dicevano di essere mie “sorelle”, mi esclusero dalla loro vita, silenzio totale. Forse è stato anche un bene, non ho mai parlato del mio pensiero con loro, non mi sono mai lamentata, non gli ho mai raccontato cosa stessi vivendo, perché sapevo fin da subito la loro posizione soprattutto dopo che si è “sacrificata” per la scienza a 30 anni, quindi così non so quali strani pensieri si sono fatti su di me, ma adesso dopo tanti anni sono scomparse dalla mia vita, qualcosa era cambiato in loro e nelle loro menti, sarà stata la dose, sarà stata la manipolazione mentale in atto, ma non erano più le stesse persone. La cosa che mi fece più effetto fu il padre, ha davvero tantissime patologie, tra cui la sclerosi e lui ha preferito perdere magari la mobilità alle gambe che morire intubato per il covid, peccato che in terapia intensiva ci finì e da ciò che ho visto, anche se medici e nemmeno loro stessi lo hanno ammesso, è stato proprio il caro vaccino.

A Dicembre 2021 lui andò in pronto soccorso e fu poi ricoverato in ospedale, aveva avuto delle fibrillazioni durante la notte molto forti, malato di cuore con batteria, da quell’occasione si scoprì che da luglio la sua batteria registrava dei salti al cuore, che se non avesse avuto questo apparecchio che gli copre i battiti mancanti, non credo che ce l’avrebbe fatta. A luglio è vicino al periodo della seconda dose.

Nonostante questo vissuto, avvenuto nei primi di dicembre, esce e torna a casa, e dopo Capodanno mi chiama la mia amica dicendomi che suo padre era in fin di vita in terapia intensiva, il cuore era al 30% della sua funzionalità e anche altri organi erano collassati.

 

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Nemmeno una settimana in terapia intensiva, dove le persone che possono entrarci devono essere tamponati, con infermieri tamponati e bardati, lui intubato ed in coma, non si sa come gli infermieri dicono che ha il covid, io mio chiedo come sia possibile, in un luogo super controllato e disinfettato, sono stata in una stanza di terapia intensiva in passato e se era controllatissima prima pensa ora… ma così gli dicono e gli cambiano ospedale per portarlo in un reparto covid e gli dicono che la sua situazione non era data per il covid, ma perché dopo tanti anni di problemi di cuore capita che poi gli organi cedano. E io vedevo questa famiglia distrutta, questa mia amica che mi raccontava con le lacrime e chiedeva che lui potesse continuare a vivere ancora, mentre mi diceva che per fortuna aveva fatto la terza dose a fine dicembre, e lì mi salì la rabbia e mi morsi le labbra, ma poi mi ricordai l’ultima volta che ci eravamo viste dove ebbi quel tonfo al cuore come di qualcuno che forse non avrei più rivisto. Eppure, loro non sanno e non sapranno mai, nonostante ero piena di delusione alla fine ho deciso comunque di svolgere quanto insegnato a me da Angel Jeanne e in pochi giorni si riprese, tornando finalmente a vivere e uscendo dopo qualche settimana dall’ospedale. Naturalmente non mi era permesso vederlo perché io ero…, senza che mi ripeto, però un giorno per caso lo vidi per strada, era una bellissima giornata, erano passati diversi mesi da allora, lui stava facendo delle commissioni e quando mi vide mi sorrise, mi voleva abbracciare felicissimo di vedermi ma mi strinse forte le mani, perché ad oggi vige la regola secondo la quale non si possa abbracciare le persone, ed ero felice di vederlo ancora lì in piedi nonostante tutto, ero felice e sentivo che ho fatto bene a non abbandonarlo, ma non so cosa accadrà con le prossime.

Quello che ho raccontato è quello che ho visto con i miei occhi, che ho compreso attraverso le mie conoscenze e che ho ascoltato dalle persone di mia conoscenza. Non c’è nulla di inventato, questo è il mio personale vissuto, su quello che questo siero sperimentale ha fatto e sta facendo alle persone attorno a me. Spero di non aver tralasciato nulla, ma spero soprattutto che attraverso il mio vissuto tu possa arricchire la tua visione su questo importante periodo storico.

 

Lucia

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Perdita della vista a causa vaccino

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Di effetti collaterali da vaccino su internet ne girano a migliaia, io sarà perché conosco poca gente, o gli effetti sono avvenuti a troppa distanza da far ammettere anche a chi si è vaccinato che probabilmente il problema di salute era stato causato dal vaccino.

Un mio collega mi riferiva che un ragazzo di poco più di quarant’anni gli ha detto che poco dopo 15 giorni dalla seconda dose di vaccino ha perso completamente la vista dall’occhio sinistro. Prima la persona affermava di avere la vista 11 decimi, e poi all’improvviso, è diventato quasi cieco in un occhio. Ovviamente nonostante le varie visite mediche, nessun dottore sapeva spiegare il motivo di questa cecità irreversibile per alcuni, e forse momentanea per altri.

Poi a denti stretti la stessa persona ha detto che ha anche altri problemi per cui si deve far operare, ma non ha voluto dire altro, a detta del mio collega, la persona ha scelto di non fare la terza dose di vaccino e che è certa che i suoi problemi di perdita di vista siano dovuti al vaccino, anche se nessun medico gliel’ha confermato, troppa omertà e paura.

 

Diamante

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RIFLESSIONI, CHI VUOL FARLO CON ME??

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Per parlare di questi anni di farsa, prima di dare testimonianze volevo lasciare qualche riflessione che spero aiuti a capire gli eventi assurdi che sono successi in questi due anni anche a chi non c’è stato, e chissà forse a far svegliare qualcuno che ancora non è riuscito a capire quanto siamo stati presi in giro. All’inizio della farsa, le notizie allarmanti continuavano ad insistere sulla pericolosità della misteriosa malattia, poi definita “Covid-19”, di quante persone morissero, praticamente a migliaia, e io cercavo di parlare e far aprire gli occhi alla gente con una semplice affermazione “strano muoiono a migliaia in ogni stato del mondo e nessuna persona di una certa importanza politica o super ricca muore, che fa il virus li schifa, o loro se si ammalano hanno cure migliori, che non vengono date alle semplici persone?” Per qualche attimo tutti mi davano ragione, poi quelli più convinti che le notizie ufficiali fossero vere, cercavano motivazioni di vario tipo. Oppure cercavo di far riflettere dicendo: “ma perché non fanno autopsie per capire le cure migliori da fare” e successivamente le notizie trapelate dicevano che era vietato fare autopsie, troppo pericoloso, già curare in modo errato le persone invece non è pericoloso. Oppure dicevo: “io non sono medico, ma credo che intubare una persona con problemi sia come condannarla a morte”, visto quanto è invasivo questo sistema di “cura” e quanti problemi può dare. Com’è possibile che il protocollo medico sia stato fornito da una circolare del ministero della salute, alla fine da un politico? Un protocollo che recitava “vigile attesa e farmaci Fans e Parecentamolo come ad esempio con Tachipirina e impediva ai medici l’utilizzo di terapie ritenute idonee ed efficaci al contrasto della malattia Covid-19 come avviene per ogni attività terapeutica”. E’ stata una vittoria per il Comitato cure domiciliare Covid-19 (medici no-vax) quando il Tar del Lazio ha accolto la sentenza. Se ci pensiamo le direttive fornite non avevano senso, persone con febbre alta e altri sintomi, che dovevano attendere se migliorava o alla fine se peggiorava farsi ricoverare in ospedale. Ovviamente i medici che si scostavano dalle indicazioni della circolare si dovevano assumere la responsabilità dei pazienti e in pochi avevano il coraggio di farlo. Altra cosa che spesso ricordavo alle persone: “strano di solito servono anni e anni per trovare un farmaco, per non parlare degli anni di sperimentazione, e ora… in pochi mesi hanno trovato un vaccino in diverse case farmaceutiche, e lo stesso è successo in diversi parti del Pianeta, come ad esempio in Russia, in Cina, in America, in Italia”. “E gli anni di sperimentazione per verificare i possibili danni avversi?? Li scopriremo quando??” Perché era obbligatorio firmare una liberatoria per eventuali danni da vaccino, se il Governo Italiano ha imposto alle persone di vaccinarsi se volevano lavorare, studiare, usare mezzi trasporto, essere ricoverate in strutture sanitarie, ecc?? Per non parlare dei primi vaccini scortati dall’esercito, e con protezioni e tutele esagerate, che con il tempo sono sparite. Alla fine i vaccini venivano fatti ovunque, e non erano più necessarie certe tutele per preservare il medicinale. Se vogliamo guardare obbiettivamente le cose strane per non dire assurde sono state tantissime, come ad esempio perché nonostante la continua richiesta dai no-vax di un confronto reale in un programma televisivo non è mai stato fatto?? Perché i medici non vaccinati che volevano salvare vite, non potevano o venivano radiati?? Perché obbligare la gente a vaccinarsi?? La cura della propria salute non deve essere una libera scelta??

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Perché ogni giorno le informazioni cambiavano in base all’ultima corrente di pensiero, come ad esempio all’inizio certe persone erano esonerate dall’obbligo vaccinale (come ad esempio le donne incinte), a fine 2021 – inizio 2022, c’era molta confusione su tale esonero. Perché persone con gravi patologie avevano molta difficoltà a farsi esonerare per non rischiare controindicazioni?? Perché chi era stato male con la prima vaccinazione, comunque era obbligato a continuare il ciclo vaccinale e non veniva semplicemente esonerato?? Ecc.. Perché in tanti non si sono posti domande?? E semplicemente hanno eseguito “gli ordini” come automi? Perché in molti paesi mentre tutti eravamo chiusi in casa sono spuntate antenne 5G, moltiplicandosi ovunque?? Dove abito io un paesino di circa 7.000 abitanti in pochi mesi ne sono spuntate due a poca distanza una dall’altra, e forse sono anche state potenziate quelle già esistenti o ne sono state messe altre in luoghi meno evidenti. Perché medici, scienziati, e persone che cercavano di andare contro i vaccini sono morti in modo alquanto sospetto, per il mio punto di vista, ovviamente per molti non è così, ma credo dovrebbero almeno rifletterci, senza accettarle solo come semplici morti “naturali”. Perché hanno obbligato a cremare le persone morte, con la scusa del pericolo di contagio?? Ovviamente se le persone erano morte per motivi diversi, dopo essere state cremate era impossibile scoprirlo, non era possibile fare un’autopsia!! Per non parlare del fatto che in Italia si moriva solo di Covid, sembravano sparite tutte le altre malattie, gli incidenti, e qualsiasi altro motivo di morte. Poi sono trapelate informazioni che le strutture (ad esempio gli ospedali) avevano un rimborso maggiore se il paziente risultava malato di covid, anche se veniva curato per altre patologie, se risultava positivo l’ospedale ci guadagnava molto di più. Poi ovviamente a certe riflessioni potrei aggiungere i controsensi di alcune normative Italiane come ad esempio: i no-vax possono bere il caffè solo al bancone, i vaccinati possono sedersi al tavolo (curiosità il virus al bancone non contagia e al tavolino sì??), poi si era passati che non si poteva vendere nemmeno il caffè da asporto senza il green-pass. Mascherine sempre e ovunque… ma poi si poteva mangiare insieme nello stesso tavolo, in massimo 4 persone, con distanziamento… di qualche cm in più che sicuramente spaventava il virus. Obbligo di tampone per entrare in diverse attività, mai messo però per la tabaccheria. Perciò il virus è pericoloso a scuola, in palestra, dal parrucchiere, addirittura in banca e in posta, ma non in tabaccheria!! Oppure… Puoi recarti a fare la spesa, ma solo di generi alimentari, se ti serviva altro, il negozio/supermercato anche se lo aveva a disposizione non poteva venderlo, dovevi andare altrove a cercarlo, esempio se eri in un supermercato e ti serviva una teglia o una ciabatta, o un cuscino, ecc… non lo potevi acquistare. E leggere i vari decreti emanati in Italia, si resta senza parole sui vari controsensi e sulla follia pura in alcuni casi! Vorrei che si riflettesse sulla legge studiata molto bene di vietare l’ingresso a chi non era vaccinato per andare al ristorante, bar, parrucchiere, estetista, banca, posta, ecc… che ovviamente ha portato molte persone ad accettare di vaccinarsi, per poter continuare a “sentirsi liberi” di andare dove volevano. L’Italia ha emesso la legge con obbligo vaccinale a tutti gli over 50 e per tale motivo loro senza il vaccino e il green-pass per legge non potevano lavorare in ditta. Perché imporre un vaccino per poter lavorare e mantenersi?? Perché lo Stato ha voluto mettere una legge con un obbligo senza rispettare le scelte individuali delle persone, delle loro paure, convinzioni, o senza pensare ai loro vari problemi di salute.

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Perché nonostante la stessa informazione pubblica, nel 2022, asserisca che il numero di vaccinati è alto, continuano anche in estate ad insistere che in molti sono ammalati!! E nello stesso tempo continuano a dire che i vaccini funzionano!! Se il vaccino funzionasse io credo non ci dovrebbero più essere persone ammalate. Ovviamente i no-vax hanno risposte diverse, ma io vorrei che chi legge inizi almeno a farsi domande, a cercare altre fonti con altre possibili risposte, e spero inizi a dubitare, per non dire a convincersi che sono due anni che il Governo Italiano e tutti i vari Governi, ci hanno raccontato ciò che gli faceva comodo, per interessi superiori. Vorrei che chi legge questo documento cercasse e si documentasse sulla privazione della privacy e di alcune situazioni estreme che già esistono in Cina nel 2022, e che sono convinta vorrebbero portare anche qui, per riflettere anche su questo aspetto collegato al vaccino. Come ho detto all’inizio in questo documento, non ho portato testimonianze vere e proprie, ma vorrei che chi leggesse, che sia nel 2022 o nel 2050, si ponesse delle domande, riflettesse e iniziasse a fare ricerche per non accontentarsi delle prime risposte fornite da chi ci controlla e manipola l’informazione e le notizie, non possiamo accontentarci delle prime risposte e informazioni che i media ci raccontano.

 

Diamante

 

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Testimonianza cambiamenti e malesseri dopo il vaccino

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In queste righe ci tengo a riportare i cambiamenti e i malesseri che ho notato e che mi hanno raccontato, da fine del 2021 ad agosto 2022, persone vaccinate e che conosco. Un primo effetto che ho visto è il loro sempre più frequente cambiamento d’umore. Un momento sono felici e tranquilli e in un attimo diventano molto nervosi oppure scoppiano in lacrime senza motivo. Si arrabbiano subito per nulla ed iniziano ad urlare. Sembra abbiano dimenticato il significato del rispetto verso le altre persone e arrivano a trattare proprio male chi hanno vicino in quel momento. Queste stesse persone non chiedono mai scusa per il loro comportamento aggressivo, sembra soffrano pure di perdite di memoria perchè arrivano poco dopo oppure il giorno successivo e sono totalmente diverse, si comportano come se nulla fosse successo. Una volta con una persona che conosco mi sono trovata in difficoltà perchè da un momento all’altro è scoppiata a piangere proprio senza motivo e poi è rimasta triste per parecchio tempo. L’ho sempre vista molto forte e solare, invece da fine 2021 mi ha raccontato che è diventata molto sensibile, si agita anche se succedono piccoli imprevisti e non riesce a trattenere le lacrime. Tanti di coloro che si sono vaccinati, specialmente quelli che hanno fatto le tre dosi, continuano a dirmi che stanno benissimo e qualche attimo dopo affermano che non si sono mai sentiti così stanchi, che hanno bisogno di dormire molto e che già dopo poco tempo che sono svegli tornerebbero nel letto. Chi era abituato a fare sport, sta facendo molta fatica a fare attività sportiva. Mi raccontano e vedo che sono proprio stanchissimi ed alcuni di loro mi hanno riferito che hanno forti disturbi intestinali. Ma ripeto, mi dicono che stanno benissimo! A sostegno di questo riporto il caso che riguarda un mio conoscente abituato a camminare molto e a fare anche lunghi percorsi in montagna per esperti. Da inizio agosto 2022 è molto debole, sempre stanchissimo, continua a soffrire di giramenti di testa improvvisi, ha male allo stomaco e vomita spesso. È peggiorato durante una camminata tranquilla in cui è stato malissimo. Fin dall’inizio del percorso si è sentito molto affaticato, ad un certo punto ha iniziato a soffrire di nausea fortissima ed ha vomitato diverse volte. Ha subito cercato una scusa per giustificare il suo malessere ed ha detto che probabilmente ha mangiato qualcosa che gli ha fatto male. Nei giorni seguenti ha continuato a sentirsi male ed era sicuro di essersi preso il virus. Quindi è corso a farsi fare il tampone che però è risultato negativo. Allora ha affermato che sarà lo stress del periodo, è praticamente convinto che l’eccessiva stanchezza e tutti i malesseri di cui soffre ormai da settimane siano causati dal bisogno di ferie. Che siano problemi legati al vaccino nemmeno gli passa per la testa. Altre persone hanno iniziato ad avere fortissimi mal di testa e alcune che conosco e che già soffrivano di questo malessere ora hanno sempre più spesso l’emicrania. Ho saputo che arriva a livelli così forti che devono prendere più medicinali molto vicini e questo solo per diminuire il dolore. Inoltre, mai avrei pensato di vedere tante persone cambiare così rapidamente. Ho spesso la sensazione di essere circondata da robot. In certi momenti quando parlo con persone vaccinate vedo che mi fissano e non dicono nulla, non si muovono e poi fanno movimenti molto lenti e spesso non rispondono nemmeno al mio saluto oppure alle domande che faccio per diversi minuti. Mi guardano, ma niente di più. Ogni volta che mi trovo in questa situazione in queste persone ho notato gli occhi molto arrossati ed il viso dal colorito sul grigio, proprio come quando non si sta per niente bene. Concludendo, praticamente tutti si sono ammalati comunque nonostante il vaccino ed ho saputo che hanno avuto anche febbre molto alta. A fine 2021 mi sono trovata circondata da persone vaccinate che avevano una fortissima tosse e tantissimo raffreddore. Perfino una ragazza che ha sempre avuto un’ottima salute e che da quando la conosco non l’ho mai vista nemmeno con un leggero raffreddore, poco dopo la prima dose, a fine 2021, continuava a tossire e aveva preso un raffreddore così forte che aveva gli occhi molto rossi e che continuavano a lacrimare. Ad inizio 2022 ho saputo di tanti vaccinati con tre dosi che si sono ammalati e sono stati molto male. Recentemente, a luglio 2022, tanti di coloro che hanno fatto tre dosi si sono ammalati e in alcuni casi ammalati per la seconda volta. Ho perfino sentito che hanno avuto problemi di udito.

 

Claudia

 

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I Lager del 2020

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Vorrei raccontare un’esperienza che ho vissuto riguardo la situazione sanitaria durante la pandemia. Intorno agli anni 2012/2013 mio nonno iniziò ad ammalarsi, scoprendo presto di aver contratto epatite C e avere grossi problemi ai polmoni così da costringerlo a ricorrere ad una cura sperimentale per il fegato e a dover utilizzare una bombola d’ossigeno per compensare il lavoro che non svolgevano più i suoi polmoni. Ogni giorno che passava le cure lo prosciugavano sempre di più e i medici dovettero rimediare ai problemi causati dalle cure precedenti con altri medicinali. Quindi il suo stato di salute non era dei migliori, anzi, più passava il tempo e più il suo corpo si indeboliva. Nonostante tutto aveva sempre uno stato mentale molto positivo, non perdeva mai la pazienza e rassicurava noi che stavamo male nel vederlo così. Aveva una voglia di vivere che ormai pochi hanno. Gli ultimi anni sono stati un via vai tra casa e ospedale per le tante visite e per monitorare il suo stato di salute. Noi familiari eravamo sempre presenti, ad ogni visita e anche a casa non era mai solo e cercavamo di non fargli mancare niente. Ciò che gli dava forza di andare avanti eravamo noi. Arriva ottobre 2018 e lui non si sentiva bene, forse aveva una bombola d’ossigeno poco funzionante e il medico di base ci consiglia di portarlo al pronto soccorso. Che vi dico a fare? Un uomo in quelle condizioni lo hanno lasciato lì, buttato su una barella per una notte intera, fin quando ci siamo stufati di aspettare, nonostante i continui richiami, e lo abbiamo riportato a casa cercando di arrangiarci con quel che potevamo, attaccandogli la bombola di emergenza fino a che non ne avessero avuta una disponibile e vedere se era quello il problema. “Per fortuna” in questo modo abbiamo risolto. Arriva luglio 2019, non si sentiva nuovamente bene, l’ossigeno artificiale gli provocava dei problemi e così decidiamo di chiamare il medico di base che ci consiglia nuovamente di portarlo al pronto soccorso perché lui non poteva fare niente. Quindi lo portiamo e questa volta dopo almeno 3-4 ore di attesa lo visitano e ci dicono che sarebbe stato il caso di ricoverarlo per accertamenti. Noi abbiamo acconsentito pensando fosse la soluzione migliore, con il pensiero che lì, avendo tutte le attrezzature e il personale necessario, gli avrebbero dato le giuste cure. Lo salutiamo e andiamo via pronti per tornare il giorno dopo. Il giorno successivo ci rechiamo in ospedale per vederlo ma non fu una bella sorpresa, anzi. Appena entriamo nella stanza in cui stava, il nostro sguardo si rivolse subito a lui, era seduto sul letto, incosciente, con la bava che colava dalla bocca e un respiro lento e affannoso. Mi veniva da piangere nel vederlo in quelle condizioni. Ma come era possibile? Se il giorno prima era super cosciente, lucido. Ci siamo fondati su di lui ma non rispondeva, era come se fosse stato sedato. Con tutta la rabbia che avevamo addosso cerchiamo i dottori ma non volevano parlare con noi. Vista la situazione minacciai di chiamare le forze dell’ordine se si fossero ancora rifiutati e subito dopo questa avvertenza uno dei dottori ci invitò ad entrare nel suo studio per rispondere alle nostre domande. Ci disse quello che già sapevamo e che le condizioni in cui era erano una conseguenza della malattia. Io non mi sono bevuta quanto detto e ho precisato loro che a casa nostra non era mai stato in quelle condizioni, come era possibile che dopo una notte in ospedale lo troviamo sul punto di morte? Volevamo riportarlo a casa ma i dottori insistettero perché rimanesse lì, dicendoci che gli avrebbero fornito tutte le cure di cui lui aveva bisogno. Noi accettammo a patto che uno di noi rimanesse lì per tutto il tempo della sua permanenza.

 

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Vista la nostra insistenza dovettero accettare anche loro. Rimase mia madre per tutta la notte, aggiustandogli l’ossigeno, girandolo quando vedeva che non stava bene ecc. La mattina successiva sarei dovuta andare io, mia madre lo aveva lasciato che ancora dormiva e io mi aspettavo di ritrovarlo ancora nelle condizioni del giorno prima. Poco prima di entrare il mio telefono squillò, lo controllai e vidi il numero di telefono di mio nonno, mi spaventai tantissimo perché non sapevo chi mi stava chiamando e soprattutto perché! Risposi e sentii la sua voce, mi veniva da piangere per l’emozione. Parlavamo come se non fosse mai successo niente e poco dopo entrai da lui, felice di rivederlo cosciente come era sempre stato. Il giorno successivo ci dissero che doveva essere dimesso e così lo portammo a casa. Passa così circa un anno e nel frattempo arriva la pandemia. Continuavamo a prenderci cura di lui nonostante le “regole” del Governo ci imponessero di rimanere ognuno a casa propria. Sono contenta di aver preso questa scelta. Il 22 Agosto 2020 mio nonno avverte un dolore intercostale e si preoccupa più del solito visti tutti gli allarmismi della tv. La mattina del 23, verso l’1:00 mia nonna decide di chiamare il 118 perché aveva paura che potesse essere qualcosa di grave. I soccorsi arrivarono poco dopo ma non lo vollero assolutamente visitare perché le regole del governo imponevano loro di portare i pazienti direttamente in ospedale. Lui era dubbioso, non se la sentiva di affrontare quel viaggio e un eventuale ricovero. Alcuni miei familiari che si trovavano lì gli diedero il tempo di decidere, perché volevano che fosse lui a fare la scelta e alla fine decise di andare con il 118. Lo fecero camminare veloce senza ossigeno dal letto fino all’ambulanza sempre perché per disposizioni governative non potevano toccarlo. Lui con tutte le forze e i pochi respiri che i suoi polmoni gli permettevano di fare, senza lamentarsi, fece quel tragitto ma arrivò in ambulanza stremato. I miei familiari chiesero loro che almeno uno potesse accompagnarlo visto le sue condizioni di salute ma respinsero categoricamente la nostra richiesta perché vista la situazione pandemica non potevano rischiare altri contagi. Rimanemmo tutta la notte svegli, aspettando delle notizie, ma niente. Il giorno seguente proviamo a chiamarlo sul cellulare ma non rispondeva, proviamo e riproviamo ma niente. Preoccupati cerchiamo il numero privato di una infermiera che sapevamo lavorasse in quell’ospedale ma in un altro reparto e con grande gentilezza andò a controllare se era tutto a posto e quel che vide era raccapricciante. Trovò mio nonno, in una stanza, da solo, con un piattino che conteneva del cibo ancora pieno su un mobiletto poco distante da lui, che con le poche forze che aveva cercava di prendere il telefono che gli avevano lasciato vicino a piedi, sotto le coperte. Scoprimmo che lui era lì dalla notte prima perché, appena entrato, gli fecero il tampone e prima di avere l’esito lo lasciarono da solo in una stanza senza poter mangiare o chiamare i suoi cari per dire almeno come stava, perché da solo non riusciva a fare queste cose.

 

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Il pomeriggio ci recammo immediatamente da lui ma fecero entrare solo mia nonna che cercò di sistemarlo perché non mangiava da due giorni poiché nessuno, per disposizioni governative, poteva avvicinarsi a lui (nonostante fosse anche risultato negativo al tampone) e quindi non mangiava e non si poteva lavare. In quella mezz’ora mia nonna riuscì a fare ciò che poteva perché la cacciarono fuori poco dopo. In quel brevissimo tempo mia nonna vide il lenzuolo pieno di sangue e chiese lui spiegazioni. Le riferì che gli stavano facendo un sacco di punture, ogni 5 minuti gliene facevano una senza dirgli niente, lui chiedeva che cosa gli stessero iniettando ma non rispondevano e l’ultima volta gli avevano provocato una ferita che non si preoccuparono di curargli. La sera lo chiamai e sentivo come sforzava la voce, cercava di farmi credere che fosse in forma, cercando di scherzare ma sapevo che c’era qualcosa che non andava, così gli chiesi se avesse qualcosa davanti alla bocca che gli impedisse di parlare bene e lui mi disse che gli avevano messo la maschera grande dell’ossigeno (che è quella che mettono quando una persona è in gravi condizioni di salute) e mi allarmai ma non gli feci capire niente per non spaventarlo ancora di più. Il giorno seguente saremmo dovuti andare a vederlo nel pomeriggio. Poco prima di partire arrivò una telefonata dall’ospedale a mia madre. Sapevamo non era niente di buono. Rispose e i medici gli dissero di andare il prima possibile perché stavano rianimando mio nonno, lei chiese subito in quanti potevamo andare e le risposero che potevamo andare tutti. Avevamo già capito tutto ma nessuno voleva accettarlo. Quando arrivammo lì ci dissero che la sua malattia stava peggiorando e che purtroppo per lui era arrivato il momento. Eravamo sconvolti, non volevamo crederci. Aspettammo in camera mortuaria e vedemmo due infermieri che portavano il suo corpo in barella. Si avvicinarono a noi con quegli occhi spenti, come se davanti a loro ci fossero animali e non persone che soffrivano per la perdita di un caro e sembrava che spingessero un carrellino delle pulizie e non una barella con sopra il corpo di un essere umano che aveva appena perso la vita. Se ne andarono senza neanche guardarci in faccia, senza dire una parola, lasciarono lì il corpo senza vita di mio nonno che portava ancora il pigiama. C’erano riusciti, avevano ottenuto un’altra morte ospedaliera. Nel 2019 non gli era stato possibile perché potevamo entrare tranquillamente a visitarlo, e lo abbiamo salvato quella volta. Nel 2020 nessuno poteva visitare e stare vicino ai propri cari. Troppi anziani sono andati via così, per questo. Senza nessun familiare che stringesse loro la mano al momento del distacco. Ma.. Cos’erano tutte quelle punture che nel 2019 lo avevano quasi ucciso e nel 2020 lo avevano portato direttamente alla morte?? Com’è possibile che il giorno prima sentisse solo un leggero dolore intercostale e il giorno successivo ritrovarlo su quella barella senza vita?? Qualche tempo dopo una ragazza mi disse che a suo nonno avevano riservato gli stessi trattamenti ma per fortuna aveva un po’ più di forza e i parenti riuscirono a portarlo via da lì. Questa è solo una verità di ciò che realmente accadde lì dentro, dentro quegli ospedali, dove troppe persone uscirono senza vita.

 

12/07/2022

 

Sabrina

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La depressione di A.

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Questa testimonianza riguarda un’altra parente, di 69 anni. Nonostante fosse dubbiosa, che è una condizione iniziale che ho potuto notare in molte persone, A. si sottopose all’inoculazione della prima dose, e poi della seconda, prima in estate e poi ad ottobre 2021. A. era in pensione, quindi in quel periodo non vi erano obblighi per lei (ribadendo che sono comunque illegali e da non rispettare). Era una persona normale, né particolarmente attiva ma nemmeno rinchiusa in sé stessa. Ben presto cominciò a dare segni di forte apatia, tanto è vero che quando la incontravamo io e mia madre, praticamente non parlava, lasciando parlare solo il marito. Già in quel momento gli indizi erano forti, ma quello che accadde in seguito fu un perfetto esempio di quanto il siero distrugga non solo il fisico, ma anche l’emotività della persona. Del resto si tratta di un’arma volta ad uccidere la Coscienza! Così, con l’avanzare delle settimane, A. cominciò sempre più ad accusare i sintomi di una forte depressione, che lei stessa ammise. Già vari anni prima aveva avuto la stessa malattia, ma gli effetti di questa furono molto gravi. Quando ‘parlava’ con mia madre era praticamente una conversazione a senso unico in cui lei si limitava a pronunciare monosillabi intervallati da lunghe pause silenziose, e pianti singhiozzati. Dopo del tempo perdemmo praticamente i contatti con lei. Non si sentiva più, e le uniche notizie le avevamo dalla figlia o da chi la incrociava vicino casa sua. E non erano belle notizie. La figlia raccontava infatti che A. passava la giornata a guardare il vuoto, e mentre prima era solita passare del tempo giocando con la nipotina, ora la fissava con sguardo spento e senza far cenno alla minima reazione. Un altro parente alla lontana ci raccontò di averla vista mentre lui era in macchina e passava sulla strada di casa sua. La descrisse con le sembianze di un fantasma, dalla pelle pallida e i capelli bianchi. Ultimamente A. ha cercato di riprendere i rapporti con mia madre, ma gli strascichi e gli effetti della depressione sono ancora ben percepibili in lei. Esempi come quello di A. reputo siano utili, purtroppo, per comprendere davvero quanto questo farmaco sierologico chiamato vaccino che moltissima gente è stata obbligata a somministrarsi, influisca terribilmente sulla Coscienza, azzerando la spinta vitale che ci rende esseri umani.

 

Riccardob

 

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La caduta di A.

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Questa testimonianza sarà molto breve, ma vale la pena di essere raccontata perché rappresenta comunque un chiaro episodio di effetti avversi da ‘vaccino’ peraltro capitato a molti e documentato in tantissime testimonianze. A. è una parente, sulla cinquantina, la quale si somministrò tutte e tre le dosi per ora previste dal Governo. Un giorno di febbraio 2022, quindi dopo circa un mese dalla terza dose, camminando per casa, ebbe di colpo un mancamento, svenendo di punto in bianco. Alcuni della sua famiglia stretta la trovarono appunto distesa lungo il pavimento, dovendo rianimarla per svegliarla. Non vi furono strascichi a livello di salute, almeno apparentemente (tra l’altro non ho contatti con questa parte di famiglia), ma il fatto che questi svenimenti accadano a molti dovrebbe far riflettere, tenendo anche conto che non vi è alcuna regola che stabilisca non possano accadere di nuovo in futuro alla stessa persona. Senza contare che la caduta, in alcuni casi, può essere anche fatale.

 

Riccardob

 

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L’infarto di G.

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Questa testimonianza sarà breve ma significativa. G. è un’amica di mio padre, sulla sessantina, all’inizio scettica sulla situazione sanitaria e sul vaccino, per poi finire per somministrarsi tutte e tre le dosi previste. Dopo la terza, quindi circa a gennaio 2022, le si scatenò un infarto all’intestino (in pratica si restringono i vasi sanguigni di quell’organo), che aveva già avuto prima in forme più lievi, che la costrinse al ricovero. Uno dei primi e più comuni effetti avversi studiati su questo siero sono infatti legati al sangue e alla sua circolazione, e non sorprende che anche in questo caso si sia verificato questo grave sintomo. Ovviamente, per i medici e per la persona interessata, non vi è stata alcuna correlazione…

 

Riccardob

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L’ictus di E.

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Questa testimonianza ha come protagonista, suo malgrado, una signora, che chiameremo E., sulla cinquantina di anni, facente parte di una delle categorie più colpite dalla criminale campagna vaccinale: gli insegnanti. Insegnante delle medie, E. si vide già dall’inizio dell’anno 2021 pressata riguardo la somministrazione del siero sperimentale, dai media e dalla cosiddetta ‘comunità scientifica’ (organismo leggendario e inesistente, e per di più assolutamente non equamente allineato sull’argomento come la propaganda Governativa ha voluto e vuole far credere), quindi ben prima dell’obbligo vaccinale imposto alla categoria (che sarebbe arrivato a settembre dello stesso anno). Difatti il governo italiano già da gennaio/febbraio fece molta pressione sugli insegnanti perché si vaccinassero, nonostante non fosse ancora previsto l’obbligo (comunque illegale) con la motivazione che in questo modo si sarebbero scongiurate nuove chiusure scolastiche e relativa DAD. Entrambe cose che fu il Governo stesso a voler attuare da marzo 2020 (e che ovviamente ha voluto far passare per inevitabili). Ma non fu solo il governo a spingere E. a farsi iniettare il siero, bensì, chiaramente, la sua dottoressa di base, nonché una dei tanti, troppi medici che dal 2020 al 2022 (e probabilmente anche prima) hanno agito come automi, senza coscienza, il cui unico fine era rispettare le direttive governative. Questa dottoressa ha posto ad E. il dilemma della vaccinazione come un dilemma inesistente, in quanto sarebbe stato inconcepibile non vaccinarsi. Per il bene di tutti, disse. Per il bene di tutti, dicevano. Così, dopo 20 giorni dall’inoculazione, E., di punto in bianco, fu colpita da un ictus, che per fortuna non l’ha uccisa, ma l’ha purtroppo debilitata e ancora ora, a distanza di più di un anno, registra i suoi effetti sul suo corpo fisico. Per lo meno, se così si può dire, questo grave accadimento frutto di una violenta reazione avversa da siero sperimentale spinse E. a non volersi più assolutamente sottoporre ad alcuna altra dose (difatti dopo la prima dose gli insegnanti, come altre categorie di lavoratori, furono obbligatoriamente sottoposti ad una seconda dose prima, e ad una terza poi, per ora che siamo a luglio del 2022), e unirsi a quella parte di popolo che ancora credeva e crede nel vero significato di libertà, venendo accolta in un coro che, alle manifestazioni che hanno scandito questo periodo di lotta, cantava canzoni satiriche e di resistenza. Testimonianze come quella di E., visibili dal fisico ancor prima che dalle parole, sono e saranno fondamentali per chi ancora ha la capacità di farsi domande, e per chi verrà dopo di noi. Ai posteri che avranno il diritto e il dovere di conoscere la verità sulla dittatura di questi anni. Ci tengo a ringraziare tantissimo i nostri Maestri Angel e Alexander, perché se abbiamo la possibilità di raccontare ora queste testimonianze è solamente per merito Loro.

 

Riccardob

 

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Il tumore di C.

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Questa storia reputo sia il perfetto emblema dell’assurda follia sanitaria che il Governo ha architettato nel 2020, e di come molti medici siano assolutamente assimilabili a criminali di nazista memoria. C., una parente, 78 anni, era dubbiosa sul vaccinarsi. Lo scoprimmo in seguito, ma C., in seguito ad una visita, scoprì l’acuirsi di un tumore al seno che aveva latente e che la costrinse all’operazione per asportarlo. Senza sapere questo, le avevamo comunque, ovviamente, consigliato di non farlo, mostrandole il perché. Anche altri suoi amici l’avevano consigliata di non sottoporsi alla sperimentazione di massa. Peccato però, che una di queste amicizie, che prima era fortemente contraria, per qualche strano motivo si vaccinò e volle convincere all’improvviso anche C. a farla. C., purtroppo, si ‘convinse’ molto presto. Prese prima appuntamento dal medico di base, per mostrargli le varie analisi ed esami degli ultimi, per capire se era il caso di sottoporsi o meno. Il medico in questione, però, da vero e proprio criminale, le rispose che non aveva tempo di guardare tutte quelle cartelle e che non ce n’era bisogno, praticamente rimproverandola per averle portate. Tanto comunque doveva vaccinarsi. C. volle comunque appellarsi alla presunta professionalità del dottore, esprimendo i suoi dubbi, il quale però le rispose: “Ma signora, vuole venire intubata?”. Questo è stato lo spauracchio che troppi nazi-medici hanno inflitto sul popolo. C. però, invece di denunciare un simile comportamento, pur scandalizzandosi a parole accettò la vaccinazione, e la fece a ottobre 2021. Non ci volle molto perché il tumore precedentemente operato tornasse in circolo costringendola al calvario della chemioterapia e radioterapia. Nonostante questo, dall’ospedale, le intimarono di proseguire con le dosi vaccinali, dato che secondo loro era un soggetto a rischio. Ovviamente, infatti, tra il siero e il tumore tornato in circolo non vi era ‘alcuna correlazione’. C. si è così sottoposta anche alla seconda e terza dose. A questo punto non nutriamo molte speranze, e tutto per quella maledetta puntura che lei ha improvvisamente ‘accettato’ di somministrarsi. Di storie come questa, ne sono sicuro, ce ne sono tantissime.

 

Riccardob

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Il ‘disturbo’ cognitivo di D.

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In questa testimonianza non racconterò grossi danni a livello fisico o depressivo, ma reputo comunque importante riflettere su come questo cosiddetto vaccino agisce nella mente. D. è un amico di famiglia, di 61 anni, ed è la classica persona che sa di essere cavia ma lo accetta senza farsi molti problemi. Premettendo che si è sottoposto a tutte e tre le dosi (per ora dice di non volersi somministrare la quarta), ammette che il vaccino sia sperimentale, ammette che sono stati fatti gravi errori e arriva addirittura, a volte, a fare ragionamenti quasi dalla nostra parte, per poi, dopo nemmeno nel giro di qualche minuto, cambia completamente versione, dipingendoci come praticamente stupidi che si fanno abbindolare da truffatori e populisti su Facebook (che praticamente nessuno della mia famiglia stretta, tutti oppositori della situazione mondiale, guarda e segue) che il Governo non avrebbe alcun interesse ad agire contro il paese e contro il popolo, e che la scienza va ascoltata, dato che lui non ha gli strumenti per capire se un farmaco sia dannoso o meno, e anzi, nel momento in cui gli si propone dati e fonti dalle quali potrebbe attingere per informarsi e farsi un’idea propria a 360 gradi, si rifiuta in quanto dice di non avere voglia né gli strumenti per capire. Classico esempio di pigrizia e fede cieca nella scienza. Addirittura arriva a negare l’evidenza sul fatto che tanti lavoratori siano stati sospesi prima e demansionati poi, a causa del fatto che appartengono a categorie obbligate dal governo italiano a vaccinarsi, come ad esempio, e soprattutto, sanitari e insegnanti, costretti praticamente dall’inizio della campagna vaccinale a marzo-aprile 2021. In seguito, con l’avvento del super green pass (nome totalmente ridicolo) a febbraio 2022, il certificato elettronico da esibire sul posto di lavoro e di studio, praticamente tutti i lavoratori dipendenti divennero obbligati. D., quindi, essendo impiegato in un’azienda metallurgica, almeno fino al periodo delle sue prime due dosi non aveva alcun obbligo di vaccinazione. D. pensa che tutti i lavoratori siano stati dopo poco riammessi pienamente nel loro ruolo, dato che è impossibile che il Governo imponga ad un professore di fare il bidello. E perché è fermamente convinto di ciò? Semplice, perché l’ha detto la tv! Trovo sia terribile venire privati della propria facoltà di discernere cosa sia propaganda e cosa sia vita reale. Cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, e accettare qualsiasi cosa senza porsi domande. Chiaramente tutto ciò avveniva già prima in molte persone, ma è innegabile, poiché evidente, che i pluri-vaccinati si ritrovino ad avere una coscienza critica totalmente azzerata. Oltre ciò, in D. è presente un altro evidente danno, anch’esso di livello mentale. Sempre più spesso si dimentica le cose, anche a breve termine, oppure ripete le stesse cose già dette poco prima. Anche in questo caso, come in altre testimonianze che ho raccontato, è un problema che aveva già da prima, ma ora è parecchio evidente stia peggiorando sempre di più. Reputo sia molto importante comprendere tutti i modi in cui questo siero agisce a livello sia corporeo sia mentale, sia di Coscienza, andando ad intaccare sempre più pesantemente tutti e tre.

 

Riccardob

 

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Esperienza sulle reazioni avverse sieri sperimentali

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Il primo caso accaduto nella mia città di mia conoscenza, che doveva iniziare a far riflettere la comunità in particolar modo la famiglia del povero malcapitato, è avvenuto dopo le prime somministrazioni del siero Astra Zeneca. Come ripetutamente ribadito dai tele virologi da salotto, il mainstream e dagli arguti scienziati del ministero della Salute, il CTS, il siero magico serviva per proteggere gli altri oltre che se stessi e pertanto i nonni si sieravano per i figli e nipoti, i figli per i genitori anziani etc. Un signore di oltre 60 anni, conosciuto in città poiché i suoi figli sono titolari di una tabaccheria, dopo la somministrazione del siero ha iniziato ad aver problemi ad una gamba a causa di una trombosi e nonostante avesse esternato ad amici una forte preoccupazione per il problema accorsogli, non ha fatto in tempo a prendere provvedimenti poiché un giorno mentre si trovata in un supermarket è stramazzato al suolo colpito da un infarto fulminante che le ha procurato una morte istantanea, nonostante i vari tentativi di rianimarlo. Era solo l’inizio di una lunga scia di morti improvvise che ci accompagnano quotidianamente a tutt’oggi. Altre testimonianze relative ai benefici del siero magico sono numerosi e pertanto mi limito a quelle che considero più importanti. Mia Zia che dopo la terza dose ha sviluppato un trombo alla gamba e logicamente per i medici nessuna correlazione ma anche lei stessa non ha preso coscienza che possa essere stato il siero a causarle il problema, poiché ancora dopo tanti mesi è in cura con miglioramenti poco soddisfacenti. Un altro mio zio ha avuto un problema ad un occhio, anche lui non ha preso coscienza dell’evento avverso causato dal siero ed ancora oggi è in cura senza risultati soddisfacenti. Una mia vicina di casa e conoscente a solo 42 anni è morta per un infarto fulminante, logicamente dopo tre dosi, nonostante il proprio medico di famiglia le aveva consigliato indirettamente di aspettare, ha deciso autonomamente di punturarsi confidando a parenti stretti di non sentirsi più la stessa dopo l’inoculazione. La nipote di una mia amica che per poter viaggiare ha preferito inoculare il siero magico, dopo la prima inoculazione ha avuto problemi ad un braccio, continui svenimenti ed è in cura senza una diagnosi precisa però le viene somministrata la cardio aspirina (sospetto che possa essere una miocardite o pericardite). Per ultimo, mia cugina che fino all’ultimo ha resistito ma poi a febbraio, causa costrizione lavorativa, si è sierizzata con il risultato che le si è sviluppato un carcinoma alle ovaie asportato con un’operazione urgente con la prospettiva di una lunga degenza tra chemio e radio. Purtroppo debbo constatare che ancor oggi nella mia città, nonostante numerosi eventi avversi, è impossibile confrontarsi e discutere apertamente degli eventi catastrofici che impattano sulla popolazione a causa del siero delle meraviglie, poiché ancora sono in preda ad isterismo, paura della morte, la loro coscienza è dormiente nonostante tutte le verità che si stanno affermando nel mondo.

 

Maya

 

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Vaccini e problemi alle vie urinarie

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Io e mio marito siamo soliti trascorrere dei mesi in montagna. Una domenica mattina mio marito fece visita ad un nostro vicino di baita ed in casa era presente anche un suo amico. I due uomini si reputavano molto soddisfatti perché due giorni prima, quindi il venerdì, si erano sottoposti entrambi alla vaccinazione contro il Covid-19. Mio marito ebbe un vivace confronto con loro, sostenendo di non essersi vaccinato in quanto si era informato e aveva capito che nei vaccini c’erano dei componenti pericolosi per la sua salute (mio marito ha sempre sofferto di problemi cardiaci). Uno dei due uomini lo rimproverò severamente, dicendogli che non aveva capito nulla, che i vaccini erano sicuri, ecc. e ci fu un’accesa discussione! La domenica successiva mio marito tornò a fare visita a quel vicino, ma stavolta lo trovò seduto in poltrona con un catetere appeso alla gamba. Gli raccontò che il lunedì (tre giorni dopo la vaccinazione) era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale per gravi problemi alle vie urinarie e vi era dovuto rimanere per quattro giorni. Sperava tanto di cavarsela e ammise che sicuramente la colpa di quella grave malattia era collegata al vaccino! Inoltre raccontò a mio marito che anche il suo amico presente la settimana precedente, lo stesso lunedì mattina era finito all’ospedale sempre per gravi problemi alle vie urinarie, ma a lui andò ancora peggio perché dovette pure subire un intervento d’urgenza in una clinica specializzata fuori regione e in quel momento si trovava ancora all’ospedale. Qualche settimana dopo ci capitò di far visita ad un cugino di mio marito. Ci raccontò che dopo essersi sottoposto alla vaccinazione fu ricoverato per ben tre volte all’ospedale sempre a causa forti dolori alle vie urinarie! Mio marito gli spiegò ciò che era accaduto al nostro vicino di baita e al suo amico, cercando di fargli capire la gravità della situazione! Sarà stato un caso?!

 

Dolores

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Morta poche ore dopo la seconda dose

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Nel paese in cui abitano i miei consuoceri, una signora sulla sessantina non si era voluta presentare al richiamo della vaccinazione anti Covid in quanto dopo la prima dose era stata molto male, tanto che anche il medico di famiglia glielo aveva sconsigliato. Poiché al momento del richiamo si trovava ancora inferma dopo la prima vaccinazione, gli addetti vaccinali le si presentarono direttamente a casa. Lei era sola in quel momento e spiegò loro che il dottore le aveva sconsigliato di procedere con il richiamo in quanto la prima dose le aveva fatto molto male, ma i nazisti dell’hub non vollero sentire ragione, le scartoffie ormai erano state firmate e a detta loro non poteva tirarsi indietro. Lei cercò di tenere testa a quei nazisti, ma purtroppo la costrinsero ad iniettarsi anche la seconda dose. La vaccinazione avvenne attorno alle 11:30 del mattino, alle 14:00 la donna era già morta. Il figlio si recò subito a denunciare l’accaduto, ma il consenso informato era stato firmato e nessuno poteva fare nulla!

 

Dolores

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TESTIMONIANZA VACCINO ANNA

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Quando il 1° agosto del 2022 ho rivisto una mia cugina di primo grado di 24 anni, Anna, (dopo una decina d’anni dall’ultimo incontro) sono rimasto davvero scosso: davanti mi sono ritrovato una ragazza di 1.70 che poteva a malapena pesare 40/45 chili. Un’anoressia davvero preoccupante: il volto si presentava particolarmente scavato, era possibile persino intravedere qualche osso del suo scheletro quando assumeva particolari posture. Ero rimasto allibito perché fino a qualche mese prima, sui social, era possibile constatare dai post che pubblicava che fosse in perfetto peso forma. Non ho voluto personalmente chiedere le motivazioni che avessero generato questa patologia in un lasso di tempo così breve per il fatto che, magari, avrebbe potuto risentirsi della mia possibile invadenza (visto e considerato che comunque era davvero tanto tempo che non ci incontravamo e che, nel frattempo, non eravamo rimasti in confidenza tale da poter toccare un tasto così sensibile senza il timore di irritarla). Successivamente, nel corso della serata, mia cugina ebbe un grosso sfogo con mia madre (con cui era rimasta sempre in contatto visto che, lavorando da estetista, la incontrava spesso per farle dei trattamenti estetici); mia madre successivamente mi spiegò che avevano affrontato proprio il discorso del peso (cosa mai accaduta prima proprio perché ad Anna infastidiva toccare l’argomento) e così le confidò che stesse ormai vivendo in un fortissimo stress psicofisico, uno stress che le stava condizionando pesantemente la qualità della vita. Chiesi a mia madre se avesse scoperto da cosa fosse dipeso questo incredibile calo di peso, se le fosse successo qualcosa di brutto che poi fosse andato a ripercuotersi sul suo corpo. La risposta fu negativa, Anna non aveva subito assolutamente nessun trauma e non aveva nessun problema che potesse giustificare la nascita improvvisa di questa gravissima patologia che non va minimamente sottovalutata. Domandai se Anna fosse vaccinata e mia madre mi rispose che aveva fatto 2 dosi Pfizer (con la terza imminente) nonostante avesse detto a più riprese che non fosse sua intenzione vaccinarsi, ma per quieto vivere in casa (la mamma era una di quelle fissate che mettono 2 mascherine persino per stare affacciata al balcone, e non è una metafora) si sentì purtroppo costretta. “A proposito del vaccino, sai che mi ha detto alla fine? Che tutto è cominciato subito dopo la prima dose, infatti lei è convinta sia stata colpa proprio del vaccino!”. Le chiesi dunque di approfondire. Mi spiegò che Anna le aveva raccontato che i tre giorni successivi alla prima dose era stata davvero molto molto male. Aveva avuto fortissimi mal di stomaco, una febbre molto alta che oscillava sul 39.5, tosse che la scuoteva dall’interno, giramenti di testa. Superati quei tre giorni molto difficili (non so se fosse andata in ospedale o meno) cominciò poi a perdere irreversibilmente peso, dimagrendo a vista d’occhio senza che riuscisse a fare nulla per impedirlo (e le stava provando e le sta provando tuttora tutte per riuscirci). Aveva fatto tantissime visite, ma dalle analisi che aveva effettuato risultava essere tutto a posto. Non è stato mai riscontrato nulla di anomalo, ancora oggi continua a fare queste analisi, eppure nonostante la sua alimentazione fosse rimasta quella di sempre si è ritrovata a perdere 20 chili (pesava all’incirca sui 65 il giorno prima dell’inoculazione Pfizer) in pochissimi mesi. Mia madre inoltre aggiunse che Anna si stava facendo seguire da una nutrizionista che le aveva suggerito delle diete dove mangiare in maniera molto più abbondante (associando ad essa anche degli integratori), eppure nonostante abbia aumentato esponenzialmente le calorie assunte (l’appetito non è mai mancato, ha sempre mangiato normalmente) non sta riuscendo più riguadagnare peso (assestato da qualche periodo sui 45 chili).

 

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Ho provato a suggerire a mia madre di consigliare ad Anna (siccome anche quest’ultima riconosce nel vaccino la causa del suo problema) di evitare la terza dose (già che abbia fatto la seconda è sconcertante) ma successivamente abbiamo scoperto che, oltre alla folle pressione della madre, c’è anche quella molto forte del padre e del fidanzato che sono stati così terrorizzati dal criminale terrorismo psicologico fatto in televisione sul Covid da averne ormai una paura fobica e psicotica; ciò li spinge ad insistere affinché proceda con l’infinito ciclo vaccinale che ogni tot mesi si arricchisce di una nuova dose.

 

Vitty

 

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Ciao, tu l’hai fatto il vaccino?

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Ciao, tu l’hai fatto il vaccino? Racconto ciò che ho potuto vedere dal mio punto di osservazione durante il 2021, anno in cui in Italia ha preso il via la campagna vaccinale anti-covid19 , presentata dai media come una sorta di Missione Sacra volta a estirpare il Male dal mondo, dove il male sarebbe il famigerato SarsCov2, reo di aver mietuto vittime per una percentuale dell’ordine dello 0,0 e qualcosa % su tutti i contagiati (senza voler approfondire in questa sede la vera motivazione di quelle morti, tra cure inappropriate e numeri falsati per via di incentivi economici per le strutture sanitarie su ogni morte certificata covid…) e dove il Salvatore sarebbe il tanto venerato “vaccino”, preparato, secondo la narrazione ufficiale, nel giro di pochi mesi (quando per più di un anno, sempre secondo queste autorevoli fonti, nessuna cura era stata ancora trovata) e immediatamente distribuito e poi imposto a suon di ricatti saltando il periodo di sperimentazione. Bene! Detto questo, in quel periodo lavoravo in un’azienda in cui ho avuto modo di vedere giorno dopo giorno la transizione involutiva della quasi totalità dei colleghi: nel giro di poco i convenevoli passarono dal “Ciao, come stai?” al “Ciao, ti sei vaccinato?” fino al “Ciao, che marca di vaccino ti sei fatto?” (arrivati al punto che si dava per scontato che il vaccino l’avessi fatto per forza!). Nel mio ufficio 5 persone si sottoposero alla vaccinazione, o per meglio dire: alla terapia genica, di cui 3 hanno avuto effetti collaterali che per i 5 mesi successivi ho potuto testimoniare avessero ancora, fino al momento in cui fui costretto ad andare via perché il vaccino era diventato obbligatorio per lavorare, ora non so come stiano. Prima di passare alle conseguenze che queste persone hanno avuto, penso sia importante testimoniare anche il clima che si respirava: le persone benedette dal siero erano quelle che ad ogni minima pausa aprivano l’argomento, ne parlavano davvero ogni santo giorno ostentando tutte le loro informazioni, poi c’erano altri colleghi che invece o non intervenivano in queste occasioni oppure parlavano in modo generale senza manifestare una volontà o l’altra. La situazione stava diventando opprimente perché ci si sentiva isolati a non voler essere interrogati da un gruppo che invece era sempre più coeso e sembrava non aspettasse altro che avere la tua conferma di stare “dalla sua parte”. Il fatto era che il nostro voler mantenere la riservatezza ci stava impedendo di aprirci anche tra di noi, tanto che nessuno sapeva cosa pensasse l’altro, a parte una persona con cui avevo molto legato, e questo ci faceva sentire ancora più isolati. Allora capii che spettava a me prendere iniziativa, dato che casualmente quelle 4 persone erano proprio quelle con cui spontaneamente avevo legato di più, e potevo fare così da legante, e allora singolarmente iniziai ad approfondire l’argomento con ciascuno di loro, scoprendo finalmente che la pensavano tutti come me, ma a differenza mia non lo avevano mai detto, e così un giorno creai la situazione per avvicinarli tutti e scherzosamente li chiamai tutti “no vax” (termine col quale la propaganda etichetta chi la pensa diversamente riguardo il vaccino per creare discriminazione e odio tra i cittadini dello stesso popolo) e da lì subito la situazione cambiò, facemmo gruppo e l’aria in studio divenne molto più leggera. Veniamo adesso agli effetti avversi del siero. Innanzitutto uno dei ragazzi non vaccinati mi confidò che il motivo della sua scelta era che un suo amico di 26 anni era morto la notte stessa della seconda inoculazione, l’ultimo suo ricordo era proprio di quella sera in cui il ragazzo salutava gli amici, dicendo che si sarebbero visti il giorno dopo, ma il giorno dopo non si sarebbe svegliato… Tornando ai colleghi entusiasti della celebre puntura: Alba durante la giornata lavorativa più volte doveva correre al bagno perché le veniva nausea; c’era poi Antonella che troppo spesso vedevo chiedere un’aspirina, così un giorno le chiesi il perché e lei mi rispose che si sentiva stanca ogni giorno, le chiesi allora se potesse essere dovuto al trasloco che stava affrontando e ai preparativi del suo matrimonio, ma mi disse che era già da un po’ che la avvertiva, decisi in quell’occasione di non infilare il dito nella piaga sebbene fosse ovvio che si trattasse del vaccino, dal momento che quando la conobbi (pochi mesi prima della vaccinazione) non aveva mai mostrato quei sintomi; infine Stefano, il ragazzo su cui tutti hanno notato un cambiamento radicale innegabile.

 

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Lui era molto inserito nelle dinamiche di gruppo dei colleghi, aveva confidenza anche con i superiori, nelle pause parlava sempre con tutti, rideva e scherzava. Aveva anche qualche momento buio in cui si isolava, come se qualcosa di negativo in lui prendesse il sopravvento e allora si faceva da parte per non coinvolgere altre persone. Ebbene, dalla vaccinazione in avanti, quello appena descritto divenne il suo stato quotidiano, nelle pause non interagiva più con nessuno, il suo sguardo era sempre perso nel vuoto, anche la responsabile si vedeva che avesse un po’ di timore nel fargli un appunto in quanto si avvertiva che lui avrebbe potuto facilmente innervosirsi, chiedeva una bustina di OKI praticamente tutti i giorni. Un giorno ebbi l’occasione di parlargli e gli chiesi come stava, e mi disse che lamentava un dolore straziante allo stomaco, una fortissima gastrite, e di sentirsi sempre costantemente nervoso. Non dovetti aspettare il mio licenziamento per non vederlo più, perché lui andò via un paio di mesi prima perché non riusciva più a lavorare. Ognuna di queste persone sembrava non voler minimamente neanche considerare la possibilità che quei mali potessero essere correlati al vaccino, penso io, perché questo avrebbe significato mettere in discussione tutto ciò a cui avevano creduto e che avevano e difeso a spada tratta per più di un anno e questo non è da tutti, molto più facile e comodo continuare a credere ciò che dice la massa.

 

Raffae

 

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Mio padre dopo la vaccinazione

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Mio padre si è sottoposto alla vaccinazione poco dopo che era uscito il nuovo siero genico sperimentale, senza alcun dubbio lui ascoltava e faceva ciò che dicevano fosse giusto fare. È sempre stato uno di quei cittadini modello, per lo meno agli occhi del governo. Ricordo che iniziò a stare male con il cuore e con la pressione, spesso mi chiamava al telefono per andarlo a prendere perché fermo con la macchina in un punto della strada in quanto non si sentiva bene e quindi non riusciva a guidare; quando lo andavo a prendere era sempre molto pallido e sembrava essere molto malato. Da lì a qualche mese ebbe problemi al cuore e dovette fare un intervento per mettersi ben 4 bypass. Pensava che siccome aveva 70 anni questi disturbi prima o poi sarebbero arrivati, intanto continuava a fare le dosi, la seconda poi la terza. Le poche volte che lo vedevo, era sempre con la mascherina alzata, prima la chirurgica, poi la ffp2. La gente si sentiva protetta se stava distante un metro da un qualsiasi essere vivente e se aveva sulla faccia l’incredibile ffp2 che li proteggeva da qualsiasi tipo di minaccia terrena ed ultraterrena, con le mascherine si sentivano talmente protetti, che insultavano una qualsiasi persona che l’avesse abbassata sotto il naso, si sentivano così al sicuro che al primo starnuto correvano a farsi il tampone che risultava per la maggior parte delle volte positivo. C’erano nonni che si rifiutavano di andare a trovare i nipoti perché i media di regime diffondevano la voce terroristica che i bambini fossero il primo veicolo d’infezione asintomatico e che uccidevano i nonni, contagiandoli, se avessero trascorso del tempo con loro, se li avessero toccati, baciati, abbracciati. La gente ci credeva e mio padre era uno di questi. Non che fosse una persona dolce e premurosa, tutt’altro. Eppure riusciva ad essere anche peggio, dopo tutte quelle vaccinazioni, qualcosa in lui era cambiato rendendolo peggiore di quanto già fosse. Se mio figlio aveva le placche e lui era l’ultima persona che avrei chiamato per badarlo, ma purtroppo l’unica disponibile, entrava in casa e non si avvicinava neanche a lui. Stava in casa mia, lontano, mascherato e con l’ansia di andare via il prima possibile, prima che il covid mascherato da placche gli saltasse al collo. In fondo ricordiamoci che la parola covid talmente era diventata mostruosa, non tanto il virus, ma la parola, che facendo degli studi si accorsero come quando il personale sanitario annunciava ai pazienti che fossero positivi al virus, la saturazione di quest’ultimi crollava improvvisamente, nell’istante in cui sentivano quelle parole, nonostante prima fosse normale.

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Andavano giù in picchiata in molti, e iniziavano a sentirsi male davvero, bastava soltanto che un qualsiasi sanitario confermasse la positività attraverso un tampone e loro si sentivano già col cappio al collo, avendo tutti i sintomi possibili. Il tampone è una pratica molto invasiva, che diceva di rilevare un virus che nessuno è mai riuscito a isolare, infilavano questo bastoncino molto lungo, molto in profondità nella cavità nasale, arrivando a provocare veri e propri danni, quali: mal di testa persistenti, perdita dell’olfatto e dei sapori, nausee, epistassi molto consistenti e durature proprio com’è accaduto ad un mio conoscente che ha sporcato tutto il sedile della macchina di sangue che non riusciva a fermare. Sì, avete sentito bene, della macchina, proprio perché i tamponi la maggior parte delle volte venivano effettuati all’interno delle proprie auto. Le persone facevano file chilometriche con la macchina, stavano a far file per ore, per farsi letteralmente torturare, abbassavano il finestrino della macchina e via che l’infermiere di turno, tutto bardato e coperto con mascherina, visiera, tuta sterile, tant’è che sembrava aver a che fare con una malattia gravissima che provocasse una morte istantanea, ti infilava questo strumento dell’orrore e via, avanti il prossimo. Aggiungo che, avendo un parente che lavora nella sanità, mi ha confidato come la pratica del tampone era stata insegnata a tutti i medici e infermieri attraverso un semplice video sul cellulare, quindi non hanno fatto corsi specifici per aver un ottima preparazione per questa manovra così delicata (effettuata anche su bambini, anche su neonati!!!! Che hanno la cavità nasale differente dalla nostra e che mai andrebbero toccati a prescindere!!), ma si sono basati su un semplice filmato, bastava essere medico o infermiere e aver visto il video che si era pronti a fare il tampone a tutti. Intanto continuavano le telefonate di mio padre a distanza di tempo, ricordo come un giorno mi disse che non riusciva a camminare, improvvisamente le sue gambe non funzionavano più, e pensava che sarebbe morto. Non aveva affatto una bella cera, dopo poco però riprese a camminare. Ricordo come era attaccato morbosamente alle sue pasticche per il cuore. Si aggrappava ad esse come fossero la sua unica salvezza, guai a mettergli il dubbio che forse il vaccino era la causa dei suoi mali, per lui era il cuore, derivava tutto da quello, anche se prima della vaccinazione non aveva mai avuto di questi problemi. La cosa che mi ha colpito di più oltre a tutti questi mali fisici, fu il suo cambio repentino di pensiero. Ci ho discusso, litigato e sofferto molto, perché letteralmente a lui importava più di ciò che voleva il governo, piuttosto che di ciò che volessero i suoi cari. Mi scriveva che dovevo vaccinarmi a tutti i costi, mi diceva che era solo una punturina, che non dovevo aver paura, che nonostante glielo spiegassi, non capiva perché ero così ostinata a resistere.

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Provavo a farlo ragionare e a volte ci riuscivo, mi dava ragione e quasi malediva ”gli ordini superiori” del quale era succube, capiva che era un’ingiustizia! Poi passava una settimana e sembrava riazzerarsi, di nuovo mi scriveva che dovevo vaccinarmi. In quel periodo io avevo perso il lavoro, era settembre 2021 ed entrava in vigore l’obbligo del green pass sul posto di lavoro, il green pass certificava l’avvenuta vaccinazione o l’effettuazione del tampone con esito positivo (in caso di green pass da tampone la sua validità era di 2 giorni, dopodiché bisognava effettuarlo ancora e ancora se si voleva ottenere il green pass per lavorare, e molti lo fecero, mentre altri, pochi, si rifiutarono a prescindere). Fare il tampone significa dar potere alla dittatura sanitaria aumentando i falsi positivi e il terrorismo mediatico, oltre che aumentare i profitti dei medici e infermieri che marciavano incredibilmente sulla farsa. Se volevi lavorare, andare in ospedale (se no, ti venivano vietate le cure), andare al cinema, a teatro, nei musei, utilizzare mezzi di trasporto, andare al ristorante, entrare nel bar anche solo per prendere un caffè, ti serviva il green pass inviato dal Ministero della Salute direttamente sul tuo telefonino. Dovevi avere il QR code sempre con te che certificasse che tu fossi vaccinato e dovevi mostrare questa informazione sanitaria privata e sensibile a chiunque, a cani e porci. Perché anche un barista, un cameriere, un inserviente, una commessa e chi più ne ha più ne metta erano autorizzati a richiederti il QR code che scannerizzavano direttamente sul telefonino, dove compariva la validità, il nome, il cognome e la data di nascita della persona che decideva di mostrarlo! E siccome io non volevo vaccinarmi, proprio in quel periodo mi scadeva il contratto e non mi è stato rinnovato principalmente per questo motivo. Il mio compagno non voleva cedere a ricatti e il datore di lavoro minacciava di sospenderlo, senza stipendio, perché questa era la punizione dei dissidenti. Morire di fame. Così ci trovavamo in una situazione critica, senza lavoro, con affitto e bollette da pagare e con un bambino piccolo, senza alcun risparmio da parte. Lui, mio padre che la settimana prima mi dava ragione, quella dopo era arrivato a propormi dei soldi, una grossa somma, affinché io e il mio compagno ci vaccinassimo, se no non ci avrebbe più rivolto parola. Dio solo sa quanto mi sarebbero stati utili quei soldi, ma non ci ho pensato nemmeno un secondo ad accettarli, gli ho fatto vedere dov’era la porta. Io mi fidavo, sentivo che ce l’avremmo fatta, non mi sentivo affatto presa dalla disperazione, sapevo che dovevo stare serena e così sono successe situazioni che ci hanno permesso di affrontare quel brutto momento e di andare avanti. Mio padre intanto continuava a stare male, aveva valori sballati, era dimagrito molto e la sua ossessione verso la vaccinazione non sembrava avere limiti.

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Fosse stato per lui mi avrebbe preso di forza e portata al primo hub vaccinale. Noi eravamo una vergogna per lui, perché disobbedienti. Ricordo quando di nuovo provammo a farlo ragionare, il parente che lavora nella sanità gli disse che aveva sbirciato sul tablet che utilizzano i medici dei vari ospedali, per vedere che si dicono nelle chat, e che rimase allibito quando vide messaggi del tipo: “Evvai, anche noi siamo diventati ospedale covid!”, ”Che fortuna, noi ancora no!” e altri simili, era palese come ai medici interessasse soltanto il guadagno e non il bene collettivo. Proprio perché prendevano grosse somme di denaro ad ogni positivo al covid, e ad ogni ricoverato per covid prendevano somme ancora più consistenti. Quindi erano molto contenti di ricoverare le persone positive. Ricordo come ad una conoscente anziana con problemi di diabete che doveva subire un intervento, le fecero il tampone ben 4 volte in un’ora, perché veniva continuamente negativo e volevano che si positivizzasse ad ogni costo. Al quarto è risultata positiva, e volevano ricoverarla nel reparto covid, fortunatamente la figlia ha fatto di tutto per tirarla fuori da lì e ci è riuscita. Lo raccontai a mio padre e lui disse che bisognava fare un articolo di giornale per far conoscere la verità alle persone. Una settimana dopo mi scrive definendomi una nazista, dicendomi che dovevo vergognarmi perché suo padre, ossia mio nonno, ha passato 5 anni in un campo di concentramento, gli feci notare che siamo noi quelli che non hanno diritto al lavoro, a prendere un autobus, un treno, a visitare musei, ad insegnare nelle scuole, ad andare al cinema, al ristorante, a fare sport, a prenderci un caffè in un bar. Che non siamo noi i nazisti, ma lo è chi ci impone tutto questo, e le persone come lui che obbediscono agli ordini. Ha continuato a dirmi che sono una nazista e che neanche me ne sono accorta e simili accuse, era come parlare ad un muro. Era palese che tutto questo non poteva essere normale, era cieco dinanzi all’evidenza, anche se sembrasse ragionare un pochino, dopo tante energie sprecate per riuscirci, la settimana dopo si riazzerava e stava di nuovo a dar man forte al governo Draghi, che lui adorava e difendeva più dei suoi stessi figli, dicendo quanto lui, Draghi, fosse una persona acculturata perché conosceva numerose lingue e lo lodava e lodava continuamente leccandogli il sedere per benino.

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Come se una persona con una cultura significasse inevitabilmente che fosse intelligente e quindi buona. Sinceramente non so che fine farà mio padre, io ho smesso di sprecarci tempo ed energie, allontanandolo dalla mia vita più di quanto avessi già fatto prima, perché è inutile perdere tempo e soffrire con persone che non vogliono essere salvate in primis, che letteralmente preferiscono il bene di un dittatore che li sta uccidendo a quello della propria famiglia. E siamo pieni purtroppo di queste persone al giorno d’oggi. Ed ora che la farsa non regge più, che stanno provando a portare avanti gli ultimi strascichi di quel che ne rimane, salta fuori anche la quarta dose, e mentre molti iniziano a stancarsi e ad essere indignati, mio padre sarà il primo a fare la fila anche per quella.

 

Wolfmoon

 

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Non è più come prima

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Questa testimonianza risale alla parte finale del 2021, a distanza quindi di un po’ di mesi dall’inizio della vaccinazione di massa anti-covid19. Mi trovavo a casa di parenti per dare le condoglianze per la morte della nonna, di cui non abbiamo chiesto le cause fermandoci a quella che sarebbe diventata la diagnosi di morte più generica e inutile di sempre eppure nazionalmente accettata come normale: “un malore”. Non andai oltre a quella risposta perché osservando l’ambiente era evidente che tutti i membri di quella famiglia fossero molto suscettibili al tema di quella che in quel periodo veniva considerata praticamente l’unica malattia esistente: il covid 19, avendo dato fin troppa retta alle ridicole direttive propagandate dalla televisione, per fare solo un piccolo esempio: mia zia mi raccontava di come suo figlio, di oltre 30 anni, da quando era scoppiata la “pandemia” si lavasse le mani con l’alcol tra una portata e l’altra a pranzo e a cena… ecco quale era il livello della situazione che mi fece decidere di non fare troppe domande perché tanto c’era poco da ragionare con chi ha completamente chiuso i suoi occhi. Eppure dopo un po’ arriva a fare le condoglianze Armando, un altro parente di quella famiglia, che subito si introduce nel discorso che stavamo facendo riguardo il coronavirus e i vaccini. All’inizio sembrava volesse dire le stesse cose degli altri, poi quando sente che io dicevo di essere contrario alla vaccinazione e a tutta la follia che stavamo vivendo in quel periodo ecco che lui ci confessa che da quando si erano vaccinati sia lui che la moglie: “Non è più come prima”. Si erano sottoposti all’inoculazione nella primavera, e in quel momento l’estate era ormai alle spalle, dunque erano diversi mesi che poterono constatare di avere un effetto avverso permanente, quello della stanchezza cronica. Erano abbastanza giovani, non glielo chiesi ma lui avrà avuto sulla quarantina, e mi raccontava che la loro vita era cambiata, non riuscivano più a fare le cose che facevano prima, per esempio mi diceva che d’estate loro avevano sempre fatto tardi la notte, che quello era il periodo dell’anno in cui si sentivano più vivi e che attendevano con particolare entusiasmo, ma quell’estate l’avrebbero passata in casa, andando a dormire massimo alle 22:00. Non lo sapeva definire con precisione eppure mi diceva: “Lo sento che non sono come prima” e le sue parole erano condite da un velo di accettazione, perché quelle erano le regole da rispettare… al che allora gli dissi se con tutto ciò che stavano passando lui e la moglie avrebbero fatto la terza dose (sì, perché dopo le due dosi iniziali che avrebbero dovuto debellare il virus, a detta degli scienziati che andavano in TV, poi hanno iniziato a distanza di pochi mesi l’una dall’altra a far uscire sempre nuovi richiami del vaccino che sarebbero serviti a fronteggiare le nuove varianti del virus che nel frattempo si erano create, proprio come gli antivirus devono sempre essere aggiornati per difendere il pc dai virus informatici, ma chiediamoci da dove vengono fuori sempre nuovi virus e chi progetta questi antivirus).

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Alla domanda Armando rispose che lui aveva fatto il suo dovere facendo le prime due dosi, e che prima si sarebbero dovuti vaccinare tutti quelli che ancora non lo avevano fatto, con un tono che lasciava intendere – Volete fare i furbi voi, se l’ho fatto io dovete farlo anche voi! – così gli chiesi: “E perché vorresti che anche gli altri rischiassero di stare male?”. E lui, iniziando a mostrare di essere in difficoltà perché lo stavo portando al punto disse: “Però io l’ho fatto, non è giusto” e dunque arrivò inesorabile la mia risposta: “Ma non ti abbiamo mica costretto noi? Te la dovresti prendere con chi ti ha ricattato, perché di ricatto si tratta”.

 

Raffae

 

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Lettera a mio figlio

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Figlio mio, devi sapere che più di dieci anni fa, quando tu non eri ancora nato, abbiamo dovuto affrontare una farsa mondiale.

In Italia, ma in tutto il mondo è arrivato il coronavirus.

Ha destato molta paura in tutto il mondo, io avendolo vissuto da italiano posso dirti che ha creato il panico nella stragrande maggioranza delle persone.

Un virus descritto dal governo, dai politici, dai media, dai medici, dagli infermieri, da quasi tutti quelli che avevano visibilità, come terrificante e mortale da cui bisognava stare alla larga con tutte le proprie forze.

Sembra incredibile ma le cure c’erano in quanto si trattava di un virus che provocava all’incirca un’influenza, ma gli “scienziati ed i virologi” dell’epoca dicevano che non esisteva cura e che l’unica via d’uscita sarebbe stata la vaccinazione di massa.

Nel marzo 2020 e nei mesi seguenti, il popolo italiano era in panico, poche erano le persone che non si sono fatte influenzare più di tanto da quell’evento che sembrava un cataclisma, questo è stato possibile per chi faceva parte dell’Accademia di Coscienza Dimensionale.

Chi frequentava quella scuola di Arti Psichiche era stato addirittura messo in guardia prima che le notizie del febbraio 2020 arrivassero in Italia, nonostante tutto intorno facesse credere il contrario, chi seguiva davvero i Maestri dell’Accademia era tranquillo.

Non è stato di certo un bel periodo, non tanto per quello che il virus creava, ma per quello che i corrotti nazisti creavano, infatti ogni scusa era buona per cercare di obbligarci a fare dei tamponi nasali che teoricamente servivano a rintracciare i positivi al virus, in tutti i luoghi che si visitavano negozi vari compresi, volevano rilevare la temperatura corporea tramite degli invasivi termometri che ti puntavano sulla fronte e quindi negli occhi, perché se la temperatura era superiore ai 37.5°C poteva significare che la persona fosse positiva al virus, le mascherine a detta dei medici erano indispensabili per proteggersi e non far propagare il temibile virus e quindi bisognava utilizzarle praticamente 24 ore su 24, per non parlare del famosissimo gel che secondo gli “scienziati” permetteva di eliminare tutti i batteri dalle mani ed era diventato indispensabile praticamente per tutti.

In tutti i luoghi pubblici, ma anche in molti privati venivano fatte delle disinfestazioni in quanto a detta degli “esperti” questo virus era infrenabile, ma ovviamente queste sostanze rovinavano completamente la qualità dell’aria di chi respirava in quei luoghi, perlopiù sotto alle mascherine contenenti altre sostanze tossiche utili solo a far ammalare le persone.

Questo clima che si era creato produceva ansia e stress anche in alcuni studenti dell’Accademia, anche se nulla a che vedere con il resto della popolazione, perché se non c’era la paura del virus visto che loro erano stati messi in guardia sulla farsa pandemica, la situazione esterna non era affatto semplice da portare avanti, in quanto si aveva a che fare con tutte queste inutili complicazioni messe in atto dal governo, per non parlare delle persone completamente manipolate dai media e purtroppo non solo da loro, che andavano contro a chi dubitava di quello che stava succedendo, infatti è tornato di moda il termine complottista.

Ad un certo punto ci hanno addirittura tolto la possibilità di lavorare in quanto secondo il governo bisognava stare tutti a distanza per non contagiare e non farsi contagiare.

Personalmente ho lavorato un mese in smart working e per un altro mese addirittura non ho lavorato perché tutto era bloccato dal temibile virus.

Tutto era in mano alla paura, non esistevano altri argomenti di cui parlare al di fuori del coronavirus.

Dopo qualche mese, chi è tornato al lavoro a seguito del lockdown, durante il quale tutta la popolazione italiana era stata rinchiusa in casa, dove tutti i diritti erano spariti, addirittura quello di circolare ed andare a passeggiare fuori casa o di vedere i propri familiari residenti nel paese confinante, hanno dovuto farlo ben mascherati, con i guanti alle mani, nonostante il carnevale fosse passato da un bel pezzo e senza dimenticare l’insostituibile gel per le mani sempre in tasca.

Non si poteva più neanche salutare porgendosi la mano, bisognava stare a distanza e diffidare di tutti, quando si poteva si evitava addirittura di salutare verbalmente perché non si sa mai, il virus era ovunque secondo gli esperti ed anche una parola di troppo poteva innescarne la diffusione.

Figlio mio, ti assicuro che ne ho viste davvero di tutti i colori e un giorno con più calma potrei raccontarti cose che sembrano davvero impossibili solo da immaginare.

Il famoso bavaglio della salvezza che è diventato presto addirittura di moda, in realtà serviva solo a far comprendere agli altri che si era presa la decisione di sottomettersi al governo.

Pensare poi che alcune persone sostenevano che la mutandina era pure comoda in inverno perché riparava dal freddo le guancette rosse, mi creava molta frustrazione.

È incredibile il casino che avevano creato attorno a questo virus, per esempio al ristorante, dopo una prima fase di chiusura totale dei locali dove si mangiava in ufficio davanti al computer, successivamente si pranzava in sale esterne, tutti separati e in pratica ci si andava solo per lavoro.

 

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Ricordo che quando parlavo con i colleghi di lavoro sembravano veramente impazziti, non vedevano l’ora che arrivasse il vaccino della salvezza che avrebbe sconfitto tutto e riportato velocemente alla normalità, non si poteva parlare di altro!

Non riuscivo a comprendere perché non si ponessero neanche il minimo dubbio sul fatto che il vaccino potesse non funzionare o addirittura fargli male nonostante non si informassero minimamente, era incredibile, bevevano tutto quello che dicevano TV e radio, anch’esse non parlavano d’altro.

Le mie parole venivano quasi derise e di certo non prese in considerazione quando sostenevo che quel “vaccino” non avrebbe migliorato niente creando solo problemi, ma siccome andava in contrasto a quello che la propaganda sosteneva, sembravo solamente uno stupido a pensare quelle cose.

Ancora una volta, le informazioni che avevo non erano farina del mio sacco, però ero convinto al 100% di quelle rivelazioni che ricevevo in ACD, infatti il dubbio non entrava proprio in me, quindi cercavo di mettere in guardia le persone attorno a me dai danni che avrebbe potuto creare quel siero velenoso altamente tecnologico.

Le cose sembravano migliorare in estate così molti credevano di aver vinto, fino a che è arrivato l’autunno, i casi falsi di coronavirus erano saliti molto, c’erano dei morti che in realtà erano causati dalla malasanità volontaria e non dal virus, ma erano spacciati dai medici e dai media di regime per morti da coronavirus e quindi la tensione saliva rapidamente, ancora una volta la stragrande maggioranza delle persone attendeva il vaccino liberatorio che è arrivato in Italia a fine dicembre 2020.

Un vero e proprio regalo di Natale da parte del governo buono, ovviamente il tutto acquistato con i nostri soldi derivati dalle altissime tasse.

Da quel momento le persone sembravano delirare, volevano andare quasi tutti a vaccinarsi, ma c’era una “graduatoria” da seguire in base all’età e alla professione che si svolgeva.

Quasi tutti avrebbero fatto carte false per superare gli altri nella graduatoria, alla faccia dell’altruismo che diceva di avere chi si voleva vaccinare, perché a detta loro lo facevano per se stessi ma soprattutto per proteggere gli altri.

Sì certo come no, infatti avrebbero ammazzato decine di persone per ricevere prima il vaccino e salvarsi, peccato per loro che quel siero non era come lo pubblicizzavano.

Attorno a me vedevo le persone che andavano felici e con orgoglio a vaccinarsi, nei tantissimi centri vaccinali allestiti appositamente per far fronte “all’emergenza sanitaria”, uno dopo l’altro venivano inoculati e alzavano la forza della propaganda consigliando e quando potevano obbligando gli altri a vaccinarsi, questo nonostante molti si fossero già resi conto del grande errore che avevano commesso, davvero altruisti!

Sì perché in fin dei conti si “sacrificavano” davvero ma senza volerlo, in tutti i casi la situazione “grazie” a queste persone, al posto di migliorare peggiorava rapidamente.

Delle persone che conoscevo davvero poche avevano deciso di non farsi inoculare, in pochi capivano realmente la situazione.

Il numero delle vaccinazioni era alle stelle, addirittura arrivavano a picchi di 500 mila iniezioni al giorno, cose impressionanti, ma il peggio non era ancora arrivato, infatti nell’autunno del 2021 chi non aveva ancora abboccato alla propaganda è stato messo con le spalle al muro o meglio è quello che quasi tutti hanno creduto.

I politici del governo hanno reso obbligatorio il green pass, un documento che senza il quale molte cose normalissime non si potevano più fare, come ad esempio andare in alcuni negozi, al bar o al ristorante, in palestra, all’università ma soprattutto serviva per lavorare.

C’erano pochi modi per averlo, uno era quello di farsi fare la vaccinazione oppure doversi far fare un tampone nel naso ogni due giorni con il relativo costo di acquisto da sostenere.

Questo stratagemma con la possibilità teorica di poter scegliere il male minore del tampone ha fregato molte persone, perché in realtà anche il tampone era sempre un modo molto invasivo per farsi fare quello che il governo voleva.

Sappiamo che anche in quel periodo storico i soldi erano molto importanti per la stragrande maggioranza delle persone e quindi i più tanti hanno deciso di vaccinarsi gratuitamente evitando i tamponi, nonostante in pochi sapessero che comunque anch’essi facevano molto male, ma molti anche non sapendolo, per evitare rotture di scatole e risparmiare del denaro, hanno preferito rischiare con l’avvelenamento.

Sì, ho detto avvelenamento perché ormai si sapeva benissimo che quello che veniva iniettato nel corpo era veleno e solo chi non voleva comprenderlo davvero pensava non fosse così.

Il green pass aveva fatto danni enormi, io e molti altri che avevano deciso di non abbassarsi al ricatto eravamo rimasti a casa dal lavoro senza stipendio, senza contributi per la pensione, senza TFR, senza l’accumulo delle ferie, dei permessi, senza nessun tipo d’integrazione, ma soprattutto senza il diritto fondamentale del lavoro, che significava potersi mantenere grazie ad uno stipendio derivato dalle proprie fatiche e che nessuno mai ha regalato.

Non è stato un gran bel periodo perché rimanere a casa senza stipendio non era la cosa più bella del mondo e se alcuni poi sono riusciti a rientrare nonostante le varie problematiche, una volta che il governo è stato obbligato a togliere il marchio verde per paura di una ribellione, in primavera inoltrata altri hanno dovuto fare i conti con datori di lavoro incazzati per l’assenza, nonostante fossero stati loro a sospendere quei dipendenti, però si sa che nelle aziende private soprattutto quelle piccole, i datori di lavoro fanno ciò che vogliono eliminando vari diritti dei lavoratori e quindi varie persone hanno perso la possibilità di continuare a lavorare decentemente in quelle aziende dove quasi tutto prima del green pass “obbligatorio” andava bene, questo è quello che è accaduto a molti, me compreso.

 

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Quando ho deciso di farmi sospendere perché non volevo aderire alla tessera nazista, sapevo che avrei rischiato fortemente il posto di lavoro, oltre ovviamente a non percepire lo stipendio e i contributi per i mesi non lavorati.

Per me vari incastri sono andati male perché con un po’ più di “fortuna” che come potrai comprendere in

futuro non si tratta solo del “caso”, ma soprattutto di azioni concrete, avrei potuto comunque percepire uno stipendio particolarmente ridotto ma sempre meglio di niente.

È andata male anche questa cosa ma qualcos’altro non era stato intaccato minimamente, cioè la convinzione di stare facendo la cosa giusta, nonostante molti attorno a me avessero provato a farmi cambiare idea, ma in quel momento era impossibile, stavo seguendo i consigli dei Migliori Maestri di questo periodo storico e di molti altri passati e questo ha fatto la differenza, nulla poteva farmi cambiare idea, davvero nulla.

In quel periodo pensavo ad un insegnamento ricevuto da mio padre quando ero più giovane appena maggiorenne, in alcuni casi mi lamentavo per delle cose che capitavano a dei conoscenti che in alcune circostanze vedevo più fortunati perché riuscivano ad avere molte cose materiali senza lavorare, ma lui mi rispondeva che nella vita ci voleva dignità!

Questo insegnamento è entrato forte nella mia mente e non è più uscito, nonostante lui intendesse dire con quel termine “dignità” che era necessario fare di tutto per lavorare e percepire uno stipendio, a volte anche piegando la testa, guadagnandosi qualsiasi cosa con il proprio lavoro a differenza di quello che facevano alcuni conoscenti, la mia mente aveva tradotto quelle parole con il concetto che non bisognava piegarsi mai alle ingiustizie, neanche a scapito proprio, questo è quello che ora traduco con il termine dignità.

Mio padre al mio posto avrebbe ceduto al ricatto come molti altri, lui e mia madre mi avevano consigliato di fare i tamponi per non rischiare il posto di lavoro, visto che anche loro erano ignari dei problemi che questi provocavano e dello scopo reale che avevano agli occhi del governo, ma anche i miei genitori non sono stati abbastanza convincenti.

Siamo poi arrivati all’estate 2022 dove la faccenda sembrava andare un po’ meglio, varie restrizioni erano state eliminate o quantomeno messe in pausa e le persone a livello mentale iniziavano a stare meglio, questo non valeva di certo per chi aveva ricevuto le varie dosi di vaccino e che se avesse voluto continuare ad essere un bravo cittadino avrebbe dovuto continuare a ricevere.

Tutto questo caos ha lasciato in me una consapevolezza diversa, una voglia di lottare molto più forte.

L’enorme Grazia che ho ricevuto è stata quella di aver conosciuto i Grandiosi Maestri dell’Accademia ed aver affrontato questa farsa con Loro al mio fianco, altrimenti chissà come sarebbe andata a finire.

Ringrazio Dio con tutto me stesso per avermi dato questa enorme possibilità di salvezza!

Il proseguo della storia te lo racconterò un’altra volta, perché voglio parlarti dell’Accademia di Coscienza Dimensionale; successivamente ti parlerò di quanti danni ha fatto il vaccino nei primi mesi dall’inizio delle inoculazioni, ovviamente io conosco solo una minima parte di questi casi però te li racconterò perché ti faranno riflettere sicuramente tanto.

ACD è una scuola di Arti Psichiche, senza dubbio la migliore al mondo e non è di certo paragonabile ad altre.

Io ho avuto la fortuna di frequentarla e ora tu, figlio mio, la puoi conoscere concretamente.

Ora spetta a te decidere di fare davvero il salto di qualità ed iniziare a seguire l’Accademia con i Suoi Grandiosi Maestri che ovviamente non Vengono pubblicizzati in TV, perché come ormai sai i media erano e sono dei corrotti e tutto quello che passa per la tv fascista di regime è falsità.

Per questo tu non hai mai visto un telegiornale in casa nostra, perché io ho eliminato da tempo la TV che non è altro che un’arma militare di propaganda.

Ora hai la possibilità di vivere davvero, che non è quello che fanno i tuoi amici cioè sbronzarsi, drogarsi e tutto il resto che fa sballare, perché questo non è godersi la vita ma è distruggersela.

Ti auguro con tutto il cuore di prendere la decisione giusta, ricordati che non ti imporrò mai di andare a destra o a sinistra, devi decidere con la tua testa come ho fatto io, ti avviso però di stare attento, di ragionarci bene non facendoti fregare dai pensieri manipolatori che cercheranno di sviare la tua mente.

Ti consiglio in tutti i casi di iniziare a leggere i documenti dell’Accademia e successivamente di prendere la decisione, sono certo che prenderai quella giusta.

È arrivato il momento in cui tu inizi a camminare davvero con le tue gambe, ma non preoccuparti, quando avrai bisogno io ti sarò vicino e sono certo che lo saranno anche i nostri Grandiosi Maestri.

La famiglia di ACD è straordinaria, reputo che la cosa importante per far parte di questa famiglia sia quella di essere se stessi, essere persone corrette e non mancare mai di rispetto verso il prossimo, amare, aiutare, dare il proprio contributo nel fare del bene cercando di essere davvero utili, facendo così sono certo che si andrà sempre d’accordo.

 

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Figlio mio ti ho raccontato molto velocemente quello che è accaduto durante la farsa mondiale e quello che è ACD, ma l’Accademia non può essere raccontata se non in un primo momento giusto per far comprendere in piccola parte l’altezza di questa scuola, l’Accademia va vissuta, solo così potrai capire i veri valori di questa scuola e soprattutto di quei Maestri così Grandi!

Ti avviso già che non troverai in questo periodo storico altre Anime così Potenti, così umili da insegnarti i Loro importantissimi insegnamenti, le Loro preziosissime tecniche, ma anche il Loro modo di vivere che è un esempio reale per tutti noi.

Ti auguro buon cammino!

 

Peace

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Morti dopo Vaccino

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Un conoscente del paese in cui vivevo in passato ha deciso di farsi vaccinare contro il coronavirus che in un primo momento prevedeva l’inoculazione di due dosi di siero, anche se in realtà in precedenza gli “esperti” sostenevano che ne bastasse una. Dopo tre o quattro giorni dall’iniezione quel signore è improvvisamente morto. I figli hanno chiesto l’autopsia perché davano assolutamente la colpa di quanto accaduto al vaccino. Dopo alcuni giorni, nei quali in teoria gli addetti avrebbero verificato il motivo del decesso, di prove scientifiche alla portata di tutti non ne sono uscite (perché sappiamo che i medici per la stragrande maggioranza sono corrotti), quindi non c’è stata la conferma ufficiale che in molti si aspettavano della correlazione fra la morte e l’inoculazione del siero; in tutti i casi i figli ed altre persone sono rimaste convinte della correlazione. Reputo che dubitare che sia stato il vaccino la causa di una morte così improvvisa e pensare che non sia correlato derivi dal fatto di non voler vedere la verità che è proprio lì davanti agli occhi. Nel paese confinante è successa una cosa simile, addirittura forse peggiore, se ci può essere qualcosa di peggio che morire per un vaccino che a livello teorico doveva impedire la morte da coronavirus. La mamma settantenne di un mio coetaneo aveva fatto la prima dose di vaccino, il medico del paese le aveva consigliato di non fare la seconda perché non era stata bene dopo quella iniezione. Trascorso il tempo stabilito dagli operatori che facevano le vaccinazioni a domicilio, questi si sono presentati a casa della signora che in quel momento era sola e hanno provveduto a farle la seconda dose di siero, nonostante non ci fossero in casa i figli e il parere del medico di base fosse negativo alla seconda vaccinazione. Questi operatori, “forti” (meno dei vermi) della firma posta in precedenza al documento di consenso alla vaccinazione che comprendeva le due dosi, hanno fatto l’inoculazione. Dopo circa tre ore la signora è morta ed anche in questo caso i figli ed altre persone attorno a loro sono rimaste convinte che il decesso sia avvenuto a causa della vaccinazione, ma ancora una volta una certezza “ufficiale” alla portata di tutti non c’è stata e questo dimostra la grande censura di questo periodo storico. Tale esempio lo reputo inequivocabile e penso che nessuno dotato di cervello possa dubitare della correlazione tra inoculazione del siero ed il decesso di questa persona. Una coppia di persone non ancora sessantenni, amici dei miei genitori, avevano deciso di provvedere alla vaccinazione covid composta da due dosi di siero. Lei aveva dei grossi problemi prima della vaccinazione ma dopo aver subito le inoculazioni questi si sono aggravati fortemente, addirittura tanto che ormai non riesce neanche più a camminare, in quanto come successo a moltissime altre persone, la vaccinazione ha peggiorato notevolmente la situazione anche delle sue gambe. Una cosa simile è successa al suo compagno, anche lui con dei problemi precedenti ma che in questo caso non avevano nulla a che fare con gli arti inferiori, infatti purtroppo è una persona non vedente. A seguito delle vaccinazioni, oltre ad essere diventata una persona con un pensiero più negativo ed in pieno esaurimento nervoso, anche lui ha dei problemi alle gambe che sembrano peggiorare. Se aggiungiamo tali problemi a quello che deve sopportare quotidianamente una persona non vedente con l’aggravante dell’esaurimento nervoso, penso sia qualcosa che si avvicina ad una condanna a morte. L’unica cosa positiva di questa bruttissima storia è che a differenza di molti altri, queste persone si sono rese conto che i loro problemi, soprattutto quelli alle gambe, sono effetti collaterali delle vaccinazioni e quindi sconsigliano ai loro conoscenti questi sieri. Purtroppo per loro è tardi e ne stanno subendo le conseguenze, ma almeno stanno cercando di far evitare lo stesso errore a dei loro amici o conoscenti. Questo è un gesto importante che può aiutare altre persone a non rovinarsi, ma che purtroppo in pochi fanno.

 

Peace

 

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Le Varianti come si creano

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“Ma le varianti come si creano?? Beh, semplice!! Appena ti rendi conto della variante, questa cambia!”.

Ebbene, questa era una riposta di un conoscente vaccinato, a quei tempi con doppia dose! Conosco questa persona da diversi tempo e la sua salute era abbastanza buona anche se prima si mangiava di tutto e di più! Insomma, una persona golosissima che però aveva come previsto una stazza abbastanza ampia, dovuta appunto dal cibo. Qualche anno prima aveva fatto anche un intervento per restringere lo stomaco che l’ha aiutato a rimettersi un attimo in forma. Oggi dopo un po’ di tempo dalla terza dose non può mangiare nulla ed i medici, dopo svariate analisi non sanno da che tipo di malattia sia afflitto (ma come, la diagnosi è così semplice!!! Da ignoranza pura, in primis! E da tecnologie avanzatissime dei sieri!). In un primo momento gli hanno detto che è celiaco con aggiunta di altre intolleranze alimentari! Ha fatto una dieta eliminando il glutine e gli altri prodotti, sembrava stare meglio. Dopo neanche una settimana ci racconta che ha avuto una ricaduta anche con la dieta ferrea e quindi ha dovuto fare altre analisi e le sue corrispettive diete. A seguito gli hanno detto che aveva Helicobacter, insomma un bel batteriuccio che piano piano buca bene lo stomacuccio. Fa le sue cure e diete contro questo povero esserino (Helicobacter), anche qui sembrava che andasse bene ma poi ha avuto un’altra ricaduta, quindi attualmente questo signore aspetta altri risultati per capire cosa sta succedendo! Dopo che lui mi ha raccontato questo accaduto, io gli ho chiesto in modo molto ironico se non fossero le tre dosi di veleno che si era fatto… ebbene lui rispose: “Ma no!! Ma che dici! Non può essere!”. Ma il più bello deve ancora arrivare!!! Lui comincia a raccontare delle sue punture, e che si era andato a fare la quarta dose… cito: “Ma lo sai che sono andato a fare la quarta dose!?! L’ho fatta allo Spallanzani e mi hanno detto che è super aggiornata e che ha il doppio dell’RNA!! Beh, però da quando l’ho fatto, 7 giorni fa, ho sempre la febbre alta e non sto tanto bene!! Poi un’altra cosa che ti volevo raccontare… dopo che ho firmato e mi hanno fatto l’iniezione, mi hanno anche detto che è SPERIMENTALE! E sono rimasto un po’ stranito, ma come, prima mi fai firmare, mi fai la puntura e poi mi dici che è SPERIMENTALE??!!”. Al che, io gli rispondo con il segno della croce fatto ad ironia su di lui chiedendogli se per caso anche le prime tre erano sperimentali! Dato che anche lì aveva firmato! Lui restò quei pochi secondi a cercare di ricordare le tre volte e rispose: “Beh, ma non mi hanno detto che era sperimentale!”. Ora come ora, non capisco come certe persone pur di non accettare (per orgoglio o per paura) che si sono suicidate o quanto meno rovinate definitivamente la salute loro e quella dei loro cari, si possano inventare di tutto pur di non ammettere l’evidenza. Come un’altra persona che “benevolmente” invitava me ed il mio compagno a vaccinarci perché a detta sua non si può andare contro il sistema e tanto altro. Ovviamente è stata indirizzata in un “bel paesino” sia da me che dal mio compagno! Nel periodo di Natale avevamo inviato delle persone tra cui anche questa ragazza… Lei, ahimè, è una praticante degli angeli di luce & company!

 

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Dopo un po’ di chiacchiere, mi racconta che gli angeli l’avevano avvisata che a breve gli sarebbe venuta una trombosi e subito dopo un blocco intestinale che l’avrebbe trattenuta per un bel po’ in ospedale! Io non ho fatto neanche in tempo materiale di fargli la fatidica domanda “sarà stato il vaccino?” che lei ribadisce subito che non era dovuto al vaccino ma che gli angeli avevano bisogno di purificare il suo corpo attraverso la trombosi ed il blocco intestinale! Era naturale rimanere senza parole, perché non capivo se fosse pazza o se mi stava letteralmente prendendo in giro. Ma la cosa più sicura di tutte è che la trombosi e i danni intestinali sono i più comuni dopo le punturine magiche. La stessa ragazza ci chiede se ci siamo punturati e ovviamente gli abbiamo risposto con un bel NO categorico. E guarda un po’: lei ci propone una “soluzione” per non avere effetti collaterali da puntura (quindi lo sai allora che non c’è scampo!!!). La cosa più scioccante è stata la sua “soluzione”… cito: “Se io chiedo agli angeli vi posso guarire dagli effetti collaterali ma solo con il loro permesso!”. Io ed il mio compagno, rassegnati, ci guardammo per capire cosa sarebbe stato meglio rispondere. La cosa migliore è stata quella di non tirare fuori neanche una parola. Ancora oggi mi sto chiedendo quanto si può essere ignorante per credere a ciò che ci ha detto… sicuramente non troverò mai una risposta. Ma quello che so per certo è che sua sorella, dottoressa vaccinata anche lei, da brava esecutrice delle regole, che aveva il grande desiderio di fare un altro bimbo, oggi sicuramente non lo può più avere perché già dalla prima dose ha riscontrato seri problemi all’utero e alle ovaie. Ed è stata sempre lei ad invitare tutta la famiglia a vaccinarsi. Mi chiedo come sia possibile che anche quelli più o meno normali di mente non facciano dei collegamenti, come una mia amica non vaccinata, al contrario di sua madre. Quest’ultima si è punturata per ottenere un lavoro che in seguito ha pure perso, ma solo dopo la seconda dose. I cambiamenti io non li ho notati in un primo momento ma la mia amica mi raccontava che andava a scontrarsi spesso durante il giorno con la madre per via di commenti insensati e infantili. Tra una chiacchiera e l’altra mi ha precisato che questo suo cambiamento drastico è avvenuto a gennaio. È inutile dire che tra una chiacchera e l’altra ne esce fuori che la seconda dose l’ha fatta proprio in quel periodo! Ma dai, io non l’avrei mai detto!! L’episodio più carino invece riguarda un altro conoscente nell’ambito lavorativo. Una persona che cura molto la sua alimentazione e il suo stato fisico! Un giorno lavorando dietro al banco della mia gastronomia con la musica a palla e con l’agente che chiacchierava, all’improvviso sentiamo un bel tonfo. Tutti si precipitano fuori per capire cosa fosse successo e notammo che questo signore aveva perso i sensi e aveva sbattuto la testa contro il marciapiede. Tutti si sono mossi nell’aiutarlo, chi con la bottiglia ghiacciata chi con lo zucchero e acqua. Nonostante tutto questo, la persona si è rifiutata di chiamare l’ambulanza, dicendo che sarebbe andato, (ovviamente accompagnato dai suoi colleghi), all’ospedale militare che stava nelle vicinanze.

 

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Uno dei colleghi che lo accompagnava ci ha raccontato che in realtà l’episodio era già accaduto più di una volta nell’arco di pochi minuti. Insomma, non stava per niente bene!!! Qualche giorno dopo si è presentato il collega sempre di questo signore e gli abbiamo chiesto l’esito delle analisi! La causa secondo i medici era “troppo stress”, nessun danno cerebrale e nessun altro problema clinico riscontrato nelle analisi stesse… quindi per loro la cura doveva essere solamente 10 giorni di riposo!!! Wow, meraviglioso!!! Gli ha detto bene!! Vista la situazione, anche una capra può intuire che c’è realmente qualcosa che non va. Ebbene, sono passati più di un paio di mesi e abbiamo saputo che il caro signore che curava tanto l’alimentazione e si teneva in forma con lo sport ha un bel tumore! È inutile precisare che tutto ciò è accaduto dopo che si è fatto la doppia dose di cui tanto si vantava! Concludo con un altro episodio che riguarda una famiglia. Dopo che i due genitori (cretini) si sono sottoposti al siero, hanno vaccinato anche le due figlie, una di 7 e l’altra di 16 anni. La madre, subito dopo la terza dose, ha accusato diversi sintomi tra cui continui mal di testa, svenimenti, malori sempre più frequenti. Alla signora, pro vax naturalmente, dopo una serie infinite di visite durate un paio di mesi, i medici diagnosticano un tumore. Il tumore c’è ed è quello “più carino” che possa dare il siero magico… al sangue!! Parlando con loro ovviamente lei non può accettare che sia stato il siero, ma il marito invece a mezza bocca lo ha messo in conto… Bene, adesso io mi sto chiedendo: con quale coraggio loro guardano negli occhi le proprie due figlie, e a maggior ragione quando gli dovrà dire: “Care mie figlie, la mamma sta in pessime condizioni in quanto ha il tumore al sangue!!”. Secondo voi dirà: colpa del vaccino? Oppure se lo porterà nella tomba con sé???

 

Madda

 

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LIQUIDO SOTTO GLI OCCHI POST VACCINAZIONE

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Con queste righe vorrei rendervi testimoni di un problema di salute che ha avuto una persona che conosco, che fa l’infermiere, e che si è sottoposto alla somministrazione di tre dosi del vaccino per il covid, nel periodo 2020-2022. Poco dopo la terza dose ha iniziato ad avere la vista annebbiata, prima in un occhio e poi anche nell’altro. La cosa nel tempo ha continuato a peggiorare, era evidente che non fosse un semplice problema di vista. Perciò ha svolto delle visite per capire quale problema di salute avesse e gli hanno rivelato del liquido che se non sbaglio si stava accumulando sotto il cristallino o sotto la retina, comunque all’interno degli occhi, e che offuscava la sua vista. Questo liquido dagli occhi doveva essere aspirato immediatamente perché avrebbe potuto portare alla perdita della vista in entrambi gli occhi. Lui ha chiesto di poter essere spostato di reparto, perché a causa di questo problema non riusciva a leggere bene le scritte dei farmaci e i dosaggi, che doveva somministrare ai pazienti, e quindi dato che il suo mestiere era quello dell’infermiere, rischiava di mettere a repentaglio la vita dei pazienti che doveva curare. Oltretutto aveva molta difficoltà anche a inserire l’ago per le flebo e quindi non voleva più lavorare nel suo reparto. Tuttavia, non gli è stato concesso di spostarsi in un reparto più tranquillo e ha iniziato a prendere degli ansiolitici, perché l’ansia che già aveva non lo faceva dormire la notte. Infatti dopo la prima dose di vaccino ha iniziato a soffrire di depressione, che poi è diventata sempre più acuta, quindi prendeva delle pasticche come antidepressivi leggeri. Ma dopo la terza dose e aver scoperto la malattia agli occhi, la sua depressione è peggiorata ancor di più, al punto di doversi rivolgere allo psichiatra e mettersi in malattia. Il percorso dallo psichiatra gli ha fatto tirare fuori dolori del passato mai risolti e anziché risolverli, ha peggiorato ancora di più il suo stato di salute, facendolo cadere in una lunghissima depressione. Lo psichiatra gli ha poi prescritto degli psicofarmaci per sedarlo e per ben 9 mesi è rimasto in malattia, chiuso in casa con la depressione, i sedativi da prendere regolarmente e la lettera di richiamo per la quarta dose obbligatoria per gli infermieri. Un’esperienza simile l’ha avuta anche una mia vicina di casa, lei era contraria ai vaccini per il covid ritenendoli giustamente non sicuri, viste le notizie che circolavano degli effetti avversi, e soprattutto perché sua madre dopo essersi vaccinata ha iniziato a tremare per giorni, di quei tremori che sono dovuti a danni neurologici. Ma poi si è lasciata convincere dalla figlia, che voleva vaccinarsi per poter lavorare come maestra d’asilo, e per non lasciarla sola sono andate insieme a vaccinarsi. Dopo la prima dose di vaccino, mi ha raccontato che è stata malissimo, aveva un dolore atroce alla testa e alle articolazioni, ha avuto la febbre, e poi ha iniziato ad avere un forte dolore agli occhi. Lei mi ha raccontato che non ha mai avuto problemi di salute, che non aveva mai avuto la febbre e che era sempre in ottima forma, quindi ritrovarsi tutti questi problemi di salute l’aveva messa subito in allarme. Poi è successo che, a causa di una complicazione mai avuta prima, doveva operarsi agli occhi. Il problema era che l’operazione le venne spostata in avanti (anche perché in quel periodo si dava la priorità al covid su tutto, quindi anche chi aveva due linee di febbre o un po’ di raffreddore aveva la priorità su chi era malato di tumore, chi si doveva operare, sulle donne in gravidanza, ecc.) e nel frattempo il green pass è scaduto. La beffa in tutto ciò fu proprio che per operarsi dai danni avuti dopo la prima dose di vaccino, era costretta a fare la seconda dose, altrimenti non poteva essere operata. Quindi lei disgustata andò a farsi la seconda dose, che peggiorò ancora di più il suo stato di salute, tutto per poter essere operata per eliminare i danni che la prima dose aveva creato. E a seguito della seconda dose la sua salute personale è veramente peggiorata molto, al punto che era sempre malata, lei che non aveva mai avuto problemi di malattie e che aveva sempre avuto una salute di ferro, come si vantava sempre lei.

 

Davide D.

 

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LABIRINTITE POST VACCINAZIONE COVID

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Salve, colgo l’occasione per raccontare un’esperienza di effetti collaterali post vaccinazione. Mio cugino ha riportato dei danni alla propria salute a distanza di pochi mesi dalla seconda dose di “vaccino” per il covid, già dopo la prima erano stati tutti male in famiglia, ma poiché la vaccinazione fornisce una certificazione chiamata “green pass” senza la quale questo governo ha deciso che non puoi lavorare e nemmeno prendere un caffè in un bar (almeno qui in Italia si è arrivati fino a questo punto) e questo pass dura pochi mesi, si è costretti a vaccinarsi di nuovo per poter riavere diritto ai propri diritti. Mio cugino “ha scelto” di ricevere la seconda dose per poter riattivare i propri diritti, per poter lavorare di nuovo e non essere bersagliato e giudicato dalle altre persone, che ogni giorno si sentivano ripetere dalla tv, dalla radio e da qualunque programma come a causa dei “no-vax” i “contagi” fossero in continuo aumento. Al punto che le persone erano inferocite contro questi “no-vax”, etichetta che è stata data alle persone che si sono chieste se tutto questo fosse giusto oppure no, che hanno contestato l’illegittimità e l’illegalità di questi provvedimenti da dittatura, al punto che hanno deciso di rinunciare anche a uscire e persino a lavorare, pur di non obbedire alla dittatura e difendere i diritti di tutti gli esseri umani e delle prossime generazioni. Tornando a mio cugino, poco dopo la vaccinazione si sentiva molto strano, finché una sera è tornato a casa con mal di testa fortissimi. Il giorno dopo si è alzato dal letto e non riusciva nemmeno a reggersi in piedi, non aveva minimamente il senso dell’equilibrio e aveva delle vertigini fortissime, mi ha detto che vedeva la stanza girare tutta verso destra, poi tornare dritta e di nuovo ruotare verso destra come una giostra. Il movimento era così veloce che gli dava la nausea, non riusciva a stare in piedi, nemmeno a fissare una persona e tenere lo sguardo fisso. Sua madre preoccupata gli disse che vedeva i suoi occhi muoversi molto velocemente e in maniera incontrollata da una parte all’altra. Quell’assurda sensazione gli impediva di fare qualunque cosa e ha passato il primo giorno a vomitare e poi a cercare di dormire, ma anche ad occhi chiusi sentiva che girava tutto e il mal di testa era fortissimo. Il medico di famiglia ha minimizzato la cosa e anziché mandarlo al pronto soccorso, gli ha consigliato di andare dall’otorino, come se fosse un disturbo alle orecchie. Mia zia non poteva però portarlo a farsi controllare perché aveva avuto un contatto con un positivo, quindi con una persona che aveva avuto un po’ di raffreddore, e quindi lei doveva stare chiusa a casa, pur stando benissimo di salute, mentre nel frattempo il figlio stava malissimo. Perciò quella mattina l’ho accompagnato io dall’otorino, che era molto stupito del fatto che il ragazzo (mio cugino ha 21 anni!) avesse un disturbo di quel tipo e che anziché portarlo al pronto soccorso l’avevano portato lì a fare un controllo dell’udito. Mio cugino ha fatto il controllo e gli è stata diagnosticata una labirintite perché aveva il labirinto destro completamente non funzionante e per questo motivo non aveva il senso dell’equilibrio, ma doveva essere immediatamente portato al pronto soccorso a fare una tac per scongiurare che non fosse un tumore. Una volta andati all’ospedale, per errore siamo entrati dal portone principale, e lì le guardie mi hanno impedito di entrare perché sprovvisto di green pass. Eravamo nel mese di luglio 2022, ormai il green pass non si chiedeva più da nessuna parte, ma comunque nell’ospedale non mi avrebbero fatto entrare. Mio cugino da solo non era in grado di muoversi e io non potevo aiutarlo. Ho spiegato la situazione, del problema di salute che aveva mio cugino, ma rimasero irremovibili, poteva anche cadere a terra e rimanere lì. Di questo non ne ero stupito, nel senso che non è un’esagerazione personale che sto facendo ora per quanto quella situazione mi abbia disturbato. Non ne ero stupito perché l’anno precedente, nel corso del 2021, già in quell’ospedale erano state lasciate a morire molte persone che conoscevo, e solo due di essi sono riusciti a salvarsi la vita trovando il modo di andare in un altro ospedale, gli altri rimasti lì sono stati lasciati a morire, e questo in tanti ormai lo sanno, seppure abbiano molta paura di parlarne.

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Siamo usciti e siamo entrati dal pronto soccorso, ma anche lì non mi hanno fatto entrare perché è vietato l’ingresso agli accompagnatori. Sono entrato ugualmente e l’ho fatto sedere su una sedia, hanno detto che avrebbe avuto precedenza sugli altri perché doveva fare una tac con urgenza, poi mi hanno fatto uscire. Ebbene, siamo entrati in pronto soccorso alle 12:40, la tac gliel’hanno fatta dopo le 20, quasi 8 ore dopo, in cui lui è rimasto da solo lì dentro al pronto soccorso. Io nel frattempo ero tornato a casa, qualche altro parente se ne sarebbe occupato dei danni avuti dal vaccino che tanto difendevano, io per mesi non ho potuto lavorare e avere molti diritti ma in compenso avevo ancora il pieno della mia salute. La tac non rivelò nulla di che, e l’otorino gli affibbiò tantissimi medicinali da prendere, dicendogli che sarebbe tranquillamente guarito nel giro di molte settimane, quindi poteva stare tranquillo, avrebbe “soltanto” passato almeno un mese a letto imbottito di medicinali, così poi sarebbe potuto finalmente tornare a lavorare a settembre, magari dopo aversi fatto un’altra dose di vaccino.

 

Davide D.

 

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La Farsa del Vaccino Killer

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Da dicembre 2020 furono aperte le vaccinazioni al personale sanitario e a febbraio 2021 furono subito estese anche a tutto il personale scolastico. Il piano vaccinale andò via via allargandosi a tutte le fasce di età e categorie di persone, tant’è che a fine agosto 2021 chiunque, se avesse voluto, avrebbe avuto la possibilità di sottoporsi alla vaccinazione contro il terribile Covid-19, una malattia talmente letale che i morti dovevano ucciderli di nascosto negli ospedali per dichiararli! Stiamo parlando infatti di un vaccino contro una malattia che aveva gli stessi sintomi di una banale influenza e che risultava quindi facilmente curabile con farmaci reperibili ovunque! Ma lo scopo del Governo era quello di condurre il popolo alla vaccinazione obbligatoria, quindi tutti i medici che trovarono cure efficaci a questo virus vennero messi a tacere, radiati dall’albo o addirittura uccisi, come nel caso del Dott. Giuseppe De Donno. La vaccinazione inizialmente venne inoculata su base volontaria, ma già ad inizio agosto 2021 era divenuta un ricatto a tutti gli effetti, in quanto con essa le persone guadagnavano il cosiddetto Green Pass, un lasciapassare obbligatorio per entrare in bar, ristoranti, palestre, piscine, parchi divertimenti, concerti, e in tutte quelle attività commerciali ludico ricreative. Della serie o ti vaccini o qui non entri! Tali vaccinazioni divennero poi obbligatorie per il personale sanitario, scolastico e per le forze dell’ordine, pena la sospensione dal lavoro e dello stipendio. Quindi se non ti vaccini, non puoi lavorare! Per tutte le altre professioni da ottobre 2021 fu invece inserito l’obbligo di green pass ottenibile con vaccinazione oppure con un tampone ogni 48h a proprie spese. Ditemi se questi non sono ricatti! Accadde così che molte persone, che fino a qualche mese prima avevano manifestato il proprio dissenso verso la vaccinazione, scelsero di inocularsi ugualmente il siero pur di poter lavorare! Ma quelli che mi spaventarono di più furono i milioni di italiani, che come pecore appena ebbero l’occasione corsero ad inocularsi il siero magico per paura di un banalissimo virus che la TV aveva reso letale, e come si incaponivano contro chi legittimamente dimostrava la propria titubanza o contrarietà alla vaccinazione! Ma di cosa stiamo parlando?! Stiamo parlando di un siero ancora in fase di sperimentazione che a detta dei media avrebbe prevenuto il farsa-virus, ma sarebbe bastata un po’ di vera informazione per capire che quei sieri con i vaccini non c’entravano proprio nulla, in quanto al loro interno contenevano nano chip comandabili da remoto tramite onde elettromagnetiche, particelle metalliche e altro materiale genetico e cancerogeno molto pericoloso per la salute umana. Molti studiosi, medici e ricercatori, dopo aver analizzato il contenuto di quei farmaci, tentarono di mettere in guardia la popolazione riguardo alla pericolosità di tali presunti vaccini, ma furono spesso censurati o ridicolizzati dai principali media, o addirittura trovati morti per cause misteriose. Fortunatamente l’informazione sul web era tantissima e molto attendibile in quanto venivano mostrate continuamente prove su prove della pericolosità dei vaccini, mentre in TV parlavano sempre i soliti quattro dottorini da quattro soldi che ripetevano come pappagalli il copione della propaganda vaccinale di regime. Molti di essi si “vaccinarono” addirittura in diretta TV per dare il buon esempio, peccato che in telecamera si vedesse benissimo la falsità di tali vaccinazioni: aghi finti che sparivano, gente che si vaccinava senza mostrare il braccio, siringhe alle quali non veniva nemmeno tolto il tappo… una pagliacciata pazzesca!

 

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Questi medici da strapazzo pubblicizzavano l’importanza della vaccinazione, ma da quelle immagini si capiva benissimo che erano i primi ad avere paura di quel siero, tanto che nemmeno loro se lo lasciavano iniettare. In quel periodo in TV veniva addirittura trasmesso uno spot (https://www.youtube.com/watch?v=k6HnuVHyEjw&ab_channel=MediasetInfinity) nel quale si avvertiva la popolazione di diffidare dalle false informazioni che si trovavano nel web e di seguire i telegiornali e programmi TV, gli unici a diffondere “la vera informazione”! Questo faceva ben intuire che TV e i giornali erano caduti proprio in basso, se per essere creduti erano arrivati a farsi pubblicità da soli! La falsa informazione esiste da sempre, ma mai nessuno prima aveva scelto di ricorrere ad una propaganda per affermarsi come l’unica fonte di verità, e già questo dovrebbe far riflettere molto. Pure il Papa iniziò a contribuire alla propaganda vaccinale, sostenendo che la vaccinazione fosse un atto d’amore e un dovere morale per il bene e la salute di tutti. Nella mia regione anche il Vescovo diede ordine ai parroci delle varie parrocchie di diffondere la propaganda vaccinale durante l’omelia nelle messe domenicali. Non oso immaginare la Chiesa quanti dubbiosi sia riuscita a convincere, tanti poveri stolti! Innanzitutto fu subito chiaro che quel vaccino, tanto osannato come la salvezza dell’umanità, non proteggeva minimamente da nessun virus, in quanto milioni di persone che si erano fatte inoculare contrassero il Covid più e più volte; a differenza di chi invece rifiutò quel farmaco. Per non parlare delle gravissime conseguenze che ebbe quel vaccino killer! Moltissime persone morirono poco dopo l’inoculazione, altre ne subirono gravissimi effetti avversi (come ad esempio ictus, trombosi e miocarditi), il web pullulava di notizie di questo tipo con tanto di prove e testimonianze reali, ma di questo la TV, quella che si definiva “la vera informazione”, non ne parlò mai! Molti sportivi, dopo essersi sottoposti alla vaccinazione (che ormai era divenuta obbligatoria anche per tutti gli sport sia a livello agonistico che amatoriale) furono costretti a rinunciare alla propria carriera a causa dei gravi effetti avversi subiti. Per non parlare di tutti quei malori inspiegabili che hanno iniziato a colpire improvvisamente persone di tutte le età (bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani…) facendole morire come formiche senza un reale motivo, ma mai che sia stata data la colpa alla vaccinazione, piuttosto capitava di trovare sui giornali notizie ridicole come quelle riportate in seguito per tentare di giustificare questi insoliti avvenimenti.

 

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Anche nella zona in cui vivo sono morte e stanno continuando a morire molte persone, alcune anche molto giovani, e tutte per cause inspiegabili: si parla sempre di malori, ictus e infarti. La gente rimane scioccata, nessuno dice nulla, nessuno osa mettere in discussione il vaccino killer pubblicamente, ma credo che dentro ognuna di queste persone il dubbio stia iniziando a nascere e anche coloro che per mesi hanno sostenuto l’efficacia del siero mentendo a loro stessi e criticando pesantemente chi si è sempre opposto legittimamente ad un farmaco killer, ora se la stiano facendo addosso dalla paura!

 

Sara

 

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Inizio Farsa

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Mi trovavo a scuola per fare il pomeriggio, sono una professoressa e i ragazzi vociferavano che il sindaco avrebbe chiuso la scuola. Non vi ho dato peso. Mi sembrava impossibile. Dopo qualche minuto è arrivata la vice preside per avvisarci che dovevamo uscire. Gli alunni dovevano chiamare i genitori per venire a prenderli, essendo minorenni. Tutti ci siamo messi a gridare evviva, non ci sembrava vero che si prospettassero dei giorni inaspettati di vacanza. Il virus era ancora lontano, vivendo nel profondo sud dell’Italia. Durante il resto dell’anno scolastico, dovevamo tenere le lezioni online. Un gran casino, la scuola non era preparata, le famiglie non erano preparate. I genitori e gli alunni ci telefonavano a tutte le ore, anche la notte, non esisteva più un orario scolastico. Ci trovavamo a fare lezione anche con i genitori soprattutto, perché poi erano loro a dover seguire i figli a casa. Molti ragazzi si sono dati uccelli di bosco, non rispondevano non solo alle videochiamate ma neanche alle telefonate. Non avevamo i voti per poterli classificare. L’ultimo mese c’è stata una lieve apertura e noi insegnanti siamo potuti andare a trovare gli alunni che prima non rispondevano, per fargli fare qualche compito. Che situazione da operetta. Nel mio ambiente, non era salutare parlare del vaccino. Tutti davano per scontato che si doveva fare, infatti quasi tutti, sono corsi a farselo prima dell’obbligo. Io non mi esprimevo in merito, era inutile sembravano tutti Lobotomizzati. Comunque, un collega di ed. motoria si è fatto il vaccino. Non avevo nessuna confidenza con lui e non ho chiesto com’era andata. Era un collega tutto Inquadrato, non mi azzardavo minimamente. Siccome aveva una palestra, i ragazzi che la frequentavano hanno fatto trapelare che il titolare dopo il vaccino è stato malissimo per mesi, aveva tutte le ghiandole del petto ingrossato. I primi mesi di giugno, stavo facendo la spesa e incontro una collega in pensione. Mi chiede: “Come va a scuola? Siete alla fine ormai”. Io rispondo che non lo so perché sono mancata per tutto l’anno scolastico. Siamo uscite e avevamo le macchine parcheggiate vicine. Adesso mi chiede il motivo. Io chiarisco che non sono andata a lavorare perché non ho fatto il vaccino, e puntualizzo che non ho fatto neanche un tampone. In attesa della sua reazione mi preparavo al peggio. Con mia grande sorpresa mi risponde: hai fatto bene, perché io con il primo vaccino sono stata malissimo, poi ho fatto il secondo, ancora più male, non so se farò il terzo. Prima avevo infiammazione ai tendini e li avevo curati, ma dopo il vaccino la patologia e tornata in modo selvaggio propagandosi in tutto il corpo. Dolori terribili, ho speso €2000 e non riuscivo a trovare una cura, sono gonfiata a dismisura. Adesso dopo che ho girato molti specialisti sono riuscita a trovare un po’ di giovamento. Io: “ma perché lo hai fatto visto che eri in pensione e non eri obbligata?” “Sai non potevo andare alla posta, non si poteva andare in nessun posto. Ma se tornassi indietro non lo rifarei più”.

 

Assunta

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I nuovi Lager

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Questa testimonianza risale ai primi periodi in cui avevano fatto uscire questa storia del Covid. Stavamo subendo il lockdown e parecchie persone venivano ricoverate in ospedale, intubate e ammazzate sotto la dicitura “morto per covid”. Un giorno esco di casa nonostante ci fosse ancora il lockdown, in quanto mi sono sempre rifiutata di stare chiusa in casa e sottostare a un vero e proprio arresto domiciliare da parte del governo, per andare a fare la spesa e passando per la via principale noto che sulla serranda dove ci stava il meccanico che conosco bene c’era un cartello. Nel cartello c’era scritto che l’attività sarebbe stata chiusa per un po’ in quanto il proprietario era stato ricoverato per Covid. Passa un po’ di tempo e di nuovo mi ricapita di passare davanti al negozio, il cartello era cambiato e c’era scritto attività in vendita, chiuso per lutto. E davanti alla serranda sul marciapiede era pieno di fiori e candele accese con alcune lettere scritte a mano. A questo punto mi avvicino e vedo scendere dal palazzo la moglie del meccanico, loro abitavano sopra al negozio, che avevo avuto modo di conoscere delle volte quando mi capitava di andare a mettere a posto la macchina. Gli chiesi cos’era successo e mi disse che suo marito, che aveva 50 anni, una sera si era sentito male e non riusciva a respirare. Lei ha chiamato l’ambulanza che sono venuti a prenderlo e lo hanno ricoverato in ospedale. La moglie non poteva entrare a vederlo perché era stato ricoverato nel reparto Covid ed era stato intubato. Mi disse che aveva provato in tutti i modi di cercare di entrare in ospedale per vederlo e capire come stava. I medici non dicevano altro che si trattava di covid e per questo non stava bene e che stava peggiorando, ma la moglie voleva vedere davvero come stava con suoi occhi. Non glielo hanno permesso. Il marito è morto dopo neanche due settimane che era dentro e l’ospedale ha avvisato la moglie dopo avere già cremato il corpo. Praticamente la moglie non ha avuto neanche la possibilità di vedere il suo cadavere perché essendo dichiarato “morto da covid” il corpo, per evitare contagi secondo loro, è stato subito cremato. La moglie ovviamente si è arrabbiata tantissimo e ha denunciato l’ospedale chiamando in causa anche il suo avvocato. La denuncia e i tentativi di ricorso della donna però non hanno mai avuto successo, in quanto non è riuscita ad ottenere nessun tipo di risarcimento dall’ospedale o di spiegazione su come suo marito fosse davvero morto, in quanto sì, era stato male, ma non gli sembrava fosse una situazione così tragica da morire nel giro di due settimane. Considerando che si trattava anche di un signore di 50 anni che si teneva in forma facendo sport. In quel periodo si parlava un po’ di queste strane morti dove la gente entrava in ospedale e non usciva più se non sotto forma di cenere.

 

Valentina

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Veleno nel sangue, veleno nelle parole

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Ricordo quando io e il mio compagno fummo invitati a cena da sua madre, arrivammo e già sentivo qualcosa ribollire in mia cognata.
Appena ci sedemmo sputò fuori il veleno, immediatamente, senza riuscirsi più a trattenere: “Allora? Ti hanno arrestato?” disse rivolgendosi a suo fratello, guardandolo in cagnesco. Io e lui ci scambiammo subito uno sguardo, confusi… ”Ieri alla manifestazione, sei un delinquente, ti hanno arrestato?”. Si stava riferendo alla manifestazione avvenuta il giorno prima a Roma per la salvaguardia dei diritti umani, una delle più importanti a mio parere alla quale avevamo partecipato io e il mio compagno.

È stata una delle più significative proprio perché la dittatura sanitaria si era mostrata in tutto il suo orrore, picchiando gente innocente con le mani alzate che gridavano libertà, spruzzando con gli idranti acqua gelata sulla folla, lanciando lacrimogeni ovunque, ricordo perfettamente quando ne hanno sparato uno sulle persone che stavano in lontananza, dove mi trovavo anch’io in quel momento, c’erano persone che semplicemente camminavano e non partecipavano alla manifestazione eppure loro spararono comunque i lacrimogeni anche lì, ricordo come tirarono via immediatamente quel bambino a cui il lacrimogeno era appena finito vicino ai piedi.

La manifestazione era finita su tutti i giornali e alla tv, naturalmente in modo del tutto storpiato, si parlava di persone aggressive contrarie al vaccino, mentre i video fatti dalle persone in quel momento e le testimonianze di tutti noi che eravamo realmente presenti lì, erano tutt’altre.

Era uscito il video delle manganellate furiose delle forze dell’ordine, su donne e uomini che non avevano alcun atteggiamento aggressivo, molte persone che guardarono quel video rimasero inorridite e dovettero ricredersi su ciò che la televisione stava diffondendo, iniziando a porsi dubbi, altri invece negavano anche l’evidenza, altri ancora godevano come porci nel veder malmenare persone innocenti. Uno di questi è il farmacista del mio paese, che sotto il video scriveva commenti del tipo ”menare forte”, ”a questi gli ci vorrebbe proprio una bella dittatura”.

Mia cognata aggredì suo fratello, senza neanche farlo parlare, lo aggredì e basta pensando che lui fosse un delinquente, pensando che lo fossimo entrambi! Solo per aver partecipato ad una manifestazione per la salvaguardia dei nostri diritti, compresi i suoi!

Iniziai a parlare ad alta voce, dicendo se a loro sembrasse giusto mostrare qualcosa per poter accedere in un posto, per poter lavorare! Dissi che noi alla fine stavamo lottando per tutti, perché nel momento in cui tu sei Obbligato a mostrare qualcosa, ad indossare qualcosa (che tra l’altro nuoce gravemente alla salute) significa che Non sei Libero.

Lei non mi guardava, tagliava la carne che aveva nel piatto, con foga, e per un momento pensai che è proprio quello che avrebbe riservato a me in quel momento.

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Sua madre, vaccinata come lei, tra l’altro una di quelle che controllava i green pass, mi dava ragione con un’ipocrisia incredibile. Più parlavo, più lei sbuffava e mugugnava sonoramente e a tratti prendeva il telefono e mandava messaggini velenosi verso di me, a sua madre. Me ne accorsi perché, tutte le volte che finiva di scrivere e lanciava il telefono sul tavolo, suonava subito quello di sua madre annunciando la ricevuta di un messaggio; ad un tratto mia suocera, che era seduta accanto a me, prese il telefono per l’ennesima volta, sbirciai velocemente e lessi perfettamente il nome di mia cognata nel messaggino appena ricevuto, quindi non c’erano dubbi che stessero parlando.
Quando chiesi loro perché si messaggiassero a vicenda nonostante fossero una davanti all’altra a neanche un metro di distanza, entrarono subito sulla difensiva dicendo che non stessero messaggiando tra di loro. Ridicole.

Più parlavo di libertà più si alterava e sembrava scoppiare da un momento all’altro. Potevo letteralmente sentire ogni suo pensiero che si traduceva in ”Stai zitta cretina”. Ero sconvolta. Perché io e lei eravamo amiche da una decina d’anni, è bastato perdersi di vista un po’, è bastato un vaccino, che lei diventò irriconoscibile. La sua irritabilità verso i discorsi che riguardavano la libertà era strana, veramente strana. Le persone stavano iniziando a cambiare il loro modo di pensare.
Troppe volte ho sentito le parole ”i vaccinati non sono più loro, non ragionano più, quella roba gli fa qualcosa al cervello, questo non si può negare”. L’ho sentito talmente troppe volte da persone totalmente diverse, che è impossibile non correlare la cosa, non è possibile che una persona prima è completamente convinta di ciò in cui crede e dopo la vaccinazione è letteralmente succube del governo, difendendolo a spada tratta. Lei era una di quelle che ”non mi vaccinerò mai, non voglio mica diventare sterile”, visto che si parlava di come il vaccino andasse a sterilizzare le persone e di come recasse aborti, e malformazioni al feto, e di come i bambini appena nati non riuscivano a sopravvivere.

Io abito in un paesino molto piccolo dove non succede mai niente, e in tutta la mia vita, mai avevo sentito di bambini morti subito dopo essere nati, dopo la vaccinazione nel giro di 1 anno ne erano morti 3, senza apparente motivo con i genitori entrambi vaccinati. Visto che aveva un’infinita paura che questo succedesse a lei, visto che il suo sogno era ed è mettere su famiglia, non credevo che cedesse al ricatto.

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Eppure, si vaccinò e nonostante alla seconda dose stette anche male, iniziò a sentire formicolii sulle gambe mentre perdeva lentamente la sensibilità di queste, andò anche a farsi la terza. E anche tutti i tamponi necessari per entrare in discoteca.
Il mio compagno quando seppe che si vaccinò le fece la battuta “Auguri e figli maschi… ah no”,
come a intendere che non potesse avere più figli dopo il siero e incredibilmente lei non capì. Non riusciva a capire cosa intendesse, la sua più grande paura era svanita? O forse non si ricordava più di questo effetto collaterale che lei tanto temeva.

Ricordo come godeva ogni volta che qualcuno che aveva provato a resistere il più possibile crollasse e andasse a farsi vaccinare piangendo, godette anche quando cedette il suo altro fratello più grande. Disse chiaramente: “Beh, che cosa si aspettava? Di non farlo mai? Di resistere per sempre?”. Anche a noi dava i minuti contati, stava lì ad aspettare quando avremmo ceduto, non mi dispiacque neppure un secondo averla delusa, visto che non cedemmo Mai.
Parlo di lei perché prima che si vaccinasse, era una persona ragionante e pensante. Riuscivi a farci un discorso sensato e soprattutto era mia amica, una persona a cui volevo bene, ma ha iniziato a schifarmi e a reputarmi inferiore, a pensare che io stessi facendo il lavaggio del cervello a suo fratello, trascinandolo dalla parte dei no-vax, così ci chiamavano, eravamo e siamo tutt’ora la feccia per loro.

Ci rimasi molto male, per me era inconcepibile, che una persona che ti conosceva da tantissimi anni e che aveva un’idea salda di te, riusciva a far crollare tutto di colpo dopo essersi iniettata quella roba dentro.
Era inconcepibile aver paura di ammettere che tu fossi quello non vaccinato, vedevi come gli occhi delle persone cambiavano e anche tutto ciò che pensavano di te fino a quel momento crollava.
Tu eri il no-vax, da cui bisognava stare alla larga, tu non volevi il bene della comunità, perché non ti eri sottoposto al rischio della vaccinazione che avrebbe salvato numerose vite. Tu eri il no-vax, eri il negazionista, il complottista, il nazista che non aveva diritto di svago, di parola, non avevi diritto a riceve le cure, non avevi diritto di studio, non avevi diritto al lavoro, non avevi diritto a essere libero. Tu diffondevi il virus e a detta di qualcuno ti meritavi di rimanere chiuso in casa per sempre, ”Create i campi di concentramento per i no vax!”, ”mettetegli un simbolo di riconoscimento, facciamoli girare con il cartello al collo con scritto non sono vaccinato”, e questi sono solo alcuni dei grandissimi insulti, minacce e umiliazioni che abbiamo dovuto e che ancora stiamo subendo nella nostra vita, solo per aver preso una scelta differente da ciò che la dittatura imponeva.

 

-wolfmoon

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Pazzia e apatia dopo il siero

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Racconto una mia testimonianza riguardo il vaccino su un parente dal momento che nessun altro si è vaccinato all’interno della mia famiglia e quelli che conosco non hanno avuto reazioni significative. In pratica la persona in questione è mia nonna che sebbene abbia già una certa età 89 anni era perfettamente sana almeno dal punto di vista mentale, mentre aveva altre patologie quali ernia allo stomaco, scogliosi grave ma a parte questo era perfettamente lucida dal punto di vista mentale, ragionava meglio di certa gente che si può definire “di mezza età e normale”. Insomma sta il fatto che già dopo la prima vaccinazione ha avuto un forte gonfiore alle gambe aggravando di fatto la sua situazione circolatore alle gambe e il medico pertanto gli aveva prescritto un farmaco anticoagulante e la situazione almeno nella gambe anche se a fatica, sembrava migliorata. Quello però grave è stato il ritardo mentale subito: dopo qualche giorno dalla prima vaccinazione vedeva cito le sue parole << bambini nel cortile, gente che veniva a citofonare e invece non c’era proprio nessuno>> non riconosceva più casa sua come la propria. Con la seconda e la terza ha avuto un aggravamento fino a non riconoscere più i propri parenti. Insomma poi è stata messa alla casa di riposo perché già comunque già prima della vaccinazione faticava ad essere autosufficiente.
Inoltre un’amica di famiglia che non era particolarmente interessata a farsi dei vaccini ha deciso di iniziare con le varie dosi perché non essere costretta a rimanere in casa e non poter più uscire visto che lei vive da sola e va spesso a eventi teatrali o concerti. Insomma lei che è un tipo spiritoso diciamo, il giorno che ha fatto la prima dose ha cominciato nel pomeriggio ha soffrire di una forte insonnia che in poco tempo si è trasformata in cronica: cioè ogni giorno non usciva più di casa come faceva prima per farsi un giro ma rimaneva tutto il giorno in casa a dormire, sempre molto stanca e apatica. Insomma si è trasformata nel carattere e da gioiosa e volenterosa di vivere è diventata sempre più apatica, ora esce molto poco. Un’altra cosa che ha avuto come effetto collaterale è stata la crescita di cospicua peluria sulle braccia e perdita di capelli.

 

Stellarivoluzionaria

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Un vaccino che distrugge il corpo, la mente e la vita

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Condivido di seguito alcune testimonianze sugli effetti avversi del vaccino, affinché, sommate e affiancate alle altre, possano contribuire a far sì che la verità non vada perduta e la gente possa ricordare il grave periodo di finta pandemia che abbiamo vissuto, quando non solo i nostri diritti fondamentali sono stati minacciati, ma anche la nostra stessa vita.

La prima testimonianza di cui vorrei parlare riguardo lo zio di un amico, un uomo anziano sulla settantina che ha sempre goduto di ottima salute. Il classico esempio di persona che sin da piccola poteva vantare una salute di ferro e che ha raggiunto la vecchiaia con un’energia e una vitalità non trascurabili. Le sue idee sulla farsa erano inizialmente molto neutrali, nel senso che sin dall’inizio non ha mai avuto alcun interesse né tantomeno paura del covid, anzi, pur rispettandole, era anche molto infastidito dalle misure sempre più severe e dittatoriali che venivano prese per arginare la finta minaccia di un virus mortale. Questa persona quindi ha continuato a vivere normalmente fino a quando non è stato imposto l’obbligo di vaccinazione, a cui almeno inizialmente era contrario. Nella famiglia di questo mio amico scoppiò ben presto una lite che finì per dividere diametralmente i membri tra chi era fermamente convinto dell’utilità e dell’importanza del vaccino e chi invece era totalmente in disaccordo e lo riteneva anche pericoloso, vista la sua natura sperimentale. In particolare, le più accanite pro-vax erano la madre e la sorella del mio amico, ovviamente convintissime della farsa, a livelli prossimi al fanatismo. Queste due insistettero fino allo sfinimento per far vaccinare lo zio del mio amico (il fratello di sua madre), riuscendo finalmente a convincerlo, dopo svariate discussioni. Nella famiglia del mio amico si vaccinarono tutti e immediatamente, nel giro di neanche una settimana, si ammalarono tutti “di covid” (ebbene sì, nonostante il vaccino decisero comunque di farsi il tampone che risultò positivo…) e da lì in poi fu un peggioramento continuo. Il mio amico si pentì, dopo la brutta batosta ricevuta in seguito alla prima dose, visto quanto stette male, di essersi vaccinato e non andò oltre, tutti gli altri membri della famiglia invece continuarono fino alla terza dose, rimanendo fermi nella folle convinzione che fosse efficace e utile a non ammalarsi. Quello che più di tutti soffrì di vari disturbi fu proprio lo zio del mio amico, che si indebolì sempre di più, arrivando a non riuscire nemmeno più a camminare nel giro di pochi mesi. La sua salute peggiorò tantissimo, divenne persino gobbo a causa dei dolori alla schiena comparsi praticamente dal nulla. Finché verso la fine dell’anno scorso venne ricoverato in ospedale a causa di un grave scompenso cardiaco che nel giro di meno di un mese lo portò alla morte. Da persona sanissima, che tutti erano convinti che avrebbe vissuto ancora a lungo, passò a stare malissimo a causa del vaccino, fino addirittura a morire. Le malattie non arrivano per caso, le persone non muoiono senza motivo nel giro di un mese se fino a poco prima erano perfettamente sane. Apriamo gli occhi e rendiamoci conto del genocidio che volevano mettere in atto con la scusa della campagna vaccinale!

Un’altra testimonianza che voglio raccontare riguarda ciò che è capitato alla ragazza di mio fratello, di 35 anni. Ci tengo a specificare che fino a prima della farsa covid non fumava, beveva pochissimo e solo occasionalmente e non si drogava. Sin da subito era convintissima della pericolosità del virus e ha sempre seguito alla lettera ogni direttiva (illegale) del governo. Stiamo parlando di una persona che metteva SEMPRE la mascherina, anche quando non c’era obbligo e non solo fuori casa ma addirittura quando andava a casa di altri, ad esempio per trovare amici o familiari. È scontato quindi che appena fu introdotto l’obbligo di vaccino corse subito a farsi iniettare il siero mortale e se almeno inizialmente agli occhi degli amici più stretti e di mio fratello sembrava non aver risentito di alcun effetto avverso, soprattutto dopo la terza dose sono cominciati i problemi, a livello mentale. Ha iniziato a diventare paranoica per qualsiasi cosa, a soffrire di ansia e a comportarsi in modo inspiegabile, oltre ad avere delle perdite di memoria.

 

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A inizio anno lei e mio fratello erano ormai sul punto di acquistare la casa in cui vivevano in affitto, andava tutto bene nel loro rapporto, ma da un giorno all’altro lei decise che non se la sentiva più di andare avanti con la relazione, che comunque si è trascinata per altri 2/3 mesi (durante i quali nel frattempo è diventata una fumatrice accanita), quando capitò un episodio molto particolare.
Una sera, mentre tornava a casa dal lavoro in macchina perse improvvisamente il controllo in una strada completamente deserta e andò a schiantarsi molto forte contro un’auto parcheggiata vicino al marciapiede, sfasciandola del tutto. Lei stessa non riuscì a spiegarsi cosa fosse successo ma ammise che sentì in quel momento di avere avuto una specie di vuoto mentale, come se non fosse più lucida e non avesse più il controllo di sé. Confessò in seguito che non era la prima volta che le capitava negli ultimi mesi, anzi le stava succedendo sempre più spesso, così come le perdite di memoria, anche se non si erano mai verificati incidenti. Dei vuoti improvvisi che potevano anche avere conseguenze molto gravi e che senza dubbio avrebbero potuto condurla alla morte, anche quello stesso giorno, se si fosse trovata su una strada più trafficata o in autostrada. Mio fratello ha spiegato che lei negli ultimi mesi era diventata irriconoscibile, non c’era nemmeno più comunicazione perché sembrava aver perso la testa. Una trasformazione improvvisa avvenuta, guarda caso, proprio in seguito alla vaccinazione, che questa volta ha colpito non tanto la salute fisica, ma piuttosto quella mentale.

L’ultima testimonianza riguarda invece la madre di un’amica, di circa 60 anni. Per lei i problemi sono iniziati sin dalla prima dose, in seguito alla quale ha riscontrato uno strano dolore alle gambe e ai piedi, che le rendeva difficile camminare, oltre a una grande spossatezza. Dopo la seconda dose i sintomi sono aumentati, perché si sono aggiunti degli sbalzi di pressione, tachicardia e problemi alla vista. Il tutto è avvenuto sempre sotto controllo medico, dove le veniva ripetuto costantemente che non vi era alcuna correlazione con il vaccino. È subito dopo la terza dose che ha iniziato a stare veramente male: i dolori a gambe e piedi sono aumentati e non è più riuscita a camminare, aveva un picco glicemico elevatissimo che però non le è stato diagnosticato subito in quanto non era diabetica ma soprattutto le è venuta un’infezione a un piede con cancrena alle dita. A quel punto l’hanno ricoverata e le hanno diagnosticato appunto un diabete gravissimo (comparso praticamente dal nulla, siccome “non c’era correlazione con il vaccino”!) con conseguente compromissione di altri organi, come fegato, reni e cuore. L’infezione è andata in brevissimo tempo (si parla di pochi giorni dopo il ricovero) in setticemia e l’unica soluzione era a quel punto amputare il piede. Non fecero però in tempo perché nel giro di una settimana è andata in coma ed è morta esattamente il decimo giorno dal ricovero. Aggiungo infine che tutto questo la mia amica l’ha potuto sapere solo successivamente a forza di insistere con i medici per ottenere risposte, perché durante il ricovero in ospedale non facevano entrare nessuno in reparto, nemmeno i parenti più stretti, come lei appunto. Il peggioramento dei sintomi e la morte sono avvenuti in modo così rapido da lasciare molto turbati i suoi familiari, che mai avevano assistito a qualcosa del genere.

 

Massimo

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Gli effetti avversi che tutti tacciono

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Tutto ebbe inizio il marzo 2020, quando da quella scatola nera comunicavano a tutto il mondo che eravamo in piena epidemia, dovuta ad un virus chiamato covid-19. Tale epidemia, proveniente dalla Cina e chiamato il virus dei pipistrelli, ben presto si trasformò in pandemia globale. Da qui iniziò la propaganda “giornalistica”, diffondendo il terrore tra popolazione. Ogni giorno era un bollettino di guerra, poiché il numero delle persone decedute aumentavano di giorno in giorno. Per diffondere ancora più paura nei dati dei deceduti inserivano anche morti avvenute per altre patologie o addirittura eventi. Più la propaganda si diffondeva, più le restrizioni aumentavano, obbligandoci a portare una mascherina chirurgica qualora si uscisse, visto che anche quest’ultime erano diventate limitate. Poteva uscire solo un componente della famiglia e con un’autocertificazione in possesso. In questo periodo iniziò il cosiddetto divide et impera, tra persone che credevano al virus e chi la riteneva una semplice influenza. Nel giro di un paio di mesi iniziò a circolare da parte del governo che i vaccini per contrastare questa pandemia non sarebbero stati pronti prima di un anno, ma come per magia a settembre dello stesso anno ci fu la prima campagna vaccinale. La gente per paura di infettarsi da questo fantomatico virus iniziò ad inocularsi con ben 3 dosi a distanza di poco tempo uno dall’ altro. Ovviamente la parte della popolazione che non credeva al virus non cedette al siero, poiché si oppose a fare da cavia alle case farmaceutiche, dal momento in cui non ci fu nessuna sperimentazione. Da qui il governo ultimò il suo intento, cioè mise a compimento il divide et impera totale nella popolazione, imponendo e obbligando chi non si era inoculato a essere discriminato, inserendo un pass come nei periodi nazisti. Infatti il cosiddetto no vax non poteva accedere né al lavoro e né in altre attività al chiuso, compresi gli ospedali. In questo periodo iniziarono i primi effetti avversi causati dal siero, ma nessuno ne parlava, anzi cercavano in tutti i modi di insabbiare quello che accadeva. Infatti molti studiosi, medici e scienziati che cercavano di essere una voce fuori dal coro, venivano messi a tacere e alcuni di essi purtroppo sono misteriosamente deceduti. Tutto ciò scaturì una serie di reazioni nella popolazione, che con varie e movimentate manifestazioni dichiarava il proprio dissenso. Nella mia città per sensibilizzare la gente a non vaccinarsi organizzammo vari eventi, tra cui volantinaggio e manifestazioni, dove molte persone venivano a testimoniare la loro esperienza negativa dopo l’inoculazione. Tra i soggetti intervenuti mi colpirono due esperienze in particolare, una era un preside di scuola media di Lamezia Terme e l’altra una professoressa di Reggio Calabria. Il primo dopo la prima dose ebbe una serie di embolie che lo costrinsero ad un ricovero immediato, infatti il suo intervento fu mediante Skype. Alla seconda invece il siero provocò una malattia autoimmune, sconvolgendo la sua vita. Ad oggi i casi degli effetti avversi sono in notevole aumento, ma il governo continua imperterrito il suo terrorismo mediatico con il mainstream al suo fianco.

Alcune esperienze dirette con gli inoculati furono nell’ambito lavorativo, essendo un operatore sociosanitario domiciliare. A giugno del 2021 iniziai a lavorare presso una famiglia composta da due persone, madre e figlia. Le condizioni di salute erano le seguenti: madre con una lieve depressione e qualche acciacco dovuto all’età, figlia con una importante disabilità motoria. Entrambe avevano già effettuato le due dosi di siero ed erano in attesa della terza. È inutile dire quanto ho cercato di persuaderle, purtroppo un loro familiare imponeva il suo volere convinto dell’efficacia del vaccino.

 

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A settembre entrambe si sottopongono alla terza dose, dopo poco tempo la signora anziana inizia ad avere i primi effetti collaterali, il suo stato mentale peggiora e il medico fu costretto ad aumentare le dosi degli psicofarmaci, in più lamentava dei forti dolori alle gambe, a dir suo le percepiva come fossero di legno. Questo la portò a stare spesso al letto e utilizzare un girello deambulatore per i piccoli spostamenti che compiva in casa; dacché era autonoma, si trovò ad avere bisogno anche lei di assistenza continua. La figlia dopo la terza dose ebbe una forte orticaria, le avevano detto che con l’assunzione di antistaminici in un paio di settimane le sarebbe passata, ma questo non avvenne, a distanza di molti mesi ancora ne soffre. Inoltre ho potuto notare in entrambe un cambiamento di umore, la signora piange spesso e ha crisi d’ira, la figlia è diventata molto aggressiva nei suoi atteggiamenti.

 

Maryall8

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Il lento declino della propria salute dopo il siero

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Da convinto non vaccinato ho guardato con attenzione e preoccupazione cosa il vaccino potesse causare alle persone intorno a me. Per loro e mia fortuna ai miei più stretti parenti e amici non è andata troppo male, e purtroppo sono andati avanti imperterriti con la loro adorazione del vaccino. Quello che ho visto in alcuni di loro è stato ‘solo’ un lento declino, vedendo peggiorare patologie che già avevano. Un caso interessante per me è invece stato quando il padre di un mio amico ha scoperto di avere un tumore, così, arrivato all’improvviso quasi senza farsi sentire. Prima della sua comparsa godeva di buona salute, ed è stato inaspettato e piuttosto traumatico da scoprire; nei mesi successivi si è poi sottoposto a chemioterapia e ne è rimasto parecchio debilitato. Si è vaccinato con doppia dose, ma ne era sempre meno convinto, si sentiva che qualcosa nel corpo non gli stesse andando bene dopo la prima. Adesso è quasi completamente convinto che il tumore gliel’abbia fatto venire il vaccino… ma nonostante questo non ha ancora rinunciato all’idea di farsi la terza dose quando i cicli di chemio saranno finiti e si sarà rimesso. Certe persone credo siano irrecuperabili, nonostante il forte sospetto dei danni da vaccino, piegano la testa e insistono a riempirsi di dosi perché la società desidera così e la famiglia impietosa insiste a fare pressioni.

 

Francesco

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La manipolazione mentale tramite siero

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Durante la Farsa ho assistito spesso ad improvvisi cambiamenti di pensiero in persone a me vicine. Anche chi inizialmente pareva schierarsi contro il ridicolo teatrino mondiale, contro le menzogne che il regime instillava nelle loro menti, tutto d’un tratto si “ricredeva”, divenendo un altro megafono per la nuova propaganda nazista. Uno degli esempi per me più eclatanti di lavaggio del cervello è stato quello avvenuto a un mio parente stretto, un medico. Durante la farsemia, in particolare quando si cominciò a parlare più frequentemente dei sieri genici, i cosiddetti “vaccini”, sembrava avvertire la gravità della situazione. Era convinto che lui non si sarebbe lasciato iniettare quella schifezza mortale in corpo, perché “chissà cosa c’era dentro”, alludendo qualche volta anche ai nanochip presenti al loro interno. Molte cose non gli tornavano, dalla narrazione terroristica dei mass-media al fatto che nelle schede informative dei più famosi Sieri mortali immessi sul mercato ci fossero alcune clausole che esentavano i dipendenti di quelle case farmaceutiche (e i loro parenti) dalla vaccinazione. Davvero strano. Per non parlare dei droni che passavano in città per controllare noi cittadini, del marchio-QR Code che dovevamo possedere per accedere alla maggior parte delle attività o delle altre incredibili limitazioni alla libertà individuale, che ci impedivano di uscire di casa per prendere una boccata d’aria. Spesso, confidandosi con persone a lui vicine, che poi riferivano anche a me le sue parole, si diceva certo che se si fosse lasciato inoculare quella schifezza, coloro che erano a capo di tutta questa messa in scena avrebbero avuto “il potere di accenderlo o spegnerlo del tutto in qualsiasi momento, come una lampadina”. Sapeva che, in qualche modo, lo avrebbero reso come un robot completamente privo di volontà propria, programmato solo per eseguire ordini. E di questo aveva molta paura. Da un giorno all’altro, però, mi arrivò alle orecchie che aveva ceduto ad una prima Dose di morte, e devo dire che ne fui sorpreso. Dopo l’inoculazione si trasformò in una persona diversa, sia nei modi di fare che nel pensiero. Ma la cosa più grave, e che mi suscitò molta rabbia, è che cominciò a fare propaganda pro-siero. Davanti a me vedevo un nuovo agente delle SS che parlava del vaccino come qualcosa “da fare per senso civile”… in fondo era sicuro, tutti gli effetti collaterali che venivano fuori ogni giorno erano fandonie, diceva, poiché, udite udite, non c’era “nessuna correlazione”! Peccato che il suo caro siero, in realtà, gli aveva procurato non pochi danni fisici e mentali, dettagli che si guardava bene dal farsi sfuggire durante la sua propaganda giornaliera. Mi riferirono che dal giorno in cui si era fatto inoculare accusava molto spesso una forte spossatezza unita a perdita di lucidità mentale, assieme a forti tremolii negli arti. Le sue difese immunitarie, poi, erano praticamente azzerate. Inoltre, durante i primi giorni dall’inoculazione rimase con mezza faccia paralizzata. E se questi erano solo alcuni GRAVISSIMI dettagli che si era lasciato sfuggire in confidenza con una persona a lui cara, quanto altro nascondeva? Una mia amica stretta, che inizialmente si era mostrata diffidente nei confronti dei Sieri genici mortali, decise di cedere ad uno dei ricatti che ha fregato più persone durante la Farsa, nonostante avessi cercato a lungo di farle comprendere la gravità della situazione. L’inganno mortale del “o ti vaccini o perdi il lavoro”. Mi raccontò che il giorno dopo l’inoculazione, passeggiando per strada, improvvisamente le sue gambe si paralizzarono. Cadde per terra, in shock e con gli arti inferiori completamente immobili, facendosi molto male. Un medico chirurgo che conoscevo molto bene, amico di famiglia, passò dall’essere abbastanza scettico riguardo quanto ci propinavano i mass-media sulla Farsa in atto, ad una delle persone più genuflesse al sistema, oltre che ad uno dei maggiori promotori del vaccino-Siero mortale che conoscevo di persona.

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Un lavaggio del cervello incredibile che avvenne, ovviamente, proprio dopo che si lasciò iniettare in corpo la prima Dose di morte. Durante un pranzo con vari conoscenti, la sua faccia iniziò a diventare gonfissima e di un rosso molto acceso. Successivamente, proprio come un robot attivato da remoto, cominciò a sbraitare contro i presenti che avevano scelto di non vaccinarsi. Inveendo contro di loro, disse che se si fossero presentati nel suo ospedale, lui gli avrebbe negato le cure, perché si rifiutava di curare dei “negazionisti non-vaccinati”. Mi fu poi riferito che, dal giorno dell’inoculazione, durante il giorno accusava spesso uno strano problema: delle forti scariche molto dolorose gli pervadevano il corpo, come se qualcosa di anomalo gli stesse toccando dei nervi. Mia zia, persona che non aveva mai avuto problemi di salute, dopo essersi fatta iniettare il vaccino-Siero ha cominciato a vivere alcuni strani “disordini alimentari”. Gonfiatasi a dismisura e in modo molto preoccupante, da allora non riesce quasi più a mangiare, perché ogni alimento le suscita strane reazioni simil-allergiche. Inoltre, alcuni organi, in particolare fegato e cistifellea, si sono infiammati più volte portandole ulteriori gravi complicazioni.

 

Felice

 

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Vaccino AntiCovid: piovono patologie con la sua inoculazione

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Riporto qui alcune esperienze che ritengo correlate al post siero. L’anno scorso mia cugina, sierata convinta, a distanza circa di 4 mesi ha avuto un cancro al seno molto aggressivo, trovato per caso con la mammografia di controllo che ha dovuto rimuovere urgentemente. Ovviamente nessuna correlazione. Al marito di una mia amica, 55 anni dopo la seconda dose, si è risvegliata la psoriasi artrosica, che erano almeno 15 anni che era silente e non gli dava più problemi; ebbene gli si è scatenata e ora sta provando una cura sperimentale per tenerla a bada. Inoltre ha iniziato ad avere anche problemi di ipertensione. La mia amica “sospetta” leggermente che forse il vax ha scatenato queste reazioni. La suocera di questa amica, dopo la seconda dose, ha avuto ipertensioni improvvise con puntate da 250/130 che non rispondevano a terapia e avevano il dubbio se fare la terza dose. Il padre sempre di questa mia amica, un uomo di più di 80 anni, in salute e autosufficiente, dopo la terza dose deambula con girello, ha sviluppato una patologia polmonare infausta che lo porterà a morte per scompenso cardiaco, l’unica sarebbe un trapianto cuore e polmoni ma data l’età non verrà mai messo in lista trapianti. Inoltre ha perso la capacità di deglutire e si deve alimentare con una sonda che fuoriesce dalla cute sull’addome collegata direttamente allo stomaco. Non ha correlato tutto, solo la stanchezza/spossatezza fisica del padre forse è correlata al siero. Una signora che ha rifiutato il siero salvifico, mi ha raccontato che la figlia di sua cugina, una donna di circa 40 anni è diventata cieca dopo la seconda dose. Molte morti improvvise di persone intorno ai 50 anni nel piccolo paesino dove vivo, ma non correlano.

 

Faby7770

 

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Costretto a vaccinarsi per una vita normale

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Desidero raccontare questa testimonianza relativa agli effetti collaterali dovuti al vaccino Covid-19. Correva l’anno 2021, in piena campagna di vaccinazione di massa. La pressione mentale che veniva fatta allo scopo di far vaccinare il maggior numero di persone era pesantissima. Ogni giorno, a qualsiasi ora, se accendevi la televisione, ogni singolo canale parlava del vaccino Covid-19. La tesi sostenuta era uguale in ogni canale, non ce n’era uno che osasse sostenere una tesi differente. Il vaccino veniva fatto passare come la salvezza, come ciò che ci avrebbe fatto uscire dalla pandemia, mentre chi non voleva vaccinarsi veniva esplicitamente additato come criminale. Non c’era alcuna moderazione nei termini utilizzati contro i non vaccinati, i quali venivano offesi in modo molto esplicito dalle televisioni, con frasi come “bruciamoli tutti, dovremmo arrestarli, escluderli dal sistema sanitario” e altre varie minacce, arrivando addirittura all’idea di rinchiudere i non vaccinati in campi di concentramento. Ovviamente, queste frasi pronunciate in tv, venivano poi ripetute a pappagallo dai cittadini sostenitori del vaccino. In questo modo la popolazione è stata spaccata in due: coloro che sostenevano il vaccino e coloro che erano contrari. Anche i rapporti tra persone, che fossero relazioni di coppia, amicizie o rapporti familiari, venivano distrutti a causa della differente opinione sull’argomento vaccini. Quindi non vaccinarsi implicava anche la chiusura di numerosi rapporti sociali. Infatti molte persone contrarie al vaccino si sono vaccinate al solo scopo di mantenere le amicizie e i rapporti con le persone care. In questa atmosfera, erano poche le persone che ancora resistevano alla campagna di vaccinazione e tra queste c’era un mio amico, il quale era perfettamente allineato con il mio pensiero. Aveva capito che la pandemia era il pretesto per inserire sostanze nocive nei corpi delle persone tramite il vaccino, oltre che un modo per creare un nuovo mondo, una nuova forma di dittatura in cui i cittadini avrebbero perso completamente ogni tipo di libertà. Mi ricordo di una volta in cui eravamo insieme e lui mi disse che, nonostante tutto ciò che pensava riguardo ai vaccini, si sarebbe dovuto vaccinare per forza, sia per via dei genitori che gli facevano quotidianamente un’enorme pressione, sia per il fatto che non avrebbe più potuto lavorare, sia perché non sarebbe più potuto andare neanche a lezione all’università. Oltre a questo, i suoi amici erano tutti vaccinati e non sarebbero più usciti con lui se non si fosse vaccinato, anche perché senza il vaccino non sarebbe più potuto entrare nei bar, nei ristoranti, nei locali, salire nei mezzi pubblici e quindi neanche andare in vacanza con loro. Di conseguenza, per non rinunciare a tutto questo, ha deciso di vaccinarsi. Mi diceva che era molto triste, in quanto la scelta non era sua, ma era stato forzato su tutti i fronti. Questo è il modo in cui il Governo costringeva le persone a vaccinarsi: impedendogli di vivere e con le minacce sopra citate. Questo mio amico era sempre stato molto sportivo, allegro, energico e in salute. Un giorno, dopo aver completato la seconda dose di vaccino, mi mandò un messaggio dicendomi che era all’ospedale e che aveva avuto dei problemi, ma che i medici non sapevano dirgli da cosa fossero causati. In particolare si era riempito di bolle rosse su tutto il corpo, non aveva più la forza neanche di alzarsi dal letto e quando andava in bagno faceva feci bianche e urina rossa. Appena arrivato all’ospedale, a causa del fatto che aveva le bolle rosse lo mandarono nel reparto malattie infettive. Lo tennero su un lettino per tutto il tempo, ma oltre alle analisi non gli fecero niente, perché appunto non avevano idea di quale fosse il problema.

 

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Dopo molti giorni, i medici gli dissero che secondo loro il problema era legato al fegato e che c’era il sospetto che si trattasse di una malattia autoimmune legata al fegato. Al contrario di quanto si possa pensare, i dottori quando lo hanno rimandato a casa gli dissero che non avrebbe dovuto muoversi e che sarebbe dovuto rimanere completamente fermo per molto tempo, disteso sul letto. Lui si è rifiutato di ascoltare questo suggerimento dei medici, per fortuna, e ha ricominciato ad uscire piano piano. Ogni volta che usciva non aveva le forze per tornare a casa e infatti ogni volta chiamava genitori o amici per essere riportato a casa, in quanto non aveva proprio le forze di camminare. Continuando ad impegnarsi nell’uscire di casa e a muoversi il più possibile è riuscito a riprendere gradualmente le forze, ma anche dopo diversi mesi dall’accaduto vive con l’ansia, in quanto i dottori gli dissero che era molto probabile che avrebbe avuto delle ricadute e che queste sarebbero state molto più gravi della prima volta. Prima della vaccinazione era un ragazzo molto attivo, positivo, vivace ed esuberante. Adesso lo vedo molto spento, triste e avvilito, come se avesse perso la voglia di vivere.

 

Energy

 

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Improvvise fitte allo stomaco

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Mia cognata si è vaccinata con tutte le dosi richieste dal governo. La settimana scorsa mi dice che nell’ultimo periodo le succede una cosa strana: le viene un forte mal di pancia e subito dopo le viene da chiudere gli occhi e un sonno fortissimo. Ora, non posso dire con certezza che è una conseguenza del vaccino ma come sintomo di qualsiasi cosa è… davvero molto strano!

Cosa c’entra un’improvvisa fitta allo stomaco che ti fa venire sonno? Quale strano collegamento c’è tra lo stomaco, gli occhi e il cervello? Mi dice che per farsi passare quelle fitte allo stomaco deve dormire. Sinceramente a me ha fatto molta impressione, anche la sua reazione alla cosa dicendo: “Sarà un calo di magnesio…”.

 

Dharani Tara

 

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L’umanità che muore

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Vorrei poter testimoniare anche io cosa è accaduto alle persone che sono cadute nell’inganno e si sono vaccinate. Personalmente non conosco nessuno che è morto subito dopo, anche se di notizie ne ho sentite moltissime, soprattutto di ragazzi e sportivi che seguivo che il giorno prima pubblicavano sui social che si erano vaccinati e il giorno dopo morti all’improvviso. Le persone che ho conosciuto hanno avuto effetti non così apparenti. Innanzitutto ho potuto notare la differenza netta di comportamento dei miei nonni. Sono sempre stati super amorevoli con me, mai una sgridata o un rimprovero, erano dolci e premurosi, dopo il vaccino ho subito visto come mi “ringhiavano” addosso, tant’è che persino al mio compleanno mi chiamò uno dei nonni arrabbiato perché non mi ero vaccinata, nemmeno mi fece gli auguri. Mentre l’altro nonno aveva iniziato ad avere brutti vuoti di memoria e anche gli altri familiari se ne stavano accorgendo. Si potrebbe pensare che tutto questo sia normale per degli anziani, ma mio nonno è sempre stato sveglio di testa, mentre adesso sembra completamente assente. Sinché si parla di persone anziane non si può comprendere a pieno, ma è successa la stessa identica cosa a mia madre, tanto fan dei vaccini che ha sempre perdite di memoria, ti chiede una cosa e poi te la richiede dopo. Sembra tonta. Quando lavoravo al bar ne ho sentite di notizie, persone che avevano amici a cui erano spuntate all’improvviso malattie e per questo si erano decise a non farsi più nessuna dose, perché avevano capito fosse dovuto al vaccino, avevano visto chiaramente la correlazione. Invece ho potuto incontrare anche persone, come la mia collega di lavoro, che appena si è vaccinata ha iniziato a svenire dal nulla, incominciando appena tornata dall’hub vaccinale. Non sapeva darsi spiegazioni ma “assolutamente non poteva essere il vaccino”, diceva lei. Tramite internet ho potuto conoscere una ragazza sui 20 anni, che è rimasta colpita da una grave disabilità dopo essersi vaccinata, dopo due soli giorni il corpo le si paralizzava improvvisamente, poi è peggiorata, ha iniziato ad avere degli attacchi in cui gli arti le si muovevano da soli, non riusciva a controllarli. Lei da quel giorno non vive più. Sui social ho letto di tantissime persone che sono state male, e per questo gridano al mondo di non farsi il vaccino, sperando che condividendo le loro storie qualcuno gli dia ascolto. I fortunati non sono quelli che non hanno avuto reazioni così evidenti al vaccino, perché tutti hanno avuto sintomi, dal più evidente al meno, i più fortunati sono stati quelli che hanno resistito a tutte le pressioni dello Stato assassino, e non si sono fatti iniettare un veleno Mortale.

 

Chiara03

 

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Reazioni Avverse: la morte che viene dal sangue

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L’anno scorso, nel 2021, un mio parente decide di farsi tutte e 3 le dosi. Lui è sempre stato molto attivo sia fisicamente che mentalmente considerando che faceva il muratore, lavoro che lo impegnava molto mentalmente e fisicamente, e non ha mai avuto particolari problemi di salute. Durante l’estate, comincia ad avere strani dolori alla gamba, sempre più fastidiosi. I mesi passano, e nonostante le varie visite e ricoveri in ospedale gli infermieri non riescono a capire quale fosse il suo problema, se non una sospetta trombosi. In questo lasso di tempo, i medici gli hanno dato una lunga lista di esami da fare ma nel frattempo ha cominciato ad indebolirsi sempre di più, fino a quando questi sospetti trombi hanno cominciato ad espandersi su tutto il corpo fino a bloccargli i reni. Nell’ultimo periodo di vita, hanno deciso di tentare un intervento chirurgico al centro oncologico di Aviano, dove però viene constatato che il sangue era ormai coagulato su gran parte del corpo, costatandone alla fine il decesso. Ancora oggi non si sa il motivo preciso della sua morte. Durante i primi mesi del 2022, ma specialmente a febbraio, marzo, aprile e maggio, diversi clienti abituali, tutti vaccinati, sono deceduti o hanno avuto complicanze cardiache tutte molto simile tra loro, diversi dei quali tutti avvenuti uno dopo l’altro in pochissimo tempo: Il primo era il titolare di un’azienda, e nel primo periodo dell’anno ha avvertito per diversi mesi dei dolori alla schiena. Questo dolore però non era solo un mal di schiena ma qualcosa di peggiore, ovvero un tumore al pancreas che nel giro di 20 giorni se l’è portato via, è morto che aveva 48 anni. Altri due titolari e due clienti privati, sempre vaccinati, in periodi molto riavvicinati e uno di seguito all’altro, hanno avuto tutti e 4 un infarto, dovendosi poi tutti quanti sottoporre allo stesso identico intervento di angioplastica coronarica che consiste nell’impianto di una piccola rete metallica per dilatare il vaso sanguigno ostruito. Il padre e la moglie di un cliente sono deceduti in poco tempo, di cui il primo dopo aver subìto una caduta. Un tecnico informatico molto giovane, mentre si trovava a fare un lavoro di assistenza presso la nostra azienda, ci ha raccontato un fatto che gli è accaduto e che lo ha portato a fermarsi da lavoro per molto tempo. Mentre era in trasferta fuori città, dopo aver trascorso tutta la giornata da clienti e dopo aver passato la notte in hotel, si è risvegliato la mattina dopo con il viso metà paralizzato senza motivo. Questa situazione è stata talmente debilitante che non ha più potuto lavorare per diverso tempo e, ancora oggi, ha detto di essere ancora provato da quanto accaduto avendo difficoltà nella mobilità dei muscoli facciali. Il tutto subito dopo essersi vaccinato.

 

Chiara Calien

 

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I miei “amici” vaccinati

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Una delle conseguenze più tristi della vaccinazione fu la divisione sociale che creò: gente vaccinata che insultava pesantemente chi coscientemente aveva scelto di non vaccinarsi, tra l’altro per ragioni giustissime, in quanto era stato più volte comprovato che quel siero conteneva nano particelle metalliche comandabili da remoto tramite onde elettromagnetiche e altro materiale genetico cancerogeno molto pericoloso per la salute umana o addirittura letale. I media avevano diffuso la voce che se il virus continuava a circolare la colpa era dei non vaccinati, quindi tutti coloro che non volevano sottoporsi alla vaccinazione venivano considerati pericolosi untori da tenere a distanza. A causa di questa gravissima diversità d’opinione molte famiglie si divisero e molte amicizie si interruppero. Fortunatamente la mia famiglia rimase unita, eravamo tutti d’accordo sulla pericolosità del siero, ma proprio per questo motivo molte persone si allontanarono da noi. Meglio così, in quanto tutti coloro che si sottoponevano alla vaccinazione diventavano vere e proprie antenne umane, capaci di trasmettere radiazioni ed onde elettromagnetiche dannose per la salute di chi avevano attorno. Bastava infatti avere installato sul proprio cellulare un buon bluetooth e avvicinarsi alla gente vaccinata per rilevarne la frequenza! Erano diventati delle biomacchine a tutti gli effetti. Fu una grande delusione per me vedere tutti i miei amici più cari cedere al ricatto vaccinale nonostante tutto il lavoro di informazione che mio marito ed io mettemmo in atto per metterli in guardia e salvar loro la vita! Personalmente non persi nessuna delle mie amicizie storiche, tutti i miei amici rispettarono la mia decisione di non sottopormi alla vaccinazione, ma ad oggi per me risulta sempre più difficile relazionarmi con loro, in primis perché li vedo profondamente cambiati nel modo di ragionare e poi perché la loro vicinanza spesso mi provoca mal di testa ed un malessere generale che mi fa sentire costantemente intontita e apatica, quindi meno li vedo meglio sto! Qualche settimana fa ebbi l’occasione di uscire a cena con due vecchi compagni di università. Era passato un anno dall’ultima volta che ci eravamo visti. L’anno precedente ci eravamo trovati tutti senza mascherina, ci eravamo abbracciati e baciati senza problemi come se fosse stato tutto normale nonostante il farsa virus. Entrambi si erano da poco sottoposti alla prima dose vaccinale e non sembravano per nulla intenzionati a farne una seconda, in quanto ad uno di essi si era paralizzata la faccia per più di una settimana, mentre l’altro aveva contratto il virus subito dopo. Quando li ritrovai, dopo un anno, di dosi ormai ne avevano tre in corpo! Entrambi si presentarono con la mascherina ffp2 ed evitarono ogni tipo di contatto fisico nonostante fosse luglio e anche il virus ormai se n’era andato in vacanza. Entrambi avevano contratto il virus due/tre volte dopo la vaccinazione e a sentirli parlare, per fortuna che c’erano i vaccini a mitigarlo altrimenti sarebbero sicuramente morti! Se fino all’anno prima con loro si poteva parlare e ragionare, ora mi sembrava di essere seduta a tavola con due robot comandati da chissà quale distanza che ripetevano a pappagallo la propaganda vaccinale del Governo.

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Più volte cercai di farli ragionare sulla pericolosità del vaccino, sull’assurdità del virus e sull’ingiustizia e l’illegalità del green pass, ma non c’era verso di ottenere la loro approvazione. Per la prima volta in tanti anni non mi sentivo più a mio agio in loro compagnia, mi sentivo osservata e giudicata, in quanto ad ogni mia risposta contraria al loro modo di pensare percepivo una certa ostilità nei miei confronti, mantenevano un profilo sempre gentile ma storcevano il naso, il che non era normale. Dov’erano finiti i miei amici?! Una volta si poteva parlare di tutto con loro senza sentirsi giudicati o fuori posto! Quella sera mi resi conto che qualcosa dentro di loro era cambiato, sentivo di non potermi più fidare, non potevo più permettermi di essere me stessa in loro compagnia. Non erano più le stesse persone che avevo conosciuto. Cercai di concludere la serata nel modo più tranquillo ed educato possibile, ma dentro di me provavo un forte senso di delusione e amarezza. Non penso che vorrò rivederli ancora. Ogni tanto mi capita di frequentare una mia amica vaccinata con tre dosi, nonostante lei sostenga di essersi vaccinata solo per comodità al lavoro. E anche qui ci sarebbe molto da dire! Ad ogni modo non mi sono mai sentita di troncare i rapporti con lei, perché si è sempre dimostrata molto sensibile nei miei confronti, infatti anche il suo compagno non è vaccinato, quindi conosce molto bene l’ingiustizia sociale all’interno della propria famiglia. Qualche mese fa andai a trovarla e mi raccontò che dopo la terza dose di vaccino si ammalò molto gravemente, aveva dolori in tutto il corpo, faticava a respirare e le usciva continuamente sangue dalle orecchie. Mi disse che pensava di morire. Fu ricoverata in ospedale per una settimana e rimase per più di un mese convalescente rinchiusa in casa con l’ossigeno a portata di mano. Voglio proprio vedere se avrà il coraggio di affrontare la prossima dose… Ma coloro che più mi delusero furono una coppia di carissimi amici di vecchia data. Loro si erano dimostrati fin da subito contrari al vaccino e avevano ben chiara la situazione, infatti resistettero per mesi nonostante il green pass; ma quando la vaccinazione andò ad intaccare la sfera lavorativa cedettero rovinosamente. Non che non potessero permettersi di resistere qualche mese senza stipendio, ma per i soldi la gente ormai è disposta a tutto! Ad ogni modo il fatto che più mi sconcertò fu che lei era incinta e quando andò a fare le prime due dosi conosceva benissimo quali effetti avversi quel farmaco potesse comportare a lei stessa e al bambino. Quale madre potrebbe mai coscientemente assumersi un simile rischio?! A mio parere fu molto fortunata, in quanto riuscì a portare a termine la gravidanza senza complicazioni. Ma quel bambino ora quanta porcheria avrà nel suo corpicino?! Lei se la cavò con una settimana di malattia che trascorse interamente a letto senza avere la forza di alzarsi, era come se tutti i muscoli del suo corpo avessero smesso di sorreggerla! Anche il marito pagò care le tre dosi che si fece iniettare, infatti raccontò di aver contratto un fortissimo mal di schiena che gli impediva di muoversi e in tutti e tre i casi si beccò un forte virus che lo costrinse a letto per parecchie settimane. Queste sono solo alcune testimonianze e nonostante in questi ultimi anni molte relazioni siano state compromesse, sono molto felice di aver conosciuto nuovi amici che condividono il mio stesso modo di pensare e che sono disposti a tutto pur di difendere il diritto alla vita e alla libertà: quella libertà che tanto ci vorrebbero togliere con il ricatto del vaccino sulla salute e con il lasciapassare verde. Il mondo è nostro, siamo nati e cresciuti qui e non ci serve nessun permesso o lasciapassare per vivere la nostra vita!

 

Sara

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FRATELLI ROVINATI DALLA VACCINAZIONE

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Oggi vorrei testimoniare questo fatto di cui sono venuto a conoscenza qualche anno fa. Era più o meno il 2015, anno più, anno meno, e lavoravo in un ristorante come cameriere. C’erano poche persone e perciò mi sono fermato ad un tavolo a conversare, era una famiglia composta dai due genitori e dai loro due figli: un ragazzino di circa 12 anni e una ragazzina poco più piccola. Sembrava una famiglia molto normale, i genitori lavoravano come impiegati e si stavano godendo le vacanze fuori città. Parlando la madre inizia a raccontarmi alcune cose della sua vita, del suo felice matrimonio, del suo bel lavoro e della nascita dei suoi figli che considerava un dono del cielo e la rendevano realizzata e soddisfatta. Poi però mi ha raccontato che a causa dei vaccini obbligatori che si fanno ai bambini, nel giro di pochissimo tempo, in entrambi i figli si sono scatenati degli effetti avversi. Poco dopo uno di questi vaccini (forse mi hanno specificato quale fosse ma è passato molto tempo e non mi ricordo), il figlio più grande ha manifestato una patologia che non so bene come si chiama, che comporta l’indolenzimento di alcune parti del corpo. In particolare la madre mi ha spiegato, non senza un certo imbarazzo, che il figlio non riesce a trattenere le proprie feci, quindi deve andare continuamente in bagno per evitare di avere problemi di evacuazione quando si trova fuori casa. Io ero molto stupito perché ancora non conoscevo queste cose. Il padre si sentiva un po’ a disagio a parlare di queste cose, temendo che sicuramente anche io – come chissà quante altre persone prima – avremmo giudicato ancora prima di conoscere i fatti, e quindi preferiva tacere e non parlarne, per vergogna e fastidio. Anche il figlio era molto in imbarazzo nel sentirsi raccontare cose sue private davanti ad un estraneo. La madre però non perde le staffe e continua raccontandomi che anche la figlia dopo aver fatto quello stesso vaccino, forse uno o due anni dopo, ha avuto una patologia molto simile, che però ha interessato gli arti superiori, e quindi mi ha spiegato che lei non riesce a stringere forte con le mani, quindi deve fare uno sforzo molto impegnativo per tenere una penna in mano o una tazza, e quindi c’è sempre il rischio che faccia cadere quello che ha in mano. Vedendomi in apprensione e un po’ incredulo, mi invita ad avvicinarmi alla figlia e le chiede di stringermi il dito indice. Io la vedo che lei si mette proprio di impegno per stringere forte con la mano il mio dito, ma non ci riesce, è come se avesse le mani molto indebolite, sembrava che stesse facendo uno sforzo sovrumano, invece stava solo semplicemente stringendo un dito. Immagino quanto potesse essere bizzarra la situazione dal punto di vista degli altri commensali, che vedevano una bambina che si sforzava molto solo per stringere un dito, e quello che per loro era banale, per lei che era stata danneggiata era veramente una sfida. Quell’esperienza mi segnò molto, i genitori non erano persone pazze, né alcolizzate, né drogate, erano persone comuni, e mi hanno spiegato che hanno avuto contatti con molte persone che hanno notato gli stessi problemi nei loro figli dopo la vaccinazione, e che era chiaro che il vaccino era stato la causa di tutto questo. Questi casi non erano poi così pochi, non erano così tanto isolati, però nell’opinione pubblica erano fatti sconosciuti e purtroppo queste persone per vergogna non ne vogliono parlare, sia perché si tratta di loro problemi delicati e personali, e sia perché non vogliono essere giudicati e presi in giro alle spalle. Ma questi fatti meritano di essere conosciuti, per impedire che si vada avanti con questi errori e per impedire che sempre più bimbi e neonati vengano danneggiati, in modo più o meno evidente, da questi sieri.

 

Davide D.

 

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Lettera per mia nipote

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Ciao cucciola,

amore della nonna, tu così scriccioletta e birichina con quegli occhietti furbetti, sei frutto dell’amore della tua mamma e del tuo papà, due forti i ragazzi che fin dagli anni passati sono riusciti a resistere al dilagare della follia universale.

Tu non sai cosa è la follia universale giusto! Proverò a spiegartelo.

Il mondo in cui vivevano, circa 8 anni fa, era governato da personaggi cattivi, proprio come l’uomo scuro del tuo cartone quello che strappa le ali ai pipistrelli che non sono bravi servitori, gli strappa le ali così non possono volare via ed essere liberi dalla sua influenza. Te lo ricordi? Come ti arrabbi quando lo vedi e vorresti sempre dargli un pugno vero? Poi arriva il piccolo essere pelosetto e coccoloso, timido ma forte che risolve tutto salvando tutti i pipistrelli!!

Anche noi in quegli anni volevamo ogni singolo giorno trasformarci nel piccolo essere forte per mandare via l’uomo cattivo, ma lui era così furbo che come l’olio quando lo versi sulla tavola scorre via veloce e per pulirlo servono tante passate con lo straccio ben pulito e brillante. Lui si nascondeva molto bene tanto che solo pochissime persone sapevano della sua esistenza, infatti lui comandava da dietro alle quinte altri uomini cattivi.

Gli uomini cattivi erano i re e le regine del nostro mondo ed erano molto potenti con un esercito di personaggi che li aiutavano in ogni maniera possibile, anche andando nella televisione o sui giornali o nelle strade a strombazzare tante bugie su bugie. Addirittura avevano eserciti di militari con le pistole e i fucili e molti droni.

Molte persone credevano al re e alla regina e mai avrebbero dubitato del loro operato, perché loro usavano una magia particolare, hai presente come il film che ci piace tanto di Harry Potter.. ecco usavano un incantesimo che confondeva le persone come il folletto della banca, rendendole felici e ignare di tutto.

Ad un certo punto del mese di febbraio è arrivato dalla Cina questo virus. Nessuno di noi si è spaventato perché come tutti i santissimi anni arriva il periodo dell’influenza. E tutti a dire “eh è solo influenza che esagerati”. Come quando hai la febbre alta e devi stare al calduccio a guarire fra le braccia della mamma ed è tutto morbido e bello fra a le sue braccia sei sicura e felice, tutto semplice no? Coccole amore calduccio e spremuta di arancia e giusto! il latte e miele! Ma niente con la scusa ci hanno chiuso in casa come la tua cavietta nella sua gabbietta. Li tutti fermi dentro, si poteva uscire solo per fare la spesa e lavorare. Io ho avuto la fortuna di continuare a lavorare perché sai che dove lavorava la nonna ci sono quei bambini speciali, quelli che hanno bisogno di essere aiutati a mangiare a lavarsi, a vivere sereni e comunque felici nonostante tutto.

Purtroppo loro sono stati i primi a soffrire per questo virus influenzale che a forza di parlare e parlare si è trasformato in virus mortale.. hai presente la Maria della Coprativa che se le dico che hai mal di pancia alla sera tutto il paese è in subbuglio perché sei moribonda all’ospedale senza un piede? la stessa cosa! Hai capito? Tutti parlano e alcuni, pagati, ne attaccano un pezzo fino ad ingigantire a dismisura..

 

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I poveri disabili da subito li hanno costretti ad indossare una specie di bavaglino sulla bocca che secondo il re doveva bloccare l’entrata del virus. Invece secondo me era solo per fare ingrassare il re, queste pezze costavano tanti soldini e chi le vendeva? Il re!

Poi pian piano quasi tutto il paese e stato chiuso.. solo alcune persone potevano lavorare e moltissime altre dovevano stare chiuse in casa, anche la scuola è stata chiusa e la tua mamma e la zia dovevano stare tutto il giorno incollate al computer ad ascoltare la lezione. Abbiamo addirittura dovuto comperare un nuovo computer e implementare la rete internet quindi abbiamo speso tanti soldi.

I primi tempi stavano ad ascoltare la lezione, ma il più delle volte facevano altro… Lo sai che la tua mamma non va d’accordo con le regole. Quelle assurde ancora meno…

La situazione era bruttissima, ti facevano sentire in colpa ad uscire di casa. Addirittura passava il camion dei vigili, non ti dico le risate sai pure tu come fa ridere sentire qualcuno che tenta di parlare correttamente l’italiano, abituato sempre ad esprimersi in dialetto..… virus terribile.. state in casa.. vietato uscire.. attenzione coronavirus..virus mortale… state in casa…attenzione con il loro megafono…

Comunque noi siamo stati tranquilli, nessuno controllava, era solo fuffa o come dici tu aria evaporata…

Solo una volta in montagna ci ha fermato la forestale, ma non ci ha detto nulla, avrà visto il mio sguardo da nonnina arrabbiata vero?

Ad un certo punto sono apparsi sulla scena i vaccini, il magico siero che avrebbe dovuto cancellare dalla faccia della terra l’influenza.

Così invece di guarire al calduccio nell’abbraccio amorevole di mamma o di un bel lettone caldo moltissime persone sono state costrette con molti ricatti a vaccinarsi.

Hai ragione a dire se non voglio non lo faccio, ma allora non era possibile molte persone sono state ricattate o ti vaccini o non lavori. Hanno creato una specie di tessera, da usare sul cellulare, che se avevi preso il vaccino diventava verde e allora potevi fare determinate cose altrimenti non potevi fare nulla.

Altre persone sono invece state prese in giro, ti ricordi la magia confundus? Ecco la tua zia è una di queste. Non ha voluto ascoltare la nonna ed è corsa a fare il vaccino! Due dosi! Addirittura! In quegli anni era a scuola e senza la tessera verde non poteva frequentare lo stage e chissefrega diresti tu giusto? No lei non voleva essere diversa e stupidamente non poteva andare al bar..

Tua mamma invece si è fatta più furba e sul telefono aveva tipo 10 diverse lasciapassare di suoi amici e li usava tranquillamente.

 

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La tua zia dopo il vaccino ha avuto problemi di salute per circa un anno, il sistema immunitario era ridotto ad un colabrodo, praticamente sempre in una bronchite, febbre alta, di continuo guariva e poi tornava. Stava bene qualche settima e poi antibiotico, di nuovo tosse non si riusciva a guarire.

Purtroppo molte persone hanno ceduto al vaccino, anche il mio papà. Lui era fermamente convinto di non vaccinarsi mai e poi mai, ad un certo punto hanno messo la tessera verde come obbligatoria per prendere la pensione alle poste e allora ha ceduto. Lui si è subito pentito e non ha proseguito con altre dosi. Già era malato perché durante questi anni non lo hanno curato dalla sua malattia, sai che in quegli anni venivano curate e ti racconterò un’altra volta solo le persone malate di covid.

Lo zio del nonno dopo il vaccino ha ricevuto in dono una malattia terribile, è durato pochi mesi.. ogni muscolo del corpo si è ritirato..

Una sorte bruttissima è capitata al marito di mia cugina, che tu non conosci, ma lui praticamente si blocca immobile mentre faceva qualcosa, rimaneva li bloccato assente. Non poteva guidare non poteva fare nulla e a quel tempo aveva un bimbo piccolo!

 

Fiamma

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2020: L’era della Menzogna

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La storia inizia nel 2022… Ma è già da tempo che la gente, pur di sentirsi superiore e più intelligente, critica coloro che hanno anche solo dei dubbi, e difendono a spada tratta questi sieri “miracolosi”. Così facendo, aprono con le loro stesse mani le fauci del lupo e vi entrano dentro, cercando di portare con loro quanta più gente possibile. Si sentono rassicurati dalla Dea Scienza e dal Dio Televisione, e partono alla riscossa per difendere la loro terra promessa non appena osi solamente dare l’impressione di avere dei dubbi sull’argomento che vanno contro l’opinione comune. Definendoti complottista, e, ancor più ironicamente, ignorante. Fino al 2022 la situazione è andata ovviamente a peggiorare, e sempre più gente si è unita all’esercito non poi tanto fittizio della Scienza e della Televisione. Dal 2020 in poi, però qualcosa scattò. Come una piccola scintilla in una stanza piena di gas, fece esplodere il putiferio. Infatti, da quell’anno in poi, l’Oscurità avrebbe attuato uno dei suoi nuovi piani su larga scala che aveva come obiettivo quello di indebolire la razza umana uccidendone gran parte di essa e schiavizzare la popolazione rimanente. Dal 2020 in poi, non eri più un complottista o un ignorante… o meglio, non solamente quello. Eri un criminale, un pericolo pubblico, un untore. Insomma, che tu fossi un bambino, un ragazzo o un adulto, era sempre la solita storia. “Credi alla TV? Bene, Benissimo.” “Non credi alla TV? Sei un criminale e devi starmi il più lontano possibile.” La politica del terrore e il piano su larga scala del Governo ha funzionato in più fasi. Ha prima seminato il terrore fingendo che ci fosse un’emergenza su scala planetaria, una “Pandemia”. Così facendo ha diviso le persone, facendole diventare più diffidenti che mai l’una dell’altra. Ha poi aumentato ciò grazie ai vari obblighi, tra cui quello di portare una “mascherina chirurgica” accuratamente modificata con nanotecnologie capaci di inibire i sensi e abbassare il Tonale della gente, e i tamponi, anch’essi ben modificati con le stesse tecnologie. Chiunque avesse paura di questi obblighi emanati dal governo e andasse contro di essi, sarebbe andato incontro a multe salatissime e in alcuni casi denunce. Ma non finisce quì. Infatti, più in là, non appena il governo notò che il loro piano stava per andare completamente in frantumi, ha attuato la sua ultima mossa disperata, la più potente, il loro asso nella manica. Ora, questo è letteralmente l’obbligo vaccinale. Se tu, persona normale, senza alcuna dose di vaccino non possedevi il Green Pass (certificato che verificava ufficialmente che avevi il quoziente intellettivo di una scimmia cerebrolesa) avessi anche solo osato mettere piede in un edificio pubblico, eri a tutti gli effetti un criminale. In quegli anni, i nostri cari ladri, spacciatori, mafiosi, erano scomparsi. La gente sembrava essersi dimenticata di questi crimini e l’unico nemico sembrava essere i non vaccinati. Ovviamente per attuare un piano del genere bisogna trovare il modo di rendere la popolazione più stupida e manipolabile possibile. Infatti il vaccino non ha come solo scopo uccidere, ma anche quello di renderti più manipolabile e schiavo del governo e della paura, abbassare le tue capacità mentali e intasarti di nanochip. Motivo per il quale non esiste solo una dose, ma più dosi, così che chi ha ricevuto la dose della manipolazione, dopo che avrà compiuto il suo “lavoro”, convincendo amici e familiari a fare il vaccino, potrà fare la conoscenza della Morte perenne e diventare cenere anche lui.

 

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Perché è questo ciò che fà l’oscurità: “L’oscurità si serve di qualcuno, ingannandolo, promettendo lui qualcosa che non riceverà mai e utilizzando sistemi per far sì che non cambi idea o si ribelli, dopodiché, a lavoro compiuto se ne sbarazza, lo butta via come un bambino fa con un giocattolo rotto e lo uccide”. Ho potuto vedere molti dei miei parenti, sviluppare dopo le dosi di vaccino, dal nulla, malattie letali che prima non avevano. Parenti e amici che prima si alzavano la mattina, andavano a lavoro, uscivano con i loro amici e svolgevano azioni più o meno pesanti, che dopo una o più dosi di vaccino hanno contratto dopo qualche giorno o settimana malattie letali, costretti a letto e lasciati dai dottori a morire (volontariamente). Era diventata una vera e propria Guerra. Noi, che avevamo deciso di spezzare le catene e ribellarci a questo scempio, eravamo la nuova Resistenza, e i governi di tutto il mondo il nuovo Nazismo. Tu, il buono, eri uno contro tutti, il nemico di una Nazione, di un Continente, di un Pianeta.

Racconterò ora un breve aneddoto personale sugli effetti del Veleno-vaccino. Questo mio zio, era una persona estremamente energica, anche a 80 anni non aveva una singola patologia e svolgeva molti lavori, anche quelli più faticosi con estrema facilità, si prendeva cura del suo orto e non si dava pace. Sembrava avere 20 anni. Dopo la 3 terza dose di vaccino, tutto è peggiorato nel giro di pochissimo tempo. Una settimana dopo dall’assunzione della terza dose, dopo aver passato una settimana disteso a letto in preda a dolori “apparsi dal nulla” è stato portato in ospedale. Nel giro di un mese: un rene asportato, un polmone era andato a farsi benedire e non funzionava più, aveva contratto non so quanti disturbi mentali tra cui Alzheimer e Demenza Senile che prima non aveva, disturbi gravi della digestione e chi più ne ha più ne metta. E ricordate: il tutto nel giro di un mese. Un mese è quanto basta per eliminare una persona in perfetta salute fisica e buona salute mentale, immaginate qualcuno che invece non è nemmeno in buona salute. Furono degli anni pesantissimi, abbiamo subìto innumerevoli attacchi ma abbiamo continuato a resistere e andare avanti, non importa quante volte siamo caduti, ci siamo sempre rialzati.

La mia esperienza:

Ci tengo a condividere questa mia esperienza strettamente personale, perché voglio che essa diventi un simbolo di ciò che abbiamo passato in questi anni. Una testimonianza da far accapponare la pelle, che cercherà di farvi comprendere ancora di più quanto non ci fosse limite alla manipolazione che le persone stavano subendo in quel periodo.

Era il Gennaio del 2022. Io, ragazzo di soli 16 anni, circondato da una “famiglia” di plurivaccinati, così come tutti nel paesino in cui vivevo e nella città non molto lontana… come tutti i miei compagni dell’Accademia, combattevo ogni giorno contro quelle assurde restrizioni. Era pesante. A scuola i professori facevano il lavaggio del cervello agli alunni, e gli obbligavano a tenere la mascherina (museruola) con le nanotecnologie all’interno alzata. Se non eri d’accordo con le loro opinioni sull’argomento allora non importa quanto tu fossi bravo e intelligente, in un compito in classe degno di un 10, dovevi sperare almeno in un 6, solo perché non la pensavi come loro.

 

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Ho passato mesi ad utilizzare i trasporti pubblici “illegalmente” poiché non avevo il famoso green pass. Ogni giorno ero bombardato da Scuola, Televisione, discorsi di persone più che stupide e i miei “genitori” che di ritorno da scuola, mi accoglievano con urla e insulti, dicendomi che ero infantile e immaturo perché non volevo vaccinarmi, che stavo buttando la mia vita al vento e che se polizia e autorità varie mi avessero scoperto ad andare in giro senza vaccino non avrebbero avuto i soldi per pagare le multe e che anche se li avessero avuti, non li avrebbero di certo usati per me perché “lo avevo voluto io”. Naturalmente non ho mai cambiato idea, i miei ideali e le mie intenzioni rimanevano le stesse. Poi arrivò il giorno in cui dissi che non me ne sarebbe importato nulla, che avrei preferito vederli affamati sul ciglio della strada e non avere alcun lavoro lasciando la scuola, che sapere di essere stato tradito da quelli che credevo essere la mia “famiglia”. Il giorno dopo mi presero con la forza e mi portarono al centro vaccinale più vicino, addirittura chiamarono le guardie armate che erano lì perché mi tenessero d’occhio e mi facessero vaccinate senza che potessi fuggire da quel campo di concentramento. Era il 19 Gennaio 2022. Il giorno più brutto della mia vita. Mi sentivo una merda. Avevo fallito. Passai la settimana successiva a casa, debole e triste perché avevo fallito nella battaglia che stavo combattendo da più di 2 anni. Ogni minuto della giornata non facevo altro che darmi la colpa, non ero stato abbastanza forte. Mangiavo poco e niente e dopo mangiato andavo a letto, senza prendere sonno, e riflettevo, continuando a darmi la colpa e insomma, pensavo tutto fosse finito e che mi attendesse una triste e imminente morte, senza aver mai potuto avere la possibilità di conoscere dal vivo quelle persone dell’Accademia che mi avevano aiutato e sostenuto fino a quel momento. Dopo quella settimana, una sera capii. Stavo buttando a terra il mio umore da solo e stavo solo peggiorando la situazione. Ma non sapevo cosa fare. Tutto attorno a me stava crollando ed io mi sentivo in balia del vento. Allora feci la prima cosa che mi venne in mente, non mi importava del risultato. Mandai un messaggio ad Angel, la mia maestra di Arti Psichiche, dicendole tutto. Le raccontai la mia esperienza, i miei pensieri e le mie preoccupazioni, senza preoccuparmi di aggiustare la grammatica e di non far trasparire le mie emozioni in quel momento. Era uno sfogo, stavo parlando alla persona che ritenevo più speciale di chiunque altra, l’unica che in quei due anni mi era stata vicina tramite i suoi insegnamenti quando tutto il mondo ce l’aveva con me. Mi rispose subito. Fui sorpreso e leggendo la sua risposta, lacrime di gioia miste ad un sentimento non descrivibile a parole scendevano dalla mia faccia. È stato come se in un millisecondo, quella negatività fosse stata spazzata via, dentro di me c’era solamente spazio per una Gratitudine infinita e per una purissima rabbia nei confronti dell’oscurità, ancora più di prima. Lei mi disse di non preoccuparmi, di meditare e pensare positivo. E aggiunse di dover essere forte e non mollare. Nonostante fossi letteralmente a terra, indifeso e sconfitto, praticamente dato per morto da me stesso, lei mi aiutò a rialzarmi.

 

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Mi diede la forza per andare avanti ed io feci di conseguenza. Quella fu una delle esperienze più belle ed importanti della mia vita. Mi insegnò un importante lezione… che non è tutto perso finché si ha speranza, e che perdiamo per davvero solo quando ci stanchiamo di combattere. Che dobbiamo sempre rialzarci nonostante tutto, perché la posta in gioco è alta e la nostra missione è ben lontana da essere completa.

Ho raccontato questa mia esperienza non solo per dare un’idea della situazione del tempo e del Nazismo che si era nuovamente stabilito su scala mondiale, ma anche per cercare di far capire ciò che io avevo compreso. Che non bisogna mai smettere di combattere.

“Più l’Oscurità si fa fitta, più la Luce cresce abbagliante. Quella che era solo una fiamma debole contro un forte vento gelido che tentava di spegnerla, presto diventerà un’enorme fiamma, un pilastro di Luce incrollabile, e coloro che pensavano di poterla spegnere, capiranno presto che fu un grosso errore. Quella creatura indifesa e debole che decisero di attaccare, diventerà presto la ragione della loro disfatta.

 

Felix the Astral Fox

 

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Vaccini e vaccinati – Esperienze a scuola

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Nel 2021 lavoravo in una scuola media come insegnante e a febbraio arrivò subito l’avviso che ricordava agli insegnanti l’importanza di sottoporsi alla vaccinazione per evitare la chiusura delle scuole, per il bene di tutti e bla bla bla… Nonostante non vi fosse alcun obbligo, molti dei miei colleghi, quelli che si ritenevano “i paladini del bene comune”, corsero a dare il “buon esempio”, alcuni erano riusciti a vaccinarsi addirittura prima che aprissero le prenotazioni! Al contrario io invece cercai di dare il “cattivo esempio” condividendo tutte le informazioni utili e comprovate che leggevo in rete, cercando così di mettere in guardia più persone possibili da ciò che si sarebbero iniettate. Inoltre i colleghi vaccinati dimostrarono fin da subito un perfetto esempio delle possibili conseguenze di quel fantomatico siero!

Partiamo dal collega di ginnastica, un omone sulla quarantina che con il suo vocione ripeteva a destra e a manca l’importanza di creare un nuovo lockdown e nel frattempo vaccinare tutta la popolazione… i suoi discorsi mi mettevano i brividi! Un venerdì pomeriggio si sottopose alla vaccinazione e tornò al lavoro dopo una settimana, raccontando di averla trascorsa interamente a letto in quanto non aveva più la forza di reggersi in piedi, si sentiva debolissimo e affaticato tanto da non riuscire più nemmeno a camminare. Da quel giorno non lo si riconosceva più, da persona piena di boria diventò un agnellino amorfo, non lo si sentiva più urlare, sembrava come essersi spento!

Il collega di musica inizialmente era molto diffidente e spaventato dalla vaccinazione, ma nonostante non fosse ancora obbligatoria, si lasciò ugualmente convincere e corse a farsi inoculare
il siero! Anche lui rientrò al lavoro dopo una settimana. Raccontò che qualche ora dopo la vaccinazione si era recato alle prove della banda, di cui era direttore, e si era reso subito conto di non essere più in grado di muovere o alzare le braccia per dirigere l’orchestra! Inoltre lamentava di sentire costantemente un peso al petto che lo bloccava e lo rendeva sempre molto debole e affaticato. Mentre mi raccontava l’accaduto stavamo facendo sorveglianza assieme a ricreazione, ricordo che ad un certo punto mi fissò con sguardo vacuo, interruppe la frase che stava dicendo e se ne andò senza spiegazioni come se fosse un robot che all’improvviso si era buggato, tra l’altro lasciando la propria classe incustodita… mi fece molta impressione, perché sembrava che dentro quell’uomo non fosse rimasto nulla! Sembrava letteralmente un automa! Anche altri colleghi notarono questo suo strano comportamento, capitava spesso che nel bel mezzo di una conversazione si bloccasse improvvisamente lasciando le frasi a metà, diventando completamente assente per un po’.

 

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Anche la collega di inglese, una donna sulla quarantina, si assentò per parecchi giorni dal lavoro. Quando rientrò le chiesi cosa le fosse accaduto e mi raccontò che dopo essersi vaccinata aveva contratto una brutta influenza con la febbre altissima che le bloccava la respirazione. Anche lei confermò di sentire costantemente un forte peso al petto che le impediva di compiere anche il minimo sforzo. Era tornata al lavoro ma aveva grosse difficoltà motorie e respiratorie ed era a dir poco disperata.
La responsabile scolastica della sicurezza, colei che raccomandava a tutti la vaccinazione per il bene comune e la sicurezza sul lavoro, dopo essersi sottoposta alla vaccinazione finì in ospedale e dovette rimanere per due settimane in terapia intensiva a causa di una grave forma di trombosi.
Il vicepreside, colui che per primo in tutto l’istituto si sottopose alla vaccinazione ancor prima che aprissero le prenotazioni per dare il buon esempio, non saltò nemmeno un giorno di lavoro stacanovista com’era, ma continuava a lamentare fortissimi mal di schiena che gli impedivano di muoversi normalmente, diceva che era come se avesse migliaia di aghi conficcati nella schiena.
Il collega di matematica, un fifone ipocondriaco di prima categoria che girava per la scuola con due mascherine una sopra l’altra, dopo la vaccinazione si assentò dal lavoro per più di due settimane. Ritornò a scuola mortificato per averci costretto a sostituirlo per tante ore… anche lui aveva contratto una grave influenza con febbre altissima che gli impediva di respirare, si sentiva costantemente debole e non era più in grado di compiere il minimo sforzo senza sentire un forte blocco al petto.

La nazista insegnante di tedesco, colei che dava continue punizioni agli studenti se non indossavano correttamente la mascherina o se non mantenevano la distanza di sicurezza, dopo la prima dose si assentò per una settimana. Quando le domandammo il motivo della sua assenza, orgogliosa com’era della sua scelta, mai ammise di essere stata male, disse solo di essere rimasta a casa per sicurezza, si sa, dopo aver fatto il vaccino meglio stare un po’ tranquilli, sia mai che insorga qualche evento avverso! Nei mesi successivi la vaccinazione si assentò parecchio da scuola, ma non volle mai rivelare le cause di tutte quelle assenze, non vi dico la gioia degli studenti!
Concludo con la collega di inglese, anche lei promuoveva il vaccino con il megafono. “Finalmente oggi vado a fare il vaccino, sono proprio contenta, basta restrizioni!” continuava a ripetere a tutti il giorno della vaccinazione. Ritornò il giorno successivo sostenendo di stare benissimo e di non aver avuto il minimo effetto avverso, ma nonostante all’apparenza stesse bene fisicamente, nelle settimane successive notammo tutti in lei un grosso cambiamento mentale. Diventò iper isterica e aggressiva con tutti, sembrava non avere più filtri nel cervello dicendo tutto ciò che le passava per la testa senza porsi il minimo riguardo.

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Era diventata di una maleducazione impressionante, il suo comportamento era veramente imbarazzante, nonché abbastanza inquietante…
Questi furono gli effetti dopo una/due dosi di vaccino, non oso immaginare cosa accadde a questi personaggi con i richiami successivi! Era incredibile, chiunque decidesse di sottoporsi alla vaccinazione ne subiva in qualche modo le conseguenze e nessuno poteva sostenere il contrario in quanto gli effetti erano evidenti a tutti. Tra l’altro chi si sierava era pure obbligato a firmare un consenso informato in cui si assumeva la totale responsabilità della vaccinazione e di possibili effetti avversi ad essa correlati. Delle serie, se ti succede qualcosa a causa del vaccino, nessuno ti tutela e ti arrangi!

Arrivata la fine dell’anno scolastico mi sentivo abbastanza soddisfatta perché dopo essermi confrontata con parecchi colleghi, molti di essi avevano scelto di non vaccinarsi… ma non bisogna mai cantare vittoria troppo presto, perché il ricatto era dietro l’angolo! Infatti qualche mese dopo, a settembre 2021, inserirono il marchio verde (ottenibile con tampone ogni 48h o vaccinazione) per il rientro a scuola e a dicembre 2021 la vaccinazione divenne obbligatoria per tutto il personale scolastico. Io decisi di non cedere al ricatto, mai e poi mai mi sarei fatta tamponare o vaccinare per lavorare e scelsi la via della disoccupazione. Ma stiamo scherzando?! Vaccinarsi con un siero sperimentale dannosissimo alla salute per poter lavorare?! Che razza di ricatto è mai questo?! È completamente illegale! Dove è finita la libertà di scelta?! Dov’è finito il diritto fondamentale di scegliere della propria salute?! Dov’è finito il diritto al lavoro?! Inutile ribadire la mia totale delusione dopo aver visto la reazione del corpo docenti, che come un gregge di pecore è corso a vaccinarsi e tamponarsi dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di lasciapassare verde. È veramente gravissimo che proprio coloro che sono incaricati di istruire le nuove generazioni sull’importanza dei Diritti Umani e sul rispetto delle Libertà Fondamentali, coloro che condannano le grandi dittature del passato come il Fascismo e il Nazismo e celebrano la Giornata della Memoria affinché non si ripetano più simili ingiustizie e atrocità, cedano al ricatto del lasciapassare senza fare nulla per opporsi! Tante belle parole che prendono dai libri e poi si vendono al Governo, supportando il siero magico, il lasciapassare verde e questa Dittatura Neonazista! Dov’è finita la coerenza?! Indipendentemente dalla vaccinazione, se avessero voluto dare una vera lezione di vita ai propri studenti, avrebbero scelto l’unica via giusta e si sarebbero rifiutati di accettare un lasciapassare per poter lavorare! Più volte proposi ai colleghi azioni di protesta comune, ma quasi nessuno sembrava interessato ad aderire, ognuno preferiva tutelare prima sé stesso. Ad esempio, le prime settimane di scuola proposi a tutti di assentarsi in massa fino alla completa rimozione del green pass, ma solo pochi sembravano interessati ad aderire, gli altri rispondevano con rassegnazione che non sarebbe cambiato nulla. Certo, se nessuno muove un dito, ovvio che non cambierà mai nulla! Rimasi molto delusa, soprattutto perché il 90% dei colleghi che si erano dichiarati contrari al siero alla fine cedettero al ricatto pur di poter lavorare!

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Io no, mai e poi e mai sceglierò di mettere a repentaglio la mia salute per obbedire ad una legge illegittima, illegale, anticostituzionale ed ingiusta! Il mio corpo e la mia Anima non sono e non saranno mai in vendita, sono troppo preziosi, piuttosto muoio di fame!

 

Perché, professori?

Il “green pass” non ha alcun senso logico.

Perché lo mostrate e poi venite a insegnarci la matematica?

Il “green pass” non ha alcun fondamento scientifico.

Perché lo mostrate e poi venite a insegnarci le scienze?

Il “green pass” certifica che lo stato di diritto è finito.

Perché lo mostrate e poi venite a insegnarci il diritto?

Il “green pass” rimanda il pensiero a epoche oscure.

Perché lo mostrate e poi venite a insegnarci la storia?

Il “green pass” mette alla porta chi coltiva il dubbio.

Perché lo mostrate e poi venite a insegnarci la filosofia?

Il “green pass” è un pessimo esempio culturale.

Perché lo date e poi entrate in classe a far lezione?

Perché, professori?

 

Sara

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MILITARI MORTI E LAVAGGIO MENTALE

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Questa esperienza che sto per raccontare è talmente fuori di testa che non volevo scriverla da quanto sembra inverosimile, la racconterò il più fedelmente possibile anche se sono sicuro che difficilmente sarà creduta, perché veramente non ha senso. Era febbraio del 2021 e nell’azienda in cui lavoravo, si iniziava a parlare dei vaccini anti-covid, c’era chi ne parlava preoccupato, chi ne era entusiasta e persino che investiva soldi sulle aziende che producevano quei vaccini, per trarne dei benefici. L’azienda stessa organizzava pulmini per i dipendenti per portarli a vaccinare in orario di lavoro, permettendogli così di saltare la giornata lavorativa ed essere retribuiti ugualmente. In quel frangente una mia collega era molto preoccupata, lei era una biologa e capiva che c’erano molte cose che non andavano bene. Avendo visto la mia ferma posizione contraria alla vaccinazione, mi parlò in privato e mi confidò che il suo compagno, anche lui trent’enne, lavorava come militare ed era stato praticamente obbligato a vaccinarsi. Poi mi ha raccontato che a seguito della vaccinazione, pochi giorni dopo, due dei suoi colleghi sono morti all’improvviso. Lei era molto preoccupata, ma nonostante ciò non voleva diffondere i suoi timori con gli altri colleghi, per paura di essere giudicata dall’azienda, che invece era molto favorevole alla vaccinazione e anzi spesso passavano in ufficio per organizzarsi coi pulmini per portare i dipendenti a vaccinarsi. Quando le venne chiesto in che giorno voleva vaccinarsi (quindi non se voleva vaccinarsi o no, ma in qualche giorno “preferiva” andare, con tono dolce, come se fossero così tanto disponibili con lei da accompagnarla a farsi vaccinare nel giorno in cui voleva, della settimana dopo e assolutamente non più tardi), lei scelse un giorno e obbedì, andando a vaccinarsi, seppure ancora non ci fossero gli obblighi o le restrizioni per chi non fosse vaccinato, quindi sembrava ancora una scelta personale. Lei si vaccinò e da lì cambiò completamente personalità, dei colleghi del compagno morti dopo il vaccino se ne dimenticò completamente, negò e non lo raccontò mai a nessuno, al contrario si mostrava a favore della vaccinazione e si prodigò ad aiutare chiunque fosse in dubbio, per convincerlo a vaccinarsi, in qualunque modo. Il lavoro per lei era tutto e nel tempo libero faceva la catechista, trovare una chiesa e diventare catechista fu la sua seconda priorità (dopo aver trovato casa e lavoro) una volta arrivata in questa regione. Successe poi che c’era nel nostro stesso ufficio un ragazzo che non voleva vaccinarsi, e io più volte l’ho appoggiato e convinto a non farsi influenzare, ma lui era innamorato della biologa catechista, di almeno 10 anni più vecchia di lui. E lei usò questa sua infatuazione per sedurlo un po’ e dargli un appuntamento… all’hub vaccinale. Il ragazzo accettò l’appuntamento. Così la catechista convinse il ragazzo appena maggiorenne, e quindi molto più giovane di lei, a vaccinarsi e poi a mangiare qualcosa insieme, come un appuntamento romantico, solo loro due. Dopodiché l’ha scaricato, senza dargli quello che voleva. Ho il forte sospetto che abbia fatto la stessa cosa anche con un altro ragazzo, e anche con me ha cercato più volte di convincermi, io ho cercato di ricordarle quello che era successo ai colleghi del suo compagno e lei mi ha risposto che non era stata riconosciuta nessuna correlazione, quindi potevamo stare tranquilli. Un altro collega ancora era incerto, disse che sua madre anziana era stata molto male dopo la vaccinazione, e lei è intervenuta per rassicurarlo dicendole che erano passate le due settimane in cui si rischia di avere la trombosi (che può avvenire ovunque, poi se prende in alcuni organi come il cervello si muore), quindi ormai era fuori pericolo. Come disse lei “l’importante è farsi la seconda dose”. Era diventata una persona completamente diversa. Persino un altro nostro collega che continuava a dire a tutti che le restrizioni del green pass erano illegali, venne poi a sventolarmi il suo codice davanti la faccia, per mostrarmi che ormai “lui era libero”. Lì dentro ormai non si poteva più stare.

 

Davide D.

 

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Testimonianza avvenimenti post vaccinazione covid-19

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Italia 05/08/2022

Scrivo queste righe per testimoniare la verità di quello che sta accadendo alle persone in questo periodo storico, in seguito alla vaccinazione cosiddetta anti virus covid-19.
Nonostante migliaia di medici e scienziati in tutto il mondo, compresi premi Nobel, si siano espressi a sfavore di questa nuova generazione di cosiddetti vaccini per il covid-19, molte nazioni, l’Italia in particolare, continuano attraverso ogni mezzo a loro disposizione e con tutti i metodi possibili a spingere tutti i cittadini a farsi vaccinare. Siamo ormai alla quarta dose di vaccino, da quando da gennaio 2021 è iniziata la campagna di vaccinazione. Vaccinazione che in ogni modo stanno tentando di rendere obbligatoria ancora oggi e alla quale, nonostante le vere e proprie persecuzioni razziali e privazioni subite, milioni di cittadini, si sono rifiutati di farsi sottoporre, per più che giustificati e legali motivi. In primis la mancanza dei tempi di sperimentazione precedenti alla somministrazione di massa e la conseguente non conoscenza degli effetti collaterali possibili. Centinaia di migliaia di questi cittadini, appartenenti a determinate categorie lavorative, in particolare tutti coloro operanti in ambito sanitario, ancora oggi purtroppo sono privati senza stipendio del loro lavoro e della possibilità di guadagnare i soldi per sopravvivere e far sopravvivere le proprie famiglie, perché non intendono sottoporsi alla sperimentazione del vaccino, ormai oggettivamente definibile pericoloso.
Purtroppo, a distanza di un anno e mezzo circa dalle prime inoculazioni, si iniziano a conoscere gli effetti collaterali e si stanno verificando in milioni di casi effetti avversi post vaccino, anche mortali, in tutto il mondo e verso i quali è in atto una feroce censura di regime in molte nazioni, sicuramente in Italia, dove non si può parlare né delle sostanze non dichiarate e pericolosissime trovate nei vaccini a seguito di analisi effettuate in laboratorio, né degli effetti avversi post vaccinazione, senza rischiare, nella migliore delle ipotesi, di essere censurati e subire gogne mediatiche sproporzionate, nella peggiore delle ipotesi avere denunce e/o conseguenze ben più gravi e per così dire, misteriose. Alcuni medici e scienziati che studiavano la composizione dei vaccini o tenevano monitorata l’ampia gamma di effetti avversi post puntura e che tentando di informare onesti cittadini sulla verità oggettiva dei fatti, sono stati trovati morti in casa, disgraziatamente colti da malori.
Oltretutto, è ormai impossibile da nascondere ed è noto a tutti, che il vaccino non immunizza e non impedisce la trasmissione del cosiddetto covid-19 e non impedisce neanche la morte, dal momento che, in Italia, milioni di persone vaccinate dicono che abbiano contratto il virus, delle quali migliaia  sono morte, secondo le fonti di governo. Quindi sarebbero morte a causa del virus nonostante avessero fatto 3 o 4 dosi del vaccino che avrebbe dovuto proteggerle da quel virus.
A tal proposito, ad onore della verità, di seguito elencherò i casi di decessi e malattie post vaccinazione, di persone che personalmente conosco o conoscevo:

1) La mamma di 72 anni di un mio amico, 2 mesi dopo la seconda dose di vaccino anti covid-19, a giugno 2021, è morta dopo 3 settimane in ospedale, a quanto hanno detto i medici, a causa del contagio da covid-19.

2) Il papà di 71 anni di un mio amico, 1 mese dopo la terza dose di vaccino anti covid-19 è morto, dopo 15 giorni in ospedale, causa polmonite bilaterale, a detta dei medici.

 

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3) La ex compagna di 49 anni di un mio conoscente è morta di infarto all’incirca un mese dopo la terza dose di vaccino. L’ex compagno, vaccinato, sostiene che sia stato il vaccino a causarlo, in quanto lei era persona sanissima in salute e con nessun caso di problematiche al cuore nella storia famigliare.

4) Un amico di famiglia di 60 anni è da poco uscito da 10 giorni di terapia intensiva, causa grave infarto. Tre dosi di vaccino fatte.

5) Una mia cugina di 72 anni, un mese dopo la terza dose, ha sfiorato la morte e ha fatto 3 settimane di terapia intensiva in ospedale, a causa di una miocardite acuta e per curarla, dovrà avere uno stile di vita molto dimesso e prendere a vita una pasticca di un medicinale, ancora sperimentale. Aveva fatto la terza dose di vaccino pochi giorni prima del malore.

6) Una amica di famiglia di 79 anni, dopo essersi ripresa dopo diversi mesi dalla rottura di un femore, è stata costretta alla quarta dose di vaccino in una RSA il mese scorso. La sera stessa dell’inoculazione ha avuto febbre alta e pressione altissima ed è stata ricoverata d’ urgenza in rianimazione, dove ancora si trova. A detta dei medici, ha una polmonite bilaterale.

7) Un uomo di 60 anni, con cui ogni tanto mi vedo per ragioni lavorative, sono 2 settimane che non riesce quasi più a stare dritto in piedi e a camminare. Tre dosi di vaccino fatte. Gli hanno diagnosticato il diabete qualche mese fa e i medici gli hanno detto che le “difficoltà” motorie potrebbero essere causate dalle medicine per il diabete.

8) La compagna di mio padre, 70 anni, tre dosi di vaccino, aveva un leggero problema di udito ad un solo orecchio. Ora è costretta a portare apparecchi acustici per sentire, è diventata quasi sorda in pochi mesi, dopo la terza dose di vaccino.

9) Mio padre, 81 anni. Dopo tre dosi di vaccino, ha perennemente la voce abbassata, soffre di bronchite cronica, che lo ha costretto già a 4 cicli di iniezioni di antibiotici. Sono peggiorate le sue capacità motorie, ha lievi vuoti di memoria. Prima dei vaccini aveva una memoria eccezionale per la sua età.

Nel comune dove vivo di 25.000 abitanti circa, nell’ultimo anno, solo di quelle di cui per caso sono a conoscenza, sono diverse decine le persone morte, di tutte le età, anche giovani, a causa di infarto o colte da malore improvviso. Tutte vaccinate con due o tre dosi e senza problemi di salute precedenti gravi, conosciuti.
Tramite i canali di informazione indipendente, che riescono a sopravvivere alla censura della dittatura in cui viviamo oggi in Italia, si può apprendere di continue morti da malesseri improvvisi, che colgono persone in qualsiasi momento e spesso causano la morte anche di altri esseri umani, perché avvengono alla guida di mezzi di trasporto, purtroppo.

Questa è la mia testimonianza. La verità dei fatti oggettivi, realmente accaduti, raccontata da chi, come me, sta vivendo questo tempo di menzogne e manipolazioni di massa, in questo pianeta, in Italia, qui, ora, oggi 05/08/2022.

 

In fede,

Bix

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ACNE, TUMORI E MORTI DOPO LA VACCINAZIONE COVID

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Durante il periodo della propaganda per la vaccinazione, arrivata all’esasperazione nel periodo 2021-2022, molti miei amici d’infanzia erano favorevoli alla vaccinazione, in particolare due ragazze molto acide e scontrose, che erano tra quelle che lodavano i locali che rispettavano le leggi naziste che impedivano alle persone non sottoposte alla vaccinazione covid di entrare all’interno dei locali anche solo per prendere un caffè. Alla prima di loro, poco dopo aver fatto una delle dosi (non so quale ma non era la prima), è salita una febbre fortissima che l’ha debilitata tantissimo, costringendola a letto senza forze per molti giorni. Quando si è poi ripresa le è successo un “piccolo” fatto curioso, praticamente le è venuta l’acne, molto diffusa in tutto il viso, come avviene in alcuni adolescenti nella fase di pubertà, con la differenza che non le è più andato via. Praticamente da allora (febbraio-marzo 2022 mi pare) fino ad oggi, che siamo in agosto 2022, continua ad avere questa forma di acne senza fine, continuano a formarsi sul viso, in continuazione, ovunque, e lei deve mettersi un etto di fondotinta per nasconderli tutti. Siccome quando me l’ho raccontato ho fatto finta di non crederci (in realtà mi stavo sforzando di non ridere) mi ha fatto vedere la foto di lei senza trucco, aveva delle occhiaie blu scavatissime e che arrivavano agli zigomi, e l’acne ovunque, tutta la faccia piena di questi bubboni rossi pieni di liquido bianco, faceva veramente schifo. E lei diceva che da allora continuano a formarsi in continuazione in faccia come se fosse in pubertà. La cosa grave è che non ha ancora capito che è a causa del vaccino, dice che sia colpa del covid… L’altra ragazza invece ha avuto una serie di lutti in famiglia. Il padre infatti aveva dei problemi gravi di salute, con cui conviveva da tutta la vita, ma che comunque rimanevano stabili. Dopo aver fatto i vaccini per paura che prendesse il covid e quindi potesse morire, i suoi valori sono diventati tutti sballati e nel giro di poche settimane era diventato molto grave, al punto che non c’era più nulla da fare, ed è morto. Pochi mesi prima il nonno era stato ricoverato in ospedale, di lui non ebbero notizie, se non che all’improvviso era diventato positivo e quindi era sicuramente morto di covid, seppure avesse tutt’altre patologie. A un altro suo parente invece, poco dopo la terza dose, hanno diagnosticato un tumore alla prostata. Ma in tutto questo continuano a dire che non c’è nessuna correlazione.

 

Davide D.

 

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TESTIMONIANZE DA VACCINO

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Se questo periodo che stiamo vivendo fosse un racconto sarebbe con molta probabilità un racconto dell’orrore o una tragedia. Io ne sono rimasta parzialmente fuori non avendo molti contatti con le persone e lavorando in un ambiente no-vax però non esserne toccati è impossibile. In questo articolo parlerò di alcune persone che mi stanno a cuore e che a seguito del vaccino sono state fatte a pezzi. Tra i vaccinati che conosco ci sono mia nonna, mio fratello e la mia migliore amica, oltre a svariati parenti a cui accennerò in seguito, ma sono i primi tre quelli di cui mi importa davvero e di cui non perdonerò mai chi li ha portati a vaccinarsi. Quando è arrivato il covid inizialmente sembrava una presa in giro del governo, non diversa dalle altre malattie spacciate per drammatiche come l’ebola, l’aviaria, la mucca pazza… e sinceramente all’inizio ero pure contenta di stare a casa perché il distacco dalla folle routine che stavo tenendo da quasi sei mesi mi stava uccidendo. Premetto che non sono mai stata in casa durante la quarantena, sono sempre uscita ma il non andare a lavorare mi ha dato quel tempo che mi serviva per tornare ad ascoltare me stessa. Questo era agli inizi, prima di sentire che un ragazzo nel paese dove vive mia nonna si era suicidato perché dopo essere andato con il raffreddore ad una festa con gli amici alcuni di loro si erano ammalati. Lì per me ha smesso di essere un gioco, una semplice distrazione delle multinazionali e ho capito che c’era qualcosa di molto più oscuro sotto. Poi sono arrivati i vaccini e lì è cominciata la tragedia. La prima a cadere nella mia famiglia è stata mia nonna, completamente lobotomizzata dalla tv, dalla sua dottoressa e dai miei genitori. Se i miei genitori le avessero detto di non farlo lei gli avrebbe creduto ma siccome non l’hanno fatto e anzi, l’hanno spinta a vaccinarsi, lei si è fidata. Una premessa, i miei genitori non sono vaccinati, conoscono i rischi ma allo stesso tempo non si volevano prendere la responsabilità di non vaccinare lei e volevano vedere cosa sarebbe successo ai vaccinati. Questo non lo potevo accettare, sono cresciuta più con mia nonna che con i miei genitori e ho fatto tutto quello che potevo per proteggerla. Ho parlato con tutti loro, gli ho spiegato i rischi, le conseguenze, ho urlato, le ho detto che c’erano persone che da un momento all’altro impazzivano e diventavano cattive e che se sarebbe successo a lei non sarei più andata a trovarla, come ultima risorsa sono andata da lei sperando che la sua coscienza fosse ancora un minimo attiva. Mia nonna ha sempre raccontato le sue esperienze con entità e ha (o meglio, aveva prima del vaccino) un talento per comunicare con le piante per cui speravo di poterla aiutare. Le ho spiegato cosa volevo fare e le ho chiesto di percepire i vaccini allo stesso modo in cui ascoltava le piante che aveva davanti. Quando abbiamo finito il suo viso era sconvolto e mi ha detto: “Sono davvero così terribili? Ma tutti sono così?”. In quel momento era davvero spaventata e mi ha detto che non avrebbe assolutamente fatto il vaccino. Una settimana dopo si è vaccinata… perché? Perché la dottoressa l’ha chiamata e le ha detto di aver preso appuntamento per lei e non è riuscita a dirle di no, tanto più che mia mamma le ha consigliato tanto di farlo… al che io mi sono infuriata con i miei genitori e con lei. Non ne volevo più sapere di nessuno. In quelle settimane i miei genitori andavano in giro con un sorriso sadico ogni volta che si nominava l’argomento “vaccini” e nonostante avessero deciso di non farlo per sé, spingevano tutte le persone intorno a farlo, mia nonna e mio fratello compresi. Dopo la prima dose è arrivata la seconda e poi la terza e ad ogni iniezione sembrava più svuotata, stanca, grigia. A livello fisico è sempre stata una donna molto forte e ora è completamente distrutta, la sensazione è che sia un sacco vuoto che si muove, cammina lenta e fa fatica ad ogni passo. Quello che è successo dopo però non mi ha toccato più di tanto perché lei è morta dentro con la prima dose, quando l’ho vista dopo il vaccino non brillava più, era un manichino con l’aspetto di mia nonna ma lei non c’era più. A discapito della mia intenzione iniziale ho continuato ad andare da lei, soprattutto nel primo periodo, e ci sono stati degli episodi in cui i suoi occhi cambiavano, da assente diventava cattiva e iniziava ad insultarmi per non essere vaccinata e a dire che la mia vita sarebbe finita. Questo succedeva solo quando mi trovava sola, davanti agli altri non succedeva mai, tanto che ho pensato di mettere un registratore per far capire a mia mamma la gravità della situazione.

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Finita la “crisi” che durava in media 3-4 minuti gli occhi cambiavano e andava a fare le sue cose come se nulla fosse accaduto e anzi, non si ricordava proprio di averle dette quelle cose! Io ci soffrivo tantissimo, non tanto per quello che diceva, visto che sapevo che non si trattava di lei ma di una specie di zombie vivente, ma soprattutto perché si era lasciata uccidere in quel modo, gliel’avevo detto che sarebbe successo, l’aveva pure capito e nonostante questo si è lasciata manipolare abbandonandomi in quella situazione. Questa è stata la mia prima tragedia personale mentre attorno a me sentivo di gente che perdeva l’uso delle gambe, una ragazzina delle medie nella mia città è morta, altra gente continuava a morire, il mio prozio a meno di una settimana dal vaccino ha avuto un ictus cerebrale e gli altri zii leggere reazioni avverse a livello muscolare. In questo caos mio fratello ha deciso di vaccinarsi. Aveva resistito a tutta la propaganda dei miei genitori, a differenza mia non doveva andare né all’università né aveva un lavoro eppure quando i miei genitori sembravano essere tornate persone normali lui ha deciso di punto in bianco che non credeva a tutte le teorie su quello che stava succedendo e che se in futuro avrebbe dovuto trovare lavoro allora il vaccino sarebbe servito. In questo caso il nostro dottore si è opposto ma siccome lui voleva farlo comunque, gli ha dato una serie di medicinali omeopatici da prendere sia prima che dopo il vaccino per cercare di diminuire e contrastare l’assorbimento delle sostanze che si trovavano dentro. I miei genitori in questo caso non l’hanno spinto ma non l’hanno nemmeno fermato, sono rimasti a guardare dando la responsabilità al libero arbitrio. Apparentemente mio fratello non ha avuto reazioni avverse, a livello fisico è perfetto e ci sono stati solo un paio di episodi in cui si trovava assieme a mia nonna e insieme si sono scagliati su di me perché non mi ero vaccinata mentre loro sì, parlando come se il vaccino li avesse resi delle superstar costrette a stare con delle merde di non vaccinati. Senza conoscere bene mio fratello non si noterebbe nulla di strano, anzi, prima del vaccino era sempre chiuso in camera sua, depresso, scorbutico e asociale mentre ora si comporta da perfetto Gaia’s Low: esce con gli amici, guarda serie tv tutto il giorno e ascolta regolarmente il telegiornale. Un netto miglioramento rispetto a prima se non fosse che… non è assolutamente lui. Non c’è stato un “miglioramento” graduale, semplicemente da un giorno all’altro è diventato una persona diversa che parlava, si comportava e aveva capacità diverse. Chiunque sia la persona che si trova in casa mia, sicuramente non è mio fratello.
L’ultima storia di cui voglio parlare è della mia migliore amica. Premetto che mi ha detto di essersi vaccinata solo mesi dopo per cui quando è iniziata questa storia non sapevo nulla, anche perché a differenza di mia nonna e mio fratello lei ha perso un sacco di energia ma è ancora lei, dentro di lei qualcosa continua a brillare. Un giorno mi ha scritto che ha trovato lavoro, è molto felice e lo sono anche io per lei… subito dopo si è ammalata ed è rimasta malata per due mesi con febbre, tosse e raffreddori vari. Quando l’ho vista non stava quasi in piedi da quanto stava male. Poi si è ripresa un po’ ma invece di una malattia infinita come era inizialmente ha continuato ad ammalarsi ogni settimana. Quando sono riuscita a vederla mi ha confessato piangendo che si era vaccinata e che non voleva che la odiassi per questo. Mi ha detto che non voleva farlo ma siccome aveva chiesto agli angeli di trovarle un lavoro e subito dopo aveva trovato quel posto in cui però chiedevano il vaccino aveva pensato che sarebbe andato tutto bene, nonostante lei stessa fosse terrorizzata. Non è andato tutto bene, anche dopo i due mesi di fila di malattia, i medicinali e i trattamenti di pranic healing è sempre ammalata. Ha deciso di non farsi altre dosi, di mollare il lavoro al termine del green pass se le fosse richiesto di nuovo il vaccino e ha cominciato ad informarsi su quello che sta succedendo realmente. Le ho consigliato di iscriversi ad ACD e spero tanto che lo faccia perché non vedo altro modo in cui possa uscire da questa spirale prima di venire uccisa. In questi anni l’Accademia è stata la mia salvezza e i libri sugli alieni (“Prendiamo Coscienza degli Alieni” di Angel Jeanne) mi stanno aiutando a mettere ordine e a capire le esperienze che ho avuto e che sto avendo.

 

White Wolf

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TESTIMONIANZA DOMENICO

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Superficialmente si è portati a pensare che l’unico evento avverso di un vaccino sia la morte. Ma in realtà il decesso è solo l’evento avverso definitivo e letale, ma certamente non è l’unico visto che è possibile trovare migliaia e milioni di casi di esseri viventi che, per esempio, hanno perso un arto come effetto collaterale di una vaccinazione. Altri hanno sviluppato malattie molto gravi che prima non avevano (la miocardite, giusto per citare la più recente patologia riscontrata post inoculazione) o hanno cominciato a subire spasmi muscolari incontrollabili che hanno condizionato pesantemente la qualità della vita. Dunque il vaccino non ha come effetto indesiderato soltanto la morte, ma ne conta davvero a migliaia altrettanto invalidanti; inoltre ci sono persino eventi avversi che sono invisibili ad occhio “nudo” ma sono estremamente percepibili al cuore e alla percezione di chi si ha di fronte. Voglio testimoniare la storia di un ragazzo, un mio parente stretto, che a seguito della vaccinazione (prima dose AstraZeneca, le successive due Pfizer, perché a un certo punto lo Stato, nonostante avesse all’inizio detto che fosse IMPOSSIBILE “mischiare” vaccini diversi tra loro ha poi rinnegato la sua stessa certezza, costringendo le persone a fare un miscuglio di vaccini differenti pur di continuare a possedere quel Green Pass che serviva per lavorare) ha subito un cambiamento davvero troppo radicale ed evidente per pensare sia frutto di una casualità (diventando realmente un’altra persona con pregi e difetti completamente differenti da quelli che aveva sino al giorno prima). Ad oggi è quasi impossibile ritrovare quello che era. Essendo cresciuti insieme, conoscevo perfettamente le sue qualità e tra esse andavano annoverate sicuramente la tranquillità, il mettersi costantemente a disposizione per gli altri e l’apertura mentale (o meglio il totale rispetto delle idee altrui); se qualcuno gli avesse palesato opinioni totalmente distanti dalle sue le avrebbe ascoltate, capite e rispettate a prescindere da quanto le avesse condivise o meno. Ciò è successo anche tra di noi quando lo Stato cominciò a martellare la popolazione affinché si vaccinasse. Ad inizio marzo del 2021 avemmo quella che probabilmente è stata la nostra ultima conversazione “reale” (seppur avuta in via telematica vista la distanza di centinaia di chilometri che dividevano le nostre abitazioni), una conversazione che conservo tuttora visto che mi ricorda e mi conferma l’alienante cambiamento avuto successivamente; io gli confessai tutte le mie insicurezze su questo vaccino mostrando una serie di studi di scienziati molto bravi (persino il Premio Nobel Luc Montagnier, non proprio l’ultimo arrivato) che mettevano in luce “l’inaffidabilità” di quella sostanza che volevano iniettarci; inoltre gli descrissi i miei timori personali e gli confidai le mie paure soggettive. Lui si mostrò molto comprensivo e ammise di condividere molte delle mie preoccupazioni: “Fosse per me non lo farei” mi disse testualmente, ma per il suo lavoro era “purtroppo obbligato” (e per il suo lavoro l’obbligo scattò infinitamente prima che questo poi successivamente venisse allargato a tutti. Bisogna ricordare che lo Stato impose in primis l’obbligo vaccinale per i militari e per il personale sanitari, fino all’estenderlo a tutti poco alla volta a prescindere dalla mansione in questione). Il male e l’odio sono un percorso a tappe perché sa perfettamente che fare tutte le mosse nello stesso istante scatena una reazione di massa, dunque colpisce poco per volta per dividere e rendere meno coese le sommosse popolari.

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Sapevo che non lo avrei convinto nemmeno se ne avessimo parlato per mesi, lui è in totale simbiosi (come molti) con il suo lavoro, vive identificandosi in esso e perderlo avrebbe significato distruzione, depressione, ecc. Apprezzai però la sua vicinanza e la sua comprensione, abituato com’ero a sentirmi incompreso o persino ostacolato quando esprimevo le mie posizioni tra i familiari e gli amici. Così il giorno 26/03/2022 si vaccinò con AstraZeneca. Da quel giorno tutto è clamorosamente cambiato. Complice la morte di Camilla Canepa, (https://www.lastampa.it/cronaca/2021/10/21/news/morte-di-camilla-canepa-i-periti-a-provocarla-gli-effetti-del-vaccino-anti-covid-1.40834714/), ad oggi uno dei pochissimi casi (se non l’unico) trattato dal mainstream di morte avvenuta post vaccinazione, ha cominciato ad avere una folle (seppur giustificata) paura di morire. Camilla, morta per colpa del vaccino AstraZeneca che lui stesso aveva fatto, è come se avesse aperto un solco profondissimo dentro di lui ma che poi non è stato in grado di riempire con la consapevolezza ma l’ha colmato con una rabbia ed una paura non umana e soprattutto non sua perché non gli era mai appartenuta fino a quel momento (e di momenti difficili, nel corso della vita, che l’avessero messo sotto pressione ne aveva vissuti tanti). Ha cominciato così a spendere migliaia di euro (delle volte indebitandosi) per fare tutte le analisi possibili ed immaginabili (e continua a farne ancora oggi a più di un anno di distanza dalla prima dose, anzi con le successive dosi la sua paura si è aggravata se consideriamo che, per scelta personale, continua a fare tamponi per “scovare” una possibile positività), per analizzare possibili coagulamenti di sangue o per scoprire sul nascere qualsiasi patologia derivante dal vaccino stesso. La sua solenne tranquillità ha lasciato posto a un’ipocondria mai vista prima a questi livelli e ad una rabbia di fondo che piano piano ha reso impossibile con lui non solo un dialogo, ma anche un rapporto minimo di civiltà umana. Sembrava davvero che la sua coscienza si fosse azzerata post inoculazione; l’uomo pacato di prima sembrava non fosse mai esistito e che avesse lasciato il posto ad una bomba ad orologeria che avesse costantemente bisogno di esplodere a ogni minima occasione. Quello che un tempo era un ragazzo con cui era possibile e piacevole confrontarsi divenne in breve tempo quindi una persona estremamente rabbiosa che iniziò a criticare con disprezzo la scelta (precedentemente rispettata e condivisa) di non vaccinarsi. Non solo la mia nello specifico, ma proprio di tutti coloro avessero scelto, come permesso dalla legge stessa, di non procedere a quel trattamento sanitario. Tutte le volte che incontrava me o un altro vaccinato della famiglia le sue parole, che prima erano di profondo rispetto e comprensione, erano diventate “Vaccinatevi e trovati un lavoro!” (sapendo di andare a colpire su un diritto che era stato negato contro la nostra volontà) o “Vaccinatevi invece di stare a fare i complottismi” con un tono di voce quasi estraneo al suo solito timbro rilassato e calmo. Solitamente non si risponde ai suoi attacchi sia perché è inspiegabile per questo suo reset e sia perché era sconvolgente il fatto che lui, che stava pagando tanti soldi per timore di eventi avversi, volesse trascinare anche altri in quel burrone di paura in cui era sprofondato e dal quale non riusciva e non riesce tuttora a riemergere. Ha cominciato a nutrire un’aggressività che ogni giorno che passa diventa sempre più forte e mercata, ancora oggi è in continua crescita; con il tempo ha cominciato a sfociarla contro tutto e tutti (persino sua moglie): quindi non più solo sui “non vaccinati” ma ha cominciato ad “aggredire verbalmente” praticamente chiunque la vedesse diversamente da lui a prescindere dall’argomento trattato (palesando, in troppi casi, direttamente in faccia al suo interlocutore il suo pensiero malevolo senza il filtro dell’educazione). E purtroppo non è l’unico a cui è capitato questo cambiamento così totale, conosco altre persone che sono state completamente resettate dall’inoculazione, diventando letteralmente un’altra persona che niente aveva a che vedere con ciò che era precedentemente. Credo non manchi molto prima che lui, come chiunque abbia subito questo reset, cominci ad usare anche violenza fisica (mi auguro di sbagliarmi) perché, in molteplici casi, si riesce ad avere scontri con i suddetti persino non parlandogli e/o ignorandoli.

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Sempre più spesso è possibile reperire video di persone che, letteralmente, ne aggrediscono altre soltanto perché non hanno, per esempio, la mascherina (il cui obbligo è, tra l’altro, caduto). Completamente delle reazioni sconsiderate ed incivili, e che, nel caso delle persone in cui ho potuto percepire questo stravolgimento, mai erano avvenuta prima. In nessun caso. Tutto ciò, essendo cominciato in concomitanza della vaccinazione, fa emergere chiaramente come questa sostanza sia in grado di disintegrare il proprio io palesando eventi avversi magari non (ancora) percepibili a livello fisico ma che distruggono la vita in ugual modo degli individui che vengono trasformati in ciò che va evitato con tutte le forze dalla civiltà e della dignità umana.

 

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Vittime del vaccino

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Da quando hanno iniziato a somministrare il vaccino, subito ho potuto iniziare a vedere intorno a me persone che morivano istantaneamente dopo la dose, o tempo dopo. Per molto tempo, i medici veri, non venduti, ci avevano avvisato di tutti i gravi possibili effetti del vaccino, tra cui il Dna modificato e anche la morte. Purtroppo queste informazioni sono state tutte censurate e fatte passare avanti solo quelle fasulle, e anche se a volte però la verità riusciva a passare lo stesso, nessuno ha voluto ascoltarli, perché il governo ha deriso questi medici, facendoli passare per pazzi. Le vittime non sono tardate ad arrivare, le prime che ho potuto vedere sono state la madre del mio fruttivendolo di fiducia, che ha avuto una malattia allo stomaco nata improvvisamente e che l’ha fatta morire nel giro di poche ore. Dopo due-tre giorni è deceduto il padre del gestore del bar più conosciuto del mio paese (signore che stava benissimo prima del vaccino), morto di malore improvviso, precisamente un attacco cardiaco. Dopo qualche settimana è morto anche il padre di mia zia, di 96 anni, che nonostante la sua età, non aveva nessuna malattia pregressa, ed è morto di infarto. È deceduto anche il fratello di un caro amico di mio padre, di 60 anni. Aveva avuto un tumore al fegato che si portava da una vita, ma ne era quasi uscito, eppure dopo qualche giorno dalla terza dose è morto improvvisamente. Dopo un po’ è morto un signore di 50 anni mentre coglieva le olive in un campo sopra casa mia per un malore improvviso. Moltissimi morti di tutte le età ci sono state anche dopo le seconde e terze dosi. Dopo qualche mese della terza, nel mio quartiere è morta una signora di 90 anni che stava bene, prendeva qualche medicina per i “problemi classici” da anzianità, ma è deceduta improvvisamente. Non hanno saputo spiegare il motivo della sua morte, classificandola con “morte naturale” vista l’età, ma qui di naturale non c’è proprio nulla perché tra l’altro chi ha visto il suo corpo dopo essere morta, ha detto che la sua pelle era diventata gialla ed era gonfissima ovunque e questo non coincide per nulla con quello che hanno affermato i medici. Qualche settimana dopo la terza dose, la madre di mio zio di 75 anni è stata trovata morta dalla figlia quando è andata da lei la mattina. L’ha ritrovata seduta sulla poltrona con la tv accesa, i medici hanno affermato che sia stata una morte completamente naturale. Hanno nascosto il vero motivo della morte da vaccino, visto che la signora stava anche bene di salute sino al giorno in cui si è vaccinata. Dopo mesi dalla terza dose, hanno continuato ad esserci molte morti, e ci sono tutt’ora anche di persone molto giovani. Infatti il vaccino non uccide soltanto persone anziane che non potrebbero reggere il colpo, ma anche persone molto giovani con ottima salute, e questo fa comprendere quanto sia pericolosamente dannoso. Un giorno ero in lavanderia e alla signora in cassa arriva una telefonata che la fa rimanere con gli occhi sgranati. Come chiude il telefono spiega che un suo caro amico di 40 anni è morto di malore improvviso e non si capacitava perché non è possibile morire in questo modo a quell’età. Poi un amico stretto di mio cugino di 30 anni è morto in piena notte anche lui per un malore, sono rimasti tutti scioccati, ma nessuno si è chiesto come possa essere accaduto. Qualche settimana fa è deceduto un signore di 70 anni che conoscevamo tutti nel mio paese, eppure non aveva nessun problema fisico fino a prima del vaccino, di cui ha fatto la terza dose qualche mese fa. Qualche giorno fa è deceduta una signora di 58 anni che abita qui vicino, è successo durante la notte per arresto cardiaco. Chi non la conosceva bene ma sapeva la sua storia, ha insinuato che fosse morta di tumore, ci ha lottato per 20 anni, ma l’aveva completamente superato e l’arresto cardiaco non ha avuto nulla a che fare con esso.

 

Tali

 

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Vaccino e malattia

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In occasione delle feste pasquali sono andata a trovare alcuni dei miei parenti che non vedevo da tantissimo tempo, in particolare ho rivisto un mio zio che ha compiuto da poco 85 anni ed è sempre stato un uomo con una salute di ferro. Nonostante l’età avanzata continua a tenere da solo la direzione di un ristorante di sua proprietà, sta dietro all’orto e agli animali che possiede. Avendo una specie di ristorante con B&B di lavoro da fare ce n’è sempre tanto. Ma questo non gli è mai stato un grande peso in quanto è sempre stato abituato a lavorare molto per ottenere ciò che voleva. Faccio una piccola premessa, come la maggior parte dei miei parenti è cresciuto senza prendere mai medicine. In famiglia da me c’era l’abitudine di curarsi con rimedi naturali, primo tra tutti il miele. Questo ha fatto sì che quasi tutti i miei zii, compresi i miei genitori, hanno sempre avuto un sistema immunitario molto forte e pertanto si sono sempre ammalati poco e quando accadeva il tutto si risolveva in breve tempo.

Era da un paio di anni che non lo vedevo, e il mio ricordo di lui era di un uomo forte e corpulento che è sempre attivo e in movimento. Le sue giornate iniziavano molto presto al mattino e finivano molto tardi e nonostante ore di lavoro arrivava alla sera sempre carico di energia.
Almeno questo è come me lo ricordavo prima di rivederlo quest’anno durante le festività pasquali 2022. Mi sono resa conto subito che qualcosa non andava, perché spesso si trovava a fare discorsi senza senso e sembrava avesse dei momenti di perdita di memoria. L’ho visto molto affaticato e stanco e in un primo momento ho pensato fosse dovuto all’età e all’avere passato un’intera vita lavorando duramente. Ma una sera mentre ero a tavola con i parenti, quindi diversi zii, cugini ecc. è uscito fuori il discorso a riguardo dei vaccini. Ero già a conoscenza che molti dei miei cugini e alcuni zii si erano fatti tutte le dosi del siero mortale che dicono dovrebbe “proteggere” dal Covid, in quanto ferventi sostenitori della “scienzahh” e di ciò che fuoriesce dalla scatola infernale chiamata TV, ma conoscendo la mentalità di mio zio e la sua avversione alle medicine e ai dottori in generale, ero convinta che lui fosse uno dei pochi che, come me e i miei genitori, avevano deciso di non vaccinarsi e di non credere a questa immensa farsa che hanno messo in scena in questi ultimi anni.

Purtroppo ho scoperto di sbagliarmi, infatti vengo a sapere che non solo si è fatto tutte e tre le dosi, ma anche una dose aggiuntiva di antinfluenzale. Per non farci mancare niente! Ma la cosa peggiore è che ha deciso di farsele non per scelta sua personale, ma perché costretto dai suoi figli, tutti vaccinati, e che lo hanno convinto a farlo obbligatoriamente. Purtroppo questa è stata una scelta che gli è costata cara, in quanto mia cugina stessa mi ha raccontato che il giorno in cui si è fatto la terza dose mio zio ha iniziato a stare male. Inizialmente ha iniziato a perdere la memoria, già dopo poche ore dalla vaccinazione aveva momenti in cui si scordava ciò che gli era stato detto pochi secondi prima, oppure si dimenticava chi fossero i parenti vicini, come la sua stessa figlia. Sembrava come se soffrisse di Alzheimer improvviso ma con una durata breve, infatti poteva durare un’ora o due poi improvvisamente ritornava lucido e si ricordava le cose, poi poco dopo subiva un altro calo di memoria. Mia cugina infatti iniziò a preoccuparsi ma ancora pensava fosse dovuto all’età o allo stress dei giorni precedenti.

Però il giorno successivo e nelle settimane successive mio zio ha avuto diversi attacchi di cuore improvvisi, lo hanno dovuto portare spesso in ospedale per fare dei controlli, anche a livello neuronale, ma il medico continuava a non trovare niente che non andasse, il cuore risultava sano e non capivano da cosa dipendessero questi improvvisi attacchi che erano come un inizio di infarto. Da quel momento mio zio è sempre peggiorato, infatti anche in questo periodo di festa dove ho avuto modo di vederlo con i miei occhi, aveva tantissimi momenti in cui si scordava i nomi, le cose che gli venivano dette. Sembrava sempre più stanco e aveva momenti che pareva proprio assentarsi mentalmente.

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Inoltre ho potuto notare anche dei cambiamenti repentini dell’umore, un momento prima era felice che tu fossi lì e proponeva molte attività per stare insieme, un momento dopo si arrabbiava, ti insultava pesantemente tanto che sembrava volesse cacciarti. Tra l’altro queste scene erano sempre fuori contesto, per esempio una volta mi trovavo a parlare con una mia cugina di cose molto frivole, tipo posti da visitare mentre eravamo lì in vacanza, e lui si è intromesso all’improvviso urlando di smettere di parlare di lui dicendo che lo sapeva che tutti noi desideravamo che morisse, ma che lui non ci avrebbe dato questa soddisfazione. Discorsi assolutamente senza senso e fuori luogo e che nessuno di noi presenti aveva mai detto. In più oltre a problemi mentali e di umore ha avuto anche diversi problemi fisici a livello di movimento, infatti l’ho visto diverse volte zoppicare e fare fatica ad alzarsi dalla sedia, in quanto aveva le ginocchia che gli cedevano o si bloccava la gamba. Tutte reazioni molto strane che sono iniziate guarda caso dopo avere fatto tutte e tre le dosi di vaccino, situazioni che non gli erano mai capitate prima e di cui non aveva mai sofferto.

Da persona sana qual era si è trasformato in una persona malata, che ha rischiato di morire d’infarto diverse volte e con un tono dell’umore estremamente volubile, più aggressivo.

 

Valentina

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Vaccino e improvvisi problemi psichiatrici

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Un giorno, mentre ero al lavoro, mi è capitato di parlare con una mia collega vaccinata. Premetto che dove lavoro siamo solo in due, io e un ragazzo giovane mio collega, a non essere vaccinati e a non aver mai fatto un tampone. Tutti gli altri colleghi si sono sottomessi alla triplice vaccinazione e tamponamento, chi per non perdere il lavoro, chi per convinzione e credenza nella “scienzahh”, chi per pura stupidità. Pertanto un giorno vedo questa mia collega molto abbattuta, quindi gli domando cosa fosse successo e lei inizia a raccontarmi che era per via di sua sorella (una ragazza di 25 anni che prima del periodo Covid era molto solare, socievole e sana fisicamente) che non stava bene e che era molto preoccupata. Le chiesi cosa avesse e mi disse che dopo poco l’inizio del Covid sua sorella aveva iniziato a soffrire di depressione lieve a causa dello stress subito per via dei lockdown e della paura di ammalarsi.

Era stata una delle prime a farsi la prima dose di vaccino e poi aveva fatto anche la seconda per poter continuare a frequentare l’università. Mi disse che aveva notato però che già dopo queste prime dosi la sua depressione sembrava peggiorare, pertanto ha iniziato a seguire un percorso dalla psicologa per uscire da questo problema. Sembrava stesse funzionando, però poi mi ha detto che qualche mese prima, più o meno intorno a marzo e aprile, ha fatto anche la terza dose di vaccino e lì per lì non sembrava avesse avuto reazioni allergiche o altro. Però dopo poche settimane il suo stato mentale è peggiorato di molto, tanto che tutti i suoi parenti si sono preoccupati molto seriamente, da che andava dalla psicologa si sono visti costretti a cercare uno psichiatra e quindi ad assumere anche psicofarmaci, in quanto gli era stata diagnosticata una psicosi delirante. Ha iniziato ad avere disturbi nel comportamento diventando più aggressiva anche verso i suoi parenti, ha iniziato a soffrire d’insonnia e a soffrire di allucinazioni di vario genere. Doveva essere accompagnata ogni volta che andava da qualche parte perché poteva farsi del male all’improvviso. Ma i problemi non erano finiti qui, infatti la mia collega mi disse che negli ultimi giorni ha iniziato anche a stare male fisicamente, perché aveva spesso dolori sempre in mezzo al petto all’altezza del cuore e sua sorella si era confidata con lei dicendo che si sentiva come se qualcosa non andasse bene nel suo corpo. Nonostante le visite fatte e gli psicologi e psichiatri che ha visto ancora non hanno trovato la causa dei suoi problemi improvvisi. Ovviamente non c’è correlazione con il vaccino per loro, nonostante prima la ragazza fosse sana e non avesse problemi mentali e tutti questi problemi hanno iniziato a palesarsi proprio dopo la prima vaccinazione.

 

Valentina

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TESTIMONIANZE CONSEGUENZE VACCINI COVID

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Qui parlerò di altre 2 persone che non si conoscono, ma che svolgono lavori molto simili. Una è una signora di circa 50 anni che lavora come caporeparto in un negozio e un altro fa il direttore in un altro negozio, anche lui di circa 55 anni. Entrambi vaccinati con 3 dosi e che hanno avuto le stesse conseguenze. A distanza di qualche mese dalla terza dose hanno iniziato ad avere forti dolori alla schiena, dicevano che era per via del lavoro, anche se il lavoro era identico da sempre, poi non erano loro che dovevano alzare i pesi e che alla fine si occupavano di gestire le persone. Facendo varie visite hanno scoperto che dal loro midollo spinale usciva un liquido, come se fosse forato e appena scoperto questo hanno passato lunghissimi mesi distesi sul letto dell’ospedale con dolori forti, senza potersi alzare né per andare in bagno né per fare altro, dovevano stare sempre in orizzontale. Dopo circa 4 mesi di trattamenti lei è tornata al lavoro molto diversa da prima, con lo sguardo spento e assente, lui invece non è tornato ancora infatti l’azienda ha dovuto assumere un’altra persona per sostituirlo. Altre famiglie rovinate e poi per cosa?!

Al lavoro ho tutti i colleghi del team vaccinati e a dicembre – gennaio dopo che alcuni si erano vaccinati con la terza dose, 3 di loro stavano male ed erano in quarantena col COVID, sono stati un mese intero con dolori in tutto il corpo che non uscivano di casa, non vedevano nessuno, praticamente non c’erano più con la testa. Invece i pochi che non si sono vaccinati in azienda sono stati bene e anche se hanno preso questo raffreddore è passato molto facilmente, in qualche giorno erano a posto. Questi 3 vaccinati raccontavano che avevano perdite di sangue nelle urine e le donne anche per i mesi successivi hanno avuto problemi con il ciclo, era abbondante come non mai. Peccato però che nessuno ha fatto 1+1 e collegato i neuroni per capire che era dovuto ai vaccini, infatti tuttora sono sempre con le mascherine e difendono a tutti i costi i vaccini, qualcuno ha detto che non vede l’ora di fare il quarto… Sono impazziti!
Al lavoro li sento poco svegli e se c’è da fare un ragionamento ci impiegano molto per arrivarci.

 

Universe

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Un’arma mortale

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Una testimonianza che mi piacerebbe condividere è avvenuta sul luogo di lavoro, un mesetto fa, più o meno a inizio giugno 2022. Nel mio lavoro mi capita di dover trascorrere spesso del tempo con i bambini, e un giorno ero lì insieme a un bambino di 8 anni, stavamo giocando e parlando del più e del meno e per conversare gli chiesi che lavoro facessero i suoi genitori. Il bimbo mi disse che il suo papà faceva un lavoro molto importante, faceva il biologo e lavorava sempre nel suo studio a fare ricerche per aiutare le persone a guarire. E mi disse che anche lui da grande voleva essere come il suo papà perché aiutava le persone. Gli dissi che doveva essere un lavoro molto difficile e faticoso, e il bimbo mi rispose dicendo che lo era soprattutto ultimamente perché il papà lavorava giorno e notte per una ricerca importante. Mi disse che praticamente stava facendo diverse prove con una sostanza che aveva una forma di un albero con una stellina, sembrava un albero di natale quasi. Gli chiesi di spiegarsi meglio e mi disse che praticamente si trattava di una specie di sostanza che era formata da tanti filamenti collegati tra di loro, sembravano come dei rami di un albero e in cima ad ogni filamento c’era una specie di molecola, però di metallo. Questa molecola reagisce agli impulsi elettrici anche esterni. E mi ha detto che una volta introdotta questa sostanza, i filamenti potevano spostarsi e le estremità metalliche potevano attaccarsi alle cellule cattive, grazie agli impulsi elettrici si potevano fare esplodere le cellule cattive che provocano le malattie come i tumori. Quindi mi disse che era una cosa molto importante perché se funzionava le persone potevano guarire dai tumori e da tante altre malattie e anche dal covid. Allora gli chiesi: in che senso se funzionava? Lui mi disse che il papà ci stava ancora lavorando perché era capitato a volte che questi filamenti si attaccassero anche alle cellule sane e ridendo mi disse proprio: “E non va bene se esplodono le cellule sane!”.

Avendo colto l’importanza di quello che mi stava dicendo questo bambino ho continuato a fare domande per saperne di più e gli chiesi se il suo papà lavora in laboratori specifici, e lui mi disse che stava lavorando adesso in un laboratorio dove hanno creato anche il vaccino per il covid. Infatti da poco il suo papà aveva ricevuto un premio per avere contribuito alla scoperta di questo bellissimo alberello che, guarda un po’, era talmente piccolo e invisibile che stava all’interno di questa sostanza che si poteva iniettare facilmente.

Io rimasi stupefatta da ciò che mi stava raccontando, soprattutto perché il tono e l’espressione del bimbo di contentezza mi faceva capire che lui credeva davvero che il papà stesse lavorando a qualcosa che poteva salvare la vita delle persone, quando invece non fa altro che contribuire alla creazione di questi sieri mortali pieni di sostanze molto particolari piene di parti metalliche che sono in grado di far saltare e disintegrare le proprie cellule, indipendentemente dal fatto che siano malate o meno, con una vibrazione elettrica esterna. Avevo davanti a me l’innocenza di un bambino al quale era stato fatto credere quanto fosse buona e fondamentale qualcosa che invece risultava essere un’arma mortale.

 

Valentina

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VACCINI IN FAMIGLIA

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In un periodo storico come il nostro, in cui tutto si muove per fare il lavaggio del cervello alle persone attraverso i più comuni e usati mezzi di comunicazione, sopravvivere alla propaganda messa in atto dal governo per spingere il popolo alla vaccinazione di massa non è stato facile per molti. Il sistema politico si è pulito il didietro con la Costituzione stracciandone gli articoli a suo piacimento. Così l’Italia non è più stata una Repubblica fondata sul lavoro ma sul Green pass, visto che lo stato, in modo vigliacco e coercitivo, ha creato questo certificato, rilasciato solo a chi si vaccinava con tante dosi quante erano quelle richieste dal governo. Se volevi lavorare, andare al cinema o al ristorante senza quel marchio non potevi farlo. La società si è spaccata in due. Da quando questa “pandemia” ha iniziato a monopolizzare la comunicazione e diventare un motivo utile allo stato per controllare e indirizzare la vita dei cittadini, avevo intuito sin da subito che l’idea era quella di portare tutti a vaccinarsi. Mi è sempre sembrato assurdo come avessero sfruttato questo virus per farci fare quello che volevano ed era chiaro che avevano un piano e che della salute delle persone non gliene era mai fregato nulla. I miei genitori, però, erano molto spaventati e come loro anche i miei suoceri. Ricordo che era il pranzo di Pasqua e io e mio marito diciamo a tutti di non vaccinarsi perché non è sicuro: diciamo a tutti che qualsiasi dubbio gli sarebbe mai venuto in futuro ci avrebbero dovuto chiamare per parlarne assieme e confrontarci. Tra tutti vedo mio padre scuro e silenzioso, il che è molto strano per lui che è estroverso, era pensieroso. Io, preoccupata. La cosa si chiude lì e non ne riparliamo più finché un giorno scopriamo per caso che i genitori di mio marito sono andati a vaccinarsi senza nemmeno dirci niente!!! Ci siamo rimasti malissimo non solo perché lo hanno fatto di nascosto, ma soprattutto per aver compreso la leggerezza con cui lo hanno fatto: ci hanno detto che i loro vicini di casa sono andati a farselo e così sono andati a farselo anche loro. Come fosse una gita in barca. Dopo la prima hanno fatto anche la seconda – sempre di nascosto – e poi han continuato perché sennò senza vaccino, “non puoi più fare niente”. Che dire… li abbiamo persi. La prima cosa che ho notato è che erano totalmente distratti e non seguivano assolutamente i discorsi che gli facevi, questo dà ai nervi ma non è più di tanto nocivo per gli altri. In questi ultimi mesi poi sono diventati apatici, pigri, lamentosi. Senza stimoli. La cosa che ho trovato terrificante è che ho notato quanto più spesso usano la parola “televisione”. Detta coì può sembrare una quisquilia, invece è inquietante perché ne sono diventati sempre più dipendenti. “Ma alla televisione dicono questo…”. Poi fanno dei discorsi assurdi e quando gli chiedi chi gliel’ha detto rispondono “la televisione”. Se poi si guarda l’oggetto in sé, si capisce che non è tanto quello quanto più ciò che ci sta dentro. Una sera ad esempio abbiamo messo un canale alternativo online collegato allo schermo: ho notato come non gli interessasse più. Uno è andato a dormire prestissimo, l’altra parlava. Se invece c’è un programma televisivo son tutti rapiti. Ho proprio percepito le menti assuefatte. Per il resto nessuno dei due è in ottima forma fisica o mentale. Mio padre mi ha detto che un giorno stava parlando con mio suocero e non ha capito bene cosa sia successo perché lui “guardava in giro”, l’ha descritto come assente, così l’ha lasciato lì e se n’è andato. Ma torniamo ai miei genitori… Erano sempre più preoccupati di controlli, divieti e quant’altro. Mia madre, che comunque pur avendo paura del virus si stava informando su canali alternativi, mi chiama e mi dice che mio padre le ha detto di prenotargli il vaccino: lei gli ha risposto che se vuole farlo se lo prenoti da solo! Questa mossa lo ha salvato. E la cosa strana è che ad un certo punto è successo qualcosa e ha iniziato a informarsi online più di lei, a ricercare informazioni sul passato, la storia, il governo mondiale, gli alieni… Adesso si informa e ha iniziato a ricercare tante informazioni, non solo sui vaccini, ma sulla vita dell’uomo in questo mondo. Mi ha detto: pensa te che ho scoperto queste cose da vecchio!!! Beh, piuttosto di farsi un vaccino senza farsi troppe domande, darsi una svegliata è molto meglio!

 

Tara

 

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Reazione avverse da vaccino tenute nascoste

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Dopo la prima dose, la mamma di una mia amica di 48 anni, verso sera ha iniziato a sentire il braccio formicolare (quello dove si è fatta iniettare il vaccino). La mattina si è svegliata con il braccio completamente paralizzato. È riuscita a muoverlo di nuovo dopo due settimane, ma lei non si è spaventata per niente per l’accaduto perché i medici le hanno detto che è assolutamente normale ed è capitato a molti, invece non le hanno detto che è stata fortunata, e che molte persone non sono uscite più dalla paralisi degli arti o addirittura di tutto il corpo.

Un giorno ho sentito parlare i miei vicini in terrazzo a bassa voce, pensando di essere soli e che nessuno li stesse ascoltando. Mi ha colpito molto quello che stavano dicendo, la signora stava riflettendo in confidenza a suo marito sul fatto che soltanto uno dei loro parenti stava molto bene di salute, mentre tutti sono pieni di malattie e problemi. Hanno iniziato ad ipotizzare allora che non sia vaccinato perché chiunque l’ha fatto sta male, lui no. Invece di ragionare sul fatto che hanno sbagliato a fare il vaccino perché è pericoloso, dato che ha fatto ammalare gravemente tutti, si sono messi a parlar male di questa persona perché non si era vaccinata e che dovesse farlo.

Ovviamente quando sono insieme alle altre persone, non raccontano di avere malattie o problemi. Infatti ero sorpresa di sapere che in realtà stavamo malissimo e che avevano avuto forti reazioni avverse al vaccino e che lo riconoscessero, come forti febbri, svenimenti, dolori forti, varie patologie, ma lo nascondono finché riescono e fanno finta di stare bene, di non avere nulla per non dire agli altri i danni del vaccino e non dover ammettere che chi ha cercato di avvisare in tutti i modi possibili le reazioni avverse avesse ragione. Questo è un grave problema, perché tenendo nascosti i danni del vaccino per orgoglio, la popolazione viene a scoprire con più difficoltà la reale pericolosità. Questo comportamento è il risultato di tanta ignoranza da parte delle persone, insieme ad un grande terrorismo mediatico menzognero che da due anni ha mandato le persone fuori di testa, non portando più a ragionare con logica.

 

Tali

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Stessa dose, stesse reazioni avverse

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Un’altra testimonianza che desidero condividere riguarda 2 ragazze che non si conoscono fisicamente, ma con le quali ho avuto modo di interagire. Una è del Veneto e un’altra è del Trentino, entrambe molto fiduciose nella scienza, nella medicina… tant‘è che entrambe si sono vaccinate tra le prime. Appena uscito il vaccino sono corse a vaccinarsi, infatti si erano vaccinate praticamente contemporaneamente e a distanza di un mese dalla seconda dose entrambe hanno avuto problemi con le orecchie; le era uscito sangue dall’orecchio da un giorno all’altro, praticamente si è bucato il timpano. Hanno dovuto fare moltissime cure e tuttora non hanno recuperato del tutto l’udito. Ovviamente anche loro non hanno riconosciuto che è stato per via del vaccino e nonostante tutte le sofferenze poi sono corse a fare anche la terza dose, i loro problemi di salute stanno crescendo e oltre a questo le vedi proprio che fanno fatica a connettere le informazioni e quando parlano fanno lunghe pause, le mancano le parole e sono svuotate dentro. Si sono vaccinate nello stesso periodo e hanno ricevuto le stesse reazioni avverse.

 

Universe

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Testimonianza sugli effetti dei vaccini

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Una signora di mia conoscenza, dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino, ha iniziato ad avere un innalzamento dei valori della glicemia e del colesterolo, di cui non aveva mai sofferto in tutta la sua vita, ed in seguito alla terza dose, che era “costretta” a fare per motivi di lavoro (insegnante) ma che non si sentiva di fare, ha avuto subito un trombo al retto, che non essendo stato di grandi dimensioni le hanno “curato” immediatamente… Per il resto, il suo stato di salute generale, anche per quanto riguarda i valori sopra citati, ha continuato a subire un tracollo evidente ed inarrestabile. Da un’altra persona mi è stato riferito che la suocera di 65 anni, a cui un mese prima del vaccino era stata diagnosticata una piccolissima e iniziale formazione tumorale al seno, tanto da doverla tenere soltanto sotto controllo, dopo 2 mesi dalla somministrazione del vaccino ha avuto un aumento esponenziale del tumore ed è deceduta. Un’altra conoscente mi ha esposto che nella sua famiglia ha avuto ben due casi di danni conseguenti al vaccino che si sono manifestati con una paralisi facciale alla madre e un ictus alla sorella. Da un’ulteriore persona di mia conoscenza mi è stato raccontato invece di un collega a cui, dopo la somministrazione del vaccino, hanno diagnosticato un’improvvisa malattia rarissima che lo aveva completamente paralizzato agli arti, mantenendo sana solo l’attività celebrale, tanto che lei riusciva a parlarci. Questo uomo dopo mesi di agonia è deceduto. A voi le conclusioni.

 

Sasha

 

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EFFETTI AVVERSI DEI cosiddetti VACCINI ANTI COVID

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Inizio questo mio racconto col dire che ero un’infermiera quando a marzo del 2020 è scoppiata una finta pandemia volta a far morire più gente possibile per diminuire drasticamente la popolazione mondiale per decisione di una élite che governava il mondo. Dopo due anni di false statistiche su presunte morti per COVID che il virus ingegnerizzato doveva provocare ecco che arriva un finto vaccino che non funziona, cambia il DNA umano e contiene di tutto (grafene, microchip, parassiti) tranne che il virus. Naturalmente tutto ciò non viene rivelato dai media del governo e vengono diffuse solo false notizie. La propaganda è finanziata dalle multinazionali farmaceutiche che pagano giornalisti e medici corrotti affinché promuovano il vaccino sperimentale. I primi a correre senza farsi neanche una domanda sono i sanitari tra cui i miei cari colleghi che una dopo l’altra corrono a farsi inoculare il siero magico. Poi inizia il resto della popolazione. Io mi rifiuto insieme a tre colleghe. Le uniche. Tutto procede come da programma. Il vaccino diventa obbligatorio per tante categorie per potere lavorare e viene creato un QR (green pass) che viene dato ai vaccinati e con il quale si può accedere ai ristoranti, cinema, concerti fino ad arrivare al lavoro, che si perde se non si è in possesso di questo pass. Nel giro di meno un anno alla grande maggioranza della popolazione vengono inoculate tre dosi del magico vaccino. Iniziano già dalla prima dose gli effetti avversi. Una mia paziente già dopo la prima dose ha un ictus e un ritorno del linfoma che ormai era in remissione, così viene ricoverata in un ospedale più grande per mesi. Naturalmente nessuna correlazione. Un altro paziente ha un’ischemia ad un occhio. Siccome esperto di computer, si collega al sito dell’AIFA, anche perché aveva capito che tutto quello che gli è successo era correlato al vaccino e lì scopre che gli effetti avversi erano tantissimi e molto gravi per cui si rifiuta di fare richiami al vaccino. Poi non ho più notizie perché non essendo vaccinata vengo allontanata dal mio reparto. Mi presento comunque al lavoro avendo ottenuto un esonero per una malattia autoimmune di cui ero affetta. A quel punto vengo accompagnata dalla capo dei servizi in un locale lontano da pazienti e colleghi e quest’ultima mi dice che dopo il vaccino aveva avuto una emorragia all’occhio dovuta secondo lei al vaccino e che ci pensava bene prima di fare la terza dose. Inoltre una mia collega che lavora in ambulatorio di oculistica dice che da quando le persone si sono vaccinate i disturbi oculari gravi si sono moltiplicati in modo esponenziale. Nel frattempo arrivano anche i decessi tra gli amici. Il primo muore a gennaio e viene trovato morto nel letto dalla compagna. Aveva 47 anni e nessuna patologia. Lascia un bimbo di due mesi e una bimba di quattro anni. Naturalmente nessuno correla e l’autopsia non viene fatta. Dopo poco muore un cugino di 60 anni circa, anche lui nessuna patologia pregressa. Trovato morto nel letto la mattina. Anche qua nessuno correla. Poi tocca ad un altro amico, anche lui sulla sessantina, che si alza, stramazza al suolo e quando arrivano i soccorsi è troppo tardi. Ma naturalmente non c’entrano nulla i vaccini. In famiglia da me si sono vaccinati praticamente tutti. I miei fratelli hanno fatto vaccinare anche i bambini. Mio padre dice che dopo la terza dose si sente sempre stanco (premetto che nonostante abbia 84 anni nuotava in mare per delle ore) e poi lamenta anche perdita di memoria ma si è reso conto che la causa è il vaccino. Mia figlia invece ha fatto due dosi di vaccino nonostante i miei consigli mentre si trovava in Inghilterra dove ha lavorato per diversi anni e ultimamente dopo che comunque si è ammalata dice di essere stanca e non ce la fa come prima a correre e fare sport. Poi riferisce che da quando ha fatto il vaccino ha disturbi digestivi che prima non aveva mai avuto. Naturalmente lei non correla nulla e pensa che io sia una complottista.

 

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La gente purtroppo sembra lobotomizzata e continua a seguire la propaganda che si serve di medici corrotti e giornalisti foraggiati dalle multinazionali farmaceutiche che in cambio di denaro vendono la vita delle persone. Molti medici e infermieri ormai in pensione sono tornati per vaccinare i cittadini dato che i compensi erano molto alti. Uno di questi medici una mattina è stato trovato dalla compagna in arresto cardiaco. I soccorritori sono riusciti a rianimarlo ma è rimasto con il braccio paralizzato. Magari il karma ha paralizzato il braccio con cui vaccinava. Comunque lui afferma ancora adesso che il suo arresto non è dovuto al vaccino. Poche settimane fa in Cardiologia è stata ricoverata una collega grande sportiva con una grave miocardite dopo i tre vaccini. Naturalmente hanno nascosto bene l’episodio e la collega rimarrà cardiopatica a vita. Ormai mi vergogno di appartenere alla categoria dei sanitari per i gravi crimini commessi nei confronti dei cittadini e di tutta l’umanità da persone che invece di salvaguardare la vita dei loro simili l’hanno rovinata per sempre.

 

saray

 

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RIFLESSIONE

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PREMESSA (Il mio pensiero)

Negli ultimi tempi sono poco allenata a scrivere quindi cercherò di essere accurata senza perdermi in dettagli che vanno fuori tema. Vorrei però fare una premessa che riguarda le mie conoscenze rispetto l’utilizzo delle vaccinazioni. Ho una conoscenza scientifica limitata, all’inizio non ho sviluppato interesse per la scienza applicata alla salute. A torto, perché riguarda lo sviluppo integrale di tutte le nostre risorse fisiche. Quindi fino a vent’anni fa se mi proponevano una vaccinazione la facevo, senza conoscere bene i meccanismi. Poi sono entrata in merito perché, proprio i malanni fisici e psicosomatici hanno messo in moto una memoria selettiva, che probabilmente mi riguardava già da tempo, perché riguarda proprio le indicazioni di determinati farmaci e l’inutilità degli stessi. Ad essere breve, ho scoperto della fallacia delle vaccinazioni circa diciotto anni fa, quando un medico me ne parlò. Da allora è stato un susseguirsi di scoperte. Ad esempio il principio stesso del vaccino, nonostante sia accettato da moltissimi, inclusi terapeuti olistici, è invece rifiutato da pochissime persone che ritengono che non sia MAI valido, in nessun caso, ma è stato portato avanti dalle case farmaceutiche che hanno sabotato statistiche e modificato la reale storia delle epidemie. Per fare un esempio, il più famoso durante l’epidemia di influenza spagnola, vennero vaccinati i militari, già debilitati dalla prima guerra e contribuirono a creare quella enorme epidemia con milioni di morti, tanto più che anche la popolazione che aveva ricevuto il vaccino morì, oltre al fatto che anche loro erano reduci da una guerra devastante. Un altro aspetto di grande importanza riguarda anche i più recenti studi sulla disbiosi intestinale e il collegamento con malattie importanti, che hanno la maggiore importanza nella prevenzione delle stesse. E il collegamento degli organi più importanti (https://bromatech.ch/informazioni/non-solo-microbiota-intestinale-limportanza-degli-assi-corporei/). Per non parlare del principio di similitudine dell’omeopatia e l’antica medicina cinese, con le relazioni tra meridiani (https://www.riflessologiaemedicinacinese.com/ripulire-i-propri-organi-parte-i/).

E argomento meraviglioso, le piante, trattato in ACD, le piante hanno anche collegamenti con il cosmo e con la mitologia, ognuno di noi ha una sintonia con determinate piante in momenti diversi e basterebbe applicarsi per trovare quelle che fanno per noi. La psiconeuroendocrinoimmunologia invece è una materia sulla vera origine delle malattie, anche se, non dovrebbero esistere, perché c’è qualcuno che le crea di proposito per farci del male (https://www.nurse24.it/dossier/salute/pneipsiconeuroendocrinoimmunologia-infermieri.html). Ho citato solo alcune cose più note, ma ci sarebbe un mondo dietro gli argomenti di salute e corpo umano, tanto che se si avesse il tempo si potrebbe farsi un’enciclopedia della salute su misura. Tutti argomenti che esulano dalla medicina dell’ultimo secolo, che ha curato alcuni disturbi, tipo malattie  ormai antiche, dovute a scarse condizioni di igiene e alimentazione, per cui non si muore più, attraverso vaccinazioni pericolose, per darci però una salute mediocre, per non dire scarsa, perché si soffre di disturbi assurdi, malattie autoimmuni e anche a carattere psicosomatico. Pertanto, considerato anche che siamo differenti in zone geografiche, abitudini igieniche e alimentari, io non solo non credo a un rimedio utile per tutto il pianeta, ma neanche a una malattia che possa colpire tutti allo stesso modo. Di conseguenza questa cosa del vaccino universale che dovrebbe stimolare l’organismo a produrre anticorpi per tenerci alla larga da malattie mortali è una grande menata. Senza contare che il metodo per indurre il corpo a produrli è fortemente tossico. Penso che sì, ci sia possibilità di fare un vaccino omeopatico, ma non ci siano gli interessi economici.

 

Francis

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Reazioni avverse

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Una mia vicina di casa, di 57 anni, dopo qualche giorno dalla terza dose ha iniziato ad avere diverse reazioni avverse che ha tutt’ora. Innanzitutto una mattina si è svegliata con la schiena bloccata, si è dovuta fare molte punture, ogni passo era come una coltellata. Ora sta un po’ meglio, ma comunque non può stare in piedi per molto tempo. Dopo un po’ sono iniziati dolori lancinanti alle gambe. Da quando è iniziato il problema alla schiena ha iniziato a girare per i centri medici, ma nessuno è stato in grado di fornirgli una spiegazione, anzi spesso l’hanno rifiutata. Quando è arrivato anche il dolore forte alle gambe, i suoi parenti l’hanno invitata a fare delle analisi o anche l’ecodoppler perché poteva peggiorare e c’era il rischio che le potesse anche venire una trombosi, ma ha detto che si è stancata davvero di girare per gli ospedali da mesi, non ne vuole sapere più nulla perché nessuno capisce i problemi che ha, venendo anche rifiutata e trattata male. Ha detto anche che se si aggrava, pazienza, la sua vita è distrutta da malattie di seguito che sono arrivate di colpo, e non capisce cosa sia, non ce la fa più.

Una cara amica di famiglia di 72 anni ha lottato per un’intera vita con il tumore al seno. Ogni volta l’ha debellato, ma purtroppo dopo un po’ è sempre tornato. Nonostante ciò, comunque è andata avanti, sempre forte a tal punto che sembrasse non lo avesse nemmeno. Dopo che ha fatto la prima dose di vaccino, arrivata subito perché considerata soggetto fragile visto che ha un tumore, sono arrivati anche i problemi. Quando ero piccola ricordavo che proprio ai soggetti fragili si evitasse di fare vaccini, come anche alle donne incinte, perché si sapeva che potesse essere aggressivo per un corpo in quelle condizioni, invece questa volta nel 2020 hanno cambiato versione e le persone fragili sono state proprio le prime ad essere vaccinate e infatti a risentirne con le reazioni avverse. Nonostante la malattia, questa signora aveva un corpo forte, in salute, ma dopo il vaccino l’abbiamo incontrata e sembrava invecchiata di 20 anni, la pelle è diventata tutta rugosa in poco tempo e ha anche cambiato colore. È visibilmente debole, cammina e parla lentamente. I dottori hanno inventato la scusa che sia stato il covid avuto mesi prima. Dopo la terza dose ha iniziato ad avvertire dolori fortissimi alla gola, non riusciva più a parlare come se avesse un blocco, il problema è diventato perenne e adesso quando parla esce fuori una voce fioca e stridula. I medici le hanno detto che non sanno assolutamente cosa possa averlo causato, e che il problema è molto grave e da un momento all’altro potrebbe perdere totalmente la voce.

 

Tali

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Perdite di coscienza

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Vorrei dedicare uno spazio di queste testimonianze alle mie cugine a cui ho sempre voluto molto bene. Io ho fatto di tutto per non farle vaccinare, ma purtroppo gli zii hanno avuto la meglio. Per me loro erano come delle figlie, avevo sempre avuto un affetto quasi materno nei loro confronti, anche se ci portavamo pochi anni di differenza. Non ho avuto occasione di vederle dopo le 3 dosi, ma ho avuto occasione di sentirle e posso dire che hanno avuto effetto sulla loro mente. Erano le ragazze più solari che io avessi mai conosciuto e ora sono spente, senza desideri, senza sogni. I loro interessi si sono spostati dall’essere sognatori all’essere conformi a qualsiasi cosa dicano in tv. Erano delle ragazze tranquillissime e dopo il siero sono diventate molto più superficiali, “frivole”. La mia cugina più piccolina, quella a cui tenevo tantissimo, che rifletteva molto sulla vita, credeva di aver avuto vite passate ed era molto interessata a questi temi, ha improvvisamente iniziato a negare di essere mai stata interessata, anzi se provavi a parlarle di queste cose ti veniva contro. Mi sono accorta che dopo le dosi, avevo davanti delle persone completamente diverse e anche se sono ancora in vita, tutto quello che amavo di loro è stato distrutto dal siero.

Un’altra testimonianza che vorrei lasciare riguarda il padre di una mia amica. In questo caso non mi soffermo sui danni al corpo, che comunque ci sono stati (dopo il siero ha iniziato ad avere problemi cardiaci dovendosi operare) ma voglio soffermarmi su un altro fattore. Quest’uomo da quando era piccolo si è interessato al mondo spirituale, fino ad arrivare ai 70 anni in cui aveva ormai 50 anni di carriera da medium. Per quanto le tecniche che usava possano essere discutibili, comunque era interessato a questo mondo, e aveva avuto esperienze con esso andando anche a casa delle persone per fare esperienza. Ogni scusa era buona per fare un po’ di esperienza. Ho avuto modo di parlarci solo dopo che questa persona ha fatto il siero. Quando gli ho chiesto delle sue esperienze perché ero curiosa la sua risposta è stata “Mah, ma a me questo mondo non è mai interessato, mica faccio queste cose, ne sto alla larga”, nonostante prima del siero ne parlasse molto volentieri, e condivideva volentieri le sue esperienze con chi era interessato. Questo cambio di mentalità mi ha fatto riflettere molto e paradossalmente mi ha spaventata di più di qualsiasi notizia di morte o di malattia dopo il siero (che sono comunque molto gravi e a cui non dobbiamo mai abituarci). Mi ha colpito molto di più perché è come se avessi assistito alla morte di qualcosa di molto più profondo.

 

Nebula

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Paralisi da vaccino

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Sono tante le storie che vorrei raccontare accadute nel periodo della Farsa. La prima signora di cui vorrei parlare si chiama Ludovica. Ludovica è una mamma giovane, di due bimbi molto piccoli. Si fidava della scienza, quindi ha deciso di fare la prima dose di Pfizer. Poche ore dopo è rimasta paralizzata dal collo in giù, costretta a stare nel letto per tre mesi, dopo cui ha iniziato a riprendersi. Persino per i medici è stato difficile negare l’evidenza, non c’è stato alcun risarcimento, ovviamente, ma le hanno dato l’esenzione dalle altre dosi. Sono rimasta in contatto con questa ragazza per qualche settimana, fino a quando ha smesso di rispondermi e di accedere a qualsiasi social. Ho provato a contattarla per messaggio e per telefonata ma è semplicemente sparita. Non trovo più notizie sue online e non ci sono aggiornamenti o accessi sui suoi profili social. Non voglio pensare al peggio, ma non si può negare che abbia avuto una gravissima reazione avversa e che il suo corpo, anche dopo essersi apparentemente ripreso, è stato sempre peggio. Spero con tutto il cuore di no, ma sarebbe una tra le tante vittime del genocidio in atto in questo periodo.

 

Nebula

 

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Ospedali lager: pazienti uccisi fatti passare per morti covid

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Racconto un evento accaduto a Gennaio del 2021 ad un mio parente anziano, di 92 anni, che in seguito ad una caduta con frattura del femore è finito ricoverato in ospedale. In quel periodo, come anche lo scorso inverno da quando è iniziata tutta la storia della finta pandemia, i media hanno riempito telegiornali e articoli web di notizie fasulle sul fatto che gli ospedali fossero pieni di pazienti ammalati di covid, che stavano anche morendo in massa. Molte persone che sono andate in ospedale in città di tutta Italia, hanno potuto vedere con i loro occhi che in realtà le sale, il pronto soccorso e i reparti covid erano completamente vuoti, hanno anche ripreso con il cellulare ed era pieno di video che puntualmente i social dove venivano pubblicati facevano sparire immediatamente. Dicevano questo di tutti gli ospedali di tutte quante le città e paesi, e le persone si sono fidate dei racconti, piuttosto che andare ad appurare se effettivamente fosse realmente così. Proprio in quel periodo mio padre è finito al pronto soccorso per un problema, e ha potuto vedere con i suoi occhi che era tutto vuoto e le ambulanze ferme, mentre la radio locale affermava che quell’ospedale esplodesse. Quindi dato che era tutta una messa in scena, cercavano in tutti modi di renderla reale con delle finte prove. Uno di questi metodi era quello di uccidere letteralmente i pazienti che erano finiti in ospedale per altre motivazioni, però prima facendogli dei tamponi con esito finto positivo in modo tale che risultassero dei veri malati covid che poi morivano per questa malattia. Diverse persone hanno appurato che i tamponi fossero finti provandoli anche sulla frutta, o con liquidi come bibite, e comunque l’esito risultava positivo. I medici e gli infermieri hanno utilizzato dei farmaci come dei veri e propri veleni, oltre che delle procedure che andassero ad aggravare patologie già pregresse, come ad esempio intubare il paziente quando in realtà proprio non si doveva farlo. Si fa stento a crederlo, è terribile e disumano, ma il mio parente fu uno di questi casi e qui di seguito racconterò quello che è accaduto. Una volta che è stato portato in ospedale dopo la caduta, i figli non hanno potuto più vederlo perché hanno eliminato la possibilità di entrare in ospedale per fare visite o anche parlare con i medici, con la scusa che fosse un luogo contagioso, quando invece il tutto serviva per non far vedere cosa realmente stesse accadendo, in modo che i medici potessero agire indisturbati. Appena è entrato si sono preoccupati di fargli il tampone piuttosto che visitarlo per vedere le sue condizioni, ed è risultato ovviamente positivo e lo hanno collocato nel reparto Covid. Nei primi giorni del suo ricovero i medici hanno dato la possibilità di farlo vedere ai loro cari tramite videochiamata, poi più nulla, e questo ha creato molto stress in loro giustamente perché non potevano vedere loro padre, sembrava una prigione invece di un ospedale. Passato un mese, i figli si ritrovarono a parlare con il primario dell’ospedale dove si trovava loro padre. Essendo un loro caro amico, ha consigliato con tutto il cuore, in confidenza, di riportare a casa loro padre, ALTRIMENTI SAREBBE STATO AMMAZZATO, spiegando inoltre che l’ospedale prende grandissime cifre sia quando il paziente risulta positivo, (dai 2000 in su al giorno per paziente), ma cifre più alte quando decede (oltre gli 8000). Questo spiega perché ovviamente questo signore è risultato positivo e quindi inserito nel reparto covid, cosa ha smosso maggiormente tutti questi medici (ovviamente già con la coscienza sporca) ad arrivare ad uccidere tantissimi pazienti in cambio di cifre non irrilevanti. I pochissimi medici che invece hanno avuto umanità e coscienza, si sono rifiutati di far parte di questo genocidio che poi successivamente sono stati sospesi per non dovere essere obbligati a vaccinarsi. Quindi effettivamente molti morti ci sono stati, comunque in numero minore rispetto a quello che i media affermavano, ma nella cartella clinica veniva falsificato il motivo della morte modificandolo in Covid. Perciò le famiglie che non hanno avuto modo né di entrare in ospedale, né di parlare faccia a faccia con i medici, hanno creduto realmente che i loro familiari fossero morti per il virus, mandando avanti questa grande farsa. Tornando alla vicenda, allora i suoi figli immediatamente hanno richiesto di riportare questo signore a casa, ma i medici inizialmente non volevano, hanno anche rifiutato la loro richiesta con aggressività. Come mai? Il motivo è terrificante: quando sono riusciti a riportarlo a casa, dopo averli minacciati di denuncia, lo hanno ritrovato completamente denutrito, era magrissimo, disidratato, e con la bocca marcia e ferita. Aveva anche un polso rotto ingessato, quindi potrebbero averlo fatto cadere accidentalmente o volontariamente, perché all’inizio dopo la visita aveva soltanto il femore rotto.

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Si sono approfittati della sua malattia dato che non ha potuto raccontare come è stato trattato e cosa gli hanno fatto, ma il suo corpo parla chiaro, lo stavano davvero per ammazzare e si sono anche divertiti a malmenarlo. Dato che non c’era stata la possibilità di vederlo in nessun modo, dopo che lo avessero fatto morire anche di fame e chissà di cos’altro, come ho spiegato prima, avrebbero detto che sarebbe morto di Covid. Avevano inventato la scusa di non poterlo far uscire anche perché avevano rifatto il tampone ed era risultato positivo, ma una volta uscito, facendogli fare un tampone da un’altra parte nello stesso giorno, è anche risultato negativo, quindi un’altra grande prova che fosse tutto una finta. Il mio parente è salvo grazie alla fortuna di avere avuto una conoscenza nell’ospedale (che tra l’altro sa la verità ma la tiene nascosta), ma pensiamo a tutti gli altri che sono morti in questo modo e nessuno sa la verità. Gli ospedali non sono luoghi dove le persone vengono curate, coccolate, dove possono stare al sicuro, sono dei veri e propri lager nazisti, e non è assolutamente una parola esagerata dato che i pazienti entrano, ma non escono, hanno le stesse condizioni fisiche delle persone che abbiamo visto tutti nelle fotografie dei campi di concentramento. Ora i medici hanno iniziato a pagarla, proprio qualche giorno fa è stato arrestato un medico che ha ucciso i pazienti nel suo ospedale, ma non basta, devono essere presi e puniti tutti per i gravissimi reati che hanno compiuto.

 

Tali

 

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NON SERVE A NIENTE

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I miei genitori e mio fratello lavorano assieme, hanno una piccola impresa con altri 3 dipendenti. Quando è arrivato l’obbligo di vaccino e quindi di Green Pass al lavoro sono andati un po’ in panico e non sapevano bene come comportarsi. Io gli dico di fregarsene e che per qualsiasi cosa gli fosse successa potevano chiamarmi che li avrei aiutati. Solo per dare l’idea di quanto la macchina della propaganda fosse ben oliata era direttamente il consorzio che gestisce le buste paga a inviar loro ripetute comunicazioni sugli obblighi di vaccino per i lavoratori, sulle app da scaricare per i controlli, etc. Ad un occhio non attento poteva sembrare che fosse tutto giusto, che così fosse obbligatorio fare, per fortuna non hanno scaricato nessuna app per il controllo o messo in atto nessun protocollo. I loro dipendenti però son tutti vaccinati – uno in particolare era anche un po’ risentito perché nessuno gli aveva chiesto di mostrare la carta verde – e questo è quanto accaduto. Prima di tutto si ammala la stagista, vaccinatissima, quindi tutti a casa, quarantene, pulizie e perdite di tempo varie. Poi dopo altri mesi (e altre dosi) si ammala un altro dipendente, sempre vaccinato: l’incidenza dei casi di malattia sui vaccinati in ufficio è di 2 su 3, completamente inefficace. Con quest’ultimo giro se lo prende anche mio fratello – quindi contagiato da un vaccinato. Storie come queste ce ne sono ovunque, eppure, nonostante l’evidenza e gli esiti fallimentari del vaccino, le pecore sembrano non capire. Questo è indicativo perché fa comprendere il livello di “assuefazione da media” che purtroppo molte menti hanno subito: nonostante siamo circondati da esempi chiari e lampanti di come questi vaccini siano un completo fallimento (dagli improvvisi malori che stroncano giovani sanissimi o sportivi agonisti, alle tante paralisi e problemi cardiaci), la macchina della menzogna continua a sostenere una verità inesistente a cui in troppi credono.

 

Tara

 

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Testimonianza dagli ospedali

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Ho deciso di condividere questa testimonianza molto importante che fa capire cosa succedeva nei reparti Covid e di come i pazienti non venissero curati ma abbandonati a sé stessi fino alla morte. I fatti risalgono a settembre 2020 quando la mamma di una mia amica, A. di 78 anni, alla quale ero molto affezionata (per me era come una seconda mamma in quanto ho passato tutta l’infanzia e adolescenza in casa sua), è stata ricoverata d’urgenza a seguito di una caduta che le ha procurato una brutta fattura al femore. È stata ricoverata al Policlinico di P. ed è stata operata. Ci tengo a precisare che la paziente prima della caduta era autonoma e autosufficiente. Dopo due giorni A. viene trasferita in una clinica riabilitativa geriatrica sempre a P. Ho consigliato alla mia amica, visto il periodo che stavamo vivendo, di valutare la possibilità di fare la riabilitazione a casa, ma sicuramente richiedeva un’assistenza importante in quanto la mamma doveva rimanere a letto un mese facendo la ginnastica passiva e poi avrebbe iniziato ad alzarsi e quindi richiedeva sia la figura infermieristica che fisioterapica. In quel momento erano aperte le visite in ospedale ma nel giro di un mese si poteva visitare i propri cari solo una volta alla settimana, fino a quando non è stato più possibile entrare. Non so a quanti tamponi è stata sottoposta la mamma della mia amica risultando sempre negativa, fino a quando non è stata spostata di stanza e messa con due pazienti positive in quanto non c’erano più letti disponibili negli altri reparti. Nel frattempo lei non è mai stata mobilizzata né ha iniziato il percorso di riabilitazione. Dopo l’ennesimo tampone è risultata positiva ma asintomatica senza febbre ma solo con tosse che però non era dovuta al Covid in quanto lei soffriva di bronchite cronica da diversi anni, ad ogni modo i medici non hanno iniziato nessuna cura ed è stata completamente abbandonata a sé stessa. All’inizio comunicava con la figlia con il cellulare ma dopo non è più riuscita a chiamare perché le mancavano le forze, non mangiava più e non venivano fatte terapie sostitutive e di idratazione. Le infermiere che inizialmente facevano la video chiamata alla figlia non erano più disponibili visto il peggioramento repentino della mamma. Una settimana prima dalla morte hanno comunicato alla mia amica che la sua mamma stava morendo di Covid, non per l’allettamento prolungato; non era stata mobilizzata neanche dopo un mese, praticamente nessun fisioterapista si era mai avvicinato a lei, ma per loro stava morendo per il Covid????? La figlia non ha più potuto vederla né prima di morire né dopo. Motivo del decesso? COVID. La mia amica distrutta dal dolore non si è nemmeno accorta di quello che è successo e ha continuato a difendere i medici perché sono riusciti tramite le parole a convincerla che era stato il Covid a condurla alla morte. Nonostante i miei ripetuti appelli per farle prendere un avvocato già prima che morisse, la mia amica ha sempre difeso i medici. È stata un’esperienza che mi ha fatto soffrire molto ed ha cambiato molto il rapporto di amicizia con questa mia amica che è andato sempre più raffreddando nel tempo. Quindi i medici hanno fatto di tutto per far sì che lei prendesse il virus anche se era stata ricoverata per tutt’altro, mettendola in stanza con due pazienti positive per poi così catalogarla come paziente Covid e prendere gli incentivi sia nel ricovero sia dichiarando che era morta di Covid. Chissà quanti pazienti come la povera A…

 

Niki

 

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EFFETTI COLLATERALI DEI VACCINI

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Prima di riportare qualche testimonianza di persone vaccinate che hanno avuto problemi, vorrei raccontare come ho vissuto la vicenda della vaccinazione. Intanto devo dire che personalmente negli ultimi anni ho maturato una certa diffidenza nei confronti dei vaccini in generale, grazie anche ad aver appreso di molti casi di effetti avversi nei bambini sottoposti ai vaccini polivalenti come testimoniato in diversi libri. Non ricordo titolo e autore, ma anni fa un giornalista aveva svolto un’indagine riguardante i danni subiti dai neonati a causa delle vaccinazioni. Aveva chiesto in rete a chi aveva avuto un’esperienza di quel tipo di inviargli un resoconto e fu molto sorpreso nel ricevere migliaia di casi con esiti pressocché identici, tipo cambio della personalità del bambino e altri ancora. Inoltre avevo visto un video di una conferenza alla Camera dei Deputati del gennaio 2019, in cui una dottoressa aveva analizzato i vaccini che vengono utilizzati, riportando di aver trovato al loro interno sostanze potenzialmente nocive tanto da far dubitare sull’efficacia e la sicurezza di questi prodotti (https://www.youtube.com/watch?v=A_96ohX-If0). È chiaro quindi che nel momento in cui hanno dato il via libera per la somministrazione dei cosiddetti “vaccini” anti covid-19, non mi sono per niente fidato della narrazione ufficiale che descriveva il vaccino come la soluzione finale alla pandemia. In primo luogo il fatto che le stesse case farmaceutiche ammettevano che non avevano dati sufficienti (e come potevano?) per conoscere eventuali effetti avversi a medio e lungo termine, etichettava tali prodotti come sperimentali e quindi da assumere ben coscienti del rischio che si correva. In questo senso ho trovato veramente incredibile che, dopo qualche mese dall’inizio della vaccinazione, i virostar andassero in TV dicendo che ormai i vaccini non erano più sperimentali visto che erano stati inoculati ormai a milioni di persone. Sì, ma sugli effetti a lungo termine non cambiava nulla!!! Ho cercato di mettere in guardia le persone con cui parlavo di questi argomenti, dello sbaglio che avrebbero commesso accettando l’inoculazione. Alcuni hanno capito e non si sono vaccinati, altri apparentemente sembravano anche comprendere, ma alla fine la paura generata dalla propaganda è stata più forte di qualunque ragionamento e se lo sono fatto. Ho cercato di far comprendere fin da subito che tutto questo allarme era ingiustificato, che il numero dei morti attribuiti al covid era gonfiato appositamente e del resto la stessa OMS aveva dato indicazione di considerare come morti da covid tutte le persone decedute che risultavano positive al virus (e lasciamo perdere l’attendibilità dei test), indipendentemente dalla effettiva causa di morte: una vera assurdità. Questo particolare qualche volta veniva citato anche dal mainstream, ma nessuno ne coglieva l’importanza. La propaganda è stata fortissima, oltre che con le parole, anche con i fatti, perché le imposizioni messe in atto dal governo, oltre che a servire per togliere diritti fondamentali ai cittadini, è stata utile per aumentare la sensazione di pericolo. Alla fine chi per paura di morire di covid, chi cedendo al ricatto di non poter lavorare senza vaccinazione, chi perché si è fidato del proprio medico che lo raccomandava, che proprio perché privo di un minimo di ragionamento critico si è bevuto tutta la narrazione, sono stati molti che si sono vaccinati. Adesso si cominciano a vedere gli effetti nefasti di questi sieri, ma ancora non tutti vogliono vedere e ammettere di aver compiuto un grave errore. Anche se non conoscevo direttamente questa persona, riporto l’esperienza in quanto l’epilogo è stato quello più tragico. Si tratta di una parente da parte di mio padre: è stata trovata morta nel suo appartamento. Secondo quanto hanno riferito le persone che la conoscevano e l’avevano incontrata nei giorni precedenti, era una signora che non aveva problemi di salute e stava benissimo. Non so dire quante dosi di vaccino avesse fatto, ma comunque era vaccinata. Ennesimo caso di malore fatale.

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La persona di cui riferisco di seguito la conosco personalmente anche se negli ultimi anni l’ho vista solo una volta. Si tratta di un signore di circa 70 anni il cui cognato è invece un amico di famiglia con cui abbiamo avuto rapporti di lavoro, ed è da lui che ho saputo quello che ora descrivo. Nei primi mesi del 2021 ho incontrato questo amico e, chiedendo del cognato, mi ha riferito che si era ammalato di covid e pur dopo diversi mesi, non riusciva a venirne fuori. Allora gli ho chiesto con cosa si stava curando e mi ha risposto che prendeva solo Tachipirina (ovviamente il suo medico sarà stato di quelli che seguivano il protocollo ufficiale). Gli ho detto che la Tachipirina non solo non lo avrebbe aiutato, ma anzi era peggiorativa e sarebbe stato meglio assumere degli antinfiammatori. Poi ho rivisto il mio amico diversi mesi dopo e richiedendo del cognato mi ha raccontato che aveva rischiato grosso. Qualche mese prima si erano accordati telefonicamente di incontrarsi per prendere un aperitivo in un certo luogo e questi gli aveva riferito che era appena uscito dall’ambulatorio dopo aver ricevuto la vaccinazione e stava aspettando che passassero i 15 minuti di sorveglianza per poi essere libero. Pertanto sarebbe poi subito partito per andare all’appuntamento. Dopo due ore di attesa il mio amico riceve una telefonata dal genero del cognato, il quale gli riferisce che a causa di un incidente, suo cognato era dovuto andare in ospedale per accertamenti. In sostanza era successo che mentre andava in auto all’appuntamento secondo quanto stabilito, aveva perso i sensi e l’automobile stava uscendo di strada sulla destra, ma proprio poco prima che iniziasse un guard rail, per cui lo aveva preso in pieno nel punto iniziale; fortunatamente dalla parte del passeggero. Tuttavia l’auto dal colpo ha iniziato una serie di giravolte in mezzo alla strada fino a fermarsi. Gli è andata bene che in quel momento non passavano altri veicoli, altrimenti avrebbe rischiato parecchio. Alla fine, grazie anche alla robustezza della macchina che guidava, ne è uscito illeso, mentre l’auto era completamente da rottamare. Sono giunti poi i soccorsi e i carabinieri, che gli hanno fatto anche la prova per il tasso alcolemico e cui è risultato positivo, infatti lui stesso aveva ammesso di aver bevuto un bicchiere di vino non molto prima. Gli hanno quindi ritirato la patente per un anno, vista l’aggravio per l’incidente. Lui ha riferito che non sa cosa gli sia successo, che stava guidando tranquillamente e poi si è ritrovato a girare come una trottola con la macchina. Credo che questo caso sia ben chiaro della correlazione tra vaccino ed effetto collaterale. La persona vaccinata più prossima che conosco è mio padre a cui non sono riuscito a far comprendere la pericolosità del vaccinarsi, quindi si è fatto due dosi. Una prima conseguenza è successa qualche settimana dopo la seconda dose e analoga nella sostanza a quanto riportato nella testimonianza precedente. Una mattina stava aprendo il cancello carraio per poi uscire con l’automobile, e ha perso per un attimo i sensi cadendo a terra tirandosi dietro l’anta del cancello. In pratica si è ritrovato per terra con senza sapere come. Oltre a qualche botta ha riportato delle escoriazioni su un braccio e su una gamba con notevole perdita di sangue. Fortunatamente si è risolto tutto in qualche giorno, però penso sempre a cosa sarebbe potuto capitare se questo malore gli fosse venuto qualche minuto dopo, quando sarebbe stato alla guida dell’auto. Per il resto ultimamente lamenta la paura di perdere la lucidità mentale, e di avere dei momenti in cui non riesce a ragionare. Speriamo in bene.

 

Nick

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L’Isteria di massa e il vaccino che distrugge il tuo corpo.

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Nel febbraio 2020 mi trovavo in un’altra regione rispetto a dove abito, era il giorno 20, dal giorno prima cominciammo a sentire notizie che in Cina era scoppiata un’epidemia mortale, eravamo preoccupate, ma non più di tanto visto che era in un paese lontano. Le notizie però peggioravano di ora in ora, la sera del 21 festeggiammo il compleanno in un locale fino a tarda notte. Tornate in hotel cominciammo a sentire che c’erano dei casi di cinesi in Italia con il “mortale virus” covid 19. Durante il giorno in TV passavano filmati di gente che scappava dal nord per rifugiarsi nelle regioni natie del sud Italia, quindi treni carichi di gente diretta in meridione, stazioni che brulicavano di gente che scappava per la corsa ai treni, insomma per paura che chiudessero la regione anche noi decidemmo di tornare. Preso il treno ho assistito a scene di panico, c’era una ragazza raffreddata che fu aggredita da un signore anziano e in seguito fu fatta scendere febbricitante alla prima stazione, operatori che passavano di continuo a disinfettare bagni e maniglie! Chissà quante risate si son fatti chi ha organizzato tutta questa farsa, a vedere tutto questo. Tornata a casa, mascherine, guanti, code a fare la spesa, gente che urlava se ti vedeva senza guanti o con la mascherina abbassata, uno scenario assurdo. Dopodiché è iniziata la pandemia. La TV che passava continuamente, immagini di corpi nei sacchi di chi era morto per il virus negli ospedali, camion militari carichi di bare destinate alla cremazione per non diffondere il virus. Poi tutti chiusi in casa per mesi. Questo è stato l’inizio che ha portato milioni di persone terrorizzate per la paura di morire abbandonati e soli in una fredda camera da ospedale, a farsi iniettare il tanto atteso “vaccino” che avrebbe salvato tutti. Faccio la premessa che ho perso mia madre “per il covid” il 14 aprile 2021. Si è ammalata e il dottore l’ha mandata a casa con la Tachipirina. Dopo una settimana è stata ricoverata in ospedale in quanto non riusciva a respirare, per 2 settimane, dopodiché la telefonata del decesso. Quindi sparita per 2 settimane, anzi sequestrata. E non sto a raccontarvi quanto mi hanno stressata che volevano i miei parenti, che facessi il tampone. La mia famiglia è tutta vaccinata, anche i miei 2 nipoti di 7 e 10 anni, non ho potuto fare nulla per salvarli. Ora veniamo alle conseguenze dei vaccini: mia sorella lamenta sempre di essere stanca, di non sentirsi bene ma non sa spiegare cosa si sente, il suo collega di 31 anni morto nel sonno per infarto. Un mio vicino di casa 58 anni dopo terza dose tumore al pancreas morto in 2 mesi, un altro mio vicino 70 anni (e stava bene) terza dose trovato morto in casa per malore, la mia estetista mi raccontava l’altro giorno del figlio di una cliente di 28 anni anche lui trisierato ha appena scoperto di avere la SLA, anche un’altra ragazza di 16 anni ammalata di SLA. L’avvocato di un mio amico 40 anni appena fatto il vaccino ha avuto uno svenimento e non riusciva più a vedere. Una collega 35enne di questo mio stesso amico, appena vaccinata ha perso l’uso delle gambe! È un orrore. Provo una pena infinita ma il problema è che continuano a non capire ed è imminente la quarta dose!

 

Victoria8

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Pentiti del vaccino

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Una testimonianza che posso dare riguarda una mia prozia, che dopo la seconda dose, appena rientrata a casa, ha avuto una brusca variazione della temperatura corporea. Le è salita la febbre a 40 e le è riscesa a 36 nell’arco di cinque minuti. È stata ritrovata svenuta in bagno dal marito. I medici dicono che ovviamente non c’è correlazione con il siero fatto poche ore prima, mentre altri medici dicono che “la seconda dose è la più difficile, è normale”.

Un’altra storia che ho avuto modo di conoscere è stata di una collega a lavoro. Lei aveva fatto la prima dose a luglio, e ad agosto era tornata al lavoro dicendo che non avrebbe mai fatto altre dosi, per quanto era stata male. Non avevo approfondito all’inizio, perché non ne voleva parlare. A ottobre però decise di fare la seconda dose, ricordo bene quel giorno perché era il mio giorno libero, ma son dovuta correre a lavoro perché questa ragazza era stata malissimo dopo la seconda dose e quindi non poteva andare a lavorare.

Quando dopo qualche giorno l’ho trovata a lavoro mi ha raccontato che aveva avuto febbre altissima e dolori così forti alla testa che le sembrava di morire. “Mi sembrava di essere appena entrata all’inferno” è stato il modo in cui ha descritto l’esperienza. Dopo la seconda dose la sua salute ha iniziato ad essere precaria, si assentava spesso fino a che non è stata 3 mesi in malattia, per dolori troppo forti.

A febbraio 2021 ho lavorato per una signora che era contraria alla farsa, nonostante ciò aveva fatto due dosi per lavorare (lei era il capo, e il negozio era il suo). Si è pentita profondamente di questa scelta. Da quando si è sierata ha iniziato a soffrire di problemi di pressione che prima non aveva, di insonnia e di ansia. Era pentita di essersi fatta i sieri e aveva categoricamente deciso di non fare altre dosi.

 

Nebula

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L’Obbligo ai sanitari è un obbligo alla sofferenza

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Una mia amica in seguito alla vaccinazione per il Covid-19 si è ritrovata a combattere contro varie patologie che non aveva mai avuto fino ad allora. Lei studia scienze infermieristiche e per poter accedere ai tirocini ospedalieri è stata costretta a vaccinarsi. Si è fatta 3 dosi. Lei è sempre stata sana e non ha mai avuto nessun tipo di problema fisico, è sempre stata in forma e sportiva. Dopo la vaccinazione accusava dolori strani e così è andata dalla reumatologa che le ha diagnosticato la fibromialgia. Le ha prescritto anche le analisi del sangue ed è risultata positiva agli anticorpi del lupus. La fibromialgia è una sindrome che si manifesta principalmente con dolore intenso a muscoli, legamenti e tendini. È un disturbo invalidante, spesso difficile da diagnosticare, perché ha sintomi simili ad altre condizioni cliniche e vengono prescritti farmaci per alleviare il dolore ma non esistono cure pubbliche. Lei infatti dava segni di dolori muscolari e difficilmente riusciva a fare tutto quello che voleva fare durante la giornata. Il lupus è invece una malattia autoimmune caratterizzata cioè da un attacco del sistema immunitario verso l’organismo stesso che può causare rash cutanei, stanchezza cronica e problemi ad organi principali come ai reni, al sistema nervoso e molti altri ancora. Ad oggi provo un grande senso di rabbia nei confronti di tutti quelli che hanno sponsorizzato il vaccino come sicuro, come efficace, come placebo contro qualunque male. Sicuramente contro alcune cose è stato molto utile, ad esempio contro l’intelligenza e contro il buon senso oltre che contro i corpi e le menti di moltissime vittime abbattendole completamente: utilità fondamentale per chi governa il nostro popolo per assicurarsi un maggior controllo sulla gente.

 

Gianlu idro

 

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Morte dopo il vaccino

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La mia testimonianza che vorrei raccontare riguarda un mio parente, lo zio di mia mamma, un uomo molto colto, che pensava con la sua testa, infatti era contro il vaccino, contro la farsa virus, contro mascherine…

Nell’inverno del 2021 gli è venuto un raffreddore forte, sapeva di quello che stava succedendo negli ospedali di tutto il mondo, che i medici corrotti ammazzavano le persone e non voleva per nulla andare dal medico o in ospedale, ma dato che la tosse si era aggravata i familiari l’hanno portato in ospedale con forza. Era il periodo della farsa mondiale e in ospedale ovviamente l’hanno classificato come malato di covid, non hanno lasciato passare nessuno a trovarlo, nemmeno parlare al telefono, un vero calvario per i suoi figli e moglie, avere la persona alla quale vuoi tanto bene e non riuscire essergli vicino in un momento così difficile. Dopo qualche giorno di permanenza in terapia intensiva ci hanno comunicato che non c’è l’ha fatta e che è morto per covid. Praticamente è andato in ospedale camminando ed è uscito morto. Era stato portato in ospedale con la forza dalla sua famiglia che lo ha condotto alla morte. È stato un dolore enorme per tutte le persone care, anche perché sua moglie era a lavorare all’estero e proprio in quel periodo tutti i viaggi erano bloccati per via di questo farsavirus, non c’erano più aerei che volavano e nemmeno i bus, quindi non ha potuto partecipare al funerale del suo amato marito.

I suoi figli nonostante la perdita sono rimasti fedeli a ciò che pensava anche il padre quindi hanno resistito a non fare nessun vaccino e nessun tampone. Invece la moglie nel suo profondo ha sempre pensato che è deceduto perché non si è vaccinato, infatti dopo questo evento si è vaccinata immediatamente. E qui è iniziato un altro fine. Dopo qualche mese dal secondo vaccino un suo piede è diventato nero e ora non riesce più a camminare e sta rischiando l’amputazione della gamba. La sua vita ormai è rovinata per il resto delle sue giornate e non solo la sua ma anche quella dei nipoti e dei figli che cresceranno senza nonni.

 

 

Universe

 

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Effetti avversi che vanno a peggiorare

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Moltissime persone sono morte o si sono ritrovate con gravissime patologie che gli hanno rovinato completamente la vita a causa della vaccinazione contro il Covid. In particolare una mia conoscente, una donna sulla cinquantina che da quando si è vaccinata ha avuto tutta una serie di patologie che le hanno devastato la vita. Dopo il vaccino ha iniziato ad avere delle dermatiti alla pelle che le causavano dolore e dopo qualche mese di cure cortisoniche appena smetteva la cura il problema tornava. Di recente ha scoperto di avere un tumore maligno al seno di 8 cm, che le è stato completamente asportato e dove le è stata inserita una protesi. Adesso sta facendo la chemioterapia e di testa si può dire che è andata, non sta per niente bene. È ovvio che stia affrontando un periodo terribile di depressione. Dal quale se ne uscirà viva ne sarà marchiata a vita. Ne è valsa la pena di fare questo dannato vaccino contro il covid? Le aziende farmaceutiche nel frattempo guadagnano fior e fiori di quattrini, sulla salute di miliardi di esseri umani, che la stanno perdendo completamente. Di testimonianze ce ne sono a bizzeffe di persone che hanno avuto effetti collaterali, più o meno gravi. Ma la gente continua ad essere scettica e a pensare che il Governo faccia tutto per il nostro bene. Come sono cambiate le cose rispetto al passato! In passato si diceva “Piove! Governo ladro!” Perché effettivamente si potrebbe pensare che non c’entri nulla il fatto che piova con il Governo (seppure ad oggi il Governo causa anche ciò!) ma lo dicevano proprio per evidenziare il fatto che a tutti i problemi ci fosse dietro chi ci governa. Le cose ad oggi non sono cambiate. Svegliamoci perché non abbiamo tutto il tempo del mondo per farlo!

 

Gianlu idro

 

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Questo vaccino serve davvero a salvare i nostri anziani?

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La prima testimonianza riguarda il papà del mio convivente. E’ un uomo che ha compiuto 88 anni lo scorso mese di marzo. Nel 2017 gli è stato asportato un melanoma con un grado medio di malignità, intervento da cui si era ripreso molto bene. Premetto che è una persona che fisicamente è forte, ha sempre praticato sport e vita all’aria aperta. Si alimentava anche discretamente, nel senso che consumava una grande quantità di verdura cruda e frutta. Uso l’imperfetto perché da un po’ di tempo, da quando è mancata la moglie, si alimenta utilizzando anche molti prodotti pronti e utilizzando una quantità di olio di semi di mais eccessiva per cuocere le sue verdure. Nel mese di settembre 2019 ha perso sua moglie, con cui era sposato da più di 50 anni e un mese dopo è stato ricoverato per un intervento di protesi all’anca, proprio in ospedale nel post operatorio, ha contratto una polmonite bilaterale, che si è portata via i tre compagni di stanza, e che con tutta probabilità era già covid, cosa che ovviamente ha prolungato la sua convalescenza che, tra varie complicazioni, si è conclusa con il suo ritorno a casa a metà dicembre. Si è ripreso benissimo, grazie alla sua tempra e alla sua forza di volontà, anche se mi ha confidato che la polmonite gli ha lasciato in eredità una maggiore affaticabilità e meno prestanza dal punto di vista respiratorio. Nei confronti del covid ha sempre avuto un atteggiamento molto prudente, indossando mascherina e guanti per andare a fare la spesa al supermercato, ma almeno inizialmente, non manifestava fobia. Discorso vaccinazioni. Lui fino a Natale del 2020 non voleva vaccinarsi perché non si fidava. Ha poi ricevuto sul suo telefonino un sms in cui veniva invitato per la vaccinazione e, non ho ancora capito di preciso quale meccanismo sia scattato, nel mese di aprile 2021 è andato a fare la prima dose, seguita dalla seconda un mese dopo. Posso pensare a molti fattori, solitudine e meno prestanza fisica l’hanno portato a passare più tempo in casa in compagnia della televisione che, oggi più che mai, sappiamo essere una delle maggiori fonti di disinformazione. Fatto sta che ho notato in molte persone questo cambiamento radicale di posizione, prima erano assolutamente convinti di non fare questa vaccinazione, e dopo pochi giorni ti dicevano serenamente che avevano fatto la prima dose. Ad ogni modo posso dire che, dopo essersi vaccinato, quest’uomo non è più lo stesso, è diventato fobico ed anche insistente affinché anche noi ci vaccinassimo, compreso mio figlio!!!

E questo sarebbe forse il male “minore”. Infatti nel mese di luglio 2021 scopre di avere una massa sul lato destro della schiena, zona lombare, che gli faceva male e pareva infiammata. Ha amicizie nell’ospedale del luogo in cui vive e fortunatamente è riuscito a farsi visitare abbastanza in fretta. Risultato: cancro, melanoma con un grado elevato di malignità.

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Dopo la terza dose fatta in novembre è ancora andato giù, psicologicamente ha tanti alti e bassi, nonostante mantenga una più che discreta lucidità, compatibilmente con l’età, ha avuto una forte epistassi ad aprile e da quel momento ha quasi tutti le sere un po’ di febbre e una sorta di sfinimento. Poche settimane fa mi ha detto di non voler fare la quarta dose e gli ho detto che faceva bene. L’altro ieri mi ha detto che ha preso appuntamento per andare e, di fronte al mio stupore e alla richiesta di una motivazione, mi ha risposto che lui “è un fragile”. Non so dire quanto mi sgomenti, tutte le volte, questo cambiamento repentino di posizione, e quanto sia dispiaciuta per quest’uomo. Poi mia zia, da parte paterna. È una donna di 63 anni che ha una storia di reazioni allergiche a farmaci/metalli, alcune piuttosto importanti, un’osteoporosi accentuata già da qualche anno, psoriasi e problemi di vista. È una persona che, di fatto, qualche situazione problematica legata alla salute fisica, ce l’ha e, da ciò che so e ricordo, li ha sempre avuti. Anche lei non voleva fare la vaccinazione. Suo marito è infermiere e lavora in ospedale, anche nei reparti covid. È una persona, lui, estremamente allineata al sistema sanitario e, anche qui, non sono a conoscenza delle varie dinamiche che hanno fatto maturare una decisione opposta alla precedente, fatto sta che anche lei alla fine capitola e decide di sottoporsi alla sperimentazione. Quello che so è che si è recata in ospedale con moltissima paura, e già questo non è normale e non dovrebbe mai accadere. Dopo poco tempo dalla somministrazione del siero ha cominciato ad avere dei problemi di deambulazione, legati a dolori lancinanti agli arti inferiori, dolori che non la fanno dormire la notte. Le hanno fatto non so più quanti e quali esami, arrivando ad ipotizzare una sclerosi multipla, non confermata però dagli esami, anche se sostengono esserci delle similitudini e sulla base di queste, hanno impostato una terapia con farmaci pesanti. So che lei ha il dubbio che tutto questo sia stato scatenato dal siero, ma purtroppo non è sostenuta. Qualche settimana fa ha contratto il covid, arrabbiandosi abbastanza perché, con tre dosi, credeva di essere sufficientemente “protetta”. Da non sottovalutare un ulteriore aspetto. L’inverno scorso il marito ha impedito alla sorella, altra mia zia non sierata, di andare a casa loro, ponendo come condizione l’effettuazione di un tampone prima di entrare in casa…sono rimasta abbastanza sconvolta dalla cosa. Infine una volontaria che presta la sua attività dove lavoro. È una donna anziana, ma molto attiva e con un’ottima manualità. Ha perso il marito qualche mese fa e ha avuto un infarto, da cui si è ripresa abbastanza bene. Al mio rientro al lavoro l’ho incontrata e le ho chiesto come stava. Mi ha risposto che non riesce a venire più molto perché, dopo la terza dose di siero, ha dei dolori estremamente debilitanti. Mi ha raccontato di molte visite e terapie che non hanno alcun effetto. Tutto questo le ha abbassato molto il tono dell’umore, comprensibilmente. Le ho chiesto se ha fatto segnalazione di reazione avversa e mi ha riferito che il suo medico curante non l’ha fatta. Così le ho spiegato come farla autonomamente, mi sono anche offerta di aiutarla. Ha preso tutti i riferimenti, ma non ho avuto modo di chiederle se è riuscita a procedere poiché, di fatto, la vedo molto poco. Mi ha detto che non farà naturalmente più alcuna dose e mi ha detto più o meno così: “Finalmente l’ho capito. Purtroppo ho dovuto sbatterci la testa” e le ho detto che, purtroppo, molti lo hanno capito solo in questo modo.

 

Tammy

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Mamma vaccinata in gravidanza, neonato danneggiato

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Mia cugina, prima che arrivassero le dosi di vaccino, è rimasta incinta dopo tanta fatica visto che ha dovuto ricorrere all’inseminazione artificiale. Nonostante la delicatezza della sua gravidanza, all’ottavo mese ha fatto la prima dose altamente consigliata dalla sua ginecologa (è risaputo ormai che i medici vengono pagati anche soltanto per consigliare il vaccino, fregandosene altamente di quello che può provocare). Prima di questi vaccini, quelli precedenti erano vietati alle donne incinte visto che era molto pericoloso, eppure hanno tutti resettato la memoria. Fortunatamente il bambino è nato, ma moltissime altre mamme vaccinate hanno perso il bambino, oppure è nato morto. Poi, appena il bambino è nato, i medici gli hanno fatto subito il tampone che è risultato positivo. È inspiegabile come un bambino appena nato potesse prendere un virus, eppure tutti ci credono nonostante i tamponi siano falsati. Questo ha portato il fatto che hanno separato la mamma e il bambino per 15 giorni dalla nascita. È stato terribile sapere questa notizia perché la madre, e neanche il padre, non hanno potuto vedere suo figlio crescere e stargli vicino, è un momento che nessuno gli ridarà. Per non pensare cosa avrà provato il neonato a rimanere da solo appena nato, senza poter stare tra le braccia della sua mamma, ma in una culla e nutrito ogni tanto da un’infermiera con il latte della madre. Dopo poco tempo, la mamma ha fatto anche la seconda dose e la terza mentre lui era in allattamento, e il piccolo ha iniziato ad avere delle reazioni cutanee, come degli sfoghi rossi sparsi sul viso e sulle braccia, perché tutte le ulteriori sostanze nocive che erano nel vaccino sono passate anche nel latte materno che quindi ha assorbito. Essendo nato già con il vaccino nel corpo, visto che la mamma lo ha fatto mentre lui era nella pancia, è nato con una pelle molto debole, sottile, sembra vitrea e si vedono molto le vene. Prende continuamente la tosse, è molto più piccolo del normale, come se non assimilasse il cibo. Ha 5 mesi e non si comporta come un bambino di quell’età dovrebbe. I genitori dicono che è calmo, in realtà sembra sedato e apatico, non risponde agli stimoli visivi, non fa mai versi, ha sempre lo sguardo fisso e spento. La situazione è preoccupante e andrà a peggiorare nel tempo.

 

Tali

 

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Un Ricatto “legalizzato” che distrugge la propria salute.

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Stiamo vivendo in un periodo dove ogni notizia è palesemente scritta e diffusa secondo i dettami di qualcuno che ci tiene parecchio a filtrare il flusso di informazioni. Nonostante possa sembrare una situazione che si può vivere nei film, è la realtà con cui vogliono farci convivere da Marzo del 2020. È tutto un susseguirsi continuo di news che entrano spesso in conflitto una con l’altra, prima dicono che è una cosa a causarci del male, poi il giorno dopo magicamente è la cosa migliore del mondo e la più efficace e di nuovo dopo una settimana è la causa che ci porterà all’Apocalisse, anche se qui di poca c’è solamente l’attenzione con cui le persone si stanno guardando in giro. Sono tutti così spaventati dal Covid, la più terribile influenza che sia mai esistita e per cui si è deciso di chiudere in casa ai domiciliari milioni di persone che per il Governo erano in pericolo mortale. Sono ormai due anni almeno che ci stanno spingendo a seguire questa lotta tra uomo e microbi fantasma, e la gente è così assuefatta da questa realtà che si è creata, da rendersi capace di seguire ed eseguire qualsiasi nuova assurda regola o obbligo pur di salvarsi dal Farsavirus, nonostante di morti per questa causa non ce ne siano, se non causati dall’ignoranza e dalla non voglia di curare indottaci dal governo stesso. Come sappiamo, nonostante gli sforzi e le gesta eroiche dei sanitari ogni farmaco ed ogni cura hanno fallito, al punto da lasciare ai vaccini l’arduo compito di difenderci tutti dalla Bestia chiamata Farsavirus. Per la prima volta nella storia recente hanno approvato un farmaco sperimentale come cura, perché la situazione di emergenza lo richiedeva secondo i governi, e dopo una campagna pubblicitaria così intensa che neanche le campagne elettorali, le fiumane di genti impaurite sono corse a farsi pungere, pur di salvarsi dal raffreddore travestito da disastro nucleare. Ebbene, dopo i primi giorni e settimane da quando hanno iniziato a vaccinare le persone, sono spuntati i primi episodi che hanno fatto scricchiolare tutta la messa in scena perché la gente stava morendo sul colpo, e chi non moriva era in preda a paralisi o dolori che si sarebbe portato dietro per tutta la vita. Di questo vorrei parlare, ovvero raccontare e testimoniare gli effetti e i problemi che questo veleno che viene creduto un elisir ha causato nelle persone che conosco. Io sono sempre stato contrario dall’inizio ai tamponi e a tutta questa situazione, tanto che ne ho parlato molto con la mia famiglia perché non volevo che cascassero in questa farsa e che si rovinassero la vita più di quanto ci stesse già facendo il governo. I miei genitori e mia sorella sono sempre stati più o meno d’accordo riguardo alla situazione e alle incongruenze che si palesavano ogni giorno di più. Tutto questo ha iniziato a vacillare nel momento che loro, datori di lavoro di sé stessi, hanno iniziato ad avere paura dei controlli che sarebbero potuti avvenire per via del Nazipass 2.0, ottenibile solamente previa dosi di vaccino. Ho cercato di evitarlo fino all’ultimo, tanto che sono state rimandate indietro più volte nei centri vaccinali, ma alla fine un giorno che non ci pensavo nemmeno sono andate mia madre e mia sorella a farlo, ovviamente senza che me lo dicessero. L’ho scoperto più tardi, dopo che mio padre mi ha telefonato per dirmi che non era destino che lui lo facesse, dato che comunque aveva paura di farlo, il tutto dopo un altro tentativo dove lo hanno rimandato indietro, cosa strana visto che accetterebbero chiunque, anche i sassi pur di fare una dose.

 

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Questa notizia mi aveva ferito e deluso, e dopo sei mesi mi sono deciso di andare a trovare tutti, per vedere come stavano. Mia madre che ha una malattia autoimmune per la quale la pelle di una parte precisa del corpo sta andando progressivamente in necrosi si è vista peggiorare la malattia che ha fatto passi da gigante e deve essere operata per questo. Non solo, le hanno diagnosticato un’altra sindrome autoimmune per cui deve stare attenta ogni volta che sbatte su qualche oggetto o si fa male, perché invece di formarsi un normale livido, la pelle del punto di impatto inizia a consumarsi dall’interno, mangiando tutti i tessuti, come se affondasse per fermarsi sino all’osso. Questo lo ha scoperto dopo una caduta, in seguito alla quale si è fatta un livido sullo stinco, che invece di gonfiare, stava come affondando ed infatti in quel punto le manca la pelle, c’è solo lo strato esterno che poggia quasi sull’osso. Le hanno detto che può succedere ad alcune persone che hanno la malattia che ha lei di prendere anche questa, ma a me sembra strano che sia così, perché prima del vaccino si stava curando e stava meglio. Adesso si ritrova con ferite che difficilmente si richiudono, il peso che le sta aumentando nonostante mangi come ha sempre fatto, una nuova malattia rara e infinite fitte alle ossa e alla testa che prima non aveva. Lo ha capito dopo un po’ di dolori che non era il caso di continuare con le dosi, perché un po’ lo ha capito che bene non è stato. Mia sorella invece, da quando ha fatto le dosi, da persona attiva che era è diventata un cadavere che cammina. Tempo qualche mese ha smesso di avere il ciclo, cosa molto dannosa per una donna tanto più giovanissima come lei, e ha incominciato a prendere peso e gonfiarsi nonostante mangi insalatine. Lei ha sempre camminato molto, e nonostante una costituzione robusta non è mai stata obesa, anzi il contrario. Da quando ha fatto il vaccino è sempre a letto perché si sente stanca, ha la faccia sempre rossa e gonfia, le sue ossa si sono indebolite perché le mancano nutrienti e le hanno trovato due ernie alla schiena a detta loro causate da questo. La cosa che mi stupisce è che lei al contrario nega che sia stato causa del vaccino, ma allo stesso tempo si vede che ha una paura folle di fare altre dosi. Oltre quanto raccontato, mi ritrovo ad avere a che fare con due persone molto più che apatiche e che fanno molta più fatica di prima a ricordare le cose, anche le più semplici, cosa che prima non andava così. Prima di farlo stavano bene, ma non è normale che due donne, una di 50 e l’altra di 20 anni abbiano tutti questi problemi simili che scoppiano dal nulla. Anche i miei zii e nonni non sono scampati agli effetti di questo miracoloso elisir. Mia nonna paterna dopo la prima in(o)culazione ha avvertito sin da subito bruciore sotto la pelle in tutto il corpo, oltre che fitte ovunque nel corpo. Il giorno dopo le è uscito il fuoco di Sant’Antonio che le prende tutte le gambe ed il busto, e da allora non le va via e sta peggiorando dopo ogni dose, aumentando di intensità. Ogni volta che mi vede mi chiede di pregare per lei e mi dice che non vuole più fare dosi, ma fino ad ora le ha fatte tutte e quando glielo faccio notare mi dice che ha paura che pensino male di lei, che non vede mai nessuno perché sta in cima ad una collina. Suo marito se prima delle dosi aveva perdite di memoria, dopo poco aver fatto la prima dose ha perso in maniera repentina l’uso della memoria a breve termine. Adesso non ricorda niente di quello che puoi dirgli e se ne dimentica dopo qualche secondo e fa fatica a ragionare e capire quello che gli dici. Praticamente è incapace di intendere e volere, e come se non bastasse dopo il vaccino ha preso il diabete.

 

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Tutto questo che racconto non c’era prima che loro si facessero il vaccino; quindi, secondo i medici è normale che quando prendi una medicina curi una cosa e nel mentre ti vengono mille altre malattie gravi e potenzialmente mortali. Ho visto mio nonno materno diventare gonfio e rosso come se avesse una malattia mortale, sempre più apatico e spento al punto che adesso fa fatica a ragionare e che ha sempre meno voglia di camminare, stiamo parlando di una persona attiva e energica che si è sempre fatto almeno 10 km al giorno a piedi, ha sempre mangiato sano, senza dolci e bibite gassate, a cui i cardiologi hanno sempre fatto i complimenti per la salute del cuore. Ovviamente quando stava per avere un infarto e lo hanno portato al pronto soccorso hanno detto che erano tutti i sintomi normali del Covid. I miei zii e cugini invece, li ho visti tutti malaticci e spenti, apatici come se fossero diventati dei robot che eseguono solo quello che gli input esterni sono in grado di comandargli. Le due sorelle di mia nonna, una afflitta da Parkinson e l’altra di Alzheimer sono morte nel giro di due settimane dall’iniezione, una per ictus e l’altra per infarto. Ovviamente erano “solo complicanze delle malattie che già avevano e non si possono attribuire ad altro se non a questo”. Vedo in giro persone che sembrano vuote, che fanno più fatica a capire, che sono molto più lente nel fare tutto e hanno la percezione della realtà più ovattata. Riguardo quest’ultima vedo sempre più persone per strada che guidano in maniera pericolosa e che fanno sempre più manovre azzardate, come se non capissero la gravità del pericolo o avessero i riflessi rallentati. Tutto questo non ha nulla di normale ed è da un anno ormai che sto notando come tutti questi elementi stiano peggiorando uno dopo l’altro e facendo 2+2 la causa si capisce. Molte persone mi dicono che soffrono di fitte alle tempie e dolori alle ossa che non se ne vanno mai da quando hanno subito la puntura magica, e molte ex colleghe mi dicono che non hanno più il ciclo regolare o che non si presenta più. Se parli ed ascolti la gente le testimonianze ti corrono incontro e non puoi fare a meno di non ascoltarle per quanto sono evidenti, ed è così che ho scoperto di una vicenda accaduta alla madre di una cliente. Questa signora dopo aver fatto la prima dose ha avuto uno svenimento mentre era alla guida e si è schiantata mentre andava a tutta velocità su un albero. L’hanno portata in ospedale e si sono accorte che è stato causato da una trombosi nel cervello. Le hanno indotto il coma per recuperarla, lei è diventata un vegetale adesso. Il medico che l’aveva in cura ha notato che aveva i fattori di coagulazione del sangue di molte volte superiori al limite e avvisando i parenti ha detto loro che il vaccino le aveva alterato i parametri del sangue. La signora teneva spesso sotto controllo il sangue per un’altra patologia che aveva e quindi avevano anche a disposizione esami pre-vaccinali che mostravano come la coagulazione fosse nella norma. Il medico ha capito da questo quale era la vera causa ossia il vaccino e ha deciso di aprire una commissione d’inchiesta interna all’ospedale per capire il caso ed eventualmente comunicare l’evento avverso grave alle case produttrici. Inutile dire che dopo questa proposta è stato tolto dalle cure della signora ed è stato demansionato e spostato in un ufficio dall’altra parte della città, per essere sostituito da un medico che poi in maniera poco rassicurante ha negato ogni correlazione. Molte persone potrebbero aver subito e vissuto situazioni simili, e di testimonianze di morti strane ce ne sono a bizzeffe da quando le vaccinazioni hanno preso atto. Adesso ogni scusa è buona per trovare nuove cause di morte come sentire i forti rumori o mangiare la pizza, ma se qualcuno non riporta questi eventi finisce che in futuro nessuno saprà cosa è realmente accaduto, perché la memoria verrà resettata dicendo che un’epidemia di influenza è stata capace di fare così tanti danni, non il governo e chi lavora per lui e le soluzioni da lui proposte.

 

Lorenzo7

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Le torture sui bambini

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Lavorando con i bambini mi è capitato in questi ultimi mesi di avere a che fare con molti bimbi che sono stati vaccinati con più dosi. Purtroppo ho notato come i bambini che hanno subìto queste vaccinazioni sono sempre più ammalati. Spesso stanno male, e hanno la febbre alta. Poi ho notato come sono tutti molto più apatici, non riescono a divertirsi e trovano noioso qualsiasi tipo di gioco o di attività che gli proponi di fare, che sia palla prigioniera, tiro con l’arco, nuoto, pallavolo, ruba bandiera, la caccia al tesoro, la loro risposta è sempre “No, non mi va, non ho voglia, ho male alla schiena, non riesco”. Prima che venissero vaccinati non erano affatto così apatici. E stiamo parlando di bambini che vanno dai 4 ai 13 anni, quindi una fascia di età dove il corpo dovrebbe essere sanissimo e il bambino pieno di vitalità, sempre in movimento e soprattutto curioso di scoprire e provare cose nuove. Invece ogni volta che li guardo mi sembra come di vedere dei gusci vuoti, spenti, apatici e molte volte con umori davvero molto altalenanti. Ma la cosa che mi ha più spaventato è vedere come questi bambini soffrono troppo spesso di perdite di sangue dal naso, anche quando sono fermi seduti a fare niente, improvvisamente iniziano a sanguinare dal naso e ci mette davvero un bel po’ prima di smettere, oppure mi ha fatto paura vedere come un bambino che, ripeto dovrebbe essere completamente sano essendo così giovane, non riuscire a giocare per più di dieci minuti prima di avere delle dolorose fitte in mezzo al petto, ad altezza del cuore. Infatti è capitato una volta anche ad un’altra bimba, che era stata vaccinata dai genitori, che si era messa a giocare a palla prigioniera e dopo neanche 10 minuti è venuta da me piangendo dicendo che aveva malissimo al petto. Alla domanda “dove ti fa male?”, mi indica l’altezza del cuore e disse che non riusciva a respirare bene. Si è dovuta sedere per un bel po’ prima che il dolore le passasse, ma comunque sia per me non è stato per niente normale, in quanto non mi era mai capitato prima di questi mesi di vedere un bambino che corre o gioca e soffrire subito dopo di dolore al cuore. Non a caso in questo periodo stanno uscendo tantissimi articoli di bambini che dopo la vaccinazione hanno iniziato ad avere problemi di miocarditi.
Ma l’orrore non finisce qua. La cosa che mi fa davvero dispiacere è sentire questi bimbi, anche di 5/6 anni, quando ti raccontano che per andare in vacanza si sono dovuti fare 4 o 5 tamponi nasali. Stiamo parlando di un bastoncino estremamente lungo che viene inserito in un nasino minuscolo. Un bimbo mi confidò che ne dovette fare 4 di tamponi in un giorno, perché doveva prendere due aerei e facevano il tampone di controllo prima di salire e una volta arrivati a destinazione, mi disse che il tampone fa davvero tanto male, perché le infermiere hanno fretta e quindi spingono il bastoncino su per il naso velocemente, tanto che una volta gli era uscito anche sangue dal naso.

 

Valentina

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LA PARALISI

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Ho conosciuto alcune persone che hanno acquistato la mia casa precedente. Una famiglia di individui senza cuore, poco intelligenti e perfettamente assuefatti dai media. Quel tipo di persone che stanno con la mascherina anche in esterno, sebbene persino il governo avesse dovuto ammettere che quello schifoso bavaglio non servisse a nulla all’aria aperta (non che al chiuso servisse a qualcosa). Io ho provato umiliazione a doverla indossare, loro invece ne erano felici perché si sentivano protetti. Il vaccino ovviamente lo hanno fatto subito convinti e con tutte le dosi richieste – non mi metto nemmeno a prendere in considerazione come siano cambiate le loro facoltà cerebrali, dato che le loro funzioni erano già molto limitate, ma quello che so per certo è che il padre, all’improvviso, ha iniziato a parlare in modo strano, madre e figlia gli dicevano che muoveva la bocca diversamente dal solito. Lui negava. È andata avanti così finché dal nulla ha avuto una paralisi facciale. La figlia invece, dopo l’assunzione del siero miracoloso, ha iniziato ad avere problemi agli occhi e irritazioni alla cute. Son sicura che andranno serenamente a farsi anche la quarta dose. Se ne faranno anche mille se gli dicono di farlo.

 

Tara

 

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Vaccino AntiCovid – Una scelta da cui non si può più tornare indietro

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Nella mia vita la parola vaccino l’ho sentita pronunciare poche volte, alcune volte dal mio medico di base altre poche volte dai miei genitori. Ma intorno agli anni 2020 – 2021 la parola Vaccino e Coronavirus ti rimbombavano in testa h24 dalle TV, sui siti internet, dagli amici, conoscenti insomma da chiunque. Ricordo che il 27 dicembre del 2020 iniziò la campagna vaccinale sia in Italia che in Europa. I Medici che apparivano in TV, giornali, online, ecc. dicevano tutti che il vaccino era sicuro e raccomandavano a tutti di prenotarlo e farselo iniettare, ovviamente dicevano che il vaccino era sicuro al 100% e non ci sarebbero stati effetti collaterali tranne un po’ di male al braccio e un po’ di mal di testa. Ora vi racconto di alcune testimonianze di parenti, amici, ecc. che dopo il vaccino hanno avuto gravi conseguenze. Un mio parente dopo la prima dose nel giro di un paio di giorni ha avuto vari problemi tra cui una consistente perdita della vista, tremori, vertigini, e molta debolezza muscolare, premetto che 15 giorni prima aveva fatto gli esami del sangue ed era tutto ok, stava bene di salute, era uno sportivo e faceva una vita salutare. Medici e infermieri non si assumeranno mai la responsabilità di riportare per iscritto che questi disturbi sono causati dal vaccino come se questo mio caro parente avesse già questi disturbi. Un’altra persona che conosco bene dopo il vaccino ha avuto un problema grave di memoria, non ricorda più le cose e per fare un esempio stiamo parlando e di colpo si blocca e mi dice: “scusa non trovo più le parole, non so più cosa devo dire e va sempre peggio, sono mesi che è così”; la conosco da anni e non è mai stata così. Ho riscontrato anche che diversi colleghi di lavoro dopo il siero hanno avuto problemi all’intestino e dopo molti mesi ancora non hanno risolto. Purtroppo ci sono alcuni miei amici e conoscenti che hanno perso la vita anche molto giovani ma guai a dire qualcosa inerente alle reazioni avverse da vaccino, in molti ormai ci siamo accorti non solo dalle reazioni avverse da vaccino ma anche che le persone più fanno dosi più sembrano lobotomizzati e aggressivi con perdita di memoria ecc. Insomma molte persone non le riconosco più e molte altre non le vedrò più perché morte.

 

Jupiter

 

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Un siero devastante

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Danni al cuore di un giovane sportivo di 30 anni

La prima testimonianza che vorrei raccontare riguarda un ex-compagno di classe di un mio amico. Si trattava di un giovane 30enne sportivo, in perfetta salute, molto attivo e con la passione del ciclismo. Non ho conosciuto direttamente questa persona, ho saputo della sua storia da un amico non vaccinato un giorno in cui parlavamo dei danni provocati dal siero. Questo ragazzo si trovava in una condizione di difficoltà e, per non perdere il lavoro, ha ceduto accettando la puntura. In apparenza la prima dose non gli aveva causato problemi, il danno è apparso in seguito alla seconda. Dopo la seconda dose ha iniziato improvvisamente ad avere dolori e fitte al cuore. A causa di ciò sospese l’attività sportiva e decise di farsi visitare. Nonostante i problemi al cuore siano apparsi dal nulla solamente dopo il siero (uno sportivo di 30 anni non dovrebbe avere questi sintomi), all’ospedale han sempre negato che i suoi disturbi ne fossero direttamente collegati. Fece più visite nello stesso ospedale senza ottenere una risposta precisa, dagli esami risultava avere un disturbo leggero eppure lui continuava a sentire le fitte. In alcune occasioni sembrava quasi che i medici lo prendessero in giro per il fatto che tornasse più volte a farsi controllare e dai loro esami non risultasse nessun problema grave. Lui però i sintomi li sentiva, ad esempio al mare prima di immergersi in acqua fredda doveva spalmarsi sul petto una crema riscaldante poiché lo sbalzo di temperatura gli causava un fastidio al cuore. Alla fine all’ospedale gli dissero di recarsi presso una clinica specializzata, nella quale restò per un paio di settimane. In quel periodo scoprì di avere un danno ad una valvola cardiaca che funzionava al 70%. Ora la speranza di questo ragazzo è di riuscire a guarire e di poter tornare alla vita di prima. Questi sieri rovinano la vita alle persone.

Dopo il siero il braccio è diventato magnetico

La seconda testimonianza che vorrei raccontare riguarda il bracco di una mia collega che divenne magnetico in seguito alla puntura. In quel periodo era da poco uscito l’odioso pass e avevano già iniziato a diffondere la paura che in sua assenza la vita sarebbe diventata impossibile. Questa propaganda aveva intimorito e messo pressione alla mia collega e, per il timore di non poter andare in vacanza, decise di cedere alla prima dose. Era consapevole dei rischi e delle storie delle persone rovinate a causa del siero però, il pensiero di non poter spostarsi liberamente durante le ferie era troppo forte. Dopo un anno di limitazioni non riusciva a sopportare l’idea di non poter viaggiare d’estate. Andò a farsi il siero. Poco dopo l’iniezione, entro una o due ore, provammo a fare il famoso test della moneta sul braccio. Presi una moneta da 5 centesimi e provai a vedere se le restava attaccata. La feci scorrere lungo il braccio e quando la moneta raggiunse un paio centimetri sotto al foro si bloccò. Seppur leggera, si sentiva chiaramente una forza attrattiva tra quel punto del braccio e la moneta. Ripetemmo il test più volte e la moneta si attaccava sempre nello stesso punto, quasi come se fosse una calamita da frigorifero. La mia collega restò sbigottita, non poteva credere ai suoi occhi. Era molto spaventata perché non capiva che cosa le avessero iniettato e non sapeva nemmeno cosa fare per risolvere la situazione. Si rese conto di aver commesso un errore a farsi la puntura. Facemmo un video della moneta che prima scorreva e poi aderiva e lei lo mandò ad un paio di colleghi con cui era più in confidenza. Una di loro rispose che si trattava sicuramente di un trucco e che avevamo messo del nastro adesivo o della colla sul braccio. Il nostro video era autentico, ci trovavamo al lavoro e non avevamo la possibilità di alterarlo, eppure nemmeno i nostri colleghi ci credevano.

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Il regime aveva manipolato così tanto le persone da spingerle a rifiutare le prove sulla pericolosità dei sieri. Nonostante questa esperienza la mia collega scelse di fare anche le successive due dosi. Ricordo di aver letto vari casi di persone che, nonostante avessero subito gravi danni dalla puntura, andavano a farsi la dose successiva contro ogni istinto di sopravvivenza. La propaganda e la manipolazione del regime sono così forti da cancellare la capacità di ragionare, portando le persone danneggiate a farsi rovinare ancora di più.

Alessio

 

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Un vaccino che porta a disabilità e morte

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Già da subito all’inizio della pandemia qualcosa non mi tornava, specialmente le misure sempre più assurde e illogiche che il governo assumeva, inizialmente dicevano per evitare i contagi per poi ricattare chi non accettava la vaccinazione a detta loro non obbligatoria, ma sappiamo bene quanto il governo sia famoso per la sua coerenza. Più si andava avanti e più si voleva quasi punire chi voleva vivere nonostante si cercasse di attenersi alle regole, all’inizio erano le tanto famose mascherine che tutti scrupolosamente indossavano, e guai se per puro caso ti trovavano senza, passavi da terrorista e ti portavano in caserma come un vero delinquente, ma se scampavi alle forze dell’ordine c’era sempre quel coglione di turno che ti guardava brutto come se stessi rubando. Ricordo un giorno ero in fila alle poste con la “dovuta distanza di sicurezza” e attendevo il mio turno per entrare. Una signora mi fece notare che non indossavo la mascherina e le risposi molto gentilmente che mi trovavo all’aria aperta e ben lontana da chiunque ma che l’avrei indossata non appena sarei entrata nell’edificio. La signora si scagliò contro di me verbalmente fino a pretendere che l’avessi immediatamente messa, e fu allora che la mandai in direttissima a quel paese. A un certo punto non la vidi più, credevo fosse andata a chiamare qualche guardia, e invece era talmente terrorizzata da lasciare la fila per dirigersi altrove. Era l’aria che si respirava ovunque.. TERRORE! Quel periodo ci furono moltissime vittime a detta loro per covid, ma la gente andava in ospedale e moltissimi non ne facevano più ritorno, così è successo a un mio vicino del mio stesso palazzo, dopo una settimana dal ricovero inspiegabilmente morì ma non per covid, stessa cosa a un’altra vicina (i familiari sostengono fermamente che chi l’ha ammazzata è il personale medico ospedaliero).

Hanno talmente esasperato e terrorizzato tra lockdown, coprifuoco, bollettini da guerra di vittime dette ai tg, elicotteri e droni per mantenere l’ordine dei ribelli (persone che uscivano a prendere aria) che quando uscì il primo vaccino la gente faceva a gara per chi fosse inoculato per primo, sfoggiando il loro braccio con tanto di cerotto nei social, tutti speravano a un ritorno alla normalità non sapendo che era solo l’inizio di una nuova e terrificante realtà. Infatti nonostante il vaccino ci si doveva regolarmente tamponare più e più volte, si doveva mantenere le distanze e indossare la mascherina e naturalmente non poteva mancare la quarantena, ma che cavolo serve il vaccino se nulla è cambiato? Iniziarono le prime vittime da vaccino e non c’è stato affatto chiarezza perché a quanto pare tutti quei medici che parlavano dei rischi venivano puniti e derisi, stava iniziando una censura assurda contro l’informazione, persino nei social venivi allontanato se riportavi notizie diverse della propaganda, e nei media veniva sponsorizzato il vaccino h24, persino nei programmi di cucina se ne parlava, ma la gente iniziava a morire di vaccino ma nessuno se ne curava, in quanto le vittime da vaccino a detta loro erano tutte delle fake. Tutto ciò che andava contro al vaccino era una bufala, nonostante in via sperimentale e messo in commercio troppo in fretta rispetto ai normali protocolli da seguire per un nuovo farmaco, ma non c’era verso di far ragionare la gente e nel frattempo ci fu guerra contro i no-vax, perché il virus tramutava e si dava colpa ai non vaccinati come causa di ciò che stava accadendo. Ma se il vaccino funziona cosa avete da temere? Perché dare colpa a chi non vuole sottoporsi alla sperimentazione? Ma il vaccino si sa che non funziona ma “funzionicchia” dunque iniziarono a diventare non una dose ma due e poi si arrivò a ben tre dosi, e dovevano arrivare a vaccinare una buona parte della popolazione altrimenti non era efficace, e nel frattempo nasce il lascia passare Nazista “green pass”, e iniziarono le vere persecuzioni e ricatti contro chi non ne voleva sapere fino ad arrivare a non farti lavorare e non entrare in luoghi pubblici se non avevi il lasciapassare. Nonostante tutto non mi sono mai piegata né a quella merda né ai tamponi che di certo non rivelavano nulla, e sono riuscita sempre a lavorare!!

 

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Quando si arrivò agli estremi con virus che all’improvviso nascevano dal nulla, ovviamente non poteva mancare la quarta dose, ma per la gente a quel punto era molto titubante riguardo a questo siero, poiché moltissimi con casi avversi vennero abbandonati a se stessi dalla sanità, non c’era alcuna correlazione, e nonostante accettarono i vaccini per poter lavorare, si ritrovarono all’improvviso senza lavoro e senza salute e sborsare un mucchio di soldi per curarsi, e non potevano far nulla dato che hanno firmato durante la vaccinazione assumendosi tutta la responsabilità, si sono sentiti presi in giro, purtroppo troppo tardi quando stavano vivendo sulla propria pelle le amare conseguenze. Ma neanche questo era bastato perché per molti altri invece il vaccino va fatto a ogni singolo individuo nel pianeta, tanto da augurare la morte a tutti i no-vax, non ho mai visto tanto odio e cattiveria in vita mia. Proprio in questo periodo ho potuto vedere da vicino come il vaccino causa la morte e come le persone tentano di negare e sminuire ciò che sta accadendo davvero!! Un ragazzo poco più che quarantenne dall’inizio della pandemia non fece più ritorno dai suoi familiari (miei vicini di casa), il ragazzo era in una struttura perché disabile mentale (camminava e correva), ma spesso anche per più giorni al mese la mamma lo teneva con sé. A quest’ultima non vaccinata gli negarono non solo le uscite abitudinarie con il figlio ma anche le visite. Il ragazzo dalla sera alla mattina morì misteriosamente nella struttura senza alcun preavviso. Non aveva patologie ed era sano, e tutti noi del quartiere siamo rimasti colpiti dal suo improvviso e strano malore. In queste strutture purtroppo gli ospiti vengono regolarmente vaccinati, e anche se la quarta dose non è obbligatoria, nel mese di marzo-maggio 2022 sia per gli over 80 nelle RSA sia per disabilità grave (fisica e intellettiva) vengono regolarmente eseguite come da protocollo e per legge nelle strutture private e pubbliche, guarda caso proprio in quel periodo si verificò il decesso del disabile! La prima cosa che feci era chiedere se anche il ragazzo l’avesse ricevuta, ma i vicini hanno scartato l’idea fosse il vaccino persino negando l’inoculazione, che ovviamente ha fatto in quanto prevista dalla legge 104/1992 art.3 comma 3, (sempre riguardo a questi speciali alloggi) ma come al solito tutti negano l’evidenza parlando pur non conoscendo i fatti!! Ora si deve attendere la autopsia che sarà pronta non prima dei tre mesi, ma poi per rivelare cosa?

Nessuno ti dirà che il decesso è stato causato da quella merda e tutto sarà messo a tacere. C’è da dire che i disabili se non hanno genitori ben svegli che li proteggono non scampano a tutto questo ma sono destinati ai peggior trattamenti. Qualche giorno fa mentre passeggiavo ho visto un altro ragazzo disabile di 19 anni, (autistico e in carrozzina) con la mamma che lo portava a passeggio, mi fermai in quanto li conosco bene, lavoravo nel trasporto disabili molti anni prima, e in quell’occasione conobbi madre e figlio, mi misi a chiacchierare con la mamma che con mia grande sorpresa mi confessò che non aveva fatto vaccinare il figlio e mi raccontò ciò che ha dovuto subire per riuscire nella sua impresa. I ricatti sono stati le prime fasi ma lei è stata davvero forte e coraggiosa perché stavano trovando tutte le vie per obbligarla a vaccinare il figlio, per fortuna fallirono e la madre non ha mai ceduto. Non ha più il diritto di portare il ragazzo nelle strutture diurne, dove riceveva stimoli per lui essenziali, abbandonata dal sistema, accudire un disabile in quelle condizioni non è affatto semplice da gestire senza alcuna forma di aiuto, è stata veramente una donna molto ferma e decisa nelle sue convinzioni. Sto raccontando tutto questo perché la donna, mi raccontò di aver visto i compagni del figlio con le rispettive madri, confessandomi che era rimasta scioccata dal fatto che molti di quei ragazzi dopo le vaccinazioni erano diventati dei vegetali, se prima mostravano stimoli anche visivi e con gesti per approcciarsi al mondo e con gli altri, ora non li mostravano più, erano diventati zombie con la bocca aperta con tanto di bava e sguardo fisso al vuoto, erano completamente assenti, questo mi raccontò.

 

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La cosa terrificante che le ha fatto ancora più impressione e che mi fece tanto riflettere, è che le madri si mostravano come se tutto fosse normale facendo finta di nulla. Questo è esattamente l’atteggiamento che tutti stanno assumendo, fanno finta come se tutto fosse normale. Non so voi ma io in tutto questo non ci trovo NULLA DI NORMALE!! Quando un vaccino palesemente uccide e non protegge, a cosa serve? Perché questa inspiegabile censura anche sui decessi? Io credo che tutti noi dobbiamo iniziare a porci domande e riflettere che forse tutto questo non è stato fatto per il nostro bene!!

 

Alessiaa

 

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La pandemia

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Marzo 2020. Ci siamo svegliati un mattino con la notizia che nel mondo si stava diffondendo una pandemia mortale e contagiosissima. Qui racconto la mia esperienza. I primi casi furono in provincia di Brescia, dove nel giro di pochi mesi si verificarono una quantità impressionante di decessi. Io fui colpita come tutti da questo. Ma qualcosa non mi tornava. Infatti, per evitare i contagi, tutti gli operatori venivano vestiti come astronauti, tutto veniva disinfettato e le persone chiuse in casa senza poter uscire. Sembrava di essere in un film, per chi ha visto “Virus Letale”, lo scenario era quello. La tv ci terrorizzava. Le persone morivano come mosche. Causa del decesso: COVID 19. Ho accompagnato molte famiglie nell’ultimo saluto ai loro cari defunti in questo modo. Si fa per dire, perché in realtà quelle famiglie i loro cari non li videro più né da vivi né da morti. Ho visto nei loro occhi il dolore e la devastazione psicologica, la rabbia e l’incapacità di accettare e capire quanto era successo. Quello che era successo è quanto segue. Il virus di cui si parla era un’influenza piuttosto cattiva. Ma il punto è che c’è stata una precisa volontà di UCCIDERE le persone che ne venivano colpite. Infatti venne diramato un protocollo assurdo, ma con manipolazioni e usando l’arma della paura, i medici l’accettarono. Alcuni erano corrotti, altri non sapevano ed hanno seguito le direttive del Governo in buona fede. Le persone che si ammalavano venivano lasciate senza cure (perché bisognava evitare i rischi di contagi) fino a quando si aggravavano al punto che richiedesse il ricovero. Arrivavano le ambulanze, da cui scendevano “infermieri astronauti” con tute, mascherine e scafandri in testa per evitare di infettarsi. I malati venivano portati via e da quel momento nessuno più li vide. Si sapeva che essi venivano intubati, e dopo un periodo di tempo più o meno lungo, morivano. Giovani e vecchi. Il loro corpo a quel punto veniva messo in un sacco, direttamente in reparto ospedaliero e trasportato nelle camere mortuarie. Da qui inizia la mia esperienza diretta. Andavamo a recuperare la salma per darle la giusta sepoltura. In questo modo: entravamo noi stessi vestiti come astronauti nelle camere mortuarie, dove trovavamo delle file di Sacchi che puzzavano di disinfettante, (chissà quali odori dovevano nascondere) con una targhetta che riportava il nome delle persone. Il nostro compito era di prelevare quei sacchi, metterli nella bara e sigillarli immediatamente. Poi, siccome in quei mesi era vietato uscire di casa a tutta la popolazione, portavamo la bara direttamente al cimitero senza funzione di commiato, senza che i parenti la vedessero. Nell’attesa che i comuni di competenza rilasciassero i documenti per la sepoltura a volte portavamo le bare in depositi. Ho visto decine di bare in quegli stanzoni accatastate, in attesa, era impressionante. In altri casi, invece, gli ospedali decisero di mandare direttamente le salme in cremazione senza nemmeno interpellare le famiglie. Insieme al “sacco con il defunto” (ci facevano firmare dei fogli su cui era scritto che non era stato possibile riconoscere il defunto in quanto deceduto per COVID 19) ci davano un sacco nero disinfettato contenete gli effetti personali e la cartella clinica. Le direttive erano di lasciar decantare tutto per 15 giorni prima di aprirlo, per dare il tempo al virus di disattivarsi completamente. Ma era fortemente consigliato buttare tutto nella spazzatura e BRUCIARE LE CARTELLE CLINICHE. Perché? Ve lo dico. Una mia amica perse il papà in questo modo. Un uomo sano nemmeno 60enne, che dopo il ricovero peggiorò fino a morire. Lei decise di conservare la cartella clinica, e appena fu possibile la fece leggere a dei medici e si fece spiegare chiaramente quanto era riportato. In poche parole, diceva che tutti i tessuti e gli organi di quella persona erano stati letteralmente bruciati dall’ECCESSO DI OSSIGENO NEL SANGUE. Le dissi di fare denuncia ma non volle. Disse che tanto nessuno le avrebbe potuto restituire suo papà. Il dolore era così profondo che anche chi aveva sospetti o prove, spesso non denunciava perché non ne aveva le forze. Intanto gli infettivologi in tv dicevano che il virus COLPIVA TUTTI GLI ORGANI DEL CORPO. Avete capito l’inganno? Ultimo punto in caso di morti sospette, la procedura è fare autopsie per capire cosa sia successo. Per legge. In questo caso LE AUTOPSIE FURONO VIETATE perché i cadaveri potevano essere ancora contagiosi. Certo, altrimenti sarebbero state scoperte verità molto scomode. Ma io ho impresso nella mente il ricordo delle persone che non si rassegnavano e non riuscivano a capire. Che mi chiedevano se veramente avevo messo nella bara il corpo dei loro parenti, mi chiedevano se li avevo visti, vestiti ricomposti. Io dovevo dire loro che non avevo fatto nulla di tutto ciò, che l’unica cosa che avevo fatto era prelevare un sacco chiuso sulla fiducia. Immaginate di veder partire un vostro caro per un viaggio non sapete dove, e vi arriva un messaggio che è morto e non tornerà mai più da voi. Questo è quanto successe.

 

Stella d’oriente

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Gravi perdite di sangue

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Ho avuto modo di assistere personalmente ad alcune reazioni avverse causate dal vaccino. In particolare ho potuto vedere molti dei miei colleghi vaccinarsi e stare malissimo già il giorno seguente. Mi ricordo di una mia collega che decise di farsi la prima dose di vaccino perché così poteva continuare a lavorare, la fece di venerdì così che a detta sua avrebbe avuto il weekend per riprendersi qualora il vaccino avesse provocato un po’ di “febbre”. Il lunedì che doveva riprendere a lavorare mi ha chiamato per chiedermi di sostituirla in quanto erano giorni che stava male e non sapeva come fare. Mi disse che aveva fatto il vaccino venerdì e subito dopo si era sentita un po’ stanca e spossata. Tornata a casa si mise a letto, il giorno seguente si svegliò con la febbre alta e un forte mal di testa, si sentiva malissimo e per tutta la giornata diede di stomaco senza riuscire a mangiare niente. Chiamò la sua dottoressa chiedendole aiuto e questa le disse che siccome era allergica ai medicinali probabilmente era per quello che stava male e il corpo stava cercando di espellere il vaccino che le avevano fatto. Le disse di stare tranquilla, che sarebbe passato tutto l’indomani. Di domenica si alza e sta peggio di prima, questa volta non aveva più mal di testa ma aveva ancora la febbre e male a ogni singolo osso presente nel suo corpo. Non poteva sedersi, stare sdraiata o camminare perché le facevano male le ossa e le giunture del corpo. Anche qui chiamò l’ospedale e il suo medico lamentandosi per le reazioni che stava avendo, ma l’ospedale le disse che non era niente, di stare tranquilla e che loro non avrebbero comunque potuto fare nulla perché aveva firmato il foglio dove si assumeva personalmente la responsabilità in caso di danni prima di farsi il vaccino, pertanto il medico o l’ospedale non erano responsabili di ciò che poteva accadere dopo l’iniezione. Lunedì quando mi chiamò stava ancora male, e stavolta perdeva anche sangue dal naso, con difficoltà anche respiratorie. Ci sono voluti ben cinque giorni prima che potesse tornare a una parvenza di normalità, cinque giorni pieni dove aveva sempre un sintomo diverso dal giorno precedente. Mi disse che si era pentita tantissimo di essersi fatta il vaccino e che se poteva tornare indietro non lo avrebbe rifatto, peccato che furono solo parole, perché poi sempre sotto la minaccia di licenziamento si è fatta anche le altre due dosi. Tuttora non è tornata come era prima di vaccinarsi, ancora adesso soffre spesso di perdite di sangue dal naso, ha sempre dei mal di testa molto forti e ha iniziato a soffrire di insonnia. Ha avuto problemi con la schiena, è rimasta bloccata per diverso tempo tanto da fare fatica a camminare. Ha avuto problemi anche con le mestruazioni, che hanno iniziato ad essere molto irregolari e a saltare anche qualche mese. Si è andata a fare diverse visite del ginecologo pensando avesse qualche forma di fibroma o tumore all’utero, ma gli esami ogni volta dimostravano che non aveva problemi di nessun genere, però continua ad avere gli stessi problemi.

 

Valentina

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Gravi effetti collaterali del vaccino e cure rifiutate

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Gravi eventi avversi dal vaccino ho potuto vederli da vicino tramite mia nonna, di 79 anni. Prima di farselo, per tutta la vita è stata una donna con un fisico davvero molto resistente, con un bel sistema immunitario che non l’ha fatta mai ammalare di febbri e raffreddori, e che nonostante è capitato una volta che si sia rotta le costole dopo un’incidente, si alzava e riusciva anche a camminare perché ha anche una soglia del dolore davvero molto alta rispetto al normale. Qualche anno fa purtroppo le è arrivata la demenza senile, che è visibilmente peggiorata dopo la seconda dose di vaccino, questo è stato il primo evento avverso che ho potuto vedere su di lei. Ha iniziato di colpo a parlare più lentamente, ad avere meno cognizione del tempo che passa, ha iniziato a perdere di più l’equilibrio, i movimenti erano più rallentati e ci metteva molto più tempo a riconoscere i suoi cari. Da anni ormai a causa della malattia e i problemi alle gambe aumentati dopo la sedentarietà, non le hanno più permesso di uscire di casa. Per questo motivo né a mio nonno, né ai miei parenti a lei vicini interessava vaccinarla, ma il medico di famiglia si è preoccupato di correre a casa ed effettuare le tre dosi di vaccino ad entrambi i miei nonni, quando prima se c’era un problema non voleva mai venire a visitarli, sbuffava moltissimo e arrivava in ritardo nonostante le urgenze. I medici di base, quelli in ospedale e gli infermieri non si sono mai preoccupati così tanto per il bene della popolazione, la situazione italiana è risaputa da anni, visto come il personale degli ospedali, dai medici fino agli infermieri, si comportino sempre molto male con i malati, sia quando si arriva al pronto soccorso, sia se si viene ricoverati, sempre tra l’altro in pessime condizioni e alcune volte uscendo peggio di come si era entrati. Eppure da quando è iniziata la falsa pandemia nel 2020, i media hanno iniziato a dire tutti a gran voce che i medici sono angeli perché stavano salvando la popolazione, invece la stava uccidendo negli ospedali con dei farmaci killer, (lo Stato dava grandi somme per ogni deceduto dichiarato covid, quindi venivano uccisi con dei farmaci e fatti passare per morti di covid creando anche numero, in modo da portare avanti la grande farsa) e poi vaccinando, di cui molti di loro anche coscienti di quello che stavano facendo. Hanno resettato la memoria dei cittadini, facendo credere che i medici sono sempre stati tutti bravi, che vogliono aiutare le persone, e che bisogna fidarsi di loro. I miei parenti, nonostante fossero coscienti di alcuni eventi avversi da vaccino che erano scappati in qualche notizia in tv, hanno lasciato che il medico li vaccinasse non ascoltandoci quando io e la mia famiglia abbiamo provato a dire qualcosa, pensando: “Ma tanto mica vuole capitare proprio a loro l’effetto avverso!”. Ci hanno detto anche con aggressività che siccome noi siamo lontani e loro devono sempre occuparsi dei miei nonni, loro decidono se farli vaccinare o meno. In quel periodo erano già iniziate le morti improvvise, i malori e le malattie dopo i vaccini, ma i media hanno censurato tutto e se qualcuno provava a dirlo agli altri, veniva preso per bugiardo, o persona che non si affidava alla scienza e credeva di sapere tutto passando sopra i medici. Ecco allora che il dottore si è presentato a casa dei miei nonni alle 8 di mattina perché avrebbe preso molti soldi (minimo 80 euro l’ora), e visto il grande guadagno extra oltre lo stipendio, non si è voluto preoccupare minimamente di informarsi di cosa fosse composto il vaccino e di quali effetti poteva avere perché l’importante era quanto stava guadagnando. Tutti questi medici, visto il grande guadagno dietro al vaccino, hanno iniziato a correre il più possibile, chiamando anche le famiglie a casa in modo aggressivo per cercare chi ancora non lo avesse fatto. Fingendo che sia stato per il bene e la salute di tutti, si sono mostrati super disponibili, addirittura andavano loro casa per casa (pagati ad ora), in modo tale da vaccinare quegli anziani che non potevano muoversi e andare da soli in ambulatorio, o le persone che avevano paura di uscire di casa. Perfino la mia dottoressa, donna ignorante ed egoista senza competenza, che non ha mai avuto voglia di fare il suo lavoro o venire a casa quando stavamo male, è arrivata a chiamarci per sapere se la mia famiglia avesse fatto il vaccino e se doveva venire lei a casa a farlo. Tuttavia, dopo due anni, quando gli ospedali e i centri medici si sono riempiti di eventi avversi da vaccino, questi stessi medici non ne hanno voluto sapere nulla! Dove sono finiti gli angeli salvatori? Ormai i loro soldi li avevano guadagnati e sono tornati sé stessi: egoisti e completamente menefreghisti verso chi sta male.

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Questa è stata un’altra grande prova che non stavano vaccinando per il bene delle persone, altrimenti si sarebbero preoccupati anche di tutti gli altri problemi precedenti e successivi! Hanno iniziato a mandare le persone a casa senza spiegare nulla dicendo loro che non avevano nessun problema, oppure dove non potevano negare, rispondevano sinceramente che non sapevano che malattia poteva essere e da cosa fosse stata provocata. Si arrabbiavano tantissimo anche quando qualcuno provava solo a dire che poteva essere stato il vaccino, perché molti di loro sanno che dipende tutto da quello! Tornando a mia nonna, dopo la seconda dose, ci sono stati dei giorni dove iniziava ad urlare per dei forti dolori sparsi per tutto il corpo (quando prima ho spiegato che è sempre stata molto forte a reggerli) e sia i miei parenti che il medico hanno pensato che li stesse inventando. Ha iniziato anche a prendere mal di gola e raffreddori, quando non ne aveva mai avuti in vita sua. Dopo la terza dose è arrivato il peggio: dopo qualche settimana è caduta a terra e si è fatta molto male alla testa, finendo al pronto soccorso. È stata subito rimandata a casa con l’ambulanza senza spiegazioni (dato che i parenti non possono più entrare all’interno dell’ospedale e parlare con i medici, vedere il proprio caro o prelevarlo, tutto questo per impedire alle persone di vedere cosa stia succedendo realmente negli ospedali). Allora i miei parenti hanno subito chiamato il pronto soccorso per parlare con chi l’avesse visitata, visto che non stava per niente bene e doveva essere minimo ricoverata. Gli è stato spiegato che aveva solo battuto un po’ la testa e che stava bene, invece era in forte stato confusionale e non parlava più. È stata riportata di nuovo al pronto soccorso, stavolta viene trattenuta perché le è stato diagnosticato un ictus e un trauma cranico! Come è possibile che la prima volta non si erano accorti che una paziente aveva dei problemi così gravi e addirittura è stata rimandata a casa? Invece loro sapevano bene che l’ictus fosse un evento avverso dal vaccino, ma hanno cercato di fare finta di nulla. Poteva anche morire, ma poi la colpa veniva data alla caduta, dato che nessuno aveva parlato dell’ictus. Questa volta scelgono di farla rimanere in ospedale per monitorarla, allora mio cugino è andato all’ospedale per portarle i pigiami, ma non l’hanno fatto nemmeno entrare poco dopo la porta per parlare con qualcuno e lasciare i vestiti nonostante fosse vaccinato (chi non è vaccinato non può entrare negli ospedali neanche per essere visitato), perché non funzionava il macchinario per leggere il foglio dell’effettiva vaccinazione, ed è stato rimandato a casa lasciando mia nonna senza vestiti! Quando il giorno dopo è stato chiesto ai medici cosa avesse causato l’ictus che poi l’avrebbe fatta cadere a terra, è stato risposto loro che è venuto a causa della disidratazione! In pratica mia nonna avrebbe avuto un ictus perché non beve abbastanza acqua pur di non ammettere che è stato il vaccino, una barzelletta! Il giorno dopo ancora, che c’è stato il cambio di turno, rivisitandola, un altro medico ha scoperto che mia nonna ha avuto anche un forte abbassamento del sistema immunitario e dei globuli rossi (un problema che tutti quanti i vaccinati hanno) e anche un’infezione batterica nell’urina, e visto che nemmeno qui potevano dire che è stato a causa del vaccino, ci ha detto che è stato a causa della cattiva igiene personale. (Ovviamente, non è vero!). Quando è tornata a casa, nonostante la malattia e la non cognizione della realtà, mi ha detto che non ha sopportato che è dovuta stare ricoverata con la mascherina portandola tutte le ore anche se stava molto male, e che fosse roba da pazzi! Ora purtroppo dopo la terza dose è anche peggiorata maggiormente con la demenza senile, non ricorda più i parenti e i loro nomi. È qualcosa che prima o poi doveva accadere, ma non nel giro di pochi mesi! Ma a causa del maledetto vaccino, la velocità del peggioramento è aumentata. Tutto questo è tristissimo e fa infuriare verso chi l’ha tradita: per primi i medici che dovevano curarla e non danneggiarla, poi i parenti che hanno lasciato fare tutto nonostante fossero informati sugli eventi avversi.

 

Tali

 

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Grave reazione avversa dal vaccino

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Dopo qualche settimana dalla terza dose, la mia vicina di casa di 30 anni una mattina si è svegliata con la bocca piena di sangue, causato da enormi bolle sparse sulle gengive e sul palato. La sera prima stava benissimo, non aveva avuto nessun tipo di problema o sintomo. Queste bolle le ha avute in tutte le mucose del corpo, anche nelle parti intime ed erano dolorosissime. È corsa al pronto soccorso, ma non è stata curata come sperava, la dottoressa che era di turno si è rifiutata di visitarla, probabilmente sapendo che era un effetto del vaccino. Ci rendiamo conto? Un medico che si rifiuta di visitare un paziente che ha anche un’urgenza. E intanto tutti ripetono a pappagallo che i medici sono tutti angeli. È rimasta ore ad attendere un altro medico, intanto ha provato a chiamare il suo dottore di fiducia per chiedere se sapesse cosa fosse, ma era vago e agitato, e l’ha dileguata subito. Forse evidentemente tutta questa fiducia non c’era, dato che l’ha lasciata sola nel momento del bisogno. Invece quando c’era da vaccinare si faceva sentire molto! Comunque verso sera si è presentato un medico che l’ha visitata, le ha spiegato che è una forma di herpes (malattia di cui soffre da anni, ma piccole bollicine sul labbro), ma che non ha visto mai nulla di simile e che non sa che dirle, e che può essere un effetto del covid che avrebbe avuto due mesi prima. Dopo questa frase si è convinta che invece sia stata infettata da un bambino che ad una festa ha auto un colpo di tosse a tre metri da lei, pur di non accettare o capire che ha avuto un grande effetto avverso dal vaccino. Praticamente esso ha ingigantito e triplicato la malattia, facendole venire grandissimi bubboni pieni di sangue e liquido in tutto il corpo! Dopo circa due mesi è tornata a farsi delle visite e le hanno diagnosticato anche problemi reumatologici, dalle analisi è risultato che il sistema immunitario è bassissimo e le è anche nato un fibroma all’utero.

 

Tali

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La Farsa e le conseguenze

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Ci troviamo ai primi giorni di marzo 2020, periodo in cui è iniziata la Farsa mondiale che tutti conosciamo come covid-19, nonché una malattia creata in laboratorio che ha detta del Governo è derivata dai pipistrelli. Possiamo dire per certo, dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni, che questa malattia è stata progettata dagli scienziati del Governo solamente a scopo di creare un falso vaccino che ti dovrebbe rendere immune (ovviamente falso anche questo). Il governo ha da subito propagandato una grande paura in tutti i cittadini, tanto che la grandissima maggioranza ha sempre obbedito agli ordini schifosi che esso dettava, come ad esempio rimanere rinchiusi in casa e non uscire se non per fare la spesa (sempre con la propria mascherina e i guanti), così da evitare ulteriori contagi. Già da qui possiamo capire la dittatura che c’era dietro, questo è il nazismo del 2020. Incutevano terrore nelle menti delle persone per una semplice influenza che se curata nel modo giusto (quindi evitando di andare in ospedale e fra poco spiegherò il motivo) non avrebbe lasciato nessun segno. Al contrario le persone, specialmente i più anziani, avevano una paura terribile di uscire di casa tanto che evitavano contatti anche con i loro cari pur di “non essere contagiati”. La malattia veniva messa in giro grazie alle tecnologie avanzate che il Governo possiede a insaputa dei cittadini, le scie chimiche che vediamo nel cielo non sono altro che sostanze nocive per il nostro organismo e per l’intero pianeta senza sottovalutare la presenza di quantità grandissime di nano-chip. Questi nanochip vengono utilizzati per prendere sempre più controllo di noi, fino a farci diventare delle vere e proprie macchine. Infatti nel nostro corpo ormai ci sono migliaia se non milioni o miliardi, a seconda del caso, di chip che ovviamente non hanno nulla di buono. Prima ho accennato al fatto che in quel periodo (2020-ora) era meglio evitare di andare in ospedale per via dei mille controlli e della altissima possibilità di essere lasciati morire… Ma come – penserai tu che stai leggendo – in ospedale non ti lascerebbero mai morire, lì ti aiutano sempre! La verità purtroppo è dura e molte volte è successo che i “medici” abbiano lasciato morire delle persone per del denaro. Infatti il Governo pagava agli istituti ospedalieri dei bonus per i malati di covid. L’oscurità di certi individui ha fatto sì che alcune persone entrate per una gamba rotta ne sono uscite morte. Il Governo attraverso la propaganda stava mettendo una certa ansia per i vaccini (falsi) poiché quando sarebbero stati pubblicati (anche se probabilmente ce li avevano pronti da prima dell’inizio della Farsa) tutte le persone in preda al panico sarebbero corse a farsi il vaccino. Non hanno avuto nemmeno il tempo di ragionare per capire che in realtà era un progetto oscuro con il solo scopo di impiantarci migliaia di chip all’interno del nostro corpo con moltissime sostanze nocive. Infatti possiamo vedere oggi come la gran maggioranza delle persone si sia vaccinata. Da lì nacque un dibattito molto acceso per gli anni dopo: vax vs no vax. Le persone che avevano deciso di combattere la dittatura non facendosi il vaccino venivano fatte passare come la feccia della società. Ad oggi posso confermare che chiunque abbia fatto il vaccino ha fatto la scelta peggiore della sua vita. Personalmente ho visto da vicino come il vaccino abbia cambiato drasticamente le condizioni fisiche e mentali delle persone. Ad esempio c’era una persona vicina a me, il padre di mio zio che aveva circa 60 anni. Non si è vecchi a quell’età ma lui era giovanissimo a confronto degli altri coetanei. Lavorava ancora da fabbro con suo figlio e stava più che bene. Nel periodo 2020 stava bene ma poi da quando decise di farsi il vaccino tutto cambiò. Ebbe un piccolo incidente che lo obbligò a restare in sedia a rotelle per via di una gamba rotta. Poi da un momento all’altro venni a sapere che era in ospedale e che nel giro di pochi istanti era stato ricoverato. Allora io praticavo da pochi mesi e non ero né bravo psichicamente né mentalmente ma ho comunque provato ad aiutarlo. Ricordo che lo vedevo sdraiato con l’ossigeno piantato in faccia e mille altre persone a fianco a lui. Come detto prima, lui era sempre stato bene per questo non vedevo il motivo per il quale da un momento all’altro si ritrovasse in quelle condizioni. Fatto sta che da una gamba rotta si ritrovò morto in ospedale. Ospedale dove decisero che lui avesse il covid, dove decisero per due spicci di uccidere una persona, nel silenzio più totale.

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Loro sapevano ciò che facevano ma all’esterno nessuno lo sapeva. Io ci rimasi male. Se questi non sono gli effetti dell’oscurità di quel periodo non so cosa possano essere! Sempre nello stesso periodo con le stesse circostanze precedentemente spiegate c’erano i miei genitori che all’inizio non volevano assolutamente farsi il vaccino. Ma noto ora come dopo vario tempo si avvicinavano sempre di più all’idea che si è successivamente affermata in testa: che vaccinarsi fosse giusto. Mi dispiace molto che loro siano stati vittime in questo modo delle manipolazioni e sostanze varie. Inutile dire che hanno cambiato totalmente testa dopo averlo fatto. Sembrava come fosse una cosa da nulla e hanno anche subito forti danni fisici. Mia madre sta soffrendo molto di perdite di memoria anche di pochi secondi… se le spiego una qualsiasi cosa dopo qualche istante si è già scordata e me la richiede come non sapesse di avermela chiesta poco prima! Può sembrare una cosa da nulla ma se succede e persiste non è da sottovalutare, tanto più per il fatto che è iniziato tutto da dopo il vaccino e sta andando peggiorare andando avanti con il tempo. In più ha avuto moltissimi problemi ai denti e zona della bocca in generale. Ce li aveva già prima questi problemi ma invece che migliorare, nonostante mille dentisti, ha continuato a peggiorare ma in maniera drastica. Mio padre invece è ingrassato moltissimo senza mangiare esageratamente rispetto al solito, avendo difficoltà pazzesche per perdere peso. Già prima anche lui aveva certi problemi ma dopo quel fatto sono stati potenziati moltissimo e ora è sul punto di non ritorno. Spero che questo possa aiutare a comprendere quanto grave sia la situazione e quanto pericoloso sia vaccinarsi.

 

Gabrycavallo

 

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Testimoninanza e riflessione

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Da quando è iniziata la farsa covid, ho visto parecchie assurdità, talmente tante che non saprei neanche da che parte iniziare. Pensavo che iniziando la campagna vaccinale, molta gente tra i miei conoscenti, che hanno aderito per la maggior parte, si rendessero conto dell’accaduto e cominciassero almeno ad essere un po’ arrabbiati. Non è andata proprio così perché nella provincia dove vivo, non si sono verificati casi eclatanti di morti da vax o gravemente danneggiati. Questo secondo me è dovuto al fatto che nel paese dove vivo sono bigotti e conformisti in gran numero, di conseguenza sono per così dire utili idioti, e probabilmente vanno bene per la propaganda. Oltre a questo, il centro vax e l’ospedale della provincia sono molto fedeli al sistema. I problemi si verificano nelle due città maggiori, il capoluogo e Trieste, dove c’è un po’ più di pensiero alternativo, almeno in minima parte, ma soprattutto nei paesini. In alcuni addirittura ci sono nuclei di persone che sono contro la dittatura. Tanto che il governo ha sempre messo gentaglia come dirigenti di regione, che manda da Roma per tenere sotto più stretto controllo.

Quindi con la campagna vax ho visto anche persone contrarie che sono andate subito a sierarsi. Ma di grossi danni fisici che posso testimoniare direttamente ancora non ne rilevo. Passando il tempo dal vax poi le persone neanche vedono la correlazione. Nel mio nucleo famigliare convivo con persone non vaccinate, mentre di parenti che frequento ce ne sono cinque su sei che lo hanno fatto. Tutti soffrono comunque di un aumento di dolori nevralgici, alle ossa, ed emicranie, tanto che consumano quotidianamente i farmaci antiinfiammatori. Il fatto più rilevante sono stati i casi di incidenti e indisposizioni nella classe di mio figlio, tutti giovani sui 16 anni si sono vaxati e i prof fanno una propaganda eccessiva, spero infatti frequenti gli studi a casa quest’anno. I casi più interessanti, sono una prof di scienze che era andata fiera a farselo, ma poi è rimasta a casa perché non camminava più. Per un po’ non si è vista. Quando è rientrata ha affermato che il vaccino era una porcheria. Poi, per quanto riguarda i giovani, il nipote di una conoscente, sempre sui sedici, ha avuto un ictus. Di salute stava bene e la madre insiste a credere non si tratti di reazione avversa, perché i medici hanno prontamente affermato che è un caso di familiarità, nonostante in famiglia non ci siano stati casi di ictus. Però hanno sconsigliato la terza dose. Questo fa capire che i medici sanno che deriva dal vax ma continuano a proporlo e a bloccarlo, quando potrebbe dare evidenze della pericolosità. Riassumo anche un caso tipico: quando le persone hanno fatto il primo vax e si sono ammalate subito dopo, i medici hanno detto che avevano già contratto il virus e con la puntura è esplosa la malattia, OPPURE che per circostanze del tutto casuali è uscita dopo. Questa prima ipotesi è per evidenziare la balla dell’asintomaticità, che tra l’altro fino ad oggi, si è sempre ritenuto che uno può essere asintomatico per pochi giorni, dopodiché i sintomi si manifestano. Il secondo ragazzo della stessa età era già vaxato da tutto e di più, infatti aveva una grave malattia autoimmune, il diabete e alla prima dose non si è alzato più in piedi, e aveva febbre alta da settimane. I medici erano preoccupati e volevano stoppare il ciclo dopo due dosi, la madre no. Alla fine sono riusciti a convincerla e a botte di farmaci dannosi rimettere in piedi il ragazzo. Un altro caso eclatante è un ragazzino di tredici anni, a cui hanno diagnosticato un tumore, e curato in periodo covid all’estero, dove vivono. Poco dopo, i medici hanno rilevato che, oltre la vaccinazione covid dovesse replicare tutti i vax fatti in età pediatrica per la sua salvezza, uscendo dall’ospedale debilitato. Sapendo tutti gli effetti di quei vax combinati insieme e quello covid, mi chiedo come possa essere che il ragazzo stia ancora in piedi. Ma potrebbe trattarsi di false vaccinazioni, fatte per far vedere che non sono pericolosi. Un dettaglio: tutti i genitori di questi ragazzi sono laureati. Un amico ci ha descritto il caso del cugino che si è sottoposto al siero. Quindi un uomo sulla cinquantina senza rilevanti patologie, ma non di abitudini granché sane.

 

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Ha avuto un ictus, ovviamente non coincidente alla vaccinazione, quindi l’hanno riempito di farmaci e fatto anche la seconda. Poi facendo analisi gli hanno scoperto tumori sparsi, quindi l’hanno sottoposto in breve tempo al ciclo di chemioterapia. Oggi “sembra” ripreso tranne per difficoltà a tenere ferme le braccia, ovviamente tridosato. Queste persone poi vengono rilasciate e si metteranno pure alla guida di mezzi.

L’ultimo caso noto è il figlio di una nostra ex vicina, un uomo di 46 anni , che non soffriva di patologie . Nella notte si è svegliato ed ha iniziato a gridare per i dolori fortissimi al torace, e deceduto in seguito ad infarto. C’è un aspetto che riguarda il fatto che, molte persone che muoiono da effetti avversi, anche se dopo che è passato qualche tempo , muoiono in strane condizioni , ovvero con dolori improvvisi molto acuti, oppure come ho visto nei video ,con convulsioni o tremiti e paresi molto forti. Che io sappia negli infarti o altre patologie non sempre ci sono sintomi così violenti. Insomma , non è proprio solo un vaccino ,ma un dispositivo adattabile alla biologia umana, che aziona effetti violenti o neurologici delle più svariate tipologie. Ad esempio , sono andata un pomeriggio in un posto con un’amica vaxata, e facendo il viaggio in auto per un paio d’ore, risulta quella con cui sono stata più a stretto contatto. Subito rientrata, mi sono comparsi i sintomi influenzali, tanto che non stavo neanche in piedi e mi sono misurata la febbre. Non ne avevo, ma mi sono fatta una serie di ricette per assorbire la tossicità e la radioattività, perchè era evidente che , qualcosa mi aveva passato. Il mattino dopo non avevo più nulla , anche perchè mi ero fatta le protezioni e queste mi hanno salvaguardato da cose peggiori.

 

Francis

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Racconto malessere

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Un giorno in Università ero con dei compagni, la giornata trascorreva normalmente tra momenti di studio e momenti di pausa. Durante il pranzo, che abbiamo fatto all’aperto, c’era un mio compagno che sembrava strano, più silenzioso del solito. Dopo aver mangiato siamo andati a prendere il caffè al bar e questo ragazzo si è steso su una fila di sedie in corridoio perché non stava bene, praticamente aveva un calo di pressione. Lo abbiamo portato all’esterno e anche tenendogli le gambe in alto non migliorava, anzi, ha iniziato ad avere dei mancamenti di aria, tanto che respirava a grandi respiri e molto affannosamente come se facesse grandissima fatica a respirare. Diceva che gli mancava l’aria e dopo un po’ ha iniziato a sentire le mani formicolare, inoltre diceva di avere dei dolori al petto. Lui aveva di recente fatto il vaccino. Alla fine lo abbiamo portato in pronto soccorso perché non sapevamo cosa fare, lo hanno tenuto un po’ facendogli alcune analisi e non sapevano davvero che cosa avesse, hanno detto che era tutto nella norma. Si è ripreso solo verso sera e ha passato diverse ore in quello stato. Questo ragazzo abita in montagna ed è un tipo abituato a fare grandi camminate, non ha mai avuto in vita sua niente del genere e il fatto che sia avvenuto dopo che ha fatto il vaccino e che nessuno abbia saputo spiegare che cosa avesse lascia ben pochi dubbi, i dolori al petto me li sono sentiti raccontare da diverse persone dopo il vaccino, come se pungesse all’altezza del cuore.

 

France

 

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ESSERE SOLI

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Per lavoro ho conosciuto una persona con la quale ogni tanto collaboravo per organizzare delle serate al cinema che prevedevano, oltre alla proiezione del film, un dibattito con il regista e il cast. Questo signore faceva da mediatore e presentava le serate: è molto appassionato di questo suo ruolo, che svolge sempre con serietà e molto impegno.

Non essendo io vaccinata non potevo nemmeno più mettere piede dentro ad un cinema visto che il governo, per costringere i cittadini a vaccinarsi, oltre a impedirgli di lavorare se non dimostravano di essersi fatti le dosi richieste, erano banditi anche dai luoghi di svago, sport e di cultura, così da emarginarli socialmente e isolarli anche dalle proprie famiglie.

Ricorda tutto così tanto il nazismo.

Chiamo il gestore del cinema e gli chiedo di coinvolgere questo signore per presentare la serata. Attimo di silenzio e di gelo: mi dice che purtroppo hanno litigato visto che lui gli ha impedito di mettere piede dentro al cinema in quanto non vaccinato e il signore in questione gli ha detto che si sentiva discriminato. Gli dico che aveva decisamente ragione, che anch’io per quel motivo non potevo più andare al cinema, ma lui mi dice che non poteva fare altrimenti. Invece poteva se non avesse avuto paura.

Prendo in mano il telefono e chiamo questo signore, solo per dirgli che mi dispiace e per dargli una parola di conforto: l’uomo si commuove, mi dice che era alla guida e che ha dovuto fermarsi. Era talmente felice che ci fosse qualcuno che lo capisse da non sentirsi più solo e diverso e isolato. Mi sono commossa anch’io. Mi racconta di suo fratello, che era sano e in salute, ma che a 10 giorni dal vaccino è morto. Era davvero disperato per questo, anche perché nessuno della sua famiglia era riuscito a mettere assieme le due cose e lo additavano come quello strano, quando invece erano proprio loro a non aver compreso l’accaduto.

Il vaccino non ha “solo” portato tutta una serie di effetti collaterali e danni fisici e mentali in chi se l’è fatto – e con ribrezzo penso anche a quei genitori che hanno portato i figli al massacro spontaneamente – ha creato un’enorme frattura sociale perché chi quel siero non l’ha voluto fare si è trovato a combattere battaglie quotidiane per far valere i suoi diritti, si è sentito solo, spesso anche con la propria famiglia.

Questo signore era letteralmente a pezzi e non riesco a descrivere la gioia indescrivibile che ha provato per aver ricevuto la mia telefonata: quella frattura si stava un po’ rimarginando e lui ha ripreso un po’ di fiducia.

Ricordo che parecchi mesi dopo, quando hanno riaperto i luoghi anche ai non vaccinati, mi ha subito chiamata, perché ci teneva a condividere con me questo passaggio visto il supporto psicologico che gli avevo dato. Mi ha detto: “Speriamo sia un inizio di normalità”. Non ho avuto il cuore di contraddirlo.

 

Tara

 

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Effetti avversi e pazzia

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Questa vicenda si riferisce ad una persona di circa 60 anni che fa l’idraulico. Ovviamente per poter lavorare si era fatto il vaccino. Qualche mese fa ha cominciato ad avere problemi ai denti e gli hanno diagnosticato un’infezione per cui gli hanno dovuto togliere tutti i denti e ora sta aspettando di mettere un impianto particolare, perché non può nemmeno portare una protesi normale. Ovviamente in questo caso non è facile stabilire se ci sia stata correlazione con il vaccino, però è molto strano che una persona che non aveva particolari disturbi, abbia avuto un simile problema e in così poco tempo subito dopo essersi vaccinato. In questo caso racconto dei miei zii, lui del ’35 e lei del ’36, quindi ultra ottantenni. Durante il primo anno di falsa pandemia, hanno entrambi “contratto il virus”. Mia zia è stata malissimo accusando una insistente polmonite, mentre mio zio, nonostante tutti i problemi di salute (operato al cuore con posizionamento di un pacemaker, diabete, una carotide completamente occlusa e l’altra non del tutto libera), lo ha passato in forma più leggera. Il medico di famiglia allora non era andato nemmeno a visitarli e quindi nemmeno gli aveva prescritto una cura. È stato grazie al farmacista del paese da cui si era recata la nuora, a darle degli antibiotici (conosceva mia zia e sapeva che pochi mesi prima aveva passato una bronchite), con i quali nel giro di un paio di giorni si è ripresa. Comunque ha perso moltissimo la vista e anche i capelli (per i quali ha poi fatto una cura). Per questo motivo non hanno fatto il vaccino subito nei primi mesi, avendo già “passato il covid”, tuttavia verso la fine del 2021 anche loro lo hanno fatto su consiglio del medico. Allo stato attuale mia zia non ha più recuperato la vista e lo scorso mese le è venuto il fuoco di S. Antonio con dolori tali da non lasciarla dormire la notte. Ha iniziato una cura e adesso sta un po’ meglio, ma ci vorrà tempo perché guarisca. L’effetto peggiore lo ha avuto invece mio zio. Dopo la vaccinazione ha cominciato ad avere momenti in cui diventava cattivo tanto da voler uccidere mia zia (una volta voleva ucciderla e l’ha rincorsa con un coltello; un’altra le ha messo un cuscino sulla faccia per soffocarla). Gli hanno prescritto dei sedativi e l’ultima volta che l’ho visto agli inizi di quest’anno, era sempre mezzo addormentato. Pochi giorni dopo ha avuto una crisi diabetica entrando in coma e solo grazie alla pronta inoculazione di insulina si è ripreso. È stato ricoverato in ospedale, ma da quel momento è continuamente peggiorato in termini di coscienza, tanto da doverlo sistemare in un ricovero per anziani. Dalle ultime notizie, purtroppo non riconosce più nessuno, nemmeno il figlio.

 

Nick

 

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Dopo le dosi del vaccino

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Dopo le dosi di vaccino, ho potuto vedere in alcuni miei parenti un eccessivo aumento della rabbia e aggressività anche per le più piccole cose. Sono in generale più negativi e pessimisti. Molte persone che conosco dopo i vaccini si sentono sempre confuse, molto affaticate, affannate e distratte. Alcune dicono di non sentirsi più in sé. I miei vicini di casa dopo la terza dose hanno tutti e due preso il colesterolo cattivo, mentre a mio cugino, dopo la seconda dose gli si sono alzati tantissimo i trigliceridi e ha rischiato molto. Ora deve prendere un sacco di medicinali. Un’amica di famiglia una mattina si è svegliata con una grande bolla di herpes sulla pancia. Dato che non si rende conto che sia stato il vaccino, crede che la grande bolla anomala sia nata a causa del fresco preso con le finestre aperte durante la notte. La mia estetista dopo aver fatto la prima dose, ha avuto una fortissima diarrea e febbre per giorni, oltre ad altri dolori. Non ha neanche avvisato il medico perché è convinta che tutto questo sia causato dall’aria condizionata presa al centro commerciale. Una parente dei vicini di casa, già con problemi fisici e ritardo mentale, dopo le tre dosi ha perennemente dei grandissimi sfoghi rossi su tutto il viso e sul corpo. La mia parrucchiera dopo mesi dal vaccino, dice che non si sente più sé stessa, non si riconosce più, è sempre affaticata, debole e non riesce a fare neanche semplici azioni nonostante abbia soli 40 anni. Ha detto anche che si sente impazzire, e che grazie al lavoro riesce a distrarsi per qualche ora. È sicura che non tornerà mai più sé stessa e che prima o poi le arriverà un esaurimento nervoso.

 

Tali

 

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Danno grave del vaccino: Paralisi facciale di Bell

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Tramite mio zio ho potuto vedere una delle reazioni più gravi da vaccino: la paralisi facciale di Bell. Già da anni soffriva di depressione, quando poi è arrivato il lockdown e ci hanno obbligati tutti a rimanere chiusi in casa per mesi e mesi senza mai poter uscire, a mio zio è venuto il morbo di Parkinson, perché ha vissuto una forte situazione di disagio che ha portato allo sviluppo della malattia. Infatti in questo periodo mentre il governo e i medici venduti ci dicevano che rimanere chiusi in casa ci avrebbe salvato dal virus e poi saremmo tutti stati meglio, intanto le persone invece hanno sviluppato un sacco di patologie e disturbi mentali. Era tutto tranne che per il nostro bene, rimanere chiusi dentro casa è innaturale, nocivo e anche totalmente inutile, e per fare in modo che tutti lo facessero, hanno minacciato con multe salate chi provava ad uscire, spaventando tutti, riempiendo le strade di polizia e militari anche armati. Questo fa comprendere che non è stata una situazione legata alla salute, ma alla politica. Hanno preso come scusa una pandemia per sottomettere i cittadini, perché se davvero ci fosse stata un’emergenza sanitaria, non era il caso di preoccuparsi di sottomettere, impaurire e malmenare i cittadini. Quando poi sono arrivati i vaccini, i miei parenti prima di farli hanno riportato a casa il foglio con scritte tutte le possibili reazioni avverse da firmare, in modo tale da togliere le responsabilità ai medici per qualsiasi problema ci fosse stato. Ho letto questo foglio e tra i vari disturbi elencati c’era “Paralisi facciale di Bell”. Ho provato a convincere la famiglia di mio zio a non fargli fare il vaccino, dato che già aveva dei disturbi che potevano aggravarsi e che le reazioni avverse sono tante, come anche il rischio di morire (questo però sul foglio non c’era scritto), ma mi hanno detto che ci avrebbero pensato, perché comunque le avversioni ci sono una su un milione. Li risento dopo un po’ di tempo e scopro che gli hanno fatto fare anche due dosi, e ha avuto proprio la paralisi di Bell. Oltre al Parkinson che è peggiorato notevolmente, metà viso non può più muoverlo, l’altra parte lo muove poco, tiene sempre gli occhi sbarrati, parla con la bocca semi-chiusa e ha anche sempre il corpo teso con i pugni chiusi e le braccia dritte sul busto come se fosse sempre all’attenti. Quando l’ho incontrato è stato terribile, prima aveva una grande parlantina e gli piaceva scherzare, ora parla a mezza bocca e a bassa voce dicendo una parola ogni tanto. Ha smesso anche con tutti gli hobby che aveva, rimane immobile a non fare nulla, ed è spesso molto nervoso e agitato. La sua famiglia, nonostante li avevo avvisati proprio della possibile paralisi, non collegano che sia accaduto a causa del vaccino, quindi neanche denunceranno l’accaduto.

 

Tali

 

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Danni da vaccino

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Siamo nell’anno 2022. I due anni precedenti sono stati molto particolari. In seguito ad una presunta pandemia, di un’influenza chiamata COVID 19, che ha causato molti decessi ma tutti da verificare, perché quasi nessuno di essi è stato causato dal virus, ma piuttosto da una precisa volontà di uccidere persone, al solo scopo di diffondere paura e terrore per pubblicizzare il vaccino che il Governo vuole iniettare a tutta la popolazione. Molte persone credevano alla buona fede del Governo e, impaurite dalla propaganda sulla malattia, hanno visto nel vaccino la salvezza. Quindi hanno seguito le direttive e si sono fidate. In parte hanno agito sotto ricatto, perché senza puntura, veniva negato loro il diritto al lavoro. Purtroppo, quel siero non era un vaccino, ma un veleno che nascondeva molte insidie. Qui voglio raccontare alcune testimonianze di persone che si sono sottoposte al trattamento, con una, due o tre dosi, e si sono ritrovate a dover affrontare eventi avversi imprevisti. Inizio con la mia famiglia. Mia figlia è stata tra i primi volontari a ricevere la dose, profondamente convinta dell’utilità di essa. Dopo tre mesi circa è caduta in una profonda crisi depressiva, con violenti attacchi di panico, ha perso 10 kg, non mangiava, non dormiva, piangeva e non riusciva più a stare da sola. Sono stati necessari psicofarmaci e sedute da psichiatra e psicologo, per più di un anno. Mia sorella e il suo compagno, tre dosi, perché credono nella scienza. Lei una notte si è svegliata con tachicardia, battiti a 160 al minuto, per almeno 5 ore consecutive. Il medico e i riscontri che ha effettuato in seguito non hanno dato risposte. Il dottore ha detto che può essere stato un episodio isolato, oppure potrebbe verificarsi di nuovo. Ma che diagnosi è questa? Il suo compagno, in seguito ad una visita, ha scoperto di avere la pressione altissima, 45 anni, sportivo. Successivi accertamenti hanno evidenziato una grave insufficienza mitralica, ed è in lista d’attesa per il trapianto della valvola cardiaca. La mia vicina di casa, dopo la puntura, ha passato un mese paralizzata a letto, non riusciva più ad alzarsi né a fare nulla. Per fortuna la situazione si è risolta. Un’amica si è sierata, costretta dalla cooperativa per cui lavorava, risultato: problemi motori e dolori muscolari e articolari che le hanno causato la perdita del lavoro stesso. Il danno e la beffa. In tutte queste situazioni, nessun medico ha riconosciuto la correlazione con il veleno, nonostante fosse piuttosto evidente. E questi sono i casi felici. Io da 30 anni lavoro in un’impresa di onoranze funebri. Quest’anno il numero dei decessi, al momento in cui scrivo, è del 30 % superiore alla media. Persone che muoiono improvvisamente, infarto secco in età relativamente giovane. Morti nel sonno, vanno a dormire sani e felici e vengono trovati morti al mattino dai familiari. Tumori che si sviluppano ed evolvono in 40 giorni portando al decesso a 56 anni. Patologie che peggiorano in modo repentino e fatale. Chissà se c’è correlazione o se è casuale. Non racconto i casi che mi hanno riferito voci riportate, ma solo quelli di cui ho esperienza diretta. Giusto per correttezza, aggiungo che questo siero che doveva proteggere dal virus, non ha fatto per nulla il suo dovere, tant’è che essi hanno continuato ad infettarsi ed ammalarsi e si sono verificate molte mutazioni. Grazie all’attenzione dell’opinione pubblica e di gruppi di persone particolarmente attente, il virus non ha più causato decessi, e per giustificare questo, il Governo ha detto che è diventato meno aggressivo “grazie ai vaccini”. La verità è che si infettano di più le persone che hanno aderito a questa “sperimentazione” e molto meno coloro che ne sono rimaste fuori.

 

Stella d’oriente

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Conseguenze disastrose

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Una testimonianza che vorrei condividere riguarda lo zio del mio compagno. Un signore di circa 60 anni che abita e lavora in Canada. Ha aspettato vari anni senza vaccinarsi per vedere se finiva questa situazione, la farsa mondiale, per poter tornare a casa dai suoi figli e nipoti, e nella primavera del 2022 non c’è l’ha più fatta psicologicamente e si è vaccinato con 2 dosi. Così è riuscito a volare a casa – peccato che appena arrivato ha avuto un attacco cerebrale e gli si è paralizzata tutta la parte sinistra del corpo, persona sana che non ha mai avuto problemi seri di salute e che ora non riesce più ad usare il suo corpo. La testa è rimasta limpida, ma la mano e il piede sinistro non riesce più ad usarli.

Un altro caso simile è capitato anche al padre di un amico di famiglia qui in Italia, dopo la seconda dose a distanza di poco tempo ha avuto un attacco cerebrale e gli si è paralizzata la parte sinistra del corpo, fortunatamente con vari mesi di fisioterapia si è quasi ripreso fisicamente, però non è più attivo come prima e anche lui ha la testa assente.
Un altro caso riguarda una mia collega di lavoro, con la quale non lavoro direttamente, ma che ogni tanto sento. A fine giugno, dopo 9 mesi che non la vedevo ho avuto modo di incontrarla e l’ho vista molto dimagrita, era quella magrezza da persona malata, al che parlando del più e del meno e chiedendole come stava ho scoperto che si era vaccinata con 3 dosi e che ci credeva in questi vaccini e ci crede tuttora.

Qualche mese fa, a distanza di 3 mesi dall’ultima dose, ha scoperto di avere un tumore all’utero. Ragazza giovane di 33 anni, anche lei non ha mai avuto problemi seri di salute e stranamente le è arrivato proprio subito dopo la terza dose. Per rimuovere il tumore le hanno dovuto rimuovere una parte dell’utero e che non ha ancora finito la cura, questo significa che non riuscirà mai ad avere figli e questo aspetto sta portando ad una depressione terribile lei e la sua famiglia.

 

Universe

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Colpa del vaccino

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Un’amica di mia madre, con cui le è capitato di parlare al telefono, le ha raccontato che da quando si è vaccinata ha un sacco di dolori sparsi per tutto il corpo, è sempre stanca e molto affaticata. Vedendo che mia madre era molto disponibile all’ascolto senza giudicare, le ha confessato in segreto che lei sa che tutti i problemi che sta avendo, oltre che quelli di tutte le persone, sono tutta colpa del vaccino, e che da quando l’ha fatto lei “non si sente più sé stessa”, e che se potesse tornare indietro, non lo farebbe mai e poi mai e che ovviamente non farà le prossime dosi nemmeno se obbligata. Questa signora ha detto queste sue considerazioni a mia madre in segreto, perché ha paura di essere aggredita dalle persone che non vogliono sentire minimamente qualcuno che va contro il vaccino, anche se ci sono motivi più che giusti per farlo. Se qualcuno prova a dire che i vaccini sono dannosi, si viene additato da tutti come pazzo o bugiardo.

La cugina di mio padre, di 71 anni, dopo la prima dose una mattina si è sentita molto male, è svenuta in casa ed è stata ritrovata da un familiare che ha subito chiamato l’ambulanza. Quando i medici sono arrivati, le hanno fatto 3 punture e sono andati via, senza portarla in ospedale e controllare che problemi avesse. Ora dopo la terza dose le sono iniziati problemi mentali, ha perso improvvisamente lucidità, non connette bene le frasi e non comprende più situazioni ed eventi della routine.

La migliore amica di mia zia, di 58 anni, dopo poco la prima dose ha dovuto subire un intervento ad una gamba, ma a causa del vaccino non è andato a buon fine e le è venuta una trombosi in cui ha seriamente rischiato che la gamba venisse amputata. Nonostante i medici le hanno confermato che fosse stato un evento avverso dal vaccino, ha comunque fatto la seconda e terza dose, e dopo un po’, le è uscita una pallina di carne di qualche centimetro sotto la lingua che ha dovuto asportare, e anche qui i medici le hanno confermato che le è uscita a causa dei vaccini.

Mio zio di 70 anni ha goduto sempre di ottima salute, ma dopo la terza dose è andato a fare la prova da sforzo ed è risultato un peggioramento. Una settimana fa si è dovuto operare per una vena chiusa e ha dovuto mettere 4 stent per allargarla. La dottoressa le ha detto che è stato fortunato perché poteva morire improvvisamente di infarto, inoltre lui riconosce che sia stato a causa del vaccino, mentre la maggior parte delle persone non vogliono comprenderlo.

Un cugino di mio padre, di 72 anni, vantava di un’ottima salute dato che fin da giovane girava tutta l’Italia in bici. Anche ora, nonostante l’età, ci riusciva, partiva e attraversava spesso 3-4 regioni e questo gli ha permesso di non sviluppare malattie, aveva delle gambe ben forti e sembrava un giovanotto. Dopo i vaccini ha avuto un peggioramento incredibile, il suo udito è peggiorato, ha iniziato ad avere dolori sparsi in tutto il corpo e si sente continuamente affaticato, smettendo completamente di andare in bici, non riesce più a compiere una minima tratta. Ha anche avuto problemi allo stomaco di cui prima non aveva mai sofferto. Grazie allo sport estremo godeva di un’ottima salute, ma la medicina che dovrebbe aiutare invece lo ha danneggiato gravemente e sta andando sempre peggio.

Due miei vicini che abitano nel mio quartiere, uno di 62 anni, l’altro di 69, dopo la terza dose nel giro di pochi mesi, entrambi si sono dovuti operare per lo stesso problema alla prostata. Il primo adorava andare ogni tanto in bici, e i medici pur di nascondere che sia stato un effetto avverso dal vaccino, hanno dato colpa al fatto che gli abbia fatto troppo male stare seduto sulla bici. Al signore di 69 anni, l’operazione non è andata a buon fine ed ha dovuto ri-operarsi, nonostante prima i medici avessero detto che era tutto sotto controllo.

 

Tali

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TESTIMONIANZA SOFIA COSTANTINO

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(Data decesso: 27 GENNAIO 2022)

Voglio testimoniare la storia di una giovane donna, una ragazza siciliana di 23 anni madre di una bimba di 2 che ha trovato l’epilogo della sua esistenza a causa di un “vaccino” che nemmeno voleva fare. (https://www.fattieavvenimenti.it/malore-improvviso-muore-una-mamma-di-23-anni-lascia-una-bimba-di-due-anni/) “Sono giovane, che mi serve farlo?” raccontavano dicesse spesso nel periodo in cui cominciavano ad aprire gli hub vaccinali. Lo Stato ad un certo punto si rese conto che in pochissimi avrebbero aderito alla campagna vaccinale (anche perché la suddetta campagna vaccinale mostrò tante di quelle contraddizioni che molti dubitarono spontaneamente della sua veridicità e della sua validità: per esempio prima si asseriva con certezza assoluta che servisse una singola dose per risolvere definitivamente la questione, poi le dosi sono diventate due, poi tre, a breve quattro, si è parlato di richiamo annuale, ecc.) che aveva letteralmente bombardato le televisioni e i social media, per i motivi più disparati: c’era chi aveva deciso di non fare l’iniezione per una scelta puramente personale, chi ne avesse una legittima paura o chi, come Sofia, era perfettamente sana e non vedeva l’utilità di sottoporsi ad un trattamento sanitario per combattere un qualcosa che avrebbe potuto tranquillamente superare con il proprio sistema immunitario. Vista la giovane età e la perfetta forma psicofisica perché temere quello che si presentava come un semplice raffreddore? In fondo erano gli stessi scienziati “di regime” a dire che, nel contrarre il virus, rischiassero UNICAMENTE le persone molto anziane e con diverse patologie pregresse. Dunque Sofia, come tanti, non vedeva l’utilità di iniettarsi una sostanza che, non va dimenticato tra le altre cose, nemmeno preveniva il possibile contagio (nonostante all’inizio i cosiddetti scienziati affermarono con la solita assoluta certezza, poi ovviamente smentita dalla realtà, che il contagio sarebbe stato arrestato e bloccato del tutto). Così il governo impose una legge di inequivocabile stampo nazista e dittatoriale per costringere l’intera popolazione a vaccinarsi contro la sua volontà: chiunque avrebbe voluto andare a lavorare (sia nel settore pubblico, sia in quello privato) avrebbe dovuto esibire obbligatoriamente un Green Pass all’ingresso del luogo di lavoro, una sorta di “certificazione” rilasciata dallo Stato dove si attestava l’avvenuta vaccinazione contro il COVID19. Senza di essa non si poteva entrare nella struttura e dunque lavorare, perdendo di conseguenza lo stipendio e venendo minacciati persino di licenziamento (nonostante l’illegalità della minaccia e l’illegalità del possibile licenziamento, ma si giocava sulle paure delle persone per costringerle all’inoculazione). Si creò di conseguenza un feroce cortocircuito nei diritti costituzionali delle persone: in pratica non si era obbligati (secondo la legge stessa!) a fare il vaccino ma, qualora non venisse fatto, veniva negato l’accesso non solo alla vita sociale (avevano impedito ai non vaccinati persino l’accesso a strutture di svago, ai mezzi pubblici, avevano impedito qualunque cosa!) ma veniva negato persino l’accesso al mondo del lavoro e dunque veniva negata la possibilità di mantenere sé stessi e la propria famiglia. La cosa davvero beffarda è che, dopo l’iniezione, la persona soggetta alla vaccinazione era costretta a firmare, nell’hub vaccinale, un foglio dove asseriva che era stata una sua scelta personale procedere all’iniezione del vaccino visto che, come detto, non era obbligatorio vaccinarsi per forza.

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Sofia, essendo una madre single le cui condizioni economiche erano state pesantemente colpite dal lockdown totale dell’Italia indetto nel Febbraio 2020, rimase molto spaventata dall’idea di non riuscire a mantenere più la sua adorata bambina e così cedette a questo vile ricatto. Partiamo dall’inizio per fare chiarezza su chi fosse Sofia. Sofia, come dicevo poc’anzi, aveva 23 anni ed era sana come un pesce. Mai nemmeno una parvenza di un problema, non lamentava mai nessun dolore, nessun fastidio, nessuna problematica. Mai un mal di testa, un mal di stomaco: chiunque la conoscesse era solito dipingerla come il ritratto della salute. A testimonianza di ciò, tra i vari messaggi di cordoglio in sua memoria scritti dopo il decesso si può facilmente leggere di come Sofia affrontasse la vita con il piglio giusto, sempre sorridente, serena, felice. Sul suo profilo Facebook personale, rimasto aperto e dunque facilmente accessibile a chiunque, è possibile leggere i suoi pensieri scritti, anche pochi giorni prima della morte, dove emergeva chiaramente una forza paragonabile a quella di un uragano; traspariva nitidamente di come progettasse di girare il mondo con la sua piccolina, di come avesse voglia di vivere il suo presente, di come bramasse un nuovo amore, di come si sentisse sprizzante di euforia all’idea del domani. Inoltre era molto nota nel paese, aveva lavorato in due dei bar più noti della zona; tutti la conoscevano e tutti conoscevano, appunto, la sua perfetta condizione di salute. Il 27 Gennaio 2022, alle prime luci dell’alba, un malore fatale la colpii mentre si preparava per cominciare l’ennesima giornata lavorativa. (https://www.notizie.it/sofia-costantino-morta-per-un-malore-improvviso-lutto-a-termini-imerese/) La notizia aveva scosso nelle fondamenta la popolazione della cittadina proprio per il suo insospettabile arrivo: com’era possibile che una donna così giovane, così in forma e così sana improvvisamente avesse un malore che l’uccidesse sul colpo? Non era normale che qualcosa di così violento impattasse così forte su vite così giovani e così ben curate. Si sono fatte subito tante e stupide illazioni. Molti spingevano (nonostante la ragazza fosse molto conosciuta, come dicevo) a credere che fosse in realtà una ragazza molto malata e che dunque il malore fosse giunto unicamente a causa della sua precaria condizione tenuta nascosta; queste accuse vennero prontamente smentite dalla famiglia stessa che si dichiarò disgustata da queste malelingue. In fondo non c’era nemmeno bisogno della smentita ufficiale, era fin troppo evidente agli occhi di tutti quale fosse la verità. Per le strade del paese si cominciò così a vociferare che, in fondo, fosse normale morire così giovani d’infarto, e che in fondo è sempre successo di spegnersi da un giorno all’altro; diffidiamo costantemente di chi vuol far apparire le cose di questa portata come “normali” perché non lo sono affatto! E diffidiamo di chi un giorno dice tutto e il giorno dopo il contrario di tutto senza nessun motivo che giustificasse il cambiar idea così radicalmente. Una sua vicina di casa, che era anche una sua grande amica (stanca dei continui commenti su come fosse “normale” morire così giovani e stufa di come la giovane donna prematuramente scomparsa venisse tacciata di ogni malattia possibile e immaginabile), ammise in un post su Facebook che Sofia, un giorno o due prima del decesso avesse fatto la terza dose di vaccino https://www.adhocnews.it/sofia-costantino-morta-a-24-anni-per-un-problema-cardiaco-3a-dose-appena-fatta/). La madre di Sofia, successivamente, confermò lei stessa (in un post pubblico su Facebook) che Sofia avesse fatto l’ennesima dose (del vaccino Moderna) controvoglia proprio perché obbligata dal ricatto lavorativo (https://www.facebook.com/photo/?fbid=656276702307282&set=gm.519630806277257) visto che il timore di far vivere delle mancanze alla sua bambina la spaventasse terribilmente dopo due terribili anni di privazioni dovute alla fase iniziale della pandemia. “Ho mal di testa, mi viene da vomitare, non ho le forze, mi sento come se mi stessi spegnendo” raccontano che dicesse immediatamente subito dopo l’iniezione della terza dose ed anche il giorno successivo. Non andò al pronto soccorso perché, raccontano, volesse aspettare qualche ora per vedere se questi strani dolori comparsi dal nulla si attutissero.

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Saltò dunque quel giorno di lavoro talmente stava male, cosa inusuale per lei che trovava linfa vitale proprio nel contatto con le persone che tanto l’amavano, e restò sdraiata a letto nella speranza che quei tormenti le dessero tregua. Finché giunse, il giorno dopo, quella tragica e fatale mattina del 27 gennaio. Aveva deciso, nonostante il dolore fosse rimasto persistente, di provare ad andare al lavoro (visto quanto la sua figura fosse indispensabile per portare avanti l’attività) ma mentre si preparava si accasciò a terra per non rialzarsi mai più. L’autopsia non è stata particolarmente di aiuto per venire a capo delle cause, accenna solo ad un problema cardiaco senza specificare il motivo scatenante dell’evento. (https://palermolive.it/sofia-costantino-termini-imerese-autopsia-problema-cardiaco/) La famiglia, da allora, non ha rilasciato altre dichiarazioni perché, come scritto da loro stessi nell’esposto precedentemente linkato, ha poi sporto denuncia nella speranza di avere giustizia.

 

Vitty

 

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Riflessione e Testimonianze Vaccino

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Abbiamo vissuto un periodo storico terribile. Mi soffermo sulla divisione che si è creata tra le persone e ciò che questo ha comportato. A causa del terrosissimo psicologico creato dai telegiornali, le persone erano/sono terrorizzate dal prendere il virus e sono corse a fare il vaccino senza farsi troppe domande. Da quel momento, la cosa che più mi ha colpito e che ancora continuo a domandarmi è: dal momento in cui è uscito il vaccino e la gente ha iniziato a farselo, che siano familiari, parenti e amici, cosa è cambiato se io non l’ho voluto fare? Sono la stessa persona del giorno prima, con o senza vaccino. E invece la maggior parte delle persone (per fortuna non tutte) appena sentono che non ti sei voluto inoculare, sembra che tu abbia ucciso qualcuno, se non peggio. Tutto questo ha portato a una spaccatura sociale allucinante. La cosa schifosa è sentir parlare i propri “amici” o “parenti” delle persone novax, offendendole e dicendo cose orribili… non so come si possa arrivare a dire certe cose. Esce proprio la cattiveria e l’aggressività contro chi non è vaccinato. Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Ognuno dovrebbe rispettare le scelte altrui soprattutto tra amici e parenti se ci si vuole davvero bene. Non dovrebbe importare se una persona è vaccinata o no, il bene non cambia in base ad una scelta tra l’altro inutile, in quanto il virus si prende lo stesso. Molte persone, tra cui amici del mio gruppo mi sembrano degli zombie, pensano e dicono sempre le stesse cose, sono imbambolati. Si ricade sempre su argomenti idioti come alcool, cavolate varie e sul chiedere se si è fatto il vaccino come fosse la moda del momento. Tutta questa spaccatura sociale non è stata affatto semplice. Racconto un aneddoto di fine Agosto 2021, le persone avevano iniziato da poco a vaccinarsi. Dovevo uscire con un ragazzo e nel parlare gli ho detto che non ero vaccinata e dopo un breve dibattito è sparito. Beh, non è stata sicuramente una perdita, ma in generale privarsi di conoscere delle persone solo perché non sono vaccinate è allucinante. Sono tutti aspetti che fanno riflettere molto, sono cambiate veramente tanto le persone. È stato un periodo stressante, in certi momenti ci si sente soli, non capiti, e si creano discussioni inevitabili. Io sono l’unica della mia famiglia (compresi parenti) che non è vaccinata. Venendo a conoscenza sempre di più di ciò che comporta il vaccino, non nego di avere delle preoccupazioni, e che possa accadere qualcosa di grave alle persone a me care che si sono vaccinate. Da quando i miei genitori si sono inoculati li vedo più acciaccati, tra l’altro hanno avuto entrambi tumori alla pelle dopo il vaccino, prima mio babbo e poi mia mamma. Entrambi sono andati dal dermatologo, hanno poi fatto analizzare il problema ed è risultato tumore benigno per mio babbo, e maligno per mia mamma che ha dovuto fare la chemio localizzata, per fortuna è andata bene. Mia nonna ha 90 anni e ultimamente fa sangue dalle feci, deve fare la colonscopia, speriamo bene. Alla mamma di mio cognato dopo essersi fatta la terza dose le si sono gonfiati i linfonodi e il suo medico le ha detto espressamente che era a causa del vaccino. Mi auguro vivamente che non succeda nulla a nessuno di loro. Inoltre, sento di continuo di persone che muoiono per malori improvvisi e nessuno ovviamente correla la cosa al vaccino.

 

Aras

 

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Ustioni senza sole

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Una testimonianza che vorrei portare alla luce è quella di mio nonno, un dolce e riservato signore di 80 anni che già precedentemente alla vaccinazione aveva sofferto durante la vita di gravi patologie. Nonostante i numerosi avvertimenti miei e di mia madre in merito al siero sperimentale c.d. vaccino anti-Covid19, mio nonno vi è stato sottoposto lo stesso a seguito delle pressioni di mia zia, mia cugina e mia nonna che alla fine lo hanno persuaso sulla pericolosità del virus e sulla necessità di proteggersi attraverso il siero magico. Già dopo la prima inoculazione del siero il corpo di mio nonno si è cosparso totalmente di un eritema talmente fitto e grave da sembrare un’ustione. Tutta la pelle del corpo appariva completamente cosparsa di macchie rosso fuoco, per l’appunto come se fosse ustionata dopo una lunga esposizione al sole cocente e bollente. In realtà in quel periodo, era aprile 2021, il sole cominciava a sbirciare timidamente e al massimo avrebbe potuto portare un po’ di rossore in volto e non su tutto il corpo! Era comunque un fenomeno che, pur essendo lui da sempre un assiduo camminatore, non si era mai verificato prima ed era impossibile che dipendesse da semplici passeggiate, tra l’altro totalmente vestito. Per noi era stato chiaro dal principio a cosa fosse dovuto questo effetto collaterale, ma così non è stato per il resto della nostra famiglia, né tantomeno per i medici che lo hanno visitato e pur non riuscendosi a spiegare il problema non hanno minimamente accennato ad una possibile correlazione con il siero, ma con molta semplicità gli hanno prescritto dosi massicce di cortisone. Ad oggi mio nonno è alla terza dose ed il grave eritema è scomparso con il cortisone, ma queste “ustioni” continuano comunque a fare la loro comparsa di tanto in tanto.

Isa

 

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UNA DELLE Più GRANDI MENZOGNE DI TUTTA LA STORIA

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Ciao caro lettore, oggi è il 14 luglio 2022. Voglio scrivere di una delle più grandi truffe accadute in tutta la storia dei tempi e raccontarti l’esperienza che ho vissuto in questi due anni di Terza Guerra Mondiale.

1. LA TRUFFA COVID

Il 2020 è cominciato con l’enorme terrore mediatico e psicologico programmato dai mass media, televisioni, radio, giornali. Essi distribuivano menzogne a macchia d’olio su tutti i Paesi del mondo ed erano loro il vero virus da debellare. La consapevolezza e il risveglio, per molti, è arrivata con lo spegnere la televisione e aprire la mente. I mass media erano il mezzo che veniva utilizzato dai governi per raccontare falsità, manipolare le persone e controllarle.

Ci avevano fatto credere che la prima persona a presentare i sintomi della malattia Covid19 fosse stata in Cina. Questa malattia sconosciuta sembrava essere molto pericolosa poiché altamente trasmissibile e mortale. Poco dopo si sviluppò un focolaio che si espanse e pochi mesi più tardi arrivò in Italia e in tutti gli altri Paesi del mondo, a causa di persone infette che viaggiavano da un Paese all’altro e producevano nuovi contagi.

Si temeva inizialmente che il Covid19 fosse stato trasmesso dal pipistrello all’uomo, ma in seguito uscirono diverse versioni, come dell’esistenza di un laboratorio della Cina dove il virus stava venendo manipolato e sfuggì accidentalmente al controllo degli scienziati.

Il virus era stato creato artificialmente in un laboratorio e architettato dai governi che avevano stipulato accordi segreti. Questo virus doveva sterminare intere popolazioni. Nonostante questo, in due anni non si è mai visto nessuno morire per le strade di città, paesi e campagne, a causa del virus. La morte, stranamente, avveniva solo ed esclusivamente se si accedeva in ospedale. La morte si vedeva solo se si accendeva la televisione. Era l’inizio della farsa mondiale Covid19.

In questa presa in giro colossale, eravamo sempre di più a renderci conto di questo gigantesco Truman Show e a risvegliarci. Il nemico era subdolo, bisognava riconoscerlo bene. Il nemico erano i governi, ed essi volevano rendere la vita difficile a noi più svegli, screditandoci, facendoci passare di fronte agli altri come la causa del problema. La causa del problema invece erano proprio i governi, ma loro fingevano di essere buoni, gentili e apprensivi verso i cittadini. Con le parole ottenevano credibilità dalla gente mediocre, che non sapeva guardare oltre, non voleva percepire i loro pensieri, i loro intenti, né la parte che stavano recitando. Nei fatti erano degli avvoltoi, criminali, assassini e noi lo avevamo capito bene. Lo avevamo capito bene quando ci siamo schierati dalla parte della verità e ci sono venuti contro, ci hanno censurato, ci hanno tolto il posto di lavoro, ci hanno voluto togliere la libertà ma non sono mai riusciti a toglierla perché noi abbiamo sempre continuato a vivere da uomini liberi, come era giusto che andasse fatto. Non abbiamo seguito regolamenti assurdi e dittatoriali. I dittatori di turno avevano da sempre svalutato la reale quantità di gente attiva contro il sistema.

 

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Per esempio, se in una manifestazione ci eravamo radunati un milione, i giornalisti dicevano e scrivevano che eravamo pochissimi, quindi su un milione la media poteva essere mille persone. Per loro noi eravamo/dovevamo essere per forza la minoranza, altrimenti non avrebbero avuto modo di passarla liscia sin dall’inizio. Se avessero detto che noi eravamo un grande numero, tantissime altre persone avrebbero iniziato a ragionare e a venire dalla nostra parte. Invece quelle tantissime persone dovevano rimanere manipolate e incoscienti ed essere quelle che dovevano avercela a morte con noi, detestarci e giudicarci untori. I governi pensavano di fare cadere tutti nella loro trappola, ma si sbagliavano di grosso. Hanno trovato serie difficoltà e non sono riusciti nei loro intenti peggiori perché non eravamo pochi come dicevano. Eravamo per loro un peso non indifferente, incontrollabile, e un serio pericolo per i loro oscuri piani. Potevamo essere gli unici a cambiare le sorti del finale passando “dalla parte del manico”. Se no che senso aveva perseguitarci così tanto?

 

2. LE MANIFESTAZIONI

 

Inizialmente tutti abbiamo avuto paura, poi abbiamo iniziato a capire e a svegliarci, fino ad unirci e a ritrovarci in milioni e milioni con lo stesso pensiero, con le stesse esperienze, con le stesse sensazioni e motivazioni. Il sistema ci aveva puntato il dito contro, voleva dividerci, farci sentire soli, ma noi invece ci siamo uniti, siamo stati agguerriti e tosti, sicuri di ciò che stavamo facendo, coraggiosi, siamo andati contro corrente pur di perseguire i nostri obiettivi e gli ideali intoccabili di libertà, verità, giustizia. Le informazioni reali e le verità le giravamo tra i nostri canali. Poteva capitare venissero censurati, ma più questo succedeva, più significava che stavamo percorrendo la strada giusta. Non riuscivano a toglierci il diritto di parola, perché noi la prendevamo in ogni momento quando volevamo senza chiedere permesso a nessuno. Ho visto tantissimi video di manifestazioni avvenute in giro per il mondo, in tutte le città. Avvenivano frequentemente e i massmedia non ne davano notizia. Per questo motivo molte persone incollate allo schermo della tv non ne venivano a conoscenza. Anche io ho partecipato a tantissime manifestazioni e ho cercato di essere presente il più possibile. Per me sono state delle esperienze uniche, pazzesche, una più bella dell’altra, che mi hanno fatto crescere e comprendere quanta energia positiva ci fosse in quelle piazze, quanta grinta, soddisfazione, determinazione, e soprattutto quanta Energia Divina, benevola, di Dio presente e potente c’era e si faceva sentire. Lo avevo avvertito tutte le volte, come un vortice fortissimo che scatena emozioni e il suo fulmine impetuoso faceva tremare il nemico. La sola visione che i popoli si ribellavano e reagivano, e non solo in modo pacifico durante le manifestazioni, creava incredibili paure a quei politici pagliacci e codardi.

 

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La paura che provavano era così grande di noi che scrivevano sui giornali che assembrarci ci avrebbe portati a morire tutti di virus ma con un virus fasullo nell’aria, nessuno di noi è mai morto e anzi, per le centinaia e centinaia di volte in cui ci siamo assembrati, abbracciati, stretti la mano, stati vicino per ore non è mai successo niente. Addirittura aumentavamo le difese immunitarie. È stato bellissimo vedere città e popoli diversi unirsi in manifestazioni organizzate anche a distanza nello stesso momento, per dare il contributo, fare qualcosa e lasciare una impronta indelebile; urlare con rabbia e sete di giustizia, liberi da ogni paura, vincolo e simbolo di sottomissione alla dittatura come poteva essere una stupidissima mascherina.

 

3. LA SITUAZIONE IN ITALIA

In Italia la situazione era sempre stata più critica rispetto agli altri Paesi. Mentre negli altri Paesi c’erano più libertà, l’Italia era stata massacrata in tutti i settori, come quello della sanità, istruzione, economia.

Ogni persona è stata colpita nella sua vita privata e lavorativa. Per viaggiare veniva richiesta la certificazione verde, tamponi e isolamento -fiduciario-. Nei Paesi dell’Est Europa, dove la gente aveva già vissuto periodi di dittatura pesante, non si facevano influenzare facilmente dalla farsa, quindi la maggior parte delle persone non si era vaccinata. Durante un viaggio in uno di quei Paesi, un operatore aveva detto a un cliente italiano: “Noi il tampone non glielo facciamo. Vuole risultare positivo o negativo?”. Era stata l’Italia ad essere stata presa di mira, perché il Bel Paese lo volevano controllare e mettere contro agli altri popoli. I governi erano contro gli italiani. Il Covid19 in Italia era apparso prima a Milano e a seguire in varie città del Paese recando sempre più morti. Le città e le regioni venivano segnalate in base al numero di contagi e dei morti, quindi l’Italia era stata riempita di regole diverse e zone rosse, gialle, arancioni, verdi, bianche, poi addirittura anche di forme, a pois, a righe, a scacchi ecc. La paura per il virus mortale era ad altissimi livelli perché ogni giorno c’erano giornali, radio e televisioni che parlavano solamente dei bollettini del giorno, di quanti fossero i morti e quanti fossero gli infetti e le ospedalizzazioni. Le altre malattie che erano sempre esistite e altri problemi del Paese non c’erano più. In Italia esisteva solo il Covid. Poi un bel giorno, sempre in Italia, si decide di chiudere tutte le frontiere, tutti i ponti fra regioni, province, comuni, territori piccoli. Questa notizia arrivò all’improvviso, come se i politici se la fossero studiata la notte, stravolgendo la vita delle persone che dal giorno dopo non furono mai più le stesse. Ci avevano detto che lo stavano facendo per il nostro bene e per la nostra sicurezza e in tanti erano cascati. Era subentrata l’emergenza sanitaria, che in verità altro non era che una dittatura sanitaria. La vita di chi credeva alla storiella del Covid iniziava a prender piega nella direzione voluta dai governi, cadendo nella trappola del vaccino, senza ritorno. La maggior parte delle persone si dimostrò da subito obbediente ad ogni regola nuova che di tanto in tanto usciva, senza porsi alcuna domanda o dubbio o riflessione su quel che stavano facendo.

 

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Attendevano che la regola scadesse per tornare alla “normalità”, ma mai nessuna regola ebbe una vera scadenza, perché si perpetrarono più o meno tutte a causa delle persone che accettavano tutto e aspettavano senza agire per cambiare qualcosa. I decreti non avevano nessuna valenza ma era la gente stessa a renderli importanti. Addirittura, erano invogliati e spinti nel fare la spia verso chi non seguiva gli ordini come loro, quindi chiamavano la polizia, aggredivano verbalmente, e puntualmente compivano reati di abuso di potere. Ad esempio, quando ci urlavano contro il solito: “Metti la mascherinaaa!” oppure utilizzavano la pistolina senza alcun ritegno per misurare la temperatura, erano reati. Anche i farmacisti quando diventavano dei vaccinatori compivano il reato di esercizio abusivo della professione medica perché utilizzavano il consenso medico che era un atto prettamente medico e il farmacista non era medico ma era un farmacista. In Italia c’era un miscuglio di ingiustizie e ignoranza, leggi che non erano leggi e venivano ordinate, e leggi che erano leggi e venivano denigrate. Si era instaurato un regime nazista con forze dell’ordine e cittadini comuni complici che seguivano gli ordini del governo, proprio come facevano le SS che andavano contro i loro stessi fratelli, cittadini come loro, vicini di casa, famigliari, amici, sconosciuti, chiunque. Ho visto calpestare a sangue da parte di “forze dell’ordine” persone disarmate, soprattutto donne e anziani, che chiedevano solo il rispetto dei loro diritti costituzionali. Ho visto guerre civili, in cui fiumane di persone lottavano contro lo Stato corrotto e i suoi complici. Ho visto utilizzare da parte della polizia i fumogeni, lanciare lacrimogeni ad altezza uomo, utilizzare manganelli su donne e uomini con le mani alzate. Ho visto poliziotti che sembravano cani indemoniati dagli occhi spiritati, che si comportavano come macchine non umane. Per la televisione gli aggressivi durante le manifestazioni erano sempre i manifestanti. Gli aggressivi erano invece i poliziotti che iniziavano a fare del male, difendevano il governo e non i cittadini. Noi cittadini ci siamo difesi da soli, con mani, parole forti, gambe, ecc. Il pacifismo si metteva da parte, perché dovevano pagarla cara per tutto ciò che ci avevano fatto. Ci avevano imposto delle leggi che in realtà non lo erano e le avevano fatte credere reali, pur di imporci cosa dovevamo fare e cosa non dovevamo fare, esattamente come avveniva durante la Seconda Guerra Mondiale.

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4. COSA DOVEVI E NON DOVEVI FARE

  • Dovevi mettere sempre la mascherina e coprire naso e bocca (lo ripetevano fino allo sfinimento anche nelle pubblicità dentro ai negozi), per toglierti la tua identità come fanno i musulmani.

  • Fare sempre i tamponi, a ogni richiesta (anche ogni due giorni), con o senza sintomi non importava.

  • In periodo di lockdown stare chiuso a casa. Potevi uscire solo per fare la spesa ma se avevi sintomi e uscivi di casa rischiavi l’accusa di omicidio doloso. C’erano carabinieri e poliziotti in giro per le strade. Si sentivano tantissime sirene e passavano con le autoparlanti a dire che bisognava stare a casa per il bene della comunità. Poteva spostarsi solamente chi lavorava negli ospedali per recarsi a lavoro. Tutti gli altri settori lavorativi erano fermi. Al supermercato dovevi andare da solo e non con un altro membro della tua famiglia; solo una volta in un giorno e non più di una volta a settimana. Non potevi prendere scorte. Molti scaffali erano andati a ruba, rifornimenti zero.

  • Rispettare il coprifuoco (22 della sera) e solo successivamente si poteva uscire e solo per far fare i bisognini al cagnolino domestico, allontanandoti al massimo 200 metri dalla tua abitazione.

  • Avere l’autocertificazione per uscire e rientrare a casa se dovevi spostarti per cause maggiori. I poliziotti bloccavano le strade e controllavano tutte le auto.

  • Rispettare perfettamente le scadenze dei dpcm Conte o dl Draghi, quindi se il 19 aprile potevi toglierti la mascherina ma era ancora il 18 aprile non potevi farlo.

  • Disinfettare le mani prima di entrare e uscire da qualsiasi locale/negozio/supermercato o toccare qualsiasi cosa, e disinfettare anche quella cosa.

  • Sui mezzi di trasporto e nelle sale di attesa mantenere sempre la distanza di sicurezza di un metro almeno, anzi no, due metri.

  • Rispettare le strisce adesive applicate al suolo, e i cartelloni esposti in ogni luogo con su scritto ad esempio “Attendi qui, fermati qui, non oltrepassare la linea, non sederti in questo posto, non usare questo rubinetto ma quello adiacente”.

  • Fare i vaccini. Prima “volontari”, poi pubblicamente obbligatori su anziani e immunodepressi, operatori sanitari, insegnanti, ultracinquantenni, ecc. Vaccini dai 12 anni in su. Vaccini sperimentali contenenti non si sa cosa, metalli che manipolano la mente, graphene, nanochip, proteina spike, hiv, linee cellulari di feti abortiti, ecc. Obiettivo: agire sul DNA e sistema nervoso centrale, attivare la morte o malattie autoimmuni. La prima vaccinata in tutto il mondo fu una infermiera inglese in mondo visione. Svenne, sul momento. Ne nascosero la morte, poco tempo dopo la sostituirono con un clone.

  • Avere il green pass (con tampone, vaccino o guarigione) e rilevare la temperatura corporea (puntando una pistola alla fronte o alla tempia) per accedere a scuole, università, uffici, banche, poste, ospedali, cinema, discoteca, teatro, autobus, treni, taxi, palestre, luoghi di lavoro, tra gli amici, all’interno delle famiglie, nelle case di riposo, ovunque…

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  • Abbracciarsi con divisori di plastica nelle case di riposo, utilizzare divisori di plastica per appoggiare il nascituro al petto della madre (per di più mascherata) subito dopo il parto, usare i divisori di plexiglas nei ristoranti tra i tavoli, alla cassa, in ogni negozio, ecc.

  • Il governo ha cercato in tutti i modi di rovinarci tutte le feste come la Pasqua, il Natale o il Capodanno, facendo scontrare famiglie intere. In ogni famiglia c’era un novax che creava scompiglio a chi sosteneva il vaccino. Ci sono stati nonni, zii, genitori che hanno avuto il coraggio di chiedere il green pass o i tamponi ai loro nipoti o ai loro figli non vaccinati, per invitarli in casa loro alla cena di Natale con i partenti, con massimo 6 persone perché di più erano vietate.

Così era la vita, ma quando si trattava di campionati di calcio, la gente si ammucchiava davanti a televisori giganti e non conosceva più il virus.

5. LA MANIPOLAZIONE MENTALE

Il presidente Conte voleva chiudere a oltranza chiedendo patti con l’UE e i governatori del Sud insistevano nel dire: “Serve l’esercito”.

Quello che diceva Fedriga vuol essere di esempio per tutti i discorsi falsi e minacciosi che facevano i politici attori in tv, per manipolare il pensiero della gente: “Quindi è il momento di dire con chiarezza: basta idiozie. La gente non si cura perché qualche pagliaccio va sui social a raccontare menzogne e a far prendere paura ai cittadini. Il vaccino c’è, funziona, ha pochissimi effetti collaterali, e dà ottimi risultati. Una signora che ha ascoltato questi e non ha voluto vaccinarsi è finita in ospedale, non è normale questo. Vuol dire che la salute pubblica per alcuni, anche se sono una minoranza numerosa, sta venendo offuscata da una ideologia folle. Qualcuno addirittura sta dicendo che il green pass servirà per controllare le persone… ma c’è un minimo di lume della ragione rimasta in queste persone? (…) Questo vaccino non è scritto da nessuna parte che è sperimentale, non è sperimentale, è un’altra menzogna che viene detta. È stato approvato da EMA in forma condizionata che ha gestito le fasi/controlli (…) oggi abbiamo l’arma del vaccino e dobbiamo utilizzare quest’arma.” Notare come giravano le parole sempre a loro favore, e si comportavano come “il bue che dà del cornuto all’asino”. Mattarella sputava catrame, diceva: “Il vaccino nelle nuove generazioni è un potente antivirus. È un dovere di salute pubblica.”

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E poi altri politici: “Per i vaccini servono leggi. Un parlamento e un governo che si prenda la responsabilità di modificare le leggi e dire: “Signori, si entra nel codice militare sanitario di guerra, e quindi non si applicano più le leggi normali”. Figliuolo aveva espressamente detto: “Il nostro obiettivo è raggiungere al più presto l’immunità di gregge, che sia 80%, 90%, 100% o 150%, io voglio fare del bene per i cittadini italiani”. Molte persone di strada si sono vendute per qualche soldo e hanno recitato le parti di coloro che il vaccino lo avevano fatto, per indurre la popolazione a pensare come loro e a fare lo stesso. Anche nei confronti di AstraZeneca che ha ucciso tante persone e lo hanno dovuto bloccare. Per difendere il vaccino, una di loro ha rilasciato la sua falsa testimonianza in tv: “L’unica strada possibile è quella del vaccino. Dobbiamo essere ottimisti in tal senso. Qualche perplessità c’è stata però devo dire che in realtà chi l’ha fatto, anche AstraZeneca prima che succedesse questa cosa, non tornerebbe indietro”. Un altro cittadino: “Ma dai su… bisogna saper leggere bene le notizie, informarsi prima di andare in panico. Si capisce anche il perché ci sono stati sospetti sul non funzionamento del vaccino… È stato tranquillissimo, persone gentili, mi sono sentito bene, il vaccino mi ha fatto male alla spalla, adesso vado a casa nella speranza di andare a casa e non avere febbre o sintomi”. Un’altra: “No, no, secondo me era un po’ di fake news”. Una signora anziana: “È andata benissimo, io che ho paura degli aghi non l’ho sentito per niente, loro sono estremamente gentili e sono molto felice di averlo fatto”. – Cosa pensa di AstraZeneca? – “No no, quelle sono tutte sciocchezze. Le persone dovrebbero usare il cervello. Purtroppo non lo usano e danno retta a quello che secondo me sono di parte”. Un’altra signora: “A me girava la testa, ma è un solito fattore nervoso che ho io… l’ansia, ma mi sono stati vicini, che carucci. Dobbiamo avere fiducia. Ho più fiducia nel vaccino che nel virus, sinceramente”. In un video di una manifestazione, c’era la polizia in megafono che diceva così: “Opzioni descritte nel regolamento, potreste commettere un reato partecipando a questo raduno. È necessario che voi disperdiate per proteggere la salute pubblica. Questa è una indicazione lecita per ogni persona in questo incontro di disperdersi e tornare a casa. Il mancato rispetto è anche una violazione che può essere punita con una multa o arresto. Secondo le accuse. Questo raduno non è esente dalle restrizioni descritte nel regolamento”. Volevano toglierci il diritto di manifestare. Allora un manifestante si rivolge a una poliziotta che non sapeva più cosa dire: “Cosa farai se non vado a casa? Cosa hai intenzione di fare? Hai intenzione di multarmi? Non vi resisterò. La multa? Non la pagherò mai e poi mai. La contesterò in tribunale. Quindi sai che puoi arrestarmi o multarmi. Non vado da nessuna parte. Rimango qui come è mio diritto. Non ho intenzione di rinunciarci. Non ti daranno il diritto di arresto. Io rimango qui. Non sto causando un problema qui. Questa è la mia città, giusto? Ho camminato in questa piazza gran parte della mia vita e non vado da nessuna parte. Non ho intenzione di andare da nessuna parte. Allora, cosa hai intenzione di fare al riguardo?”.

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I nemici erano prettamente politici, finti medici e virologi, ingaggiati a reti di pedofilia e criminalità. Bill Gates, Ricciardi, Speranza, Burioni, Conte, Draghi, Cazzolina, Figliuolo, De Luca, Biden, Merkel, Mattarella, Salvini, Di Maio; giornalisti e giornali come Il Resto del Carlino, La Repubblica, Fanpage; “influencer” come Chiara Ferragni, Fedez e cantanti vari, presentatori di programmi televisivi, e tanti altri sostenitori del siero mortale. Per sopravvivere a questa dittatura bisognava fare il contrario di tutto ciò che ci ordinavano di fare. Perché la verità stava nell’esatto contrario di ciò che dicevano. Non a caso per loro eravamo diventati dei negazionisti perché per loro negavamo l’esistenza del virus, ma la realtà non era così. Riconoscevamo l’esistenza del virus ma di un virus che non era brutale come veniva descritto dalle tv. Ci davano dei complottisti per farci passare per quelli che creavano i complotti, quando invece eravamo quelli che li scagionavano. Ci davano dei terrapiattisti per farci passare per quelli pazzi che credevano che la terra fosse piatta; e infine no vax, no mask, ecc. Tutto era pianificato per creare programmi che andassero contro a chi raccontava la verità. Pur di levarsi di dosso le colpe delle loro responsabilità aizzavano all’odio come quello razziale durante il nazismo, nascondendosi sotto finto buonismo. Quando mai i governi si erano preoccupati del bene, sicurezza e salute delle persone? Tutti quelli che seguivano le regole volevano passare per quelli buoni e altruisti. In realtà pensavano solo a sé stesse il più delle volte. Temevano, non si sa quanto, il rischio di beccarsi qualche multa. Per evitarla eseguivano qualsiasi ordine. Ti dicevano: “Sì, hai ragione per quello che dici, ma hai sentito che se non facciamo così ci becchiamo la multa tu ed io e ci fanno chiudere il locale?”. Tuttavia la multa non era l’unica scusa per la quale accettavano tutto. Perché c’era chi andava contro corrente e faceva la collezione delle multe senza pagarle. Le multe erano verbali senza alcuna valenza. Quindi era possibile non pagarle. L’altra scusa ancor più eclatante era l’abitudine. L’abitudine era diventata una brutta malattia mentale perché se c’era o non c’era un obbligo, loro lo attuavano lo stesso e in anticipo. Lo stavano facendo diventare una consuetudine. “Mi metto la mascherina perché ormai è un’abitudine per me”. Ho assistito a scene davvero inquietanti. Ho visto gente dimenticare di avere la mascherina sulla faccia mentre mangiavano o bevevano e quindi sporcarsi e bagnarsi faccia e vestiti perché non l’avevano tolta prima di mangiare. Per molti credo fosse diventato anche un divertimento. La indossavano colorata, sgargiante, con lustrini e marche di lusso, meglio se in pendant con qualche vestito o borsa. Perché la mascherina andava di moda e se non ce l’avevi non eri in. “Se sei brutto ma hai gli occhi belli, questo è il tuo momento!” cit. radio.

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6. LA RIBELLIONE

Poi c’erano tutti quelli che invece avevano combattuto dalla nostra parte, medici, scienziati, avvocati, e tutte quelle persone messe nel registro degli indagati, radiati dagli albi o uccisi perché raccontavano la verità e volevano il cambiamento. Eravamo in tanti a volere il cambiamento. Io penso di aver fatto diverse cose per contrastare la farsa e abbatterla. Per esempio sono andata a più manifestazioni possibili in tutta Italia, ho lasciato il mio lavoro fisso perché mi obbligavano alla vaccinazione, ho raccontato ed espanso la verità a più persone possibili, ho intrapreso azioni legali, non mi sono spaventata e sono uscita sempre senza la mascherina o con mascherina sotto il naso in casi eccezionali, proprio perché comprendo il fatto che la mascherina sia dannosa per la salute, aumenta i rischi di tumore, contiene sostanze tossiche. Sono stati riscontrate sulle mascherine delle tecnologie e chip a forma di vermetti bianchi, piccoli filamenti trasparenti che si muovevano sul tessuto della mascherina come fossero vivi. Angel Jeanne ha descritto perfettamente di cosa si tratta nei suoi capolavori di libri. Per quanto riguarda i tamponi ho detto alle persone di non farseli, perché erano tutti fasulli, perché abbassavano il sistema immunitario, perché erano terribilmente dolorosi, procuravano perdite di sangue dal naso, non servivano a fini diagnostici, erano crimini contro l’umanità. Tutti i tipi che erano in commercio servivano a creare malattie nel corpo, impiantare chip, aumentare il numero dei casi, manipolare mentalmente le persone, e davano falsi positivi al virus. I tamponi davano esisto positivo anche se li infilavi dentro a un kiwi. Data “l’estrema emergenza” lo Stato li ha resi pure a pagamento, quindi la gente spendeva mezzo stipendio solo di tamponi in un mese. Tamponi che venivano eseguiti frequentemente. Le file fuori dalle farmacie erano interminabili ogni giorno. Non si sa quanto fatturato abbia ricavato l’industria farmaceutica con i tamponi e poi con i vaccini. Ho cercato di salvare più persone possibili dai vaccini, perché credevano che il vaccino fosse la soluzione al problema, ma creava nuove varianti, non immunizzava dal virus e peggiorava lo stato di salute delle persone che si erano infilate di propria volontà il chip e le malattie annesse. C’è stata tanta gente che voleva convincermi del contrario. “Ma dai, cosa vuoi che sia, è solo un buchetto, te lo facciamo noi in clinica che non facciamo male perché siamo molto esperti”, “Ma dai, se vuoi tornare a lavorare devi per forza fartelo questo vaccino. Come farai a mangiare? È un vero peccato all’età tua se non vuoi lavorare…”. Io volevo lavorare, ma non nella condizione di obbligata ad un farmaco sperimentale. Avevo sempre rispettato i miei ideali quindi avevo iniziato ad allontanarmi dalla cerchia dei vaccinati, perché mi rendevo conto che la loro mentalità mi disturbava, era sempre in contrasto con la mia, non faceva per me. E per questo motivo mi hanno insultata dicendo: “Da come ti stai comportando sembri una nazista”. Sono stata più e più volte minacciata a causa del mio dissenso. Avevo impresso nella mente tutti i ricordi e sofferenze vissute in questi anni. Ho visto vaccinati augurare la morte di chi non si vaccina, pretendere le camere a gas per loro e dire di non voler curare i no vax negli ospedali. Ho visto vecchietti bigotti e ignoranti urlare: “I medici e infermieri no vax fuori tutti dagli ospedaliii!”.

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Ho visto che ai bambini veniva vietato di giocare assieme e ordinato di stare tutti distanti e in fila, con le mascherine. Nei parchi, sui giochi dei bambini, scivoli, altalene e sulle panchine, ovunque, c’erano striscioni che segnalavano il divieto di utilizzo. Sulle vetrine dei negozi, di ristoranti, gelaterie, supermercati e qualsiasi locale aperto al pubblico erano affissi uno o più fogli con messaggi discriminatori: “Mascherina obbligatoria”, “Qui si entra solo con green pass – green pass rafforzato”, “Entrata concessa solo a due persone per volta”, “Entrata concessa solo a una persona per nucleo famigliare e preferibilmente che sia sempre la stessa ogni volta”. “Vietato l’utilizzo del bagno e sedersi ai tavoli”. Permessa la consumazione al banco ma non seduti, poi sì seduti ma solo i vaccinati, poi non potevi avere accesso ai bagni neanche se ti scappava fortissimo, nessuno era clemente. Finché hanno chiuso completamente bar e ristoranti a coloro che non erano provvisti di green cazz. Per fortuna ci sono stati tantissimi ristoratori che non hanno aderito e facevano entrare tutti indistintamente. Obbligatoria la mascherina quando si è in piedi e si può togliere da seduti. Camerieri, commessi e tutti coloro che servono nei supermercati, hanno ancora obbligo da parte dei loro datori di lavoro di mettere la mascherina e quindi di lavorare come degli schiavi. Tantissimi settori lavorativi si sono opposti a loro modo, con manifestazioni e proteste sulle strade per bloccare porti, il traffico, bloccare con i camion le autostrade, bloccare il servizio taxi, ecc. A luglio 2022 sono ancora incollati gli schemi illustrativi e riassuntivi di tutte regole che le persone dovrebbero seguire all’interno dei locali al chiuso nei casi di assembramento. La maggior parte non li segue più, a 40 gradi in piena estate, ma c’è ancora qualcuno che tenta di mantenere la dittatura, che continua a pretendere le mascherine sui bus. Ho imparato dalla mia esperienza che se a questo punto c’è gente che ancora non l’ha capita e non si è posta delle domande, non riuscirà a salvarsi. Ci sono ancora persone che indossano mascherine a doppi strati. Dottori che continuano a non sapere come vanno utilizzate. Gente che quando è da sola se la mette, quando è nella propria auto, in mare, in mezzo alla campagna, con il proprio marito o moglie in macchina. I manifesti in giro per le città contengono sempre delle immagini con mascherine, come se questa dovesse diventare la normalità. Le pubblicizzano le più grosse catene alimentari italiane degli ultimi tempi, che sono tra le più grandi sostenitrici di vaccini in Italia ma anche nel Sud del mondo, quindi meritano di esser boicottate tutte e di fallire. Nel periodo della Pasqua 2020 per entrare al supermercato c’era il carabiniere all’esterno seduto su una scrivania a prendere nominativo e codice fiscale di ogni persona che entrava.

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Quando prenotavi al ristorante, il tizio per telefono non ti chiedeva solo il tuo nome per prenotare il tavolo, ma ti chiedeva anche il cognome, numero di telefono e voleva sapere da dove venivi. Dovevano tenere sotto controllo tutto, prevenire focolai e ricontattare le persone presenti in quel giorno di focolaio. Non c’era più nessuna privacy e ti chiedevano il green cazz per avere accesso ai tuoi dati sanitari. Hanno fatto arrivare i militari americani per le strade. Hanno usato droni per controllare dall’alto, hanno tolto rete internet e creato strane interferenze e disturbi nei telefoni durante le manifestazioni più grosse per renderli non funzionanti. Hanno installato antenne 5G per tutta Italia quando eravamo al chiuso in casa, senza accorgerci di ciò che stavano facendo fuori, per poi farle apparire come se ci fossero sempre state. Hanno isolato le persone malate del covidtruffa, per mesi e mesi fino a che non si negativizzavano dal virus. Questo le distruggeva psicologicamente e fisicamente. In quel periodo molti si erano suicidati. Ho assistito a scene davvero incredibili in questi due anni, in cui la gente è diventata più cattiva di quanto lo fosse prima. Dei vecchietti ignoranti vedendo un gruppo di giovani senza mascherina urlava: “Vergognatevi, finirete tutti intubati!”. Un medico mi ha ripreso più volte perché non la stavo indossando, la mettevo e la riabbassavo col mento per permettermi di respirare: “Ma insomma signorina, ha capito o no quello che le ho detto? Ha capito o no che deve proteggere le persone che sono vicino a lei? Si copra subito e poi anche il naso sotto la mascherina!”. Ho sentito parlare di una insegnante che aveva fatto lo stesso col suo alunno chiedendogli più volte di mettere la mascherina ma il bambino continuava a disubbidire, così la maestra gli ha attaccato alla faccia la mascherina con dello scotch. Alla scuola superiore un ragazzo che non voleva mettersi la mascherina si è preso un TSO. In lockdown uscivo, facevo passeggiate nella natura, mi sedevo dove non era consentito, non usavo mascherine. C’erano numerosi video in cui si vedevano persone di colore che spacciavano sotto la luce del sole (gli immigrati erano gli unici che potevano uscire senza beccarsi multe e aggressività) e i carabinieri li lasciavano liberi di fare. Una volta sono entrata dentro a un comando dei carabinieri per depositare una denuncia e il carabiniere all’ingresso mi dice questo: “Devo misurarti la temperatura prima di entrare”. Gli rispondo educatamente: “Ok, sul polso per favore”. Sul polso ha lo stesso valore, ma il carabiniere in questione era ignorante e arrogante. Ma lui risponde sfacciato: “Nella mia caserma, io faccio quello che mi pare!”.

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Faceva legge per conto suo infrangendo importantissimi diritti e deontologie. Quindi allunga il braccio velocemente verso la mia testa e in un attimo mi spara il laser, faccio in tempo a coprirmi la testa col polso e a dirgli “No così!” che mi rileva la temperatura. Ero lì solo per porgere denuncia contro lo Stato e siccome non potevo spostarmi quel giorno sono rimasta da lui, se no sarei andata da un’altra parte.

 

7. VERSO LA FINE

Quando ormai quasi tutti avevano capito che il Covid era una truffa e non era una malattia mortale ma curabile coi giusti farmaci e giusti medici, la storia non poteva più continuare e hanno tirato fuori la farsa guerra Russia-Ucraina, la crisi dell’acqua, il virus delle scimmie, ecc. Ne tiravano fuori di tutti i colori pur di sopravvivere, ma stavano facendo troppo frettolosamente da perdere qualche pezzo e rendersi sempre meno credibili. Si autodistruggevano da soli.

In tutta questa storia non erano mai riusciti a compiere il peggio anche se i loro piani erano mostruosi. Si sentiva puzza di container nell’aria. Qualcuno li aveva visti girare sui treni anche per l’Italia. Erano già utilizzati in Cina, facevano presto a pensare a una nuova apertura di ghetti. Volevano quindi che i militari entrassero nelle case per farci del male, con la scusa di “assicurarsi” che tutti seguissero le norme covid. Quindi che anche all’interno delle famiglie si mantenessero le distanze di sicurezza, le mascherine, e addirittura che i rapporti sessuali non si prolungassero più di 15 minuti. Volevano creare una sorta di dittatura cinese in Italia per rinchiuderci. Normalizzare il riconoscimento facciale, rimuovere la privacy e i diritti, vivere con le telecamere ovunque, mascherine, distanziamenti, robot tecnologici in giro per le città come cani delle SS. Di fronte all’idea di intrusione di poliziotti in casa della gente, sarebbero stati accolti da armi e massacro, perché la gente si sarebbe difesa con tutta la forza. Temevano le reazioni del popolo, quindi si sono fermati prima. In Italia nel 2016 aveva già predetto tutto quello che sarebbe successo la più grande e stimata nonché l’unica Psichica vivente nel nostro tempo, Angel Jeanne. Nei suoi libri “Prendiamo Coscienza degli Alieni” aveva già raccontato la verità dei giorni nostri, dandoci le armi e preparandoci in anticipo per riconoscere il nemico sottile e nascosto da finto buonismo. Grazie a Lei, in Italia e nel mondo non è andata come i governi avrebbero voluto. Ringrazio di cuore Angel Jeanne per tutto ciò che ha fatto per salvarci, per la sua presenza, perché merita di essere riconosciuta e ricordata come la Guerriera numero Uno, in questa guerra che è stata prima di tutto a livello spirituale.

 

Anonimo

 

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Un mattino senza risveglio

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Un’altra storia che vorrei raccontare è quella di mio nonno che, seppure anziano, conduceva un’esistenza serena e godeva di una buona salute per la sua età. L’unica patologia grave di cui soffriva era il diabete, ma era tenuto sotto controllo dal medico e questa malattia gli permetteva comunque di condurre una vita sana e di svolgere tutto in maniera regolare, senza mai alcuna complicanza o problema. Anzi, fino a pochi anni fa si recava ancora tutti i giorni in campagna a potare gli alberi, lavorare e a fare tutti i lavori che il luogo richiedeva.

Arrivati al 2021 e precisamente al fatidico periodo della corsa in massa alla vaccinazione, io e i miei genitori abbiamo da subito insistito tanto con i nostri parenti per non far sottoporre alla sperimentazione lui e mia nonna e per un lungo periodo siamo riusciti ad averla vinta. In seguito l’altra parte della famiglia, i miei zii, hanno preso il sopravvento su questa decisione e hanno portato entrambi i miei nonni all’hub vaccinale per l’inoculazione del siero sperimentale. Si sono susseguite la prima e la seconda dose e in apparenza sembrava che tutto fosse rimasto uguale, nessun segnale visibile e nessun acciacco “fuori norma”, tanto che mia zia dapprima titubante sulla vaccinazione per sé stessa, ha poi deciso anche lei di seguire la massa. Ma una mattina si è verificato l’inatteso (per loro) evento: mio nonno non si è più svegliato. A circa 4 mesi dalla seconda dose ha avuto un infarto che lo ha stroncato durante la notte.

Molti leggendo queste righe potrebbero pensare che era anziano e che sia normale per una persona di età avanzata morire di infarto, alcuni potrebbero addirittura pensare che sia un epilogo anche naturale. Ma in realtà per noi la correlazione con il vaccino è stata subito evidente, perché mio nonno non aveva alcuna problematica tale da essere condotto ad una morte prematura e improvvisa. Il medico che lo seguiva da tempo ovviamente ha negato qualsiasi collegamento con il vaccino, così come i miei zii che non hanno proprio mai sollevato la possibilità che ci fosse una correlazione, sebbene questo per noi fosse ovvio ed evidente.

Questa è la storia di mio nonno, che è solo una delle tantissime persone la cui vita è stata interrotta bruscamente ed improvvisamente a causa del vaccino. Spero che con questa ed altre testimonianze sempre più persone si possano rendere conto della pericolosità di un serio così frettolosamente creato per il nostro bene e la nostra salute. Testimoniare come cambia o termina la vita delle persone di nostra conoscenza dopo l’inoculazione del vaccino è un dovere dal quale non possiamo sottrarci, perché aprire gli occhi della gente è di vitale importanza!

Isa

 

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TI RICORDI IL 2020?

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Filastrocca tratta da una storia vera Scritta durante i primi “lockdown” del 2020

 

 

Virus chiamato “Corona”

Di nome e di fatto un’imbrogliona.

I dubbi si stanno sciogliendo,

la gente si sta svegliando.

Chi vuole ancora nascondere la verità,

questa prima o poi a galla verrà.

E chi voleva distruggere l’umanità

Prima o poi, la pagherà.

Da tempo il mondo è imprigionato

Da esseri oscuri è adocchiato.

Tanti virus sotto diverse vesti lo hanno attaccato

Tramite un gioco di potere inventato,

Architettato per esser comandato.

Malvagi nascosti sotto maschere per bene

Fingono di essere preoccupate del nostro benessere

Mentre obiettivi loschi vorrebbero raggiungere

Affinché gli umani nei loro tranelli possano cadere.

Dovremmo tutto quel che dicono accettare,

Senza neanche prima ragionare.

Eppure noi la testa attaccata al collo ce l’abbiamo,

Se lo facciamo notare per la società non va bene: complottiamo.

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Dobbiamo credere a tutto quel che ci raccontano

E comportarci come loro vogliono.

Ma in verità è che ci controllano,

Tramite i media propagandano,

la nostra mente alterano,

e per renderci schiavi ci spaventano.

Una democrazia solo in sembianza

Una dittatura in sostanza.

Una prigione con muri invisibili

In cui la gente non sogna nemmeno di fuggirli.

Per loro non esiste un corrotto nemico,

Esiste solo lo Stato che è amico.

Ma dalle guerre bisogna imparare,

Le rivolte son da fare.

C’è chi ha storpiato la storia

Cancellando dalla nostra memoria

Ciò che è veramente accaduto in passato

Ciò di chi il futuro e la libertà aveva segnato.

In questo periodo storico stanno accadendo

fatti strani e lo stiamo comprendendo.

Non ci vengono trasmesse quelle informazioni

Che servono per farci esprimere delle opinioni.

Chissà se la gente rinchiusa

Scoprisse quel che si cela sotto la scusa

Di un inganno che ci abusa.

I nostri diritti fondamentali

ce li vogliono togliere come fossero illegali.

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Quel che stanno facendo

è nascosto da ciò che ci sta distraendo.

Allontanarci dalla realtà

è una loro priorità.

La gente è in casa e non può uscire,

Ma un gran numero di militari americani può venire.

In Europa, in Italia

Senza alcuna mascherina, che anomalia….

E non per compiere una esercitazione,

bensì per una oscura speculazione.

Carri armati in giro per le città

Eppure molta gente non lo vedrà.

Hanno interventi da manovrare,

Un 5G da installare

nuove malattie da far contrarre.

Hanno la natura indebolire,

un’applicazione di tracciamento da favorire,

devono togliere la privacy e il controllo di massa elargire.

Hanno un vaccino da imporre,

Cure valide e poco costose da oscurare,

fatte passare per “fake news”, perché da censurare.

Meglio “medicine” che al corpo fanno male…

Non esiste pietà in chi è brutale.

Chip sottocutanei tramite un’iniezione

Permettono una migliore sottomissione

Con segnalazione di ogni nostro movimento

E dati personali da rilasciare in ogni momento.

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Cosa significherà libertà

se esprimerla più non si potrà…

Vecchi politici, pedine rappresentanti

Dei quali i corrotti sono in tanti.

Centinaia di persone di livello altissimo di criminalità

Fatte uscite dalle carceri, per la strada della normalità.

Sbarchi di immigrati continuano ad arrivare sulle coste

Nonostante la quarantena e le multe toste

Che gli italiani subiscono ingiustamente,

In nome di una legge inesistente.

Poliziotti tirano fuori tutto il loro coraggio feroce

Nel trattare male le persone

Spesso questi anziani e donne prese da sole.

Molto facile prendersela con loro

Con la scusa che fanno “solo il loro lavoro”.

Non si rendono conto che il sistema li ha manipolati

Sono diventati degli squilibrati.

Esser violenti con le persone buone e tranquille

Mentre i veri criminali farli scappare come anguille.

Questa è la loro codardia,

Che supera il limite della pazzia.

Immigrati in giro a fare atti illegali e nessun poliziotto li multa.

Per chi lavorano queste forze dell’ordine

Se la difesa è il ruolo cardine?

Droni ed elicotteri per inseguire chi va a correre al parco,

oggi gli assassini sono loro: è così che il virus spargono.

Non si vedono mai questi metodi utilizzati contro mafiosi,

clandestini, stupratori, spacciatori.

 

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Vogliono regolarizzarli e bravi vogliono farli apparire.

Se non la pensi così, il razzismo vai a consentire.

Medici e infermieri inviati al fronte

Di un’emergenza sanitaria gestita da Conte

E da cosiddetti virologi

Divenuti capi tuttologi.

Ipocrisia negli applausi agli operatori sanitari,

Che per essere accettati fanno come i soldati.

600 euro in più in busta paga

E in arrivo infermieri provenienti dai Paesi dell’Est.

Alcuni di loro hanno affermato

Che è meglio che chi esce di casa venga sparato.

Un pensiero manipolato,

Che non cambia neanche di fronte a casi eclatanti di chi viene abusato

Della sua libertà individuale e diritto di pensiero,

Che nella sua terra è divenuto uno straniero.

Medici e infermieri dalla parte della polizia,

Ripetono a pappagallo di stare a casa e non dalla zia…

Ironia della sorte…

Chissà se li deride anche la morte.

Uscire con la mascherina è obbligatorio

Vedere la gente così è un mortorio.

Per toglierci una identità e il sorriso

perché questo non venga più condiviso.

Quanto senso ha uscir con mascherina e guanti

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Se prima lavar le mani non era da ignoranti.

Quanto senso ha utilizzarli senza prima una spiegazione

Argomentata dall’organizzazione

Che ci avrebbe dovuto salvaguardare e invece ci ha solo fatto allarmare.

Se non li indossi, sei un appestato

Così dalla società vieni giudicato.

Di diversi tipi esiston le mascherine per proteggere la salute,

che senza un criterio e ad alti costi vengono vendute.

Invece negli ospedali mancano…

Nel sistema i conti non quadrano.

Questo business non è superfluo,

Con le mascherine alla moda e dai colori fluo.

Pazienza a chi soffre di autismo o depressione,

A loro non ci fanno attenzione,

Perché delle persone se ne fregano,

Tanto i problemi mentali se non ce li hai, te li creano.

Lombardia e Bergamo più colpito,

Per stragi di persone morte col virus pandemico

Nei bambini un anomalo aumento di rare malattie hanno riscontrato

Grande paura tra la gente hanno seminato.

In America le salme in fosse comuni poi ricoperte di cemento hanno lasciato

Con la scusa che anche i morti avrebbero infettato,

O forse era meglio nascondere ogni prova

Non si sa mai qualcuno la trova,

Di una altra possibile uccisione

E allora meglio ancora, è la cremazione.

Vietato l’ingresso ai famigliari,

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Neanche più l’ultimo saluto ai loro cari,

La gente muore da sola negli ospedali,

Vietati anche i funerali.

Tutto ciò viene imposto per toglierci i sentimenti

Renderci tristi, automi, schiavi dormienti.

Non da meno creare crisi in famiglia, nella coppia

Troppo lontana o troppo vicina, scoppia.

Divieto dell’ abbraccio

Ti dicono che devi aver solo pazienza, in questo periodaccio.

Chi ha creato il virus lo conosce bene

Che tramite l’inquinamento gli conviene.

Nell’aria, nell’acqua, nella terra viene inserito.

Da tanto tempo ormai, nessuno può esserne stupito.

Pure i tamponi obbligatori poi a pagamento

Se non tiri fuori i soldi, ti mettono al tappeto.

Dallo schiaffo sulla mano dato alla cinese,

il Papa ha aperto le porte a ciò che poi consegue.

Non esiste più religione,

Dalla Chiesa, in questa emergenza, neanche una donazione.

Il papa si preoccupa degli immigrati

E dei carcerati.

Il giorno della Pasqua ha detto che “medici e infermieri sono i crocefissi di oggi,

Per amore verso i loro pazienti”.

La Chiesa letteralmente in decadimento,

un’associazione criminosa,

volta ad allontanarci dalla vera via luminosa

attraverso fandonie scritte e raccontate da secoli

da persone e diavoli senza scrupoli.

La gente ha bisogno di risvegliarsi spiritualmente

Per distinguere il bene dal male,

Poiché troppo importante in questo periodo attuale.

 

Anonimo

 

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Strani occhi neri, caso Tagliente

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Oggi voglio raccontare un episodio legato ad alcune delle prime somministrazioni anticov1dd1 avvenute in Italia (nello specifico in Lombardia) e cioè quelle nel 2021, su una persona che, conoscendo da anni ho potuto vedere nel cambiamento in peggio portatogli dal siero chiamato vaccino. In pratica io mi reco sempre a casa di questa persona (che chiameremo Toni) che ha una figlia di 10 anni e che seguo per delle ripetizioni scolastiche e quindi ci ho a che fare direttamente. È stata proprio la bambina ad aggiornarmi di volta in volta sullo stato di salute del padre, dato che tutti e dico tutti tacevano omertosi sullo stato di salute di Toni. In pratica la settimana dopo la prima iniezione Toni, giovane di 45 anni e senza problemi di salute, è stato male per 7 giorni con febbre e dolori vari, poi per altre settimane successive per almeno un mese, sua figlia mi disse che stava ancora male, senza entrare nei dettagli di cosa avesse. Ma quello che ho visto coi miei occhi dopo questo suo “stare male” è stato anche peggio. Infatti, dopo che non vidi di persona Toni per un mese e mezzo circa, tornò a farsi vivo e quello che vidi e che in parte mi aspettavo non era per niente bello, anzi molto inquietante. I riflessi motori erano più rallentati, e un giorno, ad un certo punto dopo che ebbe spalancato la porta per aprirmi ho visto i suoi occhi neri, diventare totalmente neri, come se fosse un “animale” strano di qualche tipo, come quando nei film fanno gli effetti speciali per far sembrare gli occhi di una persona come se fosse posseduta da un demone, ad ogni modo erano diventati per qualche momento diversi da come erano i suoi normalmente. Questo effetto cambiò nel giro di poco tempo, ma la cosa mi inquietò perché in vita mia mai mi è capitata una cosa simile. Da allora comunque il suo comportamento era diverso da come era prima del siero: notai che non era più quello di prima ma sempre con questi riflessi rallentati, l’aria sofferente e poi senza spiegazione (che non era assolutamente da lui che si preoccupava per ogni minimo dettaglio) non mi chiamò più per andare a casa sua per le ripetizioni della figlia. Non ho più sue notizie da allora.

 

L’Aura

 

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Sistema immunitario compresso e principio di infarto dopo la vaccinazione anticovid

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Oggi vorrei testimoniare gli effetti che ha avuto la vaccinazione “anti-covid” su mia zia. Essendo una parente stretta che vedo regolarmente a distanza di tempo, posso testimoniare i cambiamenti umorali, psicologici e il decorso della sua salute, dalla prima iniezione del vaccino in poi. All’alba del 2021, ogni minuto della giornata, se accendevi la TV, se accedevi a qualunque social network, se anche accendevi per qualche minuto la radio mentre guidavi verso il supermercato, si sentiva parlare solamente del vaccino contro il covid. Non era ben chiaro il suo meccanismo d’azione, non era ben chiaro se avrebbe funzionato oppure no, qualche virologo in televisione sosteneva che “funzionicchia” (seppure non fosse realmente un virologo). Non si sapeva se avrebbe funzionato oppure no, se avrebbe avuto effetti avversi e come tutelarsi, ma dal momento in cui uscì si fece di tutto pur di convincere e poi costringere le persone a iniettarselo. Non erano stati svolti i test necessari per la sua validazione, erano usciti casi di persone morte di trombosi dopo la vaccinazione, eppure secondo i media la vaccinazione andava necessariamente fatta. Mia zia era una di quelle persone che voleva crederci in questa campagna di vaccinazione, perché non vedeva l’ora di lasciare tutto questo periodo alle spalle e ricominciare a vivere, a spostarsi, anche solo per poter fare la spesa nel supermercato del paese affianco, visto che l’unico supermercato presente nel paese ha dei prezzi allucinanti, e oltretutto teneva un elenco delle persone che entravano a fare la spesa e quindi impediva alle persone dello stesso nucleo familiare di fare la spesa più di una volta a settimana. E se dopo aver fatto la spesa ti dimenticavi il latte? Beh dovevi andarci la settimana dopo, perché la proprietaria del supermercato non ti avrebbe fatto entrare. Negli altri supermercati non potevi andare, anche se distavano solo pochi minuti di auto, perché i vigili erano pronti a multarti non appena passavi al paese affianco, perché violavi le restrizioni della “zona arancione”. In questo clima mia zia ci credette davvero al vaccino come via di fuga da tutto questo. La prima cosa che ho notato come cambiamento in lei, è stato umorale, all’improvviso difendeva il vaccino come il mezzo per salvare l’umanità, sembrava ubriaca quando ne parlava, non era più lucida come una volta. Ha iniziato ad essere sempre meno lucida, a volte era assente (e stiamo parlando di una persona di 38 anni). Ma quello era solo l’inizio. Dalla seconda dose sono iniziati i primi segni negativi sulla sua salute. Un giorno ero a casa sua e stavamo mangiando la pizza tutti insieme, la pizza l’aveva presa lei in pizzeria perché a me non avrebbero fatto entrare, se volevo potevo aspettare col cane fuori dalla porta, visto che a entrambi era negato l’accesso dal momento che non avevamo fatto la vaccinazione che ci conferisse il cosiddetto “green pass”. E senza di esso, com’era ben noto allora, non potevi entrare al bar nemmeno per prendere un caffè al bancone o per andare in bagno, senza di esso non potevi nemmeno lavorare e c’era chi al governo spingeva per impedire anche l’accesso ai supermercati e alle farmacie. Ma non entro in dettaglio. Ci sediamo quindi a tavola, mia zia era in piedi e stava passando le pizze, quando all’improvviso mi rendo conto che si è bloccata. Mi giro di scatto notando che era rimasta immobile, in piedi con un cartone della pizza in mano, ferma come un manichino con gli occhi pieni di terrore e la bocca aperta. Non stava respirando. Mi alzo spaventato e stavo per urlare qualcosa quando lei si sblocca, appoggia la pizza e inizia a tossire. Si appoggia una mano sul cuore e dice “tranquilli ragazzi, sto bene è stata solo una sistole”. Le chiedo “zia, cos’è successo?”. Mi risponde “per un attimo il cuore ha smesso di battere, ho perso un battito del cuore”. Ma secondo me ne aveva persi anche due o tre. In tutto questo i miei parenti intorno, specialmente nonni e cugini anche loro vaccinati, sembravano non capire la gravità della situazione, erano come storditi, io ero molto preoccupato e loro invece tranquilli come se non fosse successo nulla, senza avere nessuna reazione.

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“Mi è saltato un battito del cuore” aveva detto mia zia, e loro “ah ok, ma le pizze ci sono tutte o ne manca qualcuna? C’è altra maionese in frigo?” E io non potevo capacitarmi della totale assenza di reazione, anche solo di preoccupazione, da parte loro, verso una persona nemmeno quarantenne che all’improvviso stava avendo un infarto davanti a loro. Dopo questo evento, ho rivisto mia zia dopo molti mesi, perché nel frattempo non hanno più voluto vedermi dal momento che non ero vaccinato, al massimo mi avrebbero concesso di vederci seduti a distanza di due metri, fuori davanti a casa, con una mascherina di carta a imbavagliarmi la bocca e tapparmi le vie respiratorie. Naturalmente ho rifiutato e perciò è passato molto tempo. Quando l’ho rivista erano passati pochi mesi, ma a lei e ai miei parenti sembrava di vederli dopo almeno 3-4 anni tanto erano invecchiati. La sua salute era sempre più cagionevole. Le è venuta l’influenza, hanno detto che era il tanto incriminato virus del covid, e lei e la sua famiglia sono stati tutti molto male, l’unico che non ha avuto nulla era il bambino più piccolo che non aveva ancora raggiunto l’età legale di 5 anni per vaccinarsi. Gli altri assieme alle loro 2-3 dosi sono stati molto male, mentre al contrario molte altre famiglie che non erano vaccinate come la mia, sono state benissimo o al massimo hanno avuto un po’ di raffreddore invernale per qualche giorno e nulla di più. Nell’estate del 2022 mia zia era pronta a godersi la sua estate in libertà, fiera delle sue 3 dosi, quando nel pieno dell’estate le prende all’improvviso l’influenza forte come d’inverno che si protrae con tosse, muco e sinusite per più di un mese, senza accennare a diminuire. Mia zia allora era veramente spaventata, diceva: “non è possibile stare così male d’estate, sembra che non riesco a guarire! Sembra un malanno invernale!” era preoccupata, perché il suo corpo non rispondeva più, come se non avesse un sistema immunitario a proteggerla dal minimo raffreddore. E nel pieno del caldo record del 2022 due cose erano rimaste ben impresse in lei: la strenua convinzione che l’importante era farsi le 3 dosi di vaccino, così potevi essere libero di vivere, lavorare, uscire, divertirti, e un’influenza molto debilitante che non accennava a diminuire e che le impediva di vivere, lavorare, uscire e divertirsi.

 

Davide D.

 

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Sigaretta? Improvvisamente sì grazie.

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La storia che voglio raccontarvi è quella di Giulia, una mamma di circa 40 anni che dopo tre dosi di siero sperimentale e mortale comunemente indicato dai media con il termine improprio di “vaccino anti-Covid19” ha visto la sua vita sbandare e perdere il controllo. In realtà lei non ha visto nulla e questa testimonianza non è la sua, ma la mia, perché lei è totalmente ignara della connessione tra il vaccino anti-Covid e gli effetti avversi che quest’ultimo ha scaraventato sulla sua vita. Ma partiamo dall’inizio. Giulia rientra tra i professionisti sanitari e, una volta scattato l’obbligo di vaccinazione per tutti gli appartenenti alla categoria sanitaria ad aprile del 2021, ha immediatamente prenotato la sua prima dose, pur in realtà non essendo ancora stata convocata né dalla Asl né tantomeno dal suo Ordine Professionale. Quando mi ha raccontato di questa sua scelta mi ha detto che si è sentita messa alle strette, che lo ha fatto non a cuor leggero e che la mattina stessa aveva avuto un attacco di panico e non voleva più andare all’appuntamento, però alla fine è andata lo stesso e ora si sente Libera e felice e sa che è stata la scelta giusta. Poiché ha due figli piccoli le ho chiesto quale sarebbe stata la sua scelta se avessero introdotto l’obbligo anche per i minori e lei mi ha candidamente risposto che di certo non avrebbe potuto privare i suoi figli di una cosa così importante come per esempio lo sport, quindi in quel caso avrebbe dovuto far vaccinare anche loro, nonostante lei stessa avesse in un primo momento ammesso di non volerlo fare. Per il lavoro che svolge lei aiuta le persone a ragionare su sé stessi e a prendere decisioni di vita ed era molto fiera quando mi ha raccontato di come ha convinto un giovane medico a vaccinarsi per rendere serena tutta la sua famiglia. Un medico che per 6 mesi, da aprile, stava lottando contro il sistema e contro tutti pur di non sottoporsi all’inoculazione magica, ma che alla fine ha ceduto alla gentilezza e ai consigli della sua Psicologa, che molto meglio di lui sapeva cosa sarebbe stato meglio per il suo corpo e la sua Coscienza. Non so che fine abbia poi fatto questo medico così ben consigliato da Giulia, ma so i risvolti sulla sua vita. Dopo la prima dose ha cominciato a lamentare dolori allo stomaco sempre più di frequenti, già prima ne soffriva, ma in seguito alla vaccinazione questi episodi erano quasi quotidiani ed erano accompagnati da un forte gonfiore della pancia. Questo l’ha portata a fare numerosi esami ed è emersa un’allergia alimentare, ma nonostante la dieta molto drastica prescritta dal Medico e da lei meticolosamente seguita, comunque ogni volta che ci vediamo continua a lamentarsi per le fitte dolorose e per lo stomaco che non perde ancora il suo gonfiore. Questa problematica insorta potrebbe sembrare quasi banale agli occhi di chi legge, soprattutto perché ormai chiunque soffre di qualche allergia. Ma in realtà noi sappiamo bene quanto tutto ciò non sia assolutamente naturale e parlando con la persona in questione posso confermare quanto questo effetto sia stato molto nocivo per la sua “normalità”, perché la limita in moltissimi aspetti quotidiani. Proseguendo, dopo la seconda dose Giulia ha riscontrato gravi perdite di memoria. Ma ovviamente anche in questo caso lei non ha associato questo problema all’inoculazione del siero, bensì al covid che ha contratto proprio poco dopo la seconda dose e che secondo lei le ha causato questi vuoti di memoria e giramenti di testa. Mi ha colpito molto quando mi ha raccontato che non ricorda minimamente cosa è successo un pomeriggio.

 

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Lei era in casa con i figli, aveva la febbre e ha perso completamente la memoria su tutto ciò che è accaduto in quelle ore. Mi ha detto che si è stesa sul letto e non sa se ha perso i sensi perché non ricorda nulla, tanto che dopo qualche ora sono stati i figli (di cinque e sei anni) che hanno chiamato il nonno per farlo andare a casa lì da loro. Da quell’episodio ne sono capitati altri in cui non c’è stato un azzeramento totale della memoria come in quel caso estremo, ma “solo” buchi che non le permettono di ricordare bene tutto ciò che le accade. Da quel momento, inoltre, ha cominciato anche a soffrire di dispnea, ossia di affanno e respiro corto, tanto da trovare difficoltoso anche il semplice salire le scale o camminare più a lungo. Infine cito da ultimo, ma non per importanza, il cambiamento che più di tutti mi ha lasciato perplessa e inqueta: questa persona ha cominciato a fumare, pur non avendo mai fumato nella sua vita!! Mi ha raccontato che in una serata in compagnia di amiche ha chiesto a una di queste che stava fumando di offrirle una sigaretta, ha detto che le è venuto proprio così dal nulla e da quel momento ha iniziato a fumare ogni tanto. In realtà però ho potuto notare come non è “ogni tanto” perché in più di un’occasione in cui siamo state insieme lei è proprio uscita fuori a fumare, comportandosi come una qualsiasi persona che ha un vizio e che dopo un po’ di ore di astinenza sente il bisogno di soddisfare.

Spero che questa testimonianza non sia presa alla leggera e sminuita solo perché molti dei nostri conoscenti hanno mal di pancia, hanno la memoria corta e fumano, perché questi disturbi sono quanto di più lontano possa esserci dalla normalità e aprire gli occhi anche sugli aspetti che sembrano più innocui è di vitale importanza per comprendere la reale pericolosità del siero a 360 gradi.

 

Isa

 

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RICATTO

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Voglio raccontare la storia del mio compagno riguardo ai vaccini. In pratica dall’inizio della farsa io e lui l’abbiamo sempre pensata uguale nel senso che si rendeva conto della manipolazione e dell’esagerazione che serviva solo a spingere sui vaccini. Quando è uscito il vaccino lui ovviamente non l’ha fatto a differenza di tutti i suoi colleghi ma purtroppo con l’arrivo del greenpass i suoi capi hanno iniziato a premere. Lui un paio di volte li ha mandati a fare in culo finché un giorno mi telefona quasi piangendo dai nervi e mi dice che ha prenotato il vaccino. Mi si è gelato il sangue e sono scoppiata a piangere dai nervi… dopodiché mi dice in pratica che i capi lo hanno preso da parte per dirgli “o ti vaccini o ti trasferiamo a Trieste”… e quindi visto che ha una situazione legata agli alimenti per il figlio da mantenere ecc. alla fine ha dovuto prenotare sta merda. Non vi dico com’era l’umore il giorno fatidico. Mi chiama dopo essere uscito dall’hub assassino dicendo di aver fatto scrivere sui fogli del consenso informato che è stato costretto a farlo contro la sua volontà… poi la sera è venuto da me e ne abbiamo parlato, mi ha detto di essersi sentito violentato nel profondo, si sentiva come se avesse subito uno stupro. Credo che quest’affermazione così violenta renda bene l’idea dello stato d’animo che stava provando, lui come forse tanti che sono stati obbligati a suon di ricatti. Questa si chiama estorsione ed è un reato gravissimo, ma adesso che è lo Stato a eseguirlo va bene. I giorni a seguire era talmente incazzato che è riuscito ad evitare la seconda dose che dopo poco avrebbe dovuto fare… e per una serie di concause (anche energetiche) i capi non gli hanno più detto niente. Comunque sia da quel maledetto giorno è sempre stanco, mi dice di non sentirsi più come una volta infatti lo vedo che si addormenta molto velocemente… poi mi dice che forse si condiziona da solo ma io la sua “stanchezza” la vedo. Un’altra cosa che ho notato in lui è che prima del vaccino aveva sempre delle sensazioni, era più attento. Mi diceva cose tipo “c’è qualcosa di strano nell’aria…” oppure “oggi ho notato che c’era un clima particolarmente pesante…” cose che magari in pochi si potevano accorgere perché sempre distratti ecc… adesso non dice più queste cose, come se fosse più incosciente. Sono io che magari gli faccio notare gli elicotteri che passano di notte e cose simili, poi lui si aggancia a quello che dico dandomi ragione ma non ha più l’iniziativa…

 

Miryamz

 

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Danni da vaccini

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Uno dei primi a fare le dosi di “vaccino” è stato mio zio,il fratello di mio padre, che è analista di laboratorio all’ospedale. Dopo un anno e mezzo,con 3 dosi di vaccino,a 65 anni appare molto invecchiato e ha sviluppato una forma di vitiligine che si è espansa in fretta, a livello della fronte,del cuoio capelluto(e si nota che sta iniziando a soffrire di alopecia,perché i capelli si stanno diradando) e su metà delle due mani. La vitiligine è una malattia autoimmune,che consiste nell’attacco da parte del corpo dei propri melanociti,riducendo la produzione di melanina,creando macchie bianche e quindi difetti estetici ben evidenti,che possono avere ripercussioni a livello psicologico. L’esposizione al sole andrebbe fatta applicando sulle aree depigmentate un filtro solare ad altissima protezione,perché chi ha la vitiligine è molto più soggetto a eritemi e scottature. Spesso la vitiligine si associa alla comparsa di altre malattie autoimmuni,molto più invalidanti,quali lupus e diabete,e non è escluso che a breve mio zio possa sviluppare malattie di questo genere,perché potrebbero essere già in corso.

Mia cugina,42 anni,dopo due mesi dalla somministrazione della seconda dose ha sviluppato all’improvviso un cancro al seno. Le hanno asportato molti linfonodi nel cavo ascellare,che oltre a predisporla a formicolii,dolore e gonfiore a livello del braccio,per un drenaggio non corretto,questa pratica indica che probabilmente ci sono già metastasi.Le hanno asportato metà seno, e prima dell’operazione e anche dopo essa ha svolto e sta ancora svolgendo chemioterapie che le hanno fatto perdere i capelli: è costretta quindi a indossare una parrucca. Oltre a stare subendo da mesi molti quantitativi di stress perché deve fare col marito viaggi lunghi fino a Milano per curarsi(sono 8-10 ore di macchina per la sola andata),lo stress ricade anche sulla madre,che deve occuparsi del nipotino piccolo,di nemmeno 3 anni, e delle due nipoti di 18 e 19 anni,che devono restare dalla nonna quando i genitori non ci sono. Un cancro al seno devasta a livello psicologico perché si vede persa la propria femminilità a causa della rimozione di una mammella e della caduta dei capelli.

La sorella di mia nonna,sulla 70ina di anni,è sempre stata una donna molto energica e attiva. Dopo le 3 dosi del “vaccino” ha sviluppato una sorta di depressione,e le stanno facendo assumere gli ansiolitici,che le fanno venire botte di sonno durante il giorno. Non può più uscire a svolgere nessuna mansione senza la figlia,e anche quando sta a casa sua viene sempre monitorata. Il figlio ha affermato che non riconosce più la madre,che ormai non è più lei e ha notato che dimentica anche alcune cose fondamentali,cose che ha sempre saputo,come i cibi che piacciono o non piacciono al figlio,avendo peraltrosempre cucinato per lui e la famiglia.

Sullo stesso sito dell’aifa il rapporto di farmacovigilanza(dal 27/12/2020 al 26/03/2022)ammette che ci siano stati casi di miocardite,pericardite,paralisi periferica del nervo facciale correlati alle “vaccinazioni”,oltre a trovare grafici che indicano il tasso di varie altre patologie riscontrate,a carico dell’apparato respiratorio,cardiaco,gastrointestinale,riproduttivo ecc..

 

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La distribuzione delle segnalazioni con esito decesso per tipologia di vaccino indica che il tasso dei casi fatali per 100.000 dosi somministrate sono: Comirnaty:569 0,64%; Spikevax: 162 0,48%; Vaxzevria:31 2,06%; Janssen: 117 0,96%. Per un totale dichiarato di 879 decessi,vale a dire lo 0,65% di persone decedute a seguito della vaccinazione.

Il documento completo è a questo link: https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_11.pdf

Tuttavia la farmacovigilanza condotta è in forma passiva,e sono gli stessi cittadini a dover segnalare gli effetti avversi. Viene calcolato che solo 1 cittadino su 100 riconosce o gli viene riconosciuta l’associazione dei propri sintomi col vaccino,quindi le segnalazioni fatte e riconosciute a livello ufficiale sono solo un centesimo,se non addirittura di meno,rispetto a tutti i danni che questi “vaccini” hanno procurato.

E questa cosa la si può riscontrare anche perché sono nati gruppi, come quello “Danni Collaterali”,sia su fb che instagram ,come anche il canale youtube “Voci Avverse”,che ci fanno rendere conto di quali gravi reazioni abbiano sviluppato molte persone dopo il vaccino,e di quante morti in più rispetto agli scorsi anni ci siano. Infatti, dal 2021 in poi,sono aumentate drasticamente sui giornali le notizie di persone colte da malori improvvisi, da infarti o ictus,e tutte loro avevano dalle 2 alle 3 dosi del “vaccino”. Le correlazioni tra aumento di mortalità e di patologie invalidanti coi nuovi “vaccini” sono ormai note a tutti coloro che hanno gli occhi abbastanza aperti per vedere una realtà già molto ben evidente,e cioè che i sieri non sono stati iniettati per sconfiggere un virus,ormai declassato a influenza anche dalla stessa Unione Europea,ma per far morire e rendere invalida quanta più gente possibile.

Che i “vaccini”,anche quelli somministrati quando eravamo bambini, abbiano sempre creato danni lo ammettono anche gli stessi produttori dei vaccini, dato che nel bugiardino dei vari vaccini sta scritto che possono causare morti in culla, autismo, leucemie, ecc…

Per fare un esempio, questo è il bugiardino di un vaccino trivalente prodotto dalla Sanofi-Pasteur,in cui è scritto che: “Reazioni avverse denunciate durante l’utilizzo post-approvazione del vaccino Tripedia includono: purpura trombocitopenica idiopatica, sindrome da morte improvvisa del lattante, reazione anafilattica, cellulite, autismo, convulsioni/epilessia, encefalopatia, ipotonicità, neuropatie, sonnolenza, interruzione del respiro.”

Questo è il link al quale trovare il bugiardino integrale,in cui a metà della pagina 11 sono riportati questi eventi avversi sopra descritti. https://wayback.archive-it.org/7993/20170112211659/http://www.fda.gov/downloads/BiologicsBloodVaccines/Vaccines/ApprovedProducts/UCM101580.pdf

Sulla pericolosità dei vaccini a mRna(sostenendo anche che in questo modo si andasse a modificare,danneggiando,il DNA),per un presunto virus che causerebbe solo un’influenza, sono uscite fin da subito testimonianze di eminenti personalità del mondo scientifico,come Stefano Montanari,Stefano Scoglio, Didier Raoult, Luc Montagnier. Le interviste si possono trovare su canali youtube di controinformazione come “100 Giorni da Leoni”.

 

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Stefano Montanari,in particolare, si è distinto per essere stato sempre critico nei confronti di tutte le vaccinazioni,essendo lo scopritore,insieme alla moglie e scienziata di fama internazionale Antonietta Gatti,delle nanopatogie,ovvero delle malattie determinate dall’accumulo di metalli pesanti all’interno dell’organismo. Poiché questi metalli sono contenuti apposta in tutti i vaccini,tramite ricerche condotte col microscopio elettronico,i due scienziati hanno dimostrato che nei tessuti cancerosi o nel cervello dei bambini morti in culla,ci sono elevate quantità di metalli,gli stessi metalli presenti nei lotti vaccinali. Stefano Montanari ha riconosciuto da sempre anche l’esistenza e la pericolosità delle scie chimiche,che comportano la presenza di metalli nei cibi che mangiamo,oltre ad aver sempre sostenuto che i morti da farsa siano state persone uccise appositamente in ospedale,per via dell’applicazione di protocolli sbagliati. Tutto questo scenario di morti indotte,non dal virus ma da medici e personale ospedaliero,doveva indurre le persone ad accettare le vaccinazioni,tanta doveva essere la paura per un presunto virus mortale. Le case farmaceutiche avevano assicurato una efficacia dei vari vaccini anticovid(Pfizer,Moderna,Johnson&Johnson) di oltre il 95% ,per poi abbassare nel tempo gradualmente questa percentuale e dire che sarebbe servita una seconda dose,poi una terza,e anche una quarta…e continueranno a insistere,come già stanno facendo,che servirà fare almeno una dose annuale.

 

Phoebe

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MENOPAUSA

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Un giorno sento una mia amica. Mi dice che una nostra amica comune è stata male allora chiedo cosa fosse successo. In pratica mi racconta che per cause legali legate ai figli si è dovuta sottoporre al vaccino pur essendo contraria. Visto che era stata minacciata dall’ex marito che se non avesse avuto un comportamento corretto avrebbe fatto di tutto per toglierle l’affidamento dei figli, il suo avvocato le aveva consigliato di vaccinarsi per non creare ulteriori problemi. Premetto che la nostra amica era in menopausa da 6 anni. Si vaccina suo malgrado e dopo pochi giorni una mattina si sveglia in una pozza di sangue. Questo sangue le arrivava dal basso. Chiama subito il ginecologo il quale le dice che ha avuto una reazione avversa al vaccino. Le dice anche di aver rischiato un’emorragia interna e che quindi le era ancora andata bene…in pratica le sono ritornate una specie di mestruazioni dopo 6 anni di menopausa…Non aggiungo considerazioni né commenti…. chiedo solo “ma nessuno ha mai un po’ di responsabilità?” All’unisono per un motivo o per l’altro, ti intimano a vaccinarti, ti fanno ammalare o ancora peggio morire ma nessuno alla fine ne ha colpa, pur essendo tutti complici.

 

Myriamz

 

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STORIA N.1 PESCATORE

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Da anni ho un’amica conosciuta in canile. Appena conosciute ci siamo subito trovate…sai quelle persone con cui parli bene, ti comprendi a livello empatico? Ecco così. Pur non sentendoci spessissimo, siamo sempre state in contatto, lei mi raccontava le sue cose e io le mie con molta comprensione da parte di entrambe. Lei ha un marito pescatore e un figlio odioso. Suo marito che ho conosciuto è un omone robusto che ogni mattina alle 3 si alzava per andare a pescare. Vento pioggia, freddo lui partiva per portare la pagnotta a casa. Appena uscita la storia della pandemenza le cose tra noi sono iniziate a cambiare, nel senso che ci sentivamo ma lei si dichiarava preoccupata per questo virus e suo figlio ancora di più. Escono i vaccini e ovviamente corrono a farli “per evitare conseguenze peggiori” come dichiarato dalla tv. Dopo un po’ di giorni la mia amica mi chiama dicendo che suo marito non stava bene, aveva la febbre e non mangiava…era risultato positivo ma lo hanno lasciato a casa. Quindi tutto sembrava sotto controllo… ha il virus e con la tachipirina miracolosa si cura tutto, pure i calli. Passano i giorni e lei preoccupata mi chiamava… il marito si era negativizzato ma continuava a dimagrire e a non mangiare. Il medico gli consiglia esami specifici e in pratica dopo la tac hanno visto che qualcosa non quadrava. Un giorno lei mi dice “sai a mio marito sono ritornati gli stessi valori di quando aveva avuto il tumore e sono preoccupata…” dopo qualche giorno mi manda un messaggio con scritto “mio marito è morto”. Insomma nel giro di 2 mesi quest’uomo si è consumato da un male che anni fa aveva sconfitto. Ovviamente tra i vari discorsi mi ha fatto capire che il medico le aveva detto che il vaccino non c’entrava. Ovviamente. Adesso lei si ritrova a 54 anni vedova e senza soldi, con un figlio 30enne a carico odioso e viziato che non ha voglia di cercarsi lavoro perché laureato in biologia marina, quindi fare il cameriere o simili lo sminuirebbe. Mi spiace tanto per lei perché è una brava persona ma alla fine mi viene da pensare che chi è causa del suo mal pianga sé stesso, sia per il marito che per il figlio arrogante ed educato male. Nel terribile momento che sta vivendo le è ancora andata bene che a lei non sia venuta nessuna reazione avversa al vaccino.

 

Miryamz

 

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LE CURE DOMICILIARI AL TEMPO DELLA BURLA PANDEMICA

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11-07-2022

 

Voglio raccontarti la mia esperienza avuta all’interno delle cure domiciliari al tempo della burla pandemica. Ho voglia di dare voce a ciò che ho dentro, a ciò che ho visto, a ciò per cui continuo a combattere dagli inizi del 2020. Nella profonda fiducia che possa essere utile a qualcuno e possa rimanere impresso per il futuro, ringrazio sentitamente la Fondatrice Angel Jeanne e il suo magnifico sito Significato.Online per l’occasione che dona alle persone nel rilasciare importanti informazioni in maniera completamente libera da censure. Facevo l’infermiera. A fine anno del 2020 ho dato le dimissioni. Mi costringevano ai vaccini e ai tamponi e io rifiutavo. Ero sola in mezzo ad un branco di lupi mannari. Ho cercato di non lasciare il mio lavoro, che mi avrebbe lasciata senza soldi, senza casa, senza niente ma ho preferito perdere tutto quel che avevo pur di non perdere la dignità, la salute, la vita stessa in cambio di un gruzzolo di denaro. Era la scelta giusta da fare. La ripeterei se tornassi indietro. Per me era inconcepibile vendersi per adeguarsi alle regole o vendersi per lavorare eseguendo “obblighi” del tutto morali e scritti da nessuna parte. Niente e nessuno poteva introdurmi nel corpo una sostanza che non accettavo. Ho sempre avuto una forte determinazione di non scendere ad alcun compromesso e far valere le mie scelte. Penso sia molto importante tirare fuori il coraggio e rimanere coerenti tra ciò che si pensa, si dice e si fa, per non perdere di credibilità soprattutto verso se stessi. Lavoravo in Terapia Intensiva nel 2020, quindi avevo visto ciò che realmente succedeva in quei posti a differenza di quello che raccontavano i mass media. Le persone non morivano di covid, venivano uccise. Sono fiera di non lavorare più con i criminali, in quei lager, in quei container, con colleghi e datori di lavoro pazzi furiosi, corrotti e manipolati. Pensavo che fare l’infermiera fosse il lavoro della mia vita, ma mi sbagliavo. Smettere di lavorare in quelle condizioni da militare è stata la salvezza, la rinascita. Sapevo che nessuno poteva togliermi il ricordo della passione che ci mettevo in ciò che facevo. Ho passato momenti particolarmente difficili, ma li ho superati perché mi sono sentita guidata, accudita. Dovevo iniziare a vedere le cose in un’altra visione e così avevo iniziato a fare. Ora voglio raccontarti ciò che ho fatto nel 2021 e inizi 2022. Ho fatto parte di un gruppo di Terapie Domiciliari Covid. È stata un’esperienza che mi ha aperto gli occhi oltre al mondo che avevo visto in ospedale nel 2020. Anche oggi, nel luglio 2022, continuano ad ammazzare gente con la scusa del covid. Gli ospedali fanno paura. Iniziano a fare paura anche a chi sembrava avere più fiducia nella “scienza” odierna. Oggi nessuno ci vuol finire dentro, per nessuna ragione al mondo. Si entra e non si sa se si esce. Si sente parlare male degli ospedali, dei pronto-soccorso.

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Ecco alcune testimonianze dirette di operatori sanitari no-vax che ancora lavorano in ospedale:

  • medici e infermieri si rifiutavano di assistere no-vax e scrivevano sui social o dicevano apertamente frasi di disprezzo;

  • ospedali che per terrorizzare la gente dicevano di essere affollati ma in realtà erano vuoti;

  • dicevano che le Terapie intensive erano piene di no-vax quando invece erano i vaccinati a occupare più posti negli ospedali, soprattutto nelle Terapie Intensive;

  • un grande numero di giovani vaccinati e con strane patologie, debilitati a vita riempiono le sale di attesa dei reparti di cardiologia;

  • tamponi “obbligatori” all’entrata di pronto soccorso o dei reparti anche in assenza di sintomi;

  • anziani in salute che entrano in pronto soccorso per la frattura di un arto a seguito di una caduta, costretti a farsi un tampone, e risultare casualmente positivi. Di conseguenza l’ospedale li rapisce per non essere mai più rivisti. Molte persone sono morte così, facendo credere che erano morte di covid quando invece non era vero;

  • famigliari che possono entrare a visitare i pazienti solo per qualche minuto e solo aventi il green pass a scadenza;

  • anche i vaccinati, che credevano di aver comprato la libertà, possono entrare solo dopo tampone e solo per qualche minuto.

Anche nel 2022 tengono nascosto ciò che accade negli ospedali per censurare la verità e non fare uscire informazioni. La presa in giro, però, è ormai palese per tutti. Il gruppo di Terapie Domiciliari in cui ho lavorato come volontaria era costituito da infermieri e medici sospesi, non vaccinati, che avevano capito la farsa e volevano aiutare le persone. Alcuni di loro sono stati dei vaccinatori pentiti. Il gruppo è nato per l’esigenza di salvare la vita delle persone dalle grinfie degli ospedali. Medici di base e medici degli ospedali prescrivevano sempre a tutti “tachipirina e vigile attesa” al trattamento dei sintomi covid19. Non potevano discostarsi dai protocolli imposti dai virologi. Non capivano nulla di ciò che stavano facendo. Alcuni erano i complici del sistema mentre altri pensavano di fare una cosa giusta e non si ponevano domande. I trattamenti errati che si usavano, anche all’interno degli ospedali e non solo a domicilio, facevano scaturire dei peggioramenti della salute dei pazienti, che finivano per ritrovarsi in terapia intensiva, intubati e in coma farmacologico. Il gruppo Terapie Domiciliari ha salvato centinaia e centinaia di persone dall’ospedale, curandole direttamente da casa, con farmaci e integratori del tutto naturali, come ad esempio tea tree oil, miele, vitamina C e D, zinco, acetilcisteina, melissa, Brufen al bisogno, ecc. Nessun decesso.

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I massmedia avevano creato un grosso programma fatto di paure, ansie e disperazioni nella mente della gente, che temeva in continuazione di ammalarsi, finire in ospedale e morire. Questo non succedeva se le persone seguivano le indicazioni dei medici veri, che in modo distaccato e nascosto al sistema lavoravano per salvare le vite. La cura c’era, c’è sempre stata, ma non è mai stata applicata dagli ospedali, perché il loro obiettivo era far finire la gente in ospedale, ingrossare i numeri, uccidere. Le cure valide erano censurate e costavano poco. Non facevano business. I medici che trovavano le cure efficaci sono stati uccisi volontariamente dai governi perché erano troppo ostacolanti per il sistema. Il Dr. De Donno, esattamente un anno fa, aveva scoperto la cura al plasma iperimmune. Morto per suicidio, ma tutti sapevano che aveva intenzione in breve tempo di aprire una clinica di cura del covid. Montagner, un premio Nobel per la medicina 2008, morto nel febbraio 2022 per “vecchiaia” ma stranamente accaduta pochi giorni dopo essere stato alla manifestazione no-vax a Milano quindi in Italia, dove aveva rilasciato messaggi importantissimi riguardo alle verità sul vaccino, ai vaccinati e non vaccinati. Gennaio 2022, il farmacologo Biscardi muore stroncato da un infarto, dopo aver pubblicamente confermato la presenza di nanochip e tecnologie sconosciute nei vaccini. Come loro, tanti altri. In questa guerra la verità viene censurata, i farmaci come l’ossigeno o l’eparina venivano vietati perché erano tra i farmaci salva vita. È stato difficile reperirli per il gruppo ma in qualche modo ce l’abbiamo fatta e la gente bisognosa è stata curata. Anche molta gente vaccinata ci ha contattati. Sia con prima, seconda, terza dose. Stavano male e presentavano sintomi più gravi degli altri e avevano bisogno di un diverso trattamento farmacologico. È da ricordare, molto bene, che molti di loro sono stati quelli che ci sono venuti più contro in questi anni e che si sono dimostrati essere sostenitori della dittatura nazi-sanitaria. Persone che ci hanno perseguitati, ci hanno molestati, aggrediti verbalmente e fisicamente, insultati, minacciati perché non portavamo la mascherina, non osservavamo la distanza fisica “di sicurezza”, non avevamo fatto tamponi o vaccini, non avevamo i guanti per tenere il carrello della spesa al supermercato o siamo usciti di casa quando era proibito. Siamo stati trattati in questo modo dalla maggior parte di loro e poi sono venuti a chiedere aiuto al Gruppo novax delle Terapie Domiciliari quando stavano male con il covid. Addirittura ci contattavano per chiederci la cura disintossicante dal vaccino. Non erano immuni con i vaccini e chiedevano aiuto a noi, non all’ospedale o al loro medico di base, perché i medici di famiglia erano (e lo sono sempre peggio) completamente assenti, si rifiutano di seguire i pazienti o continuano a rispondere “tachipirina e vigile attesa” come dei robot. Inviano direttamente il paziente in trattamento dalla squadra di astronauti del territorio che non è capace di seguirlo e quindi il paziente degenera fino ad andare in ospedale. Si tratta di una burla colossale e chi si è vaccinato è stato ingannato, ha firmato il consenso di essere a conoscenza di tutti i rischi, di accettarli e di togliere da ogni tipo di responsabilità i medici vaccinatori. Ciò significa che devono risolversi da soli il covid e tutti i loro problemi di salute derivanti dai vaccini, perché per il sistema… nulla è causato dai vaccini e se accusano qualcosa è tutto frutto della fantasia dei vaccinati.

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Il caso dei vaccinati era stato inquietante per me. Ho rifiutato di seguirli perché non condividevo ciò che stava succedendo. Gli altri operatori seguivano tutti, indistintamente e senza problemi. Io non lo trovavo giusto, nei loro e nei nostri confronti, che spendevamo energie e facevamo del volontariato, verso persone che ci avevano da sempre disprezzato. Un’altra cosa inquietante è stata vedere la stupidità di certe persone. Non ho condiviso neppure questo aspetto in questa esperienza di Cure Domiciliari durata qualche mese. Per me è stato scioccante e da lì ho deciso di lasciare definitivamente il gruppo. La gente che ci chiedeva aiuto e veniva guarita, poi non vedeva l’ora di ottenere il nazi-pass. Non si rendeva conto che così facendo stava alimentando il sistema. Quando ho salutato per telefono una paziente appena guarita, lei mi dice: “Ora come faccio per avere il green pass?”. Lo aveva chiesto alla persona sbagliata, perché io non ero mai stata interessata né informata su questo, ma pensavo solo alla sua ripresa. Eppure il problema della signora non era guarire dal Covid quanto avere un lasciapassare. C’era un problema di fondo: molta gente non vedeva l’ora di ammalarsi. Gente sana, che desiderava essere malata per ottenere uno stupido lasciapassare di qualche mese. Lo facevano perché non volevano perdere il lavoro, e ancor peggio c’era chi lo voleva per uscire a ballare, andare al cinema o teatro o bar e ristoranti con gli amici, per divertirsi. Il modo di lottare di certe persone era ridicolo. Addirittura un giorno mi è stato domandato se conoscessi persone che organizzavano incontri di “covid-party”, ovvero persone che si incontrano con chi ha il covid, per baciarsi, bere dallo stesso bicchiere, passarsi cotton-fioc da naso a naso, e chissà che altro schifo, pur di infettarsi insieme. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, per me. Certa gente si è ammalata ed è stata anche molto male, perciò ha dovuto fare delle cure prolungate. Perché farsi del male? Perché odiarsi così profondamente? Inoltre mamme che per la paura del covid facevano i tamponi ai loro piccoli bambini, anche ai neonati. Come si fa a maltrattare così un proprio figlio? Cosa potrà avere mai un bambino con influenza? I bambini non hanno bisogno di nessuna cura per il covid, ma hanno bersagliato tantissimo i bambini, li hanno giudicati untori del virus, piccoli adulti che uccidono i grandi adulti, tanto da tenerli a distanza da nonni e persone fragili, persone da cui potevano trarre e dare affetto. Gli hanno rovinato l’infanzia e la crescita. Inaccettabile. A luglio 2022 c’è gente che ancora si fa i tamponi, chiede dei covid-party e cerca di ammalarsi per prolungarsi il nazi-pass scaduto o che sta per scadere. Sono stata contattata dai vecchi pazienti che si sono “riammalati stranamente”, nel bel mezzo dell’estate, e vogliono essere trattati per poi avere il green pass. Ho detto loro che non stavo più lavorando con il Gruppo Terapie Domiciliari. Qualcuno si è ammalato più gravemente di altri. Non è una semplice influenza “naturale”, sviluppa segni e sintomi molto ambigui, come ad esempio segni cutanei di arrossamenti, problemi agli occhi e per di più problemi di salute allungati nel tempo. Perché la gente è spinta così tanto ad ammalarsi? Perché il sistema li induce a scendere in questi compromessi come fossero niente di grave? Ci ho pensato.

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Assieme alla malattia covid (virus creato in laboratorio) stanno infilando programmi mentali e fisici, per causare problemi nel tempo, come stanchezze e apatie strane. Non ci sono motivazioni valide per cui continuare a volere la malattia quando si sta bene. Fare tamponi o nazi-pass (o qualsiasi altro nome gli venga affidato, perché sempre di dittatura si parla) è un metodo per aumentare i numeri e alimentare il sistema. È un metodo che funziona sia per chi si fa il nazipass finto e chi se lo fa per davvero, ma le persone sono come manipolate e non capiscono la pericolosità, nonostante possano essere dei novax, hanno per la testa solo i loro interessi. “Dal mondo della sanità non si scampa se non si fa il vaccino” mi è stato detto da una dottoressa novax costretta a farselo per non perdere il suo lavoro. Io penso che ognuno abbia avuto occasione di scegliere se farlo o non farlo. Se si lavora in ospedale c’è obbligo di vaccinazione (agli inizi non era così) ma ognuno prende le proprie responsabilità e non c’è obbligo che tenga: se non lo vuoi fare, non te lo fai. Non potrai lavorare in quell’ambiente ma sarà il momento di cambiare. Molti infermieri sospesi lavorano con green pass da guarigione a scadenza di sei mesi. Lavorano con ansia e la frustrazione continua. Forse sono rimaste le uniche fonti di informazioni “normali” e veritiere, in un ambiente pieno di assassini e lucratori. Spero che le cose al tuo tempo siano ben cambiate, in meglio, per noi. Forse un po’… dopo tutta questa fatica… ce lo meritiamo.

 

Anonimo

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Casi di persone conosciute danneggiate dal farmaco definito “vaccino anti-covid”

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Il primo caso è un lavoratore di 54 anni, francese, che ha accettato di farsi vaccinare per poter avere il green pass e quindi poter frequentare la palestra, poter entrare nei ristoranti, ecc., inoltre aveva un viaggio all’estero in programma e non voleva rinunciarci. Quindi, senza porsi troppe domande, si è sottoposto ai sieri. Dopo le prime due dosi non ebbe nessun effetto negativo, per cui si sottopose volentieri anche alla terza dose, non appena il green pass, un brutto giorno, scadde (molto in anticipo rispetto al previsto) lasciandolo fuori dalla palestra… i veri problemi iniziarono proprio dopo la terza dose. Infatti nell’arco di pochi mesi dall’inoculazione riscontrò per ben tre volte i sintomi influenzali, mentre in passato raramente si ammalasse, e, in più, sentiva spesso un forte dolore al petto, che era il sintomo che più lo preoccupava. Dagli esami medici non risultò nulla di importante, ma lui continua a vivere in uno stato di malessere costante, soprattutto si sentiva molto stanco, ed è questo il sintomo peggiore, che ho sentito molto spesso ripetere dai vaccinati. Nel suo caso lui era (ed è) ben consapevole che tutto sia iniziato dopo la terza dose e ammette di aver commesso un errore a farsi vaccinale. Prima era molto attivo, faceva molte attività durante il giorno, nonostante il suo lavoro sia abbastanza faticoso, ma adesso non riesce quasi più ad andare in palestra e, arrivato a casa dal lavoro, spesso deve coricarsi e dormire. Inoltre, parlando con amici di questo problema, notò che anche loro presentavano la stessa spossatezza dopo la terza dose. Nessuno di loro intende farsi vaccinare ancora. Lo spero per loro! Tra l’altro in Francia non erano obbligati a presentare il green pass per lavorare, quindi si sono fatti vaccinare con molta superficialità, solo per poter continuare a fare la “vita” di prima… che purtroppo adesso non possono più fare… Un altro caso è quello di un mio parente di 57 anni, molto pro-vax per la grande paura del covid. Già dopo la prime due dosi ha iniziato avvertire dei problemi alle ginocchia. Questi problemi si sono rivelati subito piuttosto gravi, perché ora non è più in grado di correre, né di andare in bicicletta, che erano le due attività che svolgeva quotidianamente. Purtroppo non può fare più niente di tutto questo, al massimo qualche breve passeggiata in piano. Lui non si è accorto che questo danno è stato causato dal vaccino. Quello che insospettisce, invece, è la rapidità con cui evolvono queste patologie alle articolazioni, che sono normali e possono capitare, ma non degenerare così rapidamente. Un altro caso è quello di una signora anziana che aveva qualche problema respiratorio e di deambulazione; la conoscevo per motivi di lavoro. Un giorno una sua amica mi raccontò che questa signora, dopo aver fatto la prima dose di vaccino, si era sentita malissimo e da quel giorno non era più riuscita ad alzarsi in piedi. Mi disse che non riusciva a riprendersi, né più a camminare autonomamente. Dopo un mese o due ho saputo che era deceduta. Ho cercato quindi di estorcere qualche notizia in più a un suo parente, che mi disse che era stata poi portata al pronto soccorso e una volta entrata (senza covid) gli era stato diagnosticato il covid e dopo pochi giorni morì… di covid! Povera signora F.M. oltre al danno, anche la beffa.

 

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E’ raro trovare qualcuno che ammette di avere subito danni da questo malefico vaccino, anche perché molti, dopo aver ricevuto una o più dosi, si sono ammalati con sintomi influenzali, ma con tampone positivo al covid.. quindi qualsiasi problema fisico successivo è stato attribuito al finto covid! I cosiddetti strascichi del covid che in realtà sono danni da vaccino. Come anche il fatto di quante persone ultimamente stanno morendo di infarto o di tumori fulminanti. Sinceramente non ne avevo mai sentiti così tanti, tra conoscenti e amici di conoscenti… Dovrebbero essere casi rarissimi, ma ne sento davvero troppi. Si tratta di tumori che hanno un esito nefasto in pochi mesi, ma una volta erano davvero rari.. perciò mi viene da pensare che non siano per nulla naturali. Per quanto riguarda i cambiamenti di umore delle persone… Si, ci ho fatto caso… Prima di tutto le maestre di mia figlia: da che erano molto materne sono diventate delle aguzzine, e non sto esagerando. La differenza in poco tempo è più che evidente. Inoltre un’altra persona che gestisce una scuola materna privata e doposcuola per le primarie, che conosco da innumerevoli anni per essere davvero dolcissima con i bambini, adesso ha invece un atteggiamento stanco e insofferente. Bisogna dire che da quando si è vaccinata ha subito ogni sorta di problema fisico, tra cui un’operazione (non ricordo dove) e la perdita di tutti i denti. Danni che per me sono dovuti alla vaccinazione, perché la stessa persona fino a pochi mesi fa godeva di ottima salute ed era serena e amorevole con i bambini, mentre oggi non è più la stessa, è irriconoscibile. Purtroppo non ricordo i dettagli di altre persone che mi hanno raccontato di danni subiti dopo l’inoculazione delle dosi, ma ho fatto caso che molti hanno avuto problemi molto seri agli occhi e infatti l’ospedale del posto è sovraccarico di lavoro. Spesso, però, danno la colpa all’età o alla sfortuna (o al covid!), non certo al vaccino…

LauraF

 

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I bambini e il premio per il siero mortale

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Oggi vorrei parlare delle varie esperienze dirette e indirette delle conseguenze che il siero ha avuto sui bambini. Nel 2022 infatti iniziarono le prime inoculazioni per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. I primi bambini con cui ho avuto a che fare direttamente non vedevano l’ora di dirmi che si erano sierati, già dopo la prima iniezione: erano molto entusiasti perché hanno ricevuto la “medaglia del coraggio” dalle infermiere che gli hanno fatto l’iniezione. Io però ho visto solo stranezze e sofferenza dopo quelle iniezioni. Partiamo col dire che tutti loro sono diventati molto più lenti nei riflessi mentali ad esempio mentre devono dare una risposta ci impiegano più tempo a pensare ed elaborarla, a volte mi guardano proprio imbambolati oppure non capiscono quello che dico e fanno esattamente l’opposto (questi bambini prima del siero non erano così, ovviamente, ma sono diventati lenti dopo il siero), invece riguardo ai riflessi motori, quindi nel fisico, sono più inquietanti. C’è un bambino per esempio, che muove nervosamente la gamba sempre durante tutta la lezione e quando glielo faccio notare smette, ma poi riprende senza accorgersene, il punto è che non sono tic. Prima del siero questi movimenti o tic duravano per 5 minuti poi smettevano, ma durare addirittura ininterrottamente per oltre mezz’ora è davvero strano. Un altro bambino già dalla prima dose ha un tic che mi fa quasi paura perché oltre ad essere evidente fa anche impressione: in pratica rotea gli occhi verso l’alto poi strizzandoli. Ho notato anche una brutta apatia a livello emotivo; li vedo depressi, demotivati, sempre stanchi anche appena svegliati, quindi mi chiedo: come fanno ad avere tanta energia da sprecare nei tic, e niente energia per impegnarsi o per divertirsi nelle varie attività? Un altro bambino asmatico dalla nascita invece dopo le varie somministrazioni di siero è giunto ad avere più crisi d’asma alla settimana mentre prima del vaccino ne aveva al massimo un paio all’anno! Le sue crisi d’asma si sono fatte eccessivamente più frequenti e anche preoccupanti, e certe volte mi dispiace tantissimo perché sembra che non abbia più il fiato per respirare. Anche lui sembra che abbia 90 anni certe volte, sia per il volto sofferente e spento, sia per lo stato emotivo spento. Un’esperienza indiretta invece mi è arrivata tramite una mia amica che fa la fisioterapista e che si è ritrovata a soccorrere il nipote: in pratica suo nipote di 11 anni subito dopo la prima dose di siero ha iniziato ad avere l’epilessia, mai avuta in vita sua prima d’allora. Nel giro di un mese dopo la vaccinazione gli sono venute due crisi epilettiche, sebbene prima di allora sia sempre stato bene e ovviamente non è nato con questa malattia. Ora purtroppo teme che se la porterà dietro per tutta la vita.

 

L’Aura

 

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Un gelato in cambio della salute  

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Una storia che merita di essere raccontata è quella di Andrea, un mio conoscente poco più che trentenne. Questo ragazzo è da sempre ipocondriaco, per cui è facilmente intuibile la reazione che ha avuto dinnanzi alla fantomatica pandemia di Covid-19, un’epidemia diffusa a livello globale che attentava costantemente alla sua salute e che lo ha portato a cibarsi di ansia e angoscia quotidiana. Al contrario la sua reazione alla scoperta del siero sperimentale è stata di gioia pura e bramosia di avere al più presto la sua dose (proprio come un vero drogato che si rispetti ed infatti ha un passato di tossicodipendenza alle spalle), così da poter ricominciare a condurre un’esistenza normale. Tante erano le persone che morivano dalla voglia di fare da cavie alla sperimentazione in corso che addirittura abbiamo avuto la fortuna di assistere alla realizzazione di un calendario suddiviso in fasce d’età per sottoporsi alla vaccinazione, per cui arrivato finalmente il suo fatidico momento, Andrea è corso a farsi inoculare la prima dose e a seguire la seconda. Il magico momento è stato immortalato in un selfie postato dal diretto interessato sui Social in cui addentava soddisfatto un gelato, dono raro e prezioso gentilmente elargito a tutti gli Eroi inoculati in quello specifico hub vaccinale. Trascorse giusto un paio di settimane dalla seconda dose Andrea ha cominciato a lamentare un dolore alla pianta del piede sinistro, un fastidio che man mano che passavano i giorni diventava sempre più insistente e soprattutto invalidante. Questo dolore in brevissimo tempo lo ha costretto a letto, perché non riusciva neanche più a poggiare il piede per terra tanto era forte. I medici che lo hanno visitato hanno riscontrato un’infezione all’osso del piede, un’infezione molto profonda e ben radicata tanto che nessuno è riuscito a spiegarsi a cosa fosse dovuta. Appena ho conosciuto la sua storia per me è stato palese il nesso con il vaccino, ma così non è stato per lui, né per le persone che lo circondano. Ho incontrato Andrea la settimana scorsa in giro per il paese, camminava con le stampelle e so che ad oggi è in malattia dal lavoro da quasi un anno e non riesce a compiere le più semplici azioni quotidiane come camminare o guidare senza qualcuno che lo accompagni.

Per me la sua vicenda è stata di fortissimo impatto, perché ho visto la vita di questo ragazzo trasformarsi e crollare nel giro di un paio di settimane, tutto a causa di una puntura fatta per il suo bene. Ma ancora di maggiore impatto è il sonno in cui versano ancora alcune persone che, pur subendo un tracollo non indifferente, non si rendono conto della pericolosità del siero e continuano, dose dopo dose, ad uccidersi lentamente.

 

Isa

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Il malcaduto, ovvero il male del caduto per terra

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In seguito alle varie iniezioni dei sieri sperimentali ho notato come ballare e stare in piedi sia diventato più problematico sia per giovani che per i meno giovani. Innanzitutto veniamo ad una delle mie zie che a seguito della prima inoculazione è caduta come una pera cotta mentre si trovava a camminare: le gambe le hanno ceduto all’improvviso ed è stata ricoverata per qualche giorno in ospedale. Ancor prima degli accertamenti il medico si è portato avanti col dire che non c’entrava il vaccino, ma alla fine non si sapeva la vera causa. Ma perché allora escludere con certezza una possibilità? Gli accertamenti non hanno rivelato nulla, dopo qualche giorno è stata dimessa, ha fatto qualche visita, e poi l’hanno liquidata dicendo che probabilmente era una infiammazione e l’hanno “curata” o meglio imbottita di antinfiammatori. Dopo qualche mese anche suo marito, mio zio (vaccinato come lei), ha lo stesso problema alle gambe ma nel suo caso erano “solo” dolori e non ci sono state cadute. Però di fatto faceva fatica anche a camminare e stare in piedi. Così hanno prescritto visite e antinfiammatori anche a lui. Veniamo ad un altro caso a me vicino: il mio ragazzo, ha poco più di 40 anni ed è stato vaccinato con le varie dosi. Premesso che dopo le prime due dosi non aveva nulla di strano se non una maggiore amnesia e vuoto di memoria, talvolta si innervosisce con maggiore facilità rispetto a quando non era sierato. Un giorno mi viene a trovare zoppicante e col bastone. Mi sono preoccupata e in pratica mi ha raccontato che era caduto dalle scale mentre stava portando a casa la spesa, però questo zoppicare si è protratto per un mese e mezzo, alla faccia della caduta dalle scale! Il fatto è che era molto strano perché lui è sportivo e una semplice caduta del genere anni prima passava nel giro di qualche giorno dato che già gli era capitata qualche slogatura quando andava a correre; questo per dire che quel dolore e caduta non mi sono parsi normali.

 

L’Aura

 

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EVENTI AVVERSI AL SIERO GENICO COVID-19

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Sto tornando indietro mentalmente all’inizio della campagna vaccinale, quando fu reso noto al mondo che le case farmaceutiche, grazie ad un impegno incommensurabile e a enormi finanziamenti messi a disposizione dai governi, avevano trovato un farmaco in grado di sconfiggere questa ‘spaventosa’ pandemia di Covid-19. Che fosse una grande truffa era chiaro come il sole per le persone che hanno un minimo di consapevolezza, ma d’altronde era stato sparso terrore a piene mani su tutte le televisioni a rete unificate e la maggior parte della gente ha accolto il siero ‘salvavita’ con immenso entusiasmo, facendo a gara per farselo inoculare cercando addirittura di passare avanti agli altri. Far parte dell’Accademia di Coscienza Dimensionale mi ha aiutato a comprendere le motivazioni, le manipolazioni, il fine di questa immensa farsa pandemica mondiale, ma soprattutto chi muove le fila di tutto questo. Sono in generale contraria e molto diffidente nei confronti di qualsiasi farmaco, ma questo più che farmaco lo potremmo chiamare senza dubbio “Arma di distruzione di massa”. Non esiste giorno che non ci sia un “bollettino di guerra”, elenchi quotidiani di morti improvvise di giovani e meno giovani, persino molti bambini stanno pagando a caro prezzo la stoltezza dei genitori. Comincio a raccontare le esperienze personali di eventi avversi al siero fra conoscenti e i parenti di cui sono stata testimone. 1- Una mia seconda cugina, considerata “fragile” dalla sanità nazionale, dopo la seconda dose di vaccino ha perso completamente la sensibilità̀ agli arti inferiori. Questo le causa una grande difficoltà motoria. A distanza di 10 mesi questo problema sussiste e tutti gli accertamenti, pagati in prima persona, non hanno portato né ad una diagnosi, né alla cura. 2- Lavoro in una ditta di trasporti e due dei nostri autisti, nel giro di un mese dall’inoculazione hanno avuto episodi di trombosi cerebrale. Si tratta di uomini giovani ed in salute che mai si sarebbero aspettati un evento di tale gravità. Ho letto la cartella clinica di uno dei due, si parla di diversi trombi che sono stati rimossi delle vene della testa. L’altro è stato operato due volte nel giro di pochi giorni per recidiva. Per fortuna entrambi se la sono cavata, anche se uno dei due a causa di questo evento ha deciso di cambiare lavoro. Un terzo autista invece ha avuto problemi agli occhi e si è dovuto assentare mesi dal lavoro. 3- Entrambi i genitori di una mia amica purtroppo hanno avuto gravi conseguenze a causa del siero. Il padre dopo neanche un mese è deceduto mentre la madre ha avuto una trombosi ad un dito di un piede e al contempo una forte confusione mentale. Quando si sono accorti che il piede era gonfiato e il dito era diventato nero l’hanno portata in ospedale dove le hanno detto che erano troppo oberati di lavoro e non potevano intervenire su di lei, ma di non preoccuparsi…. bastava aspettare che il dito andasse in necrosi poi sarebbe seccato le sarebbe caduto da solo! Avete capito bene, questo è successo nei nostri ospedali, non in un film dell’orrore! Questa povera signora, dall’essere completamente sufficiente si trova adesso a dover dipendere da una badante.

 

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4- Mia sorella, tecnico di laboratorio biomedico, ha accettato suo malgrado la vaccinazione per non essere sospesa dal lavoro. Purtroppo anche lei ha avuto una reazione avversa agli occhi. Dolore, secchezza e sensazione di fastidio come se le fosse entrata dentro le palpebre della sabbia. Un sacco di visite ed accertamenti tutti a suo carico, tanti soldi spesi per farmaci e colliri. A distanza di un anno nessuna diagnosi e persistenza dei sintomi, anche se in forma più leggera. Senza collirio non riesce a sopportare il fastidio né a lavorare.

5-La figlia di mia sorella, mia nipote, dopo la terza dose ha avuto come reazione immediata una parestesia ai piedi (mancanza di sensibilità). Questo mentre si trovava ancora al centro vaccinale, al che i medici l’hanno visitata e fatta rimanere un’ora in osservazione. Nel frattempo la parestesia si è estesa fino alle ginocchia. Per i medici niente di preoccupante, le dicono che può tornare a casa. Solo se la situazione fosse peggiorata ulteriormente si consigliava di recarsi al pronto soccorso. Infatti di notte anche le sue mani hanno cominciato a perdere sensibilità. Corsa al pronto soccorso, dove non rilevano niente di neurologico e la rispediscono a casa dicendole che probabilmente era colpa dell’ansia. Anche in questo caso sono state effettuate costose visite ed esami privatamente perché́ le liste di attesa sarebbero state lunghissime. 6- Una mia cara amica, anche lei assolutamente contraria a questa vaccinazione ha cercato in tutti modi di opporsi alla volontà del figlio, il quale essendo divenuto da poco maggiorenne, si è recato di nascosto dal medico e si è sottoposto all’inoculazione del siero. La motivazione principale: poter prendere l’aereo per recarsi dalla ragazza che sta studiando in Gran Bretagna. A distanza di pochi mesi a questo ragazzo che è sano e sportivo, è uscita una vena varicosa nella gamba sinistra, in maniera molto marcata, come a volte succede alle persone di una certa età, non ai ragazzi di 18 anni con nessuna predisposizione familiare con questa patologia. Povero ragazzo manipolato, non riusciva a credere che i nostri governanti potessero sottoporre la popolazione a seri rischi per la salute…. Adesso comincia anche lui a prendere consapevolezza, è pentito. Ma purtroppo si ritrova a fare i conti con questo danno e al momento, fino a che non sarà operato per togliere la vena, è costretto a portare sempre una calza elastica di protezione. 7- Concludo con il fatto avverso più̀ estremo, la morte della cugina di una collega, operatrice sanitaria nel nostro ospedale, avvenuto per emorragia cerebrale. Una cosa tristissima, questa signora di poco più di quarant’anni una persona sana, solare e piena di vita, se n’è andata nel giro di pochi giorni, dopo un paio di mesi dalla seconda dose di vaccino, lasciando nello sconforto totale i suoi familiari. Naturalmente è stata esclusa dai medici la correlazione con il vaccino, sia per quest’ultimo che per tutti gli altri casi. Nessuno ha il coraggio di sollevare dubbi su questa scellerata campagna vaccinale pena la sospensione o addirittura radiazione dall’ordine dei medici. Queste sono testimonianze dirette personali, ma quante altre ne avrei da raccontare che mi sono state riportate! La cosa più̀ triste ed inquietante è che purtroppo non conosciamo ancora le conseguenze a lunga scadenza, ma molti medici disallineati, prevedono un aumento esponenziale di patologie e mortalità̀ fra la popolazione inoculata.

Ila

 

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INTERVISTA AD UN INFERMIERE

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    Dicembre 2021

Intervistatore: Ciao, perché hai deciso di parlare?

Infermiere: Ho deciso di parlare perché ho lavorato durante l’emergenza sanitaria nel 2020 e voglio raccontare la mia testimonianza. Ho fatto l’infermiere per tanti anni in terapia intensiva, nel 2021 ho lasciato il lavoro perché non mi sottoponevo al vaccino. Senza questo, dicevano, non viene garantita la sicurezza, quindi non potevo più lavorare. Non andava a genio ai miei superiori la mia disobbedienza alle norme imposte da ministero e direzione sanitaria.

Intervistatore: Cosa ti ha impressionato di più del periodo covid in ospedale?

Infermiere: Durante il periodo covid ho avuto l’impressione che in ospedale le persone siano state uccise con un certo grado di consapevolezza: le cure erano appositamente sbagliate. Molti lo sapevano ma hanno continuato a seguire i protocolli ministeriali. C’era chi era più fortunato e chi meno: i giovani e i conoscenti dei medici solitamente sopravvivevano. La gente meno fortunata era anziana, era quella a morire con più probabilità. Gli operatori di terapia intensiva erano soliti dire: “Tanto è vecchio e deve morire”. La loro mentalità è sempre stata macabra e fredda e in quel periodo covid ancora di più.

Intervistatore: Come è cambiato il lavoro prima e dopo il covid?

Infermiere: Le ondate ci hanno spaventati, presi alla sprovvista. Ci siamo riorganizzati, autoformati. Eravamo soli, sempre arrabbiati tra noi colleghi per il forte stress. Sempre nervosi, sempre di fretta.. Le mascherine erano fastidiose, non ci permettevano di respirare, non potevamo mai toglierle. Le pause erano pochissime, lavoravamo per molte ore di fila per non fare sprechi di dispositivi di protezione ché mancavano. Sudavamo sotto quei camici, doppi guanti, visiera paraschizzi e occhiali di protezione… non ci riconoscevamo nemmeno tra di noi. Era una guerra vera e propria. Poi le mascherine sono diventate un business, costavano come l’oro, poi le hanno fatte alla moda, poi le hanno messe ai bambini.

Intervistatore: Voi operatori sanitari siete diventati gli eroi, dopo tutto. Chi, se non voi, l’avrebbe fatto? Cosa ne pensi degli elogi che vi hanno fatto?

Infermiere: L’unica soddisfazione era qualche familiare o qualche persona esterna che ci mandava sostegno perché riconosceva l’impegno e la fatica. Del resto, dai dirigenti e coordinatori non abbiamo mai ricevuto neanche un grazie. Eravamo completamente soli. È successo per un periodo che i giornali ci elogiavano come i nuovi eroi. In realtà, erano tutti dei grandi ipocriti. Non abbiamo mai avuto sostegni economici in più, né ferie o permessi perché saltavano tutti. Nella teoria sembravamo chissà chi (e lavoravamo solo noi) e nella pratica ci sfruttavano e ci prendevano in giro. Sembrava volessero elogiarci per uno scopo: rendere gli eroi un esercito di esaltati. E così in reparto qualcuno iniziava a sentirsi il salvatore del mondo. C’era qualcosa che non andava, come se fosse una manipolazione mentale ben studiata pur di stimolare la vanità degli operatori sanitari per incentivarli ad obbedire in cambio di questo strano senso di eroismo egomane.

 

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Intervistatore: Cosa ti ha fatto insospettire spingendoti alla disobbedienza?

Infermiere: Quando lavoravo vedevo tutti i pazienti intubati, che seguivano protocolli farmacologici dettati dai virologi. Riempivano i pazienti di diversi tipi di antiretrovirali. I virologi erano i dittatori, nel senso che erano i capi della situazione nell’ospedale ma anche nei distretti esterni. L’anestesista o il rianimatore, insomma il direttore della terapia intensiva, non decideva più la cura per i pazienti del suo reparto, loro, come tutti noi del personale, dovevamo seguire ciò che diceva il virologo, che spesso lavorava in un altro ospedale quindi neanche mai veniva a vedere i pazienti da vicino, e quindi nemmeno comprendeva la situazione dei pazienti. A ogni paziente si somministrava farmaci sperimentali. La cosa che davvero mi ha impressionato è che la terapia che i pazienti portavano da casa veniva sospesa nell’immediato, anche nel caso dei malati cronici. Quindi capisci che se sospendi dei farmaci a chi li prende da una vita, questo muore delle sue patologie e non di covid! Molti sono morti per questi motivi eppure sono stati registrati come morti di covid. Ho vissuto parecchie situazioni che hanno svegliato in me una visione critica.

Intervistatore: Ci puoi raccontare qualche aneddoto?

Infermiere: I pazienti entravano in terapia intensiva già intubati in altri reparti, quelli da dove provenivano. La terapia intensiva è l’ultima spiaggia, il reparto dove finisce chi è grave e critico. Ma qui avviene ciò che mi ha fatto insospettire di più. Qualcuno veniva subito intubato, mentre qualcun altro no. C’era come una selezione. Addirittura, una persona che conosceva bene un medico dell’ospedale è entrata in terapia intensiva senza essere intubata contro il volere di tutti i medici che invece volevano per questa persona la ventilazione invasiva, perché la situazione appariva grave. Questo paziente ha seguito una terapia diversa dagli altri: non è stato intubato ma ha fatto il casco e le cure farmacologiche si sono rivelate efficaci. Questo paziente, che – ripeto – conosceva uno dei medici, è guarito. Allora ho pensato: esistono le cure! E alcuni medici lo sanno! A questo punto mi chiederai: “Perché non le hanno usate su tutti?” Beh, perché erano complici.

Intervistatore: Come era la situazione in ospedale?

Infermiere: Gli ospedali erano chiusi alle visite dei parenti. Nessuno poteva più vedere cosa succedeva lì dentro. I medici negli ospedali avevano smesso di avere paura dei parenti dei ricoverati, perché si sa, certi parenti sono scomodi e possono denunciare. Loro avevano paura delle denunce quando non c’era il covid. Con la chiusura delle visite queste paure non le avevano più. E si paravano con contratti assicurativi per colpa grave. Ho avuto l’impressione fosse tutto architettato.

 

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Intervistatore: Come mai dici che sapevano tutto?

Infermiere: Un’altra cosa molto importante che me lo ha fatto capire era che a chi moriva non veniva fatta l’autopsia ma c’era subito la cremazione. Era ovvio che non volessero studiare la malattia per trovare una cura. Dopo diverso tempo un team di ricerca straniero, mi pare tedesco, è riuscito a compiere delle autopsie e vedere che la malattia non era la polmonite ma si trattava di altro. Alcune ricerche hanno sottolineato il danno vascolare provocato dal coronavirus. Mi chiedo come mai ancora oggi negli ospedali ma anche nell’assistenza sanitaria territoriale, continuino a somministrare farmaci sbagliati, a intubare, ecc. per prolungare le sofferenze e questa farsa. Oggi vediamo vaccinati con due o tre dosi ammalarsi con sintomi, la maggior parte dei ricoverati è vaccinato. Sospetto che stiano operando una differenziazione mettendo i non vaccinati in terapia intensiva e in altri reparti fuori, dando a loro un trattamento diverso. Anche grazie alla mia esperienza lavorativa durante quel primo anno di emergenza sanitaria ho maturato la sensazione che andare negli ospedali sia diventato pericoloso, soprattutto se non sei vaccinato. E dal punto di vista di terapie e cure, negli ospedali e nei protocolli ufficiali dall’inizio a oggi non è cambiato niente.

Intervistatore: Come morivano i pazienti?

Infermiere: Era davvero molto strano ciò che succedeva. E straziante. Due, tre mesi di intubazione. Poi peggioramenti improvvisi, aggravamento in 2/3 giorni con visibili sanguinamenti da bocca, naso, urine e morte troncante. Nella seconda ondata si cercava di non intubare, poi alla fine venivano intubati tutti, perché peggioravano i valori degli emogas. Ovviamente qualcosa non andava sin dall’inizio, le terapie sbagliate già prima di finire in terapia intensiva.

Intervistatore: Come venivano trattate le salme?

Infermiere: Le salme venivano trattate in modo disumano e vergognoso. Ho visto colleghi spruzzare sostanze liquide, disinfettanti puzzolenti e che recavano forti mal di testa, sulle salme, senza alcun ritegno. Li bagnavano completamente, poi li ricoprivano con un telo e poi di nuovo li bagnavano prima di consegnarli alla camera mortuaria. Facevano tutto questo perché terrorizzati dalla possibilità che i morti trasmettessero il virus, e così hanno perso il rispetto del defunto e di tutti i suoi cari che in quel momento peraltro a causa delle norme non potevano neanche assistere a queste scene. Queste persone da quando erano state intubate non hanno più visto, né sentito la vicinanza, la carezza, di un proprio caro. I soli testimoni eravamo noi operatori. Ho visto i miei colleghi così freddi da non guardare più l’aspetto umano della vita. Erano bardati come degli automi, coperti dalla testa ai piedi. Aveva senso tutto questo? Io dico di no. Non ha mai avuto senso niente di tutto questo. Bisogna ricordare anche che i familiari non potevano neanche fare un ultimo saluto al funerale, perché erano vietate le cerimonie. Nessuno aveva mai capito nulla di come funzionasse il virus, neanche in ospedale, perché tutti erano in balia delle leggi da seguire.

 

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Intervistatore: Come giravano le informazioni all’interno dell’ospedale?

Infermiere: Nessuno poteva dire nulla, per via del segreto professionale, per la paura di denunce o di essere cacciati dai luoghi di lavoro o da ordine e albo. La terapia intensiva è sempre stato un ambiente chiuso. Il reparto più importante e ambìto dell’ospedale, i colleghi degli altri reparti sono invidiosi e i vertici dell’ospedale lo considerano poco. Molto spesso le rianimazioni sono covi di vipere per quanto riguarda la vita lavorativa. Per quanto riguarda la trasmissione di dati non sapevamo nemmeno noi come potessero uscire i numeri dei pazienti, perché finivano in tv e sui giornali. Peraltro mi sembravano poco credibili: i giornalisti venivano a conoscenza di informazioni che non rilasciavamo e diffondevano questi bollettini spaventando la gente a casa, aumentando i numeri a dismisura.

Intervistatore: Come si comportavano i medici in reparto?

Infermiere: La maggior parte dei medici era inconsapevole, eseguiva ordini senza farsi domande. Probabilmente volevano aiutare e speravano di salvare le vite seguendo i protocolli ministeriali e ospedalieri, come molti di noi infermieri compreso me che somministravamo i farmaci. Pensavamo di aiutare. Li spronavano anche, che è una pratica che dovrebbe aiutare chi è intubato. Altri medici sapevano la verità sin dall’inizio e alcune persone le salvavano di proposito o perché erano giovani o perché erano loro conoscenze, come nel caso che ho raccontato prima. Di alcuni medici avevo l’impressione avessero capito ma per qualche motivo a me sconosciuto continuavano a obbedire agli ordini. Alcuni avevano compreso addirittura l’utilità del plasma iperimmune, sperimentato in uno dei più grandi centri del Nord Italia, ma non erano in grado di ammetterlo o utilizzarlo sui loro pazienti, nonostante abbiano visto coi loro occhi miglioramenti eclatanti in stadi molto gravi e in fin di vita, ma non sono mai riusciti a difendere questa terapia, pur di andare contro a chi credeva nelle vere cure come questa.

Intervistatore: Ci puoi raccontare un esempio?

Infermiere: Conosco una persona seguita da un determinato reparto da anni perché malata cronica, deve seguire delle terapie in clinica che la indeboliscono dal punto di vista immunitario. Questa persona è morta di covid e pochi mesi prima era stata vaccinata. Gli immunodepressi non dovrebbero farsi il vaccino. Tutti i medici di quel reparto lo sanno, eppure costringono i loro pazienti a farsi il vaccino nonostante siano per forza di cose a conoscenza di quel caso, che probabilmente non è l’unico. I medici durante il periodo covid mi sono sembrati come i medici nazisti, che per ignoranza, comodità o sete di potere credevano ad assurdità spacciate come verità scientifiche, come le teorie razziali.

 

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Intervistatore: Come venivano curati i malati non covid?

Infermiere: Ti spiego perché gli ospedali sono diventati come lager, dove medici, infermieri e il personale esegue gli ordini. Vita e salute non erano più priorità. Negli ospedali esisteva solo il covid e veniva trattato solo quello. Erano aperti solo i reparti covid, come terapie intensive e isolamenti e qualche sala operatoria, tutto il resto completamente chiuso. Le altre patologie non venivano più né valutate, né controllate, né curate. È ovvio che molta più gente moriva, di altre patologie non trattate, e poi spesso registrate come “morti da covid”. Succedeva anche nel reparto di terapia intensiva. Prima che iniziasse questa farsa, dai “positivi di Codogno, c’era una signora ricoverata, che poi deceduta a causa della sua patologia, eppure è il suo decesso è stato segnalato come covid. I familiari hanno fatto ricorso. Per quanto riguarda le strumentazioni: la TAC era diventata solo ad uso dei pazienti positivi al covid. Nessuno più poteva fare TAC se non era positivo al covid. Poi una volta ho fatto una domanda a una collega perché avevano ricoverato una paziente negativa al covid e l’avevo vista in mezzo a tutti i positivi della terapia intensiva: “Ma cosa ci fa quella persona che non ha covid tra tutti quei pazienti positivi?” La risposta è stata: “Taci e lavora”. A me non stava bene.

Intervistatore: Come funzionava l’accesso in ospedale?

Infermiere: Tutti i pazienti che entravano in ospedale o che cambiavano reparto dovevano fare il tampone. Non potevano essere visitati, né curati senza prima aver fatto il tampone. L’esito del test era la prima domanda che si faceva appena si entrava in ospedale. Ora come prima cosa chiedono se si è vaccinati. Non si entra in sala operatoria senza il vaccino o non si iniziano delle particolari cure se non si è vaccinati. Anche pazienti entrati per altri sintomi o altri problemi, come una caduta da cavallo. Molti risultavano positivi solo per il margine di errore dei test e poi finivano intubati. Ogni reparto, ma anche ogni ospedale, si creava da sé dei regolamenti per l’accesso di pazienti e utenti ai servizi. Ho visto tantissimi pazienti provenienti dalle Rsa che arrivavano in condizioni disperate dopo settimane o mesi di isolamento senza poter vedere parenti e familiari.

Intervistatore: Come veniva trattato il personale dal punto di vista della sicurezza?

Infermiere: La sicurezza degli operatori era solo sbandierata dai direttori sanitari o dal governo sui giornali nelle dichiarazioni. In terapia intensiva ci sono state molte lotte, molti contrasti, perché mancavano DPI, tant’è che anche alcuni medici e infermieri li acquistarono di tasca propria. Perché l’ospedale non ce li forniva e la direzione ospedaliera era assente.

Intervistatore: In cosa consisteva la sicurezza dell’operatore?

Infermiere: Il motivo per cui i malati venivano intubati negli altri reparti e poi portati in terapia intensiva, ad esempio era quello di “preservare la sicurezza degli operatori”. Quindi, dato che il covid viene trasmesso per via aerea, si doveva attaccare il paziente al respiratore con un circuito chiuso che non faceva emettere l’aria che espirava all’esterno. In questo modo gli intubati contagiavano molto meno e si procedeva sempre all’intubazione per prassi. Gli anestesisti avevano una paura enorme di ammalarsi. Ho sentito di medici anestesisti che in casa propria si isolavano dagli altri familiari, provocando seri problemi nell’equilibrio psicologico della famiglia.

 

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Intervistatore: Venivate controllati?

Infermiere: Agli operatori sanitari venivano fatti inizialmente gli esami del sangue, poi i tamponi una volta ogni 15 giorni, poi una volta a settimana, per finire a volerli fare una volta al giorno. Se si chiedeva sulla base di quale legge venivano imposti questi trattamenti sanitari al personale, nessun avvocato, né sindacato, nessun coordinatore, mio superiore o direttore mi ha saputo rispondere. Poi un giorno è mi è arrivata come risposta un lapidario: “è un obbligo morale”. Trovo assurdo che così tanta gente abbia accettato tutto questo.

Intervistatore: Sei mai stato minacciato?

Infermiere: Sì, mi è stato anche detto che sarei stato responsabile di una strage per il solo rifiuto di non fare tamponi o vaccini su di me. O anche per il rifiuto a fare tamponi e vaccini ai pazienti. Mi hanno trattato come un appestato con la paura che, nonostante non avessi alcun sintomo, potessi contagiarli col covid. Eppure ho lavorato in piena emergenza come tutti loro, sempre disponibile a fare del mio meglio, ma quando hanno visto che non mi piegavo alle loro regole illogiche e assurde, mi hanno vessato e hanno preferito allontanarmi. Lo hanno fatto con tutti quelli che dimostravano coscienza, professionalità e un profondo senso dell’etica del lavoro e della deontologia.

Intervistatore: Perché secondo te gli altri infermieri non parlano? e i medici?

Infermiere: Perché ci vuole coraggio. Ogni scelta produce una conseguenza. Se vuoi cambiare il mondo lo fai, qualche modo lo trovi. Anche a costo di trovarti in difficoltà. La guerra non è solo farmacologica, ma anche interna e spirituale. Ora c’è da fare un grande cambiamento e svolta. C’è da fare una scelta. Non si può stare in mezzo. O stai a destra o stai a sinistra. Ad ognuno di noi la vita ci sta chiedendo: “saresti mai in grado di cambiare tu stesso e la tua vita, sacrificando il pane ma salvandoti l’Anima?” In fin dei conti, questa è una guerra e come tutte le guerre un giorno finirà. Ognuno risponde coi fatti, come crede. Ma poi, che non si lamenti che non è cambiato nulla. O chi avrà fatto qualcosa, quando finirà la guerra potrà dire di aver fatto qualcosa e avrà la coscienza pulita. Molti oggi, se la stanno sporcando.

Intervistatore: Cosa si diceva in corsia a proposito del vaccino?

Infermiere: I medici non sapevano spiegare. Non capivano, avevano grossi dubbi e perplessità. Alcuni infermieri dicevano che il vaccino non sarebbe servito a niente. Perché i vaccini per i virus sono inutili. I virus mutano di continuo, è la loro natura e di conseguenza ci vorrebbero vaccini ogni anno per ogni mutazione. Quindi qualcuno sapeva, ragionava, ma lo ha fatto lo stesso per mantenersi il lavoro.

 

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Intervistatore: Cosa pensi del vaccino?

Infermiere: Che ha dimostrato di non essere la soluzione. Rischia di non essere aggiornato sulle varianti, ci sono reazioni avverse gravi ed esiti fatali documentate. Alcuni studi evidenziano tra i contenuti dei sieri prodotti di nanotecnologie ancora poco studiate, queste notizie vengono taciute o ridicolizzate. In pochi hanno scelto di ribellarsi a queste imposizioni sanitarie e combattere. Purtroppo, se la gente ha sempre accettato tutto questo è anche colpa del comportamento ubbidiente e cieco del personale sanitario, siamo in pochi ad essere rimasti impassibili sulla decisione di non sottoporci al vaccino. Se c’è una cosa che ho imparato da questi due anni è che la verità deve uscire dagli operatori sanitari, e da tutte quelle categorie definite “in prima linea”. La gente deve cambiare dentro. Capire che il corpo di una persona è sacro ed è sacra l’Anima al suo interno. Non possiamo essere violati, non possono le scelte che facciamo sui nostri corpi non essere rispettate da chi esercita il potere. Non possiamo accettarlo.

Intervistatore: Ti ringrazio per la tua preziosa testimonianza.

Infermiere: Grazie a te.

 

Anonimo

 

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Credi di più alla tua vita vera o alla propaganda?

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Mi sembra incredibile che dopo tutte le testimonianze di eventi avversi ai vaccini, ci sia ancora chi si ostina a non vederli. La situazione sembra surreale persino per noi che la stiamo vivendo. La comunicazione di massa (giornali, televisione, social network) sono talmente controllati e censurati che le persone che si affidano solo ad essi, sembrano credere più a loro che a ciò che vedono coi propri occhi. Eppure cercando bene è possibile trovare migliaia di testimonianze di medici totalmente contrari a ciò che viene detto in televisione, che lo smentiscono e al contrario mettono in allerta dagli effetti pericolosissimi di questi sieri! Ma fin troppe persone sembrano seguire solo la voce dei Mass media più prepotenti. L’attore di turno stipendiato dietro lo schermo dice di andare a vaccinarsi, che gli eventi avversi sono tutte bufale, e loro ci credono a tal punto da credere più alla propaganda, a ciò che gli viene ripetuto costantemente dalla TV, piuttosto che a ciò che vedono coi propri occhi nel mondo che li circonda, nella loro vita e in quella dei loro cari. Purtroppo ne sto vedendo ogni giorno sempre di più, di queste persone talmente influenzate dal pensiero unico, che sembra che si stiano perdendo la concezione e coscienza della realtà che li circonda. Anche anziani, che prima di questo momento hanno vissuto vite lunghe e intense, piene di avvenimenti ed emozioni, ora sono talmente soggiogati dallo schermo da non riuscire più a prestare attenzione nemmeno al proprio corpo e ai segnali che manda. Sono sopravvissuti alle guerre, alla fame, hanno formato famiglie, vissuto l’esperienza del mondo che cambia attorno a loro, ma oggi sembra che la paura infusa dai mass media verso un semplice raffreddore stia facendo tremare queste persone che nel corso delle loro vite ne hanno viste davvero di tutte. Hanno superato sempre tutte le difficoltà, ma a quanto pare non avevano mai subito una manipolazione mediatica così forte e non hanno imparato a difendersi da questo mezzo così subdolo. Comincerò col descrivere ciò che ho potuto osservare sulle persone più vicine a me, cercando di selezionare le esperienze per non dilungarmi troppo. Nonostante continui a mettermi i brividi osservare come queste persone abbiano perso la propriocezione, il senso di sopravvivenza, la capacità critica di osservare e ragionare. Perché nonostante fossero evidentemente stati male per le dosi, la loro massima preoccupazione rimaneva quella di correre a prenotarsi per la successiva. Come un condannato con gli occhi bendati che, credendo di fuggire nella direzione che gli è stata indicata come giusta, si sta letteralmente lanciando nelle mani del boia. Primo di tutti mio nonno. Gli schermi dei mass media gli hanno messo addosso talmente tanta paura di morire che gli basta vedere il volto di una persona sorridente senza mascherina perché impazzisca e inizi a urlare che “questi giovani scellerati ci vogliono ammazzare tutti”. Dalle prime due dosi di Siero non ho notato un granché di differenza, a parte l’accelerazione della sua follia e decadimento mentale, ma all’inizio non avevo imputato la colpa direttamente al vaccino. Si è prenotato la terza dose appena ha potuto, i giorni prima di andare a farla era pomposo come un bambino fiero di portare la divisa dei Balilla ai tempi del Fascismo. Esattamente due settimane dopo l’iniezione della famigerata terza dose è crollato. L’hanno dovuto portare d’urgenza in ospedale, dove è rimasto per ben 10 giorni. Ci hanno detto che ha avuto “solo” un infarto, ma non potevano rimandarlo a casa nei tempi standard perché era completamente fuori di testa.

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Gli infermieri lo hanno dovuto legare al lettino più volte o sedarlo perché gli impazziva contro, per questo dovevano continuare a rimandare gli accertamenti di routine necessari per poterlo dimettere. I miei zii non ci hanno dato peso, dicevano: “lo sai che il nonno ha un carattere difficile”. Io conosco mio nonno, è un gran brontolone, ma da qui a doverlo sedare e legare al lettino per vari giorni consecutivi, c’è una bella differenza!! Non si sono preoccupati più di tanto neppure quando il nonno ha chiamato mio zio al cellulare dicendogli di voler chiamare i carabinieri perché lo avevano rapito, diceva di trovarsi in una casa di campagna vicino a un campo di calcio pieno di gente strana col camice. Non solo aveva avuto gravi problemi cardiaci, ma anche la mente e capacità di ragionare, di capire dove fosse erano stati danneggiati gravemente. Ammetto anch’io che mio nonno a volte sia un po’ rompiscatole e lamentoso, ma non avrebbe mai avuto comportamenti del genere, soprattutto fuori di casa. Ma in quel momento aveva perso completamente la testa e nessuno in famiglia sembrava accorgersene! O almeno, gli unici che si facevano domande e preoccupavano per la sua salute eravamo proprio noi, i tre gatti non vaccinati della famiglia; tutti gli altri non si lasciavano neanche sfiorare dalla preoccupazione. Erano immersi in una calma innaturale, il nonno era in ospedale da giorni a comportarsi da pazzo e per loro era tutto normale, “andava tutto bene”!! Era come se il loro senso del pericolo fosse inibito da qualcosa. Figurarsi se col cervello così spento e apatico avrebbero iniziato a riflettere su una possibile correlazione tra il crollo di salute fisica e mentale del nonno e l’iniezione ricevuta pochi giorni prima!! Dopo avergli inserito uno stent al cuore e averlo curato per l’infarto, lo hanno rimandato a casa. Mi sono convinta ad andare a trovarlo a casa qualche giorno dopo per vedere la situazione coi miei occhi. Era sul divano con la televisione accesa, mi ha riconosciuto e stava rispondendo alle mie domande su come si sentiva, ma quando ha visto delle persone passare sullo schermo si è spaventato a morte perché era convinto che fossero persone vere che erano entrate in casa sua! Praticamente continuava a essere estraniato dalla realtà, ma il resto della famiglia sembrava continuare a non accorgersi di nulla!! Col passare del tempo un pochino ancora si è ripreso, anche se ora è comunque molto più “spento” rispetto a prima. Non sto quasi più andando a trovarlo perché non sembra più di ragionare con una persona. Mentre gli parli insieme o si addormenta come se si spegnesse, oppure inizia a urlare rabbioso contro i “non vaccinati che ci ammazzeranno tutti”; crede profondamente alla propaganda della televisione e negli ultimi mesi il suo carattere è diventato ancora peggiore, non riesci letteralmente a parlargli insieme senza che esploda in questi scatti d’ira anche totalmente fuori contesto. Ovviamente in famiglia non si può nemmeno nominare la possibilità di correlazione tra il suo crollo cardiaco e mentale e il Siero: secondo tutti loro rende immortali e non si può osare dubitarne, neppure quando la verità degli effetti avversi ti viene schiaffata davanti agli occhi!!

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Anche l’altro nonno è stato colpito al cuore. E ancora una volta, anche all’altro lato della famiglia l’idea di una probabile correlazione non li ha sfiorati nemmeno per un secondo. Questo ha un carattere più dolce (quindi non lo evito come la peste come l’altro nonno) e abita molto più vicino a me, quindi lo vedo spesso e ho avuto modo di monitorare la situazione molto più da vicino. Dopo la prima dose sembrava un po’ strano. Aveva dei momenti in cui si bloccava con gli occhi sgranati e un viso dall’espressione strana, cattiva, con cui non lo avevo mai visto. Ma mi sono detta: “sarà solo un’impressione, non esagerare vedendo stranezze ovunque”. Esattamente dieci giorni dopo la seconda dose, ero in pausa pranzo a casa mia e mi sono sentita di passare a salutarlo prima di rientrare a lavoro. Appena fuori dalla porta di casa ho sentito sua moglie urlare di terrore. Sono entrata in casa, lui era seduto al tavolo, avevano appena finito di pranzare ed è crollato senza sensi chinandosi sul tavolo. Era ancora sulla sedia ma con la testa cascata in avanti, non respirava, non gli batteva il cuore, era sudato, freddo e stava diventando cianotico, con la moglie che piangeva e non sapeva cosa fare. Dopo circa un minuto (il tempo di correre in macchina a prendere il cellulare per chiamare aiuto) il cuore ha ripreso a battere. Era debolissimo, tutta la giornata era uno straccio e i giorni dopo lo trattavamo con massima attenzione e delicatezza. Fortunatamente è riuscito a riprendersi. Il cardiologo gli ha cambiato pastiglie (da anni si curava per la pressione e non cambiava pastiglie) e tutti hanno imputato la colpa a una congestione dovuta al caldo che c’era quel giorno. Certo, è risaputo che le congestioni fulminanti blocchino il battito cardiaco alla gente durante il pasto… Da quando ci sono i vaccini tutto è possibile! Anch’io dopo qualche giorno mi sono ripresa dallo shock e seguendo tutti mi sono convinta anch’io che forse era dovuto ai problemi di pressione che già aveva. Col passare dei mesi avevo superato l’accaduto. Finché qualche mese dopo ha fatto come da protocollo la terza dose, ma qualche giorno dopo l’iniezione… Si è ripetuta la stessa identica scena!! Stavolta erano andati a trovarlo i miei genitori (che all’accaduto di mesi prima non avevano assistito direttamente perché erano in vacanza e quasi non mi credevano quando gliel’ho raccontato), e sempre a fine pasto, si è spento per circa un minuto dove il cuore ha smesso di battere e lui era freddo. Sono andati in panico il triplo di quanto avessi fatto io! Ma quando si è ripreso, ancora una volta tutti hanno ricominciato a sminuire l’accaduto. Cambiata cura un’altra volta nel giro di pochi mesi, dopo che da più di 20 anni aveva sempre la stessa. E nessuno che si sia fatto venire dubbi di alcun tipo. Ora per fortuna gli stanno facendo rimandare la quarta finché non avrà terminato un ciclo di cure che sta facendo per un occhio (nel frattempo sua moglie l’ha fatta ed è finita in ospedale dove le hanno dovuto fare una trasfusione di sangue, esattamente una settimana dopo la quarta dose, dai suoi parenti non sono riuscita a scoprire altri dettagli ma già questo non mi sembra poco). Dopo tutti questi avvenimenti, le conseguenze sempre più evidenti a breve distanza da ogni iniezione, mi disturba che non se ne vogliano accorgere e reagire. Sembra non abbiano problemi a morire di attacco di cuore, pur di evitare una specie di raffreddore un po’ contagioso. Proprio loro che da piccoli sono sopravvissuti ai bombardamenti, ora hanno perso il minimo coraggio, interesse per la salute e attaccamento alla vita.

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Gli altri seguono a carrellata. Tra la gente morta “di covid” entro le due settimane dopo la prima dose (il padre di un mio collega, il migliore amico di un altro), che ovviamente non hanno fatto aprire gli occhi per queste due morti, ma sono servite solo a convincere tutti gli altri colleghi a correre a sierarsi contro questa malattia così mortale… senza neanche accorgersi che anche seguendo la versione “ufficiale”, in cui assolutamente non è stato il siero a porre fine alla vita di queste persone, non ha neppure evitato che queste prendessero la “malattia mortale”!! Oppure le persone che hanno preso il covid – che strana coincidenza! – appena dopo la prima dose e, per citare un mio ex cliente, sono stati così male che “credevano di morire”. Questo cliente in particolare fingeva di riderci su, scherzando sul fatto che pur lavorando a contatto con le persone, entrando in vari ospedali diversi per lavoro, non aveva mai preso il covid, eppure lo ha preso proprio appena dopo la prima dose, e in forma così forte. Ci scherzava, ma mi intanto ha rimandato la seconda dose alla fine dell’estate, per “non rischiare le ferie con suo figlio prima di mori.. ehm… tornare al lavoro”. Parafrasando in linguaggio corrente, queste persone soffrivano di effetti avversi forti e gravi problemi di salute (alcuni temporanei, ma altri purtroppo permanenti), che i medici non diagnosticavano: si limitavano a farli passare sotto il nome “covid”, così che amici e parenti delle vittime che stavano subendo atroci sofferenze fossero ancora più spaventati da questa terribile malattia. Oppure le persone che hanno iniziato ad avere emicranie dal nulla, senza mai averne sofferto prima, inspiegabili dai dottori. È successo a una collega e ad una mia amica, che tra loro non si conoscono, ed entrambe hanno iniziato ad avere dopo la seconda dose queste emicranie fortissime. La collega ha iniziato persino a svenire più volte per motivi “inspiegabili” e dover iniziare una terapia per questo mal di testa invalidante, che l’ha tenuta a letto per dei giorni, che la fa sentire “diversa, come se non avesse più controllo e lucidità mentale”. O le persone che hanno iniziato a manifestare problemi di infertilità (sui quali dovrei fare un articolo a parte talmente tanti sono), fuoco di Sant’Antonio su tutto il corpo, e mille malattie più o meno gravi, alcune delle quali dolorose e invalidanti, che si porteranno dietro per il resto della vita… Sempre spuntate dal nulla, senza nessuna correlazione, nonostante “casualmente” compaiano e peggiorino in modo sempre più evidente dopo ogni dose, aumentando di gravità dopo la successiva. L’elenco purtroppo è lunghissimo e mi vengono i brividi solo a ripensare a questa carrellata di persone danneggiate e ancora inconsapevoli. Eppure molte di queste persone, troppe, si ostinano a ignorare tutto questo. Non si fermano a riflettere sulla causa scatenante di problemi di salute gravissimi e irrimediabili, che possono testimoniare coi propri occhi perché successi a persone vicine o a loro stessi. Sono così ipnotizzati dai Mass media che preferiscono credere alle parole di attori fintissimi e gente sconosciuta in TV, invece di osservare e discernere gli avvenimenti reali che gli accadono o che vedono succedere alle persone accanto a loro. Sono ciechi davanti all’evidenza! Per loro è più facile subire gli eventi imposti da qualcun altro che ha deciso per loro, invece di prendersi la responsabilità della propria vita e fare lo sforzo di decidere di rimanere vivi. La televisione rigira le parole, dicendo che i non vaccinati “ammazzeranno tutti” contagiandoli, e loro ci credono profondamente. Nonostante la verità sia sempre più evidente: i non vaccinati sono molto più sani e forti, ciò che sta ammazzando veramente le persone, anche quelle che fino al giorno prima erano in perfetta salute, è proprio il Siero!!

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Non avevo idea che questa manipolazione mentale potesse attecchire in così tante persone e spero davvero che col tempo la gente inizi ad aprire gli occhi, prima che sia troppo tardi. Ringrazierò per sempre Angel Jeanne per avermi insegnato, già anni prima dell’inizio di questa Farsa mondiale chiamata “coronavirus”, a non affidarmi totalmente ai mezzi di propaganda (Mass media e televisione), ma a mantenere sempre intatta la mia facoltà di ragionare, osservare il mondo che mi circonda ad occhi ben aperti e comprendere la realtà con essi, invece di una finta realtà filtrata da sconosciuti. Mi ha insegnato a mettere la salute e serenità prima di tutto, la mia e quella degli altri, prendendo coscienza degli inganni che vorrebbero danneggiarci e soprattutto usando questa consapevolezza per decidere di avere la forza di reagire. Mi ha insegnato ad osservare la realtà con coscienza e a distinguere il mio istinto e seguirlo per scampare dagli inganni di chi non ha per niente buone intenzioni verso di noi. La ringrazierò per sempre, per avermi indicato la via della salvezza e avermi dato la forza di seguire l’istinto, con forza e determinazione, per non lasciarmi sottomettere, ma rimanere sempre in piedi pronta a lottare per la mia vita e per quella delle persone che meritano giustizia e salvezza!

 

Bluerose

 

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DANNI DA VACCINO

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Oggi voglio scrivere dei danni da vaccino per covid. Un tema importantissimo, quindi desidero riportarti tutto ciò che ho potuto constatare fino adesso. Il vaccino è un veleno che viene iniettato nel corpo al fine di uccidere la persona o portarla ad avere gravissime disabilità per il resto della sua vita. Il vaccino serve ad apportare clienti nell’industria farmaceutica che finge di curarli quando invece cronicizza le malattie e le rende dipendenti da medicinali che distruggeranno piano, piano l’intero organismo. Sta avvenendo un “Reset” della popolazione, ovvero la sua riduzione per creare ibridi umani sterili che non saranno più in grado di procreare, che non saranno più in grado di avere delle emozioni e dei sentimenti, che non saranno più in grado di utilizzare il loro sesto senso, cancellando completamente l’esistenza delle Anime. L’apocalisse di un progetto malvagio e oscuro che solo persone che si stanno Risvegliando lo stanno comprendendo e si salveranno. Per gli altri, è molto dura, è la fine. C’è chi ha voluto salvarsi e salvare la vita delle altre persone, famigliari, conoscenti e non famigliari mettendole in guardia da ciò che sarebbe successo. Molti non hanno ascoltato e non si sono voluti salvare. Hanno preferito morire, dentro e fuori. Inizialmente per me è stato scioccante vedere persone alle quali volevo bene, alle quali avevo raccontato la verità e portato le prove delle mie esperienze dirette, sapere che poi avevano scelto di cadere a capofitto nel vaccino e tutto ciò che avevo fatto per loro non era servito a niente. Il vaccino era l’inizio di un calvario verso il patibolo. Desidero raccontare l’esperienza che ho avuto con mio padre perché potrà essere di aiuto verso chi si è trovato nella stessa situazione, con un genitore o con un figlio a cui voleva bene. Nel 2020 gli avevo raccontato la verità di ciò che stava succedendo nel mondo per proteggere lui e la mia famiglia dai tamponi e dai vaccini, spiegando loro le motivazioni, la pericolosità e i rischi. Purtroppo mio padre era quel genere di padre padrone che non è mai riuscito ad ascoltare né ad apprezzare sua figlia per tutte le volte che lei cercava di intraprendere una comunicazione. Per lui, lei non contava nulla quindi, anche se sapeva che avevo ragione mi veniva contro, urlandomi addosso dicendo che non potevo farci nulla e se volevo vivere e mangiare dovevo accettare di fare tamponi e vaccini. Solo in quel tempo avevo iniziato a capire quanto fosse negativo nei miei confronti. Mi odiava nel profondo e non amava la vita, odiava anch’essa. Io volevo salvarlo dai vaccini e lui mi imponeva di farli. Morale della favola, voleva che li facessi io ma lui non li voleva per sé. A questo punto bisogna pensare che se qualcuno ti impone il vaccino, nonostante tu non lo voglia per nessuna ragione al mondo, significa che quella persona desidera la tua morte. Così stava facendo anche lo Stato Italiano, che ha imposto i vaccini alle persone con lo scopo di farle morire. Mio padre non ha mai accettato la mia scelta e mi ha anche voluta zittire in famiglia per tutto ciò che stavo dicendo. Caso della vita, poco più avanti si è sottoposto ai vaccini perché costretto dal suo medico curante, e dando a me la scusa: “Lo faccio per te, così vedi che non succede niente!” quindi si è fatto le dosi e la salute ha cominciato a vacillare sempre di più. Tutt’ora sta male, gli si vede dalla pelle, sbiancata e fredda, lo sguardo assente.

 

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La gente si è iniettata dosi di droga nel corpo con la scusa di essere altruisti, di farlo per gli altri, di essere loro i buoni che salvano il pianeta. Mentre a detta loro, coloro che non si fanno il vaccino, fanno uccidere le persone, si ammalano e muoiono di covid. I sostenitori del vaccino sono stati mentalmente manipolati e ingannati da un finto buonismo propagandato nelle tv e recitato da attori come Draghi che sono burattini del sistema corrotto e malvagio perché di fatto anche loro sono così. Come si fa a fidarsi di Speranza, ma insomma, la gente non gli guarda la faccia? Ha gli occhi spiritati. Come fanno le persone a fidarsi di un governo corrotto che vuole il tuo male, e a screditare brave persone, buone, che ti raccontano le cose come stanno per salvarti la vita? Non si sa quanti video sono girati sui canali anti-censura, per far vedere alla gente cosa stava succedendo all’interno degli hub vaccinali. Gente che lì dentro si sentiva male, sveniva, addirittura finiva in arresto cardiaco subito dopo l’iniezione e medici erano costretti a fargli il massaggio cardiaco. La cosa più incredibile era che la gente continuava a rimanere in fila, a guardare inerme la scena, in attesa del loro picco. Gente che non faceva nulla, non era impaurita, non scappava o piangeva di fronte a questi fatti. Sembrava avessero una visiera a coprire gli occhi oltre alla mascherina che non li faceva respirare. Neanche di fronte alle prove più eclatanti e neanche di fronte alle prove che vedevano loro stessi o che gli accadevano sulla propria pelle, si ponevano delle domande sull’intera faccenda e sulla validità del vaccino. Neanche da morti avrebbero dato ragione a chi ce l’aveva. Il loro obiettivo era venirti contro, non importava nient’altro. Odiavano la verità, odiavano le persone che gliela dicevano o gliela facevano notare, per questo preferivano buttarsi tra le braccia bucate dei dottorini ipocriti e da quattro soldi. Gli avevano fatto credere alla storiella che il vaccino non fa nulla, che a loro non succederà nulla, perché nessuna malattia è correlata al vaccino, né nel breve e nemmeno nel lungo termine. Tutto quello a cui credono è alla tv, ai giornali “Lo hai sentito in tv cosa hanno detto?” Addirittura gli dicono che nel luglio 2022 i casi di covid aumentano e la gente continua a farsi i tamponi, si mette la mascherina senza essere obbligata. La giustizia d’altronde in Italia è molto lenta a causa della burocrazia, del business che ci gira intorno, della corruzione, della mafia, e del fatto che i politici sono protetti da leggi nascoste e fasulle e i cittadini accettano tutto anche se a parole possono essere contrari. Il governo se la stava studiando bene da anni ciò che sarebbe andato a fare con il popolo in questi tempi. Tuttavia ha una terribile paura di una rivolta popolare e per questo è importantissimo continuare con le manifestazioni, denunciare lo Stato, raccontare testimonianze, fare azioni per fare uscire la verità, fare qualcosa per cambiare. Perché Dio esiste e tutto sta uscendo fuori, sta ripulendo il pianeta. Gli artefici di tutta la negatività dovranno pagarla cara, per crimini contro l’umanità, per aver riportato il nazismo, o qualcosa di ancor peggio, ai giorni nostri. Il vaccino è un business di chi governa in questo mondo. Il vaccino è nato per una questione prettamente politica e di denaro, non c’entra nulla la sanità. Sai che richiamavano anche gli studenti di medicina che non avevano finito il corso o infermieri e medici che erano già in pensione per fare i vaccinatori? E lo sai che loro hanno accettato solo per soldi? Non ricordo bene quanti soldi si prendessero ad ogni iniezione, ma per accettare non dovevano essere pochi. Conosco un medico di base che si è recato a casa di una signora anziana per farle il tampone e le ha chiesto 100 euro.

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Lo hanno fatto anche medici che non credevano nel vaccino ma pur di racimolare soldi iniettavano il veleno a chi aveva scelto di volerlo, pensando di “rispettare le scelte diverse di ognuno”, perché per loro era il mestiere, non si sentivano complici. È capitato invece che altri operatori sanitari facessero finta di fare il vaccino, perché alla fine non iniettavano nulla. Numerosi video sono girati

in rete in cui si vede perfettamente che l’ago del vaccinatore non entra nel braccio o lo stantuffo non scende.

Il vaccino uccide e ci sono milioni di testimonianze che fanno il giro del mondo. C’è un grandissimo numero di foto di persone di ogni età, anziani, ragazzi giovanissimi che sono stati annientati da ciò in cui credevano o annientati da coloro che li hanno costretti a vaccinarsi. Ogni giorno escono notizie nuove, ed io non conto neanche più quante ne ho sentite anche dai più stretti conoscenti.

Al mondo d’oggi, ognuno di noi conosce o ha sentito dire di almeno una persona che è stata male o è morta dopo il vaccino. Mi piacerebbe elencarti tutte le testimonianze mie e che ho raccolto da altre persone fino ad oggi, ma sarebbe impossibile da quante ce ne sono, quindi te ne elencherò alcune:

  • donna 60enne, fragile con malattie croniche, si fa il vaccino, pochissimo tempo dopo si ammala di covid e muore;

  • un uomo dopo essersi fatto il vaccino, si ammala in tempo reale di covid per 3-4 giorni, poi entra in ospedale e viene trasferito in una clinica privata, dove dopo 4 mesi di torture muore;

  • tantissime persone vaccinate si sono ammalate e riammalate più volte di covid nonostante le pluri-dosi. Chi ha fatto il vaccino ha la probabilità più alta di ammalarsi di covid rispetto ad un non vaccinato;

  • molte persone sono state uccise dal vaccino, e ciò significa che sono morte poco dopo averlo fatto. In tv o sui giornali hanno detto di loro che sono morte “per covid”;

  • da quando la gente ha iniziato i vaccini sono iniziate una serie di malori improvvisi, soprattutto tra i giovani sportivi. So di alcuni giovani che per il terrore di andare in arresto cardiaco hanno smesso di fare qualsiasi sport. Infatti le patologie cardiache, come la miocardite, sono aumentate in gran numero nei giovani vaccinati;

  • vaccinati che hanno avuto un peggioramento delle malattie pregresse o recidive;

  • persone vaccinate che sembrano automi: si comportano e camminano in modo molto ambiguo, impazziscono all’improvviso, sono sempre sotto ansia e paure. A luglio del 2022 sotto il sole, da soli o in qualsiasi posto si trovino, utilizzano ancora le mascherine, la distanza interpersonale, i guanti:

  • un uomo 60enne da quando ha fatto il vaccino si è ammalato di fibrosi polmonare ed è in malattia da lavoro da più di sei mesi;

  • ho conosciuto un ragazzo che presenta crisi epilettiche da quando si è fatto l’ultima dose. Ha tremori continui e dolori diffusi;

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  • giovani e anziani dopo il vaccino perdono sangue dal naso sul cuscino (non è mai successo prima di farselo) soprattutto la notte mentre dormono;

  • tanti vaccinati presentano il naso colante di muco denso, bianco o trasparente, che scende giù lungo, abbondante, e senza controllo;

  • vaccinati che dicono di non sentirsi più nel proprio corpo;

  • una ragazza giovane si è ammalata di tumore ovarico e un giorno ha affermato: “Mi sa che è stato il vaccino”. Aumento del numero di tumori;

  • donna anziana non può più prendere i suoi soliti farmaci contro la pressione alta e medicine per il sangue, dopo aver fatto due dosi di Astrazeneca;

  • uomo 60enne in salute e sportivo, che dopo i suoi vaccini ha iniziato a perdere stabilità nelle gambe, fino a finire in carrozzina;

  • aumento del numero di persone che si ammala di SLA, paralisi del corpo, ictus cerebrali;

  • ragazzo giovane che dopo il vaccino è rimasto completamente paralizzato ed è finito in terapia intensiva per essere intubato perché non riusciva più a respirare;

  • molti anziani delle Case di Riposo costretti al vaccino anche senza la loro volontà, si sono presi il Covid o comunque sono finiti in ospedale e sono morti;

  • numerose persone hanno subito gravi danni dopo il vaccino, come stanchezze importanti e continue, ed esami del sangue completamente squilibrate, ad esempio con livelli bassissimi di vitamina B12;

  • i vaccinati si stanno ammalando come niente, hanno un sistema immunitario compromesso e a luglio 2022 sono tutti col covid;

  • un uomo 50enne ha avuto una recidiva di sclerosi a placche dopo le vaccinazioni;

  • una signora 70enne ha avuto una trombosi alla gamba;

  • molte persone conoscono donne e uomini di diversa età morte dopo il vaccino come ad esempio è successo per una signora di 60 anni o una ragazza di 30 per un aneurisma.

I medici di base cambiavano di testa loro le tipologie di vaccini da far fare, perché non sapevano nemmeno loro cosa stavano facendo: ad esempio la prima dose con Astrazeneca, la seconda con Pfizer, la terza con Moderna e così via… mescolando e rimescolando sostanze tossiche e metalli pesanti che rendono le persone completamente radioattive. Non a caso sulla pelle di tutto il corpo gli si attaccano le monetine e sembra pure che si colleghino ai bluetooth dei telefoni. Quando sono vicini o si trovano in gruppo creano interferenze e fastidi mentali e fisici verso le persone non vaccinate. Non è una cosa normale…

 

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Devi sapere la questione Astrazeneca. Era stato bloccato sul mercato un lotto a causa delle importanti ripercussioni che aveva creato principalmente sulle donne. Questo vaccino, come anche tutti gli altri solo che questo sembrava essere particolarmente maligno sin da subito, faceva morire molte ragazze giovani, causava aborti (perché tante ragazze sono state stimolate dai loro medici a vaccinarsi anche se incinte), creava trombosi profonde agli arti inferiori, ripercussioni sugli organi

genitali e sugli ormoni. Una sorta di mega pillola anticoncezionale, l’inizio di una sterilizzazione di massa, ma non tutte lo avevano compreso. Infatti, una mia conoscente provax, molto giovane, mi faceva vedere video di gentaglia come lei che prendeva in giro e scherzava sui lotti di Astrazeneca e sui “negazionisti” per farmi cambiare idea e farmi capire che io stavo dicendo cavolate sui vaccini. Rideva sui morti che aveva creato quel vaccino e mi derideva. Nonostante il lotto fosse stato bloccato, lei voleva farsi lo stesso Astrazeneca ed era molto, molto dispiaciuta di doversi fare Pfizer o altro. Dopo che lei si è fatta il vaccino, non ci siamo più né viste, né sentite per fortuna. È sparita dalla circolazione, chissà cosa le era successo. Faceva l’insegnante. Mi raccontava ciò che accadeva dentro la scuola, dato che io cercavo di estrapolarle le informazioni. Pensavo fosse più umana, invece mi sbagliavo, era la solita insegnante che odiava e torturava i bambini, che dava cattivi esempi. Faceva in modo che i bambini non si toccassero tra di loro ma fossero sempre a debita distanza, evitava che si passassero penne o temperini, e nemmeno li raccogliessero se cadevano dai loro banchi perché non dovevano muoversi. Poi dovevano igienizzarsi le mani continuamente col gel. Faceva in modo che non cantassero in classe per non inquinare l’aria e non togliessero le mascherine nemmeno durante lo sport, perché una insegnante sa che se respiri più anidride carbonica ti si attiva meglio il metabolismo per contrarre le malattie. Non so come persone come lei facciano a vivere, e quanto sia perversa la cattiveria che nascondono sotto le loro faccine gentili. Non so neanche come certi genitori abbiano il coraggio di lasciare i propri figli in mano a questi insegnanti screanzati e ancor peggio di avvelenarli, solo per adattarli alla società in cui vivono. Ho sentito di gente che ha vaccinato i propri figli di 8 anni. Ho visto video impressionanti di bambini e bambine che piangevano, urlavano spaventatissimi e cercavano di scappare dai genitori che li volevano vaccinare con la forza e lo hanno fatto, assieme a medici e infermieri vestiti da astronauti che cercavano di tranquillizzarli con finto buonismo. Come si fa a detestare così a fondo una creatura piccola e indifesa e solo perché “piccola” non può fare nulla per opporsi? Ma se non erano i genitori ad essere il problema, perché alcuni facevano il ruolo di genitori e difendevano i figli dai maligni, il problema poteva scaturire dai figli. Giravano pubblicità che invogliavano bambini e ragazzi a vaccinarsi, con o senza il consenso dei genitori, perché i dottori lo avrebbero fatto lontano dagli occhi dei genitori e i bambini li avrebbero premiati con gelati, panini, pizzette. Alle ragazzine veniva detto loro che avrebbero avuto un seno più sodo grazie al vaccino. Sembra un film dell’orrore ma è la realtà. I vaccinati pensano di aver mantenuto il lavoro, la libertà di viaggiare e di fare tutto ciò che vogliono. Eppure hanno perso la salute. Cosa vale di più, il lavoro o la vita? Si sono auto-schiavizzati in un sistema loop che li incatena e non li lascia più, perché saranno costretti a farsi dosi su dosi per mantenere ciò che vogliono, a mettere le mascherine, a farsi misurare la temperatura all’entrata nei locali o a farsi riconoscere la faccia in quegli schermi con vocina parlante che ti dice che ti ha riconosciuto e che devi mettere meglio la mascherina prima di entrare.

Luc Montagner parlava di HIV nei vaccini. Io ci credo, perché questi vaccini sono trasmissibili sessualmente, sono trasmissibili anche da madre a feto, con l’allattamento, con il sangue e creano nel corpo numerose malattie fino ad annientare la persona. Gli studi sono stati fatti e ce lo avevano scritto anche sui foglietti illustrativi, che poi sono stati censurati. Ma i dati parlano chiaro: quello che stiamo vivendo non è una pandemia, ma un nuovo genocidio e controllo mentale. Se ci pensiamo, chissà quante verità hanno nascosto dai tempi passati, dalle guerre e “pandemie” che sono avvenute. Alla fine è sempre lo Stato che vuole uccidere il popolo. Dobbiamo ancora imparare molto dalla storia.

 

Anonimo

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CONFERME MEDICHE

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Un giorno ero al supermercato e mi sento chiamare. Mi giro e vedo una mia ex compagna di scuola. Con lei e la sua famiglia avevamo passato tanto tempo insieme nel senso che i molti pomeriggi io andavo da lei oppure lei veniva da me e le nostre mamme erano amiche. Poi crescendo ci siamo perse, l’unico contatto è stato facebook oppure qualche incontro casuale in giro. Comunque mi chiama e mi dice “hai saputo?” e io “no, cosa?”… “è mancata mia mamma..” al che io casco dal pero e le faccio le condoglianze. Mi dice che in pratica dopo i vaccini, a sua mamma le era tornato un tumore molto aggressivo che avevano curato circa 20 anni fa in un centro specializzato. Andava ogni anno a fare le visite di controllo ma stava bene, si era salvata dopo anni di cure da quel brutto male. Invece dopo i vaccini, che lei ha voluto fare, tutto si è risvegliato. La mia amica mi dice “appena mia mamma ha iniziato a stare male ho subito pensato al vaccino, infatti io per fortuna sono riuscita a non farlo… però insospettita, per avere conferme, mi sono rivolta a un medico in pensione con cui ho sempre avuto confidenza. Il medico guarda tutta l’anamnesi di mia mamma e dice che è stato il vaccino a farla morire. Dice che ormai tutti i medici sono corrotti e quindi non c’è stato nessuno che abbia informato la signora che il vaccino avrebbe potuto bloccare le difese naturali che l’organismo stava utilizzando per farla stare bene bloccando la malattia ormai inerme da anni”. Lei sconsolata mi dice che comunque aveva provato a dissuaderla, ma tutta la famiglia si era vaccinata convinta… Che dire? Una donna di 60 anni se n’è andata per convinzioni dettate dalla tv. Inoltre il mio vicino di casa che conosco da quando ho 4 anni. È il classico uomo di campagna che si sveglia alle 4 del mattino e lavora tutto il giorno nei campi faticando. Pur avendo 80 anni circa fino a poco tempo fa saliva ancora sugli alberi con la motosega. Un giorno incontro il suo figliastro cresciuto come lui, il quale mi dice che XXXX ha avuto una trombosi ed era grave in ospedale. Parlando esce fuori che si era da poco vaccinato, al che spontaneamente gli chiedo se non fosse colpa del vaccino… ovviamente lui mi risponde di no, che il medico gli aveva escluso ogni possibilità fosse quello. Dopo mesi di degenza e di riabilitazione e per fortuna si è ripreso essendo di stoffa dura ma mi chiedo se due domande non se le facciano visto che quest’uomo in 80 anni di vita non ha mai avuto niente di niente!! La risposta ovviamente è no, domande non se le pongono, eseguono e basta… la correlazione nella loro testa non esiste e neanche ragionare.

 

myriamz

 

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Clienti impazziti

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Riguardo all’argomento “siero sperimentale” vorrei parlare di strani cambiamenti nel comportamento di alcuni miei clienti dopo le varie iniezioni. Ad esempio mi ricordo di quella volta in cui ci trovavamo in didattica a distanza e notai gli occhi strani e vuoti (come quelle delle bambole di plastica) di una mia studentessa di 38 anni che dall’essere studentessa modello è arrivata ad essere fuori corso e a non capire nulla se non addirittura il contrario del senso delle lezioni che facevamo insieme. Non riusciva a ragionare e comprendere ciò che leggeva o che le veniva detto. Anche nel suo caso, già dopo la prima iniezione stette male e a seguire nelle settimane successive iniziava a non essere più presente di testa con strane dimenticanze e battute molto imbarazzanti, ad esempio quando la correggevo negli errori che faceva poi mi diceva, “brava hai fatto bene, ah giusto, perché è vero che tu sei insegnante”, ma non con l’intenzione di farmi dispetto, bensì perché proprio le uscivano queste frasi come figuracce, lei davvero in quel momento non si rendeva conto dei ruoli. Notavo mano a mano che si faceva le dosi di siero di quanto alternasse periodo di esaltazione a periodi di apatia, sempre comunque con tanta confusione mentale che da prima del vaccino non c’era. Ad un certo punto una volta l’ho osservata e mi sembrava quasi una vecchietta di 90 anni con l’Alzheimer, non solo per i discorsi che faceva ma anche per l’espressione del viso, il modo di comportarsi. Insomma, dalla prima iniezione di siero noto sempre questo andamento progressivamente sempre più in basso e mi dispiace molto. Un’altra cliente invece a qualche settimana di distanza dall’iniezione del siero ha iniziato ad avere una strana fretta, addirittura sembrava impazzita perché ripeteva a macchinetta tutto quello che dicevo io, sembrava andata in cortocircuito. Oltre a ciò ho notato anche in lei più confusione mentale ad esempio nell’organizzarsi gli appuntamenti proprio nel periodo dopo le vaccinazioni, oltre a questo, come altre persone anche lei dopo la prima iniezione si è dovuta mettere a dieta. Non ho mai capito sinceramente perché questo “boom” di diete dopo il siero…

 

L’Aura

 

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Avventura tra tumori e vaccini: nessuna correlazione?

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Dato che l’informazione ufficiale si sta impegnando per mettere a tacere l’opinione di medici e oncologi che conoscono il loro lavoro, e la corruzione si sta occupando di far dimenticare a molti altri medici e “specialisti” come svolgere onestamente la propria professione, ci tengo a raccontarvi l’avventura attraverso cui è passata un’amica di famiglia. La migliore amica di mia mamma – che chiamerò Monica per rispettare la sua privacy – si sta occupando da mesi di sua madre che ha un tumore. Monica è una persona molto attenta alla salute, da anni è consapevole che non è facile, ora più che mai, trovare medici veramente interessati a conoscere il funzionamento del corpo umano e come curarlo in maniera efficace. Purtroppo basta aprire gli occhi per accorgersi che molti medici hanno scelto questo mestiere per il posto fisso invece che per passione, oppure appena hanno iniziato a lavorare si sono completamente dimenticati di aver fatto il giuramento di Ippocrate. Passano le giornate a riempire ricette e prescrivere farmaci per riprendersi una percentuale anche dalle case farmaceutiche, vedendo i pazienti come numeri invece che come persone. Sto davvero sperando che in futuro la situazione sia ben diversa, che il sistema torni a essere molto più sano e giusto, ma purtroppo per il momento è importante aprire gli occhi sulla realtà attuale. Quindi per sua madre, oltre alle cure ospedaliere, aveva affiancato anche le cure naturali di un noto medico oncologo, che oltre a prescriverle farmaci naturali per il tumore, gliene stava dando anche altri per aiutare il suo organismo a riprendersi dalla chemioterapia. Per riflettere anche su quanto gli stessi medici siano consapevoli dei danni fisici che provocano le cure a cui vengono sottoposti i pazienti… Quindi veniva seguita sia dal team di medici per le cure naturali, sia dalla dottoressa dell’ospedale dove faceva le cure standard. Per farla breve, finalmente la madre di Monica, una signora di ben 84 anni, con tanto impegno e innumerevoli visite stava riuscendo a uscire dal tumore e dal terrore di questa malattia così pericolosa, soprattutto alla sua età!! Poi è arrivata la primavera del 2021, e insieme ad essa la grande spinta mediatica per far vaccinare più persone possibili, iniziando proprio dagli anziani e dalle cosiddette persone fragili. L’anziana signora, convinta dalla televisione, ha chiesto alla figlia di portarla a vaccinarsi. Pochi giorni dopo la prima dose, Monica ha accompagnato la madre in ospedale per una visita di controllo per la sua grave malattia. Lì, sono venute a sapere che i marcatori tumorali, che fino alla visita precedente si stavano abbassando sempre di più tornando a dare speranza alla donna, improvvisamente si erano alzati! Da quanto ci ha riferito Monica, i risultati dell’esame erano tornati a 180. Dapprima non riuscivano a spiegarsi l’accaduto. Un paio di settimane dopo è arrivata la seconda dose di vaccino, come da protocollo. E qualche giorno dopo, un’altra visita di controllo in ospedale. Anche stavolta hanno misurato i marcatori tumorali, e con grande stupore delle due donne, erano saliti a ben 370! Nonostante tutte le cure stessero proseguendo in modo impeccabile, le stesse cure che poche settimane prima la stavano portando alla guarigione! A Monica era già venuto un vago dubbio della possibile correlazione tra il vaccino ricevuto dalla madre e il peggioramento della malattia, e con quei risultati stavano venendo praticamente confermati

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Durante la visita successiva, quando già si parlava della terza dose, ha provato a chiedere alla dottoressa dell’ospedale se questa correlazione fosse una possibilità da considerare; solo per valutare se fosse così necessario sottoporre a un’ulteriore dose di vaccino una signora anziana che per colpa della malattia non usciva mai di casa, per la quale il rischio di contagio era praticamente nullo. La dottoressa le ha detto: “Se crede il vaccino abbia fatto alzare i marcatori tumorali a sua madre, semplicemente la prossima volta non li misureremo! L’importante è che porti sua madre a farsi la terza dose!!”. Questa risposta l’ha lasciata sbigottita, e lo stesso anche per noi quando ce l’ha raccontato! Non volevamo credere che davanti all’evidenza, la risposta del medico fosse semplicemente di togliere gli esami diagnostici (i marcatori tumorali sono un parametro fondamentale nel monitoraggio di questa malattia!!) per fare finta di nulla mentre la malattia ricominciava “inspiegabilmente” a peggiorare. Praticamente mandando la paziente, anziana e già indebolita, direttamente alla tomba, però prendendo la precauzione di togliere gli esami di controllo che l’avrebbero incriminata. O peggio, che avrebbero incriminato i Sacri Sieri, definiti miracolosi da tutti quei medici che, proprio come lei, si prendevano la bellezza di 80€ in più ogni ora passata a somministrarli nell’hub vaccinale. L’ennesima conferma che sempre più medici tengono molto di più al loro portafoglio che alla salute dei loro numerosi pazienti, perché dopo tutte le prove che c’erano già in quel momento degli eventi avversi e delle migliaia di persone morte o danneggiate per sempre dal vaccino, non riesco a credere che consigliasse il vaccino veramente convinta della sua utilità. Penso che ricorderemo a lungo il nome di quella “dottoressa”! Per curiosità, sono andata a fare ricerche sul team di medici che la seguivano per la parte di cure naturali. Si tratta di un gruppo formato da Medici di varie specializzazioni con vari riconoscimenti e grande esperienza alle spalle, nonostante più volte siano stati calunniati dai mass media proprio perché non seguivano i dettami tipici della medicina moderna prescrivendo gli stessi farmaci pubblicizzati dagli altri, nonostante i numeri di pazienti, dati per spacciati da altri e salvati da loro, ci sono e non sono indifferenti. Ebbene, l’intero team è esplicitamente contrario a queste vaccinazioni, e hanno più volte argomentato con tesi scientifiche la motivazione di questa scelta. Ovviamente Monica non ha portato la madre a ricevere la terza dose. Ma purtroppo, qualche mese dopo, il fratello l’ha portata di nascosto. Ancora una volta la televisione lo aveva convinto più dei fatti reali che gli erano stati piazzati davanti agli occhi: gli anziani andavano vaccinati “per il loro bene”, gli attori in TV continuavano a ripeterlo, e così, nonostante le evidenze e le paure (perfettamente logiche!) della sorella, ha portato la madre a farsi iniettare la terza dose di vaccino. Poco tempo dopo ho saputo che la donna è stata così male che tutti erano convinti che stesse per morire, Monica è rimasta a casa da lavoro almeno una settimana per stare al suo fianco costantemente. Sembra che si sia leggermente ripresa, anche se ora l’anziana è davvero in pessime condizioni. Dopo questa faccenda non ho più avuto aggiornamenti dettagliati. Monica continua a confidarsi con mia madre, ma non parlano più di questo argomento davanti a me, come se volessero proteggermi da discorsi così pesanti. Ho comunque gli occhi per vedere, ogni volta che passo davanti a casa loro… Offrirò comunque per sempre il mio supporto morale a questa donna coraggiosa, che ha provato fino in fondo a difendere la madre nonostante i consigli insensati della scellerata dottoressa, e che dopo questa esperienza ha capito di non voler fare mai questo “vaccino”, a nessun costo.

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Rischiare la salute e la vita per un Siero velenoso che non tiene lontano neppure il raffreddore, per arricchire le tasche di chissà chi, per lei è impensabile. Mi spiace per ciò che ha dovuto subire, vedendo la madre che finalmente si stava riprendendo, crollare nuovamente nel baratro scivolandole dalle braccia. È stata un’esperienza terribile e preferisco raccontarla a più persone possibili perché non debbano a loro volta vivere una situazione simile e provare queste sensazioni sulla propria pelle e su quella dei propri cari. In questo momento dove non ci si può fidare del sistema sanitario e della censura mondiale, è fondamentale supportarci tra di noi e far girare le notizie vere, realmente successe a noi e ai nostri cari!

 

Bluerose

 

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I Sieri della Morte e della Sottomissione

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L’argomento Vaccini in questi ultimi anni è diventato di grande interesse globale, questo perché attraverso i media e le leggi liberticide del governo c’è stata una vera e propria propaganda a favore di questi sieri, i quali stanno causando gravi danni e milioni di morti in tutto il mondo. Attraverso questo scritto voglio testimoniare i danni e le morti causate dai vaccini alle persone che mi stavano vicino, ed anche di una parte di italiani che sono stati ignorati volutamente dai media per evitare che la gente scoprisse il genocidio che è stato messo in atto dal 2021 con il rilascio dei sieri sperimentali a RNA messaggero, i quali sono una versione ancora più invasiva e peggiore dei vaccini proposti in precedenza. Ciò che ho potuto osservare in tutti i miei parenti e vicini di casa è stato l’insorgere di problemi cardiocircolatori, tra cui rash cutanei (arrossamenti in varie parti del corpo) di cui una mia cugina si riempì ovunque appena svolta la prima dose del siero e a cui i medici risposero che si trattava di ansia… questa scusa l’hanno utilizzata con migliaia e migliaia di italiani per zittire le loro domande e lasciarli abbandonati alla sofferenza dopo che li hanno truffati e costretti in maniera psicologica e poi fisica a sottoporsi all’inoculo. Infatti un altro sintomo comparso in tutti coloro che si sono lasciati sottomettere è stato il continuo assillare, con atteggiamenti aggressivi nei confronti di tutti coloro che conoscevano per spingerli a cedere altrettanto. Dopodiché chi cedeva seppure avesse mille dubbi e paure al riguardo, il giorno successivo all’inoculo diventavano anch’essi promotori alla sottomissione difendendo con tutte le loro forze il siero e il governo che stava obbligando illegalmente un interno popolo ricattando coloro che non volevano farsi punturare con l’esclusione dal lavoro e da tutti i luoghi pubblici. Stiamo parlando del ritorno al Nazismo! Oltre a ciò i parenti che già facevano uso di alcool e fumo hanno aumentato di molto la consumazione di queste droghe per alcuni mesi. Tutti coloro con cui ho parlato nel mio paese si sono lamentati dei forti dolori interni provati nei giorni successivi all’inoculo, ad una di queste persone ho anche attaccato una moneta al braccio per mostrargli che le avevano iniettato delle sostanze sconosciute dalle proprietà magnetiche. Due persone che conoscevo sono morte pochi giorni dopo aver ricevuto il siero, ed una di queste è morta di broncopolmonite. Fortuna che doveva impedirgli la malattia, invece gliel’ha fatta venire perché prima non l’aveva! Ma la testimonianza più importante che voglio raccontare l’ho vissuta direttamente attraverso i miei genitori. Il vaccino a cui mi riferisco in questi due casi è quello cosiddetto “anti-influenzale” e che da anni i medici di base (corrotti!) spingono l’inoculo nei confronti delle persone con età superiore ai 65 anni. Ciò che ho potuto osservare è che nonostante questo siero venga proposto come a difesa dall’influenza, proprio dal giorno successivo all’inoculo i miei genitori hanno sempre manifestato sintomi influenzali che perduravano anche oltre un mese, specie con la tosse che pareva non volesse mai passare. Nel frattempo avvenivano danni molto più seri su mio padre, che per primo iniziò il ciclo di vaccinazione annuale rispetto a mia madre, dato che hanno 9 anni di differenza. Nel giro di una decina di anni ha sviluppato una serie di disturbi i quali all’inizio, per mia ignoranza non correlavo alla vaccinazione, ma come disturbi che vengono con l’età… eppure nei secoli passati la gente avanzava nell’età diventando sempre più saggia e capace, mentre ora si diventa sempre più rincitrulliti e pieni di malattie.

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Nemmeno si arriva all’età avanzata, perché ora persino i giovani di 11 anni muoiono di infarto! Ma torniamo a mio padre per il momento. Tra i vari disturbi comparsi negli anni in cui ha iniziato a vaccinarsi contro l’influenza, ci fu la comparsa di trombi nel sangue (grumi di sangue) che gli hanno causato alcuni lievi episodi di infarto cerebrale (chiamato anche ictus), i quali gli hanno danneggiato la percezione dell’equilibrio fisico. Nel frattempo sempre connesso a tutto ciò ha iniziato a sviluppare il morbo di Parkinson accusando forti tremori ad una mano, poi continui episodi di reflusso gastroesofageo notturno e dopodiché nell’ultimo suo anno di vita, pochi mesi prima di finire in ospedale, ha iniziato ad avere problemi nel riconoscere luoghi e persone che ha frequentato da tutta la sua vita, a cui gli è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer, il quale è un insieme di sintomi demenziali tra cui è presente l’incapacità di riconoscere luoghi o persone. Ciò che però l’ha fatto finire in ospedale per l’ultima volta è stata una “tromboembolia polmonare”, quindi grumi di sangue creatisi nell’apparato respiratorio e che guarda caso ha colpito in questi ultimi anni la maggior parte delle persone vaccinate. Mio padre però non morì sul colpo. Portandolo in ospedale riuscirono a prenderlo per tempo, pur dicendoci, i medici, che i trombi dai polmoni erano andati a danneggiare diverse aree del suo cervello. Comunque era vivo, nonostante ciò avesse aumentato tutti i vari morbi di cui soffriva, necessitando di costante assistenza per compiere qualsiasi azione, con l’aggiunta di cambi repentini di personalità e ossessioni molto forti di paura di venire tradito dalla moglie, cosa assolutamente infondata e di cui non aveva mai sofferto. Ciò che mi diede ulteriore conferma sulla pericolosità di questi sieri fu proprio quando arrivati a Novembre 2018 gli fu somministrato obbligatoriamente, dato che si trovava in ospedale, il vaccino anti-influenzale. Il giorno successivo ebbe immediatamente un aggravamento molto serio delle sue condizioni di salute (mentre fino al giorno prima stava avendo dei miglioramenti) e quello seguente morì, aveva 75 anni. Ci tengo molto a raccontare di questo episodio proprio perché in tantissimi di coloro che si erano vaccinati a Bergamo (luogo in cui è scoppiata la Farsa italiana a Marzo 2020) per via di una fortissima campagna vaccinale a Settembre 2019, hanno accusato “tromboembolie polmonari” già da Ottobre, quindi poco dopo l’inoculo, aumentando a dismisura i casi a Gennaio – Febbraio 2020. Tutto ciò per far credere alla gente che ci fosse un pericoloso virus in circolazione, che in realtà era stato iniettato direttamente in vena attraverso le vaccinazioni, e nemmeno si trattava di un virus, ma di nanotecnologie che successivamente sono state scoperte e analizzate da alcuni medici e scienziati, tra cui l’italiano Domenico Biscardi, il quale pochi giorni dopo aver annunciato pubblicamente delle sue scoperte è stato trovato morto in casa sua. Poco prima pubblicò un video attraverso cui si possono osservare movimenti di tecnologie aliene che stavano invadendo la sua casa, lo puoi osservare a questo link:

https://rumble.com/v1cu67l-domenico-biscardi-ultimo-video.html

A questi link invece puoi osservare gli annunci delle scoperte sulle nanotecnologie presenti nelle fiale dei vaccini:

https://rumble.com/v1cu7b1-ricardo-delgado-dobbiamo-denunciare-e-far-finire-il-massacro.html

https://rumble.com/v1cu7ur-ricardo-delgado-lo-studio-affrontato-per-la-salvaguardia-della-specie-umana.html

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Come si può essere così irresponsabili nei confronti della propria salute e iniettarsi un siero di cui sin dall’inizio non veniva data alcuna certezza sulla sua efficacia, tanto che i medici vaccinatori hanno chiesto lo scudo penale? Ancor di più una volta che hanno accettato e inserito nei loro bugiardini il rischio della comparsa di malattie cardiocircolatorie, oltre alla possibilità di rimanere sterili, chiedo ancora come sia possibile essere così PAZZI da accettare un abominio simile nel proprio corpo! Sicuramente l’ignoranza diffusa dalla propaganda mediatica ha fatto si che la gente nemmeno si ponesse domande, non si informasse, ma che andasse dritta a suicidarsi con senso civico, seguendo ideali assurdi campati in aria, quando invece stavano accettando la dittatura e la sperimentazione di massa per ottenere la sottomissione dell’intero popolo! Da che è iniziata la sperimentazione sono schizzati i casi di malori improvvisi, con conseguenti morti. Nel mentre i media focalizzavano l’attenzione di tutti gli italiani sulla sola morte di una ragazza, Camilla Canepa, affinché non si accorgessero del massacro che stava avvenendo. Riporto quindi questi studi in cui sono stati raccolti oltre 1500 articoli di malori improvvisi accaduti da Luglio a Settembre 2021 in Italia:

https://visionetv.it/la-strana-estate-dei-malori-improvvisi-dal-1-al-15-luglio-199-casi-di-decessi/

https://visionetv.it/continua-lestate-dei-malori-improvvisi-i-casi-dal-16-al-31-luglio/

https://visionetv.it/lo-strano-agosto-dei-malori-improvvisi-mancamenti-morti-improvvise-testimonianze-ed-eventi-avversi/

https://visionetv.it/la-mattanza-dei-malori-improvvisi-di-settembre-420-casi-in-sole-due-settimane/

Tutt’ora continua la strage e ti consiglio di tenere d’occhio questo sito che continua giorno dopo giorno a raccogliere articoli sulle morti improvvise italiane:

https://stopcensura.online/category/cronaca/

In questi articoli non si parla di gente anziana, ma di tutte le età, tra cui giovanissimi di 11 anni che muoiono di infarto o che muoiono nel sonno sempre per via di patologie cardiovascolari, tutto ciò è ben lontano dalla morte naturale, questo è un genocidio! Dobbiamo usare il nostro cervello, capire la gravità della situazione e reagire in ogni modo contro chi ci sta danneggiando, il Governo! Ringrazio immensamente Angel Jeanne che in questi anni ci ha tenuti sempre informati riguardo gli obiettivi oscuri che il Governo vuole ottenere attraverso le nanotecnologie e consiglio con tutto il cuore di leggere i suoi libri e i suoi insegnamenti divulgati attraverso il sito Accademia di Coscienza Dimensionale, per diventare consapevoli che è possibile manipolare il pensiero delle persone e portare un intero popolo nella schiavitù più assoluta e disastrosa, se questo non si informa e non si difende attraverso ogni mezzo, tra cui il primo e più importante sono le Arti Psichiche:

https://accademiadicoscienzadimensionale.com/

 

Charlie

 

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C’era una volta un’amica…

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Oggi voglio parlare di una cara amica ed ex collega di lavoro che dopo il vaccino ha avuto dei problemi. Facendo l’insegnante il vaccino era stato imposto come obbligo per poter lavorare, quindi anche se le dissi di stare attenta a fare la scelta giusta, dicendole che non era sicuro farlo, lei andò comunque a farsi la prima iniezione alla prima somministrazione. Il giorno dopo che la fece mi scrisse tutta entusiasta che mentre tutte le sue colleghe erano state male dopo l’inoculazione del siero, con febbre, lei era andata a casa, aveva stirato e fatto tutte le faccende domestiche in super tranquillità e serenità ed era stata benone anche i giorni seguenti. Ma quello che mi lasciò perplessa sul suo stato effettivo era una battuta un po’ strana ed illogica che fece alcuni giorni dopo l’iniezione del siero. Premetto che questa mia amica è sempre stata sensibile e rispettosa e quindi non mi capacitavo del perché di quella battuta che secondo me poteva evitare, in pratica mi disse: “pensa che mi hanno anche fatto scegliere la marca del vaccino e io ho scelto Moderna perché sono British e si sa che noi British a differenza degli italiani mica ci lamentiamo!”. Oltre a questo, si fece anche la seconda dose qualche tempo dopo e qui notai una cosa molto triste. In pratica dei bambini nella scuola in cui lavoravamo insieme prima che me ne andassi e molto prima della pandemia del 2020, mi mandarono un video appena girato da lei mentre recitava una lezione in inglese per loro e me lo fecero vedere: nel video la mia amica aveva gli occhi spenti, come se fosse fisicamente la stessa persona di prima, ma con gli occhi spenti, cioè come se lei non ci fosse più, senza entusiasmo ma sembrava solo recitare e muoversi senza esserci veramente. Sembrava un automa, senza coscienza, messa lì a recitare una parte con questi occhi assenti. Mi è venuto da piangere perché allora ho compreso di aver perso un’amica e che non sarebbe più stata quella di prima del vaccino. Lei ebbe un infarto. La sentii di nuovo un mese dopo la terza dose subito dopo che venni a sapere che aveva avuto un infarto ed era stata ricoverata in ospedale. Allora le chiesi cos’era successo e in pratica mi disse che una sera a cena stava finendo di mangiare una tartina e iniziò a diventare paonazza, sembrava si stesse strangolando, tremava, ed ebbe un infarto. Allora chiamarono il pronto soccorso e la ricoverarono per qualche giorno. Poi fece degli accertamenti per il cuore dal suo cardiologo che le confermò se “darle la scossa” (cioè un metodo in cui si dà la scossa elettrica per correggere le aritmie cardiache) oppure consigliarle di stare calma e non agitarsi. Le consigliò di stare calma e di seguire la dieta che le aveva prescritto un anno prima. Dato che questa mia amica è obesa, ma da molti anni, mi è parso strano oltretutto che dessero la colpa dell’infarto al fatto che fosse obesa, anche perché stava già seguendo la dieta per dimagrire da un anno. Sinceramente non sapevo che proprio un mese prima dell’infarto avesse fatto la terza dose e quindi le dissi che avrebbe dovuto evitare di farsi la terza iniezione dato che i problemi al cuore come infarti e miocarditi erano legate al siero, come già confermavano parecchie notizie e testimonianze di molte persone, ma lei mi rispose “troppo tardi, un mese fa ho fatto la terza dose”. Di qui la conferma che appunto quell’infarto sospetto era probabilmente causato dal siero. Di certo il suo cardiologo pur non sapendo la reale causa dell’infarto ha dato la colpa a stress e sovrappeso, e ha però escluso con certezza il siero sperimentale. Perché tanta sicurezza?! Come in altri casi i dottori non sanno con certezza la causa di una patologia o di un evento ma sono assolutamente certi che il “vaccino” non c’entri, perché questa contraddizione?!

 

L’Aura

 

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La Grande Farsa

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Mi piacerebbe trovare un senso in questa grande follia generale! Mi piacerebbe che tutti riuscissero a distinguere nettamente tra il bene e il male ed è per questo che vorrei testimoniare la mia esperienza con coloro che si sono sottoposti, volontariamente e non, a quello che chiamano “vaccino” ma che, in realtà, è un vero e proprio veleno! Mi piacerebbe che chi leggerà queste parole possa rendersi conto di tutto quello che abbiamo vissuto davvero e a cosa siamo stati sottoposti in questi due lunghissimi anni! In nome di un falso virus ci è stata venduta la cura, che in realtà aveva solo lo scopo di farci ammalare e morire. Ho visto con i miei occhi e parlato con tante persone che, in modo più o meno grave, hanno riportato effetti collaterali. Tra coloro che hanno riportato i danni più gravi molti non ci sono più! Ho visto morire improvvisamente, tra miei conoscenti, almeno cinque persone di età compresa tra i 20 e i 70 anni fulminati da attacchi cardiaci! Ovviamente tutti negano che ci sia una correlazione ma non era mai capitato un tasso così alto di morti improvvise come in questo periodo! In questa grande sperimentazione di massa c’è stato chi lo ha fatto per paura, perché la paura è stata la prima cosa che ci hanno venduto tramite l’informazione di massa, c’è stato chi lo ha fatto per proteggere coloro che riteneva fragili, c’è stato chi è stato costretto da Ordinamenti contrari ad ogni logica, buon senso e contro la Costituzione! Nonostante i moltissimi ricatti ci sono stati quelli come noi, che hanno resistito, quelli come noi che sono stati discriminati, indicati come untori e quasi messi alla gogna mediatica e non. Tra le testimonianze che ho raccolto ci sono state moltissime ragazze e donne tra le mie amiche della palestra, che hanno riportato problemi con il ciclo mestruale dopo l’avvenuta vaccinazione. Era troppo abbondante o spariva del tutto e questa situazione per molte di loro non si è ancora regolarizzata! Probabilmente non si regolarizzerà mai ma seppure accadesse sicuramente, nel loro organismo, qualcosa è stato modificato per sempre! Tra i casi più gravi mi ha colpito la storia di una conoscente che, momentaneamente, ha perso l’uso delle gambe. Dopo la prima dose di vaccino, questa ragazza che si chiama Ornella e ha appena 30 anni, ha cominciato ad avere problemi con le articolazioni. Aveva dolore, formicolii e dopo soli due giorni si è ritrovata in paralisi.

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Non riusciva a camminare! Inutile la corsa in Ospedale o dal medico, nessuno riusciva a capire che cosa fosse successo e tutti negavano la correlazione con il vaccino. Ebbene è passato un anno da allora e, oggi, questa ragazza cammina con le stampelle e non si sa se tornerà mai a camminare normalmente! Mi ha colpito anche la storia di Maria, una conoscente di 28 anni, che come la precedente ha fatto il vaccino per continuare a lavorare e che ha avuto i primi effetti collaterali dopo solo 2 ore dalla somministrazione. Il suo corpo si è ricoperto di bolle e inizialmente sembrava una classica reazione allergica al vaccino, che doveva migliorare con un antistaminico. Purtroppo così non è stato è la situazione è peggiorata al punto che è dovuta correre in Ospedale dove le è stata diagnosticata una grave forma di orticaria! Sicuramente non è stata la prima né l’ultima perché mi è capitato anche di leggere di molta altra gente che ha avuto sfoghi cutanei di diversa natura! Mi piacerebbe anche raccontare la storia di Barbara, un’altra mia amica, che insieme a me ha sempre frequentato la palestra e ha fatto sport regolarmente. Lei ha 48 anni e dopo la seconda dose di vaccino a cominciato a manifestare strani formicolii alla parte destra del corpo, scariche elettriche, vertigini, nausea e abbassamento della vista. Il suo medico le disse che non riteneva fosse una reazione avversa del vaccino in quanto assolutamente sicuro (che oscenità) ma comunque le ha consigliato una visita neurologica dalla quale non risultava nulla. Le prescrivono degli antinfiammatori che risolvono in parte la situazione ma questi effetti ritornano e anche più forti di prima. Oggi è passato un anno e mezzo e lei non ha una vera diagnosi ma la sua vita è cambiata per sempre perché non riesce più a fare sport e non sa se riuscirà a riprendersi un giorno. Queste persone mi hanno raccontato spontaneamente la loro storia e sono persone che hanno creduto al vaccino e ne sono rimaste vittime. Molte persone del mio palazzo, ad una riunione di condominio avuto due mesi fa, si sono avvicinate e hanno cominciato a raccontarmi che, da quando hanno fatto il vaccino, non sono più le stesse. Sono sempre stanche, senza forze, hanno dolori reumatici in tutto il corpo e lamentano mancanza di concentrazione e perdite di memoria! Purtroppo sono gli stessi sintomi che ho notato nei miei genitori.

 

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Loro, per paura, hanno ceduto a questo ricatto ed io non sono riuscita ad impedirglielo ma, da allora sono profondamente cambiati. Oltre ad avere i sintomi che ho citato poc’anzi mi sembra che abbiano avuto anche un cambiamento radicale nel carattere! Sono diventati più irascibili, nervosi e allo stesso tempo più assenti! Ho la sensazione di avere a che fare con degli zombie ed è qualcosa che mi rattrista nel profondo del cuore. Vorrei concludere con una mia testimonianza che attesti quanto i danni collaterali del vaccino colpiscano il sistema immunitario rendendolo inefficace a contrastare anche la più banale delle influenze. Due mesi fa sia mia madre, vaccinata con 3 dosi, che mio fratello non vaccinato prendono l’influenza negli stessi giorni (i medici hanno detto che era Covid ma per me era solo una semplice influenza) e mentre mia madre ha febbre alta, tosse e debolezza per molti giorni, mio fratello ha un po’ di febbre per un giorno e poi più nulla! Mia mamma ci ha messo quasi due settimane per riprendersi mentre mio fratello un paio di giorni! È vero che hanno età diverse ma mia madre, prima di questi maledettissimi veleni, ha sempre preso l’influenza ma non è stata mai così male! Invece dopo il vaccino sembra essere diventata estremamente fragile e purtroppo non sappiamo ancora quali saranno gli effetti avversi che si aggiungeranno in futuro. Non ci sono state solo morti improvvise (come se non fosse già abbastanza grave) ma anche situazioni in cui la vita delle persone è cambiata per sempre e, per questo, spero che queste testimonianze possano aiutare qualcuno a riflettere sulla pericolosità di questi vaccini, sul disegno oscuro che c’è dietro e che mira a decimare parte della popolazione mondiale e distruggere le nostre Coscienze e Anime, e far sapere ai posteri una verità su questo periodo estremamente buio che, i canali ufficiali di informazione, non divulgheranno mai! Vi chiederete chi siamo noi! Noi siamo quelli che hanno resistito e che si sentono in dovere di raccontare tutta la verità.

 

Arlove

 

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VACCINI – MORTI E DANNI DA INOCULAZIONE

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Da quando sono iniziate le inoculazioni del siero, ho potuto notare dei cambiamenti fisici, caratteriali e comportamentali sulle persone che si sono fatte iniettare il vaccino nel loro corpo. Molte di queste persone, anche se non con l’esplicita volontà di raccontami i danni da vaccino, ma semplicemente perché certi problemi ormai fanno parte della loro quotidianità, hanno raccontato dei loro disturbi e, purtroppo, sono tutti riconducibili al siero. Prima di raccontare alcuni casi di persone che conosco, sulla massa in generale, ho notato come questa è diventata estremamente più aggressiva e ancor meno tollerante verso chi, in questo caso, il vaccino non l’ha fatto. Si sono trasformati in zombie, burattini coi fili manovrati dalle belle parole che i social e la televisione ripete senza logica dal 2020. Ho notato in generale anche che gli inoculati soffrono di una stanchezza e di apatìa che nemmeno loro sanno spiegarsi. O ancora, altre conseguenze comuni che ho potuto vedere sono i problemi al cuore o di memoria, insonnia, peggioramento di malattie già presenti o eruzioni cutanee di vario tipo, crisi epilettiche e problemi legati alle funzioni cognitive dalle più semplici alle più complesse. Vorrei affrontare adesso alcuni dei casi più particolari che maggiormente mi hanno colpita e che mi hanno fatto capire, ancora una volta, che la scelta che ho preso di non vaccinarmi è stata quella giusta. Inizio col raccontare di un mio amico: ha 23 anni ed è sempre stato in salute, fino a quando si è vaccinato. Dopo la seconda dose ha cominciato ad avere diversi problemi come la profonda stanchezza e debolezza, eruzioni cutanee, ma soprattutto disfunzioni del fegato. È andato in ospedale, dove è stato ricoverato in isolamento COVID, senza la possibilità di vedere nessuno per circa 10 giorni, durante i quali i medici gli hanno fatto una serie di analisi per capire cosa avesse e da cosa fosse dovuto. Dopo tutti questi giorni e i numerosi accertamenti, ancora non sapevano dargli una risposta chiara, non sapevano dirgli cosa avesse. Gli dissero che probabilmente si trattava di una malattia autoimmune. I medici dissero che era da escludere assolutamente la correlazione di quello che gli stava accadendo al vaccino, nonostante tutte le problematiche fossero nate proprio dopo l’inoculazione del siero. Dopo essere stato dimesso non migliorò, infatti era continuamente stanco, senza forze e vomitava quando mangiava perché il fegato non funziona correttamente. L’hanno rimandato a casa in quello stato, senza nessun tipo di risposta; “malattia misteriosa” l’hanno chiamata. Un altro caso di cui voglio raccontare si riferisce al padre di un mio amico che due mesi fa ha scoperto di avere ben due tumori (uno al cervello e uno alla spina dorsale) e questi, nel giro di circa solo due mesi, sono peggiorati a tal punto da togliergli la vita proprio qualche giorno fa.

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Altre due persone che conosco hanno detto chiaramente che stanno soffrendo di problemi di cuore e, una di queste due, ha raccontato che da quando si è fatta il vaccino, ha grosse problematiche legate alle mestruazioni. Penso adesso a un altro caso, il primo che conobbi tra l’altro, che riguarda la nonna di una mia cara amica, che dopo aver fatto il vaccino ha cominciato a fare incubi la notte e ad avere attacchi di panico, tanto che ha paura a stare a casa da sola e a dormire la notte. Dopo poco, cominciarono ad accaderle brutti eventi come dolori a tutto il corpo, strappi muscolari o cadute che le hanno causato rottura di ossa. Più che scrivo e più che mi vengono in mente altri casi, tutti i giorni sento di improvvisi malori, morti inspiegabili, strani sintomi o malattie nate dal nulla. Sento di gente, sia giovane che anziana, che perde la vita ogni giorno e la diagnosi non è mai quella che veramente dovrebbe essere. Mi vengono in mente tanti casi di persone che sono state uccise, perché sapevano troppo, perché avevano saputo la verità, perché conoscevano informazioni pericolose agli occhi di chi governa. Uccise e fatte passare come suicidi, morti naturali. Non ci sono parole per descrivere il male che è stato fatto e che continua a essere fatto ogni giorno, sotto gli occhi di tutti, ma solo in pochi decidono di aprirli e guardare in faccia la realtà.

 

Anele

 

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Fluorochinoloni

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Questo è il nome del principio attivo di farmaci ben noti che circolano tranquillamente sul mercato nonostante eventi avversi molto gravi, invalidanti e non poi così rari. Si è dovuto attendere il 2019 prima che fosse raccomandata la massima cautela nella loro prescrizione…  Era il lontano 2013 e purtroppo ad oggi questi veleni continuano a rendermi un soggetto quasi invalido. Amavo andare a correre, lo facevo spesso. Poi per motivi di lavoro avevo finito con il fare sport sempre meno, ma il mio fisico mi permetteva comunque di fare tante attività, fino a quel giorno…

A quel tempo non meditavo, e oggi le cose sono ben diverse, si può dire che non ho più avuto necessità di prendere neanche una caramella balsamica da quando ricarico i miei chakra! Ringrazio Significato. online per darmi modo di raccontare la mia esperienza, in rete un domani magari rischierebbe di venire cancellata, come sta sempre più spesso purtroppo accadendo. Prima di meditare comunque non ho mai usato farmaci, se non in caso di estremo bisogno e il giorno in cui mi recai dal dottore erano diverse settimane che mi trascinavo dietro una terribile sinusite che stava peggiorando, andando ad interessare anche i bronchi. Il mio medico curante è anche omeopata, per cui speravo mi prescrivesse un rimedio come aveva fatto altre volte, invece vedendomi mal messa optò per un antibiotico. Non l’avevo mai assunto prima di quel momento ed ero un po’ scettica, ma ahimè il sesto senso era poco sviluppato, e seppur avesse cercato di avvertirmi, non ce la fece. Dopo aver assunto le prime compresse comparvero dei problemi e chiamai il medico, che mi tranquillizzò in modo assoluto facendo pure una battuta con tono scherzoso dicendomi: “solo se non cammini più smetti di prenderla”. Ho sempre sopportato bene il dolore, forse anche troppo, per cui visto che ne avevo davvero bisogno ho ascoltato le parole di un MEDICO!!! Proseguii altri 2 giorni e poi decisi di interrompere la cura senza consultare più quel “dottore”. La dose di farmaco che presi fu di soli 750mg, c’è gente che ne assume fino a 5 volte di più per più cicli e non gli succede, apparentemente, nulla (tutti in famiglia li avevano usati senza accusare nessun effetto collaterale, per cui al tempo, visto che non c’erano segnalazioni e l’AIFA non aveva lanciato nessun allarme, sono passata oltretutto da esagerata). Mi bastò quella dose molto piccola per mettere k.o. i miei tendini di achille, e tutt’oggi ne sconto gli effetti. Ho passato l’inferno, ho sofferto in modo atroce il dolore, il bruciore aumentava ogni giorno invece che diminuire. Le provavo di tutte, non potevo accettare che finisse così. Contattai alcuni medici ma nessuno ci capiva nulla, nessuno sapeva dirmi cosa dovevo fare, come potevo intervenire, nulla di nulla. Il buio più assoluto. Sapevo solo che non potevo più camminare, non riuscivo a fare 2 passi nel vero senso della parola, che il dolore ai tendini mi impediva di fare ogni cosa. Presi malattia dal lavoro, per 4 mesi stetti a letto. 

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Il rischio era grosso, ovvero la rottura dei tendini. Andavo dal letto al bagno zoppicando e tenendo immobile la caviglia per non sforzare, per anni ho dovuto camminare piano, pianissimo… 

Non posso saltare, anche dopo anni il solo sfilarmi un paio di scarpe o  pantaloni in modo non lentissimo mi riacutizza il dolore, in quanto il tendine viene leggermente teso. Ogni tanto provo a muovermi un po’ di più, talvolta oso di più, visto quanti anni sono trascorsi, ma poi le sconto nei giorni seguenti perché i tendini soffrono. Non starò a scrivere gli svariati effetti collaterali di questi veleni, basta cercare in rete. Allora mi unii a un recente gruppo FB di persone danneggiate da fluorochinoloni e vidi che tutti erano nella mia identica situazione, e nessun medico sapeva come curarci. Quanti ragazzi anche appena ventenni rovinati… va giù male, non va giù!!! C’è inoltre il rischio che questi veleni vengano impiegati anche nell’alimentazione del bestiame, infatti notavo e noto, che se consumo carne non bio, il dolore si riacutizza. Certo non è mai come assumere il puro principio attivo, ma è bene mangiare solo carni sicure. A conti fatti, non sporsi denuncia. Volevo farlo ma, a parte che la salute non me l’avrebbe ridata nessuno, feci un ragionamento: i medici operano persone dalla parte anatomica sana, capita che i pazienti muoiano sotto i ferri e non viene fatta comunque giustizia, figuriamoci nel mio caso! Avrei perso la serenità che invece stavo cercando di ritrovare, se fossi stata dietro agli avvocati. La stragrande maggioranza dei medici di oggi non vale un centesimo, sono completamente ignoranti, superficiali, sbrigativi, interessati al guadagno, non alle persone,  e pericolosamente incoscienti, seguono come galline ammaestrate i protocolli che dall’alto gli dicono di dover applicare. oggi vediamo bene come i bravissimi medici ubbidienti al sistema abbiano applicato certi protocolli, anche su loro stessi.

Per tale motivo per quanto mi riguarda, se non fosse per rari casi, riterrei completamente estinta tale categoria. Spero che la mia esperienza possa servire affinché le persone stiano alla larga da questi pericolosissimi farmaci. È necessario che presto sorga un mondo nuovo.

 

Fata

 

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ANGEL JEANNE: LA PRIMAVERA DELL’ANIMA

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Per apprezzare davvero la primavera devi ricordare soprattutto come stavi d’inverno.
Ricordo così bene il mio d’inverno: gli occhi socchiusi, lo sguardo abbassato, la bocca corrucciata, totalmente incosciente. Ogni giorno sempre uguale, ogni attimo privo di emozione, ogni azione fatta per inerzia, giusto perché si doveva fare.
Ricordo soprattutto le spalle sempre coperte dall’ansia, il folle timore del nuovo, il grande timore e l’invalidante incertezza di fronte ad ogni decisione.
Sei giovane e ti senti vecchio, sei vivo ma ti senti spento.
Ricordo il freddo fuori e soprattutto quello dentro.
In uno di quei tanti giorni vuoti uno spirito guida travestito da amico mi disse:
“Conosci Angel Jeanne?”
“No, perché?”
“Dovresti!”
Scopro l’Accademia Coscienza Dimensionale. Una luce in fondo all’oscurità, uno spiraglio di energia bianca, blu e dorata in una caverna che ogni giorno si faceva sempre più buia e nera. Ma vuoi vedere che forse la vita non è tutto qui? Lo sapevo! Anche se a me andava male l’ho sempre sentito che tutto era troppo meraviglioso per essere così “poca” la nostra realtà.
Riecco però tutte le sensazioni negative esplodere per convincermi che è troppo difficile.
In fondo perdere la vita sdraiato su un divano è così facile, in fondo se accuso Dio di ciò che non funziona di conseguenza non è colpa mia, forse la colpa è del destino che regala il bene a chi non se lo merita.
Una vocina dentro di me mi sussurra “ma se stai tutto il giorno a guardare Netflix perché supponi di meritartelo? Perché sei simpatico?”
Hai ragione, però è così sollevante accusare qualcuno e non sentirmi io il responsabile.
Così torno nella comoda apatia, però quella luce è così bella. Ogni tanto ci penso e mi chiedo chissà cosa si prova dall’altra parte. Beati loro che sono già lì, sono così fortunati.
Oppure, forse, sono “solo” stati determinati? Forse anche loro sono partiti da un divano, solo che a una certa si saranno stufati di star fermi a subire.
Magari posso dare un’altra occhiata a quell’Accademia.
Così rientro, stavolta mi fermo un po’ di più ed ecco che d’un tratto tutto cambia.
Ecco che le cose hanno finalmente senso, ecco che forse ho capito come evadere da questa gabbia perché ho scoperto, soprattutto, che è vero che sono chiuso in una gabbia!
Non è più una solo metafora, sono prigioniero di qualcuno che mi ha arrestato senza dirmelo e che si diverte alle mie spalle illudendomi invece di essere libero. Non voglio essere il suo giocattolo.
Aveva ragione quell’amico, dovevo proprio conoscerla Angel Jeanne.
Quella luce è ancora lontana, ma voglia raggiungerla.
E mi accorgo che mentre ci provo non fa più così freddo.


Vitty

 

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RIFLESSIONE SULLA LIBERTÀ

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Sono felice di poter scrivere questo pezzo, perché mi ha dato la possibilità di riflettere profondamente su questa parola: Libertà.

Sono veramente mai stata libera? Da quando sono nata ad oggi sono sempre stata libera? Dopo la nascita di mia figlia diversi anni fa, per poter fare il battesimo ho “dovuto” partecipare a degli incontri col prete nei quali si sarebbe dovuto parlare di religione.

Solo che di religioso aveva ben poco, non si parlava della grandezza e dell’amore di Dio o di Gesù, ma tutto girava intorno alla “donazione” obbligatoria che si faceva di solito in questi casi. Una cosa che il prete continuava ripetere era: “vostro figlio è nato col peccato originale”. Non smetteva di ripeterlo… Ricordo che ad un certo punto non sono più riuscita a trattenere quello che pensavo, ed ho cominciato ad avere una discussione col parroco del paese affermando che mia figlia NON poteva essere nata con questo peso, NON poteva essere nata col peccato originale! Ma poi il peccato originale che cavolo era? Perché lei doveva già essere nata con un peccato e dovevamo togliere questo peso attraverso il battesimo? Perché questo senso di colpa “infilzato” nella mente di tutti sin dalla nascita? Noi siamo tutti figli di Dio.  Mi hanno dovuto calmare. Sapevo che la mia famiglia ci teneva e ho lasciato che le cose procedessero… Posso dire che mia figlia comunque odia la Chiesa e tutte le convenzioni religiose. Non perché io ne parlassi male, certo non vedeva che io frequentassi la Chiesa, ma l’ho comunque lasciata libera di fare le sue esperienze ed io ero solo presente a rispondere con la mia opinione, qualora mi fosse richiesta da parte sua. Penso che si sia fatta una sua idea frequentando lei per prima la Chiesa e le istituzioni religiose come il catechismo a scuola e la comunione poi, arrivando a conclusioni proprie. Più volte mi ha detto, col passare degli anni, che non credeva nella sincerità di questa istituzione, e che non le piacevano né i preti né le suore. È lei che mi racconta che proprio nella chiesa ci sono i peggiori pedofili che possono esistere sulla terra. La Chiesa ci costringe a pensare che non siamo liberi, non siamo liberi dal peccato, non siamo liberi dall’agire perché soggetti alla punizione di un Dio punitore.    

Parlando sempre di libertà, la scuola non ti permette di essere libera, perché non ti dà un’istruzione a 360°, vera, pura. Ti dà un’istruzione fasulla come tante volte Angel ci ha spiegato, piena di buchi e piene di verità non dette oppure omesse. 

Rimanendo su questo discorso, vorrei partire da questa frase trovata su un vecchio diario a casa di Confucio:  

“Tra le persone veramente istruite non c’è discriminazione.” 

Bene, tema molto attuale! Quindi ho cercato sul dizionario la parola istruzione e ho trovato: “Attraverso l’istruzione l’uomo si rende libero perché è capace di comprendere, di prendere decisioni in autonomia sulle basi delle proprie conoscenze.”

Quindi Libertà di Comprendere, e di non essere parte di un gregge: Libertà di prendere decisioni in autonomia, e non di essere obbligati a fare ciò che non si vuole. Libertà di avere delle conoscenze e quindi studiare, che porta poi a porsi delle domande su ciò che accade nella vita di tutti i giorni, (nella propria e in quella degli altri) e ciò che accade nella società in cui si vive.

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E il lavoro? E nel lavoro siamo liberi? Sì, se fai ciò che ami con passione, dedizione, e amore. Ma quanti di noi possono dire che fanno un lavoro di questo genere? E poi fino a che punto siamo liberi di fare ciò che vogliamo? E quando lo Stato può intromettersi e limitare le nostre libertà? Bene, ci siamo accorti in questo ultimo anno che a quanto pare lo Stato non si pone alcun limite. Può dirci da un giorno all’altro che possiamo anche non lavorare se non siamo in possesso di una carta rilasciata da loro. Quindi anche morire di fame se non facciamo quello che loro ci impongono.

Nella prima settimana di Lockdown totale, nel marzo del 2020, tutto ciò in cui credevo mi è stato tolto, e non ho mai pensato per un solo istante che questa cosa si facesse per il mio bene. Non poteva essere per il mio bene non uscire di casa neanche per fare una passeggiata, non poteva essere per il mio bene non lavorare e non stare con i miei cari. Grazie ad Angel mi sono salvata la vita. Ho iniziato da subito a fare delle ricerche personali per capire ciò che stava accadendo e la TV, con i suoi telegiornali o talk show del terrore, l’ho spenta! Vorrei affermare con certezza che se non avessi fatto parte di ACD tutto sarebbe stato più pesante e difficile. Senza questa possibilità sarei sprofondata nel baratro più totale. Riporto di seguito ciò che lo Stato stesso ha divulgato e insegnato in più forme mentendo a tutti da sempre, perché ciò che è scritto nella costituzione Italiana a quanto pare non viene rispettato:

Art. 13. La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. 

 

La Libertà secondo me è la più grande forma di amore che possa esistere sulla terra, e questa grande capacità di amare comprende il rispetto nella sua forma più totale.

 

Monicsme

 

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Libera nella Sua Immensità

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Avere le mani legate

Una benda nera sugli occhi

La mente chiusa in un lucchetto

E il cuore che raccoglie momenti di libertà.

Cosa sono per una giovane ragazza questi momenti di dolce e spensierata libertà?

La Martina del passato risponderebbe:

Un passo di danza,

L’abbraccio della propria mamma,

Scrivere una poesia sotto il sole,

Immergere le mani nell’acqua e sentirne la profondità…

Sì, sono tutti meravigliosi attimi di vita, ma come mai non è abbastanza?

Come mai manca sempre quel qualcosa?

Ora ascoltando la sfumatura più reale di me stessa rispondo:

Quando l’Universo mi fa sentire una piuma bianca trasportata dal vento,

Quando la mia Anima mi tiene in braccio appena sto per cadere,

Quando un abbraccio di Luce, mi sussurra all’orecchio compagnia e amore,

Quando il mio viso si bagna di lacrime, appena mi sento unita alla cosa più importante: quando mi sento unita a Dio.

Nel passato pensavo davvero di aver sfiorato la libertà, ma la realtà era che le mie mani erano legate da corde macchiate dagli ordini di un governo meschino, i miei occhi erano bendati da filtri fittizi che sporcavano la verità, la mia mente era chiusa da un lucchetto, la cui chiave era stata lanciata nell’aria e dopo anni afferrata dal mio cuore, un cuore guidato dalla sua Anima.

Ora richiamando la vera me, mi sento più libera, più reale, più felice, infinitamente più felice, i polsi fanno meno male, alcuni filtri sono più trasparenti e il lucchetto è più vicino alla sua chiave… Ma non è abbastanza.

Ho ancora molte corde che stringono le mie mani, troppi filtri per guardare al di là dell’artificio e un lucchetto non ancora distrutto, per aprirmi a Dimensioni profumate dalla Luce di Dio.

Ma nonostante ciò, in questo momento sento di essere sul primo gradino di una lunga scala, una scala che conduce alla morbida Libertà.

Perché per me la Libertà è uscire ogni tanto da questo matrix,

È poter riconoscere la mia Anima e sorriderle affettuosamente,

È poter ricevere un giorno l’abbraccio della mia Maestra,

E infine essere libera per me è un profondo respiro di Prana, mentre chiudo gli occhi, il mio corpo scivola tra i codici artefatti e divento un puntino bianco, libero nella purezza di Dio… Libera nell’immensità dell’Universo.

 

Martina

 

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Libertà

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Libertà, l’ho scoperta quando ho smesso di aver paura.

Ho smesso di aver paura di perdere le persone care

e  di perdere il loro amore,

di aver paura di perdere gli amati animali,

di perdere il lavoro, la casa, le cose,

quando ho smesso di aver paura della morte.

Ho scoperto la libertà quando ho riconosciuto l’eternità.

 

Rosafuria

 

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Libertà

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Più mi veniva tolta

E più io la vedevo

E più io la vedevo

E più capivo di non averla avuta neanche una volta

 

Dunque che ne è di ciò che son stato?

Mi credevo un generale, ma ero solo un soldato

Ho anche sospettato

Ma più forte era il fato

 

Ma quello più nulla potea

Quando dell’Anima era il sussulto

Che da lungo tempo insistea

Ma sol’ora le ho dato ascolto

 

Miei cari venite con me che lassù è uno splendore

Ma non furon rose ad aspettarmi

Ma foga e furia a pugnalarmi

Che ciò che mostravo loro facea terrore

 

È dunque questa la mia casa?

Che non mi accoglie ma mi accusa

Quand’anche il sangue mi da rifiuto

È giunta l’ora del saluto

 

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Ma cos’è ciò per cui è così alto il costo?

Quando a star fermo avei già tanto

 

Mentr’ora a perder tutto sei disposto?

È che non mi basta più l’incanto

È che non posso più star fermo

A osservar la vita da uno schermo

Il vecchio lascia il posto al nuovo

Ora non sto più fermo, ora mi muovo

 

Raffae

 

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Libertà. Tutti sappiamo cos’è. Ma chi ci tramanda il senso corretto di questa parola?

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A scuola ci viene insegnato che oggi viviamo in un’epoca evoluta dove il concetto di Libertà è diventato la base su cui si fonda la nostra società. Così cresciamo e viviamo con la consapevolezza di essere già liberi, che non bisogni fare altro per esserlo davvero e soprattutto, ancora più grave, crediamo di esserlo sempre stati.

Non ci interroghiamo sul passato, su come potesse essere diversa la vita prima e quanti sacrifici sono stati fatti dai nostri nonni, bisnonni e gli altri antenati affinché potessimo vivere una vita dignitosa…. Semplicemente oggi pretendiamo di essere liberi e ci arrabbiamo con gli altri se non ci lasciano fare ciò che vogliamo.

Il senso di questa parola è lentamente cambiato nel tempo, nel mentre che noi ci siamo adeguati e cullati inconsapevolmente alla massa.

Nella mia vita ho potuto incontrare tanti coetanei convinti di essere liberi, ma nel mentre che dicevano questo li vedevo schiavi delle stesse mode: guardavano gli stessi programmi televisivi, oppure avevano un determinato modo di vestirsi, parlare… sembravano fatti con lo stampino. Allora quando siamo realmente liberi?

Fino a qualche anno fa anche io credevo, come tutti, cosa fosse la Libertà: non essere schiava delle idee degli altri. Ma come è possibile ascoltare il proprio pensiero quando siamo bombardati da mille altri ogni giorno? Quando pensiamo a noi stessi, a ciò che vorremo realizzare e ciò che ci piace, non ci rendiamo conto che la nostra personalità è influenzata dalle mille altre persone che conosciamo e non conosciamo. La nostra identità viene costruita da quello che gli altri ci trasmettono, da quello che viviamo, e da quello che la società si aspetta da noi..

Riconoscere noi stessi in mezzo a questo mare di influenze sembrerebbe quasi impossibile! Perchè nessuno in questa società ci insegna ad ascoltarci.

La mia svolta è avvenuta grazie ad Accademia di Coscienza Dimensionale: attraverso gli insegnamenti della fondatrice ho compreso il silenzio e la pace interiore, ho potuto capire cosa significa la Libertà.

Per me essa è l’assenza di preoccupazioni, ansie, problemi, è semplicemente sentirmi viva in mezzo alle tante illusioni che cercano di soffocarmi.

Quando mi sento in pace, nulla può toccarmi. Nel silenzio improvvisamente qualcosa dentro di me si accende e mi fa capire cosa sono e cosa voglio ottenere.

Credo che tutti dovremmo prenderci un momento per noi, per allontanarci dalla gabbia costruita dalla società per liberarci in una dimensione di infinita pace. In questo modo potremmo capire tante cose di noi stessi e di ciò che ci circonda.

 

Tiziana

 

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LIBERTÀ

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È una singola e semplice parola, usata tantissimo… ma forse non è così facile, come si pensa, descriverne bene il significato.

Vorrei dire che libertà significa essere liberi di fare tutto ciò che uno vuole, e che l’unica limitazione è quella di usare rispetto per gli altri e senza nuocere volontariamente agli altri, ma alla fine si è detto tutto e niente.

In verità credo che nessuno sia libero, nel vero senso della parola, secondo me. 

Ci si illude di essere liberi, e spesso più uno è schiavo o succube e più finge di essere libero.

In questo periodo chi ha il G.P. si illude di essere libero. Negli anni del fascismo chi non era ebreo si illudeva di essere libero. E di esempi potrei farne tanti altri.

Un vecchio modo di dire diceva circa così: “la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri.” Ma alla fine cosa significa veramente libertà??

Essere libero di parlare senza paura, di esprimersi senza preoccuparsi di chi ti ascolta o se gli altri hanno idee diverse, di muoversi o di andare dove si vuole e quando si vuole, di vestirsi come si vuole, di mangiare come si vuole, di frequentare chi si vuole, di ridere e scherzare, ballare e giocare, di fare le scelte che in quel momento si desiderano anche cambiando idea in futuro, ecc.

Ma in verità ci hanno messo tante catene… legandoti alle persone, al lavoro, alle proprietà, alle mode, alle ideologie, ai soldi e alle varie paure.

Al momento io credo che sia impossibile essere liberi al cento per cento, perché è impossibile poter fare qualsiasi cosa uno desideri per le varie catene e paure che abbiamo. Perciò dirò quello che mi aiuta a non sentirmi schiava, schiacciata dalle catene, o se si preferisce il massimo di libertà che mi posso permettere o sognare in questo periodo, utilizzando vari metodi e sistemi.

Mi aiuta sentirmi libera ogni volta che se ho un desiderio, non importa se piccolo come ad esempio uscire a fare una passeggiata, o grande come ad esempio un viaggio molto lontano, lo posso fare senza impedimenti di nessun genere. Mi aiuta sentirmi libera se desidero parlare di certi argomenti poterlo fare tranquillamente, sentendomi ascoltata e capita, anche da persone che possono avere idee diverse da me. Mi sento libera quando posso frequentare chi mi fa stare bene e non sono costretta a frequentare chi invece mi carica di pesi e pessimismo. Mi sento libera se posso vestirmi senza preoccuparmi troppo di ciò che pensano gli altri. Mi sento libera se posso fare ciò che mi fa star bene senza dovermi giustificare o dover spiegare o nascondere ciò che faccio. Mi sento libera ogni volta che, se ho un desiderio lo posso realizzare, e non devo pensare che il mio desiderio sia irrealizzabile per me, e solo gli altri possono.

Forse per spiegare meglio cosa significa libertà per me, dovrei pensare a tutto ciò che mi hanno tolto negli ultimi due anni, a me come a tantissimi altri, e partire da lì, perché mi hanno e ci hanno tolto tantissime cose che erano una parte del significato di libertà per me!!

 

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 Ci hanno impedito di vederci, di uscire, di andare dove volevamo, addirittura di lavorare, di vederci in viso, di abbracciarci, ci hanno impedito di scegliere cosa fosse meglio per noi anche a livello sanitario, ci hanno impedito di stare vicini ai nostri familiari in difficoltà che fossero in strutture o in ospedali,  ci hanno impedito di poter salutar i nostri morti, ci hanno letteralmente chiusi in casa più e più volte, hanno provato in ogni modo di toglierci tutto ciò che ci faceva stare bene dal divertimento in discoteca, o al bar, o in palestra, o al ristorante, ecc., arrivando ai lockdown, e tanto altro.

Ecco, forse per spiegare cosa significa libertà per me, posso partire con il non voler più nessun tipo delle restrizioni che ci hanno dato, e iniziare a pensare che se ho un desiderio lo posso realizzare magari servirà tempo, ma niente me lo deve impedire, voglio pensare che libertà significhi anche essere liberi di sognare cosa che stanno cercando di toglierci. Non so se ho spiegato bene cosa significa libertà per me, ma so che rifletterci mi ha aiutata a capire che voglio continuare a sognare e voler eliminare o ridurre il più possibile tutte le catene che mi impediscono di realizzare i miei desideri e sogni. Voglio continuare a frequentare chi mi fa star bene e fare le cose che mi fanno star bene, che sia meditare, correre, giocare, fare sport, ballare, ecc…

 

Diamante

 

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Riflessione sulla Libertà

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In questi giorni mi sono fermata spesso a riflettere sul significato della Libertà. Una parola bellissima, che rappresenta un tema molto importante e che sarebbe magnifico fosse anche realtà. Mi sono posta alcune domande ed ho notato che spiegare cos’è per me la libertà non è affatto semplice. Mi sono resa conto che per tanti anni ho creduto di essere libera in tutte le mie scelte, ma pensandoci bene in diverse occasioni sono stata influenzata dalla società in cui ci ritroviamo. 

Un evento negativo, inoltre, mi ha fatto provare sulla mia pelle quanto sia importante essere veramente liberi: il ricovero in ospedale. Se potessi tornare indietro, lo eviterei con tutte le mie forze. Ma purtroppo senza accorgermene e per paura di avere qualcosa che stesse danneggiando un mio occhio sono finita nelle mani di alcuni medici. Ero molto ingenua e pensavo mi avrebbero fatto alcune visite e poi dimessa subito. Invece, hanno deciso di ricoverarmi e questo contro la mia volontà. Ecco in quel momento mi hanno totalmente privata della mia libertà e mi sono sentita in gabbia. Ho rifiutato il ricovero e alcuni trattamenti, ma non sono stata minimamente ascoltata. Mi sono sentita una cavia. Nel momento in cui mi hanno tolto la libertà, mi sono resa conto di quanto per me fosse importante e di quanto fosse ingiusto tutto questo sistema. Quell’evento mi ha segnata moltissimo e mi sono promessa che non sarebbe mai più successo. 

Da quel giorno in me qualcosa ha iniziato a cambiare. Un po’ alla volta ho iniziato ad aprire veramente gli occhi, non mi sento ancora totalmente libera, ma posso dire che ho iniziato la strada verso la libertà. Tutto questo lo sto raggiungendo grazie al Percorso Spirituale in Accademia di Coscienza Dimensionale della grandissima Maestra Angel Jeanne. La prima e per me più importante forma di Libertà l’ho provata grazie alla Meditazione. Ogni momento di pratica è Libertà. Qualcosa di unico che a parole è difficile da spiegare. Mentre pratico mi sento libera, evado da tutto e arrivo a provare sempre sensazioni di pace, benessere e libertà assoluta. I pensieri un po’ alla volta spariscono, le influenze vengono eliminate, sento dentro me ciò che veramente desidero e comprendo sempre più quali sono i miei veri sogni e obiettivi. Dopo anni sto riuscendo a capire quali sono state le mie vere scelte e quali invece sono state influenzate dalla società in cui viviamo. In certe circostanze mi sono ritrovata a prendere decisioni senza pensarci, spinta dalla frenesia del momento e dal dover decidere in tempi molto brevi. Un po’ alla volta ho compreso quanto sia importante prendersi il tempo per riflettere e comprendere ciò che veramente è importante da realizzare. E tutto questo proprio grazie all’aiuto della Maestra Angel Jeanne. I suoi insegnamenti per me sono fondamentali, in particolare negli ultimi due anni mi hanno cambiata moltissimo e mi stanno rendendo la persona che sono realmente. In questo ultimo periodo ho preso alcune scelte di cui mi sento fiera e che mi permettono di dire che mi sto impegnando per fare in modo che sia io a decidere della mia vita.

La libertà è una decisione, qualcosa che va conquistato ogni giorno con impegno costante. Il primo passo è decidere di voler essere liberi. Solo una mente libera è realmente viva e può realizzare ciò che racchiude nel profondo. Il secondo passo è reagire e non piegarsi a nessun volere altrui, non cedere a nessun ricatto, costi quel che costi. Ci vuole forza, determinazione e coraggio, non sempre sarà semplice, ma la soddisfazione che si prova è unica e per me è la Libertà.  

 

Claudia

 

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Le Catene della Libertà

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In passato quando alle persone veniva tolta ogni forma di libertà, gli venivano poste delle catene ai piedi e ai polsi, sottoponendoli a lavori forzati di ore, senza che potessero decidere loro cosa e quando mangiare, o chiudendoli in celle buie fino alla fine dei loro giorni. Non avevano nessun diritto e nessuna libertà, venivano chiamati schiavi, prigionieri, ed era chi comandava che decideva tutto di loro, persino della loro vita.

Oggi nella maggior parte dei paesi nel mondo, se non in casi speciali, non ci vengono più poste catene ai nostri piedi, e non vedendole, pensiamo che siamo totalmente liberi.

Eppure ormai da qualche anno e soprattutto in questi ultimi due anni, ho iniziato a riflettere e osservare, come esse non siano sparite, ma anzi si siano allargate, mutate, restando sempre lì, non hanno più una forma fisica, ma comprimono comunque la nostra libertà, sono invisibili e si legano alla nostra mente, alle nostre abitudini, alla nostra psiche, comprimono l’Anima soffocandola, e nel mentre creano un illusione, distraendoci da quello che stiamo veramente subendo, facendoci credere che “andrà tutto bene”, quando invece piano piano ci chiudono dentro una cella senza muri, o meglio una cella che chiamiamo casa, diventando noi stessi come delle macchine che eseguono gli ordini di chi ci governa.

Desidero mostrare cosa è per me la Libertà attraverso le mie riflessioni, attraverso le catene che ho osservato in questi anni, sperando che qualche Anima da qualche parte possa riflettersi nelle mie parole e possa decidere di prendere una posizione.

Ricordo ancora uno dei primi momenti in cui mi sono chiesta una cosa semplicissima “Siamo veramente liberi di scegliere?”, ero alla fermata dell’autobus e stavo osservando le macchine passare, e le persone camminare sul marciapiede di fronte, i ragazzi che stavano andando a scuola, e  notavo che qualcosa era strano. È vero che le auto erano tutte di forma leggermente diversa e di colori diversi, chi aveva un’auto più sportiva, un’altra più utilitaria, ma fondamentalmente erano tutte uguali, funzionavano tutte più o meno allo stesso modo; la stessa cosa per i vestiti, la gente indossava vestiti molto simili, i ragazzi maschi avevano tutti un certo taglio di capelli, invece le ragazze un altro, il giubbino che indossavano era praticamente simile e spesso  identico, mi sembrava di vedere cloni l’uno dell’altro senza identità. Lì rimasi stupita e mi chiesi, alla fine se volevo comprare un auto, ovunque andavo erano tutte più o meno simili, erano si una vasta gamma di scelte, ma erano un range di prodotti simili, non è che esisteva una macchina tonda, o che non funzionasse a benzina e con un energia pulita che non inquina, ugualmente per i vestiti i negozi erano quelli, le marche erano quelle, mi venivano poste davanti delle scelte ma non erano veramente libere, erano un illusione, come tante strade che portano sempre nello stesso posto, pensi che stai andando da qualche altra parte, ma invece resti sempre lì. Forse se fossimo davvero liberi ognuno creerebbe il proprio vestito, che lo identifica, con una forma e un aspetto che lo rappresenta, ma sappiamo tutti che se ci vestiamo diverso da quello che è la “moda” verremmo visti come strani, e giudicati se non isolati da molte persone, perché siamo diversi dalla massa. 

Questo fu il primo tassello, quando decisi di togliermi le cuffie alle orecchie, di togliere lo sguardo dal cellulare e guardarmi attorno, ho visto un mondo fatto tutto uguale, dove ogni casa è simile, un mondo che era una grande illusione, dove credevi di avere la libertà di scegliere la tua casa, ma in realtà se pensi di costruirla secondo un tuo pensiero, verresti bloccato da mille paletti burocratici e leggi varie, che ti riporteranno ad avere una casa simile a tutte le altre.

 

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Forse questo fa ricordare un pochino la situazione attuale, ci dicono puoi farti questo siero o quest’altro, ma alla fine hai veramente la libertà di scegliere? E se provi a dire no, vieni ricattato fino a che non trovano il modo di farti cedere, perché vieni isolato completamente dalla società, senza un lavoro, senza una vita sociale, come una persona che decide di vestire come si sente, che non può essere ammessa nella maggior parte dei lavori perché non segue un certo dress-code, che viene isolata, perché soprattutto tra i gruppi di ragazzi magari prendono in giro pure te se segui quella persona, forse la libertà di scelta ci è stata tolta da molto più tempo di quando noi crediamo, rendendoci tutti simili, praticamente uguali, sottomessi, nel restare chiusi dentro i confini che chi ci governa a posto alla nostra mente, senza creatività ed identità.

 

La Conoscenza è Libertà!

Penso che in pochi si siano accorti come che le persone nel tempo siano diventati sempre più ignoranti; ma come? Adesso c’è la scuola pubblica!

Eppure la conoscenza non è legata solo a ciò che è scritto nei libri, ma anche ad aspetti quotidiani che ti permettono di rendere la tua vita più semplice, dandoti la libertà di muoverti con sicurezza, di sapere come trovare nutrimento, riparare qualcosa  che non funziona più ecc… Vi faccio un esempio, conosco una persona di una certa età che si è costruito casa da solo, sa riparare per buona parte la sua auto, prendendo pezzi di ricambio, sa sistemare l’impianto elettrico della sua casa, e magari creare una qualche illuminazione in più all’esterno. Quando c’è stato un periodo di siccità nel suo paese, senza l’aiuto di nessuno ha preso una grossa cisterna, l’ha agganciata alla tubatura di casa con tutto il sistema necessario per pompare l’acqua e poi ha acquistato l’acqua per la sua famiglia, creando un recipiente che è una riserva per necessità. Se tu lo metti in un campo aperto sa perfettamente quali piante, funghi, frutti si mangiano e quali no, se gli dai degli animali sa come trattarli, sa coltivare e creare i suoi frutti, sa anche cacciare con le armi, guidare grossi mezzi e tanto altro ancora, eppure questa persona ha solo la licenza di scuola elementare fatta anche da adulto, per apprendere a leggere e scrivere e le sue capacità e la sua conoscenza sono maggiori di tanti giovani laureati dopo anni di studi, che forse saprebbero fare una cosa di tutto quello che sa fare questa persona, solo perché specializzati in quel campo, come un ingegnere edile ecc… ma che non saprebbe nemmeno come coltivare una patata.

Questo per dirvi che ci hanno reso ignoranti, ci hanno tolto la manualità, la curiosità di fare le cose dicendoci che solo chi è specializzato in quel settore dopo anni e anni di studio le può fare, e tu, non puoi sapere più discipline insieme, è impossibile!! 

Eppure vi consiglio di andare a leggere la vita dei primi presenti degli Stati Uniti, e scoprirete che oltre ad essere politi, erano scienziati, hanno inventato cose oggi che utilizziamo comunemente, erano filosofi, letterari, matematici, e tanto altro ancora, avevano profonda conoscenza di discipline che tra di loro penseresti che non centrano proprio nulla, che non hanno correlazione, erano uomini di cultura e sapienza, che attraverso la loro conoscenza potevano guidare e aiutare il loro popolo. E adesso osservate invece il livello di conoscenza, dei presidenti e politici degli ultimi anni, notate qualche differenza?

Se hanno una laurea comprata è da dire grazie… e noi permettiamo che persone così ignoranti decidano della nostra vita, e li seguiamo come pecore, lamentandoci poi se le cose non vanno bene, se le bollette e le tasse aumentano e i nostri stipendi e pensioni diminuiscono, ritrovandoci a fare la fame, ma va bene, perché tanto loro “lo fanno per il nostro bene”.

 

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Come si fa a dire “Si” ad una persona che sa meno di me? Come si fa a non avere dei dubbi se quella scelta economica/politica/sanitaria sia corretta, quando la persona a decidere è un ebete di quella portata?

Eppure l’ignoranza di un popolo che ha smesso di riflettere, di sapere come cavarsela da solo senza la necessità di persone che gli gestiscano la vita, ha portato a questo, lasciandosi totalmente sottomettere.

Forse queste persone ignoranti che ci governano non sono lì per caso, ma perché una persona ignorante è più facile da manipolare, se un burattino ha una Coscienza, può riflettere e decidere che magari quel movimento che quel burattinaio vuole fargli fare non è proprio giusto, e quindi decide di spingere il braccio verso il basso, mentre chi dirige i suoi fili vuole che lo alzi, il burattino crea resistenza, si oppone, e chi sa, forse prima o poi capisce che lo sforzo per opporsi è troppo per lui e a via di provarci e riprovarci, lui che ha una coscienza si osserva attorno, e nota un oggetto acuminato come una lama che decide di usare per tagliare quei fili, che lo connettevano al burattinaio, diventando finalmente veramente libero. E questi fili, non sono semplice allegoria, ma come la grandissima autrice ed insegnante spirituale Angel Jeanne mi ha sempre insegnata, esistono veramente, e ci connettono tutti quanti, e finché non impariamo ad alleggerirci da essi non saremo mai completamente liberi di muoverci, ma dovremmo spingere più forte di chi ci tira in basso.

Vi voglio fare un esempio semplicissimo, mi sono ritrovata ad inizio del 2020 a fare una scelta, da che lato stare, se essere complice, o lottare, non solo resistere, perché resistere alla lunga stanca e quando si è deboli, si diventa vulnerabile e spesso l’attacco e la miglior difesa.

Immagino che tante persone come me si sono trovate a camminare per strada senza museruola ed essere insultati da perfetti estranei, che un mese prima magari non ti avrebbero mai calcolato, saresti passato davanti i loro occhi per poi essere completamente dimenticato, ma oggi loro completamente manipolati a causa della loro profonda ignoranza hanno deciso di usare quel filo per abbassarti e rimetterti al loro livello, per metterti sul loro piano, lasciandoti non un senso di felicità, ma di rabbia mista ad amarezza, magari rovinandoti la giornata. E ugualmente, quanti di voi si sono ritrovate persone che inizialmente la pensavano come te ma si sono arrese decidendo di fare il caro siero magico,, e invece di sostenerti ogni tanto sbucano e ti dicono “Arrenditi, ogni tanto nella vita bisogna arrendersi, lo dico per il tuo bene, sono preoccupata per te, perché se non ti fai i tamponi e non vai a lavoro, come fai a mangiare a pagarti le spese ecc… arrenditi…”, lasciandomi sempre un amaro profondo e un sconcerto incredibile, perchè cercare di portare giù con se chi sta lottando?

Ma noi esseri umani non dovremmo essere così, questa profonda oscurità fa si che tutte le nostre connessioni vengano usate contro di noi per portarci giù, sempre più giù verso strade sbagliate, come i ragazzini con le droghe, le sigarette, e le canne fin da piccoli a spaccargli il cervello, se uno non vuole viene escluso dai gruppi, viene visto come un debole ecc… quando nessuno si chiede che forse il fatto che proprio in un determinato periodo in cui le persone dovrebbero essere più infervorate e piene di Animo per lottare, guarda caso iniziano a circolare droghe, a renderne legali alcune come la Cannabis, fateci caso proprio ora, per renderci rimbambiti, così che non abbiamo la voglia manco di alzare un dito, per quanto abbiamo il cervello e l’Animo spaccato!

In uno dei sui libri Angel Jeanne, scrisse una frase che qui cito:

“Ci teniamo a vicenda, non perché si stia cadendo, ma per spingere l’altro ad andare più in alto, una volta per uno”

La tengo scritta sempre accanto a me per ricordarmi sempre il senso profondo e la saggezza dietro queste parole, perché qui c’è la vera umanità.

Forse è il momento che, se vogliamo imparare ad essere liberi, impariamo prima di tutto a lasciare liberi, che sia un amico, un conoscente, e smettere di avere la pretesa di possederlo, di vedere sempre le cose negative di lui, rinfacciandogliele e di buttarlo giù, di essere continuamente gelosi l’uno dell’altro, invece di sostenerlo nelle sue lotte, nelle sue azioni, di dargli forza, aiutandolo a stare su, e così a sua volta questa persona poterci essere accanto per sostenerci mentre avanziamo, come gli ingranaggi di una macchina sana ed armoniosa, spinta dal desiderio di voler stare bene, di evolversi e crescere.

 

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Ora qualcuno mi potrebbe dire e se un nostro caro fa qualcosa di illegale e di negativo, non posso di certo sostenerlo, ma sicuramente non puoi chiuderlo in casa togliendogli le chiavi, come dei genitori hanno fatto con i loro figli perché non volevano vaccinarsi! Anzi nella mia vita sento spesso di genitori che invece sostengono i figli che assumono determinate sostanze e spesso si drogano pure con loro, invece con questa storia della Farsa attuale si sentono in diritto di fargli ogni tipo di sopruso e ricatto, dicendogli che non ti pago più gli studi, ti tolgo ogni soldo, togliendogli letteralmente le chiavi di casa e lasciandolo bloccato per giorni, sequestrandolo. Per qualcosa che non dovrebbe essere illegale e negativo, ma una semplice libera scelta di vita, se non mi vaccino resto uguale a prima, sono sempre io, perché mi odi così tanto, forse questo dovrebbe far capire che questo odio verso i non seriati non è normale, e che viene magari alimentato da qualcuno o qualcosa.

Ma qui siamo arrivati a questo, dove lo Stato ti toglie i figli se non segui le regole del governo, ma non difende il giovane quando invece è il genitori ad imporre qualcosa che non va bene.

 

Mi sono spesso sentita dire in questi anni la frase che non sopporto “La tua libertà finisce dove inizia la mia”, una frase che a mio parare viene usata solo per chiudere il discorso, quando vuoi creare un muro perché non sai come controbattere, perché la pensi così punto e basta, voglio stare con la mia testa dentro la sabbia, non mi importa di vedere il resto del mondo.

Qualcuno mi potrebbe ribadire che si ok, ma non è che qui tutti possono fare tutto, non è che tu puoi decidere di essere libero di accoltellare o derubare gli altri, invadendo quindi la libertà, la vita e gli spazi degli altri. E qui io mi chiedo, se tu avessi la libertà di difenderti, se avessi pienamente il diritto di difenderti, forse l’altra persona ci penserebbe due e più volte prima di farti del male. Oggi abbiamo perso questa libertà, la legge tutela l’aggressore e non chi viene aggredito, ti ritrovi che se qualcuno viene a derubarti in casa, e se gli dai una botta in testa o lo chiudi in una stanza aspettando la polizia, vieni arrestato e condannato tu e l’altro viene liberato. Non puoi usare nessuna arma per legittima difesa, nemmeno il teaser, se tu avessi un arma chi si avvicina ci penserebbe due volte perché potresti essere pericoloso per lui, e se poi la legge ti difendesse veramente, quando l’aggressore che sa che potrebbe subire delle vere condanne, pesanti e no che finisce una settimana in gabbia e poi nuovamente libero a svolgere la sua “professione”, forse ancor di più ci penserebbe molto prima di farti del male.

Ci ritroviamo che chi paghiamo con i nostri soldi per difenderci in realtà sta dalla parte di chi ci deruba, li conoscono, hanno accordi ecc… Se qualcuno vuole occupare la tua casa, le forze dell’ordine ti dicono che loro non possono farci nulla, e questo in molti lo hanno vissuto. Se vieni derubato e aggredito, le forze dell’ordine vengono dopo minimo due ore, non prendono impronte ne nessuna prova e tutto va nel dimenticatoio. Invece però quando degli onesti cittadini vogliono manifestare il loro dissenso verso delle leggi ingiuste, ecco che arrivano subito, anzi li trovi già in piazza in assetto da guerra, verso questi pericolosissimi manifestanti, che se la godono mentre loro bardanti dalla testa ai piedi picchiano gente con le mani alzate, e sapete il bello e che se tu provi a difenderti da questo gendarme, vieni pure multato penalmente, perché loro sono la legge, la giustizia e tu non puoi difenderti da loro, perché non sono esseri umani con una mente manipolabile che possono eseguire ordini ingiusti, no, loro non possono fare errori, quindi tu cittadino comune devi stare zitto, sottomesso e seguire i loro ordini, e magari continuare a pagargli lo stipendio per farti stare sottomesso.

Non mi ero mai ritrovata in vita mia a vedere scene di questo tipo, dove la polizia tira lacrimogeni in una folla inerme e seduta, con bambini che vomitano per l’effetto di quello schifo, anziani che si accasciano, persone che erano lì in tutta serenità e tranquillità che si ritrovano a tornare a casa con ferite e l’amarezza di essere stati abbandonati da chi ti doveva difenderli.

 

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Questo dovrebbe farci riflettere, perché se le forze dell’ordine ci sono e sbucano in centinaia per fermare una persona che cerca di far valere i propri diritti, come quando una persona senza il nazi-pass vuole entrare a pagare una semplice bolletta, ci fa capire quanto è marcio il nostro mondo e quanto per il governo non siamo nessuno, loro usano la Difesa per Sottomettere il popolo che non accetta le loro regole, e non per Proteggerlo. Ci hanno sequestrato, ridotto e spezzettato sempre di più la nostra libertà di difenderci.

 

Voglio arrivare ad uno degli aspetti della libertà che in questo periodo mi ha sconcertato, la libertà di spostarsi e muoversi liberamente.

Fin da piccola non ho mai capito a cosa servissero i passaporti, avere autorizzazioni per andare da un paese all’altro, per spostarmi, a che servono le dogane ecc… gli adulti mi dicevano che servono per controllare chi esce e chi entra e impedire che persone cattive possano entrare nel mio paese. 

Eppure dopo due secondi dalla TV sentivo che uno straniero aveva stuprato qualcuno, che era un pluricondannato nel suo paese, che c’è la mafia nigeriana che fa arrivare donne per scopi sessuali e altro, che c’è il traffico di droga, che arrivano assassini, che molti delle persone che hanno fatto gli attentati in Francia sono passati per l’Italia, che esiste qui traffico di ogni tipo dalla Cina, Sud America ecc… e mi sono chiesta, forse questi mezzi di controllo non funzionano poi così tanto se tutto questo schifo entra ed esce nel nostro paese con tanta facilità, o forse non servono a controllare loro ma a controllare noi.

Con la nascita del passaporto vaccinale dopo la scusa della pandemia, la cosa è diventata estremamente chiara a molti, il controllo totale delle persone, in ogni loro singolo spostamento e azione, tanto che se non sei in pari con i dettami del Governo non puoi muoverti, e attualmente non puoi prendere il bus per andare nel quartiere vicino o nel paese vicino, dove magari c’è il supermercato, un bene di prima necessità, che qui dove vivi non hai. Non hai diritto a farti curare, di andare a trovare la tua famiglia lontana e se vivi in un’isola senza il tampone (di cui la gente deve smettere di renderlo un abitudine e di farlo per tutto), non puoi uscire dall’isola rimanendo letteralmente sequestrato, imprigionato. 

Perché ci vogliono bloccare così tanto nel movimento e controllare dove andiamo? Forse hanno paura che andiamo a curiosare dove non vorrebbero, come certi parchi dove sotto centinaia di metri sotto terra sono presenti basi militari dove si fabbricano armi e chi sa che altro?

Forse non vogliono che muovendoci, conoscendo culture o modi di essere diversi da noi, possiamo aprire la nostra mente e iniziare a riflettere, e forse chi sa ribellarci?

Ci vogliono sottomessi in ogni lato e dobbiamo fare di tutto per riprenderci la libertà di spostarci e muoverci, sia nel nostro paese che tra i paesi vicini, in totale libertà, o altrimenti dobbiamo esigere che i nostri confini vengano veramente protetti e no che cani e porci possano entrare senza nessun controllo e anzi esaltando la cosa come di grande umanità.

 

La libertà è qualcosa che dovremmo avere dalla nascita, ma che non abbiamo, siamo già timbrati da un’identità decisa dal governo, con un nostro codice, e per non parlare poi della famiglia che pensando che i figli siano di loro appartenenza perché li hanno procreati, li iniziano a programmare fin da bambini decidendo per loro cosa è giusto e sbagliato, cosa possono e non possono fare, senza riflettere che magari quegli stessi insegnamenti che danno loro stessi non sono tanto giusti. E qui voglio arrivare ad un argomento che mi ha colpito molto. Un giorno una persona mi disse che il figlio di tre anni, non si ricorda il mondo senza mascherine, pensa che le persone hanno sempre portato le mascherine, che non si abbracciano gli estranei e si sta lontani da tutti.

 

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Da ciò mi chiedo come sarà questo bambino da adulto, se ha perso tanto affetto, calore e umanità.

Ci cancellano la storia e ci programmano la realtà facendoci credere che è sempre stata quella e in tanto eliminano chi sa la verità.

Vi racconto questa storia, quando ero ragazzina, avevo una famiglia come vicini di casa disastrata, loro avevano un bimbo, che era un tempistello e nessuno dei vicini sopportava, questo bimbo veniva trattato malissimo dalla sua famiglia, picchiato, una volta avevo visto la madre tirargli a terra una merenda urlandogli “tieni cane!”, da altre fonti sapevo che questi genitori sniffavano davanti al figlio piccolo, e la madre non lo degnava mai di un abbraccio. Potete immaginare che il bimbo non sapeva minimamente cosa fosse il rispetto, rispondeva così come i genitori rispondevano a lui, e distruggeva e rompeva ogni cosa, senza mai dire scusa, non sapeva cosa fosse. Io ero di qualche hanno più grande di lui, però non sopportavo che venisse trattato in quel modo, e lo trattavo come un essere umano, gli sorridevo, quando avevo modo gli facevo dei regali come facevo agli altri bimbi, lo abbracciavo, gli facevo il solletico per farlo ridere, e gli dicevo bravo quando lo era, e lo difendevo quando le persone vedevo che esageravano con lui. Questo bambino infatti rispettava ed ascoltava solo me, e per anni dopo mi ha sempre trattato con rispetto. Ahimè sono stata con lui per poco, dovendomi trasferire lontano, quindi oggi è cresciuto facendo il “mestiere” della famiglia, dopo che è stato portato via dai genitori, alla fine quello che gli era stato insegnato gli era rimasto.

Noi non stiamo pensando cosa sta implicando nella nostra mente l’uso della mascherina, quanto potere psicologico, mentale ha su di noi, noi non comunichiamo solo a suoni (che con quel coso non ci si sente nemmeno quando si parla), ma anche a gesti e ad espressioni. Non vedere più i sorrisi della gente, ma dei pupazzi inespressivi da tenere pure lontano, anzi proprio quando ti avvicini e stai in aggregazione “Devi Assolutamente Metterla!!!”, quindi insegnando che stare insieme agli altri è pericolo, togliendo i sorrisi e gli abbracci come i genitori e i vicini di casa li avevano tolti a quel bimbo, togliendoci la capacità di parlare e di poter dire la nostra, perché chiudiamo la bocca, questo gesto ci dovrebbe far riflettere sull’impatto psicologico che hai in noi! Ci stanno separando, rendendo sempre più macchine senza anima, ci stanno togliendo la nostra umanità e nostri figli stanno crescendo con queste regole, lontani anche dagli altri bambini, perché è pericoloso stare insieme e bisogna studiare  a distanza, fare le feste tramite webcam, così che sanno cosa diciamo e facciamo.

Dei bambini che crescono così, potranno mai avere fiducia negli altri, avere un senso di umanità e aiutare chi magari sta soffrendo e sta male, avere empatia per il prossimo, fare del bene? O saranno i primi a tradire, allontanare e abbandonare il prossimo?

Riflettiamoci.

 

Dopo tutto quello che ho detto fin ora, non posso che pensare che tra noi e uno schiavo del passato non c’è poi tanta differenza, hanno preso la nostra libertà e ce l’hanno tolta mettendoci delle catene che sono illusioni, facendoci credere ad una narrativa inesistente ed usando una delle catene più potenti, la Paura!

Perché la paura blocca il corpo e la mente, e solo chi ha un Anima ha la forza di andarvi contro e fare la cosa giusta, solo l’anima che stanno uccidendo, sia chimicamente che mentalmente, solo l’Anima che si trova nel nostro più profondo, fuori da questa rete di manipolazione e di catene, solo ella è veramente libera, e se impariamo a connetterci veramente ad essa lo possiamo essere anche noi.

 

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Ci sarebbe ancora tantissimo da dire su questo argomento, voglio terminare dicendo solo una cosa, credo che la libertà sia come quella statua che i francesi hanno donato agli americani in onore della loro indipendenza, da un popolo che aveva lottato contro la tirannia ad un altro che ha ottenuto la propria libertà.

Quando guardo quella statua cerco di provare quel sentimento profondo che i francesi volevo trasmettere, la vedo imponente e tesa in ogni suo muscolo verso l’alto, il braccio che porta la torcia non sorregge semplicemente ma tende con ogni sua parte a portare quella luce verso l’alto, sempre più in alto, perché la luce possa illuminare tutto ciò che le circonda, come la conoscenza illumina la nostra vita, nonostante sia ferma mi da un senso di avanzamento, come se fosse pronta a camminare, andare ovunque portare quella luce in ogni luogo, perché la libertà è movimento, e allo stesso tempo per quanto quel braccio è così teso verso l’alto il suo sguardo è davanti a se, verso coloro e cosa gli sta attorno, verso tutti, perché essa non appartiene solo ad una persona, al capo degli schiavi che decide per gli altri, ma è di tutti, appartiene a tutti, tutti possono essere liberi. Lei non ha una corona fatta di onde dolci, ma sembrano come degli spuntoni, che vanno a proteggere la sua mente da ogni manipolazione, perché la libertà va difesa, e va conquistata, non stando fermi a guardare, perchè tanto è il vicino che viene discriminato mica io, ma e saperla mantenere e conquistare, come tutti coloro che nei secoli hanno ottenuto la loro libertà combattendo, come Giovanna d’Arco, una Santa una vera Illuminata che nella sua potenza e giovane età ha preso in  mano la sua vita e quella del suo paese e lo ha guidato a prendere la sua libertà, da una guerra che durava 100 anni!!!

Non dimentichiamo il passato e i veri grandi eroi come hanno abbattuto chi li ha schiavizzati.

Riprendiamoci la nostra libertà ogni giorno pezzo per pezzo, combattendo, per ciò che da dentro sentiamo essere giusto.

 

Lucia

 

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Il mio pensiero di Libertà

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Penso che la libertà sia prima di tutto uno stato mentale. Qualcosa che possa essere associato alla sensazione di pace e di benessere che si può provare all’interno della propria mente. Qualcosa che ci fa sentire vivi. Un po’ di tempo fa mi è capitato mentre camminavo sulle mura di Lucca di provare una sensazione di libertà e di pace assoluta. Stavo semplicemente camminando, era una bella giornata con un bel sole che riscaldava in una giornata non troppo fredda ma neanche eccessivamente calda. Ero circondato da molte altre persone, che si godevano la giornata. Dal nulla una sensazione di estremo benessere e felicità mi pervase, mi sentivo così vivo e così bene mentre quel sole mi scaldava la pelle e il vento fresco e pulito autunnale si muoveva verso di me. Mi sentivo felice e vivo. Libero da qualunque pensiero e mi godevo il momento. Penso che la libertà possa quindi essere associata al sentirsi vivo, da questo penso anche che chi non ha vita dentro di sé, non possa provare la vera libertà ma solo dei surrogati che lui penserà siano libertà. Quei momenti possono essere rari e infatti la maggior parte del nostro tempo non siamo liberi, siamo costantemente immersi in quello che facciamo. Penso anche che la libertà non sia solamente mentale ma sia ovviamente anche di natura fisica e ad oggi questo tipo di libertà è messa a dura prova, ad oggi la libertà sta venendo meno e la maggior parte delle persone se ne sta accorgendo. 

Penso anche che essere liberi sia prendere decisioni con la propria testa, cosa che non è per nulla semplice perché siamo influenzati quotidianamente dalle parole, dal giudizio altrui e non solo. A volte si può essere influenzati in positivo e prendere delle decisioni giuste, ma sono molte di più le volte in cui a causa di qualcun altro prendiamo delle decisione sbagliate. Le persone che ti influenzano positivamente sono estremamente rare, io le posso contare sulle dita di una mano. E non le utilizzo neanche tutte. La mia libertà l’ho trovata grazie ad Angel e i suoi insegnamenti, so che i suoi insegnamenti potranno rendermi davvero libero e già ora mi hanno fatto assaporare la libertà che tutti dovremmo desiderare di avere. 

 

-Gianlu

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Anima Libera

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Scivola via il tempo

come immagini riflesse

dentro a un fiume, in uno specchio

di illusioni e debolezze

Dici che non avrai rimpianti

ma poi intanto già ti penti

Degli sbagli che hai commesso,

le emozioni che hai vissuto

e di qualunque  sentimento

Che hai provato e che hai lasciato

che ti mangiasse dentro

 

Quella volta

Ti hanno detto

di prendere quel treno

e sei finito ad osservare

il mondo dietro a un vetro

A guardare il tuo riflesso

dentro il tempo scorre lento

ma fuori va veloce

mentre tira forte il vento

 

Ti hanno detto

che alle volte

è meglio restare a guardare

che se rimani dietro al vetro

niente ti potrà toccare

Non il vento, non il freddo

la tempesta e non la neve 

non quel raggio di sole

che ti scalda quando piove

 

Ma della vita oggi 

Dimmi cosa ne rimane 

Dei riflessi dei ricordi 

Se non trovi più la chiave

E ti accorgi all’improvviso 

Come petali di un fiore 

Che per quanto l’annaffi

Prima o poi si secca e muore

Quello che c’era ieri

Non può durar per sempre

Quello che credevi oggi

Domani lo vedi

 

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Differentemente

Ora vedi un cielo nero

In un orizzonte infinito 

Ma getteresti un libro intero

Per un solo capitolo?

 

La vita 

non è un treno 

Che si ferma alla stazione

Non è nebbia che compare 

Sotto la luce dei lampioni 

Un semaforo arancione

O tenere un aquilone

Non sono le luci del mattino 

Che intrappolano il cuore 

Come ragnatele sottili 

Che brillano al sole 

 

Io

Ti insegnerò a volare

e andare sempre più lontano

Ti lascerò cadere

per atterrare piano

E ti potrai rialzare

prendendo la mia mano

Che ti terrà lontano

da ciò che ti vuole male

 

Sarò la tua fortezza,

sarò come una barriera 

che renda l’Anima più libera

e non per sempre prigioniera

Sarai libero di andare,

avrai ali e non catene

 

Però potrai tornare,

io sarò sempre

Qui

 

Se vorrai potrai restare, 

sarò

Per sempre 

Qui

 

Vanilla

_____________________

 

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Scivola via il tempo

come immagini riflesse

dentro a un fiume, in uno specchio

di illusioni e debolezze

 

Il tempo scorre veloce e ci scivola via dalle mani come tutte quelle illusioni che durante la nostra vita rincorriamo senza accorgerci che non sono reali; queste sono solamente illusioni che scorrono veloci come dentro un fiume e sfruttano i nostri punti deboli per farci cadere nell’inganno (in uno specchio di illusioni e debolezze) 

 

Dici che non avrai rimpianti

ma poi intanto già ti penti

Degli sbagli che hai commesso,

le emozioni che hai vissuto

e di qualunque  sentimento

Che hai provato e che hai lasciato

che ti mangiasse dentro

 

Ci ripromettiamo di essere forti (dici che non avrai rimpianti) ma subito dopo siamo già colti dai rimorsi, dai rimpianti e ci lasciamo abbattere dalla negatività, perché quella forza che ci sforziamo di avere e che ricerchiamo nelle cose esterne, è anch’essa illusoria così come illusorio è tutto il resto che viviamo, come le emozioni e i sentimenti manipolati dall’oscuritá che lasciamo entrare dentro di noi. 

 

Quella volta

Ti hanno detto

di prendere quel treno

e sei finito ad osservare

il mondo dietro a un vetro

 

Il treno rappresenta la nostra vita, il viaggio che stiamo facendo ma il cui percorso è già stato deciso da altri, e come un treno ci ritroviamo a dover seguire dei binari invisibili. Infatti ci è stato fatto credere che prendere “quel treno”, la via decisa da loro, gli altri, fosse la cosa migliore. La figura del treno sta anche ad indicare quella fretta, quell’illusione di doverci sbrigare e di dover cogliere tutte le opportunità che ci vengono messe davanti; opportunità a cui ci viene fatto credere di non poter assolutamente rinunciare e che non possiamo assolutamente farci scappare (ad esempio le famose espressioni “il treno passa una volta sola” o “perdere il treno”) ma così facendo ci ritroviamo a vivere la vita che qualcun altro ha deciso per noi, senza avere la possibilità di decidere per noi stessi e ritrovandoci a guardare il mondo da dietro a un vetro senza poter fare nulla (e sei finito ad osservare il mondo dietro a un vetro). 

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A guardare il tuo riflesso

dentro il tempo scorre lento

ma fuori va veloce

mentre tira forte il vento

 

Dentro a questo treno, durante il corso della nostra vita, ci ritroviamo a guardarci dall’esterno (osservando il nostro riflesso  mentre guardiamo fuori dal finestrino); il tempo continua a scorrere veloce e noi, rinchiusi dentro al treno, veniamo colti da quella finta calma, da quell’apatia che ci vuole fare illudere che la realtà sia “tutta lì”, sia tutto ciò che possiamo vedere in quel vagone; ma la realtà non scompare solamente perché noi la ignoriamo e fuori il tempo scorre veloce e il vento continua a tirare forte anche se a noi ci sembra di non sentirlo perché ci troviamo dietro al vetro. 

 

Ti hanno detto

che alle volte

è meglio restare a guardare

che se rimani dietro al vetro

niente ti potrà toccare

Non il vento, non il freddo

la tempesta e non la neve 

non quel raggio di sole

che ti scalda quando piove

 

Ci fanno credere che sia meglio restare a guardare, che sia meglio non agire e non reagire, perché in questo modo saremo al riparo da ciò che “c’è fuori”. Infatti ci viene detto che non agire, che rimanere dentro al vagone, ignorando ciò che c’è fuori, ci terrà al sicuro e che non potrà toccarci nulla. Ma non è così e non riusciremo mai a trovare quel “raggio di sole”, che è ciò che potrebbe scaldarci e renderci Liberi e, in mezzo all’Oscuritá, accendere una Luce in noi. 

 

Ma della vita oggi 

Dimmi cosa ne rimane 

Dei riflessi dei ricordi 

Se non trovi più la chiave 

 

Quindi rimani nel vagone del treno, ma  cosa te ne fai di quelle immagini che continui a vedere riflesse nel vetro, e cosa rimane alla fine di ciò che hai vissuto, di quelle illusioni, se non riesci a trovare la chiave per la Libertà? Sei in una gabbia e la chiave per aprirla è la spiritualità, che ci connette a Dio, alla Forza, e alla nostra Anima, che ci mostra quale sia la vera Realtà. 

 

E ti accorgi all’improvviso 

Come petali di un fiore 

Che per quanto l’annaffi

Prima o poi si secca e muore

 

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Quindi continui a riflettere e improvvisamente inizi a prendere consapevolezza di queste illusioni, rendendoti conto che per quanto tu possa correre dietro ad esse, queste sono destinate a finire perché sono appunto illusorie (come petali di un fiore che per quanto l’annaffi prima o poi si secca e muore) 

 

Quello che c’era ieri

Non può durar per sempre

Quello che credevi oggi

Domani lo vedi

Differentemente 

 

Infatti ciò che viviamo è solamente un’illusione e come tutte le illusioni sono destinate a sparire; quindi inizi a prendere coscienza di ciò e a cambiare il tuo modo di vedere le cose (quello che credevi oggi domani lo vedi differentemente) 

 

Ora vedi un cielo nero

In un orizzonte infinito 

Ma getteresti un libro intero

Per un solo capitolo? 

 

E anche se ora riesci a vedere solamente il cielo nero sopra la tua testa, e non riesci a trovare quel raggio di sole, dovresti pensare che l’orizzonte, il cielo, è infinito ed è molto più ampio di quello che tu riesci a vedere con gli occhi. Quindi quale è il senso di gettare un intero libro solamente per un capitolo? La figura del libro è sia per la speranza di poter voltare pagina, capitolo, in qualunque momento, di poter decidere di cambiare le cose e di prendere in mano la nostra vita; sia si riferisce più ampiamente alla vita dell’Anima. Infatti quello che stiamo vivendo è solamente un capitolo, non dobbiamo permettere di buttare via la Vita della nostra Anima, tutto ciò che ha vissuto, per “un solo capitolo”, vivendo una vita fittizia e illusoria. 

 

La vita 

non è un treno 

Che si ferma alla stazione

Non è nebbia che compare 

Sotto la luce dei lampioni 

Un semaforo arancione

O tenere un aquilone 

 

La vita infatti è molto di più, non si trova all’interno di quel vagone; non è un treno, non possiamo seguire il percorso già stabilito (dei binari), non fa fermate e non si ferma se non siamo noi a farlo prendendo il comando del treno; non è l’illusione che stiamo vivendo e che assomiglia alla nebbia che quando è illuminata artificialmente sembra quasi reale, sembra un muro solido, ma che alla fine si rivela essere  solamente nebbia. Non è un semaforo arancione, ovvero quella frenesia e quella fretta che ogni giorno ci rincorre e ci mette l’ansia di correre. La vita non può essere neanche vissuta nell’incertezza, come un aquilone in volo che segue il vento e rischia di cadere in qualunque momento. 

 

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Non sono le luci del mattino 

Che intrappolano il cuore 

Come ragnatele sottili 

Che brillano al sole 

 

E non sono neanche quelle illusioni positive che ci vengono messe davanti, “il male minore” (che intrappolano il cuore), che sono delle trappole e che come le ragnatele,  quando vengono illuminate dalle luci dell’alba, brillano al sole e ingannano gli insetti, ci fanno credere di essere positive ma non lo sono. 

 

Io

Ti insegnerò a volare

e andare sempre più lontano

 

L’unica via per essere veramente Liberi è la spiritualità e la connessione con la Forza (“Io”, infatti, è Dio). Dio potrà insegnarci a volare, a staccarci dalla vita illusoria e grazie a Lui potremo evolverci e trovare la chiave che cerchiamo (andare sempre più lontano). 

 

Ti lascerò cadere

per atterrare piano

 

Se ci fidiamo di Dio e decidiamo di seguirlo, anche quando ci sembrerà di cadere, anche quando ci sembrerà di non comprendere il Suo disegno, Lui non ci farà mai del male e ci farà “atterrare piano”, senza ferirci in alcun modo. 

 

E ti potrai rialzare

prendendo la mia mano

Che ti terrà lontano

da ciò che ti vuole male 

 

Dio ci aiuterà sempre a rialzarci, tendendoci “la sua mano” in qualunque momento

 

Sarò la tua fortezza,

sarò come una barriera 

che renda l’Anima più libera

e non per sempre prigioniera 

 

E sarà in grado di proteggerci facendoci scudo da ogni male. È solamente grazie alla Forza che troveremo la Forza che si trova dentro di noi e che ci renderà Liberi perché al riparo dall’Oscuritá e allo stesso tempo  non prigionieri della realtà illusoria in cui viviamo. 

 

Sarai libero di andare,

avrai ali e non catene 

 

Infatti Dio non ci obbliga a seguirlo, ci dona “ali” per renderci Liberi, e non “catene” che sono invece ad esempio quelle del Low che ci legano e ci tengono intrappolati. 

 

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Però potrai tornare,

io sarò sempre

Qui

 

Se vorrai potrai restare, 

sarò

Per sempre 

Qui

 

E se vorremo potremo “tornare” da Lui in ogni momento, grazie alla spiritualità, e connetterci a Lui e “restare” per tutto il tempo che vorremo. “Per sempre Qui”: perché Dio è in ogni luogo e in ogni tempo e perché si ricollega al Qui ed Ora, in quello stato che dobbiamo tenere per entrare in connessione con Lui. 

 

Concludo con una citazione di Angel Jeanne che qualche giorno fa ho trovato “casualmente”, aprendo il libro che ha scritto su Dio: 

 

“La Forza, Dio, è dentro di noi, non solo fuori. Dio è dentro, fuori, intorno, ma è essenziale capire che non è una cosa esterna, è dentro, è fuori, è ovunque, ma se stai cercando Dio, prima di tutto esplora il tuo interno.

(..) 

Ciò che ti renderà LIBERO, felice, pieno, non è ciò che c’è fuori…

Il mondo materiale non è quello che stai cercando realmente, già lo possiedi

ma tu non sei qui per questo.”

 

Vanilla

 

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Ecco cosa è per me la libertà

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Libertà è il lottare fino alla fine per un ideale, il tuo ideale, anche quando nessuno crede in te.

Libertà è il sentirsi vivo, anche quando tutto sembra perso, perché arde dentro di te un’ incredibile forza e resilienza che ti rende invincibile.

Libertà è quando da bambina mio nonno mi portava per mano nel giardino di casa in campagna e ci ritrovavamo circondati da centinaia di lucciole che brillavano intorno a noi: sembrava di poter toccare le stelle.

Libertà è correre sul prato, sempre più veloce, senza nessuna paura di cadere e di farti male, buttarsi sull’erba, guardare il cielo e sorridere.

Libertà è l’emozionarsi davanti allo spettacolo della natura, alle sue forme e i ai suoi colori.

Libertà è l’abbraccio di quella persona tanto importante per te, che ti tiene stretto a sé, fino a sentire i due cuori vicini che battono all’unisono.

Libertà sono tutte quelle sensazioni belle che le piccole e semplici cose ti fanno provare. Non servono i soldi e la fama per essere liberi. Essere liberi è amare ed essere amato, senza pretese e senza volere nulla in cambio. Essere liberi è quel sentimento che ti fa sentire pieno, in pace e che ti rende incondizionatamente felice.

 

– anele

 

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Cosa significa per me la Libertà 

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Ogni cultura o religione potrebbe rispondere a modo suo, per ogni individuo ha un significato diverso. Un cristiano potrebbe affermare di essere libero quando fa la volontà del suo Dio, un individuo appena uscito dal carcere potrebbe dire che si sente libero per il fatto di non essere più rinchiuso dal punto di vista fisico, se fosse stato chiesto ad un marito cinese qualche secolo fa, forse avrebbe detto di essere libero proprio perché ha il diritto di decidere sulla vita e della morte di sua moglie, che veniva considerata solo una macchina per partorire dei figli e una senz’anima. Per me la libertà ha tre dimensioni:

 La prima è quella fisica, e diciamo che la maggior parte di noi è fisicamente libera.

– La seconda è la libertà mentale: Siamo mentalmente liberi? Ci sono stati molti momenti chiave della mia vita, che mi hanno fatto capire che pochissimi di noi sono mentalmente liberi. Sei cristiano, sei libero? Sei musulmano, sei libero? Come puoi essere libero, quando educhi i tuoi figli a essere il modello di schiavo perfetto della società e della chiesa che servi? Fai in modo che essi siano gli schiavi delle ideologie politiche, religiose o sociali. Insegni loro a seguire le regole che odi o in cui credi ciecamente, e molto probabilmente non capisci nemmeno! Non gli insegni a pensare… gli insegni solo ad ascoltare, obbedire ed essere sottomessi, a te e a tutto ciò che gli verrà detto, che siano esse istituzioni, persone… Gli dici: “Sei cattivo”, “ti punirò “o “sarai punito da qualcun altro “invece di capire il suo bisogno di Conoscenza. Lo fai perché sei stato condizionato e manipolato, senza rendertene conto, e quindi continui a trasmettere l’epidemia da una generazione all’altra, o peggio… sei convinto che questo bambino ti ringrazierà più tardi. Improbabile!! La maggior parte di noi vive in una schiavitù psicologica.

– La terza è la Conoscenza. La conoscenza ti avvicinerà a te stesso. La conoscenza ti aiuterà a capire che sei di più del corpo fisico, che tu sei Coscienza. “ La conoscenza rende liberi “! Tante volte ho pensato che praticamente nasciamo liberi. Ma ho capito che ci sono strati e strati di condizionamento che ci avvicinano ad essere sempre più manipolabili per finire a diventare dei burattini. I fili della tua marionetta non sono nelle tue mani, ma nelle mani di qualcun altro!! Ricordo che da bambina dopo aver ricevuto uno schiaffo in faccia e sentivo di aver subito un ingiustizia, mia madre mi portava dei dolci, ma le dicevo che non poteva comprare un mio sorriso con il cioccolato. Infatti difendevo la mia libertà, anche se questo significava non accettare il cioccolato. Col tempo ho capito che essere liberi non dipende da niente e nessuno. Nessuno infatti può toglierti la libertà. Ma non può darla neanche a te. C’è solo un piccolo impedimento. La libertà comporta una grande responsabilità! Ed ecco che arriva la paura dell’uomo. La paura di assumersi la responsabilità della propria vita, del proprio modo di essere, di andare contro tutto e tutti se ce ne fosse bisogno, del bene e del male che c’è in ognuno di noi. Recentemente, grazie ad un percorso di Conoscenza, sono arrivato a capire e accettare sempre di più l’idea che abbiamo la responsabilità di accettarci come siamo, di non soffermarci a dei ideali sbagliati, imposti dalla società, di comprendere cosa siamo e cosa potremmo fare per migliorarci.

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Anche le rose hanno le spine, anche il giorno è seguito dalla notte, anche l’inverno è seguito dall’estate… ma in tutto c’è un equilibrio. Solo chi lotta e s’impegna per migliorare se stesso e la sua vita, solo colui che ha sete di Conoscenza, che mette in pratica e non solo a parole, solo lui può essere libero. Qualche tempo fa maledicevo i giorni in cui soffrivo, perché stavo vivendo questa esperienza con un’intensità molto profonda. In seguito mi sono resa conto che l’approccio era molto sbagliato, che tutto questo avrebbe portato soltanto sofferenza, e invece di soffrire decisi di conoscere, di capire il perché di tutto questo. Solo così sarei diventata finalmente Libera!

Oggi guardo ogni esperienza con occhi diversi, con la curiosità di un bambino che vuole scoprire sempre di più, che fa le domande incessantemente, e mi chiedo: “cos’altro ho da imparare da questa persona, da questa situazione, oggi cosa voglio scoprire, perché nulla è impossibile se lo si vuole veramente!”. Le persone non arrivano mai ad esaudire i loro desideri, perché la maggior parte delle volte non sanno realmente cosa vogliono, cosa realmente desiderano e come mettere in pratica per arrivarci. Rimangono ingannate, vengono trasportate da una realtà fittizia, non credono nel libero arbitrio e non credono che potrebbero avere Tutto quello che desiderano, se solo lo volessero! La libertà non sono i numeri del conto bancario, non la si compra in nessun negozio, nemmeno sulla spiaggia di Bali, non si spalma sul pane e non si mangia! La libertà consiste nell’essere sincero con te stesso, scoprire cosa non ti piace, cosa non vuoi e poi quello che vuoi realmente. Qualsiasi cosa desideri è possibile quando ti senti libero, quando ti senti grato di quello che hai già, e quando vuoi di più.

 

 Nykole 

 

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La libertà di un tempo

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Che cos’è la libertà? 

Se non fosse stato per questo periodo, non avrei avuto ancora le idee chiare e probabilmente non avrei scritto questo articolo. Basta vedere le cose dall’esterno per capire subito che qualcosa non va. 

Immaginiamo un alieno che non conosce il nostro pianeta, rimane incuriosito e decide di passare del tempo con noi.

Questo povero malcapitato, non ha la benché minima idea di quello che gli aspetta. Vede noi presi dal panico, e ricattati sistematicamente da coloro che dovrebbero aiutarci per primi… il governo! 

Nota l’essere umano, considerato come un prodotto di mercato e visto solo come un’entità giuridica. Il suolo che calpesta non è di proprietà sua, peggio ancora sono le sue 4 mura; deve sudarsele per restare nel suo riparo. Il tutto va avanti solo con la moneta, sia per mangiare, per spostarsi, e anche per divertirsi…

Gli viene assegnato un debito da sanare per tutto il resto della sua vita. Lavora da mattina a sera, tutti i giorni, per tutte le settimane, mese per mese, anno per anno.

In compenso però, si guadagna un “buono uscita” comunemente chiamato “vacanza”, che dovrebbe durare mediamente 15 giorni l’anno.

Altro rimedio invece, sarebbe quello di avere una sorta di “pensione di sussistenza” a condizione che raggiunga la distruzione fisica e mentale; il governo si fa avanti e ti concede di non farti lavorare. 

Se poi l’uomo trova del tempo da dedicare a se stesso, lo butta davanti ad uno schermo…

Tanto ci pensa tutto lui: gli dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, decide la moda da seguire e i prodotti da acquistare, ti fa capire che siamo sotto attacco e in un clima di terrore, e in tutto questo, bisogna stringere la cinghia, lavorando di più e stare alla larga con il proprio simile. 

L’alieno sconvolto, visto che non può fare niente, decide di prendere una boccata d’aria, e vedere almeno quello che è rimasto del mondo esterno…

Non appena mette piede, gli viene fatto ricordare che c’è  la pandemia e l’aria che lui vuole respirare deve essere almeno filtrata da una mascherina, se poi devi entrare in un locale, devi almeno lasciare una firma al governo, dove almeno dichiari che il tuo corpo è di proprietà loro. Poco importa della tua salute, farai un numero incognito di punture, a prescindere delle responsabilità che dovrà prendersi e allo stesso tempo non avrà nessun diritto di sapere cosa c’è all’interno. 

Vorrei andare oltre, ma basta e avanza per capire a che punto siamo arrivati. Ritorno dunque alla domanda di prima:

Che cos’è la libertà? 

L’ESATTO CONTRARIO

Non so se tutto questo sia stato un bene o un male, so solo che comunque ad alcuni sia servito per fermarsi un attimo, Riflettere… e capire che qualcosa non va.

È arrivato il momento di uscire dal tutto, e riscoprire la libertà che un tempo avevamo. 

 

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Il nostro mondo, ora deve ritornare dal suo legittimo proprietario: l’essere umano! In quanto ne ha il pieno diritto e solamente lui può, difendere, curare e far evolvere Gaia.

Deve riprendere fiducia e capire il potenziale che possiede. 

È nella nostra natura, dare senza pretendere qualcosa in cambio, trasformare l’utile al dilettevole in ogni istante della nostra vita; il tempo che dedichiamo deve riguardare la nostra parte creativa e soprattutto la nostra crescita personale.

Dobbiamo ritrovare lo stretto contatto con la natura, in quanto unica parte integrante del nostro essere. 

Adesso non ci rimane che rimboccarci le maniche e credere solo ed esclusivamente in se stessi.

 

Manu87

 

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AVERE UNA FORMA

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È facile far credere all’acqua di essere nel contenitore giusto. Lei si modella e si adatta a qualunque forma il contenitore abbia. Non si pone domande su ciò che è o dovrebbe essere, lei non ha forma propria, vive assumendo la forma che le impongono gli altri. Crede di essere versatile, libera di cambiare, di assumere tante forme diverse, ma in realtà il suo cambiamento dipende solo ed esclusivamente dal volere degli altri.

Ognuno di noi crede di essere libero di agire secondo il proprio Essere, ma in realtà, proprio come l’esempio dell’acqua, siamo vincolati e sottomessi alle regole e ai modi di essere che la società ci impone. È difficile capire chi si è davvero, perché siamo continuamente bombardati da “forme” che ci impongono di seguire e, così facendo, perdiamo di vista la nostra “forma”. 

Libertà è capire chi si è davvero, ma, purtroppo o per fortuna, questo è solo il primo passo per iniziare il proprio viaggio verso la consapevolezza. Avere il coraggio di fare un viaggio interiore alla scoperta della nostra Essenza è certamente importante, ma non basta per definirsi liberi. La libertà vera e propria, infatti si ottiene quando si ha il coraggio di far fuoriuscire ciò che più è nascosto al nostro interno, ossia quando si riesce a far esprimere il nostro Essere più profondo e lo si libera dalle altre forme che non gli appartengono davvero e che rischiano di soffocarlo. Ascolta la tua Anima e seguila, sii ciò che sei davvero.

 

SdP

 

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Dalla passività alla Libertà

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 Mi sono chiesto molte volte cosa fosse la Libertà, ma in realtà non avevo mai riflettuto abbastanza, o forse semplicemente non ero ancora pronto per comprendere.

Quando ero piccolo vedevo la Libertà come se fosse irraggiungibile, soffrivo quando andavo a scuola e quando dovevo fare i compiti, aspettavo con impazienza e grande gioia l’arrivo delle vacanze estive e per un po’ di tempo ero libero, di giocare e correre nei campi, dalla mattina alla sera.

Poi con il passare degli anni e iniziando ad inserirmi nel mondo del lavoro il senso di Libertà è svanito quasi del tutto, e dai ricordi colorati di quando ero bambino sono passato a ricordi sempre più grigi, di giorni tutti uguali; stavo diventando un robot, un automa, un inconsapevole prigioniero.

Ma le cose da lì a poco sarebbero cambiate e gli eventi mi portarono a intraprendere il percorso di Risveglio e con esso il cambiamento, era tornato anche quel senso di sofferenza che spinge a cercare e sperimentare, allora agii con coraggio e cambiai vita, dal lavoro al modo di essere. Però questo cambiamento che mi faceva sentire libero in realtà creava disagio a chi mi stava vicino, come quando ero piccino, la mia libertà creava disagio a mia madre. Può la Libertà essere giusta per me ma non per altri? No, non era vera Libertà.

La pratica ed il tempo mi aiutarono a comprendere cosa fosse per me la Libertà, infatti con mia meraviglia quando meditavo o ero insieme ad altri Spirituali mi sentivo davvero bene, in pace con me stesso ed in armonia con ciò che mi circondava.

Ecco, avevo trovato la Libertà. Lei è stata sempre lì, dentro di me, nel silenzio del mio Essere.

Non è sempre facile, nella vita mondana, essere in quello stato, poiché sappiamo bene chi spinge nella nostra mente caos e separazione, ma sappiamo altrettanto bene che questi sono pura illusione.

Quando rileggerò queste righe fra qualche anno, forse sorriderò per quel che ho scritto, ma sarò contento della nostra Evoluzione.

 

Rod

 

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LA LIBERTÀ OGGI

 

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Con questo articolo vorrei condividere quello che penso sulla libertà, con alcune riflessioni personali, analizzando gli aspetti della libertà allo scopo di riflettere su due domande molto importanti: cos’è la libertà? La libertà è a rischio? 

Per alleggerire il tema ho inserito una mappa mentale dei punti trattati, allo scopo di aumentare l’interesse verso la lettura (punto fondamentale in ogni processo di apprendimento) e per riassumere tutto in un’immagine che possa essere ricordata più facilmente. Ho aggiunto anche un “termometro di rischio” per ciascuna voce.

COS’È LA LIBERTÀ.

Volendola analizzare sotto più punti di vista, la suddividerei come libertà di vivere, crescere, avere un’identità, decidere per la propria salute, ricevere informazione e istruzione, amare, socializzare, spostarsi, avere una privacy e esprimere la propria opinione. Questo è quello che penso di cosa sia la libertà, quindi è una catalogazione personale.

 

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  1. Libertà di vivere.

Ovvero la libertà di poter condurre una vita felice, in un ambiente pacifico, con un lavoro che ci lasci il tempo di vivere la nostra vita e le nostre passioni, dove si possa lavorare per vivere e non il contrario. La libertà di vivere in un ambiente dove i bambini e le bambine possano crescere al riparo dai conflitti e dalle violenze, dove le persone possano camminare la sera senza aver timore di subire aggressioni. La libertà di essere felici, divertirsi in modo sano, di vivere la propria spiritualità in serenità, senza costrizioni e lavaggi del cervello già dall’infanzia.

Questa libertà è messa a repentaglio da: guerre, sfruttamento lavorativo, lavoro minorile, debiti, violenza, pedofilia, “cure” obbligatorie, oscurantismo religioso, drogati, ladri, stupratori, regimi dittatoriali.

  2. Libertà di crescere.

Cioè la libertà di poter vivere l’infanzia, la preadolescenza, l’adolescenza, ecc. quindi ciascuna fase della propria vita senza traumi che ci spezzino, ci blocchino e ci rovinino la salute. Traumi che possono essere dovuti a eventi gravi come pedofili, violenze, bullismo, disturbi alimentari, alcolismo, droghe, regimi dittatoriali e meno violenti come le aspettative altrui. Quindi la libertà di vivere ciascuna fase della propria vita senza bruciare le tappe, senza fretta di crescere e senza che qualcuno interferisca nella nostra crescita fisica ed emotiva. La libertà di scegliere il nostro futuro e quindi i nostri studi, i nostri hobby, sport e carriera.

  3. Libertà di avere un’identità.

La libertà quindi di non doversi omologare agli altri e a quello che la società vuole per noi, ovvero la libertà di essere se stessi che non è l’etichetta di chi o cosa ci piace e del lavoro che facciamo, è invece la libertà di scoprire la propria vera identità, di conoscere il nostro corpo e i nostri sei sensi e imparare ad utilizzarli. I pericoli di questa libertà sono l’omofobia, l’eterofobia, il razzismo, bullismo, violenza, regimi dittatoriali.

  4. Libertà di decidere per la nostra salute.

Perciò la libertà di potersi nutrire in modo sano, mangiando alimenti salutari, bevendo acqua non contaminata, respirando aria pulita. Ma anche la libertà di decidere per i trattamenti sanitari che hanno effetti sulla nostra salute. Libertà che è messa a rischio da cibi OGM, pesticidi, inquinamento (del suolo, sottosuolo e delle acque, dell’aria, acustico, luminoso, elettromagnetico, …), mascherine, bevande alcoliche, droghe, cibi spazzatura, vaccini obbligatori, medicinali pesanti, psicofarmaci, TSO, regimi dittatoriali.

  5. Libertà di ricevere informazione e istruzione.

Quindi vivere in una società trasparente, dove viene offerta istruzione a tutti, dove a scuola si imparano la vera storia, la vera scienza e le cose veramente utili che servano alla crescita personale. Condizione ideale se non ci fossero studi obbligatori, censura, disinformazione voluta, regimi dittatoriali che manipolano i mass media.

 

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  6. Libertà di amare.

La intendo come libertà di amare, amarsi e provare piacere. Quindi la libertà di essere felici, di scegliere il proprio partner, di poter accudire i propri piccoli (anziché smettere di vederli già dopo un anno e passarci solo qualche ora nel weekend, mentre che i bambini vengono cresciuti dalla scuola e dalla chiesa, da tutti meno che dalla famiglia); la libertà di amare se stessi, accettando i nostri difetti fisici (anziché ricorrere alla chirurgia plastica), scoprendo una via evolutiva che permetta di lasciar andare il disprezzo che proviamo verso di noi, imparando così ad amarci e rispettarci; inserirei qui anche la libertà di provare piacere, che viene negata in alcuni contesti religiosi dove si applicano mutilazioni agli organi genitali maschili e femminili. Quindi libertà che viene messa a repentaglio da: matrimoni combinati, intolleranza religiosa, bullismo, aspettative altrui, ecc. Ah, e regimi dittatoriali.

  7. Libertà di socializzare.

Quindi avere la possibilità di conoscere nuove persone e fare nuove amicizie, conoscere il pensiero degli altri e aprire la propria mente grazie al confronto. Messa a rischio da: blocchi agli spostamenti, distanziamento sociale, divieto di passarsi gli oggetti e condividere la merenda, didattica a distanza, relazioni solo virtuali, regimi dittatoriali. 

  8. Libertà di spostarsi.

E andare dove ci pare. Messa a rischio da: blocchi alla circolazione, limitazioni dai colori variopinti, coprifuoco, guerre, rotte per viaggi e commerci prestabilite, zone inaccessibili del pianeta, app di tracciamento, geolocalizzazione, limitazioni agli spostamenti giustificate per ragioni ecologiche, credito sociale in stile cinese, lockdown energetici e climatici, regimi dittatoriali, ecc. 

  9. Libertà di avere una privacy.

La libertà di tutelare la nostra riservatezza, di parlare senza essere ascoltati e registrati, di camminare senza essere ripresi dalle telecamere, di tutelare i nostri dati personali. Libertà che viene limitata da: geolocalizzazione, app di tracciamento, microfoni, telecamere che sono dappertutto ma quando servono sono sempre spente, gente che fa video, social network, tecnologia tutta, tessere e transazioni digitali, dati salvati in rete, raccolta di dati personali dove anche per fare la tessera del supermercato devi specificare quanti denti cariati avevi a 12 anni, parenti che raccontano tutto, persone che generano urticaria quando ti chiedono “cos’hai da nascondere?”. E soprattutto Regimi Dittatoriali.

  10. Libertà di esprimere la propria opinione.

Quindi la libertà di poter dire cosa pensiamo liberamente, di esprimere il nostro parere e il nostro pensiero senza essere insultati e derisi ancor prima di aprire bocca, nel pieno rispetto della persona umana. Messa a rischio da etichette sociali (complottisti, no mask, no vax, terrone, polentone, ecc.), censura, mass media, pensiero unico, regimi dittatoriali.

 

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In sintesi, secondo me la libertà è decidere della propria vita, del presente e delle proprie scelte future. Libertà di fare esperienza, di decidere cosa è meglio per noi, libertà di sbagliare e apprendere dai nostri errori. Secondo me è l’opportunità di scrivere la nostra storia e viverla non solo nel cassetto dei nostri sogni, ma renderla reale, pur con le imperfezioni dei nostri sbagli, che possono farci maturare e imparare a crescere. Penso che la libertà sia un bene prezioso che non sappiamo di avere e non sappiamo quanto sia importante, finché non ci viene negato. La libertà è connessa alla responsabilità, essere liberi significa fare delle scelte che possono condurre a successi, errori e imprevisti, che avranno delle ripercussioni sulla nostra vita; tutto ciò ci responsabilizza verso la nostra vita, verso le nostre relazioni e verso le vite che decidiamo di far nascere. 

 

LA LIBERTÀ È A RISCHIO?

Il periodo 2020-2022 ci ha dimostrato che la nostra libertà è molto più a rischio di quanto potessimo pensare, tanto che tutte le voci sopra citate, sono state messe in discussione, limitate o abolite del tutto, per alcuni periodi o per tutti questi mesi. Alcune libertà non le avevamo più nemmeno prima, ma questo periodo ci ha fatto riflettere molto di più su quello che avevamo e quello che abbiamo perso, facendoci chiedere: ma prima eravamo davvero liberi su tutto? 

La libertà è secondo me oggetto di ricatto e di giudizio, mi viene in mente la classica frase che si dice dopo un litigio “sei libero di fare quello che vuoi”, dove la parola libertà viene usata per stimolare sensi di colpa; penso a come sia oggetto di invidia, verso le persone che hanno più tempo libero, definiti automaticamente fannulloni seppure abbiano un buon guadagno meritato. Secondo me la libertà è qualcosa che non siamo abituati ad avere, veniamo cresciuti a scuola dove ci viene detto cosa fare, cosa studiare, qual è il nostro calendario di lezioni, studio e attività fisica, a che ora prendere l’autobus (e quindi a che ora alzarci), a che ora mangiare e fare merenda. Tutto è sempre deciso da qualcun altro, che sia un insegnante o un datore di lavoro, siamo abituati che gli altri decidano del nostro tempo, e questo ci rassicura perché in questo modo ci toglie il pensiero e la scomodità – quindi la responsabilità – di decidere per noi stessi e per la nostra vita. Ci hanno sempre detto che siamo liberi. Lo siamo davvero? Lo siamo mai stati?

 

Davide D.

 

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Liberi davvero

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Che cos’è la libertà? Siamo liberi? Quando cerco di rispondere a queste domande, mi rendo conto che in realtà siamo tutto tranne che liberi. È come se tutti vivessimo aggrovigliati in un’enorme ragnatela che ci impedisce qualsiasi movimento. Ci fanno credere che siamo liberi, parola che tutti osannano quotidianamente, ci dicono che possiamo soprattutto scegliere quello che vogliamo fare, credere, dire e pensare ogni volta che vogliamo, ma è davvero così? Per me la libertà è poter scegliere e decidere davvero per la mia vita, ma questo di solito non è possibile. Dai genitori che non si accorgono che ormai siamo cresciuti, continuando a decidere per noi anche a 50 anni, influenzando la nostra vita sia volontariamente, che inconsciamente, nonostante ormai abbiamo anche creato una nostra famiglia. Poi arrivano i nostri parenti troppo invadenti, che scambiano il consiglio con l’imposizione. Passando poi per gli amici e la vita sociale in generale, che ci portano a svolgere determinate azioni, anche se dannose, soltanto per essere accettati dal gruppo. Arrivano quindi le dipendenze, di qualsiasi tipo, che scelgono per noi quanto tempo e soldi dobbiamo usare per accontentarle continuamente, creandoci anche gravi danni. Non siamo liberi nemmeno dai nostri stessi pensieri e convinzioni, che a volte ci incatenano, limitano e bloccano più di tutte le altre persone. Per non parlare dei professori scolastici frustrati, che, non essendo riusciti neanche loro a fare quello che volevano davvero, ora con arroganza lo proiettano ai loro studenti senza possibilità di scelta. Ma poi si aggiunge anche il datore di lavoro, che, dato che lavoriamo per lui, crede di avere il diritto di possedere anche tutta la nostra vita, sfruttandoci molte più ore del dovuto senza una giusta retribuzione, non essendo così liberi neanche di avere 5 minuti di tempo per evolvere le nostre passioni o quello che vogliamo fare davvero. Per sopravvivere infatti ci ritroviamo quasi sempre a svolgere un lavoro che non ci piace, per mandare avanti gli ingranaggi rotti di una società ormai male organizzata, governata da individui con stipendi spropositati che decidono ogni giorno dove devono andare i nostri soldi guadagnati con la fatica. Dov’è la scelta in tutto questo? Dov’è la libertà? Chi ci governa non vuole che ci accorgiamo di avere le ragnatele che ci intrappolano, facendoci credere di essere liberi. Io voglio diventare libera, voglio poter scegliere davvero quello che voglio essere, e da quando ho iniziato a provarci sono nate dentro di me sempre più nuove domande, che negli anni mi hanno portata ad avvicinare a volermi chiedere chi sono davvero e perché esisto in questo mondo. Mentre cercavo queste risposte mi sono imbattuta nella meditazione, pratica che prima si limitava ad essere per me un rilassamento fisico e mentale, poi essa stessa mi ha aiutato sempre più a capire chi e cosa influenza le mie scelte e quindi la mia vita. La meditazione, oltre a tanto altro, è anche il mezzo per distruggere le ragnatele che abbiamo intorno per poter iniziare a scegliere davvero noi cosa pensare e quando, o cosa vogliamo fare realmente. La meditazione è il modo per poter essere liberi davvero. 

 

Tali

 

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Cos’è, per me, la Libertà

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Una bambina gioca in un parco. Un uccello sorvola i cieli. Un marinaio salpa con la sua barca, per affrontare il silenzio del mare. Questi esempi molto probabilmente potrebbero venire presi, nell’immaginario collettivo, come esempi di libertà. Ed è vero, sicuramente il sentimento che si prova guardandoli o pensando ad essi vi si avvicina molto. Ma che cos’è, per davvero, la libertà? Se ci venisse chiesto, sapremmo rispondere con sicurezza? Sicuramente, pensandoci, ci accorgeremmo che non è facile. Probabilmente non c’è una risposta definitiva, e non ci sarà mai, perché ci sarà sempre un grado maggiore di libertà da sperimentare. Ed è proprio questo il punto. Spesso si pensa che basti vivere senza manette ai polsi o catene ai piedi, poter mangiare e camminare sotto al cielo e senza la costrizione di quattro mura e una cella per definirsi liberi, ma la verità, la verità che sento e che provo, è che questo non è che un minimo assaggio della Libertà nella sua forma più alta ed Evoluta. Perché Libertà, innanzitutto, è Libertà di agire e scegliere. Sì, libertà è sicuramente poter scegliere senza obblighi, ma bisogna anche sapere scegliere di essere liberi. Non tutti ne sono in grado, a quanto pare. Scegliere di essere liberi è una qualità che va coltivata ogni giorno. Una vera arte, da apprendere con pazienza e costanza. Tutti pensiamo di sapere come si fa ad essere liberi ma alla fin fine la stragrande maggioranza di noi non lo è. Ci sarà sempre qualcosa che ci lega e ci trascina in basso, in una routine che non diventa altro che lo specchio delle proprie mediocrità. Che sia il lavoro, che siano vari vizi, che siano le proprie convinzioni, che siano le proprie ossessioni, ogni cosa è buona per non far alzare lo sguardo verso una nuova strada. Voler essere liberi, scegliere di diventarlo, è un atto di coraggio ma soprattutto di responsabilità verso se stessi. Possiamo e abbiamo il diritto e dovere di cambiare, e proprio il cambiamento, costante e continuo, ma senza ossessioni, è secondo me il frutto più emblematico di una vita che ha sposato la libertà. Non c’è nulla di male ad avere gusti personali, convinzioni, ma se questi elementi chiudono la mente in una gabbia, beh allora la frittata è fatta. Bisogna avere sempre, ogni giorno, il coraggio di cambiare. A quel punto si scoprirà un nuovo livello di Libertà. Prendiamo la Natura. La Natura del Mondo nel quale siamo immersi. Essa muta in continuazione, ed è padrona di se stessa, perché sa regolarsi e gestirsi (anche se purtroppo non può difendersi dalla violenza di chi al posto del cuore ha un nero senza fine). Tutte cose che noi, così presi dal mito del “successo che rende liberi” non conosciamo affatto e non pratichiamo. Dovremmo tornare a prendere più esempio dalla Natura. Pensiamo di conoscerla ma non conosciamo un bel niente del nostro Mondo, tanto è vero che non possiamo visitarlo nemmeno tutto, perché qualcuno ha deciso che così deve essere. Non siamo nemmeno liberi di godere delle verità del Pianeta in tutte le sue sfaccettature, davvero possiamo reputarci esseri umani liberi? Abbiamo questa sicurezza e arroganza? Molto più probabilmente ci è stato impartito un surrogato di libertà, che ci renda dormienti, svogliati e non desiderosi di conoscere. Libertà è conoscenza e sapienza, perché chi Sa non sarà mai schiavo di nessuno, e più sa, più ricerca e scopre, più sarà libero e inafferrabile. Sarà un pericolo, una scheggia, un pericoloso fuorilegge. Un Guerriero. Diventerà Eterno, più diventerà Sapiente. L’ignoranza, invece, rende schiavi di chi ne sa più di noi e non ha la Bontà di insegnarci. Essere veramente liberi, secondo me, è sapere sempre dove si sta andando e dove si vuole andare. L’Uomo Libero non crollerà mai di fronte alle difficoltà, perché sa vedere oltre i fatti accidentali, e sa che questi non sono che un ostacolo da abbattere e superare per arrivare alla sua agognata destinazione. L’Uomo Libero, però, sa anche che alla fine di quella strada vi sarà un altro cammino da compiere, se lo vorrà, perché non si stancherà mai di voler essere ancora più Libero, e vorrà avanzare ancora, e ancora, fino all’infinito.

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 L’Uomo Libero è un uomo che sa comprendere il valore di vivere nell’Universo, e sa perfettamente che quando tutto sembrerà perduto, allora guarderà in alto, e contemporaneamente dentro di sé, per capire quale sia la via d’uscita che lo porterà al trionfo. Non cadrà mai, non cederà mai, chi è libero, perché sa benissimo di vivere dentro ad un sistema infinito che è l’emblema stesso della Libertà. E sa che lì dentro vi sono tutte le risposte di cui ha bisogno. A me piace chiamarlo Dio, ma non importa il nome, importa il sentimento che esso porta dentro. L’Uomo Libero, in definitiva, è un vero Guerriero ed uno Spirituale, tralasciando il significato che potremmo dare a questa parola così importante, condizionati dalle varie dottrine sociali. È uno Spirituale nel senso che ha una vera e propria passione nel ricercare ciò che è fuori dalla sua conoscenza. Ciò che non si riesce a vedere, toccare, afferrare, è il terreno in cui l’Uomo Libero cavalca pieno di gioia. Vuole sempre fare esperienza, perché lo fortificherà, e lo porterà a sbagliare, ma essendo Libero sa bene che può rimediare, e saprà come farlo. È Libero perché conosce l’immenso potere di cambiare e modellare la propria vita, perché sa che in realtà essa è un’illusione della quale prendere il comando. Inoltre, sa che quando ogni cosa finisce al tempo stesso ricomincia, se lo desidererà. Perché lui avrà scelto così. Di questi Uomini Liberi, come li ho appena descritti, ce ne sono pochissimi al mondo. Potrebbero contarsi sulle dita di una mano, e neanche le completerebbero. Io non sono uno di essi, neanche lontanamente. Desidero però molto forte potermici avvicinare, un giorno, ma una Libertà così alta non è dovuta. Va scelta, appunto, e poi conquistata con impegno. Tutto questo, e tanto altro ancora che non riesco a dire e che ancora non so, è, per me, Libertà. 

 

RiccardoB

 

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Dov’è finita la libertà? – Riflessioni di un’entità…

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Poveri esseri umani! Vivono credendo di essere liberi, quando invece sono solo liberi di pensarlo! Sono schiavi di un Governo che controlla e decide ogni attimo della loro vita, un Governo tanto oscuro che la maggior parte della  popolazione non immagina nemmeno chi si nasconda dietro le quinte dei politici che vedono in TV.

Poveri esseri umani! A loro insaputa vengono marchiati alla nascita, pompati di sieri e farmaci dannosissimi per la loro salute, e continuano a credere che sia per il loro bene!

Poveri esseri umani! Fin da piccoli sono obbligati a trascorrere tantissime ore seduti sui banchi di scuola ad imparare materie e argomenti ben definiti dal Governo, mica la verità! Perché nessuno insegna loro la vera storia del pianeta Terra? Perché non possono sapere nulla riguardo al teletrasporto e ai viaggi nel tempo? Perché viene nascosta loro la verità riguardo all’Universo e alla grande varietà di vita aliena al suo interno? Perché non viene spiegato loro quanto sia realmente importante il DNA e quante informazioni preziosissime esso contenga? Forse perché un popolo ignorante è più facile da controllare?!

Poveri esseri umani! Schiavi della TV, del Web e dei videogiochi! Schiavi di una tecnologia giurassica e dannosissima che il Governo utilizza per manipolare le loro menti. Perché non possono utilizzare la stessa tecnologia di ultimissima generazione utilizzata da chi li governa? È sicuramente meno dannosa e anni luce più avanzata rispetto ai PC e agli smartphones che utilizzano attualmente!

Poveri essere umani! Costretti a respirare un’aria putrida, ricca di sostanze nocive e metalli pesanti, immesse nell’aria dall’inquinamento e dalle scie chimiche. E ancora hanno il coraggio di credere che le malattie, anche le più gravi, siano normali?! Come fanno ad accettare tutto questo senza ribellarsi?

Poveri esseri umani! Abituati ad ingozzarsi di cibo spazzatura e ad assumere sostanze dannosissime come fumo, alcool e droghe fin in giovane età, pubblicizzate dal Governo. Come fanno a non capire che se il Governo avesse veramente a cuore la loro salute, non finanzierebbe di certo il consumo di queste sostanze?!

Poveri esseri umani! Costantemente ammalati, con il sistema immunitario azzerato dagli stessi medicinali che utilizzano per curare le loro malattie. Perché nessuno insegna loro la vera Medicina? Quella che la Natura ci dona ogni giorno, utilizzata sin da tempi antichissimi e per nulla nociva alla salute!

Poveri esseri umani! Costretti a lavorare 8-12 ore al giorno per guadagnarsi lo stretto necessario a vivere una vita dignitosa e privati sempre più del loro tempo da dedicare alle loro passioni o da trascorrere con i loro affetti. Non sono forse schiavi del denaro? È assurdo! Li hanno resi schiavi di pezzi di carta!

Poveri esseri umani! Seguaci di false religioni che chiudono sempre di più le loro menti allontanandoli dalla verità. Dov’è finita la vera spiritualità? Quella che insegnava l’evoluzione del Sesto Senso? Che ne è stato degli insegnamenti delle grandi Divinità del passato, come Gesù, Buddha, Krishna, e tantissimi altri? Come hanno fatto le persone a dimenticare chi sia veramente Dio? Se solo volessero, potrebbero imparare a sviluppare le loro facoltà psichiche a livelli altissimi, ma probabilmente non sanno nemmeno di possederle!

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Poveri esseri umani! Dov’è finita la vostra Libertà? Perché nessuno ha il coraggio di ribellarsi a tutto questo?  Siete milioni, molti di più rispetto a chi vi controlla! Svegliatevi! Unitevi e combattete! Riprendetevi la vostra libertà!

Ma per fortuna vedo che, nascosti tra gli esseri umani, ci sono anche alcune Anime molto positive e potenti! Sono poche, ma stanno combattendo con tutte le loro forze contro l’oscurità che si cela dietro al Governo mondiale! Stanno lottando per risvegliare le Coscienze delle persone da tutta questa menzogna e restituire loro la Libertà! Loro sì che conoscono la verità! Le ammiro tantissimo e le vorrei aiutare… credo sia arrivato per me il momento di scendere sulla Terra e di nascere! Voglio lottare assieme a loro per diffondere la verità e liberare la razza umana da tutta questa oscurità che fa credere loro di essere liberi, ma che lentamente li ha già resi schiavi.

Sara

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COS’È PER ME LA LIBERTÀ

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Credo che la Libertà sia un argomento molto difficile di cui parlare, perché a primo impatto sarebbe facile dare una risposta, ma mi rendo conto che sarebbe un’idea superficiale, riguardo un argomento su cui invece c’è molto da riflettere. Per come sono cresciuta, in questa società, in teoria sono una persona “libera” (o almeno fino ad un paio di anni fa), perché sono maggiorenne, perché ho un lavoro, perché sono indipendente e così via. Riflettendoci credo che noi Umani ora non abbiamo idea di cosa sia anche solo lontanamente la Libertà, perché siamo schiavi, nati schiavi, con la convinzione di essere liberi, ed è forse la cosa peggiore perché non abbiamo idea delle catene che ci tengono legati, anzi, amiamo le nostre catene, invidiamo chi ha le catene più belle o lucide delle nostre, vogliamo più catene e andiamo contro chi vuole toglierle. Per me è difficile parlare di Libertà, perché anch’io non sono Libera, ed è difficile provare a riflettere su una cosa che non si conosce bene. Vedo gli esseri umani come se fossero chiusi in un palazzo senza finestre e senza porta di ingresso. Il palazzo è pieno di decorazioni, c’è la sala giochi, la palestra, il lavoro e così via, e tutti sono liberi di andare dove vogliono, ma nessuno si accorge di essere chiuso, e quindi pensano di essere liberi perché possono muoversi nel palazzo, nessuno li trattiene. Quindi crescono con le regole che gli vengono insegnate, crescono con gli ideali dettati dal padrone di casa, ma nessuno si chiede cosa ci sia oltre quelle mura. Dalla mia piccola visuale la Libertà la vedo come la capacità di poter Vivere, seguendo la Voce della propria Coscienza, senza avere il minimo dubbio. Credo che essere Liberi sia avere il cuore costantemente leggero, senza pesi, sensi di colpa, preoccupazioni, e fare ogni passo come se si stesse volando. Credo che essere Liberi sia rendersi conto che abbiamo passato la vita come schiavi, e decidere di spaccare le catene e i muri, per uscire da ciò che ci teneva incatenato e iniziare a vivere come è meglio per noi. Non so cos’è la Libertà, perché ancora sono lontana dal raggiungerla, ma grazie ad una Persona Libera, ho imparato che è sicuramente qualcosa per cui vale la pena lottare, e vale la pena “sacrificare” le proprie catene per raggiungerla.

Nebula

 

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La Libertà è una scelta 

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Che cos’è la Libertà? Questa domanda mi ronza nella testa mentre la distesa di mare blu, calmo e invitante, si staglia davanti a me. Socchiudo gli occhi un attimo, un taccuino ancora bianco davanti, e una, mille domande da porsi. Se non avessi consapevolezza del Matrix, delle menzogne, se non sapessi di vivere nell’Era dell’inganno direi che la Libertà è anche questo: godersi semplicemente il mare in una calda giornata di febbraio, il fresco tepore dei piedi nudi nella sabbia, la brezza che scompiglia i capelli già spettinati e infinite possibilità che si prospettano davanti. Ma questa calma è solo apparente ed è nettamente contrapposta con il caos reale e attuale. 

E allora mi richiedo: cos’è davvero la Libertà? Molti risponderebbero: la Libertà principale risiede nella Libertà di pensiero. Se i più sapessero che neanche quella ci appartiene davvero. Per questa volta, però, concordo, ma nel senso più letterale del termine. Libertà di avere pensieri propri, non indotti, non influenzati, non manipolati. “Parole” che scaturiscono direttamente dalla Coscienza. Parole di cui ti puoi fidare, che puoi seguire senza il timore di commettere errori, senza la paura di fare del male a te stessa o agli altri perché derivano dalla parte più evoluta e vera di te. 

Dove finisce il mio pensiero e dove inizia il tuo? Me lo domando ogni giorno quando, attraverso le tante tecniche, cerco di far tacere la mente per raggiungere la parte più profonda di me. È così bello trovarsi in quello stato, una dimensione a sé stante, chiusa al mondo ma aperta alla mia esplorazione. Vorrei conservare quello stato, quella vibrazione per sempre… quanto sarebbero diverse le mie giornate, e quanto io sarei diversa. 

Da quando ho trovato l’Accademia di Coscienza Dimensionale la Libertà non è più solo un sogno lontano, ma è un qualcosa che è realmente possibile raggiungere grazie agli insegnamenti di Angel, che ci guida con sapiente maestria verso la ricerca della verità, donandoci tutta la sua immensa conoscenza, che è il primo e fondamentale passo per cominciare a liberarci dalle catene che ci opprimono da tutta la vita.

Per me la Libertà, quindi, è anche una scelta, la scelta di impegnarsi ogni giorno per sovrastare il rumore interno ed esterno attraverso le tecniche Psichiche che ci condurranno verso la vera comprensione di noi stessi, degli altri e della realtà che ci circonda.  

La perseveranza è la qualità basilare e irrinunciabile, perché nonostante gli ostacoli, nonostante i blocchi noi sappiamo di poter raggiungere questa agognata libertà e dobbiamo decidere ogni giorno di volerlo. Perché la libertà risiede nella mente e si alimenta abbattendo i nostri limiti. 

Quando capiremo coscientemente che noi non abbiamo limiti e spegneremo ogni rumore estraneo di fondo, sarà lì che riusciremo a spingerci verso ogni cosa noi realmente desideriamo e quella sarà la nostra Libertà. 

 

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La conoscenza rende liberi

“Perché?”

Con occhi sgranati aspettavo una risposta. Mi mettevo in punta di piedi, mentre cercavo di diventare più alta possibile per guardare nei tuoi occhi azzurri.

“Perché, nonno?”

Con fiducia di bambina aspettavo impaziente, volevo sapere ogni cosa, chiedevo il perché di tutto e tu, pazientemente, mi rispondevi. Mai uno sbuffo, mai un lamento. 

Ti definivo la mia enciclopedia vivente, mentre meticolosamente mi spiegavi perché gli uccelli volano in stormi. Guardavamo nella stessa direzione, il cielo, che all’epoca mi sembrava infinito e vero. 

Dopo un giro in motorino ci sedevamo sul prato più verde, uno accanto all’altro, a leggere. La nostra passione in comune. 

“Quanti libri hai letto questo mese?” Tre, ti rispondevo orgogliosa. Mi sorridevi fiero e mi dicevi “Continua così, perché la conoscenza rende liberi”. 

Quella tua frase ora mi risuona nella testa e mai come oggi la sento così vera. 

Le letture sono cambiate, ma la fame di sapere resta la stessa. Una curiosità dilagante, che con un balzo mi fuoriesce dal petto e divora qualsiasi cosa io abbia intorno.

Le domande sono cambiate e le risposte ora sono quelle giuste, quelle che salvano la vita. 

Vorrei farti conoscere tutto, vorrei essere io la tua enciclopedia adesso. Ma non c’è più tempo. 

Però io porterò sempre con me il tuo insegnamento più grande.

 

Isa

 

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Libertà

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La libertà è rendersi conto di essere padroni di tutto, ma allo stesso tempo di non possedere nulla. È osservare la vastità dell’orizzonte e sentirsi parte di qualcosa. La libertà è un bagno nudi nell’oceano. È avere il vento tra i capelli e i piedi in riva al mare. La libertà è la poiana che sorveglia la montagna, scruta ogni cosa dall’alto e si fa contemplare. La libertà è scoperta, esplorazione. La libertà è conoscenza. La libertà è un viaggio in macchina con i finestrini abbassati. La libertà è creativa: ci sono uomini liberi in prigione e persone in gabbia fuori. Non è forse la presenza di un ideale a fare di noi esseri liberi? La libertà è felicità. La libertà è emozione. È mancanza di paura. È non essere condizionato da alcun pensiero o sentimento. La libertà è una quercia secolare che accompagna lo scorrere del tempo, non si fa sconvolgere dal passare delle stagioni né dalle persone che nella storia l’hanno ammirata. Questo è il tipo di libertà a cui aspiro: la libertà dell’essere imperturbabile.

 

Klass

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Una riflessione sulla Libertà

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Cosa significa essere liberi?

Io me lo sono sempre chiesto e c’è stato un periodo della mia vita in cui ho provato a spiegarlo a me stesso. Pensavo che la libertà fosse la possibilità di agire secondo le proprie convinzioni. In fondo suppongo sia una definizione in cui bene o male tutti possono ritrovarsi, ma chi può davvero dire di conoscere le proprie convinzioni, il proprio pensiero? Credevo che tutti avessimo una scelta, sempre. Eppure probabilmente non mi sono mai sentito davvero libero… C’erano sempre le aspettative dei miei genitori, dei miei familiari e amici, dei miei professori, dell’intera società che vuole che impariamo a pensare e ad agire in un certo modo. Anche osservando gli altri la situazione non mi sembrava tanto diversa. In adolescenza mi è capitato tante volte di vedere miei coetanei inneggiare alla libertà e invocarla per i più svariati motivi, ma nella realtà dei fatti erano loro per primi a essere schiavi di alcol e droghe. Tutti si definivano liberi ma io vedevo solo catene. Solo successivamente ho potuto capire che tutte queste influenze esterne nel tempo vanno a creare una specie di strato superficiale che spinge più in profondità il nostro vero Io. Quindi come si può pensare di essere liberi se non si conosce davvero se stessi? 

Riflettendoci ora, mi rendo conto che non mi risulta per nulla facile trovare una definizione di libertà. Mi vengono però in mente certi episodi del mio passato che forse mi hanno avvicinato a una comprensione del concetto. Dei ricordi così intensi riemersi proprio adesso che non posso ignorare mentre rifletto su questo argomento. Quando ero piccolo e andavo al mare con la mia famiglia, ci recavamo sempre nella stessa spiaggia che aveva dei frangiflutti a scogliera su cui mi piaceva tanto andare. La fila di scogli partiva da riva e si inoltrava per circa una ventina di metri in mare; mi piaceva tantissimo percorrerla tutta, sedermi sull’ultimo scoglio e rimanere semplicemente lì, immobile, a fissare il mare. Più tempo restavo lì, più riuscivo a sentirmi finalmente in pace. Il tempo sembrava fermarsi, il mio respiro rallentava e diventava un tutt’uno con quello delle onde che si infrangevano ripetutamente sugli scogli. Se chiudo gli occhi riesco ancora oggi a ricordare perfettamente la leggera brezza sulle spalle e tra i capelli, il fragore e gli schizzi delle onde infrante che arrivavano fino a me, il verso dei gabbiani in lontananza, lo sguardo che si perdeva oltre l’orizzonte… ero così felice! In quei momenti non mi sentivo più parte di quella società tanto opprimente che sin dalla più tenera età ti mette fretta e ansia per qualunque cosa. Mi sentivo davvero più leggero, al di fuori di tutto, era una sensazione di totale gioia e spensieratezza di fronte all’immensità dell’oceano, che mi ricordava quanto fosse grande il mondo e quanto mi sarebbe piaciuto esplorarlo. E così fantasticavo su mille avventure in nave che da quel preciso punto mi portavano a visitare i luoghi più meravigliosi di questo pianeta. Per me in quel momento non c’era nulla di più reale di quelle fantasie, niente che mi facesse sentire così vivo. Se da bambino, forse ancora troppo piccolo per comprendere un tema così complesso come la libertà, ma abbastanza grande da interpretare una sensazione così potente, mi fosse stato chiesto cosa significasse essere libero, senza dubbio avrei descritto proprio la sensazione che provavo in quei pomeriggi estivi. Per me quella era la vera libertà e non mi importava se fosse sbagliato, nemmeno mi ponevo il quesito. 

Ma la verità è che ora mi è impossibile parlare di libertà senza citare il mio percorso spirituale nell’Accademia di Coscienza Dimensionale fondata dalla Maestra Angel Jeanne, a cui va tutta la mia gratitudine.

 

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È lei che mi ha reso libero. Tutta questa riflessione deriva da ciò che ho imparato da Angel, non sarebbe stata possibile altrimenti. Io ho sempre cercato, in ogni film visto, ogni libro letto, ogni canzone ascoltata, ogni attimo vissuto, uno stimolo, qualcosa che mi facesse riflettere e che mi permettesse di capire la vera essenza del mondo. Sapevo con certezza assoluta che c’era qualcosa di più, una rivelazione o rivoluzione sopita, ma non ero in grado di coglierla. George Orwell una volta disse che nell’era dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. Per me non esiste nulla di più vero e rivoluzionario delle parole e degli insegnamenti di Angel. Ora non ho dubbi che sono la meditazione e la pratica psichica a rendere liberi, perché ti permettono di conoscere davvero te stesso, i tuoi ideali, le tue convinzioni andando oltre qualunque influenza o manipolazione esterna, e agire finalmente di conseguenza. Di liberarti di quelle catene che tengono rinchiusi in un basso livello di coscienza e di compiere scelte che siano realmente tue. Permettono di comprendere la realtà che ci circonda per ciò che è veramente, di plasmarla e di viverci secondo le regole universali della spiritualità. Attraverso la pratica psichica ho ritrovato uno scopo e dei sogni che intendo realizzare, e solo grazie ad essa posso farlo. Questa per me è la vera libertà. Alla luce di tutto questo, ora riconosco che forse in fondo ero più vicino alla verità da bambino, su quella spiaggia, piuttosto che da grande, fino a qualche anno fa. 

 

Massimo

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Il Potere della Libertà

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Libertà è il termine, il concetto che mi ha sempre accompagnato sin da piccolo, quanto più agognavo e rispondeva alla ricerca Spirituale. Lo scopo di questa esistenza per ogni Essere e che supera ed amplifica tanti altri termini: dal termine Verità e ricerca della stessa che però racchiude anche un sottile dogmatismo e rigidità, alla stessa parola Illuminazione che pare sottintendere, in me, una sorta di arrivo ad una fine, ad una conclusione ma anche in questo caso può generare quasi un senso di limitatezza e di “chiusura”, come una sorta di Nirvana conclusivo.

Perciò la parola Libertà, nel senso più puro ed assoluto, esprime al meglio l’Infinito, la Creazione e l’Espansione, l’esplorazione e la scoperta di continue sfaccettature della Vita, dell’Avventura, dell’Amore. La Libertà la associo da sempre con il Volo, con una pienezza ed un sentire connessione con tutta la Realtà ed Energia, una totale indipendenza da necessità di qualsiasi genere, la non limitatezza, quindi Illimitatezza. La stessa evoluzione di Dio che non ha confini né limite alcuno e non ci sono parole per definire e rinchiudere appunto la Libertà, ed è oltre il termine Potere che assume un velo di potenziale “pericoloso”, un possibile danneggiare l’altrui esistenza.

È un Potere Ineffabile… È la Libertà.

 

Roby

 

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Cos’è la Libertà?

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Quando mi è stata fatta questa domanda pensavo di sapere perfettamente cosa fosse, pensavo di avere le parole giuste, e in realtà ho trovato difficoltà a dare una risposta. Forse perché credo che siamo troppo abituati ad utilizzare questo termine equivocando il suo significato. Ho sempre creduto di avere la Libertà in mano. Tutti mi dicevano che potevo dire ciò che pensavo, che sarei stata libera di seguire un determinato percorso, che avrei potuto abbracciare i miei nonni quando ne avrei sentito il bisogno, essere libera di poter vivere chi amo, e tante altre azioni che sembrano banali ma… perché in realtà quando mettiamo in pratica le nostre libertà ci sentiamo così limitati? 

Perché quando esponiamo il nostro pensiero, il nostro punto di vista veniamo aggrediti, e mai ascoltati e capiti? Si dice che si tratti di responsabilità, quando si parla si deve essere consapevoli di avere la possibilità di ricevere delle critiche, magari insulti, finendo per calpestare la nostra dignità. Beh, ai tempi d’oggi questa viene chiamata Libertà di espressione. Ma realmente l’insulto, la soppressione si possono considerare Libertà? E colui che parla e viene calpestato è considerato Libero? 

Viviamo in una società che adula una finta Libertà. 

Ogni volta che qualcuno grida contro di noi, che ci zittisce, che ci perseguita, che ci umilia gridando “in nome della Libertà” non è mai per conto di essa, bensì contro.

Quando impareremo ad ascoltare l’altro ed esporre il nostro diverso punto di vista stringendoci la mano; quando potremo decidere ogni fronte della nostra vita senza nessuno che ci vada contro; quando avremo egual libero accesso a strutture sanitarie, pubbliche e magari a informazioni politiche, scientifiche e tecnologiche; quando ci considereranno e considereremo uguali e diversi allo stesso tempo. Uguali per avere gli stessi diritti e doveri e diversi per esperienze di vita, culture, religioni, ispirazioni politiche e scelte di vita. 

Solo allora potremo dire di sapere cos’è la Libertà.

 

Sabrina A.

 

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Cosa è la Libertà

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Innanzitutto va a braccetto con il rispetto. Non c’è libertà senza il rispetto di sé e degli altri. Libertà è essere forti e non cadere nelle trappole delle mie maschere. Libertà è assumermi la responsabilità delle mie azioni, ogni cosa che faccio ha inevitabilmente delle conseguenze. Libertà è agire con la mia testa, senza dare il potere a nessuno di sostituirmi in una decisione. Libertà è affrontare le conseguenze delle mie azioni senza dare ad altri la colpa di ciò che succede. Libertà è non delegare quando mi farebbe comodo, per pigrizia, per paura, per incompetenza. È affrontare le difficoltà e superarle. Libertà è non cedere al ricatto per indolenza, perché mi promette un beneficio, in cambio di una rinuncia a una parte di me stessa. È anche scendere a compromessi quando accettando posso ottenere un beneficio maggiore, nel senso di crescita personale o lotta conto il male. Libertà non è benessere, comodità, sicurezza. Libertà al contrario è essere forti anche quando ti tolgono tutto. La libertà non è fuori, non è condizionata dal volere altrui, che sia un genitore, un capo, un politico. Libertà è rimanere integri nonostante le botte sui denti. È trovare dentro la forza per affrontare la vita e le difficoltà. È andare avanti a testa bassa quando tutto ci è contro.

Libertà è natura, sole, mare, boschi… è coltivarsi il cibo e non dipendere da nessuno. È essere autosufficienti, imparare, studiare, creare, costruire. È la consapevolezza di essere grande, di essere in grado di affrontare la vita da solo.

Credo che molti neri schiavi d’America, a cui era stato tolto tutto, fossero molto più liberi di tante persone, che pur potendo decidere, pur avendo tutto, mettono la loro vita nelle mani di altri, perché è comodo.

Libertà è non dover chiedere il permesso per essere liberi.

La libertà è dentro, e io so di non essere libera. Sono ancora schiava delle mie maschere, sono schiava delle cose che ho, del denaro, del lavoro, della sicurezza. Sono schiava della paura di soffrire, della malattia e anche della morte. Sono schiava di certe dipendenze, del bisogno di appoggiarmi ad altri nei momenti di debolezza.

È il volo dell’aquila, il ruggito del leone, la corsa del lupo… è essere un tutt’uno con l’Universo e con Dio.

 

Isabella Castagno

 

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Crema spalmabile alle nocciole: 3 modi per realizzarla

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Quante volte ti è capitato di voler tornare ai vecchi tempi e poter mangiare la nutella?

Indubbiamente ti sarà capitato di volerla riprovare almeno un’ultima volta solo per ricordarne il sapore, ma il risultato è stata una nausea pazzesca e un terribile disgusto.

La nutella, specialmente quella Ferrero, come però anche le altre, sono un cibo molto dannoso per il nostro organismo. Addirittura io ricordo che quando iniziai la meditazione di Angel Jeanne, se mangiavo la nutella mi faceva malissimo il cuore. Se non la mangiavo i dolori sparivano, un mistero. 

Inoltre la nutella contiene olio di palma, che se portato ad alte temperature può essere molto dannoso per il nostro organismo. 

La nutella che compriamo in genere è davvero pessima poiché la chiamano “Crema alle nocciole”, ma ovviamente di nocciole c’è ben poco, o addirittura niente.

Una classica crema di nocciole dovrebbe contenere più cacao e nocciole e meno olio e zuccheri. Ovviamente questo non succede con quelle già comprate, ecco perché la realizzeremo noi. 

Per noi praticanti è importante donare al nostro organismo i nutrienti giusti, senza rinunciare al gusto. Ecco perché oggi non ti mostrerò una, ma bensì 3 ricette per preparare 3 creme alla nocciola per i tuoi momenti di pausa, colazione merenda, per qualsiasi momento della giornata. Queste ricette sono molto semplici da realizzare.

Innanzitutto ti servirà un mixer, è molto importante altrimenti non potremmo prepararla senza.

Prima di vedere la ricetta è importante che io ti dica che non è necessario utilizzare cioccolato al latte e fondente. 

Puoi benissimo utilizzare qualsiasi tipo di cioccolato tu preferisci, fondente al 70% o al 90% qualsiasi tipo di cioccolato sei abituato a consumare. 

Io di solito la faccio con metà al latte e metà fondente 50%. 

Vediamo ora la ricetta. 

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Innanzitutto scaldiamo per bene il latte così ci aiuterà a sciogliere bene il cioccolato successivamente. 

Poi dobbiamo tostare per bene le nocciole, ma se non ti va di tostarle va bene lo stesso. 

Adesso poniamo lo zucchero nel mixer. 

ATTENZIONE:

qui dipende da voi. Se preferite una nutella dolce ma non troppo potete mettere 40g, potete anche aumentare i grammi. 

Se ad esempio fate una crema con 

Fondente 70%e fondente 50% vi consiglio di mettere almeno 40 – 50 g di zucchero, per evitare che sia troppo aggressiva. Tutto dipende dai propri gusti personali. 

Lo zucchero nel mixer deve diventare quasi come zucchero a velo. 

A questo punto possiamo mettere le nostre nocciole insieme allo zucchero e creare una farina. 

Nel mixer il composto si scalderà, quindi le nocciole potrebbero iniziare ad esternare il loro olio. Se succede, smettete di mixare poiché ci serve una farina, non una pasta di nocciole. Ma non preoccupatevi se avete dimenticato di non mixarlo troppo, se inizierà a risultare come una pasta, verrà lo stesso! 

Adesso è arrivato il momento di inserire il latte caldo e il cioccolato a pezzetti poco alla volta e mixare fino ad ottenere una crema vellutata.

Eseguiamo ripetutamente il passaggio di latte e cioccolato fino ad esaurimento degli ingredienti.

A questo punto, cuociamo a bagnomaria per qualche minuto fin quando il composto risulterà liscio e lucido. (6-10 minuti) mescolare per non bruciare.

Togliamo dal bagnomaria e lasciamo intiepidire.

Conservare poi in barattoli di vetro (o un bicchiere) puoi lasciarla fuori dal frigo in inverno e in estate, ma se fa troppo caldo ti consiglio di tenerla in frigo ben chiusa. 

 

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Adesso diamo un’occhiata alle altre due ricette. 

La seconda e la terza ricetta sono per chi ha poco tempo e non vuole rinunciare al gusto della nutella. Questa ricetta non contiene lattosio quindi non andiamo ad utilizzare né il latte né le stecche di cioccolato. 

Quello che ci servirà a parte il magico mixer sarà:

Le dosi di zucchero dipendono dai gusti personali, e inoltre io uso quello vanigliato perché ha un buon aroma di vaniglia. 

Puoi utilizzare più o meno cacao in base a quanto “Cacaosa” vuoi la tua crema. 

Olio di semi q.b. (solo se necessario) 

Innanzitutto adiamo a mettere nocciole e zucchero a velo nel mixer, tritiamo fino ad ottenere una polvere. 

Cerchiamo di non far surriscaldare il mixer, quindi andiamo a fare delle pause altrimenti il mixer darà di matto (a meno che non abbiate un mixer super potente!!) 

A questo punto vedremo che man mano che mixiamo il composto risulterà sempre più cremoso poiché le nocciole andranno a rilasciare il proprio olio.

 

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Alcuni mixer sono così potenti che non c’è bisogno di aggiungere olio, ma se avete un mixer meno potente ed è difficile rendere la crema liscia, allora aggiungete un cucchiaino d’olio ma non troppo, altrimenti risulterà disgustosa. (d’altronde le nocciole già di per sé emanano il proprio olio) 

A questo punto possiamo decidere se farla rimanere bianca, e quindi avere una crema leggera solo di nocciole, oppure aggiungere il cacao amaro in polvere per una crema al cacao tipo nutella.

Questa crema non necessita di essere messa in frigo neanche in estate! È molto semplice da preparare ed è anche molto versatile per la preparazione di altri dolcetti come i baci perugina che vedremo la prossima volta. 

Inoltre con lo stesso metodo potete preparare benissimo altre creme alla frutta secca come ad esempio burro di mandorle o burro di arachidi. 

Fammi sapere se ti sono piaciute queste ricette

Un bacio.

 

Vivi 

 

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Che cos’è la Libertà?

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Per me libertà è prima di tutto silenziare le mille voci che ci spingono in mille direzioni diverse e spesso lontane da ciò che realmente desideriamo, per poter entrare nel proprio petto e connetterci a quella lucina che ci fa prender coscienza di ciò che realmente siamo e della nostra vera strada da intraprendere.

Per me la libertà è direttamente ricollegabile al poter essere se stessi nella forma più autentica che ci sia: non sto parlando di ideali, ma di sentimento.

La creatività, il proprio modo di esprimersi e di raccontare, non rubato da altri; i propri sogni, le proprie idee, senza manipolazioni da parte di terzi.

Libertà è per me connessione con se stessi, ma per conoscere se stessi bisogna rivolgere l’attenzione alla propria coscienza.

Altrimenti si vive di ideali che non ci appartengono veramente.

La libertà si riconduce però anche alle altre persone, perché lasciar liberi gli altri di seguire i percorsi dei loro istinti ci permette di conoscere cosa significhi davvero amare qualcuno, senza soffocarlo con le nostre aspettative sul come dovrebbe gestire la sua vita secondo noi.

Questo sentimento è immenso e ci fa capire il senso di regalare la libertà alle persone che amiamo, ma anche a coloro che non conosciamo o con cui non condividiamo gli stessi pensieri.

Libertà è per me trovare quel sentimento che strabocca di energia e vitalità, perché siamo connessi al nostro reale percorso, ai nostri veri obiettivi e siamo motivati da questa spinta interiore nel proseguire senza mai fermarci.

Libertà è prima di tutto liberarsi dalle proprie catene mentali, dalle manipolazioni, dai rallentamenti che hanno il solo scopo di non farci realizzare come Anime.

Solo allora si potrà portare vera Libertà anche all’esterno, nelle vite altrui, attraverso il nostro Esempio.

La libertà è prima di tutto uno stato interiore, dunque indipendentemente da ciò che accade là fuori, si può decidere di essere liberi perché pur facendo parte di questo Matrix, possiamo decidere quando uscirne e rilassarci in ciò che si è veramente.

Poter uscire ed entrare quando si vuole nel Matrix, in questo enorme e grandioso videogioco è, per me, Libertà.  

 

Cosmic Feather

 

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Leggende e Racconti tra l’Appennino Toscano ed il Montalbano – Le Fate del Bosco degli Schizzi (Terza parte)

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Ecco l’ultimo racconto dedicato alle leggende delle zone in cui sono nato, spero che sia di vostro 
gradimento. 
 
Il Bosco degli schizzi e la Roccia delle scarpette 
 
I monti della Calvana, a ridosso dell’Appennino sono un luogo che ha una particolare conformazione, ricca
di grotte naturali, rocce e prati aperti. Su questi monti ci sono molti racconti e dicerie, dalla grotta che si
dice fosse di un Drago alle basi aliene.
Mio nonno è nato in una famiglia di pastori, e mi ha raccontato che c’era un bosco particolare che
frequentava da piccolo, quando con suo padre si occupava del gregge. Questo bosco caratterizzato da un
terreno roccioso, era il ritrovo per tutti i pastori della zona nelle giornate estive, quando faceva caldo e si
aveva bisogno di un po’ di fresco, ma diventava un luogo magico dopo le giornate di pioggia.
Dopo la pioggia il bosco si riempiva di rivoli e cascatelle di acqua, che scorrendo si infrangeva sulle rocce
creando giochi d’acqua, da qui il nome di Bosco degli schizzi. Era proprio in quei momenti che i pastori
potevano vedere le fate che si recavano lì a giocare con l’acqua, senza aver paura che i pastori le vedessero,
anzi erano felici di condividere insieme quel luogo e convivevano senza problemi.
Molti anni prima della nascita di mio nonno, si racconta che alcune streghe di passaggio si infastidirono
della presenza delle Fate in quel bosco, al punto da volerselo prendere tutto per loro. La strega più forte si
presentò nel bosco, mentre le fate stavano giocando, dicendo che le fate si sarebbero dovute allontanare
entro qualche giorno, altrimenti le streghe sarebbero passate alle cattive maniere. La fata più anziana
rispose che se le streghe fossero state in grado di dimostrare che quel luogo fosse loro, lei e tutte le fate si
sarebbero allontanate senza battere ciglio. La strega disse che per dimostrarlo non ci sarebbero voluti dei
giorni, ma un attimo e fece per andarsene. Dopo che la strega si allontanò, la fata più anziana rese una
roccia delle vicinanze morbida con i suoi poteri, ci camminò sopra lasciando tantissime delle sue impronte e
la fece tornare dura. Mandò a chiamare la strega che era lontana, ma ancora in vista, che una volta arrivata
chiese il perché l’avessero cercata. Le fate mostrarono alla strega le impronte lasciate sulla roccia, prova
evidente che quel bosco fosse territorio delle fate. Le streghe non si presentarono più e da quel giorno
rimangono ancora delle piccole impronte di circa un centimetro, a prova del passaggio delle fate.
Lorenzo7
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Leggende e Racconti tra l’Appennino Toscano ed il Montalbano – Una  Ninfa e Le Paure (Seconda parte)

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Il racconto delle leggende del territorio in cui sono nato continua in questa seconda parte, dove per un 
attimo ci fermeremo tra le colline a ridosso della pianura. 
 
Ambra ed Ombrone, storia di un amore non corrisposto 
 
Questo racconto è ambientato nelle zone di Poggio a Caiano, paese che si trova nella provincia di Prato. 
Si racconta che qualche secolo fa la zona fosse ricoperta da fitti boschi abitati da ninfe, e una di esse, Ambra 
è la protagonista di questo racconto. 
La giovane Ninfa era solita bagnarsi nelle acque del fiume Ombrone insieme alle altre Ninfe, e come spesso 
faceva, lì si reca un giorno per fare il bagno. Ombrone era da tempo innamorato di lei, amava osservarla e 
col passare del tempo cresceva sempre di più il desiderio di farla sua, quel giorno lei si era recata presso le 
sue acque per fare il bagno, e sentendola parlare con le altre ninfe scopre che lei si era innamorata di un 
pastore di nome Lauro. Sentendo queste parole, si ingelosisce al punto di decidere di farla sua cercando di 
portarla via con le sue acque. Chiamando il nome di lei, Ambra si accorge che Ombrone vuole farla sua e lei 
non corrispondendo quella passione inizia a scappare tra i boschi lungo le sponde del fiume. Da qui inizia 
un inseguimento che vede Ambra asserragliata da Ombrone che le sta alle calcagna, il quale ha anche 
chiesto aiuto al fratello Arno per aumentare ancora di più la portata delle acque, al fine di raggiungere la 
povera ninfa. Ambra si vede alle strette ed invoca l’aiuto della Dea Artemide, che prontamente la trasforma 
in una roccia per sfuggire alle grinfie di Ombrone che la perde di vista. Dopo l’intervento della Dea, 
Ombrone perde ogni forza e si rassegna al fatto che non potrà mai più conquistare la giovane ninfa. 
In quel luogo dove Ambra fu trasformata in una roccia, adesso sorge una collina su cui Lorenzo il Magnifico
fece ergere una delle famose ville Medicee, dandole il nome di Ambra,la giovane ninfa salvata da una Dea.

Le “Paure”

Nella zona in cui abitavo, un paese molto vicino al luogo del racconto precedente, le nonne raccontano da molto tempo ai bambini di stare attenti alle “Paure” e di fare i bravi. Le “Paure” sono degli esseri che da tempo si racconta facciano spregi a chi si comporta male, o semplicemente a chiunque per il solo gusto di divertirsi. Possono farti trovare la casa messa a soqquadro, come se fosse passata di lì una tempesta, possono farti trovare oggetti rotti o far scomparire qualcosa a cui tieni molto, tutto questo senza farsi sentire e senza farsi vedere, perché si divertono a far esasperare la gente.
Tra queste ci sono delle “Paure” ancora più cattive, quelle che si divertono a far scomparire le persone, in particolare i bambini.  Queste sono capaci di prendere le sembianze di persone, animali o di un qualsiasi oggetto dei desideri del malcapitato, per attirarlo in un luogo nascosto e farlo sparire nel nulla.
C’è la storia di un bambino scomparso, dove dei conoscenti che lo vedevano spesso e lo incrociavano per una strada di campagna, hanno visto il ragazzino correre verso una radura mentre chiamava il nome del suo cagnolino defunto e dopo averlo seguito non lo hanno più trovato. Ci sono altri racconti di persone che hanno visto la moglie defunta, o delle monete d’oro, ma la fine che li accomuna è che tutti sono poi spariti.
Legata a queste storie e a queste entità esiste una pratica molto particolare, usata per togliere il malocchio e le energie negative, ma allo stesso tempo per allontanare queste creature. Ogni anno si raccoglieva l’erba della paura (Siderite) per il giorno di San Giovanni, giorno in cui si dice avesse più forza, per farla seccare al sole ed utilizzarla per fare dei decotti utilizzati poi per dei lavaggi, nei quali si invoca l’aiuto di Gesù e San Pietro.
Mi ricordo ancora di come, da bambino, dopo aver visto una strana ombra nera presentarsi in casa lo raccontai a mia nonna, che prontamente mi fece uno di questi lavaggi con l’erba della paura. Se durante il lavaggio l’acqua diventa torbida, lasciando sul fondo dei sedimenti significa che ci si è tolti di dosso il malocchio o energie negative legate a presenze come le “Paure”. Nel mio caso successe proprio così, la prima volta l’acqua diventò torbida e sul fondo della bacinella c’erano dei depositi. Infatti, nei giorni successivi, mi sentii molto meglio e a distanza di qualche giorno ne feci un altro: l’acqua rimase limpida e non vedevo più quell’ombra.

Lorenzo7

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Leggende e Racconti tra l’Appennino Toscano ed il Montalbano – Due piccole curiosità su due grandi rocce

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La zona dove sono nato, la piana che da Pistoia, includendo Prato, arriva fino a Firenze è circondata e racchiusa da due rilievi montuosi, il primo più imponente l’Appennino ed il secondo, più collinare, il Montalbano. Tra i boschi incontaminati, i ruscelli e le rocce di queste zone sono nati diversi racconti e leggende che contribuiscono a renderli ancora più misteriosi e ricchi di fascino, si tratta di luoghi che da sempre offrono i loro frutti all’uomo, e che da esso sono spesso frequentati ed abitati da secoli.

Il primo territorio dove ci addentreremo è il Montalbano, un rilievo montuoso-collinare che, partendo da Pistoia fino ad arrivare a Firenze chiude ad ovest la piana che comprende le città prima nominate.

 

Il Masso del Diavolo a Pietramarina

Pietramarina è il nome di un antico insediamento Etrusco che si trova sul Montalbano, vicino al monte Pinone. Appena fuori questo sito archeologico di circa un ettaro, si trova un boschetto di lecci, alberi che si dice fossero cari agli Etruschi, sia perché luogo di trapasso delle anime, sia perché luogo capace di attirare le energie divine, di trasmettere profezie e di essere il luogo dove le api amavano posarsi.
Il Masso è una grande roccia di forma rotonda, ai cui lati sono stati scavati degli scalini per raggiungerne la sommità. Le cose che lo rendono particolare sono due: la prima sono le numerose incisioni etrusche di cui è tappezzato, la seconda un foro molto profondo presente sulla sommità, che sembra andare verso l’interno della roccia e anche molto più in profondità.
Si dice che questa roccia sia il resto di un teschio di un gigante e che sia stato usato poi dagli Etruschi come altare su cui celebrare i loro rituali e le loro pratiche, ma anche come luogo di incontro con gli spiriti dei defunti.
Il nome deriva però da diversi avvistamenti di spiriti maligni che volevano infestare il luogo a partire dalla scomparsa degli Etruschi, e sono apparsi più volte facendo sentire le loro urla, ma senza riuscire a prendere possesso del luogo. Si racconta che un giorno un demone molto forte si arrese nel tentativo di appropriarsi del masso e che per lasciare un segno del suo passaggio riuscì a lasciare un segno dei suoi zoccoli sulla scalinata che porta in cima alla roccia prima di arrendersi e scappare, segno che è visibile ancora oggi sugli scalini. Dopo quell’apparizione nessun demone e nessuno spirito maligno si sono più avvicinati al luogo per paura, lasciando che la pace e la tranquillità di quel luogo sacro siano rimaste intatte fino ai giorni nostri.

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Il Masso delle Fate

Il Masso delle Fate è una roccia, un grande monumento naturale che costeggia il fiume Arno, vicino Montelupo Fiorentino. Come si evince dal nome, questa roccia circondata da boschi è famosa per gli avvistamenti di fate che continuano a susseguirsi nel corso degli anni, ma non è tutto qui.
Un tempo questa roccia impediva alle acque del fiume di scorrere, rendendo di fatto la pianura di Firenze, Prato e Pistoia una vastissima zona paludosa che impediva agli Etruschi, che abitavano la zona, di raggiungere altri territori e di avere più terreni su cui insediarsi.
La prima leggenda che riguarda questo territorio racconta che Ercole si fermò in Toscana, presso gli Etruschi dopo il compimento della decima fatica. Si dice che gli Etruschi chiesero ad Ercole di creare una breccia in questa roccia, per far defluire le acque e rendere abitabili e percorribili quelle aree a loro inaccessibili. Ercole acconsentì e con la sua forza riuscì a creare un varco e l’acqua defluì grazie ai suoi grandi poteri. Ercole fu acclamato dagli Etruschi che ne fecero il loro re. Il gesto di Ercole è stato così Miracoloso, che nei secoli successivi altri hanno provato ad emularlo non riuscendoci. Durante il Medioevo numerosi scalpellini, hanno tentato di scalfire la roccia, ma ogni tentativo finiva con i loro attrezzi distrutti e spezzati. Nel secolo scorso i Nazisti, che vicino a questo masso avevano costruito una polveriera tutt’oggi integra, hanno provato a bombardarlo per farlo cadere, ma nonostante vari tentativi non sono riusciti a fare cadere neanche un sassolino.

La seconda leggenda su questo luogo, simile alla prima, è legata alla figura di Noè.  Si narra che dopo il diluvio universale Noè approdò con la sua arca tra il Lazio e la Toscana, e qui si stabilì fondando un suo regno. Lasciò ai suoi figli il compito di popolare la regione nel corso dei secoli, finché uno di essi arrivò nella zona dell’attuale Firenze e vi fondò un insediamento. Si dice che chiese aiuto ad un uomo di nome Ercole Libio per abbattere la roccia e creare un nuovo fiume. Ercole, con grande fatica e sforzo riuscì ad abbattere la roccia e a creare un passaggio per l’acqua. Il figlio di Noè dedicò a Ercole il fiume chiamandolo Arno, parola che in antico aramaico significa “leone vittorioso”, sarà un caso?

 

Lorenzo7

 

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La febbre

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In una normale domenica, una famiglia tornava dalla messa della mattina, o almeno, quella giornata sembrava normale finché uno dei membri della famiglia non vide un uomo legato ad un albero. Allarmato, l’uomo chiese alla moglie di portare via i bambini affinché non dovettero assistere alla scena e di correre velocemente in paese per chiamare qualcuno che potesse aiutarlo. 

Con cautela il padre si avvicinò all’uomo notando che giaceva seduto con gli occhi chiusi, il padre si avvicinò facendosi il segno della croce, si guardò in giro e iniziò a slegare l’uomo. L’uomo si svegliò di soprassalto e iniziò ad imprecare con il padre che stava cercando di slegarlo chiedendogli cosa stesse facendo. 

Quando il padre della famiglia chiese che cosa ci facesse legato ad un albero rispose che era usanza nel comune vicino al loro da dove egli proveniva farsi passare la febbre in quel modo: ci si legava ad un albero e si passava la febbre all’albero a cui si era legati finché la corteccia dell’albero non fosse secca. 

Una volta che la corteccia si seccava il malato era guarito. Il padre di famiglia chiese ad un suo amico che aveva parenti che risiedevano in quel comune, il quale confermò l’usanza di legarsi agli alberi per passare a loro le proprie malattie. 

 

Klaren

 

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Presenze inquietanti

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C’era una volta un paesino tranquillo, le acque del fiume scorrevano donando quiete a chiunque si fermasse ad ascoltarle, il verde dei prati era ovunque e la vista dei monti era stupenda da ovunque si guardasse. 

Era un paesino in cui nessuno avrebbe mai pensato potesse succedere qualcosa di strano, tutti gli abitanti si conoscevano tutti e nulla passava mai inosservato, in una malga nei pressi di questo paese proprio ai piedi del monte i malgari iniziarono a sentire dei suoni provenire dalla cascina, erano suoni di oggetti che cadevano, campane che suonavano, porte che sbattevano, tutto ciò senza che ci fosse vento, eventi climatici o qualcuno che spostava tutti questi oggetti. 

Un giorno, un bambino che stava giocando nei pressi della pozza della cascina informò i mandriani del fatto che una misteriosa ombra si aggirava fra le mucche. Nessuno gli credette dando la colpa alla fervida immaginazione dei bambini. Una sera, una donna che si aggirava vicino al pozzo informò di aver visto un’altra ombra che camminava dietro alla cascina, disse che l’ombra aveva le corna. 

A quel punto il villaggio iniziò a preoccuparsi finché uno dei mandriani informò tutti di aver visto la stessa ombra con le corna. I mandriani si spaventarono tantissimo al punto che non vollero più tornare in quella malga. I mandriani si misero d’accordo di rivolgersi ad un sacerdote, il quale li rincuorò dicendogli che probabilmente era soltanto lo spirito di un mandriano morto in quella malga qualche anno prima e che forse stava cercando aiuto: qualcuno che pregasse per lui. I malgari celebrarono una messa e quell’ombra non fu mai più vista. 

 

Klaren

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La cascina delle dieci donne

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In un piccolo comune situato ai piedi di un monte due ragazzi: Tone e Battista decidono di andare a caccia di rane nella palude.

Dopo ore di stancante ricerca, Tone propone di andare a casa di una parente, la casa era momentaneamente disabitata poiché i parenti erano in vacanza e decide di preparare la polenta per entrambi mentre Battista continuava la caccia di rane. Dopo pochi minuti, Tone iniziò a sentire della musica provenire dalla stanza accanto, era composta da ogni tipo di strumento: tamburi, flauti, canto vocale, era strano perché era assolutamente sicuro che nessuno fosse in casa e aveva salutato i suoi parenti che partivano giusto tre giorni prima.

Andò a controllare e vide dieci ragazze bionde che danzavano allegramente e lo invitavano a ballare con loro, entusiasta Tone si dà alle danze per poi, pochi secondi dopo, notare che da sotto le gonne di queste ragazze vi erano gambe di capra e spuntava pure una coda.

A quel punto le ragazze si trasformarono in demoni mostruosi e dalla paura Tone perse i sensi per poi essere ritrovato da Battista che fu sorpreso di vedere che anche a lui crebbero gambe di capra e la coda.

 

Klaren

 

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ANGUANA

 

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Una delle figure mitologiche della tradizione locale veneta che mi hanno da sempre affascinata è l’Anguana.

Le Anguane non sono conosciute solamente in Veneto ma sono ben note anche in Friuli e in parte della Lombardia, Emilia e Trentino, spesso però vengono chiamate anche con altri nomi come agane, subiane, ogane, gane, vivane, pagane, zubiane, acquane, longane.

Alcuni luoghi del Veneto riportano anche il nome “Anguana” proprio nella toponomastica: c’è ad esempio “L’Anguan-tal”, la valle dell’Anguana nel veronese, o alcune grotte nel vicentino che vengono chiamate “buso dell’anguana” (buco dell’Anguana).

L’origine delle Anguane è avvolta nel mistero e le teorie sulla loro nascita sono diverse. Alcuni sostengono che derivino dai Galli e si racconta che in periodo romano, durante gli scontri tra i due popoli, alcune donne celtiche si siano rifugiate nelle grotte vicino ai laghi e ai torrenti (note anche come “angane”) per non farsi catturare e che pian piano, negli anni, si siano legate alla natura diventando creature mitiche.

Altri le fanno risalire sempre a quel periodo, dandogli però delle connotazioni negative e sostenendo che inizialmente fossero creature malvagie perché attraevano e poi facevano smarrire i cacciatori, portandoli alla morte (in questo caso fanno risalire il nome ad “anguis”, ovvero serpente).

Altri ancora ritengono che in origine fossero semplici donne che andavano ai ruscelli o agli stagni a lavare i panni e che, una volta morte, i loro spiriti siano tornati proprio in quei luoghi divenendo protettrici della natura.

Alcune tradizioni raccontano che fossero donne dei boschi, dedite a un culto pagano, ma i più le considerano invece figure non umane appartenenti al mondo degli spiriti.

Le Anguane sono esseri femminili legati all’acqua, vivono vicino a fonti, stagni, laghi e ruscelli e sono protettrici delle acque, ma pare possano talvolta vivere tra gli umani. Appaiono come giovani donne, spesso molto attraenti e in grado di sedurre gli uomini; altre volte però si palesano invece come esseri per metà ragazze e per metà rettile o pesce e sono in grado di lanciare forti grida se si accorgono di essere spiate così da stordire il malcapitato (in Veneto infatti esiste l’espressione “Sigàr come n’anguana”, ovvero “gridare come un’anguana” che molto probabilmente non è casuale).

In molte leggende legate alle Anguane esse sono rappresentate con uno o più tratti non umani che nascondono con del muschio o con della corteccia: piedi di gallina, di anatra, gambe squamate, una schiena “scavata”, oppure gambe rugose e coperte di muschio o hanno la schiena coperta di corteccia di albero.

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Nella maggior parte delle leggende del nord-est di Italia sono descritte come donne dai “piedi di capra”, ad ogni modo la leggenda narra che il tratto distintivo di queste ninfe sia il collo del piede altissimo, proprio come quello delle capre.

Sono creature della natura sfuggenti, affascinanti e ammaliatrici, con capelli lunghissimi, abitano buche e anfratti rocciosi dei monti, ma non si allontanano mai troppo dall’acqua, loro elemento naturale. Non sono descritte né come buone nè cattive, ma si dice che se la prendano con chi danneggi, inquini o deturpi la Natura.

 

Ricercando materiale sulle Anguane, ho scoperto una cosa straordinaria: la  Saga dei Fanes che raccoglie ricche e complesse leggende della tradizione ladina delle Dolomiti ed è riconducibile ad epoche davvero antiche.

Da questa saga e dalle leggende legate a queste misteriose fanciulle soprannaturali, si possono evincere alcune caratteristiche di questi esseri:

  • possono dispensare il dono della fertilità;
  • se maltrattate o tradite, possono essere vendicative e lanciare una maledizione:
  • sanno predire il futuro e conoscono il passato (ma curiosamente non il presente!);
  • danno buoni consigli;
  • fanno venire sogni premonitori;
  • non hanno religione;
  • sanno volare;  
  • possono far sgorgare un torrente;
  • conoscono i tempi giusti per tutte le operazioni agricole;
  • custodiscono tesori;
  • possono disorientare gli uomini facendogli perdere il senso del tempo;
  • cantano in modo meraviglioso;
  • escono dall’acqua in forma umana.

Sono fondamentalmente creature benevole nei confronti degli uomini e cercano di aiutarli in ogni modo. Si racconta infatti che le Anguane abbiano insegnato alle popolazioni locali svariate attività artigianali, come ad esempio la filatura della lana, la caseificazione, ma anche la produzione del sale, dello zucchero, del vetro o di altre arti nelle quali la popolazione era carente. Queste leggende si concludono poi, generalmente, con gli uomini che non si dimostrano per nulla riconoscenti e proprio per questo l’Anguana se ne va, offesa, senza insegnare loro l’attività in questione.

Quando ho conosciuto queste figure locali le ho subito associate alle Apsaras della tradizione indiana (ma presenti anche nei miti della Thailandia, Laos e Cambogia).

 

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L’etimologia del nome è interessante perchè formato da “ap”, acqua, e “sar”, muoversi, scorrere, quindi “coloro che si muovono fra le acque”: esse infatti sono esseri associati all’acqua ma normalmente vivono sugli alberi, sono fanciulle bellissime, spiriti della fertilità, portano fortuna, possono volare, cantano e danzano divinamente.

Forse allora le Anguane non sono presenti solo a livello locale, ma potrebbero rappresentare una specie diffusa in tutto il mondo e, semplicemente, chiamata in modo diverso a seconda del paese in cui è nota.

 

Dharani Tara

 

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Leggende di Agropoli

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“La regina Verde”

Siamo nel meraviglioso Cilento, ad Agropoli e più precisamente a Punta Tresino, un piccolo promontorio a due passi da Castellabate da cui è possibile godere di un panorama mozzafiato, sostando tra il verde lussureggiante e il blu cobalto del suo mare terso.

La leggenda è ambientata nel 882, nel periodo delle scorribande saracene avvenute nel Mediterraneo. Durante uno sbarco, proprio una flotta saracena approdò ad Agropoli prendendo possesso del territorio che fino a quel momento era sotto la dominazione dei bizantini. 

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Giunsero a riva tanti uomini guidati dal temerario Capitano e solo una fanciulla li precedeva, ovvero la figlia del Capitano, di nome Ermegalda, che aveva una caratteristica particolarissima: indossava abiti sempre molto scuri e questo faceva sì che la sua pelle olivastra venisse messa talmente in risalto, che alla luce il suo bel viso riluceva di un colore verde smeraldo, da qui il soprannome di ”Regina Verde”. Sia il padre che la figlia, infatti furono incoronati re e regina di Agropoli e governarono per molto tempo. La bellezza della giovane fu però la sua condanna: riceveva continue proposte di matrimonio da uomini illustri che non amava, fino a doverli respingere continuamente uno dopo l’altro e ciò le procurava molta tristezza. Un giorno però Ermegalda si concesse una passeggiata sul promontorio tra Punta Tresino e Trentova e quasi per caso notò l’avvenenza di un giovane pescatore che issava le reti; per rango non osò avvicinarsi ma si limitò a guardarlo da lontano: per entrambi fu amore a prima vista. E così la regina giorno dopo giorno trovò un motivo per rivedere il giovane pescatore senza che il re suo padre ne venisse a conoscenza.
Era un amore molto tenero, tanto che quando Ermegalda vedeva il giovane arrossiva e quel rossore piano piano tramutò completamente, come per magia, il colore della sua pelle fino a renderla rosata. I due innamorati si vedevano ogni giorno: il loro nascondiglio era il capanno del giovane pescatore dove si incontravano al mattino presto, quando l’amato rientrava dalla pesca e la raggiungeva nella baia. Un giorno però, Ermegalda attese l’arrivo del giovane per molto tempo e non ebbe notizie di lui per altri giorni: fu una violenta tempesta a ucciderlo in mare, e il dolore nell’apprendere questa notizia la dilaniò. La principessa, spinta dalla disperazione, volle porre fine alla sua giovane esistenza tentando il suicidio dalla torre del suo palazzo, ma gli Dei furono commossi dalla sua storia e specialmente Nettuno, che la tramutò in una ninfa di mare per lenire il suo dramma.

Si dice che ancora oggi, secondo le testimonianze dei vecchi pescatori, una creatura leggendaria nuoti misteriosamente tra le grotte di Punta Tresino spingendosi lungo Agropoli. In alcune notti si ode un grido straziante provenire dalla grotta, un grido simile ad un pianto come quello di una fanciulla.

Per gli abitanti locali, il punto in cui è nata la leggenda della Regina Verde è da associare ad uno scoglio che per forma e dimensione ricorda il corpo di una figura femminile, simile ad una ninfa.

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“Lo scoglio di San Francesco”

Si narra, che San Francesco d’Assisi, nel suo viaggio di predicazione completato nel 1222, fece tappa nel Cilento, ad Agropoli. Questo accaduto, è dimostrato dagli annali dei Frati Minori del 1222 dove si legge: “Nel recinto del principato di Frate Francesco Citra costruì un convento ad Agropoli, dopo la presenza dei miscredenti, da un’alta roccia predicata al pesce che si precipitava a riva”.

Un altro studioso francescano, il Gatta, scrive: “In Agropoli il padre Francesco D’Assisi vi fondò un monastero e operovvi grandi meraviglie cui spezialmente allora quando, mal gradito da quei paesani, alieni di sentire la parola di Dio, egli pertanto si condusse al mare su di uno scoglio ed ivi predicando accorse una gran moltitudine di pesci quasi ascoltarlo volessere; profetizzò quindi che quello scoglio che servito aveva da pulpito, benchè col tempo sarebbe mancato alla sua grandezza, con tutto ciò le acque non l’avrebbero mai superato”.

Nelle vicinanze della Baia di Trentova, una delle spiagge più conosciute del Cilento, è possibile trovare la spiaggia di San Francesco e dinanzi lo scoglio a lui intitolato. 

Come anticipato, la leggenda narra che il santo, durante il suo pellegrinaggio, davanti ad un popolo di pescatori agropolesi che non aveva voluto accogliere la sua umile parola, fu scacciato dalla cittadina. Fu a quel punto che raggiunse lo scoglio e predicò ai pesci e agli uccelli, su quell’isola di fede, estraniato da tutti. In quel luogo, sul quale si erge una croce che sovrasta il mare come segno di riconoscimento, tuttavia, ancora oggi qualcosa accade di misterioso, qualcosa che lo stesso santo aveva profetizzato: anche durante le mareggiate e tempeste più violente l’acqua non supera mai lo scoglio, come ”accettando di accarezzarlo soltanto, in un moto di eterna preghiera”. 

Pochi anni dopo la venuta del santo, nel 1230, dopo aver assistito al miracolo dello scoglio che non viene mai sommerso, gli agropolesi costruirono un convento omonimo che oggi è adibito ad abitazione private, quasi a voler riparare all’antica indifferenza. 

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Nelle adiacenze del convento gli agropolesi, inoltre, eressero anche una chiesa che successivamente è stata restaurata.

                                                                                  Ex convento di San Francesco

La leggenda dei gabbiani

 Nel XVIII secolo ad Agropoli ci fu una grave pestilenza, per cui vennero uccisi numerosi capi di bestiame considerati portatori del morbo. L’unico cibo che non venne infettato furono i pesci, quindi pescare era di enorme importanza in quel periodo. Tuttavia infuriava da giorni una tempesta, che impediva la pesca, e la popolazione stava morendo di fame. Nonostante il pericolo, spinti dalla necessità, i pescatori più giovani salparono con tre imbarcazioni, mantenendosi a una distanza tale da poter comunicare tra di loro. Quando furono lontani dalla riva gettarono le reti, ma un’enorme onda travolse le barche e tutti morirono. 

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San Pietro e San Paolo, i due patroni di Agropoli, commossi dalla crudeltà degli eventi e dalle grida disperate delle donne in attesa dei mariti, decisero di dare una seconda occasione di vita agli abitanti di Agropoli. Secondo la leggenda, trasformarono i marinai morti in mare in gabbiani, uccelli fieri e indomiti, che nemmeno la tempesta poteva scalfire.

Ancora oggi, i gabbiani ad Agropoli sono visti con rispetto, non solo in onore di questa leggenda: infatti i nobili volatili segnalano ai marinai che si spingono al largo le tempeste in arrivo. I pescatori della cittadina non gli fanno mai mancare del cibo, come a ringraziarli della loro premura ,mentre si dice che chi li uccide o li scaccia attira su di sé le ire del Signore.


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Il fantasma della Baia di Trentova

Il 31 Agosto 2007 un gruppo di persone si trovavano sulla spiaggia della Baia, trattenendosi fin dopo il tramonto.  Stando alle loro testimonianze, ad un certo punto una brezza gelida e penetrante, che raggelava pelle ed ossa, si sarebbe levata improvvisamente dal mare e avrebbe circondato loro un silenzio surreale. Guardando verso il mare, avrebbero visto una piccola figura vestita di bianco avanzare verso di loro. Man mano che la sagoma si avvicinava, si rendevano conto che si trattava di una bambina con indosso un vestito chiaro ed i capelli scarmigliati. Tuttavia, quando giunse alla spiaggia, la bambina vestita di bianco scomparve davanti ai loro increduli occhi. Spaventati dall’accaduto e raccolte in fretta le loro cose si apprestarono ad andar via dallo stabilimento balneare.

All’entrata del lido si trovava un piccolo bar. Davanti agli occhi sempre più spaventati dei visitatori comparve un’impronta nel cemento armato: si trattava dell’orma lasciata dal piede di un bambino di non più di cinque anni. L’orma era ancora bagnata. Nonostante i tentativi, i proprietari del bar non riuscirono a cancellare la traccia dell’impronta per molto, moltissimo tempo. 

Non si tratta, tuttavia, dell’unico avvistamento di natura misteriosa che si è verificato nella Baia di Trentova. Molti dicono d’aver visto la bambina misteriosa e vestita di bianco venire dal mare: coppie d’innamorati rimasti in spiaggia a guardare le stelle, gruppi di amici desiderosi d’un bagno di mezzanotte e persino un gruppo di motociclisti. Ma la testimonianza più recente e più particolare che riguarda la Baia di Trentova è quella che risale al 2014. Un gruppo di ragazzi si riunì sulla spiaggia della Baia il 14 Agosto, per festeggiare la vigilia di Ferragosto. Ad un certo punto, come hanno testimoniato diversi di loro, di nuovo sentirono una brezza levarsi dal mare. Voltandosi verso le onde, dapprima videro l’acqua incresparsi in un punto e poi apparire, sopra questo, una luce quasi accecante. In molti fuggirono, terrorizzati; quelli che di loro si attardarono per qualche istante, incantati dalla sagoma che si stagliava dritta sul mare, riferiscono d’aver visto qualcosa, ma forse non una bambina. Si trattava di qualcosa di dimensioni molto più imponenti e che, invece di camminare, pareva strisciare o forse fluttuare sull’acqua.

Forse, più che di fantasmi, in questo caso si è parlato di mostri: ancora non si sa esattamente da quali e quante creature sia infestata la Baia di Trentova.

                                                                                     Baia di Trentova

Phoebe

 

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La Montagna Spaccata

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Nella graziosa Gaeta, cittadina della Riviera Pontina, è famosa la Montagna Spaccata, meta affascinante e molto suggestiva. Questo luogo caratteristico è definito magico da tanti abitanti e turisti e racchiude in sè molteplici e antiche leggende.

Il nome della Montagna deriva dalle tre profonde fenditure che tagliano perpendicolarmente la roccia e che, secondo la tradizione popolare, si crearono a causa del terremoto avvenuto dopo la morte di Gesù. La fenditura al centro è la principale ed è attraversata da una lunga scalinata che conduce all’interno della montagna fino ad arrivare alla Grotta del Turco, un bellissimo e suggestivo punto panoramico a picco sul mare. Scendendo i gradini si può notare sulla parete destra della roccia la “Mano del Turco”, una fenditura nella roccia a forma di mano accompagnata da una scritta in latino.

Secondo la leggenda più famosa e conosciuta l’impronta della mano, in cui sono distintamente visibili le cinque dita, appartiene ad un marinaio turco. La vicenda narra che il marinaio, non credendo alla storia secondo la quale la montagna si fosse spaccata con la morte di Gesù, ha appoggiato la sua mano sulla roccia che, diventata miracolosamente morbida al suo tocco, ha portato alla creazione dell’indelebile impronta sulla parete. La scritta latina scolpita di fianco è strettamente connessa a questo racconto e infatti recita la seguente frase: “Un incredulo si rifiutò di credere a ciò che la tradizione riferisce, lo prova questa roccia rammollitasi al tocco delle sue dita“.

 

 Un altro racconto legato alla montagna spaccata è quello relativo a Filippo Romolo Neri. Si narra che il Santo avesse vissuto, pregato e dormito all’interno della Montagna Spaccata e ancora oggi è visibile un giaciglio in pietra conosciuto con il nome di “letto di San Filippo Neri”. Tale testimonianza ha condotto negli anni la visita in questi luoghi di molteplici sovrani, vescovi e pontefici e ancora oggi moltissimi fedeli si recano qui.

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Infine, l’ultima leggenda, meno conosciuta, ma affascinante, romantica e tragica allo stesso tempo riguarda la storia d’amore tra Etele e Giordano. Si narra che vivessero all’interno della Montagna Spaccata delle donne affascinanti e ammaliatrici, conosciute con il nome di Anguane, che si rendevano visibili nelle notti di luna piena e soggiogavano gli uomini con i loro balli e canti. Una di queste donne, Etele, fu notata dal giovane Giordano che se ne innamorò a prima vista, ricambiato. I saggi del paese si opposero fortemente all’unione e raccontarono all’innamorato il sortilegio che gravava sulla fanciulla fatata: alla morte della madre, la Maga del Bosco, lei sarebbe scomparsa. Giordano proseguì imperterrito nel suo intento di sposare la giovane e presto convolarono a nozze, decidendo di essere uniti contro tutti perché il loro Amore sarebbe stato più forte della maledizione. Ma una mattina d’estate avvenne l’infausto evento, la Maga morì ed Etele capì che stava per compiersi il suo tragico destino. Un grande frastuono scosse il cielo e fece tremare la terra e la Montagna si spaccò, attirando al suo interno Etele, che scomparve tra le rocce. 

L’Amore però trovò un modo per averla vinta: si trasformò in acqua per diventare eterno e manifestarsi a tutti coloro che visitano questo magico luogo che è la Montagna spaccata. 

 

Isa

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La terra dei Serpenti

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Nel territorio del Sud Pontino sono moltissime le leggende che si sono tramandate nel corso degli anni. Una delle più interessanti e curiose che prende vita dal territorio di Itri, abbracciando tutti i paesi limitrofi, è quella relativa alla figura del serpente e alla sua stretta connessione con queste zone. La leggenda prende avvio dallo stemma di Itri in cui è raffigurato un serpente con la lingua trifide in smalto rosso e la testa di un cane che mostra i denti canini.

Partendo da questo stemma, il simbolo di Itri è diventato il Serpente e la tradizione popolare dice che nelle vene degli abitanti scorra il sangue di questo rettile; in zona, infatti, è famosa la fase: “Seng’ d’ sierp” che in dialetto itrano sta a significare letteralmente “sangue di serpe”.

Ma quali sono le leggende che hanno dato origine a questo legame tra i serpenti e il territorio del Sud Pontino?

 

Seng’ d’ sierp

Sono sempre stata molto curiosa di capire come mai a Itri si trovassero un po’ ovunque disegni e rilievi raffiguranti i serpenti, dalla pavimentazione del Santuario della Madonna della Civita ai rilievi nel centro storico, il Serpente è un simbolo predominante in paese e questo lo si capisce sin dalla prima visita. 

Per sfamare questa mia curiosità sono andata da mio nonno, grande appassionato di libri di storia, che mi ha raccontato questa prima vicenda

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La prima leggenda da cui si evince la stretta connessione con i rettili nasce dalla credenza secondo cui anticamente Itri avrebbe subito una grande invasione di serpenti. Secondo il racconto, gli abitanti, molto coraggiosi e per nulla impauriti, si unirono con impeto per domare e uccidere tutte le belve. In seguito, festeggiarono la vittoria cibandosi dei corpi morti. Proprio da questo banchetto deriverebbe il detto “itrano sangue di serpe” in quanto gli abitanti avevano mangiato i serpenti e ingerito il loro sangue, quindi, da quel momento in tutti gli abitanti del borgo, presenti e futuri, scorreva il sangue dei serpenti.

 

L’Idra di Lerna

La seconda ipotesi prende origine dalla leggenda secondo la quale il nome di Itri deriverebbe dall’Idra di Lerna, una figura mitologica dalla mente diabolica, raffigurata come un enorme serpente marino dotato di molteplici teste che, se tagliate, ricrescono. Secondo il mito questo mostro velenoso e pericolosissimo, che poteva uccidere con il solo respiro, sangue o il semplice contatto delle sue orme, viveva nelle paludi del territorio ed è stato ucciso con delle frecce infuocate da Ercole nella sua “seconda fatica”. 

Il culto di Ercole è particolarmente diffuso in questa zona e il collegamento è rafforzato dai recenti scavi, iniziati nel 2010 e proseguiti fino al 2018, condotti poco lontano dal centro abitato di Itri nelle vicinanze dell’antica Chiesa di San Cristoforo (Santo che da molti si ritiene associato ad Ercole). Le ricerche hanno riportato alla luce diversi elementi architettonici e scultorei che hanno fatto presagire la presenza di un santuario dedicato, secondo l’ipotesi ad oggi più probabile, proprio alla divinità Ercole.

 

La leggendaria Amyclae

Sulla base di un’altra credenza, il paese è stato fondato dagli abitanti di Amyclae, fuggiti dalla loro città costiera verso l’entroterra a causa di una invasione di serpenti. La storia della città di Amyclae è contornata da un alone di mistero: di questa mitica città, di cui molti autori latini hanno scritto in età romana descrivendola già all’epoca come antichissima, possiamo ipotizzare ad oggi che si trovava nell’attuale sud del Lazio, in quanto negli scritti romani è stata collocata in un ipotetico triangolo tra le città pontine di Sperlonga, Fondi e Terracina. 

 

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Curiosa è, inoltre, l’associazione di questa città sia al silenzio (“et tacitis Regnavit Amyclae”, Plinio, Naturalis Historia) che ai serpenti (“Amyclae a serpentibus deletae“, ibid.). 

La misteriosa scomparsa di questa città sarebbe avvenuta, secondo alcuni racconti, circa tremila anni fa, a causa dalle dottrine pitagoriche seguite dai suoi abitanti, i quali dovevano rispettare il silenzio e, pertanto, non sarebbero stati in grado di lanciare l’allarme relativo all’imminente pericolo derivante dai serpenti che stavano devastando le loro terre e che ben presto portarono alla distruzione della città stessa. Altra caratteristica molto affascinante relativa ad Amyclae è la sua somiglianza, sia per nome che per storia, con una città spartana avente appunto lo stesso nome e la stessa leggenda. Anche l’Amyclae greca, infatti, era stata distrutta, nel silenzio dei suoi abitanti, proprio a causa di un’invasione di serpenti. Questa leggenda davvero molto simile e comune a due città così distanti tra loro non fa che accrescerne il mistero e la curiosità.

 

La Torre del Coccodrillo

Altra traccia del legame con i rettili va ricercata nel Castello di Itri, posto sulla parte più elevata della collina di Sant’Angelo, e, nello specifico, nel terzo torrione noto come “Torre del Coccodrillo”: una torre cilindrica collegata al Castello da un possente camminamento di ronda merlato. Secondo la leggenda questa torre conteneva una fossa molto profonda in cui dimorava un coccodrillo al quale venivano gettati in pasto i prigionieri. Questa torre ha fatto sorgere molte storie e, secondo la più diffusa in paese, nel castello sono presenti numerosi fantasmi e la tradizione popolare tramanda che nelle notti temporalesche si possono ascoltare i sommessi lamenti di queste anime in pena, vedere dei mantelli che svolazzano e udire note musicali provenienti dagli antri del Castello. Sono moltissime inoltre le persone che affermano che le luci interne del castello si accendono da sole, così come gli impianti di riscaldamento che, sebbene spenti da mesi, nel periodo estivo vengono puntualmente trovati accesi.

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Esculapio e Medusa

Ancora un’altra sottile traccia del legame con i serpenti deriva dalla chiesa di San Michele Arcangelo, situata nel borgo storico a pochi passi dal castello medioevale. L’edificio, realizzato in stile arabo-normanno, è il luogo sacro più antico del paese ed è stato eretto su un antichissimo tempio dedicato ad Esculapio, dio della medicina. Secondo il mito Esculapio avrebbe ricevuto dalla dea Atena il dono di cambiare il suo sangue con quello di Medusa, la Gorgone dalla testa di serpenti. Grazie a tale scambio, il sangue che sgorgava dal suo fianco destro aveva un incredibile potere curativo ed era in grado di guarire qualsiasi malattia.

 

Uva Serpe

Altra caratteristica molto curiosa e singolare è la presenza sul territorio itrano di uno dei più antichi vitigni del Lazio denominato “uva serpe” e da cui veniva prodotto il vino Cecubo, molto famoso e apprezzato in età Romana. L’origine dell’uva serpe non è ancora totalmente chiara: di questo antichissimo vitigno si sa solo che era già conosciuto nel I secolo d.C., in quanto è stato menzionato dall’autore latino Columella che ne parla con il nome Dracontion (serpente in greco). Questa menzione si collega anche alla leggenda precedentemente esposta relativa ad Amyclae, infatti, Columella, pur scrivendo in latino, per indicare questa vite ha utilizzato un termine greco, lingua originaria degli abitanti di Amyclae. Questo mito sembrerebbe quindi collegarsi al precedente, in quanto pare proprio che furono questi abitanti a piantare sui colli di Itri la vite dell’uva serpe, dopo aver fondato la città.

 

Il Serpente Millenario

In un’altra località pontina, precisamente a Gaeta in zona Sant’Agostino, la tradizione popolare tramanda di generazione in generazione la leggende del gigantesco serpente, conosciuto con il nome di “Serpente millenario”, che infestava la spiaggia. Attualmente è ancora presente e visibile in quel territorio una grotta che si chiama “Grotta del Serpente” e si narra che il mostruoso rettile abitasse lì e devastasse i luoghi circostanti per sfamarsi, terrorizzando tutta la popolazione. Un giorno un gaetano più coraggioso, che si ricorda con il nome di Giovanni Macchetiello, decise di affrontare il serpente; si munì di uno specchio che gli permettesse di guardare i movimenti dell’animale da un punto strategico e attirò il serpente con del cibo. Appena vide, tramite lo specchio, due grandi occhi gialli che si accostavano alla caciotta posta a pochi metri dall’entrata della Grotta, cominciò a sparare all’impazzata e poi subito a correre veloce, timoroso di non aver centrato l’obiettivo. Arrivato in paese morì poi per lo spavento, dopo aver raccontato balbettando la vicenda ad un altro abitante che ascoltava incredulo e stupito e che riportò poi il racconto a tutti gli abitanti. 

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Il Serpente con la corona

Sempre in un altro paese del Sud Pontino, a Fondi, i nonni erano soliti raccontare ai nipotini che in primavera si svegliava un “Serpente Re” che viveva tra i resti della Chiesa di San Raffaele e pertanto era severamente vietato a tutti i bambini avvicinarsi in quel luogo. Inoltre, molti abitanti dicono che anche oggi, ogni volta che si passa vicino alla chiesa, si può scorgere sempre un ramarro.

Le leggende legate ai serpenti sono molto diffuse in queste zone, così come i numerosi avvistamenti che molte persone ancora oggi raccontano con timore. Il più recente risale al 2017, quando un turista romano che visitava le colline degli Aurunci ha avuto un incontro ravvicinato con un rettile lungo oltre 2,5 metri e spesso circa 10 cm di colore nocciola, cosparso di striature gialle dalla testa alla coda che, a suo dire, strisciava impavido e calmo.

Ho cercato di racchiudere in questo breve scritto tutte le informazioni raccolte sulla presenza dei serpenti in queste zone. Non so se ci sia un fondamento di verità oppure se queste storie si fermano alla leggenda, quello che è certo è che il frequente ricorrere di questa figura, sia nei racconti che nelle immagini sparse per il paese a ridosso di muri e case, infittisce il mistero e mi fa venire voglia di indagare per scoprirne di più.

Spero di essere riuscita ad incuriosire un pochino anche voi!

 

Isa

 

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U monacheddu

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Da piccola sia io che i miei fratelli siamo stati cresciuti con la leggenda del “Monacheddu” trattasi di un piccolo gnomo vestito da frate e con cappello rosso.  Avevamo il terrore, perché dicevano fosse molto dispettoso. Poteva dare degli spintoni oppure pizzichi o addirittura la notte si poteva poggiare sul petto provocandoti un senso di soffocamento. Potete immaginare quando capitava di andare in paralisi notturna il terrore di avere uno gnomo sul petto… per non vederlo strizzavamo forte gli occhi, e appena ci sentivamo  liberi correvamo di corsa nel letto dei nostri genitori piangendo. La leggenda narra che qualora una persona riuscisse a sfilargli il cappello si disponeva di tanta fortuna, un pentolone pieno di monete d’oro, ma se mancavi il bersaglio si diventava suoi schiavi a vita, per pegno voleva che ogni sera gli si preparavano delle frittelle, da noi chiamate curureddhi, dove lui ne andava ghiotto. Molte persone anziane ancora oggi affermano di averlo visto in casa. Spesso si faceva vedere solo da un solo componente della famiglia. Questa è una delle  leggenda che amo di più, sono sempre stata attratta dai folletti.

 

Mary Allotta

 

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LA LEGGENDARIA CITTÀ DI RAMA

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Nella piemontese Valle di Susa si narra dell’esistenza, in tempi remotissimi, di una città megalitica di nome Rama, sorta alle pendici del monte Roc Maon (nome celtico, ora Rocciamelone), ed estesasi poi sino a giungere alle porte dell’attuale città di Torino. Di certo era una città molto grande e maestosa, ma d’altra parte gli abitanti stessi vengono descritti come dei giganti, dalla pelle scura, veri maestri di scienza e arti magiche, depositari di una cultura e di una preparazione scientifica e spirituale decisamente superiori ed evolute. Essa era nota sia nel mondo greco che romano, tanto da essere citata in vari oggetti. Per anni alcuni ricercatori, spinti dalla curiosità e dalla passione, cercarono di dimostrare che proprio in Val di Susa questa antichissima ed evoluta, nonché “magica” civiltà, abbia avuto origine. Uno degli indizi che hanno spinto queste ricerche è stata l’indicazione trovata in una vecchia carta toponomastica del ‘700 che indicava una precisa area in Val di Susa col nome di “Rama”, oltre al fatto che in valle ci sono ancora diversi toponimi che richiamano questo nome. Grazie alla collaborazione dei contadini del posto e soprattutto di famiglie di tradizione celtica, questi ricercatori hanno rinvenuto importanti aree di culto, strutture megalitiche, grosse pietre rituali incise, caverne e zone di riparo e molti reperti di attività preistorica in varie zone della Valle, risalenti a migliaia di anni fa. C’è da precisare che nulla di ciò che è stato rinvenuto nei boschi e nei prati della Valle può essere ricondotto direttamente all’antica civiltà di Rama, che risalirebbe a tempi remotissimi, difficili da identificare; rappresenterebbero però l’anello di congiunzione con essa e la dimostrazione della sua cultura, tramandata nei tempi. Uno di questi siti è stato rinvenuto negli anni ’80 nella zona chiamata “Ramats” a Chiomonte, proprio dove poi è stato allestito il cantiere per la costruzione della linea TAV. Il prezioso e antichissimo complesso archeologico chiamato “La Maddalena” è ora occupato dalle forze militari che hanno distrutto le preziose testimonianze storiche. Tutto il complesso archeologico è stato sostanzialmente cancellato e sostituito da un enorme cantiere che si è appropriato anche del nome “della Maddalena”… La scoperta più importante avvenne nel 2007, anno in cui fu ritrovata una porzione di mura formata da blocchi di pietra giganteschi, del peso di circa 4-5 tonnellate, sovrapposti a secco, tagliati in modo evidente dalla mano dell’uomo, perfettamente incastrati in modo che tra un masso e l’altro non potesse passare neanche un foglio di carta. Un altro ritrovamento interessante, da parte di contadini del posto, è stato un sarcofago in pietra, lungo più di tre metri, contenente i resti di un essere umano di identiche proporzioni (un gigante!). Esistono le testimonianze di questo ritrovamento, ma sembra che un parroco della zona lo abbia in qualche modo occultato, facendone sparire ogni traccia. Non distante dalle mura, nel minuscolo paese di Caprie, si trova una strada denominata curiosamente “via Città di Rama” e proprio nei pressi di questa via sono state ritrovate tracce di grandi colonne in pietra risalenti ad epoca preistorica. Questi reperti non sono purtroppo accessibili in quanto si trovano, guarda caso, nel giardino di un istituto di suore missionarie (dall’architettura e geometria molto particolari…). Pare che tutti gli indizi che potrebbero richiamare l’esistenza della Città di Rama siano stati dichiarati “di nessun interesse” da parte dagli enti ufficiali e quindi ignorati… se non addirittura occultati e distrutti. Pertanto la Città di Rama in Val di Susa rimane soltanto nella leggenda. Questa leggenda si desume da un antichissimo cofanetto in pietra contenente una sessantina di lamine di un metallo simile all’oro, incise in greco arcaico; una sorta di enciclopedia contenente leggende, cronache di eventi storici di quell’epoca, trattati dell’antico druidismo e narrazioni riferite al mito di Fetonte. Il contenuto di questo libro d’oro ricorda la cultura ancora presente e tramandata dalle Famiglie Celtiche e dalle comunità druidiche del Piemonte.

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Comunque sia, sta di fatto che l’esistenza della Città di Rama sia strettamente legata al mito di Fetonte. Il mito classico riferisce che Fetonte, figlio di Apollo, un giorno decise di guidare di nascosto il Carro del Sole, seppure ancora inesperto, ma perse il controllo del mezzo avvicinandosi troppo alla terra, incendiandola. Zeus, per punirlo, lo fulminò, facendolo precipitare al suolo. Secondo invece la tradizione druidica del posto, Fetonte non cadde al suolo, ma discese dal cielo col suo carro celeste, costruito interamente in oro massiccio. Egli si unì alla popolazione locale, formata da uomini molto alti, dalle fattezze a tratti mostruose, descritti a volte come piccoli sauri e serpenti antropomorfi, ricoperti di piume e dal sangue caldo. Qui avrebbe incontrato una confraternita di uomini che praticava il culto del fuoco e che operava in lavori di metallurgia, trasformandola in una scuola iniziatica: la Scuola del Fuoco. Formò così i primi Druidi, gli Ard-Rì, che avrebbero in seguito civilizzato tutto il continente europeo. Fetonte ampliò poi la sua Scuola iniziatica dando vita all’Ordine monastico-guerriero dello Za-basta che si impegnò alla civilizzazione del pianeta. Sempre secondo la tradizione, Fetonte avrebbe portato un albero in dono agli uomini: l’Yggdrasil, l’Albero della Vita in grado di donare benessere e conoscenza a chi lo seminava e coltivava, richiamando il concetto dell’esperienza introspettiva e creativa della meditazione, considerata la base fondamentale della Scuola iniziatica di Fetonte. Da quel primo nucleo di abitanti si formò la Città di Rama che, espandendosi per tutta la Valle, divenne in seguito una Città florida di commerci e ricca di cultura, una vera e propria città-fortezza. Rama sarebbe stata la vera e unica città esistente allora su tutto il continente europeo: la sede pacifica e intellettuale di un popolo misterioso che diceva di aver avuto origine dalla conoscenza giunta dalle stelle. Prima di congedarsi dagli uomini Fetonte fece costruire una grande ruota d’oro di circa due metri di diametro, forata al centro, in cui era racchiusa tutta la conoscenza trasmessa agli umani. Essa simboleggiava la via del Vuoto e racchiudeva ciò che viene definito “Shan”, secondo un antico linguaggio dei popoli autoctoni europei. Lo Shan era il nome dato alla Natura, intesa non solo sul piano della materia e dei cicli stagionali, ma considerando anche la natura immateriale dell’esistenza, riconducibile al significato di “vuoto”. Una divisione invisibile dove avrebbe sede la vera realtà delle cose, al di là dell’illusione percepita dai sensi e dalla mente, e che per i popoli naturali rivelerebbe una conoscenza fonte di armonia e benessere. Tutto questo Fetonte avrebbe insegnato agli uomini ai tempi della leggendaria Città di Rama. Fetonte fece altri due importanti doni all’umanità: la Musica del Vuoto, capace di agire sull’inconscio e liberare l’individuo dalla prigionia soggettiva della mente, e la Kemò-vad, una forma di meditazione in grado di risanare il corpo e la mente, portando a intuizioni mistiche. I doni di Fetonte all’umanità dovevano contribuire a creare un mondo in cui non esistessero più sofferenze, né guerre, né violenza; un mondo dove potesse esistere pace e fratellanza, libera espressione e vera gioia di vivere per ogni essere vivente. Da alcune interpretazioni Fetonte non sarebbe da intendersi come una figura singola, ma come un evento giunto dallo spazio che avrebbe donato un’immensa conoscenza agli uomini del tempo. Tra l’altro il mito di Fetonte è da sempre legato alla leggenda del Graal, pertanto questo mito locale porta a credere che esso sia stato custodito e protetto da un essere mutaforma semidivino, incaricato dal Dio Fetonte, all’interno di un altro monte, situato all’ingresso della Valle di Susa: il famigerato Musinè. Questo monte da sempre ha attirato l’attenzione dei curiosi per via della sua forma simile a una piramide e dalle pareti stranamente brulle; inoltre molti sostengono che esso rappresenti un centro di particolare energia, attribuita alla presenza aliena. Riguardo agli abitanti di Rama c’è anche un’altra teoria leggendaria, ossia che a cadere dal cielo sulla Valle di Susa non sia stato un Dio, ma un oggetto semidivino che, si dice, possedesse la proprietà di evocare gli dei.

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Secondo questa leggenda l’oggetto misterioso rimase lì intatto per molto tempo, sinchè da un luogo molto lontano nell’Oceano Atlantico, in cui avvenne un cataclisma che sconvolse l’intero continente, i sopravvissuti si spinsero alla ricerca di una nuova terra e, attratti dal richiamo di quell’oggetto, giunsero fino all’attuale Valle di Susa (..e dintorni, incluse aree ora francesi) e qui si insediarono fondando una città senza confronti. Si dice che essi avessero trovato in questa Valle un raro materiale che utilizzavano per i loro scopi segreti, scavando delle vere e proprie miniere. Ancora oggi i valligiani raccontano di leggende in cui i misteriosi strumenti di lavoro siano ancora sepolti nelle loro cave, con essi estraevano il minerale avvalendosi della sola luce emanata da un raggio dalle proprietà ignote. Grazie a questi strumenti avrebbero anche spaccato e alzato gli enormi massi di pietra con i quali costruirono la città e le sue imponenti mura. La fine di questa rigogliosa ed evoluta civiltà è attribuita ad un probabile cataclisma che avrebbe completamente distrutto ogni traccia di essa (sommerso o inghiottito nel terreno), proprio come avvenne per l’antica Atlantide; infatti Rama viene anche definita l’Atlantide Europea. Secondo un’altra versione, non tutti i suoi abitanti scomparvero nella catastrofe, ma una parte di essi sopravvisse, costruendo una città segreta nelle viscere del monte Roc Maon.

 

LauraF

 

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A leggenda ro’ Munaciell – La leggenda del Monaciello

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Qui, in Campania, precisamente in provincia di Napoli e Salerno, spesso si parla della figura del Monaciello, piccolo Monaco, uno spiritello che entra nelle case delle persone per fare dispetti o per portare loro fortuna e denaro.

Una mia amica di Sala Consilina mi ha raccontato che una famiglia molto agiata del suo paese ospita in casa propria questo essere leggendario, oltre che fare altri sortilegi e magie. Questo spiritello, secondo la mia amica, regala loro soldi, in cambio di cibo, e vive all’interno di un armadio della casa.

Si narra, che un tempo molto lontano, precisamente nella metà del 1445, a Napoli, due giovani si amassero d’un amore non accettato dalla famiglia di lei. Lei era Caterina Frézza, ragazza aristocratica, lui Stefano Mariconda un giovane garzone. Secondo la leggenda, il giovane, di notte, percorreva un sentiero pericolante sui tetti di Napoli per vedere la sua amata. Una notte, scoperto dai Frezza fu gettato giù dai tetti ed ucciso, mentre la ragazza fu portata in un convento dove partorì un bambino, frutto dell’amore clandestino. Il bambino nacque deforme, e secondo la leggenda lei iniziò a vestirlo con un saio, da qui il nome di munaciello (che significa appunto piccolo Monaco). Lui si aggirava per le vie di Napoli, ed il popolo iniziò a vessarlo dando a lui la colpa di ogni disgrazia e sventura. Dopo la morte della mamma, la situazione peggiorò tanto che probabilmente fu assassinato dalla famiglia Frezza. Da allora si narra che giri per la città e per le case, entrando, per fare dispetti o per donare soldi e fortuna.

Questo essere ha dei poteri magici e secondo i napoletani può portare grande fortuna alla famiglia in cui si manifesta. Tanto che a Napoli quando qualcuno fa soldi improvvisamente si suole dire che ‘ten o munaciell n’ cas’ (ha il munaciello a casa).

Questo spiritello però ha radici anche di altro genere. Qualcun altro infatti racconta che i munacielli fossero i nani che lavoravano nei pozzi sotterranei di Napoli. Non venivano pagati, così, grazie alla loro statura ed alla conoscenza di cunicoli sotterranei, entravano nelle case dei signori e rubavano gioielli ed oro, che poi portavano alle case delle loro amanti, lasciandole loro in dono.

O ancora si narra che questo sia piuttosto uno spiritello demoniaco che si traveste da piccolo monaco deforme per entrare nelle case della gente per portare loro soldi. In questo caso i soldi sarebbero un’offerta del munaciello per portare i malcapitati su una via oscura.

E voi, cosa ne pensate a questo proposito? Conoscevate già la figura ro’ munaciell? Io non ho avuto la fortuna, o forse, per meglio dire, la sfortuna di incontrarlo. Vi ammonisco perciò di fare attenzione, perché se anche vi regalasse soldi o numeri fortunati da giocare a lotto, proteggetevi bene, perché nessuno regala niente per nulla!

 

Kriya

 

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Pantafica – Lo Spettro

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Vivendo in Abruzzo da molti anni ho sentito svariate leggende, tra cui la più spaventosa è quella di Pantafica, o il Fantasma o Pandàfeche, che fa parte della tradizione fin dall’Ottocento, raccontata  anche nella zona delle Marche,(qui viene descritta come spirito che appare sotto forma di una donna anziana di piccola statura, anche lei contraddistinguendosi per i disturbi del sonno) e tramandata da generazione in generazione. Il soprannaturale ha fatto sempre parte delle tradizioni popolari abruzzesi.
Le ombre si spargono nelle vie delle città e nelle case di notte si sentono dei rumori sospetti.
Si tratta di una  figura femminile, spettrale, dall’aspetto demoniaco, vestita di bianco, con occhi di sangue, viso lungo e appuntito che adora disturbare il sonno delle persone mandandole in paralisi notturna.
Di solito si  posiziona  sopra il petto di essi  bloccando la loro bocca con le mani.
Quest’ultima si aggira indisturbata nell’buio e ha l’abitudine di divertirsi a fare una  treccia particolare alle criniere dei cavalli.
Secondo le credenze per evitare l’incontro con la Pantàfica bisogna lasciare un fiasco di vino vicino al letto, perché la strega ama berlo oppure, si dice, bisogna lasciare una scopa con molte setole o un sacchetto di legumi, perché vedendo  molti piccoli oggetti non può fare a meno di mettersi a contarli.
Invece, guai se si lascia un coltello infilato nel legno, potrebbe arrabbiarsi molto e assillare il malcapitato fino al mattino.
Nykole
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Il fantasma del castello di Fosdinovo

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La storia di mistero più famosa tramandata nel territorio della Lunigiana, in alta Toscana, è quello della sfortunata storia d’amore della marchesina Bianca Maria Aloisia Malaspina, figlia di Giacomo Malaspina che viveva nel castello di Fosdinovo. Nelle castello lavorava come stalliere un bel giovane dai modi gentili che la marchesina aveva spesso occasione di incontrare nelle scuderie o nel cortile. Il giovane non era insensibile alle grazie della fanciulla ed ogni giorno le regalava mazzi di fiori. I due giovani presto si innamorarono e si giurarono amore eterno. I loro incontri erano clandestini perché erano ben consapevoli che la nobile famiglia non avrebbe mai acconsentito alla loro unione che avrebbe infamato l’intera Per questa ragione decisero di fuggire insieme non appena avesse compiuto sedici anni. Il giorno del compleanno arrivò e per questa occasione venne organizzata al castello una grande festa e tutti accorsero per vedere la marchesina famosa per la sua bellezza. Il figlio del Duca della Pianura Padana rimase molto colpito dalla ragazza e chiese al padre la sua mano. Si dice che i giovani innamorati furono traditi da un servitore e quando il padre li scoprì andò su tutte le furie minacciando la figlia di rinchiuderla nelle segrete del castello. Ma la marchesina non voleva rinunciare all’amore per lo stalliere, rifiutò il nobile pretendente e fu mandata in convento mentre il giovane fu allontanato dal paese. Neanche così la fanciulla si piegò ai desideri del padre, rifiutando persino di prendere i voti. Al ché il marchese, esasperato da questo atteggiamento ribelle della giovane, la fece murare viva in una cella del castello, che aveva come unico contatto con l’esterno una botola sul soffitto da cui gli venivano calati giornalmente i viveri. Resistette per qualche anno in questa cella priva di porta e finestre, si dice con al sola compagnia di un cane ed un cinghiale, simboli della fedeltà al suo amato e del suo spirito ribelle, ma ben presto morì. Ancora oggi si racconta che nelle notti di luna piena, il suo spirito, vaga per il castello con una veste bianca ed i capelli lunghissimi sciolti sulle spalle. A confermare la veridicità della storia, sembra che negli ultimi scavi effettuati per ristrutturare i sotterranei del castello, in un locale segreto siano state ritrovate delle ossa, appartenenti molto probabilmente, ad una fanciulla e a due animali. La leggenda del fantasma della marchesina attira ogni anno l’attenzione di molte persone, in quanto periodicamente televisioni e studiosi di fenomeni paranormali, sono attratti nel castello per la ricerca di qualche scoop.

 

Ila

 

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Storie e leggende di un paese cancellato

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Nel cuore dell’appennino, nelle Marche, sorgeva un piccolo paese sulla cima di un colle, oggi sono in pochi a ricordarsi della sua esistenza e soprattutto della sua storia, e con questo articolo vorrei riportarli alla luce. Questo paesino è stato completamente raso al suolo dai bombardamenti durante la ritirata tedesca sul finire della seconda guerra mondiale e oggi non c’è rimasto più nulla, anche le case nelle campagne e persino la nuova chiesa e la nuova scuola che hanno costruito sono state abbandonate. Vi racconto alcune storie di questo luogo che ho sentito su questo luogo e che sono riuscito a salvare, prima che scompaiano con gli ultimi che le conoscono.

 

IL FOSSO DEL DIAVOLO E LA SCHIENA DEL DRAGO

Alle pendici di questo colle c’è un fosso noto con il nome “el fòs del diavle” letteralmente “il fosso del diavolo” (c’è un altro articolo su Significato Online che racconta di un posto con lo stesso nome e una storia simile, ma si tratta di due luoghi differenti, situati in due regioni diverse, seppure abbiano una storia curiosamente simile). Conoscono questo luogo forse una decina di persone perché è molto nascosto. Si racconta che tanto tempo fa (purtroppo nessuno di chi conosce la storia sa quantificare quanto sia lontano nel tempo) un diavolo fosse di passaggio da quelle parti e si fosse fermato a riposare su una roccia, dove ha lasciato una grossa impronta nera. Le persone del posto preoccupate gli hanno dato la caccia e hanno provato a incatenarlo ma lui riusciva a rompere qualsiasi catena, anche la più resistente, rompeva il ferro come niente fosse. Finché un giorno, dicono sia sceso dal cielo un angelo che ha legato le mani di questo diavolo con un filo di lana. Bastò un singolo e leggerissimo filo di lana per imprigionarlo e lui non si liberò più. Poi la leggenda racconta che questo angelo portò via con sé questo diavolo.

Oggi la leggenda è ancora molto viva nelle persone che ci vivono, io non ho mai visto la macchia nera perché è in punto molto nascosto e mio nonno mi ha detto che passandoci sopra con i carri e i trattori si è scolorita e non si vede più, ma lui se la ricorda molto bene e per lui è una storia molto importante e che racconta spesso.

Sopra questo fosso, ci sono alcune rocce molto particolari, tra cui ce n’è una che sembra il dorso di un drago, ha anche una doppia cresta che percorre tutta la “schiena”. È un posto per me molto speciale, il mio luogo segreto, mi piace tantissimo stare lì, fin da quando era piccolo quel luogo mi ha sempre affascinato. Non saprei dire perché, forse per la sua struttura che è molto curiosa, o forse perché mi sono affezionato a quel luogo così silenzioso e tranquillo, con la roccia che è sempre tiepida ed esposta al sole.

 

LA GROTTA DELLA BELLA E I RIFUGI DEGLI EBREI

La storia di questo luogo si è conclusa con il maledetto bombardamento che ha cancellato tutto. Ma sono riuscito a salvare molte storie. In questo colle c’erano diversi rifugi, uno di essi lo usavano per proteggersi dalle bombe, un altro invece ci tenevano nascosto un ebreo. Mi ha detto mio nonno che gli portavano il cibo e lo tenevano nascosto lì, per evitare che lo portassero via.

In quel periodo i tedeschi entravano nelle case delle persone ed erano molto violenti, l’unico modo per tenerli buoni era offrirgli un buon pasto e del vino, altrimenti poi tornavano in tanti e fucilavano le persone. Il quel periodo, mentre tutti erano fuori casa, alla mia bisnonna si ruppero le acque e lei spaventata che potessero entrare i tedeschi o che ci fossero dei bombardamenti, andò a rifugiarsi da sola in un altro rifugio di questo paese, chiamato “Grotta della Bella”, dove partorì mio nonno in completa solitudine.

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IL TEMPIO

Sopra la Grotta della Bella (distrutta molti anni fa per fare un sentiero che non serve a nessuno, perché appunto non ci passa nessuno), si trovava un tempio. Anche qui, nessuno sa che tempio fosse, di quale periodo era, si sa solo che in passato c’era un tempio. Lo ha scoperto per caso un ex sindaco di un paese vicino, che voleva comprare quel terreno e fare ricerche. Ma purtroppo proprio dove un tempo sorgeva questo tempio e quindi dove potevano esserci dei possibili reperti da riportare alla luce, hanno recintato tutta la zona e ci hanno costruito sopra un’enorme antenna ripetitore. Da piccolo andavo molto spesso lì a passeggiare ma non mi avvicinavo mai all’antenna perché ne ero terrorizzato.

 

LA DONNA COI DENTI LUNGHI.

Sempre nella stessa zona, si raccontava di questa bizzarra creatura. In pratica dicono che girasse una donna coi denti lunghi, da quello che ho capito dal racconto doveva essere più grande di una donna umana normale. Mia nonna non conosce il termine “vampiro” ma dalla descrizione sembrerebbe essere quello, anche se non ha mai detto che bevesse sangue. Mia nonna me la raccontava sempre da piccolo per spaventarmi e non farmi uscire da casa sua. Ora lei non crede che esista davvero, infatti mi ha sempre detto che mi raccontava questa storia solo per convincermi a stare in casa, però era una storia che in passato si raccontava ai bambini, che la sentiva dai suoi familiari, quindi un minimo di credenza popolare c’era.

 

Forse a causa di storie come questa, del nome poco rassicurante del fosso, del nome che il paesino aveva o della sua posizione geografica un po’ impervia… non lo so… per un insieme di motivi questo posto è sempre rimasto molto anonimo, invece è un posto veramente meraviglioso, un’oasi di pace e tranquillità, a me piace tantissimo andare a passeggiarci o stare del tempo lì, anche solo per una mezz’ora, è un peccato che non ci vada nessuno.

Grazie per aver letto questo articolo, spero che questa storia sia stata di tuo gradimento. L’Italia è sicuramente piena di luoghi con storie come queste, bisogna solo cercarli e salvarli, per non perdere il passato del nostro paese.

 

Davide D.

 

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La leggenda della Grigna

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Nell’area del lecchese che sovrasta il ramo orientale del lago di Como si staglia un gruppo montuoso chiamato Gruppo delle Grigne. Di queste cime, le principali sono la Grigna Settentrionale (chiamata anche Grignone) e la Grigna Meridionale (chiamata Gringetta). Queste due montagne, da sempre meta di scalatori e alpinisti da ogni parte di Italia e d’Europa, sono permeate da una leggenda popolare che perde le sue origini nelle radici stesse del luogo dove si trovano. Le versioni sono molte e sono tramandate prevalentemente per via orale, tanto che la pagina di Wikipedia dedicata alle due montagne riporta solo alcune righe distorcendo completamente il significato della leggenda (ma sappiamo che online, soprattutto sui siti mainstream, possiamo trovare la disinformazione più pura). Con questo breve scritto cercherò invece di trasmettervi la mia versione della leggenda, raccolta tramite racconti della gente del posto, di gente che ha frequentato questi posti per molto tempo e dalle mie esperienze personali, in quanto frequentatore di questi luoghi naturali magici e meravigliosi che meritano di essere ricordati.

La leggenda narra che anticamente, una guerriera molto potente soggiornava nella zona che sta vicino a Lecco, sull’omonimo ramo del lago di Como. Questa guerriera, indurita e forgiata dalle numerose battaglie che l’hanno vista trionfare, con il tempo ha indurito anche il suo cuore fino a smettere di provare qualsiasi sentimento di amore. Si dice che questa guerriera fosse bellissima, dai capelli dorati e dagli occhi splendenti, e che facesse restare senza parole chiunque lai vedesse.

Un giorno, mentre la guerriera ritornava dall’ennesima battaglia con il suo gruppo di soldati (alcune versioni narrano che stesse attraversando la città di Lecco), un giovane cavaliere la vide e si innamorò perdutamente di lei. Non potendo più resistere ai suoi sentimenti, il giovane cavaliere decise di raggiungere la guerriera per professare il suo amore. Salito in sella al suo cavallo, prese a percorrere la strada che si inerpicava verso il castello della bella guerriera, incurante delle numerose guardie che lo presidiavano e della temuta fama della guerriera. Il cavaliere aveva deciso che se ella non avesse ricambiato i suoi sentimenti, la sua vita non avrebbe più avuto senso e quindi avrebbe accettato di morire.

La bella guerriera, vedendo il giovane cavaliere avvicinarsi al castello, chiamò una sua guardia e gli ordinò di scagliare una freccia contro il cavaliere per ucciderlo. La guardia obbedì all’ordine e colpi in fronte il povero cavaliere, uccidendolo sul colpo.

A quel punto Dio (in alcune versioni viene detto “Un Dio” alludendo più ad una Divinità che a Dio) preso a compassione (anche qui alcune versioni raccontano di “un Dio Misericordioso”) trasformò la bella e potente guerriera nella Grigna, e la sua guardia nella Grignetta.

Da quel giorno, chiunque avesse voluto vedere la Grigna, avrebbe dovuto giungere sulla cima della Grignetta, affrontando i numerosi pericoli di questa montagna.

E’ ancora tradizione, per gli alpinisti del posto che si cimentano nelle numerose ascese a questa montagna, di farsi il segno della croce per scongiurare qualsiasi pericolo e proteggersi dall’ira della Guerriera (io consiglio di farvi una bella Protezione Psichica, funziona sicuramente meglio).

Nonostante questo, infatti, ogni anno muoiono diverse persone su questa meravigliosa montagna, segno che la guerriera non ha ancora saziato la sua ira. 

Alcune curiosità: il nome “Grigna” si dice che arrivi dal gaelico “sabbia”, mentre nel dialetto locale vuol dire “ridere digrignando i denti”. La Grigna e la Gringetta sono due montagne molto frequentate da alpinisti ed arrampicatori, infatti su queste cime sono nati alcuni tra gli alpinisti italiani più forti (in Italia e nel mondo) e qui è stato fondato il gruppo “Ragni della Grignetta”, uno storico gruppo alpinisti che riunisce i più forti scalatori e ha organizzato (e organizza) alcune spedizioni alpinistiche che hanno fatto la storia dell’arrampicata classica e moderna. Negli ultimi anni inoltre sono state scoperte numerosissime caverne nella montagna, tutt’oggi in fase di esplorazione. Nel 1886 e nel 1892 un giovane sacerdote giunse in vetta alle due montagne, e nel 1922 quel sacerdote venne eletto papa con il nome di Pio XI.

Qua sotto lascio il testo della canzone, che potete ascoltare su YouTube cercando: LA LEGGENDA DELLA GRIGNA – Coro Alpino Lecchese

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Alla guerriera bella e senza amore, un cavaliere andò ad offrire il cuore,

cantava: “Avere te voglio, o morire!”; lei dalla torre lo vedea salire.

Disse alla sentinella che stava sotto il ponte:

“Tira una freccia in fronte a quello che vien su”.

“Tira una freccia in fronte a quello che vien su”.

 

Il cavaliere cadde fulminato, ma Iddio punì l’orribile peccato,

e la guerriera diventò la Grigna, una montagna ripida e ferrigna.

Anche la sentinella che stava sotto il ponte

fu trasformata in monte, e la Grignetta fu.

fu trasformata in monte, e la Grignetta fu. 

Noi pur t’amiamo d’un amor fedele, montagna che sei bella e sei crudele,

e salendo ascoltiamo la campana d’una chiesetta che a pregare chiama.

Noi ti vogliamo, bella che diventi monte,

facciamo la croce in fronte, non ci farai morir.

facciamo la croce in fronte, non ci farai morir.

Diffratto

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I MISTERI DI PALAZZO NUONNO

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“È detto anche palazzo dei fantasmi, per i fatti e fenomeni strani che si narrano”.

Questa è la targhetta che il comune di Agnone, in Molise, ha posto davanti al palazzo Nuonno, un edificio che nasconde moltissimi segreti.

Questo palazzo fu costruito nel 1200 e per secoli fu abitato dalla stessa famiglia, ma nel 1700 gli abitanti del palazzo furono costretti a scappare, a causa delle entità che lo infestavano. Decisero quindi di vendere il palazzo alla famiglia Nuonno (da cui ora lo stesso palazzo prende il nome) lasciandoli però all’oscuro delle presenze che lo infestavano. La stessa famiglia Nuonno dopo poco tempo fu costretta ad abbandonare il palazzo.

Le leggende che caratterizzano questo luogo sono tante. Si dice che proprio all’interno del palazzo avvenissero riti satanici e orge e che durante uno di questi riti il pavimento crollò, uccidendo tutti i presenti che ora sono le entità che infestano l’edificio. Ma non è tutto! Il palazzo è collegato a dei conventi di suore e frati e sono state scoperte delle stanze murate in cui sono stati ritrovati tantissimi scheletri di neonati. C’è chi dice che questi neonati fossero il frutto di relazioni clandestine delle suore, e chi sostiene invece che fossero usati per compiere i rituali, cosa che non sorprenderebbe visto che succede ancora oggi, solo che nessuno sembra notare il grandissimo giro di pedofilia mondiale e il numero di bambini rapiti proprio per fare questo genere di cose, o magari non lo si vuole notare, visto che a farlo sono persone ai piani alti!

 

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Ci sono tantissime testimonianze riguardo le entità presenti a palazzo Nuonno, tra urla sentite durante la notte e ombre viste passare là intorno o all’interno del palazzo, che riescono a convincere anche le persone più scettiche del fatto che forse forse, qualcosa c’è!

Sebbene possa sembrare come una cosa rara da trovare, sono tantissimi gli edifici simili a palazzo Nuonno, in tutta Italia! Ma non bisogna andare lontano per trovare un edificio infestato da entità, potrebbe essere nel quartiere accanto, o il palazzo dietro l’angolo! O perché no, potresti vivere in una casa infestata, solo che non te ne sei mai accorto perché le tue entità non fanno rumore, ma ci sono!

La storia del palazzo Nuonno mi aveva incuriosita da subito, ma è solo una delle tante leggende che si trovano in Molise, anche se per molti è la regione stessa a rappresentare una leggenda!

 

Nebula

 

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L’Orcolat

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L’Orcolat (in italiano “orcaccio”, uno spregiativo di “orco”) è una figura ricorrente nei racconti del territorio friulano, un mostruoso essere che la tradizione popolare indica come la causa dei frequenti terremoti che colpiscono periodicamente il Friuli Venezia Giulia. Si narra che sin dall’antichità questo orco vivesse rinchiuso nelle montagne della Carnia e che, viste le sue considerevoli dimensioni, fosse capace di far tremare la terra e provocare scosse di terremoto ad ogni suo movimento, visto che la grotta dove viveva era un po’ troppo stretta per lui.

Secondo una antica leggenda, l’Orcolat era un essere mitologico di enormi dimensioni e dal carattere difficile che viveva pascolando maiali ed altri animali in una grotta profonda ai piedi di un monte poco distante da Bordano, paese friulano conosciuto come “il luogo delle farfalle” per la notevole presenza nella tarda primavera di diverse specie, e per la famosa “casa delle farfalle”, unica nel suo genere. L’orco, grazie alla sua presenza, era un disincentivo per i ladri che decidevano di saccheggiare la montagna e il paese vicino.

Un giorno, mentre raccoglieva dei funghi ne trovò alcuni velenosi e li mangiò. Così, stremato per il terribile mal di pancia, cadde in un sonno profondo. Senza l’orco, dei malviventi scesero dalle montagne e distrussero ogni cosa, incendiando i monti e la città di Bordano. Ad un certo punto, l’orco venne svegliato perché disturbato da quel frastuono e cacciò via i briganti.

Come segno di riconoscimento, gli abitanti di Bordano salirono sulla montagna portando doni per l’Orcolat ma lo trovarono addormentato, circondato da migliaia di farfalle. Così, gli abitanti ebbero un’idea: dipinsero tante farfalle sui muri delle loro case, così l’orco, per non distruggerle, avrebbe camminato sui monti in punta di piedi senza più provocare scosse.

 

ilary

 

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La leggenda della Bora

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La bora è il vento più violento e turbolento d’Italia e dell’intero bacino del Mediterraneo. Viste le sue particolari e complesse caratteristiche, è anche uno dei venti più studiati al mondo. Frequentemente soffia con estrema violenza, tra l’autunno, l’inverno e l’inizio della primavera, lungo il Golfo di Trieste, la costa dell’Istria e la Dalmazia, fino al confine con il nord dell’Albania, con furiose raffiche che possono superare i 130 km/h.  Diversi sono i racconti e le leggende che narrano della nascita di questo freddo vento, ma la più famosa racconta di di Eolo, re dei venti, che amava viaggiare per il mondo assieme ai suoi adorati figli: tra questi, la sua preferita era la giovane e capricciosa Bora.

Un giorno, giunsero sul Carso, un verde altipiano che scendeva ripido verso il mare. Bora, la più bella e amata figlia di Eolo, restò incantata dalla bellezza del paesaggio: si allontanò dalla turbolenta brigata dei fratelli per correre nel cielo a scombussolare le nuvole a pecorelle e a giocare fra i rami degli alberi, che si agitavano allegri al suo passaggio. Dopo ore di giochi e stanca di correre di qua e di là,  Bora entrò in una grotta dove, sulla via di ritorno dall’impresa del Vello d’Oro, stava riposando il prode argonauta Tergesteo. Tergesteo era così forte, così bello e così diverso da tutte le creature che Bora aveva visto e conosciuto fino a quel momento, che di colpo se ne innamorò. Amore che Tergesteo ricambiò con uguale passione: i due vissero felici in quella grotta sette splendidi giorni felici.

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Quando Eolo si accorse della fuga di Bora, si mise tempestosamente a cercarla, fino a quando un cirro-nembo brontolone, infastidito da quel gran putiferio che lo stava sbatacchiando su e giù per il cielo, gli svelò il rifugio dei due amanti. Eolo giunse alla grotta e, come vide Bora abbracciata a Tergesteo, la sua rabbia crebbe e diventò un ciclone che si avventò contro l’umano, sollevandolo e scagliandolo contro le pareti della grotta, più e più volte, finchè l’eroe restò immobile al suolo, senza pù vita. Poi, calmato ma non rabbonito, Eolo lasciò la figlia al suo destino. Bora, straziata dal dolore, incominciò ad urlare e a piangere tanto forte che ogni sua lacrima si trasformava in pietra. Nel tentativo di consolarla da tanta disperazione, Madre Natura dal sangue di Tergesteo fece nascere il Sommaco, l’albero dalle splendide foglie che da allora inonda di rosso l’autunno del Carso. Ma Bora piangeva ancora e ancora e le pietre erano ormai talmente tante da ricoprire tutto l’altipiano. Allora Madre Natura, angosciata da tutti quei sassi che andavano a rovinare e sommergere i suoi verdi prati in fiore, concesse a Bora di rimanere per sempre vicina al corpo di Tergesto. Ma Bora non smetteva i suoi lamenti, tanto che persino gli dèi si preoccuparono; per sanare la situazione, Eolo concesse a Bora di rivivere ogni anno quei sette giorni d’amore fra le braccia di Tergesteo e Nettuno ordinò alle Onde di ricoprire con conchiglie, stelle marine e verdi alghe il corpo dell’eroe affinché diventasse un alto colle, il più bello di quest’angolo di mondo. Finalmente Bora si placò ma lasciò per sempre l’eco dei suoi lamenti nel fruscio delle fronde. Dopo molti, molti secoli gli uomini giunti su queste terre si insediarono sul colle di Tergesteo e vi costruirono un Castelliere con le lacrime di Bora diventate pietre. Il Castelliere con il tempo diventò borgo – villaggio – città . Una città che, in ricordo di questo leggendario amore, venne chiamata Tergeste, l’antico nome dell’attuale Trieste. Ancora oggi Bora regna sovrana sulla città , soffiandovi impetuosa: viene definita “chiara” se è tra le braccia del suo amore (quindi se il cielo è sereno), oppure “scura” se ancora è nell’attesa di incontrarlo (cielo coperto, con pioggia o neve).

 

ilary

 

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L’autostoppista fantasma

 

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Quando ero piccola e tra compagni si parlava di entità, si raccontava sempre la storia si Gina Cardamone, morta nel 1947 all’età di 17 anni per una grave malattia. Si diceva che molte persone di notte vedevano questa giovane ragazza fuori dal cimitero a chiedere passaggi.

Un giorno un giovane ragazzo vedendola sotto la pioggia si fermò per darle un passaggio, vedendola starnutire le diede il suo giubbotto. La ragazza si presentò con il nome Gina e gli disse che era una studente, e si fece accompagnare a casa dei suoi genitori. Gina disse al giovane se poteva ritornare il giorno dopo così le avrebbe reso il giubbotto che con garbo le aveva prestato.

l giorno seguente il ragazzo come d’accordo si presentò a casa di Gina, ma anziché trovare lei, trovò i suoi genitori, e alla sua richiesta dov’era la loro figlia la loro risposta fu che la figlia era morta da molti anni. Il ragazzo stupito chiese di poter vedere la foto della loro figlia morta, e con stupore apprese che era proprio lei, Gina. Il giorno stesso volle andare al cimitero alla ricerca della ragazza, quando la trovò oltre la tomba a sua sorpresa attaccato al cancello, trovò anche il suo giubbotto.

 

Mary Alotta

 

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Il ponte misterioso

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La mia città Catanzaro è avvolta da tantissimi misteri, uno di questi è legato al ponte di siano, nominato anche il ponte maledetto. Molte persone si sono tolte la vita lanciandosi nel vuoto, e dicono che le loro anime sono rimaste sotto il viadotto. Nel 1932 trovarono anche il corpo di un giovane ragazzo di nome Giuseppe Veraldi. Quel ponte in quel periodo veniva attraversato a piedi, collegava il quartiere Siano da Catanzaro. Un giorno una giovane ragazza di 17 anni e sua nonna lo stavano percorrendo, la ragazza curiosa volle affacciarsi dal parapetto per guarda l’altezza, ma ebbe un malore e cadde in uno stato di trans, la nonna con l’aiuto di un passante la portò a casa e la misero al letto. Al suo risveglio con una voce strana dal tono maschile inizio ad invocare la madre. Quando la madre si avvicinò lei non la riconobbe, dicendo che sua madre si chiamava Caterina e che aveva bisogno di parlare e che solo a lei avrebbe raccontato cosa stesse succedendo, chiedendo di andarla a cercare indicando anche la via dell’abitazione. La ragazza iniziò ad avere atteggiamenti strani, inizio a giocare a carte fumare e bere, cose che non aveva mai fatto… nel frattempo nel quartiere si era sparsa la voce e in molti andarono a vedere questo evento così strano. La ragazza invitò a quattro persone presenti a giocare a briscola,  chiedendogli di versarle del vino con del papavero e del sale, dopodiché iniziò ad urlare contro i presenti accusandoli di volerla avvelenare e portarla sotto il ponte. I familiari cercarono di tranquillizzarla e metterla al letto, e passò una notte insonne. Il giorno dopo scappò di casa e si recò dalla signora che lei diceva fosse sua madre, quando si incontrarono la signora gli chiese cosa stesse accadendo e la ragazza sempre con voce da uomo la chiamò mamma, dicendole che era Giuseppe Veraldi suo figlio, raccontandole  che non si era suicidato dal ponte, non le avrebbe mai causato tanto dolore,  ma che fu ucciso e portato sotto il viadotto per questioni sentimentali, aggiungendo anche i nomi degli assassini. Per dare ancora più prove l’entità condusse la giovane ragazza posseduta sotto il ponte, la fece spogliare da abiti e scarpe e glieli fece mettere nella stessa posizione dove all’epoca furono trovati dai Carabinieri. Da questo episodio si fece luce al caso, e dall’autopsia emerse che il povero ragazzo non morì per caduta, ma per percosse. Purtroppo questo non bastò per riaprire il caso e condannare i colpevoli. Giuseppe lasciò il corpo della ragazza dopo 36 ore, ma lei non ricordava nulla di quello che le era accaduto. Ancora oggi se ne parla… e quasi tutti hanno timore di passare la notte da quel ponte.

 

Mary Alotta

 

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Villa Clara

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Questa leggenda è relativamente recente, appartenente infatti al secolo scorso, e ha per protagonista una villa bolognese, nella zona tra Bologna e Trebbo di Reno.

Il nome reale della villa è Villa Malvasia, nome del padrone di essa, nel 1600, che la usava come residenza estiva, ma per tutti è conosciuta come Villa Clara. Sono due le leggende circolanti intorno a tale nome, seppur la sua reale identità sia piuttosto incerta. Clara viene infatti definita genericamente come la figliastra dell’allora padrone di casa, e le leggende su di lei sono due.

La prima vuole che il padre trovò Clara amoreggiare di nascosto con un sottoposto, la qual cosa lo indispettì oltremodo, tanto da prendere l’atroce decisione di murare viva la figlia.

La seconda leggenda, invece, vuole Clara come dotata di forti capacità di chiaroveggenza, e il padre, terrorizzato dal soprannaturale, alla stessa maniera la murò viva.

In ogni caso, la leggenda narra che il fantasma di Clara, ancora senza pace e pieno di tormento per quell’infausto destino, vaghi straziandosi per i corridoi della villa. Molti giovani bolognesi hanno usato l’ingresso nella villa come una sorta di rito di passaggio, e come sfida impulsiva alla paura. Molti si sono semplicemente affacciati all’ingresso, per poi fuggire. Altri hanno intravisto strane figure, o sentito voci, e sensazioni non certo piacevoli. Altri ancora hanno visto direttamente il fantasma di Clara a figura intera che girovagava nel giardino, oltre a sentire note di pianoforte da dentro le mura, e vedere le finestre illuminarsi, nonostante l’assenza di elettricità, finanche a veri e propri episodi di poltergeist.

Quel che è certo, è che il solo aspetto, circondata com’è dall’erba alta, anticipata da un grosso cancello fatto di spunzoni arrugginiti, e in generale l’aria fatiscente e orrorifica, contribuisce alla sua nomea di villa stregata. Da sottolineare poi che negli anni passati, la zona davanti alla villa era diventato un punto fisso di prostituzione, e che all’interno della villa sono state accertati vari ritrovi nei quali si svolgevano messe nere. Non si può poi ignorare come, nonostante siano state fatte varie campagne di restauro, nessuna sia mai potuta giungere al termine. Ogni volta, infatti, strane e anomale disfunzioni magnetiche causavano problemi irrisolvibili alle apparecchiature e ai macchinari adibiti al restauro, così come guasti alle torce elettriche. Due operai poi, durante questi lavori, perirono in un incidente, mentre nel 1999 un bambino cadde in una botola segreta, morendo. E non pare nemmeno un caso, correlato al dettaglio sui guasti alle apparecchiature, che spesso, passando vicino alla villa con la radio accesa, quest’ultima vada in interferenza. Insomma, le dicerie e i racconti su questa villa sono vari, ma basta anche solo darle un semplice sguardo, per comprendere che essa, dietro le sua mura, nasconde segreti che meriterebbero di essere maggiormente indagati. 

Riccardob

 

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TORINO MAGICA – Mito o verità?

 

 

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 “Torino Magica “ è uno dei tanti modi con cui è usanza chiamare il capoluogo piemontese poiché Torino è considerata la città più esoterica d’Italia. La leggenda narra che a Torino ci sia un incontrarsi e scontrarsi di forze positive e negative. Si dice faccia parte di due triangoli di magia: il triangolo di magia bianca assieme a Praga e Lione e di magia nera con Londra e San Francisco. Sicuramente ad aumentare il mito della Torino Magica vi è l’ipotesi che l’origine della città sia risalente all’Antico Egitto e che il nome del capoluogo provenga da culto del dio Api ( Dio egizio a forma di Toro). 

La Torino Bianca si dice abbia il suo cuore in piazza Castello tra le statue dei Dioscuri (figure mitologiche ) che spiccano per la loro grandezza e si dice proteggano i visitatori. Altri luoghi importanti della Torino Bianca sono : la Gran Madre ( di cui si dice le due statue lì poste indichino il luogo in cui è sepolto il Santo Graal) e la fontana angelica che si dice rappresenti la conoscenza che viene regalata agli uomini.

 

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La Torino Nera invece trova il suo cuore in piazza Statuto, che nelle credenze si contrappone a piazza Castello. Qui possiamo trovare il monumento del Frejus con in cima Lucifero che guida le forze oscure con il volto rivolto verso le forze di Luce. Caratteristici della Torino Nera sono il portone del diavolo, a cui sono legate numerose storie di omicidi e rituali; gli Occhi Del Diavolo che sono un ulteriore simbolo di magia nera attribuita ad una loggia massonica e il Rondò della Forca dove  troviamo il patibolo in cui venivano uccisi i condannati a morte.

Un luogo in cui si concentrano sia forze positive che negative è il Museo Egizio, che deve questa sua dualità ai cimeli antichi e intrisi di energia sia positiva che negativa racchiusi al suo interno. 

 

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LA GROTTA DELLA SIBILLA E IL LAGO DI PILATO

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Il posto che più mi affascina e coinvolge in questo preciso periodo è il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nelle Marche. Sui suoi monti, che arrivano fino ai 2000 metri, e le sue valli si rincorrono leggende da molto prima del Medioevo. 

Partiamo col dire che, in generale, è sempre stato considerato luogo/neta di pratiche magiche. Il primo dei suoi monti di cui vorrei riportare è il Monte Sibilla, dove si trova la Grotta della Sibilla. 

Questa figura la si legge, attraverso le sue leggende, in maniera molto diversa e a tratti ambigua: da una parte c’è l’immagine di una sacerdotessa con incredibili doti divinatorie (le Sibille erano infatti spesso chiamate per aiutare nella lettura e interpretazione del futuro); dall’altra invece c‘è una potente strega ammaliatrice che col suo seguito di anchelle danzava balli sfrenati con i contadini delle valli (cadenzando le stagionalità e le pause tra i periodi del lungo lavoro). 

Oppure ancora attirava audaci uomini e cavalieri nel suo “Antro” dove, una volta superate alcune prove, avanzando nella grotta, potevano godere di ogni piacere e ricchezza… Ma senza lasciarsene sopraffare: la Sibilla e le sue ancelle infatti dopo un anno di permanenza dei “lorsignori” si trasformavano in serpenti… e i gentili ospiti non avrebbero più fatto ritorno a casa. La Grotta della Sibilla ha avuto nei secoli un gran fascino: si diceva fosse una delle entrate per il “mondo di sotto” – sostenendo così la teoria della Terra Cava… o che comunque non tutto finisce dove lo vediamo. Molti artisti, poeti e scrittori vi si sono recati e sono stati ispirati da ciò che hanno visto/vissuto in quel posto. 

Le loro storie riportano comunque sempre della Sibilla come strega che ammalia e imprigiona. All’interno della grotta, inoltre, è stata rinvenuta una pietra molto grande e particolare (ora custodita nel Museo della Sibilla) dove sono state incise strane scritte in una lingua sconosciuta, che ancora oggi nessuno è riuscito a decifrare. 

Un altro monte molto interessante è il Monte Vettore, poco più basso del Monte della Sibilla. Nella sua valle c’è un lago molto particolare: il Lago di Pilato o lago con gli occhiali. Nella stagione invernale ha la forma di due lenti rotonde ben distinte che si uniscono in un unico lago durante la stagione estiva, allo scioglimento del ghiacciaio sul Monte. 

La leggenda vuole che, quando l‘imperatore Tacito condannò a morte il consigliere Pilato, questo chiese come sua ultima volontà che il suo corpo venisse attaccato ad un carro trainato da buoi liberi di vagare: loro avrebbero determinato il suo luogo di sepoltura. Così fu fatto. I buoi arrivarono fino in cima al monte. 

 

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Lì il corpo di Pilato cadde e finí nel Lago, dove si crede che ancora giaccia. Dal Medioevo circolano racconti di streghe e maghi che si radunavano in questo luogo per fare riti malvagi utilizzando le sue acque… addirittura per un periodo venne proprio proibito raggiungerlo. Inoltre, anche per questo lago, come per la Grotta della Sibilla, esiste ed è forte la leggenda che sia in realtà un passaggio verso la “Terra di Sotto”. 

Ma c’è ancora una particolarità su questo lago che, personalmente, mi affascina più di tutto: è l’unico posto sulla Terra dove, grazie alla sua particolare conformazione, è sopravvissuto uno dei più antichi animali al mondo: un piccolo esserino preistorico, un crostaceo rosso, lungo la metà di un mignolo, che nuota sulla schiena, che può continuare a vivere in questa fonte d’acqua unica grazie allo stagionale ricambio d’acqua di origine glaciale. Al giorno d’oggi si può raggiungere tramite visite guidate e non ci si può avvicinare al lago per più di una decina di metri. Ma una volta c’era chi sconsigliava di andarci raccontando e tramandando storie di streghe, maghi e riti infernali.  

Come per tutti i miti e le leggende sicuramente, da qualche parte, un piccolo fondo di verità ci sarà. Ma al tempo stesso mi piace pensare che siano due metodi differenti e lontani nel tempo aventi però in comune lo stesso scopo: proteggere la Vita… insieme ai suoi Segreti. 

 

Giuliai91

 

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S’uttiu de Ololviga 

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Tempo fa, in una località, detta “Ololviga”, del mio piccolo paese, nel cuore della Sardegna, si diceva che esistesse una fonte curativa.

Si trattava di una fontanella in cui la gente che aveva dei malesseri fisici si sdraiava su una pietra in cui scorreva dell’acqua che alleviava dolori e curava malattie compiendo il miracolo. 

La leggenda narra di un signore di nome Barore, all’epoca ragazzino, che aveva dei problemi agli occhi, aveva la cosidetta “tzimaga” (la cispa) e poiché il dottore non sapeva più che fare per curarlo, una sua zia lo portò in questa fonte. In men che non si dica, la cispa che gli occultava la vista era sparita e lui poteva nuovamente vedere come prima. 

Questa fonte veniva chiamata “s’uttiu de ololviga” che significa la goccia di Ololviga.

Si dice che purtroppo sia stata distrutta da un dottore che stava perdendo tutti i suoi pazienti a causa di questa fonte che curava tutti al posto suo.

Sabrina9
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Sas panas

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Nel cuore della Sardegna si racconta che molte volte si vedevano delle donne sedute ai piedi di un fiume lavare i panni dei loro bambini.

Un giorno un giovane pastore passò davanti ad un fiume nel tragitto verso la sua campagna, vide una donna lavare dei panni e si rivolse a lei chiedendole cosa stesse facendo a quell’ora, visto che era già tarda sera. Lei si girò verso di lui e rispose: “Ada a faghere sa mantessi fine mutzere tua”, che tradotto sarebbe: “Farà la stessa fine tua moglie”. E con ciò scomparve. Il povero pastore rimase stordito da questa risposta, soprattutto perché la moglie aspettava un bambino. Poco tempo dopo, la moglie del pastore morì durante il parto. 

Si diceva che non si dovevano disturbare queste entità, perché altrimenti avrebbero scaturito la loro ira con la conseguenza di portare la sventura nella famiglia di chi le ha recato disturbo. 

Queste donne erano anime di donne morte durante il parto, chiamate “Panas”, che non hanno mai superato questo dolore e sono rimaste intrappolate in una sorta di maledizione portandole a dover lavare i panni dei loro bambini morti per sempre.

 

Sabrina9

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Il folletto di sotto il ponte – ” U fuddittu di sutta ‘o ponti”

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Buongiorno, oggi vorrei raccontarvi una leggenda della città di Riposto, in Sicilia nella provincia di Catania. La leggenda è quella “Du fuddittu di sutta ‘u ponti” (Il Folletto di sotto al ponte).

Mi sono interessato a questa leggenda, solamente dopo aver assistito al racconto di mia madre che ha avuto un’esperienza diretta con questo essere quando era bambina. Infatti ricordo spesso, quando ero bambino, alcuni familiari che le chiedevano di narrare nuovamente questa storia. Lei accettava sempre, sebbene inquietante, si apprestava al racconto. Inizio con il racconto dettagliato della sua storia per poi giungere a ciò che narra la leggenda.

Un giorno mi trovavo a giocare lungo la riva del Torrente dietro casa, poco oltre il ponte, con dei miei amici. A volte ci bagnavamo i piedi togliendoci le scarpe per evitare di tornare bagnati a casa e farci rimproverare dalle nostre madri.

Improvvisamente comparve alla riva del torrente, un folletto con vestiti variopinti che teneva tra le mani un ombrellino molto colorato, questo danzava e pian piano si avvicinava a me. In quel momento mi spaventai molto di quell’essere, perché non ne avevo mai visto uno e soprattutto avevo il dubbio che potesse farmi del male. Decisi di voler scappare ed urlare, ma ero praticamente bloccata, i miei arti non si muovevano e la mia voce non si sentiva, come fossi pietrificata… io tentavo di urlare “aiuto” e cercavo di scappare, ma niente! Gli altri bambini intorno a me, continuavano a giocare come se non fosse successo niente, l’unica che potevo vederlo ero io. Il Folletto mentre danzava mi parlava dicendomi: “Prendimi il berretto dalla testa, io piangerò, ma tu portalo a casa e mettilo sotto una padella ed avrai tanti soldi”. La mia famiglia non era per niente ricca, anzi… un po’ di denaro non avrebbe fatto male, ma la paura era talmente tanta che riuscì stranamente a sbloccarmi e correre verso casa, piangendo e gridando aiuto. Immediatamente uno dei miei familiari accorse verso di me, così da poterlo portare sul luogo e mostrargli questo folletto. Quando arrivammo lui era ancora lì ad aspettarmi ma nessuno riusciva a vederlo tranne me! Infine tornammo a casa.

I giorni successivi non andai a giocare vicino al torrente e così fu per molte settimane successive. Diversi mesi dopo, vidi degli operai che stavano facendo dei lavori vicino al torrente, probabilmente delle bonifiche. Mi avvicinai con gli altri compagni, si vide in fondo ad una buca tantissima polvere dorata ed uno degli operai affermò “Qui, qualcuno aveva trovato la fortuna, ma l’ha persa”. In quel preciso momento collegai questa situazione all’esperienza con il folletto ed andai via ponendomi tante domande, ma di fatto non ebbi mai risposte!

La leggenda ripostese narra di un folletto col berretto rosso che viveva sotto il ponte dove scorreva il Torrente Scariceddu. Si ritrovò in questo luogo, in seguito ad una piena del Torrente, trascinandolo appunto fino a sotto il ponte. In principio questo folletto si sentiva solo, ma poi, vedendo che gli abitanti lo accudivano, portandole del cibo, vestitini, coperte e gli facevano tanta compagnia, pian piano si è sentito confortato affezionandosi sia al luogo che alle persone del posto. Col passare del tempo, “u fuddittu” pensò che fosse giusto ringraziare gli abitanti di quel quartiere e dimostrare a loro il suo affetto, così ogni tanto sbucava fuori da sotto il ponte e cominciava a fare con loro un gioco. Il gioco consisteva nel riuscire ad acchiappargli il berretto dalla testa. Chi vi riusciva, diventava ricco perché il berretto si riempiva magicamente di monete d’oro.

 

Foxipy

 

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LEGGENDE DELLA SARDEGNA: SANT’EFISIO

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Altra leggenda della mia Sardegna è la storia di Sant’Efisio. Nato nel 250 D.C. nell’attuale Gerusalemme sotto l’impero di Diocleziano, dalla madre pagana Alexandra e dal padre cristiano, fu educato al paganesimo e, conosciuto l’imperatore, fu da lui arruolato nell’esercito imperiale per perseguitare i cristiani che egli voleva sterminare. Iniziata la sua marcia si trasferì in Italia. Durante una spedizione Efisio fu fermato da Gesù che lo redarguì per lo sterminio che stava portando avanti e improvvisamente nel cielo apparve una immensa croce cristallina e infuocata, che immediatamente dopo il guerriero si trovò impressa nella mano destra e scoppiò in lacrime davanti a questo miracolo. Non parlò con nessuno di quanto accadde, ma quando, dopo un ordine di Diocleziano che lo mandava in Sardegna sentì di nuovo la voce di Gesù, decise di abbandonare la sua missione di distruzione convertendosi nella nuova religione. Così scrisse una lettera sia alla mamma che all’imperatore dichiarando la sua fede cristiana e chiedendo a Diocleziano di lasciare in pace i devoti cristiani. Per tutta risposta l’imperatore ordinò al prefetto di Cagliari di arrestarlo e di riconvertirlo al paganesimo, e nel caso non fossero riusciti nel loro intento diede l’ordine di ucciderlo.

Così i soldati lo torturarono in tutti i modi, prima dandogli fuoco, ma il fuoco si spense, poi cercarono di eliminarlo con le spade ma le lame si spezzavano come toccavano il suo corpo.

A questo punto la notizia del soldato cominciò a spargersi ovunque raccontando che Gesù lo guariva da tutte le ferite inferte perché lui stava dalla parte del popolo. A questo punto il popolo si rivoltò chiedendo la liberazione di Efis, come lo chiamavano, dalla prigione che si trova ancora oggi nei sotterranei del quartiere di Stampace, dove sopra è stata costruita la chiesa al Santo dedicata.

Avendo paura dei disordini del popolo che insorgeva, il prefetto fece portare Efisio da Cagliari a Nora, spiaggia bellissima nel comune di Pula dove sorgeva una chiesetta, che poi fu dedicata a lui. Nel momento in cui sapeva che stava per morire decapitato il soldato rivolse lo sguardo verso la città giurando di proteggerla in eterno da ogni male.

I festeggiamenti in suo onore vengono fatti il 15 gennaio, giorno fissato dalla chiesa per la sua memoria, e il 1maggio, quando la statua viene portata in processione da Cagliari fino alla chiesetta sulla spiaggia di Nora, dove era stato ucciso, voto fatto quando nel 1656 il Santo venne invocato per salvare la città dalla peste. Si narra che egli dopo la richiesta di salvezza per la città, apparì davanti a un’autorità chiedendo che venisse festeggiato e celebrato ogni anno da quel momento in poi. Da allora ogni anno viene fatta questa processione e al rientro viene sciolto il voto fatto. Un altro voto fu fatto nel 1793 quando fu invocato per salvare Cagliari dal bombardamento delle navi da guerra dei francesi.

Le reliquie del santo furono conservate a Pisa fino al 12 maggio 2011 quando finalmente vennero riconsegnate alla città di Cagliari.

Ogni 1 maggio viene fatta una grandissima festa nel capoluogo proprio per sciogliere il voto perpetuo legato alla peste. È una delle feste più importanti della regione dove i fedeli, giunti da tutta la Sardegna sfilano vestiti col costume tipico sardo del loro comune. È la più antica e lunga processione, circa 65 km percorsi in 4 giorni. I preparativi iniziano alcuni giorni prima quando il 25 aprile avviene l’investitura ufficiale del Terzo guardiano. Il 29 si procede con la vestizione della statua del Santo e l’aggiunta di gioielli in oro offerti come voto e il giorno dopo la statua viene inserita all’interno del cocchio dorato. La mattina della processione vengono addobbati i buoi che dovranno trasportare il cocchio fino a Nora. Quindi il terzo guardiano e l’Ater Nos, ossia rappresentante del sindaco (una volta rappresentate del viceré) si recano alla chiesetta di Stampace dove viene celebrata la messa.

Ai carri addobbati, chiamati traccas seguono circa 5500 persone vestite in abito sardo tradizionale, diverso in ogni comune, bellissimi e ricchi di gioielli e tessuti ricercati. Per tutta la processione cantano le litanie in dialetto chiamate goccius. A rappresentare l’esercito sardo vi sono i cavalieri del Campidano e i miliziani, poi sfilano i membri della guardiania: in prima fila l’Ater Nos e il terzo guardiano. Di seguito i membri della confraternita preceduti da un fratello che regge un crocifisso del 1700. La prima tappa è il Villaggio Pescatori di Giorgino dove i vestiti eleganti vengono sostituiti da quelli più comodi e vengono tolti anche i gioielli. La statua viene trasferita in un cocchio di campagna e messo su un camion militare. Questo è stato reso necessario a causa della costruzione del porto canale che ha interrotto la vecchia strada per Pula.

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Arriva a Capoterra ed essendo patrono anche di quel paese viene accolto con gioia dai fedeli. Poi viene accompagnato a Su Loi e celebrata la messa. Infine arriva a Sarroch dove trascorre la notte nella chiesa di Santa Vittoria. Altra tappa è Villa San Pietro, introdotta nel 1943, anche qui viene celebrata un’altra messa. Poi troviamo la tappa di Pula dove viene celebrata una messa e finalmente il cocchio arriva a Nora verso le 21. Il terzo giorno viene celebrato per tutta la giornata fino a tarda serata quando lascia Nora arrivando a Pula dove sosta per la notte. Il giorno dopo comincerà il viaggio di ritorno verso Cagliari nella chiesa di Stampace ripercorrendo a ritroso tutte le tappe del viaggio fatte fino a quel momento. A Giorgino riprende gli abiti da cerimonia e viene di nuovo trasferito nel cocchio di città. Anche in quest’occasione ci saranno tantissimi fedeli ad accogliere il Santo che rientrerà nella chiesa di Stampace verso le 23:30, comunque entro le 24 orario entro il quale deve essere certificato lo scioglimento del voto che viene fatto dal Presidente dell’Arciconfraternita. Concludono la cerimonia i tradizionali canti in onore del Santo.

 

Francesca Demontis

 

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LEGGENDE DELLA SARDEGNA: S’ACCABADORA

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La Sardegna. Terra antica e ricca di mistero. Sono decine infatti le leggende che trovano luogo nella mia terra, e che, a onor del vero, nemmeno io conoscevo completamente. La prima che mi viene in mente di raccontare è la leggenda di S’Accabadora (letteralmente “Colei che finisce” dal verbo accabbare, finire, terminare), figura femminile che aiutava i malati terminali a morire. Erano i parenti o addirittura gli stessi moribondi a chiamarla in modo che potesse porre fine alla loro sofferenza. Questa pratica non poteva essere retribuita perché dare la morte andava contro le regole della Chiesa. Nella tradizione S’Accabadora era vestita di nero, col volto coperto e usava diverse tecniche per porre fine alla vita dei sofferenti. Poteva ucciderli soffocandoli con un cuscino, colpendoli sulla fronte o dietro la nuca con un colpo secco utilizzando un bastone d’ulivo chiamato su matzolu, oppure strangolandoli mettendo il collo della vittima tra le sue gambe, anche se pare che lo strumento più utilizzato fosse una specie di martello di legno.

Alcuni autori credono invece che semplicemente ci fossero delle donne che accompagnavano i malati alla morte stando loro vicine fino alla fine e dando conforto alle famiglie e per questo erano stimate in tutto il paese, ma in realtà non uccidevano, come invece pare succedesse in Grecia; mentre nel nuorese, secondo altre fonti, sembra che questo compito fosse svolto da donne vedove e senza mezzi che vivevano accettando le elemosine dagli abitanti del luogo.

Infine posso dire che questa forma di eutanasia non fosse l’unica, qui nella mia terra, infatti si pensa che in alcuni luoghi gli anziani, raggiunti i 75 anni venissero portati presso un dirupo e lanciati di sotto. Non si capisce bene la motivazione di questa pratica, forse era un modo di evitare che vivessero a lungo, vista la nota longevità dei sardi.

In realtà non esiste nessuna prova dell’esistenza dell’Accabadora, ma io sono del parere che le leggende contengano spesso un fondo di verità, quindi chissà magari è esistita davvero. Comunque si tende a pensare che questa leggenda facesse parte della tradizionale abitudine sarda di raccontare storie fantasiose, che avveniva davanti al fuoco del camino, allo scopo di metter paura a chi ascoltava. Nell’epoca odierna chi crede in questa leggenda giustifica l’eutanasia del tempo con le difficoltà che le famiglie incontravano nello spostare i malati negli ospedali per poter ricevere le cure necessarie.

 

Francesca Demontis

 

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I BENANDANTI

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Questo è un racconto tra verità, storia e leggenda, un racconto lontano di uomini e donne che quattro volte all’anno uscivano dai loro corpi per combattere l’oscurità. Un racconto sussurrato a bassa voce che vibra d’orgoglio e di vergogna. In Friuli si racconta che quando un bambino nasce avvolto dal sacco amniotico è predestinato a diventare un essere speciale, un benandante. Alla nascita la madre conserva la placenta essiccandola e successivamente la mette in un sacchetto che il bambino porterà al collo per tutta la vita. Alcuni di questi guerrieri nascono predestinati, altri vengono addestrati da maghi e stregoni per combattere l’oscurità. Colmi di segreti, di loro si sa molto e allo stesso tempo si sa poco. Si sa che venivano addestrati, da chi e come rimane un mistero. Fin dall’inizio dei tempi queste donne e questi uomini durante la notte delle quattro tempora si ritrovavano in un’altra dimensione a combattere fianco a fianco. Se qualcuno avesse scosso il loro corpo durante queste notti esso sarebbe apparso come morto, il respiro regolare era l’unico segno di vita. Essi giungevano da luoghi diversi per combattere, alcuni si conoscevano da tempo, altri si incontravano per la prima volta, una sola cosa li accumunava tutti: il sapere esattamente perché si trovavano lì. Il luogo del raduno era diverso ogni volta ma nel campo dove si svolgeva essi riconoscevano i loro capi e si preparano a combattere. Armati di bastoni di finocchio, combattendo a fianco a fianco attaccavano le streghe e gli stregoni che rovinavano i raccolti e diffondevano l’oscurità sul pianeta. Si racconta che le battaglie fossero memorabili, il cielo e la terra si riempivano di lampi e tuoni echeggiando per i colpi inferti e subiti. Al sorgere del sole i benandanti ritornavano nei loro corpi: se la vittoria era loro per la stagione successiva i raccolti sarebbero stati abbondanti e la terra risanata, se avessero perso ci sarebbe stata una carestia e la gente sarebbe morta di fame. Vincere era dunque importante, fondamentale per la propria famiglia e la propria gente. Durante il periodo di attesa tra una battaglia e l’altra si occupavano di guarire le persone con erbe e magia dai dolori e gli attacchi con cui le streghe e stregoni cercavano inutilmente di prendere potere. Di loro si raccontano tante cose, che fossero in grado di vedere la caccia selvaggia e gli spiriti dei defunti, che se avessero perso il loro amuleto sarebbero diventate persone normali… dicevano di combattere per la gente e in nome di Dio e Gesù ma questo alla Chiesa non importò. Quando ne venne a conoscenza il mondo dei benandanti gli crollò addosso. Dopo secoli e secoli passati ad aiutare la gente, quando nei loro villaggi, nelle loro case arrivò l’inquisizione vicini di casa, amici, persone che a loro dovevano la vita sparirono, altri li denunciarono “in nome di Dio”. Alcuni benandanti riuscirono a fuggire nei boschi, come avevano fatto secoli prima le donne celtiche all’arrivo dei romani, donne che vivevano ancora nelle leggende di quei stessi villaggi sotto il nome di agane. Molti furono presi, alcuni riuscirono a scappare. Furono minacciati e torturati ma non dissero mai quello che la chiesa voleva sapere. Cosa succedeva ai raduni? Come si coordinavano? Da dove prendevano i loro poteri? Parlarono sì, parlarono di cose che tutti già sapevano ma per le altre domande non c’era risposta. La gente sapeva quello che stava succedendo ma non diceva nulla, non provava a salvare coloro che fino a pochi giorni prima li avevano curati anzi, era la gente stessa a fare i loro nomi. I benandanti lasciarono tutto, scomparvero nel fitto delle foreste e di loro si perse ogni traccia. La sera davanti al fuoco, sotto il scintillio delle stelle e il vento che scompiglia le chiome degli alberi del bosco si racconta ancora la loro storia. Al termine di ognuna di esse un messaggio passa sussurrato dagli anziani ai bambini. Loro ci sono, sono ancora là, nascosti come le agane tra gli alberi e le grotte. E durante la notte delle quattro tempore scendono ancora a combattere per quella gente ingrata che li ha rifiutati. Combattono perché è giusto, combattono per il nostro futuro.

 

whitewolf

 

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La Garfagnana e i suoi animali fantastici

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Il libro della celebre autrice J.K Rowling “Animali fantastici: dove trovarli” (da cui è stato tratto l’omonimo film), è diventato universalmente famoso così come il personaggio principale, il ‘magizoologo’ Newt Scamander, che custodiva ogni genere di animale fantastico all’interno di un’altra dimensione a cui poteva accedere attraverso la magica valigia che portava sempre con sé. Il saggio, che nella fantasia della scrittrice risulterebbe essere stato scritto dallo stesso Scamander, narra delle proprie ricerche su una moltitudine di animali magici, come lo Snaso, il Velenottero e l’Asticello per nominarne qualcuno. Nel nostro territorio, l’alta Toscana, non esiste un ricercatore di questo genere, e neanche un libro per studiare queste strane creature, in compenso esiste però una forte tradizione orale di leggende, racconti e favole, che senza dubbio ci fa dire che anche noi non ci facciamo mancare la nostra “collezione” di animali fantastici. Direi di cominciare dai Gatti Streghi. Una delle ultime volte che furono avvistati fu grazie ad un uomo di Palagnana che tornando a casa lungo la strada che scende da San Pellegrinetto vide in prossimità del paese dei gatti neri appollaiati su un noce. L’uomo allora capì subito che erano proprio i gatti streghi e d’improvviso il coltello che aveva in tasca lo piantò sul tronco del noce. Subito i gatti si trasformarono in persone, persone che l’uomo conosceva bene. Gli strani uomini sul noce si cominciarono a dimenarsi e ad agitarsi e raccomandarono al passante di non rivelare la loro identità, se non avesse fatto ciò gli avrebbero dato il malocchio a vita. Passiamo poi sul versante del Monte Procinto (anzi, proprio sulla sua cima) di notte si sente uno svolazzare di grossi uccelli neri, sono gli Sputasecchi. Questi strani volatili hanno l’abitudine di posarsi sui rami degli alberi e di sostare lì fino alle ultime ore della notte. Questi esseri, così come i gatti streghi, assumono forma umana e si presentano come donne altissime vestite di nero, senza capelli e con le braccia lunghe. A colui che passa sotto questi rami dove loro si sono posati, può capitare di sentirsi rivelare verità agghiaccianti o segreti terribili. Per evitare questi incontri, bisogna prestare attenzione a elementi che possono rilevare la loro presenza: un ramo che si spezza, un sasso che rotola o anche una stella che sfreccia nel cielo. Sempre ed a proposito di donne esiste la Donna Bodda (metà donna e metà rospo) vive per lo più nelle acque stagnanti, nonchè dentro le grotte, a patto che li ci siano delle pozze d’acqua. Per non incappare nel pericolo di incontrarla, maggior attenzione deve essere fatta soprattutto sul far della sera o dopo un’abbondante pioggia. Infatti dal pantano e dalle acque ferme e fetide si può udire un gorgoglio strano, da li, come code di serpente, lunghe dita strisceranno fino ad avvinghiarsi alle gambe del malcapitato. Comunque sia, fra gli animali più feroci e orripilanti esiste invece il Serpebue. Il serpebue abita negli anfratti naturali della Tambura, la spaventosa creatura esce di notte per mangiare, la sua preda preferita: la pecora, che può prima catturare e poi trascinare in men che non si dica nella sua tana. Il suo aspetto è simile a quello di un grosso serpente, è perfino dotato di squame che riflettono la luce come tanti specchi ed è proprio per questo è difficile da vedere, il suo avvistamento si rivela come un forte lampo che lo sguardo non può sostenere. Tanto brutto e mostruoso è il suddetto animale, quanto magnifico e bello è il Cerbiatto Bianco delle Apuane. Bianco come la neve, tanto da confondersi con il colore chiaro delle rocce. Molti uomini gli hanno dato la caccia ed un brutto giorno riuscirono anche a ferirlo, il cerbiatto bianco comunque sia riuscì a fuggire. Fu avvistato da questi cacciatori sulla via del loro ritorno a casa mentre si curava la ferita ad una sorgente d’acqua. Per molto tempo si è creduto che quella sorgente d’acqua potesse guarire tutte le malattie.

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Altra storia quella di un capretto che vive dalle parti di Chiozza in località “Piana Tagliata”. Il capretto nero , quando batte gli zoccoli per terra fa scintille e se passa di fronte ad una croce l’animale scompare. La creatura che invece è stata più avvistata nella valle è il Serpente Alato. Nei tempi andati si diceva che uno di loro abitasse alle chiuse del fiume Ania, mentre a Sillicagnana, ormai due secoli fa, il mostro attaccò uno dei membri della famiglia Ferrari. Nella chiesa del paese c’è un quadro dove è raccontata questa scena. La sua presenza fu rilevata anche fra le rocce dei Diaccioni che scendono il Monte Giovo. Infine voglio concludere questa lista di animali fantastici con la Chioccia dai pulcini d’oro. La si può notare fra le scoscese pareti del Balzo Nero. Nelle notti di luna piena fra gli sterpi e i rovi è possibile sentire un chiocciare lento lento accompagnato da un pigolio. E’ la chioccia che porta a spasso i suoi pulcini tutti luccicanti d’oro zecchino. Nessuno sa da dove provenga, rimane il fatto che è fortunato colui che riesce a vedere i pulcini prima che la chioccia lo scorga, perchè in quell’istante ci si ritroverebbe di fronte un bel mucchio di monete d’oro… Queste di cui ho narrato sono storie tramandate dai tempi antichi e fanno parte di un mondo magico tutto nostro e chissà, forse un giorno questi misteriosi animali si potrebbero incontrare anche noi.

 

Ila

 

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VELINO E NERA, LA FORZA DELL’AMORE

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Questa leggenda narra delle origini della cascata delle Marmore, una delle cascate più alte d’Europa, origini mitologiche dovute all’intervento stesso degli Dei.

C’era una volta una bellissima e leggiadra ninfa del fiume Nera che si chiamava Nar, ed era la figlia del dio Appennino. Nar si innamorò di un giovane pastore di nome Velino. Durante un banchetto però la dea Giunone venne a conoscenza di questo amore profano e decise che la ninfa meritava una punizione. La portò così in cima al Monte Vettore dove la ninfa fu trasformata nel fiume Nera. Disperata, cominciò a piangere lacrime di dolore e a scorrere coma un fiume di lacrime verso valle sino a raggiungere il punto esatto dove aveva incontrato Velino per la prima volta, la rupe delle Marmore. Il suo amato, intanto, non sapendo dove fosse finita Nar chiedeva sue notizie. Interrogando una sibilla questa gli svelò della punizione inflitta dagli Dei alla sua Amata e così, sconvolto dal dolore Velino raggiunse la rupe e vista la sua amata Nar nella valle e credendo che stesse annegando decise di gettarsi. Giove, che assisteva a tutta la vicenda, per evitargli la morte, durante il volo lo trasformò in acqua, in modo tale da ricongiungersi con Nera per l’eternità. Quel salto (la Cascata delle Marmore) è il simbolo del loro amore senza fine.

 

Nausicaa

 

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LA LEGGENDA DEL DRAGO DI TERNI

 

 

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La leggenda  racconta che tanto tempo fa, fuori dalle mura della città di Terni, viveva un mostro orribile, un drago alato per la precisione, dall’alito fetido e pestilenziale. Tutta la popolazione era terrorizzata dalla sua presenza e la zona non era più un posto sicuro in cui vivere perché il drago uccideva tutte le persone che uscivano dalle mura cittadine per procurarsi da mangiare o anche per mettersi in viaggio. La popolazione allora si chiuse in casa, ma non potevano andare avanti così per molto tempo. Era un velo flagello a cui bisognava porre rimedio al più presto. Così, il consiglio degli anziani della città si riunì per risolvere a qualunque costo la situazione. Vennero convocati al palazzo del comune alcuni tra i più valorosi e ardimentosi cittadini, ma uno dopo l’altro si rifiutarono di cimentarsi nella difficile impresa.Gli anziani non sapevano più cosa fare ed erano disperati quando un bel mattino, si presentò dinanzi a loro un giovane Ternano della nobile famiglia dei Cittadini!! Era vestito con un’armatura lucidissima, fiero e baldanzoso e pareva già pronto a misurarsi col drago. Chiese loro il permesso di andare ad affrontare il mostro che terrorizzava la città ed è inutile dire che dopo lo stupore iniziale, ancora increduli ma felicissimi diedero la loro benedizione al valoroso e coraggioso giovane.

Il drago era acquattato ai margini di un boschetto. Sembrava essere assopito e sarebbe stata una cosa facile balzargli addosso e trafiggerlo. Ma ecco che, nel preciso momento in cui il giovane stava per scagliare la lancia, il drago si eresse in tutta la sua mole e avanzò fulmineo verso il temerario. Il giovane lo evitò per miracolo. Gli attimi che seguirono furono spaventosi. Ben due volte il giovane trafisse la bestia, ma le ferite sembravano prodotte da uno spillo e non danneggiavano per nulla il drago. Accadde invece che, a un certo punto, il sole si rifletté nell’armatura del giovane e i lampi di luce che ne scaturirono abbagliarono il mostro. Fu questione di un secondo. Il giovane saettò la lancia con tutta la sua forza e, finalmente, trafitto da parte a parte, il drago stramazzò e rimase immobile per sempre. Qualche cittadino di Terni, che aveva osato assistere da lontano alla scena, corse subito in città a dare la strepitosa notizia. In breve tutta la popolazione, con alla testa gli Anziani, si radunò sul luogo della lotta per constatare coi propri occhi la fine del mostro. Inutile dire che il giovane venne festeggiato solennemente e che per parecchi giorni la città visse tutta in un tripudio di festa. La storia del drago e del cavaliere è rappresentata ancora oggi nello stemma della città di Terni.

 

Nausicaa

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Il Fosso del Diavolo

 

 

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Questa leggenda, risalente all’incirca a 500 anni fa, ha teatro nella cittadina di Sasso Marconi, nella provincia bolognese. La cittadina ai quei tempi era più che altro una distesa di campi che costituivano il territorio dei feudatari medievali, all’interno dei quali lavoravano i servi della gleba. A decorare i campi vi era qualche umile capanna dai tetti di paglia dove dimoravano questi ultimi e gli altri abitanti. Nelle vicinanze di queste, si ergeva poi un castello che diveniva spesso rifugio per i paesani, specialmente nei giorni di scorribande di feudatari e predoni. Insomma, un territorio non certo rilassato e piacevole, dove la paura e la tensione serpeggiava ogni giorno. E dire che, qualche tempo prima, lo stesso territorio montuoso di Sasso era stato teatro di violente lotte civili che avevano coperto di sangue quei campi, e nel periodo in cui ha teatro questa leggenda, stava piano piano tornando un poco di serenità nella vita della popolazione. Non per molto però, poiché cominciarono infatti a giungere in paese strane ed inquietanti voci… un essere immenso, dall’aspetto a dir poco terribile e orrendo, subito battezzato come demone, era stato avvistato aggirarsi nei villaggi vicini, approfittando dell’oscurità della notte per rapire anime dannate e seminare tormento e terrore. Gli abitanti di Sasso non reagirono bene a questa storia, data la cultura dell’epoca, e non poterono che rispondere facendo un lesto segno della croce. Le settimane proseguirono il loro corso, fin quando una sera, all’improvviso, comparvero in cielo delle grosse nuvole scurissime, accompagnate e sospinte da un vento gelido che le fece ammassare l’un l’altra, ammantando di nero il Sole che si accingeva a tramontare, e il cielo intero. Fulmini e boati scuotevano la terra, mentre i poveri abitanti terrorizzati si rintanavano nelle proprie case, serrando le porte e pregando. I racconti giunti alle loro orecchie settimane prima non furono affatto dimenticati, e ora prendevano sempre più corpo nelle loro menti, soprattutto perché qualcuno vide un enorme demone che  si aggirava in quello stesso momento attorno al castello del paese, intento invano a trovare un pertugio da cui penetrare nelle mura. Allora l’essere infernale si arrampicò su una rupe lì vicina, allora chiamata Sasso di Glossina, pronto a spiccare il balzo che l’avrebbe condotto all’interno del castello. Ma proprio quando questo stava per catapultarsi, gli abitanti videro dal cielo comparire la figura della Madonna, che con un braccio colpì il demone, il quale cadde a terra con fragore. Gli abitanti, piano e con circospezione, si avvicinarono al luogo della caduta, e con meraviglia trovarono un’enorme impronta della creatura, e una spaccatura nel terreno nella quale scorreva acqua torbida e fangosa. Da allora, in ricordo di quell’incredibile notte, quella fenditura nel terreno prese il nome di Fosso del Diavolo. 

 

Riccardob

 

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Gli Spalti di Toro (Gli Spalti del Dio Thor)

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Gli Spalti di Toro sono un gruppo montuoso situato tra le Dolomiti venete e friulane, nei pressi di Domegge di Cadore (BL). Il loro nome deriva dai Longobardi che dedicarono questi monti al Dio Thor, Dio dei Fulmini, per le loro forme che ricordano molto delle saette scagliate dal cielo.

Una leggenda narra che il Dio Thor, insieme ai suoi uomini, fosse alla ricerca della terra del sole e giunto fra le dolomiti rimase ammaliato dalla loro bellezza. Scelse così come sua dimora il complesso di campanili, torri e guglie presenti nella vallata di Domegge, trasformandola in breve tempo in una maestosa muraglia rocciosa: i maestosi Spalti di Toro.

Il Dio Thor, non ancora soddisfatto, ordinò la costruzione di una torre che fosse più alta di tutte quelle circostanti ma suo padre Odino, offeso dalla sua superbia, lanciò un incantesimo sul lago Cadin. Quando Thor si avvicinò al lago per abbeverarsi, si accorse che la sua immagine riflessa restava come viva, impigliata sul fondo. In quel momento la terra cominciò a tremare e le torri del castello crollarono facendo seppellire Thor sotto le rocce e condannandolo a rimanere sotto la montagna fino a quando uno dei suoi discendenti non si fosse specchiato nelle acque del lago Cadin. Qualche secolo più tardi, un pastore di nome Vedorcia, si avvicinò al lago e vide nel riflesso dell’acqua i maestosi spalti rocciosi e la grande torre del castello di Thor. In quel momento perse la sua immagine, e con essa la vita, facendo sciogliere l’incantesimo. Gli spiriti delle montagne trasportarono il suo corpo su una cima, che oggi si chiama Castello di Vedorcia. Accanto ad essa vi si trova un’altra vetta, chiamata Campanile Toro.

 

Chiara Calien

 

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Bus De La Lum (Buco della Luce)

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Il Bus de la Lum, il cui significato in dialetto locale è “Buco della Luce”, è un inghiotto carsico che si situa a Caneva (Pordenone), presso l’Altopiano del Cansiglio, area prealpina che ricopre i territori di Treviso, Pordenone e Belluno. Questo luogo, caratterizzato per la sua apertura a strapiombo, è purtroppo tristemente noto per essere stato utilizzato durante la seconda guerra dai partigiani come una fossa dove vennero gettati vivi, con i polsi legati con dei fili di ferro, i soldati della Repubblica Sociale Italiana, militari tedeschi e molti civili inermi. Famoso racconto popolare, narra che ai soldati veniva promessa la libertà se fossero riusciti a saltare da un’estremità all’altra dell’inghiotto.

Questo inghiotto, è profondo circa 180 metri (ve ne sono anche di più profondi, come quello della Genziana, profondo circa 600 metri). Sul fondo si apre una caverna laterale, attualmente però coperta da detriti. Si è inoltre appurato, che alla profondità di circa 80 metri ci sarebbe un secondo inghiotto chiamato “Il pozzo dei bellunesi” che si presume sia in comunicazione con le sorgenti dell’altopiano. Sarebbe dunque veritiera la diceria popolare che ricorda come il sangue dei soldati gettati nell’inghiotto scorresse lungo le sorgenti del Gorgazzo.

Vi è una leggenda più antica della seconda guerra mondiale, riguardante le streghe. Gli antichi abitanti hanno sempre temuto questo posto perché era abitato dalle Anguane, creature della mitologia alpina legate all’acqua, ritenute streghe. Esse erano malvagie e ferocissime, avevano lunghi chiodi arrugginiti al posto dei capelli e delle zanne affilate. Queste donne uscivano dalla profondità del bosco per raccogliere le legna, bacche e funghi per poi scendere lungo il lago di Santa Croce. Se lungo il loro peregrinare incontravano dei bambini soli li prendevano e li portavano nel loro antro per ucciderli e cibarsene. Quando erano tutte riunite in questo antro, accendevano un fuoco che saliva da queste profondità che produceva alle sommità delle fiammelle che nei secoli hanno indotto i pastori che le vedevano a chiamare la voragine con questo nome (buco della luce).

Anticamente l’inghiotto veniva considerato come un accesso alle profondità della terra, attraverso cui uscivano energie sotterranee, dunque un luogo di evocazione per far sfuggire spiriti maligni ed invocare la protezione delle divinità benefiche e protettrici.

 

Chiara Calien

 

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Il drago di Atessa

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I racconti mitologici vengono sempre automaticamente collegati al genere fantasioso, eppure migliaia di storie vengono tramandate per secoli portandosi dietro un alone di mistero che affascina e incuriosisce, lasciando le persone nel dubbio di trovarsi di fronte a finzione oppure realtà. Uno di questi casi è la leggenda del Drago di Atessa, che mi è stata insegnata alle scuole elementari da un’anziana maestra di matematica che amava anche tramandare ai giovanissimi tante leggende e curiosità sulla nostra regione. Questa storia è giunta fino ai nostri giorni dal lontano Alto Medioevo, V secolo d.C., ed è collocata nel borgo Abruzzese Atessa, che all’epoca era formato da due villaggi distinti chiamati Ate e Tixia. Le due cittadine si trovavano rispettivamente ai lati di una valle, in cui all’interno scorrevano due fiumi (gli attuali Osente e Sangro) che formavano una zona molto paludosa e intricata, habitat perfetto per il primo protagonista di questa storia: il drago. Nella palude del Rio Falco ergeva la sua tana: una grotta, formata all’interno da un lungo cunicolo che attraversava tutto l’Abruzzo. Si dice che il drago fosse di colore verde con il ventre giallo e la grande bocca di un rosso molto vivo. Esso costituiva pericolo soltanto per chi si avvicinava alla palude, e questo non permetteva alle persone dei due villaggi di incontrarsi. Mangiava principalmente bestiame che capitava nella zona o animali selvatici, ma quando questi scarseggiarono, iniziò a nutrirsi di esseri umani malcapitati. Allora qui entrò in scena il secondo protagonista della storia: Leucio d’Alessandria d’Egitto, divenuto Vescovo e poi successivamente Santo, venerato sia dalla religione cattolica che ortodossa. Viene ricordato come guaritore e protettore dai demoni, e fu chiamato in aiuto dai due villaggi per essere salvati dal drago, dato che S.Leucio ne aveva già scacciato uno dalla sua città. Una volta arrivato, andò subito nella palude e nutrì il drago di carne per tre giorni di fila, finché una volta che fu sazio, lo incatenò e dopo 7 giorni lo uccise su un’altura sopra il Rio Falco. Dopo averlo sconfitto i due villaggi festeggiarono felici di potersi riunire, formando così un’unica città: Atixia, oggi chiamata Atessa. I cittadini per onorare S.Leucio, oltre che istituirlo patrono del paese, costruirono un duomo a lui dedicato proprio sul luogo dove viveva il drago. Il particolare più affascinante di questa leggenda è che S.Leucio, a sua volta, donò alla popolazione una costola del drago per ricordare per sempre questo evento. I cittadini di Atessa, a distanza di secoli, custodiscono ancora, con vanto, l’enorme costola nella Chiesa, in una teca di vetro chiusa a chiave e transennata, visitabile dal pubblico! Diversi studiosi provano ad attribuire l’osso a possibili animali, come ad esempio ad uno degli elefanti che furono portati da Annibale per le battaglie di Scipione, o Pirro mentre attraversava l’Italia per la battaglia di Benevento, ma la costola di un elefante è troppo piccola rispetto a quella nella teca, che raggiunge i 2 metri di lunghezza con raggio di 1,43 metri! Altri studiosi cercano di dare spiegazione dell’antico fossile, pensando sia proveniente da un cetaceo: il “Misticeto”, dato che, sempre sotto ipotesi, in antichità in quelle zone possono esserci stati oceani. Ma queste sono soltanto supposizioni, non si riesce ancora a dimostrare da cosa esso provenga realmente, lasciando così tutto nel mistero e a noi la scelta di credere se sia vero oppure no.

 

Tali

 

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Funtanazza e Su Bullone

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Quello che racconto riguarda una zona specifica della Sardegna (Verso il nord a 15 km da Alghero).
Io abito a Roma, ma spesso puntualmente ogni anno, vado nella seconda casa del mio compagno in Sardegna. Senza che me lo raccontasse venni alla scoperta del “fantasma di funtanazza”, un pastore deceduto in seguito ad una frana.

Prima di raccontare i miei episodi vissuti in prima persona c’è da sapere che la zona, dove vado in vacanza si trova esattamente al centro di 4 poderi pastorali. Quasi 30 anni fa i pastori del posto decisero di svendere una parte specifica del territorio, o meglio il posto in cui morì seppellito dalla frana Funtanazza.
Poco a poco si venne a sapere che quella zona era disturbata da due “fantasmi” e attualmente gli hanno dato il nome di “funtanazza” e “su bullone”.
Gli vennero dati questi nomi per il luogo esatto di provenienza “fantasma del ruscello” e “fantasma della roccia”.
La situazione per i pastori non era gestibile, per via di strani rumori, strani incidenti e animali che impazzivano.

Quando la famiglia del mio compagno prese il pezzo di terreno, e costruirono casa, si accorsero che qualcosa non andava. I primi segnali li avvertì suo fratello minore. In stanza avvertiva strane voci, dopodiché la cosa si era estesa in tutta la famiglia. Tra incubi, luci strane in casa, e animali (cani e gatti) che impazzivano nel bel mezzo della notte; per poi sentire un nostro caro amico operaio (molto scettico ed incredulo), che decise di non mettere più piede in casa se non in compagnia di qualcuno, in seguito ad un’esperienza vissuta in quella casa.

Nel periodo che venni in Sardegna. Senza venire a conoscenza di questa strana entità, passai la prima notte senza chiudere occhio. La parte sotto del mio letto era illuminata, e io mi sentii quasi sospesa in aria.
Il mio compagno e la sua famiglia il giorno seguente raccontarono bene nel dettaglio di chi e cosa fosse, poco a poco le cose si sono fatte ancora più inquietanti. In particolare l’ultima estate che vi ho trascorso.

Calcolando che la sua campagna sta nel bel mezzo del verde, e il primo lampione dista almeno a 10 km di distanza, sentimmo un rimbombo di una campana per più di un’ora, che non è la classica campanella che portano con sé le pecore, e non siamo riusciti a trovare la provenienza del rumore, visto che la chiesa più vicina dista a più di 15 km.

 

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Sempre la stessa notte, sentivi delle voci strazianti in lontananza avvicinarsi fino a casa.
Nello stesso periodo tornando tardi a casa, vidi una cosa di cui non mi ero mai accorta prima… In cima alla montagna c’era una piccola casetta in pietra con una piccola finestrella illuminata. Non feci mai caso a questo piccolo dettaglio. Tant’è che decisi il giorno successivo di indagare e andare di persona. Ebbene la mattina successiva, quella casetta non esisteva più. Non so se esistono anche case fantasmi, ma mi ha scioccata questa apparizione.
Anno dopo anno siamo riusciti a definire poco per volta questa “persona”. Riconosciamo il suo aspetto, la sua presenza, e ultimamente ci ha indicato anche la sua vecchia casetta che ora come ora dovrebbe trovarsi sotto terra, vicino al grande focolare della campagna stessa del mio compagno. Non si sa ancora se agisce così per via del territorio o se cerca aiuto o è alla ricerca di una cosa in particolare. Spero comunque di risolvere questi piccoli dubbi la prossima volta che ci passo.

 

Madda

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Sanziene, celebrazione dell’amore e della fertilità.

 

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Vi racconto la leggenda di una delle feste pagane  più grandi e spettacolari del mio paese, la Romania, che da ragazza amavo festeggiare ogni anno proprio per il suo fascino e che tutt’ora viene celebrata, che coincide  con un altra festa ortodossa, la nascita di Giovanni Battista, il 24 di giugno, il giorno più lungo dell’anno.

Esistono diverse leggende e superstizioni riguardo Sanziene in base alla regione in cui viene celebrata.

Una di queste parla della sorella del Sole che andò a raccogliere in un campo di grano dei fiori gialli, sanziene (gallium verum) intrecciandoli per creare una ghirlanda. 

Quando tornò, getto la ghirlanda sul tetto della casa ,dicendo:

“se quest’ultima cadrà ,allora morirò, al contrario, avrò una lunga vita”!

La ghirlanda cadde è la ragazza morì.

Diverse leggende narrano che lei si trasformò nella Luna così che il Sole non  poteva vederla.

Da allora, le persone gettano sui tetti delle case delle ghirlande, non per celebrare la morte, ma per l’amore e la vita, credendo che queste hanno delle proprietà magiche.

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La festa delle Sanziene, si dice abbia origine da  un culto romano per la dea Diana, nome di Sanziana, poiché la festa locale è nota soprattutto in Transilvania, proveniente da “Sancta Diana”, mentre in Muntenia e Oltenia nel sud del paese  si celebra Dragaica, dal culto  slavo. 

Secondo alcuni specialisti, la festa ha le sue origini in un antico culto geto-dacico del Sole, le Sanziane essendo spesso rappresentate dai Traci ballando in un girotondo.

Invece, nella tradizione cristiana ortodossa il 24 giugno è il compleanno di  San Giovanni Battista, messo al mondo in età molto avanzata da Elisabetta, evento che porta  alla preparazione al miracolo della nascita del Salvatore da una vergine donna.

La festa delle Sanziene viene considerata il momento migliore, in piena estate, per la raccolta delle piante medicinali, ma anche per gli incantesimi.

Così, nella notte di Sanziene, le donne vanno a raccogliere fiori ed erbe, che verranno usate contro malattie e altri mali.

Un altra leggenda narra che le Sanziene sono delle ragazze molto belle, che vivono nei boschi o in pianura, che si  lasciano coinvolgere dalle danze e donano poteri magici alle piante. 

Queste buone fate, se debitamente celebrate, faranno abbondare i raccolti, donando  bambini sani alle donne sposate, moltiplicano gli uccelli e tutti gli animali e guarendo i malati.

D’altra parte, se le persone non le celebrano adeguatamente, si arrabbiano e diventano come le fate malvagie popolarmente conosciute come Lele o Pentecoste.

Le Lele sono descritte come delle fanciulle  dotate di grande potere di seduzione e poteri magici. 

 

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Si pensa che vivano nell’aria, nelle foreste o nelle caverne, sulle rive dei fiumi, o agli incroci stradali, e appaiono soprattutto di notte al chiaro di luna, facendo il girotondo, in luoghi appartati, ballando nude, con i capelli sciolti e delle cavigliere con dei ciondoli, in alcune varianti.

Il luogo dove hanno ballato rimane bruciato come dal fuoco e l’erba non cresce più!

Si crede che nella Notte di Sanziene, le Lele si riuniscono e danzano nella foresta, e chi le vede diventa muto o impazzisce.

Nella notte di Sanziene si accendono grandi fuochi in cui si gettano  delle sostanze dai forti aromi, i ragazzi scuotono le torce, si grida e si canta.

Gli abitanti del villaggio Maieru mantengono l’antica usanza da diverse centinaia di anni che, alla vigilia della festa  accendono i fuochi attraversandoli  per  purificarsi.

Le pratiche legate alla ghirlanda, l’accensione della  fiaccola detta “torcia Sanziene”, fa sì che i folkloristi considerano  questa festa come una del Sole.

La festa delle Sanziene si manifesta anche  attraverso una moltitudine di rituali, volti a garantire la fertilità dei campi e delle donne.

Mentre le donne sposate possono seguire i rituali per avere dei figli, le ragazze hanno altre abitudini, quelle di scoprire quale sarà il  loro prescelto nella notte di Sanziene.

Alla base di questi riti ci sono i piccoli fiori gialli, detti sanziene, che crescono nei prati e vengono raccolti dalle ragazze,  accompagnate dai canti dei ragazzi, per poi intrecciarli a forma di cerchio per le ragazze e di croce per i maschi.

Queste ghirlande vengono poste in casa, sui cancelli, sulle finestre, sui capannoni, sugli alveari e anche sui campi, nella convinzione che proteggeranno la casa , porteranno fortuna, salute e abbondanza .

 

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Le fanciulle gettano queste corone su un tetto, quelle che restano non cadendo, preannunciano a breve un matrimonio, o sul bestiame: se viene toccato un giovane esemplare la fanciulla sposerà un giovane, e se la sua corona rimane impigliata in un esemplare più vecchio, allora il prescelto sarà di età più avanzata.

Per vedere il loro destino, le ragazze dormono nella notte di Sanziene con un mazzetto di questi fiori sotto il cuscino.

Inoltre, se li indossano tra i capelli o in mezzo al seno, le ragazze ed anche le donne sposate saranno più attraenti e amorevoli.

 

Non bisogna fare il bagno il giorno del 24 giugno.

 

Un’altra usanza è la processione di Dragaica – la più bella e la più brava delle ragazze del villaggio che cammina con le  altre giovani donne vestite di bianco. 

Agli incroci, le ragazze si fermano e fanno un girotondo cantando in coro.

È anche abitudine che le ragazze siano bagnate con del acqua  dai ragazzi, che dall’alba  passeggiano per il villaggio con dei  fiori di sanziene.

C’è anche una superstizione popolare specifica per questa festa, secondo la quale nel giorno di Sanziene le persone non dovrebbero fare il bagno, perché laveranno via le forze magiche che in questo giorno le circondano.

D’altra parte, sempre in quel giorno, c’è un rituale di lavarsi con la rugiada.

La rugiada dovrebbe essere raccolta all’alba dalle piante, in luoghi non calpestati, su un panno bianco, quindi travasata dal panno  in un nuovo vaso.

Le anziane che si occupano di questo,  portano la rugiada al villaggio, senza parlare per strada ed evitando di incontrare nessuno.

Con questa rugiada si laveranno le ragazze che vogliono sposarsi presto, ma anche le donne sposate che vogliono essere amate dai loro mariti e avere dei figli belli e sani.

Una superstizione che si riferisce all’amore, dice che gli innamorati che si bagnano insieme nel fiume o nel mare, di Sanziene si ameranno per tutta la vita.

Nella zona della Transilvania si dice anche che, nel giorno di Sanziene, si possono cercare antichi tesori, seppelliti nel terreno, perché, la notte prima, si accenderebbe un fuoco.

 

 

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Le Sanziene, sono quelle che d’estate portano frutto alla terra, fortuna, salute e bei figli alle donne sposate, sollievo e guarigione agli ammalati e sofferenti, protezione.

Pertanto, bisogna prestare attenzione a ciò che si sogna nella notte tra il 23 e il 24.

Si dice che i sogni di quella notte siano frammenti del futuro e della realtà.

 

 

Nykole

 

 

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La Sirena

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Un racconto molto noto e conosciuto nel mio paese, è sicuramente la leggenda intitolata “la Sirena”.

Il luogo è situato nella costa vicino ad Ancona, nelle Marche!!

La storia narra che sulla spiaggia, era solita osservare il tramonto una fanciulla di nome Miti, la ragazza più bella del paese, figlia di un povero pescatore.

Miti cantava e guardava il mare in attesa di qualcuno.

Dovete sapere che tempo prima fece un sogno molto strano in cui vide venire dal largo del mare una piccola barca guidata da un bellissimo giovane, che con un bel sorriso gli disse:

“Vieni via con me, mia dolce sposa”.

Questo sogno colpì molto la ragazza, infatti sulla spiaggia attendeva che il sogno si tramutasse in realtà.

Nell’attesa del suo arrivo, la fanciulla cantava con voce melodiosa una strana canzone che nessuno comprendeva.

I giovani del posto, catturati dalla sua bellezza, si rivolgevano a lei con dolci parole, chiedendole di diventare loro sposa.

Ma lei decisa, rispondeva sempre alla stessa maniera:

“Tua sposa? perché dovrei sposarti se il giovane che io attendo è molto migliore di te?”

Umiliati non si fecero più vedere, stando alla larga poiché tutti ricevettero la medesima risposta!

Passava il tempo, ma Miti non si stancava di cantare e attendere il suo futuro sposo, cantava e attendeva senza sosta.

Finalmente una sera, una barca apparve all’orizzonte…

Con molta gioia riconobbe la barchetta che aveva sognato tempo prima, difatti mano a mano che si avvicinava alla costa, si notava un bellissimo giovane marinaio dai capelli neri.

Quando si avvicinò, la ragazza gli corse incontro abbracciandolo dicendo:

“Benvenuto mio sposo. Se sapessi da quanto tempo ti attendo!”

Il giovane rispose:

“Ti sbagli fanciulla, non sono venuto per te, ma per Azzurrina che sarà mia moglie, eccola la vedi?”

Miti infatti vide la ragazza poco lontano che avanzava verso il giovane.

I due si salutarono teneramente e salirono nella barca del giovane marinaio.

 

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Distrutta dal dolore scoppiò in un pianto ed entro nell’acqua seguendo la barca nuotando fino a perderla di vista.

Mentre nuotava continuò a cantare la canzone della sua lunga attesa, che ora diventò il triste richiamo del suo amore perduto, continuando a seguirla fino a tarda notte.

Nel paese, da quel giorno non si seppe più niente di Miti, ma qualcuno assicurò di aver visto a largo una fanciulla dai capelli verdi, con il corpo rivestito di squame e aver udito tra le onde del mare una canzone melodiosa.

Miti si era trasformata in una sirena.

 

Alessiaa

 

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La Madonna delle Milizie

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Un giorno in visita nella città di Scicli in Sicilia rimasi colpita da una statua bellissima mai vista presente nella chiesa Madre, essa rappresenta una Vergine Guerriera, con un manto celeste e vestito rosso, su un cavolo bianco come ad issare alla guerra, lunghi capelli neri ricci, la spada sopra la sua mano e sotto gli zoccoli del cavallo i corpi di Saraceni sanguinanti. E lì, nello stupore più assoluto di trovare questa figura in una chiesa, cercando di comprendere chi rappresentasse, la mia guida sciclitina mi stupisce con una leggenda, che viene ogni anno festeggiata e riprodotta in una grande festa l’ultimo sabato del mese di Maggio.

L

La Sicilia è stata terra di tantissime conquiste e guerra, contesa per millenni tra tantissimi popoli, Punici, Greci, Romani, Saraceni, Normanni e tanti altri… ed è proprio quando il dominio dei Saraceni era giunto ormai al limite con la presa di Noto da parte dei Normanni che questo evento miracoloso avvenne durante una battaglia che pareva essere persa fin dall’inizio.

I Saraceni veri predoni non erano molto apprezzati dal popolo siculo, predoni di cultura araba spesso saccheggiavano le città che conquistavano, non avendo pietà né di donne nè di bambini.

Ma all’arriva dei Normanni la contesa per la conquista del territorio Siciliano divenne negli anni sempre più accesa tanto da instigare l’Emiro Belcàne ad un grande attacco.

Era Marzo del 1091 e nel porto di Donnalucata (borgata sciclitana) l’orizzonte divenne nero, un esercito come mai visto di velieri Saraceni  oscurò la vista di ogni sciclitano, che nonostante nel terrore più totale accorse alle armi.

All’approdo delle navi nemiche iniziò una guerra sanguinaria ed impari, dove un esiguo numero di siciliani fronteggiare un esercito mai visto. Nonostante l’arrivo dei Normanni capeggiati da Ruggero d’Altavilla, la battaglia sembrava perduta e così i Saraceni sentivano il sapore di una ghiotta conquista, di una città strategica sia in mare che in terra, una città che sarebbe stata l’inizio della loro ripresa di potere sul suolo Siculo.

Ma ecco proprio quando tutto sembra perduto, quando la speranza è ormai quasi ferma, l’unica cosa che restava al popolo ormai sofferente sciclitanto è stata quella di chinarsi nel chiedere un aiuto Divino, perchè solo un miracolo poteva salvarli dalla sconfitta totale.

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Ma è proprio lì in quei momenti di maggiore sconforto che Dio mostra la sua maggiore presenza, e così da una intensa luce dorata compare una bellissima donna su un destriero, con in mano una spada, indomabile, guerriera potente “Bella amazzone invitta, alma eroina” così come viene ricordata, che inizia a fare strage del nemico, il quale si sente inerme, e scappa terrorizzato dalla sua presenza, mentre l’esercito amico viene animato da un nuovo e potente spirito, riuscendo grazie all’intervento divino un piccolo esercito a sconfiggere e mandare in fuga un’intera armata.

Alla fine della battaglia Ella scomparve nel nulla così come era apparsa. 

Dopo un millennio resta una leggenda, un monito di orgoglio e di festa per tutta la città di Scicli.

 

Lincea A.

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Il Folletto Salentino

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Anni fa ho avuto il piacere di visitare il Salento. È una terra davvero ricca di tradizioni, miti e racconti popolari, molti dei quali purtroppo stanno pian piano venendo dimenticati poiché non è più tradizione tramandarli oralmente, ma fortunatamente alcune testimonianze degli anziani sono state trascritte e sono arrivate fino a noi! Una leggenda che mi ha particolarmente colpita è quella del folletto salentino.

Era un folletto dispettoso, che aveva un nome diverso a seconda della zona: a Lecce veniva chiamato Laurieddhu o Lauru; a nord del Salento era conosciuto come Uru, e a sud era conosciuto come Monacieddhru, Municieddhru o Scazzamureddhru. 

Nonostante i diversi nomi, si trattava dello stesso folletto, perché i racconti sugli avvistamenti erano gli stessi, sia per quanto riguarda il suo aspetto fisico che soprattutto per il suo carattere molto dispettoso! Fisicamente era simile ad un bambino molto piccolo, con delle grandi orecchie a punta e un particolare berretto rosso, anch’esso a punta. Gli avvistamenti furono molti, tanto che la chiesa si accorse di non poter cancellare questa credenza, dunque decise di trasformare la storia, raccontando che in realtà “Lu Laurieddhu” era lo spirito di un bambino morto senza battesimo. Tuttavia le origini di questo folletto sono molto antiche!

Per quanto riguarda i suoi comportamenti, variava in base a chi aveva davanti: alle donne di solito tirava i capelli, agli uomini dava molti pizzicotti o faceva il solletico, e in generale faceva diversi scherzetti. Spesso nascondeva gli oggetti, che faceva riapparire magicamente dopo molto tempo, o faceva molti rumori nelle case ad esempio rovesciando pentole e piatti, per disturbare e svegliare gli abitanti. Si raccontava infatti di una donna che era costantemente tormentata dal folletto, che le faceva molti dispetti in casa, soprattutto nascondendole gli oggetti. La donna era così esasperata da decidere di trasferirsi, ignara del fatto che lo “Scazzamureddhru” non sia legato alla casa, ma anzi possa seguire ovunque la persona che decide di tormentare.

Non era considerato malvagio, ma era particolarmente temuto da chi possedeva una fattoria. Infatti riusciva a far smettere alle galline di produrre uova, o faceva deperire i cavalli. Si racconta anche che riuscisse a intrecciare e aggrovigliare le criniere dei cavalli, con delle treccioline molto sottili, che per essere sciolte richiedono molto tempo.

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La parte centrale della leggenda era costituita dal suo berretto, e dalla possibilità di rubarlo! Non di rado infatti disturbava il sonno delle persone, schiacciandole col suo peso sull’addome per gli uomini e sul petto per le donne, e togliendo loro il fiato. Ed è in quel momento che si poteva approfittarne per afferrare il suo berretto, a cui tiene molto, tanto che sarebbe stato disposto a tutto per riaverlo, e quindi era possibile esprimere un desiderio! Essendo un folletto dispettoso, il desiderio andava espresso seguendo un preciso schema, ovvero affermando l’esatto contrario: ad esempio, se si chiedeva denaro si ricevevano solo pietre o oggetti di poco valore. Quindi bisognava chiedere degli oggetti di poco valore, e solo così si ottenevano oro ed altri tesori! Questi tesori venivano chiamati “acchiature”, cioè letteralmente “tesori nascosti sotto terra”; infatti erano ben nascosti in alcuni luoghi, e bisognava andare a cercarli nel luogo indicato da lui. Era molto importante non restituire subito il cappello, perché a causa della sua natura, era solito non mantenere le promesse, e anzi scappare via ridendo e sbeffeggiando!

 

Ancora oggi ci sono numerose testimonianze, e molti anziani possono giurare di averlo visto! Per quanto vi si possa credere o meno, è importante non dimenticare queste testimonianze e continuare a tramandarle di generazione in generazione, affinché le origini della tradizione e la cultura di queste terre possa sempre essere nella memoria dei suoi abitanti.

 

Karen

 

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La leggenda di Borgo Careno

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Ai piedi del monte Lefre, nei pressi del paese di Strigno, nella Valsugana Orientale in Trentino, si vedono ancora i resti di una grande frana, che ha trasformato il piano della valle in zona collinare.  

I massi di questa frana, tuttora visibili, sono in parte molto grandi ed alcuni raggiungono la lunghezza di 10-15 metri. La zona della frana, che ora risulta piuttosto collinare, è conosciuta con il termine dialettale “le Masgere” che significa appunto “maceria” o “luogo pieno di sassi”. Ora sui terreni tra questi grandi massi sorgono numerosi vigneti e coltivazioni di vario genere. 

Attorno a questo luogo vi è la credenza comune che sotto le macerie di questa enorme frana sia rimasto sepolto un antico villaggio, chiamato Borgo Careno. Riguardo a questo paese scomparso si racconta una leggenda molto curiosa. 

Una giorno nel paese di Careno giunse un povero mendicante che andava di casa in casa per chiedere la carità. Girò per tutto il paese, bussando di porta in porta, ma nessuno fu tanto generoso da donargli alcunché. Così il mendicante proseguì il suo cammino lungo le pendici del monte Lefre, sopra il paese, e lì trovò una casa dove abitava una donna vedova con i suoi bambini. Il mendicante le chiese se avesse qualcosa da mangiare da dargli. La povera donna desolata rispose che gli avrebbe offerto volentieri del cibo, ma non aveva nulla, anzi aveva messo addirittura due pietre sul fuoco, facendo credere ai suoi bambini che fossero due pani da cuocere. Il povero uomo allora si sedette e disse alla donna di togliere le pietre dal fuoco. Lei obbedì e, con grande sorpresa, quando si voltò, al loro posto, trovò due pani che cuocevano. Il mendicante allora le chiese pure del vino, ma la vedova rispose che le botti erano vuote. L’uomo insistette perché lei andasse ad attingerne comunque. La donna obbedì di nuovo e con grande meraviglia trovò una botte piena di vino, quindi ne riempì una brocca e la portò al mendicante. L’uomo la ringraziò, ma prima di andarsene la avvertì che quella notte avrebbe sentito un fortissimo rumore e le ordinò di non muoversi di casa altrimenti le sarebbe accaduto qualcosa di brutto. La donna lo salutò ed andò a dormire con i bambini. Durante la notte fu svegliata da un frastuono terrificante, inizialmente decise di ascoltare il consiglio del mendicante e di rimanere a letto, ma poi incuriosita aprì la finestra per osservare cosa stesse accadendo. Vide enormi massi rotolare giù dal monte sul paesino sottostante, e una scheggia la colpì dritta in un occhio rendendola cieca. Il mattino seguente, il mendicante tornò a farle visita e quando scoprì che era rimasta cieca a causa della frana, la rimproverò per non aver prestato attenzione al suo avvertimento. Quindi le pose una mano sull’occhio ferito e lo guarì. Gli abitanti di Careno, che avevano negato la carità al povero uomo, ormai giacevano sepolti sotto le macerie. Solamente la casa della vedova era rimasta integra. 

 

Sara

 

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Il miracolo del sordo-muto

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Era l’anno 1640 e sulle montagne che sovrastano Ospedaletto, un piccolo paesino della Valsugana Orientale in Trentino, un povero ragazzo sordomuto dalla nascita andava a pascolare le sue pecorelle. Si racconta che questo giovanotto fosse molto intelligente, e, nonostante la sua disabilità, riuscisse a farsi comprendere benissimo dalla popolazione utilizzando ma mimica e gesticolando. Il giovane era anche molto devoto a Dio e sperava fortemente che un giorno sarebbe guarito da questa malattia. Un giorno d’estate si trovava al solito luogo del pascolo con il suo gregge, quando all’improvviso vide una luce molto forte venire verso di lui. Le pecore scapparono impaurite; ma lui non ebbe paura e guardò. Nel mezzo di questa nube luminosa vide una giovane signora, vestita di bianco, la quale teneva in mano una rocca da filare. La donna gli fece segno di avvicinarsi.

Il ragazzo si levò il cappello e si avvicinò con molto rispetto. La signora sorrise benevolmente al pastorello, gli appoggiò una mano sul capo e lo guarì. Il ragazzo finalmente riusciva a sentire e a parlare, era un miracolo!

Il ragazzo ringraziò la signora, abbandonò le pecore e corse subito in paese a raccontare l’accaduto, con la propria voce! Tutti gli abitanti del paese accorsero stupiti ed increduli per sentire il racconto del giovane, che urlava pieno di gioia! 

Nonostante non si sapesse bene chi fosse quella signora dalle capacità straordinarie, il giovane, legato alla tradizione cattolica, pensò che si trattasse della madonna, per questo venne costruita una chiesetta nel luogo dell’accaduto a lei dedicata. La voce di questo miracolo di sparse e moltissime persone da tutta la valle iniziarono a far visita al ragazzo per sentire il racconto e visitare il luogo dell’accaduto. Oggi troviamo ancora la chiesetta costruita in memoria di questa guarigione miracolosa.

 

Sara

 

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La leggenda del “Capitelo dei versori”

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Nelle campagne di Ospedaletto, un piccolo paesino della Valsugana Orientale in Trentino, si trova un antico tabernacolo con un piccolo altare commemorativo. Si dice che tale tabernacolo fu eretto come forma di ringraziamento, in seguito ad un accadimento soprannaturale molto particolare.  

Era tempo di aratura e due umili contadini dovevano arare i lori campi, ma quel giorno era festa. All’epoca la gente era solita considerare la domenica come un giorno di festa, un giorno sacro da dedicare a Dio e riposare dal lavoro. Uno dei due contadini, molto devoto a Dio, decise di dedicare quella giornata alla spiritualità e al riposo e non andò ad arare i campi. L’altro, al contrario, riteneva che la spiritualità fosse una perdita di tempo e si recò nel proprio campo per lavorare. Attaccò quindi i buoi all’aratro, ma nonostante tutti gli sforzi che lui facesse per far andar avanti le due bestie, esse non davano cenno di muoversi. La gente che racconta questa storia sostiene che ci fosse un demone a tenere fermi i piedi dei buoi. 

Il giorno seguente, il contadino che aveva rispettato il giorno di festa dedicandolo a Dio e alla propria spiritualità, si recò al suo campo per ararlo, ma con grande sorpresa, lo trovò di già arato. La gente racconta che due angeli, per premiare la fede e la devozione del contadino, avessero fatto il lavoro al posto suo.

Per ricordare questo fatto straordinario all’epoca fu costruito un piccolo tabernacolo accanto al campo, conosciuto come “Capitèlo dei Versori” ossia “il tabernacolo degli aratri”, nel quale si può vedere ancora un’effige raffigurante l’accaduto. 

 

Sara

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La croce che fermò la peste

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La storia che sto per raccontare, accadde in un piccolissimo paesino di montagna chiamato Olle. Olle si trova in Trentino, nella zona della bassa Valsugana, ai piedi di una catena montuosa di cui fa parte anche il monte Ortigara, che è stato luogo di numerose battaglie durante la Prima Guerra Mondiale. Questo gruppo di montagne viene denominato anche “piccole dolomiti” e funge da confine tra Veneto e Trentino. 

Il piccolo paese è situato ai piedi delle montagne, in una zona collinare, delimitato dai torrenti Fumola e Moggio, che ne segnano i confini. Il paesaggio è veramente molto bello! 

Attorno al 1600 l’Italia fu colpita da un’epidemia di peste che costò la vita a moltissime persone. All’epoca Olle era un paesino completamente rurale, costituito da poche casette ed abitato da un centinaio di persone. Quando gli abitanti avevano bisogno di far compere si recavano nel paese vicino di Borgo Valsugana, molto più grande e rifornito. Un giorno un abitante di Olle si recò a Borgo Valsugana per svolgere delle commissioni, ma non appena varcate le soglie del paese, fu costretto a tornare subito indietro, perché la gente che abitava nelle case di confine lo fermò: la peste aveva colpito anche Borgo Valsugana! Molte persone erano morte e molte altre stavano morendo all’interno delle case. L’uomo spaventato lasciò immediatamente il paese e fece ritorno a casa. All’ingresso di Olle era stato costruito un ponte che attraversava il torrente Moggio e lì accanto era stata posizionata una croce di legno, che la gente del paese aveva costruito per chiedere protezione contro le frequenti alluvioni. Quando l’uomo attraversò il ponte, vedendo la croce, chiese protezione a Dio e si affidò a Lui. Presto la notizia si diffuse in tutto il villaggio, tutti si allarmarono e chiesero aiuto al buon Dio. 

Quando l’epidemia di peste arrivò ad Olle, nella zona della croce di legno la malattia si arrestò. La parte della croce rivolta verso il paese di Borgo Valsugana divenne nera, mentre la metà rivolta verso Olle rimase bianca. Il paesino fu salvo! Quel luogo è tutt’ora conosciuto come Località alla Croce e oggi è ancora visibile una croce di legno accanto ad un piccolo tabernacolo, che venne costruito per commemorare la vicenda. 

Fino ad una ventina di anni fa, la gente era solita recarsi in processione presso questo tabernacolo, ricordando l’avvenimento straordinario. Ora questa vicenda è passata in secondo piano, pochissime persone la ricordano, solo gli anziani del paese. 

 

Dolores

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Gli Sbilfs – Fvg

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La prima volta che ho sentito la parola “Sbilfs” è stato 15 anni fa, quando nella mia regione hanno aperto un nuovo locale con questo nome. Ci passavo davanti ogni giorno e ogni volta che vedevo l’insegna mi facevo la stessa identica domanda: “ma che razza di nome gli hanno dato??? È una parola stranissima, troppe consonanti attaccate, non ha senso.”


So che nella lingua friulana molte parole sembrano davvero ostrogoto, ma questa mi era proprio nuova. Al che, sono andata a chiedere lumi ai miei genitori per capire cosa significasse quella parola, ma loro mi hanno detto che non è un termine specifico che indica un oggetto, ma è il nome di un popolo. Un popolo magico che abita nella nostra regione. Gli Sbilfs, appunto.

Gli Sbilfs vengono definiti gnomi da alcune persone, folletti dei boschi da altre, da alcuni sono chiamati troll ο fauni, ma tutti concordano sul fatto che sono creature magiche che popolano l’area alpina nel Nord del Friuli. Il Friuli, infatti, è una regione carica di miti e leggende che vengono tramandati di generazione in generazione, e gli abitanti della montagna erano soliti incolpare gli Sbilfs di tutte quelle situazioni alle quali non riuscivano a dare una spiegazione logica.

 

Questi leggendari folletti si nascondono mimetizzandosi e compaiono improvvisamente nel folto dei boschi, ma in taluni casi anche vicino all’uomo, in stalle e fienili; nessuno sembra riuscire a prenderli, al massimo si possono avvistare ma senza avvicinarsi troppo. Generalmente infatti gli Sbilfs sono invisibili, ma possono manifestarsi ad alcune persone e rimanere invisibili ad altre;

 

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sono quindi molto difficili da incontrare e da vedere, cosa che sembra essere più facile ai bambini e ai buoni di cuore. 

 

Sono di piccole dimensioni, intelligenti, inafferrabili, eternamente fanciulli, amanti dei giochi, della danza e della musica. Il carattere dello Sbilf è fortemente mutevole, burlone ma non di natura cattiva, anzi ama scherzare e fare piccoli dispetti. La leggenda dice che sono simpatici e impulsivi, agiscono d’istinto e molte volte aiutano le persone che sono in difficolta nei boschi, e i contadini erano soliti ringraziarli lasciando qualche frutto non colto sugli alberi.

 

La leggenda li ha anche classificati, dando un nome ad ognuno di loro. Ecco allora il “Cjalciùt”, che si siede sul petto di chi dorme e ne disturba il sonno; il “Bergul”, che si diverte a far inciampare la gente; il “Pavâr”, che abita negli orti e conosce tutti i segreti delle coltivazioni, dei ritmi lunari, delle stagioni ed aiuta volentieri chi ama la natura; il “Bagan” è lo sbilf della stalla, ama gli animali, ma è un po’ lunatico; lo “Zuan”, è girovago, sempre alla ricerca di un bel posto dove schiacciare un pisolino, con l’hobby della raccolta di tutto quello che trova; il “Mazzarot”, ha la risata sardonica, che si mimetizza perfettamente nelle ceppaie dei faggi ma, a volte, si rende visibile con i suoi sgargianti vestiti rossi. Amano molto il colore rosso, infatti, e sono anche ghiottissimi di Zûf (una preparazione tipica friulana di latte e farina di mais che si usava un tempo per servire la colazione).

 

Gli Sbilfs, protagonisti di racconti fantastici, sono la rappresentazione del rispetto che avevano i nostri antenati nei confronti della Natura. Un profondo rispetto che suggeriva di non tagliare mai un albero senza motivo, dare valore ad ogni singolo albero e per non sprecare i doni di madre natura.

 

Ilary

 

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Ricetta Polpettine di Verdure


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Tutti conosciamo l’importanza del mangiare sano e consumare più verdure. A volte tendiamo a consumare le verdure in modo noioso e triste, perciò oggi ho deciso di condividere qui con voi questa ricetta sperimentata qualche giorno fa, che sicuramente non renderà triste chi ama poco la verdura. 

Premetto che non ho visto nessuna ricetta e che quindi sono andata a occhio. Cercherò di dare maggiori informazioni possibili sulle dosi. 

(LEGGERE TUTTO PRIMA DI PREPARARE LA RICETTA) 

 

Innanzitutto vorrei dare dei consigli, ma ancor prima dei consigli vorrei fare una premessa per il sale.

Allora, per quanto ci possano piacere i cibi saporiti, dobbiamo comunque tenere d’occhio la quantità di sale che mettiamo. Questa ricetta era nata con l’idea di fare un piatto completamente privo di sale,ma sapevo che non l’avrei gradito perché le abitudini sbagliate (quale aggiungere il sale ovunque) vanno regolate poco a poco fino ad eliminarle, cosa che andrebbe fatta anche con lo zucchero proprio per sentire il vero sapore del cibo. Quindi, sapevo che non sarei riuscita a gradirlo immediatamente, se fosse stato completamente privo di sale, ma ho comunque limitato le dosi. Poiché nell’impasto metteremo il formaggio, il sale potremmo ometterlo completamente. Io l’ho messo sia nelle carote e piselli, sia nell’acqua per bollire le patate. Ma la prossima volta non metterò il sale nell’acqua per bollire e man mano limiterò l’uso del sale ovunque. 

Quindi se voi siete abituati a mangiare molto salato, limitate le dosi; se siete già abituati a poco sale allora meglio così!

 

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Ritornando ai consigli:

La base di questa ricetta è la patata; io ne ho utilizzate due di 2 tipologie differenti. 

Una più dura e che in cottura diventa molto appiccicosa l’altra era invece molto farinosa. Entrambe a pasta bianca. Ad ogni modo per questa ricetta va benissimo utilizzare una patata a pasta bianca e una a pasta gialla. Ma se avete solo quelle a pasta bianca in casa va bene lo stesso, l’impasto sarà molto cremoso per cui aggiungeremo più pangrattato per compattare l’impasto. Quindi, queste sono le due tipologie di patata che ho usato. 

Voglio spiegarvi tutto per bene perché la realizzazione e il risultato finale della ricetta dipende ovviamente da ogni passo che si fa in cucina.

Un’altra premessa anche sul pangrattato: io ho utilizzato le fette biscottate, va bene qualsiasi fetta biscottata che avete in casa o anche il Pangrattato già comprato. A me quello già pronto non piace, quindi ho usato le fette. 

Io ne ho usate circa 5 o 6 grattugiate nell’impasto e 1 o 2 per panare le polpettine. 

Il Pangrattato da aggiungere all’impasto ovviamente dipenderà da quanto sarà molliccio l’impasto, perché appunto la patata che utilizzeremo potrebbe rendere l’impasto più mollo oppure più duro, quindi regolatevi ad occhio e quando riuscite a formare delle palline che non si appiccicano in mano (ma che non devono nemmeno essere dure come un mattone), allora è pronto l’impasto per poter fare le polpettine. 

 

Quindi tornando alle patate, utilizzate 2 patate di media misura. 

Le andremo a bollire, ma non intere. 

Per velocizzare il tempo la tagliamo a cubetti e la mettiamo a cuocere in acqua bollente e salata.

Questo è il primo passo da fare in modo che finite tutte le altre preparazioni avremo le patate già cotte e anche freddate. 

Adesso andremo a preparare invece piselli e carotine. 

Io ho fatto a occhio, ma più o meno ho utilizzato l’equivalente di 1 bicchiere e mezzo o 2 bicchieri di piselli congelati (se avete quelli nel barattolo va bene lo stesso o meglio ancora se li avete freschi) tagliamo poi le carotine a cubetti, filo d’olio, pochissimo sale e lasciamo andare a fuoco medio con il coperchio. Non aggiungeremo acqua all’inizio, poiché il vapore dei Piselli congelati si scioglierà creando un po’ di vapore che si trasformerà poi in acqua. Quando poi vedete che il composto comincia ad asciugarsi andrete ad utilizzare l’acqua delle patate che sta bollendo, così non la butteremo. 

Nel frattempo cuociamo gli spinacini, meglio se avete quelli freschi. Io ne ho usati davvero pochissimi perché dovevo consumarli, ma se ad esempio avete bietola, broccoli, mais, fagiolini, qualsiasi tipo di verdura buttatela dentro come se non ci fosse un domani. Più verdura c’è meglio è!

Tornando agli spinaci, non li bolliamo perché cuociono in fretta e se li bolliamo perdono le proprietà, per cui prendiamo una padella, filo d’olio e mettiamo gli spinacini precedentemente lavati; coperchio e cuociono al vapore. 

Ci metteranno pochissimo a cuocere e noterete che nella padella si formerà dell’acqua color verde. Non buttatela e aggiungetela ai piselli così da non sprecare nulla. 

Ritornando ai piselli, se questi si sono cotti e le carote sono ancora dure (non dovrebbe succedere) non vi preoccupate perché saranno ottime lo stesso, d’altronde le carote si dovrebbero consumare crude!

 

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Quando tutto sarà cotto fate raffreddare e partiamo con gli ingredienti per l’assemblaggio delle nostre polpettine!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ora che avete visto le immagini potete comprendere che non vi basterà che mischiare tutto insieme e procedere con la cottura, però prima qualche accorgimento.

Quando create le polpettine schiacciatele un po’ tipo come se voleste fare una sorta di mini hamburger, schiacciatele ma non troppo, giusto per favorire la doratura. 

Una volta che le polpettine sono pronte per essere infornate, ungete con un filino d’olio sia la base che sulla superficie delle polpettine così da ottenere quella crosta simile a quando facciamo la frittura, ma non sarà fritta! 

Se non avete il forno ventilato (che cuoce prima e crea quell’effetto crosta dorata più in fretta del forno statico) aumentate il grado, va bene 180 gradi e vi regolate ad occhio; girate le polpettine una ad una per farle dorare bene. 

Mentre le girate potreste notare che le polpettine sono estremamente morbide e sembra che quasi si vogliano spappolare. 

Non vi preoccupate è normale. 

Quando saranno ben dorate le togliamo dal forno trasferendole in un tegame freddo e le lasciamo riposare fino a quando non saranno tiepide o fredde. Noterete che si saranno compattate per bene e ora non vi resta che mangiarle. Bon Appétit!

 

Anonimo

 

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La leggenda del Martisor

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Con l’arrivo della primavera si gode di una delle più belle tradizioni rumene, vecchia di oltre 8000 anni, con un carico simbolico molto speciale.
Martisor è celebrato con entusiasmo dai rumeni di tutto il mondo (Repubblica  Moldavia, parte meridionale e settentrionale dell’Ucraina), ma anche dai vicini bulgari.
Ci sono diverse leggende su Martisor. La più diffusa e conosciuta è la lotta tra il Male e il Bene.
La leggenda narra che il Sole si sia incarnato in un bell’uomo e sceso sulla terra durante una festa del villaggio. Durante la festa un drago lo rapì dalla folla e lo rinchiuse in una prigione.  All’improvviso tutta l’atmosfera diventò grigia, gli uccelli smisero di cantare, le sorgenti d’acqua si prosciugarono e i bambini smisero di ridere e di giocare, dappertutto era solo tristezza.
Ma ecco che un giovane forte e coraggioso trovò il coraggio di affrontare il drago.  Camminando per tre  lunghe stagioni, l’estate, l’autunno e l’inverno, finalmente il giovane arrivò al castello del drago dove ebbe luogo una feroce battaglia. Dopo diversi giorni di combattimento, il giovane, ferito e indebolito, riuscì a sconfiggere il drago e liberare il Sole. La natura iniziò a splendere  come prima, i sorrisi ad illuminare i volti delle persone, ma il giovane coraggioso non fecce in tempo a vedere la primavera. Il suo sangue caldo scioglieva la neve e i bucaneve iniziarono a spuntare  come segno dell’arrivo della primavera.
Quando l’ultima goccia di sangue si riversò sulla neve immacolata, il giovane morì felice per essere riuscito a riportare il Sole nel mondo.Da quel momento in poi, i giovani intrecciano due fili con dei ciondoli: uno bianco ed un altro rosso, chiamate “martisor”, che regalano alle persone care, mamme, fidanzate, amiche.
Il rosso rappresenta l’amore per la bellezza, la vittoria, l’amore, che ricorda il sangue del giovane coraggioso che salvò il Sole.
Il colore bianco simboleggia la salute e la purezza, riflesse nella tenerezza del bucaneve, il fiore che porta la primavera.
Altrettanto suggestivo è il significato letterario di martisor, una sorta di “piccolo marzo” che viene portato sul petto, o legato alla mano come una sorta di braccialetto, nella speranza di un nuovo inizio, di un anno più ricco.Ogni 1 Marzo i genitori usano legare alla mano dei figli questi fili, per portare loro fortuna e salute durante tutto l’anno. Tutto ciò avviene prima dell’alba. Nei giorni nostri di solito viene regalato principalmente ai bambini, alle ragazze giovani e donne per proteggere la loro purezza e sensibilità. Le ragazze lavano i capelli tutto l’anno con l’acqua della neve rimasta fino al 1 Marzo per essere belle e amorevoli. Dopo aver indossato per 12 giorni Martisor, viene rimosso e legato ad un albero da frutto per portare un buon raccolto durante l’anno.
Si dice anche che se il tempo è bello, allora si avrà una primavera soleggiata.
Nykole
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La leggenda del fiume Olt

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Considerato un fratello di Mures, Olt nasce da Hasmasul Mare, entrando nella leggenda come “fiume dalle acque tumultuose e selvagge”, come descritto dai tempi antichi.

Nella leggenda popolare, la sua storia è piena di fascino, raccontando il fatto che il suo nome è stato preso in prestito dal figlio di un ricchissimo re dei Carpazi Orientali, che aveva un fratello gemello, Mures, che si distingueva per la sua natura dispettosa.

Mures era calmo, tranquillo e dolce, mentre Olt era scontroso, arrogante e pieno di risentimento.
Olt e Mures uniscono i loro corsi d’acqua solo nel grembo del Danubio, dopo che il Mures confluisce per la prima volta nel Tibisco, nel territorio ungherese, mentre l’Olt, con le sue acque tumultuose, si getta direttamente nel Danubio, nei pressi di Turnu Magurele.
La legenda narra così:

C’era una volta, quando nascevano le storie,  una castello con due torri in cima alla montagna.
Il re e sua moglie che vivevano qui da molto tempo, avevano due figli gemelli che sembravano due gocce d’acqua. Sebbene fossero simili nell’aspetto, i due ragazzi avevano una natura così diversa che per qualsiasi sciocchezza, litigavano e litigavano, facendo tremare la terra.
Quando i ragazzi diventarono grandi, il re lasciò la città insieme al suo esercito andando in guerra, da dove non tornò più.
La moglie inviò  dei cavalieri in ogni dove, in cerca di suo marito, ma i messaggeri non lo trovarono da nessuna parte. Il re morì lontano, in una battaglia feroce.
Ma la regina non era a conoscenza e si chiedeva continuamente: “Cosa farò con i miei ragazzi visto che non fanno altro che litigare”? Mentre si stava preoccupando pensò: “Si stanno picchiando, litigando tutto il giorno, e anche se ho fatto costruire una torre per ognuno di loro, non riescono ancora ad andare d’accordo, a capirsi! Mures vive nella torre nord, e Olt vive nella torre sud.  Sono grandi adesso, pronti per sposarsi, peccato che non si possano mai riconciliare”.

Un giorno Mures, più calmo e un po’ più saggio, disse a Olt:
-Fratello Olt, nostra madre piange per la morte di nostro padre, facciamo qualcosa! Chiedo a te, fratello Mures, mettiamo da parte le divergenze tra di noi e andiamo alla ricerca di nostro padre. Chissà in quali boschi giace ferito o in quali prigioni incatenato ,e noi ce ne stiamo qui a litigare!”

Così, i due andarono dalla madre, comunicando la loro decisione.  Sentendo quello che stavano dicendo, la  madre versò lacrime di dolore, ma nello stesso tempo anche di felicità. Di felicità perché i suoi figli erano degni, coraggiosi, e di dolore perché andavano nel vasto mondo e lei aveva paura di perderli. Così disse loro con la voce calma e dolce:
“Così sia, figli miei! Andate alla ricerca del vostro padre, ma ricordatevi : qualunque cosa incontrerete nel  vostro cammino dovete essere uniti, e in ogni parte camminate insieme, perché se doveste riuscire, solo uniti potrete farlo.”
I due fratelli partirono, ma appena usciti dal castello, iniziarono a litigare su quale direzione prendere, la diversità si faceva notare di nuovo!
-“Andiamo a nord!” disse Mures.
-“Assolutamente no!”gridò Olt.
Litigarono a lungo e alla fine deciderò:
-“Sono cresciuto nella torre nord e vado in quella direzione” disse Mures.
-“Visto che sono cresciuto nella torre sud, è lì che andrò” rispose Olt .
Si separarono, e il tranquillo Mures partì verso nord, invece il veloce Olt si precipitò verso il sud.

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Dopo un po’ Mures fu colpito dalla nostalgia del fratello:
-“Stiamo sempre a litigare”, pensò Mures, “ma ci vogliamo molto bene, siamo fratelli. Mia madre ci ha pregati di non separarci. Torno a cercare mio fratello!”
Attraversando una valle, Mures tornò a sud, ma non trovò il suo fratello Olt.  Si perse andando  a ovest, nelle  pianure così belle che dimenticò il fratello gemello.

Nel castello  la madre ricevette notizie dai suoi messaggeri:
-“Maestà, già da quando misero piede fuori dal cancello, Olt e Mures litigarono, separandosi, così infrangendo il suo comando.”
Sconvolta, la madre corse per far tornare indietro i figli, ma non riuscì a raggiungerli, perché scappavano in punti diversi.
Cominciò a piangere violentemente pregando  che i suoi figli si salvassero:
-“Dio, ti prego, guida i passi dei miei figli. Ho già perso il marito! Signore, fai in modo  che i miei figli non periscano mai!”
La madre  pregava con le lacrime agli occhi.
Dio ascoltò la preghiera e decise di trasformare i due principi in fiumi immortali. I fiumi sono rimasti fino ad oggi, mantenendo i loro nomi: MURESUL e OLTUL.
Mures scorre dolcemente verso la pianura, con la speranza che, dopo tanti giri ritrovi il fratello gemello.
E la gente canta così:

Mures, Mures, acqua liscia e tranquilla,
Fammi attraversare in un paese straniero
E sii parte del mio riposo.

Mentre il veloce e tumultuoso Olt, si schianta contro le rocce sanguinando alla Torre Rossa.  E la gente ha inventato la canzone giusta:

Oltule, maledetto fiume,
sei diventato profondo e ampio

che arrivi grande,
e mescolato al sangue.

 

Nykole

 

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A J SUN LE MASCHE

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Quando ero bambina dormivo in una stanza con una finestra che guardava dritto dritto verso il bosco. Di giorno mi piaceva andare lì a giocare, ma la notte era paurosa, perché proprio in quel bosco vivevano LE MASCHE che portavano via i bambini. Me lo raccontava mia nonna, io non le ho mai viste ma posso giurare che loro esistono. Lo so perché  quando noi bambini volevamo andare a giocare nel bosco, i vecchi ci mettevano in guardia e ci dicevano: “non andateci di notte, che a j sun le MASCHE! Ci sono le MASCHE”.
A quei tempi s’andava in giro a piedi o al massimo in bicicletta, e attraversare il  boschetto di notte era molto pericoloso. C’era infatti il rischio di incontrare LE MASCHE. La loro storia ha origine nella notte dei tempi.

Si narra che fossero donne vecchie e deformi, spesso con la gobba, che sapevano fare magie e sortilegi. Erano delle specie di streghe. Per i ragazzi era molto pericoloso aggirarsi di notte nei boschi perché loro, LE MASCHE, avevano la capacità di trasformarsi in avvenenti giovinette e irretire i malcapitati, per poi far loro dei sortilegi. Chi aveva la sventura di incontrare LE MASCHE tornava a casa con le vesti strappate, pieno di graffi e di lividi.
Un baldo giovane sprezzante del pericolo, un giorno, fece una scommessa con gli amici, dicendo loro che LE MASCHE non esistono, sono solo leggenda, e per dimostrarlo avrebbe attraversato il bosco da solo di notte.
Cosi fece…
Gli amici terrorizzati si nascosero in casa, e cominciarono a pregare.
Il mattino seguente del ragazzo non c’era traccia, nessuno lo vide. Per diversi giorni di lui non si seppe più nulla. Quando ricomparve in paese aveva lo sguardo allucinato ed era in evidente stato confusionale. Ci vollero diversi giorni prima che tornasse in sé e non volle mai raccontare cosa successe quella notte nel bosco, né volle mai più parlare di quella faccenda.
LE MASCHE, si sa, erano molto attratte dai neonati, e se ne avevano l’occasione li rapivano e di essi si perdeva ogni traccia. Le donne facevano molta attenzione a non dimenticare stesi i panni fuori di notte, specie se si trattava dei vestiti dei bimbi, poiché LE MASCHE facevano loro dei sortilegi, che poi causavano malanni e deformità a chi li indossava.
Tuttavia, esistevano anche DELLE MASCHE buone, che conoscevano le erbe e ne facevano intrugli capaci di guarire le persone.
Queste leggendarie creature sono tipiche dei territori piemontesi, i racconti più antichi risalgono al 1500 d.c. o giù di lì. In tempi antichi questi territori erano abitati da popoli celti, e pare che proprio dalla loro tradizione discendano LE MASCHE.

 

Isabella C.

 

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Il Dahu

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Potreste sentire a riguardo numerose testimonianze, tutte diverse tra loro, ma l’unica vera, reale e degna di nota, è quella che leggerete nelle seguenti righe.

Il dahu è un animale leggendario che vive sulle pendici delle montagne. Io vi racconterò la storia di quelli che vivono nelle valli Valdesi delle Alpi Piemontesi. Essi sono animali molto timidi, per questo si nascondono, ed è difficilissimo vederli. Tuttavia, io conosco personalmente un vecchio montanaro che aveva uno zio che raccontava che suo nonno, che era un uomo dall’animo puro, durante la traversata di un passo alpino, in una giornata grigia e nebbiosa, vide in lontananza il mitico animale. Infatti la purezza dell’anima è una caratteristica indispensabile per poter vedere il bellissimo esemplare. Seduto in Piola, davanti ad un bicchiere di grappa, parlava di questo animale, un po’ capra e un po’ camoscio. E più erano i bicchieri di grappa, più il vecchio ricordava particolari e dettagli. Il suo manto è di un colore che cambia a seconda delle stagioni per meglio mimetizzarsi e nascondersi alla vista dei curiosi. Il vecchio montanaro mi raccontava che il dahu si riconosce da un particolare che è unico della sua specie. Esso infatti ha quattro zampe, ma due sono più lunghe e due sono più corte. Questo perché i dahu corrono sui pendii delle montagne e così non rischiano di cadere. Ma in questo modo essi avrebbero avuto problemi ad accoppiarsi. Così la natura, che è saggia, ha risolto il problema, facendo nascere gli esemplari maschi con le zampe destre più lunghe, e le femmine con le zampe sinistre più lunghe, sicché essi poterono riprodursi, sui pendii dei monti. Ma purtroppo essi sono animali molto curiosi e quando sentono rumori o movimenti dietro di loro, si girano e… non riuscendo a mantenere l’ equilibrio con quelle zampe differenti, rotolano giù, e purtroppo spesso non sopravvivono. Questo ne ha quasi causato l’estinzione, ma qualche esemplare ancora esiste e se hai la pazienza di appostarti in osservazione, in una notte di luna piena tra il 29 e il 30 febbraio, anche Tu puoi vedere il Mitico Animale.

In Suo Onore e memoria, in un paese di montagna chiamato Pomaretto è stata costruita una funicolare, piuttosto vertiginosa, alla quale gli intrepidi possono agganciarsi e precipitare a valle sorvolando i vigneti, in una discesa da brivido. Questa funicolare è per l’appunto denominata IL VOLO DEL DAHU.
Nella stessa zona, denominata anche TERRE DEL DAHU si può acquistare un ottimo formaggio locale, il FORMAGGIO DEL DAHU prodotto con il latte dell’omonimo animale.
Dimenticavo di dire che pur essendo un mammifero, il Dahu depone le uova, che con un po’ di fortuna, si possono acquistare dai malgari locali.
Esistono prove dell’esistenza del leggendario DAHU in antiche incisioni e pitture rupestri. Esiste anche un museo a lui dedicato.

 

Isabella C.

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La leggenda dei minatori di Praly

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Voglio raccontarvi questa leggenda che, secondo me, ha un fondo di verità.

C’è un paese in Val Germanasca, che si chiama Praly. È un paese di montagna e per arrivarci oggi c’è una strada asfaltata che si percorre in auto con molte curve e tornanti. Salendo lungo questa strada, ci si imbatte nelle miniere di talco. Alcune sono ancora produttive, altre sono state trasformate in attrazioni turistiche. Esiste un sentiero, che sale nel bosco e che collega le miniere al paese. Questo sentiero, il secolo scorso, era percorso dai minatori, che al mattino si recavano al lavoro e la sera tornavano a casa dalle loro famiglie. I bimbi della scuola elementare di Praly, hanno voluto onorare il ricordo di questo uomini forti e laboriosi, installando lungo il sentiero dei cartelli che raccontano una storia, risalente ai tempi della guerra mondiale. Ora, io non so se ricordo bene tutti i dettagli, ma sicuramente la sostanza è quella che sto per raccontare.

I minatori erano gente povera, che lavorava duramente per mantenere la famiglia. La vita di montagna non era facile, non c’era denaro e si viveva del poco che la terra aspra e difficile da coltivare produceva, in particolar modo patate. I più fortunati avevano del bestiame, e molti come già detto lavoravano nelle miniere di talco. Si lavorava parecchie ore in miniera, e quando si usciva era già notte, buio, e gli uomini accendevano le loro lanterne e in fila indiana facevano ritorno alle loro abitazioni, attraversando il sentiero nel bosco. Si era in tempo di guerra, e capitava che aerei inglesi e tedeschi sorvolassero la zona. Si sa che molti e distruttivi furono i bombardamenti su Torino, non molto lontano dalla Val Germanasca.

Quella notte, mentre i minatori come tutte le sere, facevano ritorno dalle loro mogli e figli, si udirono i rombi degli aerei in lontananza. Essi si avvicinavano: la paura delle bombe era grande, e infatti qualcosa fu lanciato dagli aerei, e cadde nel bosco. I minatori impauriti, non ebbero subito in coraggio di guardare di cosa si trattasse, ma siccome non vi furono esplosioni presero coraggio e si avvicinarono. Con loro grande sorpresa, trovarono delle casse, e dopo un po’ di di dubbi e sospetti si decisero ad aprirle. Immaginate la grande sorpresa quando si accorsero che esse erano colme di monete d’oro! Da quel giorno molte famiglie di minatori si trasferirono, a Perosa Argentina e a Villar Perosa, dove costruirono case e anche condomini. La gente non sapeva come avessero fatto e dove avessero trovato il denaro per fare questo.

Ora, voi che leggete, vi chiederete perché dagli aerei qualcuno abbia gettato casse piene di monete d’oro! Si pensa che fossero aerei inglesi, che avevano preso accordi con i partigiani e gli alleati locali, i quali essendo in difficoltà avevano chiesto aiuto via radio. L’accordo era che gli alleati avrebbero acceso dei fuochi per segnalare la la loro posizione. Quello che successe però non era stato previsto. I piloti dall’alto avevano visto le luci, e le avevano attribuite alle segnalazioni degli alleati. Invece si trattava della colonna di minatori, che con le loro lanterne facevano ritorno dopo una giornata di duro lavoro.

C’è chi pensa che sia vero, c’è chi pensa che sia leggenda, fatto sta che veramente ci furono famiglie che si arricchirono dall’oggi al domani e nessuno mai ne seppe il motivo.

 

Isabella C.

 

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Leggenda del fantasma del castello di Duino (Trieste – Fvg)

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Anni fa, insieme ad un’amica, sono andata a fare una bellissima passeggiata in zona Trieste: un sentiero immerso nella natura che parte da una spiaggia, sale sulla scogliera a ridosso del mare e dopo 2 km (passando anche per bunker segreti della seconda guerra mondiale) conduce all’attuale castello di Duino e alle rovine del vecchio castello, anch’essi situati su degli speroni a picco sul mare.


Arrivate a destinazione, la mia amica mi ha raccontato che c’è una triste leggenda che riguarda il vecchio castello, il quale viene anche chiamato “la Rocca della Dama Bianca”.

La Dama Bianca era una nobildonna dolce e gentile, fedele ed innamorata del suo consorte il quale, tutto all’opposto, era una persona malvagia, gelosa, tendente all’ira e al vizio del bere. Essendo molto geloso, il cavaliere era ossessionato dall’idea e dalla paura che un altro nobile potesse provare a conquistare la sua bellissima moglie. Paura però infondata: lei aveva occhi solamente per lui, nonostante molti corteggiatori si fossero fatti avanti mentre il marito era lontano in qualche battaglia. Egli infatti doveva spesso assentarsi dal castello per andare in guerra, mentre la sua sposa lo aspettava pazientemente.

Ad ogni ritorno, però, all’orecchio del cavaliere arrivavano varie voci (infondate) sul fatto che sua moglie si fosse concessa a uno o più corteggiatori. Ad ogni suo ritorno, quindi, il cavaliere diventava sempre più violento e iracondo con la sua dama. Ma ella restava sempre fedele e innamorata di lui, nonostante i costanti insulti. Neanche quando lei partorì il loro primogenito lui si convinse del fatto che la moglie gli era fedele e che lo amava davvero.

 

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Una notte, di ritorno da una delle sue battaglie e dopo qualche otre di vino di troppo, il marito della Dama Bianca iniziò un forte litigio che sfociò in dramma, ovvero buttò la dama giù di forza dal dirupo del castello.

Esterrefatta, negli ultimi pochi secondi di vita e mentre precipitava, la dama guardò il cielo ed emise un grido di disperazione e di aiuto. L’aiuto arrivò: secondo la leggenda, qualche attimo prima di toccare il mare, le divinità del cielo si impietosirono per la sorte della dama e la tramutarono in pietra.

Una pietra alquanto strana, che si può ancora tutt’oggi ammirare presso il castello, a filo del mare: una pietra bianchissima, che sembra davvero una donna rannicchiata avvolta in morbide vesti. C’è chi dice di averla vista tramutare di notte in una bellissima donna vestita di bianco, e ritornare pietra all’alba.

Oltre a ciò, varie dicerie raccontano della luce di un candelabro che vaga per il castello allo scoccare della mezzanotte, quando non c’è nessuno. Che sia lei che si aggira in cerca del figlio?

 

ilary

 

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L’empatia nella professione di psicologo

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Pratico meditazione quotidianamente da fine 2018 con le tecniche che ho appreso grazie alla scuola fondata da Angel Jeanne.

Il percorso spirituale non è facile, perché occorre essere costanti e non scoraggiarsi mai, o meglio capita di scoraggiarsi, ma occorre rialzarsi sempre e più forti di prima. Si possono incontrare grossi ostacoli ed io ne ho incontrati di molto forti, ma in risposta a tutto ciò, anche quando ero sopraffatta dalla paura, non ho mai abbandonato la pratica.

Anche quando sono rimasta sola, ho riposto la mia fiducia in Dio, nella Luce, nell’Universo, nella Prana. So che Dio è giusto o meglio egli è la Giustizia, e che se lo cerchi, egli è sempre presente ed è per tutti.

Le tecniche mi permettono di comunicare con Lui e ricevere da Lui, si tratta di intuizioni che avverti come Verità e che se non pratichi, non possono essere spiegate e comprese fino in fondo.

Nel mio lavoro l’empatia è veramente basilare. Sono sempre stata una persona molto empatica, ma questa mia empatia mi era spesso di ostacolo, perché si traduceva a volte in un emotività esagerata, che mi faceva soffrire molto quando avevo a che fare con il dolore altrui, mi si ritorceva contro ed era, in un certo senso, pericolosa per la mia incolumità anche perché mi rendeva troppo ingenua, permettendo così a qualcuno di approfittarsi delle mie emozioni.

Con la pratica assidua ho però cominciato a notare, con gran sorpresa, che l’empatia e l’emotività non sono la stessa cosa e che si può avvertire la sofferenza, capire le persone ed aiutarle senza farsi sopraffare da sentimenti troppo dolorosi che impedirebbero a lungo termine di poter svolgere questa professione senza forti ripercussioni a livello energetico e quindi psicologico e fisico. Con mia grande sorpresa, ho notato che se anche la mia emotività diveniva meno preponderante, più controllabile e distaccata, la mia empatia non ne risentiva, anzi! Essa si potenziava. Capivo più velocemente e senza interferenze i miei pazienti, con molta più chiarezza e lucidità mentale e molta più capacità di offrire loro conforto al momento giusto.

Mi sembrava una contraddizione quanto stavo sperimentando, ma poi ho letto un articolo scritto dall’insegnante spirituale Angel Jeanne, dove lei diceva proprio quanto io stessa in prima persona avevo avuto modo di sperimentare.

Vorrei che tutti impegnassero parte del loro tempo nella meditazione dell’Accademia di Coscienza Dimensionale, perché so e riconosco che essa è lo strumento necessario a ritrovare chi siamo, e cioè un’ Entità spirituale, amorevole e molto evoluta che ama l’Universo e le sue leggi di Amore, Verità, Giustizia e Compassione e quindi Dio stesso del quale è parte essa stessa.

 

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Dio, la Luce, la Prana sono la nostra Essenza e per questo quando ne siamo lontani soffriamo.

Amo il mio lavoro, ma so che i miei pazienti, se praticassero, potrebbero col passare del tempo, fare a meno di me. So che ciò purtroppo non potrà avvenire per tutti ed in breve tempo e per questo continuo ad esserci, ma più saggia e forte di prima grazie alla meditazione dell’Accademia di Coscienza Dimensionale.

 

Lakshimi Devi

 

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DISOBBEDIENZA CIVILE

USCITE DALLE VOSTRE CASE.

SIATE INFORMATI E RISPONDETE A TONO IN CASO DI NECESSITA’. 

LA CONOSCENZA VI DIFENDE.

SAPPIATE RISPONDERE ALLE DOMANDE CHE VI FARANNO LE FORZE DELL’ORDINE.

FATEVI VEDERE INFORMATI E QUALSIASI TIPO DI VERBALE LO FARANNO SPARIRE NEL NULLA E ALL’ISTANTE.

 

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Perché lei non è a casa?

 

Non esiste una legge che viene infranta nel passeggiare fuori casa.

 

Se vi raccontano la storiellina dei DPCM voi sappiate e dite che:

 

I DPCM non sono legge e quindi non hanno forza di legge. I DPCM sono degli atti amministrativi.

 

Questi stessi DPCM sono stati giudicati

ILLEGITTIMI, ILLEGALI, ANTICOSTITUZIONALI

 

DAL

 

  • TRIBUNALE CIVILE DI ROMA
  • TAR DEL LAZIO
  • GIUDICE DI PACE DI FROSINONE
  • TRIBUNALE PENALE DI REGGIO EMILIA

 

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I DPCM:

Violano la CEDU che è la Carta Europea dei Diritti dell’uomo e la DUDU che è la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, entrambe Leggi primarie vigenti sul suolo italiano.

Questo significa che un atto amministrativo non può limitare la libertà di movimento sancita dalla Costituzione.

Addirittura, chi dice il falso sull’autocertificazione non può essere incriminato o rischiare alcuna sanzione.

Nessun cittadino può essere costretto a sottoscrivere un’autocertificazione poiché questo è incompatibile con lo stato di diritto del nostro Paese, dunque le autocertificazioni sono tutte illegittime.

I DL (decreti legislativi) DI DRAGHI?

Si basano tutti sui DPCM, sono un continuo dei DPCM di Conte, quindi anch’essi sono 

ILLEGITTIMI, ILLEGALI, ANTICOSTITUZIONALI

 

Quindi qualsiasi multa vi faranno non dovrà essere pagata! 

 

Vi ricordano di mettere la mascherina?

Ricordate loro che scientificamente la mascherina non ha alcuna valenza e provoca solamente danni alla salute.

Inoltre, che vi è l’art. 5 della legge 152/75, art. 414 del codice penale e l’art. 85 del codice penale che VIETANO DI TRAVISARE IL VISO IN LUOGO PUBBLICO e chi non rispetta questo divieto incorre ad una pena da un anno a due anni di reclusione e da 1000 a 2000 euro di verbale.

Se loro insistono:

lei mi sta obbligando a commettere un reato!

Le ricordo che l’articolo 611 del codice penale, aggravato dall’articolo 339, riguarda la VIOLENZA O MINACCIA PER COSTRINGERE A COMMETTERE REATO e chi obbliga a commettere un reato è punito con 5 anni di reclusione e nel suo caso, dato che lei è una forza dell’ordine (quindi è armato!) la pena può arrivare a 15 anni di reclusione.

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Secondo l’articolo 28 della Costituzione i FUNZIONARI PUBBLICI SONO DIRETTAMENTE RESPONSABILI PENALMENTE DI ATTI IN VIOLAZIONE DI DIRITTI.

Quindi gli ufficiali pagano PERSONALMENTE se dovessero commettere REATI O ABUSI DI POTERE! Non sarà l’arma o il corpo ad andarci di mezzo ma saranno loro a pagarne personalmente. 

Quindi se dovessero insistere chiedete loro le generalità: NOME COGNOME E NUMERO CARTA DI IDENTITA’ perché potete denunciarli a livello personale. 

CURIOSITA’ SUI VIGILI URBANI:

Essi non hanno giurato sulla Costituzione e quindi bisogna ricordare bene loro tutti gli articoli e che loro stanno infrangendo la legge.

SE VI DICONO CHE NON POTETE RIPRENDERLI CON IL CELLULARE:

il cellulare è di proprietà privata e ci fate quel che volete. Se tu filmi un abuso di potere loro sanno che stanno commettendo un abuso.

FILMARE TUTTO INQUADRANDO BENE IL VISO DEGLI UFFICIALI senza condividere in rete vi preserverà a livello legale.

 

SE DOVESSERO PASSARE ALLE MANI:

URLATEGLI IN FACCIA: “COS’è UN SEQUESTRO DI PERSONA?”

SE DOVESSERO ALLUNGARE LE MANI PER PRENDERVI QUALCOSA ES. CELLULARE, CARTA DI IDENTITA’…:

URLATEGLI IN FACCIA: “QUESTA è RAPINA A MANO ARMATA!”

 

Così sarete voi a metter paura a loro perché LORO SANNO DI ESSERE IN TORTO.

 

SIAMO NATI LIBERI!!!!

 

Anonimo

 

Tratto da: https://www.facebook.com/100025118462785/posts/885401202307154/?sfnsn=scwspw

 

 

 

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Lettera all’infermiere controcorrente (e non solo…)

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Caro infermiere che va controcorrente. Per la società moderna, nel 2020, non meriti più di svolgere la tua professione. Tu sei quello sbagliato. Quindi devi essere allontanato, isolato e in alcuni casi licenziato dal lavoro. Sei ritenuto un peso, solo perché hai pensieri diversi da quelli comuni e rifletti con la tua mente.  Non hai più libertà di parola e libertà di rifiutare dei trattamenti sanitari a cui non vuoi sottostare perché ne comprendi la pericolosità. Per i tuoi superiori (ma anche per i tuoi stessi colleghi) non sei più un infermiere o una persona umana che faceva il suo lavoro con dedizione, ma sei il problema e perciò vieni trattato come un appestato. In fondo, sei sempre stato una cavia per i tuoi datori di lavoro. 

Non possono più esistere sensi di colpa nel sentirti diverso da loro, come ti succedeva tempo fa. Sta uscendo fuori allo scoperto tutto il marciume della sanità in cui lavori. Proprio in questo periodo e senza alcun pudore. Hai buone ragioni per vedere il tuo lavoro con meno entusiasmo rispetto a quando lo avevi intrapreso. Ricorderai che già all’università o quando studiavi alla scuola infermieri, notavi  metodi di insegnamento molto rigidi e spesso ingiusti: addestramenti simil-militari per gli studenti. Studenti che poi sviluppavano stress e tensioni psicofisiche non da poco. I ragazzi del corso di laurea di medicina, oggi, vengono usati come tappabuchi, obbligati a fare tamponi e vaccini a loro stessi e agli altri per potersi laureare. Alcuni colleghi ti vengono anche contro quando vai dicendo che l’OMS (il capo che per loro ha sempre ragione) ne sta combinando delle grosse e che invece di stare dalla parte delle persone è dalla parte di governi e lobby farmaceutiche che per nulla hanno l’obiettivo del benessere dei popoli. 

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Te e i tuoi tanti colleghi (perché non siete pochi come vorrebbero farvi credere), che seguite la stessa linea di pensiero, scrivete e raccontate le vostre esperienze, perché più sarete di numero e più farete la forza. Non siete i soli a pensarla così. Reagite, non sottostate a leggi illegali. Non abbiate paura! Denunciate i crimini che vengono fatti contro voi stessi e contro l’umanità. Le cose non cambiano da sole. Il  “segreto professionale” che segui  comporta che non puoi raccontare e né far vedere nulla di ciò che succede nel tuo ambiente di lavoro, pubblico o privato che sia. La verità però ha bisogno di uscire fuori dagli ospedali e tu puoi raccontarla in forma anonima, generale (o più diretta se ti aggrada). Stranamente dall’anno scorso le foto in divisa vengono pubblicate e condivise anche se il regolamento lo proibisce. Se questo vi viene permesso, perché non vi viene permesso di parlare? Ora è il momento di parlare e di raccontare la verità dei fatti. Non solo farvi vedere mascherati solo per incrementare le paure nelle persone!  Qui su Significato.Online lo puoi fare. Scrivi all’indirizzo email [email protected] e spedisci il tuo racconto affinché venga pubblicato e condiviso. Cosa aspetti? Potrai aiutare altri a prendere consapevolezza e a farli riflettere. Dopo tutto, come dovrebbe essere un vero “eroe”? Di tanti eroi si è parlato per lungo tempo, ma siete stati elogiati da governi corrotti e aziende che pensano solo ai loro profitti.

Per fortuna di persone che vi apprezzavano veramente per il lavoro che svolgevate ce ne sono state tante, soprattutto agli inizi. Fino a quando i mass media continuavano ad esagerare e la gente ha iniziato a stancarsi di voi. Le gratitudini fatte dai mass-media non erano vere; erano finalizzate ad altro. Eravate strumentalizzati, utilizzati come corpo militare, come cavie da sperimentare, inconsciamente (qualcuno consciamente) untori dei crimini avvenuti, e seminatori di panico. Non eroi, ma vittime. Avete avuto sì coraggio ad affrontare il faticoso lavoro in trincea, con le persone malate di covid, e tra voi operatori sicuramente si è messo tutto in gioco pur di superare la guerra e sperare in un tempo migliore. Ma poveri illusi, dopo tutto quello che avete passato, dallo Stato non siete ancora stati valorizzati, ma solo sfruttati. Forse ti sarai reso conto che quegli apprezzamenti erano degli show che dovevano andare avanti per mettere in pratica la nuova dittatura sanitaria. Inizialmente sembrava potessero darti un minimo di supporto emotivo, anche se il tuo desiderio era quello di salvare la vita di quelle persone e nient’altro, ma altri tuoi colleghi sono stati un po’ più ingenui: si sono esaltati e si sono pubblicizzati come i migliori della terra proprio per screditare chi non la pensava come loro. 

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Tu che lavori in isolamenti covid o ci hai lavorato, hai potuto notare varie cose, come le terapie efficaci contro il covid, che esistono e le conoscono ma le oscurano per far continuare a soffrire le persone negli ospedali e farvi sperare in un vaccino che non risolverà la situazione. Enormi quantità di terapie si somministravano a marzo, e non erano quelle giuste; e chi veniva intubato per mesi aveva meno probabilità di sopravvivere. Non a caso hanno intubato la maggior parte delle persone che finiva nelle terapie intensive. Si poteva notare invece che chi non veniva intubato e faceva uso di altri tipi di farmaci (quelli non consigliati dai virologi tuttologi) sopravvivevano. Su ogni paziente che avete avuto negli ospedali sono state fatte cure sperimentali, ciò significa che su ognuno di loro avete fatto delle cure diverse per vedere come rispondevano e c’era chi era più fortunato, e chi meno.

Del virus non hai mai negato l’esistenza, anche perché lo hai visto, ma riconosci che il vero virus è ciò che gira attorno a questa storia che cerca di nascondere la verità. Oramai, lo sai… ci sono così tante prove a tuo favore (e ne porti anche tu stesso/a) che chi non ti crede, ti critica e ti viene contro è solo un ignorante (nel senso che ignora) e un complice. Insomma, il vero negazionista è chi ti nega di dire la verità. 

– Perché i famigliari non potevano vedere i loro cari negli ospedali? Se il motivo era quello di evitare il rischio di contagio, potevano bardarsi anche loro e salutare il loro caro un’ultima volta, se costui non riusciva a sopravvivere. 

– Perché mai le autopsie sui corpi dei defunti erano vietate? 

– Perché sono state fatte tantissime cremazioni? 

– Volevano per caso eliminare ogni prova, ogni studio, ogni possibile scoperta di terapia efficace? 

– Avevano paura di qualche rivolta da parte dei cittadini? È per quello che sono stati rinchiusi in casa? Per poterli rendere ignari di tutto? 

-Perché i funerali erano proibiti? Volevano toglierci tutti i sentimenti? 

La gente se lo ricorda o ha già dimenticato tutto come succede nei traumi? Le famiglie che purtroppo hanno avuto lutti, verranno mai risarcite dei danni subiti? E di quelle tante famiglie che sanno o non sanno che il loro caro è deceduto ma non di covid come è stato invece raccontato per fare numero, verranno mai ricordate e risarcite? E di te, infermiere “eroe”, chi pagherà i danni psicologici e fisici per tutto quello che hai vissuto, perché a vedere morire la gente c’eri solo tu. I tuoi pazienti morivano soli e abbandonati dai loro affetti. Cosa facevi tu in quei momenti? Chi pagherà i danni che con il tempo ti sono venuti o ti verranno per colpa del modo di lavorare?

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Se ci pensi hai avuto o stai avendo turni massacranti, spesso senza dispositivi di protezione giusti e in quantità, quindi sei stato tantissime ore con una mascherina che non ti faceva respirare, tutte quelle ore in cui hai respirato la tua anidride carbonica (lo scarto delle tue cellule), senza neanche poter recarti al bagno al bisogno, o avere una pausa in più per staccare da quell’ambiente. Hai lavorato come un animale. Cosa succederà a te che hai sopportato tali condizioni per mesi e mesi? Chi si ricorderà di te, chi risarcirà lo sfruttamento che hanno avuto con te (perché non è solo l’aver fatto il proprio lavoro, ma sei stato comodo ad altri fino a quando serviva). Hai perso le tue ferie dell’anno e hai perso la vicinanza dei tuoi famigliari anche per le festività per paura di essere di contagio per loro. Lo sai che tutto questo col tempo si ripercuote sulla tua salute? A voi infermieri, assuefatti da queste condizioni e dai tamponi, è ovvio che siete d’accordo coi vaccini! Probabilmente non ne potrete più e penserete che sia la strada giusta da percorrere per uscire da questa situazione stremante e disumana. Ci sono sanitari che subiscono tamponi più o meno ogni settimana, da mesi: è una follia, una vera tortura. Una follia è anche il coraggio che loro hanno nel farlo agli altri, ai bambini e agli anziani, senza alcun criterio né legalità. Infermieri e medici che continuano a subire e a farne agli altri, solo per paura di perdere il lavoro, mettendo in secondo piano la loro salute e quella degli altri. Sono stati caricati “come degli eroi” non a caso, perciò è difficile vedere qualcuno di loro che si ribella a tutto questo. 

Venite pure vaccinati per primi, come delle cavie in sperimentazione o i militari in guerra. Anche qui grandi show, come se chi si vaccina salva il mondo, perché dice di farlo per un’opera d’amore verso il prossimo. Ma è probabilmente gente che non sa neanche cosa voglia dire quella parola. Il clamore mediatico vi ha montato la testa, vi siete esaltati per diventare lo spettacolo della nuova dittatura sanitaria. Se sei aperto di mente e più sensibile, noterai molte coincidenze con la dittatura nazista e non solo per la presenza de “i medici di Hitler” ma anche nelle scuole e in tantissimi altri ambiti. Non ti stai facendo film mentali come vogliono che tu creda. La storia pochi o molti la ricordano e si può notare il “risveglio”delle loro menti, che ora si stanno accorgendo di questi importanti segnali e non può più essere fermato! 

I mass media cercano continuamente di mettere gli uni contro gli altri, di dividerci,  distanziarci, metterci continuamente paure delle altre persone e delle “malattie” influenzali-stagionali. 

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Tutto per creare scuse su scuse, sempre più assurde, per creare nuovi lockdown illegali, privarci le libertà, la privacy, i diritti e tanto altro ancora, per renderci tutti vaccinati, schiavi e dormienti. E continuare a farci stare tutti in casa agli arresti domiciliari come se avessimo fatto del male a qualcuno. Siamo rcercati come fossimo dei criminali e “se positivi” portati nei ghetti di isolamento. C’è ancora chi si vergogna ad uscire e vuol fare vergognare gli altri che lo fanno. Oggi non ci si vergogna più di fare del male al prossimo: chi lo fa è ben visto ed è intoccabile dalle forze dell’ordine. Oggi si dà del vergognoso a chi esce di casa a passeggiare al parco per prendere una boccata d’aria o fare una camminata senza mascherina per strada. Siamo stati manipolati per accettare tutto questo. Ma la verità viene a galla e non può essere più nascosta, neanche per chi cercava di fermarla. Siamo stati male informati su ogni questione, appositamente per metterci dubbi e non farci capire la verità, allontanandoci anche dalla voglia di cercarla. La tv ci fa vedere in continuazione solo una facciata della medaglia: quella falsa. E chi cerca di fare vedere l’altra facciata della medaglia, ovvero cerca di fare ragionare gli altri sul perché le mascherine non servano ma hanno scopi oscuri e fanno male alla salute, che la tecnologia non è volta a evolverci ma a sottometterci ad ogni loro volere e a farci ammalare, che i tamponi sono inaffidabili, dolorosi in ogni senso e fatti secondo nessun senso logico, né scientifico, legale e via discorrendo. Chi dice e pensa queste cose viene automaticamente scartato, oscurato, non lo si può sentire né in tv, né sui social dei giornali corrotti. Solo perché dice la sua idea e vorrebbe che anche gli altri la comprendessero per svegliarsi e per salvarli da scelte sbagliate che impone la manipolazione mentale e porterebbe loro a farsi del male. Chissà perché gli infermieri e le persone che la pensano come te sono prese per pazze, di mira, insultate con cattiveria da cani rabbiosi, ovvero da quella gente chiusa di mente e corrotta, che non interessa il prossimo e non si fa scrupoli nel trattarlo male. Queste sarebbero le stesse persone che per grande amore del prossimo si vaccinerebbero e imporrebbero il vaccino obbligatorio a tutti. Ma tu, infermiere no-vaccino, non ami il prossimo: dovresti sentirti in colpa! È ironico ovviamente, ma questo purtroppo è quello che ti vogliono far pensare. Ti calpestano sui social perché sono persone finte buone, solo pronte ad accendere diverbi e innalzare la dittatura.

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Se le persone si avvicinassero invece alla spiritualità, qualcosa potrà cambiare. La scienza e la spiritualità non possono più essere viste come due cose separate. Le due cose coesistono e si rafforzano a vicenda. Inizierebbe una evoluzione in tutti i sensi e la guerra finirebbe. La scienza di oggi però è da ribaltare completamente perché è in mano a gente corrotta e violenta, che si fa vedere buona e amorevole, come fa il governo con noi per ingannarci: non vedrebbe l’ora di vedere morire la gente e pensa solo ai suoi interessi. Non hanno intenzione di farci tornare come prima, ovvero alla normalità. Prima di tutto perché hanno creato loro tutto sin dall’inizio e devono rendere il distanziamento e le mascherine la nuova normalità.  La gente che porta sempre la mascherina non sta ricordando neanche più quando ce l’ha indosso o se la tira su per automatismo, senza sapere o chiedersi neanche “perché farlo”, ma perché tanto così tutti fanno. Questo è il nuovo mondo in cui vogliono portarci, iniziando col toglierci le feste e perpetrando lockdown e coprifuoco a non finire; facendoci diventare schizzati, ipocondriaci e cattivi tra di noi. 

Cosa ne pensa dei Dpcm un infermiere negazionista come te? Che i Dpcm sono tutti illegali e anticostituzionali. La vera informazione ti toglie le paure che ti hanno inculcato e ti motiva ad andare contro questo sistema. La situazione cambierà se qualcuno o tutti insieme ci si fa sentire. Contribuisci se vuoi vedere cambiare l’Italia.  Se già lo stai facendo, allora continua perché quella è la strada giusta. Chi ha creato tutta la farsa la pagherà cara e molto presto.  Non credere a chi ti dice che non puoi farcela o che i tuoi intenti non cambieranno nulla, e che solo la tua vita si complicherà. Fallo maggiormente proprio perché ti dicono così. Avrai dei nemici, ma li hai sempre avuti. Troverai invece molti nuovi amici che ti sosterranno. 

 

Caro infermiere, ricordati della promessa che hai fatto al momento della tua laurea: il giuramento di Ippocrate in cui promettevi di non somministrare farmaci mortali, né suggerivi tali consigli. 

 

Anonimo

 

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Come ho trovato la forza per uscire da una pericolosa trappola

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Piccola premessa: desidero con questo articolo aiutare chi è in difficoltà, (o chi ha idee strane per la testa) a prendere coscienza e abbattere quella brutta bestia che è la droga.

 

Oggi si crede che fumare sia figo, che bere sia divertente, che drogarsi sia un passatempo diverso dalla solita noiosa routine. 

Ebbene ho parlato con molte persone e ho chiesto a chi fumava, “perché fumi, se sai che fa male e ti riduce gli anni di vita?” e la risposta era “perché fa figo”. Ho chiesto a chi beveva “perché bevi alcool se sai che ti fa male?” e mi rispondeva “perché così ammortizzo il dolore”. Ho chiesto a chi si drogava “perché ti distruggi la vita?” e mi sono risposta “perchè non so più cosa farmene”.

Durante la mia adolescenza, ero una ragazzina molto timida, amavo stare sola e soprattutto non volevo che nessuno mi notasse. C’è stato un periodo in particolare, dove stavo cedendo poco a poco, a tutte le influenze più negative che la società vuole imporci. Non credevo di essere carina o accettabile visivamente, perché mi hanno sempre vista e giudicata come una ragazzina strana e bruttina. Ormai ero abituata ai ragazzini che mi prendevano in giro sulle mie forme, e ad alcune ragazzine che mi guardavano con invidia solo perché ero brava a scuola e prendevo bei voti. Ormai ero abituata alla mia condizione familiare, che non era delle migliori. Purtroppo non posso parlare di una senza parlare dell’altra, perché che lo si voglia credere o no, la famiglia influisce molto sulla buona condotta del figlio. È necessario tenere presente che a prescindere da tutto, siamo noi i diretti responsabili delle nostre azioni. Per intenderci, la famiglia esercita una certa influenza sul figlio, ma poi è il figlio che deve seguire la propria coscienza. 

Quindi, quel periodo non era davvero molto tranquillo per me, perciò caddi in una trappola mortale. La droga. Tutto cominciò durante un viaggio all’ estero con altri miei compagni (cattive compagnie delle quali mi sbarazzai anche in fretta), che cominciarono ad offrirmi delle “droghe leggere”. Una volta che ci si droga, si perde completamente il lume della ragione, perché non pensi “ma cosa cazzo stai facendo”, tutto l’opposto “wow che figo, mi sento sballato ne voglio altra!”. Il ragionamento è davvero contorto, perché ovviamente manipolato. 

Così dalla “droga leggera” passai a quella pesante. Quell’unica volta, in cui feci uso della droga pesante, fu a causa di una persona a me vicina che non vedeva l’ora di vedermi in quello stato pietoso e patetico. Non do ovviamente tutte le colpe a quella persona (e non perché sono buonista), perché io potevo semplicemente tirargli un pugno in faccia e dirgli di no. Il pugno se lo meritava davvero. Chi ci tiene davvero a te, non ti invita a spaccarti il corpo e l’energia con la droga. Detto ciò, ricordo la sensazione di quando mi drogai pesantemente. Chi dice che è bellissimo, è davvero fatto e stracotto. In realtà, è la sensazione più brutta che si possa mai provare. Innanzitutto, c’è lo stordimento generale in cui non si capisce più niente, si parla a vanvera senza concludere una frase logica. Ci si sforza ma non si riesce. Poi, c’è una vera e propria botta, che è quella che ti dà il benvenuto all’inferno. 

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Ricordo ancora la sensazione nauseante di tristezza, di vuoto immenso e di morte. Drogarsi equivale, anzi è, un suicidio lento e masochista. Un atto malato, di chi non sa apprezzare la vita, o di chi non ha saputo reggere certi momenti. La droga NON è la via di uscita per i problemi. La soluzione c’è sempre, basta avere il coraggio di trovarla.

Ma come ho fatto ad uscire da questa brutta strada che avevo imboccato? Grazie ad Angel Jeanne e ai suoi insegnamenti esposti nel sito Accademia di Coscienza Dimensionale.

Grazie alla meditazione, ho potuto riprendere in mano la mia vita.  Leggendo un documento di Angel, capii che a prescindere da tutto avevo fatto la scelta giusta. Anzi da quel documento ho tratto molta forza per continuare nella mia scelta e non farmi influenzare da chi voleva ancora che io mi drogassi. Non mi doveva importare se i pensieri mi dicevano “vuoi meditare, vuoi perdere tempo dietro quelle cose inutili?” “Sarà tutto tempo perso! E poi, tutto quel tempo perso non potrai più recuperarlo per la cosa più figa, la droga!”. E poi, c’erano i pensieri che mi condannavano ad un’eterna sfigata che non avrebbe mai più avuto amici se avesse smesso di drogarsi. Sì come no. Perciò, grazie a quell’articolo, decisi di smettere di drogarmi, e non me ne sarebbe fregato nulla di quanto la strada sarebbe stata tosta ma dovevo almeno provarci. Dal giorno in cui decisi di smettere con la droga non ho avuto più ricadute, ma questo non perché ho fatto terapie per disintossicarmi (alias non ho fatto nessuna terapia dato che i miei non sapevano quello che stavo combinando) ma perché ho meditato. La meditazione cura e rinforza il nostro corpo, la nostra mente (curandoci da tutte le sofferenze che abbiamo subito) e la nostra Coscienza. Ho avuto alti e bassi, ma alla fine dopo aver visto con i miei occhi ciò di cui sono capaci le tecniche che Angel ci insegna per prendere le redini della nostra vita, mi decisi a fare sul serio per davvero. Ora è da un anno e mezzo che pratico Seriamente tutti i giorni la meditazione e le tecniche, e cosa è cambiato? È cambiato tutto in meglio. Ho abbandonato quella parte di famiglia che mi incitava ad usare sostanze (padre sotto psicofarmaci perché depresso cronico, zii tutti con fedina penale sporca) e ho migliorato e apprezzato maggiormente la parte della famiglia sana. Ho una madre e un patrigno che mi amano davvero, so che anche loro possono essere soggetti ad influenze negative e venirmi contro, ma quando decidi di aprire gli occhi e scoprire la Verità sulla realtà che ti circonda, tutto ti è più facile. 

Grazie alla meditazione e alle tecniche che sto imparando, sto modificando la mia vita, il mio passato, presente e futuro. Grazie alla pratica di questo percorso spirituale, ho diminuito di parecchio le ossessioni derivanti dalla droga e i danni che mi sono fatta. Fin quando non pratichi, tutto ti sembra astratto e impossibile, ma quando pratichi seriamente ti ricordi che tutto è possibile se lo vuoi davvero.

L’ Accademia di Coscienza Dimensionale rappresenta la possibilità del cambiamento che nella vita tutti aspettiamo di avere. 

È molto facile decidere di essere deboli, per poi lamentarsi con gli altri della vita che va a rotoli, mentre che non si fa niente per migliorarsi. Ma è molto più semplice decidere di essere forti. I pensieri potrebbero dirti che è impossibile essere forte. A me lo hanno detto un sacco di volte.

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 Puoi farti abbindolare da questi pensieri e continuare a disprezzarti, mancarti di rispetto, lamentarti oppure… puoi capire che anche tu hai la Forza dentro di te e che a maggior ragione non va sprecata ma utilizzata per farla diventare la colonna portante della tua vita.

Dagmar Jaroslavna

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Come sopravvivere al caldo estivo – Ai giorni più caldi d’estate

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Ogni stagione ha le sue particolarità e meraviglie, e tantissimi sono innamorati dell’Estate. È facile capirne la ragione! Che sia per il sole che porta buonumore, le giornate più lunghe, per le vacanze estive, per ricordi d’infanzia, per le uscite più frequenti, l’Estate è una stagione spesso preferita e messa in risalto. L’unico dettaglio negativo sono alcuni giorni caldissimi, dove l’afa e la temperatura rendono impossibile qualsiasi azione, rischiando di toglierci molte energie facendoci sentire apatici e svogliati, e per alcuni soggetti più deboli possono portare addirittura forti danni alla salute. È un vero peccato sprecare intere giornate della stagione della libertà e del bel tempo a causa del caldo, che tra l’altro ci era mancato per i lunghi mesi invernali. Come si può fare per vivere meglio questi giorni caldissimi, per non lasciarsi investire dal malessere e dall’apatia? In questa piccola guida di sopravvivenza vedremo alcuni semplici accorgimenti da cambiare nella propria routine per non subire negativamente l’impatto delle giornate più torride, per non perdere il sorriso, la voglia di fare, il benessere e le nostre energie. 

Il consiglio più semplice e apparentemente banale è quello di bere più acqua. Molte persone tendono a dimenticarsi di assumere liquidi, che però compongono una grandissima percentuale del nostro corpo e dei nostri tessuti interni. Soprattutto con l’arrivo del caldo, la sana abitudine di idratarsi non dovrebbe assolutamente essere dimenticata! Molti però cadono nell’errore di bere solo bevande ghiacciate, senza rimanere ad ascoltare il proprio corpo e senza rendersi conto che nei giorni più caldi, è una grossa controindicazione: il liquido freddissimo nello stomaco fa concentrare maggiormente il sangue nella zona dello stomaco e per reazione ci fa percepire un caldo ancora maggiore! Sarebbe più opportuno consumare bevande tiepide o fresche, senza abbassare la temperatura in modo eccessivo. Inoltre, dovremmo sforzarci di bere più acqua nei momenti più freschi, vale a dire alla mattina appena alzati e alla sera prima di andare a dormire, momenti nei quali potremmo percepire meno urgente il senso della sete, ma al contempo che ci permettono di idratarci maggiormente perché corrispondono ai momenti in cui sudiamo meno. 

In estate si tende a sudare molto, e soprattutto nelle giornate più roventi si rischiano di perdere tantissimi Sali minerali, essenziali per la nostra salute, e di non riuscire a reintegrarli. Qui entra in gioco l’importanza di scegliere le bevande più adatte. L’acqua è il liquido più importante perché già da sola contiene vari elementi fondamentali per il corpo umano, e questo non bisogna mai dimenticarlo. Per integrare ulteriormente possiamo utilizzare infusi, a caldo (come il karkadè, il tè leggero e molti altri) e a freddo (semplicissimi da preparare in casa, lasciando infondere in acqua fresca o a temperatura ambiente delle fettine di agrumi, frutta o verdura nelle combinazioni che più ci aggradano). Alcuni utilizzano addirittura l’acqua di cottura delle verdure, o brodo vegetale, anch’esso pieno di Sali minerali. L’acqua è la bevanda più importante, ma quando c’è bisogno di reintegrare, è ottimo prepararsi anche succhi di frutta, estratti e centrifughe, quando possibile fatti in casa per poter scegliere gli ingredienti più sani e regolare la quantità di zuccheri. E potendo provare ingredienti e combinazioni diverse ogni giorno, non c’è limite alla fantasia! 

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Sono assolutamente da evitare le bevande gassate più pubblicizzate in commercio, troppo zuccherate e piene di elementi che al corpo fanno più danni che altro. Le pubblicità le fanno sembrare la soluzione più rapida al grande caldo, ma in realtà spesso sono più dannose di quel che sembra. Innanzitutto non sono ottime per idratarsi, e per rendersene conto basta leggere la lista degli ingredienti oppure decidersi ad ascoltare il nostro corpo, che spesso dopo un’assunzione massiccia di queste bibite ultrazuccherate ci fa venire un bel mal di testa. Se il nostro obiettivo è quello di sentirci più attivi e meno apatici, non è proprio questa la soluzione. 

Può sembrare difficile all’inizio smettere di berle se siamo abituati o assuefatti a ingerirle tutti i giorni, ma se sforzandosi di resistere alla tentazione per qualche giorno di fila, il corpo mostrerà la sua gratitudine per questa scelta. Da bocciare totalmente anche gli alcolici, che non fanno bene tutto l’anno per la presenza di etanolo e altri elementi velenosi e tossici per il nostro corpo, e che sommati alla calura estiva rischiano di diventare estremamente dannosi. Si tratta di liquidi, ma per la loro composizione essi non fanno che disidratarci ulteriormente, anche quando la percentuale alcolica è apparentemente più bassa. Ad esempio la birra, che crea gonfiore, ritenzione idrica, e se sottoposti a un periodo prolungato portano altri danni di salute a catena, come problemi all’apparato urinario, alla prostata negli uomini, e numerosi altri. Nei giorni più caldi il nostro corpo è già sotto stress, non bisogna prendere alla leggera le conseguenze che può portare l’assunzione di etanolo, un veleno che impatta su vari organi, in un momento in cui il nostro corpo è già debilitato e soprattutto, assumendo alcolici invece dell’acqua e di bevande più salutari, non disporrebbe nemmeno di sufficienti liquidi per proteggersi ed espellerne le tossine con rapidità. 

Dopo le bevande, per idratarsi e introdurre i Sali minerali, entra in gioco anche l’alimentazione. In questo campo frutta e verdura non sono da sottovalutare. La frutta dà il meglio di sé a digiuno, quindi è molto meglio usarla come colazione, merenda o snack. Molti sconsigliano di ingerirla a fine pasto, in quanto lo stomaco è già occupato e, non potendo essere digerita subito, questa finirebbe per fermentare causando gonfiore. Però è innegabile che anche in questo caso un frutto risulta comunque meno dannoso di altri alimenti industriali o merendine zuccherate. In estate c’è voglia di leggerezza, e possiamo assecondarla assumendo uno o più pasti interi, come la colazione, uno spuntino o la merenda, esclusivamente composti da frutta. Non è un caso che la Natura ci dia la maggior varietà di frutta proprio in questa stagione, con l’arrivo del caldo, proprio per permetterci di accedervi più facilmente e di usarla per sopperire al bisogno di microelementi tipico di questo periodo dell’anno. Un ottimo modo per consumare più frutta, decisamente più sana di qualsiasi alternativa industriale, è di giocare con la varietà, assaggiando frutta diversa ogni volta che se ne ha la possibilità per non annoiarsi ed essere spronati a mangiarla più spesso. Trovo di grande ispirazione questo database www.acdworld.net che mi ha permesso di conoscere frutta considerata insolita dai più, ma anche di informarmi in modo efficace sulle proprietà di molti vegetali e infusi dal buon sapore e ottimi per la salute. 

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Per quanto riguarda l’alimentazione, la varietà dev’essere una parola d’ordine, soprattutto per quanto riguarda frutta e verdura, sia per ottimizzare l’apporto di sostanze utili all’organismo, sia per utilizzare cibi sani e naturali per creare sempre nuove ricette e nuovi sapori, così da non cadere nel consumo di cibi che tentano, ma che poi saranno dannosi per la salute e che ci debiliteranno ancor più del caldo. Patatine, insaccati, snack industriali, merendine confezionate, oltre a far male al fisico lo disidratano e aumentano il senso di sete. Se abitualmente ne consumiamo, nei giorni di grande caldo è meglio fare lo sforzo di evitarle. E se invece avete sempre desiderato la motivazione per cominciare a mangiare più sano, questo è il momento giusto, perché vi accorgerete ancora più in fretta la differenza nell’umore, nel sentirsi sereni, svegli e attivi che si può avere con una buona alimentazione. Un ultimo cibo a cui prestare attenzione sono i latticini, che in molte persone tendono a far aumentare la sudorazione, quindi a farci perdere una quantità ancora più eccessiva di Sali minerali. La sudorazione è un processo normale del corpo umano, utile alla termoregolazione e ad eliminare alcune tossine, ma quando la sudorazione diventa eccessiva non fa più tanto bene alla salute, perché ci fa perdere molti liquidi e sostanze utili al nostro corpo facendoci sentire spossati e stanchi. Per verificare l’effetto che hanno su di noi basta provare a stare2-3 giorni totalmente senza consumare latticini. Non è uno sforzo impossibile, e se su di noi funziona, la dieta senza latticini può essere un ottimo alleato per aiutarci a superare con più serenità ed energie i giorni dalle temperature sopra la media, facendoci percepire meno le botte di caldo e facendoci debilitare meno dall’eccessiva sudorazione. Se non si può fare a meno del gelato, ormai si trova ovunque anche nella versione senza latte così come il sorbetto. Anche fatto in casa col latte vegetale (come quello di mandorla o di cocco) oppure mettendo in freezer dei cubetti di frutta frullata può essere un’ottima alternativa, semplice e gustosa, praticamente senza controindicazioni! 

L’aria condizionata non sempre è un ottimo alleato. Senza parlare delle numerose persone che non posseggono l’impianto, che sia per il prezzo o per la scelta ambientale, in alcuni casi le controindicazioni dell’aria condizionata sono più numerose dei benefici. Anche per la salute, in primi le problematiche come lo sbalzo climatico tra gli ambienti, tra l’interno e l’esterno, e i problemi respiratori, tosse, raffreddore, cefalea da freddo, disturbi ad ossa e articolazioni che danno a varie persone, più o meno gravi. Ovviamente per chi ha la possibilità di usarlo, il condizionatore può essere un valido aiuto per stemperare il calore e abbassare di qualche grado la temperatura domestica, ma non è certo l’unica soluzione valida. Il ventilatore, così come le pale da soffitto, possono invece mostrarsi dei buoni alleati, perché aiutando a mantenere l’aria in movimento, diminuiscono sensibilmente il senso di calore. Può sembrare scontato, ma anche tenere le finestre aperte più tempo possibile, soprattutto di notte e nelle ore più fresche del mattino e della sera, permette un ricircolo dell’aria, il ricambio di ossigeno, ad alleviare quel senso di oppressione e mancanza di respiro che può venire quando fa troppo caldo, ma anche quando usiamo solo il condizionatore e non apriamo mai le finestre per permettere all’aria pulita di entrare! Per alcuni può sembrare banale, ma per altri che non sono mai stati abituati a provare queste semplici azioni, oppure che sono stati abituati a temere di aprire le finestre in estate per non far entrare il calore, sperimentare queste altre soluzioni può portare degli ottimi benefici, che si ripercuoteranno positivamente nei giorni di maggiore necessità. 

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Quando è possibile, immergere le caviglie e/o i polsi in acqua fredda (oppure effettuare delle spugnature) dà sollievo immediato, aiutando la circolazione e alleviando rapidamente la sofferenza causata dall’eccessivo calore. Per quanto riguarda la doccia, è da preferire tiepida o addirittura calda, in quanto la doccia gelata stimola il corpo ad attivare le sue difese per riscaldarsi, facendoci sentire subito dopo ancora più caldo di prima. Al contrario questo effetto non si crea immergendo nell’acqua fredda o freddissima caviglie e polsi, o se siamo fuori casa in un momento di bisogno raffreddandoli appoggiandovi sopra oggetti freddi, ad esempio una semplice bottiglietta estratta da poco dal congelatore. Non è da sottovalutare anche l’abbigliamento. Se mantenendo le caviglie più fresche possibili possiamo aiutare la circolazione e il senso di freschezza, per prima cosa prestando attenzione a portare calzini e calzature che lasciano scoperte le caviglie, o perlomeno non le opprimono e non le riscaldano troppo, la percezione del calore rispetto a quando indossiamo calzature e calzini lunghi e pesanti cambia notevolmente. Ogni corpo umano è diverso, ma questa astuzia aiuta davvero molte persone, provare per credere! Per quanto riguarda gli abiti, spesso gli impegni sociali non ci permettono di vestirci come vorremmo per sfuggire all’opprimente calore, indossando sempre magliette sbracciate e pantaloncini corti, se non addirittura costumi da bagno. Ma non è solo la lunghezza e superficie coperta dai vestiti a determinare l’effetto di calore: anche il tipo di tessuto può fare davvero la differenza! Privilegiare i tessuti naturali, più leggeri e che permettono più facilmente il passaggio dell’aria, diminuisce notevolmente la temperatura e di conseguenza il benessere della persona che li indossa. La maggior parte dei tessuti sintetici, all’apparenza più leggeri, generalmente dopo poco che li si indossa riescono a far percepire molto più calore rispetto alle fibre naturali, ad esempio lino e cotone. 

Come ultima cosa, in estate alcune persone tendono a diminuire l’attività fisica a causa delle alte temperature. Però non è giusto privarci di un’azione che ci fa stare bene emotivamente e che aiuta il nostro corpo a stare in salute! Per chi non vuole rinunciare allo sport proprio nella stagione dove tendenzialmente abbiamo più tempo libero e ore di luce naturale a disposizione, che rendono ancora più invitante l’attività fisica all’aperto, non bisogna dimenticare l’importanza di idratarsi prima, durante e dopo ogni sessione. Specialmente dopo lo sport, la frutta è un ottimo alleato per reintegrare sia i Sali minerali che i liquidi.

Spero che questa breve guida vi sia d’ispirazione per provare nuove soluzioni all’arrivo del grande caldo e soprattutto che grazie ai consigli che vi sembrano più adatti a voi potrete ritrovare la voglia di fare e di essere felici, potendo vivere al massimo anche i giorni più caldi, sfuggendo efficacemente all’apatia, stanchezza e svogliatezza che rischiano di colpirci durante le giornate più torride. Non mi resta che augurare quindi buona Estate a tutti, piena di sorrisi, buonumore, progetti e positività! 

Valentina R.

 

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Agli albori dell’astronomia

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Sarà capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di alzare lo sguardo ad un terso cielo notturno e di venire avvolti dall’abbraccio della volta celeste. È qualcosa di tanto comune, quanto fantastico e misterioso. Consola gli animi dell’uomo e rende romantiche le serate più speciali. Non è dunque un caso che gli astri siano stati anche le nostre prime guide, sia che si trattasse di indicare la via ad esploratori in cerca di terre inesplorate, sia che rischiarassero solo il cammino verso casa.

Questo vale tuttora, ma era qualcosa di ancor più valore per gli uomini del passato, che hanno iniziato a porsi alcune domande fondamentali per la sua futura evoluzione. Oggi chiamiamo astronomia la scienza che si occupa dello studio e della spiegazione degli eventi celesti, aiutandosi con altre scienze e discipline indispensabili come la matematica, la fisica e la chimica. Tuttavia non c’è da stupirsi se qualcosa di così complesso trovi le sue radici nella semplice osservazione della volta celeste e proprio nell’astrologia.

Ciò che non sfuggì all’uomo primitivo fu il legame tra il ripetersi di alcuni eventi celesti osservabili e i cambiamenti climatici che ciclicamente si presentavano e influivano sulle sue preoccupazioni primarie, cioè l’alternarsi del giorno e della notte e la necessità di procurarsi il cibo col variare delle stagioni. Venne da sé che gli astri, il cui ordine decideva della vita degli uomini, vennero associati a divinità e a mitiche forze della natura.

Il fatto che questi eventi fossero prevedibili, o almeno alcuni di essi, era cosa buona e il loro primitivo studio segnò l’inizio del processo evolutivo che ha portato il concetto di sapere scientifico a progredire sino a quello odierno.

Innanzitutto, sapevate che non fu l’astronomia a segnare il declino dell’astrologia? Fu l’applicazione del metodo scientifico alla medicina che rese obsoleto lo studio astrologico. Infatti fino a prima del 700, i medici erano perfettamente abituati a studiare l’astrologia e basavano le loro pratiche proprio su di essa.

Comunque, per iniziare a discutere di “Cosmo” bisogna partire dai due modelli che per molti secoli cercarono di descriverlo con un modello geocentrico, cioè quelli di due dei più famosi astronomi della storia: Aristotele e Tolomeo.

Le teorie aristoteliche, risalenti al IV secolo a.C., prevedevano un modello cosmico “a strati”, sfere concentriche che possedevano intrinsecamente il loro movimento e un concetto di “gravità” e di peso di un corpo in base al suo elemento di appartenenza. Stiamo parlando dei famigerati 4 elementi, che dal più pesante al più leggero erano la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco. Aristotele li immaginò essere i componenti delle prime quattro sfere concentriche del suo modello. Immaginò quindi che ogni corpo fosse naturalmente attratto dal suo elemento di appartenenza e che più un corpo fosse vicino alla sua sfera, più questo divenisse puro e privo di peso. Oltre la sfera del fuoco, che era la più esterna delle prime quattro, vi erano le sfere della Luna e di tutti gli altri astri più lontani. Queste erano sempre concentriche, ma anche cristalline e composte dalla quintessenza, una sorta di quinto elemento anche conosciuto come etere.

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Questo misterioso elemento possedeva una caratteristica unica e soprattutto “perfetta”: era la causa del moto perfettamente circolare delle sfere più distanti, e conseguentemente delle stelle incastonate in esse che costantemente perseguivano il loro unico movimento circolare e uniforme. Essendo però questa teoria evidentemente inesatta per i pianeti più vicini, che alle volte sembravano addirittura avere un moto retrogrado, Aristotele giunse alla conclusione che fosse proprio la vicinanza con la Terra e con gli altri elementi a causare queste alterazioni.

Queste idee perdurarono per molti secoli, ma non perché nessuno prima avesse ipotizzato la possibilità che non fosse la Terra a restare ferma al centro del meccanismo, anzi Tolomeo stesso già nel II secolo d.C. riconobbe la semplicità e l’efficacia di una teoria eliocentrica, che prevedeva quindi il Sole immobile al centro di tutto, ma preferì assecondare le sue conseguenti perplessità e continuò quindi a cercare di spiegare un modello che prevedesse la Terra al centro dell’Universo, e i pianeti che attorno ad essa compivano orbite molto più complesse di quanto non fossero nella realtà. Cominciando dal rifiuto di accettare la possibilità che le orbite fossero ellittiche e non circolari, essendo il cerchio la figura perfetta per eccellenza, ipotizzò che i pianeti si spostassero lungo orbite circolari, dei cerchi più piccoli detti epicicli, il cui centro a sua volta orbitava lungo un altro cerchio più grande, detto deferente, attorno alla Terra. Facendo un esempio, si possono immaginare due persone, una ferma al centro come la Terra, e un’altra a bordo di un treno le cui rotaie sono poste in cerchio attorno alla prima persona. Ma, mentre il treno avanza lungo le rotaie poste in cerchio, la persona all’interno del vagone cammina in tondo, sempre allo stesso modo. Ecco che la somma dei suoi movimenti sarebbe molto simile a quello dei pianeti previsto da Tolomeo.

Insomma una soluzione sicuramente ingegnosa e innovativa per quel tempo, trattando l’argomento con un approccio geometrico (e non filosofico come fece Aristotele), ma comunque inesatta e approssimativa.

Eppure questa concezione, che da Tolomeo era ritenuta una “scienza esatta”, fu per molto tempo ritenuta indiscutibile e inconfutabile dalla Chiesa cattolica. Ma oggi noi sappiamo che anche grazie alle figure di studiosi come Copernico e in seguito Galileo, la crisi di questo paradigma darà il via alla rivoluzione che permetterà alla scienza di divenire “moderna”.

Spero che questo articolo, per quanto frutto delle mie povere conoscenze, possa avervi incuriosito e possa spingervi a leggere ancora di più su questo bellissimo argomento.

Elysium Mikael

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Problemi Quotidiani – Il Mal di Testa

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Il Mal di Testa è un dolore che caratterizza la giornata di molte persone, che siano donne, uomini o bambini piccoli. La prima cosa che facciamo è prendere una medicina per farcelo passare, nella speranza che funzioni; ma tante volte anche la medicina sembra non ha effetto, perché il dolore è così forte che ci fa perdere le speranze. Ma questi mal di testa sono davvero normali? Possibile che ti svegli la mattina già con il mal di testa forte, seppure tu abbia dormito tutta la notte e non ci sia ragione logica perché esso venga? Forse non ti stupirà sapere che la maggior parte dei mal di testa non è affatto normale. Il mal di testa lo conosco bene, perché mi ha accompagnato per molti anni della mia vita, a partire dai miei ricordi di quando avevo 4 anni, sino a diventare un vero e proprio chiodo fisso, precisamente da quando avevo 8 anni. Non c’era medicina che riuscisse a farmelo passare, sino a quando ho trovato la soluzione: comprendere quale fossero le cause per basarmi su quelle. I mal di testa sono tutti diversi ed è assolutamente sbagliato pensare che questo terribile dolore sia del tutto normale. Non c’è niente di normale nel dolore alla testa! Tantomeno è normale che ne soffrano i bambini piccoli, ciò sta a significare che le cause non sono tutte logiche come si crede ingenuamente.

I mal di testa sono tutti diversi, e non bisogna pensare che ognuno di noi possieda solo un singolo genere di dolore, perché in realtà durante la nostra routine possiamo vivere anche più generi di mal di testa alla volta. A partire dal mal di testa al centro della fronte, a quello che parte da una particolare fitta interna all’occhio, a quello che si concentra al centro della testa, a quello che inizia dal retro della testa e si infila sino al centro – quasi a dare la sensazione di un proiettile che perfora il cranio – sino ai più comunissimi dolori alle tempie. E ce ne sono tanti altri! Questi mal di testa sono molto diversi fra loro e certe volte possono arrivare uno dopo l’altro, come se tutti i dolori si accendessero contemporaneamente nelle diverse zone della testa. Questo non è normale, chiariamolo subito. Chi non soffre di mal di testa non può assolutamente comprendere il dolore che si prova nel soffrirne. Chi non ne soffre è davvero molto fortunato, perché non è vittima di questa sofferenza che certe volte, è talmente forte, che ti verrebbe da piangere se non fosse che piangendo aumenteresti il mal di testa, ed è l’ultima cosa che vorresti fare. Ci sono molti dolori quotidiani che possono accaderci dal nulla e disturbare la nostra routine. Da un dolore allo stomaco, ad un fastidio alla schiena, parliamo di dolori quotidiani che arrivano dal nulla e che possono dare molto fastidio. Eppure, fra tutti i problemi quotidiani, il mal di testa forte è uno di quei dolori che ti invalida di più, perché ti rende completamente incapace di reagire a qualunque situazione. Tutti i dolori sono brutti, ma perlomeno della maggior parte ne conosci la causa. Se hai mal di stomaco, potrebbe essere causato da ciò che hai mangiato ieri notte; se ti fa male la schiena, potrebbe essere lo sforzo che hai fatto per sollevare qualcosa, oppure hai dormito in una posizione sbagliata. Ma il mal di testa, come può arrivare così forte, all’improvviso, senza che tu abbia fatto niente per provocarlo?

Naturalmente ci sono anche cause naturali che possono provocare il mal di testa, eppure non esistono soltanto quelle come ingenuamente vogliamo pensare. La cosa peggiore è che chi soffre molto di mal di testa, addirittura subendolo tutti i giorni, si abitua a questo dolore a tal punto che si convince davvero sia normale. Perché? Perché ci convive da molti anni e oramai il dolore è diventato una caratteristica della propria routine, tant’è che, quei rari giorni in cui non si sveglia con il dolore alla testa, penserà: “Strano, oggi non ho mal di testa.. di sicuro mi verrà dopo!”. Forse anche tu hai pensato “Strano, oggi non ho mal di testa”, ed è questa la principale ragione per cui dovremmo ragionare sull’anormalità del dolore alla testa: la stranezza non è svegliarsi senza mal di testa, ma è accettare questo dolore tanto da pensare che la sua presenza ci manchi.

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Capiamo quindi quali sono i più diversi mal di testa, quali sono le loro cause e quali sono le soluzioni. Parleremo di mal di testa causati da “ragioni normali” e mal di testa che di normale non hanno davvero nulla.

Il primo e più comune mal di testa è quello che parte dal centro della fronte. Di solito è focalizzato proprio sul centro della fronte, altrimenti parte dal centro delle sopracciglia, quindi più vicino agli occhi ma senza che questi sentano dolore. Associamo quasi sempre questo dolore alla sinusite, seppure sia impensabile avere una sinusite perenne, giorno e notte tutti i giorni del mese e dell’anno; senza neppure soffrire di raffreddore. Ti stupirà sapere che, questo mal di testa, quasi sempre dipende da un chakra della Mente scarico. Il chakra della Mente ha un grandissimo potenziale, ma si scarica molto facilmente e per questa ragione percepiamo dolore anche molto forte. A dimostrazione che il chakra della Mente è molto più importante di quanto si pensi, pochi minuti di meditazione al giorno su quel chakra ti permetteranno di eliminare il mal di testa dalla tua routine. In genere il mal di testa arriva quando il chakra è gravemente scarico, quindi non basta concentrarsi un istante per farlo passare, perché bisogna caricare il proprio chakra affinché abbia energia a sufficienza per non provocarci dolore nemmeno nei giorni successivi. Tutti coloro che meditano sul chakra della Mente, tutti i giorni con la tecnica di Meditazione adatta, riescono a guarire dal mal di testa e far sì che non torni. Per chi soffre molto di mal di testa, basterebbe un giorno o due in cui si dimentica di praticare la meditazione, per ritrovare il mal di testa il giorno seguente. Questo dimostra che il chakra della Mente si scarica davvero molto in fretta, e ha bisogno di una grande quantità di energia. Più i mal di testa sono forti più il chakra è scarico, quindi bisogna di maggiore assorbimento di prana. Se soffri di questo tipo di dolore alla testa, ovvero quello che parte dal centro della fronte, probabilmente hai già provato con mille medicinali diversi e nonostante questo, il mal di testa non va via. La Meditazione non ti fa spendere soldi e non ha effetti collaterali, come invece possiedono i medicinali. Per questa ragione ti consiglio di meditare sul chakra della Mente, perché non hai niente da perdere, ma hai solo da guadagnarci. Se provi a meditare sul chakra della Mente, tutti i giorni per almeno 5 giorni, noterai come il giorno dopo non subirai più il mal di testa. Se sei quel genere di persona che non soffre mai di dolori alla testa, allora potresti non credere in tutto ciò; ma se sei quel genere di persona che vive il mal di testa quasi tutti i giorni della sua vita, sarà molto più facile per te renderti conto dell’enorme efficacia della Meditazione. Questo perché ti renderai conto subito dopo qualche giorno che è vero: ti sveglierai senza mal di testa e durante il giorno non ti arriveranno segnali di dolore. Si tratta di effetto placebo? Si tratta di suggestione? Credi in quello che vuoi, ma la Meditazione ti avrà fatto passare il mal di testa e l’effetto durerà a lungo, se continuerai a meditare. Quindi puoi decidere di sminuire la meditazione, oppure puoi renderti conto che alcuni dolori non sono facili da curare con la medicina – altrimenti ti saresti già levato il mal di testa per sempre e non saresti qui a cercare altre soluzioni – perché non sono dolori che dipendono dai fattori studiati dalla scienza: dipendono dalla carenza di energia del chakra. Razionalmente puoi negarlo, però appena provi a meditare, il mal di testa passa. Come lo spieghi? Possiamo dire quel che vogliamo a parole, ma i fatti dimostrano che la meditazione cura il mal di testa. Il mio consiglio è di meditare tutti i giorni, senza dimenticarti del chakra della Mente, nemmeno in quei giorni in cui ti senti davvero bene: perché se quando stai bene smetti di meditare, il chakra si scaricherà nuovamente e i giorni successivi tornerà il mal di testa. La soluzione non è meditare nel momento esatto in cui hai mal di testa, aspettando sempre che il problema sia già grave per decidere di fare qualcosa; la soluzione è meditare prima, così che il giorno dopo non arrivi il dolore. In questo modo ti assicuri la durata del benessere fisico della tua testa per i giorni successivi. Una meditazione appena svegliato ti permette di iniziare al meglio la giornata, escludendo la possibilità che ti arrivino i dolori; dopodiché la meditazione serale o notturna, ti garantisce che il giorno dopo non subirai alcun dolore alla testa. Provalo e scoprirai che non vorrai più fare a meno della meditazione.

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Alcune volte il mal di testa può derivare anche da scelte alimentari sbagliate, che vanno a provocare dolore agli organi interni tra cui il mal di testa. Mi ero resa conto un po’ di anni fa, che tutte le volte che bevevo bibite gassate famose, che non facciamo mai mancare a tavola, mi veniva un forte mal di testa. Se queste bibite sono famose, non significa che facciano bene, perché stiamo bevendo bibite dannose per il nostro corpo ma che vengono estremamente pubblicizzate e sponsorizzate, e per questa ragione ci fidiamo di quella marca. Mi ero resa conto che tutte le volte che a pranzo bevevo quella bibita gassata, dopo poco iniziava a salire il leggero fastidio alla testa, che in breve tempo si trasformava in fitte dolore. È da allora che ho deciso di non bere più le bibite zuccherate, ed è da allora che non soffro più di mal di testa dopo i pasti. Bisogna prestare attenzione al momento preciso in cui ti arriva il dolore alla testa, perché puoi comprendere quali sono le ragioni, e da queste eliminare il dolore. Il nostro più grande sbaglio è quello di cercare sempre una medicina al dolore che proviamo, anziché fermarci un attimo a capire qual è la causa del nostro dolore ed eliminarne la base. Sinché decideremo di comprare medicine per curare i dolori, non risolveremo mai il problema dalla radice; se invece ci concentriamo a capire qual è la causa del dolore, possiamo eliminare la causa e assicurarci che non arriveranno più i dolori. Non fraintendere le mie parole pensando che io sia contro la medicina, perché non ti sto sconsigliando di ricorrere al farmaco quando soffri di dolori forti: ti sto invece invitando a capire il tuo corpo prima di soffocarlo di medicinali. Ci sono dolori che puoi curare eliminando la causa che li provoca, senza bisogno di aspettare che diventino gravi per poi dover spendere soldi dietro ai medicinali.

Un’altra ragione per cui possiamo soffrire di mal di testa è la carenza di acqua. Lo sappiamo tutti eppure ce ne dimentichiamo: il nostro corpo è composto prevalentemente di acqua, nonostante questo beviamo tutto tranne che l’acqua. Ci dimentichiamo che l’acqua non è il sinonimo di qualunque altro liquido che troviamo in commercio: se beviamo un succo di frutta in brik, un thè in bottiglietta, lattine di bibite gassate e bicchieri su bicchieri di alcolici, non è assolutamente uguale a bere acqua. Il nostro corpo ha bisogno di acqua, non di altri liquidi ma di acqua pura, perché i nostri organi interni hanno bisogno dell’acqua per vivere; se non gliela diamo, si ammalano più velocemente, quindi i dolori si fanno sempre più forti e continui. Sapevi che il cervello è composto quasi all’80% di acqua? Ciò significa che ogni giorno dobbiamo bere acqua perché il cervello possa stare in salute. Se non beviamo, il nostro corpo non può inventarsi l’acqua al suo interno, non può crearsi i liquidi dal nulla, quindi continuiamo a far uscire liquidi ma non ne assorbiamo dei nuovi. Bere acqua non serve soltanto a fare pipì, l’acqua ci serve per far restare sani i nostri organi, affinché funzionino davvero bene e non si ammalino troppo presto. Inutile dire che se bevessimo tutti molta più acqua, anziché riempirci di liquidi scadenti, molti dolori e malattie sarebbero a noi sconosciuti. Quando hai mal di testa prova a bere due bicchieri di acqua, non un sorso, ma due bicchieri pieni. Talvolta basta davvero questo semplice gesto e in pochi minuti passa il dolore.

Altre volte il mal di testa ci arriva a causa della cattiva digestione. Potrebbe succedere, specie in quelle giornate in cui sei fuori con amici o parenti e il menù prevede piatti molto consistenti, che arrivato ad un certo punto del pasto ti senti la testa “gonfia”, come se si fosse gonfiato un palloncino dentro la testa. All’inizio non capisci di cosa si tratta, ma questo è un forte segnale che devi smettere di mangiare perché il corpo non riesce a buttarlo giù. La sensazione è molto fastidiosa tanto da farti girare la testa.

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Altre volte la situazione peggiora, a causa della troppa pienezza o perché stai mangiando mentre ti trovi in una stanza fredda o all’aperto; il freddo rischia di farti sentire il blocco allo stomaco e improvvisamente ti senti quasi svenire. Anche le bevande fredde possono farti venire il blocco allo stomaco, quindi bisogna stare davvero attenti. Queste sensazioni sono seguite da forti mal di testa, che possono durare anche per i giorni seguenti. Altre volte il fastidio non arriva subito. Può succedere che hai cenato con pasti pesanti, che a te non sembravano tali eppure per il tuo organismo sì. Sembra che vada tutto bene, poi all’improvviso ti sdrai sul divano o nel letto e quasi subito senti lo stomaco indurirsi, come se si fosse bloccato, e da lì iniziano i dolori forti come il mal di stomaco, nausea e mal di testa. Inutile dire che non bisogna mai sdraiarsi dopo aver cenato pesante, inoltre bisogna prestare attenzione a ciò che si mangia a cena perché non sempre il corpo riesce a digerire allo stesso modo in cui digerisce il pranzo. Può darsi che non hai mai avuto problemi, però un giorno all’improvviso riempi troppo la pancia, bevi bibite fredde e fatalità – appena esci dal ristorante – prendi freddo alla pancia; le conseguenze sono molto dolorose. Non dobbiamo mai dare ascolto all’idea che “non è mai successo”, perché il nostro corpo non funziona per tutta la vita allo stesso identico modo; ci sono periodi in cui siamo più vulnerabili, più deboli, e basta il minimo tocco per farci stare male. Quando digeriamo male, anche nel caso in cui non ci viene mal di stomaco, potrebbe arrivarci il mal di testa, per cui bisogna prestare attenzione a ciò che si mangia soprattutto a cena prima di andare a dormire.

Anche chi soffre di problemi al fegato può subire il fastidioso mal di testa, perché tutti gli organi sono uniti e tante volte, se uno soffre, reca problemi anche all’altro. Molte persone neanche sanno dove si trova il proprio fegato, così passano la vita a credere di soffrire di mal di schiena, sebbene il loro vero dolore si trova al fegato. Di fegato ne abbiamo solo uno ed è molto delicato, quindi non bisogna impegnarsi a distruggerlo. Bere alcool fa ammalare il nostro fegato e reca danni al nostro cervello, anche quando crediamo di bere poco, perché la salute dei nostri organi non dipende da quello che pensiamo, ma da quello che facciamo. Se decidessimo di non bere più alcool e di aumentare l’assorbimento di acqua giornaliero, molti dei dolori fisici che credevamo normali smetteranno di esserci. Gli studi scientifici dicono che “l’alcol è una sostanza tossica che, dopo l’ingestione, deve essere rapidamente metabolizzata per evitare danni all’organismo.” ma questo crea danni al fegato. In tutto questo noi continuiamo a berlo, sapendo che ci danneggia e provoca seri problemi di salute, fra cui forti mal di testa che continueranno anche nei giorni seguenti. Il problema dell’alcol non è tanto il mal di testa momentaneo durante l’assunzione, ma l’indebolimento che provoca al nostro organismo tant’è che diventa più suscettibile anche ai mal di testa futuri, che giungeranno anche quando non beviamo. Per questa ragione dobbiamo smettere di bere alcolici, perché ci creano danni che continueranno anche quando non beviamo. Senza parlare della droga, che dobbiamo assolutamente evitare, perché crea danni al nostro cervello che provocano forti dolori fisici, oltre che i gravi danni mentali che nessuna medicina potrà mai guarire del tutto.

Queste naturalmente sono cause “naturali” per cui può giungere il mal di testa. Ma se tu non assumi alcol e né tantomeno droghe, bevi regolarmente acqua (non piccoli sorsi, ma circa due litri al giorno), non mangi pesante a cena, e nonostante questo soffri di forti mal di testa, quali sono le cause?

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Nel caso in cui il mal di testa di cui soffri è quello che parte da una “puntura” all’occhio, che sia destro o sinistro, dalla quale poi si estende in lunghezza con un dolore fisso, quasi come fosse un ago lungo che si infila dall’occhio e raggiunge il centro della testa, potrebbe non essere causato da ragioni naturali. Prova a renderti conto se, questi forti mal di testa che partono dall’occhio e si espandono come fosse un vero e proprio ago che s’infila, ti arrivano sempre e solo quando vedi/incontri/senti al telefono una precisa persona, oppure quando vai in un determinato luogo. Questi mal di testa capitano davvero molto spesso quando incontriamo una determinata persona che, dentro di sé, prova sentimenti molto negativi nei nostri confronti. Sappi che le persone sanno mentire molto bene e sanno fingersi buone e gentili, ma nel loro profondo potrebbero avere rancori nascosti nei tuoi confronti, anche immotivati. In particolare accade quando incontriamo persone di mezza età, o età più avanzata, che siano nostri colleghi più anziani, i nostri parenti più lontani o proprio quelli più vicini. Non sai perché, eppure quando incontri quella zia, o tua suocera, oppure quella vicina di casa anziana, ti senti trafiggere un occhio e percepisci il dolore allungarsi. Tante volte succede che il dolore non arriva immediatamente, ma dopo qualche ora o il giorno seguente, eppure succede sempre dopo che incontri quella precisa persona. Puoi non credere a queste cose, pensare che le “energie negative” non esistano, ma i fatti la pensano diversamente da te, perché ogni volta che incontri o addirittura senti al telefono quella precisa persona, senza neanche bisogno di vederla fisicamente, ti arriva un gran forte mal di testa. Questo dolore non è normale. Il mio consiglio è di praticare la Protezione Psichica prima di incontrare questa persona, oltre che di praticarla subito dopo averla incontrata; perché il mal di testa non è l’unico danno che la sua presenza ti crea, ma è solo il primo allarme di un problema ben più grave. Inoltre, se ti è possibile ti consiglio di allontanare quella persona o incontrarla il meno possibile, perché se ti provoca questi forti mal di testa, significa che quella persona prova dei sentimenti molto negativi e cattivi nei tuoi confronti, anche se in apparenza si mostra gentile. Rifletti sul dolore che ti provoca la sua presenza, perché non è una buona cosa e non è giusto che tu debba subire questi dolori solo per non sembrare sgarbato o maleducato nei suoi confronti. Allontanati da lei, e ti accorgerai se questi dolori cesseranno.

Non solo le persone possono provocarti dolori alla testa, solamente guardandoti, ma anche precisi luoghi. Magari ti succede di avvertire un forte mal di testa, solo quando vai a trovare un amico o parente a casa sua. Sinché eri fuori ti sentivi bene, ma non appena entrato in casa sua ti senti male, perché arrivano delle fitte che poi si trasformano velocemente in forte mal di testa. In questo caso può accadere a causa di quella precisa persona, oppure può accadere a causa dei programmi energetici che si sono creati all’interno della casa, che sono molto negativi e stagnanti. A causa loro, appena entri in casa ti viene un forte mal di testa, talvolta anche giramenti e nausea. Se ti capita di incontrare quella persona fuori casa, e di stare bene, ma di sentirti male solo quando entrate in casa sua, allora potrebbe darsi che non sia quella persona a crearti il mal di testa bensì l’energia negativa di casa sua, di cui ovviamente lei non si rende conto o non conosce nemmeno la definizione. Potresti aiutarla a ripulire l’energia di casa sua consigliandole di seguire questo percorso meditativo. C’è un’altra ragione, però, che potrebbe spingerti a provare mal di testa quando entri in casa di quell’amico/parente, che potrebbe non essere nemmeno colpa dell’energia della casa; infatti, la causa dei forti mal di testa può essere la presenza di un’Entità, che si trova proprio in casa sua. Non è necessario che l’entità sposti oggetti o faccia rumore, perché alcune di esse sono molto silenziose; eppure la loro presenza provoca in noi fortissimi mal di testa e dolori vari.

Alcune presenze riescono a provocarti dei dolori così forti, che ti viene seriamente da pensare che tu abbia un gravissimo problema di salute, in quanto i dolori alla testa sono così forti che ti sembra di impazzire. In particolare, alcune presenze molto negative che possono trovarsi in casa tua o in altri luoghi che frequenti, riescono a provocarti un dolore agli emisferi, così forte e pulsante, che ti verrà il pensiero terribile di avere chissà quale malattia. Prima di spaventarti, ti consiglio di meditare e proteggerti bene, oltre che proteggere la tua casa attraverso la Protezione Psichica.

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Il dolore provocato da un’entità, di solito inizia nel bel mezzo della notte, mentre stai dormendo, colpendoti ad un emisfero (di solito quello sinistro) talmente forte che il dolore potrebbe addirittura svegliarti. Dopodiché la mattina seguente ti alzerai con il mal di testa già presente, sentendo l’emisfero che pulsa e che aumenta d’intensità. Il dolore è così forte che già solo parlare, sentire gli altri che parlano, e guardare qualunque fonte luminosa (lampadario, lo schermo del cellulare, la TV) ti farà peggiorare rapidamente il dolore. La particolarità di questo mal di testa è che, in certi momenti, passa da un emisfero all’altro quasi come se ci fosse “qualcosa di vivo” dentro la nostra testa. Perché mai un dolore dovrebbe spostarsi da una parte all’altra del corpo, come se nulla fosse? Se ti fa male un braccio, non è normale se il dolore si sposta velocemente alla spalla, abbandonando il braccio. Che razza di dolore è capace di spostarsi di propria volontà? Non “il dolore”, bensì “l’attacco” o, altre volte, “la larva”. Se ti fa male una parte del corpo, e improvvisamente questo dolore si sposta completamente ad un’altra parte del corpo – abbandonando quella prima – significa, quasi per certo, che quel dolore è provocato da una larva energetica. Quando invece il dolore non si sposta, eppure si intensifica in precisi momenti passando ad un livello di dolore molto alto (troppo alto!) in pochissimi secondi, è più probabilmente derivato da un attacco energetico. Alcune presenze riescono a provocarci attacchi energetici così forti, da farci percepire un dolore fisico talmente intenso che ci sembrerà di impazzire. Il mal di testa è uno di quei dolori che fa davvero spaventare, perché arriva dal nulla e passa da un dolore leggero ad un dolore allucinante, in pochissimi secondi; questo non è normale! Deriva da un attacco energetico provocato da entità negative o da persone che – per una ragione anche illogica – ce l’hanno contro di noi. Il problema dei mal di testa da attacco è che, puoi prendere quanti medicinali tu voglia, ma ti sei già reso conto che non bastano per placare il dolore; anzi, sembra davvero che non facciano nessun effetto. I medicinali possono curare tanti tipi di problemi fisici, ma purtroppo non esiste ancora medicinale che possa curare i problemi causati dagli attacchi psichici.

Anche i mal di testa alle tempie, tante volte, derivano da energie negative. Le tempie sono molto sensibili alle energie, quindi può succedere che solamente avvicinandoti ad una persona negativa – che potrebbe anche non avercela contro di te, ma è lei ad essere negativa dentro – ti provoca punture e dolori ad una sola o ad entrambe le tempie. Magari quella persona ti sta parlando dei suoi problemi, oppure semplicemente si avvicina a te anche senza parlare, ed improvvisamente avverti un fortissimo dolore entrare dalla tempia ed espandersi per la testa. È questo che ti fa capire che non è un mal di testa normale: perché lo senti entrare dalla tempia; non si crea, ma entra. Ciò ti fa rendere conto che è un’energia esterna che riesce ad entrare nella tua testa e a provocarti dolore. Altre volte la stessa situazione accade per via di un’entità negativa che si avvicina a noi. La modalità è la stessa, perché appena si avvicina ci provoca quel forte dolore alla tempia; il problema sta sul fatto che non vedendo l’entità, non ti rendi conto della sua presenza, quindi t’illudi che si tratti di un mal di testa naturale, mentre di normale c’è ben poco.

Che si tratti di mal di testa alle tempie, dolori agli emisferi che finiscono per pulsare, fastidi che partono dalla nuca per poi entrare in profondità come proiettili, o aghi che entrano dagli occhi, questi dolori non sono normali, perché causati il più delle volte dalla presenza di entità negative o persone che provano sentimenti molto oscuri nei nostri confronti.

C’è ancora tanto che devi sapere riguardo ai mal di testa, ma li approfondiremo successivamente. Naturalmente con questo articolo non sto escludendo i mal di testa naturali, che possono derivare da cause normali come l’aver passato una giornata in un ambiente eccessivamente chiassoso, che ti ha fatto tornare a casa con il mal di testa; oppure l’aver dormito troppo, che fa svegliare con dolori alla testa. Ci sono cause naturali che già conosciamo, per cui naturalmente dovremmo prestare attenzione per evitarci le conseguenze. Ma ci sono dolori che non sono provocati da simili ragioni e non sappiamo come evitare o rimediare. Questo è il momento in cui dovremo capire che quei dolori non sono normali. Qui interviene la Meditazione: ci nutre di energia positiva e ci protegge da quelle negative, affinché le persone e le presenze maligne non riescano più a provocarci simili sofferenze. È altrettanto importante la Protezione Psichica, perché allontana queste energie negative da noi, comprese le entità oscure. Ma questo non è l’unico rimedio! Infatti, per i mal di testa più “urgenti”, esiste anche la Guarigione Energetica, che sfrutta l’energia pranica per guarire il dolore che stiamo subendo. Nel prossimo articolo di parlerò della Visualizzazione, in cui ti insegnerò una tecnica attraverso una guida Audio, che ti servirà per iniziare a comprendere la base delle tecniche in cui viene utilizzata la prana, quale appunto la Guarigione.

Prima di proseguire con la lettura, ti chiediamo di lasciare un commento sotto questo articolo per farci conoscere il tuo apprezzamento. Facci sapere se questo articolo ti è stato utile e ti è piaciuto!

 

 

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L’avena, per una colazione più salutare!

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La colazione è un pasto molto importante, che molto spesso trascuriamo e facciamo in maniera per nulla corretta. Molto spesso è causato proprio dal poco tempo che abbiamo per farla: magari ci alziamo quella mezz’oretta prima o quell’oretta prima in cui dobbiamo fare colazione, lavarci e vestirci nello stesso momento e magari anche prendere coscienza di quello che stiamo facendo!  

In Italia siamo spesso abituati a farla con brioche, biscotti, cereali che hanno dei valori nutrizionali davvero di pessima qualità. Ogni tanto non c’è nulla di male a fare colazione così, però farlo tutte le mattine per tutta la vita ovviamente ha un certo impatto sul nostro organismo e sulla nostra salute. 

Oggi vorrei parlarvi dell’avena, e ancora più nello specifico dei fiocchi di avena, un cereale con ottime proprietà e benefici. Probabilmente molti di voi l’avranno già provata e non ne sono rimasti soddisfatti. Solitamente viene proposto come porridge, quella “poltiglia” molliccia che a me non è piaciuta per nulla! Ma ovviamente è un mio parere personale, per cui vi dirò come la faccio io.  

Prima capiamo perché fa così bene e poi parleremo della “ricetta”. 

 

Proprietà e Benefici  

L’avena è un cereale integrale ricco di vitamine, minerali e aminoacidi essenziali, con molti carboidrati e proteine. 

Contiene 5 degli 8 aminoacidi essenziali. Gli amminoacidi essenziali sono quegli amminoacidi che il nostro corpo non è in grado di produrre da sé, per questo ha bisogno di assumerli da fonti esterne, attraverso il cibo. Gli amminoacidi sono i costituenti delle proteine, sono veri e propri “mattoni” che formano le proteine, sono quindi delle sostanze essenziali all’interno del nostro organismo. Gli amminoacidi contenuti nell’avena aiutano a ridurre il colesterolo cattivo e stimolano il fegato a depurare l’organismo. Oltre a ridurre il colesterolo l’avena facilita l’eliminazione dei depositi di grasso sulle pareti arteriose, grazie all’acido linoleico e alle fibre. Quindi in pratica le arterie e le vene saranno più pulite! 

Contiene carboidrati a lungo rilascio che aiuta a mantenere il livello di zuccheri nel sangue stabile. Niente picchi glicemici con l’avena, niente attacchi di fame durante la mattinata, quindi è consigliata anche ai diabetici. 

Ma l’avena è anche il più proteico tra i cereali: con 16.9 grammi di proteine ogni 100 di prodotto, tiene tranquillamente testa a uova e pesce. 

È naturalmente senza glutine, quindi molto digeribile e adatta alle diete gluten free e antinfiammatorie. Può essere consumata anche dai celiaci, ma solo quando è garantita l’assenza di contaminazioni da grano. È ricca di fibre, aiuta quindi a regolarizzare la digestione e pulisce il nostro intestino. 

I fiocchi d’avena vengono prodotti per via meccanica, con un metodo molto semplice di fioccaturaquindi mantengono praticamente tutte le proprietà. 

È una fonte di vitamina A, B, D ed E, ma anche sali minerali come calcio, ferro e zinco. Così previene la demineralizzazione e contribuisce alla salute di tanti organi, con particolari benefici per la pelle e l’intestino. 

Insomma, l’avena fa proprio bene ed è praticamente adatta a tutti! 

  

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Ricetta 

Io consumo l’avena con il latte e ci aggiungo della frutta, ma molto spesso non voglio rinunciare al cioccolato così ci metto quello fondente che si scioglie sopra e diventa molto goloso! 

Preparare questa colazione è molto semplice e richiede circa 10 minuti. 

Basta mettere a scaldare un pentolino con acqua fino a raggiungere l’ebollizione.  

Successivamente si butta l’avena nell’acqua (io di solito la faccio cuocere circa 5 minuti):

 

 

 

 

 

 

 

E una volta cotta la lavo, come faccio spesso per il riso. 

 

                                                        

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Infine la rimetto dentro il pentolino con del latte e la scaldo. 

 

 

 

Fino ad ottenere quanto mostrato nell’immagine sottostante:

 

 

 

Dopo ci si può sbizzarrire aggiungendo ciò che si vuole per renderla molto più gustosa.    

 

  

 

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Forse di cioccolato ne avevo messo anche troppo! Ma non importa è sempre meglio dei cereali che siamo abituati a comprare al supermercato. 

Come vedete è molto semplice da preparare e anche veloce, una colazione decisamente più salutare e che non fa rinunciare al gusto. Fatemi sapere cosa ne pensate, e soprattutto se avete altre ricette sia per l’avena che per altre tipologie di colazione non esitate a scriverle!  

 

Gianlu 

 

 

 

 

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Riflessione in questo momento di quarantena

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In questo momento sto riflettendo molto sul modo di reagire di tante persone e ho deciso di scrivere qualche parola per provare ad essere d’aiuto. Ogni giorno vedo tantissima gente insoddisfatta e che utilizza ogni tipo di Social per lamentarsi. Leggo da sempre tanti post in cui le persone si lamentano di questa vita, in certi casi desiderano ciò che non hanno, ma l’unico sforzo che fanno è scrivere sui Social. Vabbè, probabilmente pensano che sia figo scrivere certe frasi, e il colmo è che ottengono pure tanti mi piace e commenti. Prima della quarantena perché non si aveva il tempo di stare tranquilli a casa, oppure perché il lavoro è uno stress, o ancora perché si deve correre sempre… e tante altre frasi simili. Quante volte ho letto: “Uff domani è già lunedì. Mi dovrò alzare presto per andare a lavorare”, anche di domenica mattina presto, con tutta la giornata davanti e nonostante tutte le attività belle che si possono fare! Quante volte mi sono sentita dire che: “Io purtroppo non ho tempo per me” e frasi simili. E ora che invece abbiamo il tempo per stare comodamente a casa e fare tutto quello che tanti di noi non hanno mai avuto la possibilità di svolgere ci si lamenta ancora. Leggo frasi del tipo: “Quando tutto questo finirà, mi concederò un attimo di relax a casa” oppure gente che si continua a chiedere: “Quando torneremo alla normalità?”.

Ma perché non approfittare di questo momento e non rimandare? Ci sono tantissime attività che si possono svolgere e che ognuno di noi ha dovuto posticipare continuamente. C’è chi ha sempre voluto cucinare un certo piatto, chi vedere un determinato film o una serie tv, chi leggere un libro che aveva preso da molto e chi desiderava un momento solamente per se stesso, per rilassarsi e meditare. Bene, perché non fare con gioia tutto ciò? O chi magari ha sempre voluto fare un bel viaggio… sì, ora non è il momento lo so, ma intanto perché non programmarlo? La gioia di un viaggio inizia dal momento del desiderio e della ricerca! E tanto altro.

Poi vi aiuta continuare a chiedervi quando tutto tornerà normale? Passare il tempo a porvi questa domanda serve a qualcosa? Sicuri che vi faccia stare meglio? Io ho qualche dubbio, ma è solo un mio pensiero. Continuando, leggo tanti stati in cui vengono condivise le brutte notizie, in certi momenti i Social sono pieni di post su quanti morti ci sono. Abbiamo già i telegiornali, i giornali e i media che ci tengono aggiornati. Non è forse sufficiente? Dobbiamo anche noi far girare continuamente queste notizie? Ci fanno stare forse meglio? Voglio farvi riflettere, non voglio sembrare insensibile. Anche a me manca tantissimo la mia libertà, poter uscire e vedere le persone a cui voglio bene, poter viaggiare, fare una camminata, uscire a cena e tanto altro. Anche a me dispiace molto sentire tutte queste brutte notizie e vedere il panico negli occhi di tanta gente. Però stiamo vivendo questo momento, siamo chiusi ognuno nella propria casa e per nessuno è facile da accettare, ma è indispensabile reagire. Ci sono tante persone che emotivamente sono molto più fragili e che leggendo un tipo di messaggio stanno ancora peggio, quindi il mio consiglio è di evitare di peggiorare la situazione.

Cerchiamo di essere d’aiuto almeno psicologicamente! Facciamo qualcosa una volta tanto sia per noi che per tutti! Smettiamo di lamentarci perché questo crea un effetto domino che non va bene. È ora di interrompere tutto questo. Dobbiamo essere positivi e non guardare male o giudicare insensibile chi nonostante tutto continua a sorridere. Essere positivi è importante ora più che mai, nonostante tutto, e non crediate che sia sempre semplice. Anche le persone che appaiono sempre ottimiste e felici hanno i loro problemi e le loro paure, ma reagiscono! Si fanno forza per stare bene. Ricercano ogni giorno la felicità della vita, il benessere dentro se stessi per cercare poi di trasmetterlo agli altri. Non dobbiamo stare male, non dobbiamo seminare tristezza e ansia! Solo così potremmo essere d’aiuto per noi stessi e per tante altre persone.

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Non perdiamo la speranza. Questo momento passerà e tornerà tutto alla normalità. Cerchiamo di imparare da tutto questo, cerchiamo di riflettere su cosa è realmente importante in questa vita, cerchiamo la pace dentro noi stessi per stare bene con noi e con tutti. Siamo qui per vivere, non per lamentarci! Cercate e trovate qualcosa che vi faccia stare veramente bene, che vi faccia sentire vivi, felici e forti ogni singolo giorno! Cosa desiderate da questa vita? Siete soddisfatti di quello che siete e degli obiettivi che avete raggiunto? Cosa vi renderebbe veramente felici? Pensateci, non lamentatevi, ma cercate le risposte dentro di voi. Non ponetevi limiti. Siate curiosi e fatevi tante domande. Ora avete tutto il tempo, non avete più scuse, sfruttatelo al meglio! E una volta che tutto tornerà come prima, siate diversi, siate migliori ogni singolo giorno! Io continuerò a provarci e a crederci. Io desidero crescere ogni giorno, impegnarmi per vivere davvero, per sentirmi sempre meglio, per far stare bene gli altri, voglio essere utile e ci tengo tantissimo a realizzare ciò che per me in questa vita è veramente importante, e che ho scoperto grazie all’aiuto e agli insegnamenti della grandissima Maestra Angel Jeanne.

 

Claudia.

 

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COSA STA ACCADENDO CON IL CORONAVIRUS?

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Cosa sta accadendo ultimamente nel nostro Paese? È una domanda che ci stiamo ponendo un po’ tutti e a cui non sappiamo darci una risposta, o quasi. Cosa sarebbe questo Coronavirus? Si sa che ogni tanto abbiamo a che fare con un nuovo tipo di virus (come se questi venissero fabbricati di tanto in tanto!) Ora abbiamo il Coronavirus, che non si sa come sia uscito fuori improvvisamente, ma sta facendo ammalare un sacco di persone in giro per il mondo. I primi casi sono apparsi in Cina, poi è arrivato anche in Italia. Prima ci dicevano che il nostro Paese era ben controllato con gli arrivi di persone dall’oriente, però è arrivato ugualmente e si è cercato di capire chi fosse stato o meno a trasmetterlo per primo. 

Ora si sta cercando di capire come poterlo contenere e trattare, poiché il numero di persone ammalate sta crescendo a dismisura. Così ci stanno chiudendo nelle nostre abitazioni, limitandoci gli spostamenti e il lavoro, e vietando l’attraversamento di alcune province. Questo per evitare che i contagiati trasmettano il virus ad altre persone. Ci vietano i contatti con gli altri, ci stanno chiudendo sempre di più e la gente sta a dir poco impazzendo. Ma vi è un virus imponente, che va a braccetto con il Coronavirus: è quello mediatico. 

I giornalisti, la tv, non fanno altro che aumentare la paura e le ossessioni della gente, incrementandoli con messaggi inquietanti e bombardandoli di notizie, che spesse volte non sono complete né vere, riducendo così il nostro modo di ragionare e la nostra lucidità. Si sa che la paura aumenta i problemi e i pensieri in noi, lo stress e le ossessioni, facendo entrare ancor meglio questa negatività in noi e nel nostro Paese come se ne fosse attirata. Dicono che la paura sia utile perché ci permette di non fare scelte sbagliate che ci costerebbero la vita, prevenendo i pericoli. 

D’altro canto c’è da dire che la paura risulta essere spesso un blocco psicologico che non ci permette di avere coraggio di fare qualcosa di importante come qualcosa che potrebbe cambiarci in positivo. È chiaro che ora le nostre elevate paure di questo periodo siano influenzate dai media, che spargono panico al fine di abbassare la nostra capacità di giudizio e di agire bene. Se invece fossimo rilassati mentalmente e informati adeguatamente, saremmo molto più riflessivi e comprenderemmo meglio il problema. Ma questa paura invece ci sta portando stress, ci sta rubando il tempo e la vita, facendo del male psicologicamente, a volte con ripercussioni anche sul fisico. 

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Inizialmente non avevo paura di questo virus, perché ero convinta che fosse tutto una finzione, che i casi erano inventati e che in Cina si sarebbe risolto tutto nel giro di poco. Non davo peso al problema, ma era come se qualcosa voleva che io la pensassi così. Tanti altri la pensavano come me, tant’è che continuavano a viaggiare da un Paese all’altro come avevano sempre fatto. Non avrei mai e poi mai immaginato che dopo poche settimane avrei visto un caso positivo con i miei stessi occhi.  

Dopo qualche ora ne ho visti altri due, poi altri 3. Li sto vedendo aumentare sempre di più, nel reparto ospedaliero in cui lavoro. Non posso ancora credere che tutto questo sia vero, sta accadendo tutto in modo velocissimo. Tutto cambia nel giro di poco tempo, lasciandoci impreparati nella gestione e costretti a improvvisare nuove stanze di isolamento che siano adeguate. 

La mia impressione è quella di vivere in un film o su un altro pianeta. La mole di lavoro è disumana. Siamo costretti a fare turni interi con camici o tute come quelle con cui si va sulla luna, con una maschera che ci fa mancare il respiro e ci lesiona pure la cute del viso. Indossiamo occhiali o visiere protettive contro gli schizzi, non possiamo uscire dalla stanza di isolamento per prendere una boccata d’aria o per fare pipì o berci un sorso d’acqua. Questo per non sprecare i dispositivi di protezione individuali, per paura di non averne abbastanza per i colleghi dei turni successivi, che scarseggiano in tutta Italia. Si sente la stanchezza e il respiro che manca, eppure stiamo lavorando così. I pazienti aumentano e manca il personale, quindi saltiamo i riposi, come anche le nostre ferie. 

Dobbiamo tenere duro, perché se uno di noi si dovesse ammalare, sono guai per noi operatori e per i pazienti che non avrebbero assistenza. Mi sembra di essere in terza guerra mondiale, tanto è critica questa situazione. Anche noi siamo persone, ma chi si prende cura di noi? Spesso le nostre esigenze non sono comprese da chi ci dirige e non è mai entrato in sala isolamento a lavorare. Devo dire che nonostante tutto la forza di volontà è tanta da parte di noi che ci lavoriamo a stretto contatto, cercando di migliorare ogni giorno l’assistenza e fare gruppo tra di noi, per incoraggiarci e migliorare le cure. Sono pazienti instabili, alcuni critici e altri meno, molti anziani che hanno tante altre patologie di base e che fanno più fatica a rispondere alla terapia antivirale e infatti molti decedono per questo. 

Non abbiamo nemmeno più vita sociale, ultimamente. Non possiamo vederci con le persone che amiamo, con gli amici e parenti, ancor più se sono anziani. Possiamo solo spostarci da casa a lavoro e da lavoro a casa. Speriamo vivamente che questo periodo passi in fretta.  

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Tutto questo ha dell’assurdo. È troppo strano ammalarsi dal nulla, da una parte e dall’altra del mondo. Non avrebbe senso tutto questo altrimenti. Questo è un virus creato in laboratorio apposta per farci ammalare. Questo perché? Beh, magari per farci assumere la terapia antivirale, che deve essere massacrante per il fisico, e somministrarci vaccini, di cui alcuni oggigiorno contenenti chip sottocutanei.  

Svegliamoci! Siamo continuamente manipolati mentalmente (vedi i social media) e ora anche fisicamente (vedi il virus), non possiamo avere più prove di così di quello che ci stanno facendo dal dietro le quinte! E allora dovremmo andare contro di loro. Come? Innanzitutto riducendo gli ascolti dei telegiornali per distaccarsi dalle loro influenze e vivere la vita senza pensare sempre alle paure, poi cercare di stare calmi mentalmente, più positivi possibile, fiduciosi che tutto andrà bene. Se partiamo dalla base, ovvero modulando il nostro pensiero, saremo più forti e in grado di gestire tutto e risolvere tutto, perché i problemi faticheranno ad arrivare, non entreranno in noi attraverso le nostre angosce. Io con tutto ciò che ho scritto volevo solo far riflettere e raccontare la mia esperienza e punto di vista. Spero di esser stata utile. 

 

Anonimo.

 

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