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Questa leggenda è relativamente recente, appartenente infatti al secolo scorso, e ha per protagonista una villa bolognese, nella zona tra Bologna e Trebbo di Reno.
Il nome reale della villa è Villa Malvasia, nome del padrone di essa, nel 1600, che la usava come residenza estiva, ma per tutti è conosciuta come Villa Clara. Sono due le leggende circolanti intorno a tale nome, seppur la sua reale identità sia piuttosto incerta. Clara viene infatti definita genericamente come la figliastra dell’allora padrone di casa, e le leggende su di lei sono due.
La prima vuole che il padre trovò Clara amoreggiare di nascosto con un sottoposto, la qual cosa lo indispettì oltremodo, tanto da prendere l’atroce decisione di murare viva la figlia.
La seconda leggenda, invece, vuole Clara come dotata di forti capacità di chiaroveggenza, e il padre, terrorizzato dal soprannaturale, alla stessa maniera la murò viva.
In ogni caso, la leggenda narra che il fantasma di Clara, ancora senza pace e pieno di tormento per quell’infausto destino, vaghi straziandosi per i corridoi della villa. Molti giovani bolognesi hanno usato l’ingresso nella villa come una sorta di rito di passaggio, e come sfida impulsiva alla paura. Molti si sono semplicemente affacciati all’ingresso, per poi fuggire. Altri hanno intravisto strane figure, o sentito voci, e sensazioni non certo piacevoli. Altri ancora hanno visto direttamente il fantasma di Clara a figura intera che girovagava nel giardino, oltre a sentire note di pianoforte da dentro le mura, e vedere le finestre illuminarsi, nonostante l’assenza di elettricità, finanche a veri e propri episodi di poltergeist.
Quel che è certo, è che il solo aspetto, circondata com’è dall’erba alta, anticipata da un grosso cancello fatto di spunzoni arrugginiti, e in generale l’aria fatiscente e orrorifica, contribuisce alla sua nomea di villa stregata. Da sottolineare poi che negli anni passati, la zona davanti alla villa era diventato un punto fisso di prostituzione, e che all’interno della villa sono state accertati vari ritrovi nei quali si svolgevano messe nere. Non si può poi ignorare come, nonostante siano state fatte varie campagne di restauro, nessuna sia mai potuta giungere al termine. Ogni volta, infatti, strane e anomale disfunzioni magnetiche causavano problemi irrisolvibili alle apparecchiature e ai macchinari adibiti al restauro, così come guasti alle torce elettriche. Due operai poi, durante questi lavori, perirono in un incidente, mentre nel 1999 un bambino cadde in una botola segreta, morendo. E non pare nemmeno un caso, correlato al dettaglio sui guasti alle apparecchiature, che spesso, passando vicino alla villa con la radio accesa, quest’ultima vada in interferenza. Insomma, le dicerie e i racconti su questa villa sono vari, ma basta anche solo darle un semplice sguardo, per comprendere che essa, dietro le sua mura, nasconde segreti che meriterebbero di essere maggiormente indagati.
Riccardob