Veleno nel sangue, veleno nelle parole

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Ricordo quando io e il mio compagno fummo invitati a cena da sua madre, arrivammo e già sentivo qualcosa ribollire in mia cognata.
Appena ci sedemmo sputò fuori il veleno, immediatamente, senza riuscirsi più a trattenere: “Allora? Ti hanno arrestato?” disse rivolgendosi a suo fratello, guardandolo in cagnesco. Io e lui ci scambiammo subito uno sguardo, confusi… ”Ieri alla manifestazione, sei un delinquente, ti hanno arrestato?”. Si stava riferendo alla manifestazione avvenuta il giorno prima a Roma per la salvaguardia dei diritti umani, una delle più importanti a mio parere alla quale avevamo partecipato io e il mio compagno.

È stata una delle più significative proprio perché la dittatura sanitaria si era mostrata in tutto il suo orrore, picchiando gente innocente con le mani alzate che gridavano libertà, spruzzando con gli idranti acqua gelata sulla folla, lanciando lacrimogeni ovunque, ricordo perfettamente quando ne hanno sparato uno sulle persone che stavano in lontananza, dove mi trovavo anch’io in quel momento, c’erano persone che semplicemente camminavano e non partecipavano alla manifestazione eppure loro spararono comunque i lacrimogeni anche lì, ricordo come tirarono via immediatamente quel bambino a cui il lacrimogeno era appena finito vicino ai piedi.

La manifestazione era finita su tutti i giornali e alla tv, naturalmente in modo del tutto storpiato, si parlava di persone aggressive contrarie al vaccino, mentre i video fatti dalle persone in quel momento e le testimonianze di tutti noi che eravamo realmente presenti lì, erano tutt’altre.

Era uscito il video delle manganellate furiose delle forze dell’ordine, su donne e uomini che non avevano alcun atteggiamento aggressivo, molte persone che guardarono quel video rimasero inorridite e dovettero ricredersi su ciò che la televisione stava diffondendo, iniziando a porsi dubbi, altri invece negavano anche l’evidenza, altri ancora godevano come porci nel veder malmenare persone innocenti. Uno di questi è il farmacista del mio paese, che sotto il video scriveva commenti del tipo ”menare forte”, ”a questi gli ci vorrebbe proprio una bella dittatura”.

Mia cognata aggredì suo fratello, senza neanche farlo parlare, lo aggredì e basta pensando che lui fosse un delinquente, pensando che lo fossimo entrambi! Solo per aver partecipato ad una manifestazione per la salvaguardia dei nostri diritti, compresi i suoi!

Iniziai a parlare ad alta voce, dicendo se a loro sembrasse giusto mostrare qualcosa per poter accedere in un posto, per poter lavorare! Dissi che noi alla fine stavamo lottando per tutti, perché nel momento in cui tu sei Obbligato a mostrare qualcosa, ad indossare qualcosa (che tra l’altro nuoce gravemente alla salute) significa che Non sei Libero.

Lei non mi guardava, tagliava la carne che aveva nel piatto, con foga, e per un momento pensai che è proprio quello che avrebbe riservato a me in quel momento.

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Sua madre, vaccinata come lei, tra l’altro una di quelle che controllava i green pass, mi dava ragione con un’ipocrisia incredibile. Più parlavo, più lei sbuffava e mugugnava sonoramente e a tratti prendeva il telefono e mandava messaggini velenosi verso di me, a sua madre. Me ne accorsi perché, tutte le volte che finiva di scrivere e lanciava il telefono sul tavolo, suonava subito quello di sua madre annunciando la ricevuta di un messaggio; ad un tratto mia suocera, che era seduta accanto a me, prese il telefono per l’ennesima volta, sbirciai velocemente e lessi perfettamente il nome di mia cognata nel messaggino appena ricevuto, quindi non c’erano dubbi che stessero parlando.
Quando chiesi loro perché si messaggiassero a vicenda nonostante fossero una davanti all’altra a neanche un metro di distanza, entrarono subito sulla difensiva dicendo che non stessero messaggiando tra di loro. Ridicole.

Più parlavo di libertà più si alterava e sembrava scoppiare da un momento all’altro. Potevo letteralmente sentire ogni suo pensiero che si traduceva in ”Stai zitta cretina”. Ero sconvolta. Perché io e lei eravamo amiche da una decina d’anni, è bastato perdersi di vista un po’, è bastato un vaccino, che lei diventò irriconoscibile. La sua irritabilità verso i discorsi che riguardavano la libertà era strana, veramente strana. Le persone stavano iniziando a cambiare il loro modo di pensare.
Troppe volte ho sentito le parole ”i vaccinati non sono più loro, non ragionano più, quella roba gli fa qualcosa al cervello, questo non si può negare”. L’ho sentito talmente troppe volte da persone totalmente diverse, che è impossibile non correlare la cosa, non è possibile che una persona prima è completamente convinta di ciò in cui crede e dopo la vaccinazione è letteralmente succube del governo, difendendolo a spada tratta. Lei era una di quelle che ”non mi vaccinerò mai, non voglio mica diventare sterile”, visto che si parlava di come il vaccino andasse a sterilizzare le persone e di come recasse aborti, e malformazioni al feto, e di come i bambini appena nati non riuscivano a sopravvivere.

Io abito in un paesino molto piccolo dove non succede mai niente, e in tutta la mia vita, mai avevo sentito di bambini morti subito dopo essere nati, dopo la vaccinazione nel giro di 1 anno ne erano morti 3, senza apparente motivo con i genitori entrambi vaccinati. Visto che aveva un’infinita paura che questo succedesse a lei, visto che il suo sogno era ed è mettere su famiglia, non credevo che cedesse al ricatto.

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Eppure, si vaccinò e nonostante alla seconda dose stette anche male, iniziò a sentire formicolii sulle gambe mentre perdeva lentamente la sensibilità di queste, andò anche a farsi la terza. E anche tutti i tamponi necessari per entrare in discoteca.
Il mio compagno quando seppe che si vaccinò le fece la battuta “Auguri e figli maschi… ah no”,
come a intendere che non potesse avere più figli dopo il siero e incredibilmente lei non capì. Non riusciva a capire cosa intendesse, la sua più grande paura era svanita? O forse non si ricordava più di questo effetto collaterale che lei tanto temeva.

Ricordo come godeva ogni volta che qualcuno che aveva provato a resistere il più possibile crollasse e andasse a farsi vaccinare piangendo, godette anche quando cedette il suo altro fratello più grande. Disse chiaramente: “Beh, che cosa si aspettava? Di non farlo mai? Di resistere per sempre?”. Anche a noi dava i minuti contati, stava lì ad aspettare quando avremmo ceduto, non mi dispiacque neppure un secondo averla delusa, visto che non cedemmo Mai.
Parlo di lei perché prima che si vaccinasse, era una persona ragionante e pensante. Riuscivi a farci un discorso sensato e soprattutto era mia amica, una persona a cui volevo bene, ma ha iniziato a schifarmi e a reputarmi inferiore, a pensare che io stessi facendo il lavaggio del cervello a suo fratello, trascinandolo dalla parte dei no-vax, così ci chiamavano, eravamo e siamo tutt’ora la feccia per loro.

Ci rimasi molto male, per me era inconcepibile, che una persona che ti conosceva da tantissimi anni e che aveva un’idea salda di te, riusciva a far crollare tutto di colpo dopo essersi iniettata quella roba dentro.
Era inconcepibile aver paura di ammettere che tu fossi quello non vaccinato, vedevi come gli occhi delle persone cambiavano e anche tutto ciò che pensavano di te fino a quel momento crollava.
Tu eri il no-vax, da cui bisognava stare alla larga, tu non volevi il bene della comunità, perché non ti eri sottoposto al rischio della vaccinazione che avrebbe salvato numerose vite. Tu eri il no-vax, eri il negazionista, il complottista, il nazista che non aveva diritto di svago, di parola, non avevi diritto a riceve le cure, non avevi diritto di studio, non avevi diritto al lavoro, non avevi diritto a essere libero. Tu diffondevi il virus e a detta di qualcuno ti meritavi di rimanere chiuso in casa per sempre, ”Create i campi di concentramento per i no vax!”, ”mettetegli un simbolo di riconoscimento, facciamoli girare con il cartello al collo con scritto non sono vaccinato”, e questi sono solo alcuni dei grandissimi insulti, minacce e umiliazioni che abbiamo dovuto e che ancora stiamo subendo nella nostra vita, solo per aver preso una scelta differente da ciò che la dittatura imponeva.

 

-wolfmoon

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