Licenziamenti verso green pass scaduti

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A chi ha vissuto gli anni 2020-2022 vengono alla mente tantissimi episodi di ingiustizia legata al nazipass/Green Pass, sia diretti sia indiretti raccontatici da amici, familiari, sconosciuti. L’ingiustizia maggiore che io personalmente ho dovuto subire è il fatto che, senza il Green Pass, non ho potuto lavorare per 6 mesi.

Nell’autunno del 2021, infatti, il governo ha emanato una delle sue solite “leggi” ridicole e illegali (“leggi” tra virgolette perché nella realtà dei fatti a livello giuridico non lo erano, essendo solo dpcm o decreti legge, ma tutto era accettato ormai…) per cui chiunque fosse sprovvisto di Green Pass dal giorno 15 ottobre sarebbe stato sospeso da lavoro senza retribuzione. Questo valeva per qualunque settore, sia pubblico che privato. Sarebbero stati istituiti dei “controllori” interni e sarebbero stati effettuati controlli a campione tra i dipendenti: chiunque fosse stato beccato a essere sprovvisto del sopracitato nazipass sarebbe stato multato ed allontanato dal luogo di lavoro, con provvedimenti disciplinari successivi.

Per ottenere il beneplacito per il lavoro bisognava o essere in pari con le vaccinazioni (ed avere quindi il famoso Super Green Pass, che in quel momento prevedeva tre dosi di siero genico), o dimostrare di essere guariti dal Covid-19 (Super Green Pass, rilasciato dopo aver eseguito i tamponi ed essere guariti), oppure farsi i tamponi nasali ogni due giorni (Green pass base). Nel caso del green pass da guarigione, questo veniva emesso con una validità di soli 6 mesi, nonostante gli anticorpi creati in seguito a una malattia restino nel nostro organismo per anni. I tamponi da fare ogni due giorni, invece, erano a carico delle singole persone, per un costo di circa 15€ ogni tampone.
Era tutto studiato perché alla fin fine la popolazione, sfinita da tutte queste restrizioni assurde, corresse a vaccinarsi di propria spontanea volontà.

Ad ottobre 2021 io non ero vaccinata né avevo intenzione di eseguire i tamponi, meno che mai ogni 2 giorni, quindi mi sono fatta sospendere, l’unica “pecora nera” in tutta l’azienda. Tutti gli altri non vaccinati hanno preferito fare i tamponi ogni 2 giorni pur di continuare a lavorare. Avrei potuto tornare a lavorare solo quando avrei avuto un pass o fatto i tamponi.

Questo decreto comunque è rimasto in vigore fino al 30 aprile 2022, quindi dal 01 maggio queste restrizioni sono cadute, e abbiamo potuto (quasi) tutti tornare al lavoro. Dico “quasi” perché le restrizioni erano ancora in vigore per alcune categorie di lavoratori, quali insegnanti, sanitari, forze dell’ordine.

Dal 15 ottobre 2021 al 30 aprile 2022 comunque sono passati esattamente 6 mesi e mezzo. Non sono stati 6 mesi facili per me, nel senso che senza entrate ovviamente avevo il problema delle spese da sostenere, quindi ho provato a ridurre i consumi (eravamo in autunno/inverno, dovevo per forza accendere il riscaldamento ma per meno tempo rispetto agli anni precedenti), ho ridotto le uscite di casa in cui spendevo soldi (anche perché in molti ristoranti e locali non avrei potuto entrare, perché chiedevano il green caz: altra “legge” assurda di quel periodo), ma soprattutto mi sono dovuta ingegnare per avere qualche soldino che mi permettesse di avere anche una minima entrata per il cibo. In quei mesi mi sono trovata un lavoretto che mi ha permesso sia di uscire di casa e conoscere persone nuove, sia di guadagnare qualcosina. Da questo punto di vista la pausa dal lavoro ufficiale mi ha fatto molto bene, perché lontano da quel covo di serpi sono rinata, mi sono rilassata da quello stress tossico da vaccinati e mi erano anche passati gli attacchi di ansia e di panico. Ma ciò non toglie e non mi fa dimenticare quello che mi hanno fatto, ovvero che mi hanno sospesa senza busta paga per metà anno; se i miei capi avessero avuto le palle e si fossero “ribellati” a tutta quella assurdità nessuno sarebbe stato in quella situazione difficile.

 

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Soprattutto perché ho scoperto che alcuni miei colleghi in quel periodo sono stati licenziati in quanto sono stati trovati durante il turno lavorativo con il green pass scaduto il giorno prima, o con il green pass di un’altra persona. A nulla sono valse le loro giustificazioni o dimenticanze, sono stati licenziati in tronco. Perché era più importante che tutti avessero questo pass piuttosto che far lavorare persone che ne avevano davvero bisogno.

Di cose da dire sul green caz ce ne sarebbero davvero una infinità, hanno creato un mostro che ora sarà difficile da distruggere perché è entrato nella mente delle persone: non il green pass in sé, ma la divisione “sociale” tra i cittadini modello e di serie A (i vaccinati col pass) e tutti noi altri cittadini di serie B che, secondo loro, non valgono niente. Spero davvero comunque che questa follia finisca nel migliore dei modi e che giustizia sia fatta per tutti.

 

ilary

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