Testimonianza contro la Farsa

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Qualche giorno fa ho conosciuto un avvocato, sulla quale per via indiretta sono venuta a sapere di un evento piuttosto drammatico che l’ha colpita nel periodo più cruciale del farsavirus. Che adesso  racconto. Suo marito a seguito di alcuni disturbi fisici,( aveva fatto la prima dose)  decise che doveva andare in ospedale, per controllare l’andamento della sua salute. Il continuo martellamento mediatico di propaganda terroristica aveva sortito il suo effetto su di lui, e nonostante l’insistente parere contrario della moglie, che non vedeva nulla di preoccupante nella condizione fisica del marito, si fece ricoverare. Venne l’ambulanza che lo portò in reparto. Lei lo segui in auto, ed una volta raggiunto l’ospedale tentò di entrare, ma le fu impossibile perché ogni ingresso era sbarrato. Un infermiere le comunicò che si sarebbero occupati loro del marito e sempre e solo per loro tramite, avrebbe ricevuto sue notizie. Eppure aveva con se il cellulare, ma ogni tentativo di mettersi in contatto con lui era vano, qualcuno gli aveva spento il cellulare. Passò un giorno senza avere nessuna notizia, il giorno seguente decise di ritornare in ospedale e pretendere di potere vedere suo marito, di sapere come stava. Si presentò un infermiera, che le disse, adesso glielo  faccio vedere. Ritornò dopo qualche minuto con un ‘urna in mano, e le disse, ‘’ecco suo marito signora, mi dispiace’’. Dissero che era deceduto a causa di complicanze da covid, ma di cosa esattamente non si è saputo, e il giorno stesso cremato. Lei rimase impietrita. Il dolore, e la sofferenza furono devastanti e  per parecchi mesi, dovette elaborare il terribile lutto. Ma poi il senso di rivalsa e giustizia prevalse sul dolore, e destando in lei  un intenso desiderio di voler conoscere le verità che fino ad allora le erano state nascoste. Divenne così di li a poco la fondatrice di un’ Associazione, alla quale possono aderire tutti coloro che non si sono piegati al sistema, persone che  sono state sospese dal lavoro, altre che semplicemente condividono gli stessi valori di libertà. E’ una forma di comunità, che non ha luogo, le persone continuano a vivere nelle loro case , ma sono collegate a una rete e questa rete piano piano gli permette giorno dopo giorno di diventare sempre più interdipendenti, sempre più liberi, di sganciarsi dalle cose che divengono invivibili, o che gli vengono tolte nella vita normale. Trovo sia un progetto molto interessante..In Friuli se ne stanno sviluppando  parecchie di queste comunità, e stanno anche funzionando molto bene.

 

Antonella B.

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