Questo vaccino serve davvero a salvare i nostri anziani?

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La prima testimonianza riguarda il papà del mio convivente. E’ un uomo che ha compiuto 88 anni lo scorso mese di marzo. Nel 2017 gli è stato asportato un melanoma con un grado medio di malignità, intervento da cui si era ripreso molto bene. Premetto che è una persona che fisicamente è forte, ha sempre praticato sport e vita all’aria aperta. Si alimentava anche discretamente, nel senso che consumava una grande quantità di verdura cruda e frutta. Uso l’imperfetto perché da un po’ di tempo, da quando è mancata la moglie, si alimenta utilizzando anche molti prodotti pronti e utilizzando una quantità di olio di semi di mais eccessiva per cuocere le sue verdure. Nel mese di settembre 2019 ha perso sua moglie, con cui era sposato da più di 50 anni e un mese dopo è stato ricoverato per un intervento di protesi all’anca, proprio in ospedale nel post operatorio, ha contratto una polmonite bilaterale, che si è portata via i tre compagni di stanza, e che con tutta probabilità era già covid, cosa che ovviamente ha prolungato la sua convalescenza che, tra varie complicazioni, si è conclusa con il suo ritorno a casa a metà dicembre. Si è ripreso benissimo, grazie alla sua tempra e alla sua forza di volontà, anche se mi ha confidato che la polmonite gli ha lasciato in eredità una maggiore affaticabilità e meno prestanza dal punto di vista respiratorio. Nei confronti del covid ha sempre avuto un atteggiamento molto prudente, indossando mascherina e guanti per andare a fare la spesa al supermercato, ma almeno inizialmente, non manifestava fobia. Discorso vaccinazioni. Lui fino a Natale del 2020 non voleva vaccinarsi perché non si fidava. Ha poi ricevuto sul suo telefonino un sms in cui veniva invitato per la vaccinazione e, non ho ancora capito di preciso quale meccanismo sia scattato, nel mese di aprile 2021 è andato a fare la prima dose, seguita dalla seconda un mese dopo. Posso pensare a molti fattori, solitudine e meno prestanza fisica l’hanno portato a passare più tempo in casa in compagnia della televisione che, oggi più che mai, sappiamo essere una delle maggiori fonti di disinformazione. Fatto sta che ho notato in molte persone questo cambiamento radicale di posizione, prima erano assolutamente convinti di non fare questa vaccinazione, e dopo pochi giorni ti dicevano serenamente che avevano fatto la prima dose. Ad ogni modo posso dire che, dopo essersi vaccinato, quest’uomo non è più lo stesso, è diventato fobico ed anche insistente affinché anche noi ci vaccinassimo, compreso mio figlio!!!

E questo sarebbe forse il male “minore”. Infatti nel mese di luglio 2021 scopre di avere una massa sul lato destro della schiena, zona lombare, che gli faceva male e pareva infiammata. Ha amicizie nell’ospedale del luogo in cui vive e fortunatamente è riuscito a farsi visitare abbastanza in fretta. Risultato: cancro, melanoma con un grado elevato di malignità.

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Dopo la terza dose fatta in novembre è ancora andato giù, psicologicamente ha tanti alti e bassi, nonostante mantenga una più che discreta lucidità, compatibilmente con l’età, ha avuto una forte epistassi ad aprile e da quel momento ha quasi tutti le sere un po’ di febbre e una sorta di sfinimento. Poche settimane fa mi ha detto di non voler fare la quarta dose e gli ho detto che faceva bene. L’altro ieri mi ha detto che ha preso appuntamento per andare e, di fronte al mio stupore e alla richiesta di una motivazione, mi ha risposto che lui “è un fragile”. Non so dire quanto mi sgomenti, tutte le volte, questo cambiamento repentino di posizione, e quanto sia dispiaciuta per quest’uomo. Poi mia zia, da parte paterna. È una donna di 63 anni che ha una storia di reazioni allergiche a farmaci/metalli, alcune piuttosto importanti, un’osteoporosi accentuata già da qualche anno, psoriasi e problemi di vista. È una persona che, di fatto, qualche situazione problematica legata alla salute fisica, ce l’ha e, da ciò che so e ricordo, li ha sempre avuti. Anche lei non voleva fare la vaccinazione. Suo marito è infermiere e lavora in ospedale, anche nei reparti covid. È una persona, lui, estremamente allineata al sistema sanitario e, anche qui, non sono a conoscenza delle varie dinamiche che hanno fatto maturare una decisione opposta alla precedente, fatto sta che anche lei alla fine capitola e decide di sottoporsi alla sperimentazione. Quello che so è che si è recata in ospedale con moltissima paura, e già questo non è normale e non dovrebbe mai accadere. Dopo poco tempo dalla somministrazione del siero ha cominciato ad avere dei problemi di deambulazione, legati a dolori lancinanti agli arti inferiori, dolori che non la fanno dormire la notte. Le hanno fatto non so più quanti e quali esami, arrivando ad ipotizzare una sclerosi multipla, non confermata però dagli esami, anche se sostengono esserci delle similitudini e sulla base di queste, hanno impostato una terapia con farmaci pesanti. So che lei ha il dubbio che tutto questo sia stato scatenato dal siero, ma purtroppo non è sostenuta. Qualche settimana fa ha contratto il covid, arrabbiandosi abbastanza perché, con tre dosi, credeva di essere sufficientemente “protetta”. Da non sottovalutare un ulteriore aspetto. L’inverno scorso il marito ha impedito alla sorella, altra mia zia non sierata, di andare a casa loro, ponendo come condizione l’effettuazione di un tampone prima di entrare in casa…sono rimasta abbastanza sconvolta dalla cosa. Infine una volontaria che presta la sua attività dove lavoro. È una donna anziana, ma molto attiva e con un’ottima manualità. Ha perso il marito qualche mese fa e ha avuto un infarto, da cui si è ripresa abbastanza bene. Al mio rientro al lavoro l’ho incontrata e le ho chiesto come stava. Mi ha risposto che non riesce a venire più molto perché, dopo la terza dose di siero, ha dei dolori estremamente debilitanti. Mi ha raccontato di molte visite e terapie che non hanno alcun effetto. Tutto questo le ha abbassato molto il tono dell’umore, comprensibilmente. Le ho chiesto se ha fatto segnalazione di reazione avversa e mi ha riferito che il suo medico curante non l’ha fatta. Così le ho spiegato come farla autonomamente, mi sono anche offerta di aiutarla. Ha preso tutti i riferimenti, ma non ho avuto modo di chiederle se è riuscita a procedere poiché, di fatto, la vedo molto poco. Mi ha detto che non farà naturalmente più alcuna dose e mi ha detto più o meno così: “Finalmente l’ho capito. Purtroppo ho dovuto sbatterci la testa” e le ho detto che, purtroppo, molti lo hanno capito solo in questo modo.

 

Tammy

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