ESSERE SOLI

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Per lavoro ho conosciuto una persona con la quale ogni tanto collaboravo per organizzare delle serate al cinema che prevedevano, oltre alla proiezione del film, un dibattito con il regista e il cast. Questo signore faceva da mediatore e presentava le serate: è molto appassionato di questo suo ruolo, che svolge sempre con serietà e molto impegno.

Non essendo io vaccinata non potevo nemmeno più mettere piede dentro ad un cinema visto che il governo, per costringere i cittadini a vaccinarsi, oltre a impedirgli di lavorare se non dimostravano di essersi fatti le dosi richieste, erano banditi anche dai luoghi di svago, sport e di cultura, così da emarginarli socialmente e isolarli anche dalle proprie famiglie.

Ricorda tutto così tanto il nazismo.

Chiamo il gestore del cinema e gli chiedo di coinvolgere questo signore per presentare la serata. Attimo di silenzio e di gelo: mi dice che purtroppo hanno litigato visto che lui gli ha impedito di mettere piede dentro al cinema in quanto non vaccinato e il signore in questione gli ha detto che si sentiva discriminato. Gli dico che aveva decisamente ragione, che anch’io per quel motivo non potevo più andare al cinema, ma lui mi dice che non poteva fare altrimenti. Invece poteva se non avesse avuto paura.

Prendo in mano il telefono e chiamo questo signore, solo per dirgli che mi dispiace e per dargli una parola di conforto: l’uomo si commuove, mi dice che era alla guida e che ha dovuto fermarsi. Era talmente felice che ci fosse qualcuno che lo capisse da non sentirsi più solo e diverso e isolato. Mi sono commossa anch’io. Mi racconta di suo fratello, che era sano e in salute, ma che a 10 giorni dal vaccino è morto. Era davvero disperato per questo, anche perché nessuno della sua famiglia era riuscito a mettere assieme le due cose e lo additavano come quello strano, quando invece erano proprio loro a non aver compreso l’accaduto.

Il vaccino non ha “solo” portato tutta una serie di effetti collaterali e danni fisici e mentali in chi se l’è fatto – e con ribrezzo penso anche a quei genitori che hanno portato i figli al massacro spontaneamente – ha creato un’enorme frattura sociale perché chi quel siero non l’ha voluto fare si è trovato a combattere battaglie quotidiane per far valere i suoi diritti, si è sentito solo, spesso anche con la propria famiglia.

Questo signore era letteralmente a pezzi e non riesco a descrivere la gioia indescrivibile che ha provato per aver ricevuto la mia telefonata: quella frattura si stava un po’ rimarginando e lui ha ripreso un po’ di fiducia.

Ricordo che parecchi mesi dopo, quando hanno riaperto i luoghi anche ai non vaccinati, mi ha subito chiamata, perché ci teneva a condividere con me questo passaggio visto il supporto psicologico che gli avevo dato. Mi ha detto: “Speriamo sia un inizio di normalità”. Non ho avuto il cuore di contraddirlo.

 

Tara

 

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