Testimoni di geova niente sesso, perversioni

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Amichetto testimone di Geova alle elementari

La casa dove sono cresciuta si trova nel mezzo di un grande quartiere abitato principalmente da testimoni di geova. Alle elementari con me venne il figlio di uno di loro, con cui legai molto perché essendo della stessa zona prendevamo lo stesso pulmino. Ero affascinata da lui perché già a 6 anni dimostrava di essere un genietto, era intelligentissimo, a scuola si annoiava perché diceva che insegnavano cose per stupidi e tutti i giorni riusciva a creare mille costruzioni fantastiche con la carta, ho imparato più da lui che dalle maestre e mi aveva confidato che da grande voleva diventare un costruttore di automobili, ma era molto strano che queste costruzioni poteva farle solo a scuola, a casa non gli era permesso dai genitori. Mi chiedevo cosa ci fosse di male giocare con la carta, forbici e colla, eppure non poteva farlo. Ero molto curiosa anche del suo modo diverso di comportarsi, di reagire davanti alle cose, ma anche proprio di vedere il mondo. Gli chiedevo se credeva in Gesù, cosa ci fosse di diverso tra il nostro Dio e il loro, perché ce ne fossero due e quale fosse quello vero, e lui mi rispondeva sinceramente perché era piccolo, mentre se queste domande le fai agli adulti testimoni non vogliono risponderti o fanno mille giri di parole. Mi disse che loro credono in Gesù, ma che credono solo ad una parte della Bibbia, del vecchio testamento, e che Dio è lo stesso ma preferiscono chiamarlo con un altro nome perchè in quello loro ci sono delle differenze. Aveva una vita molto diversa dagli altri bambini, non poteva partecipare a giochi organizzati, soprattutto le feste di compleanno che erano particolarmente vietate rispetto al resto. Non poteva neanche fare sport e frequentare davvero pochissimo gli altri bambini della sua età che non fossero testimoni di geova. Io volevo giocare molto con questo bambino e allora chiesi ai miei genitori di voler andare a casa sua perché mi raccontava anche di avere una casa sull’albero che dovevo vedere, ma mi dicevano sempre di no e non capivo il motivo, era a due passi da casa mia. Alla fine decisero di farmici andare, e la sua famiglia accettò solamente perché siamo parenti alla lontana, altrimenti non mi era permesso. Andai da lui proprio il giorno del suo compleanno e mia madre mi disse che non dovevo fargli gli auguri, altrimenti si sarebbero infastiditi. Ad una certa ora arrivò sua nonna che mi disse: “Sai, oggi è il compleanno di bambino, ma noi non lo festeggiamo, quindi non gli devi fare gli auguri!Per noi è come un giorno normale, come un altro. ” Ci rimasi molto male per tutta quella pressione, come se ci fosse un divieto assoluto e che questi auguri non dovevano scappare nemmeno per sbaglio. Quel giorno poteva essere una giornata bellissima per quel bambino, piena di regali, poteva stare con tutti gli amici, la famiglia e i parenti giocando e divertendosi, invece gli era negato e lo sentivo che un po’ lo rattristiva. Passava molto tempo da solo perchè poi aveva sorelle già molto più grandi di lui. Dopo quella volta non mi hanno fatto andare più a trovarlo. Come siamo cresciuti ci siamo allontanati, soprattutto a causa delle maestre che ci avevano divisi continuamente tra maschi e femmine, creando un grosso stacco al punto da nemmeno parlare più fra i due sessi anche se eravamo nella stessa stanza. Però sapevo bene che il suo sogno di diventare costruttore e designer di macchine cresceva sempre di più, aveva anche scelto la scuola per diventarlo e già pubblicava progetti senza nemmeno aver iniziato a studiarlo. Poi ho saputo da poco tramite mia madre (ora lui ha 25 anni) che si sta per sposare con una ragazza testimone di geova anche lei e che entrerà a lavorare nell’azienda dei suoi genitori di aspirapolveri e non ha nemmeno iniziato l’università perché i genitori hanno deciso così. Già nella società in generale i genitori tendono a imporre ai figli il futuro che loro vogliono senza contare i desideri dei propri figli, nel caso dei testimoni è anche peggio, avviene sempre con tutto. Quando l’ho saputo mi si è stretto il cuore, quel ragazzo ha avuto la sfortuna di nascere in una setta che decide chi devi frequentare, quando, cosa puoi e non puoi fare/dire, se fare sport, chi sposare e dove lavorare. Non si ha la minima possibilità di scegliere per sè stessi, si è proprietà della comunità.

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Se non ti converti alla setta non puoi frequentarli

Il cugino di mio padre viene da una famiglia cattolica e si è convertito in testimone di geova da giovanissimo per sposare una ragazza di cui era innamorato. Questa ragazza rimase orfana quando aveva circa 3-4 anni, e fu adottata dalla datrice di lavoro di sua madre, una donna testimone di geova, che la crebbe con quella visione del mondo e con quelle regole, quindi per lei fu del tutto normale. Solo quando questa signora è morta qualche anno fa, sua figlia adottiva ha potuto un po’ confessare che veniva riempita di botte per ogni minima cosa provasse a fare, anche di normale, come voler uscire con le amiche e altre normali azioni. Quando si fidanzò con il cugino di mio padre, gli disse che però potevano sposarsi solamente se lui si fosse convertito, e lui per non perdere la sua amata entrò a far parte della setta. Era molto giovane anche lui quindi quella realtà gli fu inculcata totalmente nella testa e gli fecero il lavaggio del cervello. Si allontanò dalla sua famiglia considerando importante solo quella della moglie, e più passarono gli anni, più questa coppia diventò strana a causa di tutte le regole e i divieti, fino a essere visti dei pazzi agli occhi di tutti quelli fuori dalla setta. Hanno idee tutte loro, ogni settimana vanno all’adunanza che non devono saltare per nessuna ragione al mondo. Hanno l’obbligo di frequentare poco i non testimoni, quindi rifiutano spesso le chiamate e gli inviti anche di mio padre nonostante sia un parente. Sono molto schivi, riservati invece loro fanno mille domande; quando una volta si sono concessi di venire a mangiare a casa mia, mi hanno fatto l’interrogatorio, a cui ho cercato di rispondere il più possibile vago. Nonostante conoscono i miei genitori da anni e sanno cosa ne pensano della loro “religione” e che non vogliono assolutamente entrare a farne parte, ogni tanto, soprattutto la moglie prova e riprova a convertirli con telefonate e nel periodo della quarantena con letterine smielate spedite nonostante fossero a 200 metri. Anni prima provavano anche ogni domenica a venire con la loro valigetta, ma poi i miei genitori si arrabbiarono e non venirono più. Sembrano insensibili, vuoti, parlano solo della loro setta, non hanno passioni personali, la loro vita gira esclusivamente intorno alle adunanze e alle missioni settimanali di suonate di campanelli e appostamenti per cercare nuove persone da convertire. Per invogliarli a farlo gli viene promesso che dopo la morte, Geova li premierà a seconda di quanti adepti avranno convertito. Questa coppia ha avuto tre figli, e hanno deciso che il più grande dovesse sposarsi con la figlia di una loro amicizia testimone. Questa figlia era particolarmente contraria, e dopo il matrimonio fu costretta anche a fare un figlio con suo marito. Quando la figlia aveva 2 anni, lei non ce la fece più e scappò via di casa con una donna perché era anche omosessuale, ed era stata costretta ad avere rapporti con un uomo e anche sconosciuto, oltre che avere una figlia che non voleva. La bambina ora viene badata maggiormente dai genitori del marito, perché quel ragazzo non è capace di vivere per se stesso visto che è stato cresciuto solo in una bolla di vetro, figuriamoci crescere una bambina. Tutto il paese parlava di lei, su quanto fu cattiva ad abbandonare sua figlia che poi è anche autistica. Si vergognavano anche di dire alle persone che lo fosse, e davano alla colpa a sua madre se fosse cresciuta in quel modo a causa dell’abbandono, quando poi ci è nata e la malattia le è stata riconosciuta dai medici. Invece poi scoprimmo anche che lei vorrebbe vederla e avere rapporti con sua figlia, ma i suoi genitori hanno deciso che non può, ovviamente è stata anche cacciata dalla setta perché omosessuale e perché ha divorziato.

 

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Traumi mentali a causa della setta testimone di Geova

Quando andavo al liceo feci amicizia con una mia compagna testimone di geova. La mia curiosità è sempre tanta e la tempestai di domande visto che lei era più propensa a parlare della sua “religione”. Siccome era di un’altra città, lei faceva parte di un’altra comunità di testimoni rispetto a quelli della mia città, ed ebbi modo di scoprire che ogni comunità ha le sue regole e credi diversi. Alcune comunità sono più “severe” quando c’è da punire, altre meno. La sua famiglia era cattolica, solo sua nonna era testimone di geova e fin da piccola cercò di convertirla finché non ci riuscì. Alla sua famiglia andò bene, erano felici che seguiva le orme di sua nonna, non ci vedevano niente di male, alla fine loro avevano potuto scegliere. Questa signora iniziò a farle studiare la Bibbia, i vangeli a tutte le ore. Mentre i ragazzini uscivano fuori a giocare insieme, lei era sempre da sola a studiare la Bibbia. Ai suoi occhi sembrava tutto bello, finché arrivarono anche le regole. Ha potuto seguire lezioni di canto solamente perché suo padre lo insegna, altrimenti non poteva fare nulla. La nonna aveva potere sopra i genitori. Anche se era troppo piccola per capire,circa a 10 anni, la nonna le aveva spiegato che non doveva pensare ai ragazzi, e soprattutto non avere rapporti fino al matrimonio. Quando abbiamo fatto amicizia avevamo 15/16 anni, periodo in cui le ragazze si trovano il fidanzatino, ma lei non poteva nemmeno pensarlo. Chi non sapeva che era testimone, da fuori si accorgeva che aveva qualcosa di strano, era sempre seria, non partecipava agli eventi dove andavamo tutti, non riusciva ad avere un suo pensiero critico anche su banalità, era sottomessa a tutto e non riusciva a socializzare bene. In ogni testimone di Geova che ho conosciuto ho potuto vedere una fortissima timidezza che li blocca totalmente e che li porta a non socializzare bene con i propri coetanei,prendono distanza da tutto e tutti, unito ad una forta paura di fare tutto, anche di parlare, come se ci fosse qualcuno pronto a rimproverarli. La mia amica ogni settimana aveva le adunanze obbligatorie, doveva vestirsi e truccarsi come se avesse un matrimonio e non doveva assolutamente saltare. Circa un anno dopo, a 17 anni, la stavano preparando anche per il momento in cui doveva andare porta a porta” a divulgare il verbo di geova”, ma un giorno mi disse che doveva parlarmi e mi spiegò che aveva deciso di uscire dai testimoni. Ero sorpresissima, non me l’aspettavo, anche perchè non ebbe problemi e la nonna non fece nulla, mentre ai genitori non cambiava niente. Non mi spiegò il motivo della sua scelta, ma lo capiì dalle sue azioni. Iniziò ad uscire molto con le amiche, si fece un account sui social dove metteva le sue foto, iniziò ad essere più libera di parlare di ogni argomento, rideva di più e andava dove voleva. Iniziò a parlare di ragazzi, e anche di sesso a tal punto di parlarne per troppo tempo. Probabilmente quella forte privazione avvenuta nell’età più delicata, l’ha portata a diventare ninfomane a grandi livelli. Parlava di sesso dalla mattina alla sera, non aveva pudore e ne parlava con tutti senza problemi anche di sue informazioni intime. In seguito mi ha raccontato che se lei andava a letto con qualcuno prima del matrimonio stando nella setta, poi doveva raccontarlo “all’anziano”, come se fosse la confessione in stile cattolico, ma delle proprie attività sessuali. L’anziano era il capo della comunità,solitamente appunto anziano, che gestiva tutto e comandava qualsiasi cosa, si occupava anche delle punizioni e di cacciare chi sbagliava qualcosa. Se qualcuno, anche un parente, avesse scoperto che la mia amica avesse un fidanzatino, potevano fare la spia all’anziano e sarebbe stata punita, come ad esempio con l’esclusione sociale dalle adunanze o incontri. Ho saputo da altri “esiliati” che ci sono anche punizioni peggiori, più umilianti, come anche punizioni fisiche, però purtroppo non ho altri dettagli. Alla fine questa ragazza si fidanzò, e il ragazzo la stava per lasciare perché era troppo esuberante in qualsiasi cosa, stava esplodendo fuori tutto quello che aveva dentro. Alla fine chiusi i rapporti con lei perché oltre che di sesso non voleva parlare di null altro ed era stressante. Ora ho saputo che è ancora fidanzata con quel ragazzo, è ancora ninfomane e mi è stato detto che “comunque continua ad essere una strana ragazza che non comprende come funziona il mondo”.

 

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I testimoni di geova che abitano nel mio quartiere sono anche imprenditori di una grande ditta e guadagnano molti soldi. Sono tutti molto ricchi, con macchine costose, grandi orologi, ville di lusso. Ingenuamente pensavamo che fosse il guadagno ottenuto da questa azienda, invece poi un giorno sono stati scoperti dalla finanza, nascondevano un grande giro di illegalità e speculazione finanziaria dietro la loro azienda. Sono stati arrestati e hanno confiscato tutti i macchinoni e orologi. Inoltre gira voce che dietro le quinte della sala del regno del mio quartiere girano un sacco di soldi, oltre ad essere una setta è anche una vera e propria mafia.

 

Talì

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