Esperienza green pass e tampone

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Esperienza Green pass:

Ricordo bene quando è stato introdotto il green pass per entrare nei ristoranti e in altri luoghi al chiuso, era agosto del 2021. A causa di questo mi sono precluso alcune gite per evitare di “pesare” sulle persone che si sarebbero dovute adattare alla mia “condizione”. Pensarci oggi mi fa sentire un po’ stupido però sento ancora bene il disagio che mi fece provare quella situazione, ed era solo l’inizio. Provavo disagio perché sapevo che tante persone non capivano il senso della mie scelte, non capivano perché non andassi a farmi questo vaccino o non mi facessi il tampone per vivere una vita “normale”, quindi mi sentivo giudicato oltremodo nonostante fossi sicuro di stare dalla parte della ragione, purtroppo quando sei da solo o si è in pochi a lottare per qualcosa il resto della gente ti fa sentire quasi in torto seppure tu sappia di aver ragione o comunque che è assurdo ritenere normale e di poco conto sottostare a delle misure del genere nonostante non ci fosse nessuna evidenza scientifica della loro utilità neanche da fonti considerate ufficiali.

Paradossalmente sono uno di quelli che ha studiato e conosciuto meglio i dati rispetto a tutte quelle persone che si sono fidate ciecamente e basta e quando provavi a farle riflettere riportando i dati “ufficiali” e facendo notare che diverse cose non tornavano comunque ti guardavano con sospetto e non cambiavano lo stesso idea. Mi sono ritrovato immerso nelle etichette, accusato di cose che non mi riguardavano, tante persone ragionano così: dagli un’etichetta e tutte le differenze spariscono, appena qualcuno rispecchia parte di quell’etichetta si prende automaticamente tutto il pacchetto. Ed è così che anche se ne sapevo di più di tanti riguardo a come stavano le cose su dati e quant’altro mi sono ritrovato comparato al classico no-vax che crede anche alla terra piatta perché poi le associazioni mentali che si fanno sono queste.

Ecco che anche i medici, per i quali si diceva fino a pochissimo prima che non potessero essere messi in discussione dato che loro hanno studiato quello e sicuramente ne sanno più di un comune cittadino, sono stati etichettati come incompetenti ed ignoranti dagli stessi comuni cittadini che allo stesso tempo ti ripetono di fidarsi della scienza e dei medici, sì, quelli che dicono ciò che condividono anche loro.

In questo clima ho vissuto la fine dell’estate partecipando anche alle manifestazioni molto seguite crogiolandomi del fatto che non sarebbe andata peggio, che grazie alle continue manifestazioni sarebbe cambiato tutto, che i ristoratori si sarebbero ribellati maggiormente vista la clientela sempre meno numerosa. A settembre iniziai anche un tirocinio dato che avevo finito la laurea da poco, non mi curai molto neanche delle minacce del pass per lavorare, pensavo ingenuamente che non sarebbe durato, che tantissime persone, almeno tutte quelle non vaccinate, non sarebbero andate a lavorare e che quindi in poco tempo lo avrebbero tolto. Beh è rimasto in vigore invece sette mesi interi in cui ho trovato pochissime alternative. Con questo testo vorrei ricordare di quel periodo, di come ho affrontato questo ricatto entrato in vigore da un momento all’altro.

Dopo anni di università volevo iniziare a lavorare, a fare esperienze, a diventare ancora più indipendente. Iniziai questo tirocinio, il lavoro non era male e mi trovavo molto bene con i colleghi quasi tutti della mia età o poco più. Si stava creando già un legame e anche se il lavoro si stava rivelando un po’ quello che era comunque l’ambiente rimaneva bello, finché a metà ottobre mi sono ritrovato costretto ad abbandonare tutto dopo appena un mese e mezzo. Questo lavoro non è stata l’unica cosa a cui ho dovuto rinunciare, ero anche volontario nei vigili del fuoco per i quali prima è entrato in vigore il pass e poi dal 15 dicembre anche l’obbligo vaccinale. Uno per volta ho avvisato le persone che dovevo avvisare che non avrei proseguito, con la caserma e con il tirocinio. Ero pronto ad affrontare chiunque, nessuno avrebbe deciso per me e non avrei lasciato che le preoccupazioni e i giudizi degl’altri mi avrebbero fatto prendere una scelta diversa, è stata dura soprattutto con la mia famiglia da cui comunque dipendevo ancora, ma alla fine ho fatto tutto quello che dovevo. Mi ritengo anche “fortunato” perché nonostante tutto sono stato appoggiato dai miei familiari e da altre persone care e ho vissuto dei mesi di pausa anche se la sensazione di disagio è rimasta per tutto il tempo, la sensazione di impotenza, di non riuscire a trovare qualcosa con cui guadagnare e dimostrare che potevo lo stesso fare qualcosa. Sono stati momenti duri perché vedersi bloccare il futuro per cui ci si è

tanto impegnati è avvilente. Dover scegliere forzatamente qualcosa che non si sceglierebbe e sentirsi pure giudicato perché “che sarà mai farsi il vaccino”.

Purtroppo non è finita lì, ho avuto alcuni colloqui di lavoro anche una volta finito l’obbligo del pass ma il fatto di non averlo ha implicato sicuramente l’esclusione da quei posti di lavoro perché probabilmente non mi hanno ritenuto una persona su cui fare affidamento in caso la situazione fosse cambiata di nuovo.

Poi ho avuto modo grazie a una persona che è stata davvero molto gentile con me di cambiare completamente, ho trovato lavoro un po’ lontano da casa che mi occupa abbastanza tempo ma che mi soddisfa e mi sta insegnando molto, sono potuto uscire da certi vecchi schemi come anche dalla caserma nella quale sono rientrato a maggio/giugno e che ho abbandonato per il nuovo lavoro. Adesso sta arrivando l’autunno e vedo gente intorno a me tutta preoccupata di nuovo, questa volta non mi farò fregare così facilmente e sono consapevole del rischio, quindi mi sto preparando ad affrontare questo nuovo periodo.

 

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Esperienza Tampone:

A settembre 2021 ho purtroppo ceduto al tampone, ripensandoci adesso sono stato non stupido, di più. Serviva per un festival ALL’APERTO e già questo dice tutto, dovevo suonare a questo festival e la mia non presenza avrebbe fatto saltare tutto quindi in quel caso mi sono sentito troppo condizionato, non è una scusa, semplicemente è andata così. Oltre il danno ovviamente anche la beffa dato che alla fine nessuno mi ha chiesto di vedere l’esito del tampone quindi avrei dovuto semplicemente dedicarmi alla pratica e non fare altro, inutile dire che in quel caso mi sono fottuto davvero con le mie mani.

Già vado in farmacia e mentre aspettavo chiedo alla ragazza cosa facessero loro in caso trovassero dei positivi, cioè se si facessero pure loro il tampone e questa mi risponde “no perché noi siamo vaccinate” con un tono davvero disgustoso… ok tieniti pure la tua purezza signorina. Evidentemente non ha pensato che oltre a gente che sceglie di non vaccinarsi (DIRITTO INALIENABILE) c’è anche gente che NON può vaccinarsi, era troppo impegnata a sentirsi superiore poverina.

Mentre facevo quella merda ha iniziato subito a bruciarmi una delle due narici, solo una e il bruciore è durato per tutta la giornata. Fastidio alla testa immediato e prolungato e la sera durante il concerto è diventato un vero e proprio mal di testa. Per almeno le due settimane successive ho avuto grandissime difficoltà a praticare, ricordo che praticamente tutti i giorni non riuscivo a fare una meditazione intera che mi addormentavo di colpo, poi piano piano sono riuscito a riprendere il ritmo. Purtroppo non mi sono scritto niente o non riesco a trovare eventuali testimonianze scritte quindi non ricordo altro se non questi aspetti, già comunque abbastanza per capire quanto sia merda quella di tarsi il tampone. Chissà quali altri problemi mi ha causato e continua a causarmi, quando pratico per curare eventuali problemi legati a quell’evento sento molta energia muoversi, credo ci sia ancora un grande lavoro da fare.

 

France

 

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