Le manifestazioni e le forze dell’ordine

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Nel corso del 2021 e del 2022 ho partecipato a tantissime manifestazioni e non avrei mai immaginato che si sarebbero mobilitate così tante forze dell’ordine. Quando vogliono ci sono allora e sia in uniforme ufficiale che in borghese. C’erano carabinieri, poliziotti e perfino militari armati. Erano veramente tantissimi, sia nelle piazze in cui ci trovavamo che durante tutto il percorso del corteo. I loro sguardi trasmettevano paura e sembrava che stessero svolgendo il loro lavoro per fermare un numero molto elevato di criminali in azione. A volte erano armati in un modo veramente esagerato. Dopo mesi di manifestazioni ho visto che c’erano anche tantissimi della Digos in borghese e i loro sguardi per me erano i più terribili, pieni di odio nei nostri confronti, ogni volta sembrava che fossero molto contrari e pieni di rabbia per quello che stavamo facendo. Abbiamo sempre manifestato in modo pacifico e assieme siamo sempre riusciti a non cedere alle varie provocazioni delle persone che vedendoci ci urlavano contro. A volte ho visto che non è stato semplice, sono capitati casi in cui uno di noi iniziava a perdere il controllo a forza di sentire provocazioni e insulti dai passanti che avevano un pensiero contrario al nostro e che non perdevano tempo per farcelo sapere con toni e parole non proprio gentili. Ma siamo sempre intervenuti e ci siamo aiutati tra manifestanti riuscendo a ristabilire la normalità. In quei momenti non ho mai visto nessuno delle forze dell’ordine intervenire. Anzi un giorno poco prima di una manifestazione abbiamo avuto una discussione poco piacevole. Ci siamo trovati in una piazza e stavamo facendo due chiacchiere per l’inizio della manifestazione. Specifico che era una giornata di gennaio 2022 ed era molto freddo. Noi eravamo molto stanchi e nonostante questo ci stavamo trasmettendo forza a vicenda perchè era molto importante continuare a far sentire il nostro pensiero. Ad un certo punto ci accorgiamo che c’è qualcuno che continua a farci fotografie. Con tono gentile chiedo di smetterla di fare fotografie e di cancellare per la nostra privacy anche quelle scattate. Ed ecco che ottengo l’opposto. Si mettono a scattare altre fotografie. Anche altri intervengono, sempre in modo cortese, e chiedono di non fare altre foto. Uno della Digos si avvicina a me e urlandomi contro mi dice di abbassare i toni. Altri sempre della Digos dicono la stessa identica frase ad altri manifestanti. Ma nessuno di noi aveva perso il controllo, nonostante tutto stavamo parlando normalmente, nessuno di noi aveva alzato i toni. Abbiamo solamente chiesto gentilmente di rispettare il nostro diritto alla privacy e di non scattare fotografie ai nostri volti. Uno della Digos ha risposto che dal momento che eravamo là loro erano autorizzati a fare le fotografie e di stare tranquilli che non sarebbero state diffuse, ma venivano scattate solamente per la sicurezza pubblica perchè loro devono sapere chi c’è alle manifestazioni nel caso succedesse qualcosa e che tutto questo faceva parte del loro lavoro. Allora ho chiesto gentilmente se potevano evitare almeno di fare così tanti scatti alle stesse persone perchè sembrava che ci stessero facendo un servizio fotografico. Non ho avuto risposta, perchè nel fratempo era arrivata altra gente per la manifestazione e alcuni sempre della Digos avevano iniziato a fare le fotografie a loro. Una signora che è stata subito infastidita dai tanti scatti ha chiesto spiegazioni e ha detto, come tutti noi, che non aveva piacere di essere fotografata. Ed ecco che in questo momento una della Digos perde la pazienza e ci dice che se non avessimo smesso di essere così maleducati e di intralciare il loro lavoro ci avrebbero portati subito in Questura. Noi manifestanti abbiamo deciso di lasciare perdere, volevamo evitare che la situazione peggiorasse e ci siamo allontanati. Insomma, durante le manifestazioni sembrava che noi fossimo dei criminali. Noi che ci ritrovavamo per difendere e riavere i nostri diritti con cartelloni, parole e canti!

 

Claudia

 

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