Esiste solo il QR Code

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Quello del Green pass lo ricorderò per sempre come il periodo delle contraddizioni, del surreale, dello spaventoso, della ribalta dei frustrati e degli odiatori. Ogni persona che aveva insoddisfazioni personali traeva piacere dall’esercitare un meschino potere sugli altri.

In quel periodo ho evitato ristoranti, parrucchieri, estetiste e chiunque non mi volesse, mentre sono andata volentieri da chi non mi chiedeva l’assurdo lascia passare nazista. Da quelle persone continuo ad andare anche ora, perché meritano la mia gratitudine, mentre chi mi cacciava mesi fa continuerà a non vedermi.

Purtroppo non sempre si trattava di scegliere il ristorante o la palestra, ma c’erano anche delle situazioni dove la scelta non era consentita perché si trattava di necessità. Come fare nel caso fosse servita una visita medica? O un’operazione in banca?

Mi è successo proprio così, avevo ricevuto dei soldi dall’INPS sotto forma di bonifico domiciliato. Questo significa che i soldi non erano andati su un mio conto, ma erano stati accreditati all’ufficio postale, perciò dovevo recarmi lì fisicamente per ritirarli. Quei soldi sarebbero tornati indietro se non li avessi ritirati entro la data segnata sulla raccomandata ricevuta.

Conoscendo bene il posto e le persone che ci lavorano sapevo già cosa aspettarmi, ma decido di provare, visto che si trattava di ben 400€ ed io non avevo nulla da perdere, se non le staffe.

Una volta lì “ovviamente” mi dicono che ci vuole il tampone, e così faccio, torno a casa, ne stampo uno e mi dirigo di nuovo alla posta.

Il tampone non va bene, mi dicono, perché in realtà quello che vogliono è il QR Code! La cosa grandiosa del Green pass era proprio questa, che non importava che tu avessi un documento con tanto di nome, cognome, codice fiscale, indirizzo di casa e negatività al Covid, a loro importava del QR Code.

Decido di metterli alla prova, mi avvicino allo sportello e domando loro di spiegarmi la differenza, di spiegarmi come mai loro che conoscono me, che stanno verificando con i loro occhi che sono negativa al Covid, si rifiutavano di servirmi. Con un’arroganza e aggressività degna di quel posto di maleducati, il tizio allo sportello mi urla contro dicendomi di andare via. Ma io volevo davvero capire perché potevo stare lì dentro a parlare per tutto il tempo che volevo, ma non ero autorizzata a farmi fare un’operazione al pc! Finché stavo lì a chiacchierare a nessuno importava del Covid, ma se chiedevo di farli lavorare per due secondi automaticamente scattava il rischio diffusione virus.

Alla fine sono dovuta andare via con una rabbia e senso di ingiustizia che mi hanno accompagnato per tutto il giorno.

 

Notte

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