Lettera al mio datore di lavoro – non inviata

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Questa lettera avrei dovuto e voluto scriverla e inviarla durante il periodo della mia sospensione al mio datore di lavoro. Più volte ci ho pensato, ma poi non l’ho mai fatto. L’ho scritta esattamente un anno dopo l’inizio della mia sospensione, per non dimenticare.

Egregio datore di lavoro,

con la presente desidero chiederle spiegazioni in merito al divieto di lavorare in smart working. Le ricordo che avevamo concordato alcune giornate che avrei avuto il diritto ed il dovere di svolgere anche con l’entrata in vigore del green pass per accedere al luogo di lavoro. Mi è stato vietato di lavorare in ufficio per il fatto che non ho la minima intenzione di ottenere il green pass e questo nonostante sia da sola in quanto, come ben sa, ognuno di noi ha un ufficio a disposizione. Avevamo concordato alcune giornate di smart working e dopo alcune settimane questo diritto mi è stato negato da un giorno all’altro e con la giustificazione che non ho il green pass. Probabilmente non sono aggiornata, ma quindi il virus oltre a fare il birichino ed essere tremendo solo in certi orari e solo in certi luoghi di bar e ristoranti ora viaggia attraverso la tecnologia? Si espande da un pc all’altro? O ancora da un telefono all’altro? Oppure passa attraverso i collegamenti internet? Sa benissimo cosa penso e quanto sia contraria a quell’assurdo e ingiusto lasciapassare in quanto non ho mai avuto problemi a dire quello che penso a riguardo. In aggiunta, trovo ancora più assurdo e non corretto dover avere il green pass per lavorare da casa mia. Poi nel caso cedessi a questo ricatto, chi mi controllerebbe il lasciapassare per lavorare a casa mia? Mio marito? O il gatto? Oppure verrebbe direttamente lei a controllare? Ogni due giorni giusto? È sicuro che per Legge lo può fare? Come già le ho comunicato, non avrò mai e nemmeno per un singolo istante quel lasciapassare, ripeto che sono contraria e restero contraria. Un diritto non va comprato. Ma proprio non riesco a comprendere come si faccia a vietare un diritto che dovrebbe essere riconosciuto a tutti i cittadini e che è contenuto tra i principi fondamentali della Costituzione italiana. Io, come tutti, ho diritto di lavorare, ho bisogno di lavorare per avere la possibilità di vivere, di contribuire a mantenere la mia famiglia, di far fronte alle spese molto elevate che dobbiamo sostenere in particolare a causa delle bollette e delle tasse che sono sempre più alte. Quindi per quali motivazioni avendo un lavoro che posso tranqullamente svolgere da casa mia non lo posso più fare? In quale Legge sta scritto che serve un lasciapassare per esercitare questo diritto? Nel 2020, quando lei ed altri datori di lavoro avete avuto bisogno, avete attivato subito lo smart working. Ora perchè questo non è più possibile per una parte di noi che ne ha bisogno? Proprio così, ricordo che nel 2020 ho svolto per mesi il lavoro a casa mia e con l’utilizzo di ciò che avevo e che ho dovuto comprare per potermi mettere nelle condizioni di lavorare per lei. Non mi è stato fornito e nemmeno rimborsato nulla! Mi dirà che noi che abbiamo potuto lavorare da casa siamo stati molto fortunati. Ma ho dovuto usare il mio computer, la mia rete internet, l’elettricità che ho pagato io, ed acquistare online ciò che non avevo per poter svolgere al meglio il lavoro da casa mia. Ho comprato una scrivania, le cuffie e la carta per stampare in quanto spesso ho usato la mia stampante perchè a volte è difficile leggere un sacco di documenti sempre al pc. Non mi sono mai tirata indietro ed ho svolto sempre con molto impegno il lavoro che mi è stato assegnato. Per me è stato naturale, ho portato molta pazienza e questo anche se a volte non è stato semplice. Il computer fortunatamente lo avevo da poco più di un anno perchè mi era stato regalato e in circa un’ora un tecnico informatico a distanza mi ha installato tutti i programmi per poter accedere in remoto dal mio computer personale al mio del lavoro. Quando si vuole tutto in un attimo è possibile, giusto? Ricordo che in pochissimo tempo tutti noi eravamo operativi da casa per poter mandare avanti il lavoro. Dopo un paio di mesi però il mio computer, che aveva poco più di un anno, ha inizato ad avere problemi. Da un momento all’altro è diventato lentissimo e rumoroso, questo inizialmente mentre si connetteva in remoto all’altro pc e successivamente praticamente sempre. Non so se sarebbe successo comunque, ma di fatto è accaduto in quei mesi che l’ho usato praticamente solamente per lavorare e tutto è iniziato durante una connessione in remoto. Purtroppo lo sto tenendo ancora oggi così, lentissimo e con i suoi rumori, perchè non ho la possibilità di acquistarne uno nuovo e nemmeno di portarlo a far riparare.

Tornando ad oggi, anche questo mese non ho potuto lavorare ed ovviamente ho ricevuto zero stipendio. Ho il mio lavoro, ma lei non mi permette di svolgerlo. Secondo lei è giusto tutto questo?

Cordali saluti.

Una sua dipendente che ha lavorato sempre con impegno anche in smart working, ovvero quando lei datore di lavoro ha avuto bisogno, e che in un attimo si è vista negare tale diritto nel momento del bisogno.

 

Claudia

 

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