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Da piccola sia io che i miei fratelli siamo stati cresciuti con la leggenda del “Monacheddu” trattasi di un piccolo gnomo vestito da frate e con cappello rosso. Avevamo il terrore, perché dicevano fosse molto dispettoso. Poteva dare degli spintoni oppure pizzichi o addirittura la notte si poteva poggiare sul petto provocandoti un senso di soffocamento. Potete immaginare quando capitava di andare in paralisi notturna il terrore di avere uno gnomo sul petto… per non vederlo strizzavamo forte gli occhi, e appena ci sentivamo liberi correvamo di corsa nel letto dei nostri genitori piangendo. La leggenda narra che qualora una persona riuscisse a sfilargli il cappello si disponeva di tanta fortuna, un pentolone pieno di monete d’oro, ma se mancavi il bersaglio si diventava suoi schiavi a vita, per pegno voleva che ogni sera gli si preparavano delle frittelle, da noi chiamate curureddhi, dove lui ne andava ghiotto. Molte persone anziane ancora oggi affermano di averlo visto in casa. Spesso si faceva vedere solo da un solo componente della famiglia. Questa è una delle leggenda che amo di più, sono sempre stata attratta dai folletti.
Mary Allotta