Come annullare la Dignità Umana

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Durante il periodo della Pandemia, denominata Covid-19, siamo stati sottoposti a molte costrizioni illegali e molte, se non tutte, senza senso e ritrattate più volte. Non avrei creduto che si potesse arrivare perfino a imporre un Certificato Verde, il noto Green pass, che doveva servire a sapere che ti eri sottoposto al trattamento sanitario del Vaccino, con minimo due dosi inizialmente e che poi hanno portato a tre obbligatorie, per poter lavorare e accedere a molti posti pubblici e non. Ebbene sì, perfino per poter lavorare hanno obbligato a presentare alla soglia del luogo di lavoro il Nazipass per far sapere che avevi rispettato le regole imposte dalla Dittatura del Governo e così potevi avere il permesso di continuare a lavorare per portare il pane a casa e poterti mantenere. Una cosa davvero assurda quanto vergognosa!!!

Infatti questa falsa pandemia era arrivata molto oltre: per assicurarsi che tutti fossero sierati come loro dicevano, avevano toccato anche qualcosa che è essenziale per l’essere umano senza la quale togli ogni dignità e la forza di vivere. Non esagero con questi termini perché c’è stata gente che si è suicidata per non poter più lavorare e pagare le bollette, hanno avuto gravi crisi depressive aggravate già dal primo stato di lockdown.

Per quanto riguarda la mia esperienza, in quel periodo avevo perso il lavoro precedente perché il datore di lavoro aveva già problemi economici nel 2021 ed è stato costretto a sfoltire l’organico con le mansioni più necessarie. Lavoravo in amministrazione presso una casa di riposo e non essendo così indispensabile la mia figura sono stata licenziata. La disoccupazione non sarebbe durata molto  e non avendo più una giovanissima età ero un po’ preoccupata se sarei riuscita a trovare altro. Ancora non era in atto il Green pass, ma già c’erano alcuni che potevano richiederlo e un po’ questo mi preoccupava.

Fortunatamente verso Giugno ho trovato un lavoro per tamponare come Operatore presso le isole ecologiche, ma era come Volontario. Quando a ottobre fu reso obbligatorio il suo utilizzo per qualsiasi categoria di lavoratore, non pensavo potesse includere anche il volontariato e non mi sono preoccupata più di tanto. Infatti solo il giorno stesso ho visto come, all’apertura di ogni isola ecologica, si presentò una addetta del Comune a richiedere il Green pass. Io sono rimasta un po’ spiazzata perché sinceramente non me l’aspettavo, a maggior ragione che in postazione ognuno di noi è solo e all’aperto, e pensavo che per quel motivo i Dirigenti del Comune avrebbero avuto un po’ di buon senso, ma mi sbagliavo enormemente visto che nonostante fosse un luogo all’aperto c’era affisso un cartello con l’obbligo di mascherina.

Tutti rispettavano quest’obbligo a prescindere dal settore e tipo di lavoro, per tutti si doveva avere lo stesso trattamento altrimenti si incorrevano a sanzioni e per paura o per evitare problemi si preferiva eseguire le direttive.

Quando si è presentata questa signora davanti a me chiedendomi del Green pass, ovviamente le ho detto che non lo avevo e che quindi dovevo lasciare il posto di lavoro.

Io non mi sono mai voluta sottoporre all’obbligo del Vaccino, innanzitutto perché era sperimentale e non si sapeva nulla sulla sua efficacia ed eventuali eventi avversi e mai era successo, che io ricordi, che un vaccino venisse reso pubblico immediatamente alla sua creazione e senza test adeguati nel tempo e per lo più reso obbligatorio per tutti. Quindi perché avrei dovuto farlo? Nemmeno i famosi tamponi mi ispiravano fiducia e quindi evitato il più possibile, tanto più che dopo si scoprì quando non fossero attendibili e dannosi, quindi li esclusi totalmente. Anche nel luogo precedente di lavoro avevano iniziato quasi a obbligarlo ma non hanno potuto fare nulla non essendo ancora tale.

Tornando a ottobre 2021, una volta che ho comunicato che non avevo il lasciapassare ho cercato di capire che senso avesse per il nostro settore una simile richiesta se siamo SOLI e all’APERTO, nonostante la gente che possa venire non stavamo così vicini, ma la risposta che ebbi fu “lo so, ma il Comune lo ha richiesto”. Erano consapevoli anche loro che non aveva senso, anche parlando successivamente con la responsabile mi ha dato ragione ma che non poteva farci nulla e dovevano sottostare a queste regole. Mi hanno chiesto pure se avevo intenzione di fare il Vaccino così che sarei potuta restare in attesa di farlo. Ma le ho risposto con un secco NO, aggiungendo che “io l’intenzione di lavorare ce l’ho ma che siete voi che non me lo fate svolgere”.

 

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Erano nel panico anche loro, perché significava avere una o più postazioni vuote e senza sostituti immediati, sicuri del fatto che tutti avrebbero avuto il GP. Di 5 persone, solo io e quello che faceva le sostituzioni non lo avevamo e si sono trovati lo stesso in difficoltà. Così sono stata costretta a prendere le mie cose e chiudere l’isola. In quel momento avevo una rabbia per il fatto che non riuscivo a credere a tanta assurdità, ma dovetti constatare sulla mia pelle che invece era possibile e trovarcisi dentro è molto differente dal sentirlo raccontare.

Ti ritrovi a subire un’ingiustizia senza aver fatto nulla per meritarlo e tutto per imporre il loro volere di controllo su tutta la popolazione. Ho sempre svolto il mio lavoro in modo professionale, non che ci voglia molto, ma ero apprezzata sia dagli operatori che dalla gente che veniva a conferire per il modo di pormi e di lavorare seriamente nonostante fosse poco considerato come lavoro e come persone.

Nulla impone qualcuno a discriminare il cittadino dal lavoro, soprattutto perché non si vuole sottoporre a un trattamento sanitario per di più anticostituzionale. Tutto ciò che hanno fatto è stato illegale ma nascosto da belle parole che tentavano di rimandare sempre la tanto attesa normalità. Ma niente sarebbe stato normale.

Un’altra esperienza che ho vissuto è stato a settembre del 2021 in occasione di un matrimonio. Già era in vigore il Greenpass per entrare nei ristoranti, quindi serviva un tampone negativo per averlo. Io ero decisa che non sarei andata al ristorante ma avrei partecipato solo alla cerimonia e così anche mia sorella. Era il migliore amico di mio padre e lui era pure testimone, quindi non poteva rifiutarsi anche se pure lui non era vaccinato e quindi è stato costretto a farsi il tampone pure lui. Così mio padre e mia madre si sono fatti il tampone per poter accedere al ristorante, tra l’altro il servizio non è stato dei migliori soprattutto sulla torta nuziale che molti hanno lasciato. Era la prima volta che mio padre si faceva il tampone e ha sentito bruciore alle narici subito dopo, mentre mia madre era il secondo, nessuno di noi era vaccinato. E’ stato molto strano dover scegliere per qualcosa che prima era normale poter usufruire e subito dopo ci vuole un lascia passare, mi ricordano tempi peggiori di questo ma che stranamente potevano sembrare molto simili.  Alla fine non ho avuto nessun ripensamento, anzi avrei agito così anche se fosse stato un parente o amico più stretto, perché queste imposizioni sono assurde.

Un altro danno che questa situazione ha creato è stato soprattutto a livello psicologico di cui se ne sono sentiti molti e di cui racconto un’esperienza.

Mia sorella a cui piaceva andare in palestra e per cui era uno dei principali motivi di svago e di socializzazione, con l’inserimento del folle Greenpass, non è potuta più andarci, ma già anche da prima visto il terrore che ci hanno buttato addosso sui contagi e in un posto chiuso come la palestra e in cui non c’era un’aerazione così efficiente ho preferito evitare. Così ci siamo adoperati per andare a correre fuori, che era sicuramente più salutare, ci piaceva molto ed in più era una scusa per lei di uscire e svagarsi. Quasi ogni giorno avevamo quest’abitudine e solo quando faceva più freddo stavamo a casa. Mia sorella mi diceva addirittura di andarcene in Spagna dove non c’era questa assurda imposizione ed era tutto più libero lì, solo per poter andare in palestra o fare quello che voleva senza doversi mettere mascherine in base ai posti in cui andava. A momenti non voleva nemmeno uscire se andavamo in qualche posto perché doveva mettersi la mascherina che non le piaceva, ma cercavo di convincerla che non c’era bisogno oppure sarebbe durato poco. Mia sorella ha un lieve ritardo mentale quindi per loro è stato ancora più difficile non socializzare più come prima e farli spaventare tanto da desiderare di farsi il vaccino pur di poter tornare alla normalità, ma a che prezzo? Le persone con disabilità e i bambini sono state le più colpite da questa situazione, ne hanno risentito di più visto che sono quelli che hanno bisogno di affetti e socializzare.

 

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Non è giusto abbassarci a simili imposizioni illegali, togliendoci ogni possibilità di vita e facendoci vivere nel terrore gratuito, mettendoci sempre più ansia e togliendoci ogni dignità, senza un minimo conforto e consigli validi su vere cure.

Spero che queste testimonianze servano per ricordare quanto hanno tentato di toglierci anche il più basilare diritto e avere ancora più consapevolezza come tutto è servito solo a creare ancora più panico tra la gente, a dividerci anziché sostenerci a vicenda e non interessandosi davvero alle nostre necessità e bisogni, fregandosene altamente. Solo noi possiamo capire quando qualcosa va oltre la normalità e lì è bene non assecondare le loro folli intenzioni perché serviranno solo a ucciderci dentro e fuori. Farsi delle domande è lecito, sempre, e nessuno deve negarci questo diritto.

 

Sole

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