TAMPONI E GREENPASS

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Ho detto a me stessa che non avrei mai fatto un tampone, difatti, non ho quasi più lavorato perchè il mio lavoro autonomo mi faceva andare in luoghi in cui era richiesto Green pass o tampone. Io ovviamente il tampone non lo facevo, non solo per una questione sanitaria o per il fatto delle tecnologie e schifezze che essi contengono, quanto più di principio, perchè farlo significava accettare il sistema che lo imponeva. Un sistema schifoso che vuole solo trasformarci in schiavi senza avere il coraggio di ammetterlo, ma raggirandoci. Ad ogni modo accade che a marzo 2022 scopro, di tutta fretta da un giorno all’altro, che ho necessità di essere operata d’urgenza per un problema molto grave su cui era necessario intervenire subito. L’operazione sarebbe avvenuta in un momento per me molto delicato perchè stavo affrontando un cambio vita piuttosto impegnativo. Sono andata nel panico, non tanto per l’operazione, quanto più per i tamponi che avrei dovuto subire nel lager-ospedale. Ero molto demoralizzata per questo, perchè non volevo proprio farlo ma… che avrei potuto fare? Questi schifosi che dovrebbero curare la gente non mi avrebbero nemmeno fatta entrare in reparto così, il giorno prima del ricovero faccio il mio primo tampone.

Non so bene descrivere quello che ho provato. Ancora ora che scrivo mi viene da piangere…. Mi son sentita violata, umiliata, proprio io che pur di non sottostare al ricatto ho perso lavori, ho venduto casa, ho trasformato la mia vita… qualche giorno dopo il trasloco mi son trovata costretta a farmi infilare quel coso su per il naso e in fondo alla gola per poter accedere alle cure di cui avevo bisogno. Ero molto arrabbiata e lo sono ancora ora, l’ho vissuta come una violenza, un sopruso, ero anche delusa da me stessa perchè avevo ceduto. Questo non me lo son mai davvero perdonata. Nonostante i giorni prima dell’operazione fossi in pieno trasloco con un problema dopo l’altro (dico solo che ho rischiato di perdere anche la nuova casa in cui mi ero trasferita e di restare per strada…) son riuscita a proteggere in anticipo su quel tampone e, appena rientrata a casa, ho fatto subito guarigione dai chip. Poi entro in ospedale e mi operano, altro tampone e intervento in anestesia totale con un anestetico infilato per 3 giorni sulla schiena, quindi ero completamente stordita dai farmaci e la mia prima preoccupazione non è stata farmi una guarigione ma proteggere l’indomani perchè avrei dovuto subire un altro tampone. Sono stata fortunata perchè una studentessa mi ha aiutata con le protezioni e almeno non mi son sentita sola. Altro tampone, che va un po’ meglio dei precedenti visto che l’infermiera me lo fa quasi per finta, anche perchè se me l’avesse fatto sarei morta di dolore solo facendo un colpo di tosse o soffiandomi il naso. Nel frattempo continuavo a meditare ma era molto difficile, non riuscivo a concentrarmi ma dovevo fare guarigione ogni volta che mi infilavano quel maledetto bastoncino e le energie erano poche, ero distratta, debole, assonnata. Inoltre mi pizzicava sempre il naso e mi veniva da starnutire, il naso colava ma non riuscivo a soffiarlo, perchè anche quel piccolo e semplice gesto mi provocava un dolore indescrivibile. Nel frattempo succede che l’auricolare, nuovo, non funziona più e anche il telefono inizia ad avere problemi funzionando solo in vivavoce, lo usavo per meditare con le tecniche guidate e per comunicare con mio marito e la mia famiglia: avevo proibito a tutti di venirmi a trovare dato che, non avendo nessuno il Green pass, sarebbero stati obbligati a tamponarsi per farlo, perciò tutti a casa! Praticamente non riuscivo nemmeno più a comunicare con loro con un minimo di privacy visto che non ero nemmeno in grado di scendere dal letto. E’ stato tutto molto strano perchè poi uscita da quel posto il telefono andava benissimo. Poi arriva un altro tampone ancora, quell’infermiera non è stata per nulla pietosa, ho tossito e il dolore è stato talmente grande da bloccarmi il respiro. Io ero in quel posto per farmi curare e loro mi stavano torturando. Maledetti. Avevo talmente tanta rabbia addosso che mi è venuto da piangere dal nervoso per almeno un’ora, mi sentivo sempre più umiliata, mi dicevo di aver sbagliato tutto ad essere in quel posto, mi dicevo che forse non dovevo curarmi… io che sprizzo gioia da tutti i pori ero ridotta così, a pezzi per quell’ingiustizia reiterata. Era l’ingiustizia, il sopruso che ancora oggi sento dentro ad avermi colpita.

 

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Questa è solo la parte più emotiva, veniamo ora alle conseguenze pratiche.

Sono entrata in ospedale che facevo EL a tutta la struttura e una settimana dopo non riuscivo nemmeno più a proteggermi, il non pensiero non lo vedevo neanche con il binoccolo, avevo sempre sonno, ero come stordita, fuori fuoco. La mente lenta, poco lucida. Tanta, troppa apatia.

Le settimane successive sono rientrata nella mia nuova casa, che tra l’altro non era ben protetta e piena di energia di altri, quindi anche la pratica è stata più difficile perchè quell’ambiente non era ancora energicamente mio. La situazione però si è fatta molto più complicata perchè non riuscivo proprio a concentrarmi e avevo dei vuoti, avevo anche tanti pensieri negativi, ma anche un po’ strani perchè sembravano troppo ossessivi per essere normali, sentivo che proprio mi lasciavano addosso uno stato d’ansia perenne quasi a dire “non ce la puoi fare!”: questo era molto strano perchè normalmente non mi ossessiono o piango addosso. Altra cosa, mi addormentavo durante le meditazioni per poi svegliarmi di colpo (ma addormentarsi non è il termine giusto, perchè non dormivo, “solo” non ero cosciente, chissà dov’ero)… tutto molto demoralizzante, mi sembrava di non essere più in grado di fare nulla. Non che prima fossi una cima, avevo molto da migliorare, ma così era proprio uno schifo totale perchè sembrava di “perdere tempo” in qualcosa che non riuscivi a fare, invece era proprio perchè non riuscivo a farlo che ho capito che così potevo cadere, sarebbe stato un attimo, un soffio, invece ho insistito anche quando tutto sembrava dire: “fermati, tanto vedi, non sei in grado! Non ci riesci! E’ inutile!”. Un po’ alla volta le cose sono andate via via migliorando ma ancora oggi alle volte fatico a concentrarmi e mi accadono degli avvenimenti strani.

Innanzitutto quando sto in mezzo a tanti vaccinati è come se mi arrivasse qualcosa di forte alla testa che mi disturba la vista, la concentrazione e la capacità di parlare (per intenderci uso i termini con superficialità e a volte li confondo, cosa che non mi accade ad esempio quando non sono in luoghi affollati o in presenza di sierati) ma non riesco a capire se questo sia un effetto dei vaccinati o se sia la tecnologia che mi hanno inserito coi tamponi ad agganciarsi meglio a quelle frequenze e quindi fare più effetto. E’ un disturbo molto forte, una specie d’interferenza.

L’altra cosa che mi ha lasciato di stucco è stata che stavo PENSANDO ad una cosa poco importante chiedendomi se fuori casa ci starebbe meglio un portico o una pergola. Il giorno successivo mi arriva una mail da un mittente che non conosco con in oggetto: “pergola o porticato?”. Son rimasta lì allibita…

In questi mesi ho fatto e sto continuando a fare guarigioni dai chip, pulizia della mia energia ma non mi sono ancora ripresa del tutto da quella botta che tamponi, anestetici prolungati, morfina hanno dato alla mia pratica: è una zavorra che, per fortuna, si alleggerisce ogni giorno di più.

 

GREEN PASS

 

Non so bene da dove partire per parlare di questo argomento.

Innanzitutto mi ha lasciato sgomenta la leggerezza con cui troppe persone hanno legittimato questo certificato nazista. C’è chi l’ha legittimato credendoci, chi accettandolo, chi facendo i tamponi perchè non lo aveva. A inizio farsa dissi a mio marito: “ guarda che ci stresseranno con i vaccini, tu sappi che io non lo farò mai, anche se dovrò subire delle conseguenze, sii preparato a questo, la vita è molto più importante di tutto il resto”. Non serviva chissà quale capacità per capire che era lì che miravano e non solo per vaccinare, quindi uccidere, sterilizzare o invalidare il maggior numero di persone, ma creando, attraverso la vaccinazione e i certificati, un popolo di schiavi obbedienti. Perchè anche chi si piegava a farsi il tampone per andare a lavorare stava accettando quel sistema, così come stava accettando di essere discriminato. L’hanno studiata bene i maledetti. Cerco di andare con ordine perchè gli episodi son tanti.

Questo è uno dei più assurdi: per lavoro dovevo andare ad un film festival, partecipando a dei meeting professionali, tutto bene, era ancora luglio, giusto prima del 6 agosto quando il Green pass sarebbe diventato obbligatorio anche per gli eventi all’aperto.

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Qualche giorno prima mi arriva una mail dove è specificato che per accedervi è richiesto Green pass o Tampone. Io resto basita. In quel caso un privato si è messo a legiferare per conto suo creando una regola obbligatoria prima ancora che lo fosse… i precursori del nazismo! Alzo il telefono e chiamo uno degli organizzatori, dicendo loro che stanno mettendo un obbligo che ancora non è in vigore e la risposta che mi ha dato mi ha lasciata senza parole: “ma cosa vuoi che sia un tampone, è una specie di dress code!”. Ma cristo, come si fa solo a pensare una cosa del genere, bisogna essere proprio ammollati dalla propaganda. Un dress code, ma ci rendiamo conto? La cosa che poi mi dava fastidio era espormi in queste situazioni, perchè era sempre una discussione per qualsiasi cosa, io le mie idee voglio condividerle solo con chi reputo giusto, non con tutti per forza! Ma questo stato schifoso ha creato una grande discriminazione e, prima di lui, lo hanno fatto anche i cittadini malsani come questi del Festival.

Altro festival, altro obbligo. Per la prima volta avevo un film proiettato alla mostra del cinema di Venezia, una bella soddisfazione. Ecco quello che succede: in barba alla privacy che tanto ci propinano di voler tutelare. Mi arriva una mail dalla produzione del film che mi gira un allegato che la Biennale chiede di rendergli compilato. E cosa chiede questo fantomatico allegato? Se sei vaccinato, se sì quante dosi ha fatto e con che vaccino, oppure ti chiede di portare il Green pass da tampone. Quindi, questi delinquenti trattavano i dati sanitari di tutti i partecipanti, della produzione, degli attori, senza alcun ritegno. Ora io non è che mi devo giustificare con i miei clienti o esporre le mie idee, però che potevo fare? Ho inventato una bugia. Ho detto che avevo fatto dei tamponi e che mi avevano fatta stare troppo male e che non volevo farne per essere presente: gli ho mandato il free pass – un’autocertificazione che affermava che, sotto la mia responsabilità dichiaravo di aver tutti i requisiti per entrare alla Mostra – la produzione l’ha girata al festival per capire se l’accettavano ma l’hanno respinta. Perciò ho dovuto restarmene a casa e seguire tutto da remoto, la cosa più assurda è che ero il distributore del film, di un film che non ho nemmeno potuto mai vedere al cinema perchè in sala non ci potevo nemmeno entrare, visto che chi non aveva quella maledetta carta verde non poteva fare niente. E’ successo spesso che dei cinema mi chiedessero se sarei stata presente: io rispondevo loro che se mi facevano entrare senza assurde richieste sarei andata volentieri. Ma tutti avevano paura. La paura ha fregato tutti indistintamente.

Arriva poi un altro momento “interessante”. Mi chiama l’assessore e mi dice che io e mio marito dovremo andare a ritirare un premio per un documentario che avevamo realizzato, mi dice però che per entrare a questa manifestazione all’aperto è richiesto il Green pass o tampone. Le dico che non avrò nessuno dei due e che se vogliono mi possono far entrare con il Free Pass di cui accennavo sopra, le segnalo comunque che per eventi all’aperto che non siano grandi concerti o altro di artistico non è richiesto il GP (perchè solo la cultura fa trasmettere il falsovirus, la religione no, in chiesa ci si può andare sempre, mica è come entrare al cinema o in un teatro). Qui accadono due cose. La prima è che l’assessore fa presente il tutto alla confederazione dei comuni ma le rispondono che essendoci un tizio che fa degli intermezzi musicali sono obbligati a richiederlo. Falso. (Che fossero andati almeno a leggersi i DL era scritto che era solo per i grandi concerti non certo per un tizio che fa un’intermezzo musicale!). Ma la cosa che mi ha fatto piacere è stata che altre 4 persone avevano mandato il free pass! Alla fine ovviamente non siamo andati e il premio l’ha ritirato il comune al posto nostro.

E’ stata un’assurdità dietro l’altra.

 

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Arriva poi il 15 ottobre, data in cui diventa obbligatorio il certificato per lavorare. Io che sono autonoma ovviamente me ne son fregata alla grande il problema era che non potevo entrare nei posti in cui dovevo lavorare, oppure che le persone con cui dovevo organizzare dei lavori pretendevano che io mettessi in atto quelle assurde norme sanitarie ( i protocolli covid per il cinema avevano del ridicolo!) e rischiavo problemi seri nel caso in cui qualcuno di loro si fosse impuntato che voleva tamponi, Green Pass o altro. Ah, perchè son stati furbi a chiamarlo già da allora Green Pass, così erano già pronti all’emergenza climatica senza dover cambiare il nome del certificato. Poi magari dovevo incontrarmi con qualcuno per

lavoro ma non potevo nemmeno dargli più appuntamento al bar (se non conoscevo il bar e sapevo che non mi avrebbe fatto storie). L’unica cosa che potevo fare era lavorare da remoto con i cinema, perciò organizzo l’uscita di due film ma…. Chiudono i cinema di nuovo. La situazione aveva dell’assurdo.

Nel frattempo i miei genitori vanno nel panico, hanno una piccola azienda e il CNA li terrorizza con app da scaricare, GP da controllare, obblighi, multe… sono davvero storditi e spaesati perchè non sanno come fare visto che loro non sono vaccinati ma tutti i dipendenti sì (ovviamente di loro spontanea volontà e convinti serva a qualcosa). Il sistema è organizzato bene perchè è chi gestisce le buste paga a mandare la comunicazione alle aziende su cosa si deve o non deve fare. Io dico loro di fregarsene, di non farsi i tamponi, di controllare al limite il GP solo ai vaccinati così li tengono tranquilli e di non scaricare assolutamente la app: dopo un primo momento in cui regnava la paura di multe, chiusure e sanzioni si rasserenano, comprendendo che è tutto un ricatto (comprese le multe che hanno inviato loro mesi dopo per la mancata vaccinazione essendo over 50).

Nel frattempo avevo iniziato un cambiamento da alcuni mesi, perchè con mio marito, vedendo che il nostro settore stava letteralmente andando a scatafascio, avevamo deciso di trasferirci in un’altra regione e cambiare totalmente vita, aprendoci ad una nuova attività, sempre tenendo in piedi la vecchia. Tutto sembra andare per il meglio, nonostante le difficoltà, ma a gennaio arriva la bomba: dopo che abbiamo venduto casa, un familiare si mette di traverso e non possiamo più andare nell’abitazione in cui dovevamo trasferirci. Parte così un’odissea – perchè noi a marzo dovevamo lasciare la nostra vecchia casa – alla ricerca di un’abitazione in un’altra regione con il budget limitato che avevamo (budget che dovevamo destinare all’attività non alla casa!!!!) e con un solo mese di tempo. Era inverno, era freddo, facevamo 600 km al giorno tre volte alla settimana partendo alle 5 di mattino e rientrando alla sera: non potevamo entrare in un bar per mangiare o andare in bagno, chi guidava non poteva bere un caffè per restare sveglio, non si poteva nemmeno entrare da qualche parte per scaldarsi un momento o fermarsi in albergo (anche se noi ci siamo riusciti lo stesso..)… Così ci siamo fatti dei panini, ci portavamo via dei termos con il tè caldo, andavamo in bagno all’aria aperta, mangiavamo nei campi a bordo strada. Però i cani sì che potevano entrare in autogrill o al ristorante, loro sì che erano ben accetti, non come le persone pensanti. Se non è nazismo questo. Anzi… è molto peggio perchè cercano – miseramente – di farlo passare per qualcos’altro. Non aggiungo molti dettagli ma in tutto il caos che è successo avevo necessità di entrare in banca per fare una firma, ma senza il Green pass non mi facevano entrare: anche al loro “addetto alla sicurezza” (ma alla sicurezza di chi?!?!?!?!) ho mandato il free pass dicendo che non volevo mostrare proprio niente a nessuno, perchè non volevo che la mia privacy fosse violata – lui mi ha candidamente risposto che con un terminale “controllava solo i Green pass” sì vabbè…. c’è gente che non ci arriva proprio!

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La banca rifiuta il free pass così io… rifiuto la banca! La cosa davvero assurda è che dovevo solo firmare dei documenti ma attenzione: una firma vera su un pezzo di carta adesso non è più valida, non conta nulla, sei obbligato ad entrare e firmare elettronicamente sulle loro tavolette. Altra assurdità, io possiedo una firma elettronica certificata, che uso per il mio lavoro ed è riconosciuta anche dalla pubblica amministrazione, ma per loro non vale un accidente. Se fossero veramente interessati a digitalizzare, e non fosse palesemente una scusa per controllarci, incentiverebbero la firma da casa. Quindi è un ricatto bello e buono perchè se uno vuole il metodo per fare le cose lo trova. Invece la società, dietro la spinta del governo, sta creando tutte queste situazioni che vanno contro il buonsenso e legano sempre di più le persone privandole della libertà.

Sono convinta che molti non si siano nemmeno accorti di averla persa, la libertà, e che non abbiano compreso veramente cos’abbia significato l’obbligo di Green pass per i non vaccinati: a molti sembrava una cosa normale, ad altri giusta, ma l’unica cosa reale è che hanno accettato di buon cuore che altri esseri umani fossero discriminati e privati dei loro diritti, come il diritto a lavorare, a muoversi liberamente. E questo è diventato normale. Una normalità che spaventa. I cittadini non erano più uguali

e sullo stesso piano, ma c’erano cittadini di serie A quelli che avevano un QR code da mostrare e i cittadini di serie B, che erano quelli veramente liberi, ma che erano ostacolati in tutto dal governo, che voleva zittire la loro voce. E’ stato un vero apartheid.

 

dolores

 

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