Pagina 1 su 2
Io sono una studentessa universitaria: al momento questo è il mio lavoro, anche se oggi non viene definito come tale. Cosa mi ha spinto a diventarlo? La voglia di trovare un posto di lavoro che mi piaccia in futuro, in un ambito che mi interessa e che mi assicuri indipendenza economica, ma anche la voglia di imparare, di non fermarmi nell’espansione della mia cultura.
La giornata tipica di chi svolge questo lavoro è molto variabile. Si passa dal periodo delle lezioni a quello degli esami. Nel primo, se si decide di frequentare le lezioni, ci si deve saper giostrare tra i corsi, ogni giorno ad orari diversi, i compagni ed i professori, diversissimi caratterialmente tra loro, pasti irregolari, sedi talvolta distanti, il tempo da passare sui mezzi di trasporto, da sfruttare in mille modi affinché non vada perso, e i mille impegni. Nel periodo degli esami, invece, si ha maggiore autonomia. Ogni studente è diverso e deve sapersi organizzare al meglio per sé stesso e per salvaguardare il suo tempo. Il mio unico consiglio è quello di pianificare in anticipo il lavoro per gli esami, i materiali e le scadenze, ma soprattutto di non sottovalutare le pause e non dimenticare la vita sociale. Se si comincia in anticipo e ci si porta avanti, si può avere successo negli esami e ottenere tantissimo tempo libero: le pause sono essenziali per permettere al cervello di rilassarsi e assimilare le informazioni con più velocità ed efficacia. Ma soprattutto, il tempo libero può essere dedicato alla vita sociale, ad un’attività sportiva, ad un lavoretto per chi vuole o ha bisogno, ad un progetto personale gratificante (perché no? L’università non è tutto nella vita!)…. per non parlare della spiritualità e della ricerca personale! La pigrizia è il peggior nemico dello studente; superandola, con un minimo di pianificazione e volontà si potrebbe ottenere una carriera scolastica e una vita personale serene e gratificanti, piene di successi e soddisfazioni.
Lo studio universitario, secondo me, può impegnare al pari di un lavoro vero e proprio, per questo non bisogna sminuire gli sforzi di chi ha deciso di diventare studente universitario. In alcuni Paesi viene riconosciuto come tale, almeno a percezione personale. Ad esempio in Francia, in linguaggio familiare, uno studente che si prepara a una sessione di studio comunica a chi gli è attorno che va “a lavorare”, non semplicemente a studiare. Si tratta di un lavoro non retribuito. Svolgere questo lavoro può dare tantissime emozioni, nelle innumerevoli situazioni che si affrontano. Le insicurezze iniziali di fronte alla burocrazia, ai professori, all’apparente solitudine e spaesamento iniziali, ma anche la sicurezza e la gioia nel superare le piccole e grandi difficoltà, la determinazione che serve per superare gli ostacoli, il senso di solidarietà che si forma nei gruppi di studenti, le amicizie, il confronto con gli altri ma soprattutto con sé stessi…
Questo lavoro ha molti Pro: l’esperienza, la crescita personale, la qualifica finale, le persone che si incrociano in questo percorso… devo aggiungere altro? Certo che si! Con un po’ di curiosità, tenacia nel cercare, si possono trovare tantissime opportunità di ogni tipo per gli studenti, per approfittare al massimo di questo periodo limitato. Borse di studio, conferenze, giornate di orientamento, avvenimenti sportivi, collaborazioni studentesche, opportunità di viaggi all’estero, per non parlare della “carriera politica” interna all’ambito universitario, e tanto altro ancora. I siti universitari sono spesso dei labirinti, ma le possibilità sono infinite, e chi ha determinazione nella ricerca troverà sicuramente ciò che fa al caso suo, un aiuto per progredire nei propri progetti personali. Parlo dall’esperienza di un semestre in Erasmus, numerose conferenze importantissime, un tandem linguistico (affiancamento di uno studente italiano con uno straniero per migliorare entrambi nella lingua dell’altro) e molto altro ancora. (Posso consigliare di tenere d’occhio il sito dell’università e le bacheche, il sito di facoltà, i portali internet attraverso i quali i professori potrebbero pubblicizzare delle proposte, il sito del cosp, le opportunità per studenti di enti vari, delle province o delle regioni… le opportunità potrebbero essere ovunque!).
Pagina 2 su 2
Non abbiate mai paura a chiedere aiuto e consigli a chi ha già avuto queste esperienze, per esempio agli studenti che hanno svolto negli anni precedenti un Erasmus nella città o nel Paese dove vorreste recarvi voi; è inutile vergognarsi, anche loro prima avevano gli stessi nostri dubbi, e partire avvantaggiati non è mai un male. Inoltre, le persone che si conoscono in ambito universitario possono rivelarsi delle ottime amicizie o dei ponti per esperienze meravigliose: in un modo o nell’altro, ogni persona che incontriamo ci lascia qualcosa, che sia di passaggio nel nostro percorso per due ore, due anni o che rimanga tutta la vita, e in ambito universitario se ne incrociano tantissime, ognuno con la propria storia e le sue particolarità.
Come in tutte le scelte possibili, ovviamente ci sono anche dei Contro: Può essere difficile trovare la facoltà giusta, nella scelta bisogna considerare l’interesse sia per le singole materie d’esame che i possibili sbocchi lavorativi. A volte è necessario avere a che fare con docenti che non apprezziamo o con materie che non ci vanno a genio. Il tempo impiegato senza ricevere un compenso monetario è relativamente lungo (anche se molti lavorano part-time o addirittura full-time parallelamente agli studi, è anche questione di organizzazione. Esistono anche delle collaborazioni studentesche che permettono di avere dei piccoli lavori stipendiati all’interno della stessa struttura universitaria, compatibili con le ore di lezione. Purtroppo non posso raccontare di esperienze personali di studio e lavoro oltre a delle semplici ripetizioni). Difficoltà nella scelta di cosa è giusto per noi, difficoltà economiche, eventuali difficoltà con i test d’ingresso… ma ogni percorso è pieno di ostacoli e non solo quello dello studente. A mio avviso, se il percorso universitario interessa davvero non bisogna lasciarsi fermare dalle difficoltà, ma occorre invece trovare la motivazione e cercare una soluzione: tutto è possibile.
Ecco il mio punto di vista sul lavoro dello studente: spero di aver chiarito dei dubbi, svelato dettagli utili per aiutare qualcuno a decidere per il suo futuro, oppure semplicemente di aver aiutato chi era interessato a capire qualcosa in più della vita universitaria. Ovviamente ogni esperienza è diversa, non vedo l’ora di leggere le vostre!
Valentina R.
La penso allo stesso modo, anche io sono uno studente universitario e lavoro come cameriere nel weekend. Studiare e lavorare non è facile e toglie molto tempo, però ci sono anche molti vantaggi, come dici tu, imparare cose nuove, avere un titolo, raggiungere l’obiettivo di avere una laurea… e giustamente l’organizzazione è tutto. 🙂
Quello che auspichi nell’ultima frase (chiarito dubbi etc) a mio parere l’hai raggiunto con questo articolo. Io ho avuto un’esperienza universitaria e condivido appieno ciò che hai scritto 🙂