Imparare il giapponese da autodidatta

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Come scoprire le proprie potenzialità e rendersi liberi

 

L’istruzione è un processo fondamentale per il tramandare delle conoscenze e dei progressi conseguiti dall’essere umano. Sin dagli albori della civiltà umana erano presenti i maestri, persone che avevano accumulato molte esperienze e si assumevano il compito di diffonderle, e gli allievi, coloro che invece desideravano acquisirle.

Nel corso della storia, l’aumento esponenziale delle conquiste in campo conoscitivo ha reso necessaria la creazione di istituzioni in grado di formare nuovi individui che potessero competere con la società che li circondava: in passato queste istituzioni erano spesso del tutto facoltative, e presentavano costi non indifferenti. Ciò per lungo tempo ha contribuito ad ampliare il divario tra ricchi e poveri, aggiungendone uno di tipo formativo a quello economico.

Notizie circa le prime scuole pubbliche provengono dal mondo ebraico e da quello romano, dove tuttavia l’istituzione più evoluta era certamente quella ebraica, la quale seguiva il giovane nel suo sviluppo educativo secondo varie tappe e in ambiti molto variegati.

Al giorno d’oggi, il percorso scolastico è divenuto lungo e spesso tortuoso: nonostante la scuola dell’obbligo si fermi intorno ai 16 anni di età, la società odierna, e il progressivo inasprimento del mercato del lavoro, impongono in certi casi il proseguimento degli studi sin oltre i 23 anni.

Non tutti posseggono le possibilità per frequentare l’università, non essendo coperta dallo Stato come invece lo sono le scuole di grado inferiore, e a volte, per dimostrarsi specialmente competitivi, si rende necessaria la presenza di ulteriori competenze, che pare impossibile acquisire contemporaneamente a quelle che si affinano nella scuola.

In altri casi, invece, potrebbe capitare che il tipo di scuola desiderato per approfondire certe passioni o interessi non esista, o esista solo in forme totalmente inaccessibili, che sia per i costi o per mancanza di tempo.

Esiste una modalità di apprendimento che in epoche meno recenti veniva adoperata molto più frequentemente di quanto non accada oggi, dove la riteniamo meno efficace o addirittura penalizzante ed inutile: lo studio da autodidatti.

 

Cos’è un’autodidatta? Un’autodidatta è una persona che ha conseguito da sé capacità e conoscenze in un dato ambito, sia generale che specifico. E’ una figura particolare, perché incarna sia quella del maestro, che quella dell’allievo; è maestra di sé stessa.

É un ruolo difficile, inutile girarci intorno. Insegnare a sé stessi prevede non solo un’ottima predisposizione allo studio, alla concentrazione, ma anche perseveranza, pazienza e soprattutto uno spirito di giudizio e di autocritica che verifichino ciò che viene appreso e come viene interiorizzato.

Tuttavia questi paroloni non devono scoraggiare, in quanto si tratta di un percorso: con il tempo, queste capacità se assenti si acquisiscono, e rendono liberi. Rendono liberi nella misura in cui non hai più strettamente bisogno di qualcuno che ti dica cosa devi fare, quando lo devi fare; rendono liberi dal bisogno di denaro per migliorare te stesso e accrescere il tuo bagaglio culturale; rendono liberi dalle imposizioni e manipolazioni altrui, perché imparerai ad ascoltare te stesso e a perfezionare la sua correttezza.

Non mancano certo i lati negativi: agli inizi, in particolare, c’è il rischio di imparare nozioni errate, non avendo un maestro che, con la sua esperienza, sappia guidarti e impedirti di prendere la strada errata. Se da un lato, inoltre, studiare da autodidatti permette una gestione estremamente flessibile del proprio tempo, dall’altro l’assenza di scadenze rischia nel caso di scarsa motivazione od organizzazione di rendere lo studio troppo diluito e poco efficiente.

Nell’epoca di Internet, il primo problema è facilmente risolvibile: in rete si trovano decine se non centinaia di siti di carattere professionale che insegnano un determinato argomento, rispondendo anche ad eventuali domande e dubbi in brevissimo tempo. In un certo senso, se l’autodidatta perde un maestro fisico, ne acquista moltissimi virtuali.

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Lo sviluppo del proprio senso critico derivato dalla necessaria operazione di scelta delle fonti e dei siti torna utile non solo nell’ambito dell’apprendimento, ma anche ogni qualvolta che si profili una decisione da compiere, divenendo sempre più in grado di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

Tuttavia, un sito web può non bastare, e diventa laborioso gestirsi tra numerosi link nei quali il sapere ricercato è frammentato: qui entra in gioco l’e-shop, ovvero lo shopping online.

Attraverso librerie online, ormai estremamente diffuse, è possibile ottenere l’accesso a una quantità inimmaginabile di libri specifici, persino di argomenti stravaganti e rari, e per di più a un prezzo ridotto rispetto a quello che si troverebbe in un negozio fisico.

Potete cercare negli store on-line più famosi, che tra le categorie presenti al loro interno includono anche quella dei libri, sia in formato cartaceo che digitale, ma spesso per ogni tema è possibile scovare una libreria online interamente dedicata ad esso.

Per quanto riguarda la gestione dello studio e del proprio tempo in modo autonomo, per evitare gli eccessi di un programma eccessivamente intenso o lascivo, è necessario abituarsi ad organizzare le proprie giornate, suddividendo, ad esempio, il carico di lavoro in argomenti minori e distribuendoli nell’arco della settimana, contemplando pause e giorni di riposo.

 

Io sono un autodidatta, e la materia che ho scelto di affrontare con questa modalità è la lingua giapponese.

La lingua giapponese è parlata nativamente da poco più di un centinaio di milioni di persone ma ha visto un aumento vertiginoso di coloro che la studiano e si interessano ad essa. Con la diffusione della cultura giapponese e della moda per il Giappone avvenuto nell’ultimo decennio in particolare, è cresciuto di conseguenza anche la necessità di disporre di strumenti adeguati per poter apprendere questa lingua affascinante.

Tuttavia, soprattutto in Italia, le strutture competenti scarseggiano, persino in quegli ambienti universitari che dovrebbero rappresentare l’eccellenza dell’insegnamento linguistico. Ovviamente, non tutti sono di bassa qualità, ma spesso la nomea non è indice di efficienza e capacità.

Per questo motivo, ho scelto per il mio apprendimento il percorso da autodidatta.

Iniziò quando avevo 13 anni; la mia forte curiosità mi spinse a cercare di comprendere le scritte di un videogioco giapponese, e la sera stessa già navigavo in Internet alla ricerca di informazioni utili.

Purtroppo, la giovane età e la complessità della lingua mi scoraggiarono, e ben presto abbandonai. Ma, forse per destino, forse per coincidenza, nel giorno del mio quattordicesimo compleanno, mi venne regalato il primo volume di un corso di lingua giapponese. Quello fu ciò che mi spronò a continuare, e nonostante non sia sempre stato tutto rose e fiori, ho ottenuto risultati straordinari, ben al di là di quello che avrei mai potuto immaginare di svolgere tramite l’unico ausilio delle mie capacità.

 

Vorrei dunque, dopo questa lunga ma doverosa introduzione, presentare al lettore che si accinge a studiare questa meravigliosa lingua alcuni consigli utili per rendere questo viaggio più semplice e far risparmiare il tempo che invece io spesi nella ricerca.

 

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Siti gratuiti

 

  • http://www.lang-8.com: questo sito è estremamente utile secondo me, per varie ragioni. È principalmente una piattaforma di correzione reciproca online: gli utenti possono postare qualsiasi scritto, che siano frasi, o testi più complessi, o anche domande, e altri utenti madrelingua si occuperanno di correggerli, dare consigli e conversare con i primi. Per questo motivo, oltre ad essere uno strumento eccezionale per affinare le proprie abilità linguistiche da autodidatti ed ottenere guide capaci e competenti, è anche un mezzo per stringere nuove amicizie oltreoceano;
  • http://maggiesensei.com: sito gestito da una ragazza che utilizza i suoi carinissimi animali domestici per insegnare giapponese, in inglese, tramite numerosi post e spiegazioni chiare e semplici. Tra l’altro l’autrice è estremamente disponibile a rispondere tramite commenti ai propri post;
  • http://ejje.weblio.jp : sito in giapponese, è un dizionario, forse il più completo online secondo il mio parere, inglese-giapponese.

 

Nella barra di ricerca è possibile inserire i termini: premendo il tasto nero a destra si avvia la ricerca.

 

*N.B: il materiale online, in particolare quello gratuito, e libri compresi, che trattano di lingua giapponese in italiano sono veramente pochi. Tuttavia, per la conoscenza ad un livello basso / intermedio-basso, vi sono vari testi disponibili che riporto qui sotto.

 

Libri

  • Dizionario di lingua giapponese: il dizionario bilingue dall’italiano al giapponese e dal giapponese all’italiano con un rapporto qualità/prezzo migliore attualmente (5/2017, nda) disponibile. Propone una vasta scelta di lemmi e anche un discreto numero di esempi. Consigliato per chi inizia lo studio del giapponese e chi arriva ad un livello intermedio;
  • Grammatica giapponese: “Grammatica giapponese”, di M. Mastrangelo, N. Ozawa e M. Saitō è la migliore grammatica italiana di giapponese fino ad un livello intermedio-basso. Contiene tantissimi esempi, i sillabari degli alfabeti, riferimenti al corso della stessa serie, e tutto ciò che serve per conoscere approfonditamente la grammatica di base;
  • Introduzione alla scrittura giapponese: nuovo testo che presenta gli alfabeti di base, hiragana e katakana, con un metodo intuitivo e seguito passo dopo passo. Lo consiglio, ma se siete a corto di fondi, potete anche evitare di comprarlo, e arrangiarvi tramite le tabelle presenti sui libri di grammatica / del corso (che è di seguito presentato), munendovi di carta e penna e ripetendo fino allo sfinimento i singoli caratteri;
  • Corso di lingua giapponese (1): primo di tre volumi, questo è il più completo corso di lingua giapponese in italiano che potete trovare. Oltre a presentare spiegazioni grammaticali, è fornito di numerosi esercizi, anche orali, accompagnati da audio disponibili sul web al link riportato sul retro del volume. Unica pecca, la mancanza di esercizi di scrittura più meccanici, e l’assenza di un insegnante che corregga; tuttavia, potete svolgere gli esercizi di composizione sul primo sito che vi ho consigliato, e farveli correggere da un madrelingua;
  • Guida all’apprendimento dei Jōyō kanji: nuovissimo libro di testo per apprendere l’alfabeto più complesso, quello dei kanji, gli ideogrammi di origine cinese. E’ stato scritto da un italiano, ed è la prima vera raccolta di kanji redatta in italiano, con approfondimenti etimologici e un’organizzazione sistematica ed organica veramente senza eguali. Consigliatissimo secondo me per gli studenti di qualsiasi livello (sarebbe meglio tuttavia avere già appreso lo hiragana e il katakana);
  • Il giapponese a fumetti (1): alternativa più leggera al corso di giapponese della Hoepli. Presenta la grammatica e il lessico attraverso i fumetti manga, e può essere d’aiuto per approcciarsi meglio alla lingua quotidiana;
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Applicazioni

 

  • Midori: applicazione per iPhone ed iPad (a pagamento). Dizionario inglese-giapponese e viceversa tra i più completi in circolazione. Fornito di numerosissimi esempi, e ricerca di simboli tramite disegno, è uno strumento indispensabile per lo studio e la ricerca di termini on the go.
  • Japanese: come sopra. Io consiglio di prendere entrambi in quanto si completano a vicenda ma sono validissimi.
  • Tae Kims Guide to Learning Japanese: ottima app per studiare in modo rapido la grammatica e i vocaboli, con anche esercizi annessi. E’ in inglese ed è gratuita, sia per Android che per iPhone.
  • Anki: fantastica app per PC. Permette lo studio e il ripasso dei vocaboli/frasi/simboli tramite flashcards, ovvero carte che presentano il termine scelto, sul cui retro viene mostrata la soluzione. Tramite un intelligente meccanismo di autovalutazione della propria memoria, che consiste nel selezionare il grado di apprendimento di una certa parola, l’applicazione imposterà automaticamente la frequenza con la quale mostrare quella determinata carta, favorendo così il ripasso di ciò che si conosce peggio. Vi sono inoltre numerosi “mazzi” precostituiti, solitamente in inglese, ma si possono costruire i propri; Vi sono inoltre numerosi “mazzi” precostituiti, solitamente in inglese, ma si possono costruire i propri inserendo un certo numero di termini scelti e includendone la traduzione da visualizzare sul retro.

 

 

Matteo N.

 

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8 Commenti

  1. Complimenti per quello che fai e per aver condiviso le tue conoscenze.

  2. Complimenti! Ho studiato qualche lingua ma non ho mai raggiunto livelli alti con lo studio totalmente autodidatta, sei stato bravo a superare gli ostacoli, per amore dell’obiettivo, tra l’altro in un mondo completamente diverso dall’italiano, dal punto di vista linguistico e culturale (e la cultura è una parte secondo me essenziale dell’apprendimento di una lingua). Un hobby davvero costruttvo 🙂 Tanta fortuna se vorrai portarlo avanti!

  3. Grazie, questo articolo è molto utile, il giapponese è una lingua che mi piacerebbe imparare e farlo da autodidatta è la scelta migliore per chi non ha tempo di seguire corsi ecc.. Molti giovani oggi vogliono imparare questa lingua, un po’ grazie al boom di manga e anime avvenuto negli ultimi decenni, soprattutto grazie alla diffusione tramite lo streaming in lingua originale.

  4. grazie per tutte le informazioni! Non credevo fosse possibile imparare una lingua orientale da soli XD ma mi hai messo curiosità

  5. Devo farti tutti i miei complimenti per le tue capacità. Chi studia da autodidatta è una persona speciale, per determinazione e caparbieta’, poi imparare il giapponese
    sicuramente non è da tutti. Grazie

  6. Grazie mille. Intendevo mettermi a studiare giapponese questo inverno. Seguo le tue indicazioni!

  7. Bravo Matteo! Ciò che stai facendo dimostra l’efficacia del percorso autodidatta (se intrapreso seriamente). Riguardo alla tua materia, le lingue orientali mi hanno sempre affascinato. Grazie mille per aver condiviso anche le preziose fonti che hai elencato.

  8. Grazie per aver condiviso il tuo documento.

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