Cos’è la politica?

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La politica è un argomento che spesso si cerca di evitare perché viene considerato troppo complicato e noioso. Questo però non è un atteggiamento corretto perché, che ci piaccia o no, essa ci riguarda tutti. Uno dei problemi più grandi di oggi è che molti politici sanno che i cittadini si disinteressano di quest’argomento e sfruttano l’ignoranza per attirare a sé più persone possibili, proponendo programmi in realtà irrealizzabili, accusando altri politici su basi inesistenti invece di mostrare ciò che veramente andrebbe contestato e così via. L’arma più forte che abbiamo, a mio parere, è la Conoscenza, perché se tutti conoscessimo almeno le basi di come funziona il nostro ordinamento, non ci potrebbero più ingannare.

Questo è lo scopo del mio articolo: spiegare le basi della politica, come funziona, come funzionano le elezioni, come si fanno le leggi, chi può farle e quali sono i limiti.

Ci tengo a fare un’ultima precisazione: la politica è un argomento molto delicato, perché vengono in gioco gli ideali e i valori di ciascuno; pertanto, l’ultima cosa che voglio è cercare di imporre il mio personale punto di vista su quello di chi legge. Per questo motivo, mi limiterò ad esporre tutto nel modo più oggettivo possibile, parlando solo di dati di fatto. Starà poi a chi legge trarne le sue personali conclusioni.

 

Partiamo dal principio: cosa si intende per forma di Stato e forma di Governo? Quali sono le nostre? La forma di Stato indica il rapporto tra l’autorità che governa e il popolo: in sostanza indica le finalità che lo Stato vuole raggiungere e quali sono i valori a cui si ispira: un esempio è lo Stato totalitario (che ruota attorno ad un “Capo”). La forma di Governo invece indica i mezzi attraverso cui si vogliono raggiungere queste finalità, ad esempio la monarchia o il governo parlamentare. Detto ciò, l’Italia si può definire una Repubblica Democratica Parlamentare: cosa significa “Repubblica”? in latino “res publica” significa “cosa del popolo”, quindi con questo si intende dire che la sovranità appartiene al popolo. “Democratica” rinforza questo concetto, stabilendo appunto che il popolo esercita, direttamente o indirettamente, la sua sovranità. “Parlamentare” invece significa che il potere di stabilire le regole che guidano i cittadini e lo Stato appartiene al Parlamento, di cui parlerò dopo. Quindi si può dire che, almeno sulla carta, gli obiettivi che lo Stato italiano persegue sono principalmente la sovranità, l’uguaglianza e la parità dei cittadini (come scritto negli articoli 1 e 3 della Costituzione), e lo fa tramite il metodo democratico.

 

Proseguendo, lo Stato Italiano, come tutti gli altri, deve cercare l’equilibrio tra tre “poteri”: il potere legislativo (fare materialmente le leggi, appartiene al Parlamento), quello esecutivo (assicurare che le leggi vengano rispettate, appartiene al Governo) e quello giudiziario (giudicare chi non rispetta le leggi, appartiene alla Magistratura, ossia ai giudici). Ci sono diversi modi per bilanciarli, ad esempio c’è chi li concentra tutti in una sola persona (monarchia assoluta) e chi li divide. Nel nostro caso, abbiamo la cosiddetta “separazione dei poteri”: infatti, il Governo ha il potere esecutivo, il Parlamento quello legislativo, la Magistratura quello giudiziario.

 

Parliamo quindi del Governo, che ha il potere esecutivo.

Da chi è composto? Cosa fa? Come viene eletto? È composto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Ministri, che insieme compongono il Consiglio dei Ministri. Il presidente del Consiglio dirige la politica generale del governo e ne è responsabile, mentre i Ministri sono al vertice degli organi amministrativi (ministro della salute, dei trasporti, dell’economia ecc.). Il Governo può avere anche, in alcuni casi, il potere di fare delle leggi: in questi casi parliamo di Decreti Legislativi e Decreti Legge, che verranno spiegati in seguito. Quindi, in poche parole, il Governo ha il compito di stabilire quale linea politica seguire, chi farsi alleato e chi nemico. È importante capire anche come viene eletto il Governo, perché questo è uno dei punti che vengono sfruttati per influenzare chi non conosce bene l’argomento: cosa si sente sempre dire in giro?

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“Questo Governo non è legittimo perché non è stato votato dal popolo!!” peccato che la nostra Costituzione stabilisca espressamente che è il Presidente della Repubblica ad eleggere il Presidente del Consiglio, e su suggerimento di quest’ultimo nomina anche i Ministri (Articolo 92). Quindi non viene MAI eletto direttamente dal popolo! Questa è una cosa che in realtà non si conosce molto, ma è fondamentale saperla perché ad ogni dibattito politico che si vede in televisione o sui giornali c’è qualcuno che si lamenta che “il presidente del Consiglio non è stato eletto dal popolo”. E quando mai è successo? Ogni volta che qualcuno usa questo argomento, sta cercando di attirare a sé le persone, usando belle parole e fingendo di essere dalla loro parte, mentre invece le sta ingannando non meno di tutti gli altri.

 

Un altro argomento di cui è importante parlare è il procedimento attraverso cui si creano le leggi. Di regola, questo potere spetta al Parlamento, che è composto da due Camere (Camera dei Deputati e Senato), che hanno pressoché gli stessi poteri (per questo si parla di “Bicameralismo Perfetto”). La scelta di dare questo importante potere al Parlamento rispecchia l’aspetto democratico, perché quest’organo è eletto direttamente dal popolo attraverso le “Elezioni Politiche”: brevemente, queste elezioni si svolgono ogni 5 anni e possono parteciparvi tutti i cittadini maggiorenni. Ciascuno dà il suo voto al partito che preferisce e, una volta calcolati tutti i voti, a ciascun partito viene assegnato un numero di posti in Parlamento (in proporzione ovviamente del numero di voti ottenuti) secondo dei calcoli indicati nella cosiddetta “Legge Elettorale”, ossia la legge che stabilisce come distribuire concretamente i posti in Parlamento in relazione ai voti.

Il procedimento per creare nuove leggi è, molto in breve, il seguente: chi ne ha il diritto fa una proposta di legge (ossia principalmente il Governo, un membro del Parlamento o 50.000 cittadini); poi al Parlamento si inizia a stendere il testo della legge e questo va avanti e indietro tra le due Camere finché entrambe non approvano lo stesso testo; dopodiché la legge viene “promulgata”.

Prima ho detto che anche il Governo ha, in alcuni casi, il potere di emanare leggi. Può capitare in due modi: innanzitutto, il Parlamento stesso può decidere di delegare il Governo a emanare una legge su un determinato argomento, però non può lasciare carta bianca: deve indicare chiaramente quale sia l’ambito e le linee generali della legge che si vuole emanare. In questo caso si parla di “Decreto Legislativo”. Può capitare invece che, in casi di urgenza, il Governo faccia una legge senza la delega del Parlamento: questo si chiama “Decreto Legge”; in questo caso, il Parlamento ha 60 giorni per decidere se accettare o meno questa legge: se entro questo periodo non la accetta, essa perde ogni efficacia.

Talvolta, il popolo stesso può essere interpellato per prendere alcune decisioni. Esistono tre strumenti chiamati “di democrazia diretta”, in cui appunto i cittadini intervengono in prima persona: questi sono la “Petizione”, l’”Iniziativa Popolare” e il “Referendum”. È importante ricordare che sono tre cose diverse e bisogna capirne le differenze: la Petizione può essere proposta da qualsiasi cittadino e ha lo scopo di chiedere al Parlamento di prendere provvedimenti legislativi su un determinato argomento. Il Parlamento però non è obbligato ad accettare questa richiesta. L’Iniziativa Popolare invece può essere proposta da almeno 50.000 cittadini e ha lo scopo di chiedere l’approvazione di uno specifico provvedimento legislativo che ha un contenuto direttamente determinato da coloro che l’hanno proposto. Viene assicurata una garanzia minima, ossia che il Parlamento “prenda in considerazione” la proposta, ma non è vincolato ad accettarla. Un esempio di Iniziativa Popolare è stata la recente proposta di modificare il regime della legittima difesa, che è stata erroneamente confusa con un Referendum. Il Referendum invece è un po’ più complesso, dato che ne esistono diversi tipi, ma, molto brevemente, si ha quando viene proposta una questione e i cittadini possono votare solo “sì” o “no”. Una volta contati i voti ci si assicura che abbiano raggiunto una soglia minima (definita “Quorum”, che non è presente in tutti i tipi di Referendum, infatti non c’è in quello Costituzionale) che equivale al 50% + 1 di quelli che hanno il diritto di votare (ossia i cittadini italiani maggiorenni): se è stata raggiunta, si valuta quale opzione ha avuto il maggior numero di voti, altrimenti il Referendum è respinto. Di recente si sono avanzate proposte per eliminare il Quorum, ma riflettiamoci bene, cosa succederebbe? Se andassero a votare solo 100 persone in tutto il paese e il Quorum fosse abolito, queste 100 persone avrebbero il potere di prendere una decisione che potrebbe essere molto importante per tutti i cittadini.

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Siamo sicuri che i pochi che vanno a votare siano in grado di prendere decisioni così importanti? È un rischio che ci sentiamo di prendere? Prima di fare una scelta così drastica sarebbe bene valutarne tutte le conseguenze, positive e negative. È giusto desiderare che i voti positivi non vengano resi inutili da chi non va a votare, ma personalmente credo che questo si risolva istruendo le persone e facendole interessare alla politica, non eliminando strumenti come il Quorum che hanno l’unico scopo di far sì che una decisione presa tramite Referendum sia davvero Democratica.

 

Quanto detto finora vale per le leggi “classiche” (chiamate leggi primarie) di cui si parla sempre, ma esistono diversi tipi di leggi e diversi organi dello Stato che possono emanarle. Cosa succede dunque se alcune sono in contrasto tra loro? Esiste una gerarchia tra le “fonti” del diritto.

Possiamo vedere il nostro sistema come una piramide: al vertice ci sono i Principi Fondamentali (i primi 12 articoli della Costituzione) e il diritto dell’Unione Europea; un gradino più in basso c’è il resto della Costituzione; sotto di essa la legge primaria (quella del Parlamento, i Decreti Legge e i Decreti Legislativi); ancora un gradino più in basso si trovano le leggi regionali ed infine le “consuetudini”, ossia delle regole non scritte ma che vengono considerate doverose in un determinato territorio. Come è facile capire, una legge di rango inferiore non può essere in contrasto con una di rango superiore, e se ciò dovesse accadere, quella inferiore verrebbe “disapplicata”. Quindi, se una legge parlamentare fosse in contrasto con una dell’Unione Europea, la prima non potrebbe essere applicata: attenzione, questo non significa che verrebbe eliminata (allora si parlerebbe di “abrogazione”), semplicemente non la si applicherebbe, ma continuerebbe ad esistere.

 

Come è possibile che qualcosa di esterno allo Stato come l’UE abbia tutto questo potere? È possibile perché viene previsto dalla stessa Costituzione all’articolo 11: “L’Italia […] consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.

È importante fare anche un breve cenno sull’Unione Europea, su come è strutturata e quali sono le critiche che le vengono fatte.

Innanzitutto partiamo dalle basi: cos’è l’UE? È una confederazione (ossia un insieme di Stati che operano insieme in alcuni ambiti ma mantengono la sovranità nazionale, a differenza degli stati federali come gli Stati Uniti, dove c’è un unico governo centrale) inizialmente nata per scopi economici per poi iniziare ad avere anche finalità politiche. Essa raggruppa la maggior parte dei paesi europei. I suoi scopi sono di favorire il commercio e la cooperazione tra gli Stati Membri, il libero movimento dei cittadini e, essendo nata dopo la Seconda Guerra Mondiale, di evitare altri conflitti in Europa.

Gli organi dell’Unione Europea operano sostanzialmente tramite due strumenti legislativi: i Regolamenti e le Direttive. I regolamenti sono lo strumento più importante perché producono “leggi” che sono direttamente applicabili in tutti gli Stati Membri: in pratica, appena viene emanato un regolamento, questo entra subito in vigore nell’ordinamento di tutti gli Stati appartenenti all’Unione, come se fosse stato emanato dal Parlamento. Questo significa che un cittadino può direttamente far valere in un tribunale del proprio paese eventuali diritti che sono indicati nei Regolamenti europei. Le Direttive, invece, hanno bisogno di un atto di “recepimento” degli Stati: il loro scopo è quello di armonizzare gli indirizzi dei diversi Stati Membri su determinati argomenti, lasciandoli liberi di decidere come farlo. In pratica, le Direttive indicano degli scopi da raggiungere e gli Stati sono liberi di decidere come raggiungerli; per questo le Direttive non sono direttamente applicabili negli ordinamenti interni (a differenza dei Regolamenti), ma serve un atto del Parlamento che le renda efficaci. Quindi i cittadini non possono fare affidamento sulle Direttive che non sono ancora state recepite dallo Stato, a meno che esse non siano estremamente chiare e precise nei contenuti.

Esistono diversi organi che compongono l’UE e descriverò molto brevemente i più importanti:

 

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  • Il Consiglio Europeo: composto dai capi di Governo, stabilisce l’indirizzo politico della Comunità.
  • Il Parlamento Europeo: unico organo eletto direttamente dai cittadini, nonostante il nome non ha potere di emanare le leggi, ha un generale potere di controllo ma in realtà serve a ben poco.
  • La Commissione Europea: è l’organo esecutivo, in sostanza è il Governo dell’UE, formato da 28 membri (1 per ogni Stato) nominati dai governi dei singoli Stati Membri.
  • Il Consiglio dei Ministri: è il vero legislatore dell’UE, composto dai Ministri degli Stati Membri.

Da questo breve schema si possono capire le critiche che vengono mosse all’Unione: c’è un solo organo eletto direttamente dai cittadini (il Parlamento), e non vale quasi niente: ha pochissimi poteri, mentre gli organi che contano davvero, ossia quelli che dirigono la politica Comunitaria o che fanno le leggi (che ricordo essere di rango SUPERIORE rispetto a quelle interne dei singoli Stati e addirittura alla Costituzione), sono eletti generalmente dai Governi. Da qui nasce il cosiddetto “Deficit Democratico” di cui si parla spesso.

 

In conclusione, vorrei riportare qui sotto i primi 12 articoli della nostra Costituzione: i Principi Fondamentali a cui dovrebbe ispirarsi la nostra Repubblica. Lo faccio non solo perché chi legge li conosca effettivamente, ma anche per sfatare il mito delle leggi “incomprensibili”: le leggi sono incomprensibili se le si vogliono rendere tali, ma questi articoli sono la prova che si può parlare di questi argomenti con la chiarezza e la semplicità di un bambino. Personalmente mi vengono i brividi se penso al contesto storico in cui sono state scritte queste parole (subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, dopo una dittatura feroce come il Fascismo, dove ogni diritto umano è stato rinnegato). Sono principi che oggi forse diamo per scontati, ma che in realtà sono state enormi conquiste.

La mia speranza non è che questo articolo porti ad amare la politica, come si potrebbe in questo periodo storico? La mia speranza è che porti a conoscere come funzionano i suoi meccanismi e quindi ad amare quello che la politica POTREBBE essere, se più persone se ne interessassero veramente.

 

Art. 1.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2.

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

 

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Art. 4.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una atti- vita` o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5.

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

Art. 6.

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art. 7.

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

 

Art. 8.

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri sta- tuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.

I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9.

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

 

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Art. 10.

L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.

La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11.

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12.

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

 

Steven

 

 

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4 Commenti

  1. Questo articolo è veramente bellissimo! Hai perfettamente ragione nel dire che oggi parlare della politica è considerato noioso e se cerchi di informarti perdi presto le speranze, perchè sembra tutto molto complicato e quindi tanto vale lasciar perdere. Invece in questo modo hai esposto molti concetti in modo chiaro e comprensibile, facendomi riscoprire l’importanza del conoscere come funziona il nostro Governo.
    Grazie mille per aver cambiato il mio modo di vedere la politica, sono sicura che questo articolo sarà una grande spinta per tutti, come lo è stato per me, a informarsi di più e sapere così quando fanno passare per vero o vantaggioso per noi quello che in realtà non lo è.

  2. Grazie per questo articolo, è utilissimo. Non c’è nulla di più vero di quel che dici: tutti nella società siamo coinvolti da quel che succede a livello politico, e l’interesse e la conoscenza verso questi argomenti potranno permetterci di non essere più ingannati e andare avanti per il meglio. Ed è tutto spiegato in maniera chiarissima!

  3. Finalmente un articolo ben fatto che chiarisce molti dubbi. Spesso mi ritrovo ad informarmi su questi argomenti, ma lascio subito perdere per come sono scritti, fatti quasi a posta per non farci capire nulla, invece questo articolo sembra fatto a posta per invogliare ad informarsi di più, per come è ben scritto! Grazie mille!

  4. Non mi hai solo rinfrescato la memoria con questo articolo: sei andato molto oltre! Complimenti 🙂

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