Amo il mio lavoro: l’Architetto

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Da circa 10 anni lavoro come Architetto, attenzione.. anche se son donna si dice Architetto e non “Architetta” come piace a molti uomini, non so nemmeno io come son arrivata a questa professione, col senno di poi direi che c’è molta manipolazione da parte dei miei genitori e un po’ di adattamento, tuttavia sono molto felice di ciò che faccio.

Partiamo col racconto dal mio percorso di studi. Fin dalle medie  avevo una buona predisposizione per il disegno, mi consigliarono vivamente di frequentare il Liceo Artistico, ma ai miei genitori sembrava una scuola un po’ dispersiva e che mi dava poco futuro così fui immediatamente direzionata al Liceo scientifico della mia città, in questo modo non ero costretta a viaggiare in altre città vicine ed allontanarmi troppo. Non frequentavo la scuola con molto entusiasmo, la maggior parte delle materie non mi piacevano e studiavo in modo appena sufficiente per passare l’anno e non aver rogna da parte dei miei genitori. Disegnare mi piaceva molto ed era l’unica materia in cui potevo esprimere me stessa a pieno, avevo un insegnante molto bravo che ci dava delle ottime esercitazioni, purtroppo per me mentre io svolgevo questi compiti a casa da sola, senza poter avere l’aiuto di nessuno, molti dei miei compagni avevano amici o fratelli che li aiutavano facendo i disegni per loro in modo quasi perfetto così da penalizzare molto il mio operato. Ero comunque fiera dei miei risultati anche se non ottenevo il massimo dei voti, finché accadde un giorno che per punire tutta la classe che si era comportata male il professore non decise di fare un compito in classe a sorpresa con un esercitazione da compiere nelle due ore di lezione. Quel giorno solo io e un’altra compagna riuscimmo a svolgere l’esercitazione, tutti gli altri che non avevano fratelli e amici accozzarono degli strani scarabocchi. Ricordo ancora oggi il tema di quel compito in classe, si trattava di un esercizio sulla proiezione delle ombre di una sfera pressappoco così:

proiezione dell'omba di una sfera

Da li in poi la mia passione per il disegno continuò, e si unì a quella per le case e l’arredamento, sfogliavo infatti con passione tutti gli opuscoletti pubblicitari delle agenzie immobiliari che arrivavano a casa, e in quel periodo ne arrivavano davvero molti; studiavo i vari appartamenti e mi immaginavo gli arredi ecc.. insomma era un gioco che mi appassionava molto. Quando giunse l’ultimo anno di liceo e il momento di scegliere cosa fare del mio futuro io ero intenzionata a frequentare un corso universitario di scienze dell’educazione, infatti volevo per lavoro aiutare gli altri, sentivo questa vocazione in me… ovviamente poi ci fu di nuovo lo zampino di mia madre che conoscendo questa mia predisposizione per il disegno mi suggerì di “provare” a fare il test di ingresso per Architettura.

La facoltà era a numero chiuso con pesanti selezioni ma non mi son fatta scoraggiare, ho passato buona parte dell’estate a studiare sui manuali che aiutano a superare i test e così son riuscita ad essere ammessa alla facoltà.

Iniziava per me un lungo, intenso e meraviglioso percorso di studi. Ho amato frequentare l’università, ero interessata a tutte le materie che erano anche molto varie e non mi facevano mai annoiare, infatti c’erano molti esami scientifici (matematica, fisica, scienze delle costruzioni) molti esami di disegno ovviamente sia  tecnico e che artistico, e molti esami di storia di architettura e del restauro dei monumenti. Insomma la varietà dei corsi mi piaceva molto, per restare in corso ogni anno c’erano circa 9 esami da superare e le lezioni duravano dalle 9 di mattina alle 18.30 di sera.. aggiungendo il viaggio per raggiungere la sede dell’università da casa mia di circa un ora (non potevo permettermi le spese per una stanza) ero ben impegnata e tenuta sotto pressione, e avevo poco tempo per uscire e per divertirmi, ma fortunatamente la maggior parte dei miei amici in quel periodo erano anche loro universitari quindi ci vedevamo soltanto nel weekend.

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Son riuscita a rimanere in corso per tutti i 5 anni di durata della facoltà, prendendomi sei mesi in più solo per il completamento della tesi di laurea, fu quello uno dei periodi più faticosi della mia vita anche perché avevo già iniziato a lavorare part-time presso uno studio di progettazione, ma ottenni buoni risultati svolgendo una tesi sulla Valorizzazione del paesaggio.  Ottenuta la laurea la scalata per svolgere il lavoro non era ancora finita, infatti lo studio per cui lavoravo era piccolo non mi dava molte opportunità e soprattutto non mi avrebbe mai preso in regola, così mi misi in cerca di un occupazione migliore trovandola qualche mese dopo a Milano, lo stipendio era molto basso infatti mi pagavano 750 euro al mese ai quali ovviamente andavano tolti i giorni di ferie; quando potevo farli, e la malattia. Perciò lavoravo circa 9 ore al giorno più due ora di viaggio guadagnando davvero pochissimo se paragonata agli amici non laureati e a chi faceva lavori più semplici. Non mi son fatta scoraggiare, son rimasta in questo studio di progettazione per un anno, e quando la situazione si è fatta scoraggiante e senza prospettive migliori ho cambiato portandomi via il mio bagaglio di esperienza e mi son spostata in un altro studio, dove alle stesse condizioni mi pagavano 850 euro (impossibile trovare condizioni migliori per un neolaureato). Nel frattempo dovevo studiare… e si lo studio non era finito infatti per poter svolgere la professione bisogna superare un ulteriore esame di Stato, molto difficile che in media viene superato solo dal 10% delle persone che si presentano per sostenerlo.  Dopo due anni di lavoro in piccoli studi sottopagata, e al secondo tentativo son riuscita a superare l’esame di stato che mi ha permesso di iscrivermi all’Ordine degli Architetti e di poter lavorare in proprio, quasi contemporaneamente ho lasciato il lavoro che avevo, dove la titolare pretendeva cose assurde orari infiniti e spesso mi pagava meno di quello che avevo concordato, ricordo benissimo un mese di dicembre dove mi pagò solo 500 € al posto di quelli che mi doveva inventandosi varie scuse e tasse. Così dopo pochi mesi trovai lavoro di nuovo a Milano, incredibilmente ero stata contattata da un grosso studio che aveva ben valutato i miei due anni di operato, in cui nonostante fossi stata sottopagata avevo svolto degli ottimi lavori  anche di prestigio, così a giugno 2009  dopo anni di peripezie si può dire che ho iniziato a fare l’Architetto.

In questi anni mi son stata davvero molto soddisfatta del mio operato, lavoro per una grossa società che attualmente ha circa 150 dipendenti tra Architetti e Ingegneri e ci occupiamo di grandi costruzioni, Centri commerciali, Uffici, grandi ristrutturazioni. Il mio capo è un Architetto abbastanza famoso, li chiamano “Archistar”; gira il mondo in cerca di progetti e per seguir cantieri, mentre io e gli altri colleghi che lavorano con me in team ci occupiamo di tutte le fasi burocratiche dei disegni e di progetto.  Per far capire di cosa mi occupo vi racconto l’ultimo progetto che ho seguito direttamente e per cui sto ancora lavorando e che mi ha occupato per più di un anno. Si tratta di una torre esistente in centro a Milano,  costruita negli anni ’90. Il cliente che l’ha acquistata aveva come intento il riqualificare tutta l’immagine per migliorarla e rivenderla. Così siamo partiti con le prime fasi del progetto che si chiamano di Fattibilità, in questa fase dobbiamo analizzare l’edificio, vedere com’è fatto cioè ci sono 12 piani, cinque piani di parcheggi interrati, e valutare in che condizioni è tenuto; analizzare tutto il regolamento del comune per suggerire al cliente cosa può fare e cosa “deve” fare per rimetterlo a norma con le nuove leggi che son sicuramente diverse e più restrittive rispetto a quelle di 10 anni fa. Insomma gli spieghiamo cosa si può fare con questo edificio e nel frattempo realizziamo un progetto di base con dei Render, rappresentazioni tridimensionali del progetto, che gli mostrano come verrebbe.

Dopo la iniziale di fattibilità raccogliamo tutti i commenti che ci da il cliente e proseguiamo col progetto, iniziando la vera e propria fase di disegno e progettazione. Qui mi occupo di ridisegnare le piante, i prospetti e le sezioni dell’edificio, e una volta che il progetto è approvato dal cliente preparo le pratiche comunali che servono per ottenere il permesso di fare i lavori.

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La fase burocratica è molto complessa e a seconda dei lavori che si fanno richiede di partire con molti mesi di anticipo rispetto a quando si vogliono iniziare i lavori in questo caso abbiamo iniziato a ottenere i permessi in comune ben 5 mesi prima per iniziare i lavori a settembre. Una volta ottenuti i permessi si passa all’ultima fase che è chiamata di Progetto Esecutivo, per farla in breve in questa fase si disegna proprio tutto l’edificio, dalle strutture (per cui si collabora con l’ingegnere strutturista) gli impianti (per cui si collabora con gli ingeneri elettrici e meccanici) e tutti i componenti dell’edificio, infatti l’Architetto ha il compito di coordinare tutti i lavori che vanno fatti e scegliere l’aspetto estetico. Si disegna tutto, tuttissimo: le porte, i pavimenti, gli ascensori… la quantità di tavole di disegno alla fine è enorme e va tenuto un gran controllo di tutto, la parte che mi piace di più in questo lavoro è la scelta dei materiali, delle piastrelle e delle finiture delle pareti.

Quando il progetto è finito viene consegnato al cliente che indice una gara d’appalto per le imprese che vorrebbero realizzare i lavori e poi sceglie tra i migliori offerenti.

Ma in questo caso non è stato così semplice.. infatti il cliente nel frattempo ha trovato un altro acquirente per l’edificio, questo per comprarlo voleva delle modifiche al progetto che abbiamo fatto per personalizzarlo come più gli piaceva, quindi, ebbene si, abbiamo dovuto rifare quasi tutto d’accapo!!! Come dice il mio capo… “basti che paghino” perciò non bisogna farsi scoraggiare dal dover rifare tutto se il cliente lo richiede. Adesso stanno completando i lavori all’interno dell’edificio e mi sto occupando di disegnare quelli che saranno gli interni di tutti gli uffici presenti, sceglieremo tutti gli arredi le scrivanie ecc.. questa è una fase abbastanza divertente del lavoro.

Amo molto il mio lavoro e mi da molte soddisfazioni anche se a volte le ore che richiede son molte soprattutto nei periodi di consegne mi trovo anche a fare 10 ore tutti i giorni anche nel week end; nonostante tutto mi sono organizzata per conciliare lavoro e vita personale tra cui spiritualità, e da quando uso le tecniche spirituali soprattutto la meditazione anche a lavoro va tutto molto meglio e son più serena. Tutti i giorni ho circa 50 colleghi seduti accanto in uno spazio unico e non era facile da gestire all’inizio, mentre ora con le protezioni imparate e con l’uso di un po’ di sesto senso gestisco meglio anche il lavoro e son più paziente e sorridente con tutti al punto che negli ultimi periodi son stata scelta per insegnare ai nuovi arrivati come gestire i file e i lavori in modo ordinato.

Quando incontro nuove persone e mi chiedono che lavoro faccio, la prima cosa che chiedono quando dico che sono Architetto è:  “a bello sei Architetta? Ma disegni i mobili e gli interni? ”,  io di solito sorrido e rispondo: “si  anche quello”.

 

Nadia

 

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1 Commento

  1. CHE BELLO POTER FARE UN LAVORO CHE PIACE E UNA GRANDE FORTUNA. TU SEI UNO DEI POCHI CASI CHE SE LO PUÒ PERMETTERE.

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