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Stiamo vivendo un’era di notevoli cambiamenti tecnologici, dove non sono tanto i prodotti tecnologici (commerciali) ad avanzare, ma è la semplicità nell’utilizzo e nella creazione della tecnologia che sta avanzando e, con tale processo, si rende ciò che decenni fa era fantascienza realtà sperimentabile da chiunque. Ci sono vari esempi: nuovi linguaggi di programmazione visuali, ossia che non si basano su codici che il programmatore scrive per far interagire gli oggetti nella scena di un videogioco, ma con dei diagrammi che hanno la semplice funzione di sostituire i codici, rendendo quindi più “user-friendly” la creazione di un programma o di un videogioco. Questo progresso è visibile anche nel mondo dell’elettronica: il microcontrollore Arduino sta semplificando di molto la creazione di circuiti complessi, permettendo, con discreta facilità, anche la creazione di sistemi domotici per la propria casa e molto altro.
Queste recenti trasformazioni, perlomeno dal punto di vista della programmazione sempre più semplificata (per fortuna), ma anche più ricca di funzioni, rendono la creazione di un videogioco più semplice rispetto a ciò che era anni prima. Infatti, il mercato dei videogiochi, ora come ora, è saturo di ogni prodotto video-ludico possibile ed immaginabile: sia quelli prodotti dalla piccola casa produttrice di uno sviluppatore soltanto, che quelli sviluppati da vere e proprie “Software House” con esperienze decennali, budget e successo.
Erroneamente, però, molte persone pensano che giocare ai videogiochi sia un’attività assolutamente sicura, perché “ehi, ci giocano tutti”. Mi piace ricordare che se una psicosi è collettiva, rimane una psicosi, non è qualcosa di normale e non dannoso: come quando dico alle altre persone che sono astemio e ti dicono “ma sì… per un bicchiere… ”, proprio perché l’alcool ha sottomesso molte persone, e loro non se ne accorgono. Tutto questo si dice perché non ci si rende conto dei danni che i videogiochi, come tante altre droghe (tra cui c’è anche l’alcool), causano alla nostra mente. La gran parte di questo lo abbiamo capito grazie al percorso che stiamo intraprendendo in accademiadicoscienzadimensionale.com che ci sta rivoluzionando la vita: ci ha permesso di avere un’ altra prospettiva rispetto a tutte le forme di dipendenza, permettendoci quindi di parlarne sentendo vivamente e senza sottomissione mentale i danni che essi possono provocare.
Premetto però che per me il vero problema sta nel come vengono creati e concepiti i videogiochi, ma anche come vengono utilizzati dai giocatori. Partiamo da presupposto che casualmente molti di essi fanno proprio perdere tempo in maniera estenuante. La prima cosa che viene in mente a molti è: “beh, ma alla fine hai scelto tu di giocare a quel videogioco, allora che ti lamenti?”. Alle stesse persone, piuttosto, chiederei invece il motivo per il quale c’è gente che pensa seriamente di passare tre ore ai videogiochi, prendendolo come una sfida, nonostante la vita di quella persona sia tutt’altro che una competizione, ma fatta di tanta apatia, e poco altro.
Dobbiamo aprire la nostra mente: è probabile che tu sia la zia, lo zio, la mamma, la nonna o un qualsiasi parente di un ragazzo di questa generazione di “Millennials”. Ebbene, rifletti su questo ragazzo, rifletti su ciò che fa durante in giorno (se lo sai): le attività che esegue durante il giorno, a parte la scuola e i compiti, possono realizzarlo per il futuro? Ha delle passioni?
Bisogna toccare un tasto dolente infatti: molti ragazzi di questa nuova generazione non hanno passioni, ed è molto grave, perché l’assenza di passioni crea un “buco” nella creatività dei ragazzi: in questa età abbiamo un alto potenziale creativo e abbiamo una mente attiva che vorrebbe realizzare progetti ambiziosi. Senza passioni non possiamo sfruttare la nostra mente per crearci innanzitutto un presente un po’ più positivo, poi un futuro brillante, facendo un lavoro che desideriamo e che ci soddisfa, non il primo che capita.
In materia video-ludica c’è tanta confusione: chi dice che i videogiochi fanno bene, chi dice che i videogiochi fanno male, chi dice che i videogiochi fanno male ma anche bene, chi vieta i videogiochi ai propri figli ma continua inesorabilmente a passare ore ed ore davanti alla tv…
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Si sta creando un casino enorme: perché da un lato c’è chi quasi lotta per giocare ai videogiochi, manco fosse la cosa più importante della propria vita, perché i genitori glielo impediscono. Dall’altro lato, c’è chi con tutte le forze vieta ai propri figli di giocarci, innanzitutto perché queste persone con il loro approccio fortemente improntato all’imposizione, che motivano con un ridicolo “eh nella mia epoca si stava meglio con questo approccio!”, cercano di imporre un divieto che, di fatto, farà suscitare tante domande, le quali risposte faranno notare l’ipocrisia dei propri genitori (“Ma scusa, perché io non dovrei giocare ai videogiochi, se loro passano ore davanti alla TV? Non è la stessa cosa?!”) e la loro incapacità di creare un modello di educazione che loro stessi seguono assiduamente, insegnando quindi al figlio cos’è la falsità, facendogli pensare che, successivamente, lui debba essere una persona falsa solo per “sopravvivere” in questa società (ovviamente non sempre questo, perché non tutti i genitori sono ipocriti!).
In tutto a questo marciume, facciamo chiarezza: se i videogiochi facessero bene, mi chiedo perché tantissimi ragazzi adolescenti siano così apatici e svogliati, proprio nell’età in cui bisognerebbe essere vivaci e con tanta voglia di fare. Il modo in cui ho superato la dipendenza da videogiochi è proprio tramite il percorso in Accademia di Coscienza Dimensionale e grazie alle passioni, perché grazie ad esse, ma anche e soprattutto al mio percorso spirituale!, sono riuscito a costruirmi un presente, una vera vita ed un ottimo futuro. Chiaramente però non tutti desiderano intraprendere un percorso spirituale. Tuttavia ti consiglio di visitare il sito che ti ho linkato prima e provare a intraprenderlo.
Se tu sei un genitore di un adolescente che gioca tanto ai videogiochi e non riesci a fargli capire che sarebbe meglio smetterla di sprecare ore in un mondo artificiale, innanzitutto devi capire che il figlio deve avere fiducia dei tuoi insegnamenti, e per acquisirla, dovrai prima lavorare su di te, e poi sul figlio. Dovrai essere tu la persona che ha passioni ed è felice di averne, altrimenti perché dovresti suggerire a tuo figlio di averne, se tu stesso non le hai? Tuo figlio ti guarda come modello, e il solo fatto di vedere suo padre o sua madre con delle passioni e che la smette di essere attaccato al televisore, lo farebbe riflettere; ancora meglio se sei, oltre a questo, proprio tu a sollecitarlo per trovare delle passioni che gli possano piacere. Addirittura poi potresti presentargli il percorso spirituale che hai intrapreso, presentandogli gli effetti positivi che hai riscontrato; ovviamente però non devi giudicarlo se non desidera, ma tu provaci.
Fallo per lui e fallo per un mondo migliore, perché la minaccia non sono solo i videogiochi, ma lo sono anche le costanti perdite di tempo e voglia che essi comportano, insieme, però, ad alcune serie TV, anime, film e tutti quei contenuti che ti fanno venire la voglia di rimanere attaccato tutto il tempo davanti al televisore o al monitor.
Sicuramente ti stai chiedendo: “ma com’è possibile che un contenuto, fatto per passione, possa comportare questi danni?”.
Infatti io ho detto “alcuni” di questi contenuti apposta: perché chi fa questi contenuti per passione, fa bene a farli! Non ha intenti negativi e crea questi contenuti per realizzarsi: non ha fatto nulla di male! Diversamente, però, bisogna giudicare chi crea questi contenuti, con determinate storie e dettagli, apposta per legare le persone troppo a quel contenuto e per fare soldi, rendendo tale contenuto di vitale importanza per la propria vita: dimenticandosi che, in quest’ultima, ci sono cose di tutt’altra importanza. Ma oltre a chi crea giochi per passione, bisogna anche ricordarsi di chi crea contenuti video-ludici educativi, creativi del tutto o in parte: sono forme di videogiochi che possono donare un momento di relax, ma in cui ci si tiene attivi e con il cervello presente.
Tuttavia, prima di parlare dei lati positivi dei videogiochi è corretto parlare dei lati negativi di essi.
Abbiamo già parlato delle perdite di tempo, ma essendo il lato peggiore dei videogiochi, è doveroso approfondire questo aspetto, evidenziandone le tecniche utilizzate per rendere reale questo effetto negativo.
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Andiamo per gradi: il primo importantissimo ingrediente per rendere il videogioco una vera e propria perdita di tempo, è proprio il coinvolgimento, il rendere attraente un videogioco, il renderlo un valido sostituto della realtà stessa. Non a caso, se per curiosità andassimo a vedere i nomi degli sviluppatori di un videogioco molto famoso, noteremmo come ci siano tantissimi titoli che identificano la mansione svolta. Per esempio: “UI Designer” (Ideatore dell’interfaccia dell’utente) “Landscape Architect” (Architetto del paesaggio) e via dicendo. Pensandoci pochi secondi, possiamo quindi immaginare come tutti questi impiegati così differenziati possano dare il meglio ad ogni minimo dettaglio, rendendo quindi il videogioco molto bello graficamente, a livello di storia ed eccetera, senza però ricordarci che questo comporta anche ad una eccessiva immersione nel videogioco, che distorce la concezione della realtà dell’utente. Se quest’ultimo si lascia influenzare da tale aspetto, potrebbe passare ore davanti ad un prodotto che, del resto, non rende la sua vita migliore, anzi. Dobbiamo fare i conti con la realtà, perché gli sviluppatori delle grandi aziende, in tutti gli ambiti, cercano non tanto di avere tanta qualità nel gioco, ma vogliono che tu rimanga attaccato allo schermo, affinché poi il gioco ti piaccia e il tuo feedback positivo, soprattutto se sei un “critico video-ludico”, possa incrementare le vendite, quindi a loro interessa fare i soldi.
Un altro meccanismo davvero utilizzato nel mondo video-ludico per far sprecare tempo alle persone sfrutta il sistema di ranking e di posizionamento. In pratica, in alcuni videogiochi, si viene messi in una categoria, in base alle proprie vincite e in base a come sono andate le nostre partite, ad esempio: Bronze, Silver, Gold, Diamond, Platinum, Epic sono esempi di rank nei quali i giocatori possono rientrare; inoltre esistono dei sotto-rank solitamente numerati: chi è “Bronze 5” è “messo peggio” rispetto a chi è “Bronze 1”. Se non abbiamo rank, dobbiamo affrontare delle partite di posizionamento di un certo numero, ad esempio 10. Una volta fatte 10 partite, il gioco deciderà in quale rank iniziale metterci. Una volta inseriti in un rank, ovviamente possiamo continuare a giocare e migliorare la nostra posizione: per passare ad esempio da “Bronze” a “Silver” semplicemente quando saremo in Bronze 1 e vinceremo sufficienti partite e/o giocheremo sufficientemente bene in alcune di esse, passeremo al rank successivo e al sotto-rank di esso più basso, ad esempio Silver 5; ovviamente a causa delle eccessive sconfitte possiamo essere anche retrocessi, quindi passando ad esempio da Silver 5 a Bronze 1.
Questo sistema diventa un problema quando il tempo che occorre per giocare alla partita del videogioco al quale stiamo giocando dura troppo. Un esempio molto azzeccato di ciò è presente nel famosissimo videogioco “League of Legends”. In questo videogioco una partita media dura 30 minuti, e le partite di posizionamento, quindi quelle utili a stabilire il rank del giocatore, sono addirittura 10. Ciò significa che per avere un “nome che identifica la tua bravura a giocare” bisogna giocare per ben 5 ore, questo solo per permettere al videogioco di calcolare il tuo rank. E non è finita: infatti bisogna considerare che la maggior parte dei match viene eseguita dai giocatori non tanto per “posizionarsi”, ma per migliorare il proprio ranking. E non solo! Infatti dopo un mese (o in alcuni giochi un po’ di più), ognuno perde il proprio posto e tutti devono ripartire dalla fase di posizionamento. Non vi sembra assurdo tutto questo spreco di tempo? Eppure c’è chi davvero vuole allenarsi in videogiochi come questi perché “in futuro potrei guadagnare soldi partecipando a tornei”.
Quello che vorrei ricordare è che l’adolescenza è un periodo molto determinante per il proprio futuro: in essa si prendono decisioni che possono cambiare molto la propria vita. Se tu passi la tua vita senza avere passioni, allora sarai tu stesso colui che va al MC Donalds perché non ha altri posti in cui lavorare, dato che non ha mai sviluppato alcuna passione che ti avrebbe portato ad un lavoro migliore e ad ottime soddisfazioni. E questo lo dico per il tuo bene: perché tempo fa ero anche io così: ero il classico adolescente che si lamentava della scuola, ma che poi arrivava a casa e non sfruttava il suo tempo in maniera produttiva, non aveva passioni.
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Poi però, ho iniziato il percorso in accademiadicoscienzadimensionale.com e ho compreso, tra tutti gli effetti benefici che questo percorso comporta, come la mia vita stesse venendo sprecata, ho quindi sviluppato delle passioni atte a migliorare la mia vita e a sviluppare la mia logica e la mia creatività, ossia Informatica, Elettronica e giardinaggio.
Un altro fattore davvero fondamentale per far perdere tempo alle persone è la portabilità dei videogiochi, fattore al quale sono davvero contrario. Ormai, infatti, i contenuti video-ludici si possono fruire sia su PC, sia su console fisse, che su console portatili e persino sui cellulari, e per te, caro lettore, non è certo una novità. Sta di fatto che una portabilità eccessiva, causa per forza una fruibilità fuori misura di tali prodotti, che possono sostituire la nostra vita sociale: ormai possiamo giocare mentre facciamo finta di ascoltare un nostro conoscente, o mentre facciamo finta di ascoltare nostra madre, poi però quando vedi quelle ricerche che parlano di come a causa dei videogiochi alcune persone perdono la propria vita sociale, sentimentale, creativa, facciamo una smorfia, con un suono simile ad un “pff”, pensando poi che “quante balle, i videogiochi non distruggono la mia vita, queste cose non mi colpiscono!”. Come detto ad inizio articolo, infatti, è molto importante che i giocatori prendano coscienza di come e a quali giochi giocano, perciò, che ci siano meccanismi nei videogiochi a far perdere tempo è vero, ma d’altra parte, il giocatore per sé stesso deve cercare con le sue forze di smettere o ridurre molto il gioco semplicemente per sé stesso, la sua vita presente e la sua vita futura.
Questi sono quindi i principali fattori dei videogiochi che causano perdite di tempo al giocatore. Tuttavia ho notato che ci sono anche altri problemi e anche più gravi delle perdite di tempo nei contenuti video-ludici. Voglio quindi illustrarti tre videogiochi come esempio:
-Stellaris: strategico 4X di gestione di imperi spaziali, di meccanica semplice dopo un po’ che si gioca (a pagamento)
-Battlerite: MOBA (gratuito)
-Magic the Gathering Arena: gioco di carte (gratuito)
Il gioco al quale ci ho giocato di più è Stellaris, con 300 e passa ore di gioco, di cui gran parte di esse fatte prima della mia entrata in Accademia.
Riguardo tale gioco:
-Dopo un po’ che si gioca, diventa meccanico ma nonostante questo, il gioco può piacere.
-Richiede più che altro una conoscenza base del gioco, niente logica particolare o cose così
-Ti tenta nel farti giocare: gli sviluppatori tendono a rimodernare il gioco qualche volta, e per scoprire le feature aggiunte, dovrai iniziare una nuova partita, la quale dura tante ore, ma ovviamente si può salvare, essendo uno strategico.
Giocare a questo videogioco, data la sua meccanicità, mi ha causato vari problemi:
-Non ne ho idea del perché, chiamatemi pure pazzo (a me non importa!), ma le volte in cui giocavo un’ora o più a questo videogioco sentivo un fastidio alla gola e sembravo una macchina completamente immersa in questo videogioco
-Abbassamento delle funzioni cognitive cerebrali (in poche parole: ero meno intelligente e sveglio)
-Mal di testa
-Stanchezza
-Legarsi con determinati eventi del gioco per perdere tempo utile per le faccende o i progetti della vita reale (esempio: “ehi aspetta finisco la guerra con l’impero e vado!”)
-(di conseguenza) Apatia per ogni fattore della propria vita
-Abbassamenti di umore
-E probabilmente altre cose che non ho notato
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In questo caso, possiamo vedere quindi come la meccanicità di questo videogioco e anche l’immersione, mi causavano effetti mica da poco, ostacolando progetti e passioni che avrebbero potuto dare una spinta in più alla mia vita.
Per quanto riguarda Magic the Gathering Arena:
-Richiede conoscenza del gioco di carte e una sapiente costruzione del mazzo, studiando combinazioni di effetti interessanti
-Include missioni e ricompense giornaliere, per scoraggiare lunghi utilizzi del videogioco
-Tuttavia ora include il sistema di ranking, che è davvero troppo esigente
Risultati possibili, sperimentati su di me:
-Eccessivamente legato alle monete con il quale poter comprare pacchetti (quindi può causare dipendenza soprattutto fino a quando non si avrà raggiunto un tot di monete per comprare un pacchetto)
-La costruzione del mazzo può richiedere un sacco di tempo anche a causa della relativa sperimentazione
-In alcuni casi le partite possono durare più di 10 minuti. In rarissimi casi oltre.
Questo videogioco è quindi meno distruttivo e meno macchinoso, infatti creare mazzi dalle combinazioni interessanti richiede logica e uso del cervello, come anche durante le partite.
Passando a Battlerite:
-È un gioco al quale ci ho giocato un po’ di tempo
-Richiede intuito, attenzione e padronanza delle mosse del proprio personaggio
-Match non lunghi, durano di solito 5 minuti
Risultati possibili, sperimentati su di me:
-Il sistema delle missioni è qualcosa che però fa perdere tempo (ad esempio, gioca 3 match con personaggi di supporto), incitandoti magari nel giocare troppo. Tutto questo per sbloccare oggetti o personaggi aggiuntivi
-Certe volte diventa troppo coinvolgente, causando eventuali incazzature in caso di uccisione del personaggio, ti accelera il battito cardiaco, è adrenalinico nei match, ma non causa molta immersione (per immersione, intendo quel tipo di voglia di non staccarti più dal gioco)
Da questi due giochi possiamo capire quindi come, se dobbiamo giocare ad un videogioco che non ci causi danni e estraniazione dalla realtà, è importante evitare i giochi molto meccanici e che ci possono rendere una sorta di macchina completamente immersa nel videogioco.
Da questa esperienza con i giochi appena elencati, possiamo quindi:
-Eliminare o accorciare il più possibile il tempo dedicato all’utilizzo di videogiochi
-Giocare per poco tempo a più giochi diversi, possibilmente che costano molto poco o gratuiti, per diminuirne la ripetitività e non ridursi a macchine durante il loro utilizzo
-Non legarsi troppo ad un videogioco
-Se sentite effetti simili a quelli di Stellaris: disinstallate subito
-Collaborare per creare un videogioco spirituale che spinga ad evolversi
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Abbiamo quindi analizzato i principali effetti negativi dei videogiochi. È ora di passare a quelli positivi, anche se generalmente maggiormente secondari rispetto a quelli negativi.
Un effetto positivo molto comune a quasi-tutti i videogiochi è la mancanza di supporto alla nostra lingua, ciò obbliga il giocatore a imparare termini lessicali inglesi che altrimenti, senza il videogioco, non avrebbe imparato. Un esempio di questo è proprio Minecraft ma soprattutto le sue mod, che contengono una miriade di oggetti diversi che sono scritti per forza in inglese (il gioco è tradotto in italiano, ma le mod no).
Un altro effetto positivo dei videogiochi è quello di poter esercitare diversi lati di noi: e di questo ci sono vari esempi:
-Esercitare la memoria, ad esempio con il gioco in cui devi scoprire le figure e trovare il doppione, semplificando così attività come lo studio, in cui essa è richiesta
-Sviluppare la propria creatività: anche se meno di un foglio di carta bianco o un progetto da realizzare, i videogiochi possono sviluppare la creatività nelle maniere più svariate: ad esempio in Minecraft è possibile costruire qualsiasi cosa con dei semplici blocchi, anche se da altri punti di vista, tale gioco può essere una perdita di tempo.
-”Digitalizzare” giochi cartacei: sudoku, quiz, cruciverba e via dicendo. Penso sia uno degli effetti più positivi di alcuni videogiochi. Infatti penso che da quando esiste la versione virtuale di queste forme di intrattenimento, essi hanno potuto raggiungere un pubblico sempre più alto che li apprezza per il modo in cui tengono attivo il cervello ed insegnano qualcosa.
In conclusione, meglio evitare molti videogiochi, ma se siamo molto selettivi e siamo coscienti di non doverci perdere tanto tempo, allora alcuni di essi possono rivelarsi ottimi mezzi di relax, ma in cui si tiene attivi e non immersi ed incoscienti.
Francesco C. e Artemisia H.