Brivido di velocità: la mia passione per le corse

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Questo è il mio primo articolo in cui condivido una delle mie passioni, anzi, quella più vecchia e diciamo anche “innata”.

Sin da piccolo mi è sempre piaciuto correre, non intendo a piedi anche se mi piace molto come attività fisica ma intendo correre con le auto. Con questo voglio dire che mi piace correre sia nel senso di guidare una vettura ma anche vedere le auto correre, la competizione tra piloti.

Sin da piccolo ho avuto questa passione, molto probabilmente trasmessa da mio padre in quanto lui era molto addentrato in questo mondo e pertanto stavo sempre dietro a lui ovunque andava. Quando c’erano le gare mi piaceva spesso andarci perché avevano qualcosa di magico non so.

In questo articolo vorrei trasmetterti questa mia passione, per come la vivo io, sia dal punto di vista di “pilota” che di pilota non ho niente ahahah ma mi piace molto guidare un mezzo da competizione, e sia dal punto di vita di colui che va a vedere le “Corse”. Per “Corse” non intendo quelle di formula uno, che comunque un po’ tutti, anche chi non è appassionato può conoscerne il brivido, vediamo come sono strutturate e cosa trasmettono ad ognuno di noi. Quello di cui ti parlerò saranno le “Corse” del CIVM (campionato italiano velocità montagna), le cosi dette Cronoscalate, ossia la scalata di un determinato tracciato di montagna con il tempo cronometrato.

Per prima vorrei parlarti proprio di quest’ultima.

Come dicevo sin da piccolo stavo sempre dietro a mio padre che nei periodi delle gare era molto impegnato per mettere a punto, ossia nelle condizioni ideali delle caratteristiche di ogni tracciato, le varie autovetture che seguiva, in cui prestava il servizio come “preparatore”. Da piccolo mi piaceva andare sempre con mio padre perché mi divertivo tantissimo a stare dietro a lui, vedere tante macchine, sentire i tanti rombi di motori diversi, avvertire nell’aria quella competizione e adrenalina, sia da parte dei piloti ma anche da parte dei tifosi tra di loro. Sono dei giorni, dei fine settimana che si tingono di queste sensazioni ed emozioni avvertibili da chilometri di distanza sia di tempo e spazio. In quei giorni vedere alle 7.00 di mattina la gente che da casa parte e arriva con gli zaini sulle spalle, cappellino, sedie che salgono e percorrono a piedi il tracciato per andare nelle loro postazioni, sentire lo speaker che annuncia i vari tempi cronometrati dei piloti e tutti i vari team lì davanti che non aspettano altro se esultare per la grande prestazione oppure no. Sono tantissime sfaccettature che non si riescono a cogliere da subito ma con il tempo e con gli anni di esperienza maturano e si evolvono, si comprendono meglio e queste sono emozioni davvero forti che non scompariranno mai perché sono così forti che hanno lasciato delle impronte fortissime che ogni volta che rivedo una scena o rivivo un ricordo, un solo momento, riaffiorano facendo trasalire quel brivido che crescendo è diventato sempre più forte.

Il tutto non finisce qui. Solitamente i week end delle gare iniziano il venerdì con le verifiche tecniche, ossia si lascia a disposizione la vettura ai commissari tecnici di gara per esaminarla e controllare che esistano tutte le condizioni di sicurezza e affidabilità. Il giorno successivo, ossia il sabato, ci sono le Prove che solitamente si dividono in due manche, due sessioni di tempi cronometrati. È  un po’ come il discorso delle prove libere in formula uno che sono atte a testare e mettere a punto la propria vettura nelle migliori condizioni. La differenza tra formula uno e la cronoscalata è che in formula uno si hanno due giornate piene in cui tutti i team hanno tantissimo tempo a disposizione e tantissimi dati per capire e ragionare su dove sistemare e migliorare le performance della vettura. Nella cronoscalata è più difficile, uno direbbe: come mai? Perché come ho detto nella cronoscalata si hanno solo due sessioni di prove, ossia due tempi cronometrati, è come avere a disposizione due giri di pista in un circuito e in questi due giri devi capire tutto e subito per mettere la macchina nella condizione migliore, il tutto fornito dalle sensazioni del pilota. Quindi la difficoltà è ben elevata. Infine poi la domenica ci sono le due manche di gara, ossia dove i due tempi cronometrati vengono poi sommati alla fine e il tempo più corto vince la cronoscalata. Ovviamente ci sono varie categorie di gara perché ci sono sia macchine d’epoca, ma anche varie categorie a livello di macchine moderne, è un po’ più complicato il discorso ma comunque a livello assoluto il vincitore è uno solo, poi a livello di categorie, nelle varie divisioni ci sono i vincitori per categoria.

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Durante questo periodo, la cosa che lega tutte quelle sensazioni e passioni che accomunano tutti sono le cene e i pranzi di gruppo, in cui i vari team, piloti e meccanici, si godono e condividono assieme momenti in cui consumano un pasto che può essere in un ristorante o anche a casa di uno di essi. Ovviamente in queste circostanze quello che si fa è continuare a discutere sul da farsi, si decide dove apportare miglioramenti alla vettura, il cambio da configurare (la cosa più importante) ossia che marce mettere e infine anche su delle probabili previsioni degli altri piloti. Quindi la competizione in questi momenti si sente anche a tavola. È  un’atmosfera che non distrugge per niente perché non è dannosa come magari possiamo trovare anche in altri sport, come quella degli Ultras delle squadre di calcio che rendono quello sport una schifezza che passa anche la voglia di andare allo stadio, ma in questi momenti che appunto soltanto meccanici e piloti sanno (perché si riuniscono solo loro) si crea un’atmosfera magica per davvero. Ovviamente ci sono anche i tifosi che fanno allo stesso modo tra di loro, lo so perché è vero che ho partecipato spesso alle serate di piloti e meccanici ma altre volte ho voluto provare l’altro lato della serie, quello dei tifosi. Quindi so che c’è questa dualità che per tutto il week end è molto accesa.

Crescendo poi sono riuscito ad addentrarmi di più in questi momenti. Da bambino avevo una determinata visione, il sogno di ogni bambino a cui piace tantissimo giocare con le macchinine poi si ritrova in condizioni reali che gli sembra un sogno, da grande invece potevo prendere più parte a tutti quei discorsi che si facevano e quindi vedere le cose in un’ottica diversa.

Devo dire però che tra le due preferisco la versione da bambino perché è molto più pura e meno influenzata rispetto a quella che avevo quando ero più cresciuto.

Sembrano cose che magari a prima vista possono non essere comprese, non capite, che alzarsi la mattina alle 6.00, controllare che la macchina e tutti gli attrezzi ci sono, andare al bar per fare colazione per poi partire e andare nella propria postazione prima di iniziare la giornata non possa valere nulla. Quasi tutti sono abituati alle gare in tv, a quelle poche sensazioni ed emozioni che vediamo da un teleschermo, ma non sono così profonde come quelle che io stesso ho provato e provo tutt’ora. Ed è per questo che ti invito magari a seguire qualche gara, ovviamente in quella che puoi perché sono in ogni parte d’Italia, in questo modo potrai renderti conto di un pizzico di quella immensa passione che alberga dentro in ogni persona che le segue da una vita.

Sono uno che come tanti provano questa grande passione, queste emozioni ci fanno vivere intensamente quei momenti della vita, e sono proprio qui per trasmetterti questo fuoco al fine di farti provare qualcosa anche a te, per comprendere che in realtà ci sono altri sport che danno emozioni che solo se le vivi dal vivo è possibile. È vero che la passione è innata, ma delle volte può anche nascere!

Adesso vorrei parlarti della stessa passione però dal lato del pilota. L’ambito non è più lo stesso, ossia delle cronoscalate, anche perché ci vogliono tanti soldi per essere nelle condizioni per competere e soprattutto avere una vettura da corsa. Quello di cui ti parlerò adesso è una cosa un po’ più piccola, in cui ci si può divertire senza per forza competere con gli altri ma competere con se stessi.

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Quello di cui ti sto parlando è la passione per il Go-kart. Il Go-kart è un quattro ruote, con un motore, atto per correre e girare in pista, piccoli circuiti adibiti per questa classe di vetture. Sono piccoli a confronto di una normale auto da corsa, anche di una formula uno, ma il divertimento che danno è qualcosa che va oltre. Poiché mio padre era un meccanico, da piccolo mi piaceva molto vedere questi quattro ruote sfrecciare nei circuiti, vedevo soprattutto molti bambini che si divertivano cosi, erano entusiasti, felicissimi al solo pensiero di salire su quei go-kart ed entrare in pista. Non aspettavano altro che i loro papà accendessero quel motore (un motore a scoppio) e loro salissero sopra per andare a divertirsi. Così anche mio padre mi prese un go-kart, ovviamente con una cilindrata bassa poiché ero comunque piccolino, quindi un 60 cc era già molto buono. Una delle più grandi diciamo delusioni che ho avuto da bambino è stata quella di non riuscire a correre spesso con il go-kart, potevo andare soltanto qualche week end, perché spesso per lavoro o per altro tipo di problema non potevo andare in pista e divertirmi. Questo la dice tutta a riguardo, non vedevo l’ora di sentire quel “si” da mio padre che mi portasse in pista. Il mio obiettivo era solo quello entrare in pista e continuare a fare giri sfidando di continuo me stesso, di migliorare sempre di più, ad ogni giro capire dove potevo correre più forte, fare le curve in un certo modo, migliorare gli ingressi e le uscite in curva, arrivare al limite e poi staccare sempre più in ritardo prima di rallentare e compiere quel pezzo di circuito che magari era il più complicato, stavo sfidando me stesso. Era come se ad ogni giro ci fossero due me, il me che correva quel giro e quello del giro precedente, un po’ come nei videogiochi di macchine che al giro successivo spunta il fantasma, quello del giro precedente, che se lo battevi significava che avevi migliorato il tempo, ecco!!! La situazione era questa, soltanto che non ero alle prese con un joystick ma alle prese di un volante reale, un acceleratore e un freno reale e quindi con emozioni e adrenaline reali del tutto differenti da quelle di un videogame che mutavano la mia personalità in pista, tirando fuori quel senso di “pilota” che ognuno di noi ha dentro di sé.

La cosa anche bella che sentivo e percepivo era anche il piacere che mio padre provava nel vedermi così felice in pista. Ero molto euforico, provavo una sensazione bellissima indimenticabile data sia da quella mentre guidavo e sia da quella che sentiva mio padre nel vedermi così felice e in pista. Per lui ero come se fossi un piccolo Schumacher, si divertiva molto e gli piaceva molto. Infatti quando non potevamo andare nel circuito anche lui ci rimaneva male, non soltanto io, quindi il dispiacere era enorme da entrambe le parti, ma quando si andava tutto si dimenticava e contavano soltanto quei momenti in pista, tornare ai box, fare regolazioni e scendere in pista nuovamente, cambiare le gomme e di nuovo in pista!

A distanza di tanti anni che non salgo più su un go-kart ricordo ancora quelle emozioni che sentivo mentre ero a bordo. Qualche volta, ancora oggi, nel tempo libero scendo in pista però sui kart da noleggio, ovviamente non sono la stessa cosa poiché sono del tutto differenti, però come passatempo non sono male per farsi qualche giretto e riprendere quell’adrenalina, soprattutto se ci si va con degli amici anch’essi appassionati o addirittura, come spesso mi è capitato, che non hanno mai provato questo genere di esperienza e se ne sono innamorati (e adesso ci vanno più di me a correre). Delle volte si organizzano dei gran prix nei week end in alcuni circuiti, piccoli gran premi di divertimento con altre persone dove si fanno nuove amicizie e ci si diverte tutti insieme. Certamente la manutenzione di un kart non è una cosa da trascurare poiché bisogna mantenerlo sempre efficiente, sono un po’ delicati di motore e quindi è necessario tenerlo sempre curato.

Chissà se un giorno ne prenderò un altro e scenderò di nuovo in pista con un mio nuovo kart, sta di fatto che quelle emozioni non moriranno mai!

 

Rob

 

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4 Commenti

  1. Grazie per questo articolo Rob! Si vede che è una tua grande passione, ti auguro di tornare in pista più euforico che mai aahaah 🙂

  2. Hai raccontato una parte delle gare alla quale nessuno dà importanza..io per prima non ci facevo molto caso e le pensavo come cose noiose e routine. Pero quando hai anche la passione di guidare è tutta un’altra cosa. A me dà noia vedere le solite gare, però mi piacciono tantissimo le macchine sportive da corsa e se vedo che in pista c’è una macchina che a me piace allora guardo la gara volentieri. In un futuro non molto lontano voglio assolutamente comprarne una. Non ho mai fatto una gara, chissà quant’è bello guidare velocemente in una pista libera 😀
    Grazie per aver raccontato 🙂

  3. Grazie Rob mi hai fatto venire in mente tanti ricordi. Io avevo una zia campionessa di rally allora si chiama così se non sbaglio. Premio Scarfiotti, Sarnano Sassotetto. La vedevamo in televisione tutti insieme perché era un evento eccezionale a quei tempi anni 70. Lei unica donna vinse molte competizioni. Era un mito faceva il percorso anche ad ostacoli e se lei correva anche molto forte, ci diceva sempre a noi che la volevamo imitare, di non correre fuori da percorsi protetti, per non rischiare la propria e altrui vita. Grazie ancora Rob

  4. Da grande appassionato di auto ho letto con molto piacere il racconto di questa tua passione 🙂

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