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Per coloro che non hanno pazienza nel leggere, mi preme sintetizzare quel che sto per raccontare così da darvi modo di capire cosa penso di esperienze fatte con poca consapevolezza già in poche righe.
Immaginate la vostra vita attuale (non la mia, la vostra) come un quaderno su cui si scrive a matita. Vi è mai capitato di avere un quaderno su cui scrivere con la matita? Se vi accorgete di aver sbagliato potete cancellare ma quanto avete calzato il tratto quando stavate scrivendo? La pagina si è strappata? Potete girare e usarne un’altra ma alle volte quel tratto passa anche alle pagine successive e farà per sempre parte di quel quaderno, che vi piaccia o no.
Mi è sempre piaciuto conoscere e sperimentare. Da piccolo ho fatto ammattire i miei perché tra esperimenti e prove fisiche per mettermi alla prova ho rischiato la vita molteplici volte. Quasi sempre il mio desiderio era di vedere se fossi capace di fare qualcosa che vedevo facevano gli altri.
Ho fumato la mia prima sigaretta all’età di 8 anni. Guardavo mio padre che fumava e pensavo: “secondo me è facile fumare”. Così una volta gli ho rubato una sigaretta e me la sono fumata in giardino. È vero, è facile fumare.
Mi sono ubriacato la prima volta all’età di 13 anni. Ho rubato del vino che i miei tenevano in garage. Mentre mia madre pensava stessi con un paio di amici in una tavernetta vicino al garage a fare due chiacchiere (e non capiva perché non avessi accettato la sua offerta di prendere del tè da condividere con gli altri) io mi stavo scolando con loro una bottiglia di Chardonnay. Nottata passata a vomitare. Divertente!? Per me sì. Passata qualche settimana ero di nuovo sbronzo coi miei amici e da lì non ho più smesso di bere.
A 14 anni compiuti da poco ho fumato la mia prima canna. Un mio caro amico ha trovato della marijuana e mi ha detto se mi andava di provare. Mai fatto, certo che mi andava di provare! Un’esperienza in più da poter raccontare!! Prova superata ma onestamente non è che la prima canna mi abbia fatto granché. Neanche la seconda. Ma la terza sì ragazzi, la terza è stata divertentissima! E le successive super-divertenti!! Mi univano tantissimo ai miei amici più stretti, fumavamo insieme e le giornate volavano! Spensierato e felice. Avevo i miei amici, avevo il fumo, ero il padrone della mia vita.
Al liceo spesso non andavo a scuola perché mi incontravo con gli altri miei amici o magari me ne facevo di nuovi proprio condividendo questa roba delle canne. A 16 anni ho avuto un colpo di fortuna clamoroso poi: uno dei più grossi spacciatori della mia provincia ha dovuto cambiare scuola perché questo suo mestiere dava un po’ troppo fastidio tra le persone per bene del suo liceo, così è finito proprio nel mio, nella mia classe! Da lì la mia cerchia ha subìto un’espansione enorme! Facevo il corriere e fumavo gratis! Ma non solo, il mio nuovo amico aveva di tutto e così ai miei amici (o conoscenti) potevo portare ogni cosa mi chiedessero: cocaina, ad esempio, la più buona del circondario! Io non la prendevo. Sia chiaro che facevo solo uso di droghe leggere, o cose legali, come l’alcool!
Conoscevo anche un sacco di ragazze eh! Vi potrei raccontare diverse occasioni in cui nella cerchia di fumatori ho portato ragazze stupende! Vi racconterò solo questo episodio però. Una volta, in autobus una ragazza che conoscevo un po’ più grande di me mi si siede vicino. Mi dice di aver trovato della roba da fumare ma di non saper rollare una canna e mi invita a casa sua nel pomeriggio, che tanto i suoi non ci sarebbero stati perché lavoravano. Mi trovo, le mostro come si fa (ero un mago, rollavo anche con una sola mano!) e le faccio accendere. Lei fa un tiro e poi mi dice che non le andava più. Che matta, no? Me la sono fumata tutta io quella canna ma una volta finita ero così di fuori che a stento l’ho salutata di fretta e sono scappato via di corsa per andarmi a rifugiare a casa di mio padre (i miei si sono separati che io ero piccolo) che durante la settimana era vuota perché lui era sempre fuori per lavoro. Mi sono steso sul letto ed ho praticamente perso i sensi. Quando mi sono ripreso era notte, non ero andato agli allenamenti di calcio, mia madre ed i miei amici mi cercavano, io ancora di fuori per una volta non avevo grandi scuse da proporre a tutti. Non mi sono sentito tanto figo, piuttosto ho sentito che mi stavo spingendo forse un po’ in là.
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Qualche giorno dopo era weekend e giù, ricominciamo! Ero ospite nella roulotte di un amico che i suoi tenevano parcheggiata vicino casa, così avevo anche la scusa per dormire fuori, spaccarmi e poi sarei tornato a casa.
Al rientro la domenica non ero ancora granché lucido. A casa, mia madre mi intervistava mentre io mi cambiavo per mettermi comodo. Tenevo la roba tra i jeans ed i boxer e mentre mi cambio mi cade per terra, tra me e mia madre. La pesto ma lei mi aveva già visto, faccio finta di niente e la getto ma non la convinco, così lei chiede lumi ad un suo collega il cui figlio era in comunità per provare ad opporsi all’eroina che lo stava ammazzando e lui le spiega il mio gioco.
Mamma mi richiama perché io nel mentre ero già uscito di nuovo. Quando rientro a casa la trovo terrorizzata, in lacrime. Per questioni di sintesi ho omesso di raccontare tutte le volte in cui con mia Mamma ci siamo scontrati in liti furibonde ma questo non è stato uno scontro, questo è stato il momento in cui ho capito che io stavo uccidendo una persona. Non ero io. Stavo facendo fuori mia madre.
Da quella volta decisi di cambiare. Nella mia testa di allora la cosa è suonata come un cambiamento epocale e nei confronti di mia madre credo di essere passato da carnefice a soccorritore, perché ho deciso che non l’avrei più fatta preoccupare. E così ho fatto.
Ma non ho smesso di farmi le canne. Quando ho conosciuto quella che sarebbe poi diventata mia moglie (o meglio, quando si è letteralmente catapultata tra le mie braccia, perché come avrete capito, se si aspetta me aspetta e spera di concludere qualcosa!) a 25 anni, lei mi ha praticamente imposto di scegliere, o lei o le canne. Allora lì ho messo in stand by la mia passione per il fumo e dopo molti anni di astinenza ho fumato la mia ultima canna nel 2017, al mio addio al celibato.
Ora, questa è la mia storia raccontata dal punto di vista delle canne ma potrei raccontarvela parlando del mio rapporto con l’alcool. Potrei raccontarvela dal punto di vista del fumo di sigarette. Potrei raccontarvela parlando del mio rapporto col porno.
Il primo punto fondamentale che vorrei condividere con chi sta leggendo queste pagine è legato a questa domanda: cos’è la droga?
Io ho fumato la mia ultima canna nel 2017, ho fumato la mia ultima sigaretta nel 2018, ho bevuto l’ultimo sorso di alcool nel 2024 ma sto iniziando a ragionare con l’affermazione “ho smesso di drogarmi” solo in questo periodo, a 42 anni di età. Questo perché dare nome alla droga indicando “quella roba pesante che usano gli altri” altro non è che trovare un alibi per continuare a rifugiarsi nella droga che ciascuno di noi consuma. Pertanto, se io consumo canne, mi sentirò migliore di chi si fa di eroina. Se io sono schiavo del porno, mi sentirò meglio guardando chi si gioca la casa per pagarsi le slot machine. Ma fintanto che io continuerò a pensarla in questo modo non inizierò mai a smettere. È fondamentale acquisire CONSAPEVOLEZZA per poter lavorare su noi stessi, PER noi stessi! Non è per mia madre che lo sto facendo oggi ma per me! Non è per mia moglie che lo faccio ma PER ME!
Questo è uno degli insegnamenti più grandi che ho tratto da quando ho conosciuto la Maestra Angel Jeanne ed ho iniziato a studiare i suoi Volumi e a praticare seguendo gli Step pubblicati in Accademia di Coscienza Dimensionale.
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Il secondo punto fondamentale, su cui non credo potrò mai finire di lavorare è quello di PRATICARE. Solo la pratica che i Maestri Angel ed Alexander insegnano (con un’infinita pazienza, va sottolineato!!) può aiutarci a lavorare su quel quaderno di cui parlavo all’inizio. Quanto ho calzato la matita sulle pagine del mio passato? Quante volte sono passato nell’altra pagina segnando il foglio per sempre?
L’enorme differenza tra gli insegnamenti trovati gratuitamente in ACD e quel che viene venduto a caro prezzo attraverso migliaia di altri percorsi che si definiscono “spirituali” sta nel donare un grado sempre più profondo agli studenti che decidono di impegnarsi nella pratica di consapevolezza e capacità di comprendere cosa accade intorno a loro, cosa è accaduto nel passato, cosa potrebbe accadere nel futuro. Senza alibi.
Da qui il mio percorso continua, cercando di comprendere quanto io oggi possa fare per il me del passato, quanto potrò fare in futuro, quanto invece mi sono precluso da solo a causa della mia ingenua incoscienza.
E so che non finirà mai. E so anche che è può solo farmi bene, a differenza delle canne.
Un enorme grazie ad Angel ed Alexander e a tutta ACD per quel che fate ogni giorno per me ed il mio personale quaderno scritto a matita.
Ric
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La tua esperienza Ric fa riflettere molto su come la droga e tutti i suoi cari compagni come alcool sigarette etc, non possa mai portare qualcosa di buono. La droga uccide non solo noi ma anche i nostri cari , sia perche potrebbero soffrire per il solo fatto che ci droghiamo , sia perche non sai mai che effetti puo avere una droga su di te. Oggi magari il tuo “”caro”” amico spacciatore invece di darti la solita droga te ne da una diversa dicendoti che e migliore e tu prendendola perdi la testa e ammazzi qualcuno. E poi? Come hai detto tu il quaderno puo essere scritto in maniera indelebile e questo è uno di quei casi. Il governo la lascia legale , anche se dicono essere illegale ma in realta non fanno nulla per fermarla, perche gli fa comodo che qualcuno venga utilizzato per uccidere , ma anche solo per diffondere le loro stronzate! Grazie mille di aver condivido questa esperienza molto personale.
Incredibile, perche’ hai sottolineato , quanto le cose fatte in adolescenza facciano divertire , ma che non siano altro che , avvelenarsi. Credo che sia molto importante comprendere il concetto : cose fatte per me stesso in quanto non e’ cosi’ semplice capirlo , soprattutto se si e’ giovani, che si fanno le cose spesso per farsi accettare, o trovare in proprio profilo di oersonalita’, un proprio stile. Ma hai la coscienza per riconoscere tutto questo e vedere quanto faccia del bene imparare , aprire la mente, mettersi in gioco , quello vero quello che conta. Apprendere gli insegnamenti da due Maestri che insegnano pratiche e non solo parole. Grazie della tua condivisione.
Grazie Ric, grazie di cuore. Ti sei aperto con schiettezza e sincerità e questo non é facile, ma mi hai dato anche testimonianza di grande consapevolezza, cosa che ancora a me manca e sulla quale sto lavorando. Parte della tua storia ricorda la mia che fumavo “colpi fortunati” e bevevo “buona speranza” (le sigarette Lucky Strike e la birra Bonne Esperance) e mi raccontavo alibi per continuare, che tutto andava provato, che male c’è in un tiro…ho smesso ma ancora sono legato a quelle pagine sgualcite però in Accademia sto cercando il modo di riprendermi il mio quaderno