Pagina 1 di 2
Ciao a tutti! Sono una studentessa di ACD ed ho intenzione anche io di parlare di questo vecchio brutto ricordo per aiutare chi ne avesse bisogno, o almeno spero! Ho deciso di affrontare questo argomento nonostante sia un po’ doloroso rispolverare certi periodi, sono sicura che per chiunque abbia avuto queste situazioni non è semplice parlarne.. tuttavia come ci ha insegnato la nostra Maestra è molto importante perché temi del genere vanno affrontati e sconfitti.
Cerco di essere il più diretta possibile. Ho avuto il mio primissimo episodio di depressione all’età di 10/11 anni (sì, ero una bambina). Parlo di depressione perché da quella poi è partito sempre il pensiero di dover porre fine alla mia vita, senza un motivo apparentemente valido. Quel primo episodio durò all’incirca un mese intero nell’estate del 2013, venendo veramente dal nulla, non ricordo che fosse stato graduale. Ricordo che non riuscivo a provare più il minimo interesse verso nulla e nessuno, avevo la costante ansia di non tornare più come prima, tant’è che mi guardavo le foto che mi scattava mio padre con mio fratello dove ero serena e felice, ricordo che mi guardavo e mi chiedevo “ma come potevo essere io? Questa persona sembra così lontana da me in questo momento, eppure sono sempre io!”.
Neanche più andare al mare e giocare con gli altri bambini mi entusiasmava più, non perché preferissi fare altro, non volevo proprio fare più nulla! So che può suonare strano, avevo praticamente perso la voglia di vivere. Non capivo il perché, speravo solo che quel mostro se ne andasse per tornare a sorridere ed amare la vita con gioia e curiosità. Ricordo che non chiesi aiuto a nessuno, in quanto non riuscivo a capire neanche io lucidamente cosa stesse succedendo. Mi vennero pensieri più volte di andarmene via, scappare da quel circolo di sofferenza che era diventata la mia vita, una sofferenza troppo calma e pesante che mi incitava a credere di non avere più motivo di andare avanti, come qualcosa che da dentro mi diceva che la vita era solo ciò che vedevo tutta uguale ogni giorno, senza che ci fosse altro, mi sentivo letteralmente soffocare. Questa condizione poi svanì dal nulla tornando normale, come se non fosse mai successo nulla.
Sempre quello stesso anno iniziai le medie, inizialmente ero felice ed andavo d’accordo con tutti. Nel lungo andare ho visto anche qualche amica fin dall’infanzia trattarmi male, umiliandomi davanti a tutti e si sa, lì inizia l’adolescenza e si è molto fragili per i motivi che penso tutti conosciamo; è la fase della nostra vita nella quale inizia a formarsi il nostro carattere e ci importa molto di ciò che pensano gli altri ragazzini. Mi ricordo che proprio in quell’anno ci fu l’avvento di facebook anche tra noi ragazzetti più piccoli. Purtroppo lo usavamo tutti tantissimo ed io avevo un enorme problema con ciò che tutti stavano diventando; ero molto sensibile ed ingenua, a differenza di altre amichette che già a quell’età non facevano altro che andare dietro a ragazzi più grandi e guardare porno, lo dico senza problemi.
Per via di tutto ciò e le mie differenze caratteriali, venni presa di mira ed isolata dalla maggior parte dei miei compagni di scuola ed insultata negli stati di facebook, oltre che sui gruppetti whatsapp che avevamo. Ricordo che avevo episodi frequenti di pianto, non capivo perché d’improvviso le persone delle quali mi fidavo e stringevo amicizia, poi iniziavano letteralmente a bullizzarmi. Iniziai a pensare di essere io quella sbagliata, quella che non cresceva e quindi cercai di imitare alcuni loro atteggiamenti non più genuini, iniziando a sparlare male dietro ed usare molto i social.
Pagina 2 di 2
Vedendo che però non produceva alcun risultato lo stesso e venivo comunque esclusa, caddi in una sorta di depressione/ansia dove avevo paura di presentarmi anche a scuola la mattina. Iniziai a guardare video che parlavano di bullismo e di ragazze che si tagliavano, quindi che soffrivano di autolesionismo. Tutte quelle storie non fecero altro che incrementare la mia tristezza e ci provai anche io, senza riuscirci. Feci di peggio, puntandomi un coltello al petto, vedendola come unica soluzione per fermare quella sofferenza. Grazie a Dio mi fermai e trovai la forza di andare avanti, qualcosa mi diceva di continuare a “cercare” e che prima o poi avrei avuto risposte a tutte le mie domande. Quel qualcosa arrivò anni dopo ed è stata l’unica a farmi capire cosa è effettivamente successo in quei periodi da più piccola.
Vorrei poter tornare indietro e dire a quella bambina di non preoccuparsi, di stare tranquilla e che lei non doveva assolutamente sentirsi in difetto, inferiore a chiunque e che non si rendeva conto di essere speciale invece di tutti quei crudeli ragazzetti che poi hanno scelto strade molto brutte, dalle quali io fortunatamente mi sono astenuta.
Anonimo