LA VERA ME

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Nel corso della mia vita per 4 volte, in periodi differenti, ho pensato di volerla fare finita.

La prima volta è accaduta quando avevo 16-17 anni. Ripensandoci ora, non avevo un motivo preciso sofferente o negativo che mi abbia portato ad arrivare a questa “scelta”; iniziai a sentirmi molto triste da un giorno all’altro in cui non era accaduto nulla. Però pur di alimentarlo e dargli una ragione, pensai fosse perché la mia cotta adolescenziale non fosse ricambiata. Con il senno di adesso so che invece è accaduto dopo aver iniziato a fumare sia sigarette e una volta erba, che a quanto pare non è inoffensiva nemmeno anch’essa come fanno credere. Iniziai a diventare sempre più apatica, non mi interessava più nulla. Uscivo con gli amici, magari con loro sorridevo e per un pò distaccavo tutto, ma appena tornata a casa la tristezza tornava da quando mi svegliavo fino a quando andavo a dormire. Con la mia famiglia cercavo di non far trapelare nulla. Smisi anche di interessarmi ad attività o passioni che mi piacevano tanto, come il disegno, gli animali, ma anche fare ricerche per scoprire i viaggi astrali, i sogni lucidi di cui mi piaceva un giorno riuscire a fare.

Dopo un pò diventò vera e propria depressione, al punto che iniziai a pensare di farla finita. La decisione non venne da lunghi pensieri, ma partì improvvisamente e decisi in un lampo. Iniziai subito a cercare un luogo dove potermi lanciare, che fosse alto abbastanza.

Ne trovai uno in un paesino vicino casa mia, iniziando ad organizzare il giorno e l’orario. Era molto importante decidere il giorno perché così sapevo quale sarebbe sarebbe stato l’ultimo in cui dovevo salutare tutti. Scoprii che la via del luogo si chiamava “Strada del Diavolo” e pensai che fosse un segno, che dovevo farlo lì. Mi sentivo come due pensieri nella testa: uno mi rendeva molto “felice” quando pensavo al solo pensiero di farla finita, l’altro però mi portava a pensare quanto avrebbe sofferto la mia famiglia, quanto la loro vita sarebbe stata traumatizzata da questo evento. Mi veniva da piangere anche solo dover scrivere la famosa lettera per spiegare tutto, e non ci riuscii. Organizzavo varie volte il giorno, ma nulla, lo rimandavo sempre, non ne avevo il coraggio. La mia depressione diventò abbastanza visibile, al punto che grazie a Dio i miei familiari se ne accorsero, e uno di loro decise di provare ad aiutarmi. Non mi mise ansia, non mi fece domande, non mi criticò facendomi pesare che fossi in quello stato, mi confessò e mi spiegò semplicemente con molta delicatezza che anche lui in passato a causa del lavoro soffrì di depressione, e che voleva farla finita. Mi consigliò di iniziare un nuovo hobby che magari non avrei mai pensato di fare, come ad esempio suonare un nuovo strumento musicale. Ovviamente non era la cura, ma un modo per dare un piccolo slancio, per trovare nuovi interessi, per poi più avanti iniziare a risolvere il problema. Pensai che fosse inutile, però provai. Non avevo mai pensato di suonare, ma ascoltai il consiglio e iniziai. Mi divertii molto, imparai, e piano piano mi dimenticai di quei pensieri. Ricominciai con i miei hobby, e anche a cercare come fare viaggi astrali, scoprendo che per farli serviva “Meditare”, ma non sapevo come farlo e se fosse effettivamente vero.

A circa 18-19 anni quel brutto pensiero ritornò, tale e quale alla prima volta. Non avevo motivi, ma diedi scuse riguardanti eventi negativi del periodo per dargli un senso. Anche qui, con il senno di ora, mi rendo conto che oltre alle sigarette che aumentavano, a 18 anni iniziai ad uscire di più la sera aumentando anche l’alcool. Non immaginavo che i due eventi fossero connessi. In questa seconda volta però lo dissi subito ai miei genitori, e decidemmo insieme che sarei andata da uno psicologo. Andai, ma non servì a nulla, la signora aveva la sua teoria, cioè che qualsiasi problema si ha, è sempre e solo a causa della famiglia, ma io le ripetevo che sì, qualche contrasto ai tempi c’era, ma sicuramente non era quello il motivo. Dopo due volte smisi perché oltre ad essere inutile mi portava solo a piangere e rimuginare ancora di più sui miei problemi.

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Tutto mi passò iniziando a scrivere un diario che si chiamava “La vera me”, in cui ogni sera per 30 minuti mi “forzavo” a prendermi del tempo per riflettere sulla mia vita, arrivando a comprendere sera dopo sera che la felicità la potevo trovare provando a fare quello che davvero volevo, quello che davvero mi interessava senza soffocarlo perché ad esempio agli altri non interessava ma a me sì, senza il bisogno di dovermi omologare, ma anche di smettere di fumare e bere perché non faceva parte della vera me, ma era solo per essere accettata dagli altri”. Questo mi aiutò più di ogni altra cosa.

Da quel diario, dopo qualche settimana poi partirono una serie di riflessioni in cui iniziai a cercare tecniche per rilassarmi fisicamente, in modo da essere anche felice e non farmi tornare quei brutti pensieri, e scoprii la meditazione. Dopo varie guide che non mi portarono a nulla trovai ACD di Angel Jeanne, un sito che insegna gratis sia come meditare, sia come fare viaggi astrali, ma anche tantissimo altro, sembrava infinito! Appena provai la prima sessione di rilassamento di 10 minuti non potevo crederci, provavo sensazioni meravigliose, sia fisiche, sia emozioni davvero felici! Mi sembrava di aver trovato quello che stavo cercando da sempre, sentendomi a casa. Quei pensieri sparirono per molto tempo, con ACD trovai un mondo nuovo, e il vuoto dentro di me che da sempre sentivo iniziò a scomparire, iniziando ad apprezzare maggiormente la vita. Purtroppo però in quel periodo iniziai anche a fare uso di erba trascinata dai miei compagni di corso, ma piano piano, sempre grazie ad ACD, tolsi tutti i miei vizi dopo circa un anno e mezzo.

Nel 2019 però, da un evento negativo che avrei potuto superare con un pò di tempo come accade a tutti, cioè una rottura amorosa, caddi sempre di più in depressione e tornai di nuovo a stare male, e il tutto durò circa due mesi. La relazione stessa, che era in realtà negativa, mi portò a non meditare e seguire ACD come una volta, perdendo molta di quella felicità che avevo. Rileggendo un diario scrissi: “Non capisco cosa hanno i miei amici, oltre alla sofferenza che ho è come se mi stanno cercando di isolare, non gli importa di sapere come sto e che cos’ho. Ho un vuoto nel petto come una voragine. Spero che questo periodo di incoscienza non mi porti a ricominciare a fumare.” Quindi questa volta non ero io ad essermi isolata, ma mi isolarono gli altri. Dopo un po’ la situazione però peggiorò di nuovo e intorno a me esplosero molti eventi negativi, e per un brevissimo periodo, ripresi a fumare e bere; era accaduto ciò che più temevo.

Dopo aver assunto queste sostanze, ecco che i pensieri suicidi tornarono, questa volta davvero fortissimi. Non ero riuscita a superare l’evento perché avevo basato tutta la mia vita su quella relazione, e una volta persa quella, il mio mondo crollò, poi quelle sostanze furono decisive. Iniziai a diventare totalmente apatica, uscivo solo per le lezioni o con gli amici raramente facendo finta di nulla, poi mi isolai totalmente. La mia famiglia era lontana quindi non vedeva cosa facevo, passavo il giorno a trovare metodi su come uccidermi senza sentire dolore o come non fallire magari rimanendo viva, ma con ossa rotte, alternando a ore e ore di serie tv che mi spegnevano il cervello. Ripensandoci ora, la cosa che mi spaventa di più è che su internet ci sono tutte le guide possibili e immaginabili, ci sono forum dove gente chiede come fare o altra che risponde in modo dettagliato come fare o come non fare perché si resta vivi. Ad esempio scrivevano che il modo migliore è lanciarsi, ma solo da tot metri, per poi alla fine dire: “ma stiamo solo ragionando, non fatelo!”. Inoltre dal web come primo sito usciva un messaggio automatico con scritto: “non ucciderti, contatta questo numero anti-suicidi” e mi fece ridere, sembrava una presa in giro. Il solo pensare a come farla finita mi portava uno strano tipo di felicità, era come euforico, quando cercavo metodi su come uccidermi o pensavo al luogo ero felicissima, venivo travolta in seguito da una grande calma, finalmente le mie torture mentali cessavano, era come una dipendenza!

Il mio umore peggiorò ulteriormente e arrivò il giorno. Scrissi la lettera ai miei genitori piangendo dalla tristezza per il male che potevo recargli con la mia scelta.

Non sapevo se l’avrei fatto la sera stessa, poi decisi “ora”.

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Ma..presi le chiavi di casa uscendo. Pensai: “perché prenderle se tanto non tornerò?”

Qualcosa dentro di me mi spinse a farlo, ma io ero decisa, l’avrei fatto la sera stessa.

Camminai in fretta per 10 minuti raggiungendo un ponte alto, ero fuori di me, piangevo, la realtà sembrava distorta. Di solito avevo paura a camminare in quella zona di notte, quel giorno no, di che dovevo aver paura? Di morire? Mentre qualcos’altro dentro di me è come se urlasse: “Ma che sto facendo? Come ci sono finita fino a questo punto?”

Mi fermai all’imbocco del ponte, ma..decisi di avvisare un’amica che lo stavo per fare. Pensai :”Ma se la avviso ovviamente cercherà di fermarmi, verrà qui, devo sbrigarmi.”

Qualcosa fermò il mio corpo, come qualcosa dentro il mio petto, in fondo in fondo, qualcosa che ancora riusciva a farsi sentire, voleva che invece qualcuno mi salvasse, e sembrava disperata. In quel momento mi sembrò per un attimo come se la mia voglia di suicidarmi venisse da fuori, fosse esterna, e invece quella flebile sensazione era “la vera me.”  “La vera me..sì devo ascoltarla, ma questo è solo un rimando”, pensai.

La mia amica mi chiese piangendo dove fossi perché mi conosceva e sapeva che non era da me e che non stavo scherzando. Dopo un pò glielo confessai, e mi venne a prendere.

Da lì lei e le mie “amiche”, non è che mi aiutarono molto, anzi mi derisero, però per evitare che riaccadesse, mi dissero che quando mi ripartivano quei momenti, di chiamarle e uscire assieme. Non serviva a molto, mi portava solamente a distrarmi un po’, però almeno non ci riprovai più sentendomi in parte meno sola. Inoltre da quando era iniziato tutto avevo trovato una nuova amica, che ai tempi sentivo soltanto via chat, che ogni giorno mi sosteneva. Anche se pensavo che purtroppo non poteva aiutarmi, invece con il senno di ora la sua compagnia e il suo aiuto fu molto importante, era vero rispetto alle altre “amiche”.

Poi arrivò l’evento che mi salvò la vita. Fui invitata ad un Tour di pratica dal vivo di Angel Jeanne. Abbiamo praticato insieme sotto la sua guida ciò che lei insegna sul suo sito, gratuitamente (come tutto) e lì sentii qualcosa sciogliersi dal petto, commuovendomi tantissimo. Da quel giorno mi passò tutto improvvisamente, anzi mi chiesi che razza di pensieri avevo e che cosa mi stesse accadendo, capendo che non fossero pensieri realmente miei. Ritrovai così la lucidità, ritornando ad amare la vita più di prima, mi partì una grinta interna fortissima e ricominciati con tutte le mie attività e a seguire assiduamente ACD senza mai più diminuire la pratica per un evento esterno!

Questo, unito al non aver toccato più nemmeno mezza sostanza come fumo, droga o alcool, mi ha portato a non avere più pensieri suicidi per moltissimi anni. Ciò che mi mantenne viva in quei mesi fu sempre ACD, il poco che ancora meditavo poi mi portava felicità vera per un po’. Sempre sul diario scrissi: “Proprio nei giorni in cui tocco il fondo, mi sembra di sentire come se qualcuno mi riporta in alto, mi sento avvolgere da tanta energia positiva e per molto tempo torno felice!” Ora so benissimo chi è stato.

L’ultima volta è accaduta più recentemente, nel 2024, quando credevo che ormai fosse qualcosa che non mi potesse più tornare. Iniziò un periodo di continuo nervosismo verso agli altri, ma anche verso me stessa. Piccole situazioni giornaliere che potevano essere superate subito e con poco diventavano insormontabili nella mia testa, portandomi fortissimo stress. I pensieri nella mia testa erano continui, ma delle volte arrivavano come delle “voci” pensate (che avevano il mio tono), che dal nulla, improvvisamente mi urlavano: “Ucciditi!Ucciditi!Fai schifo! Sei inutile e porti solo problemi a tutti.” All’inizio li ho ignorati, poi ho iniziato sempre più ad “ascoltarli” al punto che un giorno mi stavo divertendo felice, ma iniziarono queste voci che mi portarono a correre in camera, piangere nel letto e a nascondermi in forma fetale, iniziando anche un attacco di panico fortissimo mentre c’erano quei pensieri forti in testa che urlavano ancora di uccidermi. Non controllavo più il mio corpo, volevo farmi male da sola in qualche modo, ma per fortuna avevo una persona cara vicino che mi calmò.

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Mentre accadeva questo evento mi rendevo conto che era tutto assurdo, che io non volevo pensare queste cose, ma accadeva tutto senza controllo e poi però mi convincevo fossi davvero io a pensare tutto questo. Per il resto del giorno era diverso dalle scorse volte, non avevo il bisogno continuo di trovare come uccidermi sentendomi meglio, non ci pensavo proprio. Erano soltanto queste voci che partivano “dal nulla” alcune volte. Anche qui sono stata salvata di nuovo da ACD, leggendo il nuovo volume 7 in cui ho capito perfettamente cosa mi stava accadendo, potendo superare il problema anche in poco tempo.

Se qualcuno dovesse avere lo stesso problema, innanzitutto consiglio di parlarne immediatamente a qualcuno di caro che si ha vicino, che siano i genitori, o le amiche, il partner. Non bisogna avere vergogna perché può succedere e non dovrebbe essere un problema ai loro occhi, visto che tengono a te  vorranno aiutarti e troveranno il modo di farlo. Se tu avessi un’amica o un familiare che ti confessa di voler morire, lo giudichi, o pensi di volerlo aiutare preoccupandoti per lui/lei? Anche che sia qualche consiglio, o attenzione in più, farà il suo effetto anche se sul momento non sembra. Se come nel mio caso però si viene derisi dagli amici, sono sbagliati gli amici e purtroppo in quel caso non possono aiutare molto, ma è importantissimo non isolarsi! Un’altra cosa importantissima è non assumere sostanze come fumo, droga o alcool, e non iniziare assolutamente se non lo si ha mai fatto con la scusa che si sta soffrendo. Nei film possiamo vedere spesso la scena del ragazzo che soffre e che si riempie di vizi “per dimenticare”, e infatti anche io ho aumentato il loro uso perché nelle serie tv vedevo questo, ma in realtà peggiorerà tutto, o come nel mio caso, sono perfino la causa stessa.

Consiglio di praticare tecniche di rilassamento o meditazione soprattutto in momenti di attacchi di panico o quando i pensieri suicidi diventano fortissimi, aiutano davvero tantissimo a calmarsi. Provare non costa nulla, si può trovare tutto il materiale gratuito sul sito Accademia di Coscienza Dimensionale o sul suo canale youtube.

Io sono qui grazie ad Angel che mi ha permesso di seguire “La Vera me”, segui anche tu il tuo vero te!

 

Anonimo

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