Il suicidio scampato

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Non avevo mai riflettuto sul mio desiderio di suicidarmi fino a quando un Docente universitario, in piena sede dell’esame di psicologia del diritto, mi chiese di tornare, perché c’era qualcosa in me che mi stava impedendo di fare un buon esame, nonostante io avessi studiato molto.

Era proprio così…ma lui come lo aveva capito???

A dire il vero questo mi accadeva con tutti gli esami universitari: iniziavo a sudare, mi prendeva il panico e le parole non mi uscivano di bocca. Così, accadeva che studiavo tanto per ogni esame ma portavo a casa scarsi risultati, voti bassi, o non superavo l’esame. Questo per me era veramente frustrante, e mi creava una rabbia dentro .…. una rabbia che però non riuscivo ad esprimere. Non riuscivo neppure a dire: “No, io ho studiato molto e mi merito di più!”.

Tant’è che ad un certo punto avevo smesso di studiare così tanto e andavo all’esame senza alcuna aspettativa, così almeno (pensavo) non rimanevo delusa.

Sta di fatto che questo Professore comprese qualcosa di me.  Dopo qualche settimana, tornai da lui per sostenere nuovamente l’esame. Mi aveva dato un’altra chance, e anche se temevo di fare una figuraccia e che lui rimanesse deluso dal mio esame, pur con le gambe che mi tremavano mi sedetti, probabilmente rossa in viso, sudaticcia, occhi sbarrati…insomma, in pieno attacco di panico. Con mia enorme sorpresa, la sua prima domanda non riguardava l’esame, e fu questa: “Lei ha mai pensato al suicidio?”

Io mi sentii molto in imbarazzo, e risposi che no, non ci avevo mai pensato e che il suicidio non era nelle mie intenzioni. Così il Professore continuò nell’esame, come se nulla fosse.

L’esame andò bene, perché quell’Uomo (il Professore) aveva capito…mi aveva fatto sentire a mio agio durante l’esame, non giudicata. Così, nonostante il panico che mi bloccava le parole in bocca, portai a casa un bel 26/30, che per la facoltà di Giurisprudenza non era niente male.

Fu uno dei voti più alti che riuscii ad avere sul mio libretto universitario.

Quella domanda: “Lei ha mai pensato al suicidio?” mi colpì profondamente. Continuavo a rimuginarci sopra. Ma perché l’aveva chiesto proprio a me? Perché mi aveva fatto tornare per pormi quella domanda? Che assurdità, pensavo, ma davvero non crederà che io mi voglia suicidare…e da cosa lo avrebbe capito???

Poi…dovetti ammettere con me stessa che sì, a poco più di 20 anni al suicidio ci avevo pensato eccome. In maniera inconscia forse…ma avevo davvero dentro di me il desiderio che tutto finisse. Quel desiderio che arrivava quando la vita mi sembrava tanto, troppo difficile.

Perché nella sofferenza, nei pianti e nella disperazione di sentirmi sola, senza radici, senza una famiglia che mi amasse e mi sostenesse nelle difficoltà …. sì, lo dovevo ammettere almeno con me stessa: al suicidio ci pensavo eccome!

Che senso aveva vivere? Mi sentivo debole e inadeguata, incapace di affrontare la vita.

Mi sentivo a disagio in ogni situazione: non bella e “sveglia” come le altre ragazze, e non brillante come “gli altri”.

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Ci avevo pensato al suicidio, più e più volte.  Soprattutto quando guardavo nel vuoto, da un palazzo della città in cui vivevo, mentre sognavo di vivere in mezzo alla natura, che tanto mi mancava. Mi sentivo ingabbiata in una vita non mia! Ma come uscirne? La tentazione era forte: un saltino nel vuoto e tutto sarebbe finalmente finito!

Gli anni sono passati, e tanti da allora.

Quel salto non l’ho fatto perché avevo paura: soprattutto, mi chiedevo se poi davvero sarebbe tutto finito. Con la morte sarebbe finita ogni mia sofferenza o ne sarebbe iniziata un’altra?

Qualche influenza l’aveva anche l’educazione cattolica: e se finivo all’Inferno???

Mi chiedevo anche se qualcuno avrebbe pianto per la mia morte. E forse non ne valeva neppure la pena…probabilmente nessuno avrebbe sofferto per la mia tragica e prematura scomparsa. Anzi, pensavo che forse qualcuno ne sarebbe stato felice, tipo le mie sorelle. Quindi anche solo per fare dispetto a loro dovevo rimanere in vita!

Pensieri folli come questi allora riempivano le mie giornate.

Quello che penso ora, è che la mia Anima questa esperienza Umana la volesse vivere, perché avevo ancora da conoscere, fare, e comprendere tanto!

Gli anni sono passati velocemente. Rimanendo nella convinzione di non essere mai all’altezza di nulla e di nessuno. L’”esame” degli “altri” su di me si ripeteva ogni giorno; anche se l’Università era finita, le dinamiche erano le medesime; soprattutto, paura di deludere e di rimanere delusa.

Sentivo, dentro di me, di avere tanti talenti. Ma mi sono tenuta ben distante da persone che temevo mi facessero soffrire, o da situazioni che pensavo di non saper affrontare, e che evitavo per non subire delle frustrazioni. Così, in realtà, mi sono passati davanti tanti treni, che non ho volutamente preso o che ho perso, perché arrivata tardi.

Così, ho vissuto tarpandomi le ali da sola. Nella paura di soffrire e dicendo a me stessa e agli “altri” che “qualcosa ero comunque riuscita a combinare da sola”; in realtà, semplicemente, SUBIVO LA VITA anziché viverla, accettando quello che “il destino” mi faceva arrivare.

Ho fatto diversi percorsi di “crescita personale”. Tanti. Dalla psicoanalisi, alla pratica del buddismo “italiano”, a percorsi olistici e di pseudo-risveglio. Ma, nonostante fossero comunque esperienze, nessuna di esse mi convinceva fino in fondo.

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Se la psicologa mi diceva che avevo il diritto di rinnegare la mia famiglia di origine, visto la sofferenza e i traumi che mi portavo dietro a causa di tutto quello che avevo subito, ecco che arrivava il buddismo dove mi veniva detto che no, la mia famiglia non la dovevo rinnegare perché me l’ero scelta prima di nascere! E poi c’era questo Karma che pesava su di me ma che nessuno degli “spirituali” sapeva spiegarmi … cos’era davvero il Karma? E perché mai la mia Anima aveva scelto di incarnarsi in una famiglia di pazzi violenti ignoranti? Voleva autopunirsi?

Tante domande e nessuna vera risposta. Se da un lato tutti questi percorsi davano un po’ d’acqua alla mia sete di conoscenza, cercando il senso della mia vita, dall’altro, quando mi fermavo, quando stavo con me stessa…ecco, lì tornava un enorme senso di vuoto. La percezione che nulla riuscisse a dissetarmi, a riempirmi. Che tutto fosse vacuo. Che non vi fosse un motivo profondo per viverla, questa vita.

Un anno fa, mentre seguivo l’ennesimo percorso di “crescita”, aprii una rivista che mi arrivò gratuitamente con un ordine su un sito di prodotti naturali, dal quale faccio acquisti frequentemente.

Su una pagina di questa rivista c’era la pubblicità dell’Accademia di Coscienza Dimensionale. Ne rimasi talmente affascinata!  Ma non per la pubblicità in sé, purché bella, bensì per la Percezione che avevo in me, sentivo qualcosa di “speciale”. Così lasciai immediatamente il percorso che stavo facendo e iniziai a studiare e a praticare gli insegnamenti di A.C.D.

Mi sentii a casa. Accolta dallo staff online dopo la mia iscrizione, mi venne spiegato il funzionamento dell’Accademia.  Non ci potevo credere: 15 steps di evoluzione! E tutto gratuito. Leggendo i documenti presenti nel primo step, al quale mi era stato dato accesso, mi resi subito conto di quanta conoscenza veniva messa a disposizione, e a portata di tutti.

Fino ad allora avevo conosciuto “Maestri” che per ogni minima “conoscenza” spirituale si facevano pagare un bel po’ di soldini.

Poi vengo a conoscenza dell’Accademia e comprendo che vi è un Percorso creato per sviluppare le proprie doti psichiche, connettersi alla propria Anima, alle proprie vite precedenti e tanto altro…gratuitamente!

Questo mi ha fatto sentire in fiducia verso chi mette a disposizione tutto questo per il Bene. Per me, che sono cresciuta a suon di batoste e che non mi fidavo di nessuno per paura di soffrire, e di prendermi fregature, fidarmi dei Maestri di A.C.D. e dei miei “compagni” di Percorso è stata una gran bella scoperta.

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Oggi, a distanza di quasi un anno da quando frequento, studio e pratico le tecniche insegnate in Accademia di Coscienza Dimensionale mi sento e sono una persona diversa. Ho compreso il significato di termini per me prima sconosciuti, la Fiducia e il Coraggio. La meditazione, in primis, ha stravolto positivamente la mia vita. Sia nella mia relazione con gli altri, sia nella percezione di me stessa.

Tutto accade fluendo meravigliosamente. La realtà, ora, la creo io e non la subisco. Oggi scelgo e faccio sì, attraverso la pratica, che ogni giorno sia positivo e che sia come io lo voglio. Perché siamo noi che creiamo la nostra realtà.

Tutte le tecniche che ho conosciuto e praticato finora in A.C.D. hanno riempito quel “vuoto”, saziato quella sete di tutto, di conoscenza, di comprensione, di giustizia.

Quello che consiglio a chi si sente come mi sentivo io, è di non cadere in questi tranelli voluti dall’Oscurità. Noi siamo tutti molto potenti, nel Bene possiamo sconfiggere il Male che vuole impedire l’evoluzione della nostra Anima, il nostro Risveglio.

E diffidate da qualunque costoso percorso di “Risveglio”, dove ogni conoscenza viene centellinata col contagocce. Spesso non si tratta di veri Maestri ma solo di chi si sa ben vendere. Un vero Maestro, che voglia davvero il Bene e il Risveglio dell’Umanità, non pensa certo unicamente a riempire le proprie tasche.

Quando ero più giovane, e negli anni del mio racconto in queste pagine, l’Accademia di Coscienza Dimensionale non era ancora nata.

Ma oggi c’è, è reale, Angel Jeanne e Alexander sono Maestri ineguagliabili, dediti al Risveglio di chi voglia intraprendere un Vero percorso di evoluzione del proprio Sesto Senso.

L’Accademia è alla portata di tutti, non solo perché gratuita, ma anche in quanto parte dalle basi, per poi, step dopo step, guidarti in un percorso di incredibili conoscenze e pratiche di arti psichiche.

Cos’altro posso dirti? Non sentirti solo, smettila di sentirti inadeguato o fuori luogo perché ti percepisci diverso dalla massa. Smetti di subire e di attendere gli eventi di un “destino” che non esiste.  Soprattutto, sappi che il suicidio non è la soluzione, ma l’anti-evoluzione della tua Anima.

Buona Evoluzione e Buon Risveglio!

 

Leonella

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