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Nel paese in cui abito c’è una folta comunità di Testimoni di Geova e io, sin da piccola, sono sempre stata brava a riconoscerli in anticipo e, quindi, ad aggirarli ogni volta che me li ritrovavo davanti. Non so se funzioni così per ogni comunità di testimoni di Geova, comunque in quella di mia conoscenza il comportamento adottato dai membri somiglia in tutto e per tutto a quello tenuto dai venditori porta a porta. Queste persone girano per le strade del paese rigorosamente vestite in abbigliamento elegante (completo per gli uomini, gonna longuette e giacca per le donne) e con l’atteggiamento tipico di chi deve convincerti ad acquistare qualcosa. Tra l’altro non si fanno assolutamente scrupoli, ma cercano di parlare (importunare) qualsiasi persona di qualsiasi fascia d’età. Non di rado, infatti, ho visto Testimoni di Geova parlare con ragazzi delle medie che tornavano da scuola oppure con gruppi di ragazzi giovani che erano a divertirsi al Parco con gli amici. La loro modalità è proprio quella dei venditori, perché non ti mollano fino a quando non mostri di acconsentire alle loro convinzioni, con la promessa che parteciperai ad una delle loro sedute settimanali da Setta conclamata.
Negli anni ho avuto incontri più o meno ravvicinati con i testimoni di Geova e riporto di seguito le mie Testimonianze che, seppur brevi, spero siano significative e riescano a far comprendere al lettore i meccanismi assurdi che si celano dietro al mondo dei Testimoni di Geova.
Nella mia classe delle elementari c’era una bambina Testimone di Geova e ricordo molto bene che ogni sabato mattina lei cominciava a lamentarsi per un dolore al braccio, a volte era il braccio destro altre volte il sinistro, ma sempre ad altezza gomito. I primi tempi le maestre erano preoccupate e chiamavano immediatamente la mamma che veniva subito a prenderla. In seguito, poiché accadeva ogni sabato, hanno iniziato a trattare questa problematica molto più alla leggera, temporeggiando prima di chiamare i genitori, perché ormai consapevoli che si trattasse di un capriccio della bambina. Tuttavia, lei iniziava a piangere e alla fine, per un motivo o per un altro, i genitori venivano chiamati sempre e la bimba già a metà mattinata abbandonava la classe.
Non ricordo bene come finì la vicenda e se durò anche per gli altri anni scolastici, comunque dopo anni, tramite un ragazzo suo amico ed ex Testimone di Geova, venni a sapere che il sabato mattina era uno dei giorni in cui si svolgeva la loro Adunanza e che la mia compagna di classe lamentava quel fastidio appositamente, così da poter essere mandata a casa. Parliamo comunque di una bambina di 7-8 anni al massimo, certamente non consapevole di quello che stava facendo, ma spronata e manipolata dai genitori a sentirsi male per essere libera dalla scuola e poter frequentare il sabato mattina le riunioni della Setta.
Un’altra vicenda che vorrei raccontare risale a molti anni fa, avrò avuto forse 11-12 anni quando, per un lasso di tempo per fortuna breve, mio nonno entrò nella Setta di Geova. Io venni a sapere questa cosa perché sentii mia mamma e mia nonna parlare, sembravano molto preoccupate e da alcune frasi che riuscii a cogliere stavano dicendo chiaramente che era stato persuaso da una signorina venditrice porta a porta che lo aveva ammaliato e convinto a partecipare alle loro Adunanze. Da una singola partecipazione sono diventate due, tre fino a diventare qualche mese. Nel discorso che avevo origliato sentivo anche che mia nonna era preoccupata perché si stava rendendo conto che stava donando loro anche moltissimi soldi.
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I miei nonni non sono mai stati cattolici praticanti, non hanno mai frequentato la messa né altre attività parrocchiali, per cui questo ingresso di mio nonno nel mondo dei Testimoni di Geova non era assolutamente dettato da convinzioni spirituali profonde e maturate con calma, ma era frutto di una vera e propria manipolazione attuata nei confronti di un uomo anziano.
Altra vicenda più recente risale al periodo universitario quando sono diventata amica di un ragazzo nato in una famiglia di Testimoni di Geova e pertanto seguace anche lui di quella Setta per moltissimi anni e, nello specifico, fino a quando non ha avuto la possibilità e volontà di scegliere la propria strada spirituale. Sia lui che il fratello, raggiunta la maggiore età, avevano immediatamente scelto di liberarsi da quelle catene. La sorella, invece, in un primo momento aveva continuato a seguire la Setta, fidanzandosi con un altro seguace sin da giovanissima.
Faccio una breve digressione riassumendo le loro principali regole in ambito sentimentale. Queste sono molto rigide e prevedono che anche una semplice frequentazione adolescenziale debba essere considerata qualcosa di molto serio, vincolando già i due giovani a nozze future. Infatti, tramite questo mio amico, ho saputo che frequentare altre persone è altamente sconsigliato se non si è in età da matrimonio, in quanto qualsiasi frequentazione è sempre vista come propedeutica al matrimonio.
Un’altra regola molto rigida e molto conosciuta è quella relativa all’impossibilità di avere rapporti sessuali prematrimoniali e proprio per questa ragione ho notato come tantissimi ragazzi di mia conoscenza che seguono questo culto si sposino da giovanissimi, già a 19-20 anni.
In molti casi questa scelta è presa in maniera superficiale e per le motivazioni sbagliate, perché la maggior parte delle volte affonda le sue radici proprio sull’opportunità che il matrimonio fornisce loro di avere rapporti sessuali e, pertanto, si basa su convinzioni frettolose e spesso inadeguate, che molte volte spingono questi ragazzi anche a sposarsi con una persona che si rivela poco dopo inadatta. Inoltre, la scelta del partner è anche limitata in quanto le loro regole prevedono che ci si possa sposare solo con altri appartenenti alla Setta o comunque persone disposte alla conversione. A tutto ciò si affianca poi l’ennesima regola che impedisce il divorzio, concesso solo in casi particolari e gravi.
Tornando alla sorella di questo mio amico, lei sin da adolescente fino ai 20 anni circa era stata fidanzata con un altro ragazzo seguace del culto, fino a quando entrambi si sono innamorati di altre persone esterne alla Setta, troncando quindi la loro relazione. Questa vicenda ha portato grande scompiglio nella Comunità, soprattutto perché la ragazza si era innamorata di un uomo 10 anni più grande, divorziato e con un figlio. La loro religione prevede che in tali ipotesi la persona che si è macchiata del “grave crimine” debba essere esclusa non solo dalla Comunità, ma anche dai genitori stessi, i quali non dovranno avere più alcun rapporto con la persona esclusa. Nel caso specifico citato, poiché la mamma e lo zio della ragazza erano membri “importanti” all’interno della Setta è stato possibile per loro continuare ad avere rapporti con lei. Tuttavia, a questo esito non si è giunti immediatamente, ma il mio amico mi ha raccontato che sono trascorsi parecchi mesi e solo in seguito si è arrivati ad un rapporto di tolleranza. Se questa non è una Setta, al punto che divide le famiglie, ditemi voi cos’è.
Isa
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