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La maggior parte dei parenti da parte di mia nonna paterna sono testimoni di Geova e, anche se non ho un rapporto stretto con loro e li vedo raramente, li ho vissuti: ho potuto conoscere il loro modo di essere e di pensare e avere rapporto con loro. Tendenzialmente, i testimoni di Geova, almeno a primo impatto, sono molto seri e gentili, tendono a vestirsi in maniera elegante per dare l’idea di sicurezza e professionalità verso i loro interlocutori, ti offrono il loro aiuto e la loro disponibilità, ma a un patto: devi convertirti al loro movimento. Se questo non accade, essi ti tengono alla larga, esci dal loro interesse e mai ti aiuteranno qualunque cosa accada, neppure se sei loro familiare.
Dato che li ho vissuti maggiormente da più piccola, perché poi i rapporti sono andati sempre più disgregandosi, complice anche la distanza, mi ricordo che, nonostante la loro gentilezza ed eleganza, mi hanno sempre dato un senso di ansia e oppressione.
Una esperienza in particolare che ho vissuto e che ci tengo a raccontare è la seguente: da piccola, la mia famiglia e io, andavamo abbastanza spesso a trovare la mia bis nonna, nonostante vivesse in un’altra regione. Qui voglio fare una piccola, ma utile parentesi: la mia bis nonna era considerata dalla Sala del Regno (luogo di culto dove i testimoni di Geova si ritrovano) una persona molto autorevole e fedele e alla quale dover portare grande rispetto per via dei numerosissimi anni che faceva parte del loro movimento. Mi ricordo che quando andavamo a trovarla, lei puntualmente tirava fuori e ci riempiva di opuscoli di ogni tipo riguardanti il perché convertirsi a quella ideologia e il perché questo ti rendesse una persona migliore rispetto alle altre, o, ancora, trattavano del perché i testimoni di Geova dicessero il giusto e via discorrendo. Mi ricordo che ogni volta, oltre a questo, la mia bis nonna obbligava me e mio fratello a leggere ad alta voce la Bibbia. Perciò la prendeva, la metteva sul tavolo e ci guardava e ascoltava mentre la leggevamo. A condire bene il tutto, tante frasi belle e infiocchettate sui testimoni di Geova. Così ogni volta che andavamo da lei. Ero piccola e non mi rendevo bene conto di quello che stava succedendo e che ci veniva chiesto. Ma adesso, ripensando a quei momenti, mi stupisco di quanta aggressività mascherata da un dolce e innocuo velo ci veniva imposta.
Invece, riguardo ai collegi non ho avuto esperienze dirette, ma ci tengo lo stesso a raccontare ciò che mi è stato riferito da persone mie conoscenti o parenti che li hanno frequentati. Mi hanno tutti detto che vi sono alcune monache gentili e brave, ma molte altre fredde e insensibili, che non aiutano e che guardano solo ai soldi. Infatti, se capitava che un bambino potesse avere anche qualche piccolo collegamento a parenti benestanti, veniva trattato diversamente da chi, invece, non viveva agiatamente. Era considerato e trattato meglio per ottenere in cambio il denaro dalla famiglia del bambino. Molte monache erano ladre e, se potevano e riuscivano, prendevano i soldi e li tenevano per sé. Tornando alla non curanza delle monache, i testimoni mi hanno raccontato che spesso non veniva dato loro il giusto aiuto e le giuste cure nel caso di malattia e che il cibo era pietoso.
ANELE