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Aldilà delle cure farmacologiche a cui una persona può essere sottoposta durante la propria vita, è molto importante la relazione di aiuto tra questa e chi eroga assistenza.
Lavorando in ambiente sanitario, potrei dare qualche consiglio per chi si trova a lavorare o addirittura a vivere direttamente con persone che hanno problemi di salute.
È difficile per i professionisti sanitari sapere come comportarsi in certe circostanze, perché si trovano ogni giorno dinnanzi a persone diverse, con vita e personalità differenti e capire e affrontare ogni loro problema con loro non è una cosa semplice, serve tanta pazienza, umanità e non bisogna avere pregiudizi. Altrettanto difficile è per chi ha una persona cara che sta male. Il dispiacere per la persona che sta male possono portare a porsi domande sulla malattia, su dove sia Dio e si vorrebbe fare qualcosa ma non si sa come comportarsi. Chi vive invece la malattia in prima persona spesso non accetta il proprio stato di salute, si sente in colpa, non ne comprende i motivi e si potrebbe chiudere in se stesso. Sento spesso persone che si domandano dove sia Dio, incolpandolo per l’esistenza delle malattie.
Molte malattie originano dalla mente. Altre possono avere altri motivi difficili da comprendere, come influenze negative o il karma o esperienze di vita che gli servono. Tuttavia, qualsiasi motivo abbia una malattia, si aiuta la persona bisognosa che si ha di fronte senza pregiudizi, perché siamo qui per aiutare sperando di farla stare bene, di farla stare meglio e non farla sentire sola.
Per una relazione efficace, è importante essere empatici per capire la persona che abbiamo di fronte e rapportarci nella maniera migliore. Per “empatia” si intende immedesimarsi nella persona che si ha di fronte per capire i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue paure, ecc. Certo però essere empatici deve avere un limite perché dobbiamo sì, capire l’altro, ma con un certo distacco per non farsi influenzare. Distaccare non significa essere menefreghisti come molti potrebbero credere, ma essere empatici il giusto, senza stare male per la persona che ha bisogno di noi. Non bisogna soffrire per l’altro, se lui dovesse piangere per qualche motivo, noi non dobbiamo fare lo stesso ma dobbiamo essere più forti e fare da guida, da supporto, d’aiuto. Quindi nella relazione di aiuto è bene utilizzare una comunicazione verbale, fatta di parole, ma soprattutto non verbale, fatta di gesti. Ad esempio farsi comprendere dalla persona che si ha di fronte, parlare piano e in modo chiaro, guardare la persona negli occhi mentre si parla con lei. Soprattutto la persona avrà bisogno di essere ascoltata, quindi dedichiamole il nostro tempo, senza fretta. Questo sarà positivo sia per chi aiuta e chi sarà aiutato. Anche osservare la persona è fondamentale. Osservare i suoi gesti, i suoi occhi. Tutti questi sono piccoli consigli, piccoli accorgimenti che sono utili in una relazione di aiuto e molto spesso vengono pensati superflui, ma non lo sono assolutamente. Ho visto gente che mi ha insegnato tanto, ad essere positiva e a dare positività. Ho visto gente che mi abbracciava fortissimo dopo averci parlato anche semplicemente per qualche minuto, come se la sua vita fosse migliorata all’improvviso. È molto importante per la persona che abbiamo di fronte ricevere un sorriso da parte nostra, una carezza, un tocco sulla mano. Sono piccoli accorgimenti, ma che fanno la differenza. Ci sono persone che prendono medicinali su medicinali, ma la medicina che fa più effetto è l’affetto, l’amore. Quella è la prima e vera medicina che fa solo bene e non ha controindicazioni. Quella può fare miracoli e per chi ci crede fino in fondo, i miracoli li vedrà sicuramente sotto i propri occhi.
E.
L’empatia è una grande qualità e la soddisfazione che si prova quando si fa star bene anche solo per un momento una persona ripaga qualunque fatica. Ciò che fai nel tuo piccolo può significare molto per tante persone, complimenti. 🙂
Questo articolo emana molta dolcezza 😊 Essere empatici è meraviglioso, ti permette realmente di capire l’altro e di aiutarlo nel migliore dei modi. Oltretutto si impara molto dagli altri ascoltandoli al meglio e capendoli, è una catena che gira.