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Molto spesso sentiamo parlare di persone gravemente malate per le quali magari spendiamo un pensiero o una parola di dispiacere per la difficile situazione che stanno vivendo, per un naturale ed istintivo senso di umanità ci sentiamo in qualche modo solidali, per un attimo partecipi di quel dolore. Ma quando magari siamo noi in prima persona ad essere il compagno, il figlio, il fratello di quella persona la situazione cambia radicalmente, poiché l’emozione del momento si trasforma in “sempre”.
Ho avuto una fidanzata gravemente malata e per qualche anno le sono stato molto vicino, condiviso lunghi periodi di ricoveri e ospedalizzazione, ho passato le mie giornate esclusivamente proiettato sul suo stato di salute, sul portare avanti la mia vita per poter correre nel reparto di terapia intensiva dove lei era attaccata ai macchinari che la tenevano in vita, nell’attesa interminabile che arrivassero degli organi compatibili per un trapianto.
Ho convissuto con il delicato limite tra la vita terrena e la sua conclusione, in luoghi dove regna il silenzio rotto esclusivamente dai suoni degli strumenti che monitorano le funzioni vitali, ho dato tutto ciò che potevo per farle sentire presenza e amore in ogni singolo istante della sua sofferenza, in alcuni momenti sono stato l’unico ponte con il mondo terreno. L’ho fatto spontaneamente, con tutto il cuore.
Ad un certo punto però, l’immedesimazione ed il tuffarsi così profondamente nel dolore di un’altra persona, se non viene controbilanciato con una guarigione energetica, si trasforma in un salto nel più profondo degli abissi. Sono argomenti delicati, ne sono consapevole ma proprio per averli vissuti sulla mia pelle, mi sento libero di poter dare parole di speranza a chi ora stia vivendo situazioni simili e non riesca più a vedere se stesso e i propri bisogni vitali.
Oggi lei sta “bene” ci vogliamo bene e siamo amici poiché condividere un dolore così grande è qualche cosa che ti unisce profondamente e indissolubilmente, ma ad un certo punto io non ce l’ho più fatta. Ho somatizzato il dolore con delle macchie nere in viso, mi ubriacavo, fumavo mille sigarette: l’unica cosa importante era essere impeccabile e sorridente quando andavo da lei, per tenere viva la sua speranza, la voglia di lottare e non lasciarsi andare.
E così inevitabilmente dopo il trapianto la lasciai, portandomi addosso sensi di colpa, vuoto interiore, buio.
Gli strascichi sono durati per due lunghi anni.
Poi fortunatamente ho incontrato la meditazione in non pensiero di Angel Jeanne e le sue tecniche per aumentare e proteggere la propria energia e la mia vita è radicalmente migliorata.
Vorrei dire a tutti voi che siete nella sofferenza per una persona cara gravemente malata: state vicini a chi amate, fate tutto ciò che potete per loro, ma non dimenticatevi mai di voi stessi!
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Stare accanto ad una persona che soffre richiede forza, moltissima energia, dovete nutrire voi stessi altrimenti vi ammalerete e non potrete più aiutare chi così tanto amate!
Riservatevi dello spazio vitale, sono consapevole che non è per niente facile, soprattutto mentre state vivendo una sofferenza così profonda, ma è fondamentale ed indispensabile e non potete in alcun modo evitare di prendervi cura di voi!
Il mio consiglio è quello di imparare a meditare, poiché attraverso la meditazione si può ricaricarsi energeticamente e distaccare da sè il dolore, ma qualsiasi sia il metodo che sceglierete è fondamentale che vi prendiate cura di voi stessi.
Vi auguro il meglio e di ricordare sempre che anche dietro la peggior bufera si nasconde un sole meraviglioso.
Francesco S.
Bellissimo articolo, ci vuole molta forza interiore per aiutare qualcuno che sta male così vicino a noi.
Grazie Francesco, l’articolo è bellissimo ed emozionante. Sarà sicuramente utile a tantissime persone! 🙂
Non riesco nemmeno a immaginare quanto sia difficile stare vicino a una persona gravemente ammalata. Complimenti, non solo per essere stato tutti i giorni al suo fianco, ma anche per aver avuto la forza di rialzarti dopo essere caduto.
Anche io faccio ogni giorno la meditazione insegnata da Angel Jeanne e sono d’accordo con te, non ne farei a meno per nessuna ragione, perchè ti salva da queste e tantissime altre situazioni, ti cambia davvero la vita 🙂
Avevo già commentato questo articolo, ma ora, rileggendolo, mi rendo conto di quanto siano state banali le mie poche parole. Non che in questi casi ci siano delle parole giuste da dire. Qualsiasi frase sembrerebbe sempre banale e inopportuna. Ho pianto la prima volta che ho letto queste parole, ho pianto alla seconda lettura e inevitabilmente mi sono emozionata anche ora. E sono certa che se dovessi rileggerlo verserei altre lacrime nuovamente. Forse perché in minima parte sento la sofferenza che hai passato. Ma non posso comunque capire come tu ti sia sentito in quei momenti. Non potrei capirti neanche se avessi vissuto io quella stessa situazione, perché ognuno ha dei metodi di reazione diversi. Ma se sono qua a scrivere è perché ci tengo particolarmente a farti i miei complimenti, per essere rimasto così vicino e così presente alla persona che amavi. In pochi si sarebbero comportarti nel tuo stesso modo. Ultimamente ci stiamo abituando ad abbandonare chi diciamo di amare appena ci si presentano davanti delle piccolissime difficoltà. Il tuo testo mi ha dato speranza, questo significa che ci sono ancora molte persone in grado di amare in maniera molto profonda e vera. E sono certa che oltre ad aver dato speranza a me, ne avrà data e ne darà ancora anche a tutte quelle persone che si trovano in una situazione simile a quella che era la tua. Per concludere volevo augurarti il meglio, perché è sicuramente ciò che meriti. Ti auguro infinità serenità, infinito amore. Ogni singolo giorno di questa vita. E anche delle prossime. Un abbraccio grande
Grazie per questa condivisione. È sempre utile apprendere da chi ha avuto determinate esperienze, sia positive che negative, o comunque dolorose. Sono felice che colei a cui sei stato vicino ora stia meglio e che stia meglio anche tu grazie alla pratica di Angel 🙂