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Per mia fortuna la mia azienda ha sempre accettato e promosso lo smart working in periodo di ‘pandemia’ e questo mi ha protetto, fino a un certo punto però. Ogni tanto era consigliato andare in sede, sempre comunque secondo la volontà di ognuno. Capita però una settimana in cui abbiamo un corso ed è richiesta la presenza fisica in ufficio per tutti i partecipanti (tra cui io). Non essendo vaccinato la mia unica possibilità di entrare là dentro sono i tamponi: purtroppo in ufficio i controlli si fanno, i servi ci tengono ad obbedire agli ordini del padrone. Faccio presente al capo le mie difficoltà (conosce il mio stato e finora non aveva mai fatto problemi) e vedo se ci si può venire incontro in qualche modo. Lui non vuole nemmeno discutere e taglia corto “Il corso prevede la presenza di tutte le persone indicate. Fai in maniera di essere presente tutti i giorni con green pass” e lo dice con un tono così duro e pieno di disprezzo che sento proprio la sua energia assalirmi e volermi fare del male. Seppure non abbiamo mai avuto un’amicizia il rapporto tra noi è sempre stato perlomeno rispettoso – questa è la prima volta che sento il suo disprezzo e la sua autorità riversata su di me con il chiaro intento di sottomettermi. Il messaggio era chiaro: ‘non vuoi vaccinarti ma devi assolutamente procurarti il green pass, e se non lo farai ci saranno conseguenze’. Mi stava limpidamente obbligando ad avere il lasciapassare per poter entrare sul luogo di lavoro sapendo bene le mie difficoltà a procurarmelo, non si è fatto alcuno scrupolo a mettermi alle strette paventando anche un’eventuale sospensione se non avessi obbedito. Ha usato su di me una tale violenza psicologica che mi sono sentito male. Da una persona di solito cortese come lui non mi aspettavo una tale cattiveria, e sono rimasto scosso e spaventato. Quella volta ho ceduto e mi son fatto un paio di tamponi… per comprarmi 4 giorni di diritti. Ma al contempo ho anche reagito, perché nessuno deve permettersi di discriminarmi per la mia scelta di non vaccinarmi, e mi sono impegnato a ricambiare la cortesia attaccandolo per qualche giorno. Normalmente non l’avrei mai fatto (forse sbaglio!) ma questo episodio non poteva essere scusato. Ha rotto il patto di fiducia e aiuto reciproco e non posso più avere rispetto per lui. Così ho risposto. Nei tempi a seguire è stato molto mansueto… E un mese dopo abbiamo ricevuto la bellissima notizia che avremmo cambiato capo!! Ero veramente felice di non averlo più tra i piedi! E con il capo successivo (attuale) ho un rapporto molto migliore, e non mi ha mai forzato a fare qualcosa che io non volessi. Forse mi ha giovato subire pressioni, perché mi ha permesso di trovare la voglia di reagire e liberarmi dei pesi che mi riversavano addosso. Tutti noi abbiamo diritto a un ambiente lavorativo che rispetti i nostri bisogni e senza capi inadeguati che ci stiano col fiato sul collo pronti ad azzannarci al primo momento di debolezza.
Francesco asqu