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Sono nata negli anni sessanta perciò dico subito di avere superato abbondantemente i cinquant’anni da qualche anno. L’infanzia ai miei tempi era totalmente diversa rispetto ad oggi. Tante cose non esistevano e soprattutto non era nemmeno pensabile che la tecnologia facesse così tanti progressi in pochi anni ( progressi che come tutti sappiamo molto spesso servono solo a controllarci e danneggiarci). Sono nata in Germania dove ho vissuto per nove anni e dove ho studiato fino alla terza elementare. Ad un certo punto mia madre nel 1975 muore per una malattia acuta provocata da un virus contratto con una trasfusione. Mio padre a quel punto ci porta tutti e tre in Sicilia dove lui era nato. Per me è stato un salto indietro nel tempo. In Germania esistevano grandi centri commerciali dove si entrava con la macchina e in Sicilia c’erano ancora i carretti trainati dai muli. Ho dovuto imparare l’italiano e ricominciare la scuola dalla materna per imparare l’italiano. Intanto vivevo con i miei fratelli a casa di mia nonna materna che abitativa in una zona un po’ fuori città. Mi ricordo che ho iniziato ad avere delle amiche con le quali giocavo. Intanto mio padre si è fidanzato con una donna che è diventata la mia seconda mamma. La sera spesso dormivo a casa sua che aveva il letto in una nicchia nel sottoscala. Intanto iniziavo a conoscere altri bambini con i quali giocavamo per strada a nascondino, palla avvelenata, e ogni tanto andavamo a casa di qualcuno a giocare con le barbie che mi piacevano tantissimo. Amavo cucire i vestiti con dei pezzi di stoffa. Ma la cosa che più di tutto mi piaceva era la campagna e scoprire animali che in Germania non esistevano. Mi piaceva costruirmi capanne dove con le mie amiche giocavano fingendo che le bambole fossero i nostri bambini. La domenica naturalmente si andava a messa e i genitori ci davano la mancia (500 lire) con cui mi compravo o il profitteroll o le patatine. Il pomeriggio soprattutto d’estate per fare merenda la mia seconda mamma mi faceva degli sfilatini con il salame che prendeva nella piccola bottega vicino casa perché ancora non c’erano i supermercati. C’è da dire che i rapporti tra le persone esistevano e non erano virtuali come adesso. C’era il tempo di frequentarsi fare due chiacchiere. Da bambina a volte mangiavo a casa delle amiche o loro mangiavano da me e a casa giocavamo di solito con le bambole oppure al parrucchiere e ci facevamo le acconciature, ci truccavamo. Un altro gioco era suonare i campanelli e scappare. D’altronde qualche monelleria la facevamo. Con i miei fratelli mi divertivo a giocare a indiani contro cowboy o fingevamo che il mio letto era una nave pirata. Comunque noi da bambini giocavamo per strada e giravamo da soli la città cosa adesso impensabile. Andavamo in giro per la campagna e mi ricordo che a maggio c’erano delle bellissime margherite gialle che usavano per addobbare i carri per la festa del primo maggio. Per le varie festività di solito si andava in campagna o al mare e noi bambini ci divertivamo a correre come dei matti e scoprire da soli la natura. Una volta i genitori erano meno apprensivi e ci lasciavano più liberi di muoverci . Avevamo tanto tempo per giocare perché non facevamo mille attività extra scolastiche e non avevamo la marea di compiti che oggi le maestre assegnano ai bambini. Avevamo più fantasia nei giochi perché non avevamo granché aldilà della bambole e delle macchinine per i bambini. Un elastico poteva diventare un gioco fantastico e lo era davvero. Per incontrarci dovevamo andare a casa degli amici perché quasi nessuno aveva il telefono. C’erano le bande di bambini e ci si divertiva molto. L’infanzia era più avventurosa. Oggi purtroppo i bimbi, non fanno una bella vita. Passano i loro giorni davanti la tv in casa o a fare video giochi anche se per chi non viene mandato nelle scuole di regime e frequenta le scuole parentali va un po’ meglio. Ma penso che la libertà che avevamo noi da bambini non ce l’avranno mai. Sin dalla nascita vengono indottrinati dalla scuola per diventare dei bravi soldatini.
saray
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