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Mi sembra doveroso testimoniare come nel 2020-21 la propaganda sia riuscita ampiamente a raggiungere il suo scopo di isolare le persone, generando un profondo odio che le separasse le une dalle altre. Nel mio caso, vorrei raccontare come la paura di questo virus fantomatico sia riuscita a far entrare a catena tutte le manipolazioni e opinioni che i mass media volevano imporre in quel periodo, entrando alla perfezione anche nella mente di quasi tutti i miei famigliari. Soprattutto nel momento in cui è stato creato il lasciapassare nazista, il cosiddetto green pass, un mezzo che è stato utilizzato dal governo per mettere alle strette le persone che avevano deciso di non sottoporsi alla vaccinazione e iniziavano a dimostrare di essere meno sottomettibili delle altre. Ufficialmente esso doveva servire per discriminare quali persone potessero entrare nei luoghi pubblici, nei negozi, bar e ristoranti, palestre, mezzi di trasporto. Doveva trattarsi di un impedimento nella società, ma grazie alla manipolazione delle masse, il lasciapassare è riuscito a entrare anche nelle case e diventare un mezzo per separare le famiglie, un mezzo per giustificare l’odio e la discriminazione che si stava creando a causa della propaganda, un mezzo per sottomettere chi i stava silenziosamente opponendo utilizzando proprio le persone più vicine, che avevano più potere su di loro. Entrando nelle famiglie voleva andare a colpire sui punti deboli delle persone, o perlomeno distruggerei quei legami tra persone che le rendono più forti, cosa che a chi ci governa sembra dare molto fastidio ed essere un ostacolo alla sottomissione collettiva.
Ci tengo a testimoniare ciò che ha dovuto subire mia madre con l’entrata in vigore del lasciapassare. In una famiglia di bigotti che ascoltano più il televisore del proprio buon senso, mia madre è stata l’unica, oltre a me, che si è fatta venire dubbi, che ha iniziato a cercare canali di informazione diversi, per poter ragionare con la sua testa e prendere una decisione più consapevole. Per questo insieme di motivi in mia madre ha scelto prima di rimandare la vaccinazione, per poi decidere di non farla ma più. Neppure quando è diventata obbligatoria per accedere al luogo di lavoro. Lei ha deciso di ragionare con la sua testa, al contrario dei miei nonni bigotti, delle mie cugine talmente terrorizzate dal virus che non le vedo dal 2020 nonostante abitino a 200 metri, dei miei zii che si sono dimostrati dei gran falsi, marci dentro, preferendo sostenere le scelte del governo invece di quelle dei membri della loro stessa famiglia. Mio zio, il fratello di mia madre, era il suo datore di lavoro da ben 30 anni e non ha aspettato neanche un giorno per lasciarla a casa disoccupata quando il Lasciapassare è diventato obbligatorio per il loro lavoro. Nonostante fosse un luogo minuscolo in un paesino sperduto, dove la probabilità di avere dei controlli è bassissima, e con un minimo di coraggio di potevano raggirare! Se fosse stato suo interesse continuare a dare lavoro a sua sorella e soprattutto tenere una dipendente competente che da decenni portava avanti il suo lavoro con serietà e dedizione. Dal 15 ottobre lei si è sottoposta ai tamponi 3 volte a settimana perché lui le richiedeva obbligatoriamente il lasciapassare. Ma per la loro categoria da dicembre è stato necessario il lasciapassare rafforzato, da vaccino, e lì mia madre non ha più ceduto. Ricordo che a giugno, quando si iniziava a parlare dell’obbligo per i sanitari, la regione ha chiesto ai datori di lavoro in questo ambito di comunicare nomi e cognomi dei dipendenti non vaccinati. Mio zio non ha aspettato neanche un’ora prima di violare il sacrosanto diritto alla privacy di mia madre e probabilmente è stato il primo della regione a comunicare tutti i dati personali della dipendente non vaccinata. E perché mia madre non lo ha mai denunciato, per aver rivelato dati sensibili senza consenso, per aver obbligato al tempone per due mesi, ma soprattutto per averla lasciata a casa da lavoro, senza un minimo di compassione o rispetto per sua sorella, ma soprattutto senza stipendio? Oltre al buonismo che diceva di “non fare del male a un tuo famigliare”, regola che lei doveva seguire ma a quanto pare lui no. Perché mia madre non ha sporto denuncia? Perché mio zio è riuscito a tutelarsi legalmente per primo, grazie all’aiuto di una consulente del lavoro che ha usato le sue conoscenze per guidarlo in tutto questo. Indovina un po’ chi era la consulente del lavoro? Nientemeno che mia zia, la sorella di mia madre.
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Mia madre, solo perché ha iniziato a informarsi e ha avuto sinceramente paura di un siero non ancora sperimentato e del quale si è iniziato molto presto a vedere attorno a noi parecchi effetti collaterali, solo per non aver preso il rischio di farsi iniettare una sostanza che non portava nessun beneficio ma che poteva portare molti danni a una persona con la sua età e patologie, solo perché ha ragionato con la sua testa ha dovuto subire questa discriminazione dai suoi stessi fratelli. Penso che sia un comportamento abominevole che non mi sentirò mai di perdonare, e spero neppure mia madre, nonostante la sua indole dolce e altruista, spero che non lascerà mai che il buonismo abbia il sopravvento, che non dimentichi la sofferenza che le hanno fatto provare e la situazione economica nella quale l’hanno gettata consapevoli di cosa stavano facendo, consapevoli che tutto questo era illegale!
I miei nonni guardavano tutte le settimane la messa del Papa che a fine di ogni rito ripeteva alla folla che i non vaccinati erano il demonio e una minaccia per la salute degli altri, e loro ci credevano. Il telegiornale diceva che bastava uscire di casa e respirare per prendere questo virus che stava ammazzando centinaia di persone, i miei zii e cugine ci abboccavano alla perfezione. Io li ho sempre lasciati liberi di scegliere per sé stessi, non li ho mai insultati quando si sentivano sereni stando in casa con la mascherina, quando hanno preso scelte per me folli, come quella di iniettarsi il siero sperimentale senza neppure essersi resi conto di aver firmato un consenso informato che gli lasciava tutte le responsabilità in caso di effetti avversi, non ho mai accennato a minare il loro libero arbitrio. Loro al contrario si sentivano in dovere di limitare la nostra libertà, spinti da una propaganda che nemmeno si rendevano conto di star subendo. Da quando è entrato in vigore il lasciapassare tutti loro si sono sentiti in dovere di utilizzarne il potere anche in casa, facendoci sentire schiacciate, discriminate, calpestando la nostra libertà di scelta e ragionamento indipendente. Nonostante nel 2020 io e mia madre eravamo le uniche a prenderci cura dei nonni, ad andare spesso a vedere come stavano, a fargli la spesa e portargli le casse d’acqua, perché le mie cugine – tutte attorno ai 30 anni e in salute fisica, ma a quanto pare non mentale – avevano troppa paura di prendere il virus per andare a trovarli. Ma da quando abbiamo scelto di non fare il vaccino, i miei nonni hanno resettato il cervello, si sono dimenticati di tutto l’aiuto che gli avevamo dato l’anno precedente e si sono impegnati al massimo per farci sentire la discriminazione in ogni momento. Telefonandoci per urlarci dietro per urlarci perché non volevamo fare il vaccino e, quando rispondevamo con calma e ragionamenti sensati, fingendo di mettersi a piangere chiedendoci “perché parlavamo solo del vaccino”. Quando erano stati proprio i miei nonni a chiamarci per quello! Mettendosi la mascherina appena ci vedevano. Ma soprattutto, organizzando un’uscita al ristorante (che normalmente non è la prima cosa che vai a fare quando hai paura di morire per un virus che sta ovunque, o almeno credo) proprio il giorno dopo che il lasciapassare era stato reso obbligatorio per entrare nei ristoranti. Per il gusto di metterci alle strette. Perché la carità cristiana insegna questo, vero? E ovviamente, dato che non sono andata, mesi dopo non mi ha fatto il regalo di compleanno per “farmi capire l’importanza della famiglia”. Me ne sono uscita con una sonora risata, per lo spettacolo gratuito di questa follia: come la propaganda ha funzionato sui bigotti. L’unica cosa che mi spiace di tutta questa storia è la sofferenza che ha causato a mia madre, la perdita del lavoro alla sua età e l’aver visto la vera faccia di quelle persone così manipolabili da preferire il governo alla loro stessa famiglia. Sono però fiera di lei che ora sta prendendo il coraggio di liberarsi da molti pesi, tra cui molti elementi della mentalità che le hanno imposto da sempre i suoi genitori, cercando di vivere la sua vita in modo più consapevole, dando più importanza alla sua salute e serenità.
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L’altra metà della famiglia, quella paterna, mi stava ridando un po’ di fiducia nell’umanità, per lo meno perché si sono fatti qualche domanda, o almeno ci hanno provato. La zia più giovane si stava informando ed era fermamente convinta a non farsi il Siero. Ma quando è entrato in gioco il Lasciapassare Nazista, i pochi che non volevano farsi inculare si sono trovati sottoposti a una pressione molto più forte. Difatti il suo compagno, fingendo di avere paura del virus ma in realtà perché non voleva affrontare la “rottura di scatole” della compagna che non poteva viaggiare e lavorare, l’ha obbligata a farsi il Siero. Minacciandola di lasciarla, ma soprattutto portandosi via la loro unica figlia, sicuro che i tribunali avrebbero dato ragione a lui, dato che avrebbe fatto leva sull’”instabilità mentale” di lei, se non si fosse vaccinata. Mia zia ha ceduto e se l’è fatto. La cosa che ha fatto ancora più male è stato il fatto che lei ha avuto effetti collaterali gravi al sistema circolatorio e all’apparato riproduttivo, ma anche davanti a questa evidenza il compagno non ha nemmeno battuto ciglio, non ha avuto il minimo senso di colpa. L’unica cosa che mi auguro è che mia zia riesca ad essere abbastanza forte per proteggere sua figlia, soprattutto dopo ciò che ha subito lei nella sua salute, nel momento in cui il suo compagno possa impazzire e obbligare anche la piccola alla vaccinazione forzata.
Voglio comunque avere fiducia negli esseri umani perché aprano gli occhi e inizino a scegliere di vedere la Verità, nelle persone perché tornino a rispettarsi, a creare legami per supportarci a vicenda, per essere forti anche per sostenere gli altri in un momento in cui tutto sembra volerci far crollare. Se nella famiglia di sangue siamo gli unici che dimostrano di voler rimanere attaccati alla vita, di voler ragionare con la propria testa e ribellarsi quando il sistema ci spinge verso una direzione distruttiva, è il momento di creare legami fuori da essa, con altri esseri umani, per essere sicuri di rimanere uniti e sostenerci veramente nel momento del bisogno. E anche nel momento in cui siamo fisicamente da soli, sentire il legame con l’umanità e la vita e scegliere di seguire comportamenti coerenti con questo pensiero. Anche se ci sentiamo gli unici a pensarla “diversamente”, perché vogliono farci sentire isolati, è importante renderci conto che non siamo soli, e che stiamo lottando per qualcosa di molto più grande di ciò che ora stiamo vedendo coi nostri occhi. Ne approfitto per ringraziare Angel Jeanne, fondatrice dell’Accademia di Coscienza Dimensionale, che con la sua scuola ha creato un gruppo di persone veramente unite per lo stesso obiettivo, per amore della Vita, che oggi considero essere la famiglia che mi ha accolto e dato un obiettivo. Grazie di tutto Angel!
Bluerose