Bambini discriminati

Pagina 1 di 2

Ad agosto 2020 quando entrò in vigore il green cazz, noi avevamo già  prenotato la nostra vacanza così preoccupati telefonammo all’hotel per vedere se lo avrebbero chiesto ma per fortuna la loro risposta fu negativa, da parte loro non ci sarebbe stato nessun controllo così partimmo. Un pomeriggio subito dopo prano decidemmo di visistare un castello, non girava nessuno e faceva un caldo bestiale,arrivati alla alla biglietteria però una ragazza che si prese anche la briga di uscire dal suo box, ci chiese il green pass. Devo essere sincera, a quella richiesta non eravamo preparati, rimanemmo stupidamente impietriti, così mi voltai dall’altra parte e le dissi “perfetto arrivederci allora” e ce ne andammo via. Ci rimanemmo di un male incredibile perché giuro che a quell’ora non girava nessuno, i visitatori eravamo solo noi tre, non si vedevano carabinieri in giro, quindi nessuno mai avrebbe controllato nulla in quella mezz’ora, si percepiva chiaramente che la ragazza era fiera di ricoprire quel ruolo da controllore. Rimanemmo a pensarci per diverso tempo, non fu affatto bello subire quella discriminazione, eravamo lì per pagare i biglietti di entrata e non ce lo permisero. Immagino cosa abbiano passato coloro che vivevano in città dove i controlli erano maggiorni, coloro che hanno subito discriminazioni al lavoro o con i figli. Ecco chi ci ha rimesso un pochino è stato proprio mio figlio in quanto a fine agosto si iscrisse a scuola di basket ma dopo 20 giorni circa gli chiesero il green pass oppure un tampone ogni 48 ore. E’chiaro che la sua esperienza con quello sport terminò lo stesso giorno. Per fortuna lui è un ragazzo abbastanza comprensivo che non fa capricci in genere, e a 11 anni avrebbe potuto anche farli visto che tra gli amici suoi, lui e un altro bambino erano gli unici a non essere stati sierati. Lo mandammo dunque a scuola calcio, ci dissero che non era richiesta la certificazione se non al momento dell’iscrizione che bisognava portare l’esito di un tampone negativo. Ovviamente non glielo feci fare, lo segnai e lo portai solo con una bella protezione psichica e con l’intento che non ci chiedessero il certificato verde, feci così per un po’ di tempo e andò bene, nessuno si accorse di nulla. Purtroppo la pacchia durò poco, a Natale ci furono le chiusure dei centri e delle scuole e alla riapertura divenne obbligatorio mostrare il geen pass ovunque, piscine,palestre, bar, ristoranti, così non ci provai per nulla, ci mandarono un modulo lungo una quaresima che non complilammo mai e per alcuni mesi fu fuori dalla squadra. Anche quell’attività sportiva (all’aperto chiariamolo) gli fu negata. Per fortuna abitiamo in un piccolo paese in cui ci sono diversi giardini con campetti gratuiti, e lui si riuniva li con gli amici per giocare.
Durante l’inverno ad accampagarci c’era il continuo stress  dei compleanni festeggiati nei pub, ha un gruppo vasto di amici quindi capitava spesso che quasi ogni weekend ci fosse un compleanno da festeggiare e la preoccupazione del tampone da mostrare. Andava là sempre con la paura di essere cacciato via, io gli facevo da casa la protezione, iniziavo il pomeriggio e terminavo la sera ed è andato sempre tutto bene. In paese bene o male ci conosciamo tutti, forse qualcuno avrà  anche chiuso un occhio non chiedendo nulla ai ragazzi ma ogni volta era comunque una grande ansia.
Poi c’era il discorso scuola, obbligati poverini a tenere 6-7 ore la mascherina in faccia. I professori che che pubblicizzavano il vaccino e cominciavano con le prime torture psicologiche, ” se siete tutti vaccinati potete togliere la mascherina”, oppure ” chi non è vaccinato non potrà venire in gita”… Non sapevo come gestire la situazione perché veramente negare la gita ad un bambino di 11-12 anni è davvero una crudeltà  incredibile, sono ricordi indelebili, gli anni più belli che una ragazzo possa vivere, quindi forse ero più disperata io di lui, anche perchè se avessero chiesto “solo” il tampone sono certa che mio marito lo avrebbe portato dritto dritto a farlo e non me lo sarei mai perdonata, anzi non lo avrei mai perdonato è diverso!!! Allora iniziai a praticare anche sulla scuola, l’intento era quello di far saltare le gite.

 

Pagina 2 di 2

Fummo fortunati, fecero un piccolo giro in zona a maggio ma prorpio da quel giorno nei parchi non era più richiesto nessun tipo di certificazione. Potei così cominciare a respirare un po’,non me potevo più. Quando bisogna limitarsi per se stessi è tutto diverso, si stringono i denti e si va avanti, ma quando si hanno dei figli è tutto diverso. Limitare loro la libertà di vita, di fare sport, di divertiri con gli amici non è facilmente gestibile, tanto più che lui era l’unico a non essere vaccinato. Gli chiedevo di avere fiducia in me, gli spiegavo continuamente la perioclosità  del vaccino e dei tamponi e lui ha stretto i denti e ha creduto in me nonostante qualche volta mi abbia chiesto di essere vaccinato. La cosa divertente è che nel frattempo, tutti i suoi amici con doppia o tripla dosesi  ammalavano uno per uno, e lui sempre a stretto contatto con loro non ha mai preso nemmeno un raffreddore.

 

Prendiluna

Questo documento è di proprietà di https://significato.online/. Tutti i diritti sono riservati, è vietata qualsiasi utilizzazione non autorizzata, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte di Significato.Online. Ogni violazione verrà perseguita per vie legali. ©

 

0

Aggiungi un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commento *

Nome
Email
Sito Web

Vuoi aggiungere il tuo banner personalizzato? Scrivici a [email protected]