Gli ospedali – Le regole dei nuovi lager

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Nel 2021 hanno approvato un decreto che riguarda gli ingressi in ospedale, sia in veste di pazienti sia di visitatori. Secondo questa nuova “legge”, non si può ancora oggi (settembre 2022) accedere in ospedale senza il Super Green Pass (dato da 3 dosi di vaccino oppure guarigione/2 dosi + tampone). Senza codesto pass attivo non si può entrare. Se non si è vaccinati e si fa un tampone, non si può entrare. Anche se il tampone risulta negativo. E’ inutile, no pass no ammissione all’ospedale. Non ha davvero senso, anche perché chi conferma che quelli con le tre dosi sono negativi al virus? Loro il tampone non lo devono mica fare… e così continuano con la discriminazione di una fetta di cittadini.

All’ingresso del pronto soccorso, quindi, la prima cosa che i medici/infermieri chiedono è se si è vaccinati e in possesso del super pass, ed eseguono immediatamente il tampone nasale. Senza neanche considerare i motivi per cui si è in quel posto di urgenza, quelli vengono dopo: non importa se ti sei rotto un braccio o ti hanno accoltellato o hai un infarto in atto, prima di tutto bisogna verificare se sei vaccinato e positivo (o meno) al Covid. Le priorità innanzitutto.

Mia nonna a Pasqua 2022 è caduta in casa e si è rotta il femore, quindi è stata portata in ospedale. Con molta calma perché, essendo giorno di festa, mancavano i medici e l’ambulanza è arrivata solo dopo un’ora, in tranquillità. Avendo lei fatto “solo” due dosi del siero, le hanno fatto il tampone prima dell’ingresso in ospedale. E’ rimasta chiusa in quella struttura per più di due mesi, e la mia famiglia non è potuta andarla a trovare nemmeno una volta. Sì, perché io, mia sorella e i miei genitori non siamo vaccinati, eravamo tutti sprovvisti del Super Green Caz quindi non avremmo potuto entrare in ospedale come visitatori. E’ rimasta due mesi da sola, con solo la visita di mio zio (tri-vaccinato) una volta al giorno per massimo 45 minuti (il limite giornaliero consentito per le visite, sempre secondo questo decreto infame). Mia mamma stava impazzendo perché in videochiamata vedeva che la nonna stava iniziando a deperire sempre di più, avrebbe voluto entrare almeno per darle da mangiare e da bere, cose che in ospedale facevano poco. La frustrazione e il nervosismo erano palpabili ed aumentavano sempre di più, sono stati due mesi lunghissimi e pieni di angoscia, percepivo anche che mia mamma stava provando tanti sensi di colpa nei confronti della nonna perché non era là con lei. Non ci hanno permesso di stare vicini ad un nostro caro in difficoltà per colpa di uno stupido lasciapassare inutile, ci hanno discriminati per uno stato vaccinale, discriminati in base a delle personali scelte di carattere sanitario. Perché in passato non ci hanno mai impedito di entrare col vaccino del tetano scaduto allora? E’ chiaro quindi che c’è qualcosa di strano e di marcio dietro.

Credo comunque che anche molti altri, nella nostra stessa situazione, si siano resi conto di quanto assurde siano certe “regole” imposte dal Governo, e che questo pass è stato fatto per motivazioni che esulano dal contenimento di un virus influenzale. Ormai gli ospedali sono paragonati ai lager nazisti, e questa convinzione si sta diffondendo sempre di più in tutto il mondo: si entra ma la probabilità di uscire è davvero molto molto bassa.

 

ilary

 

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