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Cosa dire di quando ero piccola… Negli anni 60/70 vivevo in città e tutto il periodo delle elementari l’ho trascorso in periferia fino a metà della 5a elementare. In città c’era un via vai continuo di giovani supplenti e la scuola era abbastanza rigorosa in quanto non si poteva entrare dopo il suono della campanella. Appena entrati in classe 1a elementare per circa due mesi ci insegnavano a scrivere pagine di aste dritte, oblique, punti, virgole, trattini, vocali, consonanti e numeri perfetti che dovevano toccare le righe stampate sulla pagina senza mai uscire dai bordi.
Mia nonna mi diceva che ai suoi tempi c’era la materia calligrafia, con due quaderni uno per la brutta copia e uno per la bella copia. Posso dire che vedendo come scriveva lei, si leggeva perfettamente con bella calligrafia, l’ortografia era perfetta anche se il modo di scrivere era ridondante. Le classi erano formate da circa una trentina di alunne solo femmine o solo maschi. Durante la ricreazione si poteva giocare al pampano, agli elastici, al salto della corda, al cerchio, nascondino per quanto riguarda le femmine in un cortile separato da quello dei maschi che giocavano a pallone, a pallacanestro o tutti quei giochi che li facevano scaricare fisicamente in maniera da rimanere calmi più a lungo in classe. Quando mi trasferii a vivere in un paesino di provincia ero già in quinta elementare e la maestra era solo una che oltre ad insegnarci sia le materie letterarie che quelle matematiche ci insegnava anche religione, non solo come materia scolastica, ma anche una volta a settimana a catechismo nel pomeriggio. Siccome era una bigotta, non solo decideva sui voti scolastici, ma se non mi/ci vedeva alla messa della domenica la media dei miei voti scolastici casualmente si abbassava. Figuriamoci se ci vedeva in compagnia dei ragazzini della nostra età. Nel periodo estivo ci si trovava in gruppo per trascorrere le giornate in compagnia suonando la chitarra, cantando le canzoni di Battisti, facendo giochi di società per stare tutti in compagnia a condividere le proprie idee. C’erano i pattini a rotelle con le 4 ruote non in linea e verso gli anni 80 c’era lo skateboard. Chi poteva aveva il motorino il Ciao o il Boxer della Piaggio, o la Vespa, o la Due Cavalli della Renault o la 500 Fiat per potersi muovere poiché i treni tenevano troppo legati agli orari, le stazioni non erano dappertutto. ed alla sera bisognava essere tutti a casa per cenare tutti assieme e condividere gli avvenimenti della giornata appena passata. Durante l’estate, in spiaggia oltre al gioco delle biglie, del calcetto, c’erano le “Clic-Clack”, due palline collegate da un cordoncino che bisognava far rimbalzare tra loro senza farci colpire riempendoci di lividi (gioco singolo), il “Boing” una specie di palla ovale di plastica attraversata da due cavi che con la forza delle braccia dovevamo far arrivare da un giocatore all’altro (si giocava in due), i racchettoni, e molti altri. Al momento non mi vengono in mente altri episodi che potrebbero interessare. Forse sentire questa mia testimonianza può dare un’idea di come poteva essere il tempo in quegli anni, forse i più belli e fiorenti di quel periodo. Grazie per avermi dato la possibilità di esporveli.
02nico10202