In cosa consiste il Custode di palazzo: Pro e Contro di fare il portinaio

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Io sono custode di un palazzo. Il mio lavoro consiste in varie mansioni. Generalmente lavoro nella portineria e sono a disposizione del pubblico che richiede informazioni. Ad esempio: a che piano si trova il tale ufficio; se lavora qui l’ingegnere tal dei tali, ecc. In portineria svolgo anche un lavoro di scrittura degli orari delle ditte che lavorano nel palazzo. Per esempio se il lunedì l’elettricista ha lavorato due ore e ha sostituito un trasformatore, io segno tutto su un programma su Internet in modo che nel momento della fatturazione, i dati che loro mettono sulla fattura quadrino con i miei. Nella portineria ci sono anche gli allarmi antincendio. Se suona un allarme, devo andare nel posto corrispondente alla luce che s’illumina (ad esempio: cantine, corridoi, locale ascensore, ecc.) e andare a vedere se è un falso allarme o se c’è davvero l’incendio. Fortunatamente di solito l’incendio non c’è, magari qualcuno ha fumato e ha fatto scattare i sensori anti fumo. In portineria c’è anche l’allarme ascensori. Se inizia a suonare devo andare a vedere se c’è qualcuno rimasto bloccato dentro un ascensore, e infatti spesso c’è. Altre volte, invece, era solo qualcuno che si è appoggiato contro la tastiera. Per finire, in portineria ci sono i monitor che mostrano i passi carrabili. Se qualcuno si piazza con la macchina davanti al passo carrabile, devo andare fuori e dirgli di togliersi. Se è gentile, si toglie subito.

Altre mansioni che devo svolgere sono: innaffiare le piante, fare i giri di controllo nel palazzo e negli appartamenti vuoti, smistare e consegnare la posta agli inquilini. Inoltre, se il vento, aprendo il portone d’ingresso ha fatto entrare qualche cartaccia nell’atrio, mi piace toglierla, in modo che l’atrio sia ordinato.

Per le pulizie c’è una ditta preposta che viene regolarmente, ma cose come questa le faccio io, per un miglior ordine del palazzo. Una volta ogni mese si controllano gli apparati antincendio (estintori e idranti), in modo che sia tutto funzionante e pronto da usare. Un’ultima cosa che mi viene in mente è il cambio degli acquedotti. Cioè l’acqua è pagata a forfait, ma se si sfora una certa quantità, i costi aumentano, quindi, avendo noi a disposizione tre reti idriche, prima di “sforare”, io cambio l’acquedotto, cioè chiudo l’erogazione della rete di cui abbiamo già consumato tutta l’acqua prevista e apro la rete con l’acqua ancora disponibile da utilizzare. Il mio lavoro ha come pro che a volte ho tempo libero e riesco a controllare le mie mail o seguire una conferenza su skype. Come contro ha solo tre cose:

1) la gente che pretende l’impossibile;

2) i corrieri maleducati (che riempiono di casse l’ascensore degli inquilini anziché il montacarichi;

3) gli automobilisti maleducati (che si piazzano davanti al passo carrabile e se ne vanno via).

L’orario è molto lungo: io esco da casa al mattino alle 06.15 e rientro alla sera alle 20.15.

Si dice che il lavoro manca. È vero, però, c’è qualche piccola possibilità. Io ho fatto molti lavori nella mia vita: dalla consegna dei giornali la notte, al tecnico in una Tv privata, vendita quadri e sculture, receptionist, centralinista. Ho lavorato a bordo delle navi da crociera, ho fatto il portiere (nei palazzi, non di calcio) e ho lavorato in una città diversa dalla mia. La questione è: cosa siamo disposti a fare? Siamo disponibili a cambiare tipo di lavoro? Cioè: se sono ingegnere nucleare, sono disponibile ad andare a pulire i gabinetti? Se abito a Torino, sono disposto ad andare a lavorare a Reggio Calabria? Ho dei parenti che sono rimasti disoccupati a lungo perché cercavano lavoro nel paese dove abitano. Ora sono giunti a più miti consigli e cercano lavoro anche nella città vicina. Tutte queste non sono critiche, sono osservazioni pratiche. Comunque mi ricordo anche periodi in cui effettivamente non c’era lavoro per niente. Che cosa sentivo? Da un lato frustrazione, perché mio padre mi stava addosso; dall’altro, paura di finire il denaro che avevo in banca (non chiedevo soldi ai miei genitori).

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La soluzione fu lavorare nel campo della vendita, lavoro per cui non mi sento portato, ma, tanto, se vendi guadagni, se non vendi, almeno non stai in casa a rimuginare. Mi accorsi anche che talvolta lavorare chiamava altro lavoro. Per esempio, degli amici mi chiesero se volevo fare lo scrutatore elettorale. Io subito rifiutai, perché pensavo che per solo un giorno e mezzo non ne valesse la pena. Poi accettai. Feci bene. Perché dopo quel giorno e mezzo trovai poi un altro lavoro. Un caso? Non credo. Si dice che i soldi chiamano soldi, ebbene, io credo che il lavoro chiami il lavoro. Infatti, quando in un posto di lavoro mi trattavano male, me ne sono sempre andato (non appena trovavo un altro lavoro), ora, invece, ci sto pensando otto volte prima di abbandonare. Mi piacerebbe fare un lavoro autonomo, con tutti i rischi che comporta. Alla peggio, potrei ritornare a bordo, cosa che consiglio anche a chi è disoccupato. Bisogna sapere un po’ l’inglese in quasi tutti i ruoli. Anche fare l’animatore nei villaggi turistici (sempre con l’inglese) è una possibile alternativa per molti. Fiorello ha cominciato così.

Questo lavoro che faccio adesso non l’ho scelto, come molti mi limito ad andare dove mi chiamano. Al mio ritorno dall’esperienza a bordo delle navi, ho fatto un corso da impiegato organizzato da un’agenzia di lavoro interinale, inaspettatamente, anni dopo, mi hanno chiamato per questo lavoro. Non mi piace molto, preferirei fare un lavoro autonomo, così potrei gestirmi gli orari al meglio. Un’altra idea che mi piacerebbe è avere un negozio di libri, fumetti, cd e dvd usati. Quando ho un momento tranquillo, faccio qualche meditazione per rilassarmi e sentirmi meglio, spesso mi disturbano, ed io, imperterrito, fermo il timer e dopo lo faccio ripartire. Per chi volesse iniziare un lavoro come il mio, consiglio di cercare un posto dove ti danno anche la casa, così uno risolve anche il problema degli alloggi. A me la casa però non mi è stata data, ma io sono abilissimo nel trovare il lato positivo in tutto: se ti danno la casa ti abbassano lo stipendio, quindi io prendo un po’ di più di uno che ha la casa e quindi posso permettermi di andare agli incontri, tour e seminari che trattano di spiritualità, un’altra mia passione.

 

Marcello

 

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4 Commenti

  1. Articolo molto interessante! È vero, molte persone preferiscono lamentarsi piuttosto che rimboccarci le maniche e cercare lavoro.

  2. Articolo ricco di passione, rispetto ed umiltà, bravo Marcello, sei un’esempio di rettitudine

  3. Bellissimo articolo Marcello!! Ho apprezzato tantissimo il discorso sulla crisi e sulla mancanza di lavoro. Mi ha fatta riflettere molto, ti ringrazio. Un forte abbraccio <3

  4. Bravo Marcello ad avere un blog tuo. Qual’ e’ il palazzo in cui lavori che ti vorrei venire a trovare e conoscere? Sei una persona interessante. Scrivimi sulla mail e cercami su instagram se vuoi : @clarissacruciani_apolloni instagram. Ciao.

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