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Oggi vorrei testimoniare gli effetti che ha avuto la vaccinazione “anti-covid” su mia zia. Essendo una parente stretta che vedo regolarmente a distanza di tempo, posso testimoniare i cambiamenti umorali, psicologici e il decorso della sua salute, dalla prima iniezione del vaccino in poi. All’alba del 2021, ogni minuto della giornata, se accendevi la TV, se accedevi a qualunque social network, se anche accendevi per qualche minuto la radio mentre guidavi verso il supermercato, si sentiva parlare solamente del vaccino contro il covid. Non era ben chiaro il suo meccanismo d’azione, non era ben chiaro se avrebbe funzionato oppure no, qualche virologo in televisione sosteneva che “funzionicchia” (seppure non fosse realmente un virologo). Non si sapeva se avrebbe funzionato oppure no, se avrebbe avuto effetti avversi e come tutelarsi, ma dal momento in cui uscì si fece di tutto pur di convincere e poi costringere le persone a iniettarselo. Non erano stati svolti i test necessari per la sua validazione, erano usciti casi di persone morte di trombosi dopo la vaccinazione, eppure secondo i media la vaccinazione andava necessariamente fatta. Mia zia era una di quelle persone che voleva crederci in questa campagna di vaccinazione, perché non vedeva l’ora di lasciare tutto questo periodo alle spalle e ricominciare a vivere, a spostarsi, anche solo per poter fare la spesa nel supermercato del paese affianco, visto che l’unico supermercato presente nel paese ha dei prezzi allucinanti, e oltretutto teneva un elenco delle persone che entravano a fare la spesa e quindi impediva alle persone dello stesso nucleo familiare di fare la spesa più di una volta a settimana. E se dopo aver fatto la spesa ti dimenticavi il latte? Beh dovevi andarci la settimana dopo, perché la proprietaria del supermercato non ti avrebbe fatto entrare. Negli altri supermercati non potevi andare, anche se distavano solo pochi minuti di auto, perché i vigili erano pronti a multarti non appena passavi al paese affianco, perché violavi le restrizioni della “zona arancione”. In questo clima mia zia ci credette davvero al vaccino come via di fuga da tutto questo. La prima cosa che ho notato come cambiamento in lei, è stato umorale, all’improvviso difendeva il vaccino come il mezzo per salvare l’umanità, sembrava ubriaca quando ne parlava, non era più lucida come una volta. Ha iniziato ad essere sempre meno lucida, a volte era assente (e stiamo parlando di una persona di 38 anni). Ma quello era solo l’inizio. Dalla seconda dose sono iniziati i primi segni negativi sulla sua salute. Un giorno ero a casa sua e stavamo mangiando la pizza tutti insieme, la pizza l’aveva presa lei in pizzeria perché a me non avrebbero fatto entrare, se volevo potevo aspettare col cane fuori dalla porta, visto che a entrambi era negato l’accesso dal momento che non avevamo fatto la vaccinazione che ci conferisse il cosiddetto “green pass”. E senza di esso, com’era ben noto allora, non potevi entrare al bar nemmeno per prendere un caffè al bancone o per andare in bagno, senza di esso non potevi nemmeno lavorare e c’era chi al governo spingeva per impedire anche l’accesso ai supermercati e alle farmacie. Ma non entro in dettaglio. Ci sediamo quindi a tavola, mia zia era in piedi e stava passando le pizze, quando all’improvviso mi rendo conto che si è bloccata. Mi giro di scatto notando che era rimasta immobile, in piedi con un cartone della pizza in mano, ferma come un manichino con gli occhi pieni di terrore e la bocca aperta. Non stava respirando. Mi alzo spaventato e stavo per urlare qualcosa quando lei si sblocca, appoggia la pizza e inizia a tossire. Si appoggia una mano sul cuore e dice “tranquilli ragazzi, sto bene è stata solo una sistole”. Le chiedo “zia, cos’è successo?”. Mi risponde “per un attimo il cuore ha smesso di battere, ho perso un battito del cuore”. Ma secondo me ne aveva persi anche due o tre. In tutto questo i miei parenti intorno, specialmente nonni e cugini anche loro vaccinati, sembravano non capire la gravità della situazione, erano come storditi, io ero molto preoccupato e loro invece tranquilli come se non fosse successo nulla, senza avere nessuna reazione.
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“Mi è saltato un battito del cuore” aveva detto mia zia, e loro “ah ok, ma le pizze ci sono tutte o ne manca qualcuna? C’è altra maionese in frigo?” E io non potevo capacitarmi della totale assenza di reazione, anche solo di preoccupazione, da parte loro, verso una persona nemmeno quarantenne che all’improvviso stava avendo un infarto davanti a loro. Dopo questo evento, ho rivisto mia zia dopo molti mesi, perché nel frattempo non hanno più voluto vedermi dal momento che non ero vaccinato, al massimo mi avrebbero concesso di vederci seduti a distanza di due metri, fuori davanti a casa, con una mascherina di carta a imbavagliarmi la bocca e tapparmi le vie respiratorie. Naturalmente ho rifiutato e perciò è passato molto tempo. Quando l’ho rivista erano passati pochi mesi, ma a lei e ai miei parenti sembrava di vederli dopo almeno 3-4 anni tanto erano invecchiati. La sua salute era sempre più cagionevole. Le è venuta l’influenza, hanno detto che era il tanto incriminato virus del covid, e lei e la sua famiglia sono stati tutti molto male, l’unico che non ha avuto nulla era il bambino più piccolo che non aveva ancora raggiunto l’età legale di 5 anni per vaccinarsi. Gli altri assieme alle loro 2-3 dosi sono stati molto male, mentre al contrario molte altre famiglie che non erano vaccinate come la mia, sono state benissimo o al massimo hanno avuto un po’ di raffreddore invernale per qualche giorno e nulla di più. Nell’estate del 2022 mia zia era pronta a godersi la sua estate in libertà, fiera delle sue 3 dosi, quando nel pieno dell’estate le prende all’improvviso l’influenza forte come d’inverno che si protrae con tosse, muco e sinusite per più di un mese, senza accennare a diminuire. Mia zia allora era veramente spaventata, diceva: “non è possibile stare così male d’estate, sembra che non riesco a guarire! Sembra un malanno invernale!” era preoccupata, perché il suo corpo non rispondeva più, come se non avesse un sistema immunitario a proteggerla dal minimo raffreddore. E nel pieno del caldo record del 2022 due cose erano rimaste ben impresse in lei: la strenua convinzione che l’importante era farsi le 3 dosi di vaccino, così potevi essere libero di vivere, lavorare, uscire, divertirti, e un’influenza molto debilitante che non accennava a diminuire e che le impediva di vivere, lavorare, uscire e divertirsi.
Davide D.