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Questa testimonianza riguarda una ragazza di nome Federica, di 22 anni, e di alcune persone della sua vita (di cui mi ha raccontato e scriverò in questa testimonianza stessa) che hanno cominciato a subire effetti collaterali gravi dopo la vaccinazione. Quando ho conosciuto questa ragazza (che mi dirà di aver fatto tre dosi Pfizer) ho subito intravisto nei suoi occhi e nelle sue parole un fortissimo pentimento per la scelta di essersi inoculata il Siero, anche se ho notato in lei una sorta di timore reverenziale nell’esprimere tale pentimento visto il suo evidente trattenersi nell’esprimere le sue opinioni. Infatti quado qualcuno in quella conversazione esaltava in modo scellerato il “vaccino” (asserendo dati completamente fasulli ed evidenze completamente smentite dalla realtà) si percepiva in modo nitido la perplessità di Federica, che sussurrava “non è vero…” ma poi stranamente si zittiva ed abbassava lo sguardo. Avendo colto questo suo stato d’animo le chiesi (successivamente in privato, lontani da quelle persone che la condizionavano) come mai avesse paura di esprimere con tranquillità la sua personale opinione; lei mi rispose molto sinceramente di avere molta paura (nonostante le tre dosi fatte) di essere additata come una possibile “no vax” (qualora avesse parlato male del vaccino), e mi svelò di aver assistito con i suoi occhi in molteplici occasioni a veri e propri atti di bullismo e di violenza verso i contrari alla vaccinazione (che, ricordiamo, era permesso della Legge: rifiutare di vaccinarsi era ed è un diritto costituzionale, e chi lo esercita agisce nel rispetto della Costituzione stessa). Federica mi raccontò infatti di aver visto delle persone allontanate malamente mentre erano a bordo di un mezzo di trasporto pubblico, altre derise con cattiveria dagli amici, altre ancora cacciate via dai negozi come se fossero degli appestati e di aver anche assistito a delle percosse subite dai pacifici manifestanti mentre protestavano contro il Green Pass nella piazza della sua città. Mi confidò quindi che il terrorismo psicologico e a volte anche fisico subito da chi fosse contrario alla vaccinazione l’avesse così spaventata da temere che tutto ciò potesse capitare anche a lei qualora si “sapesse in giro” che la sua posizione sulla “bontà” del Siero fosse cambiata drasticamente. Ciò pone quindi l’attenzione su quanto sia diventato “difficile” per molti cambiare idea ed esporsi quando per mesi hanno assistito alle criminali ed illegittime violenze discriminatore subite dai non vaccinati; la folle e fobica paura di viverle sulla propria pelle porta chissà quante persone a stare in silenzio anche quando avrebbe tanto da dire. A quel punto chiesi a Federica da cosa derivasse il suo “ripensamento” sul vaccino (pensando ad un possibile effetto collaterale) e così mi parlò della sua storia. Iniziò con il raccontarmi di aver vissuto la quarantena in maniera molto pesante e noiosa, mi confidò di aver trascorso forti momenti di depressione e solitudine: viveva sola con la madre (con cui il rapporto non è evidentemente idilliaco) ed entrambe si sono pressoché ignorate nel corso del lockdown visto che stavano prevalentemente al cellulare a fare videochiamate con le amiche piuttosto che a trascorrere del tempo costruttivo insieme; ciò ha fatto sentire Federica molto sola ed infatti mi disse che già da metà di Marzo del 2020 era esausta degli arresti domiciliari a cui il Governo aveva costretto la popolazione intera (visto che ogni giornata veniva trascorsa stando 24 ore su 24 sui social network e a guardare serie tv). Di conseguenza aveva dunque cominciato a “bramare” il vaccino sin da quelle fasi per poter andare via da quella casa e per poter tornare finalmente alla sua vita precedente (che mi aveva descritto come “molto mondana” dato che preferiva stare in giro fino a tardi piuttosto che rientrare); così arrivò ad inocularsi con “sollievo” le dosi Pfizer, cullata dalla finta promessa del Governo che tutto sarebbe ritornato come prima. Dopo la seconda inoculazione infatti cominciarono i suoi problemi: iniziò per esempio a sentire un fortissimo stato di tristezza perenne qualsiasi cosa facesse (descritto come “mi sento come se fossi morta dentro”) ed ha cominciato a soffrire di ansia sociale e di una fortissima claustrofobia (che mai aveva avuto prima dell’inoculazione).
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Come se non bastasse intorno a lei alcune persone avevano cominciato a riscontrare gravi effetti collaterali post vaccinazione che ancora oggi stanno condizionando pesantemente la loro vita. Mi accennò per esempio alla cognata di un suo amico (una donna di 40 anni) che aveva subito esattamente il giorno dopo la seconda dose Pfizer una paralisi totale della parte destra del corpo: non riusciva più a muovere il braccio e la gamba destra, rimaste completamente paralizzate. Dopo molti mesi di terapie (molto costose e pagate di tasca sua) sembra che la situazione sia in leggerissima fase di miglioramento, ma ancora oggi non può camminare e non può nemmeno pensare di correre. Sua zia di secondo grado invece (una donna di 43 anni) ha cominciato (dopo la terza dose Moderna) inspiegabilmente a soffrire di epilessia, venendo colpita da attacchi epilettici improvvisi molto molto forti e che la stanno tuttora spaventando a morte visto che teme che questi attacchi possano giungere in prossimità di una situazione di pericolo (per esempio alla guida o salendo le scale). Questa donna ha dunque rinunciato a vivere ed ancora oggi passa praticamente ogni giornata reclusa nella sua abitazione (relegando persino il cibo da comprare alle applicazioni sul cellulare, siccome è possibile prenotare ormai qualunque cosa tramite il telefono in specifici negozi che ti portano a casa quanto ordinato). Infine mi aveva anche parlato di un suo amico (di 29 anni) che dopo la terza dose Pfizer aveva visto comparire innumerevoli macchie molto visibili su tutto il suo corpo (macchine paragonabili a segni di bruciatura, ancora oggi presenti senza apparente soluzione). Federica mi confidò quindi che tutto ciò l’avesse incredibilmente spaventata e, dopo la terza dose, avesse iniziato a sentire quella sensazione di “morte dentro” diventare ancora più forte (e mi confidò di avere molta paura di andare a dormire per timore di “spegnersi” e di non risvegliarsi più). Per assurdo, alla fine, mi spiegò che se la quarta dose diventasse “obbligatoria” come le altre (visto che le precedenti tre lo erano per qualunque cosa, anche salire su un autobus o semplicemente andare a lavorare) probabilmente procederebbe all’inoculazione nonostante ad oggi non abbia più dubbi sulla correlazione del vaccino con la distruzione di tante vite (compresa la sua perché, seppur non soffra ad oggi di problematiche fisiche, vive in una condizione così probante mentalmente da esserne già profondamente disturbata e condizionata). A quel punto le feci notare che questa sua possibile decisione andasse molto in contrasto con tutto ciò che stesse attraversando, eppure il “timore” di essere considerata “no vax” (e di subire quel folle e dispotico odio) sembravano prendere il sopravvento. In lei comunque ho notato che avessero attecchito in modo totale alcuni meccanismi della propaganda oscura: il primo, molto evidente, è la paura di essere discriminata che porta a subire passivamente ogni decisione del Governo per il timore di subire illegittime ripercussioni fisiche e mentali (visto che chi dovrebbe tutelare da esse, il Governo stesso, è proprio colui che le veicola). Il secondo, molto preoccupante, è la convinzione di essere la “sola” nell’aver avuto dei sintomi psicologici avversi dopo l’inoculazione, e che i suoi conoscenti fossero i “soli” ad aver avuto sintomi fisici avversi post Siero; ciò pone attenzione su come l’informazione completamente gestita (in ogni fonte mainstream) dal potere renda impossibile per tanti rendersi conto di quanto il fenomeno degli eventi avversi sia invece estremamente dilagante e devastante. Chi non sa reperire una valida contro informazione è possibile si senta quindi l’unico essere vivente a stare male e di conseguenza a zittire tutte le sue problematiche (come nel caso di Federica che si dichiarava sorpresa e stupida quando le accennavo in quanti stessero morendo e soffrendo a causa degli eventi avversi). Raccogliere quante più testimonianze possibili è anche un modo per far sapere alle suddette persone di non essere affatto sole e che il loro grido può essere unito a quello di tanti altri che soffrono le medesime condizioni critiche.
vittorio10