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Questa testimonianza risale alla parte finale del 2021, a distanza quindi di un po’ di mesi dall’inizio della vaccinazione di massa anti-covid19. Mi trovavo a casa di parenti per dare le condoglianze per la morte della nonna, di cui non abbiamo chiesto le cause fermandoci a quella che sarebbe diventata la diagnosi di morte più generica e inutile di sempre eppure nazionalmente accettata come normale: “un malore”. Non andai oltre a quella risposta perché osservando l’ambiente era evidente che tutti i membri di quella famiglia fossero molto suscettibili al tema di quella che in quel periodo veniva considerata praticamente l’unica malattia esistente: il covid 19, avendo dato fin troppa retta alle ridicole direttive propagandate dalla televisione, per fare solo un piccolo esempio: mia zia mi raccontava di come suo figlio, di oltre 30 anni, da quando era scoppiata la “pandemia” si lavasse le mani con l’alcol tra una portata e l’altra a pranzo e a cena… ecco quale era il livello della situazione che mi fece decidere di non fare troppe domande perché tanto c’era poco da ragionare con chi ha completamente chiuso i suoi occhi. Eppure dopo un po’ arriva a fare le condoglianze Armando, un altro parente di quella famiglia, che subito si introduce nel discorso che stavamo facendo riguardo il coronavirus e i vaccini. All’inizio sembrava volesse dire le stesse cose degli altri, poi quando sente che io dicevo di essere contrario alla vaccinazione e a tutta la follia che stavamo vivendo in quel periodo ecco che lui ci confessa che da quando si erano vaccinati sia lui che la moglie: “Non è più come prima”. Si erano sottoposti all’inoculazione nella primavera, e in quel momento l’estate era ormai alle spalle, dunque erano diversi mesi che poterono constatare di avere un effetto avverso permanente, quello della stanchezza cronica. Erano abbastanza giovani, non glielo chiesi ma lui avrà avuto sulla quarantina, e mi raccontava che la loro vita era cambiata, non riuscivano più a fare le cose che facevano prima, per esempio mi diceva che d’estate loro avevano sempre fatto tardi la notte, che quello era il periodo dell’anno in cui si sentivano più vivi e che attendevano con particolare entusiasmo, ma quell’estate l’avrebbero passata in casa, andando a dormire massimo alle 22:00. Non lo sapeva definire con precisione eppure mi diceva: “Lo sento che non sono come prima” e le sue parole erano condite da un velo di accettazione, perché quelle erano le regole da rispettare… al che allora gli dissi se con tutto ciò che stavano passando lui e la moglie avrebbero fatto la terza dose (sì, perché dopo le due dosi iniziali che avrebbero dovuto debellare il virus, a detta degli scienziati che andavano in TV, poi hanno iniziato a distanza di pochi mesi l’una dall’altra a far uscire sempre nuovi richiami del vaccino che sarebbero serviti a fronteggiare le nuove varianti del virus che nel frattempo si erano create, proprio come gli antivirus devono sempre essere aggiornati per difendere il pc dai virus informatici, ma chiediamoci da dove vengono fuori sempre nuovi virus e chi progetta questi antivirus).
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Alla domanda Armando rispose che lui aveva fatto il suo dovere facendo le prime due dosi, e che prima si sarebbero dovuti vaccinare tutti quelli che ancora non lo avevano fatto, con un tono che lasciava intendere – Volete fare i furbi voi, se l’ho fatto io dovete farlo anche voi! – così gli chiesi: “E perché vorresti che anche gli altri rischiassero di stare male?”. E lui, iniziando a mostrare di essere in difficoltà perché lo stavo portando al punto disse: “Però io l’ho fatto, non è giusto” e dunque arrivò inesorabile la mia risposta: “Ma non ti abbiamo mica costretto noi? Te la dovresti prendere con chi ti ha ricattato, perché di ricatto si tratta”.
Raffae