Pagina 1 di 1
Mi trovavo a scuola per fare il pomeriggio, sono una professoressa e i ragazzi vociferavano che il sindaco avrebbe chiuso la scuola. Non vi ho dato peso. Mi sembrava impossibile. Dopo qualche minuto è arrivata la vice preside per avvisarci che dovevamo uscire. Gli alunni dovevano chiamare i genitori per venire a prenderli, essendo minorenni. Tutti ci siamo messi a gridare evviva, non ci sembrava vero che si prospettassero dei giorni inaspettati di vacanza. Il virus era ancora lontano, vivendo nel profondo sud dell’Italia. Durante il resto dell’anno scolastico, dovevamo tenere le lezioni online. Un gran casino, la scuola non era preparata, le famiglie non erano preparate. I genitori e gli alunni ci telefonavano a tutte le ore, anche la notte, non esisteva più un orario scolastico. Ci trovavamo a fare lezione anche con i genitori soprattutto, perché poi erano loro a dover seguire i figli a casa. Molti ragazzi si sono dati uccelli di bosco, non rispondevano non solo alle videochiamate ma neanche alle telefonate. Non avevamo i voti per poterli classificare. L’ultimo mese c’è stata una lieve apertura e noi insegnanti siamo potuti andare a trovare gli alunni che prima non rispondevano, per fargli fare qualche compito. Che situazione da operetta. Nel mio ambiente, non era salutare parlare del vaccino. Tutti davano per scontato che si doveva fare, infatti quasi tutti, sono corsi a farselo prima dell’obbligo. Io non mi esprimevo in merito, era inutile sembravano tutti Lobotomizzati. Comunque, un collega di ed. motoria si è fatto il vaccino. Non avevo nessuna confidenza con lui e non ho chiesto com’era andata. Era un collega tutto Inquadrato, non mi azzardavo minimamente. Siccome aveva una palestra, i ragazzi che la frequentavano hanno fatto trapelare che il titolare dopo il vaccino è stato malissimo per mesi, aveva tutte le ghiandole del petto ingrossato. I primi mesi di giugno, stavo facendo la spesa e incontro una collega in pensione. Mi chiede: “Come va a scuola? Siete alla fine ormai”. Io rispondo che non lo so perché sono mancata per tutto l’anno scolastico. Siamo uscite e avevamo le macchine parcheggiate vicine. Adesso mi chiede il motivo. Io chiarisco che non sono andata a lavorare perché non ho fatto il vaccino, e puntualizzo che non ho fatto neanche un tampone. In attesa della sua reazione mi preparavo al peggio. Con mia grande sorpresa mi risponde: hai fatto bene, perché io con il primo vaccino sono stata malissimo, poi ho fatto il secondo, ancora più male, non so se farò il terzo. Prima avevo infiammazione ai tendini e li avevo curati, ma dopo il vaccino la patologia e tornata in modo selvaggio propagandosi in tutto il corpo. Dolori terribili, ho speso €2000 e non riuscivo a trovare una cura, sono gonfiata a dismisura. Adesso dopo che ho girato molti specialisti sono riuscita a trovare un po’ di giovamento. Io: “ma perché lo hai fatto visto che eri in pensione e non eri obbligata?” “Sai non potevo andare alla posta, non si poteva andare in nessun posto. Ma se tornassi indietro non lo rifarei più”.
Assunta
Questo documento è di proprietà di https://significato.online/. Tutti i diritti sono riservati, è vietata qualsiasi utilizzazione non autorizzata, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte di Significato.Online. Ogni violazione verrà perseguita per vie legali. ©