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L’esperienza che voglio raccontare riguarda una donna di poco più di 70 anni ed è la mamma della panettiera da cui vado ogni tanto.
Prima dell’inizio del “manicomio” ha fatto un suo percorso di cure poiché aveva scoperto un cancro all’intestino. Ha affiancato, alla medicina allopatica, un percorso con un medico antroposofico che le ha dato sollievo. Lei è una persona molto positiva e ha affrontato tutto con molta forza ed equilibrio.
Durante la psicosi di massa lei doveva sottoporsi ai controlli e non avrebbe voluto vaccinarsi. Purtroppo, dovendo recarsi più volte negli ospedali, ha subito una forte pressione da parte di chi l’ha presa in cura in quanto soggetto “fragile” e, alla fine, ha deciso di fare la sperimentazione.
Dopo poco tempo, durante un controllo, dagli esami è risultata essere in atto una recidiva che, a detta del medico, solitamente si ripresenta dopo un tempo più lungo, pertanto il ripresentarsi dopo così breve tempo è da considerarsi anomalo.
Questo me lo ha raccontato la figlia, che almeno ideologicamente è “con” chi non si è sottoposto alla sperimentazione e non ha contribuito all’utilizzo della tessera della dicrimin-schiavitù.
Dopo qualche tempo mi ha confidato che non sapeva che molte delle persone che sono state inoculate con il siero sperimentale avessero vissuto ciò che era accaduto a sua mamma, e ho capito che era molto scossa.
Pochi giorni fa sono passata dal suo negozio, era un po’ che non ci andavo e l’ho trovata molto dimagrita e gliel’ho detto. Lei mi ha detto che ha sempre avuto qualche problema al cuore e che “ultimamente” aveva un po’ esagerato e preso sotto gamba la cosa.
Lì per lì non ho collegato, ma adesso non posso fare a meno di pensare che, nonostante la sensibilità verso la cosa, lei, dopo aver “fatto il covid”, ha deciso di fare la sperimentazione perché altrimenti avrebbe avuto problemi a proseguire con la sua attività e, non l’ho scritto prima, lei non ha ancora 50 anni.
Prima sua mamma ed ora lei, hanno subito entrambe le conseguenze di questa folle sperimentazione.
tammy