Leggende e Racconti tra l’Appennino Toscano ed il Montalbano – Una  Ninfa e Le Paure (Seconda parte)

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Il racconto delle leggende del territorio in cui sono nato continua in questa seconda parte, dove per un 
attimo ci fermeremo tra le colline a ridosso della pianura. 
 
Ambra ed Ombrone, storia di un amore non corrisposto 
 
Questo racconto è ambientato nelle zone di Poggio a Caiano, paese che si trova nella provincia di Prato. 
Si racconta che qualche secolo fa la zona fosse ricoperta da fitti boschi abitati da ninfe, e una di esse, Ambra 
è la protagonista di questo racconto. 
La giovane Ninfa era solita bagnarsi nelle acque del fiume Ombrone insieme alle altre Ninfe, e come spesso 
faceva, lì si reca un giorno per fare il bagno. Ombrone era da tempo innamorato di lei, amava osservarla e 
col passare del tempo cresceva sempre di più il desiderio di farla sua, quel giorno lei si era recata presso le 
sue acque per fare il bagno, e sentendola parlare con le altre ninfe scopre che lei si era innamorata di un 
pastore di nome Lauro. Sentendo queste parole, si ingelosisce al punto di decidere di farla sua cercando di 
portarla via con le sue acque. Chiamando il nome di lei, Ambra si accorge che Ombrone vuole farla sua e lei 
non corrispondendo quella passione inizia a scappare tra i boschi lungo le sponde del fiume. Da qui inizia 
un inseguimento che vede Ambra asserragliata da Ombrone che le sta alle calcagna, il quale ha anche 
chiesto aiuto al fratello Arno per aumentare ancora di più la portata delle acque, al fine di raggiungere la 
povera ninfa. Ambra si vede alle strette ed invoca l’aiuto della Dea Artemide, che prontamente la trasforma 
in una roccia per sfuggire alle grinfie di Ombrone che la perde di vista. Dopo l’intervento della Dea, 
Ombrone perde ogni forza e si rassegna al fatto che non potrà mai più conquistare la giovane ninfa. 
In quel luogo dove Ambra fu trasformata in una roccia, adesso sorge una collina su cui Lorenzo il Magnifico
fece ergere una delle famose ville Medicee, dandole il nome di Ambra,la giovane ninfa salvata da una Dea.

Le “Paure”

Nella zona in cui abitavo, un paese molto vicino al luogo del racconto precedente, le nonne raccontano da molto tempo ai bambini di stare attenti alle “Paure” e di fare i bravi. Le “Paure” sono degli esseri che da tempo si racconta facciano spregi a chi si comporta male, o semplicemente a chiunque per il solo gusto di divertirsi. Possono farti trovare la casa messa a soqquadro, come se fosse passata di lì una tempesta, possono farti trovare oggetti rotti o far scomparire qualcosa a cui tieni molto, tutto questo senza farsi sentire e senza farsi vedere, perché si divertono a far esasperare la gente.
Tra queste ci sono delle “Paure” ancora più cattive, quelle che si divertono a far scomparire le persone, in particolare i bambini.  Queste sono capaci di prendere le sembianze di persone, animali o di un qualsiasi oggetto dei desideri del malcapitato, per attirarlo in un luogo nascosto e farlo sparire nel nulla.
C’è la storia di un bambino scomparso, dove dei conoscenti che lo vedevano spesso e lo incrociavano per una strada di campagna, hanno visto il ragazzino correre verso una radura mentre chiamava il nome del suo cagnolino defunto e dopo averlo seguito non lo hanno più trovato. Ci sono altri racconti di persone che hanno visto la moglie defunta, o delle monete d’oro, ma la fine che li accomuna è che tutti sono poi spariti.
Legata a queste storie e a queste entità esiste una pratica molto particolare, usata per togliere il malocchio e le energie negative, ma allo stesso tempo per allontanare queste creature. Ogni anno si raccoglieva l’erba della paura (Siderite) per il giorno di San Giovanni, giorno in cui si dice avesse più forza, per farla seccare al sole ed utilizzarla per fare dei decotti utilizzati poi per dei lavaggi, nei quali si invoca l’aiuto di Gesù e San Pietro.
Mi ricordo ancora di come, da bambino, dopo aver visto una strana ombra nera presentarsi in casa lo raccontai a mia nonna, che prontamente mi fece uno di questi lavaggi con l’erba della paura. Se durante il lavaggio l’acqua diventa torbida, lasciando sul fondo dei sedimenti significa che ci si è tolti di dosso il malocchio o energie negative legate a presenze come le “Paure”. Nel mio caso successe proprio così, la prima volta l’acqua diventò torbida e sul fondo della bacinella c’erano dei depositi. Infatti, nei giorni successivi, mi sentii molto meglio e a distanza di qualche giorno ne feci un altro: l’acqua rimase limpida e non vedevo più quell’ombra.

Lorenzo7

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