Il posto dell’Arte non è nel cassetto

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Questo non vuol essere un articolo che spiega tecniche pittoriche o di scrittura, né come diventare artisti. Quello che voglio trasmettere oggi è che ognuno di noi può essere creativo e che per questo, almeno, non ci sono regole o canoni fissi da seguire.

A mio parere una delle cose fondamentali per sviluppare al meglio la propria creatività è essere persone d’indole curiosa.

Quando, per fare un esempio, sento il nome di un personaggio che ancora non conoscevo o una località o qualsiasi altra cosa, approfondisco la sua storia su internet; ciò, col tempo, porta di solito a formare una buona cultura generale. (Come anche essere assidui lettori)

La cultura di cui parlo non è quella pesante che ostentano il più delle persone, per far sì che le si trovi “dotte”, è una cultura che deve arricchire e alleggerire la vita della persona che avrà così molte chiavi di lettura in più per comprendere il mondo, le sue dinamiche e tutto ciò che di più bello ha da offrirci! Infatti la poesia viene etichettata spesso come un genere di “nicchia”, per pochi, come anche magari i film d’autore e via dicendo. Questo vuol dire che pochi eletti sono abbastanza intelligenti da saper interpretare bene un significato o che pochi hanno in sé abbastanza nozioni da saper tradurre bene tutti i significati profondi che un artista vuole trasmettere con la sua opera? Ovviamente no, tutti possiamo andare oltre quello che vediamo con i nostri occhi, per capirne il significato profondo, basta volerlo.

Ogni quadro, ogni poesia, ha una storia: è una storia!

E ogni artista prende ispirazione da tutto ciò che ha attorno e dentro sé attingendo dal proprio bagaglio personale così che quando esterna la sua storia, essa è pregna di riferimenti anche culturali ad altre personalità passate, civiltà, località, correnti artistiche etc. È importante quindi non rimanere nell’ignoranza ma informarsi, indagare, andare oltre la superficie di un’opera d’arte per scoprirne i tesori nascosti.

Ricordo che quando ero piccola, uno dei giochi che facevo era semplicemente stare seduta in sala e guardare i quadri appesi ai muri, entravo nel dipinto e vi viaggiavo, ognuno di loro aveva tutta una storia che andavo a scoprire, comporre e certo anche inventare!

Se quindi un buon punto di partenza è la “ricerca”, bisogna fare sì che questa non ci porti a ripetere completamente un certo stile o fissarci con un elaborato, quindi a copiare gli altri, ma anzi da lì prendere più spunti possibili per creare qualcosa di unicamente proprio.

Qui sta la creatività, che fondamentalmente è l’originalità. Tutti essendo unici siamo irripetibili e quindi originali, ma pochi riescono davvero in quest’impresa, specie oggigiorno. Pochi riescono addirittura a indossare qualcosa di apparentemente strano per il giudizio degli altri, figuriamoci esprimere i propri pensieri senza paura di non piacere al pubblico.

Troppo spesso sento persone dire che non condividono le proprie poesie perché sui social é solo uno spreco o perché non le ritengono valide, o perché si vergognano. Ma quanto questi strumenti sarebbero usati bene e utili se li riempissimo di arte e cultura invece che di donne nude e motori?

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Una cosa che amo particolarmente sono i collage, con essi ti rendi conto della potenza associativa nel processo creativo, io posso prendere qualsiasi cosa, le più disparate e diverse e farle convergere tutte nello stesso piano, unirle per formare una storia, un’immagine.

Non abbiate paura di condividere la vostra storia!

A tal proposito ho conosciuto un artista locale mesi fa. Fra i vari discorsi prese a dirmi che molta gente è subito pronta a criticare, a dire “non mi piace” o “questo saprei farlo anch’io’!” ma solo lui sapeva la fatica che gli era costata stare lì davanti alla tela bianca e non saper fino all’ultimo attimo cosa farne. Questa cosa ha ribaltato in un secondo molte mie false credenze. Mi ha fatto vedere d’improvviso diversamente addirittura l’intero suo elaborato, perché per alcuni versi anch’io fino a un attimo prima ero pronta a dire “questo però non mi piace” o “magari questo non è che ci vuol chissà cosa a farlo”. Una stima profonda era fiorita d’impeto e rispecchiava i paesaggi fioriti di quei quadri che sembravano monotoni ma non lo erano più, era solo il mio occhio addormentato a non voler veder cosa c’era dietro: una tela bianca. Ho colto allora con gran rispetto la metafora e ho visto tutti noi davanti un foglio o una tela bianca come davanti al proprio abisso e in quell’abisso possiamo andare profondi estraendo il massimo di noi stessi così da imprimerlo all’esterno o perderci e dunque perdere la partita di questa vita. Pollock diceva che artista è colui che costruisce il suo universo sulla tela immacolata. Solo chi crea lo può comprendere. Ogni giorno siamo davanti al vuoto e dobbiamo decidere cosa farne. Ogni volta moriamo davanti alla paura o dalle ceneri rinasciamo.

È solo un passo in avanti la creazione e l’arte, dunque, è il ritratto della profondità del proprio animo.

Non ha importanza se le proporzioni di ciò che disegnate non rispettano la realtà o se ciò che dite in una poesia non ha rima e musicalità, esprimetevi comunque!

Si tratta di avere una visione, noi abbiamo il Sole in gestazione. Doniamolo al mondo e illuminiamolo!

Valeria F.

 

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4 Commenti

  1. Bravissima è proprio vero ognuno è diverso e vede le cose diversamente, ai nostri occhi spesso sfugge molto 🙂

  2. La paura è il giudizio é il più grande blocco da combattere davanti una tela bianca. Grazie del tuo articolo

  3. Questo articolo mi è piaciuto veramente tanto 🙂

  4. Bellissimo questo articolo. Grazie “ogni giorno siamo davanti al vuoto e dobbiamo decidere cosa farne…….”

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