È davvero importante studiare la storia?

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“Non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino. Se non si fa uso delle opere delle età passate, il mondo rimarrà sempre nell’infanzia della conoscenza.”

(Cicerone)

 

La storia è sicuramente una delle discipline più detestate in ambito scolastico. Lezioni noiosissime tenute da maestri e professori, che generalmente non fanno nulla per alleggerire la materia, e fondate su innumerevoli date da imparare a memoria, legate a loro volta ad altrettanti nomi di personaggi influenti e alle loro azioni, che inevitabilmente vengono dimenticati subito dopo l’interrogazione o il compito di turno. Una vera seccatura, non c’è che dire. Tante, tantissime volte abbiamo sentito dire che la storia è una materia importante perché insegna a non ricadere negli errori del passato, senza che questo sia mai stato davvero verificabile concretamente nella realtà in cui viviamo. E allora perché continuiamo a studiare questa materia e, soprattutto, a cosa serve?

Partiamo dal principio. Il termine “storia” deriva dal greco ἱστορία (istorìa), che letteralmente significa “ricerca” ed indica semplicemente l’insieme dei fatti accaduti. Quella che si studia tra i banchi di scuola, infatti, dovrebbe essere chiamata più precisamente “storiografia”, termine che indica lo studio, tramite interpretazioni, di quei fatti. La storia nasce quindi dall’esigenza di ricercare ed accertare, svolgendo un’indagine critica, la verità sugli avvenimenti del passato. E, come ci suggerisce la sua stessa etimologia, è esattamente questo lo scopo della storia, la sua funzione, il suo ideale: la ricerca della verità. Un ideale che è stato progressivamente, almeno in parte, tradito. Oggi, infatti, siamo abituati a dare importanza solo a motivazioni di tipo economico o, comunque, strettamente materiale. Studiamo la storia sostanzialmente in funzione delle guerre che si sono susseguite nel tempo, trascurando l’arte, la religione, la cultura, la filosofia, come se non fossero anch’esse tipiche espressioni umane che contribuiscono a renderci ciò che siamo. Per non parlare della separazione netta che esiste oggi tra discipline umanistiche e scientifiche, semplicemente nociva per la conoscenza. Come se la biologia e la chimica non fossero fondamentali in una ricerca archeologica; come se davvero si potessero strutturare accuratamente le esperienze in categorie ben definite e diversificate.

La nostra stessa personalità è figlia di tutte le esperienze che abbiamo vissuto: ognuna di esse ha lasciato dentro di noi piccoli frammenti che, uniti tutti insieme, costituiscono la struttura ossea del nostro carattere. Ogni scelta che compiamo nel presente si scontra inevitabilmente con la nostra esperienza passata, sempre pronta a guidarci, e noi non possiamo prescindere da essa se vogliamo scegliere la via giusta da percorrere. Immaginiamo una persona che, a causa di un trauma subito alla testa, viene colpita da una particolare forma di amnesia che gli impedisce di ricordare la sua vita. Questo individuo si troverebbe in un terribile stato di confusione e smarrimento, incapace di ricordare la propria identità, incapace di comprendere la sua posizione attuale all’interno della società. Sarebbe costretto persino a ricominciare a instaurare rapporti con le persone che gli stanno accanto, con le persone che ama e che lo amano ma di cui lui non ricorda niente. Senza memoria, senza consapevolezza del passato, tutti saremmo nelle stesse condizioni.

Molto probabilmente in pochi si chiedono come mai viviamo in un certo modo, seguendo certe regole e certe usanze. È naturale: ciò costituisce per noi la normalità. Ma non bisogna dimenticare che la nostra identità dipende dal contesto culturale in cui siamo nati e cresciuti. Studiare il contesto e cercare di comprenderlo significa comprendere e conoscere meglio se stessi. Questo contesto è l’esito di un percorso storico costituito dal continuo intreccio di avvenimenti che sono uno la conseguenza dell’altro. Motivo per cui, così come è assurdo credere di poter capire un libro leggendo unicamente l’ultimo capitolo, analogamente non si può pretendere di approcciare la storia contemporanea senza conoscere quella antica.

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Prima di analizzare la civiltà moderna, è dunque necessario sapere come è nata e, prima ancora di questo, bisogna cercare di capire in seguito a quali circostanze l’uomo è giunto a costruire le prime forme di civiltà. Questo discorso risulta ancora più chiaro se pensiamo che le scienze, tanto quelle naturali quanto quelle sociali, hanno avuto uno sviluppo importantissimo proprio grazie alle scoperte e alle invenzioni compiute nel corso della storia antica, che comprende soprattutto le due grandi civiltà classiche: quella greca e quella romana. Su tutti, basti pensare a Pitagora e ad Euclide, che più di altri contribuirono allo sviluppo del pensiero scientifico occidentale.

Pertanto, per condurre uno studio corretto e completo, occorre sempre partire dall’origine, senza pensare di poter sorvolare sulle basi e senza memorizzare date ed eventi meccanicamente, cosa che non ha davvero nessuna utilità. Ciò che conta è comprendere le cause per cui quegli eventi si sono verificati. Se non ci si ricorda una data, o non si riesce immediatamente ad associarla a un particolare avvenimento, si può sempre andare a recuperare tale informazione in un qualunque manuale o, ancora più semplicemente, la si può reperire con una rapida ricerca in Internet, ma se non si capiscono le cause risulta estremamente difficile cogliere le sfumature che permettono di individuare l’ampio quadro delle trasformazioni sociali e politiche.

Abbiamo detto che la storia nasce dall’incontro tra il passato e il presente, quindi dalla relazione fra i documenti che il passato ci ha lasciato e l’interpretazione che noi, uomini del presente, ne diamo. I documenti che provengono dal passato sono dunque il primo e fondamentale pilastro sul quale si basa la ricostruzione storica e spaziano dagli scritti degli storici antichi ai segni che i nostri antenati hanno lasciato nel paesaggio attuale. Non si deve pensare, infatti, che le fonti debbano essere necessariamente qualcosa di scritto: ci sono edifici, reperti e rovine che possono dire molto più di un libro ed è fondamentale per uno storico allenare gli occhi e sviluppare una sensibilità che permetta di ritrovare le tracce del mondo antico nella società moderna. Inoltre, fidarsi ciecamente di tutto ciò che si legge sui testi degli storici moderni – sui quali normalmente si studia la storia – come se avessero un’attendibilità assoluta, è sbagliato. Anzi, per condurre una ricerca che vuole avvicinarsi il più possibile alla verità, occorre proprio mettere in dubbio tali opere e verificarne la credibilità tenendo conto di alcuni importanti aspetti. In primo luogo, più l’epoca presa in esame è lontana nel tempo, minore è il numero delle fonti a disposizione, perciò non si può trascurare alcun tipo di informazione proveniente dal passato e, a maggior ragione, nessun documento andrebbe mai trattato singolarmente poiché il confronto con altra documentazione, anche di diverso genere, può essere utile a ricostruire il contesto di cui esso è figlio. Ciascun documento è il prodotto di una situazione specifica e racconta qualcosa sulla medesima ed è compito dello storico riconoscere la situazione che permette di collocarlo nel suo esatto contesto di spazio e tempo. Oltretutto, per qualunque tipo di fonte, c’è sempre la possibilità che essa sia stata falsificata e ciò può accadere tanto negli anni a cui tale fonte effettivamente appartiene, quanto in un periodo di molto posteriore, talvolta anche di secoli. Siccome un documento va trattato per quello che è, tenendo conto delle sue caratteristiche e dei suoi limiti, è indispensabile non dare per certo ciò che è dubbio e non generalizzare un caso isolato, ma fare molte ipotesi.

La storia non è una scienza esatta che si avvale di regole e modelli matematici: diversamente da un fenomeno chimico, sempre vero e dimostrabile empiricamente, un fatto storico diventa tale solo in seguito a una corretta interpretazione che deve attribuirgli un significato sincero per avvicinarlo il più possibile alla verità. Bisogna avere l’onestà intellettuale di ammettere che non è possibile ottenere una totale rispondenza al vero semplicemente leggendo e confrontando testi antichi o analizzando reperti e rovine. Per questo occorre studiare con coscienza e con la consapevolezza che il passato è altro da noi, è una terra lontana e in buona parte ancora sconosciuta, in cui occorre avventurarsi restando ben saldi nel presente. Ma nonostante ciò, noi abbiamo bisogno della storia: essa nasce da una domanda che si può ramificare in infinite direzioni, a seconda della profondità che vogliamo dare alla nostra ricerca, e risponde a quella curiosità intrinseca nell’uomo che ci incita costantemente all’evoluzione, se accompagnata dal coraggio di spingersi sempre oltre i limiti che noi stessi ci poniamo.

 

Massimo C.

 

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14 Commenti

  1. Grazie del tuo bellissimo scritto. Quando ero al liceo io avevo 2 in storia. La prof mi detestava i compagni mi deridevano. Io odiavo la Storia. Quello che tu hai scritto è un bell’ inno a questa materia insegnata spesso veramente male. Tanto da farla diventare oggetto di odio. Oggi sono laureata indovina un po’? In Storia e sto finendo la magistrale di storia ad indirizzo antropologico. Ho avuto modo di amarla di vederla sotto tutte le diverse prospettive. Di renderla viva e di vivere in essa come fossi stata presente a tutto il passato dell’umanità. Come dici tu, sono andata oltre i limiti ed è stata davvero una fantastica esperienza. Grazie mille!

  2. Perchè non sei stato il mio professore? 😀 Ho sempre odiato questa materia, ma come nelle materie scientifiche, il problema era come veniva insegnata, non c’era passione, non c’era coinvolgimento, quindi la materia risultava un noioso sforzarsi di ricordare a memoria ogni evento senza capirne davvero il significato. Grazie per aver condiviso il tuo pensiero.

  3. Grazie mille a entrambe, sono lieto che vi sia piaciuto 😀

  4. Articolo bellissimo!!! La Storia è viva, è gente che è vissuta davvero, persone grazie alle quali siamo qui noi oggi. Secondo un filosofo molto famoso la differenza tra uomo e animale è che il primo ha la possibilità di tramandare le conoscenze del passato, imparare dalle azioni e dagli errori dei suoi avi per evolvere sempre di più. Ci vorrebbe più gente come te dietro alle cattedre, che faccia appassionare a questa materia! ^-^

    • Grazie, molto gentile 🙂

  5. Condivido quanto scritto nell’articolo. Comunque io sono uno dei pochi a cui la storia è sempre piaciuta ed è una delle materie in cui avevo risultati più soddisfacenti a scuola 🙂

  6. Personalmente reputo la storia scritta sui libri di scuola, poco più che inutile. Leggere i soliti discorsi politici, economici e via discorrendo da molto fastidio e provoca non poca noia dinanzi ad una disciplina che potrebbe essere un ponte di lancio per comprendere anche in parte qualcosa delle nostre possibili vite passate. Però se si fanno ricerche su internet molto più mirate, vedi come si parla con termini più aperti, più veri e che sono riconducibili al discorso. Ho fatto una ricerca sul fascismo, argomento che porterò al colloquio orale per la maturità, mi è piaciuto molto leggere di manipolazioni, indottrinamento, paura e altro… Questa è la verità, non quella scritta sui libri che seppur qualche frammento possa essere vero, non sarà mai affascinante ed interessante come leggere dei termini più mirati. Quante volte abbiamo trovato il termine “manipolazione” sui libri di storia? Pochissime volte… Da quando studiamo questa materia? Dalle scuole elementari; eppure solo alle superiori e forse alle università potremmo trovare questi termini più mirati. La storia di per sé è affascinante, ma solo se parla di cose “fuori dalla ragione” come realmente sono accadute. Per il resto ottima spiegazione, mi è piaciuto molto leggere questo articolo😀

  7. Grazie mille! Hai lasciato dentro me il desiderio di conoscere di più su ogni argomento! Una cosa ho sempre notato, che la storia accomuna tutte le discipline, perché essa va ad illustrare gli eventi passati che hanno portato al presente, ed è così che in ogni materia anche quella scientifica la storia è stata fondamentale, partendo dal passato ad esempio per lo studio dell’evoluzione degli animali ad oggi, la storia era lì, con date reperti, e nomi di animali o persone, immersi in un contesto geologico, climatico, politico ecc… asseconda di cosa si trattava. Tutto alla fine è legato e per comprendere veramente qualcosa bisogna studiarla a 360 gradi. Grazie per averci mostrato il vero volto della storia!

  8. La storia è importante per conoscere gli errori ed orrori del passato e non commetterli nuovamente, quindi penso che conoscerla sia importantissimo per noi che viviamo in questa epoca, siamo giunti qui, ma cosa c’ era prima di noi, cosa è successo?

  9. Purtroppo conoscere la storia oggi viene sempre confuso, come ben detto nell’articolo, con ripetere a memoria date e concetti prevalemtemente legati a guerre o comunque eventi spiacevoli succedutisi nei secoli, quasi come a volerci far sentire in colpa da subito, fin dalla più tenera età, facendoci pensare che le “guerre” siano il nostro unico “linguaggio” possibile e conosciuto. Per me questo non solo non è edificante ma soprattutto non è veritiero. Nemmeno quando si dice che “è meglio conoscere un evento passato per non rischiare di ripeterlo”. Secondo me conoscere un evento passato negativo e, addirittura doverlo studiare e ripetere a memoria, non fa altro che preparare le nostri menti ad accettarlo meglio nel momento in cui si ripeterà (e, secondo me, il periodo storico che stiamo vivendo rispecchia perfettamente questo pensiero).
    Detto ciò, ognuno di noi dovrebbe sempre mettere in dubbio tutto cio che gli viene insegnato e che lo circonda, ma senza dimenticarsi che si sta vivendo adesso, in qiesto momento, a prescindere da qualsiasi cosa possa essere successa prima.

  10. Molto interessante e istruttivo; ho letto con piacere e concordo con l’autore. Gratitudine.

  11. Grazie, a scuola apprezzavo solo gli approfondimenti storici, ovvero quei paragrafi che venivano saltati e che all’interrogazione non chiedevano, ossia la cultura dell’epoca. Poi all’ultimo anno delle superiori una professoressa ci ha introdotto alla critica storica e mi si è aperto un mondo ma restano ancora tante lacune. Grazie di questo articolo, scritto bene e con tanto da capire leggendo bene.

  12. Mi è piaciuto molto leggere questo articolo, la storia a me personalmente non mi è mai piaciuta, mi annoiava molto e mi scocciava imparare a memoria nomi e date senza neanche capire cosa stavo studiando e perché. Ha iniziato ad incuriosirmi solo dopo, negli anni a venire, per capire le dinamiche che hanno portato a creare la società e la cultura per come le conosciamo noi. Guardando video su youtube di veri appassionati di storia, era un piacere ascoltarli e capire le dinamiche, lasciarsi affascinare dalla storia, comprendere i motivi che spinsero a prendere certe decisioni, perché gli eventi hanno preso una via piuttosto che un’altra. Dalle certezze alle ipotesi. Così dovrebbe essere insegnata la storia, con passione, ponendo l’attenzione non solo alle guerre ma a tutto quello che è la storia. Grazie mi è piaciuto molto questo articolo 🙂

  13. Articolo meraviglioso… davvero, grazie!

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