La passione per il nuoto e l’agonismo

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Il primo e vero sport a cui mi sia dedicato nella vita è il nuoto. Ci sarebbe moltissimo da dire riguardo questa disciplina, che pratico a livello agonistico sin da quando ero piccolo. Che cosa ha rappresentato il nuoto per me? Sicuramente il dono che mi ha permesso di ottenere gran parte delle cose che vivo ora nella mia vita, il prodotto di tante esperienze, di tanti sacrifici, di tante soddisfazioni, di tante amicizie… e di un lavoro stagionale!

A 6 anni ho incominciato a praticare nuoto agonistico. Mi piaceva stare in acqua, abituato com’ero a frequentare corsi di nuoto fin dai primi mesi di vita. Ogni bambino ama il contatto con l’acqua, l’elemento dentro il quale è stato creato, e che è fondamentale nutrimento per il nostro pianeta. Ogni bambino nella sua purezza riconosce la bellezza e la Vita al suo interno, e ne viene irrimediabilmente attratto. Già da piccolissimo io in acqua stavo bene, mi sentivo al sicuro, avevo un bel rapporto con lei, quasi come un’amica. Mi divertivo molto a giocare con lei i primi anni, ad ascoltare il suo silenzio sott’acqua, a divertirmi con le bolle, facendo a gara con gli amichetti a chi riusciva a contarne di più, e a danzare. Ancora oggi sento la meraviglia di danzare sott’acqua, accarezzarla dolcemente per permettere di muoverti fluidamente in essa, galleggiare senza bisogno di muovere un muscolo, perché hai imparato a conoscerla troppo bene, hai instaurato un fortissimo legame con lei.

Di questo sport posso raccontare fondamentalmente solo il lato agonistico in quanto è l’unico che abbia realmente vissuto. Ma piuttosto che raccontarvi la mia esperienza passo dopo passo, preferisco analizzare la bellezza di praticare l’agonismo di questo sport, per la propria crescita, da i primi anni di vita. Vuole essere inoltre e soprattutto un invito ai lettori di considerare l’eventualità di proporre ai propri figli piccoli, un’esperienza del genere.

Volendo elencarne in vantaggi comincerò subito con il primo: è uno sport individuale. A discapito di quanti possano pensare che possa essere vero il contrario, risponderò semplicemente con una parola: responsabilità. Questo è un concetto che si fonde e si rafforza con l’esigenza del nuoto di misurare le prestazioni attraverso un tempo individuale, e non un punteggio collettivo. Questo è il primo insegnamento che già da piccoli viene elargito: tu e solo tu sei responsabile del tempo della tua prestazione, ed è il riflesso del lavoro che tu hai fatto, dell’impegno che tu hai dedicato agli allenamenti. La squadra conta, ma solo come mezzo per instaurare e coltivare amicizie; in uno sport di squadra la tua performance conta, ma la sua valenza è diluita e riaggiustata a seconda dei risultati dei compagni. Diventa in questo caso sempre difficile identificare un metro di paragone che misuri il miglioramento effettivo delle tue prestazioni. Il tempo cronometrico è in grado di dare invece una stima precisissima del tuo sviluppo, oltre che aiutarti a fissare degli obiettivi. Per fare un esempio, è pratica comune portare i pasticcini ad allenamento dopo che, ad una gara, per la prima volta, si sia riusciti a stampare un tempo che sia inferiore al minuto nei 100m stile libero. È una soddisfazione non indifferente riuscire a vedere per la prima volta il numero 59. Come piccolo aneddoto, il primo uomo italiano a scendere sotto il minuto nei 100m stile libero è stato il grande Bud Spencer, nel lontano 1950!

Riprendendo il discorso, in effetti il nuoto richiede molto impegno, che da piccoli non è commisurato molto alla stanchezza fisica, come lo è invece quando si entra nell’adolescenza, ma richiede comunque molta costanza, tant’è che è inevitabile dopo i 12 anni circa, un impegno negli allenamenti che occupi 6 giorni alla settimana (il settimo giorno è riservato alle gare, quando presenti). È abbastanza immediato comprendere come ciò stimoli anche una capacità organizzativa delle proprie giornate, che permette di equilibrare le esigenze scolastiche con i sacrifici di un’attività sportiva.

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Per esperienza personale, vedendo in larghissima scala amici nuotatori con eccellenti risultati scolastici, posso solo affermare che il tempo impiegato nella pratica agonistica non inficia nel portare via tempo alle necessità quotidiane, anzi, è capace di rafforzare ancora di più la volontà di mettersi in gioco nella vita.

Un altro vantaggio è il fatto di crescere in un ambiente composto in maniera proporzionale da maschi e femmine. Non ho mai visto un altro sport dove la partecipazione dei due sessi sia così tanto equilibrata. Questo perché è stato provato che il nuoto è uno sport molto completo su tutti i punti di vista, sia fisici che disciplinari.

Il fatto stesso di doversi muovere in un liquido predice già l’esigenza di dover esercitare forza utilizzando tutti i muscoli presenti nel corpo umano. Un allenamento a 360°, che, evidentemente comprende una possibilità bassissima di farsi male in qualunque modo. Senza parlare dei benefici che genera al cuore: è un’attività fisica che stimola il metabolismo aerobico aiutando il cuore ad abbassare la sua frequenza cardiaca media, allenandolo concretamente a consumare meno ossigeno ed energia a parità di intensità di sforzo. Un recente studio condotto dall’Università della South California attesta un calo di circa il 50% la probabilità di morte per i soggetti dediti al nuoto, rispetto a chi pratica corsa o sedentarietà, certificando benefici sulla funzionalità dei polmoni, riduzione dei sintomi asmatici, nonché abbattimento dei livelli di colesterolo, di diabete, e di stress.

Il bello di saper nuotare bene e quindi diventare esperto, è quello di non dover farsi carico dello sforzo mentale di provare a coordinarsi nella maniera corretta durante l’esecuzione del gesto. Si tratta quindi di alleviare ogni resistenza della tua mente a comandare quei movimenti fisici che sono già stati automatizzati. Si tratta di vivere la nuotata e il tuo rapporto con l’acqua senza pensieri, senza dover considerare la stanchezza. Avere la testa immersa nell’acqua ti libera la mente dai pensieri, come se fungesse da scudo per essi, ti permette di goderti quello che stai facendo, in una dimensione che diventa tua, in un volo dove il ciclico rumore dell’acqua che sposti e il tuo respiro diventano uno speciale mantra.

 

Riccardo

 

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3 Commenti

  1. Il nuoto…il nuoto…. ho girato il mondo con le gare di nuoto… e la bellezza di scivolare sull acqua …. di gareggiare…. di preparare una stagione per puntare a una sola gara.. .stupendo…..

  2. Bellissimo….sono d’accordo,bisognerebbe far provare ad ogni bambino! personalmente mi sarebbe piaciuto molto fare uno sport come il nuoto sin da bambina,invece mi ritrovo adesso a 42 anni ad annaspare per godermi l’acqua cristallina Pugliese!!!ma ne vale la pena lo stesso.La sensazione dell’acqua che ti massaggia mentre nuoti è unica.E sì,la mente si svuota completamente.

  3. Anche a me piace molto stare in acqua, è una bellissima sensazione soprattutto quando stai sott’acqua. Io personalmente ho provato l’esperienza di qualche immersione proprio perchè mi attirava il mondo sottomarino ed essere circondata dall’acqua è qualcosa di immenso in cui ti senti piccolissima a confronto!

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