Anoressia: la realtà dietro ad un disturbo alimentare

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Spesso quando si parla di disturbi alimentari, nel caso di anoressia, quando una persona esterna osserva la persona malata crede di poter semplificare tale malattia trovando la causa in un semplice motivo. L’anoressica si trova in tale situazione perché desidera vedersi magra, troppo magra, ma in realtà le cose sono molto più complicate.

Sono poche le persone che si ammalano di anoressia per la sola voglia di dimagrire, dietro a questo disturbo c’è molto di più. Io la considero una vera e propria malattia che purtroppo più volte viene presa sottogamba: quando ci si rende conto della sua gravità ormai è troppo tardi perché la persona non è più salvabile.

Chi arriva a soffrire di questo disturbo lo fa per svariati motivi: può nascere dalla mancata risoluzione di determinati problemi o traumi. Si ignorano quelle che sono le proprie problematiche, vengono coperte ed ammassate, nascoste sotto degli squilibri alimentari. Spesso sembra più facile adagiarsi ai problemi, fare finta che non esistano e distrarre la mente in modi diversi. Alcune persone trovano svaghi positivi, come l’iniziare a praticare uno sport o il coltivare le proprie passioni. Altre evadono dalla realtà con dei metodi più che negativi, trovando il loro “attimo di pace”.

L’anoressia al malato sembra il miglior modo per controllare un qualcosa, quando tutta la realtà che lo circonda non va come lui vorrebbe. Attraverso il controllo della tua mente puoi assicurarti che quel numero che ritrovi sulla bilancia sia quello da te desiderato. Se un qualcosa non va bene non importa, perché tu puoi controllare quel numero e ti senti forte. Senti di poter raggiungere qualsiasi obiettivo: sai che, pur essendo alta più di un metro e settanta, se lo vuoi, puoi arrivare a pesare quaranta kilogrammi scarsi. Quando non si è sani dal punto di vista mentale questa può essere vista come una grande soddisfazione.

Non ci si rende nemmeno conto di essere entrati in quel vortice, convivevo con tali disturbi da quando avevo undici anni. Tutto iniziò con le restrizioni, togliendo determinati alimenti, saltando alcuni pasti e facendo attività fisica in maniera esagerata.

Per circa sette anni sono riuscita a mantenere il controllo e a tenere il mio fisico in uno stato abbastanza sano, successivamente è iniziata la mia caduta in quella che è la malattia vera e propria.

Le restrizioni erano aumentate, tanto che il quantitativo che ingerivo ad ogni pasto era anche minore rispetto a ciò che mangia un bambino. Tali pasti poi vennero anche eliminati ogni qual volta che mi era possibile, respingevo la fame alzandomi dal tavolo, correndo a fare attività fisica e fumando innumerevoli sigarette.

Tutto ciò ai miei occhi sembrava normale perché non nutrendomi più il cervello era in uno stato in cui ragionare era impossibile. Le distorsioni mentali erano molte, tanto che mi vedevo grassa pur avendo ossa che sporgevano ovunque ed ero anche convinta di mangiare troppo. Anche se il piatto era quasi completamente vuoto io vedevo una montagna di cibo. Questo è strano da dire, sembra difficile da credere anche a me, ripensandoci.

Ma questa è forse la parte migliore dell’anoressia, non si soffre, non è stato difficile togliere i pasti e resistere alla fame.

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La vita diventa una vera sfida, quando ogni giorno devi dosare alla perfezione la velocità dei tuoi passi per poter arrivare alla fermata della corriera senza cadere prima, quando ogni pomeriggio passi almeno quattro ore a studiare senza riuscire a ricordarti neanche una frase, vedendo così svanire un anno scolastico, quando dormiresti in continuazione perché non hai nemmeno più la forza di tenere gli occhi aperti. Quando sei costretta a metterti mille strati di vestiti pur di non morire dal freddo nonostante la bella giornata. Quando, pur amando più di qualsiasi cosa la danza, uscire a ballare non è più un divertimento: perché il tuo corpo non regge più, quindi ti riempi di bevande zuccherate con la speranza di arrivare a fine serata. Devi sopportare mille limitazioni, non puoi stare troppo con gli amici perché rimanere a lungo fuori casa sarebbe un rischio, potresti svenire dopo troppi sforzi.

Poi, finalmente la fine del giorno arriva e quando ti sdrai a letto la paura ti abbraccia, paura di non farcela, paura perché il cuore, troppo affaticato, si avvicina a quella che potrebbe definirsi una crisi di tachicardia.

Vai avanti così per giorni, settimane e mesi. Ma poi qualcosa per forza ti deve capitare, in realtà in una situazione del genere, per quanto a te possa sembrare di avere tutto sotto controllo, il controllo l’hai perso già da un bel po’ di tempo.

Una mattina, io e un mio vecchio compagno di classe ci siamo avviati al treno per poter iniziare quella che sarebbe dovuta essere una normale giornata scolastica. Non avevo idea di quanto sarebbe stato importante per me ciò che stava per accadere. Quella volta eravamo in ritardo, così, per un brevissimo pezzo abbiamo fatto una corsa, siamo arrivati in stazione e anche in anticipo. Poco dopo, mentre parlavamo, ho sentito che il mio corpo stava per cedere: ho iniziato a perdere la vista, a vedere nero, non vedevo più il volto del mio amico. Ricordo ancora le poche parole che sono riuscita a pronunciare: “sto per svenire”, le ultime parole prima di ritrovarmi comodamente seduta su quel treno. Con la vista che ancora faticava a tornare.

Probabilmente quel giorno avrei avuto bisogno di un ricovero ma la persona che stava con me mi conosceva molto bene, sapeva che dovevo soffrire e arrivare al limite, dovevo arrivare a toccare il fondo e solo così sarei potuta risalire.

La paura che ho sentito in quel lasso di tempo di circa un’ora o più è stata così forte che stavo per chiamare mia madre, per dirle che le volevo bene. Ero convinta di non farcela, convinta che da lì a poco mi sarei spenta, non potevo non dirle addio.

Sono stata molto fortunata perché, quel giorno, per poco sono riuscita a riprendermi, ho sofferto ma ce l’ho fatta. Un’altra persona forse avrebbe continuato a vagare nel tunnel dell’anoressia come uno zombie, ma io, dopo tale fortuna, avevo capito che era ora di riprendere in mano la mia vita. Così da quella giornata in poi, ho ricominciato a mangiare. Ho ricominciato a vivere.

Non è stata facile, anche perché dopo un tale periodo di continue rinunce il mio corpo voleva mangiare qualsiasi cosa in quantità industriali, vivevo di continue abbuffate e alle volte non riuscivo a tenere nel corpo ciò che avevo ingerito. Mangiare fuori casa era un incubo, perché dopo essermi abbuffata il mio stomaco mi provocava dolori laceranti, sentivo il bisogno assurdo di liberarmi e quando non mi era possibile mi capitavano alcune crisi di nervi che mi portavano a piangere e a trattare male le persone che avevo vicine, quelle persone che cercavano di aiutarmi. Mi sentivo fragilissima e incapace di uscire da quello che era per me un vero inferno.

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Ma la fortuna mi ha assistita nuovamente e dopo poco sono riuscita a trovare una nutrizionista bravissima, una persona più che formata sia nel campo dell’alimentazione sia nel campo della psicologia. Lei mi ha seguita in quello che è stato l’inizio del mio viaggio interiore, quel viaggio che mi ha permesso di incominciare a ritrovarmi. Ho tolto quei mattoni che utilizzavo per nascondere quelli che erano i miei problemi e li ho affrontati. Ho compreso i vari motivi che mi hanno portata ad ammalarmi e mese dopo mese gli ho risolti, senza fretta.

Ora posso dire di essere guarita, sono libera, libera di mangiare ciò che voglio e finalmente ho riscoperto il piacere di mangiare. Ma la cosa più importante è un’altra: ho la mente vuota, lucida ed ora sono in grado di affrontare quelli che sono i problemi che mi si pongono davanti. Riesco ad apprezzare quelle che sono le grandi gioie della vita e ad essere felice.

Ho voluto condividere una parte di me stessa per lanciare un messaggio a più persone possibili: se soffrite di disturbi alimentari, smettetela di fingere che il problema non esista. Chiedete aiuto, affidatevi ad una brava nutrizionista, parlatene con i vostri amici più stretti, parlatene con i vostri genitori. Insomma, parlatene con qualsiasi persona che vi voglia bene o che potrebbe essere in grado di capirvi. Se avete dei figli o delle persone a voi vicine che iniziano a dare segni di squilibri alimentari non rendetevi ciechi, non fate finta di niente. Reagite, siate disponibili, siate comprensivi, prendetevi il tempo per aiutare chi ne ha bisogno e chi è disponibile ad accettare il vostro aiuto. Non sarà facile, ma tali problematiche se prese in tempo sono molto più facili da risolvere.

Siamo esseri umani tutti uguali, le nostre vite sono simili come lo sono anche i nostri problemi, perché non iniziare ad aiutarci a vicenda? Ognuno di noi può fare la sua parte. Smettiamola di ignorarci, smettiamola di essere indifferenti di fronte alle difficoltà altrui. Se solo noi lo vogliamo, possiamo essere l’inizio di un piccolo cambiamento. Un piccolo cambiamento che se preso come esempio da più persone può trasformarsi in un grande cambiamento.

 

Sonia C.

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10 Commenti

  1. Un articolo di grande importanza che può essere d’aiuto a moltissime persone. La persona che lo ha scritto ha scelto di condividere con tutti un momento difficile della sua vita. Di questo dovremmo esserle grati. Io lo sono e la stimo ancora di più. Marcello

  2. Ti ringrazio per aver condiviso con noi questa tua esperienza sicuramente difficile. Probabilmente sarà qualcosa che non si può pienamente comprendere se non ci si trova dentro. Quello che posso dire è che oltre ad essere contento per te, ammiro molto le persone che lottano e non si arrendono e che imparano dai proprio errori. Puoi essere fiera di te stessa. Condivido pienamente il tuo messaggio alla fine dell’articolo, possiamo aiutarci tutti e fare tante piccole cose. Si inizia così per poi arrivare ad un vero cambiamento passo dopo passo. Complimenti ancora 🙂

  3. Il tuo articolo mi è piaciuto molto, sei stata davvero una persona coraggiosa e ti stimo moltissimo. Non è facile affrontare il dolore, diventare forte nonostante l’abitudine a non esserlo. Ti meriti tutta la felicità di questo mondo, grazie per aver condiviso la tua storia. <3

  4. Ciao angioletto, leggendo il tuo articolo, posso dirti che sei una persona molto profonda e da quando ti conosco personalmente, ho potuto confermare ciò che ho sempre pensato.
    Tu hai una grande forza, ma non solo perché sei riuscita a scrivere l’articolo e condividerlo con tutti noi, ma anche perché la tua forza è dentro i tuoi occhi dentro la tua anima e soprattutto dentro il tuo cuore.
    La forza che hai ti ha fatto superare un grosso problema e poi ti volevo ringraziare personalmente poiché mi hai fatto capire tante cose. Sei un’amica speciale per me.
    Ti dico grazie per avere condiviso un articolo molto importante.
    TVB

  5. Grazie per il tuo articolo, mi ha davvero emozionata… Nel periodo delle medie una delle mie amiche più strette, dopo un lutto in famiglia, è caduta in una trappola simile. Per chi non la conosceva poteva sembrare felice e spensierata come prima, invece si portava dietro un peso che non riusciva ad elaborare; il suo unico modo di mettere a tacere questo sentimento era la ricerca della perfezione nel mangiare sempre di meno e vivere di sport. I genitori non riuscivano ad affrontare l’argomento, cercavano di aiutarla da fuori riempiendole la casa di libri sull’argomento. La famiglia e gli amici non sapevano più come aiutarla, e altri sintomi decisamente gravi andavano avanti da mesi, l’unica che sembrava non rendersene conto era lei… Forse era lei che aveva bisogno di fare quest’esperienza nella vita, per scoprirsi come persone e crescere, difatti ha quasi sfiorato la morte… ma da quest’esperienza è uscita capendo concetti molto importanti e con una grande forza. Mi spiace solo che sia dovuta passare attraverso tutto questo, non so nemmeno se ad oggi si renda totalmente conto di cosa stava succedendo.
    Complimenti per la tua forza incredibile, da un periodo davvero duro sei riuscita a tirare fuori il meglio. C’è chi sostiene che da questo problema non si guarisca mai nella vita, tu invece ne sei uscita con un grande bagaglio di riflessioni, molto più forte di prima.
    Sento in te una grande forza e ti auguro il meglio per il tuo futuro <3

  6. Grazie per la tua sincerità, è davvero importante quello che hai scritto. Credo sia difficile comprendere per chi non lo sta vivendo, ma con la tua esperienza hai fatto capire molto bene quanto a chi ne soffre sembri tutto normale.
    Sei stata molto forte e sei un vero esempio!

  7. Avrei un infinità di cose da scrivere a riguardo dopo 13 anni di incubi vissuti a proposito. Ma mi riesce più facile parlarne che scriverne. Purtroppo sai benissimo che chi soffre di questo disturbo non ammetterà mai di avere un problema, anzi al contrario, sa di essere forte. Deve arrivare a toccare il fondo per poter far scattare qualcosa nella mente che la porterà a risalire. È come un drogato! Fai di tutto per aiutarlo, ma niente! Deve essere lui a volerne uscire per poter guarire. E poi, non è facile trovare persone competenti che possano e vogliano aiutarti sul serio. Prima di trovare la più brava per me, sai quanti psicologi e psichiatri ho cambiato? Mi riempivano solo di psicofarmaci. È vero che 20 anni fa non erano nemmeno loro in grado di poter fare qualcosa perché inesperti, ma un dottore è permaloso e a volte arrogante e nn ammetterà mai di nn capirci nulla. Ma noi lo capiamo al volo, Perchè non è diverso dalla maggioranza di gente che ci circonda e non gli faccio nemmeno una colpa. Per questo motivo, a 42 anni, adesso, ho deciso di iscrivermi alla facoltà di psicologia, perchè ho intenzione di aiutare tutte quelle persone che non riescono, pur volendolo, uscire dai loro tunnel, qualsiasi essi siano. Ho sempre voluto farlo, ma non ho mai potuto x tanti ostacoli. Adesso sento che è arrivato il momento. E devo dire che la meditazione mi sta aiutando a superare tutti gli ostacoli

  8. Grazie davvero per questo articolo! Sei stata davvero coraggiosa e forte, il tuo articolo è di ispirazione per molti che stanno affrontando questo problema o che non apprezzano a fondo la vita, sono felice che tu ora stia bene! Meriti il meglio di questo mondo e sono sicura che lo otterrai, grazie ancora, ti mando un abbraccio fortissimo

  9. Ho letto la tua esperienza immedesimandomi nella parte, quasi come in prima persona. È stata davvero molto ma molto intensa, perché anche io mi ritrovo ad essere un po’ schizzinoso sul cibo tant’è che non mangio mai carne sotto certi limiti, non mangio se il corpo non mi chiede di farlo, insomma: ho come un “regolatore” all’interno dello stomaco che si attiva quando ha bisogno e non si fa sentire quando è soddisfatto. La paura di non farcela c’è sempre, ma dalle esperienze che io ho avuto (che nonostante siano diverse comunque mi hanno portato a comprendere varie cose) ho compreso che siamo noi ad arrenderci e a sottometterci alla paura, una cosa che apparentemente esiste ma che in realtà è solo un blocco della nostra mente per farci cadere nell’inganno e farci sprecare una vita. Io ultimamente ho perso un po’ di peso, infatti sto cercando di sforzarmi a mangiare più frutta (cosa che toccavo fino a qualche mese quando mi allenavo ma che poi ho completamente dimenticato, sia per la svogliatezza sia perché ero limitato(e lo sono ancora) dall’orario in cui mi alzo la mattina, quindi in automatico perdo la voglia di fare colazione) . Purtroppo sono cose che sottovaluto, e come lo hai fatto anche tu, ci sto passando anche io… A me dicono che sto rischiando, sono sottopeso e tutto, ma io, pesandomi sulla bilancia, ho notato un peso abbastanza nella norma per me. Certo! L’altezza gioca abbastanza scherzi perché vedi che sei ultra magro e inizi a dirti “devo mangiare, devo strafogarmi” ma in realtà io credo che il corpo sia talmente intelligente da capire da solo quando ha necessità di cibo e quando no. Inoltre, la tua esperienza mi ha ricordato quando io, con il piatto davanti che sia di pasta, un secondo o altro, mi lamentavo con me stesso dicendo che non sarei riuscito a mangiarlo tutto… poi sforzando un po’ di più lo finivo senza problemi. Per non parlare di come saltavo, oltre alla colazione, il secondo a pranzo e anche la frutta. Beh si, non ho avuto l’esperienza identica alla tua fortunatamente, ma posso garantirti che è comunque brutto sentirsi dire che sei dimagrito nonostante, io quello che mangio, subito lo vado ad espellere, indipendentemente dalla quantità… Ho accelerato davvero tantissimo la digestione e spesso devo correre ai ripari mangiando qualcosa in più come un gelato, un pacchetto di biscotti o altro… ma sappiamo tutti che queste cose se assunte in grandi quantità fanno male sia al fisico che al nostro corpo energetico. Infine, ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza qui perché ho compreso altre cose importanti che dovrò fare per una corretta e sana vitalità. Sei stata incredibilmente coraggiosa ad affrontare la paura e a condividere questa esperienza che è davvero tremenda se ci penso nei tuoi panni, ma la volontà e la forza, se usate correttamente, possono davvero salvare in qualunque situazione. Dicono che nella vita bisogna sempre lottare, infatti con questa esperienza, hai dimostrato che è vero. Grazie mille, ti auguro una serena e felice vita ora che hai superato un grande ostacolo come questo. Ti meriti tutto il bene di questo mondo. Un abbraccio 💙

  10. Sei una persona speciale e con una forza enorme. Hai combattuto duramente e hai vinto. Complimenti

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