Perché ho scelto di essere Vegan

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Sono passati 12 lunghi anni, la stessa età della mia compagna pelosa, una Labrador miele, il suo nome è Maya. Lei è stata il “motore” che mi ha dato l’energia per cambiare e rivoluzionare il mio stile di vita, in tutti i sensi.

Non avevo mai posseduto un cane, o meglio, da bambino incontrai un randagio che portai a casa, il quale, con mio sommo dispiacere, fu prontamente messo alla porta da mia madre; accettai l’imposizione (ma obiettivamente, lo era anche la mia nei confronti della famiglia) e dovetti riportarlo nel campo dove lo incontrai; ricordo ancora il suo sguardo.

Passano gli anni, tanti, il militare, il lavoro, il matrimonio, i figli, il lutto; sì lutto: ho perso mia moglie a causa di un grave problema al cuore, lasciandomi con due bimbe di 16 e 13 anni; vi lascio immaginare senza tediarvi troppo, altrimenti esco dall’argomento che vuole caratterizzare questo articolo.

Insomma le bimbe crescono, il tempo passa, il dolore si attenua ed un bel giorno, incontro la donna che diventerà la mia compagna, con cui ho condiviso subito la passione, in modo particolare per i cani; Lei, quando la conobbi, ne aveva uno, Joy, un meticcio simil Labrador che purtroppo ci ha lasciato meno di un anno dopo, con il quale instaurai un rapporto molto bello ma destinato a non durare. La prematura scomparsa di Joy e la disperazione della mia compagna, mi indusse a fare un po’ di ricerche, cercando le caratteristiche salienti delle varie razze e ovviamente cercai quelle che più si adattassero alle mie abitudini e stili di vita; fu così che la scelta cadde sul Labrador retriever. Fui fortunato, quando arrivò fu amore a prima vista.

Durante le ricerche, prima della scelta, mi imbattei in un sito (http://www.vegfacile.info) che inizialmente, per come era impostato graficamente, mi attirò per la sua semplice configurazione e la sua offerta particolare: “diventa vegan in 10 passi”. Sul momento non approfondii molto, ero alla ricerca del cucciolo, salvai quindi la pagina, con la consapevolezza di tornare a visitarla in un secondo momento, e in effetti fu così.

Devo però premettere anche un’altra cosa importante, che mi ha fatto tornare sul sito: la visione di un film, decisamente importante, anzi, direi che è stato l’ingranaggio che ha fatto muovere il meccanismo della mia scelta che può sembrare una moda ma non lo è, può sembrare una setta ma non lo è, può sembrare un movimento politico ma non lo è; scegliere la vita è vegan. Il film di cui parlo è: “Earthlings”.

 

Qui, se volete, potete vedere la versione con sottotitoli in italiano:

( https://www.youtube.com/watch?v=q_bcWN5Xaog )

Ebbene, la visione di questo film/documentario, mi ha cambiato la vita, portandomi a conoscere e soprattutto capire, cosa significa l’alimentazione onnivora, cosa c’è dietro, cosa c’è nel “semplice” hamburger, cosa c’è, nella fettina o nell’arrosticino oppure nelle scarpe che indossiamo, nel collo di pelliccia della giacca, nelle “semplici” uova o nel “semplice” latte o, nel ”semplice” pesce che forse è il più maltrattato di tutti, poiché non emette suoni quando muore asfissiato per la mancanza di acqua, quindi per la coscienza è più facile da accettare: ”non grida, ergo non soffre”.

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Quindi, dicevo, la ricerca mi ha donato per la prima volta in vita mia, se così posso dire, consapevolezza, presa di coscienza, o se volete l’inizio della mia presa di coscienza, che non si è mai interrotta, anzi, è aumentata nel tempo, fornendomi lo stimolo continuo nel leggere di più, nello studiare di più, facendo crescere di pari passo anche la spiritualità, insita nel “non uccidere”. Tiziano Terzani diceva: ” Come si può allevare la Vita, per ucciderla e mangiarsela?! Come si può tenere in delle spaventose… spaventose gabbie, milioni di polli a cui bisogna tagliare il becco per evitare che si feriscano tra loro, impazziti come sono, come si può chiudere un vitello, che è bello, in una scatola di ferro, perché cresca anchilosato e anemico, in modo che la sua carne rimanga bianca?! “.

 

Vorrei anche evidenziare che questo mio articolo non vuole coartare nessuno, ma semplicemente far capire e far aprire gli occhi a chi legge, oltretutto il veganesimo è più eco-sostenibile, è possibile stare meglio fisicamente, è possibile capire cosa abbiamo ingerito per anni ed anni senza poter mai capire cosa ci faceva star male e quale era la faccia nascosta della medaglia.

L’ecologia sarà irrimediabilmente compromessa, se l’uomo non cambierà il suo modo di alimentarsi. Dovete sapere che la maggior parte dei gas serra sono emessi dagli allevamenti intensivi e per produrre un Kg di carne occorrono 15000 litri di acqua ed almeno un Km quadrato di terreno, viceversa con la stessa quantità di acqua e terreno, è possibile creare cibo sufficiente per almeno 1000 persone.

Potrei continuare ancora per molto ad elencare le differenze, ma credo che questo spazio non sia sufficiente, è un semplice articolo e in quanto tale serve solo ad esternare queste verità, per far prendere un minimo di coscienza a chi legge su cosa vuol dire nascere animali in questo pianeta. Magari nel prossimo articolo, vi svelo cosa mangiano i vegani.

 

Paolo A.

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4 Commenti

  1. indubbiamente concordo sul fatto che non si possono allevare animali in condizioni orribili, come stanno facendo, che non è giusto togliere un vitello alla mamma per fare il latte, appena nato, che alle galline non dovrebbero tagliare i becchi. Tra l’altro una mia amica mi raccontò come in un industria di uova, facciano una velocissima selezione tra pulcini femmine e maschi e come questi ultimi vadano direttamente al macero; come onnivora mi sento di dire che tutto questo dovrebbe essere sicuramente fermato per tornare alle origini, in cui sarebbe meraviglioso che gli animali vivessero la loro vita dignitosamente, mangiando l’erba e correndo per i campi, che i polli razzolassero come natura vuole, ma molte altre cose dovrebbero essere fermate a questo mondo e l’elenco è infinito. Ammiro chi fa questa scelta nei confronti degli animali, ma non amo quando viene puntato il dito sulle persone che decidono di seguire altre strade o continuare a mangiare carne e purtroppo questo oggi avviene. Tutti contro tutti. Ognuno deve essere libero di scegliere nella sua vita ciò che sente di mangiare, senza sentirsi settario o assassino. Quello che a volte non mi piace di chi non mangia proteine animali ed io per un periodo l’ho fatto, quindi so cosa vuol dire, è che spesso si è costretti a ricorrere ad integratori perchè seguire una corretta alimentazione vegana è veramente molto molto difficile, almeno per la mia esperienza pesonale; soprattutto ci si ritrova a dovere mangiare seitan, soia o suoi estratti reidratati e non credo che siano sani a lungo andare. Io sono per un’alimentazione più naturale, ossia preferisco veramente ciò che si trova in natura così com’è; per cui se dovessi diventare vegetariana o vegana cercherei di non ricorrere ai così detti “surrogati” della carne ossia queste ‘bistecche’ fatte con concentrati di glutine o addirittura mozzarella e formaggi di soia per condire la pizza o altro. Mi sanno molto di finto e immangiabile; anche se devo dire che alcuni piatti sono veramente molto buoni e non hanno nulla da invidiare a quelli fatti con la carne, ho notato, aimè, che al supermercato il prezzo di questi alimenti è inavvicinabile. Io mangio sia carne che pesce, ma se sento per un periodo che devo cambiare alimentazione, lo faccio senza problemi. Perchè devo identificarmi in un modo o nell’altro, per dire che ho fatto una scelta etica? La cosa che per me è importante è essere coscienti di ciò che si sta facendo giorno per giorno, senza dare definizione del proprio status, ma capisco che viviamo in una società dove spesso l’identificazione serve anche a riconoscersi o a farsi riconoscere. Sono onnivora, ma in fondo ho anche una coscienza in cui so perfettamente che bisognerebbe limitare il consumo sfrenato delle carni, dei formaggi, ma anche di tutto il resto; bisognerebbe mangiare meno e più sano questo sicuramente, ma su questo discorso potrei scrivere io stessa un altro articolo.

    • Venusia, perdonami se il mio articolo può esserti sembrato settario o “eticamente” differente, tu sai che non lo sono, scusami inoltre, se questo articolo può far pensare ad un dito puntato, non era e non è nelle mie intenzioni, il mio pensiero era semplicemente quello di illustrare, a chi non conosce la realtà delle condizioni in cui versa il mondo animale in questo pianeta, dove purtroppo le scelte alimentari di ognuno di noi, apparentemente innocue, in realtà non lo sono.
      I “surrogati”, non sono necessari per essere vegan, e la colpa è nuovamente del sistema,che si è accorto di aver perso una notevole fetta di mercato a voler far passare per alimenti necessari il seitan e company, personalmente io lo uso molto di rado e, quando lo uso lo faccio da me, molto difficilmente compro pietanze preparate, ho imparato nel tempo a cucinare il mio cibo, del quale sò perfettamente da cosa è composto, con questo, non voglio dire che non sono d’accordo con ciò che hai scritto, semplicemente abbiamo due modi differenti di vedere l’alimentazione…..

  2. Articolo molto interessante. Secondo me sarebbe molto utile una guida che spiega ad esempio quali uova comprare (ad esempio dagli allevamenti a terra), quale carne proviene da allevamenti non intensivi, quale frutta e verdura sono a km 0 e in generale quali prodotti sono stati fatti rispettando l’ambiente 🙂

  3. Grazie del tuo articolo Paolo, mi hai ricordato l’amore che mi ha accompagnato per il mio cane, era un meticcio. Sono gli animali che cercano me piuttosto che io cercare loro. Sono animali con zampe rotte, ali frantumate, scovati nei cassonetti per un lamento, sono animali che nessuno vuole, perché nell’era della perfezione non vanno bene. Rispetto le scelte vegane, ma non le condivido. Ritengo che tutti gli eccessi siano frutto delle mode più che scelte salutiste. Gli eccessi ed il non saperci autodeterminare, essere senza rispetto per noi stessi e gli altri ne sono le principali cause, sempre per la mia semplice opinione. Ho fatto un corso, un paio di anni fa, di una che si ritiene la custode delle erbe spontanee, che non utilizziamo più e non conosciamo più. Con le erbe spontanee si può fare di tutto. Ma anche dietro questo corso c’era il business. Tutto ciò per arrivare a dire che non sono le mode o gli eccessi a fare la differenza, ma il rispetto e la conoscenza verso te stesso e gli altri.

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